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Notiziario Marketpress di Lunedì 31 Maggio 2010
GIORNATA MONDIALE SENZA TABACCO 2010: LA COMMISSIONE EUROPEA RIBADISCE IL SUO IMPEGNO A LOTTARE CONTRO IL FUMO  
 
Bruxelles, 31 maggio 2010 - In vista della Giornata mondiale senza tabacco 2010 (lunedì 31 maggio), la Commissione europea pubblica i risultati di un´indagine Eurobarometro da cui emerge che una forte maggioranza di cittadini dell´Ue è favorevole a misure di controllo più rigorose contro il tabacco. Ad esempio, tre cittadini europei su quattro sono a favore di avvertimenti in forma grafica riportati sulle confezioni di tabacco nonché desiderano ristoranti liberi dal fumo. L´indagine indica anche però che quasi un cittadino europeo su tre continua a fumare nonostante il fatto che il tabacco uccida la metà dei suoi utilizzatori. La Commissione intende avviare fra breve una consultazione aperta in vista di una revisione della direttiva sui prodotti del tabacco del 2001 e sta intensificando i suoi sforzi per il controllo del tabacco in tutta l´Ue. John Dalli, Commissario responsabile per la salute e la politica dei consumatori, ha affermato: "Il tabacco uccide ogni anno 650 000 cittadini europei: molte vite potrebbero essere salvate se si riducesse il consumo di tabacco. Sono particolarmente preoccupato per le cifre relative al vizio del fumo tra i giovani: l´Europa non può stare a guardare mentre le generazioni del futuro mandano in fumo la loro salute!" Il Commissario ha aggiunto: "Sono deciso a fare quanto in mio potere per ridurre il consumo di tabacco in tutta Europa facendo leva sull´imminente revisione della legislazione vigente in materia di prodotti del tabacco e prenderò in esame misure atte a contribuire alla definizione di un insieme chiaro ed efficace di regole a vantaggio della salute dei cittadini europei." La direttiva sui prodotti del tabacco in sintesi: La direttiva (2001/37/Ce) risale al 2001. Essa stabilisce limiti massimi, ad esempio per quanto concerne la nicotina e il catrame nelle sigarette, fa obbligo ai produttori di utilizzare avvertimenti scritti sui pacchetti di sigarette e di indicare gli ingredienti del tabacco oltre a vietare l´uso di termini come "light". La Commissione procede attualmente al riesame di questa direttiva per garantire un livello più elevato di protezione della salute e per aggiornarla in modo da tener conto degli sviluppi intervenuti in materia di ingredienti e di legislazioni nazionali. Ad esempio, intende fornire maggiori informazioni ai consumatori e rendere i prodotti del tabacco meno attraenti, in particolare per i giovani. La Commissione prevede di presentare una proposta riveduta di direttiva nel secondo semestre del 2011. Ambienti liberi da fumo: Dando seguito alla raccomandazione del Consiglio del novembre 2009 relativa ad ambienti liberi dal fumo la Commissione europea sostiene con vigore le iniziative degli Stati membri in vista di una "Europa senza fumo entro il 2012". In tale contesto la Commissione incoraggia tutti gli Stati membri a proteggere i loro cittadini dall´esposizione al fumo di tabacco negli ambienti pubblici chiusi, sul posto di lavoro e sui trasporti pubblici, a ridurre l´esposizione dei bambini al fumo passivo. (L´adozione e l´attuazione di leggi su un ambiente libero dal fumo rimangono di competenza degli Stati membri.) Cosa pensano i cittadini? L´indagine Eurobarometro indica che i cittadini europei sono a favore di misure di controllo più rigorose contro il tabacco. Si registra un elevato consenso tra il pubblico per quanto concerne l´apposizione di avvertimenti grafici sulle confezioni del tabacco (75% a favore), anche se soltanto quattro Stati membri li usano attualmente. Si riscontra anche un sostegno elevato all´interdizione degli aromatizzanti che rendono più appetibili i prodotti del tabacco (61%) e al divieto della pubblicità nei punti di vendita (63%). Un altro studio eseguito dalla Commissione e pubblicato oggi indica che vi sono chiare prove dell´efficacia degli avvertimenti sanitari riportati sulle confezioni del tabacco. Essi accrescono la consapevolezza delle conseguenze sanitarie legate all´uso del tabacco e contribuiscono a cambiare gli atteggiamenti e i comportamenti nei riguardi del consumo di tabacco. Campagna Help: nuovi spot televisivi - La Commissione ha sponsorizzato la creazione e la diffusione di due nuovi spot televisivi rivolti ai giovani, in particolare alle donne. Gli spot saranno trasmessi in tutta Europa su più di 130 canali a partire dal 31 maggio 2010. Contesto - Il tabacco è il maggiore fattore monocausale di decessi evitabili nell´Ue. Ad esso sono ascrivibili annualmente circa 650 000 decessi prematuri nell´Ue. Per ridurre il consumo del tabacco in tutta l´Unione europea la Commissione porta avanti una politica articolata di controllo del tabacco. Tutta una gamma di meccanismi, attività e iniziative, compresa anche la legislazione per il controllo del tabacco, la prevenzione e la cessazione del consumo, servono a mantenere e a rafforzare la politica di controllo del tabacco.  
   
   
MILANO: SOLO 5 GIOVANI SU 10 VORREBBERO SMETTERE DI FUMARE  
 
Milano, 31 maggio 2010 - Ansiosi, preoccupati e disorientati circa il proprio futuro: così si definiscono oggi i giovani milanesi tra i 14 e i 19 anni, età in cui l’abitudine al fumo è sempre più diffusa e in continuo aumento. Questo è quanto emerge in parte dalla ricerca su ‘Gli studenti delle scuole superiori milanesi, il loro modo di essere, il rapporto con il fumo di sigaretta’ realizzata dall’Istituto Astraricerche e promossa dalla Fondazione Veronesi assieme all’Assessorato alla Salute del Comune nell’ambito del progetto ‘Giovani In Salute’, presentata in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco 2010. Un identikit dei liceali di oggi che, per la prima volta, non credono più in un futuro migliore di quello dei loro genitori, con conseguenze negative anche sull’abitudine al fumo e all’alcool. «Una situazione, questa, che fa detenere a Milano - dichiara l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - il poco edificante primato dei baby fumatori. Il bilancio è di 20 minorenni ogni 100 contro i 12 della media nazionale; in città la prima sigaretta viene accesa già attorno ai 15 anni e mezzo, sei mesi prima rispetto al resto d’Italia. Dati come questi richiedono un intervento immediato con un approccio che raggiunga efficacemente i giovani non facendo ricorso a principi punitivi, ma impiegando la logica della premialità. Perché non basta proibire la sigaretta, o sconsigliare di bere più di un drink a sera, perché un ragazzo non indulga in comportamenti autolesionistici. L’assessorato alla Salute del Comune di Milano ha, pertanto, deciso con il progetto “Giovani in Salute” di far leva sull’intelligenza e la duttilità dei giovani, puntando sul loro senso di responsabilità e premiando il coraggio delle ragazze e dei ragazzi che sono pronti a mettersi in gioco dimostrando di avere a cuore, virtuosamente, la propria salute e il proprio futuro meritando la fiducia degli adulti. Nessun divieto quindi e nessuna sanzione, ma un investimento concreto nella maturità e nella consapevolezza delle nuove generazioni». Alla ricerca hanno partecipato 4.372 ragazzi di 23 istituti superiori milanesi. A tutti è stato somministrato un questionario, compilato su supporto cartaceo, completamente anonimo per garantire la sincerità e la massima libertà di espressione dei ragazzi. «Considerando l’età sempre più precoce in cui i giovani iniziano a fumare (14-15 anni) - dice Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione Veronesi - aumenta il rischio che hanno di sviluppare un tumore del polmone anche a 40 - 45 anni, nel pieno, quindi, della loro vita». «Per questo, la Fondazione ha fatto della ‘prevenzione’ e della ‘formazione dei giovani’ due dei principi ispiratori delle sue iniziative. Sono lieto della continua collaborazione con l’Assessorato alla Salute nell’ambito della lotta al fumo, e i risultati di questa indagine rappresentano un importante punto di partenza per realizzare nell’ambito della nostra campagna No Smoking Be Happy delle iniziative anti-fumo che, ci auguriamo, riescano a coinvolgere un numero sempre più alto di studenti». Dalla prima parte dell’indagine relativa al modo di essere degli intervistati, a come vedono i loro coetanei e alle proprie aspettative per il futuro è emerso che ben 1 su 3 si definisce ansioso (34.4%), 2 su 5 dichiara di essere preoccupato, disorientato circa il proprio futuro (39%) e afferma che la società in cui vive favorisce le disuguaglianze sociali e economiche (41.4%). Nonostante queste osservazioni, i ragazzi milanesi hanno però un’immagine di sé molto più positiva rispetto a quella dei propri compagni: ben 7 su 10, infatti, considerano i propri coetanei interessati solo al tempo libero e al divertimento (70.7%), abituati a bere alcolici (70.2%) e interessati ad apparire e agli aspetti esteriori della vita (65.2%); mentre la metà del campione li considera svogliati (53.4%), consumisti (52.6%) e profondamente incerti circa il proprio futuro (52.1%). Sono 1,3 milioni gli italiani che accendono la prima sigaretta tra i 15 e i 24 anni e l´85% inizia a fumare prima del 18esimo anno d´età. Ma Milano vanta il triste primato di città con il più alto numero di giovani fumatrici tra i 15 e i 19 anni: ben 2 su 3 degli intervistati affermano che è prevalente tra i coetanei l’abitudine al fumo (64.4%). D’altra parte quasi il 50% dichiara di avere uno (32.8%) o entrambi (14.8%) i genitori che fumano. Tanto che 1 giovane su 3 afferma di fumare e, addirittura, 1 su 5 afferma di essere un fumatore regolare. L’abitudine regolare al fumo è più diffusa tra le ragazze (22.3%), cresce con l’età – dal 9.3% dei 14enni fino al 33.3% dei 18enni, ed è superiore negli istituti tecnici/professionali rispetto ai licei. Molto stretto si conferma il rapporto tra i genitori e il fumo: solo il 15.3% dei ragazzi che hanno i genitori che non fumano è fumatore regolare contro il 35.8% di coloro che hanno entrambi i genitori che fumano. Tra questi ultimi l’esempio della madre è più influente rispetto a quello del padre: se la madre fuma regolarmente il figlio fuma nel 36.5% dei casi, mentre se è fumatore il padre il figlio lo è nel 30.9% dei casi. Sono quasi 8 le sigarette fumate in media, ogni giorno: con gli amici, soprattutto al termine delle lezioni (77.2%), ma anche da soli (52.2%). Il fattore ‘conviviale’ si conferma il principale motivo che spinge i giovani a iniziare a fumare (68.4%), insieme allo stress (59.9%), al nervosismo e alla rabbia (57.3%). Un dato allarmante rivela, però, che solo la metà circa dei fumatori vorrebbe smettere di fumare: il 28.4% ci ha provato e tenterà di nuovo, mentre il 20.2% vuole provare a smettere per la prima volta. Le ragioni per smettere o non iniziare a fumare riguardano i seri problemi alla salute causati dal fumo (72.6%), la riduzione di prestazioni fisiche e sportive (51.9%), l’ingiallimento dei denti e i danni alla pelle (42.7%). Tutto ciò a fronte del 31% del campione che non si è mai posto il problema di smettere e di uno ‘zoccolo duro’ di giovani fumatori incalliti (10,6%) che dichiara di non avere nessuna intenzione di smettere. Tra le iniziative da portare avanti per spingere alla disassuefazione dal vizio, al primo posto si consiglia di far rispettare il divieto di vendita ai minori di 16 anni (64.8%), al secondo quello di azioni shock che mostrino i danni del fumo nel corpo umano (61.8%), mentre al terzo posto figura un forte aumento del costo delle sigarette (47.5%). Più di 1 su 3 degli intervistati considera utili le azioni svolte all’interno delle scuole: corsi antifumo (34.7%), divieto di fumare nei complessi sportivi (30.1%), campagne di comunicazione che li vedono protagonisti (29%). «La ricerca nasce con lo scopo di indagare il rapporto personale con il fumo, le motivazioni che spingono a fumare, quelle che potrebbero spingere a smettere o a non incominciare affatto - spiega Enrico Finzi Presidente di Astra – partendo dal loro ‘background familiare, socio-economico e culturale. Questo per capire quanto ciò influenzi la loro predisposizione al vizio del fumo. Fa riflettere il fatto che il 50% vorrebbe smettere di fumare e riconosce di essere in una condizione di dipendenza, benché fumare non sia considerato un piacere, ma un modo per rilassarsi e ridurre lo stress. Occorre pertanto trovare un modo nuovo di parlare alle nuove generazioni – conclude Finzi – dato che 1 giovane su 3 giudica le campagne di info-education come uno strumento utile per convincerle a smettere di fumare».  
   
   
SCLEROSI MULTIPLA, NUOVE SPERANZE DA RICERCA  
 
Udine, 31 maggio 2010 - Individuare strategie e percorsi innovativi che possano contribuire ad accrescere le conoscenze sulla sclerosi multipla, comprendendone meglio le cause ed individuando trattamenti sempre più efficaci per garantire a chi ne è affetto una migliore qualità della vita e, possibilmente, una cura. E´ una sfida che vede impegnati l´Associazione e la Fondazione italiane sclerosi multipla, Aism e Fism, che in occasione dell´11esima settimana nazionale dedicata a questa patologia, il 29 maggio , hanno promosso al Gervasutta di Udine - attraverso il coordinamento regionale dell´Aism - un confronto-dibattito sulle recenti ricerche condotte dal professor Paolo Zamboni all´Azienda Ospedaliero-universitaria di Ferrara e dal dottor Fabrizio Salvi all´Università di Bologna. Ricerche le quali indicano che una malformazione nota come "insufficienza venosa cerebro-spinale cronica" potrebbe contribuire ai danni nel sistema nervoso centrale nella sclerosi multipla. Moderato dal direttore del Dipartimento di Medicina riabilitativa del Gervasutta, Paolo Di Benedetto, il convegno, a cui sono intervenuti tantissimi pazienti, ha visto la partecipazione dell´assessore regionale alla salute Vladimir Kosic, del neurologo Marino Zorzon, responsabile del Centro sclerosi multipla dell´Azienda Ospedaliero-universitaria di Trieste, del neurosonologo Nicola Carraro, responsabile dell´Unità di Neurosonologia della stessa Azienda, e del chirurgo vascolare Giulio Andolfato, responsabile della Diagnostica vascolare dell´Azienda ospedaliero-universitaria di Udine. Nel suo intervento l´assessore Kosic ha espresso il proprio plauso per "un´iniziativa che vede il mondo delle associazioni costruire progetti e percorsi assieme a medici e ricercatori; sostenere le istituzioni nel miglioramento dei servizi ai cittadini/pazienti; stimolare la condivisione di conoscenze ed informazioni che possono alimentare fiducia e speranza nei malati. Stando ben attenti, ha comunque ammonito l´assessore, ad agire sempre con rigore e cautela, per non alimentare false speranze in chi è affetto da malattie gravi, perché la delusione è la peggiore risposta che si possa dare". Per Kosic è dunque significativo e positivo che la settimana dedicata alla sclerosi multipla sia celebrata assieme tra malati, clinici e studiosi, rappresentanti delle associazioni e di quelle istituzioni "che in questa regione non hanno mai abbandonato nessuno, sanno garantire il diritto alla cura, alla riabilitazione, all´assistenza domiciliare". La sclerosi multipla è una grave malattia cronica del sistema nervoso centrale, imprevedibile ed invalidante. E´ una malattia multifattoriale, causata cioè sia da una predisposizione genetica, che da fattori ambientali (quali ad esempio la maggiore o minore esposizione al sole) e dal contatto con certi tipi di virus. Colpisce prevalentemente i giovani tra i 20 e i 30 anni. Sono circa 60 mila in Italia e mille in Friuli Venezia Giulia le persone affette, con un considerevole costo sociale. Attualmente non se ne conosce una cura ma le terapie - che nella nostra regione sono garantite presso gli ospedali dei quattro capoluoghi - riescono a ridurre la disabilità e rallentare il decorso della malattia. Al dibattito odierno, introdotto da Gabriella Sandri, del direttivo Aism di Trieste, hanno portato il loro saluto il sindaco di Udine, Furio Honsell, il direttore sanitario dell´Ass 4, Danilo Spazzapan, il direttore generale dell´Ass2, Gianni Cortiula, e il direttore sanitario dell´Ass1, Adele Maggiore.  
   
   
I SEGRETI GENETICI DEL COLORE DEGLI OCCHI  
 
Bruxelles, 31 maggio 2010 - Scienziati finanziati dall´Ue hanno scoperto nuovi geni coinvolti nella determinazione del colore degli occhi delle persone. Più che blu, verde e marrone, il team è convinto che il nostro colore degli occhi ha molte più dimensioni e variazioni rispetto a quanto documentato nel passato. Questo nuovo spunto ha il potenziale per essere usato nella scienza forense, fornendo agli investigatori un´ "impronta" genetica lasciata sulla scena del crimine. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista Plos (Public Library of Science) Genetics. Guidati dall´Erasmus Mc in Olanda, i ricercatori hanno scoperto tre nuovi loci (le posizioni di sequenze genetiche sui cromosomi) che contribuiscono in modo significativo alle variazioni naturali e sottili del colore degli occhi che distinguono una persona all´altra. Conoscere il ruolo dei tre loci (denominati Lyst, 17q25.3 e Ttc3/dscr9) significa avere una comprensione più globale e sintetica della base genetica del colore dell´occhio umano. Grazie alle nuove conoscenze fornite dal team, ora conosciamo più della metà degli attributi variabili del colore degli occhi. Sebbene il gene Lyst era già in passato stato riconosciuto come un gene di pigmentazione nei topi e nei bovini, non era mai stata fatta alcuna associazione tra la pigmentazione e gli altri due geni prima di questo studio. Sintetizzando i risultati, nel loro articolo gli scienziati scrivono: "Il nostro modello di previsione quantitativa ha spiegato oltre il 50% della varianza del colore degli occhi, che rappresenta la massima precisione finora compiuta nella previsione genomica umana dei caratteri complessi e quantitativi, rilevante per le future applicazioni forensi". Lo studio a livello dell´intero genoma, che ha coinvolto quasi 6.000 europei olandesi (e altri 3.500 individui provenienti da Australia e Regno Unito per lo studio di replica) è stato il primo ad essere mai stato realizzato sul colore degli occhi quantitativo. Il loro approccio innovativo consisteva nel misurare valori di tonalità e saturazione del colore degli occhi da fotografie digitali ad alta risoluzione dell´occhio. L´approccio è stato così efficace che i ricercatori raccomandano la fenotipizzazione sottile come strategia utile per individuare i geni coinvolti nei caratteri umani complessi, evidenziando che il metodo è estremamente conveniente, portatile e veloce. Infatti, è grazie all´approccio di fenotipizzazione sottile che gli scienziati hanno scoperto che la variazione del colore dell´occhio umano è una gradazione costante (ininterrotta), dalle tonalità più chiare del blu alle tonalità più scure del marrone o del nero. Per il team, il colore dell´occhio umano varia in più modi di quelli rappresentati dalle categorie blu, verde e marrone studiate in passato. Il dottor Manfred Kayser dell´Erasmus Mc ha confermato il notevole potenziale dei risultati della ricerca nel contribuire alle indagini giudiziarie e forensi, dicendo: "La previsione dell´aspetto basata sul materiale biologico trovato sulla scena del crimine può fornire spunti preziosi per le indagini nel rintracciare persone sconosciute". Oltre ai ricercatori di diversi dipartimenti all´interno dell´Erasmus Mc, al progetto hanno partecipato squadre dell´Università di Colonia, in Germania, del King´s College London nel Regno Unito, del Queensland Institute of Medical Research, in Australia e della University of Western Australia. La ricerca è stata sostenuta dai progetti Gefos ("Genetic factors for osteoporosis") e Engage ("European network for genetic and genomic epidemiology"), che hanno ricevuto un totale di 15 milioni di euro di finanziamenti nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Allo studio hanno anche contribuito la rete di formazione di ricerca Marie Curie My Europia ("European training in myopia research"), che ha ricevuto 3.170.000 euro nell´ambito del Sesto programma quadro (6° Pq), e il progetto Genomeutwin ("Studies of European volunteer twins to identify genes underlying common diseases"), finanziato nell´ambito del programma "Qualità della vita e gestione delle risorse viventi" del Quinto programma quadro (5° Pq). Per maggiori informazioni, visitare: Public Library of Science (Plos) Genetics: http://www.Plosgenetics.org  Erasmus Mc: http://www.Onderzoekinformatie.nl/nl/oi/nod/organisatie/org1237685/  Engage: http://www.Euengage.org/index.html  Gefos: http://www.Gefos.org/index.php?page=home  My Europia: http://www.My-europia.net/  Genomeutwin: http://www.Genomeutwin.org/index.htm    
   
   
TRAPIANTI: IN VENETO NESSUNA ESCLUSIONE PER PERSONE CON RITARDO MENTALE MA DOVEROSE VALUTAZIONI SCIENTIFICHE. PORRO’ L’INTERA QUESTIONE AL COORDINAMENTO DEGLI ASSESSORI REGIONALI ALLA SANITA  
 
 Venezia, 31 maggio 2010 - “Le linee guida del Veneto in materia di trapianti non escludono assolutamente a priori le persone con ritardo mentale. Sulla base dei documenti ufficiali del Centro Nazionale Trapianti e della letteratura scientifica internazionale consolidata si definiscono questi pazienti come persone alle quali porre una particolare attenzione rispetto a molti fattori, legati anche alle fasi del dopo trapianto”. Lo sottolinea, il 28 maggio, l’assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto, rispondendo alla polemica innescata da alcuni esperti italiani e da un articolo da loro pubblicato sull’American Journal of Tansplantation. “Dire che il Veneto esclude queste persone dalla possibilità di ottenere un trapianto è una falsità – aggiunge Coletto – una banalizzazione che non dovrebbe far parte dell’agire e del comunicare dei cosiddetti esperti, che respingiamo con forza. I tecnici del nostro Centro Regionale Trapianti stanno già inviando una risposta al giornale americano che ha pubblicato l’articolo”. “Un Sistema Trapianti all’avanguardia come il nostro – aggiunge Coletto – ha il dovere, e lo fa, di porsi tutti i problemi che possano portare al fallimento o alla cattiva riuscita di un trapianto anche perché, come tutti sanno, nessuno al mondo dispone di tanti organi quanti sono i richiedenti. Nell’effettuare un trapianto – aggiunge – l’obiettivo primo è quello di salvare una vita, e per questo bisogna anche garantirsi che l’intervento abbia il minor rischio possibile di tradursi in una morte precoce. Nel caso dei pazienti con ritardo mentale – prosegue Coletto – il Veneto si rifà a letteratura scientifica internazionale consolidata negli anni, che definisce i pazienti con quoziente d’intelligenza inferiore a 70 non come persone da escludere, ma come esseri umani ai quali porre particolare attenzione, perché presentano delle controindicazioni da valutare attentamente. Si tratta ad esempio di capire se saranno in grado di seguire le complicate terapie post intervento; se hanno o no una famiglia che li può assistere; se i comportamenti legati alla loro condizione potranno nuocere al buon esito del trapianto nel tempo; se sono necessari e possibili interventi di tipo assistenziale”. “Sulla questione – aggiunge Coletto – il Veneto ha deciso a suo tempo di darsi delle linee guida regionali; altre Regioni hanno scelto strade diverse. E’ perciò mia intenzione portare la questione all’attenzione del coordinamento degli assessori alla sanità delle Regioni italiane per giungere ad una condivisione complessiva”.  
   
   
BILANCI SANITA´. NOTA DELLA REGIONE LOMBARDIA  
 
Milano, 31 maggio 2010 - In una Nota, Regione Lombardia, commenta la notizia uscita oggi sul quotidiano il Sole 24 Ore. "I bilanci della Sanita´ di Regione Lombardia, si legge nella Nota, sono in perfetto pareggio dal 2003. Nessun addebito e nessuna contestazione di mancato risparmio possono essere sollevati contro Regione Lombardia, che ha sempre pienamente adempiuto ai propri doveri costituzionali e istituzionali". "Quanto alle modalità di distribuzione dei farmaci, prosegue la nota, certamente non si puo´ obbligare una Regione virtuosa come Regione Lombardia a costringere i propri cittadini a pratiche disumane, come spesso sono quelle della distribuzione diretta".  
   
   
SANITA’: CONCLUSO PROCEDIMENTO AMMISSIONE IMPRESE A GARA PER COSTRUZIONE MONOBLOCCO OSPEDALE MAGALINI DI VILLAFRANCA (VR)  
 
Venezia, 31 maggio 2010 - Il commissario straordinario per la ricostruzione dell’Ospedale Magalini di Villafranca (Verona), Antonio Canini, con un decreto firmato il 28 maggio , ha concluso il procedimento per l’ammissione dei raggruppamenti d’imprese che ne hanno fatto richiesta alla gara per l’appalto dei lavori di realizzazione del nuovo monoblocco ospedaliero. Ne dà notizia l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto. In conformità alla normativa europea sugli appalti, la prossima settimana saranno inviate le lettere d’invito. La presentazione delle offerte è prevista per la fine di settembre. “Con questo atto – sottolinea Coletto – viene mantenuto il cronoprogramma previsto per riportare il Magalini in piena efficienza”. L’inizio dei lavori si avrà nella primavera del 2011.  
   
   
CASTIGLION FIORENTINO, APRE LA CASA DELLA SALUTE FINANZIAMENTO DI 600.000 EURO DELIBERATO NELL’ULTIMA RIUNIONE DI GIUNTA  
 
 Firenze, 31 maggio 2010 - «Vi ringrazio per essere diffusori di questo virus del buon governo. E’ bello essere qui con voi in questo giorno di festa, a celebrare un’idea che è stata portata avanti con passione e con lungimiranza». L’assessore regionale al diritto alla salute, Daniela Scaramuccia, ha inaugurato il 27 maggio a Castiglion Fiorentino la Casa della Salute, assieme al direttore generale dell’Azienda sanitaria 8 di Arezzo, Enrico Desideri, e ai sindaci della zona, al presidente della Provincia, ai medici, agli operatori, a tutti quanti hanno contribuito alla realizzazione del progetto. La Casa della Salute di Castiglion Fiorentino, seconda esperienza in Toscana (dopo Empoli) e una delle poche in Italia, aprirà i battenti a giugno. Proprio lunedì scorso la giunta ha deliberato un finanziamento di 600.000 euro per l’avvio dell’attività. L’investimento complessivo è stato di 2 milioni di euro, impiegati per la ristrutturazione edilizia (la Casa della Salute è stata realizzata nell’edificio dell’ex ospedale di Castiglion Fiorentino), gli arredi, le tecnologie informatiche, la diagnostica. «La Toscana sta continuando a investire su esperienze come questa – ha annunciato l’assessore Scaramuccia – ed è proprio di pochi giorni fa la delibera con il nuovo finanziamento di 600.000 euro per la Casa della Salute che inauguriamo oggi. Oggi stiamo celebrando un percorso, un modo di affrontare in maniera concreta le sfide del futuro. Con il prolungamento della vita, e quindi l’aumento delle malattie croniche, sempre più dovremo dare risposte sociali più che sanitarie. E’ bello vedere che istituzioni, volontari, cittadini, lavorano insieme per il bene comune. In questo contesto, è molto evident e che c’è un lavoro congiunto. Vi ringrazio per questa bellissima esperienza. Presto andremo a scrivere il nuovo Piano sanitario regionale, che questa volta sarà socio-sanitario e integrerà l’aspetto sociale con quello sanitario. Ho grandi aspettative da voi, spero che mi porterete buone idee di questo modo di lavorare sul territorio». La Casa della Salute di Castiglion Fiorentino è il nuovo modello di sanità sul territorio, dove il cittadino può trovare tutte le risposte sociosanitarie ai suoi bisogni. Aperta 24 ore su 24, accoglie ambulatori dei medici di famiglia e specialistici, guardia medica, Cup, consultorio, punto prelievi, Punto insieme, operatori della prevenzione, servizi sociali, Servizio per le dipendenze, associazioni di volontariato. «La Casa della Salute – spiega il direttore della Asl 8 Enrico Desideri – si ispira a tre indirizzi forti dati dal Piano sanitario regionale: equità di accesso alle cure territoriali, continuità e collegamento tra ospedale e territorio, nuova visione del rapporto con il paziente. Con la Casa della Salute siamo più vicini alla popolazione: non aspettiamo i pazienti, ma andiamo a chiamarli, cercarli, raggiungerli». Nel pomeriggio, la giornata aretina è proseguita con la visita, prima dell’ospedale San Donato di Arezzo, dove l’assessore Scaramuccia ha incontrato tutti gli operatori riuniti nell’auditorium, poi dell’ospedale di Santa Maria della Gruccia a Montevarchi (anche qui, incontro con gli operatori nell’auditorium); e si è conclusa con un saluto alla Conferenza dei sindaci del Valdarno.  
   
   
MILANO: VIGILI SCOPRONO IN APPARTAMENTO CLINICA FAI DA TE GESTITA DA CINESI: LUI SEDICENTE MEDICO, LA COGNATA IMPROVVISATA INFERMIERA. MA SONO CLANDESTINI. ANCHE LETTI A CASTELLO PER LA DEGENZA. COSTO DELLA VISITA DAI 20 AI 50 EURO. SEQUESTRATI 2500 CONFEZIONI DI FARMACI, FETOSCOPI E VIAGRA. 55ESIMA OPERAZIONE DELLA POLIZIA LOCALE DAL 2008  
 
 Milano, 31 maggio 2010 - “Il paziente aveva una rudimentale flebo nel braccio ed era assistito da un’infermiera cinese clandestina. Mentre un’altra connazionale era in attesa della visita del medico. In realtà un cinese irregolare, senza alcun titolo, che esercitava abusivamente la professione in un semplice appartamento di via Bramante. Questo è il quadro che si è presentato agli agenti del Nucleo Centro della Polizia Locale quando il 28 maggio hanno effettuato alcuni controlli nel bilocale di uno stabile di ringhiera del quartiere Sarpi. Nell’appartamento sono stati sequestrati circa 2.500 confezioni di farmaci con scritte in cinese, tra antibiotici, antiallergici, antidolorifici, scatole di Viagra, un ricettario, circa trecento aghi, siringhe, disinfettanti, fetoscopi, strumenti per misurare la pressione e flebo. E denaro per 5000 euro e 2.500 yuan. I due clandestini, il medico abusivo di 37 anni e l’infermiera di 45 anni, che era la cognata, sono stati denunciati per esercizio abusivo della professione medica (articolo 348 del codice penale). Da accertamenti si è scoperto che la Polizia Locale nel 2008 aveva già sequestrato al falso medico un erboristeria in via Giordano Bruno”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. Nell’operazione sono stati impiegati otto agenti della Polizia Locale, coordinati da due ufficiali. Nell’appartamento c’erano anche due letti a castello utilizzati per i periodi di degenza dei pazienti. Il costo di ogni visita si aggirava dai 20 ai 50 euro. Sono in corso accertamenti sulla proprietà dell’appartamento. “Ringrazio il Nucleo Centro per l’operazione – afferma De Corato – che ha stroncato l’ennesima attività illegale nel quartiere Sarpi, pericolosa per la salute dei cittadini. Un episodio inquietante di cui si è reso protagonista un clandestino recidivo, sedicente medico, cui già in passato i vigili avevano sequestrato un’erboristeria abusiva. Si tratta della 55/esima operazione effettuata dalla Polizia Locale dal 2008. Interventi che hanno portato alla luce di tutto: laboratori clandestini, improvvisate cliniche per aborti, farmacie abusive, centrali della contraffazione, attività estorsive, bische, centri massaggi a luci rosse” “I dati – prosegue De Croato – dimostrano che la Polizia Locale sta esercitando un’importante azione per la sicurezza dei cittadini. E beneficia anche del potenziamento degli agenti (23), che ho disposto a seguito di un incontro avuto lo gennaio scorso con l’associazione Vivisarpi. Ma il sindaco ha recentemente emanato un’ordinanza per migliorare ulteriormente il controllo del quartiere. Che regolamenta, in particolare, gli orari di chiusura di alcuni esercizi, centri massaggi, phone center, Internet point, che finora hanno goduto di totale deregulation, celando spesso attività illecite. Tanto è vero che in passato due centri massaggio di via Lomazzo e via Giordano Bruno sono stati sequestrati dalla Polizia Locale in quanto paravento per attività di prostituzione. Mentre in 4 Internet point sono stati scovati dormitori per clandestini”. “Il quartiere – sottolinea De Croato – è poi interessato a una seconda ordinanza. Entro un mese dalla data di entrata in vigore (15 giorni per i nuovi contratti), proprietari e affittuari dovranno depositare presso gli uffici della Polizia Locale una scheda autocertificativa con i dati della proprietà e di chi è l’affittuario. E i possessori dovranno certificare (entro 15 giorni) il numero degli occupanti dell’alloggio. Finora sono già 18 le schede inviate. Sempre entro 15 giorni da quando ne vengono a conoscenza, gli amministratori di condominio dovranno segnalare per iscritto eventuali anomalie nelle unità abitative. Il provvedimento – chiarisce De Corato – punta a far emergere situazioni irregolari con stabili affittati in nero o a clandestini, che vivono magari a decine in pochi metri, con allacciamenti abusivi del gas o dediti ad attività illecite. Condizioni che mettono gravemente a rischio la sicurezza del quartiere. Le nuove misure, come è accaduto per via Padova, agevoleranno pertanto i controlli delle Forze dell’ordine e della Polizia Locale negli stabili del degrado. Basti dire che dal 2008 sono ben 18 i locali-dormitorio scoperti complessivamente nel quartiere dai vigili”.  
   
   
OK DAL CTA ALLA CASA DI RIPOSO DI SPIAZZO E ALL´OSPEDALE DI CAVALESE  
 
Trento, 31 maggio 2010 - Il Comitato tecnico-amministrativo dei lavori pubblici e della protezione civile ha esaminato e approvati alcuni progetti di rilievo sovracomunale fra cui il potenziamento dell´impianto natatorio del comune di Borgo Valsugana, la realizzazione di 27 nuovi alloggi Itea nel comune di Rovereto, la ristrutturazione della Casa di riposo San Vigilio di Spiazzo e l´ampliamento sud dell´ospedale di Cavalese. Impianto natatorio di Borgo Valsugana - Il Comitato ha espresso parere favorevole al potenziamento della piscina esistente di Borgo Valsugana, commissionato dal Comprensorio C3. Il progetto, che metterà a norma l´intera struttura rendendola accessibile ai disabili, prevede una vasca grande in grado di ospitare gare sportive, due vasche più piccole a disposizione dei bambini e una tribuna per il pubblico. Il progetto tiene conto delle osservazioni avanzate in precedenza dallo stesso Cta relative ai percorsi di accesso alle vasche esterne, all´accesso per i disabili, alla posizione del pronto soccorso e alle facciate esterne. 27 alloggi Itea nel comune di Rovereto - Parere positivo anche per il progetto presentato da Itea Spa riguardante la realizzazione di un complesso residenziale per 27 alloggi in via Unione, nel comune di Rovereto, importo di 2.855.000 euro. Il progetto prevede la creazione di 4 alloggi per 1/2 utenti, 19 alloggi per 3/4 utenti e 4 alloggi per 5/6 utenti, localizzati in strutture a tre piani armonicamente inserite in una zona a verde, con percorsi pedonali, aiuole, spazi gioco. Gli edifici saranno dotati di pannelli solari termici, per il riscaldamento e l´impianto idrico-sanitario, nonché di un impianto per la raccolta dell´acqua piovana e il suo riutilizzo a scopo irriguo. Casa di soggiorno di Spiazzo - Parere favorevole è stato espresso per il progetto definitivo presentato dall´Azienda provinciale per i Servizi alla persona di Spiazzo, che prevede la ristrutturazione integrale della casa di soggiorno secondo uno schema a nuclei. Saranno sei, in totale, i nuclei ricavati nella nuova Casa di riposo, di cui uno destinato a persone con particolari patologie senili. La Casa di riposo di Spiazzo è costituita da tre blocchi costruiti in epoche diverse e collegati fra loro da corridoi: il corpo principale, realizzato nel 1955 e ristrutturato negli anni ´90; un blocco rettangolare a sud risalente al 1975; un ampliamento a nord i cui lavori si sono conclusi nel 2004. Il progetto prevede una spesa di 7,6 milioni di euro e prevede la ristrutturazione dei corpi più vecchi, con un ampliamento verso il bosco e la sopraelevazione della zona uffici del corpo centrale. L´intervento non prevede un aumento dei posti letto, ma permetterà di riorganizzare la struttura secondo i più moderni standard previsti in ambito sanitario - ospedaliero. Ogni stanza sarà dotata di servizio igienico, attrezzato per i portatori di disabilità, i posti letti avranno prese telefoniche, di rete, sistema di chiamata del personale infermieristico, rilevazione di fumo e diverse tipologie di illuminazione a seconda delle funzioni richieste nell´arco della giornata. Inoltre l´ampliamento permetterà di ricavare uno spazio di collegamento con la realtà della vita quotidiana, con un´area che simulerà l´ambiente urbano, dotata di servizi e un angolo di distribuzione bevande. Presidio ospedaliero di Cavalese - Ultimo progetto esaminato dal Comitato è stato quello relativo all´ampliamento sud del presidio ospedaliero di Cavalese, per un importo di 16.260.000 euro. Il progetto complessivo di ristrutturazione dell´ospedale di Cavalese si muove nell´ottica di riunire in un´unica sede le attività ospedaliere, di realizzare due nuclei di R.s.a. (residenze sanitarie assistenziali) e di riorganizzazione i posteggi e il verde. In questo lotto, verrà ampliato il lato sud attraverso nuovi volumi che ospiteranno al piano terra il pronto soccorso, poi uffici e un ambiente riversato ai piccoli interventi. I reparti dell´ospedale verranno riorganizzati per dialogare al meglio con questi nuovi volumi, i lavori prevedono anche l´impostazione strutturale di una "camera calda" per assicurare l´assenza di cedimenti differenziali fra questa struttura e l´ospedale nuovo adiacente.  
   
   
BASILICATA, ALCOL E DROGHE: VERSO UNA CARTA ETICA DEI LOCALI  
 
Potenza, 31 maggio 2010 - Si sono concluse con la creazione di un gruppo di lavoro, che completerà la stesura di una “carta etica”, le due giornate di formazione – confronto, dedicate ai gestori dei locali lucani.L´iniziativa è stata organizzata dal Ser.t. Di Potenza in collaborazione con gli altri Ser.t. Della Basilicata, il comune del capoluogo, Confcommercio e Ascom ed è inserita all’interno del progetto regionale di formazione “Giovani e Nuove Droghe – Insieme per collaborare”, che nei prossimi mesi prevede in calendario una serie di ulteriori iniziative a supporto della collaborazione tra mondo del divertimento giovanile e istituzioni preposte alla tutela della salute. L’obiettivo -spiega un comunicato dell´Asp - è quello di salvaguardare il benessere dei giovani e di arginare i consumi di alcol e droghe. Durante le giornate di formazione sono state poste quindi le basi per la stesura di un documento, che preveda azioni condivise da mettere in atto per promuovere stili di vita sani e rendere consapevoli i giovani di un divertimento responsabile. La condivisione dei principi contenuti nella carta etica sarà rappresentata da una sorta di “bollino” che i gestori applicheranno all’ingresso dei locali. Il gruppo di lavoro è rappresentato da gestori, associazioni di categoria, Ser.t., e comune. Le giornate di formazione sono state occasione per rafforzare la rete di collaborazioni, tra istituzioni e mondo del divertimento, a cui si è aggiunta la partecipazione attiva della Polizia Stradale di Potenza, con l’intervento dell’ispettore Francesco Pontillo che ha fornito strumenti e competenze fondamentali utili agli interventi di prevenzione e riduzione del rischio.  
   
   
ARTE AMERICANA 1850-1960: CAPOLAVORI DALLA PHILLIPS COLLECTION DI WASHINGTON AL MART I CAPOLAVORI DI EDWARD HOPPER, GEORGIA O’KEEFFE, JACKSON POLLOCK, MARK ROTHKO.  
 
Rovereto, 31 maggio 2010 - Una selezione di opere mai vista in Italia, con i capolavori di grandi protagonisti della pittura americana. É quella proposta da “Arte americana 1850-1960. Capolavori dalla Phillips Collection di Washington”, la grande mostra che sarà visitabile al Mart di Rovereto dal 5 giugno al 12 settembre 2010. Dopo il grande successo della mostra "Da Goya a Manet, da Van Gogh a Picasso", che nel 2005 ha portato a Rovereto i capolavori dell’arte moderna della Phillips Collection, il Mart, con questa esposizione, continua la sua collaborazione con la prestigiosa istituzione di Washington. L’appuntamento è rivolto a diffondere una conoscenza più approfondita dell’arte americana in un arco storico, dalla seconda metà dell’800 secolo ai primi sessanta anni del ‘900, ancora poco noto al grande pubblico. “Arte americana 1850-1960”, a cura di Susan Behrends Frank e Gabriella Belli, presenta alcuni capolavori di artisti come Edward Hopper e Georgia O’keeffe, pionieri di un originale stile americano, che tagliò orgogliosamente i ponti con la cultura europea. In mostra sono presenti oltre cento opere con capolavori di artisti quali John Sloan, Arthur Dove, Stuart Davis, Adolph Gottlieb, Philip Guston, Jackson Pollock, Robert Motherwell, Clyfford Still, Mark Rothko. La completezza della mostra è resa possibile dalle caratteristiche uniche della Phillips Collection di Washington. Questa raccolta fu la prima, negli anni Venti del Novecento, ad acquisire ed esporre il modernismo e l’arte astratta, e conquistò una rilevanza internazionale con l’acquisizione di grandi capolavori dell’arte europea. Ma il collezionista, Duncan Phillips, promosse anche con grande lungimiranza le produzioni e le acquisizioni di arte americana, dagli anni Dieci fino alla morte, nel 1966. Questo collezionista appassionato attribuì sempre la propria personale evoluzione critica alle lezioni apprese dai pittori americani. La collezione del museo riflette un gusto personale, e presenta quindi molte opere degli artisti più amati dal collezionista, come Arthur Dove o John Marin. Nel suo complesso, la Phillips Collection incarna un progetto – esplicito già all’atto di fondazione, nel 1921 – riassunto in questo modo dalla curatrice del museo Susan Behrends Frank: “l’impegno di una vita per assemblare una collezione della miglior pittura americana che tutti potessero vedere e apprezzare.” Il confronto è dunque l’occasione per un’inedita e documentata riflessione sui complessi percorsi che hanno portato la pittura americana a trovare una strada autonoma rispetto alla tradizione europea. Un’evoluzione verso la modernità che in seguito, dopo la seconda guerra mondiale, ha assegnato alla produzione statunitense un ruolo di riferimento incontrastato per tutta l’arte internazionale. La Mostra Il percorso espositivo prende le mosse con una sezione intitolata “Romanticismo e Realismo”, in cui sono presentate le opere di quegli “antichi maestri” d’America come George Inness, Winslow Homer, Thomas Eakins, Albert Pinkham Ryder, e James Abbott Mcneill Whistler, nei quali Duncan Phillips aveva individuato le radici della modernità nella pittura americana. L’impressionismo negli Stati Uniti è testimoniato da Childe Hassam e soprattutto da Maurice Prendergast e John Henry Twachtman, collezionati ampiamente da Phillips e decisivi nella transizione del suo gusto verso l’astrattismo. “Grazie all’enfasi sulla composizione sugli schemi, sui rapporti cromatici e sulla bidimensionalità che caratterizzava le loro opere – scrive Susan Behrends Frank – Phillips fu pronto ad accogliere una nuova generazione di modernisti americani.” I dipinti di John Marin, come “ Weehawken Sequence, No. 30”, (circa 1916) documentato nella sezione della mostra“Forze della natura”, impiegano un originale linguaggio astratto per evocare le forme naturali; Phillips scoprì Marin nel 1926 nella galleria newyorchese di Alfred Stieglitz, e fu il primo a impegnare il nome di un’istituzione per una personale di questo artista, nel 1929. Come documentato in catalogo dal testo di Elisabetta Barisoni, la Biennale del 1950 presentò una grande monografica di Marin con oltre cinquanta opere, di cui otto in prestito dalla Phillips Collection. Duncan Phillips fu l’autore del testo su Marin nel catalogo della Biennale, e si espresse in questi termini:“Nel suo ottantesimo anno John Marin dipinge ancora con forza, con entusiasmo e con originalità di colore e di disegno maggiori di quelli di ogni altro artista americano”. La frequentazione della galleria di Stiegliz, per Phillips, fu di enorme importanza. In quel contesto scoprì anche le opere di Arthur Dove e Georgia O’keeffe, protagonisti in mostra della sezione “Natura e Astrazione” con opere come “Pattern of Leaves” (1923) o “My Shanty, Lake George” (1922) della O’keeffe o “Red Sun” (1935) di Dove. “Sunday” (1926) di Edward Hopper è il fulcro di una sezione intitolata “Tempi Moderni”. Questa tela è stata una dei primo dipinti dell’artista ad essere stato acquisito da un museo americano. “La città” è una sezione particolarmente affascinante, che documenta un aspetto fondamentale e peculiare del modernismo americano. Le atmosfere della metropoli sono interpretate da neocubisti come Stefan Hirsch, dal realismo urbano di John Sloan, tra i protagonisti della “Ashcan school”, ma soprattutto da Edward Hopper (“Avvicinandosi a una città”, 1946) e da Charles Sheeler, il cui olio “Grattacieli” (1922) – uno dei capolavori di questa sezione – fu acquistato nel 1925 da Phillips, conquistato dalla “essenza emotiva della visione distorta dei grattacieli per uffici di New York”. Particolarmente suggestiva le fotografie di Paul Strand, Berenice Abbott e Margaret Bourke White. Anche “Memoria e identità”si confronta con un tema radicalmente americano. Pittori come John Kane, Horace Pippin, Jacob Lawrence, a ridosso della Grande Depressione dipingono le migrazioni verso il nord degli Stati Uniti, la vita nei sobborghi e l’epopea del jazz, documentando vicende e spazi urbani poco conosciuti spesso anche in patria. “L’eredità del cubismo” è il tema di un excursus tematico che comprende opere di Karl Knaths, John Graham, e Stuart Davis, le cui composizioni fatte di linee e forme di colore piatte risentono degli influssi non solo di Picasso, ma anche di altri esponenti del modernismo europeo, come Henri Rousseau, Georges Braque e Matisse. Anche in questo caso, è da sottolineare l’impegno di Phillips in chiave internazionale. L’opera di Stuart Davis “Frullino sbattiuova n.4”, del 1928, presente in questa sezione, fu prestata da Phillips alla Biennale del 1952, insieme alla già ricordata tela di Hopper “Avvicinandosi a una città”. Nella stessa occasione Alexander Calder, che Phillips stava cominciando a collezionare, vinse il premio della Biennale per la scultura. La linea espressiva dell’astrazione si sviluppa secondo forze che provengono appunto da “esuli” come Alexander Calder, o anche da pittori come Milton Avery, considerato dai critici “il Matisse americano”. Corrono in parallelo le personalissime rielaborazioni del surrealismo europeo che emergono negli esordi di Mark Rothko e Jackson Pollock. Negli anni del secondo dopoguerra, la cultura artistica Americana assunse un’identità più radicale con l’Espressionismo Astratto, grazie a numerosi autori di grande autonomia espressiva, impegnati ad esplorare un’arte fatta di simbologie private e calligrafismi a cui era affidato il compito di far affiorare il subconscio. I “pittogrammi” di Adolph Gottlieb, ad esempio, nascevano da un interesse per l’arte tribale africana e per quella dei Nativi Americani, mentre l’opera di Robert Motherwell va letta come una metafora dei pensieri e sentimenti dell’artista. Anche per Mark Rothko la pittura era un veicolo per l’espressione di passioni interiori, come nel capolavoro “Untitled” del 1968, mentre le tele di Philip Guston e Sam Francis si caratterizzano per astrazioni di colore espressive e luminose. Www.mart.trento.it  
   
   
VIRTÙ D’AMORE. PITTURA NUZIALE NEL QUATTROCENTO FIORENTINO GALLERIA DELL’ACCADEMIA – MUSEO HORNE, FIRENZE  
 
Firenze, 31 maggio 2010 - A Firenze, alla Galleria dell’Accademia e al Museo Horne il prossimo 8 giugno apre al pubblico una mostra che rievoca, attraverso l’esposizione di oltre 40 pregevoli tavole del Quattrocento provenienti da prestigiosi musei esteri ed italiani, la vita coniugale nel Rinascimento, i ruoli nella coppia e in particolare il ruolo femminile in ambito domestico, gli atteggiamenti e la condotta esemplare che si raccomandavano come indispensabili virtù, virtù d’amore, appunto. Queste tavole dipinte erano nate come parti di sontuosi arredi – cassoni, spalliere, letti – delle case fiorentine del Quattrocento e in esse si celebrano il matrimonio e la stirpe, le virtù civiche e coniugali; commissionate in occasione delle nozze, erano destinate ad arredare soprattutto la camera degli sposi, fulcro della vita coniugale privata e pubblica. La pittura da camera aveva la fondamentale funzione di trasmettere, attraverso le storie rappresentate, messaggi di monito e incitamento verso una condotta ritenuta esemplare per la coppia; tale aspetto, che la mostra mira a portare alla luce, ci aiuta oggi a mettere a fuoco un punto cardine della civiltà fiorentina del Quattrocento: le virtù d’amore dovevano sottostare a leggi non legate ai sentimenti, ma piuttosto inerenti la compagine sociale. Le storie illustrate narrano i passaggi del rituale di nozze, dallo sfarzo del banchetto matrimoniale al momento dello scambio degli anelli fra gli sposi, episodi questi del lungo e complesso iter matrimoniale che prevedeva una serie di elaborati contatti e contratti, non tutti proprio attinenti al concetto d’amore. La mostra, prende spunto dal cosiddetto Cassone Adimari conservato alla stessa Galleria dell’Accademia e dipinto dal fratello di Masaccio, Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia, in realtà una grande spalliera raffigurante un ballo rinascimentale. Le tavole esposte offrono una panoramica della varietà dei temi solitamente raffigurati in questi arredi. Attingendo a testi biblici, a episodi storici e ad autori “moderni” quali Petrarca e Boccaccio, raffigurano varie sfaccettature dell’amore, nonché i doveri che ne conseguono: il Decamerone è ad esempio fonte di ispirazione per la storia della paziente Griselda, illustrata da Pesellino nelle tavole provenienti dall’Accademia Carrara di Bergamo, personaggio simbolico della virtù dell’obbedienza e dell’abnegazione, che la donna doveva perseguire. I cassoni venivano in genere tenuti addossati alle pareti, ragione per cui la decorazione interessava solo tre lati di ciascun forziere, il fronte e i due lati brevi. Rarissimi sono i cassoni interi giunti fino a noi e fra questi è esposto in mostra quello raffigurante il Palio di San Giovanni, dipinto da Giovanni Toscani, del Museo Nazionale del Bargello; altri si conservano al Museo Horne, dove è allestita una sezione della mostra con opere provenienti da collezioni private. Era usanza commissionare a coppie i cassoni destinati a contenere i beni di famiglia, che presentavano dunque una decorazione unitaria, come attestano i due pannelli con i festeggiamenti per le nozze di Peleo e Teti di Bartolomeo di Giovanni (Parigi, Louvre), esempio dell’amore che trionfa su contingenze avverse, o i due divertenti fronti di cassone con Storie di Ulisse (Cracovia, Castello di Wavel) licenziati nella bottega di Apollonio di Giovanni, che come in un libro a fumetti illustrano uno per uno le avventure del re di Itaca. Rappresenta uno dei meriti maggiori della mostra la riunione delle quattro tavole con Storie di Ester, divise fra la National Gallery of Canada, il Museo Horne e la collezione Pallavicini di Roma, che costituivano i lati brevi di una coppia di cassoni ideati da Botticelli verso il 1475 e alla cui esecuzione partecipò il giovane Filippino Lippi; la tavola romana, raffigurante Mardocheo piangente e per la quale le ricerche confermano l’autografia botticelliana, è una delle opere più attese, non essendo stata più esposta da oltre 70 anni. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che il matrimonio, significava anche e soprattutto dare vita ad una nuova progenie e perpetuare la famiglia, a questo fine l’ultima sezione della mostra è dedicata all’orgoglio della casata, che si afferma attraverso storie che narrano della fondazione di stirpi celebri come quella di Enea e di David, o seguendo i testi del Petrarca celebrano i Trionfi di Fama, Tempo ed Eternità. Tali immagini potevano essere dipinte anche sui deschi da parto, tavole di medio formato circolari o poligonali dipinte su entrambe i lati, nati probabilmente come vassoi per recare il pasto rifocillante alla puerpera dopo il parto, essi divennero ben presto doni propiziatori per una discendenza forte e sana e per scongiurare i pericoli connessi col travaglio e la nascita, finendo poi appesi alle pareti della camera. Fra tutti, spicca quello col Trionfo della Fama, dipinto dallo Scheggia e oggi conservato al Metropolitan Museum di New York, appartenuto a Lorenzo il Magnifico e realizzato in occasione della sua nascita (1448/1449) o del matrimonio dei genitori Piero il Gottoso e Lucrezia Tornabuoni. “Concludendo, la mostra è stata concepita anche per dare adito ad una riflessione sulla società del Quattrocento a Firenze e in particolare sul valore della famiglia e sul ruolo della coppia al suo interno. Per noi, che speriamo di aver fatto una cosa stimolante nell’ambito delle problematiche dell’oggi, resta irrisolta una questione: e per l’amore vero che spazi c’erano? Forse fuori delle camere nuziali …!”