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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Aprile 2015
LEI DÀ ALLA LUCE UN BAMBINO CONCEPITO CON LO SPERMA DI SUO MARITO MORTO DA DUE GIORNI  
 
Lecce, 14 aprile 2015 - Una donna australiana ha dato vita a un bambino in perfetta salute, concependolo con lo sperma di suo padre morto da 48 ore. L’uomo infatti era deceduto in un incidente di moto, ma la sua compagna desiderava lo stesso avere un bambino da lui. I medici, dopo 48 ore dalla morte del suo fidanzato, hanno prelevato lo sperma dal cadavere ed hanno proceduto con l’inseminazione artificiale.La Giustizia australiana ci ha messo due giorni per risolvere il problema poiché in Adelaide, lo stato in cui vive, prelevare lo sperma da un uomo morto è assolutamente illegale.I medici non erano sicuri del corretto funzionamento della procedura. Questa non è la prima volta che lo sperma di un uomo morto è preso per creare un bambino, ma in questo caso si tratta del primo caso al mondo di fecondazione post mortem ed è avvenuto in Australia.il Professor Kelton Tremellen, che si è occupato del caso la settimana prossima fornirà i dettagli della procedura. Ha dichiarato: "ho pensato che sarebbe stato uno spreco di tempo. E mi chiedevo se fosse la cosa giusta da fare. In definitiva, ho deciso di aiutarlo perché non era una battaglia di cui avevo bisogno mentre lei aveva appena perso suo marito." Per Giovanni D’agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” i progressi medici che si stanno facendo nel campo dell’inseminazione artificiale negli ultimi anni sono davvero inverosimili. A dimostrarlo è proprio la storia di questo bambino, nato sano dopo essere stato concepito con lo sperma di suo padre morto, grazie alla tenacia e coraggio della sua mamma, un vero e proprio miracolo.  
   
   
I RISULTATI DI UN NUOVO STUDIO SUGGERISCONO CHE ESISTE UNA CORRELAZIONE TRA IL LIVELLO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI E LA POVERTÀ E LO SVILUPPO DEL CERVELLO DEI LORO FIGLI.  
 
Bruxelles, 14 aprile 2015 - Lo studio, condotto da ricercatori della Columbia University e dell’Ospedale pediatrico di Los Angeles negli Stati Uniti, ha esaminato il rapporto tra i fattori socioeconomici e la morfometria del cervello in oltre 1 000 bambini e giovani di età compresa tra i tre e i 20 anni. L´equipe ha scoperto che il reddito era legato in modo logaritmico all’area della superficie del cervello. Lo studio, pubblicato recentemente su Nature Neuroscience, suggerisce inoltre che il reddito è più strettamente legato alla struttura del cervello nei bambini più svantaggiati. Secondo l’abstract, tra i bambini di famiglie con un reddito più basso, piccole differenze di reddito erano associate a differenze relativamente grandi nell’area della superficie cerebrale, mentre, tra i bambini di famiglie con un reddito più alto, aumenti di reddito simili erano legati a differenze più piccole dell’area della superficie. Questi rapporti erano più evidenti nelle regioni legate al linguaggio, la lettura, le funzioni esecutive e le abilità spaziali. L’area della superficie mediava le differenze socioeconomiche in certe abilità neurocognitive. La rivista Science ha citato le parole degli autori dello studio Kimberly Noble e Elizabeth Sowell che hanno detto che la differenza tra reddito basso e alto è notevole. I bambini di famiglie che guadagnano 25 000 dollari Usa (circa 23 200 euro) l’anno o meno hanno un’area di superficie corticale circa il 6% più piccola dei bambini di famiglie che guadagnano più di 150 000 dollari Usa (circa 139 200 euro). Science riporta inoltre che l’istruzione dei genitori mostrava una correlazione lineare con l’area della superficie corticale in generale. Osserva: “In una valutazione molto approssimativa, i bambini i cui genitori hanno solo il diploma di scuola superiore (12 anni di istruzione o meno) avevano un´area della superficie corticale più piccola del 3 % rispetto ai bambini i cui genitori avevano frequentato l’università (15 anni di istruzione o più).” La razza e l’etnia non avevano alcun effetto sulle correlazioni, come ha detto Noble a Science: “I legami tra lo stato socioeconomico e la struttura del cervello erano gli stessi in tutti gli individui, a prescindere dal background razziale.” È importante osservare che i motivi delle correlazioni non sono ancora chiari ai ricercatori. Science aggiunge: “Uno stato socioeconomico basso potrebbe inibire la crescita del cervello a causa dello stress in famiglia, una maggiore esposizione a tossine ambientali o un’alimentazione insufficiente, mentre le famiglie con uno stato più alto potrebbero essere in grado di offrire una maggiore “stimolazione cognitiva” ai loro figli.” I ricercatori desiderano anche fare in modo che i risultati non vengano fraintesi a sostegno di stereotipi negativi. Sowell ha spiegato al Guardian: “Il messaggio non è “se sei povero il tuo cervello è più piccolo e non si può fare niente in proposito”. Non è assolutamente questo il messaggio. Migliorare l’accesso alle risorse che arricchiscono l’ambiente di sviluppo potrebbe cambiare le traiettorie dello sviluppo del cervello in meglio, anche nei bambini e negli adolescenti della fascia d’età che abbiamo studiato.” Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Nature.com/neuro/journal/vaop/
ncurrent/full/nn.3983.html
 
 
   
   
SALUTE: SERRACCHIANI, PROTOCOLLO REGIONE FVG-NAS SINERGIA IMPORTANTE  
 
Udine, 14 aprile 2014 - E´ stato sottoscritto ieri il protocollo d´intesa tra la Regione Friuli Venezia Giulia e il Comando dei Carabinieri per la tutela della salute (Nas) in base al quale verrà promossa una sinergia nelle azioni di prevenzione e controllo nel settore sanitario. L´accordo - di durata triennale, prorogabile per ulteriori due anni - è stato firmato nella sede della Regione dalla presidente Debora Serracchiani e dal generale di Divisione Cosimo Piccinno, alla presenza del comandante del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (Nas) di Udine, Antonio Pisapia, e dell´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca. "Il protocollo suggella una collaborazione intensa, frutto di un lavoro portato avanti in questi mesi dalla Direzione regionale Salute, e crea le condizioni per una sinergia su temi delicati come quelli della salute e della sicurezza alimentare. Riteniamo - ha sottolineato Serracchiani - che la nostra Regione si debba candidare a offrire un servizio di massima qualità nel settore della salute in generale e, in particolare, in quello della prevenzione e che questo accordo sia uno strumento importante per conseguire l´obiettivo". Il Friuli Venezia Giulia è la settima Amministrazione regionale con cui il Comando sottoscrive un accordo di collaborazione, ma si tratta della prima con cui formalizza uno scambio informatico di banche dati. "Lo scambio reciproco di dati e informazioni aiuterà da una parte l´attività di vigilanza e prevenzione dei Nas - ha sottolineato Serracchiani - e dall´altra coadiuverà anche la Regione". Grazie al protocollo il Nas di Udine, infatti, "potrà fornire tempestivamente alla Regione e agli enti del Servizio sanitario regionale i dati relativi alle non conformità rilevate, anche per consentire una più agevole applicazione sulle disposizioni in materia di reiterazione delle violazioni amministrative", ha confermato Piccinno. In virtù del protocollo, inoltre, la Regione parteciperà attivamente alle iniziative di formazione e aggiornamento che coinvolgeranno il personale regionale impiegato nelle attività ispettive in tema di tutela della salute, anche con l´obiettivo di perseguire una conoscenza giuridica condivisa e una più ampia uniformità interpretativa della normativa di settore. A carico della Regione vi saranno i costi di collegamento informatico delle banche dati (circa 20 mila euro). Buona la situazione generale del Friuli Venezia Giulia secondo il comandante Piccinno. "Sul fronte della sicurezza sanitaria è una delle migliori regioni d´Italia", ha commentato, aggiungendo che "i cittadini del Friuli Venezia Giulia possono stare tranquilli perché questa è una Regione che ha dimostrato di avere a cuore seriamente la salute dei propri abitanti".  
   
   
SANITÀ: ASSESSORE SARDEGNA, "LAVORIAMO A UN NUOVO MODELLO DI EMERGENZA-URGENZA". ESPERTI USA, MEDICI, INFERMIERI E DIRIGENTI AZIENDE SANITARIE A CONFRONTO A NUORO  
 
 Nuoro, 14 Aprile 2015 - Meno file nei pronto soccorso e interventi in ambulanza e in ospedale garantiti da professionisti specializzati nella medicina dell´emergenza-urgenza. Anche questo è il futuro della sanità in Sardegna. Un obiettivo ambizioso, ma a portata di mano, sul quale la Regione sta lavorando dall´insediamento della Giunta Pigliaru. Il tema è stato discusso e approfondito a Nuoro, nella sede dell´Ailun, su iniziativa dell´assessorato della Sanità in collaborazione con la stessa Ailun e Simannu, il Centro di simulazione medica di Nuoro. Oltre agli assessori Luigi Arru e Virginia Mura, titolare del Lavoro, erano presenti il presidente del Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau, i direttori generali dei due assessorati, i commissari e i direttori sanitari delle Aziende, i rappresentanti delle due Università isolane, i vertici dell´Ordine dei Medici, i Presidenti dei Collegi Provinciali Ipasvi, i componenti del Comitato Sanitario Emergenza-urgenza. I principali attori del sistema dell´emergenza-urgenza regionale hanno avuto un´opportunità unica di confronto con tre autorevoli medici statunitensi esperti del settore provenienti dalla prestigiosa Harvard Medical School di Boston: Kevin Ban, Jonathan Edlow e Matt Babineau. Il rinnovamento della sanità in Sardegna passa anche attraverso il nuovo modello di gestione del settore dell´emergenza-urgenza. È uno degli obiettivi strategici della Regione che punta a modificare, con l´aiuto dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo, e nel più breve tempo possibile, l´assetto della medicina d´urgenza. "La nascita dell´Areus, l’Azienda regionale per l´emergenza-urgenza in Sardegna - ha detto l´assessore Arru - è solo il primo passo verso una gestione più omogenea e qualificata di tutti i soggetti interessati, dal sistema territoriale di soccorso al sistema ospedaliero. Tre sono i pilastri della nostra azione di cambiamento: cure territoriali, rete ospedaliera, emergenza-urgenza. Non c´è tempo da perdere - ha aggiunto - entro pochi mesi dovremo decidere quale percorso intraprendere. Siamo ancora nella fase dell´ascolto, stiamo raccogliendo i suggerimenti e le richieste. Vogliamo analizzare le criticità per capire come intervenire sull’alta formazione dei medici e degli infermieri. Dobbiamo diffondere standard comuni per tutta la Sardegna, qualificare e riqualificare il personale in servizio presso il sistema di emergenza. Vogliamo restituire al Servizio Sanitario Regionale professionisti altamente specializzati con competenze omogenee nel rispetto dei più avanzati standard internazionali". La Regione guarda con attenzione allo schema applicato dal 2003 in Toscana dove, grazie alla partnership innovativa con i centri specializzati di Boston, è stato "importato" un modello che sta dando ottimi risultati. Il progetto formativo di riqualificazione e certificazione delle competenze, attraverso la "formazione dei formatori", è un esempio unico in Italia. "È replicabile anche in Sardegna - ha sottolineato l´assessore Arru - purché si tenga conto delle peculiarità del nostro territorio e si valorizzi quanto di buono già è stato fatto in questi ultimi anni". L´intervento finanziario è assicurato dalle risorse a valere sul Fondo Sociale Europeo 2014-2020. "I fondi ci sono - ha detto l´assessore del Lavoro, Virginia Mura - adesso occorre programmare in tempi rapidi. Questo incontro conferma che la collaborazione tra assessorati può e deve dare risultati importanti. Nello specifico, i percorsi formativi di eccellenza e l’alta qualificazione dei dipendenti della sanità pubblica rientrano negli obiettivi del Programma Fse". L´assessore Mura ha quindi sottolineato che "aver organizzato a Nuoro questa prima serie di incontri è l´ennesimo segnale di attenzione che la Giunta rivolge nei confronti del territorio nuorese e della sua popolazione". Al termine della tavola rotonda, infine, i partecipanti hanno visitato il Simannu, Centro di simulazione medica che opera nel campo dell’alta formazione e dispone di attrezzature all’avanguardia per ogni tipo di esercitazione medica, dalle emergenze di primo soccorso agli interventi in sala operatoria.  
   
   
ESENZIONE TICKET, CON L´ALLINEAMENTO DELLE BANCHE DATI SUPERATO IL PROBLEMA PRECISAZIONE DELL´ASSESSORATO REGIONALE ALLA SANITA´ DEL PIEMONTE  
 
Torino, 14 aprile 2015 - Con riferimento alle segnalazioni relative alle code agli sportelli delle Asl torinesi per l’esenzione dal ticket, l’assessorato regionale alla Sanità precisa quanto segue: “Premesso che stiamo seguendo la situazione e abbiamo dato indicazioni alle direzioni generali delle Aziende sanitarie di rafforzare la presenza di personale agli sportelli per consentire un più rapido smaltimento delle code, riteniamo utile fornire alcuni dati per definire l’entità del fenomeno. I problemi in questi giorni riguardano esclusivamente le esenzioni di reddito. Ricordiamo che solo i cittadini in possesso del certificato di esenzione con il codice E02, disoccupati e lavoratori in mobilità, devono recarsi alla propria Asl di riferimento per l’eventuale rinnovo del certificato. Nelle scorse settimane, la Direzione regionale sanità aveva inviato una precisa comunicazione a tutte le Aziende sanitarie, invitandole ad assicurare la necessaria informazione ai medici, ai pediatri e agli assistiti, per la corretta compilazione delle autocertificazioni presentate e per prevenire eventuali errori e/o abusi. Ad oggi, sono 213.911 le proroghe di autocertificazioni per reddito di cui le Asl, tramite la Regione, hanno richiesto al Ministero dell’Economia e delle Finanze la conferma. Di queste, sono 13.923 in tutto il Piemonte (1321 all’Asl To1 e 1325 all’Asl To2) le richieste che hanno avuto, fino a ieri, problemi di allineamento tra i database della Regione e del Ministero. Peraltro, oggi il problema è stato superato: la banca data aggiornata ed allineata sarà disponibile nelle prossime ore anche per i medici di famiglia e per i pediatri.”  
   
   
RIANIMAZIONE D´URGENZA AL POLICLINICO. VENDOLA: ECCELLENZA PER SISTEMA PUGLIESE"  
 
Bari, 14 aprile 2015 - “Ogni settimana l’ospedale di Puglia, il Policlinico di Bari, fa un passo in avanti in termini di eccellenza. Oggi il reparto di rianimazione d´urgenza diretto dal professor Tommaso Fiore è un’altra eccellenza a disposizione del sistema sanitario pugliese. Sono contento di venire con un ritmo così accelerato al Policlinico di Bari e ci tengo a tornare molte altre volte prima di andarmene per una lunga vacanza”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina alla inaugurazione della Rianimazione d’Urgenza del Policlinico di Bari insieme con il direttore prof. Tommaso Fiore e il Direttore Generale Vitangelo Dattoli. “Occorre partire dalla consapevolezza che eravamo in pieno medioevo nel 2005 – ha aggiunto il Presidente - e che il sistema sanitario pugliese, dal punto di vista delle infrastrutture, delle strutture e della modernizzazione ha fatto qualche secolo di strada. Gli obiettivi da raggiungere sono ancora molteplici. Sono sempre necessarie le attenzioni al contenimento della spesa sulla spesa inappropriata. Bisogna fare in modo che le risorse vengano veramente utilizzate per dare soddisfazione alla domanda di salute dei cittadini pugliesi. Vorrei anche ricordare che la povertà è causa di malattie e che il problema principale che abbiamo, non in Puglia, ma in tutta Italia e in una parte rilevante dell’Europa, è che non si può fare buona sanità se non c’è giustizia sociale, se non c’è lotta contro la povertà”. Vendola poi ha voluto concludere con un ringraziamento: “un grazie non formale e non retorico, un grazie davvero fraterno e profondo a Tommaso Fiore”. “Abbiamo allenato l’intera équipe medica e paramedica a prendere le giuste decisioni in tempi molto rapidi – ha affermato Fiore - accertamenti diagnostici e trattamenti rianimativi tempestivi condizionano tutto il decorso successivo e sono alla base dei risultati che otteniamo”. “Il trasferimento della Rianimazione d’Urgenza nella nuova sede al piano terra del Padiglione Asclepios – ha detto Direttore Generale Vitangelo Dattoli - ci consente di attuare una strategia di diversificazione organizzativa dell’assistenza rianimatoria, con un Primo Settore dedicato all’emergenza e un Secondo, la Rianimazione “Antonio Brienza”, specializzato nella terapia intensiva più prolungata, che si serve di tecniche speciali di ventilazione come l’Ecmo. I due modelli rappresentano due metodologie assistenziali molto differenti tra loro. Aver distinto la loro operatività ci ha consentito di ottenere risultati molto positivi”. Nota tecnica su Rianimazione d’Urgenza. Il trasferimento dell’Unità Operativa intitolata al prof. “Sebastiano De Blasi” nel nuovo reparto in collegamento immediato con la Sala Rossa del Pronto Soccorso, con il Quartiere Operatorio, e tutto il sistema dell’Emergenza/urgenza del Padiglione Asclepios (Cardiologia, Radiologia, Centro Ustioni, Chirurgie, Unità Spinale, ecc.), consente di migliorare la qualità delle prestazioni e di perfezionare il modello organizzativo che punta ad accelerare al massimo i trattamenti in emergenza. La qualità e la velocità delle cure prestate nella prima ora sono di importanza vitale nei casi più gravi. L’équipe diretta dal Prof. Tommaso Fiore è stata allenata per anni a operare in tempi rapidissimi, assicurando diagnosi e terapie immediate in tutti i casi in cui la sfida da vincere è innanzitutto quella contro il tempo. Lo spazio a disposizione della terapia intensiva nella nuova sede è raddoppiato. Al centro della sala, la nuova consolle di controllo consente il monitoraggio continuo degli otto letti di terapia intensiva, equipaggiati con tutte le tecniche di avanguardia. Una seconda sala accessoria è dotata di nuovi quattro letti dedicati alle condizioni di over admission. La Rianimazione d’Urgenza segue 250 pazienti l’anno, con una degenza media di soli 12 giorni. Il settanta per cento dei ricoverati proviene dal Pronto Soccorso o è rappresentato dalle urgenze Neurochirurgiche. Nell’ultimo anno l’équipe dei rianimatori è intervenuta in 22 casi di arresto cardiaco, con una percentuale di successo vicina al 70 per cento, nettamente superiore alla casistica media italiana. Anche l’indice di mortalità complessivo del 20 per cento è uno dei più bassi d’Italia. Questo valore si abbassa ulteriormente, raggiungendo il 16,5 per cento, quando si escludono i pazienti che presentano un arresto cardiaco nel prime 48 ore di ricovero. L’innovazione introdotta al Policlinico di Bari è rappresentata dunque soprattutto dal modello organizzativo, che rispecchia i risultati della ricerca scientifica nel settore. Questi studi dimostrano il contenimento degli indici di mortalità dei pazienti acuti, quando si attuino dei protocolli che rendano più rapide le prime cure adottate.  
   
   
SANITÀ IN LOMBARDIA : SU FORMAZIONE PER LA SALUTE NON SI RISPARMIA  
 
Milano, 14 aprile 2015 - "La salute viene prima di tutto: per questo l´impegno di Regione Lombardia è massimo. Noi vogliamo offrire una buona sanità e desideriamo che questo sia un diritto anche per le prossime generazioni. Un obiettivo che si raggiunge anche garantendo una formazione di altissima qualità; in particolare nell´ambito della sanità sappiamo dell´ottima collaborazione tra enti sanitari e realtà accademiche". Così ha dichiarato Mario Mantovani, Vicepresidente e Assessore alla Salute di Regione Lombardia in occasione dell´inaugurazione del Polo didattico Asl Milano - Unimi svoltosi ieri mattina in via Statuto. "Palazzo Di Prevenzione" - La nuova sede che ospiterà i due corsi è già sede del Dipartimento di Prevenzione Medico dell´Asl Milano. Da oggi diventerà polo didattico, permettendo così di integrare l´attività sanitaria specifica della Asl con la realizzazione della formazione dei futuri operatori, favorendo altresì lo scambio ed il confronto fra gli studenti di diverse professioni sanitarie. Gli studenti - nel triennio circa 90 per il corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione nell´Ambiente e nei Luoghi di Lavoro e 65 per il corso di laurea in Assistenza Sanitaria - svolgeranno in sede sia attività didattica teorico-pratica (aula e simulazione) sia attività pratica-professionalizzante (on the job). Valore Formazione - "Investire sul futuro dei nostri ragazzi oggi, anche alla luce dei tagli imposti alla Regione, vuol dire dare speranza e fiducia non solo a loro, ma alla nostra Lombardia e all´Italia, perché sulla formazione non si può risparmiare. Anche nella riforma della sanità oggi in definizione le Istituzioni saranno chiamate a lavorare insieme per formare meglio i professionisti della salute: si realizzerà quindi l´implementazione dell´alleanza tra assistenza e didattica garantendo così anche l´apporto delle università alla programmazione sanitaria regionale", sottolinea Mantovani. Corsi Di Laurea - L´asl di Milano è accreditata alla gestione dell´attività professionalizzante dei Corsi di laurea triennale per Assistente Sanitario e Tecnico della Prevenzione. La convenzione con l´Università degli Studi di Milano viene rinnovata ogni tre anni, con un´importante collaborazione dei due enti ed un impegno di personale aziendale, dando la possibilità agli studenti di integrare le competenze teoriche con quelle pratiche.  
   
   
SANITÀ: PRESENTATO ALLA CAMERA IL MANIFESTO DEI DIRITTI E DEI DOVERI DELLA PERSONA CON DIABETE  
 
Roma, 14 aprile 2015 - “I diritti di coloro che hanno il diabete sono gli stessi diritti umani e sociali delle persone senza diabete. I diritti comprendono, fra gli altri, la parità di accesso all’informazione, alla prevenzione, all’educazione terapeutica, al trattamento del diabete e alla diagnosi e cura delle complicanze. Il sistema sanitario deve garantire alla persona con diabete l’accesso a metodi diagnostici e terapeutici appropriati, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Il diritto delle persone con diabete a vivere una vita sociale, educativa, lavorativa al pari delle persone senza diabete deve essere considerato un obiettivo delle azioni di governo.” Con questa enunciazione si apre “Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete”, documento che sarà presentato ufficialmente questo pomeriggio alla Camera dei Deputati a Roma, con il Patrocinio dell’Intergruppo parlamentare “Qualità della vita e diabete” e dell’Associazione parlamentare per la prevenzione e la cura delle malattie croniche non trasmissibili e la sostenibilità del sistema sanitario. Promosso da Diabete Italia, Comitato per i diritti della persona con diabete e Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (Ibdo), il Manifesto è firmato dalle associazioni di persone con diabete Agd Italia, Aid, Aniad, Ardi, Diabete Forum, Fand, Fdg, Sostegno70, dall’associazione degli operatori sanitari di diabetologia, Osdi, e da Cittadinanzattiva. È realizzato con l’assistenza tecnica di Medipragma e il sostegno non condizionato di Novo Nordisk. “Tante cose erano diverse nel luglio del 2009, quando venne presentata la prima edizione del Manifesto dei diritti della persona con diabete”, spiega Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia, nel presentare il documento. “Diabete Italia si avviava a quel salto di qualità che l’ha portata a rappresentare tutti coloro che hanno a cuore l’assistenza alla persona con diabete, i Coordinamenti regionali fra le Associazioni erano l’eccezione mentre oggi sono la regola, infine era ancora lontana l’approvazione del Piano nazionale per la malattia diabetica – prosegue Caputo. Differenze non da poco che, aggiunte all’evoluzione sociale e dell’assistenza alla persona con diabete in particolare, spiegano perché Diabete Italia abbia ritenuto opportuno redigere la versione 2.0 del documento. Una versione che parla dei ‘diritti’, ma anche dei ‘doveri’ ed è forse questa la novità più visibile che sottolinea come l’Associazionismo delle persone con diabete sia maturato.” La nuova versione del manifesto è composta da 13 sezioni: 11 presenti nel documento originale - Diritti della persona con diabete, Aspettative e responsabilità della persona con diabete e dei familiari, Educazione continua della persona con diabete, Dialogo medico-persona con diabete, Controllo del diabete, Prevenzione del diabete, Impegno nella ricerca, Associazionismo responsabile, Diabete in gravidanza, Diabete in età evolutiva, Immigrazione e diabete (da notare la preveggenza di quest’ultimo capitolo, poiché nel 2009 pochi ancora si ponevano il problema); 2 aggiunte all’edizione 2015 - Diabete nell’anziano fragile e Territorio e diabete. La prima, dedicata alla nuova visione della terza età, al concetto di ‘invecchiamento attivo’, la seconda al tema dell’assistenza nel territorio, che oggi, grazie ad alcune fortunate esperienze di gestione integrata, può essere indicato come prospettiva. “La modifica del titolo con l’aggiunta del concetto ‘doveri’ è estremamente significativa”, commenta Emanuela Baio, Coordinatrice del Comitato per i diritti della persona con diabete. “Le Associazioni fra persone con diabete hanno da tempo chiaro che le risorse a disposizione sono limitate: ridurre gli sprechi è compito anche delle persone con diabete, così come vigilare sull’appropriata erogazione dei servizi, dei farmaci e dei presidi. L’appropriatezza è un dovere di chi prescrive ma anche di chi riceve: inutile chiedere quello che non serve, moltiplicare inutilmente gli esami diagnostici, utilizzare strumenti più costosi che contengono funzioni per noi inutili. In una parola, ricade anche sulla persona con diabete, così come sulle Associazioni, il dovere di collaborare alla sostenibilità della spesa sanitaria. Aver presente i propri doveri nel momento in cui si è portatori di un diritto gioca a favore delle Associazioni e dei Coordinamenti regionali nel dialogo con le Istituzioni,” aggiunge. Il Manifesto ha avuto sinora vastissima eco: trattandosi del primo documento di questo tipo nel mondo ha riscosso interesse all’estero e ha ispirato la Carta internazionale dei diritti e delle responsabilità delle persone affette da diabete dell’International Diabetes Federation, emanata nel 2011, ed è stato recepito in 5 Regioni - Toscana, Marche, Sicilia, Sardegna e Basilicata - e numerose Asl. “La nuova edizione vede tra i suoi promotori anche Ibdo, che vuole proporsi come ulteriore volano di diffusione dei suoi principi, sostenendoli, a livello locale e nazionale, nell’ambito delle diverse iniziative intraprese per promuovere nel nostro Paese l’attuazione di politiche sanitarie, assistenziali e sociali su questa grave malattia”, dice Renato Lauro, Presidente Ibdo Foundation. “Da Presidente dell´Intergruppo parlamentare “Diabete e qualità della vita” sottoscrivo volentieri il Manifesto dei Diritti e dei Doveri della persona con Diabete, promosso da Diabete Italia, Comitato per i Diritti della persona con Diabete ed Ibdo. Il Manifesto prevede espressamente che le persone affette da diabete debbano avere tutti quei diritti che spettano alle persone non colpite dalla malattia. Principio scontato, ma spesso disatteso. Presto, dal sito internet dell´Intergruppo parlamentare, in fase di realizzazione, creeremo un filo diretto con i cittadini/pazienti, per accogliere segnalazioni e suggerimenti di chi convive con questa patologia nella quotidianità. Le sollecitazioni che saremo in grado di rappresentare al Governo ci auguriamo possano migliorare il quadro normativo che comunque nel nostro Paese è fra i più avanzati d´Europa”, commenta l’on. Lorenzo Becattini, Presidente dell´Intergruppo parlamentare “Diabete e qualità della vita”. Per scaricare il documento: http://www.Diabeteitalia.it/files/files/manifestodiritti-web.pdf    
   
   
MENO OSPEDALIZZAZIONE, PIU’ ASSISTENZA SUL TERRITORIO NUOVO RUOLO AI DISTRETTI IN PIEMONTE - RIDUZIONE DELLE STRUTTURE AMMINISTRATIVE NELLE AZIENDE SANITARIE  
 
Torino, 14 aprile 2015 - Ogni anno i passaggi nei pronto soccorso sono in Piemonte 1.768.800, di cui 1.601.335 (cioè il 90.54%) sono codici bianchi e verdi (dati 2013) e solo il 10% dei passaggi nei pronto Soccorso è seguito da ricovero. L´attività legata all´emergenza urgenza ospedaliera rappresenta il 35% dei ricoveri, mentre oltre il 40% dei Piemontesi ha avuto un accesso in pronto soccorso: considerando anche i passaggi ripetuti, possiamo tranquillamente affermare che almeno 1 piemontese su 3 si è recato nell’arco di un anno in un Pronto soccorso. All’interno del dato del 90,54% di codici bianchi e verdi che accedono al Pronto Soccorso va ricercata l’inappropriatezza della risposta alle necessità dei pazienti: si tratta di casi che si recano al Pronto Soccorso perché non trovano risposta sul territorio (fine settimana, orari serali/notturni, festività etc.) anche se molto spesso le risposte esistono. Considerando invece i numeri relativi ai ricoveri ordinari (senza tenere conto dell’attività di day hospital) in Piemonte in un anno si sono registrati 492.399 ricoveri, di cui il 47. 19% in urgenza: tra i pazienti ricoverati, quelli di età compresa fra i 70 e i 90 anni e oltre sono ben 193.605, cioè il 40% del totale. Ad oggi solo lo 0.73% di loro dopo il ricovero intraprende un percorso di assistenza domiciliare integrata, ancora meno usufruisce dell’ospedalizzazione a domicilio (0.19%), il 54.2% viene ricoverato nelle Rsa-residenze sanitarie assistenziali ed il 7.3% viene destinato al percorso di riabilitazione. Quindi circa l’80% di questi pazienti anziani dopo il ricovero fa ritorno a casa: questo vuol dire che persone molto anziane vengono sempre più spesso ospedalizzate, mentre un’efficace e diversa azione mirata di prevenzione e cura domiciliare potrebbe avere grande efficacia per loro e per le loro famiglie, ma farebbe anche registrare un beneficio per le casse della sanità piemontese. L’assessore alla sanità Antonio Saitta oggi ha condiviso con la Giunta regionale il nuovo piano per l´assistenza territoriale: “Il modello organizzativo che la Regione Piemonte affianca alla revisione della rete ospedaliera - ha detto - parte dalla programmazione e dal governo della rete dei servizi già presenti sul nostro territorio. Per rendere concreta l’integrazione tra ospedale e territorio e garantire la continuità assistenziale in tutte le fasi del percorso di salute, dobbiamo evitare dispersione organizzativa, sovrapposizione di competenza, ma soprattutto dobbiamo partire dal rilancio del Distretto cui attribuire vera responsabilità di governo della rete territoriale. Lo intendiamo come il distretto della salute e della coesione sociale, cui afferiscono le istituzioni che hanno la responsabilità dei servizi sanitari (Asl) e le istituzioni che hanno la responsabilità dei servizi sociali (i Comuni nella forma associata), in cui si costruisce un modello forte ed omogeneo per la gestione dei servizi ad integrazione sociosanitaria (in cui Asl e comuni devono operare congiuntamente e in un rapporto paritario e trasparente); in cui si costruisce una vera rete integrata con il vasto mondo del volontariato e del terzo settore” commenta Saitta che su questa parte ha ragionato in sinergia con il collega Augusto Ferrari. Ogni Distretto avrà una dimensione tra gli 80 e i 150mila abitanti, coinciderà con l´ambito territoriale dei Consorzi socio assistenziali, ma si terrà conto delle specificità delle aree montane a scarsa densità abitativa. “Avremo ragionevolmente un numero di Distretti che oscilla fra i 30 e i 35” dice Saitta che aggiunge “nel piano per il rilancio della rete di assistenza territoriale, il Distretto viene individuato come braccio operativo delle Asl, responsabile per il governo della rete territoriale che comprende sia le cure primarie, sia le strutture intermedie (i cavs, gli ospedali di comunità), sia la rete socio sanitaria dei servizi domiciliari, residenziali e semiresidenziali gestita in raccordo con il sistema dei servizi sociali”. Il rilancio della rete territoriale passerà dalle Aft, le aggregazioni funzionali territoriali gestite dai medici di medicina generale (tra i 15 e i 20 medici per ciascuna Aft) con il supporto di infermieri ed assistenti sociali: loro compito la presa in carico globale del paziente (non più di 30mila assistiti in tutto) sia per la sua salute che per il necessario supporto sociale alle famiglie. Utilizzeranno le risorse tecnologiche delle centrali uniche di riferimento per l´assistenza primaria, diventeranno punto di riferimento della popolazione anche per l´accesso alle prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale, ma anche per le necessità di assistenza domiciliare. L´altro punto di forza dovranno essere le Uccp- unità complesse di cure primarie: ogni distretto ne avrà al massimo 2, saranno centri multi professionali (di fatto l´evoluzione degli attuali Cap già sperimentati sul territorio) composti da medici specialisti, pediatri e medici di medicina generale e saranno aperti 24/24. Nel rilancio della rete territoriale, la Giunta regionale ridisegna anche le struttura complesse delle Aziende sanitarie: oggi a livello territoriale ci sono 543 strutture complesse tra amministrative (257) e sanitarie (286 ad esempio Spresal, Igiene pubblica, Medicina legale, Servizi farmeceutici etc) ma saranno ridotte in modo considerevole partendo dai Dipartimenti amministrativi che saranno sostituiti da strutture semplici: le strutture complesse non potranno essere- in totale- più di 318 in tutto il Piemonte.  
   
   
SANITA’: PRESIDENTE REGIONE VENETO A RENZI, “ALLIBITO PER SFRONTATEZZA E SCARSA CONOSCENZA DELLA REALTA’. SUL NUMERO DELLE ASL #STAISERENO. IN ARRIVO GROSSE SORPRESE PER MIGLIORARE ANCORA UN BILANCIO ATTIVO DA 5 ANNI, IL NOSTRO SI’ SENZA TASSE E SENZA TAGLI”  
 
Venezia, 14 marzo 2015 - “Di fronte a tanta sfrontatezza, condita dalla scarsa conoscenza delle caratteristiche della realtà di cui parla, c’è da rimanere allibiti. Prendo atto che il Presidente del Consiglio dello Stato Italiano sfrutta la sua veste istituzionale per fare campagna elettorale. E’ gravissimo, ma lo avevamo già intuito. E’ ancor più grave che lo faccia dicendo stupidaggini, probabilmente messo in trappola dai suoi stessi disinformati informatori sul territorio”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto risponde al Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, nel corso della conferenza stampa istituzionale seguita alla seduta del Governo in cui è stato approvato il Def, volendo chiaramente esemplificare uno spreco, ha citato “una Regione con 7 Province che ha 22 Asl”. “Intanto – aggiunge il Governatore - informo il disinformato Renzi che in quella Regione, cioè il Veneto, le Asl sono 21 e non 22 e, al solo scopo di informare il disinformato Renzi sulla realtà di una Regione di uno Stato di cui lui è il sempre più fazioso capo del Governo, gli offro alcuni spunti per imparare, giusto l’Abc: 1) il Veneto ha i conti della sanità in attivo da 5 anni, senza introdurre mai addizionali Irpef regionali (unico in Italia) e senza mettere ticket se non quelli imposti da leggi nazionali. 2) i direttori delle 21 Asl venete sono quelli che hanno prodotto la minor spesa sanitaria pro capite in Italia secondo dati Istat. 3) il Veneto è la Regione con il minor tasso di ospedalizzazione d’Italia (7 giorni contro 30 in altre Regioni), il che vuol dire che mentre altrove si cura un solo paziente in Veneto se ne curano, bene, ben quattro. 4) il Veneto è quella Regione che eroga senza limitazioni i nuovi costosi farmaci contro l’epatite C per un costo di 100 milioni, pari esattamente all’intero contributo del suo Governo per questa nuova spesa a livello nazionale. 5) che è stato il suo Governo, e non quello del pianeta papalla, a definire ufficialmente il Veneto Regione benchmark per l’applicazione dei costi standard in sanità. 6) che il suo Def tutto rose e fiori conferma tagli immediati alla sanità per 2,9 miliardi. 7) che il suo straordinario programma economico senza tagli e senza tasse prevede per il 2020 di dedicare alla sanità il 6.6% del Pil, quando nel 2008 eravamo ad un già basso 7,1% (contro il 10 dell’Olanda, il 9 di Francia e Germania, l’8 di Austria e Svezia) e di fronte all’Organizzazione Mondiale della Sanità che indica come, al di sotto del 6,5%, cali l’aspettativa di vita della gente (e quindi ci siamo quasi). 8) che così facendo ci sta drammaticamente avvicinando alla Grecia. 9) che il Veneto sprecone gli manda ogni anno 21 miliardi di tasse in più di quanto riceve di ritorno con i quali lui, non altri, può consentire al suo amico Crocetta di pagare 22.000 forestali in Sicilia”. Il Presidente del Veneto lancia anche una sfida a Renzi, proprio sul piano della lotta agli sprechi, “ma quelli veri”: “Visto che vuole tanto occuparsi di sanità, di costi di siringhe e di costosità delle Asl ,dimostrando però di saperne ben poco, faccia l’unica cosa da fare: imponga subito, e a tutti, l’applicazione rigorosissima dei costi standard e capirà la differenza” “Ieri sera – incalza il Presidente Veneto – Renzi ha anche dimostrato di capirne assai poco di economia, nonostante la vicinanza dell’erudito Ministro Padoan, perché fare quella citazione è come rimproverare a Marchionne di avere troppe business unit in Fca. Da che mondo è mondo i giudizi si danno sui bilanci, non sul come ci si arriva, e il bilancio della sanità veneta è in attivo, alla faccia dei tagli targati prima Monti, poi Letta, e infine Renzi, il quale ieri ha fatto il record mondiale nel rapporto tra parole dette e stupidaggini contenute”. “Comunque – conclude – caro Renzi #staisereno perché anche sul numero delle Asl, da ben prima che lui lo usasse a sproposito ieri, stiamo lavorando e sono imminenti grosse sorprese, proprio perché in Veneto non si taglia e non si aggiungono tasse e ticket, ma si affina l’intera macchina sanitaria giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, come si fa nelle migliori aziende. Renzi pensi alla sua sconquassata e sprecona machina statale, che al Veneto ci pensano i Veneti”.  
   
   
SANITA’: PRESIDENTE VENETO, “LA TOSCANA VIRTUOSA SALVATA DAL COMMISSARIAMENTO GRAZIE A NOI E ALTRE TRE REGIONI”  
 
Venezia, 14 marzo 2015 - “Fa bene il Presidente Rossi a dire che nemmeno la Toscana è perfetta, perché senza la disponibilità da gentiluomini del Veneto e di altre tre Regioni (Lombardia, Lazio e Sicilia) a sospendere un ricorso al Tar sulla spesa farmaceutica, anche la virtuosissima Regione di Renzi sarebbe finita in piano di rientro, precisamente sul pay back. Per fare i primi della classe bisogna essere sicuri di esserlo, altrimenti è saggio lasciar perdere, ma evidentemente, dopo Renzi, anche il Governatore della Toscana non ha resistito alla tentazione di scendere in campagna elettorale contro il Veneto e i veneti”. Così il Presidente della Regione del Veneto interviene su alcune dichiarazioni del Presidente della Toscana in materia di virtuosità sanitaria, prima postate su Facebook e poi rilanciate dalle Agenzie. “Su questa cosa – incalza il Presidente – avrei potuto far polemica e politica già due mesi fa, ma mi sono astenuto per amore dei toscani e per rispetto e solidarietà verso il collega Rossi. Sono sorpreso e amareggiato nel constatare come Rossi non abbia esitato nemmeno un attimo a spalleggiare la campagna elettorale contro il Veneto che, anche usando il suo ruolo istituzionale, Renzi ha lanciato. Adesso chiedo a Rossi di dire la verità e di scusarsi con i toscani e con l’opinione pubblica”. “Il Pay Back – prosegue il Governatore del Veneto – è quel meccanismo per il quale gli eventuali sforamenti dei tetti della spesa farmaceutica vanno coperti dalle stesse Aziende produttrici nel caso della spesa ospedaliera, e dalle Regioni direttamente nel caso di quella territoriale. La Toscana, sforandole entrambe, è riuscita ad ottenere dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) un’interpretazione della norma per cui ha ottenuto finanziamenti sufficienti ad evitare il commissariamento, interpretazione assai discutibile, contro la quale Veneto, Lazio, Lombardia e Sicilia hanno ricorso al Tar. Successivamente, rispondendo da gentiluomini alla richiesta del Presidente Rossi, le quattro Regioni hanno sospeso il loro ricorso, consentendo così alla Toscana di ottenere, venerdì scorso con enorme ritardo, l’approvazione del suo bilancio sanitario 2013 da parte del Tavolo di Verifica del Ministero dell’Economia. Mi pare strano che Rossi si sia dimenticato di questo non insignificante particolare”. “Quanto alla miracolosa legge toscana che riduce a tre le Asl – conclude – sappia il presidente Rossi che l’abbiamo letta con attenzione. Ne emerge con chiarezza che si riduce il numero nominale delle Asl ma che le teste dei dirigenti cambiano nome ma non numero, se non in minima parte. Ci dica quanti dirigenti aveva prima della riforma e quanti dopo, poi ne riparliamo”.  
   
   
EMILIA ROMAGNA, BONACCINI IN VISITA AL MAGGIORE: "RIDURREMO LE LISTE D´ATTESA E NESSUN OSPEDALE SARÀ CHIUSO"  
 
Bologna, 14 aprile 2015 - Un’eccellenza europea. Un luogo avveniristico, entrato in funzione recentemente, che a regime “processerà” tra i 22 e i 23 milioni di provette l’anno. E’ partita dal Lum, il Laboratorio Unico Metropolitano, la visita del presidente della Regione Emilia-romagna Stefano Bonaccini all’Ospedale Maggiore di Bologna, sede di alcune aree di eccellenza come il Trauma Center, la Stroke Unit e la Cardiologia. Un’occasione, per il presidente, per “toccare con mano” la realtà di uno dei maggiori ospedali italiani nelle aree dell’emergenza-urgenza, e per incontrare personalmente medici e infermieri che ci lavorano quotidianamente. Proprio con loro, nell’Aula Magna del Maggiore, Bonaccini ha ribadito l’impegno della Regione a ridurre le liste d’attesa e a lavorare per una maggiore integrazione nei territori tra aziende ospedaliere. “Siamo orgogliosi, abbiamo una delle migliori sanità al mondo. Dobbiamo però avere il coraggio di affrontare nuove sfide, a partire dall’aggregazione dei servizi – ha sottolineato il presidente – Una cosa deve essere chiara, però: nessun ospedale sarà chiuso”. Nel bilancio che a breve verrà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea legislativa, “non un euro dei circa 8 miliardi destinati dallo Stato alla nostra sanità è stato toccato – ha ricordato Bonaccini – , così come abbiamo confermato le risorse regionali per la non autosufficienza. Tutto questo perché per noi la salute è un valore non negoziabile”. Insieme all’assessore regionale alle Politiche per la Salute Sergio Venturi, Bonaccini è stato accompagnato nella visita al Maggiore dal direttore generale dell’Azienda Usl di Bologna Chiara Gibertoni e dal direttore sanitario Angelo Fioritti. Prima tappa, dunque, la parte già funzionante del Lum, unico in Italia e in Europa per volumi di prestazioni e innovazione. Una struttura, ormai quasi completamente ultimata, che si svilupperà su tre piani complessivi. Successivamente il presidente ha visitato la Rianimazione, dove ha incontrato lo staff di neurochirurgia che ha operato, con successo, il piccolo Diego, il bambino di sei anni precipitato alcune settimane fa dal balcone della propria abitazione, e gli operatori che lo hanno assistito. Infine, l’incontro con una rappresentanza di medici, infermieri, personale amministrativo dell’ospedale, che il presidente ha ringraziato per il lavoro svolto ogni giorno. “Vivere in Emilia-romagna significa vivere in un mondo fortunato. Siamo però immersi in una realtà globalizzata, tale per cui chi si ferma è già sorpassato. Sarebbe sbagliato cullarci nei tanti record ottenuti: dobbiamo rinnovarci, anche nelle eccellenze. Solo così – ha concluso Bonaccini – potremo competere con i territori più evoluti, e tornare fra qualche anno alla piena occupazione”  
   
   
SALUTE: FVG, LIVELLI ESSENZIALI SOCIALE PER UNIFORMITA´ SERVIZI  
 
Udine, 14 aprile 2014 - "Saranno rafforzati i servizi sul territorio, mentre entro l´estate verranno definiti i Lea, i livelli essenziali da garantire ai bisognosi di assistenza tenendo conto della reale consistenza della disabilità. I disabili, nel Friuli Venezia Giulia, come emerge dallo specifico Rapporto redatto dalla Regione, sono 9 mila seicento; gli iscritti ai servizi sociali 54 mila". Lo ha assicurato l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, intervenendo, a Udine, all´istituto di medicina fisica e riabilitazione ´Gervasutta´, al convegno "Servizi e disabilità in Friuli Venezia Giulia: la fotografia del presente", organizzato dalla Consulta regionale delle Associazioni delle persone disabili e delle loro famiglie del Fvg Onlus, e dal Comitato provinciale di coordinamento delle Associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie della Provincia di Udine. Consulta, che come ha voluto precisare il presidente, Vincenzo Zoccano, sarà al fianco della Regione per la stesura del nuovo piano socio-assistenziale. Nel corso dei lavori, è stato fatto il punto sulla situazione dei servizi alla persona con disabilità, approfondendo le tematiche inerenti l´autismo, la fragilità del percorso riabilitativo della disabilità infantile, l´assistenza alle persone con disabilità intellettiva e relazionale o affette da disabilità motoria complessa, oppure cieche, ipovedenti o sorde, e i servizi loro dedicati. "I servizi per la persona - ha detto l´assessore Telesca nel concludere i lavori - fanno parte integrante del processo di riforma della salute che la Regione ha intrapreso, con l´obiettivo di ottimizzare anche l´assistenza; in una realtà, qual è il Friuli Venezia Giulia, nella quale il sistema sanitario e socio assistenziale funziona, ma deve essere adeguato ai cambiamenti della società e delle condizioni della stessa, per poter arrivare sempre più vicino ai cittadini". L´assessore si è poi richiamata al Rapporto sullo stato dell´arte dei servizi e degli interventi sociali redatto dall´Amministrazione, dal quale emergono le caratteristiche del sistema assistenziale del Friuli Venezia Giulia, incardinato sull´esperienza pluriennale di gestione associata dei Comuni a livello di ambito, sulla qualità del presidio professionale diffuso su tutto il territorio regionale, sulla coincidenza tra gli ambiti e i distretti e i Piani di zona integrati in materia socio-sanitari. Inoltre, sull´elevata entità delle risorse mobilitate dalla Regione e dai Comuni per il settore, a sostegno di un sistema articolato, che prevede altresì l´assistenza socioeducativa nell´ambito scolastico, domiciliare e di trasporto, e interventi di aiuto economico attraverso il Fondo per l´autonomia possibile, il Fondo gravissimi, e il Fondo Sla. Efficace risulta anche la rete dei 91 centri diurni ai quali fanno riferimento 1254 utenti e 60 strutture residenziali con 501 utenti. L´assessore Telesca si è infine soffermata sui Lea, finora mai applicati nel Friuli Venezia Giulia, anticipando che "la loro definizione consentirà di stabilire ruoli, funzioni e oneri economici da parte delle Aziende sanitarie, dei Comuni, e degli stessi utenti". "La revisione della legge regionale numero 41 del 1996 sulla disabilità, a suo tempo all´avanguardia, consentirà - ha aggiunto - di compiere un passo avanti nell´integrazione socio-sanitaria, assicurando chiarezza e uniformità istituzionale e organizzativa nei compiti, e tra gli oneri della Regione e degli Enti locali".  
   
   
DAL 15 AL 18 APRILE 2015, SI TERRÀ A BOLOGNA IL 28° CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIAAIC: 700 GLI SPECIALISTI PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA  
 
 Bologna, 14 aprile 2014 - In Italia il 6% della popolazione soffre di asma. Per loro sono in arrivo delle terapie di farmaci innovativi, composti da ultra-Laba e steroidi, che per la loro natura possono essere usati in maniera costante, con una monosomministrazione giornaliera, con effetti positivi sull’aderenza della terapia e sul controllo della stessa. Saranno richieste, quindi, dosi minori di farmaci, ma gli effetti saranno maggiori e i rischi collaterali ridotti. Nel giro di un paio di anni arriveranno anche gli anticorpi monoclonali, che costituiranno una sorta di rivoluzione nella strategia per affrontare la malattia. Si parlerà anche di questo a Bologna, da mercoledì 15 a sabato 18 aprile, durante il 28° Congresso Nazionale della Siaaic, Società Italiana Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica, presso il Palazzo della Cultura e dei Congressi di Bologna. Il congresso è stato realizzato con il Patrocinio dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ordine dei Medici Chirurghi della Provincia di Bologna. Tra i patrocini con le società scientifiche, quelli con la Siaip Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, Sidapa Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale, Siica Società Italiana Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia, e Simer Società Italiana di Medicina Respiratoria. “C’è stato un notevole salto qualitativo rispetto alle edizioni degli scorsi anni - dichiara il Prof. Giorgio W. Canonica, Neopresidente Siaaic e Direttore Clinica Malattie Respiratorie e Allergologia dell´Università di Genova – quando i partecipanti si aggiravano attorno ai 400/450. Quest’anno, infatti, raggiungeremo quota 650/700 iscritti, quindi aumenteremo conseguenzialmente le sessioni, in modo che tutti possano seguire i topics principali. Tra gli approfondimenti più interessanti le sessioni relative alla diagnostica, in particolare quella molecolare, ma molto importante anche il focus sulla immunoterapia scientifica. Ricco il contributo sull’asma: parleremo dei nuovi farmaci e dei futuri anticorpi monoclonali. Ci saranno anche dei dibattiti sulle problematiche dei pazienti e degli eventi scientifici di training”. Un’occasione importante che unisce tutti gli specialisti italiani e i più influenti esperti a livello internazionale per discutere degli argomenti più attuali riguardanti l’area delle patologie allergologiche e del sistema immunitario. Queste malattie sono in grandissimo aumento nella nostra popolazione: la percentuale di pazienti con allergie aumenta a livello esponenziale, sino a coinvolgere un italiano su cinque. Tra i temi che saranno trattati, largo spazio alle allergie alimentari, alla rinite allergica, all’asma bronchiale, alle allergie professionali, a quelle influenzate dalle condizioni climatiche e a quelle al nichel. Interessanti anche i focus sui disturbi del sonno e sull’inadempienza del paziente nei confronti della terapia prescritta. “Importante cerniera fra Nord e Centro-sud, la Regione Emilia Romagna si è da sempre distinta anche in campo Allergologico – aggiunge il Prof. Walter Canonica - è sede di due importanti scuole di Specializzazione, ed ha dato vita, prima della fondazione delle Sezioni Regionali, al Gruppo Allergologi dell’Emilia-romagna (Gaer), una vivace associazione tipicamente Ospedaliero-universitaria, che in quell’epoca, oltre a stimolare convegni ed incontri, aveva prodotto la mappatura degli ambulatori presenti sul territorio, lo studio dell’incidenza in ogni provincia della patologia allergica e delle sue più frequenti cause ed ha lanciato la Giornata regionale dell’ Allergia, in seguito diventata nazionale. Queste prime iniziative di sviluppare, in Emilia Romagna, una rete allergologica e i continui contatti con l’Agenzia Regionale e l’Assessorato hanno portato, dopo molti anni, al riconoscimento istituzionale con l’accreditamento regionale delle Strutture di Allergologia ed Immunologia. Auspichiamo che questo importante Congresso scientifico, dopo i profondi cambiamenti societari per rendere la Siaaic più attrattiva e più adeguata ai tempi, sia per tutti un importante momento di aggiornamento, di scambio culturale e di aggregazione.  
   
   
SOPRALLUOGO DELL´ASSESSORE PROVINCIALE AL REPARTO DI EMATOLOGIA DI BOLZANO  
 
Bolzano, 14 aprile 2015 - Nei giorni scorsi l’assessora provinciale Martha Stocker ha fatto un sopralluogo al reparto di ematologia ed al Centro per il trapianto di midollo osseo dell’Ospedale di Bolzano. L´ematologia di Bolzano, coordinata dal dott. Atto Billio, consta di un´équipe composta da 12 specialisti Ematologi con competenze specifiche nei vari settori dell´Ematologia, acquisite sia in loco sia frequentando vari Istituti di Ematologia italiani e stranieri, 34 infermieri, 11 tecnici di laboratorio, 7 amministrativi, 2 operatori socio-sanitari e 3 ausiliari. Complessivamente circa 60 persone collaborano per offrire ai pazienti la massima competenza ed assistenza. Il team medico-infermieristico e tecnico è specializzato nella diagnosi, cura ed assistenza dei pazienti affetti da patologie ematologiche. La struttura comprende il Reparto di degenza, l´Ambulatorio-day Hospital, il Laboratorio di Ematologia ed il Centro per il trapianto di midollo osseo. Le patologie più frequentemente trattate sono le leucemie acute e croniche, i linfomi, il mieloma, le anemie congenite e acquisite, le malattie trombotiche ed emorragiche. Il Reparto ha inoltre particolare esperienza nel trapianto di cellule staminali emopoietiche autologhe ed allogeniche. L´attività di cura ed assistenza è supportata da numerose iniziative a sostegno del paziente onco-ematologico promosse dalla Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e Mieloma e dalla Lega per la Lotta contro i Tumori. Per i pazienti residenti fuori Bolzano sono disponibili tre mini-appartamenti situati nelle vicinanze dell´ospedale. Nella struttura è attivo un Servizio di supporto psicologico per i pazienti e per i familiari. Presso il Day Hospital è attivo il Servizio per il monitoraggio della terapia anticoagulante orale dedicato agli utenti del Comprensorio. Nel corso della visita si è parlato in particolare della dimissione precoce di pazienti che hanno subito il trapianto di cellule staminali. Negli ultimi due anni 17 pazienti sono stati dimessi a pochi giorni di distanza dall´operazione di trapianto assicurando loro un´assistenza ambulatoriale grazie alla sinergia tra il personale medico e quello infermieristico. In questo ambito potranno essere ulteriormente coinvolti anche i medici di base. Il reparto ha una stretta collaborazione anche altri ospedali, come ad esempio quello di Brunico. Questa sinergia si esplica anche attraverso l´utilizzo dello strumento della teleconferenza per realizzare un trattamento personalizzato dei singoli pazienti. A questo proposito l´assessora Stocker ha sottolineato che il costante scambio di informazioni tra i vari medici e reparti dei singoli ospedali è un ottimo esempio di ciò che può rappresentare la realizzazione di un´unica Azienda sanitaria provinciale. L´assessora ha espresso inoltre la convinzione della necessità di rafforzare la collaborazione con le strutture sanitarie della vicina Provincia di Trento allo scopo di realizzare, tra l´altro, centri di eccellenza a livello interregionale. Hanno accompagnato l´assessora Stocker nel corso del sopralluogo il coordinatore sanitario Walter Pitscheider, il primario del Reparto ematologia, Atto Billio, il direttore medico, Flavio Girardi, l´ematologo, Norbert Pescosta ed il coordinatore del settore infermieristico del reparto, Andrea Pinna.  
   
   
REGIONE UMBRIA DEDICA PAGINA FACEBOOK AL PROGETTO DONAZIONE ORGANI, "UNA SCELTA IN COMUNE"  
 
Perugia, 14 aprile 2015 – Una pagina Facebook della Regione Umbria dedicata a "Una scelta in Comune – Umbria", informerà i cittadini sul lavoro istituzionale che vede coinvolta dal 2010 la Regione nella realizzazione del progetto pilota "La donazione di organi come tratto identitario", nato dal programma Ccm del Ministero della Salute, in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti e Federsanità Anci. Il progetto, che offre ai cittadini la possibilità di esprimere la propria volontà sulla donazione di organi al momento del rilascio della carta di identità, ha coinvolto dal 2012 i Comuni di Perugia e Terni e dal 2014, 57 Comuni umbri, portando ad un aumento del 600 per cento delle dichiarazioni di volontà in una regione in cui i numeri erano al di sotto della media nazionale. Con la nuova pagina Facebook la Regione Umbria intende potenziare il servizio di informazione sui risultati del progetto "Una scelta in Comune", già illustrato nel portale "Donazione di organi e tessuti" dedicato all´informazione sul mondo della donazione di organi e tessuti e sulla vita delle persone che hanno beneficiato di un trapianto.  
   
   
LUNA ROSSA, CANCELLATO L´EVENTO RESTANO VALIDE LE SCELTE STRATEGICHE  
 
Cagliari, 14 Aprile 2015 - L´annuncio ufficiale da parte degli organizzatori che la prima regata delle America´s Cup World Series è fissata in Inghilterra il 25 e 26 luglio, cancellando così ogni ipotesi di recupero dell´evento cagliaritano che era in programma dal 4 al 7 giugno, lascia con l´amaro in bocca tutti coloro che hanno sperato che questo evento internazionale desse grande visibilità a Cagliari e alla Sardegna. Restano validi tutti i motivi che avevano portato la Regione Sardegna a impegnarsi con il Team Luna Rossa per l´organizzazione della prima regata delle World Series. Bisognerà continuare sulla strada degli investimenti che puntino sull´eccellenza tecnologica e su comparti strategici e vitali per lo sviluppo sostenibile dell’Isola, quali sono la nautica e la vela in particolare.  
   
   
GIRO D´ITALIA: SALITE LOMBARDE ICONE DEL CICLISMO  
 
Milano, 14 aprile 2015 - "Grazie a queste tappe mostreremo al mondo la bellezza delle nostre montagne e avremo una carta in più per portare i 20 milioni di turisti di Expo in Valtellina". Così l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia Antonio Rossi alla conferenza stampa di presentazione delle tappe valtellinesi del 98° Giro d´Italia e della Granfondo Mortirolo. Presenti il sottosegretario di Regione Lombardia ai Rapporti con il Consiglio regionale, Politiche per la Montagna, Macroregione alpina (Eusalp), Quattro motori per l´Europa e Programmazione negoziata Ugo Parolo; i consiglieri regionali Alessandro Sala e Fabio Fanetti; Annamaria Saligari, presidente Comunità montana Alta Valtellina; i sindaci Carla Cioccarelli (Aprica) e Franco Spada (Tirano); il responsabile Mass Event di Rcs Sport Andrea Trabuio. Il Mito Pantani - "L´organizzazione ha messo a punto due tappe - ha detto l´assessore Rossi - che valorizzano il territorio e, con la Pinzolo-aprica, ci fanno rivivere anche la nascita del mito di Marco Pantani". Salite Da Storia - "Provo un po´ di invidia per il regime fiscale del Trentino - ha spiegato l´assessore -, ma queste affascinanti salite, che saranno teatro del Giro d´Italia nell´anno dell´Expo, me la fanno passare, perché queste sono ascese che hanno fatto la storia del ciclismo". Granfondo Mortirolo - "La Granfondo Mortirolo di domenica 17 maggio - ha affermato l´assessore Rossi - consentirà agli amatori di percorrere lo stesso tracciato della Pinzolo-aprica e di avere il proprio crono da raffrontare con quello dei professionisti". "E chissà - ha aggiunto - magari potrei esserci". Parolo: Vetrina Internazionale - "Ho collaborato fin da subito - ha detto il sottosegretario Ugo Parolo - per portare in Valtellina, in un anno così importante come quello di Expo, il Giro d´Italia". "Sarà un´occasione - ha aggiunto - per la Valtellina di mettersi in mostra sotto tutti i punti di vista, a partire dalle montagne, e per dare soddisfazioni sportive agli amanti del ciclismo". Le Tappe - Martedì 26 maggio la partenza alle 12 circa per raggiungere la Valtellina, passando per Edolo e affrontando 5 passi, tra cui il Mortirolo, che può vantare pendenze simili allo Zoncolan (media 10.1 e massima 18 per cento per 1289 metri di dislivello). Mercoledì 27 partenza da Tirano alle 14 per sconfinare il territorio elvetico, raggiungendo Lugano. Terra Di Turismo E Sport - "La Valtellina - ha concluso l´assessore Rossi - ha tanto da offrire, oltre al rinomato aspetto enogastrononomico, sia in termini turistici sia sotto il profilo sportivo, e questo evento, come altri grandi, mostrerà al mondo intero le potenzialità del territorio che, come Regione, siamo impegnati a valorizzare".