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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Aprile 2015
ANTITRUST: LA COMMISSIONE UE INVIA UNA COMUNICAZIONE DEGLI ADDEBITI A GAZPROM PER PRESUNTO ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE SUI MERCATI DEL GAS DELL´EUROPA CENTRALE E ORIENTALE.  
 
Bruxelles, 23 aprile 2015 - La Commissione Europea ha inviato una comunicazione degli addebiti a Gazprom in cui sostiene che alcune pratiche commerciali attuate da questa azienda sui mercati del gas dell´Europa centrale ed orientale costituiscano un abuso di posizione dominante in violazione delle norme dell´Ue in materia di antitrust. Maggiori informazioni sono disponibili nella scheda informativa. A seguito della sua indagine, la Commissione è giunta alla conclusione preliminare che Gazprom violi tali norme mettendo in atto una strategia di compartimentazione dei mercati del gas dell´Europa centrale e orientale, ad esempio limitando la capacità dei propri clienti di rivendere il gas a livello transfrontaliero. Ciò potrebbe aver consentito a Gazprom di praticare una politica dei prezzi sleale in alcuni Stati membri. È inoltre probabile che Gazprom abbia abusato della propria posizione dominante sul mercato subordinando le proprie forniture di gas all´assunzione di impegni di altra natura da parte dei rivenditori all´ingrosso per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto del gas. Gazprom dispone ora di 12 settimane di tempo per rispondere alla comunicazione degli addebiti e può anche richiedere un´audizione per presentare le proprie argomentazioni. La Commissione rispetterà appieno il diritto alla difesa di Gazprom e vaglierà attentamente le sue osservazioni prima di adottare una decisione. L´invio di una comunicazione degli addebiti non pregiudica l´esito definitivo dell´indagine. Margrethe Vestager, Commissaria europea responsabile della Concorrenza, ha dichiarato: "Il gas è un bene essenziale nella nostra vita quotidiana: lo utilizziamo per riscaldare le nostre case, per cucinare e per produrre elettricità. Pertanto è fondamentale salvaguardare una concorrenza equa sui mercati europei del gas. Tutte le imprese che operano sul mercato europeo – che siano o meno europee – sono tenute a rispettare le norme dell´Ue. Il mio timore è che Gazprom stia violando le norme dell´Ue in materia di antitrust abusando della propria posizione dominante sui mercati del gas dell´Unione. Riteniamo che potrebbe aver innalzato barriere artificiali per evitare il flusso di gas da alcuni paesi dell´Europa centrale e orientale verso altri, ostacolando la concorrenza transfrontaliera. L´aver mantenuto separati i mercati nazionali del gas ha consentito a Gazprom di praticare una politica dei prezzi che ci sembra a prima vista sleale. Se le nostre preoccupazioni dovessero essere confermate, Gazprom dovrà affrontare le conseguenze giuridiche della sua condotta." Conclusioni preliminari della Commissione nella comunicazione degli addebiti Gazprom è il fornitore dominante di gas in diversi paesi dell´Europa centrale e orientale. Alla luce della sua indagine, la Commissione ritiene in via preliminare che Gazprom ostacola la concorrenza sul mercato della fornitura di gas in otto Stati membri (Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia). La Commissione è del parere che Gazprom metta in atto una strategia abusiva su tali mercati per la fornitura di gas. In particolare: Gazprom impone restrizioni territoriali nei suoi accordi di fornitura con i rivenditori all´ingrosso e con alcuni clienti industriali nei suddetti paesi. Tali restrizioni comprendono divieti di esportazione e clausole che impongono l´utilizzo del gas acquistato in un territorio specifico (clausole di destinazione). Per impedire il flusso transfrontaliero di gas, Gazprom ha fatto ricorso anche ad altre misure, tra cui l´obbligo per i grossisti di richiedere il suo accordo per l´esportazione di gas e il rifiuto, in talune circostanze, di modificare il luogo di consegna del gas. La Commissione ritiene che tali misure impediscano il libero scambio di gas all´interno dello Spazio economico europeo (See); Tali restrizioni territoriali potrebbero generare un aumento dei prezzi del gas e consentire a Gazprom di attuare una politica dei prezzi sleale in cinque Stati membri (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia), imponendo ai grossisti prezzi significativamente più elevati rispetto ai propri costi o ai prezzi di riferimento. Tali prezzi non equi dipendono in parte dalle formule di calcolo utilizzate da Gazprom le quali, indicizzando il prezzo del gas nei contratti di fornitura in base a un paniere di prodotti petroliferi, hanno indebitamente favorito Gazprom rispetto ai suoi clienti; è probabile che Gazprom sfrutti la propria posizione dominante sul mercato subordinando le forniture di gas alla Bulgaria e alla Polonia alla concessione di impegni di altra natura da parte dei rivenditori all´ingrosso per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto del gas. Ad esempio, le forniture di gas sono state subordinate alla realizzazione di investimenti in un progetto di gasdotto promosso da Gazprom o all´accettazione di un suo maggiore controllo su un gasdotto. La Commissione ritiene in via preliminare che tali pratiche costituiscono un abuso di posizione dominante da parte di Gazprom, vietato all´articolo 102 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea (Tfue). Tale comportamento, se confermato, ostacola le vendite transfrontaliere di gas all´interno del mercato unico e riduce, quindi, la liquidità e l´efficienza dei mercati del gas, aumenta le barriere al commercio tra gli Stati membri e contribuisce all´aumento dei prezzi del gas.  
   
   
UE: DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO VESTAGER SU INVIO DI UNA COMUNICAZIONE DEGLI ADDEBITI A GAZPROM  
 
Bruxelles, 23 aprile 2015 - Ieri, la Commissione ha inviato una comunicazione degli addebiti a Gazprom, uno dei principali fornitori di gas in Europa. Si delinea la nostra preliminare che Gazprom sta rompendo le regole antitrust dell´Unione europea, mettendo in atto le barriere artificiali al commercio tra determinati paesi dell´Ue, evitando flussi di gas e la concorrenza oltre i confini nazionali. La nostra indagine riguarda otto paesi europei: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria. Gazprom è il fornitore di gas dominante in tutti questi paesi. In alcuni di questi mercati, Gazprom è l´unico fornitore di gas del paese ha accesso e si basa su. La nostra conclusione preliminare nella comunicazione degli addebiti è che Gazprom sta abusando questa posizione dominante. In primo luogo, vorrei dire qualche parola sul processo che ha portato fino alla decisione di oggi. La comunicazione degli addebiti è basata su una approfondita indagine approfondita comprese ispezioni in loco, che sono stati effettuati nei locali delle società del gas nel settembre 2011. Poi, nel 2013 e primi mesi del 2014 ci sono state discussioni circa gli impegni, ma non sono riusciti al momento. Quando ho assunto l´incarico lo scorso novembre, ho chiesto ai miei servizi di aggiornare il fascicolo per riflettere i dati disponibili più recenti, come base per le mie decisioni su prossimi passi. Quello che si delineano nella comunicazione degli addebiti è il nostro parere preliminare che la strategia globale di Gazprom è abusiva. Gazprom ha adottato una strategia per dividere il mercato unico dell´Ue, attraverso diverse restrizioni territoriali, anche in contratti con i propri clienti e anche attraverso altre misure. Riteniamo che nei contratti di fornitura degli otto paesi diversi, in forme diverse, Gazprom si è compartimentare il mercato. Ad esempio, una delle misure sotto inchiesta sarebbe che un cliente di Gazprom in un paese è contrattualmente vincolato gas non riesportazione verso un altro Stato membro. Tutte queste clausole portano a un risultato e sembrano avere un unico scopo: Gas acquistata in un paese non può essere venduto ai clienti in un altro paese, il che significa che gli acquirenti non hanno accesso al gas in altri territori a prezzi potenzialmente più competitivi. La Commissione ha anche la preoccupazione che, in conseguenza di tale compartimentazione del mercato, Gazprom è stato in grado di perseguire una politica dei prezzi sleale cinque paesi - Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Ci sono prove che i prezzi Gazprom applicato ai propri clienti in questi paesi può essere eccessivo rispetto ai costi di Gazprom e di prezzi di riferimento. Questi prezzi ingiustamente elevati potrebbero derivare in parte dalla meccanica di formule di Gazprom per l´indicizzazione dei prezzi del gas per i prezzi dei prodotti petroliferi a proprio beneficio. La Commissione non ritiene che l´indicizzazione petrolio come tale è illegale, ma nei paesi in questione, stiamo studiando se il modo specifico che l´indicizzazione olio era usato contribuito a prezzi sleali. Infine, vi è anche la prova che Gazprom ha usato la sua posizione dominante sul mercato, rendendo le forniture di gas in Polonia (per quanto riguarda il gasdotto Yamal-) e in Bulgaria (relativo al gasdotto South-stream) subordinato all´ottenimento impegni non collegati da grossisti riguardanti infrastrutture di trasporto del gas. Riteniamo che questo comportamento potenzialmente abusive è stato perseguito per un bel po ´e che è in corso. Gazprom ora ha 12 settimane per rispondere alla comunicazione degli addebiti. Guarderemo con attenzione a tutti gli argomenti di Gazprom prima di prendere qualsiasi decisione. Gazprom può anche chiedere un´audizione orale per presentare la sua posizione. Tutte le strade sono aperte in questa fase. Questo può essere visto da alcuni come un caso più politico che alcuni degli altri casi di concorrenza nel mio portafoglio. Ma se si scava in fascicoli precedenti, sarà effettivamente trovare altre società, che abbiamo indagato in base alle norme antitrust comunitarie, che riguardano anche le imprese di proprietà statale o di società con forti influenze governative. Questa è anche la seconda comunicazione degli addebiti nel settore energetico che ho inviati durante il mio mandato: Il 23 marzo, la Commissione ha inviato una comunicazione degli addebiti a Bulgarian Energy Holding (Beh), che riguarda anche gli accordi che possono limitare la libertà dell´acquirente di scegliere dove di rivendere l´elettricità acquistato.  
   
   
A TORINO IL FORUM PER IL PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE  
 
Torino, 23 aprile 2015 - Ridurre le emissioni in atmosfera, incrementare l’efficienza riducendo i costi energetici, favorire lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e promuovere la green economy: sono gli obiettivi del Pear, Piano energetico ambientale regionale del Piemonte, di cui si è discusso oggi al Circolo dei Lettori di Torino nel corso del Forum regionale per l’energia. Un primo passo verso la redazione del Piano, con un confronto fra gli esperti del settore e gli assessori regionali all’Ambiente, Alberto Valmaggia e alle Attività produttive, Giuseppina De Santis. “La Regione sta dando vita a un importante lavoro di squadra, mettendo in rete le diverse competenze e professionalità per intervenire in una materia trasversale come l’efficienza energetica”, ha detto Valmaggia. Un lavoro che non trascura il rapporto stretto con il territorio, per fare in modo che energia e sostenibilità ambientale non siano mai in conflitto. L’assessore all’Ambiente ha ricordato il caso dei campi fotovoltaici, in passato realizzati senza fare in modo che non andassero ad occupare terreni agricoli. “Poi si è optato per la costruzione dei pannelli sui tetti dei capannoni – ha proseguito – perché l’energia rinnovabile va bene ma non a tutti i costi”. Analogo il caso dell’eccessivo sfruttamento dell’energia idroelettrica, in merito al quale l’Unione europea ha avviato una indagine conoscitiva sulla Regione Piemonte. “Un ‘cartellino giallo’ – ha commentato Valmaggia – che in genere è l’anticamera della procedura di infrazione. Lo sfruttamento delle fonti idrauliche deve essere sempre raccordato alle ricadute ambientali, in modo da garantire il deflusso minimo vitale dei fiumi. Il ruolo della Regione deve essere proprio di contemperare le diverse esigenze programmando e pianificando gli interventi”. Un’idea condivisa anche dall’assessore De Santis. “La scelta della Regione in tema di energia – ha detto - è di ‘delegificare’ piuttosto che creare delle ripetizioni di norme nazionali e obblighi comunitari, che non mancano. È ovvio che quanto accade, poi, a livello europeo dipenda da scelte e decisioni prese a livello locale. Bisogna quindi costruire uno scenario condiviso fra pubblico e privato, coinvolgendo tutti i soggetti interessati”. Fra gli obiettivi condivisi c’è la creazione a Torino dell’Energy center nell’area ex Westinghouse in collaborazione con il Politecnico. “Un luogo modello – secondo l’assessore De Santis - per l’uso e il consumo corretto dell’energia, in cui si insedino imprese con progetti per la ricerca, e che sostenga il pubblico nell’elaborazione delle politiche energetiche”. De Santis ha ricordato che l’investimento previsto dal programma Por-fesr è di 190 milioni di euro, per garantire, fra l’altro anche la costruzione della filiera e l’efficientamento energetico. “L’obiettivo – ha concluso l’assessore alle Attività produttive - è migliorare le attività di innovazione e di ricerca oggi frazionate in tre poli, concentrandole in uno solo sul tema energia”.  
   
   
IMPIANTO DI PIROLISI RETORBIDO, NESSUN SÌ DA REGIONE LOMBARDIA  
 
Milano, 23 aprile 2015 - "Premessa, doverosa: nessun sì all´impianto dalla Regione. Terminata la verifica delle condizioni minime di procedibilità del progetto, si avvia la fase di verifica ambientale". Così l´assessorato all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia, attraverso una nota, replica all´articolo pubblicato su ´La Provincia Pavese´ in merito ad un presunto via libera da parte della Regione all´impianto di pirolisi di Retordibo/pv che dovrebbe sorgere sul sito dell´ex Fornace Valdata. Precisazioni Necessarie - "In merito all´articolo pubblicato sul vostro quotidiano - prosegue la nota - crediamo sia corretto fare alcune precisazioni sulle informazioni riportate che, seppur non scorrette, lasciano aperti alcuni dubbi interpretativi, importanti ai fini di una corretta conoscenza della questione. In particolare leggendo l´articolo sembra che la Regione abbia già di fatto effettuato una valutazione di merito di tutte le componenti ´investite´ dalle procedure Via e Aia. In realtà quello che viene definito ´primo ok regionale´ è relativo esclusivamente alla valutazione degli elementi ostativi Aia". Gli Elementi Ostativi - "Tali elementi ostativi - si legge nella nota - sono stati rilevati dall´autorità competente Aia e sono stati evidenziati al proponente successivamente alla prima conferenza istruttoria. A fronte della comunicazione, il proponente ha controdedotto e modificato il perimetro dell´impianto al fine della risoluzione dei motivi ostativi evidenziati. Le modifiche apportate dal proponente che l´articolo qualifica come ´spostare qualche riga´, al di là dei toni superficiali, nei fatti consta effettivamente, come scritto, nello spostamento della recinzione dell´impianto al fine di rispettare le distanze dal torrente Rile e per escludere le aree a destinazione agricola. Lo spostamento della recinzione ha reso necessario, per problemi di distanza, anche lo spostamento del gasometro". Superamento Degli Elementi Ostativi - "Il riavvio della procedura quindi è stato esclusivamente formulato dall´autorità competente Aia in relazione al superamento degli elementi ostativi evidenziati con il 10 bis - chiarisce ancora la nota -.La tempistica istruttoria riparte da zero. Solo ora i tecnici entreranno nel merito del progetto, passando per le diverse fasi delle procedure stesse: richieste integrazioni, acquisizione pareri enti e commissione Via, valutazione osservazioni pervenute, formulazione delle valutazioni Via e Aia". Nessun Sì, Ma Aspetto Preliminare - "La sola elencazione delle diverse fasi ancora da condurre - conclude la nota - evidenzia dunque come quello che l´articolo definisce come un ´sì della Regione´ non sia che un aspetto preliminare e propedeutico allo svolgimento delle istruttorie tecniche".  
   
   
BOLZANO, TAVOLO ENERGIA: CONCESSIONI, TUTELA DELLE ACQUE, DISTRIBUZIONE  
 
Bolzano, 23 aprile 2015 - Distribuzione, tutela delle acque, concessioni per piccole e medie derivazioni idroelettriche: saranno questi i temi che verranno affrontati nei prossimi mesi dal tavolo tecnico sull´energia, il cui coordinamento passa da Georg Wunderer a Flavio Ruffini. Gli esperti hanno espresso pareri positivi in merito alla riorganizzazione del settore in Alto Adige. "Con il riesame delle concessioni per grandi derivazioni idroelettriche, la fusione tra Sel e Aew che prenderà forma nei mesi estivi, e l´acquisto delle quote di Enel in Se Hydropower, la Giunta provinciale ha rispettato la promessa di riorganizzare il settore dell´energia in Alto Adige". Con queste parole, l´assessore Richard Theiner ha aperto i lavori del tavolo tecnico dell´energia, e tutti gli esperti presenti hanno espresso pareri positivi in merito ai recenti sviluppi. Ma i compiti, ovviamente, non sono finiti: secondo Theiner i prossimi passi riguardano principalmente l´attuazione delle normative sulla produzione di energia da parte delle piccole e medie centrali, sulla sicurezza e sulla tutela delle acque. Altro tema al centro del tavolo sull´energia, nei prossimi mesi, sarà poi quello relativo alla rete di distribuzione. "Entro la fine di maggio - ha aggiunto Theiner - dovrebbe essere pronta una prima bozza del Masterplan che indica le priorità e gli investimenti necessari per avere una rete efficiente e sostenibile, e per garantire l´approvvigionamento". Durante l´ultimo incontro del gruppo di esperti, il direttore dell´Appa Flavio Ruffini ha ribadito che "alla luce della mancanza di indicazioni tecniche e giuridiche da parte dello Stato, in Alto Adige non è possibile al momento prevedere la concessione di nuove grandi derivazioni di acqua a scopi idroelettrici". L´assessore Richard Theiner, infine, ha ringraziato il coordinatore del tavolo sull´energia, Georg Wunderer, che per motivi di salute lascia l´incarico pur rimanendo all´interno del gruppo di esperti. Il suo posto, in qualità di coordinatore, verrà preso da Flavio Ruffini.  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE: NUOVE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE SARDE NEL NORD AFRICA E NEI PAESI DEL GOLFO.  
 
 Cagliari, 23 Aprile 2015 - Le opportunità per le imprese sarde nel Nord Africa e nei Paesi del Golfo sono state al centro del forum organizzato questa mattina alla Cittadella dei Musei dall´Università di Cagliari e dall´Unicredit. I lavori si sono conclusi con l’intervento dell´assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, la quale ha sottolineato che "l’internazionalizzazione del sistema economico e delle imprese isolane è uno dei cardini del Programma regionale di sviluppo 2014-2019. I percorsi di sviluppo internazionale, tuttavia, non possono essere affidati all’improvvisazione, soprattutto per le imprese di minori dimensioni. Ciò è ancora più vero in Sardegna, dove il livello di competitività delle Pmi è ancora penalizzato dai bassi livelli di ricerca e innovazione e da una scarsa cultura dell´export". L’assessorato dell’Industria ha predisposto nelle sue linee fondamentali il Programma triennale per l’internazionalizzazione che, nelle prossime settimane, sarà presentato alle Associazioni delle imprese. "Siamo convinti - spiega Maria Grazia Piras - che le Associazioni imprenditoriali sapranno cogliere questa sfida e trasformarsi in preziosi partner di progetto per la Regione, con un contributo di proposte e idee prima di sottoporre il testo definitivo alla Giunta regionale per l’approvazione". Il Programma, che sarà reso operativo su fondi comunitari entro l’anno, prevede un’ampia gamma di interventi: azioni a sostegno di imprese singole o associate tra di loro in forma di rete; azioni volte a valorizzare il capitale umano, in particolare all’interno delle imprese; agevolazioni per l’acquisto di servizi finalizzati alle attività di internazionalizzazione. La Regione, anche attraverso un rinnovato rapporto con l’Agenzia Ice, sarà in prima fila per guidare azioni di sistema sui mercati obiettivo nei quali sono state individuate precise opportunità di sviluppo. "Presto - annuncia l’assessore Piras - saranno disponibili finanziamenti e aiuti a favore di micro, piccole e medie imprese per la realizzazione di piani per sostenere percorsi di penetrazione o consolidamento sui mercati esteri. Inoltre sono previsti programmi di assistenza alle imprese nelle prime fasi dell’internazionalizzazione e percorsi di formazione e alta formazione finalizzati all´accrescimento delle competenze manageriali". L´attivazione delle linee di attività, con la pubblicazione dei relativi bandi, è prevista entro il secondo semestre del 2015.  
   
   
IMPRESE: ASSESSORE ABRUZZO, DIAMO STRUMENTI PER ACCESSO A MERCATI ESTERI  
 
L´aquila, 23 aprile 2015 - L´abruzzo delle piccole e medie imprese guarda ai mercati esteri. All´aquila la 17° tappa del Roadshow organizzata dall´Ice, l´Istituto per il commercio estero, ha fatto conoscere alle imprese abruzzesi strumenti e opportunità per affrontare in sicurezza i mercati esteri. L´abruzzo, secondo i dati del ministero del Commercio con l´estero e dello Sviluppo economico, è tornato ad essere terreno fertile per l´export del made in Italy. Nel 2014, ha detto il viceministro degli Affari esteri Lapo Pistelli, "l´Abruzzo ha fatto registrare un incremento dell´esportazione del 2,9%. Ci troviamo di fronte ad un territorio che sta crescendo più degli altri e che dimostra un dinamismo che non può essere sottovalutato. È essenziale però - ha aggiunto Pistelli - avere la forza e il coraggio di scommettere sui mercati esteri, perché chi lo ha fatto ha visto incrementare di molto fatturato e fette di mercato". L´internazionalizzazione, dunque, deve rappresentare la chiave di volta per la crescita delle piccole e medie imprese. "Si tratta - ha detto il vicepresidente della Giunta regionale Giovanni Lolli - di mettere mano all´impostazione culturale che in campo industriale si è data questa regione. Sul territorio abbiamo grandi imprese che devono rappresentare opportunità di crescita per l´intera regione. Ed è pensando a questo che la Giunta regionale ha avviato una concreta politica industriale con strumenti e mezzi da mettere a disposizione delle imprese". Il vicepresidente Lolli ha poi affrontato il nodo dell´internazionalizzazione, "per il quale in passato sono stati buttati via tanti soldi pubblici. Deve esserci - ha aggiunto - un deciso cambio di passo che permetta a imprese e investitori di avere a disposizione gli strumenti giusti per accedere ai mercati esteri". In questo senso, Lolli ha annunciato che la Regione ha "a disposizione 2,5 milioni di euro per la promozione all´estero, ma chiedo la collaborazione diretta delle imprese per concordare piani e programmi di promozione. Mettiamo a disposizione del sistema industriale regionale strumenti per l´internazionalizzazione che hanno altre regioni, come ad esempio le Marche". Sul fronte delle politiche di sviluppo, infine, il Vicepresidente ha annunciato "l´avvio il prossimo mese dei Contratti di sviluppo sulla ricerca, dopo il successo riscontrato con quelli sull´ambiente".  
   
   
FVG, CRISI INDUSTRIALI: SERRACCHIANI, POSITIVO CONFRONTO IN COMMISSIONE  
 
Trieste, 23 aprile 2015 - Credo che l´incontro di oggi sia stato particolarmente utile per fare il punto sulle diverse crisi in atto e per poter lavorare tutti assieme per individuare delle soluzioni che ci permettano da una parte di consolidare l´esistente e dall´altra di cercare di affrontare queste crisi anche con idee nuove, come abbiamo cercato di fare con Rilancimpresa e come quotidianamente stiamo cercando di fare sui tanti tavoli che ci vedono, nostro malgrado, protagonisti". Lo ha detto ieri la presidente della Regione, Debora Serracchiani, al termine dell´audizione che, insieme al vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, ha avuto in seconda commissione del Consiglio regionale sulla situazione delle crisi industriali in Friuli Venezia Giulia. Risponendo alle domande dei giornalisti, la presidente ha ricordato come "i tavoli di crisi sono tantissimi e alcune di queste crisi hanno investito anche delle cooperative". Per quanto riguarda la Cooperativa Carnica Coopca, la presidente ha ribadito che "è stato positivo lo scioglimento della riserva da parte del Tribunale, che ha reso ammissibile il concordato. Questo ci permetterà di lavorare per migliorarlo e cercare di accrescere l´offerta, perché il nostro principale obiettivo è quello di cercare di salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro possibile e anche di riuscire a rifondere quanto i soci hanno prestato alla cooperativa in termini economici".  
   
   
FVG, ATTIVITÀ PRODUTTIVE: UN QUADRO CON PIÙ LUCI CHE OMBRE  
 
Trieste, 23 aprile 2015 - Un quadro che nel complesso presenta più luci che ombre quello che la presidente della Regione, Debora Serracchiani, e il vicepresidente e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, hanno ´dipinto´ ieri nel corso dell´audizione sulle crisi industriali in seconda commissione del Consiglio regionale. Diversi infatti gli elementi positivi, puntualmente evidenziati. Primo fra tutti "un manifatturiero - ha detto Bolzonello - a lungo sottovalutato, che invece è vivo e vegeto, uno dei pilastri su cui si fonda l´economia reale". Un manifatturiero che "è ritornato ad essere da traino per altri comparti ed è decisivo per far ripartire la domanda interna". Altro elemento positivo l´affidabilità del mondo imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia. Le luci vengono dai numeri di un´attenta analisi compiuta dagli uffici regionali, frutto non certo della lettura di dati vecchi, anche se ufficiali, ma "monitorando direttamente per mesi l´attività di 400 aziende piccole, medie grandi". "La metà delle nostre imprese è in una situazione positiva, con una fetta del 7 per cento in forte positività, un 15 per cento in sviluppo, e il restante in situazione stabile tendente al bello", ha affermato il vicepresidente. E se effettivamente l´altra metà delle nostre aziende ha "una serie di problematicità, che possiamo suddividere in cinque gradi di difficoltà", quelle effettivamente in crisi sono circa il 10 per cento, ovvero una quarantina, di cui Bolzonello ha fatto i nomi, riassumendone la situazione e le iniziative messe in campo per contrastare le criticità e superarle, e per difendere i posti di lavoro. Che significa che "altre aziende si trovano ad incorrere, abbastanza ciclicamente, in momenti di malessere, soprattutto economico-finanziario, destinato in genere ad essere superato". "Le crisi hanno diversi aspetti e spesso vengono da lontano", ha puntualizzato la presidente Serracchiani, evidenziando che quelle che non ne hanno subito gli effetti o che stanno superando le criticità sono "le imprese che prima che la crisi scoppiasse o al suo inizio hanno avuto l´accortezza di diversificare i propri mercati di riferimento e che hanno affrontato prima di altri il tema dell´internazionalizzazione, nonché quelle che hanno investito in ricerca e sviluppo, risultando più solide". Per quanto riguarda le ragioni delle difficoltà, per Serracchiani esse in alcune aziende sono di natura finanziaria. "Aziende poco capitalizzate che magari hanno ecceduto nel ricorso al debito. Aziende che hanno perso fette consistenti di mercato anche per problemi strutturali, sedimentate nel tempo", ha spiegato, riferendosi ad esempio a mobile e arredamento o elettrodomestico. A ciò si aggiunge "una gestione talvolta non adeguata alle sfide del mercato", mentre a questi tre macrogruppi "si aggiunge il tema delle aziende multinazionali presenti sul territorio, i cui piani industriali sono decisi altrove".  
   
   
REGGIO EMILIA: SEI MILIONI DI EURO PER L´ECONOMIA LOCALE NEL 2015  
 
Reggio Emilia, 23 aprile 2015 - Nonostante il drastico calo delle entrate legato ai provvedimenti assunti dal Governo sul diritto annuale versato dalle imprese (-35%), la Camera di Commercio di Reggio Emilia mette uno dei più rilevanti investimenti degli ultimi dieci anni a favore del tessuto imprenditoriale reggiano. Per il 2015, infatti, l’Ente camerale mette in campo 6 milioni di euro, 4 dei quali deliberati in questi giorni con l’approvazione dei relativi bandi. “Crediamo sia un segnale concreto e importante – sottolinea il presidente Stefano Landi – dell’impegno della Camera di Commercio a fianco di un sistema economico che sconta ancora pesantemente gli effetti della crisi economica, con ordini interni ancora di segno negativo, una produzione sostanzialmente stagnante e un fatturato in calo dello 0,4% nel quarto trimestre 2014, nonostante l’export abbia raggiunto valori record, portandosi a poco meno di 9 miliardi di euro”. “A fronte di quest’economia locale ancora in forte sofferenza – prosegue Landi – abbiamo deciso di attingere a risorse patrimoniali straordinarie per assicurare quel necessario sostegno alle imprese reggiane che, con il calo degli introiti camerali, sarebbe drasticamente sceso, a seguito dell’applicazione di una prima tranche della riforma nazionale che non ha tenuto in alcun modo conto del ruolo di stimolo e dei contributi che le Cdc assicurano alle economie locali, né dei livelli di efficienza che singolarmente hanno raggiunto”. Da qui, dunque, i primi investimenti della Cdc, che nelle scorse settimane aveva già deliberato lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per l’internazionalizzazione (con 850mila direttamente destinati alle imprese e 650 impegnati per un fitto calendario di incoming di operatori commerciali stranieri, ulteriormente rafforzato in coincidenza con l’Expo) e un ulteriore investimento legato all’Esposizione internazionale, con 100mila euro destinati alle aperture straordinarie de I Teatri. Di questi giorni, come si è detto, le delibere su altri bandi (la cui apertura avverrà a breve), per un importo complessivo superiore ai 4 milioni. L’investimento più rilevante riguarda l’innovazione tecnologica, con 1,8 milioni di euro a disposizione delle imprese. A questi si aggiungono 700mila euro destinati alla ricerca e sviluppo. 850mila euro sono poi destinati al credito alle imprese (abbattimento di tassi e acquisizione di garanzie sussidiarie), “che rappresenta tuttora una delle grandi emergenze delle imprese”, secondo Landi. Allo start up d’impresa e al lavoro di “incubazione” che attorno ad esso ruota sono riservati 300mila euro, mentre 200mila euro vanno ad incentivare l’attrazione di nuovi investimenti e una cifra identica va a sostenere la partecipazione delle imprese reggiane a programmi di ricerca e innovazione finanziati dalla Ue e dalla Regione Emilia Romagna.  
   
   
COOPERATIVA CERAMICA IMOLA, ACCORDO PER CIGS IN DEROGA  
 
Bologna, 23 aprile 2015 - Un periodo di cassa integrazione in deroga per gli stabilimenti di Imola, Casalfiumanese, Borgo Tossignano e Faenza della Cooperativa Ceramica di Imola nei reparti di produzione e nelle aree impiegatizie da maggio a luglio 2015, con possibilità di proroga fino al 3 ottobre 2015. E’ quanto è stato stabilito dall’accordo siglato  in Regione dove, alla presenza dell’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi, dell’assessore della Provincia di Ravenna Francesco Rivola, del sindaco del Comune di Faenza Giovanni Malpezzi e del sindaco del Comune di Borgo Tossignano Clorinda Alessia Mortero e di Giovanna Trombetti della Città Metropolitana di Bologna, si è tenuto un incontro tra la direzione aziendale della Cooperativa Ceramica di Imola, assistita da Confindustria Ceramica, e le rappresentanze sindacali unitarie aziendali degli stabilimenti assistite da Filctem Cgil, da Femca Cisl e da Uiltec Uil. “Siamo soddisfatti di questo accordo – ha detto l’assessore regionale Palma Costi – La Regione insieme agli altri enti locali ha sempre seguito da vicino la complessità di questa crisi e riconosciamo l’importante lavoro svolto dall’azienda e dalle organizzazioni sindacali. Alla luce dagli investimenti fatti e degli strumenti fin qui utilizzati, la Regione conferma il proprio sostegno ai progetti di riorganizzazione futura per i quali potrebbe essere possibile l’utilizzo dei fondi europei di prossima programmazione”. L’intervento della cassa integrazione in deroga nei periodi di sospensione e riduzione delle attività produttive, vedrà contemporaneamente interessati un massimo di 1.383 lavoratori (998 operai e 385 impiegati e quadri) addetti agli impianti produttivi ed ai servizi. Le modalità di sospensione o riduzione dal lavoro verranno definite dalla parti secondo il criterio della rotazione. Le parti hanno concordato che l’utilizzo della cassa integrazione sarà affiancato da un tavolo congiunto che verifichi l’opportunità di proseguire con la cassa in deroga e coordini la richiesta al ministero in modo coerente con la situazione aziendale e con l’obiettivo di gestire l’alto numero di esuberi. Durante questo confronto l’azienda presenterà un piano delle attività per il biennio 2015/2016, prendendo spunto da quanto già inserito nell’accordo del 16 luglio 2013 e nel rispetto di quanto previsto dall’attuale normativa. L’accordo siglato oggi prevede inoltre che dovranno proseguire tutte le iniziative che hanno consentito in questi anni di raggiungere importanti risultati sul fronte della gestione degli esuberi, ed in particolar modo dovranno continuare le attività di formazione e di addestramento professionale per la riqualificazione degli addetti e finalizzata anche alla ridistribuzione sia dei carichi di lavoro che della riduzione di orario. Ad oggi per raggiungere questo obiettivo sono state realizzate molte iniziative, come il corso per formare addetti al montaggio e addetti alla logistica. Inoltre nel corso del 2014 sono stati effettuati circa 380 spostamenti di reparto o di mansione, altri 80 già nel 2015. Altre misure previste dall’accordo sono la realizzazione di ulteriori operazioni di incentivazione all’uscita, attraverso gli strumenti utilizzati fino ad ora. L’azienda ha infatti sperimentato anche soluzioni innovative, quali l’attivazione di iniziative di placement per un familiare del dipendente che ha scelto di sottoscrivere l’accordo di uscita. Altre iniziative di politica attiva, realizzate in collaborazione con gli enti competenti, saranno realizzate per identificare opportunità di riqualificazione professionali che possano la ricollocazione all’esterno di parte dei dipendenti. Il confronto con le Rsu e le organizzazioni sindacali continuerà, per definire diverse modulazioni degli orari con riduzione e il numero delle squadre e degli organici per ogni squadra nei vari cicli, linee e turni con i diversi ruoli professionali e gli obiettivi loro assegnati.  
   
   
NEW HOLLAND: UN ANNO DI CASSA INTEGRAZIONE PER IL RILANCIO  
 
Torino, 23 aprile 2015 - Si è concluso con l’accordo di attivare per un anno la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale l’incontro che si è tenuto oggi presso l’assessorato al Lavoro tra l’azienda New Holland Construction Machinery Spa, con sede a San Mauro Torinese, e le rappresentanze sindacali. La New Holland è un costruttore full liner di macchine movimento terra (escavatori, gommati e cingolati, mini escavatori), che aveva operato come partner produttivo e commerciale della Kobelco Construction Machinery Co Ltd fino al 1913, anno in cui è cessata la relativa partnership. Il calo produttivo dovuto anche alla crisi del mercato che ne è conseguito ha già imposto in passato fermate produttive con il ricorso alla cassa ordinaria. In questo difficile scenario la società ha esplorato tutte le possibili opzioni produttive e commerciali che consentissero di sfruttare al meglio il proprio know out e di acquisire nuove possibilità. Nell’aprile del 2014 si è così raggiunto un accordo con Sumitomo Construction Machinery che ha previsto l’assegnazione allo stabilimento di San Mauro della produzione di otto nuovi modelli di escavatore cingolato, che verranno prodotti a partire dal terzo trimestre 2015. Per cogliere la possibilità offerta dall’alleanza con Sumitomo di presentare un nuovo prodotto sul mercato, sarà necessario adattare i macchinari e soprattutto provvedere a un programma di riqualificazione del personale. Di qui l’esigenza di procedere alla richiesta di cassa integrazione straordinaria per il periodo di trasformazione, che, come sottolineato dall’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, “avrà come obiettivo il rilancio dell’attività produttiva dell’azienda. Positivo poi il fatto che a firmare l’accordo siano state tutte le sigle sindacali”. A essere interessati dal provvedimento saranno 491 lavoratori, di cui 386 operai, 68 impiegati e 37 quadri.