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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Luglio 2010
TONNO PINNE AZZURE, NATURALMENTE  
 
Alcuni scienziati finanziati dall´Ue hanno ottenuto uova di tonni pinne azzurre senza induzione ormonale. Non era mai successo in una struttura di acquacoltura, lontano dall´habitat naturale per la deposizione delle uova di questi pesci. Il risultato è parte del progetto Selfdott ("From capture based to self-sustained aquaculture and domestication of bluefin tuna, Thunnus thynnus"), che ha ricevuto 2,98 Mio Eur nell´ambito del Tema "Alimentazione, agricoltura e pesca e biotecnologia" del Settimo programma quadro (7? Pq) dell´Ue. Questo è il secondo anno consecutivo nel quale il team di Selfdott ha deposto le uova di tonno pinne azzurre presso la struttura del Centro oceanografico di Murcia in Spagna, parte dell´Istituto spagnolo di oceanografia. A differenza di altre occasioni, però, non è stato necessario che gli scienziati inducessero la deposizione delle uova con impianti ormonali perchè è avvenuta spontaneamente. Il team attribuisce questo risultato alla capacità del tonno di adattarsi dopo oltre tre anni di addomesticazione all´allevamento sperimentale. Sono state prodotte in totale 10 milioni di uova vitali in un solo giorno, ospitate in due strutture gestite dall´azienda che partecipa al progetto Caladeros del Mediterráneo in Spagna. Le uova deposte in modo naturale rappresentano un notevole passo avanti per l´acquacoltura, un termine che si riferisce al processo di allevamento di pesci e altri prodotti naturali legati all´acqua in ambienti controllati rispetto alla loro cattura nell´oceano o nel mare (cioè la pesca di cattura). La capacità di produrre uova di tonni pinne azzurre da soggetti in cattività significa che è possibile una produzione indipendente di questa specie senza dover contare su razze naturali in pericolo. L´acquacoltura rappresenta una delle soluzioni più promettenti della società contro la diminuzione delle fonti alimentari causate dalla crescita della popolazione, dall´inquinamento e dai danni ambientali tra le altre cause. Infatti, l´Organizzazione per l´alimentazione e l´agricoltura delle Nazioni Unite (Fao) stima che 63 milioni di tonnellate di prodotti acquatici sono stati prodotti dal settore dell´acquacoltura mondiale nel 2005 (per un valore di quasi 50 miliardi Eur); significativamente oltre 1 milione di tonnellate prodotte nel 1950. La Fao stima inoltre che un quarto dei circa 41 milioni di persone che lavorano nel settore della pesca sono impiegati presso allevamenti ittici. Il team del progetto Selfdott userà queste uova vitali per studiare lo sviluppo embrionico e larvale per la produzione di avannotti (piccoli). Durante l´ultima stagione di allevamento di larve, i ricercatori hanno condotto diversi esperimenti per raccogliere informazioni sulle condizioni di temperatura, fotoperiodo, idrodinamica e cibo più adatti per ottenere sopravvivenza indici di crescita alti. L´ultimo piccolo sopravvissuto pesava 30 grammi, ha raggiunto una lunghezza di 14 centimetri ed è sopravvissuto per 73 giorni. Gli scienziati sperano di migliorare questo parametro durante la prossima stagione. Nell´ambito del progetto, sperano anche di sviluppare mangimi adatti per lo sviluppo dei tonni pinne azzurre, il che potrebbe ridurre o persino eliminare la pratica di importazione di pesce crudo e mangimi da parte del settore. Entro la conclusione del progetto, prevista per ottobre 2010, i partner hanno anche intenzione di produrre un protocollo per l´allevamento su scala commerciale di tonni pinne azzurre. Il consorzio Selfdott è rappresentato da 13 enti governativi, istituti di ricerca e organizzazioni industriali provenienti da Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Malta, Norvegia e Spagna. Per maggiori informazioni, visitare: Instituto Español de Oceanografía (Ieo) http://www.Ieo.es/inicial.htm  Fao (Food and Agricultural Organization of the United Nations): http://www.Fao.org/    
   
   
OGM: «L´UE HA ACCOLTO LE RAGIONI DELLA TOSCANA»  
 
Ogm: la Toscana è pronta. L´assessore regionale all´agricoltura, Gianni Salvadori, ha portato ieri in Consiglio Regionale il preliminare della nuova proposta di legge che daràseguito alle nuove direttive provenienti dalla Commissione Europea. «La Toscana è da sempre all´avanguardia su questo tema – sottolinea l´assessore Salvadori – e la Commissione Ue sembra ora recepire proprio i punti fondamentali che abbiamo portato avanti per anni insieme alla rete delle Regione europee anti Ogm. Fra questi c´era proprio il principio di sussidiarietà, ossia la regolamentazione della materia a livello locale, volta a garantire le tipicità e le peculiarità del territorio». La Toscana è stata la prima in Italia e fra le prime in E uropa, con la legge n.53 del 2000, a vietare la coltivazione degli organismi geneticamente modificati sul territorio regionale. «La legge – ricorda l´assessore – fu emanata per difendere la salute dei cittadini, in base al principio di precauzione, e per tutelare il territorio toscano da possibili contaminazioni che avrebbero messo in pericolo la qualità e la tipicitàdelle nostre produzioni autoctone di qualità. Da subito inoltre la Toscana si è attivata e ha lavorato in questi anni, con grande coerenza, per la creazione di una rete di regioni europee Ogm free. Il primo nucleo fu creato già nel 2003. Oggi le regioni che aderiscono alla rete sono 51 in 8 stati europei e la Toscana fa parte della vicepresidenza della Rete, dopo essere stata per anni capofila. I punti fondamentali della battaglia che abbiamo portato avanti con la Commissione Ue si sono basati –continua l´assessore – non certo su una contrarietàaprioristica all´innovazione e alla ricerca, ma sul principio di precauzione, sul diritto alla libera scellta e alla sussidiarietà, al principio “chi inquina paga”. Insomma – conclude Salvadori – abbiamo sempre detto che la Toscana intende promuovere la qualità e la tipicità dei prodotti del territorio e oggi la Commissione Ue accoglie questi principi. Noi siamo intenzionati ad andare avanti, con coerenza e determinazione, su questa strada e per questo ho già portato in Consiglio regionale il preliminare della nuova propoista di legge. Non appena da Bruxelles arriveranno le nuove direttive, delle quali non è ancora disponibile il testo, saremo pronti anche noi con il nostro nuovo articolato.»  
   
   
AGRICOLTURA BIOLOGICA, PRESENTATI I DATI DEL 2009  
 
L’italia mantiene il primato in Europa per numero di operatori certificati impegnati nella filiera dell’agricoltura biologica e resta leader europeo per ettari di superficie coltivati secondo il metodo biologico, con esclusione dei boschi e pascoli, dove il primato va alla Spagna. E’ quanto emerge dagli ultimi dati, riferiti al 31 dicembre 2009, forniti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dagli Organismi di controllo sulla base delle elaborazioni del Sinab (Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica). La superficie interessata, interamente convertita ad agricoltura biologica oppure in conversione, risulta pari a 1.106.684 ettari, con un aumento rispetto all’anno precedente circa del 10,4%: tra i prodotti più coltivati i cereali, la frutta, gli agrumi; un’ampia percentuale è rappresentata da foraggi, prati e pascoli. Seguono le superfici dedicate all’olivocultura e alla viticoltura. Gli operatori del settore sono 48.509; tra questi, ad esempio, sono 40.462 i produttori esclusivi, 2.564 le aziende che effettuano sia attività di produzione che di trasformazione; 56 importatori esclusivi; 204 importatori che effettuano anche attività di produzione o trasformazione. Rispetto ai dati riferiti al 2008 si rileva una riduzione complessiva del 2,3%, e sono soprattutto i produttori a risentire di un calo, mentre i trasformatori che operano in regime di agricoltura biologica continuano a crescere (+3.5%). Le regioni con la maggiore presenza di aziende agricole biologiche sono la Sicilia, Calabria e Puglia; alle regioni del sud spetta anche il primato per superfici agricole condotte secondo il metodo biologico (Sicilia, Puglia e Basilicata); l’Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia, vanta invece il maggior numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore. “Bisogna fare ancora di più per sostenere le imprese agricole biologiche, che si impegnano in un settore che fa della qualità, per i prodotti e per l’ambiente, il suo asse portante”, ha detto il ministro Galan nel commentare i dati. “Per favorire la conversione di nuove aziende verso il biologico, in accordo con le Regioni, abbiamo rimosso una serie di ostacoli che fino ad oggi hanno reso difficile o poco conveniente per gli operatori l’accesso agli aiuti previsti dai Programmi di sviluppo rurale”. Il Ministero dell’agricoltura è da tempo impegnato nello sviluppo del settore, con l’obiettivo di favorire quanto più possibile l’accesso delle imprese agricole ad un mercato in forte espansione e rispondere così alle richieste dei consumatori; ne sta quindi supportando la promozione, anche attraverso la semplificazione amministrativa, per ridurre gli adempimenti burocratici a carico delle aziende biologiche.  
   
   
UMBRIA: IN CORSO ACCERTAMENTI ANALITICI SU “MOZZARELLE BLUASTRE” DI PRODUZIONE ITALIANA  
 
Perugia – Sono in corso da parte dell’Istituto Zooprofilattico Umbria-marche accertamenti analitici su mozzarelle, commercializzate in Umbria e prodotte in Italia, che hanno presentato una colorazione bluastra. Lo rende noto la Direzione sanità e servizi sociali della Regione Umbria. Le ricerche per identificare le cause della trasformazione di colore sono state avviate dopo che due cittadini hanno segnalato al Servizio Veterinario dell’Asl di Terni, che le mozzarelle utilizzate per preparazioni gastronomiche e mantenute in frigorifero, avevano mostrato un colore tendente al bluastro. Contemporaneamente agli accertamenti analitici in corso, i Servizi Veterinari dell’Asl hanno adottato provvedimenti di sequestro delle confezioni di mozzarelle in commercio, mentre la Ditta produttrice ha avviato il ritiro dal mercato del prodotto stesso. Di recente, in casi analoghi riguardanti mozzarelle di produzione tedesca, è stata accertata la presenza di “pseudomonas fluorescens”, un germe di origine ambientale che si ritiene non determini condizioni di rischio per il consumatore. Le autorità sanitarie competenti stanno accertando se nella produzione delle mozzarelle, siano stati utilizzati ingredienti provenienti dallo stabilimento tedesco coinvolto nelle precedenti recenti segnalazioni.  
   
   
BASILICATA, LEADER; DE FILIPPO: SOSTENERE ECONOMIA DEI TERRITORI “LE RISORSE DISPONIBILI VANNO RESE IMMEDIATAMENTE PRODUTTIVE. SPERIAMO DI POTERLO FARE PRESTO ANCHE CON I FAS, SE IL GOVERNO FARÀ IL RIPARTO”  
 
 “In una congiuntura come quella attuale bisogna fare ogni sforzo per sostenere l’economia dei territori. Per questo bisogna liberare quante più risorse disponibili, avviare tutte le iniziative progettate, cantierare tutti gli interventi e, in quest’ottica, i 52 milioni di investimenti, di cui 39 milioni di finanziamenti pubblici, che l’approvazione delle graduatorie dei Gal e Psl mobilitano potranno dare forza ai processi di sviluppo dell’economia rurale”. Il Presidente della Regione Vito De Filippo commenta così l’approvazione delle graduatorie del programma Leader da parte della giunta. “Le risorse disponibili – aggiunge – sono sempre di meno, ma quelle che ci sono vanno rese immediatamente produttive. Cosa che speriamo di fare anche con i Fas per i quali attendiamo oramai da troppo tempo che il Governo proceda al riparto”.  
   
   
VARATE IN BASILICATA GRADUATORIE LEADER: 52 MILIONI ALLO SVILUPPO RURALE OTTO I PROGRAMMI APPROVATI E FINANZIATI (PER 39 MILIONI CON FONDI PUBBLICI E 13 CON FONDI PRIVATI), UNO PER OGNI AREA DELLA REGIONE  
 
La Giunta regionale di Basilicata, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Vilma Mazzocco, ha approvato il 14 luglio la graduatoria dei Gal (Gruppi di azione locale) e dei Psl (Piani di Sviluppo Locale) nell’ambito del programma Leader del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013. Otto le iniziative selezionate, una per ciascuna delle aree di riferimento individuate, per un totale di 38 milioni 885mila euro di contributo pubblico, a cui si andranno a sommare 13 milioni 333mila euro di cofinanziamento privato. A rientrare nella graduatoria sono stati il Gal “Sviluppo Vulture Alto Bradano” (comprensorio Vulture-alto Bradano ha ottenuto 5 milioni 897mila euro di contributo pubblico); il Gal “La Cittadella del sapere” (Lagonegrese, Alto Sinni, Pollino e Sarmento ha ottenuto 5 milioni 863mila euro); il Gal “Le Macine” (Medio Basento, avrà 5 milioni 136mila euro); il Gal “Akiris” (Alto e Medio Agri e Alto Sauro, ottiene 4 milioni 873mila euro); il Gal “Basento Camastra” (Alto Basento e Camastra, avrà 4 milioni 474mila euro); il Gal “Csr Marmo Melandro” (Marmo Melandro, ottiene 4.339mila euro); il Gal Cosvel (Basso Sinni e Metapontino, con 4 milioni 166mila euro di contributo pubblico) e il Gal “Bradanica” (Area Bradanica, con 4 milioni e 135mila euro). I Gal che avevano candidato proprie proposte erano 9 (due dei quali insistevano sulla stessa area del Lagonegrese, Alto Sinni, Pollino, Sarmento), ma se la valutazione sull’ammissibilità dei progetti ha visto passare tutte le candidature, la valutazione dei progetti ha sancito la non finanziabilità di uno dei due interventi ricadenti nella stessa area, in rispondenza a quanto previsto dal Piano di Sviluppo Rurale secondo il quale può essere finanziato solo un Gal per ciascuna delle aree. I fondi attribuiti a ciascun progetto sono, per l’80 per cento, frutto delle attribuzioni alle diverse aree di riferimento, e per il restante 20 per cento premialità per la qualità progettuale dell’intervento. I diversi punteggi ottenuti nella valutazione dei Piani hanno così portato ad una diversa attribuzione della quota premiale che varia dal milione e 56mila euro del primo ai 912mila euro dell’ultimo intervento finanziato. La quota premiale dovrà essere utilizzata per strategie di sviluppo locale, cooperazione e gestione dei Gal e dei piani di sviluppo locale. L’approvazione delle graduatorie conclude una lunga attesa partita a ottobre 2008 con l’approvazione del bando e con la conseguente riapertura dei termini, a maggio 2009, per la presentazione delle proposte progettuali.  
   
   
BIODIVERSITÀ: VENERDÌ 16 LUGLIO CONVEGNO A VILLA FABRI DI TREVI  
 
Perugia – Le tematiche legate alla biodiversità e alle trasformazioni sostenibili del paesaggio saranno al centro di un convegno in programma venerdì 16 luglio (a partire dalle ore 9), a Villa Fabri di Trevi, sede dell’Osservatorio Regionale sulla Biodiversità e il Paesaggio Rurale. L’incontro – dal titolo “La conservazione della natura nel governo del territorio – rientra in un programma più ampio della Regione Umbria che annovera una lunga serie di iniziative sperimentali sul versante della ricerca che hanno prodotto un patrimonio molto avanzato di conoscenze e di procedure legislative che costituiscono ormai un esempio a livello nazionale e internazionale. Nel corso della giornata – spiegano gli organizzatori - saranno affrontati vari argomenti: tra cui, in primo piano, il ruolo che le Regioni dovranno avere nei prossimi mesi per la definizione della strategia nazionale per la Biodiversità da sviluppare nei prossimi anni per la sua concreta attuazione sul territorio. La prima parte della giornata sarà dedicata proprio a una serie di interventi che prima sottolineano il complesso percorso di governo del territorio intrapreso dalla Regione Umbria, e poi restituiscono il quadro delle iniziative nazionali sulla tutela della biodiversità”. Nel pomeriggio è prevista una tavola rotonda durante la quale sarà presentato il volume “Biodiversità, consumo del suolo e reti ecologiche. La conservazione della natura nel governo del territorio”. Introdurrà i lavori del convegno l’assessore alle Politiche Agricole ed Agroalimentari della Regione Umbria, Fernanda Cecchini. Interverranno il direttore regionale, Ernesta Maria Ranieri, Anna Maria Maggiore del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Franco Ferroni, del Wwf Italia. A partire dalle ore 12 si parlerà di “Trasformazioni urbane, Biodiversità e Reti Ecologiche”. Ne discutono Alberto Clementi, dell’Università degli Studi “G. D’annunzio” di Chieti-pescara, Edoardo Biondi, dell’Università Politecnica delle Marche, Sergio Malcevschi, dell’Università degli Studi di Pavia. Coordina i lavori, Paolo Papa, Responsabile del Servizio Aree Protette - Regione Umbria.  
   
   
ALBANIA, STUDIO ITALIANO SU POTENZIALE BIOMASSE  
 
La facoltà di Agraria dell´Università di Bologna ha completato con successo il progetto Bio-alba, finalizzato a identificare il potenziale economico e l´impatto tecnologico del ciclo delle biomasse in Albania. Il progetto è stato finanziato dal Cei Know-how Exchange Programme (Kep) e dal Cei Trust Fund presso la Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, sostenuto dall´Italia. Lo studio ha analizzato la fattibilità di un piccolo impianto pilota per la combustione diretta di biomasse derivanti dai prodotti agricoli, come a esempio gli scarti solidi della produzione di olio d´oliva, giungendo alla conclusione che l´investimento in sistemi energetici integrati attraverso l´utilizzo intensivo delle biomasse in Albania sarebbe altamente efficiente. Il progetto aveva anche lo scopo di accrescere la consapevolezza del potenziale di questo settore in termini di miglioramento dell´economia e degli standard di vita delle comunità locali tra le istituzioni e i governanti. Il progetto ha anche permesso lo scambio di ricercatori e attività di formazione.  
   
   
MAXIEMENDAMENTO ALLA FINANZIARIA, STEFANO: UNO SCHIAFFO AL MONDO AGRICOLO  
 
“Il maxiemendamento presentato al Senato sulla manovra finanziaria e sul quale è stato chiesto il voto di fiducia rappresenta l’ennesimo schiaffo all’Agricoltura italiana”. Lo rende noto l’Assessore regionale alle Risorse Agricole della Puglia Dario Stefàno. "La manovra, infatti, che necessariamente si ripercuoterà anche sul settore agricolo in maniera pesantissima – continua Stefàno – oltre a chiedere un sacrificio enorme alle Regioni, non lascia intravedere alcuna traccia di provvedimenti in favore del mondo agricolo, fatta eccezione per questa scandalosissima vicenda delle “quote latte” che è un’offesa agli agricoltori onesti che operano nel rispetto delle regole nazionali e comunitarie”. “Nel testo – prosegue l’Assessore – non c’è traccia della proroga alle agevolazioni contributive per le zone svantaggiate e di montagna, né della moratoria sulle procedure esecutive Inps, come pure non compare alcunché in merito alle agevolazioni sul gasolio. Tutti provvedimenti e necessità, abbondantemente ed unanimemente reclamati dall’intero mondo agricolo. Al rammarico di questa realtà dei fatti, peraltro, si associa il dispiacere di aver visto nostri conterranei che sono alla guida di importanti organismi parlamentari, disinteressarsi delle vicende vere del mondo agricolo, per porsi piuttosto a paladini di battaglie che investono altri territori, nonostante quelle battaglie siano state chiaramente ritenute insostenibili anche da un punto di vista della legittimità da parte dell’Unione Europea”.  
   
   
PARMACOTTO TRA I PROTAGONISTI DELL’INIZIATIVA “IL GELATO NEL PIATTO CON PARMIGIANO REGGIANO & PROSCIUTTO DI PARMA”  
 
La qualità dei prodotti Parmacotto abbinata al gelato per un’inedita e singolare ricetta Il Gruppo Parmacotto – tra le principali aziende italiane nel settore dei salumi – sarà tra i protagonisti de “Il Gelato nel piatto con Parmigiano Reggiano & Prosciutto di Parma”, l’esclusiva iniziativa - promossa dal magazine on-line Informacibo - pensata per esaltare i prodotti della nostra migliore tradizione agroalimentare e valorizzare la ristorazione italiana nel mondo. Alla speciale “sei giorni del gelato”, che si svolgerà in 100 tra i più famosi ristoranti in Italia e all’estero, dal 20 al 25 luglio, Parmacotto parteciperà con la Salumeria Rosi Parmacotto di New York e la Salumeria Rosi Parmacotto di Parma, le due “boutique del gusto”, ovvero i ristoranti esclusivi e glamour con due anime: un’area dedicata alla degustazione di prelibatezze culinarie Made in Italy e una parte dedicata alla vendita di salumi, formaggi e piatti pronti. Per la speciale occasione, lo chef della “Salumeria Rosi Parmacotto” di New York, Cesare Casella, ha ideato e creato all’insegna della maestria che lo contraddistingue una ricetta inedita “Semifreddo al Parmigiano Reggiano con croccante di Prosciutto di Parma e insalata di melone dell’Isola Lunga” che sarà declinata e personalizzata dall’equipe di chef della Salumeria Rosi Parmacotto di Parma in “Torrette di semifreddo al parmigiano reggiano con croccante di prosciutto di Parma e melone” per il nostro Paese. Sfiziosa e gustosa, l’originale ricetta che vede l’abbinamento insolito del gelato al Prosciutto di Parma firmato Parmacotto e al Parmiggiano-reggiano verrà inserita per tutta la durata dell’iniziativa nei menu dei due ristoranti di Ny e Parma per celebrare le eccellenze e il gusto della cucina italiana.  
   
   
CON PREGEL E VICENZI LA DOLCEZZA HA UNA DOPPIA CONSISTENZA: NASCE IL NUOVO ARABESCHI GRISBÌ ALLA CREMA LIMONE  
 
In occasione dell’estate 2010, Pregel – azienda di Reggio Emilia leader mondiale nella produzione di basi e preparati per gelati – avvia una nuova e prestigiosa partnership con Vicenzi, azienda veronese specializzata nei prodotti di pasticceria industriale, per la realizzazione di un gusto molto originale che conquisterà i palati più raffinati. È la novità Pregel dell’estate 2010. È Arabeschi Grisbì Crema Limone, un’irresistibile proposta nata dall’incontro tra il know how nel mondo della gelateria dell’azienda di Reggio Emilia e Grisbì, il pasticcino ripieno targato Vicenzi, che da anni simboleggia “Il piacere di tutti i piaceri”. La nuova proposta Pregel (www.Pregel.com) , disponibile nelle migliori gelaterie e pasticcerie, nasce da uno stuzzicante mix tra la friabilità della frolla e la cremosità del ripieno Grisbì fatta a gelato. Sensazioni uniche avvolgeranno i palati nella riscoperta di uno dei biscotti di maggior successo del gruppo Vicenzi, riproposto in un nuovo arabesco ricco di granelle, ideale per creare originali specialità in gelateria o pasticceria. Per la realizzazione del nuovo gusto Pregel è stato scelto Grisbì Crema di Limone, variante che richiama i sapori freschi dell’estate grazie al moderno e irresistibile profumo di agrumi. Un mix di gusti e consistenze diverse, che trova la sua naturale applicazione nella versione Arabeschi, ricca di granella. “La partnership con Vicenzi – ha dichiarato Manuel Sirgiovanni, direttore marketing Pregel – è sicuramente coerente con la nostra strategia di sviluppo, attraverso la quale puntiamo a legarci ad aziende leader nel proprio settore di produzione, che offrono prodotti di qualità e amati dal grande pubblico, come Grisbì. Una preziosa occasione di visibilità per noi, ma anche un modo per comunicare al consumatore la versatilità di un prodotto come il gelato, che può legarsi a sapori diversi e a nuove consistenze, offrendo sempre e comunque massima garanzia di risultato”. Il gelato artigianale dimostra quindi il suo dinamismo e si conferma una soluzione ideale 24h su 24. Le numerose proposte studiate dai laboratori di Ricerca & Sviluppo Pregel si adattano, infatti, ad ogni momento della giornata: da una fresca colazione con Gelato della Salute con Beneo ad un’originale merenda con Arabeschi Grisbì alla Crema Limone, fino ad uno sfizioso aperitivo con il gelato al Prosecco Valdo, il gelato Mojito e il gelato Caipiroska.  
   
   
VILLA FRANCIACORTA DIAMANT PAS DOSÈ: LA PUREZZA DELLA MATERIA PRIMA  
 
Oggi, più di ieri, si sente parlare di bollicine Pas Dosè. Forse una nuova moda o semplicemente un segno del cambiamento del gusto dei consumatori. La ricerca di bollicine poco dosate è in forte aumento negli ultimi anni e di fatto la tipologia Pas Dosè rappresenta perfettamente questa tendenza. Infatti, non subendo aggiunta di liqueur d’expédition dopo la sboccatura ma semplicemente il rabbocco con altro vino, altro non è che un Franciacorta di ineguagliabile purezza. Nato alla fine degli anni Novanta dalla rivisitazione di una storica bollicina della collezione Villa, l’extra brut, quando l’azienda pensò di ricercare un gusto che potesse esaltare il più possibile la purezza del vino stesso, della materia prima e non da ultimo i cru di proprietà dalla quale provenivano le uve. Il primo passo fu pertanto l’abbassamento, o meglio, la scomparsa dello sciroppo di dosaggio e un affinamento prolungato sui lieviti. Il risultato di tale operazione fu un gusto, così unico per stile, piacevolezza ed armonia che riscontrò tra i consumatori un consenso talmente alto da portare l’azienda dopo pochi anni alla sostituzione totale dell’extra brut con il nuovo nato Pas Dosè. Cuore e anima della cantina questa bollicina rappresenta da sempre la punta di diamante della collezione Villa, non a caso il nome che gli fu conferito dalla nascita con il millesimo 1999. Per tutti da quel momento fu semplicemente “Diamant”. Ottenuto da uve Chardonnay (85%) e Pinot Nero (15%) questo vino affina dapprima parzialmente in piccoli carati francesi in legno di rovere di Allier per oltre sei mesi e in seguito alla messa in bottiglia riposa per altri quattro anni sui lieviti. Una lenta maturazione sur lie che conferisce al prodotto emozionanti note organolettiche. L’occhio viene subito catturato da cristalline sfumature dorate. Al naso si sprigionano profumi fragranti, fruttati e leggere spezie dolci. Al gusto è schietto, deciso, signorile e allo stesso tempo fresco ed armonioso. Il millesimo 2004, quello commercializzato attualmente dalla maison, si racconta sicuramente in un crescendo di sensazioni. Nonostante l’evoluzione data da questi sei anni dalla vendemmia si presenta giovane, fresco e allo stesso tempo complesso. Questa bollicina millesimata col tempo avrà certamente ancora molto da raccontare. Per il momento questa è la storia di un Pas Dosè che ha rappresentato dal primo istante l’elegante anima della collezione firmata Villa.  
   
   
NASCE “PROGETTO CHIANTI” PER VALORIZZARE IL VINO DALLA COMPARTECIPAZIONE FRA IL CONSORZIO E LA FIDI TOSCANA  
 
Si chiama “Progetto Chianti srl” ed è una nuova società nata dalla compartecipazione fra la Fidi Toscana Spa, la finanziaria della Regione Toscana, e il Consorzio del Vino Chianti. E´ un nuovo strumento a sostegno delle aziende in una delle produzioni, quella del vino Chianti, che rappresenta un fiore all´occhiello, conosciuto in tutto il mondo, dell´agricoltura Toscana. La nuova società, di cui è stato giàfirmato dai legali rappresentanti dei due enti, l´atto costitutivo, è stata illustrata oggi durante una conferenza stampa tenuta dall´assessore regionale all´agricoltura, Gianni Salvadori, dal presidente del Consorzio del vino Chianti, Nunzio Capurso, e dal presidente di Fidi Toscana, Paolo Rafanelli. Lo scopo principale della nuova società è quello di porsi come punto d´incontro fra i produttori d el vino Chianti e i vari operatori della filiera per il miglioramento qualititativo e distributivo del Chianti Docg. «L´obiettivo della Regione Toscana – sottolinea l´assessore Salvadori – è quello di offrire ai produttori toscani tutti gli strumenti per qualificare ancora di più uno dei prodotti d´eccellenza del territorio, quale il vino Chianti, sostenere le imprese e favorire i processi di aggregazione, dare impulso a meccanismi che rendano piùrazionale il processo distributivo e garantire la maggiore visibilità al prodotto toscano di qualità. Un modo per aiutare le imprese a fronteggiare la crisi e la concorrenza favorendo processi che garantiscano ai produttori il giusto riconoscimento e ai consumatori, in Toscana e fuori, la riconoscibilità della qualità toscana.» A “Progetto Chianti” potranno associarsi aziende produttrici e distributrici del territorio. La società avr& agrave; compiti di intervento a largo raggio a favore delle aziende. Dal supporto tecnico amministrativo e anche di tipo finanziario, ai disciplinari con standard di eccellenza, alla produzione di regolamenti e uso di marchi distintivi, al controllo e certificazione del prodotto, alla promozione, alla regolazione dell´immissione del prodotto sul mercato. «La Regione – sottolinea ancora l´assessore –mette a disposizione delle aziende una struttura d´eccellenza come Fidi Toscana e le aziende si impegnano in questo modo a fare sistema, rispettando non solo i disciplinari che saranno approvati dal Consiglio di amministrazione, ma anche i prezzi che verranno determinati e i termini che verranno stabiliti. Consentiranno inoltre l´accesso alle aziende per tutte le verifiche che si renderanno necessarie alla certificazione della qualità del prodotto. Le aziende distributrici si impegnano a garantire l´acquisto di determinati quantitativ i di prodotto e rispettare prezzi, uso dei marchi, denominazioni, regolamenti e quant´altro sarà necessario. Crediamo – osserva Salvadori - che questo sia un modo nuovo e dinamico di offrire alle imprese toscane tutto il supporto che ègiusto offrire loro con la garanzia che il vino Chianti continui a portare con sé il valore aggiunto della qualità e del legame con il territorio della Toscana.» Il Consorzio del Vino Chianti raccoglie in Toscana 2650 aziende, con circa 600 mila ettolitri di vino prodotto. La zona di produzione si estende nelle province di Firenze, Arezzo, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. «Quando parliamo di Chianti parliamo di Toscana e quando parliamo di Toscana parliamo di Chiani. E questo vale nel mondo. Dobbiamo essere consapevoli che questo è un legame inscindibile e che questa è una cosa che molti ci invidiano. La Regione Toscana, consapevole che attaccare il Chia nti vuol dire attaccare la Toscana, farà di tutto per difendere questo grande patrimonio e sarà a fianco del Consorzio per tutelare il Chianti da tutti gli attacchi che ha subìto e che probabilmente subìrà ancora. Noi non abbiamo e non vogliamo avere dubbio alcuno sulla qualità del nostro Chianti. » Infine Salvadori si è soffermato sulla «grande fiducia che ho riscontrato fra gli imprenditori nonostante la crisi.» « Come Regione dobbiamo –ha concluso rispondere a questo segnale di fiducia che le imprese ci stanno trasmettendo. Lo facciamo oggi, lo faremo accelerando al massimo tutti i provvedimenti nei prossimi mesi.» Per Fidi Toscana ha preso la parola il presidente Paolo Rafanelli che si è soffermato in particolare sul ruolo della Fidi Toscana nella nuova società, non solo per il ruolo di consulente alle imprese che la finanziaria regionale potrà &n bsp; esercitare ma anche per favorire l´accesso al credito e la maggiore patrimonializzazione delle imprese.