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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Giugno 2012
BENESSERE DEGLI ANIMALI: LA COMMISSIONE EUROPEA INTENSIFICA GLI AVVERTIMENTI SOLLECITANDO 10 STATI MEMBRI AD ATTUARE IL DIVIETO RELATIVO ALLE GABBIE PER GALLINE OVAIOLE  
 
Bruxelles - In data 21 giugno la Commissione europea ha inviato un parere motivato a dieci Stati membri che non hanno attuato correttamente la direttiva 1999/74/Ce che introduce il divieto dell´uso di gabbie non modificate per le galline ovaiole. Il Belgio, la Grecia, la Spagna, la Francia, l´Italia, Cipro, l´Ungheria, i Paesi Bassi, la Polonia e il Portogallo consentono ancora l´uso di gabbie non modificate per le galline ovaiole nonostante il divieto sia entrato in vigore nel gennaio 2012 e nonostante il fatto che essi avessero avuto 12 anni per adeguarsi alle nuove regole. L´invio di un parere motivato costituisce il passo successivo nella procedura prima del deferimento del caso alla Corte di giustizia dell´Ue. La direttiva 1999/74/Ce prescrive che a decorrere dal 1° gennaio 2012 tutte le galline ovaiole siano tenute in gabbie modificate per fare il nido, razzolare e appollaiarsi o in sistemi alternativi. Conformemente alla direttiva le gabbie possono essere usate soltanto se offrono a ciascuna gallina almeno uno spazio di 750 cm², un nido, una lettiera, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie che consentano alle galline di soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali. La Commissione plaude agli sforzi fatti dagli Stati membri che hanno ottemperato a tali regole. Tuttavia è essenziale una piena ottemperanza da parte di tutti gli Stati membri per evitare distorsioni del mercato e una concorrenza sleale. Gli Stati membri che ancora consentono l´uso di gabbie non modificate mettono in situazione di svantaggio le aziende che hanno investito per conformarsi alle nuove misure. Per dimostrare di avere ottemperato gli Stati membri devono comprovare che tutti gli allevamenti che ancora usano gabbie non modificate sono stati trasformati o chiusi. Contesto La decisione politica di vietare le gabbie non modificate è stata adottata nel 1999. Gli Stati membri disponevano di dodici anni per assicurare una transizione graduale verso il nuovo sistema e attuare la direttiva. Finora però, nonostante le ripetute sollecitazioni della Commissione, gli Stati membri summenzionati non si sono conformati adeguatamente alla normativa Ue. Non sono stati inviati pareri motivati alla Bulgaria, alla Lettonia e alla Romania poiché la Commissione sta valutando le informazioni addizionali fornite da questi Stati membri i quali affermano di essere ora pienamente a norma. I prossimi passi La richiesta della Commissione si configura in un parere motivato in forza dei procedimenti d´infrazione dell´Ue. Se i 10 Stati membri interessati non informeranno la Commissione entro due mesi delle misure adottate per assicurare la piena ottemperanza alla normativa dell´Ue la Commissione potrebbe deferire il caso alla Corte di giustizia dell´Unione europea. Per ulteriori informazioni: Sulla protezione delle galline ovaiole: http://ec.Europa.eu/food/animal/welfare/farm/laying_hens_en.htm    
   
   
10 ANNI DI RICERCA INTEGRATA FINANZIATA DALL´UE PORTANO A UNA CATENA ALIMENTARE MIGLIORE E PIÙ SICURA  
 
Sono appena stati pubblicati i risultati complessivi di 14 progetti sulla tracciabilità degli alimenti che rappresentano oltre 10 anni di ricerca nel campo della sicurezza e integrità di tutta la catena alimentare. Alla luce del lancio del piano d´azione per la bioeconomia della Commissione europea a febbraio 2012, del prossimo programma quadro per la ricerca e l´innovazione, Orizzonte 2020, della continuazione delle trattative per la riforma della Pac e di un consumatore sempre più attento, il Notiziario Cordis fa il punto dei progressi compiuti per il raggiungimento di una catena alimentare più sicura e di come questi progetti finanziati dall´Ue hanno dato il loro contributo. Man mano che la catena alimentare diventa sempre più globale, l´origine, la sicurezza e la qualità degli alimenti che mangiamo diventa una preoccupazione sempre più grande per i consumatori e per l´industria alimentare. Nel 2000 quando hanno avuto inizio molti di questi progetti, l´Europa stava ancora tremando per lo scandalo della contaminazione da diossina, la crisi Bse e per un numero sempre crescente di pericoli di contaminazione microbica degli alimenti. Queste crisi alimentari hanno messo in evidenza l´esigenza di modelli e sistemi di rilevazione per evitare la contaminazione della catena alimentare, con in testa la legislazione generale sugli alimenti dell´Ue del 2002 che ha reso obbligatorio il funzionamento di sistemi di tracciabilità un passo prima e un passo dopo nell´industria alimentare, rendendo i singoli produttori responsabili della tracciabilità nella catena alimentare. Il Parlamento europeo ha chiesto specificamente che il Sesto programma quadro (6° Pq) dedicasse parte del suo bilancio di ricerca alla tracciabilità e all´integrità degli alimenti per sostenere questa politica, cosa che ha fatto con ben 98 milioni di euro. I coordinatori della ricerca di questi 14 progetti del 6° Pq hanno collaborato per un periodo di 2 anni per formulare una nuova strategia di divulgazione dei loro risultati, che coprivano lo spettro completo del settore della tracciabilità, una mossa rivoluzionaria che il commissario dell´Ue per la Ricerca e l´innovazione Máire Geoghegan-quinn descrive come parte di un approccio ideato per far fronte al "bisogno di migliorare la divulgazione di progetti di ricerca dell´Ue conclusi". I risultati dei progetti sono stati presentati alla conferenza "What’s for lunch" che si è tenuta a Bruxelles alla fine del 2011 e sono stati anche redatti e pubblicati in un libro di testo accademico intitolato l´Integrità della catena alimentare (Food chain integrity). I progetti avevano tutti lo scopo di occuparsi di questioni di origine e tracciabilità facendo in modo che i consumatori siano sicuri che l´alimento proviene veramente dal luogo indicato. I consumatori vogliono sapere che quello che mangiano è sicuro e che è veramente quello che si dice sulla confezione. Oltre ai risultati scientifici prodotti collettivamente dai progetti, ci sono stati anche evidenti benefici ulteriori in termini di opportunità educative, mobilità, sostegno industriale, integrazione e divulgazione, come illustrati da 100 dottorati di ricerca e 40 master, 350 relazioni interne ed esterne, 28 partner di attività di Cooperazione scientifica internazionale (Inco), 30 incontri internazionali, 150 incontri Ue e 169 trasferimenti di mobilità tra diversi laboratori. I progetti hanno avuto anche un 29% di struttura manageriale femminile, hanno creato collegamenti con 84 partner industriali, hanno tenuto 98 workshop industriali, hanno pubblicato 696 articoli scientifici con revisione paritaria e hanno ottenuto 7 brevetti. Il progetto integrato (Pi) Traceback ("Integrated system for a reliable traceability of food supply chains") si è occupato dell´origine degli alimenti, creando un sistema che stabilisce un legame di informazioni dallo stato di materia prima del prodotto alla sua vendita. Oltre a migliorare gli standard di salute e sicurezza per il consumatore, questo metodo permette anche agli attori industriali di tracciare il proprio prodotto e di valutare la sua qualità lungo la catena di produzione, manifattura, gestione, trasporto e distribuzione. Il sistema Traceback quindi aiuta i produttori a soddisfare le esigenze dell´industria e la normativa dell´Ue. Un altro progetto di tracciabilità che ha sviluppato solide tecnologie per identificare, classificare e valutare le vulnerabilità nella catena alimentare è stato Trace ("Tracing the origin of food"). L´obiettivo di Trace era aiutare i consumatori a sapere con più certezza da dove proviene il cibo dando loro fiducia nelle etichette alimentari. Per i produttori di specialità regionali come il prosciutto di Parma o il formaggio Feta che vogliono essere sicuri che gli imitatori non possano falsificare le origini, questo lavoro è di fondamentale importanza. Ci sono modi per scoprire le origini di un particolare prodotto alimentare che si basano su metodi tecnici e che si possono usare nel caso di un grave episodio di frode. "Trace ha lavorato a stretto contato con tutte le principali attività di ricerca sulla tracciabilità e l´autenticità degli alimenti," commenta il coordinatore del progetto Trace, Paul Brereton, direttore della ricerca sugli alimenti e la salute presso l´Agenzia di ricerca sugli alimenti e l´ambiente nel Regno Unito. "Gran parte del progetto Traceback riguardava la dimostrazione della tecnologia per monitorare, tracciare e verificare l´autenticità e la qualità delle etichette degli alimenti e per questa ragione è stato strettamente complementare di Trace. I membri di Trace si sono uniti alle commissioni di consulenza e valutazione e sono stati fatti degli incontri congiunti su diverse questioni trasversali." Paul Brereton dice anche che la riduzione della riproduzione e la massimizzazione delle risorse sono due dei vantaggi della collaborazione tra coordinatori che lavorano a progetti finanziati dall´Ue nello stesso settore. Un altro importante aspetto della tracciabilità e la bio-tracciabilità che riguarda l´andare oltre l´indicazione del luogo dal quale l´alimento proviene e indicare esattamente dove è avvenuta la contaminazione. Il progetto Biotracer ("Improved bio-traceability of unintended micro-organisms and their substances in food and feed chains") ha sviluppato un modo di indicare materiali, processi o azioni in una particolare catena alimentare che possono essere identificati come la fonte di agenti indesiderati. Il bio-tracciamento è stato significativamente migliorato tramite un migliore accesso a dati più completi. Co-extra ("Gm and non-Gm supply chains: their Co-existence and Traceability"), che ha riunito 52 istituzioni partner di 18 paesi, è stato uno dei progetti che si è occupato della co-esistenza e la tracciabilità di prodotti Gm e non Gm. I coordinatori del progetto riferiscono che mentre gli organismi geneticamente modificati (Ogm) autorizzati in un´altra giurisdizione creano problemi trascurabili, sono gli Ogm che non sono autorizzati in nessuna giurisdizione che creano i problemi più seri poiché possono rappresentare un rischio di cui non si sa niente, per la salute e l´ambiente. L´investimento nella ricerca ha avuto come risultato il fatto che l´Europa è al primo posto nel mondo per le migliori pratiche di tracciabilità degli alimenti. L´implementazione dei vari risultati dei più importanti progetti di ricerca sull´integrità e la sicurezza alimentare mai formulati andrà in definitiva ad alimentare la fiducia del consumatore e ridurrà l´impatto economico e sociale delle paure per la sicurezza alimentare. Per maggiori informazioni, visitare: What´s for Lunch? http://ec.Europa.eu/research/agriculture/wfl/index_en.html  Portale della Dg Ricerca - Agricoltura: http://ec.Europa.eu/research/agriculture/index_en.html    
   
   
PIMONTE: CON IL PIANO VERDE 60 MILIONI DI INVESTIMENTI IN UN ANNO  
 
 Il Piano Verde, programma regionale per la concessione di contributi negli interessi su prestiti avviato un anno fa, prosegue con ottimi risultati il sostegno all’agricoltura piemontese: sono state approvate le graduatorie per la conduzione aziendale. Alla scadenza del bando sono pervenute complessivamente 1273 domande per la conduzione aziendale, tutte finanziate: le 149 aziende interessate da eventi calamitosi hanno ottenuto 225.000 euro che svilupperanno investimenti per oltre 5 milioni, le altre 1124 aziende hanno ottenuto 566.900 euro sviluppando investimenti per quasi 35 milioni. Un risultato che va a sommarsi al precedente intervento, sempre nell’ambito del Piano Verde, di 2 milioni, che ha attivato investimenti fondiari e agrari per quasi 21 milioni. “In tempi economicamente non semplici - sostiene l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto - consentire lo sviluppo di investimenti per 60 milioni nel comparto rurale non può che essere giudicato positivamente. Abbiamo guardato al passato per cercare di agire al meglio nel presente. La peculiarità del Piano Verde consiste nell’opportunità di ottenere benefici in tempi brevissimi: il contributo viene erogato in forma attualizzata in un’unica soluzione successivamente all’erogazione del prestito, l’azienda può dunque immediatamente proseguire nell’investimento”. Prossimamente riapriranno i termini della presentazione delle domande relative ai prestiti per la conduzione associata, con una copertura finanziaria regionale superiore ai 600.000 euro.  
   
   
VENETO: PONTIFICIO CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE SU OGM  
 
Venezia - “Sono grato delle affermazioni sugli organismi geneticamente modificati pronunciate dal segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace monsignor Mario Toso. Bisogna che sia ben chiaro quali sono i problemi che essi creano nella società, nella natura, nel lavoro e nel rapporto tra i fornitori esclusivi di sementi e chi si trova ad usarli”. Lo ha detto l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, sostenitore del fatto che “l’utilizzo di sementi ogm crea una vera e propria dipendenza economica all’interno del sistema primario nei confronti dei detentori dei brevetti, compromette la biodiversità e non risolve i problemi della fame nel mondo”. “Mi auguro – ha aggiunto Manzato – di non dover ascoltare su questa autorevole presa di posizione le solite affermazioni di routine che essere contro gli ogm significa essere oscurantisti, contro la scienza e il progresso e il miglioramento dell’agricoltura. Qui il discorso ben individuato da Mons. Toso è sugli interessi che stanno dietro ai produttori di sementi ogm, i quali sanno bene che, una volta conquistato un mercato, chi li adotta non può tornare indietro. Sulgli esseri viventi, piante comprese, non dovrebbe esserci brevetto, semplicemente: c’è un errore di partenza. Nello stesso tempo, la nostra agricoltura non deve lasciarsi tentare da falsi compromessi, il cui obiettivo è solo di aprire una strada alternativa alle multinazionali rispetto alla nostra tipicità. Per quanto ci riguarda – ha concluso l’assessore – la riforma di Veneto Agricoltura ha proprio lo scopo di incentivare la ricerca e la sperimentazione ,finalizzata a migliorare i prodotti, a a rendere più economici e ambientalmente compatibili i processi produttivi, trasmettendone direttamente i risultati alle imprese agricole. L’obiettivo è mantenere un’agricoltura di qualità, ricca di sapori e che crei più reddito a chi lavora la terra. Nella cosiddetta coesistenza, che qualcuno ha tentato e tenta di imporre come fatto compiuto, non c’è alcuna ricerca né alcun progresso, ma un atto di forza che di fatto avvantaggia interessi che non sono quelli dei nostri agricoltori”.  
   
   
AGRICOLTURA. IL VENETO CONTINUA CON CELERITA’ SU STRADA GIA’ INTRAPRESA SEMPLIFICAZIONE PROCEDIMENTI: E’ LA VOLTA DEL PIANO AZIENDALE EDIFICABILITA’ AGRICOLA E QUALIFICA IMPRENDITORE AGRICOLO PROFESSIONALE  
 
La Giunta veneta, su proposta dell’Assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, ha approvato due provvedimenti con i quali si dà seguito agli impegni precedentemente assunti dalla Giunta regionale per la semplificazione dei procedimenti nel settore primario. In relazione alla redazione del Piano aziendale di edificabilità agricola, è introdotto il “conto economico aziendale unificato” recentemente approvato e la procedura per il riconoscimento della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (Iap), che ora è resa molto più rapida grazie all’informatizzazione del procedimento. “Si tratta – rileva l’Assessore – nel primo caso, dell’applicazione anche per la legge regionale n. 11/2004 del “conto economico unificato” approvato alla fine dello scorso anno ed ora informatizzato con la collaborazione di Ismea; contestualmente si è provveduto ad una notevole semplificazione della relazione tecnica prevista dalla legge regionale, grazie alla valorizzazione delle informazioni del Fascicolo aziendale. E’ un passo significativo nel processo di semplificazione, iniziato nel 2010 con l’istituzione di uno specifico gruppo di lavoro. C’è inoltre spazio per ulteriori interventi, già all’analisi degli uffici, che abbatteranno ulteriormente la burocrazia rendendo più facile la vita delle imprese e degli imprenditori agricoli”. La deliberazione ha rivisto i modelli di riferimento dei documenti che costituiscono il Piano aziendale (Domanda di approvazione del Piano aziendale, Conto Economico, Relazione Tecnica), ferma restando la facoltà di Avepa, l’agenzia regionale per i pagamenti in agricoltura, cui oggi compete il procedimento, di apportare con proprio provvedimento, previo parere favorevole della competente Struttura regionale, le modifiche che si rendessero necessarie nella presentazione e gestione delle istanze mediante strumenti informatici, con l’obiettivo di un ulteriore snellimento del procedimento. Per quanto riguarda la qualifica Iap, le nuove procedure, supportate ora da una nuova applicazione informatica predisposta da Avepa, utilizzeranno le banche dati disponibili dell’Anagrafe regionale del Settore Primario e dei Fascicoli aziendali elettronici, riducendo così al minimo le informazioni da integrare nella domanda a cura dell’utente e rendendo possibile il riconoscimento della qualifica in tempi brevissimi (massimo 10 giorni) nei casi definiti “ordinari”. La qualifica Iap avrà un anno di validità e sarà registrata in apposito repertorio nonché annotata nel fascicolo aziendale nell’ambito del quale l’imprenditore esercita la qualifica, in modo da permettere a ogni amministrazione la verifica con modalità on-line di tale requisito e sgravare le imprese dall’onere di presentare ulteriore documentazione agli Enti pubblici cui si rivolgono. Con questa deliberazione, per i casi di riconoscimento della qualifica Iap che esulano dall’ordinarietà, si dà inoltre applicazione alla Dgr 956/2010, prevedendo tempi ridotti e silenzio assenso per le domande presentate per il tramite dei Caa (centri autorizzati per l’assistenza agricola), che svolgeranno il ruolo di verificare la completezza documentale e regolarità formale delle istanze rivolte alla pubblica amministrazione.  
   
   
CONTRAFFAZIONE OLIO D’OLIVA: VENETO CHIEDE CONVOCAZIONE COMMISSIONE POLITICHE AGRICOLE  
 
Venezia - “Sono esterrefatto: in Italia si viene a sapere tutto di tutti, ma non si conoscono mai i nomi di chi fa della contraffazione un mestiere”. Lo dice Franco Manzato, assessore veneto all’agricoltura e alla tutela dei consumatori, in riferimento al sequestro di otto mila tonnellate di olio d’oliva nel senese, ottenuto da illecita miscelazione con materie prime di categoria inferiore e di altra provenienza geografica. “Complimentandomi ancora una volta con le forze dell’ordine – aggiunge Manzato –per il loro costante e diffuso impegno nel portare alla luce le truffe al ‘Made in Italy’, che ha già portato a numerosi arresti per associazione a delinquere, chiedo la convocazione della Commissione Politiche Agricole per proporre in quella sede ai ministeri competenti l’adozione di misure di contrasto alle frodi alimentari. Una richiesta che rivolgo in modo pressante anche alla luce del fatto che al Senato è ancora bloccato il disegno di legge a tutela della qualità dell’olio d’oliva e che tale iniziativa corre addirittura il rischio di essere impallinata dal Governo, cosi come è accaduto per la disciplina del succo d´arancia”.  
   
   
LEGALITA´: SICILIA, RACCOLTA DEL GRANO A VERBUMCAUDO, A OTTOBRE VIGNETI  
 
Palermo - "Verbumcaudo e´ divenuto davvero patrimonio produttivo dei siciliani, il 25 giugno il raccolto del ´Consorzio Sviluppo e legalita´´, su 80 ettari coltivati a grano, da settembre - con l´apporto tecnico dell´Istituto del vino e dell´olio di Sicilia - saranno impiantati i vigneti. Prosegue in tal modo l´impegno della Regione per la valorizzazione dei beni confiscati ai mafiosi, che ha appena visto l´avvio del sito informativo www.Patrimoniodeisiciliani.it , del quale il feudo e´ il bene simbolico". E´ questo il contenuto della lettera che questa mattina l´assessore regionale dell´Economia Gaetano Armao ha inviato al ministro dell´Interno Rosanna Cancellieri, che proprio lo scorso ottobre, a Palermo, aveva presenziato al trasferimento del bene dall´Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla Regione siciliana ed al direttore dell´Anbsc, Giuseppe Caruso. Non solo luogo di coltura agricola di qualita´, ma anche di cultura della legalita´: oggi termina infatti la mostra che le scolaresche hanno potuto visitare sulle vicende del rilancio produttivo di Verbumcaudo. La mostra resta visibile sul sito per l´estate, ma sara´ riaperta ad ottobre per consentire agli studenti siciliani di toccare con mano come da luogo di summit di mafia ed oppressione Verbumcaudo sia divenuto emblema di produzione di qualita´ e cultura della legalita´. "Un ringraziamento va - aggiunge l´assessore - a tutti coloro che hanno reso possibile il conseguimento di un obiettivo che sembrava irraggiungibile -magistrati, forze dell´ordine, Agenzia per i beni confiscati, amministrazioni comunali, forze sindacali, cittadini- di sconfiggere il progetto che mirava a raggirare la confisca ed a dimostrare che nulla si toglie veramente alla mafia". Nella lettera l´assessore ha poi evidenziato al ministro l´anomalia dei beni appartenenti a societa´ confiscate alla mafia e condotti in locazione dalla Regione, per i quali sono stati richiesti qualche giorno fa dall´Immobiliare Strasburgo con decreto ingiuntivo per oltre otto milioni di euro. Nel ribadire la richiesta di tempestiva assegnazione, gia´ formulata da anni, l´assessore ha informato che la Regione si opporra´ contro la richiesta, il cui importo e´ dovuto soltanto al ritardo ingiustificato nel trasferimento al patrimonio dei siciliani.  
   
   
ALIMENTARE: GLI ITALIANI “SONO ATTENTI NEL FARE LA SPESA” ADICONSUM: ISTITUIRE PRESSO I MINISTERI COMPETENTI UN OSSERVATORIO PERMANENTE DEI PREZZI ALIMENTARI COINVOLGENDO LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI  
 
Pietro Giordano: non è più tempo di buone intenzioni e ipotesi sulla crescita, ma sono necessarie vere misure per lo sviluppo attraverso l’utilizzo di tutte le leve economiche per rilanciare la competitività, il lavoro e il potere d’acquisto degli italiani. La crisi tocca sempre più le famiglie che ora sono molto più attente nel fare la spesa. A dirlo è l’Istat che riporta il dato sulle vendite al dettaglio. Queste sono calate, ad aprile, del 6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il calo riguarda anche il settore alimentare che fa registrare un dato negativo di 6,1 punti percentuali. Il non alimentare è invece in calo del 7,1%. Era dal gennaio del 2001, quando sono iniziate le serie storiche, che non si assisteva ad un ribasso tendenziale tanto marcato. Su base mensile, il consumo degli italiani è calato dell’1,6%. Rispetto all’anno scorso si assiste ad una netta contrazione distributiva che riguarda si la grande distribuzione (-4,3%) sia, in maniera ancora più netta, le imprese operanti su piccole superfici (-8,6%). “I dati dell’Istat di oggi, dichiara il Segretario generale dell’Adiconsum”, Pietro Giordano, “non fanno altro che sottolineare quanto da tempo, Adiconsum afferma: non è più tempo di buone intenzioni e ipotesi sulla crescita, ma sono necessarie vere misure per lo sviluppo attraverso l’utilizzo di tutte le leve economiche per rilanciare la competitività, il lavoro e il potere d’acquisto degli italiani”. A questo va aggiunto il rincaro dei prodotti ittici, dell’ortofrutta e delle carni. “Secondo i dati rilevati dal nostro Osservatorio prezzi dei prodotti alimentari infatti”, continua Pietro Giordano, “negli ultimi 6 mesi i prezzi sono aumentati del +4,64%”. “Sono aumenti importanti quelli rilevati dall’Osservatorio Adiconsum” prosegue Giordano, “perché si tratta di aumenti che riguardano beni di prima necessità che le famiglie hanno difficoltà a tagliare”. “Ed è per questo che Adiconsum ai Ministeri competenti di istituire un Osservatorio permanente dei prezzi alimentari a livello interministeriale coinvolgendo le associazioni dei consumatori per monitorare la formazione dei prezzi, lungo tutta la filiera, sui beni di prima necessità”.  
   
   
CERTIFICATO UE PER CIOCCOLATO MODICA  
 
Palermo - "Si e´ chiusa finalmente la vicenda, a lungo aperta, del ´Pacchetto Qualita´´ e un prodotto di eccellenza siciliano come il cioccolato di Modica, entra a pieno titolo nell´elenco dei prodotti certificati Ue. Presto potra´ diventare il primo cioccolato europeo Igp". Lo annuncia l´assessore regionale alle Risorse agricole e alimentari, Francesco Aiello. "Il cioccolato modicano - aggiunge il direttore del consorzio di tutela Nino Scivoletto - vanta una sua specificita´ per il legame con il territorio e una sua storia". Complimentandosi con Scivoletto e tutti gli amministratori della citta´ di Modica (Rg) per il traguardo raggiunto, l´assessore annuncia un ulteriore riconoscimento: "Di notevole portata per l´economia agroalimentare siciliana anche la norma che consente, per i prodotti Dop e Igp, l´introduzione dei ´marchi d´area´. Permettera´ di poter indicare nelle etichette, oltre al Paese, anche la Regione di origine delle produzioni rendera´ possibile l´istituzione di un marchio ´Prodotto di Sicilia´. Che coinvolgera´, non solo i marchi regionali esistenti, ma l´intera produzione agricola, chiamata a rappresentare la forza di una ordinata commercializzazione e le doti qualitative e salutistiche, in un quadro definitivo di certezze certificabili e rintracciabili". "Inoltre - continua Aiello - i nostri produttori saranno tutelati dalla norma del pacchetto che obbliga uno Stato membro a intervenire qualora sul territorio nazionale sia violata la Dop o la Igp di un altro Stato membro". Per l´impegno profuso nel percorso di riconoscimento, Aiello ringrazia tutti i parlamentari europei siciliani e il presidente della Commissione Agricoltura del parlamento europeo Paolo De Castro, con il quale si e´ recentemente confrontato sulle problematiche agricole e agroalimentari dell´Isola, per assicurare al settore strumenti normativi capaci di determinare ricadute positive per l´economia siciliana. L´accordo raggiunto sul ´Pacchetto qualita´´ tra europarlamento e Consiglio europeo prevede la certificazione europea di un elenco di prodotti, tra cui il cioccolato. Il documento avvia la tanto attesa fase di regolamentazione dei prodotti Dop, Igp e Stg targati Ue con un potenziamento dei controlli contro la contraffazione: ogni Stato membro e´ autorizzato ad individuare l´autorita´ competente con requisiti di oggettivita´, imparzialita´ e personale qualificato.  
   
   
UN SEMAFORO INTELLIGENTE PER BATTERE LA FLAVESCENZA DORATA  
 
La prima battaglia d’estate contro lo Scaphoideus titanus l’insetto vettore della Flavescenza dorata, scatterà da venerdì 29 giugno e durerà fino a lunedì 2 luglio. In questi quattro giorni i vignaioli piemontesi dovranno trattare le loro vigne applicando la norma nazionale che rende obbligatorio l’intervento. Per battere questa malattia della vite, che ha colpito in passato vaste zone vitinicole del Piemonte, e che non accenna a frenare la sua diffusione, occorre che tutta la filiera e i territori facciano un gioco di squadra non solo in difesa ma anche all’attacco. Le ricerche di questi anni hanno consentito di stabilire con più precisione in quali periodi l’insetto vettore è più vulnerabile. “Quindi è cambiata anche la modalità dei trattamenti che possono essere più precisi e mirati” spiega Daniele Eberle consulente agronomo, uno dei tecnici che compongono la task force regionale contro la Flavescenza dorata. I Consorzio dell’Asti docg con il Consorzio Tutela Vini d’Acqui docg e Consorzio tutela vini d’Asti e del Monferrato hanno promosso un progetto pilota destinato a monitorare tutti i 52 comuni dell’area del Moscato ma che servirà anche a tutti gli altri territori. La finalità è migliorare la strategia di difesa dall’insetto vettore e della gestione degli incolti con vite selvatica limitrofi. Nella prima parte della stagione si sono eseguiti rilevi nei vigneti pilota per determinare la quantità e lo stadio dei giovani dell’insetto in modo da verificarne la presenza e meglio posizionare il primo intervento. A partire da fine giugno saranno posizionate trappole cromo tattiche per la cattura e il censimento degli insetti adulti di Scaphoideus per valutare il momento migliore per posizionare il secondo intervento. Ci sono tre nuclei di controllo a Cossano Belbo e in nove comuni limitrofi, a Nizza Monferrato e in altri 11 comuni della zona, ad Acqui Terme e quattro altri comuni. Il progetto di difesa vede coinvolte le amministrazioni comunali, le organizzazioni professionali degli agricoltori con il coordinamento dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione (settore Fitosanitario) affidato a Paola Gotta e Chiara Morone. Ad essi è deputato il compito della diffusione sul territorio attraverso la propria rete di contatti. Sono state attivate diverse consulenze scientifiche che vedono impegnati un pool di scienziati dell’Istituto di entomologia agraria dell’Università di Torino, Istituto di virologia vegetale del Cnr di Torino, centro di saggio Vit. En. Di Calosso. E’ importantissima la capacità dell’intera filiera ed in particolare delle aziende vitivinicole di intervenire in maniera puntuale, mirata e coordinata. L’ordine di attacco è partito. E’ una battaglia da combattere per garantire alle nostre vigne di vivere e produrre in salute. Anno 1. Pulizia incolti dopo la vendemmia: prima dell’inizio della potatura fino a prima del germogliamento delle piante, quando l’insetto adulto non vola più, pulizia degli incolti limitrofi ai vigneti coltivati con taglio della vegetazione arbustiva, trincia a braccio telescopico con particolare attenzione al taglio delle viti selvatiche che generalmente sono cresciute sulle piante arboree. Fascia di rispetto di almeno 10 metri dal vigneto coltivato. La vite è una pianta eliofila, dopo i primi metri dal perimetro dell’incolto non la si trova più. Anno 1. Maggio-giugno: prima del trattamento contro i “giovani” in vigneto, pulizia degli incolti con trincia a braccio. In alternativa alla trinciatura, laddove non esista la necessità, trattamenti localizzati con miscela di glifosate ad alta concentrazione (soluzione dal 2 all’5% di prodotto commerciale con 360g/L di glifosate) allo scopo di frenare lo sviluppo della vite e di uccidere gli eventuali esemplari giovani dell’insetto vettore. Attenzione: non pulire gli incolti in estate perché gli adulti di scafoideo si disperderebbero e dall’incolto andrebbero nel vigneto più vicino. Anno 1. Trattamenti localizzati in autunno: se la vite selvatica è ancora presente, subito dopo la vendemmia, trattare i ricacci di vite selvatica con glifosate come sopra. Anno 1. Pulizia incolti dopo la vendemmia: prima dell’inizio della potatura, pulizia degli incolti limitrofi ai vigneti coltivati con taglio della vegetazione arbustiva con trincia a braccio telescopico, con riguardo al taglio delle viti selvatiche. Fascia di rispetto di almeno 10 m dal vigneto coltivato. Anni successivi. Pulizia degli incolti con trinciatura in primavera, maggio-giugno, seguito da diserbo localizzato, diretto esclusivamente ai ricacci di vite selvatica, con glifosate in applicazione autunnale.  
   
   
AGROINDUSTRIA E AGRICOLTURA A NORD EST: INNOVAZIONE E GIOVANI PROTAGONISTI  
 
Legnaro (Padova) - “Dopo la pausa estiva, il ‘tavolo innovazione verde’ dei giovani agricoltori veneti raccoglierà idee, creatività, visione strategica e necessità per lo sviluppo dell’agricoltura degli under 40. Saranno loro i protagonisti della creazione della nuova Politica europea della nostra regione, che daranno respiro al cuore pulsante del Veneto agricolo: le giovani generazioni e il loro apporto innovativo, che significa sviluppo”. Questo il commento dell´assessore all´agricoltura Franco Manzato intervenuto alla presentazione del rapporto 2012 sull´agroindustria e agricoltura del Nord Est il 22 giugno a Legnaro (Pd), alla presenza di Carlo Crosara, Direttore Generale di Friuladria Credit Agricole e Silvia Oliva, Segretario alla Ricerca della Fondazione Nord Est. ´Innovazione non significa solamente miglioramenti dei processi di produzione o logistici, ma soprattutto sviluppo di prodotto, orientamento della produzione al mercato e alla domanda - ha continuato Manzato. ´In questo panorama la ricerca e la visione strategica fresca tipica dei giovani e´ focale per garantire efficienza del sistema´. Il Veneto ha creato nell’ultimo trienni circa 1500 nuovi giovani imprenditori agricoli, grazie al Programma di Sviluppo Rurale. E’ stato dato il via ad una grande riforma, della quale alcune tappe sono in corso di realizzazione, con l’obiettivo di spostare più risorse pubbliche sugli investimenti e rendere sempre più efficiente il sistema agricolo veneto. Abbiamo avviato la riorganizzazione di Veneto Agricoltura (risparmio 1,8 milioni), l’ampliamento dell’attività di Avepa al friuli Venezia Giulia, chiuso gli ispettorati agricoli e aperto gli sportelli unici (risparmio 1,8 milioni anno). A ciò si aggiunge la semplificazione delle procedure burocratiche e il reperimento di ulteriori finanziamenti tramite la Cassa depositi e prestiti e l’accordo con Ismea. “Lo scopo è sempre lo stesso: cioè rendere più competitive le aziende agricole nei prossimi anni. Dal 2014 prenderà avvio la nuova Politica Agricola Comune e questo – ha concluso Manzato – richiede agli imprenditori un’analisi aziendale strategica, mentre la Regione deve assumere iniziative che accompagnino ciò questo processo ormai alle porte”.  
   
   
MILANO: FRUTTA E VERDURA, LA DIETA ESTIVA CONTRO IL CALDO  
 
 Frutta e verdura, regine della dieta estiva dei lombardi, tra chi vuole essere in forma per le vacanze e chi in questi giorni di caldo sceglie una alimentazione più fresca. Ma anche sempre più cibi di qualità: con 110 prodotti tra registrazioni, pubblicazioni o domande presentate (il 30,5% dei relativi prodotti in via di riconoscimento o tutelati dall’Unione Europea) l’Italia è l’indiscussa dominatrice europea per Dop ed Igp nel settore. Ci seguono distanziate la Spagna (17,2%) e la Francia (15,2%). Si va dal carciofo alle arance, dal peperone alle mele, dalle ciliegie al ficodindia, dal basilico all’uva. Tra le lombarde: la pera mantovana, la mela della Valtellina e il recente melone mantovano. “Frutta e verdura - sottolinea la Coldiretti Lombardia - rappresentano la miglior difesa contro l’afa, l’eccessiva sudorazione e il rischio di colpi di calore: sono oltre 20 milioni gli italiani che le consumano sia a pranzo che a cena”. Le imprese del settore frutta e verdura in Lombardia. Sono oltre 30 mila le imprese lombarde attive nel settore, tra coltivazione, lavorazione e conservazione e vendita, il 5,2% del corrispondente totale italiano. Se si considera l’intero comparto le prime posizioni del podio sono occupate da Pavia e Mantova con rispettivamente il 21,7% e il 18,8% delle imprese regionali. E Pavia è la regina della coltivazione, a partire dai vigneti anche per la trasformazione in vino, con il 24,3% delle imprese di settore. Emerge da un’elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese al primo trimestre 2012. “I numeri dimostrano la grande varietà dell’agricoltura della nostra regione e anche la sua importanza dal punto di vista economico” spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia. L’interscambio della Lombardia. Nel 2011 la Lombardia ha superato i 410 milioni di euro di interscambio di frutta, verdura e ortaggi, pari al 9,2% del corrispondente totale italiano. Per oltre 286 milioni di euro si tratta di importazioni, in particolar modo provenienti dall’Unione europea (83,3% dell’import lombardo). Tra le province prima è Milano con il 27,6% dell’interscambio regionale, seguita da Bergamo (15,5%) e Lodi (13,8% e prima per export con il 29,6% lombardo). Ma quali sono i prodotti più scambiati dall’Italia? Frutta a guscio, banane, ortaggi freschi o refrigerati i prodotti più importati dall’Italia (rispettivamente per 595, 396 e 253 milioni di euro nel 2011). Mele, pere, uve e frutta come fragole e lamponi i più esportati (per rispettivamente 861, 579 e 408 milioni di euro). Emerge da un’elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Istat per l’anno 2011.  
   
   
PRODOTTI TIPICI, SEDICI NUOVI RICONOSCIMENTI. LA CAMPANIA RAGGIUNGE IL TERZO POSTO IN ITALIA CON 370 CITAZIONI  
 
 Napoli - "La Regione Campania ha ottenuto il riconoscimento di sedici nuovi prodotti agroalimentari tradizionali." Ne dà notizia Vito Amendolara, consigliere del presidente Caldoro per l´Agricoltura. "Tra queste - dice - ci sono le tradizionali melanzane ripiene o a scarpone, il peperone imbottito, il pomodorino giallo e la fragolata di Acerno. E’ un primo passo – prosegue - anche per il recupero di prodotti come l’ uva armonera e l’ uva bianca, entrambe varietà tipiche del Cilento che rischiavano di scomparire definitivamente e la cui coltivazione è stata preservata grazie all´impegno di alcuni appassionati viticoltori locali. "Il riconoscimento - sottolinea Amendolara - ottenuto con decreto del direttore generale della direzione per la promozione della qualità agroalimentare è arrivato nell´ambito della dodicesima revisione dell’ elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali ed è un ulteriore passo verso la salvaguardia di quegli alimenti che caratterizzano la nostra regione, la cui promozione passa anche attraverso la valorizzazione e la scoperta dei suoi prodotti tipici. "La Campania, con questo aggiornamento, raggiunge i 370 prodotti presenti in elenco e si colloca al terzo posto, a pari merito con il Veneto, dopo la Toscana ed il Lazio", conclude Amendolara.  
   
   
BOLZANO: PARASSITI DEI BOSCHI INDICATORI DI VITALITÀ E BIODIVERSITÀ  
 
Le evidenti manifestazioni di danno che si notano nei boschi altoatesini sono dovute in gran parte a dei parassiti, ma, come fa presente Sefano Minerbi direttore sostituto dell´Ufficio amministrazione forestale della Provincia, costituiscono l’espressione della fervente attività espressa dagli innumerevoli esseri viventi che popolano i boschi dell’Alto Adige, (bio-) indicatori del fatto che il bosco è vivo nel segno della biodiversità. I boschi altoatesini coprono il 45 per cento del territorio provinciale con una superficie di 336.000 ettari ai quali si aggiungono 35.000 ettari di altre tipologie di aree boscate. Lo stato di salute dei boschi altoatesini è buono e viene tenuto sotto controllo con attenzione dalla Ripartizione foreste della Provincia. Nel 2011 sono stati segnalati 400 eventi di danno che hanno interessato il 21,3 per cento della superficie boscata. Nella maggioranza dei casi gli ecosistemi forestali sono in grado di reagire e garantire nel lungo periodo la rigenerazione delle piante e la vitalità dei popolamenti boschivi. Tutte queste “evidenti manifestazioni di danno” sono dovute in gran parte a dei parassiti, ma, come fa presente Sefano Minerbi direttore sostituto dell´Ufficio amministrazione forestale della Provincia, costituiscono l’espressione della fervente attività espressa dagli innumerevoli esseri viventi che popolano i boschi dell’Alto Adige. Più che messaggeri di “danni boschivi” questi esseri viventi devono essere considerati quali (bio-) indicatori che il bosco è vivo nel segno della biodiversità. In questi giorni in più parti della provincia si nota, ad esempio, l’aspetto autunnale assunto dai lariceti. L’ingiallimento è da attribuire ad un piccolo lepidottero, la “fillominatrice del larice”. Coleophora laricella, è il nome scientifico, vive abitualmente nei nostri lariceti, in zone protette di versanti soleggiati a quote medio-basse (da non confondere con la “Tortrice grigia del Larice” presente alle quote alpine). Sverna come larva protetta in un tipico astuccio ricavato da un ago di larice svuotato. Nella primavera successiva possono talora insorgere forti pullulazioni. Le larvette penetrano all’interno degli aghi divorandone il contenuto (minandoli, da cui il nome). Gli aghi così svuotati assumono di conseguenza una colorazione giallastra. A meno di minime perdite incrementali, l’attacco non provoca danni permanenti al lariceto. In natura la primavera rappresenta il momento per lo sviluppo di numerosi esseri viventi. Forti attacchi di diversi insetti si registrano altresì nei boschi misti delle quote inferiori. Tali sono attualmente due curculionidi: Attelabus nitens, la cui femmina arrotola il lembo della foglia di quercia (Foto)per poi ovideporvi, e Rhynchaenus quercus, le cui larve minano l’interno della foglia. Nei due casi l’attacco ha come conseguenza una mera perdita di incremento a carico del popolamento di roverella interessato, in seguito alla ridotta superficie fogliare fotosintetizzante. Il “Cinipide galligeno del Castagno” (Dryocosmus kuriphilus), introdotto dall’Asia Orientale, presenta ora, dopo la prima apparizione in Alto Adige nel 2008, un’ampia diffusione. Praticamente in tutto l’areale di diffusione del castagno sono osservabili le galle prodotte dall’insetto.  
   
   
A TORINO, NASCE LA SCUOLA ITALIANA DI QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE  
 
Nasce nel torinese la Scuola Italiana di Qualità e Sicurezza Alimentare che si rivolge ad aziende e operatori del settore agroalimentare nelle sue più ampie accezioni: dalla produzione alla distribuzione, dagli studi di consulenza alla pubblica amministrazione. L’iniziativa è stata presentata questa mattina in conferenza stampa a Palazzo Birago, sede istituzionale della Camera di Commercio di Torino. La localizzazione della Scuola, presso il Museo del Gusto di Frossasco, permette uno stretto collegamento con la Food Valley e con molte aziende del settore alimentare: dalle grandi realtà ai piccoli laboratori artigianali. Obiettivo principale dell’iniziativa è rendere disponibile, su scala regionale e nazionale, un servizio di formazione e progettazione dedicato al settore agroalimentare. La proposta formativa si attua grazie anche al recupero di competenze già maturate nell’ambito dell’attività quinquennale della precedente Scuola di Sicurezza Alimentare, integrate alle iniziative dell’Associazione “Amici del Gusto” e della rete di partner tecnici. Realizzata in collaborazione con enti e istituzioni, centri di ricerca nazionali, imprese, ordini professionali, organizzazioni professionali agricole, liberi professionisti del settore alimentare, l’attività formativa della Scuola vuole essere anche un momento di confronto e un luogo in cui aziende e operatori possono trovare una soluzione personalizzata o i partner giusti per i propri fabbisogni formativi. Eventi, corsi, seminari e convegni coinvolgeranno anche il settore medico, insegnanti, studenti e consumatori per diffondere la cultura di un’alimentazione sana ed equilibrata, sensibilizzare alla percezione dei rischi derivanti dagli alimenti, enfatizzare l’importanza della trasparenza della filiera e aggiornare sulle disposizioni dell’Unione Europea. La Scuola Italiana di Qualità e Sicurezza Alimentare è fortemente sostenuta dalla Camera di Commercio di Torino. “Il nostro obiettivo - sottolinea il Segretario generale Guido Bolatto - è promuovere la crescita delle aziende e degli operatori impegnati nel settore agroalimentare, senza dimenticare il consumatore. Gli alimenti oggi devono soddisfare sempre maggiori requisiti: essere sicuri, tracciabili, identificabili attraverso un’etichetta spesso complessa, ma anche nutrire, fare bene, essere buoni, non contenere additivi chimici, essere “trasparenti” nella composizione, contenuti in imballi “certificati”, riportare date di consumo e scadenza … Il settore agroalimentare è diventato sempre più complesso e sempre più professioni vi sono coinvolte, mentre il consumatore risulta spesso l’unico destinatario di un’immensa quantità di dati. La formazione, dunque, è necessaria a monte e a valle”. Le aziende devono oggi essere a conoscenza della legislazione alimentare e provvedere ad aggiornarsi continuamente, ma devono anche conoscere aspetti tecnologici e produttivi che permettano di differenziare le rispettive produzioni attraverso il monitoraggio di parametri oggettivamente verificabili, supportati da piani di campionamento e analisi. Altro obbligo inderogabile è riuscire a garantire una tracciabilità di tutti gli elementi che portano al prodotto pronto al consumo. La Scuola Italiana di Qualità e Sicurezza Alimentare si avvale di un Comitato Scientifico, guidato dall’Università degli Studi di Torino e di cui fa parte personale delle istituzioni regionali di riferimento per il controllo e la ricerca nel settore agroalimentare. “Grazie al supporto e all’indirizzo del Comitato Scientifico - segnala Franco Cuccolo, Presidente del Museo del Gusto di Frossasco - si individueranno, attraverso l’analisi di dati scientifici e piani di ricerca e di studio, tematiche di attualità che verranno poi trasferite in seminari e progetti al servizio delle aziende e degli enti locali della provincia di Torino”. Un’anteprima dell’attività della Scuola si è avuta già nell’aprile scorso, con un evento sull’etichettatura alimentare riferito al nuovo regolamento Ue 1169/2011. A partire da settembre sono in programma diversi eventi formativi, con particolare riferimento all’evoluzione della normativa comunitaria. Il Museo del Gusto Si tratta di un museo unico nel suo genere: il solo a trattare il gusto in tutti i suoi aspetti e non un singolo alimento. Nato nel 2004 e riconosciuto dalla Regione Piemonte, il Museo si trova nel centro storico di Frossasco, a 30km da Torino. È gestito dall’Associazione “Amici del Gusto”, i cui soci sono Provincia di Torino e Comune di Frossasco. Mission del Museo è far conoscere il valore dei prodotti tradizionali inserendoli in un contesto ricco di storia, ma anche educare al gusto esplorando sentieri inediti. L’allestimento propone al visitatore un viaggio ideale nella storia dell’alimentazione dalla preistoria ai giorni nostri, con suggestioni attraverso la cucina tradizionale contrapposta a quella contemporanea, itinerari alla conoscenza dei vari alimenti con informazioni sui principali cibi del mondo e ancora postazioni sensoriali e multimediali dedicate ai 5 sensi e sezioni dedicate al gusto nell’arte, nella musica, nel cinema, nella pubblicità. Il Museo accoglie al suo interno la “Bottega del Gusto”, che propone prodotti tipici locali, e la Bottega del Vino, tappa della Strada Reale dei Vini Torinesi, con vendita di vini d.O.c. Della provincia di Torino. Le visite guidate e i laboratori didattici per le scolaresche hanno raccolto ad oggi migliaia di studenti, dalle scuole materne alle superiori, fino a stagisti universitari. La struttura è completamente accessibile ai portatori di disabilità. Orari: domenica e festivi 10-18, lunedì - venerdì: su prenotazione per gruppi e scolaresche, sabato chiuso. Www.museodelgusto.it    
   
   
FVG, AGRICOLTURA: FONDO DI ROTAZIONE, 630 MILA EURO PER IL FOTOVOLTAICO  
 
Trieste - Un nuovo decreto dell´assessore alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino, firmato lo scorso 13 giugno e in attesa di pubblicazione sul Bur, ha nuovamente aggiornato il documento di programmazione finanziaria del Fondo di rotazione in agricoltura, andando a finanziare con 630 mila euro una decina di domande giacenti, riguardanti la realizzazione di impianti fotovoltaici. Si tratta in particolare di impianti fotovoltaici presenti in aziende agricole e in particolar modo su tetti di fabbricati rurali (stalle), sistemi che a pieno regime possono garantire l´autosufficienza energetica delle stesse aziende. In seguito a questo nuovo finanziamento le aziende beneficiarie potranno iniziare materialmente da subito la realizzazione degli impianti. "Abbiamo scelto di destinare questi fondi per la realizzazione di impianti fotovoltaici su strutture già esistenti - commenta l´assessore Violino - perchè in questo momento può essere un vantaggio e un valore aggiunto per l´azienda agricola poter investire in questo settore, autoalimentando la propria azienda". Nel documento di programmazione, oltre ai 630 mila euro in totale per il fotovoltaico(500 mila per la realizzazione di impianti fotovoltaici previsti nell´ambito dei finanziamenti e investimenti di produzione primaria e 130 mila nell´ambito di finanziamenti per la trasformazione e la commercializzazione), sono confermate tutte le altre voci, tra cui, si ricordano anche i 6 milioni di euro che il Fondo di Rotazione in agricoltura mette a disposizione degli agricoltori che vorranno investire nella loro impresa e saranno utilizzati dalla Regione per l´erogazione di finanziamenti interamente a tasso zero.  
   
   
PESCA IN SARDEGNA: FIRMA IL DECRETO DI SOSPENSIONE TEMPORANEA DELLA PESCA CON IL ´CIANCIOLO´ A BOSA  
 
 Cagliari – E´ stato firmato ieri in tarda serata dall’assessore dell’Agricoltura Oscar Cherchi il decreto che istituisce una zona di salvaguardia per i pesci pelagici di media e grande dimensione, che non potranno essere pescati con il metodo di pesca cosiddetto ´a circuizione´ nella zona compresa fra Porto Tangone e Santa Caterina di Pittinurri, corrispondente con il circondario marittimo di Bosa. Il provvedimento avrà effetto a partire dalla data di notifica agli interessati da parte dell’autorità marittima: "E’ una misura cautelare che durerà fino all’acquisizione del parere del Comitato tecnico consultivo regionale della pesca – conferma l’esponente della Giunta Regionale – che ho convocato per il 23 luglio prossimo. Con questo provvedimento intendiamo tutelare una risorsa ittica importante che negli ultimi anni era stata indicata a rischio a causa di una pesca intensiva e senza regole". L’assessore era presente sabato scorso a Bosa Marina ad una manifestazione organizzata dal comitato dei sindaci della Planargia che si sono schierati al fianco dei pescatori locali, preoccupati dal possibile utilizzo delle ´cianciole´ nel mare bosano. In quella circostanza Cherchi aveva ribadito l’importanza dei Piani di Gestione della pesca, sollecitandone la definitiva stesura da parte delle locali associazioni competenti. Con il decreto di arresto temporaneo di pesca con il sistema della circuizione si è voluto evitare che, nelle more della definizione delle regole dettagliate dei Piani, si potesse causare un danno irreversibile al delicato ecosistema marino del circondario marittimo di Bosa.  
   
   
PARMA: DALLA PROVINCIA 145MILA EURO PER 343 AZIENDE AGRICOLE A RIMBORSO DEI COSTI SOSTENUTI PER ADERIRE AI SISTEMI DI QUALITÀ ALIMENTARE. FINANZIATE TUTTE LE DOMANDE PRESENTATE  
 
 Parma – Oltre 145mila euro per 343 aziende agricole del territorio. È stata approvata nei giorni scorsi dalla Provincia la graduatoria relativa alle domande, presentate entro il 31 marzo scorso, della misura 132 “Partecipazione degli agricoltori a sistemi di qualità alimentare” del Prip, il Programma rurale integrato. I finanziamenti andranno a rimborsare i costi sostenuti nel 2012 dalle imprese agricole per aderire ai sistemi di qualità alimentare. In particolare, i contributi, che coprono il 90% delle spese, sono stati concessi per i prodotti, destinati esclusivamente al consumo umano, ottenuti con metodi di produzione biologica, i Dop e Igp, e per i vini Doc. Tutte le domande presentate all’Ente di piazza della Pace sono state finanziate. La graduatoria è consultabile su www.Provincia.parma.it  (nella sezione: Servizio uffici> Agricoltura> Bandi, graduatorie, elenchi> Graduatorie e concessioni).  
   
   
LA PROVINCIA DI ALESSANDRIA PROTAGONISTA DEL PROGETTO MED NET JOB PROMOSSO DALL’ASSOCIAZIONE ARCO LATINO  
 
In collaborazione con le Nazioni Unite, nel mese di giugno nei giorni 29 e 30, la nostra Provincia ospiterà una delegazione di alto livello proveniente dal Marocco che visiterà i nostri territori al fine di avviare attività di cooperazione nel settore dell’agricoltura biologica e del turismo (sabato 30 giugno la delegazione visiterà il territorio acquese , con particolare attenzione alle le ‘organic farm’ – aziende biologiche della zona e ai prodotti di eccellenza.) L’incontro istituzionale per il lancio del progetto Med Net Job, sarà organizzato dalla Provincia di Torino in quanto Presidenti della Commissione Cooperazione nel Mediterraneo di Arco Latino ed è previsto per il 28 giugno 2012 alle ore 10,00 presso la Sala della Giunta Provinciale, Palazzo Cisterna, Via Maria Vittoria n. 12, Torino, in presenza di una importante delegazione marocchina composta da: M. Youssef Jaafar, Chargé de Mission Dgcl- Ministère de l’Intérieur Abdelaoued Ourzick, Governateur Directeur Dag et de la Coopération de la Dgcl du Ministère de l’Intérieur Mme Latifa Rabbaj, Directrice Régionale de l’Anapec Tanger-tétouan M. Abderrahman Zahri , Directeur Régional de la Formation Professionnelle du Ministère de l’Emploie M. Mehdi Alaoui, Elu du Conseil Régional de Tanger -Tétouan M. Moustafa Bensalem, Secrétaire Générale de la Cu de Larache M. Mustapha Lamrani, Association Madinati de Larache nonché da rappresentanti del programma Art Gold di Undp, partner del progetto. La visita istituzionale della delegazione proveniente dal Marocco proseguirà fino al 4 luglio 2012 con le visite dei territori e delle istituzioni degli altri partner italiani del progetto (Province di Alessandria, La Spezia e Savona). Le cifre non sono quelle della Cina o della Turchia, ma per noi europei scossi dalla crisi anche il Regno del Marocco ha un trend economico invidiabile. Dopo il plauso raccolto per la riforma costituzionale varata nel 2011, il Marocco ha incassato il giudizio largamente positivo del Fondo Monetario Internazionale. In base al nostro Ministero degli Esteri sul piano politico il Marocco fa registrare un´indubbia stabilità, accompagnata ad un effettivo movimento riformatore e ad un pluralismo che riflette l´articolata struttura della società marocchina. Nel 2010 il Pil marocchino si è attestato intorno al 4,1%, dato leggermente inferiore rispetto a quello del 2009 (5,3%), dovuto alle ripercussioni della crisi economica internazionale. I numerosi grandi progetti d’investimento del Paese (dighe, aeroporti, stadi, ospedali, stoccaggio acqua potabile, energia elettrica, estensione rete autostradale, alta velocita’ ferroviaria, Tangermed Ii e risanamento della Valle Bouregreg di Rabat), la cui spesa ha superato i 13 miliardi di €, non sono stati rallentati però dalle ricadute della crisi internazionale. Inoltre il Marocco ha potuto beneficiare, dall’inizio dell’anno precedente, di una sostenuta domanda interna grazie all’attuazione della legge finanziaria del 2010 ed all’elargizione di crediti agevolati (+17,3%) ai cittadini per incrementare il loro potere d’acquisto. Resta positivo il giudizio del Fmi, sia per quanto riguarda gli equilibri macroeconomici, che sotto il profilo della modernizzazione e della riforma del sistema produttivo  
   
   
"PRODOTTI DI PUGLIA" DIVENTA MARCHIO "PRODOTTI DI QUALITÀ DI PUGLIA"  
 
Il Marchio d’area “Prodotti di Puglia” diventa marchio di qualità con indicazione di origine: d’ora in poi si chiamerà “Prodotti di Qualità di Puglia”. La giunta regionale ha approvato la delibera per il riconoscimento regionale del marchio quale Sistema di Qualità Alimentare. Nuovo logo e nuovo regolamento d’uso, precedentemente approvati con la domanda di registrazione del marchio collettivo comunitario con indicazione di origine presso l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno di Alicante – Uami. Dunque, si punta a rendere immediatamente percepibile il messaggio della qualità e della indicazione d’origine dei prodotti contrassegnati. Gli obiettivi: valorizzare i prodotti agricoli e alimentari con un elevato standard qualitativo controllato; informare i consumatori, attraverso apposite azioni le caratteristiche qualitative dei prodotti e dei servizi contrassegnati dal marchio; promuovere e sostenere il marketing commerciale e la vendita di tali prodotti. Il marchio può essere concesso per: i prodotti Dop e Igp; i prodotti agricoli e alimentari che partecipano ai sistemi di qualità alimentare, per i quali sono definite schede tecniche che prevedono criteri e norme rigorose tali da garantire una qualità del prodotto superiore alle norme commerciali correnti e a quelle generali istituite dalla legislazione europea o nazionale; i servizi di ristorazione per la somministrazione dei prodotti a marchio “Prodotti di Qualità Puglia”. Soddisfatto l’assessore alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno: “per uno strumento - dichiara – che ci consentirà di portare con ancora maggiore forza sui mercati nazionali ed esteri la qualità dei prodotti pugliesi. Inoltre il marchio oltre a qualificare le produzioni ci consentirà di mettere a sistema tutte le nostre produzioni agroalimentari di qualità all’interno di un paniere unico”. “Va sottolineato infatti – aggiunge l’assessore Stefàno – che con l’approvazione del “Pacchetto Qualità” da parte dell’Ue sono stati accolti gli emendamenti da noi proposti sull’utilizzo dei marchi di qualità anche per le produzioni Dop/igp e alla compatibilità degli stessi rispetto alle norme sull’etichettatura. Significa, ad esempio, che è possibile l’applicazione del Marchio “Prodotti di Qualità Puglia” anche all’olio extravergine di oliva. Un risultato che noi riteniamo strategico”. “La forza del Marchio – precisa infine l’assessore Stefàno – tuttavia dipenderà dalle adesioni delle imprese agroalimentari. Per questo mi aspetto una grande collaborazione da tutte le Organizzazioni Professionali e alle Centrali Cooperative alla campagna di adesione che sarà lanciata il mese prossimo e che dovrà portare entro la fine dell’anno ad una forte e rappresentativa adesione delle imprese agroalimentari al Marchio Prodotti di Qualità Puglia”. Il riconoscimento, inoltre, ha consentito di modificare il Programma di Sviluppo Rurale della Puglia, prevedendo l’estensione degli aiuti previsti in precedenza solo per le Dop, Igp e Biologico anche ai prodotti a Marchio. I soggetti licenziatari del marchio potranno quindi, con l’approvazione da parte della Commissione Europea, partecipare ai benefici previsti dalla Misura 132 relativa ai costi di certificazione e la Misura 133 per le attività di informazione e promozione.  
   
   
MARCHIO DEI PARCHI, UNA RISORSA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE  
 
Milano - Il marchio dei Parchi rappresenta una risorsa per le aree protette e la loro fruizione, per i loro prodotti e per le aziende che nei polmoni verdi operano. L´ha ribadito l´assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio della Regione Lombardia Alessandro Colucci, intervenendo al workshop di presentazione della ricerca congiunta Regione-federparchi nazionale sul tema ´Il Marchio del Parco´. Valorizzare L´attività Agricola - "La scelta della Regione - ha spiegato Colucci - è quella di valorizzare l´attività agricola nel suo complesso attraverso il marchio". La concessione del logo sarà possibile dopo la valutazione di vari aspetti come la produzione di cibo, la creazione e manutenzione di ambienti agro-naturali, l´attività socio-culturale, la conservazione-aumento della biodiversità, l´applicazione di azioni volte al risparmio idrico, l´autosufficienza energetica e altre azioni finalizzate alla sostenibilità. Aree Protette Al Centro Del Prs - "Potranno fruire del marchio del Parco - ha detto l´assessore - imprese agricole, aziende trasformatrici e altri esercizi dell´agroalimentare situate nelle aree protette, che costituiscono il 25 per cento del territorio lombardo". Il marchio sarà la dimostrazione della provenienza e della sostenibilità delle produzioni e, ha rimarcato l´assessore, dando il benvenuto alla nuova presidente regionale di Federparchi Lombardia Eleonora Frigerio, "sarà uno strumento che valorizzerà e farà conoscere di più le aree verdi del territorio e le loro produzioni, generando anche la creazione di circuiti per una maggiore diffusione sul mercato, con positive ricadute sia in termini di fruibilità del polmone verde sia per le aziende del luogo". Marchio Parchi Utile In Chiave Expo - "L´indagine realizzata con Federparchi - ha evidenziato Colucci - ha mostrato come lo strumento del marchio possa essere utilissimo per il coinvolgimento, la partecipazione e la promozione dello sviluppo economico sostenibile all´interno dei parchi. Opportunità di sviluppo che Regione Lombardia, con un approccio che coinvolge diverse Direzioni generali, ma anche le Camere di commercio, sta sempre più legando all´appuntamento di Expo 2015, alla promozione dell´agricoltura sostenibile e alla tutela della biodiversità". Claudio De Paola per il Parco Ticino, Beatrice Zambiasi per il Parco Alto Garda Bresciano e Daniele Cuizzi del Sistema parchi dell´Oltrepo´ mantovano hanno raccontato le loro esperienze. Nel Parco Ticino la realtà del marchio coinvolge sempre più anche ristoranti, nell´Alto Garda sta consentendo di sviluppare sinergie tra area protetta e Gal (Gruppo di azione lovale) anche in chiave turistica e, nell´Oltrepo´ mantovano, ha portato a collaborazioni tra aree protette in grado di gettare le basi per un´interessante greenway lungo il Po, con tanto di notizie per i visitatori sui luoghi attraversati. Una Risposta Ai Cittadini - "Attraverso lo strumento del marchio dei parchi e la nuova legge sulle aree protette di recente varo - ha concluso Colucci - Regione Lombardia crea le basi per uno sviluppo sempre più verde, sostenibile anche economicamente, e attento alla biodiversità, che coniuga la tutela ambientale con le garanzie sulla tracciabilità dei prodotti per il cittadino-consumatore e la fruizione delle nostre aree verdi, autentico tesoro della Lombardia".  
   
   
RICERCA ISPO “GLI ITALIANI E LA BIRRA 2012” LA BIRRA CONQUISTA IL BELPAESE: E’ LA BEVANDA ALCOLICA PREFERITA DEGLI UNDER 55 15 MILIONI D’ITALIANI (+26%RISPETTO AL 2011) SONO SUOI FAN  
 
Nonostante la crisi e il calo generalizzato dei consumi alimentari, alla birra gli italiani proprio non vogliono rinunciare: il 71% dei nostri connazionali si dichiara consumatore di questa bevanda, confermando il bacino di appassionati (circa 36 milioni, 16 dei quali sono donne) dello scorso anno. E pensare che, solo due o tre anni fa, questa percentuale era sotto il 60%. A rivelarlo è la ricerca Ispo/assobirra “Gli italiani e la birra 2012”, che per il 16mo anno consecutivo studia l’evoluzione dei consumi e della percezione di chiare, rosse e scure. Secondo l´indagine, realizzata su un campione di 1200 individui rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, questa base di consumatori posiziona la birra quasi sullo stesso piano del vino, i cui bevitori dichiarati sono solo l´8% in più (78,6%). Ma c´è di più: in un solo anno il gradimento verso la birra è cresciuto del +26%. Alla domanda “quale bevanda alcolica preferisci?”, risponde “birra” il 28,8% dei nostri connazionali (lo scorso anno erano il 22,9%), mentre il vino resta stabile con il 37% delle preferenze. Ma c´è di più: in un anno l´asticella dei suoi appassionati si sposta sensibilmente verso l´alto, conquistando un consumatore sempre più maturo. Oggi la birra risulta essere, in assoluto, la bevanda alcolica preferita degli italiani fino ai 54 anni, mentre nel 2011 questo dato era fermo agli under 45. Solo dai 55 anni in su il vino riafferma con decisione il suo primato nel gradimento del Belpaese. Resta costante Mannheimer: “Prezzo Contenuto Fattore Premiante In Tempo Di Crisi” “Siamo di fronte alla bevanda alcolica più ´democratica´ e più versatile che ci sia, commenta Renato Mannheimer, presidente Ispo: c’è una birra per tutte le stagioni e per tutte le occasioni di consumo, con il minimo comun denominatore del prezzo contenuto. Un fattore premiante, nel contesto dei tagli alla spesa imposti dalla crisi. Della birra ci piace soprattutto il suo gusto gradevole (69,2%) e la leggerezza (12,8%). Ma è ancora più indicativo l’incrinarsi di due storiche barriere al consumo: la percentuale di quanti non ne consumano di più perché ritengono che la birra gonfi oggi è scesa al 6,4% rispetto al 10,2% di due anni fa. Mentre quanti dichiarano di non berla più spesso perché molto alcolica “crollano” dal 12,5% del 2009 al risicato 2,7% di quest’anno.” In Un Anno + 50% Dei Consumi Di Birra A Casa (E A Pasto) Nei Giorni Feriali A trainare questo “alto gradimento” si conferma la fascia dei consumatori che la bevono meno di una volta a settimana, passati in un anno dal 35,3% al 36,3%, mentre crescono del +18% quanti si concedono lo sfizio di una birra una volta al giorno (da 7,2% all’8,5%, 4,2 milioni). In ribasso di -0,4%, la percentuale di quanti la consumano almeno una volta a settimana. Questa dimensione più quotidiana della birra si caratterizza per un approccio al consumo caratterizzato dall´assaggio e dalla moderazione. Complice la crisi, durante la settimana, pranziamo (+4,3 punti percentuali, per un totale dell’80,5%) e ceniamo (+0,1% punti percentuali, pari al 95,5%) sempre più frequentemente a casa. Ed è proprio in queste occasioni che apprezziamo un buon bicchiere di birra: le persone che dichiarano di bere birra nei pasti a casa nei giorni feriali passano del 5,5% all’8,3%, per una crescita del + 50% rispetto al 2011. Per 4 italiani su 10 (41,6%) la birra è l´opzione ideale per un pranzo o una cena leggera a casa, magari in terrazza o in giardino. A seguire, e a confermare la dimensione conviviale di questa bevanda, il dopocena (20,3%) o l’aperitivo (15%), purché in relax con gli amici. Non stupisce, allora, che, acqua esclusa, la birra sia, in assoluto, la bevanda più presente nel frigorifero degli italiani (v. Comunicato n. 1): con il 37,6% delle preferenze, precede in questa speciale classifica tanto gli analcolici, come succhi di frutta (31,4%), soft drinks (30,7%) e tè (24%), quanto gli alcolici, come vino rosso (20,8%) e vino bianco (20,3%). Su quale birra portare in tavola a casa, gli italiani hanno le idee chiare. La acquistiamo soprattutto (66,2%) al supermercato. Dove, per rispondere a una sempre maggiore curiosità verso il prodotto, lo spazio riservato alle birre sugli scaffali è più che raddoppiato rispetto al passato. Basti pensare che ormai si può scegliere tra quasi 2000 marchi di birra, contro i 700 di 10 anni fa. Eppure, di fronte a un’offerta così ampia, la metà (53%) degli italiani sceglie in base alle proprie conoscenze, lo fa in meno di un minuto (59,5%) e sa già cosa prendere. Il 47,6% predilige sempre lo stesso formato e marca. Mentre solo 1 italiano su 4 (21,9%) cambia la birra nel suo frigorifero in base a offerte e convenienza. Al Ristorante La Birra È La Bevanda Alcolica Preferita Dagli Italiani Il successo della birra sulle tavole domestiche deriva anche dalla sua popolarità nei ristoranti e in pizzeria. Dove nel 2012 si conferma, consolidandosi, una tendenza in atto da diversi anni. Nei pasti fuori casa, sia dei giorni feriali che festivi, la birra è, dopo l’acqua minerale, regina incontrastata della tavola. Cresce dal 21,8% al 26,3% nei giorni feriali (con il vino fermo a 20,4%) e arriva a 42,8%, nei festivi, con il vino, anche in questo caso, in calo rispetto al 2011 (39,6% rispetto a 41,9%). Consumo Responsabile. Gli Italiani Votano Per Una Campagna Su Alcol E Guida A proposito di birra e consumo responsabile di alcol, la ricerca Ispo ha evidenziato che 9 italiani su 10 promuovono l’impegno di Assobirra, che,da diversi anni ha promosso con diverse iniziative di informazione e sensibilizzazione per il “bere responsabile”. Per 2 italiani su 3 alcol e guida resta il tema più “caldo” che dovrebbe essere portato avanti nei prossimi anni. A seguire (24,8%), le campagne per l’aiuto ai genitori per impostare un corretto dialogo con i figli sull’alcol. Mentre l´11,6% vorrebbe riproporre campagne rivolte alla dissuasione del bere per le donne in gravidanza  
   
   
L’INDUSTRIALE VENETO DELLA MODA GIUSEPPE PERETTI ACQUISTA A MONTALCINO L’AZIENDA AGRICOLA RIDOLFI  
 
Non è la prima volta che un industriale della moda approda nel settore del vino. È questo il caso dell’imprenditore veneto Giuseppe Peretti, che, spinto dalla passione per i vini toscani, dopo l´acquisito della storica Tenuta Rocchetto nel Chianti Docg, ha acquisito di recente la Tenuta Ridolfi a Montalcino, per continuare ad investire su vini importanti al di fuori delle mode e del tempo, con produzioni limitate e di alto valore aggiunto. In un momento di crisi finanziaria come quello attuale, in cui molti settori sono in difficoltà, c’è ancora voglia di investire nel vino; il settore enologico, può essere ancora una valida soluzione che sa entusiasmare gli animi e appagare le esigenze degli investitori. Anche in Veneto l’industriale della moda, Giuseppe Peretti, già proprietario in Toscana della storica Tenuta Rocchetto a Larciano, nel Chianti Docg, ha acquisito di recente l’azienda agricola Ridolfi a Montalcino sulla Strada del Brunello, per complessivi 54 ettari di cui 21 coltivati a vigneto. La Tenuta Rocchetto che si estende su 22 ettari di cui 5 a vigneto e 11 ad ulivo fu acquistata da Giuseppe Peretti qualche anno fa, è situata in collina su terreni di arenarie quarzoso-feldspatiche con galestro e argilla e dove si produce il Rosso di Toscana Igt Viepre, dall’antico nome dell’omonima tenuta e il Chianti Docg Rocchetto. Il Viepre ottenuto dalle varietà storiche Sangiovese e Colorino, vuole valorizzare con la sua complessità ed eleganza la tradizione vitivinicola del territorio. Le uve sono rigorosamente raccolte a mano e la coltivazione nel massimo rispetto della natura in conversione biologica. La densità di impianto -ritenuta ottimale in funzione delle peculiarità del terreno e del clima locale - è di 5.000 piante per ettaro e la produzione di uva, a regime, di circa 800 gr. A pianta (40 q.Li per ettaro), dopo una preselezione dei grappoli effettuata durante l’estate e, se necessario, una seconda in prossimità della vendemmia. I vigneti sono allevati limitando severamente, da sempre, l’uso di sostanze chimiche, quindi in maniera assolutamente naturale. Ogni operazione in vigna è eseguita rigorosamente a mano, compresa la vendemmia dove l’uva è raccolta esclusivamente in piccole cassette forate, al fine di preservarne l’integrità, per poi essere diraspata in maniera altrettanto accurata, lasciando gli acini integri. Mentre l´azienda agricola Ridolfi, acquisita di recente, si trova a Montalcino in zona collinare a 300 metri di altitudine, e i cui vigneti si estendono a ridosso della celebre Strada del Brunello. La tenuta conta 16 ettari, di cui oltre 9 destinati alla produzione di Brunello di Montalcino Docg e Riserva Docg e i restanti a Rosso di Montalcino Doc. Anche in questa tenuta tutta la filiera produttiva vuole valorizzare la tradizione, pur non rinunciando all´utilizzo delle moderne tecnologie, partendo anche qui dalla raccolta manuale delle uve per arrivare all´affinamento in botti di rovere da 25 ettolitri. A proposito di questo suo recente investimento a Montalcino, Giuseppe Peretti dichiara: “in un momento di grandi cambiamenti ed incertezze, ho pensato che continuare ad investire sul vino anche per diversificare gli investimenti fosse un’ottima soluzione” - e continua - “ho rilevato questa tenuta a Montalcino, perché è patria di grandi vini rossi d’autore, con il fine di dare continuità alla filosofia produttiva dei precedenti e storici proprietari e di poter esprimere la tipicità di questa florida terra al fine di esportare l’unicità del Brunello nei mercati internazionali”. Per raggiungere ambiziosi traguardi, Giuseppe Peretti ha voluto al suo fianco un nuovo team giovane e fortemente motivato: Andrea Carpi di A.c. Marketing & Trade, società che da anni si occupa del posizionamento di vini pregiati nei mercati internazionali, l’agronomo Maurizio Saettini e l’enologo Leonardo Conti, entrambi toscani, che avranno il compito di lavorare costantemente nel rispetto delle tradizioni di questo eccellente angolo di territorio. I primi successi internazionali sono già arrivati: al Brunello di Montalcino 2007 sono da poco state attribuite due medaglie d’argento all’International Wine Challenge 2012 di Londra e da Decanter World Wine Awards 2012, che si è tenuto lo scorso 24 maggio alla London International. Prestigiosi riconoscimenti anche alle degustazioni di Brunello organizzate da James Suckling che hanno raggiunto un punteggio 90/100 e nella rivista svizzera Merum. Il Rosso di Toscana Igt Viepre si è appena aggiudicato un tender in una delle principali compagnie di crociere statunitensi. Www.ridolfimontalcino.it  
   
   
VALTUR E QUALIVITA PROMUOVONO LE ECCELLENZE ITALIANE DOP IGP SETTIMANE SPECIALI DEDICATE ALL’ENOGASTRONOMIA NEI VILLAGGI MAGIC E VCLUB VALTUR, CON IL SUPPORTO DEI CONSORZI ITALIANI DI TUTELA  
 
La novità Valtur dell´Estate 2012, sono le Settimane Speciali dedicate all´Enogastronomia proposte in collaborazione con la Fondazione Qualivita e condotte da Mauro Rosati. Per permettere ai suoi ospiti di scoprire le tante eccellenze vitivinicole e agroalimentari del nostro Paese, Valtur si è affidata alla Fondazione Qualivita, da 10 anni in prima linea nella divulgazione dei prodotti certificati italiani che ha realizzato quest’anno l’Atlante Qualivita Food&wine, la prima pubblicazione che descrive tutti prodotti agroalimentari e vitivinicoli italiani Dop Igp e il comparto biologico. Sarà direttamente Mauro Rosati, segretario generale di Qualivita e giornalista, esperto del mondo agroalimentare e curatore di rubriche su stampa e televisione, a gestire questi educational nel corso dei quali gli ospiti Valtur, avranno la possibilità di approfondire la propria conoscenza sui tesori del gusto nazionali. Ogni stage avrà la durata di tre giorni durante i quali verranno raccontati e assaggiati prodotti food, oli extravergine e vini provenienti dai territori più vocati del Paese e dai territori circostanti i Villaggi Magic e i Vclub Valtur. Un vero e proprio viaggio nei sapori che vedrà protagonisti dai prodotti più conosciuti a livello nazionale e internazionale, alle piccole preziose specialità dei territori; un’esperienza gustativa che aiuterà a comprendere il valore della qualità. Il tutto arricchito da aneddoti e curiosità sulla produzione e il consumo dei prodotti proposti di volta in volta, il loro utilizzo in cucina e i giusti abbinamenti. “Due i principali obiettivi di questa esperienza – puntualizza Rosati – il primo è quello di divulgare la qualità presso gli ospiti dei Villaggi e dei Club Valtur. Il secondo è quello di creare un’opportunità di contatto tra i consorzi e le aziende partecipanti e il mondo dei villaggi turistici che potrebbe e dovrebbe diventare la vetrina ideale per la produzione italiana certificata che è uno dei più importanti biglietti da visita del nostro Paese. Credo che sia interesse di tutti trovare sempre nuove occasioni di visibilità e di business per i consorzi italiani e il link con il turismo rappresenta un circuito virtuoso di cui non sono state ancora sfruttate le enormi potenzialità”. Un messaggio forte e chiaro che è stato infatti prontamente raccolto dalle organizzazioni di settore: Aicig, Federdop e Isit hanno infatti attivamente collaborato all’operazione nella quale verranno presentati complessivamente circa 120 prodotti messi a disposizione direttamente dai consorzi di tutela. “Una sorta di dream team dei distretti alimentari italiani della qualità – sottolinea Rosati – con eccellenze provenienti da quasi tutte le regioni della penisola. Senza dimenticare, però, l’importanza del concetto di territorialità; per questo in ogni Villaggio e Club Valtur, oltre a una serie di prodotti nazionali, degusteremo anche alcuni produzioni locali veramente particolari che aiuteranno a conoscere meglio il territorio circostante”  
   
   
YOSHI YAMADA, LO CHEF GIAPPONESE MA CON ‘RADICI’ ITALIANE DEL RISTORANTE TEMPO DI LONDRA È IL PRIMO VINCITORE DELL’ACADEMIA BARILLA PASTA WORLD CHAMPIONSHIP  
 
Yoshi, da due anni da Tempo, fin dall’apertura, ha lavorato con Gordon Ramsay, a l’Atelier de Robuchon in Giappone e poi, innamorato dell’Italia, a Napoli, da don Alfonso, in Sardegna ed a Firenze. L’accademia Barilla, che si trova nel cuore di Parma, è il primo centro dedicato allo sviluppo ed alla promozione della cultura gastronomica italiana. Tempo, nel cuore di Londra, a Curzon Street, Mayfair, è lo splendido ristorante nato due anni fa, dove viene proposta una cucina italiana contemporanea. Tempo, voluto da Henry Togna, l’antico patron del famoso Hotel 22 Jermyn Street, è un luogo di un’eleganza discreta; su due piani, propone piatti come: i porcini alla griglia, i cicchetti veneziani o la salsiccia calabrese. “La mia cucina - dice Yamada – spazia su tutte le esperienze regionali italiane, ma è particolarmente influenzata dal periodo presso Don Alfonso”  
   
   
8 MILIONI DI ETTOLITRI DI BIRRA SORSEGGIATI TRA MAGGIO E SETTEMBRE, IL 45% DEL TOTALE ANNUO CONSUMI 2012 SEMPRE PIÙ “CASALINGHI”: 6 BOTTIGLIE SU 10 (57%) FINISCONO NEL NOSTRO FRIGO ESTATE: BIRRA, FRUTTA E VERDURA, LE REGINE DEL FRIGO DEGLI ITALIANI  
 
Con il solstizio d´estate arriva il caldo. Ma come cambiano le abitudini alimentari degli italiani? L´annuale ricerca Assobirra-ispo rivela che, d’estate, la birra è la prima bevanda a non poter mancare nel nostro frigo. Tra gli alimenti, mai senza frutta e verdura per il 70% dei nostri connazionali. Mentre i latticini “battono” carne e affettati e il pesce è, a sorpresa, quasi del tutto assente. Assobirra ha chiesto a una fotografa emergente di curiosare nei frigoriferi dei 6 principali nuclei familiari “attuali” (dalla coppia multietnica alla famiglia tradizionale, passando per single e coinquilini) e raccontare, per immagini, la dimensione estiva e trasversale della birra. E, lancia su Facebook una campagna che, con l’aiuto di 2 food celebrities, consiglia ricette e abbinamenti della birra con i prodotti dell’estate, nel segno del gusto e della leggerezza. Il solstizio del 20 giugno segna l´inizio “ufficiale” dell´estate. Ma cosa mangiano e bevono gli italiani durante la bella stagione? Per scoprirlo, Assobirra ha affidato a Ispo una ricerca che ha fotografato le nostre abitudini alimentari estive “curiosando” in 1200 frigoriferi di altrettanti italiani maggiorenni. E ora lancia la campagna “Cosa c´è nel tuo frigo? Una birra e...”, per raccontare la voglia di leggerezza a tavola che, d´estate, accomuna i nostri connazionali. Le sorprese non sono mancate... Prima scoperta: fronte bevande, acqua esclusa, la birra è, in assoluto, la bevanda più presente: con il 37,6% delle preferenze, precede in questa speciale classifica tanto gli analcolici, come succhi di frutta (31,4%), soft drinks (30,7%) e tè (24%), quanto gli alcolici, come vino rosso (20,8%) e vino bianco (20,3%). Una seconda sorpresa arriva dall´analisi dei comparti e dei cassetti riservati al cibo: d’estate ci dichiariamo attenti ad un’alimentazione leggera ed equilibrata. Nel nostro frigo non ci facciamo mancare soprattutto frutta (39,7%) e verdura (33,2%), che insieme raccolgono oltre il 70% delle risposte. A seguire, latticini (12,7%) battono carni (7,8%): nel dettaglio, latte e yogurt occupano il 7,6% dei ripiani, quasi il doppio della carne (4,3%). Mentre i formaggi segnano un 5,1%, contro il 3,5% degli affettati. Ancora minori le segnalazioni per pesce (1,1%) e uova (0,9%), preceduti anche dai piatti pronti (1,5%) come zuppe, insalate e precotti, forti del fattore praticità, e dai dolci, semifreddi e gelati in primis, 2,8% delle preferenze e unica concessione voluttuaria dichiarata… Una lista della spesa “promossa” da Andrea Ghiselli, medico e ricercatore Inran. “È un frigorifero molto verde, quindi molto mediterraneo, in linea con le raccomandazioni Inran di ´3+2´ porzioni giornaliere di frutta e verdura. Certo, ci vorrebbe più pesce... Bene anche che la birra sia la bevanda più presente, perché è una scelta gustosa, leggera e mediterranea, con meno calorie rispetto alla più diffusa bevanda da pasto, il vino, e anche rispetto alle bibite analcoliche. Con una raccomandazione: non bisogna esagerare con la quantità perché è pur sempre una bevanda alcolica e quindi da consumare con moderazione.” Frausin: “Crollano I Pregiudizi, La Birra Sinonimo Di Pranzi E Cene Estive A Casa…” Leggendo questa composizione si capisce il perché del successo estivo della birra. “Anche se ormai il suo consumo tende a ripartirsi in maniera un po’ più equilibrata nell’arco dell’anno, con l’arrivo del caldo ne apprezziamo ancora di più la leggerezza e la naturalità, dichiara Alberto Frausin, presidente di Assobirra. Due caratteristiche intrinseche del prodotto che ben si adattano ai riti gastronomici e salutistici dell’estate, quando il gusto si coniuga con l’attenzione al consumo di calorie e grassi. La ricerca Ispo rivela, a proposito, che negli ultimi anni stanno sensibilmente calando alcune barriere storiche al consumo della birra nella stagione calda: la percentuale di quanti non ne consumano di più perché ritengono che la birra gonfi oggi è scesa al 6,4% rispetto al 10,2% di due anni fa. Mentre quanti dichiarano di non berla più spesso perché molto alcolica ´crollano´ dal 12,5% del 2009 al risicato 2,7% di quest´anno. Non a caso, per 4 italiani su 10 è compagna ideale delle cene estive a casa in terrazzo o in giardino. Una tendenza da non sottovalutare, se pensiamo che che quest´anno il consumo casalingo della birra durante il pasto è aumentato di quasi il 50%, passando dal 5,3% all´8,3%.” Secondo le stime di Assobirra, nei 120 giorni della stagione calda (da metà maggio a metà settembre), consumeremo in media 8 milioni di ettolitri di birra. Pari al 45% delle vendite totali annue. Ogni italiano, riferisce ancora l’Associazione, durante l´estate consumerà 13,5 litri di birra. In prima fila quella fascia di consumatori (il 12% circa) che preferisce comunque berla esclusivamente d´estate. Parliamo comunque di un consumo moderato, ovvero una bottiglia da 0,33 l. Ogni 3 giorni. In armonia, quindi, con i limiti indicati dagli esperti e dal buon senso. D´estate 6 Bottiglie Su 10 Stappate In Casa. Soprattutto A Pasto Con Gli Amici Altro elemento che sa di rivoluzione culturale in atto: se da qualche anno la birra si è consacrata bevanda simbolo dei pasti fuori casa, nell´estate 2012, complice una crisi economica che ha diradato le uscite al ristorante o in pizzeria, la berremo soprattutto in casa. Il 57% delle birre stappate da maggio a settembre (circa 4,6 milioni di ettolitri) proviene infatti dagli scaffali dei supermercati e degli ipermercati, o direttamente dai beershop specializzati che in questi anni si stanno diffondendo a macchia d’olio. Finendo direttamente nel nostro frigo... Non stupisce, allora, che nell´architettura di questo elettrodomestico per la birra si trovi sempre un po´ di spazio: Secondo la ricerca Ispo, 6 italiani su 10 (57,4%) la mettono diligentemente nel comparto riservato alle bevande, 3 su 10 (28,2%) la infilano “dove capita”, il 7,2% la posiziona solo nelle griglie più alte, mentre il 4,6% in quelle più basse. E per 2 italiani su 100 il suo posto è nei cassetti della frutta e della verdura. E se non ci dovesse essere spazio nel frigo, 4 italiani su 10 (39,3%) le fanno posto togliendo una bevanda analcolica, 1 su 5 (22,7%) leva un altro alcolico. E c´è perfino un 16% disposto a “sacrificare” frutta o verdura... Le occasioni di consumo migliori per tirare fuori dal frigo una birra fresca sono proprio durante o a ridosso del pasto. Per 4 italiani su 10 (41,6%) la birra è infatti l´opzione ideale per un pranzo o una cena leggera, magari in terrazza o in giardino (v. Focus 4). A seguire, e a confermare la dimensione conviviale di questa bevanda, il dopocena (20,3%) o l’aperitivo (15%), purché in relax con gli amici. Mentre per un italiano su 10 (11,5%) la birra è il must per un pasto con gli amici davanti alla televisione, magari per per assistere ad un evento importante come le Olimpiadi o agli Europei di calcio. Numeri da non sottovalutare se si considera che, in generale, gli italiani mangiano sempre più spesso in casa. La ricerca Ispo “Gli italiani e la birra 2012” (v. Focus 1) rileva che in un anno sono aumentati del +4,3% (80,5%) quanti pranzano in casa nei giorni feriali mentre è ancora più alta (95,5%, +0,1%) la percentuale di quanti cenano in casa. Su Facebook Una Campagna Per Abbinare La Birra Con Gli Ingredienti Del Frigorifero Preso atto di questa nuova dimensione domestica della bevanda, Assobirra lancia su internet e social network la campagna “Cosa c’è nel tuo frigo? Una birra e…” per regalare un vero e proprio vademecum di ricette e abbinamenti per valorizzarla con quello che portiamo in tavola d’estate. Il sito Assobirra www.Birragustonaturale.it ospiterà la selezione di foto “Italiani vistafrigo”, realizzate dalla fotografa Ambra Zeni, che ha bussato alla porta di 200 famiglie per raccontare, attraverso le immagini del frigorifero di casa, uno spaccato sociologico delle nostre abitudini alimentari estive, identificando i 6 principali (e più “attuali”) nuclei familiari: dalla famiglia tradizionale a quella allargata, dalla coppia senza figli al giovane single, dai coinquilini fino alla coppia multietnica, 6 stili di vita uniti nella loro eterogeneità dal minimo comun denominatore della birra (v. Focus 2). Partendo da queste foto, due food celebrities del calibro di Bruno Barbieri (cuoco stellato e giudice di Masterchef) e Sandra Salerno (foodblogger con “Un tocco di zenzero” e chef a domicilio) hanno interpretato gli ingredienti presenti nei 6 frigoriferi ideando 12 ricette (una a testa per ogni nucleo familiare) da abbinare con la birra giusta (v. Focus3). Un vero e proprio censimento che, grazie alla pagina Facebook “Cosa c´è nel tuo frigo? Una birra e...” si arricchirà del contributo di chiunque vorrà condividere una fotografia del frigo di casa. Dal 19 giugno per due mesi sarà possibile caricare su Facebook la foto del proprio frigo, specificare la lista delle vivande e taggare i propri amici. A fine campagna, Bruno Barbieri e Sandra Salerno sceglieranno le 2 foto più belle. Sandra Salerno la pubblicherà sul suo blog dedicandole una ricetta in abbinamento con la birra a partire dagli ingredienti del frigo. Mentre la star di Masterchef Bruno Barbieri contatterà direttamente il proprietario del frigorifero per una consulenza telefonica con tanti consigli e trucchi del mestiere per una cena sfiziosa estiva con la birra. Un gioco virtuale nel segno della birra d´estate a cui hanno già aderito ben 30 foodbloggers italiani, che apriranno in esclusiva per Birragustonaturale.it la porta del loro frigo e lo racconteranno in un post dedicato, assieme a una ricetta estiva con la birra  
   
   
IN FORMA CON GUSTO QUEST’ESTATE CON LA DIETA DUKAN! UN MENU FRESCO A BASE DI PESCE, FACILE E VELOCE DA PREPARARE, ANCHE IN VACANZA.  
 
Durante tutta la stagione estiva gli stessi piatti saranno realizzati dagli chef Dukan del Resort Valle dell’Erica a Santa Teresa di Gallura all’interno del programma “Silhouette in Sardegna”, che nasce dalla collaborazione tra Pierre Dukan e il Gruppo Delphina Hotels & Resorts. L’estate è appena iniziata e con il caldo e le belle giornate in cucina vincono le ricette semplici e facili da preparare. Per chi sta seguendo la Dieta Dukan - creata da Pierre Dukan, il famoso nutrizionista francese e seguita nel mondo da 25 milioni di persone – e ha intrapreso il percorso di dimagrimento che porterà avanti anche durante le vacanze estive ecco alcuni suggerimenti gustosi a base di pesce e per concludere un fresco dessert. Shirataki alle arselle Per 4 persone Preparazione: 3 ore Cottura: 10 minuti Fase di crociera, giornata Pp Ingredienti 400 g di Shirataki di Konjac 600 gr di arselle (il peso menzionato tiene conto dei gusci) aglio prezzemolo 20 cl di fumetto di pesce (preparato senza olio, né vino bianco) acqua aroma oliva Dieta Dukan sale e pepe Preparazione Far spurgare le arselle in acqua per 2 ore. Lasciatele aprire in un tegame, dopo di ché separatele dai gusci. Nel frattempo, far rosolare nel fumetto di pesce, allungato se necessario con qualche cucchiaio di acqua, l’aglio e il prezzemolo tritati. Aggiungere quindi le arselle sgusciate e un pizzico di pepe fino a creare una salsina. Quando la salsa è pronta, sciacquare abbondantemente gli Shirataki di Konjac. Far bollire una pentola d’acqua. Quando l’acqua bolle, immergervi gli Shirataki di Konjac e cuocere per 2-3 minuti. Scolarli e sciacquarli sotto un getto d’acqua fredda. Infine, farli saltare in padella con le arselle e servire subito. A fine cottura, insaporire a piacere con un po’ di prezzemolo fresco tritato e con qualche goccia di aroma oliva. Orata al cartoccio Per 4 persone Preparazione: 30 minuti Cottura: 35 minuti Fase di crociera, giornata Pv Ingredienti 4 pesci da 350/450 grammi l’uno 4 bei pomodori maturi 3 spicchi d’aglio prezzemolo sale e pepe 4 fogli d’alluminio Preparazione Iniziate con il pulire con cura ogni pesce tagliando le pinne con un trinciapollo ed eliminando le squame con un coltello da cucina. Sviscerare il pesce: bucare la pancia del pesce poco dopo l´orifizio presente nella parte finale, quindi salire verso l’alto. Dopodiché, togliere tutte le interiora sotto un getto di acqua corrente. A questo punto, deporre il pesce sopra il foglio di alluminio, salarlo e peparlo abbondantemente da ambo i lati, inserire nella pancia i tre spicchi d’aglio e prezzemolo quanto basta. Nel frattempo, tagliare i pomodori a fettine, quindi deporle a piacere attorno al pesce corrispettivo. Chiudere bene ogni cartoccio onde evitare fuoriuscite del sugo di cottura. Riporre i quattro cartocci di pesce in una teglia di acciaio od alluminio abbastanza capiente. Far riscaldare il forno fino a 180/200 gradi e cuocere per 32/35 minuti, facendo attenzione alla temperatura per non far asciugare i pesci. Coppa gelato al limone Preparazione: 10 minuti Riposo: 3 ore Per 4 persone Fase di crociera, giornata Pp Ingredienti 200 g di formaggio fresco magro 0% di grassi 4 cucchiai di panna leggera 11% di grassi 2 tuorli 2 cucchiai di dolcificante 1 cucchiaino di aroma limone Dieta Dukan qualche goccia di aroma rum Dieta Dukan (facoltativo) 4 foglie di menta Preparazione Sbattere con un frullino elettrico il formaggio fresco con i tuorli, la panna leggera e il dolcificante. Aggiungere l’aroma e mescolare. Versare il preparato in un contenitore e lasciar congelare per almeno 3 ore. Estrarre dal frigo 10 minuti prima di servire affinché il gelato riprenda una consistenza più morbida. Servire in quattro coppe individuali guarnendo a piacere con qualche foglia di menta. Il Programma “Silhouette in Sardegna”. Pacchetti per dimagrire senza stress presso il resort Valle d’Erica a Santa Teresa di Gallura. L’accordo realizzato per tutta la stagione estiva tra il dottor Pierre Dukan e il Gruppo Delphina Hotels & Resorts prevede un programma dimagrante completo “Silhouette in Sardegna”, che potrà essere praticato nel Resort Valle dell’Erica a Santa Teresa di Gallura, rinomato centro del Nord Sardegna di fronte all’Arcipelago di La Maddalena e della Corsica. Il programma è stato studiato direttamente dal Dott. Dukan e la sua Equipe, a cui è stata affidata la formazione del team che nel Resort Valle dell’Erica si dedicherà alla preparazione delle pietanze seguendo il metodo Dukan, che prevede piatti ricchi di gusto e una ricca varietà dei cibi - 100 alimenti consentiti, 72 proteine e 28 verdure. Allo stesso modo il programma dimagrante beneficia delle proprietà dell’acqua marina e delle tecniche della Talassoterapia. Una volta terminato il periodo di vacanza in Sardegna i clienti saranno seguiti anche a casa attraverso il sito di coaching on line www.Dietadukan.it. Durante il soggiorno sarà possibile inoltre seguire dei mini corsi di cucina con consigli su preparazioni di semplici ricette da rifare comodamente a casa al rientro dal soggiorno  
   
   
PREMIATI I VINI DA PESCE CAMPIONI!  
 
Ancona -I profumi della macchia mediterranea, le suggestioni dei ripidi pendii che dalla cima del promontorio del Cònero si tuffano nell’Adriatico, i suadenti riflessi del tramonto estivo. L’ultimo atto del connubio tra Bacco & Poseidone si è consumato in questo idilliaco scenario: la Baia di Portonovo ha interpretato al meglio il ruolo di affascinante palcoscenico per la premiazione della Selezione Internazionale dei Vini da Pesce! Ospiti da tante regioni italiane, ma anche da Germania e Portogallo, per celebrare degnamente l’atto conclusivo di questa “prima internazionale” del Concorso, alla quale hanno preso parte 303 aziende provenienti da ben dieci nazioni, per un totale di oltre 600 etichette in gara. Assegnate 32 medaglie, con una prevalenza dell’Abruzzo che se ne aggiudica addirittura 6, due delle quali del metallo più prezioso. Doppia medaglia d’oro anche per i vini tedeschi che, nel medagliere generale, registrano ben cinque riconoscimenti. Da segnalare, inoltre, l’affermazione di Slovenia e Portogallo, che conquistano un bronzo a testa. Per quanto riguarda l’Italia, sono dieci le regioni che hanno incamerato almeno un premio, con un’importante affermazione della Puglia, alla quale vanno quattro medaglie, tra le quali una d’oro. Lombardi e Veneti vincono tre allori ciascuno, uno dei quali d’oro. Molta simpatia ha suscitato la scelta della famiglia Contri, scesa dal Veneto per ritirare il prestigioso Calice Dorico, con gli esponenti di ben tre generazioni. Gioacchino Bonsignore, noto giornalista del Tg5 e curatore della rubrica “Gusto”, ha ricordato la storia della competizione, risalente addirittura ai primi anni ’60, che venne ideata con le stesse coordinate che, ancor oggi, la rendono unica nel suo genere: vino, mare e territorio. Non a caso, la Selezione è l’unico unico concorso internazionale riservato a vini bianchi, rosati e spumanti di qualità tra quelli che godono dell’approvazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Alberto Mazzoni, anima della Selezione, ha espresso la soddisfazione dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini che, in periodi di grande difficoltà per tutti gli altri Concorsi, ha vinto la sua sfida all’internazionalizzazione, mentre il Presidente Rodolfo Giampieri ha spiegato che la Camera di Commercio di Ancona ha voluto fortemente la Selezione, perché rappresenta un tassello importante di una più ampia “visione” strategica per lo sviluppo del territorio, fondata sugli elementi identitari che ne possono aumentare la competitività e la visibilità sullo scenario internazionale. Adriana Celestini, Assessore alle attività produttive del Comune di Ancona, ha ribadito il valore del connubio pesce-vino come traino per valorizzare tutte le altre risorse della regione, mentre Paolo Petrini, Vicepresidente della Giunta Regionale delle Marche, ha sottolineato l’importanza, per le produzioni marchigiane di qualità, di un confronto a livello internazionale che consenta di percepire quali sono gli orientamenti di consumo nei mercati di riferimento. Una degna conclusione per un Concorso che, per consolidare i risultati, guarda al futuro e rilancia puntando, per la prossima edizione, ad abbinare i vini vincitori di medaglie d’oro ad altrettanti piatti marinari firmati da grandi chefs!