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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Febbraio 2012
LA SCIENZA PREVEDE QUANTO VIVREMO: RICERCA FINANZIATA DALL´UE SULLA DURATA DELLA VITA  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2012 - Sebbene per la maggior parte delle persone conoscere la durata della vita solleva interrogativi che sarebbe meglio lasciare senza risposta, per la scienza medica potrebbe invece avere implicazioni positive. Adesso i ricercatori dell´Università di Glasgow e dell´Università di Exeter nel Regno Unito potrebbero aver sviluppato un nuovo modo di scoprire quanto vivranno le persone, sulla base di un´analisi del Dna. I risultati ottenuti dal team e pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences degli Stati Uniti d´America mostrano che gli scienziati possono ottenere una buona indicazione della durata della vita usando la lunghezza di pezzi specializzati del Dna chiamati telomeri, all´inizio della vita. I telomeri si trovano alla fine dei cromosomi, che contengono il nostro codice genetico completo. Funzionano allo stesso modo dei cappucci di plastica alle estremità dei lacci delle scarpe, e cioè segnano la fine dei cromosomi e li proteggono da vari processi che altrimenti ne causerebbero il graduale logoramento. Se un telomero si consuma, le cellule possono cominciare a funzionare male. Le misurazioni raccolte dai ricercatori del team li hanno aiutati a dedurre che la lunghezza del telomero nelle prime fasi della vita è strettamente correlata alla conseguente durata della vita. Visto che queste protezioni del Dna si possono trovare sia negli animali che nelle piante, il team ha esaminato la lunghezza dei telomeri in piccoli campioni di cellule del sangue prelevate in corrispondenza di varie età in un gruppo di uccelli appartenenti alla specie del diamante mandarino la cui aspettativa di vita varia da appena 210 giorni a quasi 9 anni. Hanno esaminato la lunghezza del telomero quando l´uccellino è ancora nel nido e poi in diversi altri momenti della sua vita. A partire da questi risultati si possono fare ipotesi anche sulla durata della vita umana. Il miglior modo di prevedere la longevità è risultato la misurazione della lunghezza del telomero ad appena 25 giorni di vita. È importante misurare la lunghezza del telomero nello stesso individuo dall´inizio della vita e poi ripetutamente durante il resto della sua vita naturale. La dott.Ssa Britt Heidinger, dell´Università di Glasgow, commenta: "Anche se la lunghezza del telometro varia di molto da un individuo all´altro, quegli uccelli che vivevano di più avevano i telomeri più lunghi ad ogni misurazione." Ci sono comunque anche altri fattori in gioco. Anche se la differenza della lunghezza del telomero è in parte attribuibile a fattori ereditari, può variare anche a causa di fattori ambientali come l´esposizione allo stress, come spiega Pat Monaghan, professore associato di Glasgow, nello studio: "Il nostro studio mostra la grande importanza dei processi che agiscono all´inizio della vita. Adesso abbiamo bisogno di capire meglio come le condizioni delle prime fasi della vita possono influenzare il ritmo di perdita del telomero e la relativa importanza dei fattori ereditari e ambientali. È su questo che si sta concentrando la ricerca attuale. Lo studio ha ricevuto un finanziamento dal Consiglio europeo della ricerca (Cer). Il Cer ha lo scopo di incoraggiare la ricerca di alta qualità in Europa attraverso finanziamenti competitivi e di sostenere la ricerca di frontiera iniziata dal ricercatore in tutti i campi di ricerca, sulla base dell´eccellenza scientifica. Il Cer integra altre attività di finanziamento in Europa come quelli delle agenzie nazionali di finanziamento della ricerca ed è uno dei componenti principali del Tema "Idee" del Settimo programma quadro (7° Pq). Per maggiori informazioni, visitare: University of Glasgow: http://www.Gla.ac.uk/    
   
   
LOTTA CONTRO IL CANCRO AL SENO: LANCIATO UN NUOVO PROGETTO FINANZIATO DALL´UE PER UN BIOMARCATORE  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2012 - È stato appena avviato un nuovo progetto per un biomarcatore finanziato dall´Ue che ha lo scopo di ottenere una terapia per il cancro al seno più personalizzata per le pazienti. Assicurando che la terapia per il cancro al seno sia creata appositamente per una singola paziente, i medici possono evitare le cure inefficaci, risparmiando tempo prezioso ed energie. Responsify ("Genome-based biomarkers leading to validated molecular diagnostic tests for response prediction in breast cancer") ha ricevuto quasi 6 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue e riunisce ricercatori provenienti da Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Svezia e Svizzera. I partner del progetto lavoreranno per sviluppare nuovi test per biomarcatori in grado di indicare gli effetti di una cura su un singolo paziente e rendere la previsione della risposta molto più semplice. L´obiettivo principale del progetto sarà verificare se certi tipi di cure debbano essere somministrate prima o dopo un intervento chirurgico. I medici spesso devono determinare quale terapia sia meglio per un paziente che sta per essere sottoposto alla rimozione chirurgica di un tumore, nella maggior parte dei casi di cancro al seno è solo dopo la rimozione e l´esame del tumore che i medici scelgono una terapia. Ma il fatto che questa sia la forma prevalente di cura non significa che sia adatta a tutti. Le cure che iniziano prima dell´intervento chirurgico, chiamate "terapie neoadiuvanti", comportano una significativa riduzione del tumore in fase preoperatoria. Solo in quel momento i dottori asportano quel che resta del tessuto tumorale. Il professor Carsten Denkert, dell´istituto coordinatore, Charité - Universitätmedizin Berlin, commenta: "Il vantaggio della terapia neoadiuvante è che la risposta effettiva della terapia sul tumore è immediatamente visibile. È per questo che possiamo giudicare meglio quali biomarcatori sono quelli giusti per indirizzare la terapia." Il team userà diverse strategie basate sul genoma per identificare e caratterizzare nuovi biomarcatori e per validare biomarcatori di progetti precedenti. Le strategie basate sul genoma comprendono nuove tecniche molecolari come il sequenziamento di tutto il genoma di prossima generazione, l´epigenetica, l´analisi dell´espressione genetica e degli esoni, la gamma del chinoma, la proteomica in situ e la reazione a catena della polimerasi quantitativa (qPcr) usando tessuto fissato in formalina e incluso in paraffina (Ffpe). Integrando le informazioni sulla previsione della reazione di diversi tipi di cancro al seno e metodologie in test per biomarcatori per terapie mirate nell´ambito della routine clinica, i ricercatori possono lavorare per superare le difficoltà che circondano l´individualizzazione della terapia del cancro sulla base di analisi standardizzate di biomarcatori. Per portare questi test sul mercato, essi saranno poi sviluppati per la commercializzazione dalle industrie e dalle piccole e medie imprese (Pmi) che fanno parte del consorzio. I risultati del progetto saranno presentati su un sistema di integrazione ed elaborazione dei dati basato sul web. La standardizzazione dell´integrazione dei dati delle sperimentazioni cliniche e dei biomarcatori in un sistema permette un facile accesso a ulteriori sperimentazioni cliniche basate sui biomarcatori. L´organizzazione mondiale della sanità (Oms) riferisce che il cancro al seno è la forma più comune di cancro tra le donne di tutto il mondo, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Per maggiori informazioni, visitare: Charité - Universitätsmedizin Berlin: http://www.Charite.de/en/charite/    
   
   
CORSI DELLA SCUOLA PROFESSIONALE PER LA FRUTTIVITICOLTURA E IL GIARDINAGGIO DI LAIVES (PRIMAVERA 2012)  
 
 Bolzano - Sono aperte le iscrizioni presso la Scuola professionale per la fruttiviticoltura e il giardinaggio – Laives – per una serie di corsi di formazione continua che spaziano dalle trasformazioni agroindustriali alla manutenzione del verde. Sono aperte le iscrizioni presso la Scuola professionale per la fruttiviticoltura e il giardinaggio – Laives – per una serie di corsi di formazione continua che spaziano dalle trasformazioni agroindustriali alla manutenzione del verde. A partire da febbraio 2012 la Scuola professionale per la fruttiviticoltura e il giardinaggio, nell’ambito della Formazione Continua, propone la seguente offerta formativa: Birrificazione artigianale - Malti e birre, macinazione dei cereali, temperature, tempi e tecniche di estrazione, filtrazione sulle trebbie, dosaggio luppoli e aromi in cottura, wirpool, raffreddamento e inoculo lieviti, fermentazione e maturazione, rifermentazione in bottiglia e confezionamento isobaro, impiantistica Brewpub e Microbrewery. Visita a struttura commerciale in produzione. Durata del corso 12 ore Calendario del corso : edizione 11 e 12 febbraio 2012; (il sabato dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.30); (la domenica dalle 09.00 alle 13.00). Edizione 25 e 26 febbraio 2012 ; (il sabato dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.30); (la domenica dalle 09.00 alle 13.00). Edizione aprile 2012 (in data da definire con stesse giornate e stessi orari).  
   
   
SANITÀ: AD APRILE IL MINISTRO BALDUZZI IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 23 Febbraio 2012 - Il ministro della Salute Renato Balduzzi sarà in Sardegna il prossimo 17 aprile per una ricognizione sulle emergenze sanitarie dell’Isola. Lo annuncia l’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, che proprio questa mattina ha avuto modo di confrontarsi con il ministro a margine di alcune riunioni a Roma. "Il ministro si è detto disponibile a venire presto a Cagliari - spiega l’assessore De Francisci - per rendersi conto di persona dello stato della sanità isolana e studiare assieme alla Regione iniziative operative per risolvere le problematiche più urgenti. Sarà l’occasione per discutere anche delle novità del prossimo Patto per la salute". Nelle prossime settimane, inoltre, l’assessorato si farà promotore di organizzare un vertice tra tutte le altre Regioni a Statuto speciale per iniziare un confronto sui temi della sanità.  
   
   
ASSISTENZA: TONDO ALL´ANFFAS PORDENONE, VOSTRO PROGETTO È VALIDO  
 
Pordenone, 23 febbraio 2012 - "Il vostro progetto di completamento dell´edificio residenziale e di realizzazione di un reparto per assistenza a disabili ad alta complessità risponde a un esigenza dell´intera comunità regionale. Per questo posso già dirvi che dalle prime verifiche di bilancio credo che l´opera sarà finanziabile e al più presto potrò darvene certezza non appena completerò l´esame delle disponibilità assieme alle strutture amministrative della Regione". Così si è espresso il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, che accompagnato dal vicepresidente, Luca Ciriani, e dal presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, ha visitato ieri il Centro Anffas "Giulio Locatelli" nel capoluogo del Friuli Occidentale, incontrando il direttore, Marco De Palma, e altri dirigenti della struttura dedicata a disabili gravi e gravissimi. Esprimendo apprezzamento per il Centro Locatelli "volto a dare una risposta ai problemi degli assistiti disabili e alle loro famiglie, nonché a farsi carico della sofferenza di chi non ha voce", il presidente della Regione ha preso atto dei problemi esistenti per il completamento della struttura. La risposta positiva, sia pure "nel quadro delle compatibilità economiche alle quali il difficile momento che stiamo vivendo ci obbliga", deriva anche dal fatto che la Provincia di Pordenone - per bocca del suo presidente Alessandro Ciriani - si è detta disponibile a fare la propria parte, mentre l´Ass 6 con il direttore generale, Giuseppe Tonutti, ha giudicato positivamente il progetto; senza dimenticare l´apporto dei privati che hanno già messo a disposizione una parte notevole della spesa necessaria. "La collaborazione esistente fra questo Centro e l´Ass 6 mi sembra molto importante anche al fine di togliere ricoveri impropri e molto più costosi in strutture ospedaliere - ha affermato Tondo -; quella con la Provincia è significativa anche per la Regione e spero che essa avrà modo di svilupparsi anche nella programmazione sanitaria".  
   
   
REGIONE METTE A DISPOSIZIONE NUOVA SEDE A VENEZIA PER OMS  
 
Venezia, 23 febbraio 2012 - L’ufficio Europeo per gli Investimenti e la Salute dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) cambia la sua sede a Venezia. La Regione, su proposta del vicepresidente Marino Zorzato, ha infatti formalizzato il provvedimento con cui viene affittata dal Sovrano Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta la porzione del piano terra del Palazzo Malta sede del Gran Priorato di Lombardia e Venezia, sito a Venezia nel sestiere di Castello, per destinarla agli uffici dell’Oms al posto dei locali attualmente utilizzati a San Vidal nel Palazzo Cavalli Franchetti, di proprietà della Società Venezia Iniziative Culturali S.r.l. “L’operazione – spiega Zorzato – rientra nel processo di riorganizzazione e razionalizzazione complessiva degli uffici avviata dalla giunta veneta. In questo caso, mantenendo fermo l’impegno preso con legge regionale nel 2003 a fornire le strutture necessarie a ospitare l’Oms a Venezia in base ad un accordo con il governo italiano, si è prospettata l’opportunità in primo luogo di adeguare grazie ad una nuova sede gli spazi per le esigenze di questi uffici e parallelamente di conseguire un risparmio economico rispetto ai costi della locazione. Rapportandoci con l’Oms sono stati valutati anche gli interventi necessari alle misure di antiterrorismo sulla sicurezza degli uffici dettate dalle Nazioni Unite per i propri uffici e per le Agenzie Speciali, di cui l’Oms fa parte”. I lavori sono ora praticamente ultimati e il provvedimento della giunta regionale fissa la decorrenza della nuova locazione con il corrente mese di febbraio. “Il nuovo contratto – sottolinea Zorzato - consentirà all’amministrazione regionale un risparmio di quasi 180.000 euro annui rispetto a quello precedente. Inoltre, le spese per i lavori di adeguamento della nuova sede sono state a carico della proprietà. In conclusione, possiamo dire di aver valorizzato una sede internazionale prestigiosa per l’immagine del Veneto e di Venezia, risparmiando sui costi”.  
   
   
NUOVO CHECK UP PER LE PROTESI DEL SENO RISONANZA MAGNETICA IN 3D, ESAMI DEL SANGUE SPECIFICI PER SCOPRIRE FUORIUSCITE DI SILICONE E UN PUNTEGGIO DELLA SALUTE DEL SENO: SONO LE CARATTERISTICHE DEL CHECK UP PER LE PROTESI MAMMARIE, UN SERVIZIO UNICO IN ITALIA MESSO A PUNTO DAL CENTRO DIAGNOSTICO ITALIANO.  
 
 Milano, 23 febbraio 2012 – Il Centro Diagnostico Italiano (Cdi) di Milano ha creato un vero e proprio check up dedicato al seno con protesi, il Centro Operativo Seno: si tratta dell’unico servizio in Italia strutturato con un percorso diagnostico ed esami del sangue specifici, un’avanzata risonanza magnetica 3D e la consulenza del chirurgo plastico. Il servizio nasce da un’attenta analisi: molte donne, che in passato si sono sottoposte ad interventi di mastoplastica, non sono consapevoli che, anche per le protesi, deve essere prevista una “manutenzione” regolare, non solo per garantirne la bellezza estetica ma addirittura per non farle divenire dannose per la salute a causa di rotture o perdite di silicone. A sottolineare l’importanza del tema, il Centro Diagnostico Italiano ha attivato anche un indirizzo e-mail amp@cdi.It  attraverso il quale due chirurghi plastici del Cdi risponderanno a tutti coloro che hanno domande sugli interventi di mastoplastica, anche legate alla recente vicenda delle protesi francesi Pip. Non esistono ancora stime ufficiali ma una ricerca Doxa commissionata nel 2011 dall’Osservatorio nazionale sulla chirurgia estetica segnala che il 37% delle donne italiane ha valutato almeno una volta se effettuare l’intervento di mastoplastica. Il percorso diagnostico - La paziente che si reca al Cdi per il controllo delle protesi è subito sottoposta a esami del sangue e a risonanza magnetica. Tra le analisi di laboratorio, oltre alla misurazione dei valori più comuni e importanti, vi è anche uno specifico test che ricerca nel sangue particolari anticorpi sentinella per il silicone: si tratta degli anticorpi “antinucleo”, cellule che il nostro organismo produce e che usa per attaccare il silicone come corpo estraneo. Il nostro sistema immunitario, infatti, come accade anche nel rigetto dei trapianti o, semplicemente, contro i virus, attacca per distruggere tutto ciò che è estraneo al nostro organismo. Se, quindi, gli esami riscontrano la presenza di questi anticorpi è possibile che vi sia fuoriuscita di silicone. Parallelamente agli esami del sangue le pazienti sono sottoposte a un´avanzatissima risonanza magnetica in grado di “fotografare” in tre dimensioni le protesi e vedere, quindi, se hanno cambiato la loro forma o la loro posizione. Le protesi, infatti, a causa dell´usura o dei movimenti del corpo possono assottigliarsi, ruotare, incresparsi o ripiegarsi provocando non solo problemi estetici ma anche fastidio o dolore alla paziente. Questo esame, inoltre, è in grado di individuare i “siliconoidi”, cioè piccoli agglomerati di silicone fuoriuscito che il corpo avvolge e trasforma i duri noduli e che alla semplice palpazione del seno potrebbero essere confusi con formazioni tumorali. La valutazione dello stato delle protesi - Dopo una settimana la paziente riceve i risultati degli esami ed è visitata dal chirurgo che, al termine del consulto, elabora un punteggio sullo stato delle protesi, chiamato “mammary score”. A seguito di questa valutazione si possono registrare tre esiti: la protesi è integra e, quindi, la paziente è in sicurezza e le viene indicato con precisione quando effettuare il successivo controllo; la protesi è integra ma si riscontrano problemi estetici come assottigliamento o rotazione; la protesi è rotta e può esservi fuoriuscita di silicone con il rischio di sviluppare malattie autoimmunitarie o fibromialgia. In questo ultimo caso le sono prescritti ulteriori esami e controlli specialistici che possono portare anche alla sostituzione della protesi stessa. Spiega Maurizio Cavallini, chirurgo plastico ed estetico e coordinatore del Centro Operativo Seno del Centro Diagnostico Italiano: “Le protesi al seno hanno una vita media di dieci o quindici anni al massimo e necessitano di controlli regolari secondo una periodicità personalizzata. Gravidanza, attività sportiva intensa o lavori ad alto impegno fisico, infatti, possono accelerarne l´usura”. “Inoltre – continua Cavallini – sono proprio le donne più giovani a dover prestare più attenzione ai controlli per la salute delle proprie protesi: non perchè siano più a rischio ma a causa del fatto che, a differenza di donne più adulte, non si sottopongo ad esami previsti per la prevenzione di altre patologie, come la mammografia, che possono monitorare in maniera indiretta lo stato di salute delle protesi”.  
   
   
IL MINISTRO DELLA SANITÀ BALDUZZI AD AOSTA PER IL PROGETTO DELL’OSPEDALE  
 
 Aosta, 23 febbraio 2012 - Un incontro lampo per presentare al Ministro della salute, Renato Balduzzi, il progetto per l’ampliamento dell’Ospedale regionale Umberto Parini. Un confronto al quale hanno preso parte il presidente della Regione, Augusto Rollandin, l’Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce, il Senatore Antonio Fosson, il Direttore generale dell’Usl, Stefania Riccardi, il capo progetto per l’Ospedale Umberto Parini, Paolo Felli, della società Cspe di Firenze, e l’amministratore della società Coup srl, Paolo Giunti. “Un progetto ambizioso”, ha detto il ministro Balduzzi, “bisogna considerare che i fondi per l’edilizia sanitaria sono soldi investiti, non semplicemente spesi”. L’invito del ministro è stato di porre grande attenzione per garantire una buona integrazione del progetto sul territorio. Renato Balduzzi – Ministro della salute Sicuramente la centralità del Mauriziano nella realtà aostana è un dato evidente, che viene percepito non soltanto da chi vive stabilmente ad Aosta, ma anche da chi ad Aosta può venire anche soltanto di passaggio. Questo significa che qualunque potenziamento del Mauriziano, dell’ampliamento del Mauriziano, deve ancora più tenere conto che essendo questa centralità il legame con la rete viaria, la vita sociale, con il pulsare di una vita dinamica come quella della città di Aosta, deve essere tenuto presente. Ma credo che sia qualche cosa che indubbiamente sia in sede di progetto sia in sede di valutazione politica, politica in senso alto, con il coinvolgimento della polis, cioè della città, sarà tenuto presente. Già a capo, a partire dal 2007, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il Ministro Balduzzi è attento e competente conoscitore delle realtà locali nel settore per il quale gli è stata affidata la delega. Esperto di diritto sanitario, Renato Balduzzi nella sua carriera è stato, dal 2008, all’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro coordinatore del Dottorato di ricerca su Autonomie locali, servizi pubblici e diritti di cittadinanza e consigliere giuridico dei ministri della Difesa (1989-1992), della Sanità (1996-2000), dove ha ricoperto anche l’incarico di Capo ufficio legislativo con il ministro Rosy Bindi, presiedendo la Commissione ministeriale per la riforma sanitaria, e delle Politiche per la famiglia (2006-2008). È Professore ordinario di diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Milano.  
   
   
SANITA´: INVALIDITA´ CIVILI, DISPOSTA VERIFICA ALL´ASP DI PALERMO  
 
Palermo, 23 febbraio 2012 - E´ partita una verifica ispettiva all´Asp di Palermo per accertare le condizioni operative delle Commissioni invalidi civili e le motivazioni che stanno alla base di alcuni ritardi segnalati. L´ultimo caso in ordine di tempo, denunciato da una giovane mamma con una lettera al sito di informazione Livesicilia, riguarda il ritardo amministrativo per il riconoscimento della invalidita´ civile e per la concessione dei benefici di legge ad una piccola paziente affetta da autismo. "Dobbiamo andare a fondo a un problema che riguarda tante persone in tutta la Sicilia, quotidianamente vittime di lungaggini burocratiche e di complicazioni che magari sarebbero evitabili con una migliore organizzazione del lavoro - ha spiegato l´assessore regionale Massimo Russo -. Certamente ci sono aspetti normativi da rivedere per evitare inutili appesantimenti nelle procedure ed e´ per questo che ho gia´ istituito un tavolo tecnico per la sburocratizzazione. Sicuramente non fara´ male un richiamo alla massima attenzione nel disbrigo di queste pratiche e l´ispezione che ho disposto, oltre a verificare che non ci siano responsabilita´ individuali, servira´ a dettare i necessari miglioramenti negli assetti organizzativi e nella semplificazione delle procedure. Dobbiamo rendere piu´ fluido questo meccanismo, ricordandoci sempre che abbiamo a che fare con pazienti che hanno bisogno e che nel difficile percorso della malattia, propria o dei familiari, vanno accompagnati e assistiti con un supplemento di affetto e umanita´". Il provvedimento ispettivo e´ stato firmato dal dirigente generale del dipartimento attivita´ sanitarie Lucia Borsellino.  
   
   
COSTITUITA LA RETE ONCOLOGICA DELL’AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI COSENZA  
 
Cosenza 23 febbraio 2012 - L’azienda sanitaria di Cosenza ha costituito la Rete oncologica provinciale. Attualmente, su una popolazione di circa 750 mila abitanti, sono attive tre unità operative di oncologia situate negli ospedali locali di Paola-cetraro, Rossano-corigliano e Castrovillari. Il coordinamento della rete è affidata al direttore dell’unità operativa di oncologia di Paola Gianfranco Filippelli. La Rete oncologica calabrese, la cui realizzazione è prevista nel Piano sanitario regionale del 2007-2009, deve essere organizzata con un centro di livello generale (hub) ed un insieme di strutture locali (spoke) connessi al gestore di rete, per garantire la presa in carico globale e continua del paziente, occupandosi della prevenzione, della diagnosi, della terapia, fino alla fase terminale con relative cure palliative. La rete oncologica dell’Asp di Cosenza consente di razionalizzare e rendere omogenea tale tipologia di cura, realizzando l’integrazione gestionale e funzionale delle risorse umane e tecnologiche delle unità operativa oncologica. Complessivamente, nell’anno 2010, nell’unità operativa oncologica di Paola sono stati eseguiti 5.615 ricoveri in day hospital e 3.848 prestazioni ambulatoriali; in quella di Rossano 5.742 ricoveri giornalieri programmati e 1.898 ambulatoriali; nell’unità operativa oncologica di Castrovillari ci sono stati, invece, 3.996 prestazioni di day hospital e 1.039 in ambulatorio. Nel 2011 c’è stato un incremento globale dell’attività del 30 per cento circa. Con la rete oncologica si vuole ottenere un miglioramento delle prestazioni e la presa in carico globale del paziente oncologico attraverso la collaborazione operativa con l’Hub di Cosenza e le sue unità operative (in particolare il Dipartimento onco-ematologico e quello materno-infantile), la rete integrata delle cure palliative e della terapia del dolore, il servizio di assistenza domiciliare e l’unità operativa di screening oncologici. L’obiettivo è anche quello di realizzare il monitoraggio continuo con il controllo e la verifica della cure oncologiche nell’Asp cosentina, con particolare attenzione ai dati riguardanti la migrazione sanitaria, e, inoltre, quello di uniformare i livelli di assistenza e di condividere i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (Pdta) anche con l’Azienda ospedaliera di Cosenza.  
   
   
CITTÀ SALUTE, MILANO E SESTO IN POLE POSITION IN VALUTAZIONE LA CASERMA PERRUCCHETTI E L´AREA EX FALCK FORMIGONI: SCEGLIEREMO IN BASE A TEMPI, COSTI E ACCESSIBILITÀ  
 
Milano, 23 febbraio 2012 - La piazza d´armi della Caserma Perrucchetti di Milano e l´area ex Falck di Sesto San Giovanni. Sono queste le due ipotesi più probabili di localizzazione della Città della Salute. La scelta sarà effettuata in tempi brevi, presumibilmente già il prossimo 7 marzo, una volta completati gli approfondimenti tecnici relativi all´accessibilità del sito, ai costi e alla tempistica di realizzazione. Sarà dunque preferita la soluzione che darà migliori garanzie su questi tre punti. E´ quanto ha reso noto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che ha riferito in conferenza stampa le decisioni assunte oggi, con il consenso di tutti i soggetti interessati, dal Collegio di vigilanza dell´Accordo di Programma della Città della Salute. "Questo progetto straordinariamente importante e di assoluta eccellenza va avanti - ha confermato Formigoni -. Con senso di responsabilità abbiamo dovuto tenere conto delle novità portate dalla crisi economica e dal ridimensionamento delle risorse pubbliche nazionali, che ci hanno portato a prendere in considerazione altre ipotesi, oltre a quella dell´area di Vialba, i cui costi sono cresciuti in maniera non sostenibile". "Nella prossima riunione del Collegio di Vigilanza - ha spiegato Formigoni -, già convocata per il prossimo 7 marzo, saranno esaminati i risultati del lavoro dei tecnici. La scelta dell´area si baserà sulla possibilità di realizzare l´opera nei tempi più rapidi, con i costi più bassi e con tutte le garanzie di accessibilità e pulizia dei terreni che sono necessarie". Impegno Regionale E Vialba - Regione Lombardia si era impegnata nel 2009 a mettere a disposizione 228 milioni di euro per questo progetto. A valle di una riduzione delle risorse statali la stessa Regione ha aumentato la propria quota di finanziamento, portandola a 330 milioni. Tuttavia, il progetto relativo all´area di Vialba ha visto crescere in maniera significativa e insostenibile i costi. Si tratterebbe di circa 90 milioni in più per la realizzazione di 3 vasche di laminazione a nord dell´ambito di intervento (circa 30 milioni), l´istituzione di 2 shuttle dedicati (45 milioni in 30 anni di concessione), la realizzazione della viabilità locale di collegamento con la nuova Rho-monza (5 milioni) e i costi di cessione dei terreni da parte della proprietà (Inps). Perrucchetti - Sono state dunque valutate dai tavoli tecnici ipotesi localizzative alternative. In particolare sono state esaminate nelle scorse settimane tre proposte: l´area di Porto di mare; l´area di proprietà del Canale Navigabile Cremona-po; la Piazza d´armi della caserma Perrucchetti. Le prime due sono state accantonate per problemi relativi a interventi di bonifica estesi e all´occupazione di una parte delle aree da varie attività anche non autorizzate. "La terza, la Piazza d´armi - ha spiegato ancora Formigoni - non presenta particolari criticità sotto il profilo territoriale e infrastrutturale, ma è di proprietà dello Stato, in uso al Ministero della Difesa. Nella riunione di stamattina il Comune di Milano ha avanzato un´ipotesi operativa riguardo la cessione in tempi più rapidi e a costi ridotti rispetto a quanto ipotizzato in sede tecnica". Sesto San Giovanni - Una lettera ufficiale del sindaco di Sesto San Giovanni ha manifestato ieri l´interesse ad ospitare sull´area ex Falck la Città della Salute. Nel documento si evidenzia che l´intervento potrebbe essere realizzato sulle aree destinate a standard e di conseguenza la cessione dell´area alla Regione avverrebbe a titolo gratuito e su area già bonificata. "Questo consentirebbe - ha commentato Formigoni - di rispettare i costi già previsti per l´intervento e tempi rapidi per l´avvio dei lavori". L´area ha adeguati livelli di accessibilità, confina con la linea 1 rossa della Mm, la linea ferroviaria Milano-venezia ed è vicina alla tangenziale che porta in pochissimi chilometri all´aeroporto di Linate. Quanto alla bonifica dell´area, il sindaco Oldrini - presente oggi alla conferenza stampa a Palazzo Lombardia insieme al presidente dell´Istituto Besta Alberto Guglielmo, al presidente dell´Istituto dei Tumori Giuseppe De Leo e al direttore generale del Sacco Callisto Bravi - ha sottolineato che il progetto è già stato elaborato e approvato e che le operazioni di bonifica potrebbero essere svolte contestualmente ai lavori di scavo. Sacco - "L´abbandono del progetto nell´area di Vialba - ha precisato Formigoni - adiacente all´ospedale Sacco, non costituisce in nessun modo un ridimensionamento dell´importanza e delle ambizioni di questa struttura. Il Sacco infatti rappresenta un centro di riferimento polispecialistico, con alcune eccellenze a livello nazionale, e potrà sviluppare le proprie specificità indipendentemente dalla realizzazione in loco della Città della Salute. Stiamo inoltre valutando un importante progetto di riqualificazione della struttura".  
   
   
CITTÀ DELLA SALUTE A MILANO: APRIAMO IL CONFRONTO CON TUTTI I COMUNI DELL’AREA METROPOLITANA PER LA SCELTA DEL SITO  
 
Milano, 23 febbraio 2012 - “Valutiamo positivamente la proposta di Sesto San Giovanni, nella prospettiva di un progetto metropolitano in grado di garantire un servizio di cura di qualità anche ai cittadini milanesi. Milano si conferma disponibile al confronto con tutti i Comuni dell’hinterland e, in quest’ottica, aspetta di considerare anche la proposta che oggi il Comune di Novate Milanese ha ritenuto di prospettare in sede di Collegio di Vigilanza”. Lo ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris. “È tuttavia importante – ha proseguito l’assessore De Cesaris – valutare ogni proposta con grande attenzione, al fine di non ripetere gli errori del passato: veniamo da un’ipotesi, quella di Vialba, che presentava gravi criticità e ha finito per allungare i tempi di anni, prima di essere definitivamente accantonata. Non possiamo nascondere che l’area proposta da Sesto San Giovanni presenta problematiche ancora non concluse dal punto di vista ambientale. Il Comune di Milano ha avanzato alcune ipotesi, tra cui la possibilità di utilizzare uno degli ambiti di trasformazione urbana come la Piazza d’Armi: un sito in grado di offrire un’ottima localizzazione, anche per la dotazione di infrastrutture di collegamento e per la mobilità”. “Siamo pronti ad effettuare i necessari ulteriori approfondimenti – ha concluso De Cesaris – con l’obiettivo di individuare l’area che consenta nei tempi più rapidi e con maggiore certezza la realizzazione di quel centro di eccellenza della salute che, da troppo tempo, gli utenti, le strutture ospedaliere coinvolte e l’università stanno aspettando”. Sulla Città della Salute è intervenuto anche l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute Pierfrancesco Majorino: “Crediamo nell’importanza di realizzare una cittadella della salute, per la quale in questi anni si è perso troppo tempo. Il balletto delle aree non ci appassiona, è necessario confrontarsi seriamente sulle diverse ipotesi per definirne la localizzazione. Evitiamo, quindi, le fughe in avanti. Milano ha le sue proposte da avanzare, da discutere insieme a tutti i soggetti dell’area metropolitana”.  
   
   
SANITÀ, PRIVI DI VALORE I DATI DI GIUSTACAUSA  
 
Milano, 23 febbraio 2012 - "I casi reali di malasanità in Regione Lombardia sono una percentuale trascurabile. La neonata associazione Giustacausa si presenta invece esibendo improbabili cifre desunte da segnalazioni spontanee e casuali, giunte a loro in un anno". E´ quanto si legge in una Nota di Regione Lombardia. "E´ noto a chiunque - prosegue la Nota - che le classifiche hanno senso se fatte non i termini assoluti ma in percentuale rispetto alla popolazione. La Lombardia ha 10 milioni di abitanti, l´Umbria 900.000. E´ quindi del tutto fuori luogo stabilire maglie rosa o maglie nere con cifre che non hanno valore, perché prescindono da questa grande differenza di dimensione". "Ha un po´ più valore - recita ancora la Nota -, come Giustacausa registra, il grande flusso di pazienti dal Sud e anche dal Centro al Nord e, in particolare, in Lombardia. Ci sarà pure un motivo se oltre il 10 per cento dei ricoveri in Lombardia riguardano pazienti di altre regioni. Che certo non sono attratti dalla... Malasanità".  
   
   
BOLZANO: SEQUESTRO DEI NAS GRAZIE ALLE ANALISI DEL LABORATORIO ANALISI ALIMENTI DELL´APPA  
 
 Bolzano, 23 febbraio 2012 - Al sequestro di oltre 50.000 capsule simili al Viagra (per un valore di mercato di 570.000 Euro) effettuato dai Nas di Trento a Busto Arsizio a conclusione delle indagini, di cui hanno riferito i media locali e nazionali in questi giorni, hanno contribuito in modo determinante le analisi condotte già nel 2010 dal Laboratorio Analisi Alimenti dell’Agenzia provinciale per l’ambiente di Bolzano. Come spiega il suo direttore Luca D’ambrosio, l’Appa di Bolzano è l’Unica in Italia ad essere dotata di un’apparecchiatura all’avanguardia (lo strumento Lc/ms Ltq Orbitrap Xl), che consente di effettuare ricerche non mirate sulle sostanze. In pratica, se prima si andava a ricercare una sostanza particolare avvalendosi di standard di riferimento (sostanze pure necessarie per il confronto fatte pervenire dal Canada), ora le analisi che conduce il Laboratorio Analisi Alimenti dell’Appa di Bolzano hanno fatto un vero e proprio salto di qualità e possono far fronte anche alle più subdole sofisticazioni. In pratica lo strumento consente di verificare se ci sono anomalie nei prodotti senza sapere a priori quale sostanza andare a cercare, come spiega il direttore del laboratorio. Nel caso specifico, come prosegue D´ambrosio, nelle capsule a base di prodotti dichiarati "naturali" si celavano le molecole contraffatte dello stesso principio attivo del Viagra che era stato copiato; proprio grazie alla strumentazione di nuova generazione ora queste manipolazioni subdole non costituiscono più un “rompicapo” per gli esperti del laboratorio. L’apparecchiatura in dotazione al Laboratorio Analisi Alimenti, come sottolinea D’ambrosio, è stato un vero e proprio investimento (costo sui 400.000 Euro) effettuato nel settembre 2011, ma che consente di svelare più velocemente le contraffazioni facendo dell’Agenzia provinciale per l’ambiente di Bolzano un vero e proprio punto di riferimento per gli interventi dei Nas nel Nord Italia. Apparecchiature simili in Italia sono in dotazione solo a qualche istituto di ricerca, aziende farmaceutiche, ed ai Ris di Parma), come ricorda D´ambrosio. Nel 2010 grazie alle analisi eseguite a Bolzano era stato effettuato il sequestro di un integratore alimentare con proprietà dimagranti contenente sostanze altamente pericolose per la salute. Come commenta D’ambrosio “In tutta la mia attività lavorativa fino ad allora non avevo mai analizzato sostanze così pericolose contenute in alimenti”. Da qui l’appello a diffidare dagli acquisti soprattutto online di prodotti alimentari che promettono effetti miracolosi in tempi brevi: gli alimenti, infatti, non hanno effetti così marcati se non trattati con altre sostanze, ad esempio medicinali. Prodotti simili spacciati quali “naturali” contengono spesso farmaci dagli effetti pericolosi per la salute che in molti casi vengono assunti da ignari adolescenti. Un altro aspetto da tener presente è che avvenendo online l’acquisto non è sottoposto ad alcun controllo ed in caso di danni non si può presentare reclami. Attualmente il Laboratorio Analisi alimenti sta compiendo, tra il resto, dei test su altri integratori sospetti.  
   
   
ACT: PREVENZIONE ED EDUCAZIONE PER SCONFIGGERE LE DIPENDENZE  
 
Roma, 23 febbraio 2012 - «Il nuovo Quadro di Servizi Cittadino dell’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze rappresenta un cambio di mentalità culturale sul tema delle dipendenze: la prevenzione è al centro delle politiche, che non rincorrono più il problema, ma cercano di svolgere una funzione educativa per impedire che la tossicodipendenza metta radici». Così l’Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale Gianluigi De Palo, commentando l’avvio dei servizi sulle tossicodipendenze lanciati ieri dall’Act. «Questi nuovi servizi – aggiunge l’Assessore – attuano gli indirizzi dell’Assemblea Capitolina e del mondo delle realtà che lavorano in questo campo, così delicato. Con l’Act abbiamo operato per trovare soluzioni e azioni concrete che mettessero al centro la prevenzione». «Roma Capitale – spiega De Palo – investe tutte le risorse necessarie per fornire interventi innovativi. Credo siano investimenti importanti, che rappresentano la nostra volontà di tenere alta la soglia di attenzione verso la tossicodipendenza». «L’impegno congiunto tra Amministrazione Capitolina e Act non si ferma qui. Stiamo, infatti, rispondendo in modo sempre più capillare e consapevole ai fenomeni di devianza e di dipendenza, anche strisciante, che si verificano nella nostra città. Per questo pensiamo di realizzare, con l’ausilio di esperti di ambito accademico, un’analisi dimensionale del fenomeno nella città che analizzi il territorio. Inoltre, vogliamo coinvolgere le altre agenzie educative che hanno un ruolo importante in collaborazione con l’Act. Queste iniziative, inserite nel contesto più ampio delle politiche giovanili, manifestano l’attenzione e l’impegno concreto a vantaggio dei giovani di Roma, stando al passo con i cambiamenti del fenomeno della tossicodipendenza», conclude De Palo.  
   
   
´IO TIFO POSITIVO´ IN TUTTA LA REGIONE  
 
Milano, 23 febbraio 2012 - Circa 10.000 ragazzi di età compresa tra i 10 e i 13 anni, sette Province lombarde coinvolte, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, Coni, le squadre di calcio Milan, Inter, Brescia, Monza e Lecco, oltre a Olimpia Milano (basket), Hockey Milano, Gabeca Monza (pallavolo). Sono i protagonisti di ´Io tifo positivo - Nel segno di Candido Cannavò´. L´iniziativa, giunta alla sua terza edizione, prevede incontri formativi nelle scuole alla presenza di testimonial delle squadre che hanno aderito al progetto, eventi sportivi e di gioco arricchiti da un tifo "positivo", con la ferma condanna degli episodi di violenza, purtroppo ancora troppo frequenti sugli spalti degli stadi di calcio, soprattutto. ´Io tifo positivo´ è uno dei progetti promossi e sostenuti dalla Fondazione Candido Cannavò per lo sport, nata alla fine del 2009 per ricordare l´opera e l´insegnamento del grande direttore della Gazzetta, scomparso il 22 febbraio di 3 anni fa. A illustrare le caratteristiche dell´iniziativa, gli obiettivi e la straordinaria diffusione in pochi anni è stata l´assessore regionale allo Sport e Giovani Monica Rizzi, oggi tra gli ospiti del ´Candido Day´, organizzato dalla Fondazione Cannavò in collaborazione con la Gazzetta dello Sport. Rispetto E Tolleranza - "Crediamo fortemente in questo progetto e lo sosteniamo con convinzione - ha sottolineato l´assessore Rizzi -, perché il problema del tifo violento negli stadi è da affrontare non solo con i metodi repressivi, che hanno dato risultati finora poco brillanti, ma educando i nostri ragazzi a un comportamento da veri sportivi. A loro affidiamo il compito di costituire un esempio non solo per i loro coetanei ma anche per i genitori". Le Parole Chiave - Le parole chiave di ´Io tifo positivo´, la cui realizzazione è affidata a Comunità Nuova onlus, di cui è presidente don Gino Rigoldi, sono: rispetto, tolleranza, educazione, impegno, sana competizione, divertimento, lealtà e accettazione della sconfitta. I giovani coinvolti in questa iniziativa dovranno mettersi alla prova e dimostrare di aver appreso il gusto di tifare per lo sport e contro ogni forma di violenza e discriminazione. Entro Il 2014 ´Io Tifo Positivo´ In Tutta La Lombardia - Secondo l´assessore regionale l´obiettivo da raggiungere entro il 2015 è il coinvolgimento di tutte le Province lombarde. "Anzi - ha precisato Rizzi - sono convinta che riusciremo a conseguirlo nel giro di poco tempo, al massimo entro il 2014, comunque sicuramente in anticipo". Le Altre Iniziative Sociali - In occasione del ´Candido Day´ sono state ricordate le iniziative promosse dalla Fondazione tra il 2010 e il 2011, culminate nell´allestimento della mostra ´Donnaèsport´, e illustrate le azioni per il 2012, che saranno sostenute anche da Fondazione Cariplo. Tra gli impegni assunti il più importante è il ´Progetto carceri: San Vittore´, che si propone di migliorare le condizioni di vita dei detenuti dell´istituto di pena milanese e della polizia penitenziaria. Saranno distribuiti 1.500 kit igienico-sanitari, completi di abbigliamento intimo e prodotti per l´igiene personale, per dotarne l´intera popolazione carceraria, viste le difficoltà dell´Amministrazione penale a reperire i fondi necessari. A questo kit verrà aggiunta una felpa (ne verranno distribuite 2.000), per affrontare le temperature più basse. Un esemplare del kit è stato consegnato simbolicamente dal direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti alla direttrice del carcere di San Vittore Gloria Manzelli.  
   
   
TROFEO MONOMARCA HM HONDA SUPERMOTO 2012  
 
Torino, 23 febbraio 2012 - Completato il calendario del Trofeo Hm Honda 2012 con l’inserimento di una gara all’ interno del Gp d’Italia Supermoto che si svolgerà a Ottobiano, prima prova del mondiale 2012. Sarà uno stimolo in più per i piloti del Trofeo, che potranno condividere le emozioni e respirare l’aria di un Gp con un pubblico delle grandi occasioni, che farà da cornice al Trofeo monomarca più longevo, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.Italianosupermoto.it  alla voce trofei, oppure contattare direttamente l’organizzatore Only Motor al numero di telefono 059.687201 o inviando una mail a: info@assomotor.It  Calendario gare 2012 01 aprile: Latina; 15 aprile: Ottobiano (Gp Supermoto); 13 maggio: Battipaglia; 10 giugno: Ottobiano; 22 luglio: Pomposa; 16 settembre: Castelletto di Branduzzo.  
   
   
MONDIALI CICLISMO, SOPRALLUOGO DI TECNICI DA ROMA PER L’ISTRUTTORIA DI ‘GRANDE EVENTO’  
 
Firenze, 23 febbraio 2012 – Primo sopralluogo sul percorso di gara dei Mondiali di ciclismo, che si svolgeranno in Toscana nel 2013, tra un anno e mezzo. L’hanno effettuato stamani i tecnici del Ministero delle infrastrutture e della Protezione Civile nazionale, giunti in città per l’attività istruttoria finalizzata alla dichiarazione dei Mondiali in Toscana come “grande evento”. Una scelta che avrà bisogno di un decreto del Consiglio dei ministri per essere poi formalizzata. Per questo gli emissari di Ministero e Protezione civile hanno incontrato ieri il Comitato istituzionale e il Comitato organizzatore. Sull’esito dell’incontro, il presidente del Comitato istituzionale (ed assessore regionale) Riccardo Nencini ha espresso “soddisfazione per la disponibilità dimostrata anche in questa occasione dal governo Monti”, auspicando “che tale sostegno venga anche formalizzato presto in un atto ufficiale dell’esecutivo”.  
   
   
TOSCANA: APPROVATO IL PIANO REGIONALE PER LO SPORT 2012-2015  
 
 Firenze, 23 febbraio 2012 – Parità di accesso alla pratica sportiva, promozione di stili di vita salutari, integrazione sociale come base per lo sviluppo del welfare. Sono questi gli obiettivi generali del nuovo piano regionale per la promozione della cultura e della pratica dell’attività sportiva e motorio ricreativa 2012-2015 approvato nella serata del 21 febbraio in Consiglio regionale. “La Regione – ha detto l’assessore Salvatore Allocca – attraverso il nuovo documento di programmazione delle politiche sportive, punta a sviluppare e a potenziare i principi e gli obiettivi che erano stati già individuati dai tre precedenti piani (2001-2003, 2004-2006 e 2008-2011, ndr), che si possono sintetizzare nella promozione dello sport e dell’attività motorio-ricreativa su tutto il territorio toscano, attraverso l’integrazione delle azioni con gli interventi legati alle politiche sanitarie, educative, formative, culturali e ambientali. Elemento chiave, che deriva dal carattere trasversale del tema, è il coinvolgimento di tutti i soggetti che operano nel settore, sia pubblici che privati, nelle attività di promozione”. Il raggiungimento degli obiettivi generali passa attraverso alcune azioni specifiche: incentivazione dell’associazionismo sportivo, una più diffusa pratica sportiva come strumento di prevenzione della salute e di contrasto delle condizioni di disagio, valorizzazione delle funzioni riabilitativa (con riguardo alle fasce più deboli e fragili della popolazione) ed educativa (soprattutto verso i più giovani, favorendo incontri con personaggi che hanno fatto la storia dello sport, diffondendo i principi della Carta Etica). Il piano individua provvisoriamente anche il quadro delle risorse, quasi 7 milioni di euro, che la Regione mette a disposizione per ciascun anno: 2 milioni e 700 mila per i primi due anni, 2012 e 2013, e 700 mila euro ciascuno per 2014 e 2015. Alcuni dati sulla pratica sportiva in Toscana. Secondo L’indagine “Qualità della vita – Persone che praticano sport” dell’Istat (pubblicata nel 2010 su dati 2009) risulta che il 40% degli intervistati non praticano alcuna attività fisica. In Toscana la percentuale scende al 33%, mentre il 28,2% pratica solo una qualche attività fisica ed il 38,4% non pratica né sport né attività fisica. Sempre secondo l’indagine, dal 2007 sono diminuiti coloro che praticano solo qualche attività fisica (dal 35,5% al 28,2% nel 2009) mentre sono aumentati quelli che praticano uno sport (dal 31,5% al 33%) ed i sedentari (dal 37,7% al 38,4%). Secondo invece un’altra indagine, svolta per verificare lo stato nutrizionale della popolazione toscana e denominata Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), emerge come il 9% della popolazione sia classificabile come obeso e ben il 30 % in sovrappeso. Un altro studio, Okkio alla Salute, completato dalla Regione per indagare sullo stato nutrizionale dei bambini tra gli 8 e i 9 anni, evidenzia come il 7 % degli intervistati sia in stato di obesità e il 22,5% è in sovrappeso. Altra conferma arriva anche dall’indagine Hbsc 2010: i ragazzi toscani che praticano una attività sportiva sono il 73% mentre quelli sedentari sono il 26,8%. Sempre dall’indagine Hbsc alcuni dati sul doping: l’88,7% degli intervistati conosce il doping e alla risposta “chi te ne ha parlato?” il 42,1% dei maschi e il 54,4% delle femmine hanno risposto “Amici”. Solo il 28,4% dei maschi e il 21% delle femmine sono venuti a conoscenza dell’argomento tramite un medico.