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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Ottobre 2006
DIRITTO D’AUTORE: DIRETTIVA EUROPEA PER L´ELIMINAZIONE DELLA COPIA PRIVATA  
 
Gli autori di opere musicali, audiovisive e letterarie, gli autori di arti grafiche, gli artisti interpreti, gli editori di musica e i produttori di opere audiovisive e musicali hanno deciso di unire i loro sforzi per contrastare la direttiva europea che, accogliendo la pressante richiesta dell´industria dell´elettronica, stabilisce l´abolizione del compenso per copia privata che costituisce una risorsa essenziale per gli autori, gli artisti e i produttori. La Commissione europea, infatti, si sta dimostrando sensibile alle richieste dell´industria Ict ed ascolta poco le istanze dei creatori. L´equo compenso esiste in 20 stati dell´Unione europea e permette da un lato ai consumatori di effettuare una copia di un´opera dell´ingegno a proprio uso personale, dall´altro lato agli autori, artisti e produttori di ricevere un compenso legittimo a fronte di questa eccezione ai loro diritti esclusivi sull´opera. La remunerazione per copia privata non incide sui consumatori e non ha ridotto l´acquisto dell´elettronica di consumo di contenuti audiovisivi. Il tasso di diffusione degli Mp3 in Germania e Francia è paragonabile a quello del Regno Unito dove non esiste il compenso per copia privata. Per questo alcune associazioni internazionali degli autori e dei produttori di opere dell’ingegno hanno deciso di unire i loro sforzi per difendere i loro diritti, ribadendo la legittimità del compenso per copia privata. Aepo-artis, Aidaa, Afi, Biem, Cisac, Eurocinema, Eurocopya, Eva, Icmp/ciem, Fera, Fia, Fiapf, Fim, Gesac, Giart, Ifrro, Impala hanno stilato un comunicato congiunto in cui manifestano la propria preoccupazione per l’"offensiva sproporzionata" in atto contro il sistema di copia privata "che è una fonte di reddito essenziale per i creatori, gli artisti e i loro produttori" ed hanno scritto nel loro comunicato che "la copia privata non frena in nessun modo, e le statistiche lo provano, lo sviluppo dell’industria”. .  
   
   
PRIVACY: MONITO AI GESTORI TELEFONICI  
 
Il 25 settembre il Garante della Privacy ha ordinato ai gestori telefonici di ultimare entro e non oltre 90 giorni l´adozione delle misure di sicurezza imposte per mettere in sicurezza i dati personali e i flussi informativi riguardo alle attività svolte per le intercettazioni disposte dalla magistratura. Scaduto questo ulteriore termine, l´Autorità potrà vietare, ai gestori che non risulteranno in regola, le operazioni di trattamento dei dati riferite alle attività in materia di intercettazioni. Dai riscontri forniti all´Autorità dai gestori telefonici è infatti emerso un quadro complessivo che evidenzia una mancata, parziale o ritardata attuazione delle misure prescritte con il provvedimento del dicembre scorso, nel quale era stato fissato un termine di 180 giorni per la loro completa adozione, termine scaduto nelle scorse settimane. La decisione dell´Autorità di concedere un breve ed ultimo termine tiene conto della necessità di non pregiudicare le attività di legale intercettazione in corso e del fatto che i gestori hanno comunque attestato di essere in procinto di ultimare le procedure per adempiere a quanto richiesto. La brevità del termine è peraltro legata alla necessità di non ritardare oltre nell´assicurare con immediatezza la massima protezione di dati e sistemi tanto delicati. Per quanto riguarda poi gli uffici giudiziari, il Garante, dopo le richieste già rivolte nel mese di marzo al Ministro della giustizia e al Csm, ha intrapreso una nuova iniziativa sollecitando l´intervento, oltre che del Ministero e del Consiglio, di tutti gli uffici delle procure interessati alle intercettazioni per adottare un corrispondete aggiornamento tecnologico ed organizzativo presso gli uffici giudiziari. Questo ulteriore invito si è reso particolarmente necessario poiché, secondo i gestori, alcune misure tra quelle richieste risultavano di difficile o più lenta adozione qualora fosse mancato un contestuale adeguamento delle stesse misure presso gli uffici giudiziari interessati allo scambio di informazioni trattate nell´ambito delle attività di intercettazioni. Nel provvedimento di dicembre (adottato dopo una serie di accertamenti effettuati a partire dall´agosto 2005), l´Autorità aveva richiesto precise misure, sia organizzative che tecnologiche, per assicurare un livello più elevato di sicurezza dei dati nei flussi informativi tra gestori e uffici giudiziari: in particolare, riduzione del numero di incaricati che hanno accesso ai dati; procedure di autenticazione per l´accesso informatico; sistemi più avanzati di cifratura e autenticazione; aggiornati strumenti tecnologici nella comunicazione con l´autorità giudiziaria per le attività di intercettazione. .  
   
   
INTERCETTAZIONI TELEFONICHE: IL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE È AL SENATO  
 
Al Senato è iniziata la discussione per la conversione del Decreto legge 22 settembre 2006, n. 259, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 221 del 22 settembre 2006, contenente disposizioni urgenti per il riordino della normativa in tema di intercettazioni telefoniche. Di seguito sintetizziamo le finalità ed il contenuto del provvedimento, che, lo ricordiamo, per dettato costituzionale, deve essere convertito in legge entro 60 giorni dalla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Il provvedimento risponde alla straordinaria necessità ed urgenza di adottare misure volte a rafforzare il contrasto all’illegale detenzione di contenuti e dati relativi ad intercettazioni illecitamente effettuate, nonché documenti formati attraverso la raccolta illegale di informazioni e di apprestare più incisive misure atte ad evitare l’indebita diffusione e comunicazione di dati od elementi concernenti i medesimi dati. L’art. 1 sostituisce l’art. 240 cod. Proc. Pen, assimilando al trattamento già previsto per i documenti anonimi gli esiti delle intercettazioni illecitamente effettuate e dei dati relativi al traffico telefonico illecitamente acquisiti. Rientrano nella definizione di illecita intercettazione o illecita acquisizione di dati quelle effettuate senza autorizzazione dell’autorità giudiziaria. Secondo la norma deve essere disposta l’immediata distruzione da parte dell’autorità giudiziaria di tutti gli atti e i dati acquisiti ovvero anche solo illecitamente detenuti, in modo da evitare la possibilità di una loro qualunque diffusione con conseguente pregiudizio per la riservatezza dei soggetti coinvolti. Ai fini di conservazione della prova dei relativi reati, la norma prevede che sia redatto verbale delle operazioni di distruzione, con la sola menzione degli elementi descrittivi ed il divieto di riportare il contenuto delle captazioni illecite. L’art. 2 prevede la modifica dell’art. 512 cod. Proc. Pen. Per consentire sempre nel dibattimento la lettura dei verbali di distruzione sopra indicati. L’art. 3 introduce una nuova fattispecie di reato in relazione all’illecita detenzione degli atti o dei documenti di cui all’art. 240, comma 2, cod. Proc. Pen. , prevedendo la pena della reclusione da sei mesi a sei anni. La pena è della reclusione da uno a sette anni se il fatto è, poi, commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio. L’art. 4 pone a carico degli autori della divulgazione degli atti o dei documenti di cui all’art. 240, comma 2, cod. Proc. Pen. , nuova formulazione, una sanzione riparatoria di natura civile a favore dei soggetti interessati dalle medesime. Per la determinazione dell’ammontare della sanzione sono previsti puntuali criteri di quantificazione della somma da corrispondere, opportunamente parametrati sulla diffusività del mezzo di comunicazione utilizzato. Sono solidalmente responsabili con l’autore della illecita divulgazione anche il direttore ed il vice-direttore responsabile e l’editore. Per ragioni di certezza giuridica, il comma 2 introduce un termine di prescrizione dell’azione di un anno dall’illecita diffusione, salva la possibilità per il soggetto interessato di dimostrare di averne avuto conoscenza in un momento successivo. Al fine di ridurre i tempi del procedimento è previsto che la causa sia decisa in camera di consiglio ai sensi degli artt. 737 e seguenti del codice di procedura civile. Poiché il danno risarcibile in via ordinaria è originato dallo stesso fatto illecito, è previsto che della somma corrisposta a titolo riparatorio si tenga conto ai fini della liquidazione del predetto danno. Il comma 3, tenuto conto di quanto previsto dal codice della privacy, stabilisce che l’esercizio dell’azione riparatoria non preclude l’iniziativa del Garante per la protezione dei dati personali o dell’autorità giudiziaria. . .  
   
   
PORTALE IMPRESE: NUOVI SERVIZI ON LINE  
 
Digitando l’indirizzo internet www. Impresa. Gov. It si accede al Portale Nazionale delle Imprese, che si è arricchito di nuovi servizi on line, realizzati nell´ambito delle convenzioni sottoscritte recentemente dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Interno. E’ possibile effettuare anche la richiesta di autorizzazione per congressi sui medicinali all´Agenzia Italiana del Farmaco: il servizio permette di trasmettere per via telematica le richieste di autorizzazione per l´organizzazione di eventi su tematiche attinenti l’impiego di medicinali. E’ disponibile anche un primo insieme di servizi che consente ai titolari delle attività soggette agli obblighi di prevenzione incendi di presentare on line la domanda di parere di conformità e di controllare lo stato del procedimento amministrativo. .  
   
   
UNIONE EUROPEA: DIBATTITO SULLO SPAZIO DI LIBERTÀ, SICUREZZA E GIUSTIZIA E SULL´IMMIGRAZIONE  
 
L´aula del Parlamento europeo ha tenuto una ampio dibattito sullo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. La Presidenza e la Commissione hanno illustrato i principali esiti del Consiglio informale di Tampere, precisando le loro rispettive posizioni su numerose tematiche. Tra i tanti deputati intervenuti molti erano italiani, ed hanno essenzialmente trattato la questione dell´immigrazione. Da più parti è stata rilevata la necessità di ricorrere alla clausola passerella che "comunitarizzerebbe" diverse politiche. Dichiarazione del Presidente della commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni Jean-marie Cavada (Alde/adle, Fr) ha ribadito il sostegno del Parlamento all´attivazione della "clausola passerella" poiché i tempi sono maturi per ridurre il deficit democratico coinvolgendo il Parlamento europeo, rafforzare lo Stato di diritto e migliorare l´efficienza del processo decisionale rinunciando all´unanimità. Ha quindi affermato che questa tematica sarebbe meglio affrontarla nel quadro del Trattato Costituzionale, tuttavia la situazione è tale che non è più possibile attendere. Dichiarazione del Consiglio: Kari Rajamäki ha illustrato all´Aula i principali esiti del Consiglio informale di Tampere, sottolineando l´importanza della cooperazione tra gli Stati membri su queste materie e insistendo sul fatto che l´efficienza del processo decisionale necessita di un cambiamento di rotta. Dopo aver accennato agli orientamenti decisi a Tampere in merito all´agenzia dei diritti fondamentali e alle misure per il controllo delle frontiere, il Ministro ha insistito sull´importanza di definire strumenti volti a garantire la sicurezza, assicurando sempre il rispetto dei diritti fondamentali. Sul tema dell´immigrazione, ha sottolineato che si tratta di una responsabilità condivisa che contempla la fiducia reciproca e la ripartizione degli oneri. Occorre quindi offrire la solidarietà dell´Ue agli Stati membri che devono affrontare i flussi migratori e, in proposito, ha ricordato l´iniziativa Frontex e la proposta di istituire una squadra di intervento rapido alle frontiere. Ma il problema dell´immigrazione, per il Ministro, va anche trattato aiutando i paesi di provenienza attraverso una politica di sviluppo a tutto campo. In merito alla lotta al terrorismo, ha affermato che il Consiglio segue da vicino gli sviluppi riguardo alle prigioni segrete della Cia e ha ribadito la necessità di fronteggiare la questione garantendo sempre il rispetto dei diritti fondamentali. Dichiarazione della Commissione, Franco Frattini ha sostenuto che l´obiettivo politico strategico è di raggiungere un equilibrio tra l´esigenza di una maggiore sicurezza e la difesa dei diritti individuali. Le priorità per l´Unione, ha aggiunto, sono la lotta al terrorismo e l´immigrazione. Riguardo al primo, ha spiegato, occorre contrastare il reclutamento e il ricorso a Internet, garantire la sicurezza delle infrastrutture e predisporre un piano di reazione. E´ poi necessario che le misure per garantire la sicurezza aerea siano proporzionate, «altrimenti sarebbe una vittoria per i terroristi». In merito alla questione dell´immigrazione, il Vicepresidente ha ricordato che è stato istituito un gruppo di commissari che tratterà questo tema in modo orizzontale nell´ambito di tutte le pertinenti politiche comunitarie. L´approccio dovrà essere omnicomprensivo e trattare l´immigrazione illegale come quella legale e garantire la solidarietà agli Stati membri che devono fronteggiare i flussi migratori. Occorrerà anche rivolgere l´attenzione all´immigrazione proveniente dall´Est e non solo a quella africana. Lamentando poi la dotazione finanziaria esigua di Frontex, ha illustrato una serie di raccomandazioni che dovranno presto essere approvate e che sono volte a rafforzare la capacità dell´Ue di gestire e prevenire gli eventi, dare una risposta immediata che preveda la condivisione delle responsabilità e degli oneri, dimostrando così «una solidarietà europea tangibile». Il commissario ha quindi sostenuto la necessità di proteggere i rifugiati e garantire il rimpatrio nei paesi d´origine degli immigrati illegali, nel rispetto della dignità delle persone. Ma, a suo parere, occorre anche lottare contro il lavoro nero che rappresenta una delle principali cause dell´immigrazione illegale. Dovrà quindi essere valutata l´opportunità di armonizzare a livello europeo le sanzioni penali da infliggere ai datori di lavoro che ricorrono a questo tipo di manodopera. Per la Commissione, ha aggiunto, una delle priorità è l´attuazione del piano d´azione per l´immigrazione legale. A tale proposito, ha sottolineato la necessità di prevedere misure d´ingresso volte a favorire un circolo virtuoso che permetta di sviluppare l´economia europea e contrastare l´invecchiamento della popolazione. Occorre inoltre che, contrariamente a quanto avviene adesso, l´Europa diventi un polo d´attrazione per migranti dotati di qualifiche professionali e, per questo, andrebbe introdotta una sorta di "carta verde". In merito alla "passerella", il Vicepresidente ha sottolineato che la posizione della Commissione è molto vicina a quella del Parlamento: si tratta di uno strumento appropriato per garantire maggiore responsabilità e legittimità democratica. Rilevando che alcuni Stati membri temono che tale questione rilanci il dibattito costituzionale, ha quindi affermato che, in mancanza della Costituzione, la "passerella" potrebbe rappresentare l´unico strumento atto a fronteggiare le emergenze. Certamente, ha aggiunto, la Costituzione sarebbe la soluzione migliore, ma attendere la sua adozione rischia di provocare la paralisi. Intervento in nome dei gruppi Per Ewa Klamt (Ppe/de, De), la gestione dei flussi migratori è uno dei problemi principali dell´Ue. La soluzione, ha quindi sottolineato, va aldilà dei confini nazionali e non bisogna limitarsi ad un approccio unicamente europeo. A suo parere, inoltre, il sostegno ai paesi d´origine fornisce solo una risposta parziale al problema. La deputata ha quindi insistito sulla necessità di una politica solidale degli Stati membri e, a tale proposito, ha criticato la pratica di legalizzare in massa immigrati clandestini senza informare preventivamente i partner dell´Ue per poi chiedere un aiuto comunitario al fine di fronteggiare le conseguenze di queste scelte. Martin Schulz (Pse, De) ha anzitutto ricordato che l´ultima volta che è intervenuto sul tema degli affari interni è stato in occasione della Presidenza italiana. Ha poi sottolineato che, già sei anni addietro, la Commissione aveva presentato una tabella di marcia che, di fatto, è rimasta lettera morta, visto che ora si parla degli stessi argomenti. Ha quindi auspicato che si ricorra alla "passerella" e precisato che, pur non volendo intervenire in procedimenti nazionali, non è possibile progredire senza regole comuni. Ponendo poi l´accento sul fatto che l´intervento dell´Ue non deve riguardare solo misure restrittive ma anche azioni positive in materia di sicurezza e immigrazione, il deputato ha spiegato che gli Stati membri non vogliono progressi in queste materie per non rinunciare alla loro sovranità. E, in proposito, ha concluso sostenendo che, vista la gravità dei problemi, la rinuncia alla sovranità sarebbe il male minore. Graham Watson (Alde/adle, Uk) ha sottolineato che, a tanti anni dal primo Consiglio di Tampere, non vi sono stati progressi, poiché gli Stati membri frenano ogni miglioramento della situazione. A suo parere, invece, se non si attiva la passerella l´Europa non può avere una politica credibile in materia di giustizia e affari interni. «Seduti sui loro fasti medioevali» gli Stati membri «hanno i ponti levatoi saldamente alzati» e «in nome della sovranità nazionale stanno promuovendo l´anarchia globale», mentre i cittadini «chiedono di meglio». Ha infatti sottolineato che i cittadini si chiedono perché non esiste una politica di immigrazione che prevenga questa «tragedia umana» che si consuma sulle coste meridionali, perché non si condividono le informazioni in materia di terrorismo, traffico di droga e traffico di esseri umani e perchè non vi sia accesso alla giustizia per le vittime del crimine transnazionale. Il deputato, citando il caso Cia, ha poi concluso ponendo l´accento sull´importanza dei valori europei e del rispetto dei diritti fondamentali. Monica Frassoni (Verdi/ale, It) ha esordito ricordando che il suo gruppo è sempre stato a favore del passaggio di questi temi alla procedura comunitaria, fin da quando il trattato di Maastricht «inventò» la procedura dei pilastri «che in teoria doveva essere provvisoria ma in realtà si è rivelata abbastanza definitiva». Ha quindi aggiunto che, oggi, la priorità sembra essere «quella di ridurre, respingere, costringere ed eliminare» ed ha ritenuto indicativo che il dibattito sia stato avviato dal Commissario «parlando di terrorismo e affermando che la sicurezza deve essere la priorità assoluta». «Nonostante le frontiere, gli orribili rischi, la tolleranza sempre maggiore per le violazioni del diritto internazionale», ha proseguito, «non riusciremo a fermare l´immigrazione». E, in proposito, ha affermato di non gradire il fatto che il commissario abbia parlato «troppo spesso» di solidarietà per riferirsi soprattutto alla necessità di «aiutare gli Stati membri a respingere alle frontiere gente che arriva disperata e senza diritti». In questo modo, secondo la deputata, non si elimina il rischio che il respingimento alle frontiere di gente in arrivo su imbarcazioni «non violi gravemente il diritto di molti di chiedere l´asilo». Le regolarizzazioni, sono un risultato diretto di una politica che ritiene possibile "l´immigrazione zero" ma, ha aggiunto, che nasconde il fatto che l´Europa ha bisogno di immigrati. Esprimendo quindi dubbi sul fatto che la maggior parte degli immigrati che giungono nell´Ue siano privi di qualifiche, ha poi criticato l´intenzione di favorire l´immigrazione di persone che, invece, possono aiutare paesi loro paesi d´origine a uscire da una situazione di sottosviluppo. La deputata ha quindi chiesto alla Presidenza e al commissario di pronunciarsi sul tema degli accordi con i paesi terzi. Ha quindi espresso preoccupazione riguardo al fatto che alcuni Stati membri - come Francia, Spagna e Italia - stanno negoziando, «in modo segreto e solamente attraverso intese di polizia», accordi con paesi terzi - come la Libia - «che non danno nessuna garanzia di rispetto dei diritti» dei loro cittadini, ma anche dei migranti. Giusto Catania (Gue/ngl, It) ha sostenuto che, «dopo il fallimento del Vertice informale di Tampere», si mescolano lotta al terrorismo, i voli della Cia, il Pnr, la cooperazione di polizia con l´immigrazione. In proposito ha quindi affermato che «solo quando si capirà che il tema dell´immigrazione deve essere slegato dalle politiche repressive, dalle azioni di criminalizzazione dei migranti e dalle pratiche di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, sarà possibile discutere seriamente di una politica comune dell´Unione europea in materia di immigrazione». A suo parere, occorre anche bandire dal dibattito «il tema dell´invasione», poiché si tratta di un concetto falso e infondato. Al riguardo ha spiegato che solo il 15% dell´immigrazione irregolare arriva via mare dall´Africa mentre il resto arriva via terra o in aereo, compreso in Spagna e in Italia. E´ poi necessario «ripartire dai canali legali» e, ricordando che il Libro verde della Commissione secondo cui vi è il bisogno di 20 milioni di lavoratori immigrati entro il 2030, ha chiesto di agire per permettere loro l´ingresso nell´Ue, invece di farli morire in mare. L´europa, ha esclamato, «non può essere quella dei respingimenti di massa né si può tollerare che l´Atlantico e il Mediterraneo siano un cimitero a cielo aperto». In conclusione, ha proposto al commissario di erigere un monumento, «monito perenne alle stragi di migranti in mare» e «simbolica tomba collettiva per uomini e donne senza nome morti in mare perché cercavamo un futuro migliore», in occasione del 10° anniversario dell´affondamento di una nave con quasi 400 emigranti al largo di Porto Palo tra Malta e la Sicilia. Romano La Russa (Uen, It) ha anzitutto ribadito «l´urgente necessità» di una politica comune sull´immigrazione ed ha preso atto «con soddisfazione» delle recenti iniziative intraprese a livello comunitario e del recente sblocco di fondi destinati agli Stati colpiti da emergenze. Ha quindi sottolineato che molti Stati membri hanno realizzato solo tardivamente che i fenomeni migratori non riguardano più esclusivamente gli Stati periferici dell´Ue e che gli obiettivi generali di crescita economica «possono essere ottenuti soltanto in un clima di sicurezza generale». Questa consapevolezza, ha aggiunto, «potrà finalmente convincerli a ripartire equamente responsabilità ed oneri finanziari per la gestione delle frontiere». Si tratterà di impegno reale, ha spiegato, «testimoniato anche dalle maggiori risorse finanziarie che l´Ue metterà a disposizione per i prossimi sette anni nel quadro del consolidamento di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia». Per il deputato, un altro elemento da considerare positivamente è la creazione di un programma specifico volto a regolare i flussi migratori con fondi ad hoc destinati ai rimpatri, ai rifugiati e all´integrazione. Altrettanto importante è la creazione di un´agenzia delle frontiere esterne che «purtroppo non dispone ancora di un organico adeguato» e, in proposito, ha auspicato che potrà «gradualmente godere di maggiori attenzioni e finanziamenti». Si è anche augurato che, di questo passo, si possa arrivare alla creazione di norme minime comuni per combattere l´immigrazione illegale e regolamentare l´immigrazione legale e che si possa realizzare una politica rispettosa dei diritti del singolo credibile. Ma una politica credibile, ha spiegato, «non può che essere rigorosa» e, in proposito, ha affermato che «non può esistere una politica europea che favorisce regolarizzazioni di massa e che elargisce i diritti di cittadinanza in modo indiscriminato». E´ ormai risaputo, ha aggiunto, che «le sanatorie, non solo non consentono di risolvere i problemi senza migliorare le condizioni degli immigrati, ma che invece quasi sempre le peggiorano, alimentano solo emarginazione e fenomeni diffusi di delinquenza che spesso sfociano in terrorismo». In conclusione, ha affermato che "essere credibili" significa «riaffermare gli ideali di solidarietà e di tutela delle libertà proprie dell´Ue, vincolando al rispetto della legalità». L´ue, quindi, non negherà mai l´aiuto ai bisognosi e a chi vorrà veramente integrarsi, tuttavia «per chi pretende di esportare la violenza, la cultura, i valori e le religioni dovrà valere il principio della "tolleranza zero", non è auspicabile, ma talvolta risulta indispensabile». Per Hans Blokland (Ind/dem, Nl), il Vertice di Tampere ha chiarito che gli Stati membri non sono d´accordo su come affrontare l´immigrazione che, a suo parere, è un problema che necessita una soluzione europea. Favorevole a una politica di lotta all´immigrazione clandestina, ha criticato la legalizzazione di massa avvenuta in Spagna. Infine, ha chiesto di essere informato in quali Stati membri si sono realizzate carceri segrete della Cia. Interventi dei deputati italiani Secondo Mario Borghezio (Ni, It), in una situazione in cui, in Italia, la prima decisione del nuovo governo Prodi è stata regolarizzare cinquecentomila clandestini - che «diventeranno facilmente almeno un milione con le politiche sul ricongiungimento familiare», mentre, in Spagna, la stessa operazione porta alla regolarizzazione di settecentomila clandestini, «gli altri paesi dell´Unione europea hanno un buon diritto a domandarsi a che cosa siano finalizzati simili provvedimenti se non alla demagogia politica». C´è da domandarsi, ha aggiunto, «come mai le Istituzioni europee non hanno il coraggio di chiamare alle loro responsabilità questi governi». Il deputato ha poi stigmatizzato il fatto che il governo italiano abbia modificato la legge comunitaria collegando per dare la possibilità di richiedere l´asilo politico «anche in situazioni che prescindono dalle motivazioni serie» e, quindi, concedendo i privilegi legati all´asilo politico «anche per l´immigrato che non provenga da paesi a rischio, dove non sono rispettati i diritti umani, o dalle zone di guerra». Queste politiche, ha affermato, sono contrarie a quello che oggi viene delineato dalle Istituzioni europee e, «mai si può sostenere che ciò possa diventare un grimaldello per oltrepassare le norme, mirate appunto a regolare il fenomeno» dell´immigrazione. Il deputato, inneggiando alla Svizzera, ha quindi concluso esclamando: «Basta con la demagogia in Europa sull´immigrazione!» Nicola Zingaretti (Pse, It) ha sottolineato l´importanza «di evitare un dialogo tra sordi su un tema così delicato», ritenendo invece utile iniziare a stabilire alcuni punti fermi. Rammentando gli eventi di questa estate a Lampedusa e nelle isole Canarie, ha quindi affermato che il tema dell´immigrazione «rappresenta un impegno di tutti per tutti». Ecco perché «non si tratta di un´emergenza solo umanitaria o di un evento eccezionale », poiché è soprattutto «un fenomeno strutturale che interroga tutta l´Unione europea e la sua capacità di mettere finalmente in campo una politica europea di immigrazione, non per fare un favore a qualche paese membro, ma perché tutta l´Unione ne è coinvolta». Per il deputato, inoltre, occorre evitare l´errore di creare confusione tra immigrazione e terrorismo, «perché è questo che innanzitutto genera nel popolo europeo paure e timidezze». Andrebbe, invece, introdotta la relazione tra immigrazione e schiavismo, «cui molti di questi immigrati cominciano a essere associati in alcuni paesi membri». L´unione deve quindi compiere un salto culturale e sul tema dell´immigrazione: «non si tratta di un problema di alcuni o di un problema marginale, è un impegno nuovo che l´Unione deve assumere come uno dei nuovi compiti del millennio». E il Parlamento, ha concluso, può avere un ruolo importante ne vincere le resistenze di molti governi, ricostruendo la fiducia tra l´Unione e i cittadini, ovvero dimostrando che «l´Unione esiste ed è presente». Per Sepp Kusstatscher (Verdi/ale, It) l´immigrazione «avviene che lo si voglia o meno». E´ quindi inutile chiudersi in una fortezza, anche perché l´Europa ha bisogno degli immigrati. A suo parere, inoltre, la pratica di respingere gli immigrati è «inumana e eticamente irresponsabile». Ha quindi concluso sostenendo che sembra che l´Europa abbia dimenticato il significato delle parole "uguaglianza" e "fratellanza". Secondo Lapo Pistelli (Alde/adle, It) si è di fronte a politiche in cui appare chiaro ciò che l´Europa potrebbe fare e dovrebbe fare: «un sistema comune d´asilo, regole comuni sull´immigrazione legale, la gestione comune delle frontiere esterne». E´ chiaro, ha aggiunto, «che gli sforzi nazionali non bastano più, perché semplicemente non funzionano». A suo parere, è anche chiaro «che l´opinione pubblica sosterrebbe questa diversa idea di una sovranità efficace, in quanto europea», e ciò nonostante il fatto che i «troppi interventi» di deputati italiani lascino sembrare che il problema dell´immigrazione sia esclusivamente mediterraneo. Ha poi ironizzato sul titolo del comunicato stampa finale del Vertice di Tampere secondo il quale "I ministri chiedono maggiore solidarietà e cooperazione". Ha allora chiesto alla Presidenza a chi dovrebbero chiederle «se non a sé stessi». Sostenendo l´idea della Costituzione europea, si è poi chiesto se «c´è qualcuno nel Consiglio ha un´idea diversa dall´applicazione rapida della passerella e a chi giova invece questo surplace istituzionale». Jas Gawronski (Ppe/de, It) ha sottolineato che «molti avvenimenti nuovi minacciano la nostra sicurezza e la nostra libertà e l´immigrazione incontrollata è certamente uno di questi». Ma il pericolo maggiore e più recente, ha spiegato, viene dal terrorismo. In proposito ha affermato che, come coordinatore del suo gruppo nella commissione temporanea sulla Cia, ha affrontato il problema ed è giunto alla conclusione «che possiamo fare molto poco e purtroppo abbiamo fatto molto poco per scoprire nuove verità, nuove responsabilità, nuovi colpevoli». A suo parere è quindi necessario concentrarsi sul futuro, sui mezzi e sugli strumenti «per evitare che si ripetano situazioni di illegalità che espongono a maggiori rischi la nostra libertà e la nostra sicurezza». Per il deputato è «essenziale» avviare iniziative per rimediare alla mancanza di fiducia fra Stati membri. Ci vuole quindi un maggiore scambio di informazioni per combattere il terrorismo all´interno dell´Unione, «anche con i nostri principali alleati, primi fra questi gli Stati Uniti con i quali di recente abbiamo avuto qualche problema». Uno scambio, ha precisato, «su un piano di parità e di reciproca fiducia». Occorre anche un maggiore controllo sulle attività dei servizi segreti di un paese nel territorio di un altro. E, al riguardo, ha sostenuto che «i servizi segreti debbono rimanere segreti per operare con efficacia, ma entro un certo limite». Notando che la commissione Cia del Parlamento europeo non ha poteri d´inchiesta, ha affermato che occorre allora insistere affinché siano i parlamenti nazionali a investigare su eventuali violazioni dei diritti umani e sulle minacce alla nostra sicurezza e libertà. Spetterà poi al Parlamento europeo il compito di coordinare le ricerche per giungere a soluzioni compatibili sul piano europeo. Per Marco Cappato (Alde/adle, It) i progressi dello spazio di sicurezza e di libertà «sono finora scarsi e insufficienti per un problema di fondo». Sul tema della libertà, ha spiegato, da anni il Consiglio ha deciso di fondare la propria azione sul mutuo riconoscimento, «come se i sistemi di giustizia, i sistemi di polizia, i sistemi dei servizi segreti dei singoli paesi europei potessero necessariamente cooperare sulla base del mutuo riconoscimento». A suo parere, invece, i fatti dimostrano che questo principio «non basta» e che occorre «il coraggio di armonizzare alcune politiche affinché divengano politiche europee, in particolare in materia di libertà». Il deputato ha quindi sottolineato lo stallo sulla direttiva antidiscriminazione, sull´osservatorio sul razzismo, sulla decisione quadro sui diritti processuali e sulle garanzie in termini di rispetto della privacy nel trasferimento dei dati dei passeggeri aerei. Ha quindi concluso sostenendo che «è sul tema delle libertà che manchiamo di garanzie comuni in quanto Unione europea e su questo tema non basta la cooperazione tra gli Stati nazionali». Stefano Zappalà (Ppe/de, It) ha osservato che anche quest´estate si è assistito ogni giorno a sbarchi e naufragi che hanno causato centinaia di morti nelle acque europee. Il flusso di imbarcazioni che tentano di raggiungere le coste dell´Unione, ha aggiunto, «non accenna a diminuire, anzi aumenta e «la situazione è ormai di obiettiva e vera emergenza». Ancora oggi, ha spiegato, sono tre o quattro i paesi membri «che si trovano a dover fronteggiare da soli questi sbarchi», mentre Malta, Italia e Spagna «mettono a disposizione di tutta l´Unione le proprie forze soffrendo in totale solitudine». Secondo i deputato, vanno abbandonati gli egoismi nazionali ed è ora di iniziare a considerare l´emergenza immigrazione come un problema dei 25 Stati membri e non solo di quelli che per la loro posizione geografica «si trovano quotidianamente a dover recuperare cadaveri in mare». Plaudendo alla Commissione che sta predisponendo proposte concrete d´azione e sta cercando di implementare i programmi già in essere, ha sottolineato che spetta al Consiglio la decisione di affrontare «quella che già da tempo è diventata una tragedia umana». Ha quindi deplorato il fatto che «il Consiglio continua a prendere in giro l´Europa», non assumendosi «la responsabilità di dare un segnale forte ed efficace per rendere comunitario il problema». A tal proposito, ha quindi rinnovato l´invito a svolgere un Consiglio straordinario "Affari interni" sull´isola di Malta e ha concluso esclamando «bando alle chiacchiere, l´Unione europea, attraverso il Consiglio, deve dimostrare di esistere concretamente». Per Lilli Gruber (Pse, It), insieme alla lotta al lavoro nero, la priorità è quella di aprire canali legali d´ingresso, tenendo conto della domanda di mercato dei singoli Stati membri. Si potrà così affrontare con pragmatismo il complesso fenomeno dell´immigrazione, «con un´azione europea comune, un impegno corale, uno sforzo collettivo». Ha pero precisato che occorre «uscire dall´ipocrisia delle grandi, quanto teoriche, dichiarazioni di principio nei vertici del Consiglio» e rinunciare alla strumentalizzazione dell´immigrazione «ai fini di politica interna». Una pratica che, a suo parere è inaccettabile e irresponsabile. In questa ottica, è «cruciale» applicare finalmente la clausola passerella, poiché solo così «saremo in grado di agire con efficacia laddove abbiamo già accumulato troppi ritardi». . .  
   
   
PREMIO SAPIO PER LA RICERCA ITALIANA: GIORNATA DI STUDIO DIVULGAZIONE SCIENTIFICA  
 
Il 5 ottobre, a Roma presso la Sala del Carroccio del Comune, in piazza del Campidoglio, in occasione della 1ª Giornata di Studio dell’edizione 2006 del Premio Sapio, ricercatori, studiosi, politici e giornalisti si incontrano per discutere del ruolo della Comunicazione e della Divulgazione Scientifica nel fornire modelli positivi orientati al sapere e nel promuovere la Ricerca e Facoltà come Fisica, Chimica e Matematica. L’evento avviene a Roma perché la città capitolina rappresenta il primo polo nazionale per la concentrazione di Enti di Ricerca pubblici e privati e, come testimonia l’esperienza del Parco Scientifico dell’Università di Tor Vergata - in particolare, dell’Officina per la Comunicazione Scientifica - è da tempo impegnata in attività di diffusione della cultura scientifica. La Giornata di Studio ha il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, della Regione Lazio, della Provincia di Roma, del Comune di Roma, della Libera Università degli Studi “Maria Ss. Assunta” di Roma, della Libera Università degli Studi “San Pio V” di Roma, dell’Università degli Studi di Cassino, dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, dell’Università degli Studi Roma Tre, dell’Università degli Studi della Tuscia, della Confapi - Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria Privata, dell’Unione Industriali e delle Imprese di Roma, di Federlazio e dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Nel corso della Giornata inaugurale del Premio, si discuterà del ruolo della Comunicazione e della Divulgazione Scientifica nel fornire modelli positivi orientati al sapere e nel promuovere la Ricerca scientifica (e le relative Facoltà) e quindi nel favorire, indirettamente, il rilancio del Sistema Italia. L’argomento è di grande attualità: nei giorni scorsi i principali quotidiani nazionali hanno dedicato corposi articoli all’emorragia di iscrizioni nelle Facoltà di Fisica, Chimica e Matematica, un fenomeno generalizzato, ma che in Italia ha assunto dimensioni allarmanti. Secondo i dati Eurostat, infatti, nel nostro Paese, a fronte di un aumento consistente della popolazione universitaria, passata da 1,77 a 1,99 milioni di unità tra il 2000 e il 2004 (+ 12,4%), nello stesso periodo il numero degli iscritti alle Facoltà scientifiche ha fatto registrare una riduzione del 9,8%, passando dai 51. 990 iscritti del 2000 ai 46. 900 del 2004. Per contrastare il fenomeno, non esente da rischi perché comporta un impoverimento del tessuto della Ricerca scientifica, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha varato nel 2004 un piano d’investimento di 3 milioni di euro, per incentivare la permanenza degli studenti più validi, mentre singoli Atenei, dall’Università degli Studi di Milano all’Università di Camerino, dall’Università “Federico Ii” di Napoli all’Università degli Studi di Bari hanno allo studio incentivi economici, come la riduzione delle tasse per gli studenti meritevoli. Da segnalare anche che lo scorso 22 settembre si è svolta la Notte della Ricerca: in tutta Europa, i maggiori centri scientifici sono rimasti aperti tutta la notte. Piemonte, Lazio, Campania e Puglia hanno ospitato numerosi eventi: un’iniziativa lodevole, nata con l’obiettivo di far familiarizzare i cittadini con i migliori “cervelli”. Tuttavia, come ha sottolineato Piergiorgio Odifreddi, il matematico “impertinente” (dal titolo di un suo celebre libro) che insegna Logica all´Università degli Studi di Torino, un escamotage di questo genere serve più a sfatare lo stereotipo dello scienziato come persona inarrivabile che a portare più giovani nelle facoltà scientifiche. Più utile, in questo senso, l’azione di sensibilizza­zione portata avanti dai promotori del Premio con la Giornata di Studio Divulgazione Scientifica. Nel corso del Convegno si discuterà di innovazione e della sfida che quest’ultima rappresenta: l’innovazione è infatti, per definizione, “sovversiva”, dal momento che rompe equilibri consolidati, sconvolgendo abitudini e tradizioni. Occorre quindi impegnarsi a promuovere una cultura che accolga le novità e coltivi l’innovazione: sotto questo profilo Roma è all’avanguardia, dal momento che ospita il più grande Ateneo d’Europa oltre ad altre importanti Università pubbliche e private, e da anni promuove il processo di interazione tra il tessuto socio-economico e il mondo universitario. Verrà poi illustrato il Progetto di Roma, un patto per lo sviluppo - sottoscritto nel gennaio 2002 - al quale partecipano sindacati, associazioni degli imprenditori e università pubbliche. Il secondo fil rouge della Giornata di Studio sarà rappresentato dalla distinzione tra formazione e informazione: il compito di formare una cultura e una mentalità scientifiche ricade in primo luogo sulla comunità degli scienziati e sul mondo della Scuola, che ovviamente adottano codici linguistici differenti, dotati di regole e rituali propri. Non meno importante è il compito dei media e dei comunicatori scientifici, che privilegiano però l’informazione e devono parlare a tutti, con il rischio, neppure tanto remoto, di cedere negli eccessi della spettacolarizzazione e della personalizzazione. E proprio del ruolo dei media nel promuovere la Ricerca Scientifica si parlerà nella parte conclusiva del seminario, attraverso gli esempi concreti portati dai giornalisti di importanti testate. L’edizione 2006 del Premio proporrà temi come Divulgazione Scientifica, Biotecnologie, Nanotecnologie, Biosicurezza delle Produzioni Agricole, Salute e Sociale. Dal 1999 il Premio Sapio per la Ricerca Italiana si prefigge con successo l’obiettivo di promuovere la socializzazione del sapere e la circolazione delle idee, offrendo a studiosi, esperti e giovani ricercatori una vetrina per far conoscere gli studi sviluppati su applicazioni innovative, dai potenziali effetti benefici per la società civile. L’assunto di partenza è che la Ricerca scientifica sia una priorità irrinunciabile perché - per citare le parole pronunciate dal Presidente delle Repubblica nei giorni scorsi, in occasione della Iv Giornata Nazionale della Ricerca promossa da Confindustria - rappresenta “la soluzione di problemi che, per la loro portata, interessano l’intera comunità internazionale, quali la sicurezza alimentare e sanitaria, la tutela dell’ambiente, la lotta alle malattie legate alla povertà”. La Ricerca è poi il volano della competitività del Sistema Italia: per queste ragioni occorre sensibilizzare cittadini e Istituzioni sulla necessità di impegnarsi concretamente per risolvere problemi annosi, come l’endemica scarsità di finanziamenti pubblici e privati e la piaga della cosiddetta “fuga dei cervelli”. Anche se va riconosciuto che questa filosofia non rappresenta una prerogativa esclusiva del Premio - sono numerose le kermesse scientifiche che in Italia vogliono accendere i riflettori sul valore della Ricerca - il Premio Sapio per la Ricerca Italiana si pone come un evento unico nel panorama nazionale: e questo perché interpreta i due ambiti della Ricerca teorica e della Ricerca applicativa come un unicum in grado di connettere e condividere obiettivi e risorse. E proprio a questa logica risponde la proficua collaborazione tra soggetti pubblici - Università, Centri di Ricerca ed Istituzioni - e privati - il Gruppo Sapio, azienda leader nella produzione e commercializzazione di gas tecnici, gas puri ed ultra puri, di gas medicali e servizi domiciliari - che ha permesso l’imporsi di un nuovo modello di Ricerca: un sistema “aperto”, in cui tutti gli attori possano comunicare e collaborare tra di loro in modo diretto, costante ed efficace. “Una sfida per i divulgatori. Il ruolo della Comunicazione e della Divulgazione Scientifica nel rilancio della Ricerca”.  
   
   
LOMBARDIA: CONTRIBUTO ACQUISTO PRIMA CASA  
 
Lo scorso 30 giugno la Giunta Regionale della Lombardia ha approvato la delibera n. 7585 che prevede l´erogazione di un contributo di 5. 000 euro per agevolare l´acquisto o il recupero della prima casa di abitazione per le giovani coppie. Il bando si rivolge esclusivamente alle giovani coppie formate da due persone di sesso diverso, che possono essere cittadini italiani o dell’Unione Europea, ma anche cittadini extra comunitari con carta o permesso di soggiorno almeno biennale. I giovani, che non devono avere compiuto i 36 anni alla data del 6 luglio 2006, debbono aver contratto matrimonio non prima del 6 luglio 2005 oppure vogliono sposarsi entro il 6 luglio 2007. Il nucleo familiare della giovane coppia, non deve essere già in possesso di altro alloggio adeguato nel territorio regionale, non deve aver usufruito di altre agevolazioni per la stessa finalità, deve risiedere nell’alloggio oggetto di agevolazione alla data del 6 luglio 2007 e deve avere un Indicatore Situazione Economica Equivalente (Isee) massimo di 35. 000 Euro (reddito e patrimonio anno 2005). Il nucleo familiare della giovane coppia può comprendere anche altri componenti legati da vincoli di parentela di primo grado in linea retta. L’agevolazione viene riconosciuta per l’immobile che si trova in uno dei Comuni della Regione Lombardia e non deve essere di lusso. Dall´atto notarile deve risultare chiaramente che l´alloggio ha le caratteristiche richieste per poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste per la prima casa ed anche che il valore dello stesso deve essere compreso tra i 25. 000 e i 200. 000 Euro. Se l’agevolazione è richiesta per l’acquisto dell’abitazione, il relativo atto deve essere stipulato e registrato non oltre il 6 luglio 2007, se invece è richiesta per la ristrutturazione o l´autocostruzione, le opere devono essere realizzati tra il 6 luglio 2005 e il 6 luglio 2007, ed in questo caso fa fede la data di rilascio dell´agibilità. Ricordiamo che l’alloggio deve essere di proprietà di uno dei due coniugi per almeno il 50% che il restante deve essere di proprietà di parenti o affini, anche non conviventi, fino al secondo grado. Il mutuo o il finanziamento, stipulato tra il 6 luglio 2005 e il 6 luglio 2007, deve essere intestato ad uno o ad entrambi i coniugi per almeno il 50% e gli eventuali cointestatari devono avere un grado di parentela non superiore al secondo. Sull´alloggio possono gravare più mutui ma l´importo complessivo deve essere compreso tra i 25. 000 e i 200. 000 Euro. In caso di mutuo derivante da accollo di un mutuo originario in capo al precedente titolare, cooperativa o impresa, la data di stipula da considerare è quella dell´atto notarile di accollo per l´importo frazionato. In caso il precedente titolare di immobile si tratti di privato, la data di stipula da considerare è quella dell´atto notarile di accollo per il capitale residuo. Il mutuo o il finanziamento deve avere una durata non inferiore ai 5 anni e deve essere acceso esclusivamente per l´alloggio oggetto del contributo. La domanda, in forma di autocertificazione può essere presentata da uno dei due coniugi, se l´alloggio e/o il mutuo fa capo ad entrambi, o dal solo coniuge, che ne è titolare, fino al 31 ottobre 2006 presso le sedi dei Caaf convenzionati con la Regione. Il Caaf rilascia una stampa della domanda, contenente i dati registrati, che deve essere sottoscritta dal richiedente. Per tutto il periodo di apertura del bando, è possibile modificare la domanda rivolgendosi esclusivamente allo stesso Caaf. Il richiedente deve versare al Caaf un importo massimo di 12 euro (Iva compresa) per ogni domanda registrata e per ogni eventuale modifica. La graduatoria sarà approvata entro il 30 novembre 2006 riconoscendo la priorità alla giovane coppia formata esclusivamente da lavoratori atipici (con contratto di lavoro a tempo determinato), in cassa integrazione, in mobilità, disoccupati iscritti nelle liste dei Centri Provinciali per l’Impiego e sarà ordinata anche in base al valore crescente di Isee.  
   
   
COLLABORATORI COORDINATI E CONTINUATIVI: PRESCRIZIONE  
 
A richiesta di un lettore confermiamo che l’art. 36 bis , comma 11, del Decreto legge n. 223/06, convertito nella Legge 248/06, ha prorogato fino al 31 dicembre 2007 il termine di prescrizione relativo ai periodi di contribuzione per l’anno 1996 di pertinenza della gestione separata dell’Inps. .  
   
   
CUD: TERMINI PER IL RILASCIO  
 
A richiesta di un lettore confermiamo che l’art. 37, comma 10, del Decreto legge n. 223/06, convertito nella Legge 248/06, confermiamo che il termine per il rilascio del Cud da parte del datore di lavoro dovrà essere rilasciato entro il 28 febbraio e non più entro il 15 marzo. Come ribadito anche nella Circolare n. 28/E la decorrenza della disposizione è dal 1° maggio 2007. .  
   
   
SICUREZZA INFORMATICA: PERSONALWATCHDOG  
 
Il computer racconta chi siamo e cosa facciamo, raccoglie informazioni personali e le conserva anche a distanza di molto tempo. Curiosi e malintenzionati possono facilmente raggiungere questo patrimonio informativo anche dopo la formattazione del disco. Molte delle soluzioni disponibili oggi sul mercato, considerata la loro complessità, sono riservate ad una clientela esperta e puntano a risolvere singole problematiche. Abbiamo però potuto testare Personalwatchdog, un software dedicato alla sicurezza informatica, nato dall’idea che la tutela della privacy inizi dal proprio hard disk. E’ inerente l’ambito della protezione dei dati presenti: comprese tutte le informazioni che l’utente involontariamente lascia durante il suo utilizzo, contro qualsiasi accesso o tentativo di accesso da parte di soggetti non autorizzati. Inoltre integra delle funzioni specifiche che permettono di evitare che i programmi utilizzati o i dati trattati, qualora eliminati dal supporto di memorizzazione (cestino), possano essere in qualche modo recuperati. Personalwatchdog si propone come soluzione definitiva per la protezione delle informazioni e della privacy, in ambito sia personale sia aziendale. Rapido ed efficace, questo software protegge qualsiasi cartella criptando e decriptando automaticamente i contenuti in base all’utente. E’ disponibile per la prima volta la vera criptazione “al volo” dei dati su disco, anche Usb, utilizzando l’algoritmo Aes con chiave a 512 bit. Personalwatchdog si occupa, inoltre, di mantenere veramente pulito il disco fisso: qualsiasi file eliminato, compresi i temporanei, è realmente irrecuperabile anche ricorrendo a strumenti specifici; il tutto senza richiedere alcuna interazione da parte dell’utente. In tema di controllo degli accessi, Personalwatchdog consente di monitorare gli accessi al computer e i tentativi, eseguendo se necessario uno o più set di operazioni personalizzabili per proteggere la propria privacy. È anche possibile definire una password di accesso aggiuntiva per il proprio account, che al suo utilizzo attiva l’esecuzione delle operazioni specificate. Queste sono solo alcune delle funzionalità disponibili. Semplice ed intuitivo, Personalwatchdog dispone di una procedura di configurazione rapida, che permette di mettere al sicuro la propria privacy in pochi click. Non modifica le abitudini degli utenti ed è talmente discreto che può capitare ci si dimentichi di averlo installato. . .