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Notiziario Marketpress di Lunedì 31 Maggio 2010
FIRENZE: SEI RIMASTO SENZA LAVORO? ALLORA DAI UNA MANO ALLA GIUSTIZIA  
 
La Provincia di Firenze, tra le prime in Italia, mette a disposizione degli uffici giudiziari i lavoratori iscritti nelle liste di mobilità. Una trentina di lavoratori iscritti alle liste di mobilità saranno utilizzati per smaltire le pratiche all’interno degli uffici giudiziari fiorentini. L’iniziativa sarà possibile grazie ad un accordo che il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, ha sottoscritto oggi con il Presidente della Corte d’Appello di Firenze, Fabio Massimo Drago; con il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze, Beniamino Deidda; il Presidente del Tribunale di Firenze, Enrico Ognibene; il Procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi; il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, Antonietta Fiorillo; il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze, Gianfranco Casciano e il Giudice di Pace di Firenze, Alfredo Iorio. Il progetto, che è stato anche sottoscritto per adesione da Cgil, Cisl e Uil, è riservato esclusivamente ai lavoratori iscritti nelle liste di mobilità ai sensi dell’art. 6 e 7 della legge 223/1991 nel periodo compreso tra il 1 ° ottobre 2009 e il 30 aprile 2010. Grazie a questa intesa una trentina di loro - residenti o domiciliati nei Comuni della provincia - saranno destinati alle strutture giudiziarie della provincia per un periodo di sei mesi. “Questo progetto – spiega il Presidente Barducci – nasce da due considerazioni principali: la prima riguarda la volontà da parte dei responsabili degli uffici giudiziari fiorentini di migliorare la loro efficienza per far fronte al maggior carico di lavoro a causa della cronica carenza di personale amministrativo scaturito in conseguenza delle recenti modifiche normative. In secondo luogo, la crisi economica che sta colpendo la nostra provincia provoca una perdita dei posti di lavoro e un massiccio ricorso ai cosiddetti ‘ammortizzatori sociali’ che comporta una significativa riduzione del reddito dei lavoratori coinvolti. A questo punto abbiamo deciso di utilizzare il fondo di solidarietà stanziato dalla Provincia per la realizzazione di un ‘progetto’ capace di far fronte, seppur in modo temporaneo, alle esigenze degli uffici giudiziari, avvalendoci dei lavoratori iscritti alle liste di mobilità”. Tali lavoratori saranno individualmente contattati dalla Provincia di Firenze ed invitati, qualora interessati al progetto, a inviare il proprio curriculum vitae per poter partecipare alla selezione. Le persone scelte saranno impiegate nei compiti di movimentazione e fotocopiatura atti, collaborazione al servizio d’utenza, attività amministrative generali e supporto all’attività dei sistemi e servizi informatici. La partecipazione al progetto non comporterà la cancellazione dalle liste di mobilità, essendo il rapporto lavorativo a tempo determinato ed inferiore ai 12 mesi e garantirà un salario analogo a quello del contratto nazionale di categoria per gli operatori del Ministero di Grazia e Giustizia  
   
   
MEDIAZIONE E CONCILIAZIONE PER L´IMPRESA: I COMMERCIALISTI SULLA NUOVA DISCIPLINA, A SOSTEGNO DELLE IMPRESE ITALIANE  
 
"Giustizia ed economia: novità normative per i conflitti d’impresa" è il tema del convegno organizzato dall´Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano con il Consiglio Nazionale svoltosi venerdì 28 maggio, Aula Magna dell’Università Bocconi – via Gobbi, 5. Il Decreto Legislativo 4 marzo 2010 n. 28 evidenzia ed enfatizza le potenzialità della mediazione civile nella gestione delle controversie in termini di efficacia della soluzione e di rapidità del procedimento, e introduce - anche in ambito aziendale (affitto di aziende, locazione, comodato, successioni, patti di famiglia, contratti assicurativi, bancari e finanziari) - il tentativo obbligatorio di mediazione nell’interesse delle parti. Questo, oltre a diminuire il carico di controversie gravanti sul sistema della giustizia, costituisce un sostegno per il sistema economico imprenditoriale nazionale in un momento particolarmente critico. Per le imprese si prospetta quindi uno scenario di assoluto interesse, già se si considera che il tempo medio per la risoluzione di un contenzioso potrà passare da 6 anni a 4 mesi. Il dottore commercialista, nel suo ruolo di mediatore e consulente d’impresa, rappresenta quindi uno dei protagonisti principali per il rilancio del sistema imprenditoriale. Tra le novità più rilevanti l’introduzione di incentivi fiscali come l’esenzione dall’imposta di bollo e da ogni tassa per tutti gli atti, documenti e provvedimenti; dall’imposta di registro del verbale d’accordo fino a un valore di 50.000 euro e un credito di imposta alle parti che corrispondono l’indennità prevista fino a concorrenza di 500 euro. Il convegno ha analizzato, inoltre, lo strumento dell’Arbitro Bancario Finanziario, istituito nell´ottobre 2009, che sta incontrando un notevole favore per quanto attiene i conflitti banca–cliente. Durante l’incontro sono stati presentati dati di scenario elaborati dalla Commissione Conciliazione dell’Odcec di Milano e sono stati approfonditi alcuni aspetti della mediazione ancora da disciplinare. In apertura dei lavori: Vincenzo Moretta, commissario straordinario Odcec Milano, e Claudio Siciliotti, presidente Cndcec. Tra i relatori del convegno Giacomo Caliendo, sottosegretario Ministro della Giustizia, Giuseppe Grechi, presidente emerito Corte d’Appello di Milano, Marcella Panucci, direttore Area affari legislativi Confindustria, Antonio Gambero, presidente Collegio Abf di Milano, Giuseppe Franco Ferrari, Università Bocconi, presidente Ifel, Tiziana Pompei, dirigente relazioni istituzionali, Unioncamere, Marcello Marinari, presidente Tribunale Montepulciano, Giovanna De Virgilis, presidente 11^ sez. Civile Tribunale di Roma, Mariacarla Giorgetti, Università di Bergamo, Flavia Silla, presidente commissione Arbitrato e Conciliazione Cndcec, Antonio Tanza, vicepresidente Adusbef, Roberto Orlandi, vicepresidente Cup, Edoardo Merlino, segretario generale Cprc, Felice Ruscetta, consigliere delegato alla Conciliazione Cndcec, Marcella Caradonna, componente Camera di mediazione Dottori Commercialisti di Milano e Marcello Guadalupi, delegato alla conciliazione Odcec Milano, coordinatore dei lavori  
   
   
ITALIANI PROMOSSI NELLA CURA DELLA CASA. RIMANDATI IN SICUREZZA  
 
Buone notizie in tema di ecosostenibilità da una ricerca Assocasa, l’Associazione Nazionale detergenti e specialità per l’industria e per la casa, che fa parte di Federchimica, condotta da Gfk Eurisko. L’indagine ha messo in luce come siamo più consapevoli del rispetto dell’ambiente e del risparmio energetico, ma c’è ancora da lavorare sull’uso sicuro dei prodotti per la pulizia della casa. La maggior parte degli italiani utilizza le giuste quantità di prodotto nei lavaggi (74%); circa il 90% dei lavaggi sia in lavatrice sia in lavastoviglie viene effettuato a pieno carico e si dichiara di porre attenzione al corretto smaltimento dei contenitori (89%). Possiamo migliorare quando scegliamo la temperatura di lavaggio (per esempio, solo il 51% degli intervistati utilizza la lavastoviglie a 50°/55°). Purtroppo poniamo ancora poca attenzione alle etichette, non abbiamo una corretta conoscenza dei simboli e in casa conserviamo spesso in luoghi sbagliati i detersivi. I dati parlano chiaro: meno del 30% degli italiani legge con attenzione simboli ed etichette; circa il 5% conserva in luoghi sicuri i prodotti per la casa. “Indagare gli stili di cura della casa è stato fondamentale per avere un quadro delle abitudini degli italiani in tema di rispetto per l’ambiente e tutela della salute - spiega Massimo Sarcina - Research Director Gfk Eurisko. Questa ricerca conferma il trend positivo di acquisizione di consapevolezza ecologica dei consumatori e aggiunge spunti di riflessione sul tema sicurezza”. “Il concetto di sicurezza è uno dei pilastri dell’idea di sostenibilità promossa in Assocasa. La ricerca Eurisko testimonia come il ruolo della nostra Associazione sia di importanza cruciale per facilitare il dialogo fra industria e consumatori sul corretto utilizzo dei prodotti attraverso molteplici iniziative volontarie già in essere – spiega Luciano Pizzato, Presidente Assocasa - Imparare a usare i prodotti è infatti fondamentale per la salvaguardia della salute dei consumatori così come per la tutela dell’ambiente.” In occasione dell’Assemblea Assocasa si è svolta la tavola rotonda dal titolo “Cura della casa e stili di vita degli italiani: quanto siamo ‘ecosostenibili’?”, durante la quale sono state presentate anche due testimonianze sugli strumenti e le diverse soluzioni oggi disponibili, per supportare una nuova coscienza ambientale. Per il mondo del design ha parlato Giulio Iacchetti, mentre sul fronte delle aziende è intervenuto Sergio Tonfi, Corporate Communication Manager di Philips  
   
   
RAPPORTO ASSINFORM 2010: INFORMATICA IN RISALITA NEL PRIMO TRIMESTRE  
 
Dietro la ripresa dell’economia le imprese che investono in It, mentre si aggrava il ritardo sull’ innovazione della Pa. Fine 2009: l’Italia ha approfondito il gap d’innovazione tecnologica con l’estero. Mercato mondiale dell’Ict -1,5%, It -5,4%, Tlc + 1,1%; mercato italiano Ict -4,2%, It -8,1%, Tlc -2,3% . Segno meno in tutti i settori, i decrementi più elevati per l’industria -9,5% e le banche -10,4%. Continua la discesa della spesa pubblica in It, Pal -5,1%, Pac -4,3%. Italia fanalino di coda per spesa It/abitante e spesa It/pil. Fine marzo 2010: segno ancora negativo per l’It con - 2,9% , ma rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso si tratta di un recupero di 4 punti percentuali. La risalita determinata da investimenti It delle imprese, soprattutto le medie, in nuovi progetti. Occupazione, credito e Pa, le aree più deboli. Angelucci: riprendere a investire in It è decisivo per il Paese, per rimettere in moto l‘economia e sviluppare nuovi servizi digitali, per razionalizzare e controllare la spesa pubblica,. Occorre più Information Technology ovunque, nelle imprese, nella Pa, nelle famiglie. Al Governo: la Pa non rinunci all’innovazione, l’It non è un costo da tagliare, è la chiave per tenere sotto controllo la spesa e raggiungere l’efficienza Milano, 24/5/2010 – “La buona notizia è che dopo il pesante calo di -8,1% nel 2009, nel primo trimestre del 2010 abbiamo finalmente potuto rilevare i primi segnali di ripresa della domanda It. Il decremento di – 2,9% a fine marzo segnala, infatti, un recupero di quattro percentuali rispetto al -6,8% registrato nello stesso periodo del 2009. Ma, fatto ancora più rilevante, è che la spinta maggiore deriva da investimenti in nuovi progetti It da parte di aziende manifatturiere e dei servizi. Si tratta, ben inteso, di un fenomeno ancora molto fragile, che riguarda prevalentemente le imprese di medie dimensioni, più aperte ai mercati esteri. Tuttavia evidenzia un cambio di strategia: numerose aziende italiane ormai considerano l’It non solo come strumento per ridurre i costi aziendali, ma soprattutto come investimento chiave per riavviare e consolidare il percorso di crescita. Le cattive notizie riguardano il peggioramento dell’occupazione nel settore It, soprattutto per consulenti e lavoratori indipendenti, riflesso dei forti tagli operati sulla spesa in informatica nel 2009 da tutti i settori dell’economia italiana; la continua discesa degli investimenti in It della Pa, che pesa negativamente sul processo di modernizzazione; l’approfondimento del nostro gap tecnologico con l’estero, che ci porta a essere ultimi fra i principali paesi nella spesa in Information Technology, penalizzandoci sul piano della competitività” – ha esordito così Paolo Angelucci Presidente di Assinform nell’introdurre, questa mattina a Milano, i lavori del convegno di presentazione del Rapporto Assinform 2010, al quale hanno partecipato Giancarlo Capitani Amministratore Delegato Netconsulting, Alberto Meomartini, Presidente Assolombarda, Massimo Messina, responsabile co-direzione It Bnl-bnp Paribas, Alessandro Musumeci, Direttore Centrale Sistemi Informativi delle Ferrovie dello Stato, Carlo Privitera, Chief Information Technology Officer di Luxottica. “Se ormai è diffusa la convinzione che il Paese ha bisogno di ritrovare in fretta la via della crescita – ha proseguito Angelucci – bisogna essere altrettanto consapevoli che l’accelerazione può avvenire solo dagli investimenti in Information Technology, puntando su progetti mirati all’efficienza e allo sviluppo delle capacità di business delle imprese. Molte aziende del Made in Italy lo hanno capito. Assinform sta cercando di fare la sua parte per sostenere l’innovazione. Da un lato lavoriamo per la qualificazione e lo sviluppo dell’offerta promuovendo la capitalizzazione delle imprese It, dall’altro, grazie al recente accordo con Banca Intesa e Mediocredito Italiano, che ha portato alla disponibilità di un plafond da un miliardo di Euro, vengono sostenute le aziende manifatturiere e dei servizi che vogliono investire in nuovi progetti It”. “Gli investimenti informatici sono cruciali anche per lo Stato – ha concluso il presidente di Assinform – perciò chiediamo al Governo e al Parlamento di adottare anche per la Pa la logica dei cosiddetti tagli intelligenti sulle spese improduttive. In un periodo così drammatico sul fronte dei conti pubblici, appare miope continuare a tagliare indistintamente la spesa in It, quando si tratta di un investimento indispensabile proprio per tenere sotto controllo la stessa spesa pubblica, migliorare l’efficacia della Pa e sviluppare i nuovi servizi digitali per imprese e cittadini. Nè lo Stato può rinunciare al ruolo di fattore di stimolo della crescita, che oggi significa mettere al centro della politica economica il sostegno all’innovazione. Su questo fronte è fondamentale poter contare su tempi rapidi e impegni certi per programmi come Industria 2015 per l’It, come i progetti per l’e-government e per l’ infrastrutturazione digitale del Paese”. La tendenza alla ripresa degli investimenti It è confermata dall’indagine congiunturale Assinform - realizzata ad aprile - che ha rilevato come, per il 40% delle imprese informatiche, l’andamento degli ordinativi sia migliorato o molto migliorato (mentre a febbraio 2009 le imprese che davano gli ordini in miglioramento non erano più del 19%); che gli stessi budget It delle aziende-clienti, risultano in crescita per il 22%, nel caso della spesa corrente (17,8% l’anno prima), e soprattutto, per quanto riguarda gli investimenti per nuovi progetti, ben il 54% delle imprese intende svilupparne di nuovi, contro il 20% dell’anno prima. Tuttavia il miglioramento degli ordinativi sembra essere a vantaggio soprattutto delle imprese It di dimensione maggiore, mentre il 40,9% delle piccole e il 50% delle medie valuta l’andamento degli ordinativi in peggioramento. Sul fronte dell’occupazione le rilevazioni Assinform indicano per i lavoratori dipendenti una situazione di relativa stabilità (dal 64,9% al 70,2% ), che tuttavia non riguarda le medie aziende It comprese tra 50 e 249 addetti, in cui, rispetto a febbraio 2009, si segnala un peggioramento . Ancor più negative appaiono le rilevazioni sui consulenti, dove le percentuali di risposte che indicano un peggioramento sono rilevanti sia nelle medie aziende It (50%) che nelle grandi (61.2%). D’altro canto il Rapporto Assiform evidenzia come i tagli sulla spesa It, che nel 2009 sono stati complessivamente dell’ordine di - 8,1% (+ 0.8% nel 2008), facendo scendere il volume del mercato a 18.686 mlioni di euro (20.343 mln nel 2008), abbiano interessato in modo consistente tutti i settori dell’economia italiana. Rispetto all’anno precendente il mercato It del segmento industria è calato del - 9,5% (+1,8% nel 2008), quello delle banche del -10,4% (1,2%), delle Tlc e media del -9,4% (-2,1%), del mercato consumer del -6,2% (+4,4%), dei trasporti del -7,7% (-1,4%), della distribuzione e dei servizi del -7,5% (+1,3%). Particolarmente preoccupante la situazione della Pa, già da alcuni anni interessata da un processo di decrescita degli investimenti in It, che si riflette nei ritardi del processo di modernizzazione, nella difficoltà a far decollare i servizi digitali e a trovare più elevati standard di efficienza. Nel 2009 la spesa It ha subito un calo di - 4,3% (-2,2% nel 2008), la Pal -5,1% (+0,7%), la sanità -3,7% (+2,1%). Nel 2009 la spesa pubblica It si è attestata alla modesta cifra di 2.297 milioni di euro (è esclusa la difesa, la cui spesa, diminuita del 9,4%, ammonta a 533 milioni di euro) Il confronto con l’estero indica come nel 2009 il gap tecnologico italiano si sia notevolmente approfondito rispetto ai principali paesi. Il mercato It italiano si è contratto di più del mercato mondiale (-5,4%) e dei mercati dei paesi con cui competiamo: Usa -6,1%, Uk -6,7%, Germania -4,5%, Francia – 3,4%. Hanno fatto peggio di noi solo la Spagna a -9,1% e il Giappone a -8,7%. Oggi siamo invece ultimi nella classifica sull’intensità di spesa It. Con un rapporto spesa It/pil pari a 1,9% e spesa It/procapite pari a 316 $, siamo dietro a Usa (4,0% e 1411$) Giappone (2,3%, 838$), Germania (3,4%, 880$), Regno Unito (3,3%, 972$), Francia (3,4%, 856$), Spagna (2,0%, 316$)  
   
   
E-COMMERCE: LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO  
 
A richiesta di un lettore confermiamo che, per quanto riguarda l’e-commerce, occorre fare riferimento alle seguenti disposizioni: Decreto legislativo n. 70/2003, sul commercio elettronico, l’art. 33 del Decreto legislativo n. 206/2005, il cosiddetto Codice del consumo, la Legge n. 218/1995, contenente la riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato, il Regolamento Ce 44/2001 relativo alla competenza giurisdizionale materia civile e commerciale e la Convenzione di Roma 19 giugno 1980, concernente le obbligazioni contrattuali di diritto internazionale  
   
   
DECRETO LEGISLATIVO N. 206/2005  
 
L’art. 33 del Codice del consumo prevede quanto segue: 1. Nel contratto concluso tra il consumatore ed il professionista si considerano vessatorie le clausole che, malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. 2. Si presumono vessatorie fino a prova contraria le clausole che hanno per oggetto, o per effetto, di: a) escludere o limitare la responsabilità del professionista in caso di morte o danno alla persona del consumatore, risultante da un fatto o da un´omissione del professionista; (1) b) escludere o limitare le azioni o i diritti del consumatore nei confronti del professionista o di un´altra parte in caso di inadempimento totale o parziale o di adempimento inesatto da parte del professionista; c) escludere o limitare l´opportunità da parte del consumatore della compensazione di un debito nei confronti del professionista con un credito vantato nei confronti di quest´ultimo; d) prevedere un impegno definitivo del consumatore mentre l´esecuzione della prestazione del professionista è subordinata ad una condizione il cui adempimento dipende unicamente dalla sua volontà; e) consentire al professionista di trattenere una somma di denaro versata dal consumatore se quest´ultimo non conclude il contratto o recede da esso, senza prevedere il diritto del consumatore di esigere dal professionista il doppio della somma corrisposta se è quest´ultimo a non concludere il contratto oppure a recedere; f) imporre al consumatore, in caso di inadempimento o di ritardo nell´adempimento, il pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento, clausola penale o altro titolo equivalente d´importo manifestamente eccessivo; g) riconoscere al solo professionista e non anche al consumatore la facoltà di recedere dal contratto, nonché consentire al professionista di trattenere anche solo in parte la somma versata dal consumatore a titolo di corrispettivo per prestazioni non ancora adempiute, quando sia il professionista a recedere dal contratto; h) consentire al professionista di recedere da contratti a tempo indeterminato senza un ragionevole preavviso, tranne nel caso di giusta causa; i) stabilire un termine eccessivamente anticipato rispetto alla scadenza del contratto per comunicare la disdetta al fine di evitare la tacita proroga o rinnovazione; l) prevedere l´estensione dell´adesione del consumatore a clausole che non ha avuto la possibilità di conoscere prima della conclusione del contratto; m) consentire al professionista di modificare unilateralmente le clausole del contratto, ovvero le caratteristiche del prodotto o del servizio da fornire, senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso; n) stabilire che il prezzo dei beni o dei servizi sia determinato al momento della consegna o della prestazione; o) consentire al professionista di aumentare il prezzo del bene o del servizio senza che il consumatore possa recedere se il prezzo finale è eccessivamente elevato rispetto a quello originariamente convenuto; p) riservare al professionista il potere di accertare la conformità del bene venduto o del servizio prestato a quello previsto nel contratto o conferirgli il diritto esclusivo d´interpretare una clausola qualsiasi del contratto; q) limitare la responsabilità del professionista rispetto alle obbligazioni derivanti dai contratti stipulati in suo nome dai mandatari o subordinare l´adempimento delle suddette obbligazioni al rispetto di particolari formalità; r) limitare o escludere l´opponibilità dell´eccezione d´inadempimento da parte del consumatore; s) consentire al professionista di sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto, anche nel caso di preventivo consenso del consumatore, qualora risulti diminuita la tutela dei diritti di quest´ultimo; t) sancire a carico del consumatore decadenze, limitazioni della facoltà di opporre eccezioni, deroghe alla competenza dell´autorità giudiziaria, limitazioni all´adduzione di prove, inversioni o modificazioni dell´onere della prova, restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti con i terzi; u) stabilire come sede del foro competente sulle controversie località diversa da quella di residenza o domicilio elettivo del consumatore; v) prevedere l´alienazione di un diritto o l´assunzione di un obbligo come subordinati ad una condizione sospensiva dipendente dalla mera volontà del professionista a fronte di un´obbligazione immediatamente efficace del consumatore. E´ fatto salvo il disposto dell´articolo 1355 del codice civile. 3. Se il contratto ha ad oggetto la prestazione di servizi finanziari a tempo indeterminato il professionista può, in deroga alle lettere h) e m) del comma 2: a) recedere, qualora vi sia un giustificato motivo, senza preavviso, dandone immediata comunicazione al consumatore; b) modificare, qualora sussista un giustificato motivo, le condizioni del contratto, preavvisando entro un congruo termine il consumatore, che ha diritto di recedere dal contratto  
   
   
REGOLAMENTO CE 44/2001  
 

Il 2° comma dell’art. 15 prevede che “qualora la controparte del consumatore non abbia il proprio domicilio nel territorio di uno Stato membro, ma possieda una succursale, un’agenzia o qualsiasi altra sede d’attività in uno Stato membro, essa è considerata per le controversie relative al loro esercizio, come avente domicilio nel territorio di quest’ultimo Stato. Secondo l’art. 16, comma 1, “l’azione del consumatore contro l’altra parte del contratto può essere proposta o davanti a giudici dello Stato membro nel cui territorio è domiciliata tale parte o davanti ai giudici del luogo in cui è domiciliato il consumatore.” In merito al quesito "una volta che ho cliccato il tasto di conferma della transazione in un sito che detta delle condizioni unilaterali in cui è stabilito come foro competente il foro del venditore cosa posso fare? Precisiamo che il Regolamento CE 44/2001 è valido in quanto le condizioni del venditore in cui si determina un foro svantaggioso per il consumatore sono automaticamente nulle perché ritenute dall’ordinamento comunitario clausole vessatorie