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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Luglio 2015
TRANSIZIONE VERSO UN NUOVO SISTEMA ENERGETICO EUROPEO - COMMISSIONE UE IN PRIMA LINEA CON IL "PACCHETTO ESTIVO"  
 
Bruxelles, 16 luglio 2015 - Nel quadro della strategia dell´Unione dell´energia, ieri la Commissione ha presentato proposte volte a conferire ai consumatori un nuovo ruolo nel mercato dell´energia, a ridefinire l´assetto del mercato europeo dell´energia elettrica, ad aggiornare l´etichettatura dell´efficienza energetica e a rivedere il sistema Ue di scambio di quote di emissione. Il pacchetto di misure rappresenta un passo importante nell´attuazione della strategia dell´Unione dell´energia, che figura tra le priorità politiche della Commissione Juncker presentate nel febbraio 2015, e punta su una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici. Le proposte odierne sottolineano l´importanza del principio "l´efficienza energetica al primo posto" e pongono le famiglie e le imprese al centro del mercato europeo dell´energia. Il Vicepresidente della Commissione e responsabile per l´Unione dell´energia, Maroš Šefčovič, ha dichiarato: "Nel quadro della strategia dell´Unione dell´energia ci siamo adoperati per rafforzare il ruolo dei consumatori europei, creando un mercato unico dell´energia ben funzionante, mettendo al primo posto l´efficienza energetica e primeggiando in materia di energie rinnovabili. Oggi, a cinque mesi dall´adozione della strategia dell´Unione dell´energia, questo "pacchetto estivo" esprime la nostra determinazione a ridurre le emissioni di biossido di carbonio nell´economia e a conferire un ruolo centrale ai consumatori nella transizione energetica dell´Unione. Non si tratta soltanto di dare maggiore peso ai consumatori, ma di dare un nuovo assetto all´intero sistema energetico europeo." Il Commissario responsabile per l´Azione per il clima e l´energia Miguel Arias Cañete ha affermato: "I fatti esprimono più delle parole. Oggi stiamo compiendo un passo decisivo per dare una veste normativa all´obiettivo dell´Ue di ridurre almeno del 40% le emissioni entro il 2030. Ai nostri partner internazionali, in vista della Conferenza sul clima di Parigi vorrei dire che l´Unione europea sta tenendo fede ai suoi impegni internazionali, mentre il mio messaggio per gli investitori, le imprese e l´industria è: investite nell´energia pulita, una risorsa destinata a durare nel tempo e in costante crescita. Con queste proposte, l´Europa ribadisce il suo ruolo di precursore e saprà guidare la transizione globale verso una società a basse emissioni di biossido di carbonio." Un sistema di scambio di quote di emissione europeo all´altezza delle sfide future Il sistema Ue di scambio di quote di emissione è uno strumento faro dell´Europa per affrontare i cambiamenti climatici e indirizzare l´Ue verso un´economia a basse emissioni di biossido di carbonio. La proposta odierna lancia un segnale forte alla comunità internazionale in vista del vertice sul clima di Parigi. La proposta è presentata in un momento cruciale, in cui anche altri attori importanti come il G7 e la Cina si sono mostrati risoluti. La Commissione ha rivisto il sistema di scambio di emissioni per garantire che rimanga lo strumento più efficiente ed efficace possibile sotto il profilo dei costi per ridurre le emissioni nel prossimo decennio. Questo è il primo passo legislativo per dare forma all´impegno dell´Ue di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030. Azioni ambiziose per il clima creano opportunità commerciali e aprono nuovi mercati per l´innovazione e le tecnologie a basse emissioni di biossido di carbonio. L´approccio più mirato proposto dalla Commissione è inteso a salvaguardare la competitività internazionale dei settori industriali maggiormente esposti al rischio di delocalizzazione della produzione al di fuori dell´Ue verso giurisdizioni con una politica meno restrittiva in materia di gas a effetto serra e a fare convogliare gli investimenti in ambito energetico verso alternative innovative e più ecologiche. La Commissione propone inoltre che gli Stati membri investano gli introiti ottenuti con lo scambio di emissioni in attività di sostegno ai paesi terzi che devono adeguarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. Revisione dell´etichettatura di efficienza energetica per una maggiore chiarezza Il principio "l´efficienza energetica al primo posto" è fondamentale nella strategia dell´Unione dell´energia, in quanto si tratta di un modo efficace per ridurre le emissioni, fare risparmiare i consumatori e ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili dell´Ue. Fin dalla sua introduzione, vent´anni fa, il successo dell´etichettatura energetica ha favorito lo sviluppo di prodotti sempre più efficienti sotto il profilo energetico. L´evoluzione dei prodotti ha fatto sì che l´attuale etichettatura diventasse sempre più complessa. La Commissione propone di tornare all´originaria scala energetica da A a G, più semplice e comprensibile per i consumatori. La revisione della direttiva sull´etichettatura energetica proposta dalla Commissione garantisce coerenza e continuità e fa in modo che i consumatori siano in grado di compiere scelte più informate che consentiranno loro di risparmiare energia e denaro. Un ruolo rafforzato per i consumatori La Commissione, riconoscendo che i cittadini devono essere al centro dell´Unione dell´energia, presenta una comunicazione su quel che si può definire il nuovo corso (new deal) per i consumatori di energia, che si articola su una strategia a tre pilastri: 1. Aiutare i consumatori a risparmiare denaro ed energia grazie a una migliore informazione; 2. Conferire loro un margine di scelta più ampio in materia di partecipazione ai mercati dell´energia e 3. Mantenere il massimo livello di protezione dei consumatori. I consumatori devono poter accedere alle stesse informazioni e godere dei medesimi diritti degli acquirenti e dei venditori nei mercati all´ingrosso, grazie a norme più chiare in materia di fatturazione e pubblicità, a strumenti di confronto affidabili e all´effetto leva del considerevole potere di negoziazione che possono raggiungere grazie a regimi collettivi (ad es. Cambio collettivo di operatore, cooperative energetiche). Infine, i consumatori devono essere liberi di generare e consumare l´energia prodotta a condizioni eque al fine di risparmiare denaro, aiutare l´ambiente e garantire la sicurezza di approvvigionamento. Nuovo assetto del mercato energetico La strategia dell´Unione dell´energia è stata ideata per contribuire a realizzare gli obiettivi in materia di energia e clima per il 2030 e per far sì che l´Unione europea diventi il leader mondiale nel campo delle energie rinnovabili. Il conseguimento di questi obiettivi richiederà una radicale trasformazione del sistema dell´energia elettrica in Europa e un riassetto del relativo mercato. La comunicazione presentata in data odierna dà il via anche a una consultazione pubblica sulle potenziali caratteristiche di un nuovo assetto del mercato dell´energia elettrica che risponda alle aspettative dei consumatori, si traduca in vantaggi tangibili grazie alle nuove tecnologie, agevoli gli investimenti (in particolare nella produzione basata su fonti rinnovabili e a basse emissioni di biossido di carbonio) e tenga conto dell´interdipendenza degli Stati membri in tema di sicurezza energetica. In questo modo dovrebbe essere possibile trarre i massimi benefici dalla concorrenza transfrontaliera e consentire una produzione decentralizzata di energia elettrica, anche destinata all´autoconsumo, e sostenere la nascita di società di servizi energetici innovativi.  
   
   
UE: UN NUOVO ASSETTO DEL MERCATO DELL´ENERGIA ELETTRICA E UN NEW DEAL PER I CONSUMATORI  
 
Bruxelles, 16 luglio 2015 - Un nuovo assetto di mercato per spianare la strada a un new deal per i consumatori Cfr. Comunicato stampa: Transizione verso un nuovo sistema energetico europeo — Commissione in prima linea con il "pacchetto estivo" Cosa si intende per "assetto del mercato" dell´energia elettrica? L´assetto di mercato è costituito da un insieme di dinamiche concordate che definiscono il modo in cui gli attori del mercato producono, scambiano, forniscono e consumano energia elettrica e fanno uso delle relative infrastrutture. È importante che tali dinamiche o, in altre parole, l´assetto, possano trasformare il sistema dell´energia e consentire agli operatori, produttori e consumatori della rete (nei settori abitativi e industriali) di trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie. I mercati all´ingrosso e al dettaglio dovrebbero fornire le basi per le decisioni di investimento e promuovere lo sviluppo di nuovi servizi da parte di imprese innovative. In un´industria di rete come quella dell´energia elettrica un assetto di mercato efficace necessita di un controllo normativo effettivo, in particolare dei gestori dei sistemi di trasmissione e distribuzione. L´iniziativa della Commissione europea sul nuovo assetto del mercato dell´energia elettrica ha lo scopo di migliorarne il funzionamento interno per consentire la libera circolazione dell´energia elettrica dove e quando è più necessario, di trarre i massimi benefici per la società dalla concorrenza transfrontaliera e di fornire i segnali e gli incentivi adeguati per orientare al meglio gli investimenti, integrando pienamente una quota crescente di energie rinnovabili. Perché è necessario un nuovo assetto di mercato? Il sistema europeo dell´energia elettrica sta attraversando un periodo di profondi cambiamenti.La quota di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili aumenterà, passando dall´attuale 25% al 50% nel 2030.Ma anche in assenza di sole e vento, l´energia elettrica deve essere prodotta comunque in quantità sufficiente per coprire il fabbisogno dei consumatori e mantenere stabile la rete elettrica. Il mercato dell´energia elettrica è in costante evoluzione e il mercato odierno differisce profondamente da quello di cinque anni fa. Poiché l´Ue intende creare le condizioni per un approvvigionamento energetico affidabile e a prezzi accessibili per tutti i cittadini e le imprese dell´Ue e rendere l´Unione europea il leader mondiale nel campo delle energie rinnovabili, la situazione continuerà a evolversi. In primo luogo, ciò significa che una quantità crescente di energia elettrica dovrà essere oggetto di scambi transnazionali, richiedendo una cooperazione efficiente di tutti gli attori del mercato. Poiché la quota di energia elettrica prodotta da energie rinnovabili aumenterà, le reti avranno bisogno delle capacità per una cooperazione transfrontaliera che sia in grado di tenere conto della crescente variabilità della produzione. Le nuove tecnologie abilitanti quali reti, sistemi di misurazione e case intelligenti, attrezzature di autoproduzione e stoccaggio, conferiscono ai cittadini la possibilità assumere un ruolo attivo nella transizione energetica, utilizzando tali nuove tecnologie per ridurre le proprie fatture e partecipare attivamente al mercato. Come rendere i mercati più flessibili? I mercati flessibili possono essere creati: — offrendo ai consumatori la possibilità di partecipare attivamente al mercato adeguando i loro consumi all´andamento dei prezzi; — garantendo che i mercati diano i segnali giusti per gli investimenti nella produzione e sfruttino in maniera efficiente le risorse disponibili; — costruendo le infrastrutture per l´energia elettrica mancanti e facendo un miglior uso delle infrastrutture esistenti; — garantendo uno scambio flessibile: per l´integrazione efficace delle energie rinnovabili nella rete, i produttori, i fornitori e gli operatori commerciali devono essere in grado di scambiare energia elettrica in tempi più prossimi possibile al tempo reale, in quanto ciò consentirebbe loro di tener conto delle previsioni più precise sulla quantità di energia solare o eolica che sarà prodotta; — eliminando i prezzi regolamentati da un lato e i regimi di aiuto inefficienti dall´altro. Se i prezzi dell´energia elettrica non rispecchiano i costi effettivi, ciò darà falsi segnali agli investitori e ai consumatori; — introducendo un approccio più coordinato in materia di regimi di aiuto alle energie rinnovabili in tutti gli Stati membri. Gli investimenti dovrebbero essere orientati dai mercati. In un mercato ben funzionante, in periodi di offerta abbondante, i prezzi sono bassi, mentre quando la produzione è scarsa i prezzi sono elevati, segnalando così agli investitori dove è più vantaggioso investire. I produttori di energie rinnovabili devono poter competere su un piano di parità con i produttori di energia convenzionale. Se l´aiuto pubblico è ancora necessario a tal fine, si potrebbe migliorare considerevolmente l´efficienza tramite la convergenza dei regimi di aiuto delle energie rinnovabili a livello transfrontaliero, in particolare mediante una maggiore cooperazione regionale. È necessario un maggior numero di reti elettriche? Sono stati compiuti progressi significativi nell´uso efficiente della capacità di rete?. Il cosiddetto "accoppiamento di mercato" (associare la vendita di energia elettrica alla capacità di interconnessione, anziché separarle) in vaste zone d´Europa e il calcolo della capacità "basato sul flusso" (tenere maggiormente conto dell´effettivo flusso fisico di energia elettrica nella rete europea altamente interconnessa) hanno generato significativi aumenti di capacità di rete disponibile. Tuttavia, continueranno ad essere necessarie reti supplementari, sia all´interno dei paesi Ue, che tra gli stessi. Per evitare un eccesso di investimenti nella rete, devono essere utilizzate altre opzioni di flessibilità che consentano, in particolare anche ai consumatori, di adeguare la loro domanda ai modelli di produzione. Cosa occorre fare per equilibrare le reti in caso di variabilità nella produzione di energia solare ed eolica? In primo luogo, grazie alla diffusione della produzione di energie rinnovabili in tutta Europa mediante reti interconnesse, le zone di produzione elevata possono compensare le zone di produzione minore. Al tempo stesso, il mercato deve offrire chiari incentivi finanziari ai produttori di energie rinnovabili allo scopo di rendere la loro produzione il più prevedibile possibile. Inoltre, nei periodi di scarsa produzione e prezzi elevati i consumatori possono contribuire a colmare il divario riducendo la loro domanda e il mercato deve garantire che siano adeguatamente compensati per questo ruolo. La transizione verso un sistema energetico efficiente e a basse emissioni di carbonio è in corso nei mercati all´ingrosso. Perché i consumatori al dettaglio non possono ancora usufruire dei vantaggi? Attualmente, la maggior parte dei consumatori dell´Ue non ha accesso alle informazioni sull´evoluzione dei costi economici e ambientali dell´uso dell´energia in ore diverse del giorno, della settimana o dell´anno. Questi costi variano costantemente a causa, tra l´altro, delle condizioni climatiche e delle nostre abitudini quotidiane. La maggior parte dei consumatori al dettaglio, a volte a propria insaputa, paga un sovrapprezzo per questa stabilità. Questo non solo rende l´energia più costosa perché è necessario pagare per un maggior numero di centrali e reti elettriche per soddisfare i picchi di domanda occasionali, ma ciò significa anche che vengono importati e bruciati più combustibili fossili di quanto sia necessario. Tuttavia, alcuni consumatori scelgono contratti che sfruttano gli alti e i bassi del mercato e risparmiano sulle proprie fatture. Ad esempio in Finlandia o in Svezia, i consumatori che optano per contratti di energia elettrica a prezzi dinamici hanno risparmiato il 15% - 30% sulla bolletta dell´elettricità grazie a queste formule dinamiche e ai sistemi di misurazione intelligenti. Un altro ostacolo che impedisce ai consumatori di beneficiare appieno della transizione energetica in corso è la difficoltà di effettuare paragoni tra fatture e pubblicità di diverse imprese del settore energetico — una situazione che induce i consumatori a rimanere con il fornitore abituale. Mentre i mercati all´ingrosso sono sempre più trasparenti e competitivi, i consumatori nei mercati al dettaglio sono spesso confusi in merito alle opzioni di approvvigionamento di cui dispongono. Inoltre, anche se un consumatore è in grado di trovare una formula più vantaggiosa, gli obblighi contrattuali e gli ostacoli amministrativi possono dissuaderlo dall´effettuare un cambiamento. Cosa comporta il new deal per i consumatori? Il ruolo svolto dai consumatori nel mercato deve cambiare profondamente. È necessario fornire ai consumatori la possibilità di adattare il proprio consumo di energia in modo da poter beneficiare dell´evoluzione dell´offerta e della domanda in tempo reale. I consumatori devono essere in grado di agire come acquirenti e i venditori grazie a imprese innovative che offrano loro nuovi servizi basati su norme di fatturazione e pubblicità più chiare e confrontabili e che facilitino il passaggio ad altri fornitori, ma anche tramite l´accesso a strumenti di confronto dei prezzi attendibili e validi e mediante la mobilitazione del loro grande potere di contrattazione collettiva (ad esempio mediante un passaggio collettivo ad altro gestore o tramite le cooperative energetiche).I consumatori devono essere liberi di produrre e consumare la propria energia a condizioni eque per permettere di risparmiare denaro, contribuire alla salute dell´ambiente e garantire la sicurezza dell´approvvigionamento. Infine, i consumatori che versano in situazioni di vulnerabilità e povertà energetica e le famiglie che hanno maggiori difficoltà a modificare la propria domanda o a diventare "prosumatori" (neologismo che esprime la combinazione del ruolo di produttore e consumatore) devono esse efficacemente protetti durante questa transizione e beneficiare di un´assistenza mirata per migliorare l´efficienza energetica delle loro case. Come garantire che i consumatori e i loro dati siano protetti in questo nuovo contesto? La legislazione dell´Ue garantisce già ai consumatori di energia ampi diritti e l´applicazione di questi diritti rimane una priorità. Oltre a ciò, la Commissione valuterà l´opportunità di creare nuovi atti legislativi specifici in materia di energia nel quadro del suo regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori. Essa impegnerà risorse per migliorare il monitoraggio della povertà energetica in tutta l´Unione e diffondere le migliori pratiche, per contribuire a garantire che i cittadini di tutte le estrazioni sociali beneficino di tale transizione. L´uso efficace dei sistemi di misurazione intelligenti comporta il trattamento di dati personali. Occorre pertanto prestare attenzione a proteggere tali dati e a garantirne la sicurezza. La Commissione raccomanda un approccio di «sicurezza e protezione dei dati fin dalla progettazione». Cos´è l´autoconsumo di energia rinnovabile? Oggi, grazie alla significativa riduzione dei costi della tecnologia, i consumatori possono produrre la propria energia elettrica localmente mediante fonti di energia rinnovabili (ad esempio l´energia solare o eolica) e consumarla completamente o in parte, sia in tempo reale o in un secondo tempo, mediante lo stoccaggio di energia su piccola scala (ad esempio, tramite una pompa di calore o una batteria). In questo modo i consumatori che producono possono risparmiare denaro coprendo direttamente il proprio fabbisogno di energia elettrica anziché acquistarla o addirittura immettere in rete l´eccedenza di elettricità non consumata. L´autoconsumo può contribuire a ridurre le perdite della rete in quanto l´energia elettrica è prodotta e consumata localmente. Può anche ridurre i costi del sistema energetico, ad esempio con la produzione di energia fotovoltaica nei paesi a forte irraggiamento solare ai picchi della domanda dovuti all´energia elettrica impiegata per l´aria condizionata. Infine, l´autoconsumo può contribuire a mobilitare gli investimenti privati per finanziare la transizione energetica. Al tempo stesso, esso potrebbe presentare nuove sfide e ridurre le entrate dei gestori di rete. La rete può inoltre necessitare di adeguamenti tecnologici per mantenere la sicurezza e l´affidabilità. La Commissione ha identificato migliori pratiche per aiutare i paesi dell´Ue a promuovere l´autoconsumo in maniera efficiente sotto il profilo dei costi. Quale ruolo può svolgere lo stoccaggio dell´energia del nuovo assetto di mercato? Il funzionamento sicuro della rete è diventato più complesso con la rapida crescita delle energie rinnovabili variabili, pertanto i produttori e i consumatori devono essere in grado di rispondere a all´esigenza di flessibilità e devono essere incentivati a farlo. L´integrazione dello stoccaggio nel mercato dell´energia elettrica accrescerebbe ulteriormente la flessibilità necessaria: l´energia elettrica dovrebbero essere conservata quando in caso di eccedenza e prezzi bassi e dovrebbe essere messa a disposizione in situazioni di produzione scarsa e prezzi elevati, attenuando in questo modo le variazioni di produzione. Quali sono le prossime tappe? A seguito di una consultazione pubblica sull´assetto del mercato dell´energia elettrica, la Commissione avanzerà proposte legislative nel secondo semestre del 2016. Potrebbero rendersi necessarie modifiche alla normativa in materia di mercato interno, alla direttiva sulle energie rinnovabili, alla direttiva sull´efficienza energetica e al regolamento sulle infrastrutture. La Commissione continuerà inoltre a lavorare con le parti interessate per creare strumenti che consentano ai consumatori di partecipare attivamente al mercato, quali strumenti di confronto, la definizione di norme minime per le informazioni essenziali sulla fatturazione e la protezione dei dati.  
   
   
PIÙ CHIAREZZA NELL´EFFICIENZA ENERGETICA: LA COMMISSIONE UE PROPONE UN´UNICA ETICHETTA ENERGETICA CON SCALA DA A A G E UNA BANCA DATI DIGITALE PER I PRODOTTI  
 
Bruxelles, 16 luglio 2015 - Oggi la Commissione, nell´ambito della sua strategia dell´Unione dell´energia lanciata nel febbraio 2015, propone una revisione delle norme che disciplinano l´etichettatura dell´efficienza energetica. La revisione proposta è all´insegna della coerenza e della continuità e mette in grado i consumatori di fare scelte migliori e informate per risparmiare soldi ed energia. Contribuisce così direttamente al principio dell´Unione dell´energia che pone "l´efficienza energetica al primo posto". Cosa propone in pratica la Commissione? Per dare ai consumatori un´indicazione più chiara dell´efficienza energetica dei prodotti, attualmente classificati in modi diversi (secondo scale da A a G, da A+++ a D, ecc.), e per indurre produttori e dettaglianti ad una più rigorosa osservanza delle regole, la Commissione europea propone di rivedere il sistema di etichettatura energetica introducendo: un´unica scala per l´etichettatura energetica, da A a G — la Commissione propone di ripristinare la scala da A a G, già ben nota ai consumatori e di efficacia ormai comprovata, e di riscalare le etichette esistenti; una banca dati digitale per i nuovi prodotti efficienti — la Commissione propone che tutti i prodotti immessi sul mercato dell´Ue siano registrati in una banca dati online, per migliorare la trasparenza e agevolare la vigilanza del mercato da parte delle autorità nazionali. La proposta è in linea con il principio "l´efficienza energetica al primo posto" iscritto nella strategia dell´Unione dell´energia, che intende rendere il sistema energetico dell´Ue più sostenibile grazie alle scelte informate dei consumatori. Perché la Commissione propone un´unica etichetta energetica con scala da A a G? L´etichetta energetica dell´Ue ha dato ottima prova di sé sin dal 1995: l´85% dei consumatori europei se ne serve nelle decisioni d´acquisto. Ha anche stimolato l´innovazione industriale, con il risultato che oggi molti prodotti figurano tra le classi più elevate (A+++, A++, A+), mentre la maggior parte delle altre classi è addirittura vuota (in alcuni casi persino la classe A). Eppure questo risultato estremamente positivo paradossalmente ha reso difficile ai consumatori riconoscere i prodotti più efficienti: molti infatti pensano che il prodotto di classe A+ appena acquistato sia il più efficiente sul mercato, mentre in alcuni casi è uno dei meno efficienti. Per agevolare la comprensione e il confronto tra i prodotti la Commissione europea proponeun´unica etichetta energetica con scala da A a G. I consumatori saranno stimolati a comprare i prodotti più efficienti e il consumo diminuirà di conseguenza, con incidenze positive sulla fattura energetica. Perché la Commissione propone una banca dati digitale per l´efficienza dei nuovi prodotti? Secondo le stime, il 10-25% dei prodotti sul mercato non è conforme ai requisiti di etichettatura energetica e circa il 10% del risparmio energetico previsto va perso proprio per questa non conformità. Ciò è dovuto almeno in parte all´insufficienza dei controlli svolti dalle autorità nazionali di vigilanza del mercato. Per rafforzare tali controlli di conformità, la Commissione propone una banca dati in cui fabbricanti e importatori registreranno i prodotti, caricando informazioni già obbligatorie in base alle vigenti norme dell´Ue. In questo modo le informazioni essenziali sulla conformità del prodotto saranno retroattivamente a disposizione delle autorità garanti dell´applicazione delle regole negli Stati membri, evitando loro di perder tempo ed energia per ottenere queste informazioni dagli operatori economici. La banca dati metterà le informazioni sull´etichettatura e sui prodotti chiave anche a disposizione di consumatori e distributori e agevolerà la digitalizzazione dell´etichetta energetica. Ma in concreto? Una volta approvata dai colegislatori, la proposta della Commissione sarà applicata come segue: i prodotti già disponibili sul mercato saranno venduti come prima. I nuovi prodotti saranno venduti con la nuova scala energetica. Le vecchie etichette, ad esempio quelle con scala da A+ a A+++ saranno eliminate dai dettaglianti. I produttori registreranno i loro prodotti; Le informazioni saranno accessibili alle autorità degli Stati membri al fine di agevolare i controlli di conformità e aumentare la trasparenza. I consumatori saranno informati mediante campagne d´informazione specifiche curate dagli Stati membri in collaborazione con i dettaglianti. La Commissione europea sosterrà le "azioni congiunte di vigilanza del mercato", come il progetto "Eepliant" cui partecipano 12 Stati membri[1]. Si prevede che il nuovo sistema produca un risparmio energetico supplementare pari al consumo annuale dei Paesi baltici messi insieme (ossia 200 Twh all´anno nel 2030). Vantaggi per il consumatore L´etichetta energetica riveduta farà risparmiare al consumatore 15 euro all´anno grazie a: informazioni più chiare sull´efficienza energetica dei prodotti; la possibilità di confrontare i prodotti; maggiori informazioni sui prodotti stessi: prestazioni, consumo di acqua, livello di rumore. Questo importo si sommerà al risparmio attuale già pari a 465 euro all´anno, raggiungendo un totale di 480 euro all´anno per nucleo familiare. Vantaggi per produttori e dettaglianti Per i fabbricanti e i dettaglianti, l´etichetta energetica riveduta si tradurrà in un aumento complessivo dei ricavi superiore a 10 miliardi di euro all´anno grazie a: rafforzamento di uno strumento caro ai consumatori, tanto che più dell´85% di questi ultimi ne tiene conto al momento dell´acquisto; riduzione del rischio di confusione, con conseguente aumento della certezza del diritto e della conformità; riduzione degli oneri amministrativi, grazie alla registrazione dei prodotti e alla possibilità di scaricare l´etichetta digitale. Questo importo si sommerà ai 55 miliardi di euro all´anno già conseguiti attualmente di[2], per arrivare a ben 65 miliardi di euro all´anno di ricavi supplementari. Vantaggi per gli Stati membri La proposta della Commissione comporta vantaggi tangibili anche per gli Stati membri: risparmio di tempo: 10-15% di tempo in meno da dedicare alla sorveglianza dei mercati grazie alla banca dati di registrazione dei prodotti; riduzione degli oneri amministrativi: poiché si tratta di una proposta di regolamento, l´applicazione è diretta; gli Stati membri evitano quindi l´onere del recepimento delle disposizioni nel diritto nazionale. Vantaggi per l´ambiente: Le misure vigenti di etichettatura dell´efficienza energetica producono ogni anno un risparmio di circa 175 megatonnellate equivalente petrolio (Mtep) di energia primaria, equivalente al consumo di energia primaria dell´Italia in un anno o al consumo annuale di circa 60 milioni di famiglie. Si prevede che la revisione dell´etichetta energetica con scala da A a G realizzi ulteriori risparmi pari al consumo energetico annuale dei Paesi baltici messi insieme (ossia circa 17 megatonnellate equivalente petrolio all´anno di energia primaria). Prossime tappe La proposta della Commissione sarà trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio, che ne discuteranno per giungere ad un accordo; si prevede un iter di un anno. Una volta ottenuta l´approvazione dei colegislatori, la Commissione applicherà le modifiche ai gruppi di prodotti dotati di etichetta energetica entro cinque anni nella maggior parte dei casi. Informazioni Generali Prodotti efficienti sotto il profilo energetico: normativa vigente L´efficienza energetica dei prodotti è disciplinata da due direttive dell´Ue: la direttiva sulla progettazione ecocompatibile (2009/125/Ce) — strumento inteso a rendere i prodotti più efficienti sotto il profilo energetico; la direttiva sull´etichettatura energetica (2010/30/Ue) — strumento che mette il consumatore in grado di riconoscere i prodotti più efficienti. Le misure sui singoli prodotti adottate in forza delle suddette direttive permettono ai consumatori di acquistare i prodotti più efficienti e assicurano parità di condizioni concorrenziali tra le compagnie europee. Prodotti efficienti sotto il profilo energetico: prossime tappe legislative Secondo quanto previsto dalla strategia dell´Unione dell´energia, la Commissione europea procede all´attuazione delle azioni chiave intese a potenziare l´efficienza energetica, tra le quali la revisione della direttiva sull´etichettatura energetica (2010/30/Ue). La strategia dell´Unione dell´energia individua concretamente le fasi da percorrere per garantire la sicurezza dell´approvvigionamento energetico, ridurre la dipendenza degli Stati membri dalle importazioni provenienti dai paesi terzi, spingere sull´integrazione dei mercati nazionali dell´energia e migliorare la partecipazione dei consumatori, potenziare l´efficienza energetica, decarbonizzare il mix energetico e promuovere la ricerca e l´innovazione nel settore dell´energia. Per ulteriori informazioni: http://ec.Europa.eu/priorities/energy-union/index_en.htm Prodotti efficienti sotto il profilo energetico già sul mercato Attualmente sono disponibili: 11 gruppi di prodotti disciplinati dalle disposizioni di efficienza energetica e di etichettatura: lavastoviglie, lavatrici, asciugabiancheria, frigoriferi, aspirapolvere, lampade, apparecchi di illuminazione, condizionatori d´aria, apparecchi di cottura domestici e unità di ventilazione. 8 gruppi di prodotti disciplinati dai requisiti di efficienza (ma non di etichettatura): ricevitori digitali semplici, alimentatori esterni, motori elettrici, circolatori, ventilatori, pompe idrauliche, computer, trasformatori di potenza. 3 misure orizzontali che disciplinano: consumo di energia elettrica nei modi stand-by e spento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, consumo di energia elettrica nel modo stand-by dei dispositivi allacciati in rete e etichettatura energetica in Internet. I requisiti di etichettatura ed efficienza energetica per scaldaacqua e caldaie (ad esempio caldaie a gas e pompe di calore) entreranno in vigore dal settembre 2015. Le disposizioni si applicheranno solo ai prodotti nuovi sul mercato. Processo decisionale per i prodotti efficienti sotto il profilo energetico Nell´ue tutte le misure di efficienza energetica sono elaborate attraverso un processo rigoroso e trasparente, che coinvolge da vicino i portatori d´interesse e gli Stati membri in tutte le fasi. Comprende: uno "studio preparatorio" approfondito che coinvolge i portatori d´interesse ed esamina gli aspetti tecnici, economici, ambientali e sociali di un gruppo di prodotti; una consultazione estesa dei portatori d´interesse (industria del settore, associazioni di consumatori, Ong ambientali, rappresentanti degli Stati membri, ecc.) via il "forum di consultazione"; una valutazione d´impatto sull´ambiente, sull´industria e sui consumatori, seguita da discussioni di esperti e da una votazione in un comitato con i rappresentanti degli Stati membri; lo scrutinio finale del Parlamento europeo e del Consiglio che possono respingere il provvedimento (non è mai successo finora, a riprova del forte sostegno politico di cui godono queste iniziative). [1] Per ulteriori informazioni:http://www.Prosafe.org/images/documents/eepliant/eeppliant_press_release_v2.pdf [2] Fonte: Ecodesign Impact Accounting, Vhk, 2014 http://ec.Europa.eu/energy/efficiency/studies/doc/2014_06_ecodesign_impact_accounting_part1.pdf L´importanza dell´efficienza energetica per. Il regime energetico dell´Ue. L´aumento dell´efficienza energetica nell´Unione europea, combinato allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, è il modo migliore di ridurre la dipendenza da fornitori energetici esterni. L´ue importa il 53% dell´energia che consuma; investe quindi negli strumenti dell´efficienza energetica e parallelamente aumenta l´indipendenza in questo settore. Inoltre, l´esperienza dell´Ue dimostra che la riduzione delle emissioni industriali è stata conseguita contestualmente a un aumento della produzione di cui l´efficienza energetica è stata l´artefice principale: ossia tra il 1995 e il 2010; il valore aggiunto lordo dei settori industriali è aumentato del 18% mentre le emissioni industriali di Co2 sono diminuite del 20%. Nell´ottobre scorso, i responsabili politici dell´Ue hanno approvato il quadro di politica climatica ed energetica a orizzonte 2030 e con il quale hanno concordato di raddoppiare gli sforzi intrapresi nellamitigazione dei cambiamenti climatici. L´obiettivo della riduzione del 40% di gas ad effetto serra è corredato di un obiettivo vincolante dell´Ue di aumentare la quota delle energetiche rinnovabili fino ad arrivare almeno al 27% nel 2030. Inoltre, l´obiettivo dell´Ue di aumentare l´efficienza energetica di almeno il 27% sarà oggetto di un riesame entro il 2020 nell´ottica di imporre un obiettivo più elevato, del 30%. Il 25 febbraio 2015 la Commissione ha annunciato la strategia quadro per un´Unione dell´energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici. Tale proposta contribuisce al principio dell´Unione dell´energia: "l´efficienza energetica al primo posto".  
   
   
DOMANDE E RISPOSTE SULLA PROPOSTA DI REVISIONE DEL SISTEMA PER LO SCAMBIO DI QUOTE DI EMISSIONI DELL´UE (ETS)  
 
Bruxelles, 16 luglio 2015 - Perché oggi la Commissione ha proposto una revisione del sistema Ets dell´Ue? La Commissione europea ha presentato una proposta legislativa di revisione del sistema per lo scambio di quote di emissioni nell´Ue (Ets), in linea con il quadro di politica climatica ed energetica a orizzonte 2030 concordato dai leader dell´Ue nell´ottobre 2014. La proposta è parte integrante della costruzione di un´Unione dell´energia resiliente con politiche lungimiranti per il clima, una priorità politica essenziale della Commissione Juncker, lanciata nel febbraio 2015. Si tratta di un primo passo per realizzare l´obiettivo dell´Ue di ridurre le emissioni di gas a effetto serra nell´Unione di almeno il 40% entro il 2030, parte del nostro contributo al nuovo accordo mondiale sul clima che si prevede di adottare a Parigi nel dicembre prossimo. La proposta trasmette un messaggio forte alla comunità internazionale in un momento cruciale in cui anche altri partner importanti come il G7 e la Cina hanno dimostrato la loro ferma determinazione. Il sistema per lo scambio di quote di emissioni nell´Ue è il più grande mercato di carbonio nel mondo. La proposta odierna mira a far sì che tale sistema — pietra angolare della politica dell´Ue per il clima — resti il modo più efficiente per ridurre le emissioni nei decenni a venire, sulla base dell´esperienza di imprese e autorità pubbliche acquisita nei primi dieci anni di attuazione. Il sistema dovrebbe continuare ad incoraggiare altri partner internazionali, come la Cina, a servirsi della fissazione del prezzo del carbonio come leva per arrivare a una graduale ma sostenibile decarbonizzazione delle economie nella prospettiva del vantaggio che ne trarranno le generazioni future. Un´azione ambiziosa per il clima crea opportunità economiche e apre nuovi mercati per tecnologie a basse emissioni di carbonio. La proposta odierna conferma che l´azione per il clima e la competitività vanno di pari passo. Il sistema Ets dell´Ue riveduto fornisce maggiori incentivi per l´innovazione e continua a garantire che le industrie europee restino competitive sui mercati internazionali. Si metteranno a disposizione fondi supplementari provenienti dal sistema Ets dell´Ue, che saranno destinati all´innovazione a basse emissioni di carbonio — per la prima volta anche nei settori industriali ad alta intensità energetica — e alla modernizzazione dei sistemi energetici negli Stati membri più poveri. In tal modo si stimolerà ulteriormente la diffusione delle energie rinnovabili e di altre tecnologie a basse emissioni di carbonio ed efficienti sotto il profilo energetico che costituiscono, accanto alla decarbonizzazione, ulteriori obiettivi chiave dell´Unione dell´energia. Infine, una revisione del sistema Ets dell´Ue — sulla base della riserva stabilizzatrice del mercato recentemente approvata — consentirà di rafforzare il funzionamento del mercato interno dell´energia e di migliorare i segnali sull´evoluzione a lungo termine dei prezzi, a vantaggio degli investimenti. La proposta odierna contribuirà pertanto a un migliore funzionamento del mercato dell´energia elettrica a livello europeo, che rappresenta il mezzo migliore di assicurare l´approvvigionamento di energia elettrica più economicamente efficiente possibile ai consumatori privati e alle industrie. 2. Quali saranno i vantaggi per i cittadini europei, l´industria e gli Stati membri? La revisione proposta comporta vantaggi economici e ambientali molteplici. Contribuirà ad affrontare i cambiamenti climatici aumentando il ritmo degli sforzi dell´Ue per ridurre le emissioni di Co2. La riduzione delle emissioni riduce anche l´inquinamento atmosferico, migliorando la salute dei cittadini, e rende l´Europa meno dipendente dalle importazioni di combustibili fossili. La proposta sul tavolo mira a rafforzare e rendere più efficiente il sistema Ets per contribuire a istradare l´Ue verso un´economia a basse emissioni di Co2. Offre alle imprese e all´industria notevoli opportunità di sviluppo e di accesso a nuove tecnologie e nuovi mercati, stimola l´innovazione e contribuisce a promuovere l´occupazione e la crescita. Inoltre, la proposta sostiene la transizione verso un´economia a basse emissioni di Co2 aumentando la disponibilità di fondi per i bisogni di investimento degli Stati membri più poveri. Allo stesso tempo, la Commissione riconosce i rischi in cui possono incorrere alcune imprese esposte alla concorrenza internazionale se le altre grandi economie non compiranno sforzi analoghi. Per questo motivo, la proposta prevede anche garanzie per la competitività internazionale delle industrie dell´Ue ad alta intensità energetica. Anche la riduzione degli oneri amministrativi è un elemento importante. In base alla proposta gli Stati membri conserveranno la facoltà di escludere dal sistema Ets dell´Ue impianti di piccole dimensioni, comprese le piccole e medie imprese a basse emissioni, a condizione che siano interessati da misure equivalenti. 3. In che modo la revisione del sistema Ets dell´Ue contribuisce agli sforzi internazionali per il clima? La riduzione delle emissioni dell´Ue darà un contributo importante agli sforzi internazionali per limitare l´aumento della temperatura media globale a meno di 2ºC rispetto ai livelli preindustriali. L´obiettivo di "almeno il 40%" applicato all´economia nel suo complesso dimostra l´impegno costante dell´Ue a garantire che a dicembre a Parigi si giunga a un accordo globale sul clima che sia ambizioso e contenga impegni giuridicamente vincolanti per tutte le parti. La proposta odierna rappresenta il proseguimento di questo sforzo e contiene il primo dei principali provvedimenti per realizzare l´ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni. Le decisioni che saranno adottate a Parigi dovranno mobilitare finanziamenti per il clima, trasferimenti di tecnologie e il rafforzamento delle capacità per le Parti ammesse a fruirne, in particolare quelle dotate di meno capacità. I finanziamenti pubblici per il clima continueranno ad avere un ruolo importante nella mobilitazione delle risorse dopo il 2020. In attesa di queste decisioni, la proposta odierna invita gli Stati membri a utilizzare una parte dei proventi delle aste del sistema Ets dell´Ue per finanziare l´azione per il clima in paesi non appartenenti all´Ue, anche per quanto riguarda le azioni di adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici. Sarà responsabilità degli Stati membri destinare una parte dei ricavi provenienti dal sistema per lo scambio di quote di emissioni al sostegno di azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici nei paesi terzi, compresi i paesi in via di sviluppo. 4. Quale sarà l´impatto sulla quantità totale delle quote? Il totale delle quote diminuirà del 2,2% ogni anno a partire dal 2021. Dal 2013, le quote Ets sono state distribuite principalmente mediante aste tenute dagli Stati membri. Nell´attuale periodo di scambi (2013-2020), il 57% del totale delle quote sarà messo all´asta e quelle rimanenti potranno essere assegnate a titolo gratuito. La percentuale di quote da mettere all´asta rimarrà invariata dopo il 2020. Con i proventi della vendita all´asta delle quote gli Stati membri possono finanziare diverse azioni, come ad esempio programmi a favore delle energie rinnovabili o anche misure sociali a sostegno di una "transizione giusta ed equa" verso un´economia a basse emissioni di Co2 per le imprese, i loro dipendenti e i consumatori, oltre a sostenere azioni internazionali per il clima nei paesi terzi, compresi i paesi in via di sviluppo. 5. In che modo il sistema dell´assegnazione gratuita migliorerà dopo il 2020? Poiché il totale di quote disponibili è limitato e in calo, occorre riformulare il sistema di assegnazione gratuita per distribuire le quote disponibili nel modo più efficace ed efficiente possibile. Le modifiche proposte mirano a ridurre al minimo la necessità di un fattore di correzione[1] e a garantire alle imprese un contesto di prevedibilità. L´assegnazione di quote gratuite si incentrerà nei settori a più alto rischio di rilocalizzazione della produzione fuori dell´Ue. I fondamenti dell´assetto attuale resteranno in vigore anche dopo il 2020, ma saranno migliorati singoli elementi in linea con l´accordo sottoscritto dai leader dell´Ue nell´ottobre 2014. I parametri di riferimento saranno adeguati al progresso tecnologico nei diversi settori. I valori attuali si basano su dati del 2007-2008 e non rispecchiano lo stato della tecnologia dopo il 2020. Dati di produzione - il sistema diventerà più flessibile perché migliorerà la capacità di tenere conto degli aumenti e dei cali di produzione e di adeguare di conseguenza i quantitativi di assegnazioni gratuite. Un determinato numero di quote gratuite sarà accantonato per impianti nuovi e in espansione. Rilocalizzazione delle emissioni – come già avviene attualmente, anche dopo il 2020 tutti i principali settori industriali saranno considerati a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di Co2. Costi indiretti delle emissioni[2] – gli Stati membri sono incoraggiati a utilizzare i proventi delle aste per erogare risarcimenti, nel rispetto della normativa sugli aiuti di Stato. 6. In che modo il sistema Ets dell´Ue sosterrà l´innovazione a basse emissioni di carbonio? Si istituirà un Fondo per l´innovazione a sostegno di investimenti pionieristici in energie rinnovabili, cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs) e innovazione a bassa emissione di carbonio nei settori ad elevata intensità energetica. Circa 400 milioni di quote di emissioni − con un valore di vendita di circa 10 miliardi di euro − saranno accantonate a tal fine a partire dal 2021. Inoltre, altri 50 milioni di quote non assegnate[3]nel periodo 2013-2020 saranno accantonate per consentire l´avvio del Fondo per l´innovazione entro il 2021 e l´inclusione di progetti a sostegno delle tecnologie di punta nell´industria[4]. Il Fondo per l´innovazione si basa sul successo del programma di finanziamento esistente che sostiene l´innovazione a basse emissioni di carbonio mediante i proventi della vendita di 300 milioni di quote nel periodo 2013-2020 (denominato Ner 300). 7. Quali sono gli obiettivi del Fondo per la modernizzazione? Il Fondo per la modernizzazione mira ad aiutare gli Stati membri più poveri a soddisfare il significativo fabbisogno di investimenti in materia di efficienza energetica e di modernizzazione dei sistemi energetici. Tra il 2021 e il 2030 si accantonerà il 2% delle quote, circa 310 milioni di quote in tutto, che saranno destinate alla creazione del Fondo. Il Fondo riceverà contributi da tutti gli Stati membri ed erogherà a sua volta finanziamenti a 10 Stati membri aventi un Pil pro capite inferiore al 60% della media dell´Ue (nel 2013). I paesi ammessi a fruirne sono: Bulgaria, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria. È opportuno che la direttiva Ets istituisca un assetto di governance del Fondo per la modernizzazione che coinvolga gli Stati membri, la Banca europea per gli investimenti e la Commissione. 8. Qual è l´impatto sulla riserva stabilizzatrice del mercato? Il recente accordo sulla riserva stabilizzatrice del mercato (Msr) consente il trasferimento alla riserva, nel 2020, di quote non assegnate. Si stima che l´applicazione dell´accordo possa portare al trasferimento alla riserva stabilizzatrice del mercato di 550-700 milioni di quote nel 2020. A seguito di una domanda del Parlamento e del Consiglio, che chiedevano di prendere in considerazione l´uso di quote non assegnate dopo il 2020, la Commissione propone di destinare 250 milioni di quote non assegnate nel 2013-2020 alla costituzione di una riserva per impianti nuovi e in espansione. 9. La proposta è stata sottoposta a consultazione pubblica? Stati membri, rappresentanti dell´industria, Ong, istituti accademici e di ricerca, sindacati e cittadini hanno partecipato a varie fasi di elaborazione della proposta. Nel 2014 si sono tenute ampie consultazioni con le parti interessate su diversi aspetti tecnici del sistema Ets dell´Ue. La Commissione ha ricevuto più di 500 contributi, che sono stati presi in considerazione in sede di elaborazione della proposta. A seguito di queste consultazioni e dell´analisi degli obiettivi della politica per il clima dell´Ue per il 2030, la Commissione ha svolto una valutazione d´impatto della revisione del sistema Ets dell´Ue, anch´essa pubblicata oggi, cfr. (Documentazione). 10. Quali sono le prossime tappe? La proposta legislativa è stata presentata al Parlamento europeo e al Consiglio per adozione, nonché al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni per parere. La Commissione collaborerà con tali istituzioni per portare a buon fine questa iniziativa legislativa. I cittadini e le parti interessate possono formulare osservazioni sulla proposta nelle prossime otto settimane. Tali osservazioni serviranno ad alimentare il dibattito legislativo e saranno trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio.  
   
   
CALDO: MILANO METTE ONLINE ALCUNI CONSIGLI PER UN BUON USO DELL’ENERGIA ELETTRICA  
 
Milano, 16 luglio 2015 – In previsione dell’ulteriore innalzamento delle temperature annunciato per le prossime ore dai meteorologi, il Comune di Milano ha pubblicato sul portale www.Comune.milano.it  e sui canali social Facebook e Twitter di Palazzo Marino alcuni consigli utili, messi a punto dal direttore generale Giuseppe Tomarchio e dall’Energy manager Paolo Simonetti, per un uso razionale dell’energia elettrica. In questo modo, infatti, non solo si adottano comportamenti maggiormente sostenibili da un punto di vista ecologico ed economico, ma si contribuisce fattivamente a ridurre i rischi di sovraccarico alla rete elettrica cittadina, abbassando la richiesta di energia. Il Comune, quindi, suggerisce di utilizzare per quanto possibile gli elettrodomestici più energivori (lavatrici, lavastoviglie, asciugacapelli, ecc.) con programmi a basso consumo e nelle ore notturne quando minore è la richiesta di elettricità. Inoltre Palazzo Marino consiglia di impostare gli impianti di climatizzazione ad una temperatura non inferiore a 26 °C, come prevede la normativa vigente, con il sistema di deumidificazione attivato; temperature più basse, oltre a consumare più energia, possono comportare problemi di salute, soprattutto se la climatizzazione si protrae per l’intera nottata. E’ utile anche, soprattutto nelle prossime due settimane, climatizzare solo i locali dell’abitazione maggiormente utilizzati, tenendo le finestre chiuse. Sempre nei limiti del possibile, è opportuno diminuire del 30% l’utilizzo dei condizionatori soprattutto nella fascia che va dalle ore 14 alle ore 20. Un piccolo sacrificio in queste ore renderà minore l’impatto in aumento sul picco della potenza elettrica richiesta. Il Comune ricorda anche di prestare costante attenzione al contenimento dei consumi di elettricità attivando le piccole azioni quotidiane, come spegnere le luci nei locali non utilizzati oppure non lasciare il condizionatore acceso in spazi di passaggio, azioni che se pur singolarmente piccole contribuiscono, in una attuazione su larga scala, un notevole risparmio energetico. Infine, per quanto riguarda gli esercizi commerciali, Palazzo Marino invita a tenere le porte di ingresso chiuse, evitando così dispersioni verso l’esterno di aria raffrescata. In tal modo il comfort interno potrà essere assicurato più rapidamente e senza sprechi di energia. L’iniziativa di Palazzo Marino si affianca alla campagna di informazione di A2a che ha creato un sito dedicato, www.Interruzionienergia.a2a.eu  contenente informazioni utili e consigli per affrontare l’ondata di caldo in città.  
   
   
ENERGIA: HYDROS MANTIENE LA CONCESSIONE PER LA CENTRALE DI LASA  
 
Bolzano, 16 luglio 2015 - Dopo il riesame della documentazione, la Giunta provinciale ha confermato l’assegnazione alla Hydros srl della concessione per la centrale idroelettrica di Lasa. "Anche in questo caso viene ristabilita la legalità", sottolinea l’assessore provinciale Richard Theiner. Quella dell´impianto di Lasa è l´ultima della serie di concessioni per grandi derivazioni idroelettriche assegnate illegalmente in base al pronunciamento del Tribunale di Bolzano del 2009. Già nello scorso marzo, a seguito della procedura del riesame, era stata ripristinata la legalità nelle concessioni per 10 centrali idroelettriche. Ieri (14 luglio) la Giunta provinciale ha compiuto un ulteriore passo nel ristabilire la legittimità delle assegnazioni nel settore energetico: dopo un riesame della documentazione messa a disposizione dall´autorità giudiziaria, la concessione per la centrale di Lasa è stata confermata alla Hydros srl vincitrice del bando originario. La Hydros era rimasta l´unica richiedente, in quanto il Consorzio energia della Venosta (Vek) - a seguito dell´accordo extragiudiziario con Sel Spa e Hydros srl - aveva rinunciato ad ogni diritto e anche a un ricorso contro la delibera della Giunta del dicembre 2009. "Siamo soddisfatti che con il riesame sia stata ripristinata la legalità sulla centrale di Lasa e che sia stato raggiunto anche un accordo extragiudiziario, perchè evita richieste di risarcimento", sottolinea Theiner. La concessione per la centrale di Lasa, assegnata alla Hydros srl per trent´anni fino al 2039, comprendere l´utilizzo idroelettrico dei corsi d´acqua Plima Rosin, Sluder, Santa Maria, Soi, Flim e Lasa nei comuni di Lasa, Laces e Martello.  
   
   
POLICORO, PITTELLA, OLIVERIO E EMILIANO: NO ALLE TRIVELLE IN MARE IL GOVERNATORE LUCANO: PRESTO UN INCONTRO COL MINISTRO GUIDI  
 
Potenza, 16 luglio 2015 - Ferma contrarietà alle trivellazioni nel mar Jonio é stata ribadita ieri mattina dai governatori di Basilicata, Calabria e Puglia, Marcello Pittella, Mario Oliverio e Michele Emiliano, nel corso di una manifestazione organizzata dal primo cittadino di Policoro, Rocco Leone, tenutasi sul lungomare della cittadina jonica. Presenti numerosi sindaci delle tre regioni tra cui quello di Taranto. Presenti anche i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl Uil e Ugl. “Metteremo in campo - ha detto il presidente Pittella - tutto ciò che serve per impedire le trivellazioni in mare, sia chiaro. Chi contesta parla dello ´Sblocca Italia´ che non c´entra nulla con le trivelle in mare. Lo Sbocca Italia- ha spiegato - non é stato impugnato dalla Regione Basilicata per due motivi: per non lasciare un vuoto di un anno e mezzo in attesa della pronuncia della corte costituzionale, periodo in cui ognuno poteva fare qualsiasi cosa, ed in secondo luogo, perché nella interlocuzione positiva con il governo noi siamo riusciti ad ottenere la concertazione, l´intesa con le Regioni sul piano delle aree. Per cui non si può fare una trivella in Basilicata se non c´è la concertazione con la Regione. Nei prossimi giorno incontreremo il ministro dello Sviluppo economico, Guidi, al quale manifesteremo la nostra ferma contrarietà alle trivellazioni in mare". Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio ha detto "ci opporremo con tutte le nostre energie alle trivellazioni e lo faremo per tutelare il mare che costituisce la primaria risorsa per il nostro futuro. Abbiamo impugnato - ha aggiunto- le norme che consentono al governo di avere poteri sostitutivi nei confronti delle Regioni relativamente alle autorizzazioni in materia di trivellazioni. Noi abbiamo detto no con grande chiarezza alle trivellazioni a mare e anche a quelle a terra. Abbiamo impugnato presso il Tar un provvedimento autorizzativi da parte del ministero sottoscritto il 12 giugno scorso. Sono scelte che non possono essere accettate, il governo dovrà ascoltarci ed accogliere le nostre osservazioni". Il presidente pugliese Emiliano ha esordito dicendo "abbiamo intenzione di sostenere tutte le Regioni che si opporranno ai decreti autorizzativi delle Trivelle e sono venuto qui a dirvelo senza se e senza ma. Stiamo organizzando un collegamento che parte dall´Emilia e arriva alla Calabria e siamo in grado di far valere le nostre ragioni. Chi é a difesa del mare e del creato e non semplicemente delle proprie piccole ragioni politiche non può non essere con noi. Deve essere con noi. Qui - ha concluso - ci sono le Regioni e i sindaci che si stanno battendo per far valere le ragioni del nostro territorio. Noi pugliesi faremo fino in fondo il nostro dovere".  
   
   
POLICORO, TRIVELLE. EMILIANO:DETERMINATI A FARE IL NOSTRO DOVERE  
 
Bari, 16 luglio 2015 - Il presidente Michele Emiliano è intervenuto oggi alla manifestazione organizzata a Policoro contro le trivellazioni nel mare Adriatico e Ionio. Rivolgendosi dal palco ai tanti cittadini e sindaci presenti con i loro gonfaloni ha detto: "Noi siamo la forza della costituzione repubblicana, siamo la storia della resistenza, dell´antifascismo, siamo la gente che sa difendere il suo mare. Abbiamo intenzione di sostenere il referendum che abroga lo Sblocca Italia, abbiamo intenzione di sostenere tutte le regioni che si opporranno ai decreti autorizzativi delle trivelle e sono venuto qui a dirvelo senza se e senza ma. Stiamo organizzando un collegamento che parte dall´Emilia Romagna e arriva alla Calabria. Chi è a difesa del mare, chi è a difesa del creato non può non essere con noi, deve essere con noi. Perchè qui ci sono le istituzioni, i sindaci, le popolazioni che si stanno battendo per far valere le ragioni del proprio territorio. Noi pugliesi siamo al fianco dei nostri fratelli calabresi, della Basilicata, del Molise, dell´Abruzzo, delle Marche e dell´Emilia e soprattutto siamo determinati a fare il nostro dovere. Una parola, fare il proprio dovere, che è stata e continuerà ad essere tutta la mia vita". Per Emiliano "si sta andando in contraddizione con una scelta rispetto alla quale l´Italia ha preso anche impegni internazionali sulla riduzione delle emissioni di Co2 nell´atmosfera. Andare a cercare petrolio di bassa qualità - ha detto- peraltro all´indomani dell´accordo Iran-usa mi sembra insensato. A breve tutti i paesi occidentali verranno invasi da petrolio di alta qualità di nazionalità iraniana. Tutte le regioni adriatiche e ioniche sono sulla strssa posizione. Sono convinto che con l´impugnativa dello Sblocca Italia - la Puglia ha già impugnato tutti i sei articoli dello Sblocca Italia - o con il referendum potremo salvaguardare il nostro mare". Emiliano si è rivolto dal palco anche ad un gruppo di contestatori di destra che, accusando le istituzioni di aver fatto troppo poco contro il governo, hanno alzato il saluto romano: "La democrazia prevede che quando qualcuno organizza una manifestazione, c´è chi parla e chi ascolta, dando a tutti la possibilità di intervenire. Capisco che non tutte le organizzazioni politiche sono costruite sul rispetto dell´avversario. Non tutte usano la ragione ma la pancia. Noi non siamo fascisti, siamo democratici. Usiamo la ragione e siamo stanchi delle chiacchiere e dell´opposizione senza senso. Le fasce tricolore che sono qui oggi daranno a tutti noi la forza e l´energia per reagire a questo modo di fare" ha infine concluso Emiliano intonando Bella ciao.  
   
   
FUCECCHIO. NASCE ABITARE SOLIDALE  
 
Fucecchio, 16 luglio 2015 Coabitazioni gratuite fondate su mutuo aiuto e reciproca solidarietà. Accordo fra Unione dei Comuni Empolese Valdelsa e Auser Abitare Solidale, impegnate decine di associazioni del territorio. Alessio Spinelli: “Un’idea semplice che può risolvere i problemi di tante persone in difficoltà” E’ già notevole l’elenco delle associazioni del territorio che hanno dato la loro adesione all’innovativo progetto ‘Abitare Solidale’, una novità assoluta per l’Empolese Valdelsa. Il programma è promosso dall´Associazione Auser Abitare Solidale con cui l´Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa ha firmato un protocollo d’intesa, al quale aderiscono una lunga serie di realtà locali che hanno deciso di sostenere una nuova visione di comunità allargata e più coesa. Abitare Solidale nasce per trasformare il “tema abitativo” in opportunità mediante l´attivazione di coabitazioni gratuite fondate sui principi del mutuo aiuto e della reciproca solidarietà. Un bene prezioso ed essenziale come la casa può divenire un problema sia per chi non è in grado di acquistarne o affittarne una, ma anche per chi, pur vivendo in un appartamento di proprietà o in locazione, non è più in grado di gestirne i costi di manutenzione o soffre a causa della solitudine. Il progetto promuove forme flessibili e innovative di coabitazione con varie possibilità. Ci potrà essere dunque chi, desideroso di costruirsi o ricostruirsi un nuovo percorso di vita, non può permettersi un´abitazione propria o l´affitto per un posto letto, esigenza crescente sia a causa dell´attuale scenario economico che dell´incremento di nuove famiglie monoparentali originate da separazioni o divorzi a concreto rischio di povertà. Altro caso sarà per esempio chi, proprietario di un’abitazione, sente il bisogno di condividere i propri spazi di vita, per avere un piccolo sostegno economico e un aiuto nelle mansioni quotidiane e per vincere la solitudine aderendo ad un progetto basato su solidarietà e coesione sociale. Proprio grazie a questa formula e alla capacità di articolare il proprio intervento a favore di una pluralità di soggetti, dall´anziano che necessita di un sostegno leggero per mantenere il più a lungo possibile la propria autosufficienza, alla donna vittima di violenza domestica alla ricerca di luoghi ed opportunità per un nuovo progetto di vita, sino agli inoccupati e cassintegrati, Abitare Solidale già nei primi anni di sperimentazione ha ottenuto risultati importanti, soprattutto in termini di ricadute sociali: una piccola rivoluzione culturale che ha portato soggetti fragili a divenire attori di un riscatto personale e a ricoprire una nuova centralità sociale. In virtù di queste caratteristiche ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali ed europei ed è stato inserito nel Piano Integrato Socio Sanitario della Regione Toscana. Ad oggi le coabitazioni attivate sono 131 per un totale di 272 persone beneficiate. “Siamo di fronte – dice Alessio Spinelli, sindaco di Fucecchio e delegato alle politiche abitative dell’unione dei Comuni - non solo a un’opportunità, ma anche a una soluzione per tanti problemi pratici e esistenziali di decine e decine di persone. Una semplice idea che può risolvere i problemi di tante persone in difficoltà: chi non è in grado di acquistare o affittare una casa, chi, proprietari o affittuari di un alloggio, necessitano di una qualche forma di aiuto nella gestione. Non penso solo agli anziani, ma anche a tanti giovani che potrebbero trovare un alloggio aiutando una persona che ha bisogno. Un rapporto di convivenza basato su un patto abitativo che prevede un reciproco scambio di servizi, in sostituzione del tradizionale contratto d’affitto. Il progetto è innovativo e vede i comuni dell’Unione uniti e tutti gli assessori convinti di offrire un percorso guidato e regolato da patti legalmente registrati e garantito da un’istituzione come ´Abitare Solidale´ e dalle associazioni che hanno aderito. Possono nascere storie positive di amicizia e collaborazione. Un mutuo soccorso che quasi sempre finisce per creare rapporti di cui nessuna della due parti può più fare a meno. Ringrazio tutti i Comuni che hanno aderito e gli assessori alle politiche sociali e alla casa degli undici comuni che tanto hanno lavorato all´avvio del progetto, in particolare l’assessore del Comune di Empoli Lucia Mostardini che ha promosso per prima questa iniziativa nel nostro Circondario insieme ad Auser Abitare Solidale”. «L´aspetto più innovativo di questo progetto, che ad oggi sta raggiungendo risultati insperati, – spiega Gabriele Danesi, responsabile del programma – è il tentativo di creare nuovi modelli culturali ed operativi "a costo zero" in ambito sociale : innanzitutto quella che come Auser Abitare Solidale stiamo portando avanti, è una strategia di collaborazione "orizzontale" con tutte le realtà del territorio, Enti Pubblici ed associazioni. In una logica concreta di rete, ogni partner contribuisce al buon esito dell´iniziativa in base alle proprie competenze e possibilità, concorrendo alla realizzazione del comune obiettivo che è il Benessere responsabile della Comunità. Altro elemento forte del servizio è la visione - e il conseguente approccio - di un Welfare generativo in cui le persone di cui ci occupiamo non vengono trattate come semplici fruitori passivi del progetto, ma ne diventano parte attiva, contribuendo a costruire, all´interno delle coabitazioni, nuovi sistemi di mutuo aiuto, di risposta dal basso ai propri bisogni fondati sempre su responsabilità, consapevolezza e solidarietà. Ossia quello che oggi viene definito resilienza!». http://www.abitaresolidaleauser.it/    
   
   
VILLE VENETE COLPITE DAL TORNADO: GIÀ IMPEGNATI NELL’ARDUA OPERA DI RECUPERO DI UN PATRIMONIO VENETO E DELL’UMANITÀ  
 
Venezia, 16 luglio 2015 - “Non avrei mai voluto che l’esordio come assessore regionale alla cultura, a cui è tra l’altro affidato il compito di valorizzare il patrimonio delle Ville Venete, fosse determinato dai tragici fatti della scorsa settimana. I danni causati dal tornado abbattutosi sulla Riviera del Brenta sono considerevoli, ma non è da meno la nostra fermezza per risanare nel migliore dei modi possibile gli edifici di valore storico e architettonico che sono stati colpiti”. Con questo proposito l’assessore al territorio e alla cultura della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, ha iniziato l’incontro svoltosi oggi pomeriggio nella sede dell’Istituto Regionale Ville Venete a Mira (Ve), al quale hanno partecipato la presidente dell’Irvv, Giuliana Fontanella, i proprietari delle ville danneggiate dall’evento calamitoso, i dirigenti e tecnici dei dipartimenti regionali alla cultura e alla pianificazione territoriale. “Dalla ricognizione che abbiamo effettuato con tempestività il giorno dopo la tromba d’aria – ha spiegato l’assessore – è emerso un quadro sconvolgente: alcuni immobili hanno subito danni sicuramente riparabili, ma altri sono stati totalmente devastati. Il nostro obiettivo è restituire questo enorme capitale culturale veneto all’umanità e contiamo che anche il Governo nazionale faccia la sua parte”. Da una prima provvisoria valutazione, le spese presunte per il ripristino ammontano a oltre 17 milioni di euro: circa una decina per le opere murarie, oltre 7 milioni per quelle accessorie. Le ville colpite sono 20, tutte nel Comune di Dolo. Tra queste Villa Fini, praticamente distrutta, Villa Bembo, Villa Gasparini, Villa Migliorini, Villa Badoer Fattoretto, Villa Titi e Villa Velluti. Corazzari ha comunicato che, in accordo con la presidente Fontanella, già dalla prossima settimana sarà attivo un punto informativo presso la sede dell’Istituto, per ricevere e organizzare le richieste di messa in sicurezza delle strutture, ma anche per indicare le procedure finalizzate al restauro delle ville e dei relativi parchi. L’assessore ha inoltre sottolineato che i settori dei beni culturali e dell’urbanistica della Regione stanno lavorando in sinergia, oltre che per rispondere all’emergenza, anche per avviare un modello unitario di lavoro nelle successive fasi. “Siamo consapevoli che le risorse di bilancio sono esigue – ha concluso Corazzari – e che l’attività di ricostruzione sarà complessa, ma la Giunta Zaia considera questo intervento prioritario. A incoraggiarci nel difficile compito è la constatazione, una volta di più, della straordinaria reazione della popolazione veneta di fronte alle avversità. E’ grazie alla generosità, laboriosità e solidarietà della nostra gente se la ricostruzione appare tutt’altro che un miraggio”.  
   
   
ADP PIAZZA REPUBBLICA VARESE, MARONI: MODELLO DA IMITARE  
 
Varese, 16 luglio 2015 - "Varese avrà una nuova piazza della Repubblica, un nuovo teatro e una caserma finalmente utilizzabile dai cittadini. Una cosa che i Varesini aspettavano da quasi cinquant´anni. Ci stiamo riuscendo superando molti ostacoli, ma ci stiamo arrivando e nei tempi previsti dal cronoprogramma". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che, ha partecipato, a Varese, a una conferenza stampa sulla riqualificazione di Piazza della Repubblica. Tutto Sui Social - La nuova piazza della Repubblica diventa anche ´social´. In vista della seconda fase del concorso (che si aprirà il 31 luglio dopo la scelta dei 15 progetti ammessi) sono stati aperti diversi canali di comunicazione e dialogo con la città, attraverso i social Facebook, Twitter, Instagram, Vimeo, Youtube con il naming ´Vareserepubblica´. Ciclo Di Incontri - Via anche al ciclo di incontri ´La città è pubblica. Incontri sulla collettività dei luoghi´. Come già annunciato nei giorni scorsi, il primo appuntamento sarà proprio questa sera, alle ore 21, all´Aula Magna dell´Università, in via Ravasi. Ospite Michele Arnaboldi, architetto svizzero. Mantenuti Gli Impegni - Durante la conferenza stampa, il governatore ha ricordato che l´Accordo di programma "è stato promosso a gennaio 2014 e abbiamo marciato con grande rapidità, trovando le risorse e mettendo in atto tutte le procedure necessarie. Sono davvero molto soddisfatto". Esempio Da ´Esportare´ - Secondo Maroni, questo Adp è "un modello che funziona. Io lo voglio ´esportare´, utilizzandolo in tutti gli Accordi di Programma, responsabilizzando chi governa il territorio e coinvolgendo tutti i soggetti che hanno qualcosa da dire, come l´università, con la Regione che partecipa ma lasciando la responsabilità della gestione della procedura ai territori".  
   
   
CASTELFIORENTINO: IL COMUNE ABBATTE L’IMU SUI NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI  
 
Castelfiorentino, 16 luglio 2015 Il Comune taglia l’Imu su tutti i nuovi insediamenti di tipo produttivo, artigianale, commerciale e dei servizi (uffici). E’ questa una delle novità più significative del bilancio di previsione 2015, che mantiene peraltro invariate le aliquote sulle altre categorie di immobili. Uno sconto, dunque, di natura sostanziale che non sarà compensato con altre entrate e va nella direzione di incentivare la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi, artigianali e commerciali sul territorio comunale, favorendo così nuova occupazione. L’azzeramento dell’Imu interesserà naturalmente lo spazio di manovra dell’ente, in quanto come è noto una quota significativa di tale imposta è riservata allo Stato oppure è stabilita in modo obbligatorio per legge. Nel dettaglio, il Comune rinuncerà quindi alla sua quota parte dell’Imu sui nuovi insediamenti produttivi nei fabbricati di cat. D (finora allo 0,91 %, della quale rimarrà solo lo 0,76% in quanto percentuale obbligatoria percepita dallo Stato) e abbasserà al minimo di legge (0,46%, finora era lo 0,91%) l’Imu per i nuovi fabbricati artigianali, commerciali e dei servizi (cat. C1, C2, C3 e A10), intendendo con ciò lanciare un segnale preciso a chi intende avviare un’impresa (industriale, artigianale o commerciale) o un’attività professionale su un fabbricato di nuova realizzazione. Del tutto invariate l’Imu e la Tasi per le altre categorie di immobili. “Questa scelta – sottolinea il Sindaco, Alessio Falorni – assume un valore doppio, perché da un lato opera una netta sforbiciata dell’Imu a favore dei nuovi insediamenti, con il preciso scopo di attrarre sul nostro territorio nuovi imprenditori e incentivare così la ripresa economica, e dall’altro mantiene allo stesso livello le aliquote per tutti gli altri immobili, evitando così di scaricare questa riduzione su altre categorie di contribuenti”.  
   
   
URBANISTICA A MILANO: UNA NUOVA PROCEDURA AGEVOLATA PER L’ACCESSIBILITá ALLE PERSONE CON DISABILITÀ DEGLI ESERCIZI PUBBLICI  
 
Milano, 16 luglio 2015 – Ieri, all’Unione del Commercio di Corso Venezia, è stata presentata la nuova procedura agevolata per l’attuazione dell’articolo 77 del Regolamento Edilizio del Comune di Milano, che stabilisce che tutte le attività commerciali e gli edifici aperti al pubblico siano accessibili alle persone con disabilità. Una norma importante, che mette la città al pari delle altre capitali europee in tema di lotta alle discriminazioni, e che ora risulta di più facile e rapida applicazione. La procedura - elaborata dall’Assessorato all’Urbanistica e dal Settore Gestione Occupazione Suolo di Palazzo Marino in collaborazione con l’Unione dei Commercianti di Milano - predispone per le richieste di adeguamento degli accessi un’apposita modulistica semplificata e un link dedicato sul sito internet dell’amministrazione, alla sezione “Abbattimento barriere”. Tra le facilitazioni previste, va sottolineata la gratuità del canone d’occupazione di suolo pubblico (Cosap) per le pedane e gli altri manufatti predisposti dagli esercenti per consentire l’accesso a tutti i cittadini.  
   
   
SHARING ECONOMY: IMPRESE E COMUNE DI MILANO INSIEME PER SVILUPPARE NUOVI MODELLI DI BUSINESS DELLA COLLABORAZIONE LO SVILUPPO DI MILANO PASSA SEMPRE DI PIÙ ATTRAVERSO LA CONDIVISIONE DI IDEE, SPAZI E PROGETTI”  
 
 Milano, 16 luglio 2015 – Una risorsa per innovare e ampliare il proprio business. Così le imprese milanesi considerano l’ “economia della condivisione”, tanto che il consiglio direttivo di A.p.i., l’Associazione delle Piccole e medie Industrie, ha deliberato questo pomeriggio l’adesione alla rete di attori locali interessati a collaborare con il Comune di Milano per promuovere iniziative nell’ambito della sharing economy. Nell´incontro con l’assessore alle Politiche del lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca Cristina Tajani presso la sede dell’associazione, i rappresentanti dell’industria del territorio e i piccoli-medi imprenditori hanno confermato l’importanza di sviluppare nuovi modelli di business collaborativi e la volontà di dare il proprio contributo. “L’incontro di oggi si amplia la rete cittadina che stiamo realizzando per connettere tutte le esperienze di sharing economy presenti sul territorio, certi che lo sviluppo di Milano passi sempre di più attraverso la condivisione di idee, spazi e progetti”. Così Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo Economico, Università e Ricerca del Comune di Milano che prosegue: “Le opportunità offerte dall´economia condivisa, e più in generale da tutte le pratiche collaborative, possono rappresentare nuovi modi di intendere e fare imprese, poiché generano moderne forme di comunità e moderni processi economici di cui dobbiamo tener conto e utilizzare al meglio”. “La competizione è sempre più forte ed essere ´piccoli´ e affrontare le nuove sfide da soli si rivela sempre più una scelta difficile per l’impresa – ha spiegato Paolo Galassi, presidente di A.p.i. (3.000 aziende associate per 70.000 addetti) -. Per questo gli industriali stanno lavorando per mettere ´a sistema´ competenze, fare rete, condividere progetti e soluzioni per essere più forti e fare in modo che Milano continui a essere non solo capitale dell’innovazione ma sempre più osservatorio sui nuovi modi di fare industria oggi. Mettere in relazione le imprese per conoscersi, condividere le proprie esperienze e crescere è fondamentale, un lavoro che l’associazione svolge fin dalla sua costituzione”. A.p.i., che conta circa 600 aziende associate che hanno sede a Milano e 2 mila nell’area metropolitana, a seguito dell’adesione alla rete di attori locali interessati a collaborare con il Comune si impegnerà, con la propria esperienza e con diverse iniziative, a promuovere e sostenere tutti quei modelli legati all’economia della condivisione che potranno essere attuati all’interno di una piccola o media impresa. Già alcune aziende, associate ad A.p.i., hanno dato vita a soluzioni innovative per l´organizzazione e il lavoro con progetti di welfare.  
   
   
AL VIA IL RIORDINO DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna, 16 luglio 2015 – Sei mesi per definire il riordino delle società partecipate in house e poi un anno per il riordino complessivo di tutte le partecipazioni della Regione Emilia-romagna. E’ il tempo previsto dalla delibera approvata dalla Giunta regionale per definire e attuare il piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate, secondo quanto previsto dalla legge di stabilità del 2015. “Il provvedimento rappresenta un importante snodo nel percorso di riordino e riassetto dell’organizzazione regionale – sottolinea l’assessore al Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti - che la Giunta ha inserito come punto qualificante nel suo programma di mandato. Dopo aver approvato il bilancio e aver avviato il processo legislativo di riordino territoriale, ora possiamo portare a compimento anche il lavoro di analisi sulla situazione delle partecipate e procedere alla loro ulteriore razionalizzazione per adeguarci alle nuove norme e realizzare ulteriori risparmi e semplificazioni garantendo qualità, efficienza, efficacia ed economicità”. Nel dettaglio, la delibera prevede un percorso di 6 mesi per il riordino innanzitutto delle 7 società in house (quelle in cui, cioè, la Regione detiene il controllo o una partecipazione rilevante nel capitale sociale): Apt servizi, Aster, Cup 2000, Ervet, Fer, Finanziaria Bologna metropolitana e Lepida. Per quanto riguarda le altre partecipazioni, il riordino complessivo sarà attuato entro il mese di marzo 2016. Principi fondamentali per il riordino - L’analisi dell’assetto delle proprie partecipazioni già condotto dalla Regione ha consentito di valutarle “di interesse generale e strettamente indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali” ed in quanto tali non soggette all’obbligo di dismissione previsto dalla legge nazionale. Alla luce di ciò con la delibera viene avviato un nuovo lavoro di analisi sulla base dei criteri fissati dalla legge di stabilità 2015 e tenendo conto delle nuove linee contenute nel disegno di legge delega di riforma della Pa (cosiddetto ddl “Madia”) in fase di approvazione parlamentare. Il riordino sarà definito sulla base di una serie di principi fondamentali: la strategicità e coerenza delle società rispetto alle finalità istituzionali della Regione e al supporto delle politiche regionali per il territorio, anche in funzione di un’eventuale loro dismissione; il superamento di duplicazioni e sovrapposizioni, anche tramite operazioni di aggregazione fra società o internalizzazione di funzioni o servizi; il contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante la gestione congiunta fra società di attività amministrative standard; l’applicazione degli stessi criteri fissati dall’amministrazione regionale per quanto riguarda acquisti e personale; l’attenzione all’attrattività per gli investimenti, allo sviluppo economico del territorio dell’Emilia-romagna, della ricerca, dell’innovazione e dell’Ict.  
   
   
ASSEMBLEA ANNUALE FEDERMACCHINE: 2014 POSITIVO PER L’INDUSTRIA ITALIANA DEL BENE STRUMENTALE: RIPARTE IL CONSUMO IN ITALIA (+10,8%). CRESCONO PRODUZIONE (+4,9%) E EXPORT (+2,1%)  
 
Cinisello Balsamo, 16 luglio 2015 - Nel 2014, la produzione italiana di beni strumentali si è attestata a 36,7 miliardi di euro, segnando un incremento del 4,9% rispetto all’anno precedente. Il risultato è stato determinato sia dalla positiva performance delle esportazioni che dalla ripresa delle consegne sul mercato interno che è tornato a investire in beni strumentali. Questo è quanto emerge dai dati di consuntivo che sono stati presentati questa mattina da Giancarlo Losma, presidente Federmacchine, in occasione dell’annuale assemblea della federazione delle imprese costruttrici di beni strumentali, che ha ospitato l’incontro con l’economista Marco Fortis, che ha presentato il suo ultimo lavoro incentrato su “L’europa tra ripresa e squilibri- Eurozona, Germania e Italia”. In particolare, secondo i dati elaborati dal Gruppo Statistiche Federmacchine, il deciso incremento della produzione, risultata pari a 36,7 miliardi di euro, rispecchia il positivo andamento dei 13 settori che fanno capo alla federazione e che hanno registrato (tutti) incremento di fatturato. Nell’anno appena concluso, la domanda di beni strumentali in Italia, è tornata di segno positivo, registrando un incremento, del 10,8% a 17,3 miliardi. La ripresa del mercato italiano ha premiato anzitutto i costruttori che hanno visto crescere le consegne, del 12,3%, a 10,6 miliardi di euro. Positivo comunque anche l’effetto sugli importatori che hanno incrementato dell’8,5% le vendite, salite a 6,8 miliardi. In crescita anche le esportazioni che hanno oltrepassato il muro dei 26 miliardi, il 2,1% in più rispetto all’anno precedente, segnando un nuovo record per l’industria di settore. Principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono risultati: Germania (2,9 miliardi di euro + 6,8%), Stati Uniti (2,4 miliardi di euro, +3%), Cina (2 miliardi, -4,6%), Francia (1,7 miliardi, -2,8%). Con la ripresa del mercato italiano, i costruttori hanno riorientato parte della loro offerta riducendo la quota di produzione destinata all’export risultata, nel 2014, pari al 71%, due punti percentuali in meno rispetto al 2013. “I numeri del 2014 - ha affermato Giancarlo Losma, presidente Federmacchine - ci restituiscono la fotografia di un settore vivace che ha saputo resistere alla crisi e ora coglie i benefici della ripresa del consumo italiano certamente favorita dall’introduzione della Nuova Legge Sabatini, già rifinanziata per tutto il 2015, e dal bonus macchinari, purtroppo scaduto il 30 giugno”. “Ora, in un momento così delicato per il mercato interno - ha affermato Giancarlo Losma - occorre che gli organi di governo sostengano con misure adatte la ripresa che i nostri principali indicatori confermano si estenderà anche al 2015. In particolare, per sostenere la domanda e soprattutto assicurare mantenimento di competitività all’industria manifatturiera italiana, dovrebbe essere prevista, accanto alla reintroduzione del bonus macchinari anche una misura di incentivi alla sostituzione, volontaria, di macchinari obsoleti, installati in Italia, in modo che i sistemi di produzione possano rispondere alle nuove esigenze di produttività, risparmio energetico e rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro che l’Europa oggi richiede. Detto ciò, occorre comunque ribadire la necessità di misure specifiche capaci di sostenere, in modo strutturato, il rilancio del mercato domestico e del manifatturiero italiano. Complementare a questi provvedimenti dovrebbe essere la liberalizzazione degli ammortamenti dei beni strumentali acquistati e la revisione dei coefficienti di calcolo degli stessi, fermi al 1988”. “Sul fronte estero - ha concluso il presidente Federmacchine - ambito nel quale i costruttori italiani ripongono le maggiori aspettative, insistiamo nel riproporre un ulteriore abbattimento dell’Irap che preveda una riduzione della base imponibile, per la sola parte relativa al costo del lavoro, per una quota pari al rapporto export/produzione generata dall’azienda, in modo da stimolare le imprese a impegnarsi sempre più nell’attività di internazionalizzazione”.  
   
   
APPALTI PRE-COMMERCIALI, 14 MILIONI DALLA REGIONE SARDEGNA  
 
Abbasanta, 16 Luglio 2015 - Ci sono 14 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione nel Por Fesr 2014/20 per gli Appalti Pre-commerciali in Sardegna (Pcp, Pre Commercial Procurement), gli strumenti di nuova generazione a sostegno dell´innovazione messi in campo dalla Commissione Ue e inseriti nella strategia "Europa 2020". Questa forma di appalti consente a tutte le pubbliche amministrazioni di acquistare servizi di ricerca, sviluppo e innovazione ancora non esistenti sul mercato facendone richiesta alle imprese che propongono le loro offerte fra le quali viene scelta quella vincente. "La parola d´ordine è competizione. Sono ancora troppo poche le imprese sarde che vincono gli appalti della pubblica amministrazione, ma questo non significa che si deve ricorrere a quote e riserve per garantire risultati. Per vincere, le imprese devono essere efficienti, preparate, competitive, migliori delle altre e dunque per queste ragioni aggiudicarsi gli appalti - dice l´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci partecipando ad Abbasanta al convegno organizzato da Sportello Appalti Imprese - Per aiutare le imprese sarde servono preparazione, laboratori, test, confronto continuo e aggiornamento costante: così possono e devono vincere gli appalti, per fortuna è finito il tempo degli aiuti di Stato. Il compito di sostegno alla preparazione delle imprese in Sardegna lo sta svolgendo da tre anni Sportello Appalti Imprese presso Sardegna Ricerche e infatti la percentuale delle imprese sarde che si aggiudicano gli appalti è cresciuto, perché sono diventate più brave e preparate, hanno studiato e sul mercato si sono dimostrate migliori delle altre. Lo stesso discorso vale per gli appalti pre commerciali: sono uno strumento molto innovativo e su cui l´Europa punta molto, perché hanno l´obiettivo di far nascere, attraverso la domanda che arriva dalla pubblica amministrazione, che viene così a sua volta stimolata a richiedere servizi e innovazioni, un´offerta che ancora non è presente nel mercato. A quel punto le imprese studiano, mettono a punto la loro proposta, si mettono a confronto: la migliore, vince. Anche in questo caso - conclude il vicepresidente della Regione -, in una competizione senza scorciatoie: la Regione in questa sfida c´è e mette a disposizione 14 milioni di euro attraverso il Fesr. Ora tocca alle imprese fare la loro parte". La Sardegna, circa 2 miliardi all´anno di appalti e acquisto di servizi, sarà la quinta regione in Italia a sperimentare il nuovo strumento degli "appalti pre-commerciali" che, nella nostra regione, mira a soddisfare la sempre maggiore domanda di innovazione della Pubblica amministrazione soprattutto nei settori del turismo, cultura, sanità, ambiente e mobilità. Allo stesso tempo le imprese coinvolte vengono favorite nel percorso verso l´internazionalizzazione, la ricerca e lo sviluppo a costi contenuti e rischi ridotti. Gli appalti pubblici costituiscono circa il 16% del Pil europeo, 2.400 miliardi l’anno. In Italia le risorse per gli appalti pubblici sono circa 100 miliardi, il 58% riguardano le piccole e medie imprese.  
   
   
RIORGANIZZAZIONE UFFICI POSTALI, NUOVO VERTICE IN REGIONE EMILIA ROMAGNA PROSEGUE L´IMPEGNO PER CHIEDERE AL GOVERNO LA MODIFICA DEL PIANO. NEI PROSSIMI GIORNI INCONTRI CON ANCI, SINDACI E DIRETTORI DI FILIALE PER VALUTARE SOLUZIONI ALTERNATIVE  
 
Bologna, 16 luglio 2015 - Prosegue l´impegno della Regione a livello nazionale per chiedere al Governo di intervenire su Poste italiane affinché riveda il progetto di riorganizzazione nazionale degli uffici postali. Nei prossimi giorni andranno avanti gli incontri con Anci, sindaci e direttori di filiale per verificare, sulla base delle specificità dei singoli uffici, la possibilità di soluzioni alternative. É ciò che emerso dall´incontro che si è svolto ieri pomeriggio in Regione tra gli assessori al Bilancio Emma Petitti e alle Politiche per la montagna Paola Gazzolo con il responsabile dell´area territoriale Centro-nord di Poste Italiane spa Gino Frastalli. Erano presenti per Anci Emilia-romagna il vicepresidente vicario e sindaco di Noceto Fabio Fecci, il sindaco di Rottofreno e coordinatore provinciale di Piacenza Raffaele Veneziani e il direttore Gianni Melloni; per Uncem Emilia-romagna il presidente Giovanni Battista Pasini e una rappresentante della Città metropolitana di Bologna. “Nei prossimi giorni - sottolineano gli assessori Petitti e Gazzolo - proseguiranno nelle varie province gli incontri con i direttori di filiale per individuare assieme soluzioni che consentano di tutelare i servizi e le comunità interessate dalla riorganizzazione, in molti casi piccole, in zone montane e con una prevalenza di popolazione anziana per la quale gli uffici postali costituiscono anche un importante presidio sociale. Nel frattempo - concludono Petitti e Gazzolo - continua la nostra sollecitazione al Governo affinché rimetta mano al piano complessivo, che così com´è rischia di penalizzare fortemente territori che sono già svantaggiati”.  
   
   
TOSCANA: CARDATO, CHIUSO IL BANDO IL 30 GIUGNO, ISTRUTTORIA DELLE DOMANDE IN CORSO  
 
 Firenze 16 luglio 2015 – Si concluderà il prossimo 30 settembre l´istruttoria delle domande pervenute relativamente al bando per la concessione di contributi a fondo perduto per progetti di innovazione di processo o di prodotto da parte di micro, piccole e medie imprese che producono prodotti tessili cardati. "In tutto – spiega l´assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo – sono stati presentati 19 progetti da parte di 24 imprese, per un contributo totale richiesto di oltre 1,9 milioni di euro. Il numero di imprese è maggiore del numero di progetti perché in alcuni casi sono stati presentati progetti in partenariato, scelta incoraggiata anche dal bando che prevede una valutazione più alta per le aggregazioni di imprese. Tutti i progetti, con un´unica eccezione, riguardano imprese con sede nel distretto tessile pratese, che comprende anche i territori della provincia di Pistoia e Prato. Dal Ministero dello Sviluppo Economico – conclude Ciuoffo - abbiamo ricevuto un finanziamento di 1 milione e 829 mila euro. Tuttavia confidiamo di concedere un contributo a tutte le domande pervenute che saranno dichiarate idonee. L´istruttoria è in corso e si concluderà il 30 settembre". Il bando prevede il cofinanziamento di progetti finalizzati ad ottenere marchi e/o certificazioni di qualità e di salubrità tramite l´acquisto di servizi qualificati indicati nell´apposito "Catalogo dei Servizi Qualificati della Regione Toscana". Oltre a certificazioni o marchi (obbligatori) il cofinanziamento riguarda anche servizi di innovazione organizzativa e di promozione dei prodotti cardati sui mercati internazionali.  
   
   
PIEMONTESE A VIESTE PER CONSEGNA EX SEGHERIA REGIONALE A ARIF  
 
Bari, 16 luglio 2015 – Un vecchio opificio, a Vieste, che fino agli anni ´70 era una segheria, ma anche, nel tempo, laboratorio di formazione per i giovani del luogo, è stato ripulito e rimesso a nuovo dalla Regione Puglia che lo ha consegnato all´Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali (Arif) affinchè ne consenta la ripresa dell´attività produttiva e formativa. E´ stato questa mattina l´assessore regionale al Bilancio ed Affari Generali, Raffaele Piemontese che a Vieste, in località Mandrione, ha restituito alla comunità locale questo "pezzo della sua tradizione storica e culturale". Grazie alle maestranze dell´Arif, "l´antica segheria riprenderà a produrre - ad impatto zero - tutto ciò che, in legno, è utile all´interno di un bosco: tavole, panche, segnaletica ed ogni altro attrezzo che Comuni o privati vorranno acquistare a costi contenuti". Arriva così al capolinea il percorso tracciato da una delibera regionale approvata poco tempo fa dalla Giunta pugliese per il recupero e la riqualificazione degli immobili forestali con l´implicita scommessa che anche questi possano far parte di una ineguagliabile offerta turistica"  
   
   
CONFESERCENTI AL PRESIDENTE OLIVERIO: RIDIAMO PROSPETTIVE ALLA CALABRIA  
 
Catanzaro, 16 luglio 2015 - La Confesercenti regionale, quale organizzazione di rappresentanza delle piccole e medie imprese, ritiene che il Presidente Mario Oliverio che, per come pare, ha trattenuto per se anche la delega alle Attività produttive, debba recuperare il passo ed il tempo per ridare prospettive alla Calabria. Noi – dichiara il Presidente regionale della Confesercenti Nino Marcianò – non siamo intervenuti all’indomani dello scandalo “Rimborsopoli”. Abbiamo preferito metabolizzare atti e fatti divergenti rispetto alle esigenze dei calabresi. Oggi, nondimeno, facciamo un plauso alla Procura di Reggio Calabria perché, l’opinione pubblica è informata dei “vizi” della politica e dei “malvezzi” di taluni politici, al di là dei risvolti penali ed amministrativi per gli “onorevoli” ed i “portaborse” coinvolti. In proposito, il recupero è già avviato – questo l’auspicio del Presidente regionale della Confesercenti Nino Marcianò – per il fatto che la Giunta regionale, ormai al completo, potrà e dovrà mettere in pista le idonee scelte per superare ritardi e retaggi che, storicamente, segnano il tessuto sociale ed economico della Calabria, zavorrandone il futuro. Presidente Oliverio – prosegue Marcianò – plaudiamo alla Sua decisione di intervenire affinchè il Consiglio regionale rimuova ogni legge, ogni contributo, per finanziare “le attività politiche”. Ogni risorsa, ogni energia, deve essere spesa, o meglio investita, per lo sviluppo. E, per tale via, l’unica possibile soluzione è il sostegno allo sviluppo imprenditoriale e, nello stesso tempo, nel sostenere la “domanda interna”. La Confesercenti, al tempo, aveva dato pubblicamente merito alla decisione di rimodulare in profondità il sistema delle nomine degli assessori, abolendo i “consiglieri supplenti”. E questo poiché la Calabria ha bisogno, innanzitutto, di semplificazione e trasparenza, anche per dare conto alla pubblica opinione della reale eliminazione di sprechi e spesa improduttiva. Con riguardo alla nuova Giunta regionale – conclude il Presidente della Confesercenti regionale della Calabria – ogni valutazione, com’ è naturale, è prematura, perché quest’organizzazione, la Confesercenti, si esprime rispetto agli obiettivi, ai risultati. Certo, “l’innesto” diffuso di “cattedratici” è un buon viatico che, comunque, deve essere alimentato da stabili forme di partecipazione con le Organizzazioni datoriali, se si è convergenti rispetto all’obiettivo per lo sviluppo, le occasioni di lavoro, la creazione di aziende, gli investimenti, il turismo. Per la Calabria – ecco l’appello di Marcianò - il Governo regionale dovrà distinguersi nella legalità, negli atti, nella liceità nei comportamenti, nella capacità di programmazione negoziata, nella spesa produttiva dei fondi europei, nel riconoscimento e nel rispetto dei ruoli dei vari soggetti rappresentativi di interessi reali.  
   
   
PALMANOVA È UN CENTRO COMMERCIALE NATURALE  
 
Palmanova, 16 luglio 2015 - "Palmanova è la città ideale per lo sviluppo del Centro commerciale naturale". Lo ha affermato il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, intervenendo, nella sede municipale di Palmanova, alla Tavola rotonda organizzata nell´ambito del convegno Ideecommercio per lo sviluppo sostenibile che mirava ad analizzare l´esperienza già in atto, e le prospettive del progetto Città da Vivere per il Centro commerciale naturale di Palmanova, a confrontarle con altre, nonché a favorire lo sviluppo del progetto che prevede la messa in rete e la promozione, attorno all´immagine della città stellata, delle attività economiche e sociali dell´area comunale. Bolzonello, a chiusura del partecipato incontro, ha affermato che si è trattato di un´occasione importante in quanto ha potuto fornire una serie di certezze su dove deve andare Palmanova. Località storica che, al pari di altre, soffre per la crisi delle attività commerciali che ne animano il centro, e per la vicinanza delle grandi strutture commerciali. L´esperienza in atto nella città stellata, secondo il vicepresidente rappresenta un´esperienza pilota e modello per l´intera regione, anche per la quantità e la qualità degli associati. Nel corso del dibattito, per Bolzonello sono state ribadite alcune criticità che evidenziano le difficoltà nelle quali versa il commercio e che potranno essere affrontate, in parte, in sede nazionale (si riferiva alla leva fiscale sugli immobili, causa dell´elevato costo degli affitti). In parte, e faceva riferimento in particolare a Palmanova, anche attraverso la valorizzazione e il consolidamento dell´esperienza del Centro commerciale naturale, mediante la rivisitazione della specifica normativa regionale. In modo da consentire il decollo anche di altre analoghe esperienze. Il vantaggio che al momento il progetto ´Città da vivere´ può giocare in termini positivi, per il vicepresidente della Regione è rappresentato dalla disponibilità del Comune di Palmanova a dialogare e a interagire con le categorie economiche dell´area, e con i commercianti in particolare. Nel corso della tavola rotonda, introdotta dal sindaco di Palmanova, Francesco Martines, e da Giuseppe Carlini, esperto del settore pubblicitario, dopo gli interventi di esponenti del mondo della comunicazione, del web, del commercio e dell´artigianato, il vicepresidente Bolzonello aveva anche avuto modo di rilevare che Palmanova, rispetto ad altre località storiche del Friuli Venezia Giulia, gode di un vantaggio innegabile: è situata a pochi minuti da un casello autostradale. Ciò potrà facilitare notevolmente gli sforzi che il Comune e gli operatori economici stanno compiendo per favorire la rivitalizzazione del centro storico.  
   
   
CHIESTI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA PER LE IMPRESE COLPITE DAL TORNADO IN RIVIERA DEL BRENTA  
 
 Venezia, 16 luglio 2015 - Le rappresentanze sociali presenti al Tavolo Regionale per gli ammortizzatori in deroga, riunitisi in data odierna, hanno dato mandato alla Regione del Veneto, attraverso l’Assessorato all’istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità, di interloquire con il Governo per la concessione, anche oltre le previsioni della normativa vigente, degli ammortizzatori sociali in deroga alle imprese e ai lavoratori colpiti dall’eccezionale evento atmosferico che ha coinvolto la Riviera del Brenta la settimana scorsa, anche a fronte dello stato di crisi decretato dal Presidente Luca Zaia per la zona interessata dal tornado.  
   
   
TAVOLO MERCATONE UNO: RIAPERTURE PUNTI VENDITA E MANIFESTAZIONI D´INTERESSE  
 
 Bologna, 16 luglio 2016 - Dei 28 punti vendita “sospesi” in tutt´Italia, quattro riapriranno sicuramente in autunno, mentre per altri sei ci sono buone probabilità. E´, in sintesi, quanto è emerso ieri a Roma dall´incontro di aggiornamento, al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), del Tavolo del Mercatone Uno. Contestualmente i tre commissari presenti hanno annunciato che ci sono state dieci manifestazioni d´interesse per tutto il Gruppo, e 53 per parte della rete dei punti vendita. All´incontro, insieme all´Emilia-romagna, erano presenti altre Regioni, oltre alle rappresentanze sindacali, nazionali e territoriali. I commissari non hanno ancora precisato quali dei punti vendita riapriranno sicuramente. “Le novità di oggi, tra riaperture e manifestazioni d’interesse, confermano le potenzialità di questo Gruppo, e fanno sperare in un suo recupero – dichiarano l´assessore alle Attività produttive della Regione Palma Costi e il sindaco di Imola Daniele Manca – . Nell´apprezzare il lavoro svolto finora dai commissari, ci auguriamo che vengano salvaguardati il più possibile punti vendita e posti di lavoro di una realtà qual è quella del Mercatone Uno. Noi, come istituzioni, continueremo a seguire gli sviluppi della vicenda e a fare la nostra parte affinché si raggiunga il miglior risultato possibile”.