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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Gennaio 2015
IMU SUI TERRENI AGRICOLI: SI È MESSA UNA “TOPPA” AD UN CLAMOROSO ERRORE, MA PERSISTONO PECCHE CHE NECESSITANO DI UNA REVISIONE COMPLESSIVA DEI CRITERI  
 
Bologna – La Cia Emilia Romagna "prende atto" della decisione odierna del Governo che, a seguito dell’impegno dei ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dell’Economia Pier Carlo Padoan, ha rivisto i criteri per l’esenzione dall’Imu dei terreni montani, abrogando la classificazione su base altimetrica stabilita dal contestato decreto ministeriale di fine anno. “Siamo lieti che sia stata fatta maggiore chiarezza – precisa una nota della Confederazione emiliano romagnola - ma resta il fatto che aziende agricole, operando in una vasta area del Paese, continuano ad essere caricate di un onere fiscale che non si possono permettere. Riteniamo fortemente iniquo gravare di ulteriori balzelli aziende in difficoltà che hanno, tra l´altro, il grande merito di operare per la difesa del paesaggio ed essere spesso anche l´unico bastione contro il dissesto idrogeologico. Inoltre -prosegue la nota - anche i nuovi criteri inseriti nel Decreto Legge provocano disparità di trattamento fra imprese che operano con le identiche condizioni produttive, nello specifico dei territori di pianura compresi in comuni classificati Istat come parzialmente montani o meno”. “Continuiamo a ritenere l’Imu sui terreni di un’impresa agricola una imposta ‘patrimoniale’ ingiusta e sbagliata nel concetto che, in assenza di alternativa, deve essere stabilita rivedendo interamente le norme che danno diritto alla esenzione o alla sua quantificazione – osserva ancora la Cia - utilizzando parametri legati alla reale possibilità dei terreni di generare reddito e quindi al loro valore da attività agricola oltreché al beneficio sul mantenimento del territorio su cui insistono”. “Infine - e questa è una doppia beffa per gli agricoltori che devono comunque pagare - parte delle risorse per la copertura finanziaria del provvedimento sono sottratte al ‘pacchetto agricolo’”.  
   
   
EXPO: CON ´WORLD ACADEMY´ CULTURA MONDIALE  
 
Milano - "Un´intesa che conferma l´impegno di Regione Lombardia ad arricchire l´offerta culturale sul territorio e a realizzare quest´attività durante il semestre di Expo". L´ha detto l´assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomie Cristina Cappellini, commentando l´accordo di collaborazione tra Regione e Accademia di Belle Arti di Brera. A siglarlo, su delega del presidente Roberto Maroni, l´assessore regionale e il presidente dell´Accademia Marco Galateri di Genola. Una Galleria A Cielo Aperto - Cuore dell´accordo il ´World Academy Project for Expo 2015´, ovvero l´installazione, a gruppi di 25, di 100 stampe di grande formato, realizzate da altrettanti artisti provenienti da Paesi aderenti a Expo, in piazza Città di Lombardia. "La nostra piazza - ha sottolineato l´assessore Cappellini - confermerà la sua vocazione anche culturale con una galleria a cielo aperto che cambierà la sua offerta ogni sessanta giorni, ma sempre nel segno dell´arte come alimento per nutrire il pianeta". Valorizzazione Dei Tesori Lombardi - "L´intesa con l´Accademia di Belle Arti di Brera - ha spiegato l´assessore - è una dimostrazione di quella virtuosa sinergia tra diverse realtà per promuovere l´Expo, l´offerta culturale sul territori e i giovani talenti in ogni ambito espressivo investendo sul loro processo di crescita personale e professionale". "Attraverso questa sinergia - ha continuato - valorizzeremo Milano e altri luoghi della Lombardia grazie a una serie di eventi che realizzeremo congiuntamente, facendo conoscere meglio i beni artistici e naturali, di cui è ricca la Lombardia". Occasione Per I Nostri Studenti - "La collaborazione con la Regione - ha spiegato il presidente dell´Accademia Marco Galateri di Genola - sarà una vetrina per artisti da tutto il mondo, ma anche la possibilità per i nostri oltre 4.000 studenti di vivere Expo in prima fila e di raccontarlo con i linguaggi dell´arte". Uniti Anche Da Collaborazione Con Vinci - "Voglio ricordare - ha detto l´assessore Cappellini - che anche l´Accademia di Brera collabora, come Regione, con il Comune di Vinci, da cui arriverà, in piazza Città di Lombardia, il ´Cavallo di Leonardo´. Brera e Vinci collaborano nel progetto ´Rinascimento e Rinascita. Dall´uomo vitruviano di Leonardo da Vinci al Terzo al Paradiso di Michelangelo Pistoletto´". Insieme Anche Per Il Dopo Expo - "Regione Lombardia e Accademia di Brera - ha concluso l´assessore Cappellini - aprono, in prospettiva Expo, una virtuosa stagione di collaborazione, che li vedrà uniti nel promuovere i linguaggi e la ricerca dell´arte contemporanea, a sostenere i giovani di talento e a far scoprire al mondo, ma anche agli stessi cittadini lombardi, il nostro immenso patrimonio culturale".  
   
   
BOLZANO: TERRENI AGRICOLI, NIENTE CONTRIBUTI UE SE NON VI È PRODUZIONE  
 
Chi dispone di grandi appezzamenti di terreni agricoli senza sfruttarli per attività produttive, non avrà più accesso a contributi dell´Unione Europea. La pratica speculativa, che veniva esercitata anche in Alto Adige, è stata bocciata da una sentenza del Tar del Lazio. Soddisfatto l´assessore all´agricoltura Arnold Schuler. "Questo pronunciamento definitivo - sottolinea Schuler - è positivo in quanto pone fine ad una pratica che se da un lato non era illegale, dall´altro lato trasmetteva però un messaggio assolutamente sbagliato sul mondo dell´agricoltura". La sentenza del Tar del Lazio è figlia di un procedimento giudiziario che nasce da lontano, e che riguardava anche la nostra Provincia. Grandi aziende agricole, infatti, erano arrivate anche in Alto Adige alla ricerca di malghe, e tutto questo ad un unico scopo: aumentare gli ettari di terreno agricolo "gestiti" all´unico scopo di far crescere a dismisura i contributi provenienti dall´Unione Europea. Un fenomeno che non portava a nessun tipo di attività produttiva, ma che si poteva ridurre a pura e semplice speculazione: a tutto vantaggio sia delle aziende agricole, sia dei proprietari delle malghe. L´agenzia per le erogazioni in agricoltura della Ue (Agea) aveva già bloccato con una circolare il pagamento dei premi europei a partire dal 1° gennaio 2014, ma un ricorso da parte di un gruppo di aziende aveva rinviato ogni decisione in materia. Oggi (28 gennaio) è dunque arrivata la sentenza del Tar del Lazio che pone dirime la questione e che di fatto mette la parola fine agli accordi tra proprietari e imprese agricole per lo sfruttamento improduttivo dei terreni al solo scopo di ottenere finanziamenti europei.  
   
   
MELA DI VALTELLINA: ACCREDITARLA COME GRANDE PRODOTTO REGIONALE  
 
Sondrio - "L´obiettivo è arrivare ad accreditare la mela di Valtellina come uno dei grandi prodotti della Lombardia. Con le risorse della programmazione per sostenere la promozione territoriale e l´internazionalizzazione". Lo ha detto a Sondrio, l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, incontrando operatori del territorio e rappresentanti del consorzio ´Melavì´ sulle difficoltà del comparto frutticolo. L´incontro nasce dalle sollecitazioni sulla situazione del settore, raccolte in occasione della tappa, a Sondrio, del ´Lombardia Expo Tour´, l´11 gennaio scorso. Presenti il vice presidente della Provincia di Sondrio Christian Borromini, il presidente del Consorzio Gianluigi Quagelli e, per la Camera di Commercio, Marco Bonat e Alberto Marsetti. Mercato Non Remunera Produttori - "Abbiamo individuato sei criticità del comparto, su cui intervenire in tempi rapidi - ha detto Fava -. Regione Lombardia si è resa disponibile a mettere a disposizione le risorse della programmazione sul versante della promozione territoriale come su quello dell´internazionalizzazione. C´è un problema legato al mercato, che non è in grado di remunerare in modo adeguato la produzione di mele. Ogni sforzo va fatto nella direzione di accreditare la mela di Valtellina come uno dei grandi prodotti della Lombardia; oggi ci troviamo a fare i conti con alcune scadenze anche molto ravvicinate, una delle quali è Expo, a cui si aggiunge la programmazione sui piani territoriali, le cosiddette ´azioni leader´, attraverso i Gal". Proposte Dal Territorio - "Su questo percorso siamo disponibili ad aiutare a sostenere la produzione di mele - ha osservato Fava -, ma aspettiamo proposte concrete in tempi rapidissimi, perché il tempo stringe. Senza questa valorizzazione del prodotto difficilmente ci sarà la possibilità di avere una prospettiva per il comparto". "Il sostegno pubblico c´è, se ci sono i progetti - ha aggiunto l´assessore -: le mele possono avere, ad esempio, un ruolo dentro il palinsesto di iniziative in programma al padiglione Lombardia di Expo. Con i nuovi bandi saranno disponibili i fondi per la promozione dei prodotti. Per la Valtellina, in termini di promozione territoriale, la quota oscilla tra i 5 e 6 milioni di euro. Parte di questi potrebbero essere destinati alle mele". Situazione Mercato E Competitività - I produttori sono alle prese con un vero e proprio crollo dei prezzi a fronte di una annata produttiva buona. Alle difficoltà di mercato si aggiungono, inoltre, la mancanza di visibilità del prodotto a livello locale e la necessità di instaurare un rapporto differente con la ristorazione locale. Persiste, infine, la disparità nel confronto con l´avversario trentino, che, storicamente, ha sempre speso in misura sostanziosa per promozione e comunicazione. Il 40 per cento dei volumi di prodotto vanno all´export, numeri in crescita su diversi mercati: un percorso necessario, per compensare la stagnazione dei consumi sul mercato interno.  
   
   
PIU’ VICINA LA IGP OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA DELLE MARCHE .  
 
 Via Libera all’iter finale per la Indicazione geografica protetta all’Olio extravergine d’oliva delle Marche, dopo la riunione di pubblico accertamento tenuta lunedì ad Ancona e presieduta dall’assessore all’Agricoltura, Maura Malaspina. L’incontro ha visto la partecipazione dei funzionari del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per l’espletamento della “procedura di pubblico accertamento”, finalizzata alla validazione del Disciplinare di produzione allegato alla richiesta di registrazione dell’Igp “Olio extravergine d’oliva delle Marche”, avanzata dal Consorzio Marche Extravergine nel 2013. All’iniziativa hanno preso parte circa cento persone, tra olivicoltori, frantoiani e loro associazioni, sindaci e portatori d’interesse. Dopo una valutazione preliminare, effettuata congiuntamente da Ministero e Regione, il Consorzio ha provveduto a integrare la domanda soprattutto per quanto concerne la dimostrazione della reputazione e le caratteristiche del prodotto, l’uso consolidato della denominazione “Marche” e il processo produttivo. L’assessore ha sottolineato, durante il suo intervento, l’interesse della Regione e dell’Assessorato all’Agricoltura alla rapida approvazione del Disciplinare e della prima Igp dell’Olio Extravergine delle Marche. Ha anche ricordato come la Giunta regionale abbia già espresso parere favorevole lo scorso novembre. “Sono felice che questa riunione di pubblico accertamento si sia conclusa positivamente – ha detto Malaspina - ora, il Ministero potrà pubblicare il disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale e, trascorsi 30 giorni senza che vi siano state opposizioni ricevibili, invia il dossier alla Commissione Europea per la valutazione finale”. L’assessore ha anche ricordato che una richiesta di registrazione di Denominazione di origine protetta su scala regionale è già stata respinta dall’Unione europea per la disomogeneità dell’ambiente pedoclimatico e degli oli ottenuti. Rendendosi cosi obbligata la scelta di percorrere la strada della Igp, considerato come lo strumento di tutela maggiormente idoneo in relazione alla realtà produttiva marchigiana. Relativamente alla denominazione, poi, è emerso che l’uso del nome prescelto “Marche” è ampiamente documentato nell’antichità, mentre la base varietale farà riferimento per almeno l’85 per cento a 12 varietà locali: Piantone di Mogliano, Ascolana Tenera, Ascolana Dura, Orbetana, Pendolino, Piantone di Falerone, Sargano di Fermo, Carboncella, Raggia, Raggiola, Rosciola, Leccino, Mignola, Coroncina, Frantoio e Moraiolo. La zona di produzione sarà l’intera regione Marche, con circa 13500 ettari coltivati. Quanto al metodo di ottenimento, non sono previsti vincoli particolarmente onerosi né in oliveto né in frantoio, se non l’obbligo di spremitura a freddo e le caratteristiche di qualità del colore, delle caratteristiche olfatto – gustative, nonché le caratteristiche qualitativo-chimico che ne caratterizzeranno l’elevata qualità: buon livello di Polifenoli e la bassa acidità.  
   
   
XILELLA: ASSESSORE PUGLIA AL MINISTRO MARTINA:"SPROPORZIONATE L´ EMBARGO SULLE BARBATELLE"  
 
"Le reazioni di alcuni Paesi comunitari ed extra-comunitari di fronte al tema della Xylella non sono commisurate al rischio reale rappresentato dal patogeno. Dietro l’embargo sulle nostre barbatelle da parte dell’Algeria, e ai rumors provenienti da altri Paesi europei che chiedono di stringere ancora di più il cordone di sicurezza attorno alla Puglia e all’Italia, in realtà c’è la strumentale azione tutta politica di alcune nazioni di tagliare fuori la nostra regione e con essa buona parte del mercato italiano dai grandi flussi di esportazione olearia e vitivinicola. Non staremo fermi di fronte a tale azione di sciacallaggio e per questo chiederemo una incisiva reazione da parte del Governo italiano con il Ministero alle Risorse Agricole e del Parlamento Europeo". Così l’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che preannuncia l’inoltro di due missive di protesta. "Chiederò la convocazione a Bari di un incontro con tutti i parlamentari pugliesi affinché si facciano promotori di una vibrata protesta nei confronti di chi pensa di bloccare la marcia della Puglia e dell’Italia in mercati che ormai riconoscono nelle produzioni pugliesi un elevato standard di qualità – dice Nardoni – ma oggi stesso intendo scrivere al Ministro Martina, perché arrivi in Europa la voce autorevole dello Stato italiano chiamato a difendere non solo la nostra regione ma tutto l’agroalimentare italiano al cospetto di una campagna di terrorismo informativo che nulla a che vedere con le azioni e le contromisure tecnico-scientifiche già assunte nelle aree infette". L’assessore Nardoni nella lettera al Ministro Martina chiede un intervento del Governo italiano nei confronti di tutte le delegazioni degli Stati membri in Commissione Europea.  
   
   
AL LARDO DI COLONNATA IGP IL PREMIO TOURING. VENERDÌ 30 LA CERIMONIA  
 
Firenze - Il Lardo di Colonnata Igp (indicazione geografica protetta) sarà il primo dei 10 prodotti premiati per la Xv edizione del Premio Touring, promosso dai Consoli toscani del Touring Club Italiano in collaborazione con Regione Toscana. Questa edizione del premio è rivolta al sistema complessivo delle produzioni Dop e Igp della Toscana, attualmente 26, e sarà l´occasione per premiare i produttori di ogni territorio provinciale dell´impegno intrapreso per la valorizzazione e tutela dei prodotti. L´appuntamento è per venerdì 30 gennaio. Alle ore 10.30 ritrovo presso il parcheggio in località "La Stazione" a Colonnata da dove avverrà il trasferimento per Fossa Cava per la visita all´azienda-museo di Alvise Lazzareschi. Alle ore 12.30 seguirà la consegna del Premio da parte del Console del Touring Club di Massa Carrara, Davide Lambruschi a Fausto Guadagni, presidente dell´ Associazione di tutela del lardo di Colonnata, alla presenza delle autorità, dei rappresentanti del Consorzio di tutela del miele della Lunigiana Dop e del Comitato promotore della farina di Castagne della Lunigiana Dop. Seguirà degustazione con buffet. Alle 15.00 ritrovo davanti alla Chiesa di San Bartolomeo per una visita al paese e alle larderie.  
   
   
CIA BASILICATA: URGENTE PIANO REGIONALE ZOOTECNICO E PIANO SANITÀ ANIMALE  
 
“Non saranno certo i contributi per la formazione e l´informazione, rivolta agli allevatori, contro la febbre catarrale degli ovini (blue tongue) a risollevare le sorti della zootecnia lucana che da tempo deve affrontare numerose emergenze non solo sanitarie”. E´ quanto sostenuto in una nota della Cia Basilicata a firma di Luciano Sileo, responsabile per la zootecnia. “Siamo sempre più convinti -afferma ancora Sileo- che insistere sulla qualità, i controlli sull’intera filiera allevamenti-mattatoi-macellerie-supermercati rappresenti una garanzia in più per i consumatori e un vantaggio in più per gli allevatori che spuntano ancora prezzi bassi rispetto ai costi sempre crescenti in stalla. Solo per il latte si ricordi che un litro è pagato agli allevatori il 50 per cento di quanto costa il caffè al bar. Per questo, l’etichettatura d’origine delle carni deve diventare un obbligo per consentire ai consumatori di scegliere in modo consapevole e agli allevatori di difendere e valorizzare le loro produzioni di qualità. In tema di marchio delle carni lucane – aggiunge - bisogna fare più in fretta. E se da tempo carne podolica, Agnello delle dolomiti lucane, suini del Melandro e della collina materana, come il suino nero d Tricarico rappresentano le eccellenze capaci di fare da volano all’intero comparto zootecnico lucano l’unica soluzione strutturale in grado di assicurare la trasparenza negli scambi commerciali e la tutela di consumatori e produttori dal rischio frodi è l’estensione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti, a partire dalla materia prima utilizzata. Dobbiamo, perciò, riprendere l’iniziativa avviata negli anni passati dalle associazioni professionali degli allevatori – afferma il dirigente della Cia - per riaprire un tavolo tecnico regionale su questo tema”. Di qui “l’attualità di un Piano regionale per il comparto zootecnico, da aggiornare con le misure del nuovo Psr 2014-2020, e di un programma di consolidamento e rilancio del sistema agroalimentare e industriale legato alle produzioni locali tipiche e di qualità. Gli allevatori lucani vivono un momento di grande difficoltà. I prezzi del bestiame alla stalla sono sempre in discesa mentre i costi onerosi creano ostacoli e problemi alla gestione delle imprese e il consumo di carne fresca è in calo. Una situazione complessa che richiede interventi e azioni efficaci prima di tutto per rassicurare i consumatori. Non si può dimenticare infatti il conto “salatissimo” che il Paese ha già pagato per colpa degli allarmi alimentari veri o presunti degli ultimi dieci anni: tra “mucca pazza”, aviaria e “batterio killer” il bilancio dei danni della “paura a tavola” supera la cifra record di 5 miliardi di euro. Non si sottovaluti che la stragrande maggioranza degli allevamenti sono localizzati nelle aree interne e svantaggiate che proprio grazie alla individuazione di razze autoctone sono riusciti ad operare in questi ambiti territoriali altrimenti destinati al degrado ed all’abbandono. Bestiame, in linea con le disposizioni sanitarie e con le norme per il benessere degli animali, in grado di resistere alla prolungata assenza di pascoli verdi, alle forti escursioni termiche, alla carenza di acqua, alle zone d’ombra, alla transumanza ed alla carenza di servizi ed infrastrutture. Animali che nel tempo hanno maturato spiccate doti di frugalità e rusticità e mantenute inalterate le percentuali di fertilità. La Cia inoltre rilancia la necessità di un Piano di sanità animale che preveda una sede di concertazione e di governo unitario, il potenziamento del sistema sanitario sia a livello centrale che della Regione e uno stretto controllo e monitoraggio delle possibile nuove malattie. E proprio la “Blue Tongue” ha provocato negli ultimi quattro anni danni gravissimi soprattutto agli allevatori di ovini delle regioni del Mezzogiorno. La malattia e i metodi di eradicazioni adottati hanno, infatti, rischiato di far scomparire in modo definitivo la zootecnia in molte aree del Paese. A ciò si sono aggiunte le conseguenze causate da anni di rigidi blocchi della movimentazione del bestiame per motivi di salute. Il confinamento di animali all’interno dei territori provinciali e regionali ha determinato così pesanti perdite per le aziende zootecniche sia bovine che ovicaprine. Bisogna intervenire prontamente. I danni che si sono susseguiti in questi ultimi quattro anni sono stati ingenti. Occorre un piano serio ed organico che permetta di contrastare e debellare la malattia. Non è possibile procedere senza un’effettiva programmazione. E’ necessario operare con la massima incisività e tempestività. Come Cia abbiamo elaborato una serie di concrete proposte che abbiamo posto all’attenzione delle autorità competenti. La zootecnia centro-meridionale, già gravemente colpita, non può assolutamente subire ulteriori deleteri contraccolpi”.  
   
   
NASCE FOOD BRAND MARCHE, IL NUOVO POLO PER PROMUOVERE L’ENOGASTRONOMIA MARCHIGIANA NEL MONDO. A JESI IL CENTRO HI-TECH CON 30 ECCELLENZE E UN’ENOTECA DIDATTICA UNICA IN ITALIA.  
 
Svolta dell’agroalimentare nelle Marche, che per la prima volta si aggrega sotto un unico marchio. Food Brand Marche – questo il nome del nuovo polo presentato ad Ancona - è una compagine che già oggi vale il 40,2% (circa 439 mln di euro) del valore della produzione agroalimentare regionale, con 13 soggetti che hanno aderito al progetto per la promozione e la valorizzazione dell’enogastronomia marchigiana. Si va dal lattiero caseario, con la Trevalli Cooperlat, al vino con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (capofila, assieme al comune di Jesi, attraverso l’Istituto Marchigiano di Enogastronomia) e il Consorzio Vini Piceni; dalle carni (Bovinmarche) ai prodotti a marchio Qualità Marche; da cereali e pasta biologici (Con Marche Bio) ai maccheroncini di Campofilone Igp; dal Consorzio del Tartufo di Acqualagna e delle Marche a quelli della Casciotta d’Urbino Dop e dell’Oliva ascolana del Piceno Dop, fino al Centro Agroalimentare San Benedetto del Tronto. Spazio anche al turismo, con l’adesione del Consorzio Frasassi e del tour operator Esitour. “Oggi – ha commentato il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa - assistiamo ad un passaggio importante, un cambio di paradigma che dà concretezza ad una delle strategie di governo, ma anche di vita comunitaria. E’ stato fin dall’inizio un nostro obiettivo fare di tante Marche un’unica realtà come già insegnava Padre Matteo Ricci, primo sostenitore della globalizzazione nel 1600: tanto più grandi sono le differenze, tanto più grande sarà la sintesi. Quello che presentiamo oggi è proprio un complesso processo di sintesi, che non sarà semplice perseguire, ma che è fondamentale per poter affrontare il mercato globale. Solo mettendo insieme le energie e valorizzando le differenze potremo esercitare un ruolo da protagonisti sugli scenari internazionali. Altrettanto fondamentale sarà poi il passaggio all’Expo di Milano. Food Brand Marche – ha proseguito Spacca - è infatti una iniziativa sostenuta da una sofisticata strategia di produzione e di marketing che ha messo in moto un processo assolutamente originale, un modello tecnico organizzativo ancora unico in Italia e che, come altri ideati sempre nelle Marche, sarà di esempio per altre realtà. Siamo i primi su questo sentiero con operatori molto qualificati a cui va riconosciuta una preziosa lungimiranza e che saranno punti di riferimento del sistema. Come Regione dunque, apprezziamo con convinzione questo sforzo e si proseguirà nell’azione di sostegno al processo di internazionalizzazione. Si continuerà inoltre ad incentivare la crescita qualitativa dell’agricoltura che è attualmente un settore trainante nell’export. Le performance, in simbiosi anche con cultura, ambiente, turismo e logistica sono straordinarie. Continuando a valorizzare le differenze, nel loro rapporto col territorio, potremo vincere sfide importanti. Non abbiamo paura del futuro che ci aspetta e ne sapremo cogliere le opportunità di crescita”. “Far conoscere il made in Marche enogastronomico in tutte le sue declinazioni – ha spiegato Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Enogastronomia - è la finalità di questo progetto reso possibile solo grazie alla lungimiranza della Regione e alla volontà di fare squadra delle principali compagini della nostra terra. Un passo strategico per far penetrare ancora con maggior efficacia il brand Marche nei principali mercati, nazionali e internazionali”. Il progetto multifiliera, il primo del genere mai realizzato in Italia, ha preso corpo grazie alla legge regionale n° 49 del 23 dicembre 2013 (che ha affidato la gestione del polo all’Istituto Marchigiano di Enogastronomia) e mira a mettere a sistema attraverso un unico brand i prodotti di alta qualità marchigiana. Obiettivo: diventare – a partire dall’Expo - piattaforma e punto di riferimento per scuole, istituti alberghieri, imprese, ristoratori, ma anche produttori, tour operator, turisti, organizzazioni, enti. Food Brand Marche – con sede istituzionale a Jesi negli ex locali dell’Enoteca regionale e di Italcook - sarà la porta d’accesso per il made in Marche: un catalizzatore per l’incoming di operatori italiani ed esteri, per il business e il turismo sul territorio. Da maggio 2015 il settecentesco Palazzo Balleani diventerà infatti un centro polifunzionale all’avanguardia con il meglio dei prodotti regionali ma anche un punto di riferimento per chiunque voglia entrare in contatto con realtà produttive/industriali, consorzi, tour operator, cultura e terroir marchigiani. Circa 30 le eccellenze presenti: dai vini doc e docg ai presidi Slow Food, dalle produzioni biologiche a quelle Qm (Qualità Marche, il marchio della Regione che attraverso Assam certifica qualità e tracciabilità delle produzioni agricole e agroalimentari) e all’olio, dalle dop alle igp. Realtà, queste, da scoprire attraverso percorsi tematici e multimediali, degustazioni, eventi promozionali e aziendali, corsi di cucina professionali e amatoriali con gli chef stellati Mauro Uliassi e Moreno Cedroni (ambasciatori del polo), corsi di formazione, incoming per operatori nazionali ed esteri. Fiore all’occhiello del centro, oltre alle aree dedicate a accoglienza e food, saranno video, touch screen, spazi tridimensionali e olografici. Tra le azioni in programma anche la realizzazione di un´enoteca didattica unica in Italia nel suo genere, dedicata ai ragazzi dalla 5^ elementare alle scuole superiori: uno spazio di oltre 800 mq presso il centro Zipa di Jesi (apertura prevista: 2016), dove scoprire il fascino del lavoro in vigna e i segreti di uno dei prodotti chiave del made in Italy attraverso un mix di tecnologia, cultura rurale, attenzione all’ambiente e gioco. Grazie ai supporti multimediali (postazioni interattive, video e giochi sui 5 sensi), gli scolari potranno sperimentare le fasi della lavorazione dell’uva, dal grappolo alla bottiglia, e allo stesso tempo imparare a conoscere terreno, pratiche agronomiche e strumenti del mestiere. Un “viaggio” nell’agricoltura che comprenderà anche la fattoria marchigiana, alla quale sarà dedicata un’apposita sezione. Gli spazi, messi a disposizione grazie al sostegno dei partner Banca Popolare di Ancona e Sogenus, saranno aperti inoltre a tutti gli appassionati del mondo del vino. Prevista infine la creazione di un Osservatorio Food Terroir and Wine per l’analisi dei trend di consumo, stili di vita e percezione dei territori, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche.  
   
   
BOSCO LEGNO: TORNARE A SFRUTTARE LA MATERIA PRIMA  
 
 Castione Andevenno/so - "In tempi non sospetti abbiamo detto che era impensabile che un comparto intero dovesse dipendere da un Paese estero, seppur vicino, come la Svizzera e che bisognava andare nella direzione di agevolare lo sfruttamento della risorsa legno nei nostri boschi. Per farlo, bisogna che insieme si decida quali siano le misure utili per invertire questa tendenza". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, visitando l´azienda di legname Rainoldi a Castione Andevenno (Sondrio), che, alla luce della valorizzazione della divisa elvetica, ha avanzato una richiesta per ottenere ammortizzatori sociali. Pronti A Investire - "Oggi importiamo poco più dell´80 per cento del fabbisogno di materia prima - ha detto Fava -; nel momento in cui abbiamo registrato questa grande oscillazione con la valuta svizzera ci siamo trovati a fare i conti con una realtà che ha messo le nostre attività in posizioni non più competitive". "Dobbiamo tornare a sfruttare la nostra risorsa, la materia prima - ha aggiunto -. Per farlo ci sono idee su cui confrontarsi con gli operatori, per capire se sono valide. Avevamo già adottato, come Giunta regionale, un provvedimento che semplificava le attività di taglio e dava slancio all´attività boschiva in senso più esteso". Regione Pronta A Investire - "Qui ci sono diversi interlocutori, dai Consorzi forestali alle imprese: è il territorio che mi deve presentare una progettualità, su cui siamo pronti a investire - ha concluso Fava -. Abbiamo un Psr con fondi importanti sul tema della forestazione, vediamo come indirizzare questi fondi, che potrebbero essere disponibili già nei prossimi mesi".