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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Giugno 2012
PARTNERSHIP EUROPEA PER L´INNOVAZIONE: IL SUPPORTO DELLE PARTI INTERESSATE FORTE PER L´AZIONE SULL´INVECCHIAMENTO ATTIVO E SANO  
 
Bruxelles, 28 giugno 2012 - Gli sforzi per aumentare la durata della vita sana dei cittadini dell´Unione europea di due anni ha ricevuto un notevole impulso, ieri come 261 progetti sono stati presentati per l´inclusione nel partenariato europeo per l´innovazione per l´invecchiamento attivo e sano. La partnership riunisce più di 50 regioni, aziende tecnologiche e fornitori di servizi sanitari per offrire soluzioni per: una migliore aderenza alla terapia medica, la prevenzione delle cadute, prevenzione del declino funzionale e fragilità, modelli assistenziali integrati, una vita indipendente e l´invecchiamento attivo, età-friendly edifici, città e ambienti. I 261 progetti sono stati presentati da gruppi di parti interessate che attraversano il settore pubblico e privato. Inoltre, 54 regioni e comuni si sono offerti come ´siti di riferimento´, per lo scambio di buone pratiche e di condividere conoscenze ed esperienze sui successi del passato in questo settore. La risposta massiccia delle parti in causa mostra una unità reale in Europa per garantire un migliore stile di vita, una maggiore qualità delle cure e il riconoscimento del potenziale di business della nostra società che invecchia. Commissario per la Salute ei consumatori, John Dalli, comunica la sua soddisfazione per la risposta delle parti interessate clamoroso: " Il numero e la qualità degli impegni hanno di gran lunga superato le nostre aspettative il livello particolarmente elevato di interesse da parte degli Stati membri e le regioni dimostra l´urgenza e la determinazione a fare. L´invecchiamento attivo e sano una realtà . " Il vicepresidente della Commissione Neelie Kroes, ha anche espresso la sua soddisfazione per i risultati: " La tecnologia può aiutarci a vivere una vita lunga e indipendente, mi fa piacere che le autorità regionali questa idea Con l´adesione con aziende e fornitori di cure, ora abbiamo lo slancio politico.. A scuotere lo status quo e ottenere i nostri sistemi di assistenza su una pista sostenibile ". Qual è il prossimo? Sei incontri si terranno questo mese a Bruxelles, in cui le parti interessate stanno iniziando a definire i dettagli di implementazione delle azioni specifiche. Si formeranno gruppi di azione per ciascuna azione specifica, che avrà il compito di approvare i piani d´azione da presentare alla Conferenza dei partner che si terrà il 6 novembre. I primi indicatori del processo sarà anche disponibile entro la fine dell´anno. Il partenariato valuterà i risultati del suo lavoro, e la prima relazione sarà pubblicata nel 2013.  
   
   
SCIENZIATI EUROPEI PIÙ VICINI A RISOLVERE IL MISTERO DEI NATI MORTI  
 
Bruxelles, 28 giugno 2012 - Ricercatori provenienti da Europa e Stati Uniti hanno fatto un passo importante verso la soluzione del mistero della morte intrauterina, è quanto annunciato martedì da un ricercatore italiano. La morte fetale intrauterina (Iufd), in cui il feto muore nel grembo materno dopo la 14ª settimana di gravidanza, è responsabile del 60% della mortalità perinatale e si verifica in circa 1 ogni 200 gravidanze in Europa. Circa la metà di queste morti intrauterine sono inspiegabili, ma gli scienziati provenienti da Germania, Italia e Stati Uniti ritengono che fino all´8% di questi decessi possono essere dovuti a particolari patologie cardiache genetiche. La dottoressa Alice Ghidoni, una dottoranda presso l´Università di Pavia, ha spiegato ai partecipanti alla conferenza annuale della Società europea di genetica umana (Eshg) che la ricerca condotta dal suo gruppo mostra per la prima volta che le canalopatie cardiache (malattie ereditarie in cui il ritmo cardiaco è disturbato) potrebbero avere un ruolo in alcune morti fetali intrauterine. "Dal momento che sapevamo che il 10-15% dei casi di morte infantile improvvisa presentano varianti genetiche associate alla sindrome del Qt lungo o sindrome di Brugada, abbiamo deciso di verificare se la morte improvvisa a causa di disturbi del ritmo cardiaco potrebbe anche essere alla base di alcuni casi di Iufd. Le sindromi del Qt lungo e di Brugada sono patologie in cui un battito cardiaco irregolare porta a morte improvvisa; esse sono più conosciute per il fatto di causare morte improvvisa inspiegabile nei giovani adulti. Per verificare la loro teoria, i ricercatori hanno effettuato uno screening molecolare dei feti nati morti in cui la causa di morte rimaneva inspiegata dopo un´ampia indagine post-mortem. Essi hanno cercato mutazioni di tre geni, due dei quali coinvolti nella sindrome del Qt lungo e uno coinvolto sia nella sindrome del Qt lungo che in quella di Brugada, e hanno trovato tre varianti patogene che erano presenti nei casi di Iufd, ma assenti in più di 1.000 casi di controllo etnicamente corrispondenti. "Le cause più comuni di morte fetale sono le anomalie cromosomiche, le infezioni, le emorragie feto-materne e le malattie materne - ha detto la dottoressa Ghidoni - le quali sono generalmente relativamente facili da individuare." Tuttavia, "dal momento che lo screening genetico è un processo lungo, costoso e complicato, non viene eseguito di routine nei casi in cui l´autopsia non ha dimostrato la causa della morte", ha continuato. E ha suggerito che "tale indagine molecolare potrebbe essere molto utile per identificare difetti genetici specifici che ricorrono nelle famiglie, in modo da monitorare le future gravidanze con un attento follow-up clinico. In alcuni casi potrebbe essere somministrato un trattamento salvavita." Ad esempio, se si scopre che un feto presenta una mutazione genetica che potrebbe causare canalopatia cardiaca, la madre può essere trattata con farmaci come i beta-bloccanti, allo stesso modo che si tratterebbero gli adulti ai quali è stata diagnosticata la sindrome del Qt lungo. Poiché la ricerca è stata effettuata da scienziati provenienti da istituti e paesi diversi, non è stato possibile raccogliere sistematicamente il Dna dei genitori. Pertanto, i ricercatori intendono ora aumentare ulteriormente la popolazione studiata e raccogliere il Dna di tutti i membri della famiglia. Le canalopatie cardiache sono ricorrenti nelle famiglie, i test genetici saranno quindi in grado di identificare non solo i genitori che sono a rischio di una gravidanza problematica, ma anche tutti i membri della famiglia che potrebbero essere ignari di avere una patologia cardiaca potenzialmente letale, hanno fatto notare i ricercatori. "Riteniamo che sia molto importante aumentare la conoscenza di queste malattie genetiche tra cardiologi pediatrici e ginecologi, e che i test genetici dovrebbero essere inclusi nell´analisi post-mortem", ha dichiarato la dottoressa Ghidoni. "Possono essere salvate molte più vite se vi è sufficiente consapevolezza di queste patologie devastanti tra i professionisti sanitari, così come tra le famiglie colpite, che in molti casi hanno già sofferto abbastanza." Per maggiori informazioni, visitare: Società europea di genetica umana (Eshg): http://www.Eshg.org/home.0.html    
   
   
RICERCATORI SCOPRONO CHE IL SEQUENZIAMENTO DELL´ESOMA È VELOCE ED ECONOMICO  
 
Bruxelles, 28 giugno 2012 - Alcuni ricercatori olandesi in un nuovo studio hanno scoperto che il sequenziamento dell´esoma offre una diagnosi buona, veloce ed economica di diverse malattie. Presentando i risultati da loro ottenuti in occasione della recente conferenza della Società europea di genetica umana (Eshg), i ricercatori hanno diagnosticato geneticamente circa il 20% di 100 casi di pazienti con disabilità intellettive e il 50% di 25 casi di pazienti affetti da cecità. I ricercatori del Centro medico dell´Università Radboud di Nijmegen hanno osservato che il test dell´esoma supera il metodo di sequenziamento Sanger normalmente usato, che usa l´acido deossiribonucleico (Dna) come modello per produrre una serie di frammenti diversi per lunghezza l´uno dall´altro con una singola base. Questi frammenti sono poi separati a seconda delle dimensioni e le basi alla fine sono identificate, ricreando la sequenza originale del Dna. I principali vantaggi del sequenziamento dell´esoma sono che è veloce e poco costoso. Il dott. Marcel Nelen, direttore del Laboratorio di analisi del genoma del Dipartimento di genetica di Radboud e i suoi colleghi hanno esaminato sequenze dell´esoma di 262 pazienti che soffrivano di sei diverse malattie eterogenee: disabilità intellettive, cecità, sordità, disturbi motori, cancro e fosforilazione ossidativa (Oxphos). Nell´ambito dello studio sono state analizzate 500 sequenze dell´esoma. I ricercatori hanno esaminato esomi del padre, della madre e del figlio per i casi di disabilità intellettiva e solo i dati dell´esoma del paziente sono stati filtrati attraverso tutte le altre malattie. "Le probabilità di trovare una mutazione casuale in un singolo gene sono basse," ha spiegato il dott. Nelen. "Ma in un pacchetto che contiene oltre 100 geni sono alte, come dimostrano i nostri risultati dei pazienti affetti da cecità. Questa nuova strategia permette di analizzare fino a 20.000 geni con un singolo test generico e l´ampio risultato e i costi più bassi significano che possiamo effettuare più test con meno soldi. Prima di implementare il test in modo più ampio nel nostro laboratorio però dovevamo essere sicuri che ci avrebbe dato risultati diagnostici affidabili." Gli esoni sono brevi sequenze del Dna che rappresentano le regioni dei geni tradotte in proteine. Il genoma umano contiene circa 180.000 esoni, che formano circa l´1% del genoma totale. Gli esperti credono che le regioni dell´esone contengono circa l´85% di tutte le mutazioni che causano le malattie, anche se il sequenziamento dell´esoma è in grado di identificare solo le malattie nelle quali viene colpita la funzione delle proteine. Rispetto al metodo Sanger, che si concentra su circa 500 coppie di base per l’analisi, le tecnologie di sequenziamento più innovative esaminano milioni di reazioni di sequenziamento per l’analisi. Commentando il lavoro svolto, il dott. Nelen ha detto: "Non esistevano linee guida di migliori pratiche per il sequenziamento dell´esoma e quindi abbiamo dovuto creare flussi di lavoro, procedure e criteri diagnostici. Quali criteri dovevamo fissare prima di poter autorizzare il risultato? Che tipo di consenso informato era necessario? Come potevamo organizzare la conferma dei nostri risultati? Tutti questi interrogativi dovevano trovare una risposta e quindi ci siamo consultati con genetisti clinici, ricercatori ed esperti di etica prima di cominciare." Il team ha convalidato i propri risultati con il metodo Sanger. Oltre alle loro osservazioni sui casi di disabilità intellettiva e sui casi di cecità, hanno confermato che la sordità causa mutazioni in circa il 20% dei casi, i disturbi motori nel 15% - 20% e le malattie Oxphos in circa il 25% dei casi. "Anche se spesso non è possibile curare le malattie, dovremmo tener conto del fatto che la maggior parte di questi pazienti avrà fatto un percorso lungo e difficile passando da diversi dottori e ospedali prima di avere una diagnosi," ha sottolineato il dott. Nelen. "Il sequenziamento dell´esoma può accorciare tale percorso e può anche semplificare il lavoro dei medici perché non devono decidere quale gene testare; con 100 o più geni per malattia questa può essere una decisione molto difficile. "Il sequenziamento dell´esoma esamina tutte le mutazioni genetiche causative allo stesso tempo e ciò significa che si possono fare diagnosi veloci e precise. Anche se non ci sono cure disponibili, tali diagnosi possono aiutare i genitori, i pazienti e i medici a prendere decisioni informate sulle cure e sull´assistenza e a fare progetti per il futuro. La diagnosi genetica sta diventando sempre più importante negli ospedali e crediamo che, man mano che si sviluppa, la tecnica dell´esoma sarà uno dei primi test che i medici prenderanno in considerazione quando sospettano una malattia genetica." Per maggiori informazioni, visitare: European Society of Human Genetics: http://www.Eshg.org/  Centro medico dell´Università Radboud di Nijmegen: http://www.Ru.nl/english/    
   
   
WORKSHOP SULLA NANOTECNOLOGIA NELLA DIAGNOSTICA, NEL MONITORAGGIO E NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO AVANZATA NELL´IMAGING MOLECOLARE  
 
Dublino, 28 giugno 2012 - Il workshop sulla nanotecnologia nella diagnostica, nel monitoraggio e nel trattamento del cancro avanzata nell´imaging molecolare ("Workshop on nanotechnology in diagnostic, monitoring and treatment of cancer advanced in molecular imaging") si terrà il 5 settembre 2012 a Dublino, Irlanda. Benché negli ultimi anni l´arsenale clinico per la cura del cancro sia stato notevolmente esteso, i tre approcci di base continuano a essere (in ordine di successo) la resezione chirurgica, le radiazioni e la chemioterapia. I farmaci chemioterapici tradizionali sono distribuiti in modo non specifico nel corpo dove colpiscono sia le cellule cancerose che quelle sane, il che ha come risultato effetti collaterali legati al dosaggio e concentrazioni inadeguate di farmaci che raggiungono il tumore. Per superare la mancanza di specificità, la nanotecnologia fornisce e produce interessanti opportunità per una distribuzione specifica del farmaco. La nanotecnologia viene applicata al cancro in due ampi settori: lo sviluppo di nanovettori, che possono essere caricati di farmaci o di agenti di imaging, e i dispositivi di nanosensori che producono grandi quantità di dati per rilevare le firme biologiche del cancro. Insieme queste tecnologie potrebbero portare a una diagnosi più precoce e a una migliore cura dei malati di cancro. La conferenza costituirà un forum per scienziati e accademici, medici clinici e istituzioni di ricerca e industria per discutere e scambiarsi informazioni sull´implementazione delle nanotecnologie nella pratica di imaging molecolare. Si terrà con la partecipazione del progetto, finanziato dall´Ue, Namdiatream ("Nanotechnolohical toolkits for multi-modal disease diagnostics and treament monitoring"). Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Wmicmeeting.org/nanotechnology-in-diagnostic-workshop/    
   
   
BIOMARCATORI PER I DISTURBI CEREBRALI: SFIDE E OPPORTUNITÀ  
 
Cambridge, 28 giugno 2012 - Un evento dal titolo "Biomarcatori per i disturbi cerebrali: sfide e opportunità" (Biomarkers for brain disorders: challenges and opportunities) avrà luogo dal 3 al 6 febbraio 2013 a Cambridge, nel Regno Unito. La scoperta e la convalida dei biomarcatori nelle malattie neurologiche e neurodegenerative è una sfida importante per la diagnosi precoce delle malattie e lo sviluppo di terapie. La conferenza sarà un´occasione per i ricercatori e le parti interessate per discutere le ultime novità relative ai biomarcatori e alla standardizzazione dei biomarcatori clinici più idonei a contribuire alla diagnosi e agli studi per immagini per la scoperta di farmaci basata sui biomarcatori. Per ulteriori informazioni, visitare: http://registration.Hinxton.wellcome.ac.uk/display_info.asp?id=303    
   
   
VACCINI CONTRO I TUMORI, L´IRCCS IRST NUOVO PUNTO DI RIFERIMENTO IN ITALIA GIOVEDÌ 28 GIUGNO SARÀ PRESENTATA L´AUTORIZZAZIONE DELL’AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO (AIFA) ALLA PRODUZIONE DI TERAPIE CELLULARI DELLA CELL FACTORY IRCCS IRST.  
 
Meldola (Fc), 28 giugno 2012 – “Addestrare” il sistema immunitario del paziente a combattere il tumore utilizzando esclusivamente materiale cellulare del malato stesso: non si tratta di un´affascinante ipotesi scientifica ma, già oggi, di uno tra i percorsi di ricerca oncologica più promettenti. Un confine, quello dell’Immunoterapia e Vaccini Antitumorali che l´Irccs Irst – Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola (Fc), sotto la guida della direzione scientifica del Prof. Dino Amadori, da anni è impegnato a percorrere. Giovedì 28 giugno sarà presentata l´autorizzazione Aifa – Agenzia Italiana del Farmaco alla Cell Factory Irccs Irst – fabbrica per la produzione di vaccini antitumorali con cellule dendritiche. Il notevole spessore scientifico dell´evento – che vedrà letture di due tra i massimi esperti al mondo nella gestione e sviluppo di terapie cellulari, David Stroncek e Marianna Sabatino del National Health Institute di Bethesda (Usa) – rispecchierà il valore del riconoscimento che pone la struttura Irst come una delle tre “fabbriche di cellule” attive in Italia (sono 13 in totale) per terapie basate su coltura di Cellule Dendritiche del paziente. Totalmente costruite sul materiale cellulare del paziente, le terapie basate su Vaccinoterapia con Cellule Dendritiche, sfruttano la straordinaria capacità di queste cellule non solo di assorbire le proteine anomale (antigeniche) del tumore, ma di esporle sulla propria superficie. Un’azione di “segnalazione” che istruisce il sistema immunitario a riconoscere e aggredire i nemici dell´organismo. Ricavate dal sangue del paziente, dopo coltura in vitro ed esposizione agli antigeni tumorali, le Cellule Dendritiche sono somministrate attraverso una semplice iniezione intradermica. Una volta introdotte nel corpo, queste raggiungono i linfonodi distrettuali dove “insegnano” ai Linfociti cosiddetti “naive” o “vergini” come riconoscere gli antigeni del tumore e a innescare i meccanismi immunitari di rigetto. In linea teorica tutti i tumori potrebbero essere trattati con questa procedura tuttavia, essendo ancora in fase di sperimentazione seppur avanzata, le terapie oggi riguardano quelle neoplasie che mostrano una maggiore sensibilità. Attualmente sono trattati in primo luogo pazienti affetti da Melanoma, un tumore particolarmente aggressivo purtroppo in continua crescita. Questa modalità di vaccinazione antitumorale ha dimostrato una notevole capacità di provocare forti risposte del sistema immunitario; un dato che si correla generalmente con significativi aumenti della sopravvivenza. Il trattamento, per l’utilizzo esclusivo di materiali cellulari prelevati dal paziente stesso, è caratterizzato da un profilo di tossicità bassissimo. In tal senso, difficile, trovare nel campo un esempio di terapia “personalizzata” . “Con il raggiungimento dell’autorizzazione dell’Aifa si avvia a compimento e trova ulteriore slancio un percorso avviato qui in Irst nel 2006” afferma il Dr. Ruggero Ridolfi, Direttore dell´Uo di Immunoterapia e Terapia Cellulare Somatica dell´Irccs Irst, già fondatore e presidente dell’Intergruppo Melanoma Italiano (Imi). “Negli ultimi anni i pazienti trattati in Irst affetti da melanoma, seguiti secondo procedure autorizzate, sono stati circa una decina l’anno; ottenuta l’autorizzazione, si potrà entrare in una fase di maggiore e più continua produzione. Oltre alla stesura di nuovi e diversi protocolli di Vaccinazione anche per altri tipi di tumori solido, quali carcinomi renali, in prospettiva saranno prese in considerazione colture ed espansioni di linfociti specifici per una immunoterapia adottiva sempre più intensa e personalizzata”. “I risultati raggiunti e le prospettive offerte dall’Immunoterapia e dalla Vaccinoterapia – aggiunge il Prof. Dino Amadori, Direttore Scientifico dell´Irccs Irst – offrono uno dei migliori esempi della capacità e dell’efficacia della ricerca traslazionale ovvero di quel tipo di ricerca che mira al più rapido trasferimento dei risultati di laboratorio alla pratica clinica e che rappresenta il perno attorno a cui ruota la mission dell’Irccs Irst”. Www.irst.emr.it    
   
   
SANITÀ, LISTE D´ATTESA: INTESA REGIONE SARDEGNA-ASL PER ACCELERAZIONE EROGAZIONE PRESTAZIONI  
 
Cagliari, 28 Giugno 2012 - Accelerare sulla spesa dei 21 milioni di euro erogati alle Asl per abbattere le liste d’attesa e possibilità di rivolgersi al settore privato per velocizzare le prestazioni sanitarie, contenendo allo stesso tempo i costi delle Aziende. Su questo e altri punti Regione, Asl e Aou si sono trovate d’accordo nel corso del vertice convocato ieri pomeriggio a Cagliari dall’assessore regionale Simona De Francisci con i direttori generali. L’assessore ha chiesto ai manager di fornire al più presto un report dettagliato dei tempi di attesa per prestazione e territorio (in fase di elaborazione) e sulle azioni messe in campo dalle Aziende all’indomani dell’erogazione delle risorse finanziarie e dell’approvazione, l’anno scorso, del Piano di governo delle liste. “L’abbattimento dei tempi per una visita specialistica o altre prestazioni sanitarie è il primo segnale che il cittadino ha sulla sanità che funziona: ecco perché è fondamentale avere un quadro chiaro e definito sull’attuazione del Piano e che le Asl accelerino sulla spesa dei fondi e sugli interventi previsti”, ha detto l’assessore De Francisci. Nel corso dei loro interventi, alcuni direttori hanno messo in luce i problemi su come quantificare alcune liste, nelle quali, ad esempio, possono sovrapporsi le richieste di visite magari fatte dallo stesso utente. In altri casi, si sono aumentate le ore del personale per venir incontro alle esigenze degli utenti o si stanno erogando più servizi. Sono emersi anche casi positivi, in cui per una risonanza magnetica si è arrivati ad appena 15 giorni di attesa. Infine, si valuterà il ricorso al settore privato, che consente in alcuni casi di offrire servizi più veloci, senza per questo incidere sulla spesa e contenendo allo stesso tempo i costi. Tra i punti all’ordine del giorno discussi nel pomeriggio, anche la bozza delle linee guida degli atti aziendali preparata dall’assessorato. Uno strumento che, salvo alcuni dettagli, si è riscontrata una prima condivisione. L´assessore infine è tornata sull’erogazione dei 450 milioni alle Asl per il pagamento dei fornitori e anche in questo caso ha sollecitato i manager ad avere un report (entro un mese da oggi) sull’erogazione dei fondi ai creditori. La riunione è stata aggiornata alle prossime settimane.  
   
   
VENDOLA PRESENTA CINQUE NUOVI OSPEDALI IN PUGLIA: "UNA RETE EVOLUTA, DI QUALITÀ"  
 
Bari, 28 giugno 2012 - “Cinque ospedali di dimensioni medio-grandi, dai 350 ai 700 posti letto, al servizio di bacini di utenza molto larghi, sono la risposta più evoluta e moderna al bisogno di superare la concezione di una rete ospedaliera traballante, precaria e obsoleta”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola presentando ieri mattina in conferenza stampa, insieme agli Assessori Ettore Attolini e Fabiano Amati (ne riferiamo in altra Agenzia) la programmazione della nuova rete ospedaliera, che vedrà la costruzione di cinque grandi ospedali di ultima generazione che sorgeranno nel territorio della Bat, del Nord Barese, lungo la direttrice Bari- Brindisi, a Taranto e nel Sud Salento, per un finanziamento complessivo di 522 milioni di euro. “In tutte le città – ha continuato Vendola – noi dobbiamo continuare a implementare la rete dei servizi socio-assistenziali territoriali. I vecchi piccoli ospedali si stanno trasformando in contenitori di servizi nei confronti dei cittadini, in luoghi utili per diventare case della salute, in poliambulatori e consultori. Oggi, invece, presentiamo con un finanziamento previsto di 522 milioni di euro cinque nuovi ospedali, che insieme all’ospedale della Murgia e insieme a tutte le strutture che stanno sorgendo da una importante attività, che è anche attività edilizia, definiscono una rete ospedaliera evoluta, moderna e di grande qualità”. Secondo Vendola, “negli ospedali il cittadino deve trovare tutte le risposte: quelle tecnologicamente più avanzate e quelle specialisticamente all’avanguardia. Nel territorio bisogna trovare tutti i ganci per non essere abbandonati di fronte a domande di salute che soltanto in maniera inappropriata finiscono negli ospedali, producendo inappropriatezza delle cure e, soprattutto, una lievitazione della spesa sanitaria”. “Stiamo governando con grande responsabilità – ha concluso Vendola – un momento di passaggio che ha, in tutta evidenza, effetti traumatici sulle comunità e sulla psicologia collettiva, rendendo credibile il tema della riconversione. Il risparmio senza riconversione è austerity e, giustamente, la gente si ribella. Il risparmio come effetto della riqualificazione, riconversione e reingegnerizzazione della rete ospedaliera è un’altra cosa”.  
   
   
ARRIVANO CINQUE NUOVI OSPEDALI PUBBLICI IN PUGLIA  
 
Bari, 28 giugno 2012 - Si va verso la sottoscrizione dell’accordo di programma con il Ministero della Salute per la realizzazione di cinque nuovi ospedali pubblici da costruire in posizione baricentrica tra alcuni comuni sedi di piccoli e vecchi stabilimenti e nella città di Taranto. Ieri l’idea progettuale è stata presentata dal presidente Vendola e dagli assessori Ettore Attolini (Salute) e Fabiano Amati (Opere Pubbliche) durante una conferenza stampa. “Tutto si baserà sulla certezza dei tempi di finanziamento”, ha subito precisato Attolini, che ha svelato la localizzazione di massima dei cinque ospedali: uno a Taranto, che avrà la priorità e che sostituirà i due nosocomi Ss. Annunziata e Moscati e che non sorgerà – secondo quanto riferito dal comune di Taranto – sulle aree originariamente destinate al complesso S. Raffaele. E ancora: uno al confine tra le province di Bari e Brindisi, nel comprensorio tra Monopoli e Fasano, uno a Andria (probabilmente sulla direttrice per Canosa), uno nella provincia Bat più a sud, nel comprensorio Nordbarese, uno nel Salento meridionale, nella zona di Maglie. 700 i posti letto a Taranto, 350 tra Bari e Brindisi, 250 nella Bat, 350 a Andria, 350 nel Sud Salento. “I soldi necessari stimati sono circa 522 milioni di euro – ha detto Amati – e l’accordo sarà proposto al Ministero dopo le conferenze dei sindaci. Parliamo di un atto di programmazione di edilizia ospedaliera - ha detto - che prevede una stima di costi pari a 522 milioni di euro. Subito dopo la necessaria consultazione con le Conferenze sindaci, che esprimono il loro parere su ogni atto di programmazione sanitaria, manderemo la nostra proposta al Ministero della Salute, per l´ottenimento dei fondi necessari”. La stima per la realizzazione dell´ospedale della Bat ammonta a 84 milioni di euro, per quello che sorgerà nell´area del Nord Barese si prevede una spesa di 60 milioni, per l´ospedale della Valle d´Itria (intermedio Bari - Brindisi) 84 milioni, 210 milioni per la nuova struttura di Taranto e 84 milioni per quello del Sud Salento”. “Con riferimento alle localizzazioni – prosegue l’assessore - e premettendo che nei prossimi giorni saranno convocate le conferenze dei sindaci per l´espressione del parere, la proposta prevede la realizzazione del nuovo ospedale di Taranto nel rispettivo territorio comunale, quello della Valle d´Itria (intermedio tra Bari e Brindisi) al confine tra i comuni di Fasano e Monopoli, quello della provincia Bat nel territorio del Comune di Andria, quello al servizio dei territori Bari nord e sud Bat in posizione baricentrica rispetto al bacino di riferimento, quello di Taranto nel rispettivo territorio comunale e quello del sud Salento nel territorio del Comune di Maglie. Tutti gli ospedali dovranno sorgere in aree compatibili con i piani urbanistici e idrogeologici. Se tutto dovesse andare secondo cronoprogramma, nel giro di un anno dalla data della sottoscrizione dell´accordo, con relativa disponibilità finanziaria, potremmo concludere tutte le operazioni preliminari di predisposizione dei progetti, pubblicazione della gara di appalto e aggiudicazione dei lavori”. A questi nuovi ospedali vanno aggiunti l’ospedale di Altamura (Alta Murgia) che sarebbe pronto a fine anno, il nuovo “Fazzi” a Lecce già progettato e gli interventi agli Oorr di Foggia, in corso, con altre fonti di finanziamento. Sempre secondo Amati sarebbero necessari altri tre anni dopo l’aggiudicazione per ottenere gli ospedali completi e funzionanti. Il costo medio a posto letto sarebbe di circa 220/240mila euro (84 milioni per la Bat, 60 per il Nordbarese, 84 per Ba/br, 210 per Taranto e 84 per Sud Salento) . “Aggiungiamo – ha detto invece l’assessore Attolini – un nuovo tassello alla riorganizzazione del sistema sanitario regionale, che è un processo che si snoda in varie fasi. Non c’è infatti un gap tra la filosofia della programmazione del piano della salute e quella del piano di rientro. Tutto passa tramite la deospedalizzazione e la chiusura dei piccoli ospedali e la loro trasformazione in strutture sanitarie diverse è correlata anche alla costruzione dei nuovi moderni stabilimenti intercomunali”. Attolini ha infatti mostrato alcuni dati sugli elevati tassi di ospedalizzazione e sui ricoveri impropri: “19 ospedali disattivati garantivano solo il 3% dei ricoveri totali. Avevamo un ospedale ogni 2,5 comuni, con un tasso di ospedalizzazione tra i più alti d´Italia e una percentuale di ricoveri inappropriati: nel 2010 era del 49%. Su 102 ospedali, solo 11 coprivano il 50% del totale dei ricoveri.”. Tramonta così l’ipotesi di costruire ospedali in project financing: “sostituiremo – ha aggiunto Attolini – almeno 10/12 ospedali con queste nuove strutture centralizzate. E con la chiusura della prima fase del Piano di rientro e il taglio di 1.400 posti letto, si sono ridotti del 13% i ricoveri inappropriati e il tasso di ospedalizzazione è sceso a 200 da 218, rispetto a quello medio nazionale che è di 180. Tutti gli interventi andranno in direzione contraria alla logica campanilista che ha visto questa fase di discussione sul riordino ospedaliero, con ospedali fuori dai centri città, in aree baricentriche rispetto alle necessità di interi comprensori”.  
   
   
ITALIAN HEALTH POLICY BRIEF: “OSTEOPOROSI: TRA TERAPIA E SOSTENIBILITÀ” IN EUROPA I COSTI SONO STIMATI IN OLTRE 36 MILIARDI DI EURO ANNUI E SI PREVEDE CHE POSSANO RAGGIUNGERE I 76,7 MILIARDI NEL 2050 A CAUSA DELL’INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE  
 
 Roma 28 giugno 2012 – Efficacia e sicurezza dei nuovi trattamenti farmacologici per l’osteoporosi, aderenza alla terapia e impatto socio-economico: questi i temi affrontati ieri in Senato durante una conferenza stampa, promossa dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione, con il contributo non condizionato di Amgen Dompè. Anche se negli ultimi anni sono stati fatti dalla ricerca notevoli progressi, l’osteoporosi risulta sottovalutata e poco conosciuta ai più (per questo all’osteoporosi è stato dedicato l’ultimo ‘Italian Health Policy Brief’, documento di confronto tra esperti di politica sociale ed economica). La prevenzione non-farmacologica è promossa per tutti, mentre l’uso dei farmaci è limitato ai pazienti a più alto rischio di frattura. In Italia l’accesso di questi farmaci a carico del Ssn è regolato dalla Nota Aifa n. 79, che individua i soggetti a rischio sulla base della presenza di pregresse fratture osteoporotiche, uso di cortisonici o valori particolarmente bassi della densitometria ossea. “La Sanità ha già da tempo comunicato come l´osteoporosi rappresenti uno dei maggiori problemi per la salute non solo italiana ma europea, ed è per questo che è necessario che si continuino a promuovere progetti formativi e di aggiornamento per sensibilizzare sempre di più gli stakeholder verso una corretta prevenzione, diagnosi e trattamento di questa grave patologia”, ha precisato il Senatore Antonio Tomassini, Presidente Xii Commissione Igiene e Sanità del Senato e Presidente dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione. “La terapia dell’osteoporosi è finalizzata alla prevenzione delle fratture da fragilità. La prevenzione si basa in primo luogo sulla correzione dei rischi prevenibili, come ad esempio, l’inadeguato apporto di calcio e vitamina D, fumo, eccesso di alcool, rischio ambientale di cadute. Le fratture più frequenti sono quelle a carico dei corpi vertebrali, del polso o del femore, con importanti implicazioni non solo sanitarie, ma anche socio-economiche: tra i soggetti anziani, le fratture osteoporotiche sono infatti una delle cause principali di mortalità, portando a una riduzione del livello di autosufficienza e richiedendo spesso un ricovero a lungo termine. Ed è per questo che la prevenzione svolge un ruolo fondamentale: nel caso dell’osteoporosi deve cominciare in età precoce, soprattutto nell’adolescenza, quando l’apporto di calcio attraverso gli alimenti viene assorbito dall’organismo e contribuisce effettivamente al consolidarsi della densità ossea, così come è necessario che giovani e bambini partecipino regolarmente ad attività fisiche sin da piccoli”. Ha dichiarato il professor Silvano Adami, Direttore Scuola di Specializzazione in Reumatologia, Università di Verona. L’intervento farmacologico è giustificato solo se la riduzione del rischio di frattura sia prevalente rispetto ai potenziali effetti collaterali della terapia e abbia un costo economico sostenibile. “Il mercato italiano dei farmaci anti-osteoporotici rimborsati dal Ssn copre una quota pari a quasi il 3% della spesa territoriale in termini di valore, circa 379 milioni di euro (dati Aifa, 2011): di questi circa due terzi è rappresentato dai bisfosfonati. L’aderenza alla terapia, anche per l’osteoporosi, rappresenta un obiettivo primario tanto in termini di miglioramento dello stato di salute quanto in relazione ad una riduzione dei costi. Infatti, si è visto come, per donne con frattura dell’anca in condizione post-menopausa, l’esposizione al trattamento farmacologico riduce il rischio di fratture del 39,5% ed il rischio di morte del 55,1%, unitamente al fatto che i costi generati dal trattamento farmacologico e dal test diagnostico vengono compensati dalla riduzione dei costi ospedalieri. In Italia si stima che il 57% dei costi per il trattamento delle fratture sia relativo all´assistenza ospedaliera, il 13% alle cure ambulatoriali e il 30% all´assistenza a lungo termine. La prevalenza dei costi ospedalieri è data dalla durata media dei ricoveri per fratture di origine osteoporotica, che è la più lunga tra tutte le patologie ad eccezione dei disturbi mentali”. Ha spiegato Francesco Saverio Mennini, Professore Ceis Sanità, Facoltà di Economia, Università ‘Tor Vergata’ di Roma.  
   
   
COSTO PERSONALE SANITARIO, MOLISE SOTTO LA MEDIA NAZIONALE  
 
Campobasso, 28 giugno 2012 - Il Molise è tra le regioni più virtuose d´Italia per quanto riguarda il costo del personale rispetto al costo generale del sistema sanitario. E´ quanto rileva il Siveas (Sistema nazionale di verifica e controllo sull´assistenza sanitaria) in uno studio per il Ministero della Sanità. Lo stesso studio evidenzia una media nazionale del 32% dell´incidenza del costo del personale sull´intero costo della sanità. Ebbene, il Molise si trova ad un 31%, a poca distanza dalla Lombardia 28%, ma molto sotto la virtuosa Emilia Romagna 35% o la Basilicata (regione molto simile territorialmente e demograficamente alla nostra) che registra un 37%. «Questo ennesimo dato positivo - ha commentato il Presidente della Regione Michele Iorio - testimonia, insieme al buon numero della mobilita attiva e all´assenza di episodi di malasanità, la qualità del Servizio sanitario del Molise. Ciò a dispetto di quanto accade nelle verifiche tecniche esclusivamente burocratiche sulle quali troppi speculano trasmettendo al di fuori del nostro territorio notizie estremamente dannose sulla qualità e l´efficacia della nostra offerta sanitaria».  
   
   
FIRENZE: PRESTO CENTRALI DEL 118 PER AREA VASTA. LA CRONOLOGIA DEI SOCCORSI SULLA CALVANA  
 
Firenze, 27 giugno 2012 ¨C ¡°Sono rimasto molto scosso dalla morte del piccolo Franco Lori. La magistratura sta conducendo le indagini, e attendiamo con fiducia i risultati. Tutte le conversazioni sono state registrate dalle centrali, quindi gli eventi sono tracciati. Anche noi stiamo ovviamente svolgendo i nostri approfondimenti e indagini. Al momento mi sembra di poter dire che ognuno ha fatto quello che doveva fare. Ma si pu¨° e si deve fare di pi¨´ e meglio. Per questo ho deciso di arrivare in tempi brevissimi all¡¯unificazione delle centrali del 118 per Area Vasta: una per ciascuna delle tre Aree Vaste, in modo da eliminare i pur corretti passaggi intermedi tra le centrali¡±. L¡¯assessore al diritto alla salute Luigi Marroni interviene sulla drammatica vicenda della morte del bambino sulla Calvana, e annuncia la decisione di unificare le centrali del 118 per Area Vasta e di accelerarne al massimo la realizzazione. Intanto, i responsabili del 118 di Firenze, Lucia De Vito, e di Prato, Simone Magazzini, ricostruiscono la cronologia dei soccorsi, fin dalla prima chiamata, giunta alla centrale operativa del 118 di Firenze alle ore 13.08. ¡°Nonostante la Calvana sia in territorio pratese ¨C spiega Lucia De Vito ¨C le prime chiamate fatte dai cellulari hanno agganciato la centrale di Firenze, che le ha immediatamente dirottate su quella di Prato: la prima alle 13.08, le successive alle 13.16, 13.33, 13.46¡å. A proposito delle dichiarazioni rilasciate da una mamma, sul fatto che al figlio la centrale del 118 avrebbe chiesto l¡¯indirizzo, Lucia De Vito precisa: ¡°Prima di tutto, a chiamare erano persone adulte, non bambini. E poi si chiede sempre la localizzazione: quanto pi¨´ i posti sono impervi, tanto pi¨´ la localizzazione ¨¨ importante, per riuscire a raggiungerli nel pi¨´ breve tempo possibile¡±. Non appena la prima chiamata, quella delle 13.08, ¨¨ stata inoltrata dalla centrale di Firenze a quella di Prato (13.09), sono partiti i soccorsi via terra. ¡°Nel giro di pochi minuti ¨C informa Simone Magazzini ¨C abbiamo mandato un¡¯ambulanza e una jeep a quattro ruote motrici. Voglio precisare che le prime richieste di soccorso parlavano di ¡°colpo di calore¡±, e come localizzazione davano Casa Bastoni, una localit¨¤ che si raggiunge facilmente con i mezzi. Quando i mezzi sono arrivati a Casa Bastoni, i soccorritori si sono resi conto che il gruppo era invece quasi in cima alla Calvana, dove si pu¨° arrivare solo a piedi. Quindi hanno lasciato i mezzi e hanno proseguito a piedi¡±. Nello stesso momento, la centrale operativa di Prato ha chiesto a quella di Firenze l¡¯invio dell¡¯elisoccorso, e l¡¯intervento del Soccorso alpino e dei Vigili del fuoco. I soccorsi a piedi sono arrivati alle 14.28, e i medici hanno cominciato il massaggio cardiaco. ¡°Alle 14.08 la centrale di Prato ha fatto a quella di Firenze la richiesta dell¡¯elicottero ¨C ricostruisce Lucia De Vito ¨C Il Pegaso, partito dall¡¯ospedale Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, Bagno a Ripoli, ¨¨ arrivato sul posto alle 14.33. Il medico dell¡¯elisoccorso ha trovato gi¨¤ i colleghi giunti a piedi impegnati nelle manovre rianimatorie, che sono proseguite, finch¨¦, alle 15.22, il bambino ¨¨ stato messo sull¡¯elicottero e portato a Careggi, dove il Pegaso ¨¨ arrivato alle 15.26¡å.  
   
   
OSPEDALE “SAN GIUSEPPE”DI EMPOLI AVVIATA LA SECONDA FASE DEI LAVORI  
 
 Empoli, 28 giugno 2012 - Dopo l’apertura del nuovo ospedale nell’aprile 2008, iniziano in questo mese di giugno i lavori relativi al recupero strutturale del vecchio edificio ospedaliero e della palazzina “E”, rimasta incompiuta a causa della rescissione dei contratti d’appalto con l’impresa Gepco Salc di Genova. L’importo dei lavori, previsti in concessione, è di circa euro 28.305.000,00 e comprende: · l’adeguamento sismico e la realizzazione di nuove facciate - analoghe a quelle dei nuovi edifici inaugurati nell’aprile del 2008 – per il vecchio edificio ospedaliero, blocco “H”, di viale Boccaccio; · l’adeguamento strutturale ed il completamento della palazzina “E” per l’utilizzo di attività a supporto dell’ospedale, quali: tre piani di parcheggi per circa 200 posti auto, una galleria commerciale per attività collegate alle esigenze degli utenti e dei visitatori dell’ospedale con bar e piccolo spaccio alimentare, edicola, fioraio, banco posta, merceria, uffici e farmacia della continuità nonché la cucina centralizzata per la produzione dei pasti per tutta l’Asl 11; · la realizzazione di un nuovo edificio per la mensa aziendale ed un self-service per visitatori ed utenti dell’ospedale; · la realizzazione di un impianto fotovoltaico collocato su supporti metallici al di sopra del parcheggio a pagamento dell’ospedale; · la realizzazione di un impianto di coogenerazione nella centrale tecnologica; · il recupero delle strutture ex torri solari. I lavori, che saranno realizzati in concessione dalla Società Empoli Salute, con l’impresa Inso spa capogruppo, dureranno due anni e mezzo, oltre collaudi. Pertanto, i nuovi edifici saranno fruibili entro la fine di maggio 2015. Per poter adeguare strutturalmente e sismicamente il vecchio edificio ospedaliero “H” sarà necessario trasferire tutte le attività oggi presenti nello stesso immobile. A tal fine all’inizio dei lavori verranno realizzate quelle opere necessarie per predisporre i nuovi ambienti negli altri edifici ospedalieri, dove verranno ricollocate, dopo circa sei mesi dall’inizio dei lavori, le attività provenienti da “H”. In particolare l’oculistica e la chirurgia ambulatoriale verrà trasferita nella cosiddetta “palazzina rosa” o blocco “G”, il day hospital oncologico nel blocco “B”, il 118 ed il call center nel blocco “D”, mentre quasi tutte le attività ambulatoriali troveranno collocazione nell’esistente poliambulatorio al terzo piano del blocco “B”. E’ naturale che, nei primi mesi dell’avvio dei lavori, subiranno delle variazioni sia la viabilità interna che le aree di parcheggio. Infatti, dovendo collocare sopra l’attuale parcheggio a pagamento i pannelli fotovoltaici, questo verrà in parte chiuso mentre l’attuale parcheggio dei dipendenti, collocato a fianco della struttura di psichiatria “Casa Gazzarri”, verrà trasformato a pagamento per gli utenti. Infine, i dipendenti troveranno spazi disponibili per la sosta delle proprie auto nell’area a parcheggio a suo tempo realizzata dal comune oltre il rio Santa Maria. Il Concessionario Empoli Salute Spa è la società concessionaria del project financing per la progettazione ed esecuzione dei lavori di completamento del P.o. San Giuseppe di Empoli, nonché per la gestione dei servizi manutentivi alberghieri e commerciali dell’ospedale, per la durata della concessione. La maggioranza delle quote di Empoli Salute è detenuta da Inso spa, Cofely Italia spa, Ctc Consorzio Toscano Cooperative e Ccc Consorzio Cooperative Costruzioni.  
   
   
POLITICHE PER LA SALUTE: "PASSA A DONARE PRIMA DI PARTIRE": REGIONE, AVIS E FIDAS INVITANO I DONATORI DI TUTTA L´EMILIA-ROMAGNA A DONARE SANGUE PRIMA DELLE FERIE, ANCHE PER SOPPERIRE A EVENTUALI CARENZE DI DONAZIONE NELLE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO.  
 
Bologna, 28 giugno 2012 – “Sappiamo di poter contare su di te. Come ogni estate, e in questa estate in particolare. Passa a donare prima di partire” : questo il messaggio con cui Regione, Avis e Fidas si rivolgono ai donatori di sangue per invitarli ad effettuare una donazione prima delle vacanze estive. Si tratta di un invito che si fa ogni anno “perché d’estate il bisogno di sangue aumenta per i tanti turisti che arrivano in riviera o nelle città d’arte e per il contributo che l’Emilia-romagna dà alle Regioni che non riescono a soddisfare i loro bisogni con la raccolta”, ma che quest’anno ha una motivazione in più: il terremoto, che ha colpito in modo particolarmente grave le province di Modena e Ferrara, ha modificato l’organizzazione nelle modalità di raccolta e prelievo in alcune sedi dichiarate inagibili o momentaneamente chiuse per precauzione. E per sopperire a eventuali carenze di raccolta in zone dove il terremoto ha colpito forte e dove la popolazione sta vivendo in condizioni molto disagiate, è importante che in tutte le province si effettuino donazioni di sangue durante l’estate. L’invito, rivolto ad ognuno degli oltre 160mila donatori dell’Emilia-romagna, viene trasmesso in questi giorni attraverso sms e posta elettronica dalle associazioni Avis e Fidas. Lo stile è quello del “promemoria”, un piccolo post it con un semplice messaggio “Vacanze. Passa a donare prima di partire” accompagnato da un breve testo di spiegazione e di ringraziamento. Per ulteriori informazioni, i donatori e le donatrici possono rivolgersi alle loro associazioni, ai Servizi Trasfusionali di riferimento, o consultare il sito web della Rete regionale sangue dell´Emilia-romagna www.Saluter.it/sangue o il portale del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-romagna www.Saluter.it  . Tutte le informazioni sulla donazione sono assicurate anche dagli operatori del numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033 033, attivo tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30.  
   
   
TUMORI DEGLI ANZIANI, NASCE L’OSSERVATORIO DEGLI SPECIALISTI L’OBIETTIVO: “ABOLIRE LE DISCRIMINAZIONI NELLE CURE ENTRO 5 ANNI”  
 
 Roma, 28 giugno 2012 – La vecchiaia inizia a 70 anni. La soglia dei 65 non è più considerata un indicatore sufficiente: oggi un 70enne sano ha un’aspettativa di vita di 18 anni (se uomo) e di 21 (se donna). Ma, quando sono colpiti da tumore, gli anziani arrivano alla diagnosi troppo tardi, con la conseguenza che sopravvivono molto meno, talvolta solo pochi mesi, rispetto agli adulti di mezza età (55-69). Non solo. Gli over 70 vengono curati peggio rispetto agli altri, perché troppo spesso considerati pazienti di serie B. Per rispondere ai bisogni di questi malati e per garantire loro assistenza e cura adeguate nasce l’Osservatorio Oncogeriatrico, che viene presentato oggi a Palazzo Madama in un incontro con la stampa. “Solo 2 pazienti ultrasettantenni su 10 ricevono i trattamenti oncologici migliori mentre nella popolazione sotto i 50 anni sono otto su dieci – spiega il prof. Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica al Regina Elena di Roma, che presiede la nuova struttura insieme al prof. Marco Trabucchi, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (Aip) -. L’accesso alle cure diventa più difficile con l’avanzare degli anni. Sette over 70 su dieci scoprono la malattia in fase avanzata, quando non possono più beneficiare delle terapie. Una delle finalità principali dell’Osservatorio è abolire le discriminazioni che questi malati devono affrontare entro 5 anni. Vogliamo migliorare la collaborazione tra le due specialità interessate, integrando le metodologie della Geriatria con quelle più tradizionali dell’Oncologia per la realizzazione di programmi di diagnosi e cura. Inoltre è essenziale coinvolgere gli anziani nei programmi di screening e nelle sperimentazioni cliniche dei trattamenti innovativi. Chiediamo nuove leggi che prevedano studi registrativi per l’approvazione dei farmaci destinati agli over 70. La diversità di trattamento tra adulti di mezza età e anziani era già presente e consistente ad inizio anni ’90 quando il problema è stato affrontato per la prima volta da parte di oncologi e geriatri. Nonostante ciò, la differenza in sopravvivenza e lo svantaggio prognostico, invece di ridursi, sono aumentati nelle ultime due decadi e sono tuttora in crescita, soprattutto in Italia”. Se nel biennio 1990-’92 una donna anziana con cancro al seno aveva il 40% di rischio di morire in più rispetto ad una adulta di mezza età, nel 2005-2007 questo svantaggio è salito e l’anziana ha più del doppio di probabilità di morte. L’obiettivo dell’Osservatorio è migliorare i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per il paziente oncologico anziano, valorizzando le risorse disponibili e contenendo gli sprechi. “Nel periodo di crisi economica che stiamo attraversando – afferma il sen. Antonio Tomassini, presidente della Commissione ‘Igiene e Sanità’ del Senato - diventa prioritario individuare strumenti concreti che sappiano coniugare l’appropriatezza delle cure e la riduzione dei costi. L’osservatorio porterà benefici concreti ai pazienti anziani e alle loro famiglie con un miglior coordinamento delle prestazioni sanitarie destinate a questi malati e individuando percorsi assistenziali dedicati”. Il maggior numero dei circa 420.000 nuovi casi di cancro ogni anno (pari al 50% del totale) viene diagnosticato negli over 70. “Deve essere superata - continua il prof. Trabucchi - l’attuale preoccupante mancanza di dialogo tra le due discipline implicate nella cura, Oncologia e Geriatria. Nel board dell’Osservatorio sono rappresentate entrambe le specialità, perché la condivisione delle conoscenze è fondamentale, a esclusivo vantaggio del paziente”. Tra gli uomini anziani il tumore della prostata è al primo posto (21%), seguito da quello al polmone (17%), al colonretto (15%), alla vescica (11%) e allo stomaco (6%). Tra le donne il cancro al seno è il più frequentemente diagnosticato (20%), seguito da quello al colonretto (17%), al polmone (7%), allo stomaco (6%) e al pancreas (5%). Il ritardo diagnostico, spesso molto avanzato, non permette di somministrare terapie con intento curativo, al punto che un’alta percentuale di questi pazienti è destinata a morire entro pochi mesi dalla scoperta della malattia. Inoltre, a causa della ripetuta esclusione degli anziani dagli studi clinici, i miglioramenti ottenuti in oncologia negli ultimi venti anni hanno riguardato solo marginalmente questa popolazione. I principali fruitori delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale sono gli anziani: in Italia il 33% dei ricoveri ospedalieri ed il 44% dei giorni di degenza sono rivolti agli over 70. Ogni anno circa il 25% della degenza è rappresentato da ricoveri impropri e/o da cure che possono essere erogate in regime di Day Hospital o sul territorio, con un esborso incongruo di 11 miliardi di euro. “Vogliamo realizzare un nuovo modello di cura che tenga conto della disponibilità reale di risorse – continua il prof. Lazzaro Repetto, Direttore dell’Oncologia Medica della Asl 1 Imperiese all’Ospedale di Sanremo -. Ci troviamo di fronte spesso a ‘pazienti complessi’ perché, oltre alla patologia oncologica, presentano comorbidità e disabilità. La complessità del quadro clinico impone un maggiore coordinamento tra ospedale e territorio, che inevitabilmente si traduce in una diversa e più pesante richiesta assistenziale per il Servizio Sanitario Nazionale. La mancanza di un coordinamento centrale si traduce, spesso, in richieste assistenziali incongrue e prestazioni inappropriate con ulteriore aggravio dei costi”. Il 39% degli italiani (quasi 900mila persone) che convive con una precedente diagnosi di tumore ha un’età compresa tra 60 e 74 anni e il 34% (oltre 750mila individui) più di 75. Si calcola che un anziano abbia un rischio di morire di cancro 18 volte più alto di una persona più giovane negli uomini e 13 volte più alto nelle donne. Ma oggi sono pochi gli studi clinici condotti con farmaci antitumorali negli anziani. “Le sperimentazioni – conclude il prof. Umberto Tirelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica all’Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pn) - sono condotte normalmente nei maschi, giovani-adulti, con una sola patologia. La realtà clinica è invece molto spesso costituita da donne, anziane, con numerose patologie. In particolare per i farmaci biologici, che sono oggi utilizzati specialmente nel trattamento di tumori molto frequenti come quelli della mammella, del polmone e del colon-retto, non vi è esperienza clinica adeguata condotta negli anziani, che, invece, in alcuni casi, potrebbero ottenere risultati addirittura migliori rispetto ai più giovani. Nel nostro Istituto dal 2007 è attiva una clinica dell’anziano, un poliambulatorio a cui afferiscono tutti i pazienti oncologici di età superiore a 70 anni e che vengono trattati con protocolli specifici per l’anziano da oncologi e geriatri insieme. Si tratta della prima esperienza di questo tipo in Italia e ad oggi oltre 500 pazienti affetti da tumore della mammella, del polmone, della testa-collo, del rene e da linfomi sono stati trattati anche con farmaci biologici nella clinica dell’anziano del nostro Istituto”.  
   
   
INAUGURATO A FOLIGNO IL NUOVO CENTRO SANITARIO DELL’AFAM A DISPOSIZIONE DELLA CITTA’ 6 MODERNI STUDI CON UNA VENTINA DI MEDICI  
 
 Foligno, 28 giugno 2012 - E’ stato inaugurato ieri mattina in via Gentile da Foligno n.44 il nuovo Centro Medico dell’Afam – azienda della farmacie comunali di Foligno – che mette così a servizio della cittadinanza un vero e proprio polo sanitario, a ridosso dell’ex zona ospedaliera, in pieno centro storico. La struttura occupa una superficie di oltre 200 metri quadri, e si estende interamente su di un piano, per garantire la massima accessibilità e la completa fruizione ai portatori di handicap, agli anziani ed alle persone affette da patologie rilevanti. Al suo interno ospita 6 ambulatori medici di vaste dimensioni, completi delle più moderne e funzionali strumentazioni, un front office di accoglienza e reception, servizi igienici e confortevoli sale d’attesa. Nel Centro Medico dell’Afam saranno a disposizione una ventina di medici di base e specialisti, in grado di offrire assistenza di altissima qualità e professionalità in tempi rapidi: gli utenti potranno trovare – tra gli altri - studi di ortopedia, ginecologia, dermatologia, fisioterapia nonché servizi socio assistenziali per qualsiasi necessità. La struttura opererà in stretta sinergia con la rete delle sei farmacie comunali già presenti su tutto il territorio comunale e resterà aperta tutti i giorni dal lunedì al sabato. Prima della cerimonia ufficiale del taglio del nastro – da parte del sindaco, Nando Mismetti e del presidente dell’Afam Spa, Alessandro D’ingecco – il Vescovo di Foligno S.e. Monsignor Gualtiero Sigismondi ha impartito la benedizione al complesso ringraziando l’azienda per il servizio offerto alla cittadinanza ed in particolar modo alle persone più in difficoltà”.  
   
   
PRESENTATO A VIBO MARINA L´AZIONE DI PROGRAMMA ASSAP  
 
 Catanzaro, 28 giugno 2012 - Si è svolto a Vibo Marina, all´hotel “Cala del Porto”, il seminario organizzativo - informativo sul tema: “Servizi alla Persona e occupazione nel welfare calabrese”, organizzato dall´Assessorato regionale al Lavoro e Politiche sociali in collaborazione con Italia Lavoro. Nell´ambito del programma nazionale Assap, promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali – direzione generale dell´immigrazione e delle politiche di integrazione, è stata presentata ai partecipanti la “programmazione regionale dei servizi domiciliari di cura alla persona” che comprende l´avvio di corsi di formazione per 550 badanti e successivamente l´istituzione di un registro regionale delle badanti qualificate a cui potranno accedere le famiglie per il reperimento di personale esperto per l´assistenza dei propri cari. Al seminario, oltre all’Assessore Stillitani, hanno preso parte: Natale Forlani, direttore generale dell´immigrazione e delle politiche di integrazione Ministero del lavoro, Mario Conclave responsabile progetto Assap e Mauro Tringali, coordinatore di gestione Italia Lavoro. Per l´occasione i relatori hanno incontrato i responsabili degli sportelli territoriali delle agenzie di intermediazione aderenti al programma, tra cui: patronati, sindacati e associazioni. Nello specifico è stata presentata l´azione di programma Assap che consiste in un percorso di formazione, finalizzato alla qualificazione dei servizi di cura e di assistenza forniti alla persona e alla famiglie dalle badanti. Con un cofinanziamento pari a un milione duecento mila euro, 57 agenzie di intermediazione potranno avviare i corsi di formazione per 550 badanti. Per ogni soggetto da formare attraverso dei corsi della durata di 64 – 80 ore, le agenzie riceveranno un voucher che andrà dai 2.000,00 ai 2.500,00 euro. Alla fine dei suddetti corsi, ogni partecipante sarà collocato all´interno di una famiglia dove sia necessaria un´adeguata assistenza alla persona. Al termine della programma di formazione, la Regione Calabria, procederà all´istituzione di un registro regionale delle badanti a cui potranno avere accesso le famiglie per il reperimento di personale qualificato. L’iniziativa rappresenta una vera e propria garanzia per le famiglie calabresi, all´interno delle quali la figura delle badanti diventa sempre più fondamentale per l´assistenza di un proprio caro, nel momento in cui devono assumere persone con compiti così delicati. Grazie a questi specifici corsi di formazione, le badanti “formate” potranno vantare le conoscenze adeguate e necessarie per la cura domiciliare dei propri cari. Il programma Assap in pratica, promuove la creazione di una rete di sportelli pubblici e privati di incrocio domanda/offerta di assistenza, che informi, orienti e assista le famiglie e le persone nella loro ricerca di assistenza qualificata o di occupazione, anche temporanea. La rete territoriale, oltre il matching domanda/offerta, offre servizi di consulenza nella gestione del rapporto del lavoro e di formazione e qualificazione degli addetti ai servizi di cura, anche attraverso sistemi di riconoscimento delle competenze informali. Questa azione di programma inoltre, avrà una triplice valenza, oltre alla formazione garantirà un incremento occupazionale, inclusione sociale ed emersione del lavoro nero. Il programma infatti, si rivolge prevalentemente alle badanti straniere, le quali ormai da tempo, hanno monopolizzato il mercato e si inserisce in un´azione più ampia, avviata dall´assessorato regionale alle politiche sociali di concerto con l´ufficio scolastico regionale, a favore dell´immigrazione che ha già avviato dei corsi di alfabetizzazione per stranieri. “Abbiamo deciso di avviare questo tipo di programma – ha affermato Natale Forlani – sia perchè il mercato dei servizi alla persona è in grande espansione e soprattutto perchè sono proprio gli immigrati a portare avanti questo tipo di lavoro in Italia. Da qui quindi, l´esigenza di qualificare il sistema di domanda/offerta e di migliorare con la formazione, la qualità dell´assistenza familiare dando anche alle famiglia una facilitazione nella ricerca di colf e badanti all´altezza del proprio compito”. “Il mondo delle badanti soprattutto in Calabria – ha sottolineato l’Assessore Stillitani – necessita sempre più di essere regolamentato. Molte volte le famiglie non sanno a chi rivolgersi quando hanno bisogno di reperire una persona a cui affidare il proprio caro e molto spesso sbagliano rivolgendosi magari a persone non qualificate che possono addirittura danneggiare la persona assistita. Questo progetto che di fatto regolamenterà questo settore lavorativo e che ci permetterà di controllare maggiormente la domanda e l´offerta in questo ambito, è il preludio ad un´azione di sistema che in autunno vedrà la pubblicazione di un bando, attraverso il quale - con una dotazione di circa 4 milioni di euro - sarà possibile fornire degli incentivi economici alle famiglie per l´assunzione delle badanti”.  
   
   
UN’AVVINCENTE EPOPEA FAMILIARE FIORENTINA DIETRO IL SUCCESSO DELLA MOSTRA DEI MACCHIAIOLI ROSTER, DEL GRECO, RAPISARDI, OLSCHKI: UN CLAN DI COLLEZIONISTI, GARIBALDINI, SCIENZIATI E IMPRENDITORI IN SESSANTA STUPENDE FOTOGRAFIE D’INIZIO NOVECENTO  
 
 Firenze, 28 giugno 2012 – Brilla una straordinaria saga pluri-familiare dietro l’inedita mostra Da Fattori al Novecento in corso a Villa Bardini. Una di quelle storie quasi incredibili, perlopiù dimenticate, che sposano arte e scienza, patriottismo e amore per il prossimo, passione civile e spirito d’impresa. Oltre i 100 i dipinti, sono 60 le fotografie di straordinaria suggestione, tutte scattate in privato, che ritraggono le quattro famiglie proprietarie (Roster, Del Greco, Rapisardi, Olschki): vacanze di un secolo fa sulle spiagge ancora immacolate dell’isola d’Elba, soggiorni a Castiglioncello, scene di vita intima a Firenze, gli amici artisti, da Giovanni Fattori a Renato Fucini a Llewelyn Lloyd. Imparentati tra loro nell’arco di due generazioni tra Ottocento e Novecento, i nuclei del clan ben rappresentano una società fiorentina emancipata e votata al progresso, che l’esposizione indirettamente rievoca grazie al progetto promosso e organizzato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, Casa Editrice Leo S. Olschki, curato da Francesca Dini e Alessandra Rapisardi Ecco i Roster, giunti dalla Germania (1790) negli anni d’oro dei Lorena. Ceppo di originali e innovatori, di linguisti, medici, scienziati, architetti, trovano terreno ideale in quella Firenze, allora vera capitale della cultura. Il capostipite Giacomo pubblicò la prima grammatica italiana moderna. Un nipote omonimo (1837-1905) progettò il Tepidario, l’ospedale Meyer e quello di S. Salvi. Il pronipote Alessandro (1865-1919), artefice principe della collezione, fu medico chirurgo, entomologo e si batté appassionatamente per l’emancipazione della donna. Scrisse perfino un libro sulla bicicletta e fu il primo a usarla per correre dai pazienti più veloce che a cavallo. Giorgio Roster (1843 – 1927) fu invece medico-igienista e naturalista poliedrico, esperto di clima, mineralogia, biologia, astronomia, botanica. Il giardino di acclimatazione di piante esotiche che creò all’isola d’Elba intorno alla sua Villa Ottonella è tutt’ora tra i più antichi viventi. E la sua invidiata raccolta di minerali (compresa la ‘rosterite’, così chiamata in suo onore) si trova oggi al museo di Storia Naturale. Giovanni Del Greco (1846-1918) non aveva neppure 20 anni quando si arruolò nei Mille di Garibaldi. Fu ferito in Sicilia, arrestato dai piemontesi in Aspromonte e, una volta libero, si laureò a Pisa in Medicina. Come ufficiale medico fu sui campi di battaglia di San Martino, Solferino, Bezzecca, rendendosi conto solo dopo mesi di aver partecipato ad alcuni dei più sanguinosi scontri del Risorgimento. L’amico Fattori gli rese omaggio ritraendolo mentre si prende cura dei feriti, due dipinti entrambi esposti a Villa Bardini. Fu proprio Del Greco a inaugurare la collezione poi ampliata dal genero Alessandro Roster e dalle nipoti Renata e Rita, la prima maritata Rapisardi, l’altra Olschki. I Rapisardi producono tutt’oggi calzature per l’export, dopo essere stati all’inizio del Novecento uindustriali della Paglia. Gli Olschki sono invece affermati editori, tra gli ultimi grandi di un’editoria fiorentina che l’ultimo dopoguerra ha visto drammaticamente decadere. Tutto ciò e altro ancora è raccontato nei dettagli nell’illustratissimo catalogo (€ 34, in mostra € 28) curato da Francesca Dini con Alessandra Rapisardi e pubblicato dalle edizioni Olschki.  
   
   
"UN CAMMINO NEL NOVECENTO" DEL MAESTRO RENZO CRIVELLI  
 
Firenze, 28 giugno 2012 – Oggi alle ore 17,00, inaugurazione della Mostra di pittura "Un Cammino nel Novecento" del Maestro Renzo Crivelli presso le Sale Espositive al 1° piano di Palazzo Medici Riccardi dal 28 giugno al 15 luglio 2012. Renzo Crivelli ha recato alla storia artistica del Novecento toscano un contributo prezioso: ha mostrato la perenne modernità della tradizione e ha indicato come la moralità e il rigore interiore non siano solo qualità dell´individuo ma formino la materia di cui la pittura si nutre. Da Pietro Annigoni, Crivelli aveva ricevuto la ricetta per una tempera grassa che consentiva preziosità tecniche con la pittura a olio. Tali preziosità consistevano nella possibilità di ritornare continuamente sul dipinto senza stancarlo, a differenza di quanto accade con la diluizione con acqua ragia nella pittura ad olio. Il figlio Stefano ha ricordato come la "cerimonia della preparazione dei colori" fosse attraversata da un profumo piacevole misto di ginepro e di aromi dolciastri, perchè nella tempera grassa c´era oltre al tuorlo d´uovo, una resina che profumava di pino, burro di cacao ed anche un liquore distillato trasparente tipo gin o grappa. Quest´aria piacevole, l´odore gradevole che emana lo studio e si deposita sui quadri, è una memoria che i figli hanno conservato.  
   
   
MASCALZONE LATINO A PORTO CERVO PER IL CAMPIONATO EUROPEO MELGES 32 IL TEAM DI VINCENZO ONORATO È LEADER DELLA CLASSIFICA MELGES 32 AUDI SAILING SERIES 2012  
 
 Porto Cervo, 27 giugno 2012 - Tutto pronto a Porto Cervo per il campionato europeo, terza tappa delle Melges 32 Audi Sailing Series 2012. Da inizio settimana buona parte dei 22 team iscritti si stanno infatti allenando nelle acque della Costa Smeralda. Tra questi non poteva mancare il leader della classifica generale del circuito, Mascalzone Latino di Vincenzo Onorato, che corre per i colori del New York Yacht Club. In occasione del Campionato Europeo, la flotta dei Melges 32 è accresciuta sia in termini di partecipanti sia a livello tecnico. Sono rientrati nel circuito mediterraneo due tra i più quotati team americani: Argo di Jason Carroll con Cameron Appleton alla tattica e Samba Pa Tì di John Kilroy che schiera in pozzetto Steve Hunt. Da segnalare anche la new entry nella flotta Melges 32 del team russo Synergy di Leonid Lebedev, il quale, dopo aver militato a lungo prima nel circuito Tp52 poi in quello Rc44, ha optato per il più grande dei monotipi realizzati dalla famiglia Melges. Tattico della spedizione l’italiano Tommaso Chieffi. Per i team che si stanno preparando al campionato del mondo di classe di settembre a Newport (R.i.) si tratta di una delle ultime occasioni italiane per testare nuove soluzioni. Il programma dei Mascalzoni prevede infatti, prima di trasferirsi negli States a metà settembre, di prendere parte e al campionato europeo di Porto Cervo e alla quarta tappa del circuito a Malcesine, sul lago di Garda, dal 20 al 22 luglio. A metà stagione Melges 32 il bilancio del Mascalzone Latino Sailing Team è più che positivo. Partiti a gennaio da Key West con un ottimo terzo posto, e dopo un risultato un pò al di sotto le proprie potenzialità a Miami, i Mascalzoni sono tornati a brillare a Loano, con un secondo posto, mentre hanno conquistato l’evento di Portoferraio. Non si può dimenticare inoltre che il team ha ben figurato anche nella tappa elbana riservata ai Melges 20: terzo posto per Mascalzone Latino con al timone Vincenzo Onorato, quinto per suo figlio Achille al timone di Mascalzone Latino junior. Da domani, quindi, si fa di nuovo sul serio. L´equipaggio di Vincenzo Onorato (Nathan Wilmot alla tattica) dovrà vedersela con Fantastica di Lanfranco Cirillo (tattico Michele Paoletti), Rush Diletta di Mauro Mocheggiani (tattico Matteo Ivaldi), Torpyone di Edoardo Lupi (tattico Branko Brcin), Brontolo Hh di Filippo Pacinotti (tattico il canadese Ross Mcdonald); e poi gli stranieri: gli spagnoli di Bribon-movistar armato dal giovane Marc de Antonio Altimira (tattico Gonzalo Araujo), i giapponesi diYasha Samurai di Yukihiro Ishida (tattico Hamish Pepper), i francesi di Teasing Machine con in pozzetto Francois Brenac e i due americani sopra citati, Samba Pa Tì e Argo, solo per ricordare i più noti. Mascalzone Latino conferma l’equipaggio di inizio stagione: a chiamare la tattica a Vincenzo Onorato l’australiano Nathan Wilmot, alla randa Alberto Bolzan (recente vincitore al timone di Saetta del campionato italiano classe Melges 24), alle scotte Andrea Ballico e Stefano Ciampalini, alle drizze Matteo Savelli, all’albero e a prua Daniele Fiaschi. Da sempre coach e sail designer del team il livornese Marco Savelli. 10 le prove da disputarsi, da giovedì a domenica, con la possibilità di scartare la peggiore dopo lo svolgimento della sesta regata. Sarà possibile correre un massimo di tre regate al giorno.  
   
   
IMPIANTISTICA SPORTIVA: ACCORDO CON CONI PER NUOVO ALBO REGIONALE ASSOCIAZIONI SPORTIVE SARDE  
 
 Cagliari, 28 Giugno 2012 – Nel corso di una riunione operativa, svoltasi nei giorni scorsi, la Direzione Generale dell’assessorato Regionale dello sport e il Presidente regionale del Coni, hanno stabilito le priorità di intervento a favore dell’impiantistica sportiva prevista dal programma 2011. Gli Uffici dell´Assessorato provvederanno a completare la trasmissione delle deleghe alle Amministrazioni locali beneficiarie dei contributi, mentre il Coni Sardegna formerà un team di tecnici per effettuare dei sopralluoghi, sugli impianti sportivi finanziati, nell’ambito di procedure definite. Inoltre è stato stabilita la realizzazione del nuovo Albo regionale delle associazioni e delle società sportive. L´attività di monitoraggio renderà più facile raggiungere gli obiettivi stabiliti e consentirà di arricchire, con nuove informazioni, la banca dati degli impianti sportivi, recentemente realizzata dallo stesso Assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo in collaborazione con il Coni regionale. L’integrazione del software dell’Albo regionale delle associazioni e società sportive con il sistema della banca dati dell’impiantistica sportiva consentirà di monitorare l’utilizzo degli impianti esistenti in Sardegna, così come previsto dalla legge regionale n. 17/1999. L’informazione integrata tra Banca dati degli impianti sportivi ed il nuovo Albo regionale potrà fornire degli indicatori per identificare al meglio gli impianti e le specifiche priorità.  
   
   
SPORT: VENERDÌ 29 GIUGNO PRESENTAZIONE A PERUGIA “CARTA EUROPEA DIRITTI DELLE DONNE NELLO SPORT”  
 
 Perugia, 28 giugno 2012 - Presentata il 24 maggio scorso al Parlamento Europeo di Bruxelles, il 26 a livello nazionale a Milano ed ora in "tour" nelle regioni e nelle realtà territoriali, la nuova Carta Europea dei Diritti delle Donne nello Sport, elaborata dalla Uisp in collaborazione con altri partner internazionali nell´ambito del progetto "Olympia: equal opportunities via and within sport", toccherà l´Umbria, dove venerdì 29 giugno, nella sede di Palazzo Donini a Perugia, sarà illustrata in un incontro, al quale parteciperanno il presidente nazionale della Uisp Filippo Fossati, l´assessore allo sport della Regione Umbria Fabrizio Bracco, il vicepresidente del Coni Nazionale Riccardo Agabio, il presidente del Coni regionale Valentino Conti e il presidente regionale del Comitato Italiano Paralimpico Francesco Emanuele. All´incontro prenderà parte anche una nutrita rappresentanza delle società sportive umbre e, in particolare, delle atlete che si sono distinte nelle varie discipline, alle quali l´assessore Bracco consegnerà un riconoscimento della Regione Umbria. A distanza di oltre 25 anni dalla prima Carta dei Diritti delle Donne nello Sport, proposta nel 1985 dalla Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) e poi adottata dal Parlamento Europeo, sussistono ancora - sottolineano i promotori della Carta - grosse disuguaglianze di genere, soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento delle donne in ruoli e posizioni di vertice e "leadership" all´interno di enti, federazioni e società sportive, oltre che per la pervicace persistenza di stereotipi di genere nella stessa pratica sportiva. Per questo, la Uisp ha messo a punto una nuova "Carta Europea dei Diritti delle Donne nello Sport", dove il documento dell´ ´85 è stato rivisitato e aggiornato attraverso un lavoro durato 15 mesi, con una particolare attenzione al superamento di tutte le forme di discriminazione culturali, religiose e relative all´orientamento sessuale, al tema della multiculturalità e della disabilità. La Carta è articolata in cinque capitoli tematici: la pratica dello sport; la "leadership"; il mondo dell´educazione; donne, sport e media; le donne e il tifo organizzato.