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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Novembre 2009
CORSO SULL´ARCHITETTURA DELLE PROTEINE MODULARI  
 
Heidelberg, Germania 26 novembre 2009 - Il Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) organizza un corso intitolato "Exploring modular protein architecture", che si terrà dal 19 al 22 gennaio 2010 a Heidelberg, in Germania. Nel corso degli ultimi anni è drasticamente cambiato il punto di vista scientifico sulle proteine regolatrici degli eucarioti. Il corso introdurrà nuovi concetti biologici e fornirà una formazione pratica sui relativi strumenti di bioinformatica, tramite esempi di proteine adeguate. Saranno analizzazte le capacità - come anche i limiti - dei software attualmente disponibili. Il programma prevede alcuni dei seguenti temi: allineamento di sequenze multiple; un´introduzione ai più comuni strumenti di bioinformatica; reti di interazione proteina-proteina; prevedere domini globulari e disturbi innati. Http://www. Embl. De/training/courses_conferences/course/2010/emp10-01/index. Html . .  
   
   
A PAVIA NUOVE RICERCHE SUL MORBO DI ALZHEIMER E SULLE CRISI EPILETTICHE IL MINISTERO FINANZIA DUE PROGETTI DI RICERCA SULL’INVECCHIAMENTO CEREBRALE PROPOSTI DALL’UNIVERSITÀ INSIEME ALL’IRCCS FONDAZIONE “C. MONDINO” DI PAVIA.  
 
 Pavia, 25 novembre 2009 - Il livello di eccellenza dei ricercatori pavesi nell’ambito delle neuroscienze ha ricevuto un importante riconoscimento dalla recente approvazione da parte del Ministero della Salute di due Progetti di Ricerca Finalizzata presentati dall’ Irccs Fondazione C Mondino. Questo risultato è particolarmente significativo se si considera che su oltre 100 progetti presentati nell’area delle neuroscienze, solo 12 sono stati finanziati e solo 7 di questi sono coordinati da Irccs. L’approvazione di questi progetti premia inoltre la strategia di stretta collaborazione tra la Fondazione Mondino e diverse strutture dell’Università di Pavia, che ha reso possibile un approccio interdisciplinare alla ricerca sperimentale e clinica in ambito neurologico. I due progetti approvati sono entrambi relativi a patologie connesse all’invecchiamento cerebrale, che sono notoriamente in notevole aumento a causa del sensibile prolungamento della vita media nelle società occidentali: Markers of cortico-cerebellar dysfunctions associated with cognitive impairment in the aging brain, coordinato dal prof. Egidio D’angelo riguarda il Morbo di Alzheimer; Optimization of criteria for the diagnosis of late-onset epilepsies and assessment of their prevalence and diagnostic/therapeutic appropriateness in different clinical settings, coordinato dal prof. Emilio Perucca, riguarda le crisi epilettiche. “Un risultato che premia l’alleanza tra Università e Fondazione Mondino – commentano il rettore dell’Università di Pavia prof. Angiolino Stella e il direttore scientifico dell’Irccs Fondazione “C. Mondino” di Pavia prof. Giuseppe Nappi – questi finanziamenti sottolineano l’importanza di una ricerca sempre più multidisciplinare e interdisciplinare, che vede lavorare fianco a fianco medici, biologi, farmacologi, fisici, bioingegneri”. I progetti approvati dal Ministero della Salute. Markers of cortico-cerebellar dysfunctions associated with cognitive impairment in the aging brain. Tra le più note patologie, il Morbo di Alzheimer causa una complessa alterazione delle capacità cognitive e della memoria ed evolve verso gravi disfunzioni neurovegetative che compromettono le funzioni vitali nel giro di alcuni anni. Nonostante si stiano verificando sensibili progressi in vari settori della ricerca, i meccanismi delle anomalie cerebrali che intervengono in tali patologie rimangono in buona parte sconosciuti. Durante l’invecchiamento, disfunzioni sensori-motorie e cognitive sono correlate a difetti del circuito che comprende la corteccia cerebrale e varie strutture sottostanti, tra cui il cervelletto. Questo sistema regola vari aspetti della memoria, l’elaborazione di operazioni motorie e logiche, il rilevamento della caratteristiche dei segnali sensoriali e il controllo dell’attenzione. Il progetto di Ricerca Finalizzata relativo a tali tematiche è coordinato dal prof. Egidio D’angelo ordinario di Fisiologia presso l’Università di Pavia e responsabile del Brain Connectivty Center, un nuovo centro di ricerca che comprende unità dell’ Irccs “Istituto Neurologico C. Mondino” e dell’Università di Pavia, con la partecipazione dell’ Irccs S. Lucia di Roma e dell’Irccs Istituto Auxologico di Milano. La maggiore novità del progetto è di studiare, in aggiunta a eventi molecolari e alterazioni biochimiche, l’intero circuito che connette la corteccia cerebrale e il cervelletto mediante tecniche d’avanguardia, che combinano test neuropsicologici con il rilevamento di neuroimmagini (come la risonanza magnetica funzionale) e di segnali bioelettrici. Queste ricerche prevedono la messa in opera presso l’Irccs C. Mondino di nuove strumentazioni per lo studio delle neuroimmagini e la stimolazione magnetica di specifiche aree cerebrali. Inoltre, estesi test di laboratorio, anche mediante l’impiego di modelli matematici, verranno impiegati per analizzare i meccanismi cellulari del circuito e le sue anomalie nel corso dell’invecchiamento cerebrale normale e patologico. Questo progetto, che prevede anche la valutazione di importanti agenti modulatori (acetilcolina e serotonina) ad alto impatto farmacologico, fornirà nuove prospettive per la comprensione delle anomalie che intervengono nei circuiti cerebrali durante l’invecchiamento e sulla loro diagnosi e terapia. Optimization of criteria for the diagnosis of late-onset epilepsies and assessment of their prevalence and diagnostic/therapeutic appropriateness in different clinical settings. L’invecchiamento cerebrale comporta anche uno spiccato aumento del rischio di sviluppare crisi epilettiche, dovuto in gran parte agli esiti di patologie cerebrovascolari. Queste problematiche sono oggetto del progetto di ricerca finalizzata coordinato dal prof. Emilio Perucca, ordinario di Farmacologia presso l’Università di Pavia e responsabile del Clinical Trial Center dell’Irccs Fondazione C. Mondino, in collaborazione con strutture dell’Irccs Istituto Neurologico C. Besta di Milano e dell’Irccs Fondazione S. Lucia di Roma. Il progetto si propone di raccogliere dati sulla prevalenza di epilessie tardive e di crisi epilettiche singole non provocate in diverse casistiche cliniche, tra cui persone che vivono presso residenze sanitarie assistenziali (Rsa), persone che si rivolgono a reparti neurologici o a strutture di pronto soccorso con eventi critici in cui le crisi epilettiche rientrano nella diagnosi differenziale e persone con deficit cognitivi associati a malattie neurodegenerative e a disturbi cerebrovascolari. Saranno inoltre ottenute informazioni sulla frequenza di errori diagnostici in persone anziane con eventi critici. Queste informazioni saranno usate per definire criteri, sulla base di dati clinici, neurofisiologici e di neuroimmagini per una diagnosi differenziale rapida ed efficace delle patologie epilettiche in queste popolazioni. Il progetto fornirà anche informazioni sui fattori di rischio di ricorrenza delle crisi epilettiche nell’età avanzata, sull’uso appropriato della terapia antiepilettica in queste casistiche e sull’impatto comparativo delle crisi e degli effetti avversi dei farmaci sulla qualità della vita di queste persone. .  
   
   
LA CASA ‘MULTIETNICA’ DELLE MALATTIE DELLO SCHELETRO CON UN BILANCIO DI OLTRE 1000 PARTECIPANTI, SI È CHIUSO A TORINO IL 9° CONGRESSO DELLA SIOMMMS.  
 
Torino, 26 Novembre 2009 Con un bilancio di oltre mille partecipanti e con il rinnovo della metà dei membri del consiglio direttivo si è concluso il 21 novembre a Torino il 9° congresso nazionale della Siommms, la Società dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, cui fanno capo migliaia di reumatologi, geriatri, endocrinologi, ginecologi, ecc. Del nuovo governo dell’associazione scientifica, presieduto dal reumatologo genovese Gerolamo Bianchi, entrano dunque a far parte gli specialisti Davide Gatti (Verona), Cristiano Francucci (Ancona), Giuseppe Martini (Siena), Domenico Maugeri (Catania), Alfredo Nardi (Rovigo), Elisabetta Romagnoli (Roma), Alfredo Scillitani (San Giovanni Rotondo) e Luigi Sinigaglia (Milano). “Il bilancio di questo congresso è particolarmente positivo”, spiega il presidente Bianchi, “Sono state presentate ricerche importanti sia sui meccanismi fisiopatologici delle malattie ossee, che sugli aspetti clinici ed epidemiologici, con particolare attenzione al problema delle fratture del femore, il più preoccupante anche a livello sociale”. Oltre che di osteoporosi (con più di 5 milioni di pazienti è la patologia più diffusa in Italia e nei paesi avanzati), il simposio ha preso in esame tutte le varie malattie dello scheletro (Paget, iperparatiroidismo, ecc. ), confermando la Siommms come società ‘multietnica’ in cui le diverse specializzazioni di estrazione biologica, clinico, chirurgica, trovano una casa comune. Il presidente del congresso, professor Giancarlo Isaia, primario geriatra all’ospedale torinese delle Molinette, ricorda, per parte sua, che i due obiettivi di Siommms 2009, educational e scientifico, sono stati raggiunti pienamente, con una partecipazione massiccia superiore a ogni previsione. Tra le maggiori novità introdotte in questa circostanza, aggiunge, da citare il coinvolgimento di numerose Società scientifiche (dei geriatri, andrologi, nefrologi) e del Forum of Bone and Mineral Research, il partner italiano della Ects (European Calcified Tissues Society). “Si è creato così”, spiega Isaia, “un unico bacino di cui fanno complessivamente parte circa 6 mila specialisti. Tutto ciò riafferma il ruolo centrale dello scheletro nelle numerosissime patologie internistiche”. Il congresso ha dato molto spazio anche ai giovani ricercatori, anche con una serie di premi in danaro in riconoscimento della particolare qualità di produzioni scientifiche, comunicazioni e abstract. In proposito, il presidente Bianchi sottolinea la bontà della scelta del consiglio direttivo di accettare gli abstract in base a una graduatoria stabilita con lettura cieca, ovvero di testi resi anonimi. “Questo metodo”, spiega, “ha favorito la partecipazione anche di gruppi di ricerca, che in passato non avevano presentato contribuiti”. .  
   
   
OSSA COME NUOVE ANCHE DOPO UNA FRATTURA CON I NUOVI FARMACI SI PUÒ VINCERE L’OSTEOPOROSI E NUOVI STUDI CONFERMANO SOPRATTUTTO LE VIRTÙ DEL RANELATO: BLOCCA LA PERDITA DI TESSUTO OSSEO E RICOSTRUISCE LO SCHELETRO.  
 
Torino, 26 Novembre 2009– Una sostanza che consente all’organismo di ricostruire anche ossa svuotate dall’osteoporosi, una speranza per le donne in menopausa spesso a rischio di fratture da fragilità. La sostanza è il Ranelato di stronzio e nuovo studi bioptici condotti all’Università di Firenze ne confermano le straordinarie potenzialità anche nella ricostruzione di gravi fratture. Ne ha dato conto oggi l’endocrinologa Maria Luisa Brandi, intervenendo a Torino al 9° congresso della Siommms, la Società che raggruppa i molti specialisti delle malattie dello scheletro. Peraltro, proprio in questi giorni sta iniziando il reclutamento in Europa per valutare l’effetto sulla riparazione ossea del Ranelato di stronzio in pazienti appena fratturate, studio coordinato dall’Italia per tutti i paesi dell’Unione. “Il Ranelato di stronzio”, ha spiegato, “é in effetti il primo farmaco capace di stimolare la neoformazione ossea riequilibrando il turnover osseo, determinando un aumento della massa e un miglioramento della microarchitettura. Da qui la particolare efficacia antifrattura a breve e lungo termine in tutti i siti, incluso il femore”. Progressi clamorosi della ricerca. Fino a pochi anni fa, l’unico approccio terapeutico disponibile per prevenire il rischio di frattura si basava sulla riduzione del turnover osseo con farmaci antiriassorbitivi, che riducevano però anche la formazione di nuovo osso. La professoressa Brandi ha così ricordato i farmaci di nuova generazioni in grado di stimolare l’osteosintesi: “Teriparatide e Paratormone determinano una potente stimolazione della formazione ossea, seguita però da un potente aumento del riassorbimento osseo. Gli studi sulle biopsie delle pazienti trattate confermano la stimolazione della neoformazione ossea a livello trabecolare, mentre a livello corticale gli effetti non sono conclusivi e ci sono alcuni dubbi sul possibile aumento della porosità corticale”. Il Ranelato di stronzio, ha aggiunto, riesce a stimolare l’osteosintesi riequilibrando il turnover osseo a favore della formazione ossea, “perché disaccoppia i due processi: aumenta la formazione ossea e contemporaneamente riduce il riassorbimento”. Gli effetti documentati con le biopsie ossee confermano dunque che il Ranelato di stronzio ha un’efficacia osteoformatrice a livello trabecolare e anche a livello corticale. La corticale neoformata dimostra di essere costituita di osso lamellare e compatto. Uno studio head to head ha valutato l’efficacia del Ranelato di stronzio anche verso l’Alendronato, uno dei bifosfonati. Lo studio è stato condotto su pazienti trattate con i due farmaci per 2 anni ed è stata utilizzata la tecnica Hr micro-Ct per verificare gli effetti terapeutici sull’osso. Questi i risultati: 1) l’Alendronato ha determinato un aumento della massa ossea verso basale, ma senza un miglioramento della microarchitettura ossea (nè trasecolare, nè corticale); 2) il Ranelato di stronzio ha invece aumentato la massa ossea in modo significativo con un altrettanto significativo miglioramento della microarchitettura ossea trabecolare e corticale, sia verso basale che verso Alendronato. Anche uno studio head to head verso Teriparatide realizzato valutando le biopsie di pazienti trattate per 6 mesi, ha confermato l’efficacia del ranelato di stronzio nello stimolare la formazione ossea: Il Teriparatide ha determinato un aumento significativo dei parametri di neoformazione ossea a livello trabecolare e corticale, anche se con un aumento della porosità corticale. Le pazienti trattate con Ranelato di stronzio hanno invece avuto un miglioramento dei parametri di neoformazione ossea a livello trabecolare e corticale sovrapponibile a Teriparatide, ma la corticale neoformata non mostrava segni di aumentata porosità. . .  
   
   
CRESCE IL NUMERO DI PARTI IN PIEMONTE I DATI SUL PERCORSO NASCITA AL CONVEGNO PER I 25 ANNI DEL CONSIGLIO REGIONALE DI SANITA´ E ASSISTENZA  
 
Torino, 26 novembre 2009 - In Piemonte, le donne residenti in età fertile (14-49 anni) sono 981. 412, i minori (0-17 anni) 672. 520. Nel 2008 hanno partorito, nei 33 punti nascita del territorio regionale, 37. 654 donne, di cui 29. 026 (77,1%) italiane e 8. 628 (22,9%) straniere. Il dato è superiore a quello del 2004 (35. 590 donne) e del 2006 (36. 908). Questi sono alcuni dei dati diffusi oggi in occasione del convegno, organizzato presso l’Aso San Giovanni Battista-molinette di Torino dalla Regione, dal Consiglio regionale di sanità e assistenza (Coresa) e dall’Aress (Agenzia regionale dei servizi sanitari), dedicato alla rete materno-infantile regionale, per ricordare i 25 anni della nascita del Coresa. «La scelta di dedicare il convegno alla rete materno infantile - ha dichiarato Eleonora Artesio, assessore regionale alla tutela della salute e sanità - rappresenta un chiaro segno della volontà di investire, sia dal punto di vista organizzativo e della professionalità sia da quello economico, in un ambito che ha fatto del concetto di percorso il suo punto di forza. I progetti, le linee guida, l’integrazione e il potenziamento dei servizi sul territorio attuati negli ultimi anni hanno portato e stanno portando ancora risultati importanti per la salute delle donne e dei bambini». Nel corso della giornata sono state ricordate le tappe fondamentali della costruzione del “percorso nascita” e gli obiettivi raggiunti in termini di programmazione sanitaria, di governo clinico e di miglioramento dell’assistenza, con particolare riferimento agli screening neonatali, all’introduzione dell’Agenda di gravidanza, alla rete dell’insufficienza respiratoria e al ruolo dei consultori. Il ruolo del Coresa, anche nel settore materno-infantile è stato ricalcato anche dal direttore generale dell’Aress, Oscar Bertetto, che ha sottolineato come «le scelte di politica e organizzazione sanitaria debbano passare attraverso un percorso di democrazia partecipata anche all’interno delle aziende sanitarie. Una partecipazione volta al coinvolgimento di tutti gli operatori attraverso una formazione attenta ai temi di ascolto. In questa direzione occorre creare nuovi modelli organizzativi di lavoro che si ispirino alla collegialità e allo spirito di squadra». Il “percorso nascita” conta oggi una rete di circa 200 consultori pubblici, 33 punti nascita, 7 terapie intensive neonatali, 25 reparti ospedalieri di pediatria e 31 reparti di ostetricia. Il tasso di natalità piemontese è più basso rispetto a quello nazionale: nel 2008 si è attestato intorno all’ 8 per mille, contro il 9,5 per mille del dato italiano. Il trend, dal 2001 ad oggi, è comunque in crescita, così come il numero medio di figli per donna, pari a 1,4 nel 2008, in linea con quello nazionale. L’età media delle donne piemontesi al parto è di 31,97 anni (32,89 per le italiane, 28,87 per le straniere). E’ in diminuzione il numero di donne seguite in gravidanza dai servizi privati: dal 72,3% del 2004 si è passati al 65,4% del 2008, con il conseguente aumento di coloro che si rivolgono al servizio pubblico. Il 91,5% delle gravidanze è stato di tipo fisiologico, cioè senza particolari complicanze. Dai dati ricavati dalle schede di dimissione ospedaliera, dai certificati di assistenza al parto e dai numeri relativi alle interruzioni volontarie di gravidanza (ultimo anno di riferimento 2006) emerge che su 50 mila gravidanza iniziate, il 70,8% è proseguito, il 18,7% si è interrotto per volontà della donna e il 10,5% è rappresentato da aborti spontanei ospedalizzati. .  
   
   
MILANO FOCUS SALUTE. LANDI E MONTAGNIER ALLA PRIMA GIORNATA DI LAVORI  
 
Milano, 26 novembre 2009 - Ha preso il via ieri mattina “Milano Focus Salute”, la tre giorni milanese dedicata ai temi della salute, del benessere e della medicina. In apertura dei lavori sono intervenuti l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, promotore dell’iniziativa, e Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina e presidente dell’associazione mondiale per la ricerca e la prevenzione dell’Aids. “Milano Focus Salute” è un momento di confronto sulle tematiche della salute nel contesto milanese. I temi affrontati serviranno a elaborare strategie che sosterranno le scelte del Comune nel campo della salute. “Milano può e deve essere il riferimento europeo in termini di salute e corretti stili di vita – ha detto Landi di Chiavenna nel suo intervento -. Le risorse di questa città ci consentono di essere in prima fila per quella che considero la vera rivoluzione culturale del Xxi secolo. Un’imponente e capillare opera di educazione a uno stile di vita sano e consapevole, che parte dai giovani, coinvolge gli anziani e culmina con il rispetto e il recupero dell’ambiente in cui viviamo. Promuovere la salute – ha aggiunto l’assessore - significa ribaltare l’approccio tradizionale dell’assistenza e imboccare una strada nuova: quella della prevenzione e dei corretti stili di vita. Milano non è più la Milano da bere, Milano è la Milano che fa bene, perché questo deve essere il nostro compito e il nostro obiettivo nell’immediato e nei prossimi anni”. “Se da una parte i progressi ottenuti grazie all’isolamento del virus dell’Aids e alla clonazione dei suoi geni hanno permesso in un tempo relativamente breve di sviluppare tecniche di identificazione e farmaci capaci di bloccarlo – ha spiegato Luc Montagnier -, dall’altra parte manca a tutt’oggi una chiara prospettiva sui tempi e sulle reali possibilità di sviluppare un vaccino profilattico capace di bloccare il virus al momento del contagio”. E sull’importanza delle campagne di sensibilizzazione Montagnier ha detto che “è indispensabile implementare tutte le possibili strategie di contenimento dell’epidemia tramite campagne di sensibilizzazione dirette alle fasce di età maggiormente colpite e mediante una politica di ricerca focalizzata su due punti prioritari: l’identificazione dei meccanismi di difesa immunitaria contro l’infezione da Hiv e lo sviluppo di nuovi vaccini capaci di bloccare il contagio e/o bloccare lo sviluppo della malattia nel caso di contagio già avvenuto”. Il premio Nobel ha infine sottolineato “l’impegno della città di Milano, e in particolare del Comune, per le campagne di sensibilizzazione, determinanti per mantenere alto il livello di guardia”. .  
   
   
CORSO DI FORMAZIONE SUI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE  
 
 Aosta, 26 novembre 2009 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali informa che, nei giorni 26, 27 e 28 novembre 2009, al Centro Congressi del Grand Hotel Billia a Saint-vincent, nel quadro del calendario delle manifestazioni co-finanziate dal Casino de la Vallée, si terrà il corso di formazione, sul tema Anoressia, Bulimia e Obesità-bed, Le cure residenziali in collaborazione con l’Azienda Usl della Valle d’Aosta Nel percorso di cura dei disturbi della condotta alimentare, un ruolo cruciale è svolto dai trattamenti residenziali. Oltre il 50% dei casi di disturbi della condotta alimentare si giovano di una cura ospedaliera, sia per i ricoveri acuti che quelli riabilitativi. Le indicazioni, gli strumenti, il percorso clinico e le finalità dei trattamenti residenziali sono temi ancora poco discussi e dibattuti. A tutto ciò, si aggiunge la presenza di molti centri che utilizzano approcci poco sperimentati, accettando ricoveri senza indicazioni condivise e trattando indistintamente tutti i casi che lo richiedono. Ecco perché è necessario affrontare i temi dell’appropriatezza del ricovero e delle norme d’intervento degli stessi. Questa è l’occasione per aprire un confronto sul significato di Cure Residenziali, affrontando anche la Cura Comunitaria. Il corso di formazione monotematico è aperto a medici chirurghi, psicologi, dietisti, educatori professionali, infermieri, tecnici in educazione e riabilitazione psichiatrica e psicosociale, e sarà preceduto da un momento preparatorio, nel pomeriggio di giovedì 26 novembre, sul tema degli insuccessi nella cura dei disturbi dell’alimentazione. .  
   
   
DIABETE E IGIENE DI VITA: INCONTRO A SASSO DI CASTALDA  
 
Potenza, 26 novembre 2009 - “Diabete e igiene di vita” è stato il tema dell’incontro a Sasso di Castalda, dove sono confluiti tanti ragazzi ed adolescenti in età evolutiva, provenienti anche dalla provincia di Matera, a cui hanno dato informazioni mirate i diabetologi Pino Citro e Franco Cervellino. Un vero e proprio campo scuola organizzato da Gianfranco Palese del Direttivo dell’Associazione dei Diabetici Lucani (Alad-fand) a cui hanno portato il saluto il presidente dell’Associazione Antonio Papaleo, il sindaco Rocco Perrone, il direttore sanitario dell’Asp Giuseppe Cugno e l’assessore regionale alla Sanità Antonio Potenza. Un’iniziativa – riferiscono gli organizzatori - che, inserendosi nella settimana dedicata dall’Onu alla malattia diabetica, ha inteso insistere sulla formazione mirata a rendere la vita del diabetico sempre più degna, a ciò corrispondendo con una assistenza qualificata, a partire da un uso appropriato dei presidi di nuova generazione, quali i microinfusori”. .  
   
   
SANITA´:IN VIGORE LEGGE REVOCA ACCREDITAMENTI SE PRIVATI NON PAGANO STIPENDI.  
 
Pescara, 26 novembre 2009 - "Se perdurerà una situazione di irregolarità nell´adempimento agli obblighi retributivi e contributivi per almeno tre mensilità, l´accreditamento istituzionale o predefinitivo sono automaticamente sospesi dalla Giunta regionale. Ad eccezione di quelle relative ai pazienti già ricoverati". Lo ha chiarito l´assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni, ai giornalisti della troupe di Striscia la Notizia, che lo hanno incalzato sulla situazione dei dipendenti della clinica Villa Pini, sui malati ospitati nella clinica, e sui riflessi per l´indotto. Venturoni che si è reso disponibile a ricevere Gabibbo nella sede dell´Assessorato in via Conte di Ruvo, ha spiegato che per effetto della legge regionale n. 27/2009, pubblicata ieri sul Bura, "se la struttura non provvede alla regolarizzazione, entro sei mesi dall´accertamento della irregolarità, l´accreditamento è revocato". Rispondendo, poi, alle domande più generali legate alla vicenda Villa Pini, l´Assessore ha aggiunto che "bisogna mettere la parola fine sull´intera situazione. Nessuno deve agire in assenza di regole. In questo caso c´è l´aggravante che i lavoratori vengono usati come arma di ricatto e i malati sottoposti all´incertezza del momento. Le cliniche private devono attenersi alle prescrizioni delle Asl di riferimento, e alle norme. Comunque sia" - ha concluso Venturoni - "contiamo, per gli effetti scaturenti dalla norma regionale, di poter finalmente garantire ai lavoratori di Villa Pini un natale sereno". .  
   
   
IN TOSCANA CALANO LISTE D´ATTESA PER RSA; AUMENTANO I SERVIZI ´DOMICILIARI´ “PARTE DEL RICAVATO DELLO SCUDO FISCALE IN FAVORE DEGLI ANZIANI»  
 
Firenze, 26 novembre 2009 - Impieghiamo parte dei fondi raccolti con il famigerato scudo fiscale in favore delle persone anziane, ovvero delle famiglie. Questa la proposta-provocazione lanciata stamattina dall´assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori nel corso della presentazione del monitoraggio del primo semestre 2009 su Puntoinsieme. Dai dati viene fuori non soltanto una drastica riduzione della lista di attesa per l´ingresso nelle Residenze assistite (da 3304 richieste al 31 dicembre 2007 a 966 al 31 agosto 2009) ma anche una crescita consistente dei servizi domiciliari in tutte le loro tipologie, che raggiungono nel primo semestre dell´anno quasi il 90% dell´impegno totale. Sono questi due esempi di come i servizi socio-sanitari regionali hanno saputo mettere a frutto le risorse messe a disposizione dal Fondo per la non autosufficienza, gestito con criteri innovativi e con una organizzazione puntuale e tempestiva. «Siamo l´unica Regione in Italia – ha spiegato Salvadori - ad aver attivato un servizio così strutturato e l´unica che per farlo non ha chiesto un euro di tasse ai cittadini. E questo è stato possibile grazie anche al fatto che il bilancio sanitario è in equilibrio. Il progetto sta funzionando ma occorrono nuove risorse. Siamo riusciti a mantenere i 28 milioni di euro per il 2010 provenienti dalle casse statali, dopo una dura battaglia. Da parte nostra confermiamo l´impegno fino al 2012, 80 milioni di euro l´anno. Occorre però anche un aiuto da parte del governo. Perché ad esempio – propone l´assessore - non destinare una parte delle risorse raccolte con il discutibile strumento dello scudo fiscale all´assistenza degli anziani?». «Dai dati del monitoraggio – aggiunge Salvadori - emerge che sta crescendo la consapevolezza, da parte delle famiglie, su dove andare pe r avere assistenza. Che il numero delle persone prese in carico stanno aumentando e che gli obiettivi che ci eravamo prefissati li abbiamo raggiunti se non superati. Soprattutto per quanto riguarda le liste di attesa per l´inserimento nelle Rsa. Che la scelta di privilegiare l´assistenza domiciliare nelle varie forme si sta rivelando quella giusta. Ed infine che i tempi di risposta dei servizi sono quelli previsti. Non sono però tutte rose e fiori – conclude - c´è ancora tanto da fare. Va migliorato il rapporto tra cittadini e sportelli, perfezionato il processo di valutazione, definito quello di accreditamento, far capire che il sistema è unico e non composto da più pezzi». Ecco nei dettagli i servizi sotto la lente del monitoraggio. Nel primo semestre del 2009, su una popolazione ultra sessantacinquenne di 855. 404 persone, sono pervenute ai Punti unici di accesso e ai Puntinsieme (quasi nella stessa proporzione) 25. 744 d omande di assistenza, 15. 217 delle quali riguardanti casi di particolare complessità. Nel 2008 le richieste erano state 33. 555 (di cui 18. 487 complesse). Sempre nei primi 6 mesi del 2009 le Unità multidisciplinari hanno valutato 10. 854 persone (contro 13. 919 dell´intero anno 2008) e nella stragrande maggioranza dei casi (9924) hanno elaborato per l´anziano un progetto assistenziale personalizzato. Le situazioni di difficoltà e di necessità di intervento sono state segnalate per quasi il 61% dalle famiglie e dagli utenti (il 51% nel 2008), a conferma del fatto che il servizio è sempre più conosciuto. Per il 13,3% provengono dal medico curante, per il 13,8% dal presidio ospedaliero in seguito a un ricovero e per il 9,4% dai servizi sociali. Sono stati attivati in tutto 16. 915 interventi di assistenza, per una spesa complessiva di circa 60 milioni di euro. Ci sono stati 9707 interventi di assistenza domiciliare diretta, 2968 di assistenza domiciliare indiretta (familiare e non), 1432 ricoveri temporanei in Rsa, 619 inserimenti in centri diurni e 423 altre tipologie di servizio. I ricoveri permanenti in Rsa sono stati 1766. La spesa per questi ultimi ha raggiunto i 30 milioni e 764 mila euro (51,9% del totale). Significativa la riduzione costante della liste di attesa per l´ingresso in Rsa: siamo passati da 3304 domande del 2007 alle 2428 del 2008 alle 966 del 31 agosto 2009. Circa la metà delle zone (con casi significativi come quella fiorentina, pistoiese o quella senese) hanno un numero di persone in attesa compreso tra 0 e 10. Mediamente tra la data della segnalazione e la data della redazione del progetto assistenziale personalizzato passano 15 giorni. Da quel momento l´utente attende ancora circa 10 giorni per ottenere il servizio. .  
   
   
PRIMO MEETING INTERNAZIONALE DI MEDICINA DELLE CATASTROFI SI TERRÀ A POTENZA L´11 E 12 DICEMBRE  
 
Potenza, 26 novembre 2009 - Quali sono le nuove tecnologie e le tecniche ritenute oggi più efficaci per prestare soccorso alle persone coinvolte in grandi eventi catastrofici, quali, per esempio, terremoti, alluvioni, frane. Essere aggiornati non è un problema da poco in quanto interventi appropriati possono contribuire a salvare molte più vite umane. E’ questo il senso del “Primo meeting internazionale di medicina delle catastrofi e protezione civile”, organizzato a Potenza nell’Hotel Giubileo l’11 e il 12 dicembre prossimi dai Dipartimenti regionali alle Infrastrutture e alla Salute. Al meeting parteciperanno soprattutto tecnici della cosiddetta “area critica”: medici, infermieri, architetti e ingegneri, cioè tutti coloro che normalmente intervengono nelle grandi calamità. “Per la prima volta nel Centro Sud – spiega il dott. Gianuario Frittella, direttore sanitario del Gruppo Lucano Protezione Civile-regione Basilicata e organizzatore del meeting – siamo riusciti a far confluire alcuni dei massimi esperti del settore che metteranno a disposizione dell’uditorio le loro elevate competenze. Sono previste, tra le altre, le presenze di Enzo Boschi, autorità mondiale nel campo dei terremoti, dell’israeliano Jacob Or, esperto di soccorsi sotto le macerie, e di tre dirigenti dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Dal meeting verranno sicuramente suggerimenti per organizzare e definire meglio la problematica sanitaria del soccorso nel contesto della Protezione civile, affinché un evento di grande portata non ci colga impreparati soprattutto nella nostra regione, esposta a rischi di varia natura”. .  
   
   
SANITA’: IN VENETO PROTOCOLLO REGIONE-DIOCESI PER ASSISTENZA RELIGIOSA CATTOLICA IN OSPEDALI E STRUTTURE DI RICOVERO.  
 
Venezia, 26 novembre 2009 - Assicurare un’adeguata assistenza religiosa alle persone ricoverate negli Ospedali e negli Enti Assistenziali pubblici e privati accreditati nel territorio della Regione del Veneto. E’ questo lo scopo di un Protocollo d’Intesa tra la Regione stessa e le Diocesi della Provincia Ecclesiastica Veneta, il cui testo è stato approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore alla Sanità Sandro Sandri di concerto con il collega alle Politiche Sociali Stefano Valdegamberi e verrà sottoscritto prossimamente dal Presidente Giancarlo Galan o suo delegato e dal Patriarca di Venezia Angelo Scola nella sua qualità di Metropolita e Presidente pro tempore della Conferenza Episcopale Triveneta. Grazie a questo accordo verrà assicurato presso tutte le strutture di ricovero l’esercizio della religione cattolica, l’adempimento delle pratiche di culto ed il soddisfacimento delle esigenze spirituali dei degenti cattolici, dei loro familiari e di quanti operano nelle strutture, ovviamente nel totale rispetto della volontà e della libertà di coscienza di ciascuno. “In un momento storico nel quale un’Europa sempre troppo lontana dal comune sentire della nostra gente e dalle nostre tradizioni consente a qualche professore di gettare nel cestino il crocefisso nelle aule – dice Sandri – con questo protocollo d’intesa riteniamo di mettere a disposizione della nostra gente un servizio prezioso, non solo sul piano culturale e religioso, ma anche su quello umano. Una persona ricoverata – aggiunge Sandri – non è solo un malato, ma anche un essere umano in difficoltà che, se lo desidera, può trovare conforto ed aiuto non solo da medici e familiari, ma anche da una figura reliogiosa capace di portare serenità ed una parola di speranza molto importanti”. Nel protocollo, la Regione, considerando che il servizio di assistenza religiosa concorre al miglioramento dei servizi erogati dalle Aziende Sanitarie ed al processo terapeutico dell’ammalato, si impegna a favorirne la presenza in tutte le sue strutture sanitarie e assistenziali. Il personale del servizio di Assistenza Religiosa sarà composto da Assistenti religiosi (sacerdoti, diocesani o religiosi), diaconi, religiosi, religiose e laici. Gli Assistenti religiosi saranno assunti dagli Enti gestori, mentre le altre figure collaboreranno unicamente come volontari. Oltre che l’erogazione del servizio di assistenza religiosa, questo personale potrà promuovere anche attività di sostegno al processo terapeutico della persona; attività culturali a carattere religioso, iniziative per l’accompagnamento spirituale e umano. Gli Assistenti religiosi forniranno anche il loro contributo in materia di etica e di umanizzazione nella formazione del personale e parteciperanno ai comitati etici; potranno promuovere iniziative di volontariato in particolare per l’umanizzazione delle strutture, dei servizi e dei rapporti interpersonali. Il costo dell’operazione è a carico della Regione ed è stimato in 2 milioni di euro. .  
   
   
SANITA’: IN VENETO PROTOCOLLO REGIONE-DIOCESI PER ASSISTENZA RELIGIOSA CATTOLICA IN OSPEDALI E STRUTTURE DI RICOVERO.  
 
Venezia, 26 novembre 2009 - Assicurare un’adeguata assistenza religiosa alle persone ricoverate negli Ospedali e negli Enti Assistenziali pubblici e privati accreditati nel territorio della Regione del Veneto. E’ questo lo scopo di un Protocollo d’Intesa tra la Regione stessa e le Diocesi della Provincia Ecclesiastica Veneta, il cui testo è stato approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore alla Sanità Sandro Sandri di concerto con il collega alle Politiche Sociali Stefano Valdegamberi e verrà sottoscritto prossimamente dal Presidente Giancarlo Galan o suo delegato e dal Patriarca di Venezia Angelo Scola nella sua qualità di Metropolita e Presidente pro tempore della Conferenza Episcopale Triveneta. Grazie a questo accordo verrà assicurato presso tutte le strutture di ricovero l’esercizio della religione cattolica, l’adempimento delle pratiche di culto ed il soddisfacimento delle esigenze spirituali dei degenti cattolici, dei loro familiari e di quanti operano nelle strutture, ovviamente nel totale rispetto della volontà e della libertà di coscienza di ciascuno. “In un momento storico nel quale un’Europa sempre troppo lontana dal comune sentire della nostra gente e dalle nostre tradizioni consente a qualche professore di gettare nel cestino il crocefisso nelle aule – dice Sandri – con questo protocollo d’intesa riteniamo di mettere a disposizione della nostra gente un servizio prezioso, non solo sul piano culturale e religioso, ma anche su quello umano. Una persona ricoverata – aggiunge Sandri – non è solo un malato, ma anche un essere umano in difficoltà che, se lo desidera, può trovare conforto ed aiuto non solo da medici e familiari, ma anche da una figura reliogiosa capace di portare serenità ed una parola di speranza molto importanti”. Nel protocollo, la Regione, considerando che il servizio di assistenza religiosa concorre al miglioramento dei servizi erogati dalle Aziende Sanitarie ed al processo terapeutico dell’ammalato, si impegna a favorirne la presenza in tutte le sue strutture sanitarie e assistenziali. Il personale del servizio di Assistenza Religiosa sarà composto da Assistenti religiosi (sacerdoti, diocesani o religiosi), diaconi, religiosi, religiose e laici. Gli Assistenti religiosi saranno assunti dagli Enti gestori, mentre le altre figure collaboreranno unicamente come volontari. Oltre che l’erogazione del servizio di assistenza religiosa, questo personale potrà promuovere anche attività di sostegno al processo terapeutico della persona; attività culturali a carattere religioso, iniziative per l’accompagnamento spirituale e umano. Gli Assistenti religiosi forniranno anche il loro contributo in materia di etica e di umanizzazione nella formazione del personale e parteciperanno ai comitati etici; potranno promuovere iniziative di volontariato in particolare per l’umanizzazione delle strutture, dei servizi e dei rapporti interpersonali. Il costo dell’operazione è a carico della Regione ed è stimato in 2 milioni di euro. .  
   
   
DIPENDENZE: CONVEGNO REGIONI A TORINO IL VENETO ILLUSTRERA’ SUO MODELLO NO A DROGHE E SPERIMENTAZIONI AVVENTURISTICHE; RIFIUTO STRUMENTALIZZAZIONI  
 
Venezia, 26 novembre 2009 - “Al convegno organizzato dalle Regioni a Torino il prossimo 1 e 2 dicembre per fare il punto sul loro ruolo nelle politiche antidroga, il Veneto illustrerà il proprio modello d’intervento di cui va fiero e che conferma la lotta contro tutte le droghe e contro soluzioni sperimentali avventuristiche (leggi le ‘camere del buco’)”. Lo afferma Stefano Valdegamberi, assessore alle politiche sociali della Regione Veneto e responsabile della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni in relazione al prossimo appuntamento di Torino, il 1° e il 2 dicembre, al convegno organizzato dalla Conferenza delle Regioni (attraverso la Commissione Salute e la Commissione Politiche Sociali) in collaborazione con la Regione Piemonte sul tema: ”La governance nel settore delle dipendenze. Il ruolo delle Regioni e della Pubblica Amministrazione negli scenari attuali”. “Questo modello – continua Valdegamberi – rappresenta la posizione che è, ed è sempre stata, quella della Regione Veneto al di là delle interpretazioni strumentali che si sono avute in questi giorni da parte di chi capisce poco o nulla di questo delicato settore. Abbiamo costruito in questi anni con gli operatori e le famiglie una rete di servizi che fornisce molteplici riferimenti in grado di rispondere ai bisogni differenziati delle persone con problemi di dipendenza. Non ci interessa solo l’aspetto di repressione del fenomeno ma soprattutto quello educativo, di un’azione educativa a modelli di vita sensati e coerenti, da parte di tutti, i politici per primi”. Le due giornate torinesi sono una tappa importante del confronto a livello nazionale sull’offerta dei servizi, sui diversi modelli organizzativi, sulle scelte strategiche con i diversi livelli istituzionali. Valdegamberi, parteciperà con un contributo nella tavola rotonda del primo dicembre alle ore 9,30 dal titolo ”le competenze centrali e regionali: modelli a confronto”. Si ricorda che l’iniziativa delle Regioni si terrà al Centro Congressi della Regione Piemonte con inizio alle ore 9. 30. “L’altro aspetto essenziale di tutta la questione – conclude l’Assessore veneto – è il rispetto che si devono l’un l’altro il Governo e le Regioni. Spetta a quest’ultime la realizzazione delle politiche contro le droghe: non nell’interesse degli enti ma delle persone dipendenti e delle loro famiglie. Le invasioni di campo fanno del male a tutti e, in particolare, a quella cultura federalista e costituzionalista che dovrebbe essere maturata in tutti come elemento di verità e non di comodo”. .  
   
   
PREVENZIONE ALCOL E DROGA: INIZIATIVE A POTENZA  
 
Potenza, 26 novembre 2009 - Il Ser. T. Di Potenza, in collaborazione con l’Unità di Direzione Servizi Sociali del Comune di Potenza, l’Apof-il, l’Associazione universitaria “Sui Generis”, i volontari del Servizio Civile, organizzano un evento/spettacolo finalizzato alla prevenzione del rischio dell’uso di sostanze psicotrope e alcol. Il Progetto “Di Scena Noi. Non credete alle favole, fate festa con la testa”, nasce dall’idea di dare vita ad un evento che possa offrire varie opportunità: mettere in piazza il talento di molti giovani e partire dai loro interessi per una comunicazione più efficace; raccogliere idee, messaggi, liberamente lasciati dai giovani per gli adulti, per conoscere la loro cultura, quella che già da adolescenti si sono costruiti sul tema dell’uso di droghe legali ed illegali, sul loro uso, spesso , inconsapevole; validare modalità e meccanismi di informazione con i giovani promotori e protagonisti del progetto. La Piazza diventa un laboratorio, uno spazio aperto che crea l’opportunità di incontrarsi, confrontarsi, favorendo l’espressività e la voglia di protagonismo. L’evento, festa della musica, dell’arte, del teatro, della creatività, si svolgerà lunedì 30 in piazza Don Bosco a partire dalle 16,30. I giovani presenteranno la loro arte, esposizioni, performance live, spazi di counselling. Un maxi schermo, in Piazza, proietterà musica e spot dedicati alla prevenzione. Dalle 20,00 alle 24,00, all’interno del Teatro “Don Bosco“ seguirà la rappresentazione teatrale “Non credete alle…. Favole”, l’esibizione di gruppi musicali e di break dance, la proiezione del video “Le Sostanze Invisibili”una video-narrazione, una storia di amicizia di un gruppo di adolescenti e il rapporto con l’alcol e le sostanze psicoattive rivolta ad un target di ragazzi dai 14 ai 18 anni. Il progetto sostenuto dal Comune di Potenza-assessorato alle Politiche e Servizi Sociali e dall’Asp è stato ideato e realizzato dalle Associazioni Zer0971 e Abito in Scena ed è stato pensato per mettere in guardia, con un linguaggio amico, sui pericoli collegati all’uso di alcol e sostanze psicotrope, realizzato per ottimizzare le risorse presenti sul territorio, favorire la condivisione di iniziative mirate a promuovere la cultura della prevenzione e la tutela della salute, attivare sinergie tra Istituzioni, Associazioni del mondo giovanile. “Questo lavoro aggregativo – hanno detto il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero e l’assessore ai Servizi sociali Donato Pace - tende a far superare la tradizionale asimmetria tra soggetti istituzionali e del terzo settore ponendo l’accento sulla reinterpretazione del principio di sussidiarietà e partecipazione con l’obiettivo di implementare una effettiva collaborazione tra pubblico e volontariato che concordano strategie, nel rispetto delle proprie specificità , mettono a sistema risorse disponibili , condividono metodi, prassi e interventi finalizzati alla costruzione di una cultura della condivisione di responsabilità, un modello di welfare maturo. Salute e prevenzione - hanno concluso - un impegno condiviso e partecipato, a livello di comunità locale, che si coniuga con il protagonismo dei giovani, non solo fruitori ma attori del processo preventivo, e con la loro capacità di “vivere lo spazio” e riempirlo di significati. Promuovere la salute attraverso il protagonismo e le risorse dei giovani per migliorare la qualità della loro vita: i giovani per i giovani". .  
   
   
“UNA MALATTIA CHIAMATA GIOCO”, CONVEGNO A MIGLIONICO  
 
Potenza, 26 novembre 2009 - È il gioco d’azzardo con le sue rilevanti implicazioni sociali il tema del convegno “Una malattia chiamata gioco” che si svolgerà a Miglionico sabato 28 novembre, alle ore 15, presso l’aula magna dell’istituto comprensivo “Don Donato Gallucci”. Il convegno è organizzato dall’associazione di promozione sociale “Omnia Mentis” in collaborazione con la Fondazione Lucana Antiusura “Mons. Vincenzo Cavalla” di Matera, la Parrocchia “Santa Maria Maggiore” di Miglionico e “Magister Vitae” centro di counseling e mediazione di Matera che hanno avviato uno specifico progetto di ricerca per indagare quali siano in Basilicata le proporzioni del fenomeno fotografato recentemente dal Censis. I dati del Censis mostrano che nel 2008 ogni lucano, a partire dall’età di 15 anni, ha speso in media 616 euro per il gioco. Nonostante la media nazionale sia di 894 euro, i dati non sono confortanti poiché il tasso di crescita del fenomeno nei nostri territori è invece di gran lunga superiore dato nazionale. Nel corso dell’incontro verranno presentati i risultati di uno studio, realizzato dal counselor Rino Finamore e dalla psicoterapeuta Filomena Tataranni, attuato in provincia di Matera con l’uso di questionari in forma anonima. Lo studio ha indagato i comportamenti che delineano l’atteggiamento patologico verso il gioco (comprese le diffuse lotterie immediate come il “Gratta e vinci” o i video poker) evidenziando, inoltre, come questa patologia che interessa di riflesso anche la famiglia del giocatore incallito è a tutt’oggi ancora carente di strutture sociali e terapeutiche adeguate. La grave situazione economica in cui molto presto versano i giocatori patologici li porta ad escogitare i più diversi sistemi per procurarsi il denaro, appropiandosene indebitamente, falsificando assegni, o ricorrendo a prestiti bancari o, addirittura entrando nel pericoloso circuito dell´usura. Il convegno che mira anche a delineare percorsi di prevenzione del fenomeno, sarà moderato da Don Basilio Gavazzeni, presidente della Fondazione Lucana Antiusura, e prevede numerosi e qualificati interventi: Domenico Lascaro e Floriana Gravela, pedagogisti; Maria Sinatra, professore all’Università degli Studi di Bari; Giacomo Amati, dirigente scolastico; Isidoro Gollo, responsabile dell’Unità Complessa di Psicologia del Dsm di Matera; Lucia D’ambrosio, direttore del Sert di Matera; Francesca Genzano, consulente legale e mediatrice familiare; Antonio Strafella, consulente filosofico; don Filippo Lombardi, direttore della Caritas Diocesana di Matera. Le conclusioni sono affidate a Vincenzo Santochirico, vice Presidente della Giunta Regionale, Salvatore Auletta, Assessore provinciale alle politiche sociali, e a Giuseppe Dalessandro, assessore provinciale alla promozione del territorio. .  
   
   
IN PUGLIA SARANNO APPROFONDITI I CONTROLLI SU SPESA FARMACEUTICA  
 
Bari, 36 novembre 2009 – Di seguito una dichiarazione dell’Assessore alle Politiche della Salute, prof. Tommaso Fiore: “Approfondiremo tecnicamente l’introduzione di misure di controllo e di taglio alla spesa farmaceutica in Puglia, azioni concrete già individuate e da avviare a breve. Con gli operatori del settore discuteremo della revisione della distribuzione dei farmaci Pht e di altri strumenti per rivedere la politica del farmaco a livello regionale. In quella sede auspichiamo come contropartita e oggetto di discussione la messa a punto dei nuovi servizi in farmacia introdotta dalla riforma del governo”. Così l’Assessore regionale e, professor Tommaso Fiore, che prenderà parte domani, giovedì 26 novembre all’Hotel Sheraton di Bari, alla tavola rotonda regionale sulla “Farmacia dei servizi”, tra le novità previste del decreto legislativo n. 69 del 2009 adottato dal governo. L’appuntamento è promosso dalla rete Farmapiù, un marchio che associa oltre 100 farmacie pugliesi e che ha avviato una serie di iniziative (campagne di prevenzione, distribuzione di farmaci salvavita, prenotazione di visite ed effettuazione di esami di autocontrollo come colesterolemia e glicemia). .  
   
   
ASSEGNI CURA NON AUTOSUFFICIENTI PROVINCIA VERONA: CONTRIBUTI I° SEMESTRE 2009: 4,2 MILIONI € A 3741 PERSONE  
 
Venezia, 25 novembre 2009 - Arrivano gli assegni di cura per i veronesi non autosufficienti che sono assistiti nel loro domicilio: per il primo semestre 2009 la Giunta veneta, su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, ha deliberato un importo complessivo di 4. 233. 000 euro ripartiti tra le tre Aziende sociosanitarie locali, la n. 20 di Verona, la n. 21 di Legnago, la n. 22 di Bussolengo, che saranno liquidati a breve tra 3741 utenti. Ne dà notizia lo stesso Valdegamberi il quale ricorda che, a livello regionale, la cifra totale assegnata alle Aziende Ullss è di 29. 379. 178 euro destinati a 23. 730 utenti. Il provvedimento regionale conferma i criteri d’accesso e gli importi massimi per ciascun beneficiario dell’assegno di cura, a suo tempo stabiliti dal governo veneto nel 2006 e nel 2008. Con quegli atti furono definite le procedure per accedere all’assegno di cura in base al bisogno d’assistenza e alla condizione economica della famiglia (il reddito della persona non deve essere superiore ai 14. 992 euro l’anno) e la determinazione del contributo e la sua modalità di erogazione, effettuata in due tranches semestrali. “Come sempre - aggiunge Valdegamberi – sollecito le Aziende Ullss, o i Comuni che dovranno farlo su incarico delle Ullss, a accelerare al massimo le procedure di erogazione”. Nel 2008, la cifra stanziata dalla Regione Veneto per l’assegno di cura che “è uno degli interventi più qualificanti – ha sottolineato l’assessore veneto – di rafforzamento del sistema dell’assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti”, ha raggiunto l’entità di 56. 807. 110 euro mentre nel 2007, il finanziamento complessivo era stato di oltre 48,3 milioni. “Un aumento costante delle risorse per un intervento che si affianca agli altri filoni di rafforzamento della domiciliarità come l’assistenza domiciliare integrata, i servizi di sollievo per le famiglie, i centri diurni, il telecontrollo/telesoccorso”. L’assegno di cura si aggiunge all’indennità di accompagnamento, alla pensione, e alle altre voci di sostegno per i non autosufficienti percepite dallo stato. Nello specifico, all’Azienda Ulss n. 20 spettano 1. 975. 505 euro per 1. 809 utenti, all’Azienda Ulss n. 21 spettano 1. 150. 491 euro per 931 utenti, all’Azienda Ulss n. 22 spettano 1. 108. 409 euro per 1. 001 utenti. .  
   
   
IL GRUPPO DI HELSINKI CELEBRA 10 ANNI DI PROMOZIONE DEL RUOLO DELLE DONNE IN CAMPO SCIENTIFICO  
 
 Bruxelles, 26 novembre 2009 - Dieci anni fa la Commissione europea istituiva un gruppo atto a promuovere la partecipazione delle donne nel mondo scientifico europeo. Il Gruppo di Helsinki - il nome con cui è conosciuto - festeggia ora il decimo anniversario della sua fondazione e ha ancora una fervente attività. In un´intervista rilasciata al Notiziario Cordis, Tiia Raudma, responsabile per Scienze, cultura e parità di genere presso la direzione generale della Ricerca della Commissione europea, racconta dei risultati finora ottenuti dal Gruppo e delle sfide che è ancora chiamato ad affrontare. La dottoressa Raudma ha le credenziali giuste per parlare dell´iniziativa. Nel 1999 lavorava presso il ministero estone per la Ricerca e fu proprio in quel contesto che divenne uno dei membri fondatori del Gruppo di Helsinki. Il primo incontro avvenne al 1999, in un centro congressi di Helsinki con vista sul mare, ricorda. Essendo dicembre, era buio e l´aria era terribilmente fredda. I partecipanti avevano background profondamente diversi e si incontravano per la prima volta. Mentre alcuni di loro avevano già una certa familiarità con queste tematiche e avevano molto dire, altri non si erano confrontati in modo approfondito con questi argomenti e non erano certi del motivo che li aveva portati lì. Ciononostante - afferma la dottoressa Raudma - "il primo incontro fu estremamente interessante e tutti ebbero modo di imparare moltissime cose". La percezione predominante, all´epoca, era che il numero di donne che avevano accesso alle attività scientifiche fosse troppo basso e che le posizioni più importanti in questo campo fossero occupate da uomini. Tuttavia, l´adozione di un´iniziativa effettiva a questo proposito era ostacolata dalla carenza di dati. La Commissione europea, con il sostegno del Gruppo di Helsinki, agì per risolvere questo problema. Allora Eurostat non disponeva certo della quantità di dati che ha oggi e una buona quantità di informazioni proveniva da una rete appositamente creata, i cosiddetti "Corrispondenti statistici del Gruppo di Helsinki". Non fu facile. "Contattavo l´ufficio statistico per chiedere di quali dati disponessero e mi sentivo rispondere che ne avevano pochi", spiega la dottoressa Raudma. Fortunatamente le dimensioni dell´Estonia consentono di chiamare tutte le università per richiedere i dati statistici in loro possesso, aggiunge. Il compito dei corrispondenti che operavano in nazioni più grandi fu molto più arduo. In molti casi, i dati relativi al numero di donne scienziate proprio non esistevano, poiché donne e uomini apparivano senza distinzione nelle stesse statistiche. Nonostante le difficoltà, il gruppo riuscì a compilare una prima versione dei dati relativi al mondo femminile, grazie alla quale fu possibile quantificare - per la prima volta nella storia - quante donne avevano intrapreso la carriera scientifica e, in particolare, quante occupavano posizioni di rilievo in questo ambito. Le statistiche, oltre a evidenziare le difficoltà incontrate dalle donne in ambito scientifico, rilevano anche un´altra tendenza interessante, commenta la dottoressa. Nei paesi che si contraddistinguono per i maggiori investimenti in ricerca e sviluppo (R&s) gli stipendi dei ricercatori sono più elevati e per questo un numero maggiore di uomini (e inferiore di donne) intraprendono la carriera di scienziati. Analogamente, i paesi che investono in misura minore nella ricerca e che, solitamente, offrono ai propri scienziati stipendi più bassi, presentano un numero di donne scienziate maggiore. La dottoressa Raudma sottolinea che sebbene vi siano alcune eccezioni che confermano la regola, questi risultati dimostrano che "non è possibile destinare semplicemente più denaro alla ricerca e allo sviluppo senza pensare di cambiare il modo in cui si fa ricerca". La dottoressa Raudma spiega appunto che l´attuale sistema di ricerca è stato fatto su misura per gli uomini: uomini con una moglie casalinga. È un sistema che non ha tenuto il passo coi cambiamenti sociali. Il sistema va urgentemente modernizzato - afferma, aggiungendo che - un migliore equilibrio nella vita lavorativa dei ricercatori, così come una maggiore flessibilità, andrebbe a beneficio anche degli uomini. Grazie a queste statistiche dettagliate, il Gruppo di Helsinki ha rivestito un ruolo importante affinché la tematica dedicata alle donne nella scienza trovasse posto sull´agenda politica, e ottenendo che la stessa venisse trattata in modo pertinente ad ogni livello. Tuttavia - spiega la dottoressa Raudma - "Non siamo ancora riusciti del tutto a renderla parte integrante del panorama scientifico. Il lavoro del Gruppo di Helsinki, pertanto, non è da considerarsi concluso". Inoltre, alcuni paesi hanno fatto progressi più sostanziali di altri. La dottoressa stima che questo argomento sia tutt´oggi oggetto di discussione in circa la metà dei paesi rappresentati nel Gruppo di Helsinki (i membri provengono dagli Stati membri dell´Unione europea e dai paesi che partecipano ai programmi di ricerca comunitari). Nel frattempo, il Gruppo di Helsinki continua a rappresentare un foro importante, dove gli Stati membri e la Commissione possono incontrarsi per discutere e per scambiare idee e buone pratiche. Per quanto concerne il futuro, la dottoressa spera che nel corso del prossimo decennio si arrivi alla completa adozione delle idee e delle raccomandazioni del Gruppo di Helsinki. Fino ad allora, il gruppo continuerà a prestare il suo contributo a favore delle relazioni e delle statistiche che evidenziano come l´abbandono della carriera scientifica da parte di una donna rappresenti una perdita per il mondo scientifico. Http://ec. Europa. Eu/research/science-society/index. Cfm?fuseaction=public. Topic&id=124 .  
   
   
“LA CITTÀ RADIOSA”, A PUBLIC ART PROJECT TRIESTE, CASA ROSA, PARCO DI SAN GIOVANNI 4 DICEMBRE- 18 DICEMBRE 09, TRIESTE, STAZIONE ROGERS  
 
 Trieste, 26 novembre 2009 - Verrà inaugurata il 4 dicembre prossimo la nuova proposta espositiva curata da Maria Campitelli del Gruppo78 dal titolo La Citta’ Radiosa. Allestita in due diverse sedi - la Casa Rosa all’ex Opp e alla Stazione Rogers di Trieste - la mostra raccoglierà le prime proposte di intervento nate a seguito della presentazione dell’innovativo sito www. Lacittaradiosa. Eu per una mappatura, progettazione e realizzazione di interventi artistici, architettonici su aree abbandonate, “sospese” della provincia e della città di Trieste. La Citta’ Radiosa è l’ottimistico titolo che rimanda direttamente a Le Corbusier, nello specifico ad un progetto che nel 1935 ridisegnò l’architettura e lo spazio abitativo in chiave razional/funzionalista per una nuova concezione urbana, positivamente proiettata nel futuro. Oggi, a Trieste, si rinnova questo impulso però su un terreno opposto, di mancanza e di abbandono, colorandosi dunque d’ironia, ma contenendo nel contempo una potenziale spinta alla trasformazione e al recupero. Si tratta infatti di individuare luoghi abbandonati, sia strutture architettoniche che spazi aperti, parchi, giardini o quegli interstizi anonimi - che Gilles Clement definirebbe “spazi indecisi”, lacerati - di insediamenti naturali ai margini delle costruzioni, che s’insinuano nel tessuto del territorio urbano e soprattutto suburbano. Luoghi abbandonati, disabitati e dismessi, in una parola deantropizzati, della città di Trieste e della sua provincia, che con questo progetto, vengono dapprima individuati, scandagliati, documentati e sui quali poi s’innescano ipotesi d’intervento creative, anche utopiche e visionarie, per il loro riconoscimento e per un eventuale riassetto ed utilizzo. E’ ancora una volta il Gruppo 78, associazione culturale triestina attestata sulla contemporaneità da oltre un trentennio, a proporre questa indagine che s’innesta nella Public Art e consegue al grande progetto “Public Art a Trieste e dintorni” svoltosi tra il 2007 e il 2008 sul territorio del capoluogo giuliano. Fascinosi da sempre, i luoghi abbandonati, oggi suscitano nuova attenzione ed interesse in una rilettura del territorio urbanizzato e non. All’eccesso di pianificazione, di organizzazione razionale, di invasivo costruire, alla saturazione del concetto di urbanizzazione si contrappone una ricerca e una valorizzazione dello scarto, di ciò che si insinua tra il costruito, di ciò che rimane al margine, lasciato da parte perchè non produttivo. Insignificanti frammenti territoriali, di cui è intessuta ogni regione, nel loro abbandono garantiscono diversità biologiche, altrimenti schiacciate dal cemento. Gli Stalker, ad esempio, attestati su questo fronte, parlano di “territori attuali” che costituiscono il negativo della città costruita, “luoghi del divenire inconscio dei sistemi urbani” dove attuale significa “diventare altro” in proiezione futura. Luoghi della trasformazione dunque, con ipotesi di ridefinizione e di rinascita tra gli anfratti di una natura non costretta, spesso intrecciata in imprevedibili rapporti con residui strutturali deantropizzati. Raccontare dunque la città in ombra che pulsa attorno e dentro a quella costruita, che chiede attenzione ed interventi diversamente pianificati, per rinascere a nuova vita contestualizzandosi con la città della luce, quella riconosciuta e praticata. Auspica perciò un’idonea progettualià che non la distrugga per continuare ad alimentare la linfa che contiene. Contrappunto compensatorio e necessario per una città più viva e vivibile dove lo spontaneo possa essere accolto e utilmente praticato col già costruito. Potrebbe diventare così una “Città radiosa” non solo emblematica, ma radicata nella realtà del quotidiano. La Mostra E Il Successivo Sviluppo Del Sito Www. Lacittaradiosa. Eu E’ un progetto aperto ai giovani e a nuove idee. Riveste anche una funzione educativa in quanto si propone di far conoscere luoghi dimenticati e accantonati della nostra città, stimolando la loro scoperta e relativa indagine per un approfondimento cognitivo e una successiva eventuale revitalizzazione. Quest’ultima da effettuarsi tramite i linguaggi ibridati dell’espressività contemporanea e le più aggiornate versioni della ricerca architettonica/urbanistica, così da integrare passato e futuro con uno sguardo attento all’ambiente. E’ un progetto collettivo che insiste sul territorio con l’obiettivo di provocarne una rinnovata sensibilizzazione e una consapevole appropriazione. Si articola in tre segmenti : mappatura o censimento dei siti pubblici e privati definibili come”luoghi dismessi” progettazione di interventi realizzazione di uno o più interventi progettati La mappatura è lo strumento basilare di conoscenza che fornisce i dati multimediali – immagini, contributi testuali, video, suoni raccolti nel nuovo sito interattivo del gruppo 78 www. Lacittaradiosa. Eu, aperto da poco, ma già ricco di informazioni - su cui poi intessere i propri ragionamenti ed ideazioni di intervento. È interessante rilevare l’aspetto innovativo di questa ricerca che utilizza la tecnologia avanzata - con l’apporto dell’informatico Massimo Angelini, la grafica di Carlo Andreasi e la collaborazione di Paola Vattovani - per attuare un’informazione interattiva con un utenza potenzialmente planetaria. È il data-base, propedeutico sì alle fasi successive, ma inteso con una sua autonomia e come una vera e propria opera d’arte sociale. Da esso inizia la ricerca territoriale e di variegata informazione, aperta a tutti, con l’intento di promuovere un diverso interesse verso il territorio in cui si svolge la nostra vita, e di conseguenza una rinnovata coscienza degli spazi urbani e suburbani in cui essa si compie. La successiva fase progettale, ora in atto, produrrà una prima mostra di ipotesi di intervento, a partire dal 4 dicembre 2009, presso la “Casa Rosa”, al Parco di S. Giovanni, ex Ospedale Psichiatrico e contemporaneamente alla Stazione Rogers, riva Grumula 14, Trieste. Opening rispettivamente alle ore 18. 30 e 20. 30 Vi approdano oltre venti progetti. La volontà di evidenziare e revitalizzare svariati luoghi dismessi spazia in situazioni disparate, dagli alloggi abbandonati degli operai della Ferriera, ai residui militari della prima e seconda guerra mondiale, dagli alberghi sfasciati a splendide ville inghiottite dalla vegetazione, ai grandi impianti produttivi dismessi per il mutare dei tempi e delle condizioni socio/economiche…. Due nuclei in particolare destano uno spiccato interesse : l’ex Ospedale psichiatrico - da cui è partita la rivoluzione basagliana e dove si svolge appunto una parte della mostra - e il Porto Vecchio, grandiosa isola a se stante prospiciente il mare, dove sono anche ancorate straordinarie strutture vetero-industriali come il pontone Ursus, con la gru alta 70 metri, del 1914. Ecco gli autori, per lo più artisti, fotografi, architetti ,ma anche giovani creativi di varia matrice: Carlo Andreasi, Elisabetta Bacci, Giuliana Balbi, Anna Valeria Borsari, Roberta Cianciola, Pierpaolo Ciana, Florentia Corsani, Myriam del Bianco, Cecilia Donaggio, Federico Duse, Fabiola Faidiga, Lucia Flego, Daniela Frausin, Guillermo Giampietro, Lucia Krasovec Lucas, Cristina Lombardo, Elena Marchigiani, professore di progettazione urbanistica con Marina Bradicic, Eugenia Gotti, Elisa Longanes, Alice Martinelli studenti della facoltà di architettura dell’Università di Trieste, Daniela Michelli, Lucio Perini, Giuseppe Pedi, Massimo Premuda, Adriano Riosa, Alessandro Ruzzier, Sonia Squillaci, Erika Stocker, Paolo Toffolutti, Cristina Treppo, Giancarlo Venuto, Elisa Zurlo. Ideazione e curatela : Maria Campitelli Organizzazione : Gruppo 78. .  
   
   
DONNE, INAUGURATA A POTENZA MOSTRA “DISSONANZE"  
 
Potenza, 26 novembre 2009 - “Definire nuovi codici, rompere gli schemi e determinare una mobilitazione generazionale, partendo dalle scuole, anche per rimettere in cammino quel femminismo, attualmente ancorato alle importanti conquiste del passato”. In questa cornice di obiettivi si inquadra, secondo il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, la mostra ´´ Dissonanze: realtà e rappresentazione delle donne”, ideata e curata dalla sociologa Luana Franchini e promossa dalla Presidenza e dall’ Ufficio della Consigliera di parità della Provincia di Potenza per dare il proprio originale contributo alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricorreva ieri. L’esposizione, inaugurata l’altro ieri al secondo piano del Museo archeologico provinciale, è frutto di un lavoro di raccolta e selezione di materiale audio, video e cartaceo, e ha come finalità l’analisi critica, sotto forma di esposizione artistica, del paradigma “donne e rappresentazione”. “Da una parte – hanno sottolineato la Consigliera di Parità Liliana Guarino e la Franchini - vi è la vita quotidiana tra famiglia e lavoro, frutto del processo di emancipazione degli anni settanta, della legislazione sui diritti delle donne e della riforma del diritto di famiglia. Una quotidianità, in bianco e nero, di successi grandi ma anche di forti difficoltà, costituita dal lavoro, dalla famiglia e purtroppo dalla violenza in casa e fuori casa (prima causa di morte per le donne sotto i 50 anni). Dall’ altra parte vi è una rappresentazione della donna che trasforma il corpo in merce, modificandolo e distorcendolo per renderlo un tutt’uno con il prodotto”. L’ inaugurazione della mostra, che sarà visitabile fino al prossimo 31 dicembre, è stata preceduta da un convegno contro gli stereotipi di genere nella comunicazione moderato dalla giornalista Nuccia Nicoletti e a cui hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Giunta Provinciale Piero Lacorazza, il sindaco Vito Santarsiero, il presidente del Consiglio regionale Prospero De Franchi, il vicepresidente della Consulta delle elette Aiccre Patrizia Dini, l’antropologa Barbara Terenzi, il coordinatore nazionale dei Co. Re. Com Roberto Pellegrini e il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Oreste Lopomo. ´´Considerato che la comunicazione è lo specchio di una società non solo così come è ma anche come si vorrebbe che fosse – ha affermato Lacorazza, concludendo i lavori – l’immagine femminile distorta, presentata dai media, è solo un sintomo di una patologia più grave, rintracciabile in una profonda crisi, della politica, della rappresentanza e della democrazia, i cui effetti pesano maggiormente sui soggetti deboli. La risposta a questa crisi – ha concluso - deve necessariamente partire dal sapere, dalle agenzie di formazione per produrre, sul lungo periodo, un nuovo modello di welfare più adeguato alle mutate esigenze delle donne e regole che aiutino una selezione, un rinnovamento e una mobilita´ della classe dirigente”. Sulla stessa lunghezza d’onda Lopomo che ha messo l’accento sulla dimensione economica dei messaggi pubblicitari e sull’importanza della formazione e della qualità dei programmi d’informazione. “La conoscenza – ha ribadito Pellegrini – è fondamentale anche nel promuovere una nuova cultura della comunicazione e dell’immagine”. Un forte apprezzamento all’iniziativa della Provincia è venuto dal sindaco Santarsiero che ha auspicato una nuova stagione di rispetto e valorizzazione dell’universo femminile e da De Franchi che si è soffermato sulla condanna dello sfruttamento e della mortificazione del corpo della donna. Proporre uno sguardo critico su immagini che strumentalizzano il corpo femminile e stimolare una riflessione più ampia del tema è dunque la finalità di una mostra “che – ha spiegato la curatrice dell’allestimento Sara Stolfi - coinvolge lo spettatore in un collage tridimensionale alla scoperta delle dissonanze che caratterizzano oggi la rappresentazione femminile”. .  
   
   
IN CALENDARIO UN’INTENSA ATTIVITÀ ESTIVA AGONISTICA E PROMOZIONALE “FOOTVOLLEYITALIA” CERCA SPONSOR PER IL CAMPIONATO ITALIANO 2010  
 
 Ravenna, 26 novembre 2009 - L’associazione sportiva dilettantistica Footvolleyitalia di Ravenna - punto di riferimento nazionale ed internazionale per lo sviluppo e l’organizzazione di eventi della disciplina sportiva del footvolley- ha confermato alla Società Pm l’incarico collaborativo e consulenziale per l’acquisizione degli sponsor e dei partner tecnici per l’attività agonistica, ricreativa e promozionale del 2010. Nella passata stagione estiva Footvolleyitalia ha organizzato con la collaborazione della Matmos di Milano, società specializzata in marketing di contatto ed eventi interattivi, il “Circuito Italiano di Footvolley” dando vita al vero e proprio villaggio itinerante “Pepsi Footvolley Tour 2009” che ha toccato 8 fra le più importanti spiagge della Penisola coinvolgendo migliaia di spettatori e più di 250 atleti. Nell’ambito del Circuito Italiano di Footvolley, l’Associazione ha organizzato due Master Internazionali ed il Campionato Italiano di Footvolley 2009 Oltre a Pepsi Cola, Title Sponsor dell’intera manifestazione, hanno partecipato come partner ufficiali e sponsor tecnici altre aziende di fama internazionale quali Grundig, Microsoft (x-box), Juega, Sporty, La Rete e Vitabrì. Fondata nel 2007, l’Associazione Footvolleyitalia, è inserita nel Circuito Europeo di Footvolley e partecipa attivamente insieme alle altre realtà continentali all’organizzazione di eventi e alla promozione del footvolley. Ha creato la prima scuola italiana per bambini e adulti, organizza tornei invernali indoor nei centri sportivi attrezzati e promuove la nuova disciplina sportiva nelle scuole medie e inferiori. Nel 2008 ha organizzato il primo Campionato Italiano ufficiale ‘Ranked’ di footvolley ed ha ospitato all’interno del Riviera Beach Games (quale main event della manifestazione) una tappa ufficiale del campionato europeo. Il “Campionato Italiano di Footvolley 2010” si articolerà in non meno di 6 tappe in altrettante rinomate località balneari nelle quali sarà allestito, di volta in volta, un vero e proprio “villaggio” itinerante che includerà: campi da gioco, strutture per l’ospitalità del pubblico e degli appassionati, aree riservate agli gli atleti e settori attrezzati per la promozione dei prodotti degli sponsor. .  
   
   
SI CHIUDE L’ANNO DI MILANO CAPITALE EUROPEA DELLO SPORT PASSAGGIO DI CONSEGNE A DUBLINO E CONVEGNO SU SPORT E ALIMENTAZIONE  
 
 Milano,26 novembre 2009 - Dodici mesi di eventi sportivi, dai Mondiali di boxe agli Europei di ginnastica artistica, dagli Assoluti italiani di atletica leggera allo spettacolare match di rugby tra Italia e All Blacks a San Siro. E tantissime altre iniziative in centri sportivi e impianti della città, per celebrare Milano Capitale Europea dello Sport. Cinquanta appuntamenti in tutto, che hanno coinvolto oltre 700 atleti di 30 discipline diverse, provenienti da 120 Paesi del mondo. Ieri a Palazzo Marino, l´assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi, assieme alla collega della Provincia Cristina Stancari e al presidente di Milano Capitale Europea dello Sport e del comitato provinciale del Coni Filippo Grassia, ha presentato i due eventi che chiuderanno l’anno. Lunedì 30 novembre, nella Sala Appiani dell’Arena Civica, si terrà il convegno “Sport energy, for life”, dedicato a sport e alimentazione. Martedì 1° dicembre, invece, a Palazzo Reale avrà luogo la cerimonia ufficiale di chiusura con il passaggio di consegne a Dublino, Capitale Europea dello Sport 2010. Oggi, assessori e presidente hanno anche tracciato un bilancio dell’anno che si sta per concludere e ipotizzato gli scenari futuri dello sport milanese. “Il 2009 – ha detto l’assessore Rizzi – è stato un anno veramente speciale per lo sport milanese. Se vogliamo lasciare qualche cosa di concreto per gli anni futuri, dobbiamo però ottenere per lo sport maggiori investimenti”. “Il nostro impegno – ha aggiunto Rizzi – è di riqualificare gli impianti, oramai vecchi, dotando la città di strutture moderne, accessibili da tutti e funzionali. Inizieremo l’anno prossimo con il Centro Xxv Aprile e con il Palalido, dove realizzeremo il terzo anello, portando la capienza a 5 mila spettatori. In questo saremo aiutati anche dal Coni nazionale che investirà risorse su Milano fino al 2015”. Filippo Grassia, che per un anno ha ricoperto la carica di presidente di Milano Capitale Europea dello Sport ha posto l’accento sull’importanza per le istituzioni di fare squadra: “Comune, Provincia e Coni, ma anche altri enti sul territorio, devono unirsi per avere una sola voce affinché lo sport, anche a livello di finanziamenti, conquisti maggiore importanza”. “Quest´anno abbiamo realizzato una cinquantina di eventi, alcuni dei quali hanno dato visibilità internazionale a Milano. Questo è il percorso che dobbiamo seguire unendo alle iniziative anche la riqualificazione degli impianti sportivi”. Anche la Provincia ha fatto la sua parte per rendere il 2009 un anno speciale per lo sport milanese. “La Provincia – ha detto l’assessore Stancari – ha sostenuto sia economicamente sia a livello di servizi tutti gli eventi organizzati. Ma soprattutto, proprio come avviene nello sport, ha fatto squadra assieme a Comune e Coni. Una squadra che ha dato risultati positivi perchè ha saputo trasmettere ai cittadini i valori di cui lo sport è portatore. Un grande risultato di Milano Capitale Europea dello Sport è stato, ad esempio, l´aver dato spazio, in quasi tutti gli eventi, agli atleti disabili”. .