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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Marzo 2015
VICARI HA INAUGURATO I LAVORI DELLA XII EDIZIONE DELLA OFFSHORE MEDITERRANEAN CONFERENCE & EXHIBITION  
 
Roma, 26 marzo 2015 - Il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari ha inaugurato ieri a Ravennna i lavori della Xii edizione della Offshore Mediterranean Conference & Exhibition - Omc 2015, il più grande evento internazionale dell´Oil & Gas del bacino del Mediterraneo che ha visto la presenza delle delegazioni istituzionali ed industriali di 34 Paesi diversi. "Al mutare dello scenario mondiale in campo energetico l´Italia sta rispondendo in linea con gli obiettivi europei, con nuove regole indirizzate a garantire un più alto livello di sicurezza anche grazie al recepimento, in dirittura d´arrivo, della Direttiva 2013/30/Ue sulla sicurezza Offshore che prevede norme stringenti per la costruzione e la gestione degli impianti oltre ad una serie di garanzie che debbono essere fornite dagli operatori in termini assicurativi e fideiussori. Un plauso va alle aziende italiane e a quelle estere che operano in Italia che, già oggi, sono pronte ad adeguarsi agli stringenti standard previsti dalla Direttiva e che saranno cosi pronte per una condivisione dei programmi e delle procedure delle emergenze transfrontaliere" ha detto la Vicari. "Tutto ciò - ha proseguito il Sottosegretario - avverrà in un contesto già di per sé positivo: grazie all´azione del Governo, infatti, è stato possibile il raggiungimento degli obiettivi di incremento della produzione nazionale di energia da fonti rinnovabili, avvenuto proprio in questi mesi, con ampio anticipo sul termine fissato del 2020 e ben prima degli altri grandi Paesi europei impegnati nello stesso sforzo. Anche sul piano del risparmio energetico abbiamo posto le basi per raggiungere gli obiettivi del 2020". "L´attenzione che il Presidente Renzi e il Ministro Guidi hanno riservato nell´approvazione dello Sblocca Italia dimostra quanto per il Governo sia prioritario un forte sostegno allo sviluppo di nuovi investimenti internazionali in Italia in campo energetico. Questo provvedimento prevede alcune disposizioni dedicate al settore degli idrocarburi e delle infrastrutture lineari associate che disegnano una nuova cornice normativa avvicinando così le norme nazionali di rilascio delle autorizzazioni a quelle degli altri Paesi europei produttori, senza peraltro intaccare le prerogative di Regioni e degli Enti locali" ha concluso il Sottosegretario Vicari. Il Sottosegretario ha, infine, annunciato che il Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi ha firmato oggi il decreto relativo al cosiddetto disciplinare tipo per le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi. Si tratta di una ulteriore misura di attuazione del decreto Sblocca Italia che consente di aggiornare le norme in materia innalzando gli standard di sicurezza delle attività.  
   
   
LE ENERGIE RINNOVABILI PERNO DEL NUOVO MERCATO ELETTRICO.  
 
Milano, 26 marzo 2015 - Un nuovo disegno del mercato elettrico, volto ad un’integrazione strutturale delle fonti rinnovabili, potrebbe mettere a disposizione 9,5 Gw di energia rinnovabile per i servizi di rete. Per continuare a favorire la diffusione di energia pulita si rende, inoltre, necessaria una revisione del ruolo delle rinnovabili nel dispacciamento, e l’introduzione di meccanismi di stabilizzazione del mercato a medio termine. Le rinnovabili, che soddisfano oltre il 30% del fabbisogno elettrico nazionale, in Italia potrebbero dare un contributo significativo ai servizi di rete, generando benefici per il sistema. Il potenziale stimato al 2013 è di circa 9,5 milioni di chilowatt: impianti eolici e fotovoltaici contano rispettivamente per circa 4.400 megawatt e 410 megawatt, mentre il parco idroelettrico ad acqua fluente idoneo (cioè quello senza diga) è stimato in 4.600 megawatt. Tuttavia, alle condizioni attuali, i rischi per gli operatori sarebbero superiori ai possibili benefici. Sono alcuni dei dati diffusi oggi a Roma al convegno “Ripensare il mercato elettrico: evoluzione industriale e convergenza europea”, nel corso del quale sono stati presentati e discussi i risultati dello studio sul market design del settore elettrico italiano, commissionato da assoRinnovabili al professor Alessandro Marangoni, Ceo della società di analisi economiche Althesys. Ad aprire i lavori Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili. Autorevoli gli esponenti che hanno contribuito al successo dell’iniziativa: Giulio Volpi (direzione generale Energia della Commissione Eu), Guido Bortoni (presidente dell’Aeegsi), Carlo Tamburi (direttore Country Italia Enel), Gianni Armani (Ceo Terna Rete Italia) e Stefano Alaimo (responsabile Mercati Gme). Obiettivo dello studio, fornire strumenti per individuare scenari evolutivi e opzioni di riassetto del mercato elettrico in Italia e formulare delle proposte di policy. Il lavoro analizza come i cambiamenti industriali e le modifiche normative abbiano influenzato l’evoluzione del mercato elettrico italiano, e come il crescente ruolo delle rinnovabili stia trasformando le dinamiche della formazione dei prezzi dell’energia all’ingrosso. Altro spunto di riflessione emerso dalla relazione è come nel nostro Paese l´impatto economico dei servizi di dispacciamento - vale a dire il costo delle attività per il mantenimento in costante equilibrio del sistema elettrico - sul valore del mercato, pari oggi al 9%, non sia in realtà superiore a quello di altri Paesi con forte crescita delle rinnovabili (a parità di funzionamento dei mercati), come ad esempio la Spagna, dove raggiunge il 14% del valore del mercato. Per conferire maggior affidabilità e competitività al sistema, si rende quindi necessario un percorso di riassetto del mercato elettrico che assegni alle rinnovabili un ruolo più strutturale, innanzitutto attraverso: una sempre maggiore partecipazione delle rinnovabili ai servizi di rete, con l’introduzione di disposizioni tecniche e regolatorie e una remunerazione dei servizi ben definita; la riduzione dei tempi di chiusura del mercato per avvicinarlo al tempo reale, in modo da ridurre consistentemente gli oneri di dispacciamento, come già avviene in Paesi come la Germania, dove incidono solo per il 4% del mercato. "La trasformazione del settore elettrico italiano - dichiara Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili - richiede un processo organico e strutturato di ridisegno del mercato. E´ quindi importante che a monte vi sia un atto di legislazione primaria a copertura dei principi generali qui enucleati, che comprenda tutti gli aspetti normativi ad esso collegati, quali ad esempio quelli fiscali. Qualsiasi revisione del sistema deve fondarsi sul principio basilare di tutela delle condizioni legislative in cui sono stati realizzati gli investimenti esistenti, prevedendo un assetto del mercato equilibrato in tutte le sue componenti, per assicurare un´adeguata prosecuzione al naturale percorso di integrazione delle Fer." "Uno strumento di stabilizzazione del mercato a medio termine e, al contempo, di integrazione delle rinnovabili potrebbe essere quello dei contratti a lungo termine - spiega il professor Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys - Allo stato in Italia e in Europa, a differenza del resto del mondo, la regolazione non ne favorisce la diffusione. Per incentivare la loro stipula, anche nel mercato dell´energia, occorrerebbe dunque introdurre meccanismi regolatori che stimolino la domanda a contrattualizzare i propri consumi nel lungo periodo."  
   
   
BOLZANO, NUOVO TELERISCALDAMENTO A NOVA LEVANTE: "CONTRIBUTO ALLA TUTELA DEL CLIMA"  
 
Bolzano, 26 marzo 2015 - Il Comune di Nova Levante punta sull’energia rinnovabile: è entrato in esercizio un nuovo impianto di teleriscaldamento a biomassa nel centro del paese che fornisce già 40 edifici con energia pulita. L’assessore provinciale Richard Theiner ha effettuato un sopralluogo all’impianto. Con un contributo del 30% dei costi ammessi la Provincia ha finanziato la costruzione del nuovo impianto di teleriscaldamento di Nova Levante. L’assessore Theiner ha visitato il nuovo impianto nel centro del paese con il progettista Hannes von Hepperger, il presidente e il vice della cooperativa energetica locale Weg, Luis Pardeller e Josef Seehauser. “Un impianto importante per l’approvvigionamento locale, che potrà fornire energia a 140 edifici”, ha ricordato Theiner. Attualmente sono 40 quelli già allacciati alla nuova rete del teleriscaldamento, altri 72 contratti sono già predisposti. “Il risparmio energetico potrà raggiungere i 600mila litri di gasolio da riscaldamento in meno, vale a dire una riduzione di 1.750 tonnellate di biossido di carbonio, e in tal modo il Comune di Nova Levante contribuisce concretamente alla tutela del clima”, ha aggiunto Theiner. Sono quindi create le condizioni per un approvvigionamento non solo di energia pulita ma anche a prezzi più convenienti, a tutto vantaggio dei cittadini e dell’economia. Theiner ha inoltre giudicato molto positivamente anche il fatto che la Weg ha concluso un contratto pluriennale con la segheria demaniale Latemar per la fornitura di cippato. Con quello di Nova Levante gli impianti di teleriscaldamento a biomassa in Alto Adige sono 76 e forniscono energia a circa il 20% degli edifici sul territorio, con una riduzione annuale di 97 milioni di litri di gasolio e un conseguente risparmio di 286mila tonnellate di biossido di carbonio.  
   
   
POWERCROP, ASSESSORE ABRUZZO: LE RAGIONI DEL NO  
 
Pescara, 26 marzo 2015 - "Il caso Powercrop dimostra ancora una volta che la tutela ambientale rappresenta per noi una priorità che non può essere messa in discussione o sottoposta a ragioni di carattere economico, perché è sul patrimonio di bellezze naturalistiche che intendiamo fondare lo sviluppo della nostra regione". Così l´assessore all´ambiente Mario Mazzocca a margine della Conferenza dei servizi che si è tenuta ieri a Pescara sulla realizzazione di un impianto a biomasse che Powercrop, gruppo Maccaferri, vuole realizzare ad Avezzano. Erano presenti, oltre ai rappresentanti della Powercrop, la responsabile del Servizio Energia della Regione Abruzzo, Iris Flacco, l´assessore del Comune di Avezzano Roberto Verdecchia su delega del sindaco, l´Arta, l´Arap, il Consorzio acquedottistico marsicano, la Snam, i Vvf, la Sovrintendenza ai beni archeologici e, in qualità di uditori, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste. La ditta aveva presentato istanza di autorizzazione unica in data 7/8/2008 e il 6/10/2011 quella relativa all´autorizzazione integrata ambientale. Nel corso della conferenza i rappresentanti dell´Arta hanno evidenziato la necessità di approfondire tre aspetti: la compatibilità dell´impianto con il Piano di qualità dell´aria, il Piano di approvvigionamento delle biomasse e il recupero dell´energia termica, come previsto nelle linee guida del decreto legislativo 152/06. Il Comune di Avezzano ha dichiarato di voler depositare una memoria scritta, manifestando in via preliminare il proprio parere sfavorevole. Importante anche il contributo del rappresentante della Sovrintendenza ai beni archeologici, che ha evidenziato come nel progetto della ditta non si faccia alcun riferimento a testimonianze archeologiche importanti, come le Condotte di Augusto. La ditta ha cercato soprattutto di ribattere alle contestazioni relative al contrasto con le prescrizioni contenute nel Piano di Qualità dell? aria, appellandosi al fatto che l´impianto in questione godrebbe del "favore" a livello comunitario, vale a dire che le indicazioni del Piano di Qualità dell´aria potrebbero essere disattese, trattandosi di un impianto di energia da fonte rinnovabile. "Un rilievo privo di sussistenza - spiega Mazzocca - perché il nostro Piano nasce sulla base delle indicazioni del protocollo di Kyoto e delle normative comunitarie. Le possibile deroghe potrebbero valere solo eventualmente per impianti di piccola portata, ma non è questo il caso. Senza contare che, come ha sottolineato il Comune di Avezzano, il progetto risulta in contrasto con la destinazione urbanistica attuale dell´area, individuata come fascia di rispetto della Riserva regionale del Monte Salviano, istituita dalla legge regionale 134/99".  
   
   
BOLZANO: RILANCIO DEL SETTORE DELL´EDILIZIA: TAVOLO TECNICO PER NUOVE SOLUZIONI  
 
Bolzano, 26 marzo 2015 - L´importanza strategica del settore edilizio e la modalità per la sua incentivazione sono i temi al centro di un recente colloquio fra i rappresentanti sindacali dei lavoratori del comparto edile e l´assessore provinciale Christian Tommasini. Proposta istituzione di un tavolo tecnico per verificare nuove possibili soluzioni. Partendo dall´attenzione verso la necessità di sondare tutte le vie percorribili al fine di far ripartire il settore edilizio, in grave crisi in questi ultimi anni, l´assessore Tommasini condividendo le riflessioni esposte dai rappresentanti dei sindacati di categoria dei lavoratori edili (di Cgil, Uil, Cisl e Asgb) in merito alla riqualificazione energetica degli edifici, ha suggerito di istituire un tavolo di confronto permanente per individuare in modo concertato nuove soluzioni praticabili rispetto a quelle già presenti. A questo tavolo dovrebbero essere coinvolti oltre che Südtirol Esco (società con interessi nel settore) anche l´assessorato provinciale all´energia. Già oggi sono numerosi ed importanti gli interventi ed i sostegni della Provincia nel settore edilizio e in quello del risanamento energetico. Dal confronto dovrebbero giungere strumenti adatti a rimettere in moto il settore edilizio al fine di creare sviluppo e lavoro. Uno potrebbe essere l´accesso per i cittadini al prestito agevolato tramite fondi di rotazione, analogamente a quanto posto in essere in relazione all´anticipo da parte della Provincia delle detrazioni fiscali statali in sede di recupero edilizio. L´assessore Tommasini ha informato i rappresentanti sindacali sugli attuali interventi nei settori di sua competenza, sottolineando come gli investimenti pubblici siano molto forti anche nel 2015: 45,6 milioni nel settore dell´Edilizia e Servizio tecnico, 92 milioni in quello delle Infrastrutture e 140 milioni per interventi nel settore dell´Edilizia abitativa. I programmi d´intervento saranno approvati a breve dalla Giunta provinciale dopo un attento esame capillare dei vari lavori che avverrà nell´ambito della seduta straordinaria in programma venerdì prossimo, 27 marzo. Nel corso del 2015 saranno portati a conclusione a Bolzano l´ampliamento della Scuola professionale italiana "Einaudi" con la costruzione delle nuove officine, la palestra triplice ed il garage interrato per il Liceo classico tedesco "Vogelweide" e la sede distaccata dell´Istituto tecnico per il commercio "H.kunter" con classi e mensa. A Merano sarà ultimata la nuova sede dei servizi di soccorso provinciali, a Vadena sarà portata a termine la riqualificazione dell´areale dell´ex Stadlhof della Scuola agraria Laimburg e costruito un impianto a pellets sempre per la Laimburg. Altre opere sono previste in Valle Aurina, a Brunico, Fortezza, Malles, Selva dei Molini e Silandro dove vengono ampliati l´Istituto tecnico industriale e la Scuola professionale provinciale. Nel 2015 si giungerà, inoltre, all´appalto di varie opere. Sarà, inoltre, proseguito il programma edilizio nell´ambito delle permute militari. Nel settore Infrastrutture sono previsti vari interventi su tutto il territorio provinciale con un impegno di 92 milioni di Euro: le opere in corso sono 67, 26 quelle per le quali si giungerà all´appalto nel corso del 2015, tra di esse gli interventi per l´accesso alla Val Badia. Per il settore dell´Edilizia abitativa, su un budget totale di 140 milioni di Euro, ha ricordato i 24 milioni per il programma di costruzione dell´Istituto per l´edilizia sociale Ipes. I cantieri appaltabili per complessivi 105 alloggi si riferiscono alla costruzione di 9 alloggi nel comune di Renon, 15 in quello di San Candido, di 4 alloggi ciascuno nei comuni di Termeno e Vadena, di altri 18 nel comune di Bressanone. Particolare attenzione, come fa presente l´assessore Tommasini, è rivolta ai bisogni abitativi del capoluogo dove si punta sui 55 alloggi presso l´ex Convitto per apprendisti ad Aslago/bolzano. 40 milioni di Euro sono destinati quali contributi ai Comuni per l´acquisizione di aree edificabili (tra queste anche l´area Druso Est a Bolzano, per più di metà dell´importo complessivo). 30 milioni di Euro saranno a disposizione per far fronte alle nuove domande di agevolazione per l´acquisto ed il recupero di alloggi. Un dato congiunturale importante per il mercato edilizio, secondo l´assessore Tommasini, giunge dalla ripresa delle domande di contributo che stanno facendo registrare un incremento sia nel 2014 che nei primi mesi del 2015. La Giunta provinciale, come ha detto l´assessore, sta altresì cercando di mettere a disposizione prima possibile fondi aggiuntivi (circa 20 milioni di Euro) per far fronte al gran numero di domande riferite ai mutui dal fondo di rotazione per l´anticipo delle detrazioni fiscali. I primi 12 milioni destinati a tal fine sono già esauriti ed hanno potuto soddisfare 403 richieste presentate dai cittadini per ristrutturazioni di abitazioni private. All´incontro con l´assessore Tommasini per sindacati di categoria dei lavoratori edili hanno partecipato Maurizio D´aurelio (Feneal Uil-sgk), Stefano Parrichini (Fillea/gbh Cgil-agb), Michael Raveane (Filca Cisl-sgb) e Friedrich Oberlechner (Asgb).  
   
   
ABRUZZO: DA MINISTERO VIA LIBERA A 3 PROGETTI DI RECUPERO D´ALFONSO, SU "CINTARELLA" REGIONE GARANTISCE IMPEGNO DIRETTO  
 
L´aquila, 26 marzo 2015 - La messa in sicurezza della strada "Cintarella", nella piana del Fucino all´altezza di Telespazio, "verrà comunque finanziata con fondi dello Stato e della Regione". Lo ha dichiarato il presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, dopo la pubblicazione del provvedimento dell´ex ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che con decreto ha dato il via libera al finanziamento di 3 dei 4 interventi richiesti dalla Regione Abruzzo. A rimanere "inspiegabilmente" fuori dal canale di finanziamento ministeriale è stato proprio il progetto di messa in sicurezza della strada marsicana, importante via di collegamento per i lavoratori che operano nel centro di Telespazio. Solo qualche mese fa un incidente mortale di un impiegato di Telespazio ha fatto riemergere il problema della mancata sicurezza della strada. In quell´occasione, il presidente della Giunta regionale aveva garantito un apporto finanziario di 800 mila euro per finanziare i lavori. Nella richiesta inviata al Provveditorato alle Opere pubbliche il presidente D´alfonso aveva indicato una rosa di 4 progetti da finanziare: movimento franoso nel comune di Villa Celiera (1,5 mln), erosione in località Largo Dragoni a Torino di Sangro (1 mln), strada di collegamento Valle Castellana-ascoli (800 mila) e messa in sicurezza della strada denominata "Cintarella" (800 mil). Le richieste del presidente D´alfonso erano state fatte proprie dal Provveditore della Opere pubbliche che a sua volta aveva girato l´elenco al Ministero che poteva far riferimento ai 50 milioni di euro messi a disposizione dallo Sblocca Italia per il dissesto idrogeologico. Ed invece nel decreto ministeriale dall´elenco delle priorità indicate dalla Regione viene inspiegabilmente depennato il progetto della Cintarella per far posto al "un progetto di manutenzione e sistemazione idraulica" nella provincia di Ogliastra. Confermati invece i finanziamenti per gli altri tre progetti indicati dal presidente D´alfonso al Provveditorato. "Questo non cambia all´atteggiamento della Regione - ha assicurato il presidente Luciano D´alfonso - perché la strada della Cintarella sarà inserito in un altro canale di finanziamento, al riparo di sorprese dell´ultima ora".  
   
   
CASA: PRESENTATO IL RAPPORTO "ABITARE IN UMBRIA". REALIZZATI OLTRE 3.000 ALLOGGI DAL 2006  
 
Perugia, 26 marzo 2015 - Duemila 547 alloggi realizzati per una spesa di quasi 150 milioni di euro, attraverso i due piani triennali di cui si è dotata la Regione Umbria a partire dal 2006 ed altri 600 alloggi realizzati attraverso i Puc: sono questi i dati che emergono dal Rapporto "Abitare in Umbria" che è stato presentato nel pomeriggio di oggi, mercoledì 25 marzo, nella Sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia. Il rapporto, redatto dalla Direzione regionale programmazione, innovazione e competitività dell´Umbria, ha preso in esame tutti gli interventi regionali messi in campo nel settore della casa, dalla realizzazione di nuovi alloggi al sostegno all´affitto, per cercare di garantire un´abitazione a tutte quelle famiglie in difficoltà. "Appare evidente che la crisi economica che investe l´Italia, - ha affermato l´assessore regionale alle politiche abitative Stefano Vinti – ha una ricaduta diretta sulle condizioni di vita dei cittadini e impone alle Istituzioni un ripensamento delle politiche di garanzia dei diritti fondamentali. E quello della casa è sicuramente uno dei diritti fondamentali in cui non si può accettare nessuna sottovalutazione e soprattutto nessun taglio di risorse. Oltre al crescente numero di famiglie che rischiano di perdere la propria casa per la difficoltà di pagamento dei mutui, non si può non citare l´impressionante numero di sfratti per morosità incolpevole. Oppure i problemi della sicurezza e della accessibilità delle abitazioni per anziani e portatori di handicap, l´aumento delle coabitazioni (in Umbria quasi il venti per cento in più). Oltre naturalmente al problema di vecchie e nuove famiglie che invece una casa proprio non riescono ad averla. La Regione dell´Umbria, nonostante le grandi ristrettezze economiche in cui sì è trovata ad operare, dovute anche ai consistenti tagli di trasferimenti da parte dei governi nazionali, ha testardamente fatto la propria parte per alleviare il disagio abitativo: interventi diretti per l´acquisto della prima casa, convenzione con gli istituti di credito per facilitare l´accesso ai mutui, sostegno all´affitto per categorie sociali deboli, valorizzando l´affitto a canone concordato e potenziando la disponibilità di appartamenti a canone sociale dei comuni e dell´Ater. Tutto ciò – ha sottolineato Vinti – tenendo sempre conto della qualità del vivere ed usando le politiche abitative anche per il recupero del patrimonio edilizio esistente, in particolare nei centri storici. Dall´ultimo censimento è emerso un dato: un alloggio su sei in Umbria non è occupato". "Ed allora siamo sempre più convinti – ha detto Vinti - che sia inutile e dannosa un ulteriore espansione e consumo del territorio e che sia invece necessario aumentare l´offerta abitativa in affitto intensificando il recupero qualitativo e funzionale del patrimonio edilizio esistente, anche nelle periferie e nei quartieri di edilizia pubblica. Sarebbe molto utile, a livello nazionale, la costituzione di un Osservatorio sulla condizione abitativa per programmare, attivare ed indirizzare le iniziative in materia di politiche abitative. Occorre cioè riportare al centro del dibattito politico il tema del ‘diritto all´abitare´ che in un Paese civile dovrebbe essere garantito a tutti". Il rapporto, che è stato illustrato da Giuliana Mancini del Servizio "Politiche della Casa e Riqualificazione Urbana" e da Marta Scettri del Servizio "Statistica e Valutazione degli investimenti", ha anche evidenziato i cambiamenti registrati in Italia ed in Umbria nelle tipologie di famiglie e dunque gli "aggiustamenti" che si sono resi necessari per cercare di intercettare al meglio i bisogni sociali. In Umbria le due tornate censuarie hanno rilevato nel 2001 313.629 famiglie e nel 2011, 367.335: l´incremento risulta essere più consistente del dato nazionale, con un tasso di variazione pari a 17,1%. Famiglie però meno numerose, molto ridotte le coppie con figli ed in invece in aumento le famiglie monoparentali o single, giovani ed anziani, è stato sottolineato. Nel 2001, la tipologia familiare più consistente è costituita dalle famiglie unipersonali: quasi una su quattro, quota che ai avvicina al 30% sul totale per le famiglie senza nucleo (per nucleo si intende l´insieme di persone che formano una relazione di coppia o di tipo genitore–figlio). È proprio per le famiglie senza nucleo che si registra un considerevole aumento tra il 2001 e il 2011, con un tasso di crescita che in Umbria si attesta al 30,7% e in Italia al 23,4%; un incremento analogo si osserva per le famiglie unipersonali, sia in termini di valore assoluto che a livello territoriale. Molto rilevante anche l´incremento della percentuale di famiglie unipersonali in coabitazione (160,4% sul 2001). E´ probabilmente il segnale da un lato di un fenomeno di costume (sempre più coppie giovani vanno a vivere insieme senza sposarsi) e dall´altro di una difficoltà economica crescente che spinge alla coabitazione. Il trend di molte persone che vivono da sole è il risultato di rapidi cambiamenti nello stile di vita: donne che vivono più a lungo dei loro compagni; tassi crescenti di divorzi e separazioni; persone in grado di vivere da sole per scelta, ed il graduale spostamento di popolazione verso i centri urbani. Per questi motivi, le persone che vivono da sole coprono l´intera gamma delle età e un´ampia casistica di situazioni personali, inclusi i giovani studenti e i nuovi assunti che scelgono di vivere da soli, i divorziati o gli anziani che sopravvivono ai coniugi". Considerando le famiglie con un nucleo, nel 2011 oltre la metà è composta da coppie con figli (53,5% in Italia, 51,9% in Umbria); all´interno di questa categoria prevale la non coabitazione. A seguire, circa un terzo delle famiglie con un nucleo sono costituite da coppie senza figli. La percentuale di famiglie con un nucleo caratterizzate dalla presenza della madre con figli è pari al 12,6% in Italia e al 12,3% in Umbria. In particolare, l´incremento percentuale, in Umbria, per le madri con figlio in coabitazione, raggiunge il 48,6%. Infine occorre rilevare, tanto in Umbria quanto in Italia, la forte crescita dei padri con figli in coabitazione: in Umbria la variazione percentuale di padri con figli in coabitazione è più che doppia rispetto a quelli non in coabitazione. In Umbria infine il numero delle famiglie proprietarie è proporzionalmente più elevato, circa il 74% del totale, il numero delle famiglie in affitto è più basso rispetto al dato nazionale (14,6%) mentre è leggermente superiore quello delle famiglie con altro titolo di godimento (11,4%). Questo spiega i motivi per cui il numero delle famiglie italiane che partecipano ai bandi regionali per l´acquisto o per l´affitto di alloggi sono proporzionalmente minori rispetto alle famiglie provenienti da altri paesi. "E questi dati, - ha concluso l´assessore Vinti - compreso ovviamente quello derivante dalle difficoltà economiche, hanno portato a privilegiare la costruzione di alloggi più piccoli ed a calibrare diversamente le varie priorità di aiuto. Non a caso la Regione dell´Umbria, nel 2014, ha emanato ben 10 bandi a seguito dell´analisi del contesto regionale umbro ed anche dell´ascolto dei vari soggetti pubblici e privati che compongono questo variegato settore".  
   
   
SOCIAL HOUSING, IL FUTURO E’ ANCHE NELLE SOPRAELEVAZIONI E NEGLI AMPLIAMENTI DEGLI IMMOBILI  
 
Trento, 26 marzo 2015 - Le sopraelevazioni rappresentano un sistema utilizzato nelle esperienze europee di social housing in quanto consente di raggiungere tre obiettivi fondamentali per l’edilizia residenziale pubblica: l´incremento del numero degli alloggi di edilizia sociale senza consumo ulteriore di suolo, l´intervento su un patrimonio immobiliare ormai datato e la creazione di nuova socialità, grazie all’arrivo di nuove famiglie. Sono queste le conclusioni della commissione, guidata da Itea e formata da realtà pubbliche e private, che oggi ha incontrato l’assessore provinciale all’urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa, Carlo Daldoss. Quest’ultimo ha garantito che nella prossima legge urbanistica, la cui approvazione è prevista nei prossimi mesi, troveranno “ospitalità” i suggerimenti del gruppo di lavoro: “Sono in linea con i principi di risparmio del suolo e di sviluppo di nuove soluzioni in grado di rispondere in maniera efficace alla domanda di alloggi. Il tema delle sopraelevazioni è stato oggetto per oltre un anno di confronto e approfondimento tra Itea e le amministrazioni locali, il mondo accademico e professionale. In questo contesto ha lavorato la Commissione sulle sopraelevazioni, un tavolo di lavoro composto dai rappresentanti di Itea Spa, del Servizio Urbanistica e territorio della Provincia autonoma di Trento, del Servizio urbanistica dei comuni di Trento e Rovereto, dell’Università di Trento e delle società Arca srl e Trentino Sviluppo. La finalità della commissione è - come ha sottolineato la coordinatrice Michela Chiogna, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati del lavoro della commissione - di individuare, a livello provinciale e comunale, alcuni punti sostanziali per poter valorizzare lo strumento della sopraelevazione nelle politiche di riqualificazione urbana. “Oggi - ha continuato la coordinatrice - vi è un convergente interesse ad investire sulle potenzialità e le prospettive che apre questo strumento nelle politiche di rigenerazione urbana. In maniera diversificata, questa tipologia edilizia è già contemplata nelle linee programmatiche e nei piani regolatori comunali di Trento e Rovereto sottoforma di recupero e ampliamento dei sottotetti”. “Nel corso degli ultimi 10 anni il Comune di Trento - ha ricordato l’assessore con delega per le materie della Pianificazione urbana e politiche abitative del Comune di Trento, Paolo Biasioli - ha rilasciato circa 700 concessioni per sopraelevazioni/recupero dei sottotetti”. Così come, il Comune di Rovereto ne conta circa 120 in 5 anni. “A fine 2014 - ha sottolineato il vicesindaco e l’assessore della Città della Quercia, Giulia Robol - ha approvato la modifica del Prg prevedendo un incremento dei bonus energetici rispetto a quelli provinciali”. La commissione chiede che i parametri di premialità volumetrica - fissati dall’art. 86 della legge provinciale sull’edilizia sostenibile del 2008 e studiati per interventi in alloggi di privati, soprattutto di piccole dimensioni - vengano rivisti così da spingere la sopraelevazione anche in edilizia residenziale pubblica”. Le osservazioni relative alla riforma urbanistica provinciale che il tavolo ha elaborato nel corso dei 4 incontri programmati, sono state condivise dalla commissione nella consultazione online “Io partecipo” aperta dall’assessore provinciale all’urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa, Carlo Daldoss. L’assessore ha partecipato alla presentazione dei lavori della commissione mista pubblico/privati: “La commissione, così come le proposta raccolte online, ci permetto una migliore analisi dei vantaggi e delle criticità nell’applicazione dello strumento delle sopraelevazioni nelle politiche di recupero del patrimonio esistente e per il risparmio del territorio. Nella legge noi vorremmo passare dal tema della percentuale di incremento di volume per i miglioramenti energetici, a parametri e sistemi di valutazione complessivi. In altre parole, noi vogliamo individuare quanto effettivamente la sorpraelevazione può portare sia come risparmio energetico che riqualificazione dell’immobile”. L’assessore Daldoss ha fatto riferimento anche a nuove dinamiche che potrebbero nascere dalla revisione dei principi urbanistici provinciali: “Ad incominciare dalle imprese che, in un momento di crisi, possono trovare delle forme nuove di accordo con i proprietari, interessati a sopraelevare ed ampliare gli immobili esistenti. Le novità che introdurremo dovranno rispettare in ogni caso i principi urbanistici che hanno permesso al Trentino di conservare una propria identità territoriale”. Inoltre, l’uso nelle sopraelevazioni di tecnologie prefabbricate in legno, già prassi in Trentino, apre, in un’ottica di mercato, a nuove prospettive di collaborazione internazionale come quelle già avviate con i partner del Quebec, interessati alla conoscenza e sperimentazione della filiera del legno trentino per le loro tipologie edilizie.  
   
   
ULTERIORE MIGLIORAMENTO DEL COMMERCIO ITALIANO EXTRA-UE. CALENDA: “I DATI CONFERMANO LA RIPRESA” GRANDE PERFORMANCE SUL MERCATO STATUNITENSE E MEDIORIENTALE  
 
 Roma, 26 marzo 2015 - A febbraio 2015 le esportazioni dell’Italia verso i Paesi extra Ue hanno registrato un considerevole incremento– rispetto al 2014 – pari al 7,1%. Il nostro export nell’area si è attestato a quasi 14,9 miliardi. Di conseguenza il saldo commerciale italiano extra Ue ha evidenziato miglioramenti sostanziali. La nostra bilancia ha accumulato un surplus di 2,8 miliardi di euro, in progressivo ampliamento. A livello di destinazione geografica, nel periodo gennaio-febbraio 2015 le nostre esportazioni, su base tendenziale, hanno realizzato passi in avanti importanti in America settentrionale, grazie alla ottima performance negli Stati Uniti (+37,2%) e in Medio Oriente (+5,4%). Il Vice ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha commentato che : “I dati confermano la ripresa ed evidenziano il dinamismo dei prodotti del Made in Italy e la grande capacità delle nostre imprese di raggiungere quei mercati a noi distanti sia fisicamente che per tradizioni. In particolare il dato sul mercato statunitense è un’ulteriore conferma del grande potenziale dei nostri prodotti oltreoceano e della validità della nostra intuizione di lanciare un piano speciale di promozione negli Stati Uniti a partire da quest’anno.”  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, ASSAGGIO DI PRIMAVERA PER L’EXPORT NEI MERCATI EXTRA-UE A FEBBRAIO, +4,5% LE ESPORTAZIONI NEI PAESI EXTRA-UE, ANCHE SE CON L’AIUTO DEI MEZZI DI NAVIGAZIONE MARITTIMA. SALDO RECORD (+2,6 MILIARDI), GRAZIE SOPRATTUTTO ALLA FORTE RIDUZIONE DELL’IMPORT ENERGETICO  
 
Roma, 26 marzo 2015 – Dopo il calo di inizio anno, a febbraio forte rimbalzo per l’export italiano nei mercati al di fuori dell’Ue a 28 (+4,5% rispetto a gennaio), anche se col consistente contributo della vendita di mezzi di navigazione marittima. In aumento soprattutto le vendite di beni strumentali (+13,2%), utilizzati dalle imprese estere nel loro ciclo produttivo. In termini di surplus, si registra un’inversione di tendenza, con un forte incremento che porta ad un attivo di 2,6 miliardi di euro. “Le aspettative generate negli operatori dalla svalutazione dell’euro a quanto pare stanno iniziando a dare i loro frutti. Segnali positivi vengono anche dalla performance del nostro surplus, che però è attribuibile in larga parte alla riduzione delle importazioni di energia. – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi – In prospettiva quindi, se si realizzerà la ripresa economica, ci attendiamo un aumento della domanda di energia a costi più elevati, situazione che potrebbe avere ripercussioni anche sul surplus”. Per quanto riguarda i Paesi, preoccupa la situazione in Russia, dovuta alla crisi internazionale, che scivola dal terzo al quinto posto tra i nostri partner Extra-ue, superata da Cina e Turchia: nei primi due mesi dell’anno si registra infatti una riduzione su base annua di un terzo delle vendite verso questo mercato. Prosegue invece l’avanzata nel mercato statunitense, con un incremento delle esportazioni che supera il 37% e un attivo pari a 3,2 miliardi di euro.  
   
   
IMPRESE, INTESA REGIONE LOMBARDIA-SESTO S. GIOVANNI PER RILANCIO PRODUTTIVO  
 
Milano, 26 marzo 2015 - Regione Lombardia e Comune di Sesto San Giovanni (Milano) collaboreranno per favorire l´insediamento di nuove imprese e il rilancio produttivo del territorio, attuando varie misure previste dalla Legge regionale 11 ´Impresa Lombardia´, che porteranno anche alla riduzione del carico fiscale sulle imprese stesse, grazie all´azione del Comune. E´ quanto prevede un protocollo d´intesa sottoscritto, a Palazzo Lombardia, dall´assessore regionale alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini e dal sindaco di Sesto San Giovanni Monica Chittò (che era accompagnata dall´assessore Virginia Montrasio). Marketing Territoriale - "Con questa intesa - ha spiegato Melazzini - diamo applicazione a quanto previsto dalla Legge ´Impresa Lombardia´, in particolare per ciò che riguarda gli ´Accordi di competitività´, che prevedono anche il coinvolgimento degli Enti locali. Per favorire l´insediamento di nuove imprese, si metterà in atto un marketing territoriale per l´identificazione di aree da offrire alle imprese che intendono insediarsi sul territorio di Sesto. Speriamo che, a partire da questa intesa, si crei un ´effetto domino´". Collaborazione Tra Istituzioni - "L´accordo di oggi - ha proseguito Melazzini - è un esempio concreto di come le Amministrazioni possano collaborare e fare concretamente qualcosa per rilanciare il tessuto imprenditoriale e aumentare l´attrattività del territorio. Su quest´ultimo aspetto Regione Lombardia è molto impegnata anche attraverso altri percorsi, soprattutto sulla semplificazione". Accordi Di Competitività - L´impegno della Regione Lombardia sarà soprattutto rivolto a favorire il rilancio dell´attrattività e della competitività delle imprese sul territorio di Sesto San Giovanni, attraverso la sottoscrizione di ´Accordi per la competitività´. Si tratta di una nuova tipologia di intesa, attraverso cui imprese e Pubblica Amministrazione collaborano per valorizzare le risorse produttive del territorio. "Gli ambiti di intervento - ha spiegato Melazzini - sono: opere infrastrutturali, ricerca e innovazione e capitale umano. Le risorse complessivamente disponibili sono pari a 20 milioni di euro". Per quanto riguarda, in particolare, Sesto San Giovanni, l´ambito cui si darà maggiore attenzione è quello delle opere infrastrutturali di proprietà pubblica. Esenzione Per Due Anni Dalla Tari - Dal canto suo, il Comune di Sesto San Giovanni, sempre nell´ambito degli ´Accordi di competitività´, prevede di favorire l´insediamento di nuove imprese sul proprio territorio, intervenendo con agevolazioni fiscali a favore di attività che garantiscano la permanenza sul territorio e la creazione di posti di lavoro. Le imprese con determinate caratteristiche che si stabiliranno sul territorio sestese nel 2015 e nel 2016 saranno esentate, per due anni, dalla Tari e potranno ottenere l´erogazione, per lo stesso periodo di tempo, di contributi a sostegno della propria attività. "Come città del lavoro - ha affermato il sindaco Chittò - Sesto non poteva non cogliere in modo innovativo le opportunità offerte dalla legge regionale. Il cuore della nostra proposta è l´azzeramento delle tasse locali come Imu, Tari, tassa pubblicità e occupazione suolo pubblico per tutte le imprese con almeno tre dipendenti e che rimarranno a Sesto per cinque anni".  
   
   
INDUSTRIA: ASSESSORE FVG INCONTRA PMI DEL VOLOGDA (FED. RUSSA)  
 
Trieste, 26 marzo 2015 - Il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, ha incontrato ieri a Trieste un gruppo di piccoli e medi imprenditori della Regione di Vologda della Federazione Russa, in questi giorni in Friuli Venezia Giulia per verificare la possibilità di incrementare i rapporti economici e commerciali con partner locali. La delegazione russa era guidata da Kirill Matveev, dell´Agenzia per il supporto alle Piccole e medie imprese, anche in rappresentanza del governo della Regione di Vologda, e accompagnata dallo Studio Zunarelli. "Questo tipo di contatti fra imprese - ha osservato il vicepresidente - è molto importante. La Federazione Russa rappresenta un partner significativo per l´export del nostro settore manifatturiero e credo sia importante che i rapporti, nonostante il momento difficile, continuino a essere mantenuti e coltivati". Bolzonello ha avuto modo di illustrare gli strumenti che la Regione mette a disposizione delle imprese, anche grazie alla nuova legge sul rilancio del manifatturiero, per sostenere i processi di internazionalizzazione e le esportazioni, e per favorire nello stesso tempo gli investimenti esteri in Friuli Venezia Giulia. La Regione di Vologda, è stato spiegato, ha come il Friuli Venezia Giulia un milione e 200 mila abitanti e si trova nel Nord Ovest della Federazione Russa, in una posizione centrale e ben collegata. La Regione dispone di un significativo tessuto industriale nei settori della metallurgia, dei minerali, della chimica e della lavorazione del lino, a cui si aggiungono prodotti agroalimentari tipici come burro e olio. Gli imprenditori della delegazione hanno confermato l´interesse per il mercato italiano e del Friuli Venezia Giulia in particolare. Al termine dell´incontro, Bolzonello ha accompagnato gli ospiti in visita al Palazzo della Presidenza. Gli imprenditori hanno donato al vicepresidente alcuni prodotti tipici di lino del Vologda, mentre Bolzonello ha consegnato agli ospiti un volume sulle istituzioni scientifiche del Friuli Venezia Giulia.  
   
   
FINANZA SOCIALE: ON LINE LA PRIMA GUIDA ITALIANA DEDICATA AL TEMA PRESENTATO LO STATO DELL’ARTE DI UN SETTORE DI MERCATO CHE ENTRO IL 2020 POTREBBE VALERE 250 MILIARDI DI EURO  
 
Milano, 26 marzo 2015 – È stato presentato ieri, in occasione dell´evento “Finanza a impatto sociale. Prospettiva a portata di mano?”, il Quaderno “Introduzione alla Finanza Sociale”, curato da Fondazione Sodalitas. La pubblicazione è la prima Guida italiana agli strumenti di Finanza Sociale - dai più tradizionali ai più innovativi - che mette a disposizione degli operatori del sociale, della finanza e delle imprese il quadro complessivo delle opportunità disponibili. La finanza sociale: definizione e contorni di un fenomeno in evoluzione - Si definisce “a impatto sociale” quella finanza “che sostiene investimenti legati ad obiettivi sociali misurabili in grado, allo stesso tempo, di generare un ritorno economico per gli investitori”: un ambito di attività che può mettere a disposizione risorse finanziarie a progetti in grado di soddisfare gli investitori, generando benefici sociali misurabili, raggiungendo, al contempo, una redditività del capitale. Regno Unito, Stati Uniti, Australia e Canada sono i Paesi più all’avanguardia nell’impact investing: gli investimenti ad impatto si stanno rivelando contesti fertili per la costruzione di partnership pubblico-privato di tipo innovativo, in cui il risparmio ottenuto dal settore pubblico nel conseguimento dell’obiettivo sociale viene ripartito tra pubblico e privato e rappresenta la fonte di remunerazione dell’investitore. In Italia, nonostante la finanza sociale vanti una lunga storia - da far risalire alle esperienze delle istituzioni mutualistiche, delle casse di risparmio, delle banche di credito cooperativo e delle fondazioni bancarie – il fenomeno nelle sue connotazioni più attuali è in fase nascente. La spesa pubblica nazionale per protezione sociale ammonta a 432 miliardi di Euro, pari al 56% della spesa pubblica corrente complessiva. Ma – al netto della spesa per pensioni e per la sanità (rispettivamente il 61% e il 24%) – solo 63 miliardi di Euro, pari al 15% della spesa per protezione sociale, sono dedicati a settori come invalidità, sostegno alle famiglie, housing ed esclusione sociale. (Istat, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni Pubbliche, 2013). Il Rapporto della Social Impact Investment Task Force arriva a stimare che il gap tra bisogni sociali e spesa pubblica, per il periodo 2014-2020, potrà raggiungere i 150 miliardi di euro. È dunque in questo specifico contesto di bisogni che si sta strutturando la finanza sociale italiana: un numero crescente di banche, fondazioni bancarie, intermediari assicurativi, fondi pensione e cooperative sociali sta elaborando nuove tecnologie, nuovi modelli organizzativi e nuovi strumenti di intervento a favore della domanda di assistenza che rischia, in prospettiva, di restare senza risposta. Un mercato, questo, che potrebbe raggiungere entro il 2020 i 250 miliardi di euro. “È arrivato il momento per il nostro Paese di creare un ecosistema favorevole agli investimenti a impatto e alla finanza sociale” ha dichiarato Giovanna Melandri, Presidente di Human Foundation e Coordinatore dell’Advisory Board Italiano della G8 Social Impact Investments Taskforce. La crisi ci sta imponendo di ripensare il nostro sistema, non approfittarne per provare a cambiare paradigma sarebbe davvero miope. Nel mondo anglosassone hanno presente da tempo che muovere capitali verso la dimensione sociale genera ricchezza economica, occupazionale, sociale. Pensiamo, per esempio ai Social Impact Bond sperimentati in Uk e Stati Uniti. O al radicale cambiamento previsto dal meccanismo del "pay for results" che il Congresso americano sta esaminando. Il lavoro fatto nell´ultimo anno dalla Social Impact Investment task Force, nata in ambito G8 e di cui ho presieduto l´advisory board italiano, può essere prezioso per i policy makers italiani. Bisogna con urgenza lavorare a un nuovo quadro di politiche pubbliche atte a favorire lo sviluppo di una cultura dell´impatto sociale e dell´erogazione di risorse pubbliche collegate a doppio filo ai risultati raggiunti Il Governo non abbia timore dei cambiamenti e mantenga sul tema l´apertura mostrata fin´ora. Si tratta infatti di aprire una nuova stagione nelle politiche di prevenzione, e favorire la nascita di un nuovo protagonismo dell´impresa sociale e degli investimenti ad impatto”. "Le recenti stime di crescita economica - ha aggiunto Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano - non permettono di pensare che il gap tra bisogni crescenti espressi dalle comunità e risorse pubbliche sempre più scarse per il finanziamento dei sistemi di welfare possa ridursi. Per questo il tempo per dotarsi sia a livello nazionale che comunitario di un ecosistema normativo capace di spingere l’economia sociale stringe. Nel nostro Paese molto si sta facendo per incentivare l’impresa sociale, ma molto si dovrà ancora fare soprattutto sul piano degli incentivi fiscali e della semplificazione burocratica ed amministrativa. A fronte delle difficoltà di finanziamento dei sistemi centralizzati di welfare da parte degli Stati, sappiamo che le organizzazioni orientate al conseguimento di valore sociale sono capaci mobilitare e attrarre risorse, creare ricchezza e posti di lavoro". I contenuti del Quaderno Sodalitas “Introduzione alla finanza sociale” La pubblicazione che Fondazione Sodalitas ha presentato oggi mette a disposizione degli operatori - sia profit che nonprofit, sia finanziatori che fruitori di finanziamenti - ma anche dei non addetti ai lavori un riferimento omogeneo in termini di informazioni e lessico disponibili. Il Quaderno, nel susseguirsi dei capitoli in cui è organizzato, fa il punto della situazione insistendo sulla necessità, da un lato, di ottimizzare l´utilizzo delle risorse, e dall´altro, di individuare sistemi di finanziamento dei servizi sociali in grado di veicolare risorse aggiuntive per contribuire a colmare il gap esistente. La riflessione entra poi nel merito degli strumenti di finanza sociale ad oggi disponibili: dal Social Impact Fund al Social Impact Bond, dal Social Bond al Mini Bond, fino al Crowdfunding, alla Microfinanza e al Microcredito. Fondazione Sodalitas ha organizzato l’evento di oggi e redatto il Quaderno “Introduzione alla Finanza Sociale” nell’ambito di Fatti&effetti, il progetto che diffonde la cultura e la pratica della valutazione dell’Impatto sociale in Italia mettendo in comune le forze e le competenze di diversi stakeholder, tra cui i network nazionali ed internazionali più all’avanguardia. "L’impatto sociale è un tema di largo respiro e lunga durata" ha dichiarato Maria Teresa Scherillo, Consigliere d’Indirizzo di Fondazione Sodalitas. E sta diventando un movimento carico di energia, un network in costante espansione di organizzazioni diverse e persone che guardano al futuro con generosità e ottimismo: una grande opportunità per generare, oggi, nel mondo dei servizi, un salto di paradigma analogo a quello rappresentato, negli anni ´80, dal Movimento per la Qualità Totale nel manufacturing. Attraverso il programma Fatti&effetti, che abbiamo avviato nel 2012, intendiamo continuare ad alimentare questo processo sviluppando iniziative di confronto e coinvolgimento, formazione e apprendimento. Siamo convinti che solo un concorso plurale e multistakeholder permetta di armonizzare i mezzi con i fini, individuando gli impatti e gli obiettivi che vogliamo realizzare, e disegnando insieme il percorso per raggiungerli”. I protagonisti del dibattito nazionale Come emerso dall’analisi di Fondazione Sodalitas e dai lavori della Social Impact Investment Task Force, aprire il sociale alla finanza e la finanza al sociale potrà favorire l’innovazione necessaria nelle risorse e nelle soluzioni per affrontare i temi della povertà, della disuguaglianza e dell’esclusione. Il dibattito è aperto e sono numerose, anche in Italia, le esperienze pionieristiche cui fare riferimento. Banca Prossima per esempio, nata nel 2007, è il primo esempio italiano di banca dedicata esclusivamente al sociale, nel cui contesto sono state avviate iniziative e proposte innovative. Una su tutte Terzovalore.com, la piattaforma web dove le Organizzazioni Nonprofit, clienti di Banca Prossima, possono presentare progetti a finalità sociali e rivolgersi al “pubblico” per raccogliere, nelle forme del prestito e del dono, le risorse finanziarie necessarie alla loro realizzazione. Al 10 aprile 2014 sono stati pubblicati progetti per 8,7 milioni di euro raccogliendo prestiti per 3,65 milioni di euro da 837 prestatori e 638 mila euro da 102 donatori. Ubi Banca è invece capofila nel settore dell’investimento sociale, con numerose obbligazioni già emesse. I Social Bond collocati da Ubi Banca fino a marzo 2015 sono stati 62 per un controvalore di oltre 650 milioni di euro: i contributi a titolo di liberalità sono stati pari a oltre 3,2 milioni di euro. I Social Bond sono stati sottoscritti da circa 24.000 clienti del Gruppo Ubi.  
   
   
ACCIAIO IN UMBRIA: POSITIVA DECISIONE COMMISSIONE UE SU DAZI PRODUZIONI DA CINA E TAIWAN  
 
Perugia, 26 marzo 2015 – "La decisione della Commissione europea di imporre per un periodo di sei mesi dazi antidumping ad una serie di prodotti di acciaio inossidabile provenienti dalla Cina e da Taiwan va nella direzione che da sempre avevamo auspicato, e ci auguriamo che la Commissione possa rendere il provvedimento stabile nel tempo". E´ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che sottolinea inoltre come "già all´epoca della vicenda Ast-outokumpu come sistema istituzionale umbro avevamo sollecitato provvedimenti della Commissione Europea che salvaguardassero le produzioni di acciaio europee, e segnatamente l´industria siderurgica europea e con essa quella italiana e di Terni. Misure che in presenza di un mercato globalizzato dell´acciaio avrebbero rappresentato anche un argine a forme e fenomeni anomali di concorrenza industriale". "Si tratta, dunque – ha aggiunto Marini - di un provvedimento importante, non certo ispirato da logiche di protezionismo, ma da una necessità di salvaguardare anche la qualità ambientale e dell´alimentazione, visto che molte delle produzioni di acciaio inox sono destinate proprio all´uso alimentare". La presidente Marini, infine, ha ricordato come tale provvedimento sia stato anche oggetto di un confronto "sempre leale e positivo che in questi anni abbiamo sviluppato con gli stessi parlamentari italiani eletti al Parlamento europeo".  
   
   
FERRARA: IMPRESE DI FAMIGLIA, PERNO DELLA RIPRESA  
 
Ferrara, 26 marzo 2015 - Struttura prudente del capitale, con un´avversione al debito; frugalità ed attenzione ai costi; attitudine alla diversificazione, sia geografica che settoriale. Questa la carta di identità delle imprese famigliari ferraresi che, in questi anni di crisi, si stanno dimostrando il modello produttivo più resistente e capace di creare lavoro. A dirlo, sono i dati dell´Osservatorio dell´economia della Camera di commercio, che evidenzia come per sette imprenditori ferraresi su dieci, l’economia su base familiare sia un valore reciproco per azienda e famiglia in quanto entrambi elementi fondanti della società e perché rende l’impresa maggiormente flessibile. La solidarietà e la capacità di adattamento alle contingenze della famiglia, inoltre, rende la gestione familiare un vantaggio per quasi uno su due, con benefici economici di circa un decimo sul peso medio del fatturato annuo. Un imprenditore su due – prosegue la Cdc - ha scelto di seguire le “orme professionali” paterne mentre circa uno su otto si è dedicato all’attività professionale della madre o dei nonni. I motivi principali di questa scelta? Lavorare nell’impresa di famiglia ma anche il rispetto per l’insegnamento dei valori dell’impresa. E la consapevolezza di poter lasciare l’attività al proprio figlio tranquillizza, infine, il 31% (il 25% nel 2014) degli imprenditori per quanto riguarda la crisi economica. Ma – sottolinea ancora la Cdc - la convivenza e la continuità generazionale non si ottengono “solo” con la definizione del passaggio delle quote proprietarie, con l´individuazione della leadership operativa futura e con la “taratura” degli aspetti legali o fiscali. Il problema non è (e non deve essere) soltanto la successione. Ciò che si deve preparare per tempo realizzare è un insieme di regole, conoscenze, competenze, criteri e modalità di funzionamento e convivenza non lasciati alla esclusiva libera interpretazione dei singoli, ma tempestivamente esplicitati affinché, grazie alla loro costante applicazione, essi possano diventare abitudini naturali e, quindi cultura di tutti i membri della famiglia. “Genio e impegno imprenditoriale non sono ereditari" dice Paolo Govoni, presidente della Cdc di Ferrara “Valori, regole, principi e meccanismi di funzionamento condivisi e costantemente coltivati ed osservati, sono i veri fattori di continuità. Esistono famiglie imprenditoriali che hanno venduto o perso l´azienda ma che hanno creato nuove imprese applicando qualità e processi imprenditoriali ad altri settori. L´essenza imprenditoriale evolve e si adatta ai cambiamenti esterni grazie, anche, alla linfa delle nuove generazioni a cui le qualità imprenditoriali sono state insegnate. Questo instancabile processo di trasmissione di valori, qualità e capacità – conclude Govoni - genera imprese più resistenti nel tempo perché animate dallo spirito imprenditoriale della famiglia”.  
   
   
FVG-MONTENEGRO: COOPERAZIONE EFFICACE SOLO SE CONTINUATIVA  
 
Kotor, 26 marzo 2015 - Le cooperative sociali possono contribuire in modo decisivo al superamento dello stigma e all´inclusione sociale del disagio psichiatrico. E´ questo il "messaggio", che i professionisti e gli operatori del settore del Friuli Venezia Giulia hanno trasmesso ai loro colleghi e alle autorità, partecipanti al forum "Oltre le barriere per l´inclusione sociale", che si svolge in questi giorni a Podgorica e a Cattaro (Kotor) in Montenegro. All´iniziativa, organizzata dalla Regione in collaborazione con il ministero italiano Affari Esteri nell´ambito dell´Anno europeo per lo Sviluppo, sono intervenuti l´assessore regionale alla Solidarietà, Gianni Torrenti, l´ambasciatore d´Italia in Montenegro, Vincenzo Del Monaco, il presidente della Vi Commissione del Consiglio regionale Fvg, Franco Codega, e i sindaci di Monfalcone e Kotor, Silvia Altran e Aleksandar Stjepcevic. L´intenso programma dell´evento, che ha visto la partecipazione attiva della Comunità degli italiani del Montenegro (circa 600 persone) e degli studenti, ha previsto l´organizzazione degli incontri di tipo formativo, culturale, istituzionale ed economico-sociale. Al dibattito, focalizzato sulla Cooperazione internazionale allo Sviluppo, l´assessore Torrenti ha evidenziato che "è efficace soltanto se attuata con continuità, poiché ciò permette di superare la superficialità e quindi ad approfondire i rapporti tra i Paesi". La Regione finanzia da una quindicina d´anni nello Stato balcanico, che conta 680 mila abitanti, progetti di collaborazione economica, sociale e culturale (turismo, energia rinnovabile, il settore del legno, l´arte del merletto, etc.); l´anno scorso è stato organizzato a Podgorica anche un festival del cinema italiano. Nel confermare per il prossimo triennio il supporto finanziario ai progetti di cooperazione, l´assessore Torrenti ha citato la storia che unisce le comunità nell´Adriatico e la bellezza paesaggistica della costa montenegrina, auspicando "uno sviluppo non nel segno della speculazione edilizia e del consumo del suolo, come avvenuto nel passato in Italia, bensì del rispetto dell´ambiente". All´incontro, moderato dalla giornalista dell´Avvenire, Lucia Bellaspiga, sono stati illustrati gli esiti dei due progetti di cooperazione, cofinanziati dalla Regione: il primo, presentato dal Comune di Monfalcone, riguarda lo scambio di esperienze psichiatriche tra i Dipartimenti di Salute mentale (Dsm) di Trieste e di Udine e l´Ospedale psichiatrico di Kotor; l´obiettivo del secondo, presentato dal Cosm (Consorzio operatori Salute mentale) di Udine, è realizzare in Montenegro una decina di cooperative sociali. Il direttore del Dsm di Ts, Roberto Mezzina,(presente anche il suo omologo udinese Renzo Bonn) ha ricordato le esperienze maturate in Italia con la "Riforma Basaglia" (legge 180/1978) che ha portato alla chiusura dei manicomi e all´organizzazione dei servizi sostitutivi relativi alla salute mentale. Nella società montenegrina, dove lo stigma delle malattie mentali è ancora forte (a Cattaro è funzionante un ospedale psichiatrico "di tipo tradizionale" con 240 pazienti), si cerca di sviluppare tra gli operatori del settore una sensibilità più innovativa e liberale in linea con quanto richiesto dall´Organizzazione mondiale della sanità. Strettamente complementare al perseguimento di questo fine è anche il progetto, presentato dalla presidente del Cosm, Michela Vogrig, che prevede la creazione nel Paese di dieci cooperative sociali. L´inclusione nella società dei soggetti con disabilità mentali passa attraverso il lavoro, quindi l´attuazione di idee imprenditoriali, che nascono "dal basso". Il presidente dell´Università popolare di Trieste, Fabrizio Somma, ha parlato della ricca attività svolta (in base alla legge regionale 79/1987) a favore della tutela della cultura e della lingua delle comunità d´origine veneta lungo la sponda orientale dell´Adriatico. Rivolgendosi al pubblico prevalentemente formato da studenti, il consigliere regionale Franco Codega ha evidenziato come "la comune casa europea garantisce la pace e il welfare per tutti, ma nel contempo richiede un coinvolgimento diretto dei giovani". Il Montenegro ha chiuso già 16 dei 32 capitoli necessari per poter entrare nell´Ue. Tra i vari appuntamenti organizzati è da ricordare l´esibizione del gruppo teatrale triestino Accademia della Follia di Claudio Misculin, che ha presentato la piece "Estravaganzia" di Dacia Maraini. Fra gli incontri di tipo istituzionale, l´assessore Torrenti ha incontrato anche i vicesindaci della capitale montenegrina, Caslav Vesovic e Boris Mugosa, con i quali è stato fatto il punto della situazione in merito all´attività dell´Agenzia della Democrazia Locale. L´assessore Torrenti ha visitato a Cattaro anche l´Istituto di Biologia marina, dove è stata scoperta una targa in memoria del maricoltore triestino Mario Bussani, scomparso nel 2013, che implementò l´impianto di mitilicoltura e progettò l´ostricoltura nelle rinomate Bocche.