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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Giugno 2015
AL MEYER IL TEST CHE IL MONDO ANCORA NON HA: “COSÌ SCOPRIAMO E CURIAMO I BAMBINI CON GRAVI IMMUNODEFICIENZE PRIMITIVE (IDP)”  
 
Firenze, 9 giugno 2014 - Pietro è un bambino bellissimo e solo apparentemente sano. Pietro è affetto da immunodeficienza primitiva e se, alla nascita non si fosse scoperta, forse oggi avrebbe già fatto un brutto incontro con infezioni che da banali (per gli altri bambini) si sarebbero trasformate in qualcosa di più grave: otiti tramutate in setticemie, raffreddori in polmoniti. Pietro è venuto alla luce in Toscana e appena nato è stato sottoposto ai test di diagnosi precoce sviluppati, brevettati e utilizzati al Meyer. Grazie a questi screening di massa da subito i medici sanno che è affetto da un difetto immunitario ed è stato immediatamente messo sotto terapia. Il suo organismo privo di difese immunitarie non ha sviluppato alcuna grave infezione e la sua qualità di vita è ottima. E’ per arrivare a questo obiettivo che da anni i ricercatori del Meyer lavorano, in modo multidisciplinare, alla messa a punto di test neonatali che non esistevano al mondo. Screening per la diagnosi precoce di malattie immunitarie quali il difetto di Ada (Adenosina-deaminasi), Pnp (purina nucleoside fosforilasi) e altre rare forme, utilizzando le metodiche della spettrometria di massa e di biologia molecolare. Successi premiati con il riconoscimento internazionale da parte della Fondazione Jeffrey Modell del Centro di Immunologia pediatrico, unico in Italia, diretto dalla prof. Chiara Azzari. A tre anni dal riconoscimento come eccellenza mondiale nel campo della diagnosi, cura e ricerca delle immunodeficienze primitive (Idp), il Meyer ha voluto fare un punto della situazione, organizzando un momento di incontro tra gli specialisti, i genitori dei bambini con queste patologie e i donatori di sangue e midollo il cui dono rappresenta la garanzia di vita per tanti bambini. L’iniziativa è stata resa possibile dal supporto non condizionante di Kedrion, una delle aziende leader nel mondo nel settore dei farmaci plasmaderivati. Il primato del Meyer. Non è un caso se la prof. Chiara Azzari ha rappresentato l’Italia, per conto della Società italiana di Pediatria, al Congresso di Vienna, concluso di recente e nel quale tutti gli immunologi dell’Unione Europea hanno evidenziato la necessità di avere screening neonatali per la diagnosi precoce delle forme più diffuse di immunodeficienze primitive (Idp). E il 22 giugno il team della Immunologia pediatrica fiorentina farà scuola agli immunologi e agli specialisti di screening di tutt’Italia che verranno al Meyer a imparare queste nuove metodiche. Idp: quando il tempo è tutto. Il test precoce è importantissimo, perché consente di fare diagnosi prima che l’immunodeficienza primitiva faccia danni, ossia si manifesti con patologie correlate che assumono una particolare gravità proprio per il deficit immunitario di cui il bambino soffre. La diagnosi precoce infatti permette da subito la somministrazione di terapie che garantiscono una qualità di vita più che buona. Immunodeficienze primitive (Idp): i test internazionali modello Meyer. L’ospedale pediatrico Meyer, grazie alla collaborazione fra i team multidisciplinari di ricercatori, ha messo a punto e applica test unici al mondo per la diagnosi precoce delle immunodeficienze primitive (Idp). In particolare da tre anni sottopone tutti i bambini nati in Toscana (30 mila ogni anno) ai test eseguiti con spettrometria di massa presso il laboratorio Meyer diretto dal dr. La Marca per il difetto di Ada-scid e Pnp. Non è tutto. Come spiega la professoressa Chiara Azzari, Direttore del Centro di Immunonologia pediatrica del Meyer, la gocciolina di sangue presa dal tallone del bambino alla nascita e messa sul cartoncino dello screening, è utile anche per un altro esame. Si tratta di un test eseguito con metodo di biologia molecolare, anch’esso utilizzato per la prima volta al Meyer, per evidenziare molecole che evidenziano lo sviluppo delle cellule del sistema immunitario. La nuova storia di Trec e Krec. Sembra una fiaba popolata da fantasiosi personaggi, invece è la scoperta che fa scuola a livello internazionale. “Il metodo statunitense – spiega la prof. Azzari – va alla ricerca di una sola molecola, chiamata Trec, e individua la sola cellula T. Noi cerchiamo contemporaneamente sullo stesso cartoncino non solo Trec ma anche Krec, pezzi di Dna che individuano le cellule B produttrici di anticorpi. Di cosa parliamo? Sia le cellule T che quelle B nella loro attività producono “calcinacci”, residui di lavorazione; i linfociti T i Trek e i B i Krec. Poter analizzare, come facciamo al Meyer, entrambi ci consente una diagnosi estesa a più malattie e quindi maggior efficienza. Quando i Krec scovano l’immunodeficienza primitiva. E’ grazie al nuovo test di biologia molecolare che il team di Immunologia pediatrica ha scoperto un bambino completamente privo di anticorpi e senza cellule B. Il piccolo, come prosegue la prof. Azzari, in assenza di diagnosi avrebbe rischiato infezioni gravi quali polmoniti, meningiti, ma grazie alla diagnosi neonatale è stato subito sottoposto a terapia immediata, che nel caso specifico consiste in terapia sostitutiva con immunoglobuline. “Il bambino sta bene – prosegue l’immunologa – e speriamo che il difetto immunitario sia transitorio. Può succedere infatti che nel suo processo di crescita e grazie alle terapie, la patologia regredisca sino a scomparire. Ma questo lo si vede dopo i 3 anni di vita”. I test in numeri. Attualmente il test svolto con metodo molecolare si applica a circa 8.000 bambini che nascono nella zona di Firenze, mentre da tre anni si effettua lo screening neonatale con spettrometria di massa sui 30 mila bambini che ogni anno nascono in Toscana. Quando la terapia si basa sul dono. Accanto alla terapia antibiotica, i bambini con difetti immunologici vengono trattati con una cura salvavita: è la terapia a base di immunoglobuline, ovvero derivati del sangue umano. “Senza l’immenso dono di quanti danno il loro sangue –spiega il dr. Massimo Resti, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria del Meyer e uno degli inventori del brevetto sullo screening neonatale Idp – per questi bambini non ci sarebbe chance di vita. Il contributo dei donatori è così grande da renderne difficile persino la quantificazione. Basti solo pensare che per un bambino che pesa 20 chili occorrono 10 grammi di immunoglobuline ogni mese, risultato di oltre 11 donazioni di sangue. Prendete questo numero e moltiplicatelo per le fasi di crescita del bambino e la numerosità dei casi e capirete quanto è importante il regalo dei donatori di sangue”. La somministrazione che in passato avveniva in ospedale per via endovenosa, ora avviene a casa per via sottocutanea. “Basta una punturina indolore nella pancia - conclude la prof. Chiara Azzari - e anche questo aspetto lo insegniamo ai genitori e ai bambini. Il nostro Centro detiene un piccolo record a questo riguardo: oltre l’80% dei nostri piccoli fa questa terapia meno invasiva. Il nostro dato è il più elevato in Italia e in Europa”. E’ questo è un ulteriore segno di civiltà nelle cure per una qualità di vita sempre migliore.  
   
   
SANITÀ, INTESA REGIONE SARDEGNA - SLOW MEDICINE. CURE SOBRIE E MENO SPRECHI  
 
Cagliari, 8 Giugno 2015 - Un protocollo d’intesa tra Regione e Slow Medicine - firmato questa mattina dall´assessore della Sanità Luigi Arru e dal Presidente del movimento Antonio Bonaldi, medico torinese esperto di Sanità Pubblica - darà il via a una collaborazione per una medicina più sobria, giusta e rispettosa. La firma del documento è stata apposta a conclusione della due giorni di convegno organizzata ieri e oggi dall´Ordine dei medici della Provincia di Cagliari nella Sala Cis in viale Bonaria. I principi di Slow medicine. Per migliorare le pratiche di assistenza sanitaria nel territorio, il movimento di volontari promuove un modello che si riassume in tre concetti cardine: cure sobrie, rispettose e appropriate. “E’ necessario superare l’attuale modello sanitario - ha detto l’assessore Arru - troppo dispendioso e che spesso rivela scarsi benefici per il cittadino paziente. C’è un abuso nella prescrizione di analisi e farmaci: siamo una delle Regioni con la più alta spesa farmaceutica e sociosanitaria. Dobbiamo tendere a una maggiore umanizzazione delle cure, e alla salute come bene comune”. La Sardegna, ha ricordato il rappresentante della Giunta Pigliaru, è una regione speciale dal punto di vista sanitario. "Abbiamo un’alta incidenza di malattie come il diabete insulino dipendente, la sclerosi multipla e la talassemia, solo per citarne alcune. Inoltre - ha proseguito Arru - operiamo all´interno di un modello organizzativo che soffre di una inappropriata centralità ospedaliera, che prevede ricoveri con permanenze eccessive. Il nostro obiettivo è quello di ridisegnare il sistema della rete ospedaliera regionale, in maniera più razionale ed efficiente". Cosa prevede il protocollo. La collaborazione terrà conto dei Piani di sviluppo approvati in ambito regionale per l’attivazione, negli ospedali e nelle organizzazioni territoriali, di iniziative finalizzate alla promozione della salute, con particolare riferimento ai principi di Slow medicine, che sarà di supporto anche nello sviluppo dei programmi regionali e locali. Nella fase di affiancamento e formazione Slow medicine sarà presente agli eventi ufficiali e presenterà il progetto, mettendo in evidenza quelle che sono le pratiche e il rischio di inappropriatezza. Saranno formati i medici e gli altri professionisti del settore sanitario e valutati i risultati delle ricerche cliniche e l’abilità di comunicazione e relazione con i pazienti.  
   
   
TUMORI: LE STORIE DI 16 PAZIENTI CHE HANNO SCONFITTO LA MALATTIA “SI PUÒ VINCERE”, COSÌ L’IMMUNO-ONCOLOGIA HA CAMBIATO LA NOSTRA VITA  
 
Chicago, 9 giugno 2015 – Nove uomini e 7 donne che hanno combattuto la lotta contro il cancro. Nelle loro parole l’angoscia e la disperazione al momento della diagnosi. Ma senza mai perdere la forza di rialzarsi fino alla possibilità di utilizzare le terapie immuno-oncologiche innovative. Sono le storie di 16 pazienti contenute nel libro “Si può vincere”, presentato al 51° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), svoltosi a Chicago fino al 2 giugno. Oggi queste persone convivono con la malattia con una buona qualità di vita e, in alcuni casi, possono affermare di averla definitivamente sconfitta. “Il volume – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) - si inserisce in un’ampia campagna informativa della nostra società scientifica sull’immuno-oncologia, realizzata grazie al sostegno di Bristol-myers Squibb. Il libro si divide in due parti. Nella prima abbiamo analizzato l’evoluzione della cura dei tumori negli ultimi decenni, rispondendo a domande su come sono cambiati i trattamenti, con approfondimenti su chirurgia, chemioterapia, terapie biologiche e radioterapia. È poi descritta la nuova fase nel trattamento dei tumori rappresentata dall’immuno-oncologia, che riattiva il sistema immunitario per combattere le cellule tumorali e che è in grado di aumentare le aspettative di sopravvivenza”. Il melanoma ha rappresentato il modello per la sua applicazione, ora questo approccio si sta estendendo con successo ad altre neoplasie, come quelle del polmone e del rene. “Attraverso il suo meccanismo d’azione – continua il prof. Pinto -, l’immuno-oncologia riesce a limitare e fermare la malattia per un lungo periodo. Siamo di fronte ad un’importante novità dell’oncologia del terzo millennio. Nella seconda parte abbiamo raccolto le significative testimonianze di pazienti trattati con l’immuno-oncologia, uomini e donne che, in alcuni casi, convivono con la malattia da molti anni con una buona qualità di vita. Un obiettivo molto importante, già raggiunto in altre malattie come l’infezione da Hiv. Con le nuove terapie disponibili stiamo riuscendo sempre di più a cronicizzare l’andamento di alcune neoplasie”. Negli ultimi decenni stiamo assistendo in Italia ad un incremento progressivo del numero di pazienti con una “lunga storia di cancro alle spalle”: erano meno di un milione e mezzo all’inizio degli anni Novanta, due milioni e mezzo nel 2012, quasi tre milioni nel 2014. Nel 2020 saranno quattro milioni e mezzo. Lo scenario dell’oncologia è in rapida evoluzione: i tumori incidono fortemente come malattia dell’età avanzata e il numero di nuovi casi cresce in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione. “I dati, le cifre e le scoperte – spiega il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella prefazione del libro - ci dicono che la lotta contro questa patologia, in parte già sconfitta, può segnare quotidianamente punti a favore di chi la combatte. Questo volume raccoglie le preziose testimonianze dei pazienti trattati con una nuova arma, l’immunoterapia. Le loro parole ci trasmettono coraggio, forza e, soprattutto, speranza. È essenziale poter garantire a tutti i pazienti le cure sempre più innovative che la ricerca mette a disposizione. Aspirare a elevati standard di prevenzione e di trattamento non risponde soltanto a ambizioni di progresso tecnologico e scientifico ma anche di civiltà e di democrazia. Affrontare il tema della salute significa confrontarsi con le aspettative e le attese di milioni di malati, immedesimarsi con i loro disagi quotidiani e difendere la loro qualità di vita”. “Si può vincere” (ed. Guerini, pp.170, a cura di Mauro Boldrini, Sabrina Smerrieri, Paolo Cabra) sarà nelle librerie da settembre al prezzo di 14,50 euro e i proventi delle vendite sono destinati alla Fondazione Aiom.  
   
   
SALUTE: FVG, LETTERA APERTA AI CITTADINI (E AI PRIMARI)  
 
Trieste, 9 giugno 2015 - Da assessore cui è attribuita la grande responsabilità della Salute in regione, voglio rassicurare i cittadini: nessuno ha motivo di preoccuparsi per le conseguenze della riforma della Sanità. E non hanno ragione di preoccuparsi nemmeno i primari ospedalieri. Confesso infatti che mi ha stupito la durezza dei toni nelle accuse che l´Anpo, il sindacato dei "primari", ha indirizzato a me, anche attraverso i media. Sono polemiche e strumentalizzazioni ingiustificate. Dichiaro subito di essere pronta a dimostrare, discutendone nelle sedi preposte, che le accuse di discriminazione della componente ospedaliera rispetto a quella universitaria sono del tutto immotivate. Su questo auspico anch´io un confronto in cui spiegare le scelte fatte e dimostrarne l´opportunità. Le recenti polemiche mi hanno allertata sul rischio che un´imprecisa conoscenza della riforma dell´organizzazione della Sanità regionale possa generare incertezza nei professionisti della salute, ma soprattutto nei cittadini. E´ necessario allora ribadire ancora una volta che l´attuazione della riforma non prevede tagli a reparti e servizi, ma il loro miglior funzionamento. Vogliamo garantire risposte concrete ed efficaci ai bisogni di salute dei cittadini, in ogni fascia d´età, creando le migliori condizioni di lavoro per medici e infermieri. Questo significherà inevitabilmente andare a toccare qualche poltrona, ma solo lì dove essa è manifestamente inutile. Per chiarire ancora la posizione della Regione e superare le polemiche, vorrei fornire alcuni dettagli su questo processo di riforma, relativamente al "caso primari". Un ospedale è una struttura di grande complessità, che comprende una molteplicità di servizi e di figure professionali che devono essere perfettamente integrati tra loro, attraverso una precisa e funzionale organizzazione. All´interno di questa organizzazione i direttori delle strutture operative complesse (i primari di una volta) svolgono un importante ruolo di direzione e anche di gestione delle risorse a loro assegnate. Il direttore di struttura è tale proprio perché oltre a svolgere un ruolo clinico ha anche questa ulteriore funzione organizzativa, nelle logiche del sistema di programmazione regionale e aziendale. Non a caso la legge di riforma della sanità regionale prevede anche una riorganizzazione di queste strutture operative complesse, per permettere di garantire a tutti i cittadini cure di qualità e tempestive, anche attraverso un attento utilizzo delle risorse. Risorse che, è bene non dimenticarlo, vengono dalle tasse dei cittadini. Come sempre dichiarato nella fase di elaborazione della riforma e come peraltro previsto nella stessa legge, la Regione si è impegnata anche a uniformarsi agli standard oggi concordemente ritenuti ottimali per organizzare l´erogazione dei servizi. In questo contesto è prevista anche la riduzione del numero delle strutture operative complesse per una logica e indispensabile ottimizzazione di un sistema che negli anni talvolta ha visto un´eccessiva ridondanza, spesso non dovuta ad effettive necessità organizzative. La delibera che la Giunta ha adottato sui cosiddetti "primariati" prevede un ridimensionamento del numero di queste strutture, ma solo per eliminare i cosiddetti doppioni. Intendiamo infatti accorpare esclusivamente quei reparti che, in uno stesso ospedale, si ritrovano a erogare le stesse prestazioni. Reparti che spesso si trovano, per le ridotte dimensioni, a non avere quella casistica sufficiente a garantire livelli adeguati di qualità e sicurezza delle prestazioni. Questa delibera riguarda tutte le strutture ospedaliere del Friuli Venezia Giulia, ma ha suscitato grande preoccupazione laddove operano fianco a fianco reparti ospedalieri ed universitari, nel timore che il ridimensionamento "favorisca" gli universitari. Su questo punto ritengo importante ricordare che le regole che disciplineranno i rapporti tra ospedalieri e universitari nelle singole aziende devono ancora essere scritte. E, come ho sempre dichiarato, nella definizione di tali regole il confronto coinvolgerà tutti i soggetti interessati. Di sicuro sarà garantita pari dignità a tutte le componenti. Parallelamente sottolineo che nessuno sarà mandato via e che per la completa applicazione prevediamo tre anni di tempo. Ecco perché ritengo non fondate le preoccupazioni che si stanno manifestando, e questo il motivo per cui sono ingiuste le accuse di azioni discriminatorie nei confronti di una categoria. Ma soprattutto mi preme ripetere che l´unico vero interesse a dover sempre prevalere è quello dei cittadini. A loro dobbiamo assicurare un buon uso delle risorse perché solo usando bene le risorse saremo in grado di garantire l´erogazione delle migliori cure. E io confido che lo faremo con l´aiuto di tutti i professionisti impegnati nella nostra sanità.  
   
   
DIABETE: IDEGLIRA RIDUCE EMOGLOBINA GLICATA, PESO CORPOREO E IPOGLICEMIE RISPETTO ALL’INSULINA GLARGINE  
 
 Boston, 9 giugno 2015 – Nuovi dati presentati alla 75esima Sessione Scientifica Annuale dell’Ada (American Diabetes Association) in corso a Boston attestano che gli adulti con diabete di tipo 2 trattati con Ideglira (Xultophy), una combinazione di insulina degludec e liraglutide a singola somministrazione iniettiva giornaliera, hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa di emoglobina glicata (Hba1c), peso corporeo e un tasso di ipoglicemie inferiore rispetto ai pazienti trattati con insulina glargine. 1 I dati provengono dallo studio “Dual V” di fase 3b, che ha valutato efficacia e sicurezza di Ideglira rispetto all’insulina glargine, entrambi in combinazione con metformina, in pazienti con diabete di tipo 2 non controllato dopo trattamento con insulina glargine (20–50 unità/giorno). Dopo 26 settimane, i pazienti in cura con Ideglira hanno raggiunto una riduzione statisticamente significativa dell’Hba1c media dell’1,8% (da 8,4% a 6,6%) rispetto alla riduzione dell’1,1% (da 8,2% a 7,1%) ottenuta dai pazienti che avevano in precedenza aumentato la dose di insulina glargine (p<0.001). Nel gruppo trattato con Ideglira, il 72% dei pazienti ha raggiunto un livello di Hba1c inferiore al 7% alla fine dello studio, rispetto al 47% dei pazienti nel gruppo trattato con insulina glargine (p˂0.001). Infine, il 39% dei pazienti trattati con Ideglira ha raggiunto livelli di Hba1c <7% senza ipoglicemie e aumento di peso rispetto al 12% riscontrato nel gruppo trattato con insulina glargine (p<0.001).1 “I risultati provano che il trattamento con Ideglira incide positivamente sui pazienti che non raggiungono un adeguato controllo metabolico con la terapia con insulina basale”, ha detto il professor John Buse della University of North Carolina School of Medicine, Chapel Hill, North Carolina. “I pazienti che hanno utilizzato Ideglira hanno raggiunto livelli medi di Hba1c del 6,6% con perdita di peso continua e hanno mostrato un numero inferiore di episodi di ipoglicemia rispetto ai pazienti che prendevano dosi più elevate di insulina glargine”. In particolare, Ideglira ha ridotto del 57% il tasso di ipoglicemia rispetto all’insulina glargine (2,23 episodi/paziente-anno rispetto a 5,05; p<0.001); in aggiunta è stata osservata una significativa differenza in termini di impatto sul peso corporeo, pari a 3,2 kg (p<0.001), derivante da una riduzione di 1,4 kg nel gruppo trattato con Ideglira ed un aumento di 1,8 kg in quello con insulina glargine. Inoltre, i pazienti trattati con Ideglira hanno richiesto meno insulina, terminando lo studio con l’impiego di 41 unità di insulina degludec (quale componente di Ideglira) rispetto alle 66 di insulina glargine (p<0.001).1  
   
   
SIAAIC - ORTICARIA: NE SOFFRE UNO SU CINQUE, SOPRATUTTO DONNE E FASCIA D´ETA´ 35/45. 2% I CASI CRONICI. 25% GUARISCE SPONTANEAMENTE. LE NOVITA´ DAGLI SPECIALISTI  
 
Ischia, 9 giugno 2015 - Un soggetto su 5 almeno una volta nella sua vita ha riportato un episodio di orticaria acuta. L´orticaria cronica, meno frequente delle forme acute, è presente, secondo alcuni studi nel 2% circa della popolazione generale. L´orticaria, inoltre,colpisce maggiormente il sesso femminile e la fascia di età che va dai 35 ai 45 anni. Ci sono forme più o meno gravi di orticaria: quelle più gravi sono rappresentate da un maggior numero di pomfi, da un prurito più intenso, dalla presenza anche di angioedema soprattutto se questo è presente a livello di vie aeree o a livello intestinale. Il Congresso - Si discute di orticaria e di nuove modalità nella relativa classificazione durante l´ottava edizione del Congresso Biological therapies in medicine, che si è aperto giovedì a Ischia, presieduto dal Prof. Amato de Paulis. Durante l´evento sono state illustrate ai partecipanti le più recenti linee guida nella diagnosi, prevenzione e trattamento di diverse patologie autoimmuni ed allergiche. Ma sono stati anche trattati temi relativi ai percorsi diagnostico-terapeutici delle principali patologie allergiche quali asma grave, rinite, angioedema e dermatite atopica, affrontandone gli aspetti salienti e specificandone le nuove terapie. "Quelle biologiche sono terapie innovative che permettono di ottenere ottimi risultati - spiega il Prof. Amato de Paulis, Professore di medicina interna del Dipartimento di Scienze mediche traslazionali di Napoli e membro del direttivo della Siaaic, Società Italiana Allergologia, Asma e Immunologia Clinica - tramite meccanismi immunologici: con queste nuove modalità possiamo approcciare a diverse patologie umane. Come l´angioedema ereditario, per il quale esiste un farmaco apposito, o l´orticaria cronica, il cui farmaco sarà presto sul mercato. Ma si parlerà anche delle diverse possibilità di somministrazione, nonché degli alti costi degli stessi. Nell´anno dell´Expo spazio anche all´alimentazione e cibo e alle terapie che riguardano le relative problematiche, ma anche ai nuovi presidi terapeutici per contrastare la fibrosi polmonare, malattia molto grave le cui condizioni di vita sono particolarmente gravose per tutti i pazienti. Come nelle precedenti edizioni ampio spazio sarà dato ai temi del doping e della medicalizzazione dei calciatori, con la presenza di autorevoli esponenti della Figc (Federazione Italiana Gioco Calcio)". Cos´e´ L´orticaria - L´orticaria è una malattia che si presenta con pomfi o con angioedema oppure con entrambi. Il pomfo è paragonabile ad una puntura di insetto ossia è caratterizzato da un rilievo di colore rosso-roseo che si accompagna a prurito e che si risolve nel giro di qualche ora. Solitamente il pomfi interessano gran parte della pelle. L´angioedema è un pomfo più profondo che ha una più lunga durata, si accompagna a senso di tensione o dolore e che si risolve nel giro di qualche giorno. L´angioedema interessa la pelle ma anche le mucose del labbro, delle vie aeree superiori dando luogo a senso di soffocamento e del tratto intestinale dando luogo a dolori addominali. La Novita´ - "L´orticaria è acuta se le manifestazioni cliniche si risolvono nell´arco delle 6 settimane - spiega il Prof. Eustachio Nettis, docente universitario di Bari e membro Siaaic - L´orticaria si definisce cronica se i sintomi perdurano per oltre le sei settimane. La novità della classificazione dell´orticaria sta nel fatto che le orticaria croniche sono state suddivise in due soli sottotipi, esemplificando le classificazioni precedenti: l´orticaria cronica spontanea spesso legata a cause sconosciute in cui le manifestazioni insorgono spontaneamente cioè senza stimoli apparenti e le orticarie croniche inducibili in cui i sintomi sono indotti da stimoli fisici, chimici o ambientali ad esempio il freddo, il caldo, la luce solare, l´acqua, le vibrazioni, lo sforzo fisico, lo sfregamento e la pressione sulla pelle". I Dati - "E´ stato riportato che un soggetto su 5 almeno una volta nella sua vita ha riportato un episodio di orticaria acuta. L´orticaria cronica, meno frequente delle forme acute, è presente, secondo alcuni studi nel 2% circa della popolazione generale. L´orticaria, inoltre, colpisce maggiormente il sesso femminile e la fascia di età che va dai 35 ai 45 anni. Ci sono forme più o meno gravi: quelle più gravi sono rappresentate da un maggior numero di pomfi, da un prurito più intenso, dalla presenza anche di angioedema soprattutto se questo è presente a livello di vie aeree o a livello intestinale". "Fortunatamente le forme croniche - prosegue il Prof. Nettis - sono autolimitanti nel senso che guariscono spontaneamente anche se la durata può variare da mesi fino anche a molti anni. Tuttavia secondo recenti studi l´orticaria cronica guarisce spontaneamente nell´arco di un anno nel 25% dei casi, dura da 1 anno a 5 anni nel 60% dei casi e persiste per oltre i 5 anni nel 15% dei casi. Nel 40-45% dei casi di orticaria cronica spontanea di cui spesso non si riesce a stabilire la causa riducendo in questi pazienti la qualità della vità che è stato dimostrato essere paragonabile alla qualità della vita di un paziente che ha avuto una ischemia cardiaca, sembra che si formino autoanticorpi che sono responsabili delle manifestazioni cliniche. Queste forme di orticaria cronica spontanea cosiddette autoimmuni in cui si formano questi autoanticorpi sono più durature e più difficilmente trattabili con le terapie convenzionali".  
   
   
SANITÀ IN UMBRIA; RIDUZIONE LISTE ATTESA CON RICHIAMATA AUTOMATICA PER PRENOTAZIONI E NUMERO UNICO REGIONALE: CANCELLATI CIRCA 320 ESAMI E VISITE AL GIORNO  
 
Perugia, 9 giugno 2015 – Ha consentito di accorciare la lista di attesa per la visita o l´esame specialistico per circa 120 persone al giorno nelle prime settimane di attività il servizio "Recall" di richiamata automatica attivato dall´Assessorato alla Sanità della Regione Umbria nelle quattro Aziende sanitarie regionali dal 4 maggio scorso per confermare o disdire visite ed esami specialistici prenotati. Un numero che sale a circa 320 al giorno se si considerano le telefonate pervenute al numero unico regionale istituito per la cancellazione delle prenotazioni. In particolare, le disdette raccolte attraverso il sistema automatico che ricorda l´appuntamento preso attraverso il Cup (Centro Unificato prenotazioni) o il Farmacup, nel periodo di riferimento dal 6 al 22 maggio, sono state 1702 su oltre 44.600 chiamate, quasi il 4 per cento del totale. Attraverso il numero unico per la cancellazione "on demand", lo 0744 366600, circa 200 persone al giorno nello stesso periodo hanno cancellato la prenotazione. Risultati importanti, che possono essere migliorati con la collaborazione dei cittadini: a questo scopo, la Direzione regionale Salute ha invitato le Aziende sanitarie umbre a organizzare incontri informativi con i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta affinché contribuiscano a far conoscere il nuovo servizio al momento della consegna ai pazienti delle impegnative di visite ed esami specialistici, in modo da ridurre inefficienze e ripetizione di telefonate. Il "Recall" automatico per le prestazioni sanitarie prenotate è una delle azioni del Piano straordinario di riduzione delle liste di attesa predisposto dalla Regione Umbria ed ha l´obiettivo di contribuire a ridurre i tempi di attesa incidendo anche sull´abitudine diffusa di non disdire le prestazioni di cui non si ha più necessità di usufruire. Una chiamata telefonica ricorda al cittadino attraverso un messaggio registrato, nei giorni che precedono l´esame (ad eccezione degli esami di laboratorio e delle prestazioni con tempo di attesa inferiore ai sette giorni), l´appuntamento per la visita o l´esame specialistico prenotato. Il cittadino può confermare (tasto 1) o cancellare (tasto 3) la prenotazione e liberare in tempo utile, in caso di disdetta, i posti prenotati rendendoli disponibili per altri cittadini. Se non si digita alcun tasto, l´appuntamento resterà prenotato in ogni caso. La chiamata di "recall" viene effettuata dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 21.30; per riascoltare il messaggio si preme il tasto 9. Se si disdice una prenotazione e si è già pagato il relativo ticket, ci si può rivolgere agli sportelli Cup per l´eventuale rimborso. La Regione Umbria invita tutti a verificare sempre, al momento della prenotazione, il proprio numero telefonico inserito nella banca dati Cup. È stato attivato, inoltre, il numero unico regionale per cancellare le prenotazioni, attivo 24 ore su 24. Per informazioni, ci si può rivolgere alla Regione Umbria - Direzione regionale Salute, chiamando ai numeri 0755045257 e 0755045272 dal lunedì al giovedì dalle ore 8.30 alle 17 e il venerdì dalle 8.30 alle 13.30 o all´indirizzo internet http://www.Regione.umbria.it/salute/servizio-di-recall-richiamata-  oppure contattare la Usl 1 allo 0755412860 dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13; la Usl 2 ai numeri 0744204379 e 0744339683 dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13; l´Azienda ospedaliera Perugia al numero 0755782870 dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13; l´Azienda ospedaliera Terni 3460604699, dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle ore 13; sui siti internet www.Uslumbria1.gov.it ; www.Uslumbria2.it; www.Ospedale.perugia.it ; www.Aospterni.it  
   
   
TRAPIANTI: COMMISSIONE AUDIT CENTRO NAZIONALE PROMUOVE A PIENI VOTI AOUI VERONA. NUMERI E QUALITA’ IN COSTANTE CRESCITA.  
 
Venezia, 9 giugno 2015 - La Commissione Nazionale Audit del Centro Nazionale Trapianti ha sottoposto a valutazione, promuovendolo a pieni voti, il Centro Trapianti di Rene dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. La comunicazione è stata formalizzata dal Direttore del Centro Nazionale Alessandro Nanni Costa al Direttore Generale dall’Aoui Francesco Cobello, al Centro Regionale Trapianti e ai sanitari responsabili del delicato e prestigioso settore. I trapianti di rene a Verona hanno visto una costante crescita negli ultimi anni, passando dai 78 del 2011 ai 103 del 2014, ai 110 che costituiscono la stima prudenziale per il 2015. In crescita anche i trapianti di midollo, passati da 74 nel 2011 a 94 nel 2015 (stima prudenziale); quelli di fegato, da 23 nel 2011 a 40 nel 2015; e quelli di cuore, sostanzialmente stabili, ma aumentati comunque di 2 unità (18 nella stima prudenziale 2015). “Questa prestigiosa valutazione – sottolinea il presidente della Regione del Veneto – ha un significato del tutto particolare. In quella che oggi è una struttura di eccellenza nazionale l’indimenticato Professor Piero Confortini realizzò infatti il primo trapianto di rene in Italia. Era il lontano novembre del 1968, quando a Verona nacque una scuola, nacque un nuovo modo di approcciare il malato, nacque per certi versi il concetto di Polo Specialistico, allora pionieristico, oggi diventato prassi nella buona sanità nel Veneto”. Nella valutazione effettuata dalla Commissione Audit del Centro Nazionale Trapianti si segnala, tra l’altro, che “il Centro Trapianti di Verona è sicuramente un’eccellenza nel panorama trapiantologico nazionale”; che “il blocco operatorio è di estrema avanguardia, funzionalità ed efficienza”; che “ciascuna sala è fornita di modernissime attrezzature di monitoraggio e strumentazione chirurgica”; che “l’inserimento in lista d’attesa avviene in tempo reale, eseguito dall’equipe chirurgica utilizzando un programma informatico collegato direttamente al laboratorio d’analisi”; che “la cartella clinica, le prenotazioni delle visite e delle analisi sono gestite in modalità informatizzata” e che “questo consente di schedulare il percorso assistenziale del paziente in modo più agevole e consente ai pazienti in lista d’attesa o trapiantati di uscire dagli ambulatori con le prenotazioni degli esami già effettuate, evitando ritardi o mancanze di risultati al momento del controllo”.  
   
   
RICONOSCIMENTO EUROPEO PER PRONTO BADANTE AI REVES 2015 DI BRUXELLES  
 
Firenze 9 giugno 2015 - Menzione speciale della giuria durante la cerimonia per l´attribuzione dei Reves Excellence Award 2015 per "Pronto badante", il progetto della Regione Toscana pensato come sostegno alle persone anziane che si trovano per la prima volta a vivere un momento di fragilità. L´assegnazione dei Reves Excellence Award 2015 si è tenuta venerdì 5 giugno presso il Comitato delle Regioni a Bruxelles. Il premio 2015 è andato a Mamas Retro, iniziativa svedese di Social franchising, ma anche il progetto toscano Pronto Badante ha suscitato attenzione, tanto da ricevere una menzione speciale da parte della giuria. Dalla sua attivazione, avvenuta il 16 marzo scorso, ad oggi, grazie al progetto Pronto Badante centinaia di anziani hanno ricevuto risposte nei momenti di difficoltà. Sono state in tutto 3.260 le telefonate ricevute dal numero verde 800 59 33 88 (attivo da lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 18 ed il sabato dalle ore 8 alle 13), di queste 381 si sono rivelate ´improprie´, ma le altre hanno portato a 495 visite domiciliari ed all´attribuzione di 256 buoni lavoro da 300 euro (per coprire fino ad un massimo di 30 ore di lavoro occasionale regolare di un assistente familiare). "Pronto badante – commenta la vicepresidente e assessore al sociale Stefania Saccardi – ha dato ottimi risultati, nonostante sia stato attivato da poco tempo. Questo riconoscimento che viene dall´Europa – sottolinea con soddisfazione - conferma in pieno il valore del progetto". Anche il presidente Enrico Rossi ha recentemente espresso il suo giudizio positivo su Pronto badante, annunciando l´intenzione di estendere l´esperienza a tutta la Toscana. Si ricorda che possono rivolgersi al servizio Pronto Badante le persone anziane che vivono sole o in famiglia che: - hanno almeno 65 anni; - si trovano per la prima volta in un momento di difficoltà, fragilità o disagio; - non hanno già in atto un progetto di assistenza personalizzato (Pap) con i servizi territoriali; - non hanno stipulato un contratto con un assistente familiare; - risiedono in uno dei 43 Comuni delle 5 Zone-distretto coinvolte dalla sperimentazione: Bagno a Ripoli, Barberino di Mugello, Barberino Val d´Elsa, Borgo San Lorenzo, Calenzano, Campi Bisenzio, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Dicomano, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Firenze, Firenzuola, Fucecchio, Gambassi Terme, Greve in Chianti, Impruneta, Incisa, Lastra a Signa, Londa, Marradi, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Palazzuolo sul Senio, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull´Arno, Rufina, San Casciano Val di Pesa, San Godenzo, Scandicci, Scarperia e San Piero, Sesto Fiorentino, Signa, Tavarnelle Val di Pesa, Vaglia, Vicchio, Vinci.  
   
   
A LIGNANO WORLD SPORTS GAMES CON 5.000 PARTECIPANTI  
 
Udine, 9 giugno 2015 - E´ stata presentata a Udine la 4. Edizione degli Csit World Sports Games, i Giochi mondiali promossi dalla Confédération sportive internationale Travailliste et Amateur, organismo internazionale di riferimento nell´ambito dello sport per tutti con oltre 40 membri tra le organizzazioni di promozione sportiva di tutto il mondo. Sarà il Friuli Venezia Giulia, e Lignano Sabbiadoro (che due anni fa si è aggiudicato l´evento superando sul filo di lana la messicana Cancun), ad ospitare infatti questo evento organizzato da Aics-associazione italiana Cultura Sport, primario ente di promozione sportiva nazionale. U na manifestazione che dal, 7 giugno, a domenica 14 porterà sul territorio 5 mila partecipanti tra atleti, tecnici ed accompagnatori appartenenti a circa 50 organizzazioni sportive di 33 Paesi: tra loro, anche Israele ed Iran, portatori di un importante messaggio di pace, tema a cui è dedicata quest´ edizione dopo gli appuntamenti di Rimini 2008, Tallinn 2010 (Estonia) e Varna 2013 (Bulgaria), mentre nel 2017 i Giochi si svolgeranno in Lettonia. "Per Lignano e la regione si tratta di un´iniziativa importante e qualificante; significativa nei ´numeri´ della presenza turistica nella località friulana e nella capacità di coinvolgimento della nostra comunità", ha osservato oggi in conferenza stampa a Udine la presidente della Regione, Debora Serracchiani, assieme al presidente di Aics, Bruno Molea e al direttore sportivo di Csit, l´olandese Henk Bouchoms. "Leggiamo in questi World Sports Games i valori della cultura sportiva del nostro Friuli Venezia Giulia", ha sottolineato Serracchiani, che ha inoltre rimarcato il volano promozionale, in termini turistici, di campionati e progettualità sportive consimili, accanto alla visibilità internazionale che sono in grado di offrire. Il presidente Bruno Molea (vicepresidente Csit) ha sottolineato il grande impegno profuso in questi mesi dal comitato organizzatore guidato da Aics "che ha fortemente sostenuto la candidatura di Lignano e ha proposto di dedicare questa edizione dei World Sports Games alla pace nel mondo: un messaggio di cui lo sport può e deve farsi portatore, soprattutto in occasioni come questa, dove lo sport, in particolare quello di base, non significa solo attività fisica e benessere, ma anche coesione, inclusione, tolleranza, rispetto dei valori e delle regole". "Lo Csit - ha quindi sottolineato Bouchoms - con questi Giochi vuole dar vita ad uno degli eventi più importanti a livello mondiale rivolti agli amatori. Aics è un´associazione con grande esperienza nell´organizzazione di eventi sportivi e la candidatura di Lignano ci è sembrata ideale per la grande disponibilità di strutture sportive e ricettive, oltre che per la sua posizione geografica nel cuore dell´Europa". "Con questi Giochi - ha aggiunto - la nostra Confederazione, che nel 2013 ha celebrato 100 anni di vita, vuole coinvolgere tutti gli sportivi del mondo in un momento di fratellanza ed amicizia, con gare sportive e scambi culturali". Competizioni sportive, momenti di confronto e socializzazione, proposte turistiche ed enogastronomiche per scoprire le eccellenze del territorio si alterneranno infatti nel corso della prossima settimana. Lo sport è ovviamente il fulcro della manifestazione, con lo svolgimento di 14 Campionati ufficiali Csit, dal calcio al basket, dal nuoto all´atletica. A questi si affiancheranno esibizioni sportive e dimostrazioni di una ventina di discipline da tutto il mondo, alcune nuove ed originali come wheel gymnastics, you.Fo e wackitball. Inoltre, tanta attività fisica per i meno giovani, che ogni giorno troveranno varie proposte per mantenersi in forma: sport per tutti significa infatti anche attenzione alle diverse fasce d´età, per promuovere uno stile di vita sano che aiuti a prevenire l´insorgere di malattie. Campionati e discipline dimostrative coinvolgeranno decine di impianti sportivi e campi da gioco, a Lignano, Latisana, Pertegada e Precenicco. Durante la settimana il cuore dell´evento sarà Area Italia, allestita all´interno del Villaggio Ge.tur. Di Lignano dove avranno luogo anche conferenze internazionali sui temi dello sport, della salute e del benessere, alle quali prenderanno parte relatori quali Giovanni Malagò, presidente Coni, e Giacomo Santini, presidente Panathlon International. Nel corso della settimana sono in programma iniziative che coinvolgeranno anche abitanti e turisti presenti a Lignano e nel territorio: ad esempio la Csit Run, la gara podistica non competitiva aperta a tutti che giovedì 11 giugno "invaderà" pacificamente l´intera città, le sue strade e la spiaggia; o i tanti eventi ed animazioni a tema in programma ogni sera. Inoltre, ai partecipanti verranno offerte numerose opportunità per scoprire il territorio e le sue eccellenze, con una decina di differenti itinerari turistici ed enogastronomici. Ad inaugurare l´evento, una suggestiva cerimonia di apertura, in programma lunedì 8 giugno alle ore 17.00 allo Stadio Teghil, alla quale prenderanno parte autorità nazionali ed internazionali e grandi campioni dello sport come Daniele Masala, due volte oro olimpico nel pentathlon. Sarà presente anche Carlo Simionato, argento mondiale nella staffetta 4x100 insieme al compianto Pietro Mennea, che giungerà allo stadio con i messaggeri della Ricerca, un gruppo di biker partito oggi da Forlì per portare a Lignano, dopo circa 350 chilometri percorsi su due ruote, un messaggio a favore della ricerca scientifica, nello specifico a sostegno delle attività dell´Istituto Tumori della Romagna. Insieme a loro, esibizioni musicali, perfomance sportive e la grande parata delle delegazioni nazionali, per uno spettacolo unico che darà ufficialmente il via ai Giochi. Per un evento di così ampio respiro il territorio si è già mobilitato, rispondendo all´appello del Comitato organizzatore guidato da Aics e mettendo a disposizione un centinaio di volontari, grazie anche agli istituti scolastici ed al sistema universitario locale, che hanno immediatamente dato la propria disponibilità fornendo studenti e tirocinanti che saranno di supporto all´organizzazione per gli aspetti di accoglienza, logistici, di interpretariato e di assistenza e supporto sugli eventi sportivi e collaterali. A far ricadere la scelta dello Csit su Lignano Sabbiadoro sono stati da una parte il credito di cui l´Italia gode nell´organizzazione di manifestazioni sportive internazionali e dall´altra l´esperienza della città nell´ospitare eventi di questo tipo, insieme all´ampia disponibilità di strutture sportive e ricettive. Tutte virtù che Aics, principale sostenitore della candidatura, conosce bene: da diversi anni infatti ha scelto proprio la località turistica del Friuli Venezia Giulia come sede per le sue manifestazioni nazionali, come Sportinfiore e Verde Azzurro. L´associazione italiana Cultura Sport è un ente impegnato da oltre 50 anni nella promozione di attività dilettantistica sportiva a livello nazionale, e oggi rappresenta una delle principali associazioni italiane per importanza ed impegno (non solo in ambito sportivo, ma anche culturale, sociale, turistico ed ambientale) con i suoi 900 mila associati, 9 mila circoli, 20 Comitati regionali e 120 provinciali (informazione sull´evento disponibili sul sito ufficiale www.Wsg2015.com ).  
   
   
SPORT: COPPA DEL MONDO PARA-CYCLING PER PROMUOVERE FVG  
 
Maniago, 9 giugno 2015 - "Una manifestazione importante, che promuove nel mondo le attrattive dello splendido territorio della Pedemontana pordenonese, e rappresenta un elemento di richiamo, oltre ad animare le attività del maniaghese". Con queste parole il vicepresidente della Giunta regionale, Sergio Bolzonello, è intervenuto il 6 giugno a salutare gli atleti e le atlete di 25 Paesi, tra i quali l´ex pilota di F 1 e conduttore televisivo, Alex Zanardi, che partecipano alla prova di Coppa del mondo di Paraciclismo su strada, in corso da ieri a Maniago, e che si concluderà domani. Si tratta di quasi quattrocento atleti, che stanno animando le strade della città di Maniago, e il percorso a cronometro da Sequals a Maniago, con sfide di alto contenuto tecnico. A tutti i protagonisti a agli ospiti della cittadina pedemontana, il vicepresidente ha rivolto il saluto della Regione, illustrando le attrattive di una realtà, qual è il Friuli Venezia Giulia, che è vocata allo sport e al turismo sportivo. Il vicepresidente ha poi ricordato che gli eventi che assicurano visibilità globale alla nostra terra, nel contempo animano le attività presenti sul territorio, e le fanno conoscere e apprezzare. E questa manifestazione, ha concluso Bolzonello, come tutti gli eventi sportivi, dai massimi livelli a quelli amatoriali, è accolta come sempre con grande passione ed entusiasmo dalla comunità locale e regionale.