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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Novembre 2009
IL TRATTATO DI LISBONA: ENTRATA IN VIGORE  
 
Il Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007, dai 27 capi di Stato e di governo degli Stati membri dell’Unione, entra in vigore domani 1° dicembre 2009. Esso modifica i due Trattati fondamentali che sono il Trattato sull’Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea, quest’ultimo d’ora in avanti denominato “Trattato sul funzionamento dell’Unione europea” (Tfue). Il Trattato di Lisbona apporta modifiche anche per quanto riguarda l’organizzazione e le competenze della Corte di giustizia dell’Unione europea.  
   
   
AMMINISTRATORI DI SISTEMA: PROSSIMA SCADENZA  
 
Il prossimo 15 dicembre scade il termine per adeguarsi alle nuove norme relative agli amministratori di sistema contenute nel Provvedimento del Garante del 27 novembre 2008.  
   
   
NOME A DOMINIO: DEFINIZIONE  
 
Il nome a dominio o domain name identifica l’indirizzo di un sito internet e si compone di tre parti: l’acronimo www, che sta per world wide web, il Second Level Domain o dominio di secondo livello, consistente in un nome, in una sigla, in una frase o in una parola chiave ed il Top Level Domain (Tld) o dominio di primo livello, corrispondente a una specifica sigla che identifica la nazione o l’area geografica di emissione o individua la tipologia del sito (. It per un sito italiano, . Ue per un sito europeo,. Com per un sito commerciale, . Info per un sito di informazione) .  
   
   
NOME A DOMINIO: ASSEGNAZIONE  
 
I nomi a dominio vengono assegnati da enti di registrazione (Registration Authority), che operano in virtù della delega conferita dall’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’organismo nordamericano titolare della gestione del sistema dei nomi a dominio. La maggior parte degli Stati ha una propria Autorità di registrazione e proprie regole di attribuzione dei nomi a dominio, sotto l’egida dell’Icann. In Italia l’assegnazione dei domini con suffisso . It è effettuata dall’Autorità di registrazione nazionale, costituita presso l’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa. I nomi a dominio . It così richiesti sono inseriti nel database gestito dal Registro, che ha anche il ruolo di anagrafe dei domini . It. L’assegnazione dei domini Tld . Eu è affidata al Europe Registry (www. Europeregistry. Com). Ricordiamo che la registrazione del nome a dominio ha solo natura tecnica e non di accertamento costitutivo di un diritto, come avviene, invece, per i diritti di proprietà industriale, che si acquistano solo a seguito di procedura di registrazione o brevettazione prevista dal Codice Pi. Le informazioni utili per la registrazione di un dominio . It sono disponibili sul sito dell’Autorità italiana di registrazione (www. Nic. It). La registrazione di un nome a dominio ha efficacia per un anno dalla data di registrazione e si rinnova automaticamente, salvo espressa richiesta di cancellazione. Per la registrazione e il mantenimento dei nomi a dominio al Registro il richiedente si può rivolgere ad uno dei soggetti accreditati, chiamati Registrar, in base al protocollo Epp (Extensible Provisioning Protocol), senza necessità di inviare alcuna documentazione cartacea (es. La Lar). I costi di registrazione variano - di regola tra 10,00 e 100,00 euro - in funzione dell’offerta commerciale dei fornitori del servizio e della tipologia di servizi richiesti dall’utente (siti web, fornitura di connettività Internet, e-mail, filtri antispam, ecc. ). Il principio che regola le assegnazioni dei nomi a dominio è quello del “first come, first served”: chi chiede l’assegnazione di un nome a dominio non ancora registrato da altri ne ottiene la registrazione e il diritto di utilizzo in esclusiva, indipendentemente dal fatto che tale nome a dominio sia in conflitto con diritti altrui. Gli enti preposti all’assegnazione dei domini non sono tenuti a effettuare alcun controllo preliminare atto a prevenire/evitare la registrazione di segni o marchi confondibili con un marchio registrato da parte di un soggetto diverso dal titolare del segno distintivo .  
   
   
INTERNET: ECCO L’ITALIA ‘EVOLUTA’  
 
La diffusione dei domini . It nel nostro Paese: 289 ogni 10 mila abitanti con una penetrazione maggiore nel Centro. Circa un milione e mezzo il totale, di cui quasi un milione registrati da imprese. È l’analisi dell’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Iit-cnr) sulla base dei dati del Registro . It. Bologna e Milano sono le province italiane con più utenti ‘evoluti’ della Rete, seguite da Bolzano, Pistoia e Rimini. Tra le regioni, il Trentino-alto Adige conferma la propria leadership, staccando Lombardia, Emilia-romagna e Lazio. Sono alcuni dei dati salienti dello studio sulla diffusione di Internet in Italia, elaborato dall’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-cnr), da cui si evince che esistono 289 domini . It ogni 10 mila abitanti. La ricerca, unica a livello europeo per metodologia, si basa infatti sui dati del Registro . It (l’anagrafe dei domini a targa ‘italiana’, gestita dallo stesso Iit-cnr) e mette a confronto i nomi a dominio registrati in rapporto ai residenti maggiorenni ma anche ad enti e imprese. “Il risultato è una radiografia accurata della diffusione della rete e, in particolare, del suo uso più evoluto e consapevole”, osservano Maurizio Martinelli e Michela Serrecchia, i curatori dello studio. “Il possesso di un dominio evidenzia che l’utente intende sfruttare al meglio le opportunità offerte da Internet e non si limita a una fruizione sporadica o passiva”. Lo studio dell’Iit-cnr ha assunto come riferimento 1. 429. 009 domini . It per i quali è stato possibile risalire alla tipologia dell’assegnatario e ha calcolato quale indice della diffusione di Internet a livello generale, ovvero senza tenere conto delle tipologie dei registranti, un ‘tasso di penetrazione’ (Tp) di 288,87 domini ogni 10mila abitanti. Ma la prima sorpresa viene dal confronto per macro-aree: il tasso di penetrazione maggiore è nel Centro Italia (354,48), davanti al Nord (340,82) e al Sud (180,51). Diversa, ovviamente, è la situazione riguardo al numero di domini . It registrati, dove il Settentrione accentra il 54,35% del totale, lasciando il 24,34% al Centro e il 21,31% al Sud. In testa alla classifica per regioni, il Trentino Alto Adige con un Tp di 457,99 (che però conta solo il 2,61% dei domini registrati), davanti a Lombardia (Tp 381,31 ma con il 21,48% dei nomi a dominio), Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Nessuna regione del Meridione compare tra le prime dieci: la prima è l’Abruzzo, in tredicesima posizione (Tp 240,61), mentre in coda alla classifica compaiono Sicilia (156,34), Basilicata (146,56) e Calabria (140,5). Sul fronte delle province, sempre nella graduatoria generale, Bologna conquista il primato con un Tp di 602,73 pari a 49. 665 domini, seguita da Milano, il cui Tp di 535,15 vale 175. 446 domini. Seguono Bolzano (533,67) e Pistoia (465,59). La Toscana piazza nella top ten anche Firenze (settima: Tp 428,49), Pisa (ottava con 392,71) e Siena (decima: 362,05). In coda alle province c’è purtroppo solo il Sud: tutte le ultime venti posizioni, con in coda Crotone (Tp 114,22), Caltanissetta (108,44) ed Enna (104,77, pari a 1. 471 nomi registrati). “Il sistema utilizzato dall’Iit-cnr ha permesso”, proseguono Martinelli e Serrecchia, “di estrapolare delle graduatorie specifiche che individuano i nomi a dominio censiti dal Registro . It ogni 10mila abitanti o ogni 100 imprese ed enti, effettuando anche un raffronto con l’analoga ricerca condotta nel 2004”. Va detto subito che le aziende registrano la grande maggioranza dei domini . It: nel campione utilizzato, 910. 694 contro i 392. 383 assegnati alle persone fisiche, 55. 234 agli enti no-profit e 46. 458 ai liberi professionisti. Tra le imprese primeggia ancora Bologna che dalla nona posizione rilevata nell’indagine del 2004 raggiunge la vetta (Tp 45,42: ovvero quasi un dominio ogni due imprese), sorpassando Milano (seconda con un Tp di 37,64) e Bolzano (36,57). Tra le regioni, al primo posto le aziende del Trentino Alto Adige (Tp 32,57) davanti alla Lombardia (Tp 28,53), che però è prima in termini assoluti con 214mila domini, quasi un quarto del totale di settore, e ad Emilia Romagna e Lazio. Roma ‘caput Internet’, invece, tra le persone fisiche (Tp 143,40, pari al 12,33%) dove sorprende l’enorme balzo in avanti di La Spezia, che recupera sessanta posizioni piazzandosi seconda (Tp 140,08), seguita da Rimini (134,33) e Bolzano (121,81). La graduatoria amplifica le differenze territoriali: le province più meridionali tra le prime 20 sono Pescara in 14esima posizione (Tp 88,05) e Ascoli Piceno (83,51), ventesima; lo sono invece 17 delle ultime venti posizioni. A livello regionale il Lazio è in testa con un tasso di penetrazione del 124,89 e il 14,73% di domini registrati, davanti a Trentino-alto Adige (Tp 105,27), Toscana (Tp 95,78) e Lombardia (Tp 86,29 ma primato quantitativo con il 17,70% dei domini di persone fisiche). “Abbiamo inoltre zoomato alcuni dettagli di categorie significative”, osservano i ricercatori Iit-cnr. Tra i liberi professionisti, le province con i più alti tassi di penetrazione sono Livorno (18,31), Milano (17,47), Bologna (15,83) e Caserta (15,24). Tra le prime venti città altre quattro toscane: Lucca, Siena, Firenze e Pisa. Tra le regioni, Trentino-alto Adige nuovamente al primo posto con 10,79 davanti a Lazio, Lombardia, Toscana. Sul fronte degli enti no profit, Roma tiene banco con un Tp 56,10 e il 12,73% dei domini registrati, davanti a Milano (44,68), Frosinone (34,95) e Firenze (32,32). Da non trascurare Napoli (settima, Tp 30,78) e Bari (dodicesima con 25,28). Tra le regioni trionfa ancora il Lazio (Tp 47,29 e 15,30%), che quasi doppia Lombardia (Tp 27,55 ma il 16,71% dei domini) e Toscana (23,94 e 7,95%). Nel no profit la Campania si piazza quarta (Tp 23,91). La sfida degli enti pubblici promuove a livello provinciale Aosta (Tp 13,05), davanti a Prato, Bologna e Bolzano. La Valle d’Aosta domina anche tra le regioni, staccando Trentino-alto Adige (Tp 10,31) e Molise (Tp 8,25). Infine, i maintainer, cioè proprio gli operatori che registrano i domini . It per conto terzi: 2. 496, di cui 2. 321 italiani e 175 stranieri. L’analisi dell’Iit-cnr ribadisce il primato toscano, già emerso nel 2004, con una media di circa 3. 000 domini registrati per ciascuna delle 192 sigle Mnt, le società del settore, pari a un totale di 576. 224 domini . It, superando Sardegna (2. 281 domini per ciascuno dei 26 maintainer) e Abruzzo, con 43 maintainer e una media di 1. 245 domini. “Una leadership sicuramente favorita dalla presenza a Pisa del Registro . It e da alcune delle società storicamente più dimensionate”, concludono Martinelli e Serrecchia. La rilevazione, in questo caso, è stata fatta su un totale di 1. 593. 960 domini presenti nel database del Registro .  
   
   
TELECOMUNICAZIONI: 12 RIFORME DELL’UNIONE EUROPEA  
 
Sono in programma 12 singole riforme per le telecomunicazioni, che mirano a tutelare maggiormente i consumatori, rendendoli più consapevoli, e ad arricchire le proposte sul mercato, stimolando la concorrenza. “La nuova riforma delle telecomunicazioni dell’Unione – spiega Viviane Reding, commissaria europea per la società dell’informazione e i media – porterà con sé più scelta per i consumatori, una maggiore dose di competizione, un efficace sistema europeo di regolazioni indipendenti da altri poteri, dei nuovi investimenti in infrastrutture competitive, ulteriore spazio per i servizi senza fili e una Rete sempre più aperta per tutti i cittadini. La riforma potenzia anche i singoli mercati promuovendo una efficace competizione e regole consistenti valide nei 27 stati. Ciò aprirà opportunità per gli operatori, per servizi transnazionali e per i consumatori europei, privati e aziende. Si darà una nuova spinta alla vibrante economia digitale europea”. Innanzitutto, si stabilisce il diritto per i consumatori europei di potere cambiare operatore nell’arco di una sola giornata lavorativa mantenendo lo stesso numero. Al momento, invece, si richiedono in media 8 giorni e mezzo per i servizi mobili e 7 e mezzo per quelli fissi. Per alcuni consumatori, però, si tratta addirittura di due o tre settimane di attesa. Non solo verranno ridotti i tempi, ma si chiederà ai fornitori di adeguarsi a proporre un primo contratto che abbia una durata non superiore ai 24 mesi, ipotizzando anche soluzioni da 12. In secondo luogo, sarà obbligatorio fornire maggiori e migliori informazioni ai clienti rispetto a quanto avviene oggi. Dovrà infatti essere ben chiaro ai consumatori cosa preveda il contratto, quali servizi siano inclusi e quali aggiuntivi e a che costo. Negli accordi devono essere poi specificati i livelli minimi di qualità garantiti dall’operatore. La terza riforma prevede che i singoli Stati potranno intervenire sull’accesso a Internet solo in accordo con quanto previsto da nuove disposizioni ad hoc, a tutela dei diritti e delle libertà dei cittadini, come previsto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Con il quarto punto si vuole assicurare agli europei la possibilità di scegliere tra operatori di banda larga concorrenti. Per limitare il campo d’azione di chi offre i servizi, verranno definiti degli standard minimi qualitativi obbligatori. La quinta riforma si occupa di proteggere i consumatori contro le violazioni dei dati e lo spam. La privacy dei cittadini europei viene chiaramente affermata come una priorità da rispettare e tutelare. Gli operatori saranno direttamente responsabili per i dati relativi ai propri clienti: nomi, indirizzi e-mail, informazioni sui conti bancari e sul traffico sia telefonico sia online. La sesta riforma vuole potenziare il 112, numero valido per le emergenze in tutto il territorio dell’Unione. Sarà accessibile non solo telefonicamente ma anche con le nuove tecnologie e verranno fornite agli operatori del soccorso le informazioni sulla provenienza della richiesta di aiuto. Con il settimo punto si assicura la tutela per una sempre maggiore indipendenza delle telecomunicazioni da interferenze di carattere politico, specialmente nell’operato quotidiano. La libera competizione e la presenza di una consistente regolamentazione verranno aiutate dall’istituzione di una nuova autorità europea per le telecomunicazioni, come previsto dall’ottava riforma. La commissione europea, in base al nono punto, avrà il compito di ascoltare e vagliare le proposte di regolamentazione, anche in itinere, da parte delle autorità di garanzia nazionali. Secondo la decima riforma, inoltre, la autorità nazionali possono imporre a propria discrezione agli operatori del mercato di separare le funzioni di attività, in modo da stimolare sia la competizione sia l’incentivo a investire in nuovi network. L’undicesimo punto, poi, si focalizza sulla necessità di accelerare l’accesso alla banda larga per tutti i cittadini dell’Unione. La dodicesima riforma, infine, guarda avanti e si preoccupa di incoraggiare la competizione e gli investimenti nei network di accesso di prossima generazione .  
   
   
INTERNET: PASSA UN NATALE AL SICURO!  
 
Nel momento stesso in cui il Pc viene connesso ad Internet, si diventa un potenziale bersaglio per i cybercriminali. Proprio come una casa senza serratura permette ai ladri di entrare in qualunque momento, un computer non protetto è un invito allettante per i creatori di malware (abbreviazione di malicious software, ossia software maligno) e i per cybercriminali che li pagano. Fino a pochi anni fa, virus e altri programmi maligni erano principalmente atti isolati di vandalismo. Purtroppo, però, le cose sono cambiate. Oggi bisogna fronteggiare il cybercrime: i codici maligni vengono creati per guadagnare denaro illegalmente. Ancora una volta Kaspersky Lab segnala che i Trojan rappresentano oggi la maggior parte dei programmi maligni circolanti in rete: alcuni registrano i tasti premuti sulla tastiera, altri fanno una “fotografia” allo schermo quando si visita il sito Internet della propria banca; alcuni scaricano ulteriori malware ed altri ancora permettono agli hacker di controllare il computer a distanza. Tutti però hanno un tratto comune: permettono ai cybercriminali di raccogliere informazioni personali e di utilizzarle per rubare denaro. Molti di noi, inoltre, effettuano acquisti online. Natale, ovviamente, è il periodo in cui aumenta enormemente il numero di persone che fanno uso del web l’acquisto dei regali natalizi. E’ quindi il periodo perfetto per i loschi scopi dei cybercriminali. Non lasciare che i cybercriminali ti rovinino il Natale. Kaspersky Lab ha quindi elaborato queste semplici indicazioni per godere il Natale in tutta sicurezza: Controllare che l’antivirus sia ancora valido e attivo. Natale è il periodo dell’anno più proficuo per i cybercriminali; Fare attenzione alle cartoline natalizie elettroniche. Molte contengono link infetti; Se l’antivirus ne è dotato, usare il firewall per proteggersi dalle intrusioni. In caso ne fosse sprovvisto, Windows Xp ne include uno al suo interno; Mantenere costantemente aggiornato Windows. Anche tutti gli altri programmi installati devono essere tenuti costantemente aggiornati. Adobe Acrobat, Flash Player e Quick Time, ad esempio, sono stati molto vulnerabili in passato; Fare acquisti online e usare l’home banking solo se si tratta di siti sicuri. L’url deve iniziare con ‘https://’ anziché con “http://”. Nella parte in basso a destra del browser, apparirà il simbolo di un lucchetto; Paypal, eBay o la banca: praticamente tutte le email che provengono da tali siti sono email fasulle finalizzate a truffare gli utenti. Nel dubbio, fare una telefonata al presunto mittente per verificare l’attendibilità dell’email; Usare un antivirus che protegga anche dallo spam e dagli attacchi di phishing; Fare acquisti solo tramite siti fidati. Controllare online l’attendibilità di un sito, valutando anche l’opinione degli altri utenti a riguardo; Una volta concluso un acquisto, effettuare il logout dal sito. Chiudendo solo il browser, la sessione potrebbe restare aperta ed essere sfruttata dai cybercriminali. Ulteriori informazioni su www. Viruslist. Com .  
   
   
MONETA ELETTRONICA: DIRETTIVA N. 110/09  
 
Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea dello scorso 10 ottobre è stata pubblicata la Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 settembre 2009 n. 110, concernente "l’avvio, l’esercizio e la vigilanza prudenziale dell’attività degli istituti di moneta elettronica, che modifica le direttive 2005/60/Ce e 2006/48/Ce e che abroga la direttiva 2000/46/Ce". La Direttiva è entrata in vigore lo scorso 30 ottobre, mentre gli Stati membri avranno tempo fino al 30 aprile 2011 per adottare e pubblicare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva. Come chiarito dal relatore, John Purvis (Ppe/de, Uk), con "moneta elettronica", s´intende «qualsiasi valore monetario immagazzinato elettronicamente o magneticamente rappresentato da un credito nei confronti dell´emittente che sia emesso dietro ricevimento di fondi per effettuare operazioni di pagamento . E accettato da persone fisiche o giuridiche diverse dall´emittente». Si tratta, ad esempio, dei sistemi Geldkarte in Germania, Proton in Belgio, Moneo in Francia e Mondex nel Regno Unito. Questa definizione, chiarisce il relatore, "copre sia la moneta elettronica detenuta su un dispositivo di pagamento sia quella memorizzata a distanza su un server e gestita tramite un conto specifico. Resta abbastanza generale per «non ostacolare l´innovazione tecnologica» e per includere anche i prodotti che verranno sviluppati in futuro .  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: MANCATA TRASPOSIZIONE DIRETTIVA TESSUTI E CELLULE UMANE  
 
Il 26 novembre è stata pronunciata la sentenza nella causa C-13/09 Commissione/italia. La direttiva della Commissione 24 ottobre 2006, 2006/86/Ce, attua la direttiva 2004/23/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani. Gli Stati membri dovevano adottare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva stessa entro il 1° settembre 2007 e comunicare immediatamente alla Commissione tali disposizioni nonché una tavola di concordanza tra le stesse e la direttiva. L´italia non ha contestato l’inadempimento addebitatole, ma ha fatto valere tuttavia che l’iter legislativo per il recepimento della direttiva 2006/86 nell’ordinamento giuridico interno è in corso, ma è stato ritardato in seguito a taluni rilievi sollevati nel parere redatto dalla competente commissione parlamentare. Nella sentenza odierna, la Corte ricorda che l’esistenza di un inadempimento dev’essere valutata in relazione alla situazione dello Stato membro quale si presentava alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato e che la Corte non può tenere conto dei mutamenti successivi . Peraltro, uno Stato membro non può eccepire disposizioni, prassi o situazioni del proprio ordinamento giuridico interno per giustificare l’inosservanza degli obblighi e dei termini imposti da una direttiva. Essa dichiara quindi che la Repubblica italiana, non avendo adottato, entro il termine stabilito, le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva della Commissione 24 ottobre 2006, 2006/86/Ce, che attua la direttiva 2004/23/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani, è venuta meno agli obblighi che ad essa incombono in forza di tale direttiva. (Ricordiamo che il 12/11/2009, l’Italia è stata condannata dalla Corte per non avere adottato, entro il termine stabilito, le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva della Commissione 8 febbraio 2006, 2006/17/Ce, che attua la direttiva 2004/23/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda determinate prescrizioni tecniche per la donazione, l’approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani: C-12/09 Commissione/repubblica italiana) .  
   
   
L’ORDINE DEI COMMERCIALISTI DI MILANO INFORMA I CITTADINI  
 
L’ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano apre ai cittadini il patrimonio di conoscenze specialistiche prodotte dalle Commissioni di studio con l´iniziativa Odcec News, voluta e realizzata dalla Commissione Aggiornamento Attualità Professionale coordinata dal consigliere Luigi Pagliuca. I principali temi d’attualità economica - si apre con lo Scudo fiscale - saranno d´ora in poi disponibili nella sezione “Odcec News”, homepage del sito dell´Ordine di Milano www. Odcec. Mi. It. Sono brevi video, della durata di circa 10 minuti, fruibili da tutti – professionisti, manager, studenti e comuni cittadini, oltre ovviamente agli iscritti - realizzati in un linguaggio comprensibile anche ai non addetti ai lavori, cui si accede gratuitamente e senza obbligo di registrazione.  
   
   
INTERNET: APPELLO DEI RADICALI NICOTRA E CAPPATO AL MINISTRO BRAMBILLA, “L´ACCESSO SIA LIBERO PER I CITTADINI PRIMA CHE PER I TURISTI"  
 
Dichiarazione di Luca Nicotra (Segretario dell´associazione radicale Agorà Digitale) e Marco Cappato (Presidente, Membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani): “È un fatto positivo che il ministro Brambilla si schieri apertamente contro il decreto Pisanu, in scadenza il 31 dicembre 2009, che negli ultimi anni ha imposto ai pubblici esercizi e ai circoli privati di schedare tutte le comunicazioni su Internet e i dati personali dei propri clienti che accedono alla rete, con modalità tali da non avere eguali in alcun paese democratico. È però importante rilevare che l´articolo fatto inserire dall´on. Brambilla nel disegno di legge approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri, modifica solo l´obbligo di registrarsi presso la questura per chi offre accesso a internet, introducendo un´esenzione, in modo del tutto arbitrario, per le sole strutture alberghiere, i campeggi e gli affittacamere, lasciando invece intatto l´impianto generale della legge. È grave che nelle dichiarazioni del ministro e nella sua proposta di modifica, si prefiguri una corsia preferenziale di accesso ad Internet "per turisti" che non riguarda il cittadino italiano, come se internet fosse un servizio in più da offrire e non un diritto fondamentale. Ma è ancora più grave che si mettano in calendario proposte di modifica del tutto marginali e propagandistiche, essendo chiaro che, per "semplificare e liberalizzare l´accesso ad Internet", come chiede il ministro, è necessario rivedere da subito la legge nella parte che riguarda l´identificazione degli utenti e la custodia dei dati sul traffico effettuato su internet. Una norma che cancella il diritto dei cittadini alla riservatezza dei dati personali. Per questo ci appelliamo al ministro Brambilla e al governo affinché non posticipino il riesame complessivo della normativa, innanzitutto impegnandosi pubblicamente a non rinnovare il decreto Pisanu. Da parte nostra, siamo pronti a presentare degli emendamenti che modifichino sostanzialmente le disposizioni attuali, e che proporremo a tutti i parlamentari non appena il testo del disegno di legge arriverà in parlamento. ” .  
   
   
RADICALI: "I DATI SMASCHERANO LA PROPAGANDA DELLE MAJOR. IL FILE SHARING ILLEGALE NON DISTRUGGE LA MUSICA, ANZI. LEGALIZZIAMOLO SUBITO."  
 
Dichiarazione di Luca Nicotra (Segretario dell´associazione radicale "Agorà Digitale) e Marco Beltrandi (Deputato Radicale eletto nelle liste del Pd): “La propaganda dei grandi attori del mercato dell´audiovisivo cerca ogni giorno di convincerci di una realtà che i dati continuano a smentire. Anche lo studio pubblicato oggi dalla fondazione Iulm, mostra un mercato della musica sostanzialmente stabile nonostante la crisi economica, con un dato di crescita nella vendita dei Cd e un grande incremento nel settore digitale. Dove sono oggi i proclami di quelli che si strappano i capelli per il danno inferto dal file sharing illegale all´industria della musica? Scommettiamo che non avranno il coraggio di commentare dei dati che mostrano come il problema non è quello dei cosiddetti pirati, bensì quello di convincere le grandi major a seguire le regole del mercato, ad esempio abbassando il costo dei Cd, o adattandosi alle nuove tecnologie e alle conseguenti aspettative dei cittadini-consumatori. Dietro la difesa di una regolamentazione del diritto d´autore bloccata quantomeno al secolo scorso, c´è la richiesta di poter agire fuori dal mercato e fuori dal tempo. Per colpa di chi difende lo status quo stiamo combattendo una guerra contro una intera generazione. Una guerra inutile e dannosa, per la cui vittoria, ci chiedono di sacrificare il diritto alla tutela dei dati personali in rete, e il diritto al giusto processo, con la possibilità di scollegare interi nuclei familiari da internet. Come radicali e come associazione Agorà Digitale, chiediamo da tempo di seguire un´altra strada, quella della legalizzazione del file sharing, che rappresenta un´enorme possibilità di sviluppo economico e culturale nel paese. Per questo è stato depositato alla Camera un disegno di legge presentato da Marco Beltrandi e sottoscritto dall´intera delegazione radicale che descrive un percorso realistico di regolamentazione. Ci appelliamo, al presidente e ai membri della commissione cultura, dove il ddl è bloccato ormai da troppo tempo, e a tutte le forze politiche, affinchè il testo venga calendarizzato al più presto. ” .  
   
   
KASPERSKY LAB: SPAM REPORT  
 
Kaspersky Lab: Spam Report Kaspersky Lab ha pubblicato il suo consueto Spam Report in cui analizza in cui analizza il traffico spam circolante e le principali tecniche adottate dagli spammer nel 3° Trimestre 2009. Queste, in sintesi, le principali considerazioni contenute nel report: nel terzo trimestre la quota di spam nel traffico di posta elettronica ha avuto un valore medio dell´ 85,7%; la quota dei messaggi di phishing ha registrato un incremento dello 0,5% ed è stata pertanto pari allo 0,99% del volume complessivo del traffico di posta elettronica; la quota dei messaggi e-mail contenenti allegati maligni ha un valore medio pari allo 0,46% del volume totale del traffico di posta elettronica (1,22% nel mese di settembre); la quota di spam relativa alle categorie tematiche legate al mondo dell´economia reale ha segnato un sostanziale incremento, mentre la quota attribuibile alle attività di autopubblicità condotte dagli spammer ha manifestato un´evidente tendenza al ribasso. Per eludere i filtri antispam, gli spammer hanno continuato a far uso di tabelle html e di spam grafico.