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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Febbraio 2009
TRASFORMARE GLI STOCCHI DEL MAIS IN ELETTRICITÀ  
 
Gli scienziati dell´Istituto Fraunhofer per le tecnologie e i sistemi ceramici (Ikts), in Germania, sono riusciti a sviluppare la prima centrale pilota a biogas che utilizza esclusivamente rifiuti di origine organica al posto di materiale commestibile non raffinato. Uno dei punti d´eccellenza del lavoro svolto dagli scienziati è costituito da una cella a combustibile in grado di convertire il gas in elettricità. Questo costituisce un enorme beneficio per gli europei: il dispositivo ha infatti una capacità di produzione del 30% superiore rispetto ai suoi predecessori. Il team dell´Ikts ha affermato che c´è una crescente volontà di porre fine all´uso di materie commestibili non raffinate, come il granoturco. Più in particolare, sono in atto alcune proteste che criticano il fatto che le derrate alimentari vengono fatte fermentare all´interno delle centrali a biogas per produrre elettricità e calore. Secondo i promotori di queste proteste, questo tipo di processo per la produzione di elettricità potrebbe determinare un´impennata dei prezzi dei prodotti alimentari. Gli scienziati dell´Ikts hanno collaborato con alcune piccole e medie imprese (Pmi) per sviluppare questa centrale a biogas all´avanguardia. "Nella nostra centrale pilota utilizziamo esclusivamente rifiuti agricoli, come gli stocchi del mais, vale a dire la pianta del granoturco privata della pannocchia," ha spiegato il dottor Michael Stelter, direttore del Dipartimento Ikts. Prima di questo sviluppo epocale, le centrali a biogas erano in grado di elaborare soltanto una determinata quantità di materiale di scarto. La conversione in biogas dei raccolti di cereali o di granturco era dunque un procedimento complesso. Con questa centrale innovativa gli scienziati hanno notato una diminuzione compresa tra il 50 e il 70% del tempo necessario per accumulare i rifiuti in fase di decomposizione. Secondo quanto affermato dal team, la biomassa viene solitamente accumulata nel "fermentatore" per un periodo di 80 giorni per permettere la formazione dei biogas. Questo nuovo pretrattamento riduce il tempo di attesa a circa 30 giorni. "I gambi del granoturco contengono cellulosa, un composto che non può essere fatto fermentare direttamente," ha affermato il dottor Stelter. "Tuttavia, nella nostra centrale la cellulosa è scomposta dagli enzimi prima della fase di fermentazione nel silaggio. " Attraverso questa ricerca gli scienziati sono riusciti ad ottimizzare la conversione del biogas in elettricità. Gli stessi affermano che il gas viene deviato in una cella a combustibile ad elevata temperatura con un´efficienza energetica compresa tra il 40 e il 55%, contro un´efficienza pari ad appena il 38% ottenuta con un motore a gas. Il team dell´Istituto ha spiegato che la cella a combustibile funziona a una temperatura di 850°C e il calore può essere utilizzato direttamente per il riscaldamento. La zona della rete di riscaldamento può essere rifornita con lo stesso calore, hanno aggiunto gli scienziati. Unendo l´efficienza elettrica all´efficienza termica, l´efficienza delle cella a combustibile può raggiungere l´85%. Gli scienziati affermano che l´efficienza generale del motore a combustione ammonta in media al 38% proprio perché è difficile preservare il calore. La centrale messa a punto dagli scienziati può generare 1,5 kilowatt di potenza, una quantità di energia in grado di soddisfare il fabbisogno di una famiglia, hanno spiegato i ricercatori. Il team ha in programma di presentare il progetto della centrale a biogas in occasione della Fiera di Hannover, che si terrà dal 20 al 24 aprile. La Fiera di Hannover (Hannover-messe) è costituita da 10 importanti fiere commerciali che coprono un ampio numero di settori, tra i quali figurano anche l´energia e le tecnologie per le centrali elettriche. Nelle prossima fase del progetto si prevede di lavorare per ottenere un aumento graduale della capacità di produzione della centrale a biogas fino a raggiungere i 2 megawatt. Per ulteriori informazioni, visitare: Istituto Fraunhofer per le tecnologie e i sistemi ceramici: http://www. Ikts. Fraunhofer. De/index_en. Html Politica energetica dell´Ue: http://ec. Europa. Eu/energy/index_en. Htm .  
   
   
AGROALIMENTARE: DISEGNO DI LEGGE PER LA COMPETITIVITÀ  
 
Roma - Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che completa il pacchetto delle misure tese a rafforzare la competitività del settore agroalimentare con interventi finalizzati principalmente al contrasto delle frodi nel settore, ad una migliore funzionalità delle società controllate, ad un efficace impiego delle risorse destinate. Inoltre, il disegno di legge dispone una rafforzata tutela della competitività dei prodotti a denominazione protetta, incentiva la produzione di energia da biomasse, reca una nuova disciplina delle etichettature dei prodotti. “Il Disegno di legge approvato oggi sancisce un patto forte fra produttori, trasformatori e consumatori che saranno chiamati a stabilire per quali prodotti dovrà essere obbligatorio, e in che termini, indicare l’origine in etichetta”. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, ha commentato così, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, l’approvazione del Disegno di legge per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare. “Stiamo lavorando sin dal giorno dell’insediamento - ha aggiunto Zaia - per inaugurare una nuova stagione, nella quale la trasparenza delle informazioni a disposizione dei cittadini sia, allo stesso tempo, un valore aggiunto ed una grande opportunità per le aziende ed un decisivo criterio di scelta di cosa acquistare da parte dei consumatori”. “La nuova normativa sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari avrà anche una funzione deterrente dei comportamenti commercialmente o legalmente scorretti a danno dei consumatori. A questi ultimi – ha spiegato ancora il Ministro – intendiamo dare tutti gli strumenti necessari per orientarsi in un mercato difficile e avere così un ruolo attivo di ‘giurato della qualità’ dei prodotti che intenderà acquistare”. Indicazione obbligatoria del luogo di origine del prodotto e - se è trasformato- del luogo dell´ultima trasformazione sostanziale e dell´origine del prodotto principale; sanzioni fino a 10. 000 euro per gli inadempienti e, come anticipato, una lista dei prodotti da tutelare, stilata insieme ai produttori, filiera per filiera. Il testo del ddl ha ricevuto il parere favorevole della Conferenza Stato-regioni e sarà ora inviato alle Camere per l´esame parlamentare. .  
   
   
DOPO LA SOCIAL CARD LA SOCIAL ALIMENTAZIONE I CONSIGLI ALIMENTARI PER AIUTARE I CETI DEBOLI  
 
 Potenza - “Dalla social card alla social alimentazione”. E’ l’esternazione suffragata dalle nuove proposte sul mangiare sano, del consigliere regionale dell’Udc, Gaetano Fierro, il quale fa riferimento ad “un menu bilanciato e personalizzato ogni giorno, per mangiar bene e mantenersi in forma con soli 3 euro”. “A proporlo – riferisce Fierro - sarà la Regione Piemonte, prima in Italia, chiedendo al nutrizionista Giorgio Calabrese di scrivere su cartelli giganti da sistemare all’ingresso dei supermercati o dei negozi alimentari (in 2 mila aderiranno all’iniziativa, garantendo il prezzo promesso) quali piatti scegliere quotidianamente per mantenere in forma sia il portafoglio della quarta settimana sia il fisico. Perché non si può vivere soltanto di spaghetti, spaghetti e spaghetti. ‘La pasta costa meno, ma non può diventare una monodieta - spiega Calabrese, docente di alimentazione e nutrizione all’Università Cattolica di Piacenza - ecco l’errore più diffuso: quando il carovita la fa da padrone i consumatori meno ricchi si buttano su prodotti che riempiono lo stomaco e consentono di risparmiare. Niente di più sbagliato: così si ingrassa e non ci si nutre, impoverendo l’organismo. Invece, ogni giorno bisogna mangiare poco di tutto, per non far mancare davvero niente al proprio organismo’. Dalla primavera, dunque, in Piemonte debutterà la ‘Social Diet’: un menu confezionato ad personam (combinando età, peso e attività) che non costerà più di tre euro”. “Un prezzo ‘politico’ – sottolinea Fierro - che sarà garantito in tutti i punti vendita che aderiranno all’iniziativa grazie al controllo dell’Ascom, l’associazione commercianti. Ma come funzionerà, nei fatti, questo progetto-pilota che verrà realizzato grazie alla collaborazione di duemila punti vendita fra supermercati e negozi di alimentari? ‘Il nostro dietologo - spiega l’assessore al Commercio Sergio Ricca - sta preparando una corposa e dettagliata tabella che verrà sistemata all’ingresso dei supermercati e dei negozi che aderiranno all’iniziativa. Lì sopra si potrà cercare il proprio caso. I soggetti rappresentati andranno dall’impiegato di mezza età che fa vita sedentaria al pensionato che, invece, ama muoversi, sino al giovane che. Non sta mai fermo. Ad ogni diversa persona sarà abbinata la dieta del giorno, da portare a casa spendendo il minimo possibile per alimentarsi in salute: vale a dire tre euro’. Aggiunge il professor Calabrese: ‘non è un mistero che ormai dai 3 al 6 milioni di cittadini non abbienti, soprattutto anziani e pensionati, si privino di cibi importanti per il buon funzionamento dell’organismo: lo fanno perchè pensano erroneamente che si possa vivere bene soltanto di carboidrati’. “Il progetto, messo in cantiere dal Piemonte – aggiunge Fierro - può rappresentare una contromisura semplice, ma efficace per combattere la malnutrizione arrivando alla fine del mese. Poco prima del debutto dell’iniziativa, fanno sapere dalla Regione, l’elenco dei negozi che proporranno la Social Diet verrà pubblicato su giornali e pieghevoli pubblicitari da distribuire nei negozi. Gli alimenti-capisaldo di questi menu sani, nutrienti ed economici? Latte, pollo, pesce azzurro e verdure (indispensabili sia per le vitamine sia per le fibre). In alternativa una porzione di formaggio fresco c di carne cruda, magari condita con olio e limone. Alimenti sani, insomma, quelli genuini della tradizione mediterranea, che alla fine costeranno più o meno come un toast consumato al bancone del bar”. .  
   
   
QUOTE LATTE: GLI ALLEVATORI EMILIANI ESIGONO IL RISPETTO DELLA LEGALITÀ  
 
 Bologna - - Il Decreto sulle quote latte è inaccettabile e iniquo perché penalizza i produttori che hanno seguito la legge e compiuto forti sacrifici economici per rispettarla. E’ questo il contenuto dell’incontro pubblico - promosso dalle Organizzazioni professionali agricole e cooperative regionali Cia, Confagricoltura, Fedagri e Legacoop Agroalimentare per Lunedì 2 marzo 2009 alle ore 10 presso i locali di Fiere Di Reggio Emilia in via Filangeri. Contemporaneamente è stato organizzato un presidio con trattori sul ponte di Calatrava sovrastante l’autostrada A1. Sono stati invitati gli Onorevoli Parlamentari eletti in Emilia Romagna e saranno presenti l’assessore provinciale all’Agricoltura di Reggio Emilia, Roberta Rivi e l’Assessore regionale Tiberio Rabboni. Nell’incontro pubblico verranno richieste modifiche sostanziali del Decreto legge all’esame del Parlamento. Il provvedimento è giudicato dalle organizzazioni “iniquo e non rispettoso dei produttori che in questi anni hanno sempre operato rispettando le regole e hanno a questo scopo investito ingenti risorse economiche per l’acquisto di quote” e non rispettoso di tutti i contribuenti italiani che hanno pagato e continueranno a pagare personalmente le multe che lo Stato non si è fatto rimborsare dagli “splafonatori storici”. Le rappresentanze agricole evidenziano peraltro come il Decreto non si è limitato a premiare i produttori che da decenni disapplicano la normativa delle quote latte, ma penalizza direttamente i produttori che hanno rispettato le regole e che per questo si sono indebitati o hanno limitato lo sviluppo e la competitività delle loro aziende. Si auspica che il confronto in atto nel Parlamento riesca, modificando il Decreto, a produrre una norma idonea a contemperare i legittimi interessi in gioco. In particolare: 1- accogliendo la richiesta di costituzione effettiva di un fondo con 500 milioni di euro destinato unicamente ai produttori che hanno acquistato quote; 2- evitando che l’accesso alla compensazione per il 2008/09 ai produttori non titolari di quota ed a quelli che abbiano superato il 100 per cento penalizzi gli altri e li costringa ad onerosi affitti di quota per rimanere nei limiti; con l’abrogazione della possibilità o comunque prevedendo per loro un livello successivo di priorità d’accesso; 3- modificando la priorità di assegnazione delle quote inserendo anche coloro che non hanno prodotto la quota B tagliata, gli affittuari di quota, togliendo la franchigia del 5%; e tutti questi, senza confusi compromessi, prima degli splafonatori; 4- prevedendo l’esplicita rinuncia preventiva alle azioni legali in corso da parte dei potenziali beneficiari dell’assegnazione di quote produttive per tramite della rateizzazione e comunque l’attribuzione delle quote solo successivamente al pagamento della prima rata in seguito alla richiesta di rateizzazione; 5- eliminando la figura del Commissario per la gestione delle attività previste con il Dl, che non è giustificato da nessuna situazione di urgenza, unita ad una maggiore rilevanza decisionale e un più diretto coinvolgimento, anche operativo delle Regioni, cui da sempre sono affidate le principali funzioni correlate all´applicazione del regime delle quote. Su queste richieste intendiamo sensibilizzare i parlamentari eletti nella nostra Regione affinché si adoperino per il loro recepimento nella fase di conversione in legge del Decreto. Nel rivolgerci agli Onorevoli Parlamentari non possiamo non cogliere l’occasione per riaffermare la drammatica situazione delle colture e dei redditi non assicurati e per richiedere il ripristino del finanziamento statale al fondo di solidarietà per il 2008 e per avviare la campagna 2009 permettendo la stipula di polizze assicurative multi o pluririschio. .  
   
   
VIABILITÀ/ENERGIA: INCONTRO RICCARDI-ORGANIZZAZIONI AGRICOLE FVG  
 
Udine - Gli espropri connessi alla realizzazione della terza corsia autostradale della A4 e dell´elettrodotto Terna da Redipuglia ad Udine Nord sono stati al centro dell´ incontro di ieri ad Udine, dell´assessore regionale alla Viabilità, Trasporti ed Energia, Riccardo Riccardi, ed i presidenti di Confagricoltura e della Confederazione italiana Agricoltori del Friuli Venezia Giulia, Giorgio Colutta ed Ennio Benedetti. Come già sviluppato sia per l´adeguamento della Villesse-gorizia che, in Veneto, per la bretella di Pianzano (Treviso), è volontà della presidente della Regione e commissario per l´emergenza sulla A4, Renzo Tondo, ha confermato Riccardi, andare ad un accordo che sia in grado di soddisfare le richieste che giungono soprattutto dal sistema agricolo, certamente il più penalizzato dalle grandi infrastrutture sul territorio. Un accordo, ha sottolineato l´assessore Riccardi, che "auspichiamo possa essere condiviso e sottoscritto da tutte le organizzazioni degli agricoltori, sia del Friuli Venezia Giulia che del Veneto, presentando ovviamente le stesse condizioni di esproprio al di qua e di là del Tagliamento". In merito invece all´elettrodotto Redipuglia-udine Ovest, Riccardi ha ricordato la recente nomina dell´ing. Claudio Barbesino quale tecnico a disposizione delle Amministrazioni comunali di Pavia di Udine, Mortegliano, Pozzuolo del Friuli e San Vito al Torre per consentire loro di esprimere un parere circostanziato rispetto alla proposta presentata da Terna per la realizzazione dell´elettrodotto da 380 chilovolt. L´ing. Barbesino, è stato sottolineato, dovrà in particolare dare indicazioni sull´effettiva necessità dell´infrastruttura, sulle modalità di realizzazione e sul tracciato: "in base alle sue valutazioni - ha rilevato l´assessore regionale - Comuni e Regione approfondiranno il tema ed esprimeranno i rispettivi orientamenti". La Regione, ha comunque ricordato Riccardi, è chiamata a sottoscrivere un´Intesa con lo Stato e, dunque, le proprie valutazioni risultano determinanti per la costruzione dell´elettrodotto. "Valutazioni che assumeremo in modo molto responsabile da un punto di vista ambientale e sotto il profilo del rischio a cui oggi il sistema produttivo e le utenze domestiche del Friuli Venezia Giulia sono già oggi sottoposte a causa di una rete elettrica regionale molto ´fragile´", ha osservato l´assessore. .  
   
   
LA TERZA EDIZIONE DELL´APPUNTAMENTO SULL´RF-ID, L´IDENTIFICAZIONE AUTOMATICA E LA TRACCIABILITÀ IN CONTEMPORANEA A CIBUS TEC IL PROSSIMO OTTOBRE  
 
 Milano - Con un´intesa che riconosce esplicitamente l´imprescindibilità di Trace-id come appuntamento centrale del mercato italiano dell´Rf-id, l´identificazione automatica e la tracciabilità, Data Collection e Fiere di Parma hanno concluso un accordo che prevede che la terza edizione dell´evento si terrà in contemporanea a Cibus Tec (27-30 ottobre). La manifestazione è tra le più importanti al mondo nel settore. Nella scorsa edizione (ottobre 2007) Cibus Tec ha ospitato 858 visitatori provenienti da 27 Paesi ed è stato visitato da 21. 762 persone provenienti da 105 Paesi. Trace-id si svolgerà il 28 e 29 ottobre in un padiglione dedicato del complesso fieristico, accessibile anche ai visitatori di Cibus Tec, e comprendente l´area espositiva e la sala convegni riservata. A loro volta, i partecipanti a Trace-id potranno visitare gratuitamente la rassegna fieristica. L´accordo tra Data Collection e Fiere di Parma prevede anche che Trace-id sarà arricchita dall´installazione “live” di una catena di identificazione e tracciabilità pienamente funzionale realizzata dall´Rf-id Lab del Prof. Antonio Rizzi dell´ateneo parmense. “Pensiamo, ha commentato Ernesto Salvioli, direttore di Data Collection - che, per Trace-id, la sinergia con Cibus Tec e la forte azione congiunta di marketing con Fiere di Parma che è parte integrante del nostro accordo, vadano nella direzione della massima efficienza nella nostra azione di costante stimolo del mercato. Per questo motivo Trace-id, rafforzando la propria già grande capacità di attrazione, è, in questo anno impegnativo, ancor più l´evento su cui puntare. ” Maggiori dettagli sull´evento sono disponibili all´indirizzo www. Trace-id. Eu, dove sono anche pubblicate le presentazioni relative alle scorse edizioni e i collegamenti ai video dei principali interventi, e dove è già possibile registrarsi gratuitamente per la partecipazione. .  
   
   
PRODUTTORI DI CASTAGNE: PROBLEMI E OPPORTUNIT INCONTRI SUL TERRITORIO PIEMONTESE PER ILLUSTRARE GLI INTERVENTI REGIONALI A SOSTEGNO DEL SETTORE  
 
 La Regione Piemonte, in collaborazione con le Province di Cuneo e Torino, organizza una serie di incontri sul territorio con i produttori di castagne per illustrare gli interventi messi a punto per il settore, interessato da una fase di pesante crisi. In allegato il calendario degli incontri, che inizieranno il 2 marzo a Bussoleno (To) e proseguiranno in varie località della Provincia di Cuneo (Manta, Ceva, Vicoforte M. Vì, Boves, Borgo S. Dalmazzo, Dronero) dal 4 al 16 marzo, per concludersi ancora nel torinese, a Settimo Vittone il 23 marzo. L’ultima campagna, a causa dell’andamento climatico sfavorevole, ha registrato un gravissimo calo produttivo, quasi azzerando la potenzialità produttiva dei castagneti. A questo si è aggiunto il danno provocato da malattie recentemente introdotte, in particolare il cinipide, rendendo ancor più gravosa la situazione delle aziende agricole di montagna. I principali interventi varati dalla Regione, raccordandosi con Province, organizzazioni agricole, e Comunità Montane, consistono in un bando per il finanziamento di lavori di manutenzione, pulizia e miglioramento dei castagneti da frutto, di alcune misure attivate sul Psr (Programma di Sviluppo Rurale) 2007/2013, nonché di un piano di lotta al cinipide e alle altre patologie del castagno. “La realtà dei nostri castagneti e la loro tutela – sottolinea l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – hanno una molteplice valenza per il territorio: non solo la salvaguardia delle attività agricole, in aree difficili che non consentono alternative, ma anche la difesa dell’ambiente e del paesaggio e una funzione preventiva dei dissesti idrogeologici, grazie alla presenza degli alberi in territori in forte pendenza. In questa fase di forte difficoltà per i castanicoltori, la Regione e gli altri enti del territorio non sono rimasti inerti: abbiamo attivato interventi di sostegno concreti che ci auguriamo possano contribuire a salvaguardare le prospettive di sostenibilità produttiva ed economica dell’attività e contrastare l’abbandono dei terreni nelle nostre montagne, tutelando agricoltori e famiglie. Abbiamo organizzato una serie di incontri nei territori interessati proprio per illustrare in dettaglio i provvedimenti. ” I produttori agricoli castanicoltori sono invitati a partecipare agli incontri, come da calendario: Problemi e opportunità per i produttori di castagne: iniziative della Regione Piemonte Calendario Incontri Per la Provincia di Torino gli incontri si terranno a: Bussoleno – Sala Consiliare del Comune – Via Traforo 62 lunedì 2 marzo 2009 alle ore 17. Settimo Vittone – Com. Montana Dora Baltea Canavesana – S. S. 26 n. 61 lunedì 23 marzo 2009 alle ore 17. Sono state invitate tutte le Comunità Montane della Provincia di Torino. Per la Provincia di Cuneo gli incontri si terranno a: Manta presso la sala riunioni del Creso in Via Falicetto, 10 mercoledì 4 marzo 2009 alle ore 17 per le Comunità Montane Valli Po, Bronda e Infernotto - Valle Varaita. Ceva presso la sede della Com. Montana in loc. San Bernardino, Via Case Rosse 1 lunedì 9 marzo 2009 alle ore 17 per le Comunità Montane Valli Mongia, Cevetta e Langa Cebana - Alta Val Tanaro - Alta Langa - Langa delle Valli Belbo, Bormida e Uzzone. Vicoforte M. Vi’ presso la sede della Com. Montana in via Mondovì P. Za 1D Mercoledì 11 marzo 2009 alle ore 17 Per la Comunità Montana Valli Monregalesi. Mentre per le Comunità Montane Bisalta - Valli Gesso e Vermenagna - Valle Stura - Valle Grana - Valle Maira gli incontri si terranno a: Boves - Auditorium Borelli – Piazza Borelli giovedì 12 marzo 2009 alle ore 17. Borgo San Dalmazzo - Sala Consigliare – P. Za Liberazione giovedì 12 marzo 2009 alle ore 20,30. Dronero – sala ex Tripoli, Via Roma lunedì 16 marzo 2009 alle ore 17. .  
   
   
PIEMONTE, EFFLUENTI ZOOTECNICI: AUTORIZZATI INTERVENTI URGENTI PER RISCHIO TRACIMAZIONI  
 
La Giunta Regionale ha approvato, su iniziativa dell’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco e dell’Assessore all’Ambiente e risorse idriche Nicola De Ruggiero, un’integrazione al Regolamento 10/R sull’utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici (liquami e letame), che permetterà di affrontare l’emergenza causata dalle eccezionali piogge e nevicate dei mesi scorsi, ovvero il rischio di tracimazione dalle vasche di stoccaggio. Gli eventi meteorologici di novembre e dicembre 2008 hanno infatti provocato, da un lato, un apporto straordinario di acqua nelle strutture di stoccaggio degli effluenti e, dall’altro, un’anticipazione e un prolungamento del periodo nel quale non è possibile distribuire i reflui in campo, a causa dell’innevamento e della saturazione idrica del terreno. Per prevenire rischi di tracimazione dalle vasche che potrebbero comportare impatti ambientali sulle acque sotterranee e superficiali, la Giunta ha autorizzato i Sindaci, in qualità di autorità sanitarie e di protezione civile, ad attuare interventi urgenti, disponendo il trasferimento dei liquami in eccesso presso altre aziende agricole, anche di altri Comuni, o presso impianti di depurazione civile. In caso di ulteriore necessità, i sindaci possono autorizzare in deroga la distribuzione in campo dei reflui – normalmente non prevista su suoli innevati o saturi d’acqua - purchè con particolari accorgimenti agronomici. Di questi provvedimenti l’assessore Taricco ha informato con una lettera Comuni, Province e organizzazioni agricole. La modifica al Regolamento 10/R prevede anche la proroga al 31 marzo 2009 dei termini per la presentazione del piano di adeguamento alle norme regionali in materia di gestione degli effluenti zootecnici, che le aziende sono tenute a presentare alle Province. “Si tratta di provvedimenti molto attesi dal mondo agricolo – afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – dettati innanzitutto dall’urgenza di contenere gli effetti delle eccezionali condizioni atmosferiche dei mesi passati. Con queste modifiche, diamo la possibilità agli imprenditori agricoli di gestire meglio lo stoccaggio dei reflui, e nello stesso tempo riduciamo i rischi di impatto ambientale derivanti da un’eventuale tracimazione non controllata. Il tema dei nitrati e di una loro corretta gestione dal punto di vista agronomico è all’attenzione della Giunta da anni: abbiamo adottato un regolamento rigoroso, che ci ha consentito di superare la procedura di infrazione comunitaria e che tuttavia cerchiamo di applicare tenendo conto delle esigenze delle aziende, che quotidianamente devono affrontare i problemi. ” .  
   
   
PESCA: MARANO LAGUNARE, BARCHE FERME E MERCATO CHIUSO PER PROTESTA  
 
Da venerdì, la flotta peschereccia di Marano Lagunare (Ud) resterà ferma in porto, a tempo indeterminato, e chiusura del mercato ittico locale. E’ quanto hanno deciso i pescatori maranesi, riuniti questo pomeriggio in assemblea, per manifestare lo stato di malessere del settore a seguito del sequestro, avvenuto nei giorni scorsi, di diverse imbarcazioni della piccola pesca, che in quest’area conta circa centoventi battelli. L’accusa mossa dalle forze dell’ordine agli armatori e di aver installato a bordo motori troppo potenti . “Stiamo parlando – afferma Daniele Squecco, presidente Federcoopesca-confcooperative Friuli Venezia Giulia di imbarcazioni di cinque o sei metri, quelle che dalle nostre parti si chiamano battele, che utilizzano strumenti da pesca altamente selettivi, artigianali e di antica tradizione. Non riusciamo proprio a capire l’accanimento nei confronti di questo comparto”. Una situazione che ha portato l’associazione a scrivere al ministro Luca Zaia e al direttore del settore pesca, Francesco Saverio Abate, per chiedere un intervento risolutivo. “Non è possibile – conclude Squecco- per i nostri pescatori uscire a lavorare e non sapere se si rientrerà in porto con la propria imbarcazione”. .  
   
   
FIRENZE: SICUREZZA ALIMENTARE: «RIVEDERE LA NORMA SUL COSTO DEI CONTROLLI» LA RICHIESTA IN UNA LETTERA INVIATA AL MINISTRO MAURIZIO SACCONI L´ASSESSORE ROSSI RACCOGLIE L´ALLARME DEGLI OPERATORI DELL´AGRICOLTURA  
 
Una completa revisione della norma, un “ripensamento comune” tra governo e Regioni, da realizzare con il coinvolgimento dei produttori e degli operatori del settore. Lo chiede l´assessore toscano per il diritto alla salute Enrico Rossi in una lettera al ministro del lavoro, salute e politiche sociali Maurizio Sacconi, in relazione al decreto legislativo 194/2008 che detta nuove norme sulle tariffe e il pagamento dei controlli ufficiali in materia di sicurezza alimentare. L´assessore ha inteso così raccogliere e farsi interprete delle forti preoccupazioni espresse in questi giorni dalle associazioni di categoria del comparto agricolo e zootecnico, che saranno bersaglio di un pesante aumento dei costi dei controlli sanitari. L´assessore Rossi aveva anche scritto nei giorni scorsi al presidente della Conferenza Stato-regioni Vasco Errani una lettera in cui sottolineava le preoccupazioni e i disagi degli operatori del settore e delle stesse Regioni, che denunciano anche forti difficoltà di applicazione del decreto. «Per mesi la Commissione salute della Stato-regioni ha lavorato in sede tecnica per concertare con il Ministero una bozza di decreto, in attuazione del regolamento europeo in materia – dice l´assessore Rossi – A luglio eravamo giunti a un testo condiviso. A ottobre il Ministero ha presentato un testo diverso e in seguito il governo, non riconoscendo una competenza regionale in materia, non ha accolto nel suo decreto nessuna delle proposte di modifica avanzate dalla Conferenza delle Regioni. Tanto lavoro per nulla. E adesso gli operatori temono di essere colpiti dai rincari in maniera insostenibile mentre l’applicazione della norma comporterà per le Asl un tale aggravio amministrativo che probabilmente vanificherà il ritorno economico, almeno in prima battuta». Per alcune tipologie produttive importanti come la carne e il latte sono state avanzate ipotesi sull´impatto economico del decreto del governo. I mattatoi di capacità limitata, ad esempio, tipici nella nostra regione e importanti per le produzioni zootecniche locali, passerebbero da un contributo attuale tra i 3. 000 e i 6. 000 euro all’anno ad una tassa oscillante tra i 20. 000 e i 28. 000 euro all’anno. I caseifici passerebbero dagli attuali 100 – 300 euro all’anno ad oltre 1000 euro all’anno, fino anche a 2000 euro. La proposta della Conferenza Stato-regioni prevedeva un sistema di finanziamento dei controlli ufficiali ripartito tra la fiscalità generale e il contributo da parte di alcuni operatori economici maggiormente interessati a particolari servizi. Al contrario il decreto legislativo del governo prevede un sistema di finanziamento a totale carico degli operatori del settore degli alimenti e dei mangimi, attraverso tasse da versare direttamente all’organo che esegue il controllo ufficiale. Ci sono poi altre difficoltà: la necessità del pagamento anticipato delle tariffe che prevede un calcolo dei costi talvolta impossibile a priori o comunque difficile; l’immediata applicabilità del decreto che non consente agli organi di controllo e alle Regioni un necessario tempo di adeguamento; la difficile interpretazione di alcuni articoli che si prestano ad essere applicati in modo difforme a livello nazionale; la condizione di svantaggio dei produttori italiani nel mercato europeo. «Ho anche proposto – conclude l´assessore Rossi nella sua veste di coordinatore nazionale degli assessori alla salute – che ciascuna Regione sottoponga al proprio Consiglio Regionale un testo normativo unitario, contenete le proposte di modifica non accolte ed altri eventuali correttivi». E´ in corso una verifica sulla fattibilità giuridica di questo percorso. .  
   
   
IN PREPARAZIONE MOSTRA SUI GELATIERI IN GERMANIA  
 
Il “Museo dell’Industria Zeche Hannover” di Bochum, nella regione tedesca della Westfalia, sta allestendo per la prossima estate una mostra dedicata ai gelatieri italiani, di cui i bellunesi rappresentano una delle componenti più significative. Si chiamerà “Freddo: ma con passione. I gelatieri italiani nel bacino della Ruhr”. L’iniziativa è stata presentata all’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona, che ha incontrato a Palazzo Balbi l’emissaria del museo, Anne Overbeck che insieme ad una accompagnatrice si trova da qualche settimana nel bellunese alla ricerca di testimonianze ed oggetti dei gelatieri, che hanno operato o operano tuttora nel bacino della Ruhr, come attrezzi, macchine, abbigliamento da lavoro, documenti e fotografie. L’esposizione sarà realizzata con la collaborazione dell’Uniteis, l’Associazione dei Gelatieri Artigianali Italiani in Germania. Lo scopo è quello di raccontare la storia dei gelatieri e del gelato artigianale italiano, presenti nella Ruhr già a partire dalla fine dell’800. L’assessore De Bona ha sottolineato la particolarità e l’importanza sul piano economico e sociale di questa forma di emigrazione e ha assicurato il sostegno della Regione all’iniziativa, tra cui un intervento di presentazione nel catalogo della mostra. Il museo industriale di Bochum è stato ricavato negli edifici della miniera Hannover, eretti nel 1857. .  
   
   
IL PICCOLO INGANNO DELLA FARFALLA BLU  
 
 Un team composto da ricercatori italiani e britannici ha scoperto che, all´interno delle colonie di formiche, le regine producono suoni tipici. Ancora più interessante è che una specie di larva, avvicinandosi alla sua metamorfosi in farfalla, è capace di ingannare le formiche operaie suoni imitando il verso delle regine, riuscendo così ad introdursi nella colonia lasciandosi accudire dalle ospiti. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Science. I ricercatori dell´università di Torino (Italia), del Centre for Ecology & Hydrology (Regno Unito) e dell´università di Oxford (Regno Unito) hanno scoperto una tattica ingegnosa impiegata da un gruppo di larve nel loro percorso di metamorfosi in farfalla. Le larve della farfalla blu (Maculinea rebeli) si introducono nella colonia di formiche adottando un "trucchetto" per ingannare le operaie. Ciò avviene nonostante le formiche vivano secondo un organizzazione sociale complessa con sviluppatissimi sistemi di comunicazione, e siano accanite nel difendere la propria colonia. Una volta entrate, le larve acquistano il 98% del loro peso finale all´interno della colonia, prima di trasformarsi in pupe e poi in farfalle tra gli 11 e 23 mesi dopo, ha raccontato il team che ha condotto la ricerca. "Una ricerca precedente aveva mostrato che i parassiti sociali come le larve della farfalla blu, simulavano le sostanze chimiche prodotte dalla specie ospite per introdursi nella sua colonia," ha spiegato la dott. Ssa Francesca Barbero dell´università di Torino, autrice capo dello studio. "La nostra ricerca mostra che il ruolo del suono nello scambio di informazioni all´interno della colonia è stato fortemente sottovalutato, e che l´imitazione acustica rappresenta un´altra potenziale via di introduzione per le 10. 000 specie di parassiti sociali che sfruttano le colonie di formiche. " I ricercatori hanno prodotto un microfono speciale e usato registrazioni per riprodurre i versi delle larve di farfalla blu all´interno dei nidi delle formiche operaie ospiti. Sulla base dei risultati, una volta che la larva intrusa ottiene accesso ed è accettata da un membro della società ospite, l´imitazione del verso della formica adulta (e in particolare quello della regina), offre alla larva la spinta necessaria per salire sulla scala sociale e assicurarsi una delle posizioni più alte nella gerarchia della colonia. "I nostri esperimenti hanno mostrato che in risposta ai suoni prodotti dalle larve, le formiche operaie le proteggevano adottando un comportamento simile a quello riservato alle regine," ha detto il coautore dott. Karsten Schönrogge del Centre for Ecology and Hydrology. "L´uso di questi segnali tipici rafforza lo stato sociale superiore sia delle formiche regine che delle larve di farfalla blu. Avere uno stato sociale più alto è di importanza vitale in caso di mancanza di cibo. " Il professor Jeremy Thomas, attualmente all´università di Oxford, nel passato ha condotto uno studio che ha mostrato che nelle colonie di formiche, in caso di un fattore di disturbo, le operaie cercano di salvare le larve piuttosto che proteggere la propria prole. Lo studio ha anche scoperto che se il cibo scarseggia, le operaie non esitano di uccidere la propria prole e nutrirne il parassita sociale. "Questo studio è l´ultimo pezzo di un puzzle per capire come le larve di farfalla blu riescono ad avere la meglio sulle larve di formiche ospiti," ha fatto notare il prof. Thomas. "Le nuove scoperte avranno un ruolo centrale nella progettazione di una efficace strategia di conservazione su base scientifica per questa specie affascinante," ha aggiunto. "Una tale strategia dev´essere basata su una comprensione precisa delle interazioni profonde tra la farfalla e la sua formica ospite. " La Maculinea rebeli è sulla lista delle specie in pericolo di estinzione a causa dei cambiamenti nel suo habitat. Secondo i ricercatori, la farfalla si trova ormai soltanto nei prati di alcune regioni di montagna europee, dove un tipo particolare di formiche coabita con le piante di genziana necessarie per le giovani larve. Per ulteriori informazioni, visitare: Science: http://www. Sciencemag. Org/ Centre for Ecology and Hydrology: http://www. Ceh. Ac. Uk/ .  
   
   
PARTNERSHIP APOFRUIT- G.F GROUP PER IL BIOLOGICO IN EUROPA  
 
Nuova partnership nel mondo dei prodotti da agricoltura biologica con l’obiettivo di mettere a punto una strategia di promozione e diffusione dei prodotti Almaverde Bio a livello europeo - Un’operazione da 1,2 milioni di euro che si pone come punto di riferimento per altri operatori del settore Gf Group (Holding della famiglia Orsero, uno dei maggiori operatori europei nel settore ortofrutticolo e della logistica) ha acquisito, attraverso la sub holding Fruttital Distribuzione Holding, il 9% delle quote di Canova Srl, società del Gruppo Apofruit (grande cooperativa di produzione ortofrutticola) che opera nel settore del biologico ed è partner di riferimento di Almaverde Bio, marchio agroalimentare biologico leader in Italia. Si tratta di un’operazione da 1,2 milioni di euro (Canova è stata quindi valutata 13,3 milioni di euro) che ha come obiettivo l’attuazione di una strategia di promozione e diffusione dell’ortofrutta da agricoltura biologica a livello europeo. L’accordo tra i due gruppi prevede anche che passi a Canova la maggioranza del capitale della società Vivobio di Firenze (già di Gf Group e della Famiglia Maestrelli), altra azienda specializzata nel settore dell’ortofrutta biologica che nel 2008 in Toscana ha realizzato un fatturato di 4,5 milioni di euro. La società Canova nel 2008 ha commercializzato 23. 500 tonnellate di ortofrutta fresca per un fatturato di 42 milioni di euro (+5% sul 2007). Dopo questa acquisizione la società si pone come obiettivo per il 2009 la realizzazione di un fatturato che superi i 50 milioni di euro per affermare la propria leadership anche in Europa. «Questo accordo -spiega Renzo Piraccini, Direttore Generale del Gruppo Apofruit- è finalizzato a stimolare lo sviluppo internazionale di Canova e a consolidare la notorietà della marca Almaverde Bio presso i consumatori europei. Il raggiungimento di tale obiettivo sarà perseguibile anche grazie al partner Gf Group, che contribuirà con le importanti conoscenze già acquisite e sperimentate nel mercato europeo. Questa partnership – puntualizza Piraccini – vuole essere l’avvio di un processo di sviluppo del biologico aperto ad ulteriori aggregazioni e sinergie. Nell’attuale complessa situazione economica e finanziaria ci poniamo come riferimento solido ed attrattivo per gli operatori del comparto che condividano le nostre strategie di promozione e commercializzazione del biologico in Europa». «Collaboriamo da tempo con il Gruppo Apofruit sul piano commerciale -afferma Antonio Orsero, Presidente di Gf Group- e con questa partnership puntiamo aad entrare sul mercato del biologico attraverso una porta principale, cioè il distributore Canova, già leader nel segmento e concessionario di un marchio forte ed affermato, Almaverde Bio. Il nostro ingresso sarà strategico anche per i nostri investimenti in produzione, in particolare per quanto concerne l’origine Argentina e Costa Rica con riferimento a prodotti come banane, pere e mele». Obiettivo dichiarato della società è di diventare il punto di riferimento europeo per un settore che, nonostante lo sviluppo costante, rimane una nicchia (in Europa rappresenta circa il 2% del settore alimentare) e di proporsi alle catene di distribuzione europee come il gestore principale di questa categoria. Un interlocutore capace di offrire competenza, serietà, specializzazione e una marca conosciuta, Almaverde Bio, che garantisce e rassicura il consumatore. Chi E’ Apofruit Italia Apofruit Italia conta 4. 300 soci, 11 stabilimenti e 6 centri di ritiro, lavora annualmente 250 mila tonnellate di prodotto conferito dai soci, ha un fatturato consolidato di 230 milioni di euro e un patrimonio netto di 60 milioni di euro. Attualmente dà lavoro a 160 dipendenti fissi e 2400 stagionali. Negli ultimi tre anni ha investito 24,6 milioni di euro in strutture e nuove tecnologie. Chi E’ Gf Group Gf Group è un Gruppo internazionale con sede ad Albenga che opera in diversi settori. Relativamente al settore ortofrutticolo il Gruppo è operativo sia nei campi della produzione ed esportazione di frutta con società in Argentina, Cile, Centro America, Africa, Spagna e Portogallo, sia nell’ importazione e distribuzione di frutta fresca e ortaggi attraverso una fitta rete di centri distributivi dislocati in tutto il Bacino del Mediterraneo e particolarmente in Italia, Francia Spagna, Portogallo e Grecia. Gf Group opera inoltre nei settori della terminalistica portuale in Italia, Francia e Spagna, trasporti marittimi e terrestri, servizi ed immobiliare. Con un fatturato consolidato di 1. 250 milioni di Euro e più di 2. 350 addetti, il Gruppo è in costante espansione in tutti i settori operativi. .  
   
   
SLOW FISH 2009: LA QUARTA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE DEDICATA AL MONDO ITTICO A GENOVA DAL 17 AL 20 APRILE  
 
Torna dal 17 al 20 aprile 2009 Slow Fish, organizzato da Slow Food e Regione Liguria, con il sostegno di Città di Genova, Provincia di Genova, Fondazione Carige, Camera di Commercio di Genova, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La manifestazione internazionale a cadenza biennale totalmente dedicata al mondo ittico e alle sue problematiche, giunta alla quarta edizione, quest’anno è allestita in uno spazio dal grande fascino: il nuovo padiglione della Fiera di Genova affacciato direttamente sul mare e progettato dall’architetto Jean Nouvel. A Slow Fish, attraverso convegni, incontri, laboratori e degustazioni si parla di produzione ittica sostenibile e consumo responsabile relativamente al mare e agli ecosistemi acquatici. Il Mediterraneo, mare su cui si affaccia Genova, è uno spazio geografico che porta con sé un’identità forte, in cui diverse culture si incontrano e si confrontano. Per questo Slow Fish è un’importante occasione di dibattito sul futuro di un settore che coinvolge 18 nazioni, appartenenti all’Ue e non, soprattutto alla luce delle nuove norme più restrittive sulla pesca che entreranno in vigore nel 2010 per i Paesi Comunitari che si affacciano sul Mediterraneo. Centrale più che mai in tutti gli eventi targati Slow Food è il ruolo giocato dall’educazione del gusto. Ecco allora che le buone pratiche da adottare per aiutare il Mediterraneo a vivere diventano il leitmotiv della manifestazione. In questa prospettiva, la novità dell’edizione 2009 è il personal shopper, un esperto che accompagna tra i banchi del mercato i visitatori durante l’acquisto del pesce per scoprire l’immensa varietà dell’universo ittico e per dare rilievo a quelle specie che, magari poco conosciute, sono buonissime in cucina. La didattica della manifestazione continua con L’alice nel mare delle meraviglie, uno spazio dove si impara a riconoscere e scegliere il pesce attraverso un programma creato ad hoc per le scolaresche, e Gusto o sbagliato, un percorso alla scoperta dei 5 sensi dedicato ai più piccoli. Mentre i due laboratori Pensa che mensa sono organizzati per far incontrare e discutere gli esperti del settore e gli operatori sui temi più scottanti riguardanti il pesce nella ristorazione collettiva. Ritorna poi la campagna Mangiamoli giusti: apprendere le regole per l’acquisto e il consumo consapevoli e intelligenti dei prodotti ittici. Sempre ricca è la sezione espositiva e commerciale di Slow Fish. Non poteva dunque mancare il mercato, luogo in cui trasmettere conoscenze e indicazioni applicabili per la spesa di tutti i giorni. Qui è possibile trovare pesce fresco e conservato, olio, spezie, sale, alghe e derivati. Agli espositori, italiani ed esteri, è stato richiesto di non utilizzare conservanti e aromi artificiali e di non vendere tonno rosso, pesce spada, anguilla e salmone, tutte specie a serio rischio d’estinzione. Sempre all’interno del mercato si trovano i Presìdi del mare (19 italiani e 11 internazionali) e 10 comunità del cibo, esempi concreti di come i pescatori possano vivere in sintonia con il proprio territorio preservando la fauna ittica e valorizzando il proprio lavoro tramite l’offerta di un pescato buono, fresco di giornata, assieme a trasformati di qualità. A Slow Fish i momenti d’informazione e approfondimento sono affrontati nei Laboratori dell’acqua, mentre tornano, come in tutte le manifestazioni Slow Food, le degustazioni guidate dei Laboratori del Gusto. Ma la cultura si fa anche a tavola, ecco dunque l’Enoteca dove poter assaggiare i vini che si sposano al meglio con i piatti a base di pesce e le Osterie del mare, le Isole del Gusto e le Cucine di strada, per esperienze nuove alla scoperta delle specialità gastronomiche dei più svariati territori. .  
   
   
BREAKFEST, A PERUGIA DAL 19 AL 22 MARZO 2009  
 
L’evento dedicato al risveglio sceglie l’arrivo della Primavera per rilanciare la prima colazione e tutte le buone abitudini che fanno cominciare al meglio la giornata. E’ il primo e unico appuntamento in Italia che mette al centro il rito del risveglio, inteso come momento fondamentale, capace di influenzare tutte le altre attività della giornata. Breakfest, in programma a Perugia a ridosso dell’equinozio di Primavera, momento di risveglio per eccellenza della Natura, vuole far riscoprire il piacere di una salutare prima colazione, dall’ineguagliabile valore nutrizionale ma anche emotivo e relazionale, per poi toccare a uno a uno tutti gli usi e le abitudini che permettono di iniziare ogni giorno con sprint, energia e benessere. Numerosi studi dimostrano che la prima colazione all’italiana, composta da una bevanda calda (tè, latte, caffelatte o cappuccino), un prodotto da forno (biscotti, fette biscottate, pane o torta) e un frutto di stagione, consumata con calma da tutta la famiglia riunita, è un gesto d’amore verso se stessi e verso i propri cari che riempie di positività l’intera giornata, soprattutto se in casa ci sono dei bambini. Con una prima colazione equilibrata, che fornisce all’organismo il corretto apporto di glucosio, migliorano, infatti, umore, attenzione e memoria. Lo provano importanti ricerche scientifiche come quella condotta dalla Ulm University, in Germania e dalla Tafts University, negli Stati Uniti o, ancora, lo studio del Telethon Institute for Child Health Research di Perth, Australia, ha scoperto che i teenager che consumano al mattino un primo pasto bilanciato sono meno soggetti ad ansia e stress. L’abitudine a consumare regolarmente la prima colazione, inoltre, dimezza il rischio di obesità nei bambini (Millennium Cohort Study, University of London) e aiuta a ridurre il peso corporeo negli adulti (American Journal of Epidemiology), perché consente di distribuire meglio l’apporto calorico quotidiano. Insomma, fare colazione fa bene. Meglio, se si tratta di una prima colazione all’italiana: il pasto tipico d’inizio giornata che si consuma nel Belpaese fornisce, infatti, 300-500 calorie, pari al 20-25% del fabbisogno energetico quotidiano ed il corretto apporto di nutrienti. Tuttavia, solo il 79,2% degli italiani (dati Istat 2008) fa una colazione adeguata in termini nutrizionali e la metà di loro dedica al primo pasto della giornata meno di 10 minuti, per mancanza di tempo o di appetito. L’obiettivo di Breakfest – evento ideato ed organizzato dall’Agenzia di Comunicazione Sedicieventi (nata dalla pluriennale esperienza di Eurochocolate), con il patrocinio del Comune di Perugia e la main sponsorship di Mulino Bianco- è di far riscoprire l’importanza di questa “coccola” mattutina, accompagnata da quei piccoli piaceri e buone abitudini che risvegliano i sensi, il corpo e l’anima. Per questo, Breakfest ha in programma originali e divertenti percorsi didattici interattivi, mostre, seminari e incontri con gli esperti, degustazioni, letture guidate e animazioni a tema per grandi e piccini. Breakfest sarà l’occasione ideale per la presentazione ufficiale dei risultati di un sondaggio sulle abitudini degli italiani a colazione, a cui seguirà un forum di discussione sul tema “Alimentazione e salute”, con un focus particolare sull’importanza della prima colazione, alla presenza di esperti e studiosi internazionali. Per conoscere meglio le caratteristiche e le quantità ideali da consumare dei principali alimenti, Mulino Bianco porta in piazza la cosiddetta Piramide alimentare che, dalla base al vertice, indica quali e quanti elementi nutrizionali assumere per una corretta alimentazione. Grazie alla collaborazione con l’Istituto Europeo di Design, tutti gli oggetti che scandiscono il risveglio saranno protagonisti di esposizioni che, attraverso innovativi progetti di design, ne ripercorrono l’evoluzione e gli usi. Infine, la singolare rassegna Tic Tac del risveglio scandisce il tempo attraverso le più originali sveglie e radiosveglie dell’ultimo secolo, in esposizione nella sede del Centro Galeazzo Alessi di Perugia. Il Teatro del Risveglio Entrando nello storico Teatro Pavone, nel cuore di Perugia, si potrà partire per un viaggio virtuale alla scoperta delle prime colazioni nel resto del mondo. In corrispondenza con il risveglio in ciascun continente, infatti, il teatro ospita suoni, immagini e sapori del risveglio in ogni continente, con la possibilità anche di gustare un’ottima prima colazione, scegliendo tra il buffet “all’italiana” e quello internazionale. Sempre all’interno del Teatro del Risveglio il letto è protagonista di coinvolgenti appuntamenti per grandi e piccini come Letto a Castello, dove un originale letto a castello, accoglierà teneramente tutti i visitatori desiderosi di ascoltare le letture e la rassegna stampa del mattino. Non mancheranno percorsi didattici e degustazioni guidate per adulti e bambini, che sotto la guida degli esperti, potranno imparare tutte le regole per una giusta colazione. Uno spazio particolare Breakfest lo riserva a due grandi protagonisti della colazione all’italiana: il tè ed il caffè. Il prestigioso Hotel Brufani di Perugia ospiterà Festeaval, rassegna di degustazioni guidate delle più svariate tipologie di tè e dei differenti rituali tradizionali, dall’Europa fino al medio all’estremo Oriente. Maestro di cerimonia l’appassionata esperta di tè Monica Meschini. Al caffé, invece, saranno dedicate mostre e degustazioni guidate nell’ambito di Chicche di caffè, per i moltissimi estimatori che il caffè ha in tutto il mondo a cui Breakfest, in collaborazione con Cafféè, offre l’opportunità di conoscerne le caratteristiche e i segreti per un’ottima preparazione. .  
   
   
BIOFACH 2009: SALONE MONDIALE DEI PRODOTTI BIOLOGICI. AL BRUT DI BARONE PIZZINI L’UNICO ORO ASSEGNATO NELLA CATEGORIA “SPARKLING”.  
 
La viticoltura biologica cresce: 521 vini in gara da 13 paesi Tripletta di medaglie per Barone Pizzini che nel ventesimo compleanno del Biofach di Norimberga, il più grande salone mondiale dei prodotti provenienti da coltivazione biologica certificata, è stata premiata con due ori e un argento per i suoi migliori vini bio prodotti in Franciacorta e nella tenuta Barone Pizzini dei Poderi di Ghiaccioforte in Maremma Toscana. Con il Franciacorta Docg Brut Barone Pizzini ha vinto l’unico oro attribuito alle bollicine, medaglia d’oro anche per l’Estatatura, argento per il San Carlo, il più nobile rosso di Franciacorta: un successo importante per la storica azienda franciacortina che nelle edizioni precedenti si è già distinta per la qualità dei suoi vini ottenendo alcune menzioni speciali, e che quest’anno per la prima volta conquista un medagliere che premia gli sforzi e gli investimenti intrapresi dall’azienda già dieci anni fa, riconoscendone i risultati a livello mondiale. Oltre al successo riscosso dalla Franciacorta, prestigiose Menzioni Speciali sono state attribuite anche alle bottiglie provenienti dalle altre tenute di proprietà di Barone Pizzini: al Palmento – Primitivo del Salento Igt (Tenuta del Barco), al Pievalta – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc (Tenuta Pievalta) e infine al Morellino di Scansano Doc (Tenuta Poderi di Ghiaccioforte). Al concorso internazionale del vino biologico di Norimberga, in programma dal 19 al 22 febbraio 2009, hanno partecipato ben 521 vini da 13 paesi, l’Italia in testa con 152 vini, seguita dalla Germania con 130 etichette e dalla Spagna con 102, mentre la Francia ha portato 57 bottiglie e l’Austria 44. Una giuria di esperti rappresentanti 9 paesi e appartenenti al mondo dell’enologia, del commercio specializzato, della viticoltura e tecnica cantiniera, sommelier e giornalisti di settore, ha degustato e valutato i vini secondo un rigido sistema appositamente elaborato e basato su un numero definito di parametri tra cui l’aspetto, l’aroma e il gusto, l’origine e la tipicità. Nel 2008 si sono riuniti a Norimberga oltre 340 espositori di vino da 23 nazioni e quest’anno si prevede un incremento del 10%, segno che il biologico è un settore in forte crescita, sempre più apprezzato dagli esperti ma soprattutto ricercato da wine-lovers e consumatori. A fronte di tale scenario Barone Pizzini si pone come una delle aziende vitivinicole pioniere in Italia nella scelta di produrre secondo i metodi della viticoltura biologica come presupposto per una qualità superiore, garanzia di integrità e ricchezza della materia prima e di tipicità del vino, anticipando quella che ormai è una tendenza ben radicata nel Paese che vanta una delle superfici coltivate a biologico più estesa a livello mondiale. I vini Barone Pizzini sono stati premiati al termine della cerimonia di inaugurazione del Biofach 2009, nell’ambito della visita guidata ufficiale per gli operatori, i visitatori possono degustarli e apprezzarne il gusto e la qualità che li contraddistingue nella Vinoteca, l’area degustazione della fiera. Barone Pizzini: viticoltori d’ambiente Nata nel 1870 dall’omonima famiglia nobiliare, Barone Pizzini è una delle più antiche aziende vitivinicole della Franciacorta. La metà degli anni ‘90 segna l’avvio della sperimentazione della viticoltura biologica, sul modello di grandi cantine francesi, fuoriclasse del panorama internazionale che da sempre li applicano. “Viticoltura biologica” significa che in campagna, per la difesa e il nutrimento delle piante, si usano solo sostanze che si trovano in natura o che l’uomo può ottenere con processi semplici. Niente elaborazione chimica o manipolazione genetica, niente Ogm, fertilizzanti o pesticidi chimici di sintesi con un impegno che continua poi in cantina. Tutte le Tenute in Franciacorta, Toscana, Marche e Puglia, che hanno in comune il marchio Barone Pizzini e che sono concentrate esclusivamente sulla produzione di uva da agricoltura biologica e sulla vinificazione, hanno investito complessivamente più di 20 milioni di euro. Sono 150 gli ettari gestiti per una produzione che, a regime, sfiorerà 1 milione di bottiglie. Alla produzione del vino si aggiunge il progetto Eleiva per la produzione di olio extra-vergine d’oliva: una ventina di ettari di uliveti in Toscana, a Scansano, per produrre un’edizione limitata di bottiglie da selezionate cultivar. Le aziende agricole contraddistinte dal marchio “Barone Pizzini” fanno parte di un ambizioso progetto imprenditoriale vitivinicolo, i cui confini, estesi oltre la Franciacorta ad altri territori italiani vocati, disegnano un “rete” italiana del vino di qualità. Con oltre 13 milioni di netto patrimoniale, il Gruppo, coordinato tramite una apposita società che garantisce gli indirizzi strategici e affidato ad un management giovane e motivato, raccoglie i soci fondatori del progetto ai quali si sono affiancati dipendenti e collaboratori, tutti accomunati dalla passione per il vino, dall’amore per la propria terra e dal desiderio di una sfida volta a coniugare sviluppo ed ambiente in una moderna impresa del territorio. Il Borgo Barone Pizzini, sede storica dell’azienda, comprende oggi il Ristorante Santa Giulia, il Museo Agricolo, l’Osteria Wine Shop “La Licenza” e quattro camere per un soggiorno di charme tra le colline vitate di Franciacorta e la Riserva Naturale delle Torbiere. Nel Borgo sono in corso i lavori di riadattamento della vecchia sede per accogliere iniziative enoturistiche, culturali e servizi di ospitalità. .