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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Giugno 2010
GLI EUROPEI DECIFRANO IL SEGNO DI TOLLERANZA DEL TRAPIANTO DI RENE  
 
Bruxelles, 21 giugno 2010 - La maggior parte dei pazienti che ha avuto un trapianto di rene deve prendere pesanti farmaci immunosoppressori per assicurarsi che il loro organismo non rigetti il nuovo organo. Ma qualche fortunato riesce a vivere perfettamente bene senza le medicine. Un team di scienziati finanziato dall´Ue ha scoperto cosa distingue questi pazienti. Il progetto quinquennale Riset ("Reprogramming the immune system for establishment of tolerance") ha ricevuto 12,46 milioni di euro nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6? Pq) per tradurre i progressi della ricerca in pratiche cliniche e sviluppo industriale. Le scoperte sono state pubblicate sul Journal of Clinical Investigation. I trapianti di rene salvano migliaia di vite ogni anno. Sfortunatamente, la successiva cura con immunosoppressori può essere tossica per il paziente e causare infezioni o tumori. "Sorprendentemente, ci sono rari individui che sembrano sviluppare naturalmente una tolleranza dopo un trapianto di rene," ha spiegato la dott.Ssa Maria Hernandez-fuentes, ricercatrice del King´s College di Londra (Regno Unito) e membro del consorzio Riset. "Questo fenomeno viene scoperto solo quando inaspettatamente non si manifesta il rigetto dell´organo nel caso in cui questi pazienti debbano smettere di prendere farmaci immunosoppressori per qualche motivo". È più comune in chi ha ricevuto un trapianto di fegato ed è molto insolito invece nel caso di trapianto di rene. Diverse unità di ricerca in tutta l´Ue si sono riuniti per trovare questi pazienti eccezionali e hanno coinvolto 11 di loro in un progetto di ricerca. Il consorzio Riset, formato da 26 partner provenienti da 9 paesi europei tra cui Belgio, Repubblica Ceca e Italia, ha poi confrontato questo gruppo di 11 pazienti tolleranti ad altri gruppi di pazienti: un secondo gruppo di pazienti di trapianti stabili che stavano ancora prendendo immunosoppressori; un terzo gruppo di pazienti che sembravano rigettare la cura con immunosoppressori; e un quarto gruppo di volontari sani. I ricercatori hanno fatto una serie di test di laboratorio dettagliati per identificare qualsiasi caratteristica che distinguesse il primo gruppo. Hanno trovato un´"impronta di tolleranza" - uno specifico set di marker immunologici nel sangue. Per esempio, i pazieti tolleranti avevano un numero più alto di sangue periferico B e di linfociti "natural killer" (i globuli bianchi che difendono il corpo dalle infezioni). Inoltre, i pazienti tolleranti avevano meno cellule T helper Cd4+ (cluster di differenziazione 4 co-ricettore) attivati, che hanno un ruolo fondamentale nel sistema immunitario umano. Nella maggior parte dei pazienti tolleranti gli scienziati non sono riusciti a rilevare specifici anticorpi contro le cellule del donatore. È importante notare che questo insieme di marker è stato confermato anche in un gruppo di pazienti simili negli Stati Uniti. Queste scoperte potrebbero essere molto importanti per migliaia di persone che hanno ricevuto un trapianto di rene e che devono prendere medicine per il resto della vita e sopportarne tutte le complicazioni. Il progetto Riset si sta adesso occupando della convalida pratica di questa ricerca e della sua applicazione dal tavolo di laboratorio agli ospedali. Questo dovrebbe permettere ai medici di fornire cure più personalizzate ai pazienti che hanno subito un trapianto di rene; una volta in grado di cercare questi marker nei pazienti, i medici potranno identificare quelli che possono vivere senza immunosoppressori e/o quelli che possono diminuirne le dosi in sicurezza. Per adesso, la dott.Ssa Rachel Hilton, co-autrice dello studio, del Guy´s Hospital di Londra nel Regno Unito, insiste che "chi ha ricevuto un trapianto non deve smettere di prendere i farmaci immunosoppressori sulla base dei risultati di questa ricerca". In definitiva però i ricercatori del Riset credono che queste scoperte scientifiche potranno permetter loro di indurre la tolleranza in chi riceve un trapianto di rene. Sperano di essere in grado di riprogrammare il sistema immunitario per ottenere lo speciale segno di tolleranza. Per maggiori informazioni, visitare: Riset: http://www.Risetfp6.org/    
   
   
9ª CONFERENZA INTERNAZIONALE SUI SISTEMI IMMUNITARI ARTIFICIALI  
 
Edimburgo, 21 giugno 2010 - Dal 26 al 28 luglio 2010 si terrà a Edimburgo (Regno Unito) la 9ª Conferenza internazionale sui sistemi immunitari artificiali. Quella dei sistemi immunitari artificiali (Ais) è un campo di ricerca diverso che sta maturando ora e abbraccia le discipline dell´immunologia e dell´ingegneria. Il campo di applicazione delle Ais spazia dalla modellazione e la simulazione del sistema immunitario agli algoritmi di ispirazione immunitario e le soluzioni ingegneristiche. L´evento mira a sfruttare il successo delle edizioni precedenti, fornendo ai ricercatori del mondo accademico e industriale un forum per presentare e discutere gli ultimi progressi. Oltre agli articoli peer-reviewed, il programma della conferenza sarà caratterizzato da una serie di conferenze plenarie e tutorial. Nel contesto della conferenza si svolgerà un workshop sull´"adattamento pervasivo di ispirazione biologica". La sessione sarà finanziata dall´iniziativa proattiva in materia di adattamento pervasivo (Perada), finanziata dall´Unione europea. Il progetto è dedicato alle tecnologie e ai paradigmi di progettazione dei sistemi di informazione e comunicazione pervasivi, capaci di adattarsi autonomamente in ambienti dinamici. Per ulteriori informazioni e per l´iscrizione, visitare: http://www.Artificial-immune-systems.org/icaris/2010/    
   
   
WORKSHOP INTERNAZIONALE SULLA COMPRENSIONE DEL COMPORTAMENTO UMANO  
 
Istanbul, 21 giugno 2010 - Il 22 agosto 2010 si terrà a Istanbul (Turchia) un workshop internazionale sulla comprensione del comportamento umano. Tra i settori in cui la comprensione del comportamento umano è assolutamente essenziale ci sono l´interazione uomo-computer, l´informatica affettiva e l´elaborazione dei segnali sociali, le quali si basano su tecniche avanzate per l´interpretazione automatica dei complessi modelli comportamentali che vengono generati quando gli esseri umani interagiscono con le macchine. Si tratta di un campo difficile, dove rimangono aperte molte questioni, compresa la modellazione congiunta di indizi comportamentali che si svolgono su scale temporali diverse, l´incertezza inerente all´individuazione di comportamenti umani da parte delle macchine, l´influenza reciproca delle persone coinvolte nelle interazioni, la presenza di dipendenze di lungo termine nelle osservazioni estratte dal comportamento umano e il ruolo importante delle dinamiche nella comprensione del comportamento umano. Il programma dell´evento prevede quattro sessioni: "Analisi delle attività umane", "Dinamiche delle azioni non-verbali", "Riconoscimento delle azioni visive", "Segnali sociali". Ciascuna sessione è suddivisa in tre discorsi. Il programma prevede anche un discorso principale su "Riconoscere il comportamento umano nel mondo selvaggio" (Recognising human action in the wild). Per ulteriori informazioni e per l´iscrizione, visitare: http://www.Icpr2010.org/workshops/hbu/  
   
   
ASP, NUTRIZIONE ARTIFICIALE: DALL’OSPEDALE AL TERRITORIO IL CONVEGNO MARTEDÌ 22 E MERCOLEDÌ 23 A MELFI  
 
Potenza, 21 giugno 2010 - Organizzato dalla Unità di Oncologia Critica Territoriale e Cure Palliative – Adi dell’Asp-ambito territoriale Venosa martedì 22 e mercoledì 23 si terrà al “Relais La Fattoria” di Melfi il Convegno interregionale “Nutrizione artificale: dall´ospedale al territorio - Diagnosi e terapia della malnutrizione: dall’acuzie ospedaliera alla cronicità nel territorio”. Il corso, indirizzato a medici, infermieri, dietisti e farmacisti, mira a colmare le carenze e a far fronte alle emergenze che si verificano nel campo della nutrizione artificiale. “La malnutrizione rappresenta uno dei più sconcertanti paradossi del Xxi secolo- sottolinea Gianvito Corona, direttore Unità di Oncologia Critica Territoriale e Cure Palliative -Sia in ambito ospedaliero (nelle acuzie) che in quello domiciliare (nelle cronicità) si verificano numerose complicanze generate da vari stati di malnutrizione e da un’incapacità clinica a fronteggiare tale stato, sia per sottovalutazione del problema, sia per scarsa attitudine al relativo governo clinico”. Un fenomeno che sta assumendo il carattere di vera e propria emergenza sociale soprattutto in termini di spesa pubblica assistenziale. Nelle acuzie infatti è rilevante la perdita di giornate lavorative per convalescenze più lunghe e gravate di complicanze; negli stati di cronicità (malati cronici e terminali) la problematica diviene ancora più insidiosa per la implicazione di argomentazioni di tipo etico. Il Corso, improntato ad un elevato grado di interattività, intende fornire ai partecipanti un aggiornamento sulla fisiopatologia, la diagnosi, la gestione e il monitoraggio della malnutrizione, razionalizzando gli interventi terapeutici e riducendo i costi sociali. Questi i principali argomenti che verranno illustrati e trattati da esperti e docenti di fama nazionale: La malnutrizione: Il paziente a rischio di Malnutrizione: valutazione dello stato nutrizionale e fabbisogni ;Quando iniziare la nutrizione artificiale; Le nuove emulsioni lipidiche. Gli accessi venosi: Gli accessi venosi centrali; Gli accessi venosi centrali ad impianto periferico. La nutrizione artificiale: Nutrizione Parenterale. La giusta scelta delle sacche industriali: adattare la terapia al paziente; nutrizione enterale La nutrizione artificiale in ospedale: Strategie nutrizionali nel paziente critico in terapia intensiva; il ruolo della nutrizione nel Paziente Oncologico.; La nutrizione artificiale domiciliare: La nutrizione enterale a domicilio: esperienza Asm; La nutrizione parenterale a domicilio: esperienza Asp; Nursering: il passaggio dall’ospedale al domicilio. Aprono i lavori del corso, alle 15.30 di martedì 22, Pasquale Amendola direttore generale Asp Potenza; Fausto Gianni, commissario prefettizio Melfi; Giuseppe Cugno direttore sanitario Asp Potenza; Enrico Mazzeo Cicchetti presidente Ordine dei Medici Provincia di Potenza; Attilio Martorano, assessore Regionale alla Sanità; Vito De Filippo presidente Giunta regionale.  
   
   
A TREVISO MEETING INTERNAZIONALE SU CHIRURGIA E LOTTA AL TUMORE  
 
Treviso, 21 giugno 2010 - Con un intervento dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, si è aperto il 17 giugno pomeriggio nella sala convegni dell’Ospedale Cà Foncello di Treviso un importante meeting internazionale dedicato alla chirurgia epato-bilio-pacreatica, ed in particolare a quanto può fare questa delicata branca della medicina per combattere vari tipi di tumori che interessano il fegato, la colecisti e le vie biliari. L’iniziativa è del Ii° Dipartimento Chirurgico dell’Ulss 9 di Treviso, diretto dal prof. Nicolò Bassi, dell’Università di Padova – sede di Treviso, e del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York in collaborazione con il famoso Mount Sinai Hospital di New York e l’Hopital Beaujon di Parigi. “La lotta al cancro in tutti i suoi aspetti, dalla prevenzione, alla diagnosi precoce, fino alla cura e alla via chirurgica – ha sottolineato Coletto – è una delle priorità dei programmi di salute della Regione, ma anche uno dei punti forti del nostro sistema sanitario. Oggi si confrontano i nostri migliori specialisti con i loro colleghi stranieri, e la scelta di Treviso e del Veneto per questo appuntamento mondiale è un’ulteriore dimostrazione che anche in questa branca della medicina l’eccellenza veneta è ampiamente riconosciuta. Un momento di alta formazione particolarmente importante, così come è fondamentale l’itero aspetto della formazione in sanità, il cui sostegno non va messo in discussione nemmeno in presenza di una manovra difficile come quella che stiamo affrontando in Italia. Siamo di fronte – ha aggiunto Coletto – ad una tipologia chirurgica molto complessa, che richiede grandi professionalità, e i cui risultati clinici sono possibili grazie alla presenza di sanitari altamente specializzati, ad una valida organizzazione all’interno di ogni singola struttura e allo sviluppo tecnologico, che anche in chirurgia sta facendo sentire i suoi positivi effetti e che la Regione sostiene anche con importanti investimenti ovunque possibile”. I lavori del meeting, che proseguiranno anche domani, focalizzeranno il confronto sulle modalità d’intervento rispetto ad alcune gravi patologie epato-bilio-pacreatiche. Verranno tra l’altro messe a confronto le principali best practices reciproche tra italiani e stranieri in tema di trattamento delle metastasi epatiche da cancro del colon-retto; di trattamento del tumore al fegato; di intervento sulle neoplasie delle vie biliari; di adenomi epatici; di inquadramento radiologico di queste situazioni e della profilassi antibiotica post intervento. “Tutte situazioni – ha concluso Coletto – nelle quali è in gioco la vita di un essere umano. Anche per questo auguro a tutti i partecipanti di raggiungere, al termine di questo incontro, i migliori risultati possibili”.  
   
   
SANITA´:ACCORDO PER SERVIZI IN ISTITUTI DI PENA ABRUZZESI NUOVE PROSPETTIVE ANCHE PER PERSONALE MEDICO INFERMIERISTICO  
 
Pescara, 21 giugno 2010 - Tutela della salute, recupero sociale dei detenuti e degli internati adulti e dei minorenni sottoposti a provvedimenti penali, costituiscono l´oggetto di un accordo sottoscritto il 18 giugno a Pescara, tra Regione Abruzzo, Provveditorato regionale dell´Amministrazione penitenziaria di Pescara e Centro per la Giustizia minorile dell´Aquila. L´accordo risolve in una cornice di sinergia istituzionale il passaggio direttamente alle Asl delle funzioni sanitarie all´interno degli istituti di pena. Per l´assessore alla Salute, Lanfranco Venturoni, si è "riusciti a trovare un buon accordo nonostante la ristretezza dei fondi. Una buona sanità - ha spiegato - non solo è un fatto di civiltà, ma in questo caso, trattandosi di persone recluse, spesso con problemi legati alla tossicodipendenza, alle malattie mentali, alle infezioni, è anche un fatto di prevenzione quello di ripristinare una buona salute, nella prospettiva del reinserimento". Anche per il Provveditore regionale dell´Amministrazione penitenziaria per l´Abruzzo, Salvatore Acerra, con l´accordo i 2000 detenuti negli istituti di pena abruzzesi "potranno contare su una assistenza ulteriormente migliorata e incrementata, non soltanto sul piano della maggior presenza del personale medico ed infermieritsico, ma anche sul piano della specialistica, in modo da evitare il trasferimento dei reclusi in altri luoghi".Un aspetto importante dell´accordo riguarda anche il personale sanitario: "Abbiamo avviato un percorso per la stabilizzazione - ha aggiunto Acerra - per non disperdere professionalità ed esperienze. Comunque un ringraziamento va fatto all´Osservatorio regionale", rappresentato dal coordinatore Tamara Agostani. Per il direttore del Centro della Giustizia minorile dell´Aquila, Concetto Zanghi, "l´intesa prevede anche la costituzione di una èquipe multidisciplinare che permetterà di attuare in tempi rapidi tutti gli interventi necessari a risolvere le situazioni d´urgenza. Nel caso di minori - ha aggiunto - la rapidità d´intervento è il viatico ad un giusto reinserimento nel contesto sociale senza più pericolo di delinquere nuovamente". Il protocollo consta di 28 articoli.  
   
   
GENOVA, AL VIA CAMPAGNA BUON COMPENSO DEL DIABETE PER SENSIBILIZZARE LA CITTADINANZA OGGI E DOMANI IN PORTO E IN PIAZZA DE FERRARI AMBULATORI MOBILI PER EFFETTUARE GRATUITAMENTE GLI ESAMI  
 
Genova, 21 giugno 2010 - Arriva a Genova presso il Porto e in piazza De Ferrari la Campagna Bcd per informare e sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del Buon Compenso del diabete con l’obiettivo di tenere sotto controllo la patologia. Lunedì 21 giugno nel porto presso la Culmv P. Batini in piazzale San Benigno e martedì 22 giugno in piazza De Ferrari dalle 9 alle 17 sarà presente un’unità del Buon Compenso del Diabete. Un vero e proprio ambulatorio al cui interno medici diabetologi di Amd e Sid e infermieri garantiranno la possibilità di effettuare gratuitamente l’analisi della glicemia e il controllo dell’emoglobina glicata, per le persone con diabete. La campagna “Bcd – Informati Alleati. Protetti” punta infatti a favorire la conoscenza sui parametri metabolici che permettono di tenere sotto osservazione il diabete, come l’emoglobina glicata, la glicemia, i valori del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue e la pressione arteriosa. L’iniziativa è patrocinata dalla Regione Liguria ed è resa possibile grazie al sostegno della Compagnia Unica del Porto di Genova e dell’Autorità Portuale di Genova che metterà a disposizione i propri ambulatori in piazzale San Benigno per fornire un servizio utile ai propri soci e ai collaboratori delle altre società che operano presso il Porto di Genova e alla popolazione in generale. Ad ogni persona che effettuerà il controllo sull’ambulatorio mobile verrà consegnato il volumetto per imparare a controllare il diabete grazie ad un mix tra buone regole di vita, test e terapia farmacologica appropriata. La patologia diabetica colpisce 4,6 italiani su cento; secondo uno studio della Simg il 47% delle persone con diabete ha valori di emoglobina glicata entro la soglia considerata del 7 per cento. “Lo strumento fondamentale per combattere il diabete –sottolinea l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo – è lo sviluppo della prevenzione e la sensibilizzazione delle persone affinché adottino comportamenti e stili di vita idonei a prevenirlo e a questo proposito una particolare attenzione va stimolata nei soggetti che, per rapporti familiari o per patologie, sono a rischio. In Liguria abbiamo una rete specialistica che si occupa di questa patologia con professionisti di ottimo livello che coniugano prevenzione e cura”  
   
   
SARDEGNA, ELISOCCORSO: APPROVATO IN GIUNTA UN DISEGNO DI LEGGE  
 
 Cagliari, 21 Giuno 2010 - Su iniziativa dell’assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, è stato approvato in Giunta il disegno di legge per l’istituzione del servizio di elisoccorso regionale, che dovrà garantire tempi di intervento rapidi nell’emergenze sanitarie sull’intero territorio regionale, un immediato trasporto assistito al presidio ospedaliero più idoneo ed il trasporto interospedaliero di pazienti critici. Finora, il servizio di elisoccorso era stato svolto dal Dipartimento regionale dei Vigili del Fuoco con una convenzione annuale stipulata con l’assessorato della Sanità e prevedeva l’utilizzo di un unico elicottero di stanza presso la base di Alghero-fertilia. “Questa soluzione - ha sottolineato l’Assessore Liori - non consentiva la tempestività degli interventi in tutta l’Isola, oltretutto il mezzo veniva utilizzato non solo per gli interventi sanitari ma anche per lo svolgimento dei compiti istituzionali dei Vigili del Fuoco. Considerando anche il notevole aumento della popolazione presente in Sardegna durante la stagione estiva, si è reso inevitabile il potenziamento del servizio. Oltretutto, la gara per più anni permetterà di abbattere i costi di un servizio oneroso, ma molto importante per i cittadini”. Il disegno di legge – che verrà esaminato dal Consiglio regionale - propone di istituire un servizio di elisoccorso con due basi per la copertura di tutto il territorio regionale durante l’anno intero, sarà affidato mediante gara tra privati, avrà la durata di sette anni ed una previsione di spesa di 40 milioni di euro, compresa la realizzazione delle due elibasi. Nel frattempo, è stato previsto che il servizio di elisoccorso sarà garantito attraverso la stipulazione di un’apposita convenzione con soggetti pubblici o una procedura d’urgenza con privati, per l’attivazione e la gestione del servizio sono stati stanziati 5 milioni 714 mila euro.  
   
   
TRENTO: FORMAZIONE MANAGERIALE PER ALTRI 30 DIRIGENTI SANITARI  
 
Trento, 21 giugno 2010 - L´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi ha consegnato il 17 giugno a 30 dirigenti sanitari gli attestati di partecipazione al corso di formazione manageriale. I nuovi manager si aggiungono ai 278 professionisti che dal 2001 al 2009 si sono qualificati, frequentando e superando il corso di formazione manageriale della durata di 120 ore, organizzato dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con la Facoltà di Economia dell’Università di Trento. " Sono onorato - ha detto l´assessore Rossi - di portarvi il saluto della Giunta provinciale. Quello che si celebra oggi è un momento importante che cade in una fase cruciale di riprogettazione della sanità trentina. Poter inserire in questo percorso professionisti che hanno fatto un corso specifico su aspetti manageriali e organizzativi è estremamente importante. A voi e all´Azienda provinciale per i servizi sanitari va il mio ringraziamento. Auspico che a questo passaggio faccia seguito una valorizzazione delle competenze professionali. La sfida che tutti assieme abbiamo di fronte è quella di migliorare le nostre capacità di risposta e di relazione con i cittadini. Abbiamo bisogno di un´attenzione supplementare ai loro bisogni. Per avere successo su questo fronte serve l´approccio personale ma sono indispensabili anche gli strumenti a disposizione. Come assessorato siamo impegnati in prima linea su questo punto". Il corso punta alla qualificazione della professionalità, sul piano manageriale e gestionale, degli operatori del servizio sanitario ai quali sono affidate, o potranno esserlo, responsabilità di direzione e coordinamento di strutture complesse, come avviene per esempio per i primari. L´attività formativa consente ai partecipanti di acquisire le competenze utili a gestire e risolvere problemi organizzativi, economici e gestionali ed a conoscere ed utilizzare gli strumenti di valutazione dei risultati ottenuti anche in termini di qualità dei servizi erogati. Nel percorso formativo è previsto anche un modulo sugli aspetti attinenti all’etica e alla deontologia e quindi alla “responsabilità sociale” dell’operatore sanitario nei confronti del sistema salute, con particolare riferimento al rapporto con il cittadino. Per i dirigenti sanitari è stata negli anni realizzata una formazione permanente in cui viene dato rilievo anche all’integrazione multidisciplinare. Per questo da quest´anno la formazione manageriale è stata rivolta anche ai dirigenti infermieri del servizio sanitario provinciale.  
   
   
SANITA’: MATERASSO ANTIDECUBITO DA CASA; COLETTO, “FATTO INAUDITO, PRETENDO MASSIMA SEVERITA’ NELL’INDAGINE E NEI CONSEGUENTI PROVVEDIMENTI”  
 
Venezia, 21 giugno 2010 - “Mi auguro e non dubito che la direzione generale dell’Ulss di Camposampiero andrà fino in fondo e prenderà decisioni esemplari. Il fatto è di una gravità inaudita e come tale va trattato”. Lo sottolinea il 18 giugno l’assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto, commentando la notizia di una signora gravemente malata alla quale un operatore dell’ospedale di Camposampiero, nel padovano, ha detto di portarsi un materasso antidecubito da casa. “Non esiste al mondo – prosegue Coletto – che in un ospedale veneto, come in qualsiasi altro degno di questo nome, possano verificarsi situazioni simili, e se accadono vanno affrontate con inflessibile severità. I materassi c’erano – aggiunge l’assessore - ma anche se non ci fossero stati, sarebbe stato doveroso procurane uno, e anche con la massima sollecitudine. Di questa vicenda mi occuperò anche personalmente in contatto con il direttore generale Benazzi”. “Per noi – aggiunge Coletto – l’umanizzazione delle cure ha la stessa importanza della loro qualità. E’ un dovere che qualsiasi operatore della nostra sanità deve sentire come sacro. Se qualcuno non ci riesce – conclude Coletto – deve cambiare mestiere, anche perché, così facendo, getta discredito sulla fatica quotidiana che migliaia di operatori sanitari profondono ogni giorno nel loro lavoro”.  
   
   
TOSCANA: SANGUE, OBIETTIVO AUTOSUFFICIENZA NEL 2009 INCREMENTO DEL 5%, NEL 2010 DOVRÀ ESSERE DEL 4%  
 
Firenze, 21 giugno 2010 - Sangue: se ne dona sempre di più, ma non basta mai, perché il bisogno di sangue cresce continuamente, costringendo il sistema a "rincorrere" sempre l´autosufficienza. E alla vigilia dell´estate, periodo in cui tradizionalmente le donazioni calano e le necessità di sangue aumentano, dall´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia arriva l´invito a tutti i toscani a donare sangue prima di partire per le vacanze. Si è tenuta il 19 giugno in Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento, la "Giornata regionale della donazione del sangue", organizzata dal Centro regionale sangue della Regione Toscana in collaborazione con le associazioni di donatori: Avis, Fratres, Anpas, Croce Rossa Italiana. Al convegno, dal titolo "Nuovi bisogni: quali risposte?", hanno partecipato donatori, rappresentanti delle associazioni, esperti italiani e stranieri. Le conclusioni sono state fatte dall´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia. «Il sistema sangue toscano funziona e sta dando ottimi risultati - dice l´assessore - Questi risultati sono il frutto in primo luogo della generosità dei donatori, ai quali va il mio grazie, ma anche dell´impegno delle associazioni di volontariato, delle istituzioni, dei tecnici. Quando la sanità funziona bene, lo sappiamo, serve sempre più sangue: perché la vita si allunga sempre, perché si curano tante persone, che vengono anche da fuori regione, perché si fanno interventi sempre più complessi, che richiedono quantità di sangue sempre maggiori. Quindi il nostro sistema sanitario ha sempre più bisogno di questo prezioso liquido. Qualcuno ha calcolato che nei Paesi occidentali, 95 persone su 100 hanno bisogno, almeno una volta nella vita, in occasione di una malattia o di un intervento chirurgico, di ricorrere ai globuli rossi altrui. Il sangue è vita, e donare il sangue è donare la vita. Donare sangue è un gesto anonimo, solidale, un atto d´amore gratuito, uno dei comportamenti più civili che possano esistere. Quindi rivolgo un invito a donare a tutti i cittadini toscani, a maggior ragione ora, prima dell´estate, quando le donazioni calano, e il bisogno di sangue invece aumenta drammaticamente, perché in questa stagione sale purtroppo il numero degli incidenti». In Toscana le donazioni sono in costante aumento: nel 2009 si sono registrate 238.075 donazioni, con un aumento del 5,6% rispetto al 2008. Dal 2001 al 2009, nella nostra regione le donazioni sono cresciute del 35,5%. Nel 2009 sono stati inviati all´industria convenzionata per la produzione di farmaci plasmaderivati 63.852 litri di plasma corrispondenti a un incremento del 5% rispetto all´anno precedente. Questi dati collocano la Toscana in quarta posizione in Italia per l´aspetto quantitativo e ai pr imi posti per l´aspetto qualitativo. «Le richieste crescenti spingono comunque il sistema a fare di più e così anche per il 2010 è stato previsto un incremento delle donazioni di sangue intero e plasma del 4% - dice Simona Carli - Il potenziale costituito dalle centinaia di migliaia di donatori, il crescente numero di giovani che decidono ogni anno di fare parte di questa "squadra" e l´ingresso significativo nelle statistiche regionali dei donatori migranti fanno sì che questi obiettivi siano raggiungibili, se pur con grande impegno di tutti. Aspetto fondamentale di tutto il sistema è la qualità e la sicurezza sia del donatore che del ricevente, e proprio per questo la Regione Toscana ha investito molto, ottenendo livelli di performance molto elevati». La Toscana si avvicina all´autosufficienza, anche se con alternanze di periodi di carenza ed eccedenza nel corso dell´anno. Nel 2009, a fro nte di un aumento della raccolta del 6,8%, il consumo di globuli rossi è cresciuto dell´8,3%, portando così a un bilancio negativo di circa 2.000 unità, che sono state compensate dal sistema a rete nazionale. «Non è superfluo ricordare - sottilinea Simona Carli - che lo scopo della programmazione del sistema trasfusionale è l´autosufficienza regionale e nazionale, che supera il concetto di autosufficienza del "proprio ospedale e del proprio territorio"». Nel corso dei lavori di stamani, ci si è interrogati su quale sia l´organizzazione migliore perché un numero sempre maggiore di cittadini vada a donare, e su come far diventare i nostri sistemi trasfusionali sempre più a misura di donatore: per esempio, modificando gli orari, e consentendo di donare anche il sabato e la domenica. Può donare il sangue chiunque abbia tra i 18 e i 65 anni, sia in buona salute e pesi più di 50 chi li. Il prelievo è eseguito da personale qualificato, che usa materiale sterile e monouso, quindi il donatore non corre alcun rischio. «Si parla da tempo del sangue artificiale - dice Daniela Scaramuccia - Si sta sperimentando ed è già partita la corsa delle aziende biotech per registrarne il brevetto. Ma anche se si arrivasse a ottenere il sangue artificiale, io non credo che si potrebbe fare a meno dei donatori. Se il sangue non rimanesse - come è sempre stato ed è tuttora - un dono, credo che ci rimetteremmo tutti un po´ di civiltà, un po´ di umanità». Sul sito della Regione Toscana alla pagina Salute/donazioni e Trapianti/cosa fare per.../Donare il sangue, o direttamente all´indirizzo http://www.Regione.toscana.it/donareilsangue/ , si possono trovare tutte le informazioni sulla donazione di sangue: chi può donare, dove è possibile farlo; l´elenco delle 40 strutture trasfusionali diffuse su tutto il territorio toscano e delle associazioni di volontariato. E anche il progetto Agendona, il nuovo sistema informatico per la prenotazione delle donazioni.  
   
   
ASL E OSPEDALI SANITÀ PENITENZIARIA, APPROVATO SCHEMA NORME DI ATTUAZIONE DELLO STATUTO SPECIALE  
 
Cagliari, 21 Giugno 2010 - La commissione paritetica Governo-regione ha approvato lo schema di norme di attuazione dello Statuto speciale relative al trasferimento di tutte le funzioni sanitarie svolte nell´ambito regionale dal Dipartimento dell´Amministrazione penitenziaria e da quello per la Giustizia minorile al Servizio sanitario regionale, che ne assicurerà lo svolgimento attraverso le Aziende sanitarie. Per l´esercizio di tali funzioni saranno trasferite alla Regione le risorse attualmente assegnate al Servizio sanitario nazionale. Alle Asl sarà trasferito il personale operante sul territorio a tempo indeterminato o in base ai contratti stipulati ai sensi della legge 740/1970, con prosecuzione fino alla relativa scadenza, i locali, le attrezzature, gli arredi e i beni strumentali di proprietà dell´Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia minorile. "Un decisivo passo avanti di un percorso comune - ha commentato il presidente Cappellacci, ricordando che lo schema passerà ora al vaglio del Consiglio regionale - finalizzato a dare massima garanzia ai diritti civili delle persone sottoposte a misure giudiziarie e a migliorare le condizioni di vita nelle strutture carcerarie".  
   
   
PROVINCIA DI TORINO E INAIL PIEMONTE INSIEME PER IL LAVORO DEI DISABILI  
 
 Torino, 21 Giugno 2010 - Provincia di Torino e Inail Piemonte uniscono le forze per il reinserimento lavorativo dei disabili da lavoro: firmato oggi dal Presidente Antonio Saitta e dal Direttore Regionale Pietro Spadafora il protocollo di intesa. I disabili da lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, rimasti disoccupati o a rischio della perdita del posto a seguito dell’infortunio subito o della malattia professionale contratta, potranno accedere a un percorso di reinserimento lavorativo grazie all’impegno congiunto della rete dei Centri per l’Impiego della Provincia e del Servizio Sociale dell’Inail. L´accordo prevede un tempestivo scambio di informazioni tra i due enti e la condivisione dei rispettivi progetti, per utilizzare in modo più mirato le risorse disponibili. L’impegno comune è nel realizzare un sistema informativo integrato, che consenta un reciproco e costante aggiornamento delle informazioni circa gli interventi in atto ed il loro esito. Tra gli sviluppi dell’accordo si prevede anche di individuare le modalità per il coinvolgimento delle parti datoriali, con l’intento di acquisirne il sostegno e l’adesione. “L’inail Piemonte metterà a disposizione dell’intesa l’apporto del proprio Servizio Sociale e delle équipe multidisciplinari di I livello - spiega Pietro Spadafora - Grazie a quest’accordo potremo collaborare per l’attuazione dei percorsi mirati per il reinserimento dei disabili del lavoro, offrendo interventi come il servizio di counseling, la fornitura di dispositivi informatici, i corsi di alfabetizzazione informatica, gli adattamenti degli autoveicoli per la guida e il trasporto, gli ausili e le protesi per la mobilità e per il lavoro, i sistemi domotici”. La Provincia, fortemente impegnata con la propria rete dei Centri per l’Impiego nel realizzare interventi e percorsi personalizzati di orientamento, avvicinamento e accompagnamento al lavoro, si propone di garantire il coinvolgimento del Servizio Sociale dell’Inail nella predisposizione, attuazione e verifica dei percorsi per il reinserimento. “L’accordo rappresenta un ulteriore strumento per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità che si aggiunge ai numerosi interventi già attivi nel programma provinciale finanziato dal Fondo Regionale Disabili – commentano il presidente Antonio Saitta e l’assessore provinciale al Lavoro Carlo Chiama - Si inquadra in una strategia di diversificazione degli strumenti a disposizione dei nostri Centri per l’Impiego e di collaborazioni fattive con gli altri soggetti istituzionali per favorire una migliore efficacia ed una personalizzazione dei progetti di inserimento mirato rivolti alle persone divenute disabili per cause di lavoro. Disegna anche un’importante opportunità per le imprese, che possono trovare dalla collaborazione attivata con questo accordo un fattivo supporto per l’attuazione dei loro piani di inserimento, cui sono dovuti per legge”  
   
   
UNA MEDICINA DAL VOLTO UMANO. E LA PUGLIA SI AGGIUDICA IL PREMIO TERZANI  
 
Bari, 21 giugno 2010 - Conferenza stampa il 18 giugno, presso la sede del Consiglio Regionale dell’assessore alle Politiche della Salute, Tommaso Fiore. L’incontro con i giornalisti ha visto anche la partecipazione del direttore generale dell’Ares Puglia Francesco Bux, del direttore generale dell’A.o.u. Policlinico-giovanni Xxiii di Bari Vitangelo Dattoli e dei responsabili scientifici del progetto “ Che ci faccio in ospedale” Ambrogio Aquilino, responsabile dell’Area Qualità, Accreditamento e Formazione dell’Agenzia Regionale Sanitaria della Puglia e Maria Grazia Foschino, responsabile del Servizio di Psicologia dell’Azienda Ospedaliero-universitaria Policlinico-giovanni Xxiii di Bari. Con il Progetto “ Che ci faccio in Ospedale”, infatti, realizzato in tutte le Unità Ospedaliere pediatriche della Regione, la Puglia si è aggiudicata, con i colossi della sanità milanese, il Premio Nazionale Terzani per l’umanizzazione della medicina. Il Premio Nazionale per l’umanizzazione della Medicina, intitolato a Tiziano Terzani, giornalista e scrittore scomparso nel 2004, è il più importante riconoscimento italiano nel campo della Medical Humanities. Il progetto pugliese “Che ci faccio in ospedale”, guida illustrata per il miglioramento della degenza pediatrica, è risultato vincitore ex equo con gli ospedali milanesi San Raffaele, San Paolo e il Policlinico Maggiore. La guida, edita da Giunti e revisionata da un’equipe del Servizio di Psicologia dell’Ospedale Pediatrico “Giovanni Xxiii”, con la partecipazione attiva di bambini ricoverati, risponde all’esigenza di orientare i processi assistenziali verso i bisogni peculiari dell’età infantile e rappresenta uno strumento operativo “a misura di bambino” per l’accoglienza, la cura e la verifica dell’assistenza erogata. Per un bambino, infatti, l’ospedale può apparire misterioso, pericoloso e destabilizzante l’abituale stile di vita; lo stress associato alla malattia, alla presenza di persone sconosciute e all’uso delle procedure diagnostiche e terapeutiche percepite come minacciose (medicine, flebo, prelievi, macchinari particolari,…) può interferire negativamente sulla qualità di vita del bambino e sull’adesione al percorso di cura. La guida si compone di diverse sezioni che presentano e descrivono: gli spazi e le modalità organizzative del contesto ospedaliero per consentire al bambino e ai suoi familiari di cogliere il senso dei processi assistenziali e familiarizzare con la struttura; le figure professionali e le sinergie interdisciplinari per garantire la centralità e la globalità dell’assistenza; schede per favorire l’autoriflessione e l’espressione delle emozioni associate all’esperienza di malattia cosi che anche questa condizione possa rappresentare un’occasione di crescita; giochi di attenzione, pagine da colorare e disegnare, suggerimenti; schede di valutazione della qualità della degenza sia per bambini che per i genitori. A quest’ultimo proposito, si segnala che in uno studio preliminare condotto presso l’Ospedale Pediatrico di Bari, è risultato che la guida migliora la qualità percepita dell’assistenza ospedaliera, in maniera statisticamente significativa sia per i bambini che per il loro genitori. La guida rappresenta uno strumento prezioso che può assumere valore e significato terapeutico per gli operatori pediatrici impegnati nel rinnovamento di un percorso assistenziale che dalla cura si sta orientando verso il “prendersi cura”, garantendo l’accoglienza, il dialogo e la condivisione che i bambini e i genitori si aspettano e che le cure impongono. Il progetto si inserisce in un più ampio programma di azioni sistematiche, avviate nel novembre 2004, denominato “Os…pedaliamo: i diritti dei bambini in movimento” che ha visto la costituzione di un network regionale, a cui hanno aderito tutte le Unità Operative pediatriche ospedaliere pugliesi, capofila l’Ospedale Pediatrico “Giovanni Xxiii”, coordinate dall’Agenzia Sanitaria Regionale. Alla cerimonia di premiazione, svoltasi a Bra (Cn) il 27 maggio u. S., sono intervenuti i responsabili scientifici: Ambrogio Aquilino, responsabile dell’Area Qualità, Accreditamento e Formazione dell’Ares Puglia e Maria Grazia Foschino, responsabile del Servizio di Psicologia A.o.u. Policlinico-giovanni Xxiii. Il premio di 10.000 euro servirà a potenziare le azioni del progetto.  
   
   
DIPENDENZE ALCOL E DROGHE. SERNAGIOTTO INCONTRA RESPONSABILI UULLSS: “IN AUTUNNO CONFERENZA REGIONALE; VA FATTO ‘TAGLIANDO’ A GIA’ OTTIMO MODELLO VENETO PER RISPONDERE ALLE TANTE NUOVE FORME DIPENDENZE”  
 
Venezia, 21 giugno 2010 - “Nel Veneto contiamo da anni su un modello di servizi e d’interventi radicato e che ha ben operato nel settore delle dipendenze. Ora bisogna ripartire, fare un ‘tagliando’ al nostro sistema per rispondere alle nuove esigenze e alle tante diverse forme che le dipendenze assumono. Perciò, nel prossimo autunno, la Regione promuoverà la conferenza regionale sulle dipendenze, che riunirà i ministri competenti e gli stati generali del settore. Da lì usciranno le linee programmatiche da inserire nel nuovo piano sociosanitario regionale che presenteremo alla fine dell’anno.“ Questi alcuni dei passaggi svolti dall’assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto all’ incontro del 18 giugno a Venezia, Palazzo Balbi sede della Giunta veneta, con i responsabili dei dipartimenti per le dipendenze delle Aziende Ullss del Veneto per fare il punto sulla complessa situazione delle dipendenze nel territorio regionale. “Oggi – ha detto Sernagiotto - la persona con problemi di tossicodipendenze e di alcolismo non è più quella emarginata che si vedeva una volta nelle piazze, nei parchi e nelle strade delle nostre città. E’ cambiato tutto. Alle tradizionali forme di dipendenze da eroina si aggiungono quelle da cocaina, da pasticche, da mix con alcol e quelle legate alle dipendenze da giochi d’azzardo sulle macchinette nei bar, da internet, che sono in continua crescita. Ne parleremo anche con il Governo. Ci hanno detto gli operatori che arrivano ai servizi territoriali giovani e giovanissimi che chiedono aiuto, ma anche tanti padri e madri di famiglia. Vogliamo potenziare i servizi per la lotta alle dipendenze. Troveremo le risorse per farlo – ha spiegato - recuperandole dove si spende in modo improprio, quando ad esempio le persone devono periodicamente andare negli ospedali per acuti per curare la propria dipendenza invece che nelle strutture sociosanitarie appropriate che dovrebbero servire al recupero vero, quello sociale. Da settembre, saremo in tutte le scuole venete, partendo dalle medie inferiori perché ormai è anche da questa soglia d’età che iniziano i problemi di dipendenza, e proseguiremo anche nelle scuole medie superiori”. La fotografia del sistema veneto per le dipendenze, dati 2008, è la seguente: le risorse impegnate sono di 25 milioni di euro l’anno per il finanziamento complessivo del sistema territoriale e di 3 milioni di euro (nel 2009) per il finanziamento di progetti specificamente rivolti, tra l’altro, alla nuova utenza e alle nuove droghe; le strutture sono 223 complessive di cui 23 servizi per le tossicodipendenze, 5 comunità terapeutiche pubbliche, 31 comunità terapeutiche del privato sociale accreditato, 42 associazioni club alcolisti in trattamento, 107 gruppi alcolisti anonimi; la dotazione organica è di 779 operatori tra medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri professionali, educatori professionali e amministrativi. Le persone con problemi di dipendenza assistite dal sistema veneto e cioè in carico ai servizi territoriali sono 28.245 (dati 2008) di cui 14.048 alcoldipendenti (pari al 49,7%), 12.307 tossicodipendenti (43,6%), e 1890 nelle comunità terapeutiche (6,7%).  
   
   
III SIMPOSIO ARTISTICO DELL’ALPE-ADRIA A ST. KANZIAN IN CARINZIA 22 ARTISTI SI INCONTRANO IN CARINZIA PER LAVORARE INSIEME  
 
 Klagenfurt, 21 giugno 2010 - Dal 7 al 12 giugno, il comune di St. Kanzian nel sud della Carinzia, ha ospitato, per la terza volta, artisti provenienti da Ungheria, Italia, Slovenia, Croazia, Romania, Slovacchia e Gran Bretagna, nonché dall’Austria che si erano riuniti per realizzare, a cielo aperto e ispirati dallo splendido paesaggio, le loro opere artistiche e per instaurare contatti transfrontalieri. A conclusione del simposio i lavori dei 22 tra pittori e ceramisti sono stati esposti al pubblico nell’ambito di una mostra collettiva promossa dal Centro culturale K3. „Il Simposio Alpe-adria di St. Kanzian risponde pienamente alla mia aspirazione di incontrare altri artisti dell’Europa centrale al fine di collaborare con loro e aggiungere un’altra pietra alla casa comune”, ha commentato il friulano Claudio Mario Feruglia. Anche lo sloveno Dare Birsa è contento di aver avuto l’opportunità di uno scambio di idee con colleghi artisti in un’atmosfera lavorativa perfetta per la creazione artistica. Ogni artista si è portato a casa uno solo dei lavori realizzati. Inoltre, prima del simposio gli artisti partecipanti hanno inviato un’opera agli organizzatori (Gernot Schmerlaib e Fritz Unegg) che ne hanno fatto produrre delle incisioni raccolte in 10 cartelle messe in vendita.  
   
   
I DEPUTATI EUROPEI CHIEDONO UNA REGOLAMENTAZIONE PIÙ RIGOROSA DELLE ATTIVITÀ DEGLI AGENTI DI SPORT  
 
Bruxelles, 21 giugno 2010 - Una risoluzione adottata dal Parlamento giovedì chiede all´Unione europea di disciplinare le attività degli agenti dei giocatori sportivi, assicurando la trasparenza e l´introduzione di un regime di concessione delle licenze di agente. Un recente studio condotto dalla Commissione europea ha dimostrato che gli agenti sportivi hanno un ruolo centrale nei flussi finanziari, che spesso non sono trasparenti, e che sono inclini ad attività illegali e anche alla criminalità organizzata. I deputati ritengono che tali sviluppi "vadano a danno dell´immagine dello sport, della sua integrità e, in ultima analisi, del suo ruolo nella società". Sono in particolare preoccupati per l´opacità dei sistemi di trasferimenti dei giocatori, specialmente negli sport di squadra, "che favoriscono attività illegali in cui sono coinvolti gli agenti, ma anche i club e i giocatori". Rischio di tratta di esseri umani - I deputati chiedono al Consiglio di "intensificare la sua azione di coordinamento nella lotta contro le attività criminali legate alle attività degli agenti, tra cui il riciclaggio di denaro, le partite truccate e la tratta di esseri umani". Sottolineando la specifica vulnerabilità dei giocatori più giovani e il rischio che diventino vittime della tratta di esseri umani, chiedono un divieto di remunerazione degli agenti dei giocatori in relazione al trasferimento di minorenni. Regole chiare per la concessione delle licenze - Mentre in alcune discipline le attività degli agenti sono ampiamente disciplinate a livello internazionale e nazionale dagli organi sportivi, pochissimi Stati membri hanno adottato una legislazione specifica sugli agenti sportivi. Pertanto, i deputati chiedono un´iniziativa a livello Ue che fissi "rigore nelle norme e nei criteri d´esame per l´autorizzazione a svolgere l´attività di agente di giocatori", assicuri la trasparenza nelle transazioni degli agenti e introduca un regime di concessione delle licenze di agente e di un registro degli agenti. Allo stesso tempo, ritengono che abolire il regime vigente delle licenze Fifa per gli agenti dei giocatori - senza istituire un solido sistema alternativo - non sarebbe il modo giusto di affrontare i problemi legati agli agenti dei giocatori nel calcio.  
   
   
VOLLEY, FIRMATO A GORIZIA ACCORDO TRANSFRONTALIERO  
 
 Trieste, 21 giugno 2010 - Dopo calcio e sci ora anche il volley del Friuli Venezia Giulia avrà respiro transfrontaliero. È stato siglato il 17 giugno nella sala consiliare della Provincia di Gorizia un accordo che vedrà come protagonisti i giovani pallavolisti della regione ma anche quelli della vicina Slovenia. Alla firma dell´accordo era presente l´assessore regionale allo Sport Elio De Anna in veste anche di presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di pallavolo che si svolgeranno a Trieste, il presidente nazionale e regionale della Fipav, Carlo Magri e Duilio Budello, il segretario generale della Federazione pallavolisitica slovena Igor Dolinnsek ed il presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta. Nel protocollo tra la Federazione Italiana Pallavolo e la Odbojarska Zveza Slovenije viene regolamentata l´attività di collaborazione sportiva e tecnica che coinvolgerà atleti, atlete ed allenatori delle quattro province del Friuli Venezia Giulia e delle 4 vicine province slovene. Ciò è stato reso possibile poiché sono già in atto alcune collaborazioni per quanto riguarda la qualificazione ed il beach volley e che avranno un ulteriore tassello con la Coppa Adriatica. Successivamente potranno estendersi anche ai dirigenti ed agli arbitri. Primo tassello di questa operazione sarà un mini campus ad Aidussina al quale parteciperanno 50 giovai atleti delle due realtà. "Questo accordo - ha spiegato il presidente della Federvolley regionale Duilio Budello - parte dal basso, dallo sport di base, dai ragazzi e ragazze che sul campo hanno gli stessi problemi, le stesse aspirazioni e provano la stessa gioia. Oggi noi dirigenti svolgiamo il nostro vero compito, quello di abbattere l´ultima barriera e di creare le condizioni di una vita migliore per i nostri figli ed i nostri nipoti". Come illustrato dal consigliere regionale della Fipav Paolo Santuz, alla base di questo progetto c´è un grande sogno. "Il nostro progetto - ha detto - è quello di allenare insieme i migliori giovani della nostra regione e quelli che giocano in Slovenia e nell´arco di pochi anni arrivare ad allestire una formazione di serie A che giochi a Gorizia con sei nostri atleti e altrettanti della vicina Slovenia. Ci auguriamo che questo progetto si possa concretizzare nell´arco di cinque anni, grazie alla collaborazione offerta da Carmelo Pittera, allenatore del "Gabbiano d´argento", la Nazionale Azzurra che si piazzò al secondo posto ai Mondiali italiani del ´78". L´importanza dell´evento è stata sottolineata dall´assessore regionale allo Sport Elio De Anna che ha considerato questo protocollo d´intesa un processo di inclusione che avvicina ancora di più le realtà della nostra regione e della Slovenia. "La rete, che nel volley divide le due squadre - ha detto De Anna - in questo caso invece unisce due realtà che sono sicuro potranno dare grandi risultati. Alle famiglie - ha concluso De Anna - rivolgo un appello: ossia che lo sport non venga considerato un centro di spesa quanto invece una priorità poiché fucina di valori che difficilmente si riscontrano in altri settori della società". Un plauso per l´iniziativa è arrivato anche dal presidente nazionale della Fipav Carlo Magri, il quale ha ricordato come la scuola dell´Est ha sempre dato grandi insegnamenti al mondo della pallavolo nazionale. "Mi auguro che il sogno della Fipav regionale possa diventare una realtà nel minor tempo possibile. Inoltre sono convinto che il richiamo dato dal girone di Trieste del Mondiale saprà garantire un´ulteriore spinta per la crescita della pallavolo tanto in Friuli Venezia Giulia quanto nella vicina Slovenia"  
   
   
GIOCHI ALPE ADRIA: ATLETICA FVG SCHIERA UNO SQUADRONE  
 
Trieste, 21 giugno 2010 - "Per questa edizione dei giochi abbiamo allestito la miglior squadra possibile, forse la più forte di tutti i tempi. Perciò cercheremo di migliorare il bottino delle medaglie e dei piazzamenti ottenuti, puntando tutto sui nostri assi". Gianfranco Chessa, dirigente responsabile della squadra di Atletica che scenderà in campo in occasione delle mini olimpiadi di Alpe Adria - organizzate dalla Regione Friuli Venezia Giulia - è convinto della grande qualità della rappresentativa del Friuli Venezia Giulia, che martedì 22 e mercoledì 23 scenderanno in pista a Pordenone per confrontarsi con le altre 10 selezioni italiane e straniere iscritte alla competizione transfrontaliera. Le Donne - Il gruppo regionale convocato dai tecnici Vojko Cesar e Sergio Jerep per i maschi e Silvia Capra insieme a Mara Nespolo per il femminile sarà di 29 atleti. Tra le donne spicca il nome di Alessia Trost, la pordenonese classe ´93 dell´atletica Brugnera campionessa mondiale under 18 con il suo primato personale di 1,89. Gareggerà "in casa" - visto che le prove dell´atletica si disputeranno al campo Agosti di Pordenone - anche un´altra punta di diamante della rosa, ossia Sandra Cellamare che è l´attuale campionessa italiana under 16. Sempre nella velocità punta in altro anche Giada Masolini nei 200 piani, una delle migliori atlete in Italia, che ha anche partecipato ai campionati del mondo di Bressanone e alle selezioni per le Olimpiadi giovanili di Mosca. Infine buone possibilità anche per quanto riguarda la staffetta 4x100 che sarà composta da Elisa Paiero, Sandra cellamare, Giada masolini e Martina Vescovo. Gli Uomini - Anche la formazione maschile è favorita, grazie ad alcuni suoi assi. Tra questi figura Alessandro Iurig dell´Atletica Gorizia, laureatosi lo scorso inverno campione italiano indoor nei 60 ostacoli e che sarà impegnato sempre negli ostacoli ma sulla lunghezza dei 110 metri. Anche Stefano Petri dell´Atletica Udinese, impegnato sia nel disco che nel peso, ha buone possibilità di salire sul podio, forte del titolo italiano e della partecipazione alle selezioni per le olimpiadi giovanili. Infine, nel salto in alto Alberto Gasparin della Equipe Athletic Team cercherà di bissare la prova sfoderata l´anno scorso quando ha vinto i campionati nazionali studenteschi di Lignano. Gli Obiettivi - "In passato spiega - Gianfranco Chessa - il nostro bottino si era sempre fermato a quota 2 o 3 medaglie. Ora abbiamo allestito la miglior squadra possibile, forse la più forte di tutti i tempi e quindi sappiamo che possiamo competere ad armi pari anche contro le due forti formazioni slovena e croata. Ho visto che quest´ultima sarà presente al completo con la propria nazionale under 18". I Convocati - Donne: m. 100 Sandra Cellamare; m. 200 Giada Masolini; m. 400 Martina Vescovo; m. 800 Joyce Mattagliano; m. 1500 Valentjna Juric; m. 3000 Francesca Dessi; m. 100 hs Monica Benolli; Alto Alessia Trost; Lungo Caterina Parnici; Asta Elisa Kosuta; Peso Erika Omoregie; Disco Giorgia Barbozza; Giavellotto Claudia Colledani; Staffetta 4 x 100 Elisa Paiero, Sandra Cellamare, Giada Masolini, Martina Vescovo, Monica Benolli (ris.). Maschi: m. 100 Enrico Kwabena Tawiah; m. 100 extra Daniele Merlino; m. 100 extra Roberto Zanon; m. 200 Enrico Tawiah Kwabena; m. 400 Riccardo Minetto; m. 800 Nicolas Agostinis, m. 1500 Luca Tripodi; m. 3000 Andrea Bisceglia; 110 hs Alessandro Iurig; Alto Alberto Gasparin; Lungo Pietro Conte; Asta Francesco Gasparin; Peso Stefano Potrei; Disco Stefano Potrei; Giavellotto Alberto Simoncioni; Staffetta 4 x 100 Daniele Merlino, Roberto Zanon, Enrico Tawiah Kwabena, Riccardo Minetto, Alessandro Iurig (ris.).