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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Giugno 2010
A RIMINI PRESENTATO IL PIANO ENERGIA DELLA PROVINCIA  
 
 Rimini, 21 giugno 2010 - Si è svolta il 17 giugno la conferenza stampa di presentazione del Piano Energia, presenti il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, l’assessore all’Energia, Stefania Sabba, e il dirigente Alberto Rossini. La Giunta Provinciale di Rimini ha approvato la delibera che fissa le procedure da rispettare per l’autorizzazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica sia di tipo convenzionale che con fonti di energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico, etc.). Si tratta di un provvedimento che ha lo scopo di chiarire gli aspetti legati all’iter amministrativo per la realizzazione dei nuovi impianti di produzione energetica, constatata l’estrema precarietà della legislazione nazionale e regionale specie in materia di energie rinnovabili. La Provincia di Rimini (che ha nel suo programma di mandato lo stimolo alla produzione di energia da fonti rinnovabili) intende dunque, nel periodo transitorio che dovrà condurre entro un anno alla redazione del primo Piano dell’Energia della Provincia di Rimini, fornire una serie di linee guida in grado di dare certezze e garanzie procedurali a tutti coloro i quali intendono investire su nuovi impianti. Ciò nel rispetto delle leggi esistenti (la Legge387 del 2003 e la Legge Regionale 26 del 2006), delle norme sovraordinate (tutela paesaggistica) e Ptcp 2007. Con questo atto, l’Amministrazione Provinciale intende promuovere: L’istallazione sui tetti degli edifici nuovi ed esistenti, con particolare interesse per quelli industriali; La realizzazione di impianti da fonti rinnovabili nelle aree produttive ecologicamente attrezzate; La verifica delle potenzialità dell’eolico in mare; Il coordinamento tra i Comuni per verificare aree omogenee ed impedire il consumo di territorio; Impianti da fonti rinnovabili che perseguano fini di utilità sociale; Impianti in aree già compromesse e/o degradate (ex siti industriali, aree A14, ed altre grandi arterie); Sottoscrivere accordi con associazioni di categoria per lo sviluppo di progetti di particolare interesse; Certificare il risparmio energetico per gli edifici pubblici; Promuovere il solare termico per il settore turistico alberghiero; Coinvolgere nel risparmio e nella produzione di energia da fonti rinnovabili il settore del commercio; Incentivare la mobilità sostenibile; Favorire una filiera nel settore delle bio masse; Promuovere il geo-termico come fonte di fonte di energia rinnovabile; Applicare le direttive del Ptcp 2007: Casa Clima. Più nel dettaglio, la procedura consentirà di realizzare in area agricola impianti fino a 200 Kwp (misura di potenza del fotovoltaico), anche tenendo conto della circolare del Ministero delle Finanze che fissa a 200 Kwp il limite massimo per gli imprenditori agricoli; va inoltre tenuto presente che i Comuni dovranno recepire nei propri piani urbanistici la Direttiva del Ptcp 2007, che va a tutela del territorio agricolo e rurale. Nelle aree produttive gli impianti sono normalmente autorizzabili, secondo le norme già esistenti. I pareri fondamentali saranno in capo ai Comuni per la conformità urbanistica, della Soprintendenza per il rispetto del paesaggio, delle norme di sicurezza ambientale e territoriale. La Conferenze dei Servizi rilascerà l’autorizzazione unica che, se del caso, costituirà variante urbanistica. Viene stabilito un atto di impegno del proponente per la dismissione degli impianti (fidejussione), i quali avranno caratteristica di opere di pubblica utilità e indifferibili.  
   
   
REGIONE CAMPANIA, IMPORTANTI MODIFICHE AL "PIANO CASA"  
 
Napoli, 21 giugno 2010 - La giunta regionale, presieduta dal presidente Stefano Caldoro, ha approvato nella seduta del 18 giugno alcune modifiche sostanziali al Piano Casa. In particolare, la proposta di legge prevede “Modifiche alla legge regionale del 28 dicembre 2009 n. 19 (contenente le misure per il rilancio economico, la riqualificazione del patrimonio esistente, la prevenzione del rischio sismico e la semplificazione amministrativa ed il regolamento di attuazione della legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 - Norme sul Governo del Territorio”. Con le modifiche varate oggi dalla giunta regionale, proposte dagli Assessori all’Urbanistica, Marcello Taglialatela, ed ai Lavori Pubblici, Edoardo Cosenza, si punta a correggere la legge 19/2009 (Piano Casa) che dalla sua entrata in vigore ha avuto soltanto una marginale applicazione sia dai Comuni che dai privati. In particolare, per migliorare la legge si è ritenuto che occorra semplificare le procedure amministrative in materia urbanistica ed edilizia. “Manteniamo gli impegni assunti in campagna elettorale - ha dichiarato il presidente Caldoro, che ha preso parte alla conferenza stampa - La Regione, in particolare, interviene sugli aspetti programmatici prevedendo modifiche tecniche al Piano Casa. Puntiamo a semplificare le procedure relative alle parti in cui la legge non ha funzionato”. “Le modifiche che apportiamo - ha dichiarato l’assessore Taglialatela - rendono attuabile ed attraente la normativa approvata dal Consiglio Regionale nella precedente consiliatura, che non ha raggiunto i risultati per i quali era stata varata. Considerata la disastrosa situazione finanziaria della Regione, abbiamo la necessità di creare condizioni affinché tutti i soggetti operanti sul territorio, istituzionali ed economici, possano utilizzare al meglio lo strumento normativo, in modo tale da far partire investimenti privati e creare sviluppo e occupazione. In particolare, effettuiamo interventi specifici sulla parte della legge che finora non ha funzionato. Presso l’assessorato all’urbanistica, infatti, in questi mesi sono giunte segnalazioni e osservazioni, soprattutto dei Comuni, in cui si evidenziavano difficoltà nell’applicazione delle legge. Per questo motivo, prima che il provvedimento fosse portato all’esame della giunta, abbiamo svolto diverse riunioni con i rappresentanti dell’Anci (Associazione dei Comuni) e dell’Acen (Associazione dei Costruttori), tenendo conto delle loro indicazioni”. L’assessore ai Lavori Pubblici e Protezione Civile della Regione Campania, Edoardo Cosenza, ha espresso vivo compiacimento per l’approvazione, da parte della Giunta, della modifica alla legge regionale sul Piano Casa. “ La modifica - ha commentato - servirà a rilanciare le attività delle imprese di costruzione del territorio e, al contempo, potrà soddisfare le attese dei cittadini che hanno difficoltà nel reperire alloggi. Esprimo particolare soddisfazione - ha proseguito - per l’inserimento dell´art.11 bis (disposizioni per la delocalizzazione di immobili da aree a rischio idrogeologico molto elevato) che ho fortemente sostenuto ed è stato pienamente condiviso dall´assessore Tagliatatela. Per la prima volta in Italia - ha spiegato l’assessore Cosenza, che ha anche la delega alla Difesa del Suolo - si fornisce un chiaro strumento per delocalizzare le abitazioni sorte in aree soggette al rischio di frane improvvise e crolli di ammassi rocciosi. I cittadini potranno finalmente costruire abitazioni in luoghi sicuri, abbattendo contemporaneamente gli edifici in aree a rischio, senza peraltro che venga favorito chi ha recentemente effettuato abusi edilizi. Lo strumento legislativo - ha concluso l’assessore Cosenza - è semplice ed è a costo zero per la Regione Campania che, come noto, è caratterizzata da un territorio ad elevato rischio idrogeologico”.  
   
   
MUTUI: ABI TOSCANA, SOSPENSIONE RATE ATTIVATA GIÀ PER 1.266 FAMIGLIE SUL TERRITORIO IN TUTTA ITALIA A 15MILA FAMIGLIE SOSPESI MUTUI PER 2.3 MILIARDI. DAL PUNTO DI VISTA “TERRITORIALE”, IL MAGGIOR NUMERO DI DOMANDE PRESENTATE E AMMESSE È AL NORD CON IL 58%, SEGUONO SUD E ISOLE CON IL 22% E IL CENTRO AL 19%  
 
Firenze, 21 Giugno 2010 - Tra febbraio e aprile 2010, nel periodo di avvio della sospensione del rimborso delle rate di mutuo, sono stati 1.266 i contratti di mutuo che hanno usufruito di questa opportunità nella Regione. Ciò significa una liquidità in più per le famiglie toscane per far fronte alla crisi pari a 10,8 milioni di euro. Rispetto al dato nazionale l’8,9% delle famiglie è stato ammesso alla sospensione in Toscana. Si tratta di una prima approssimazione, perché la percentuale in Toscana conterrà certamente anche una quota non ancora attribuita al territorio di residenza della famiglia mutuataria. Questi i dati del monitoraggio sul Piano famiglie Abi relativi alla Toscana. A livello nazionale, tra febbraio e aprile 2010, le banche hanno sospeso mutui per 2.3 miliardi di euro ad oltre 15mila famiglie. A fine marzo il valore dei mutui sospesi era di poco inferiore ad 1 miliardo di euro. La misura è stata applicata a 15.351 contratti di mutuo, per un debito residuo di 2.3 miliardi di euro. La liquidità in più per far fronte alla crisi, ha raggiunto una quota pari a 96 milioni di euro, con un incremento del 30% rispetto all’ultima rilevazione. Ogni famiglia avrà dunque a disposizione in media 6.800 euro in più. Questi i dati trimestrali del monitoraggio sulla sospensione dei mutui. La soluzione più frequente per le operazioni di sospensione ha riguardato l’intera rata (91% dei casi). Dal punto di vista “territoriale”, il maggior numero di domande ammesse è al Nord con il 58,7%, seguono Sud e isole con il 22,2% e il Centro al 19,2%. In particolare, l’Accordo sulla sospensione delle rate di rimborso dei mutui realizzato lo scorso dicembre tra Abi e Associazioni dei consumatori, è diretto ad offrire uno strumento immediato di aiuto alle famiglie. Le caratteristiche principali sono: - sospensione per almeno 12 mesi, anche nei confronti dei clienti con ritardi nei pagamenti fino a 180 giorni consecutivi; - mutui di importo fino a 150.000 euro accesi per l’acquisto, costruzione o ristrutturazione dell’abitazione principale; - clienti con un reddito imponibile fino a 40.000 euro annui, che hanno subito o subiscono nel biennio 2009 e 2010 eventi particolarmente negativi (morte, perdita dell’occupazione, insorgenza di condizioni di non autosufficienza, ingresso in cassa integrazione). L’iniziativa costituisce la misura minima alla quale le banche associate potevano aderire, ferma restando la piena libertà di ciascuna banca di offrire al cliente condizioni migliori rispetto a quanto previsto dall’Accordo. Ad oggi hanno offerto condizioni migliorative 172 banche, rappresentative del 64% del mercato. Il Piano è partito il 1° febbraio e i clienti potranno fare la richiesta per attivare la sospensione fino al 31 gennaio 2011, con riferimento ad eventi accaduti dal gennaio 2009 al 31 dicembre 2010.  
   
   
LAVORI PUBBLICI: OCCORRE ARGINARE MASSIMO RIBASSO, IMPEGNO REGIONE UMBRIA PER FAR DIVENTARE REGOLA CRITERIO OFFERTA PIÙ VANTAGGIOSA  
 
Perugia, 21 giugno 2010 – “Negli appalti pubblici occorre arginare il fenomeno del massimo ribasso. In attesa di una auspicabile modifica della normativa nazionale che limiti o impedisca l’utilizzo di tale strumento la Regione Umbria si impegnerà affinché il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa diventi la regola”. E’ quanto afferma l’assessore regionale ai lavori pubblici, Stefano Vinti. “Con la legge regionale n. 3 del 21 gennaio 2010 – ha detto l’assessore - l’Umbria ha già introdotto il principio che, nella scelta dell’offerta migliore, le amministrazioni aggiudicatrici utilizzino, di preferenza, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, norma che però il Governo ha impugnato con ricorso tuttora pendente”. “Il massimo ribasso è – spiega - nella quasi totalità dei casi, causa di bassa qualità negli appalti dovuta anche alla sottostima dei costi. Le criticità non vengono scaricate solamente sulla qualità dell’opera finale. Ne risentono le imprese, che operano in condizioni di forte incertezza causate da concorrenza elevata, margini ridotti, tempi ristretti, innovazione continua nei materiali e nelle lavorazioni. Ne risente la qualità del lavoro in quanto i primi costi ad essere tagliati per ottenere l’aggiudicazione sono proprio quelli relativi alla sicurezza nei luoghi di lavoro, con bassi salari, lavoro in nero, intensità dei ritmi di lavoro spesso insostenibili”. Per Vinti, “il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa rappresenta invece una valida alternativa, più articolata e qualificata della proposta rispetto alla tradizionale offerta al massimo ribasso. Quello che viene valutato è un insieme di elementi, basati su un criterio di fondo che non si esaurisce al solo risparmio, ma si allarga alla qualità dell’offerta”. “La Regione Umbria, in attesa di un intervento legislativo nazionale – conclude - avvierà da subito un confronto serrato con le stazioni appaltanti, il mondo del lavoro e dell’impresa per determinare, anche sotto il profilo culturale, il superamento del criterio dell’offerta al massimo ribasso e contribuire a far diventare quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa strumento principale di aggiudicazione degli appalti. Questo anche attraverso iniziative di carattere sostanziale che sostengano le amministrazioni appaltanti nel conseguimento di questo importante obiettivo, supportandone l’attività di affidamento anche tramite la predisposizione dei capitolati, bandi e lettere di invito– tipo”.  
   
   
MILANO, RISTRUTTURAZIONE SCUOLE. INCONTRO CON I DIRIGENTI DI ZONA 1 PER PROGRAMMARE INTERVENTI  
 
Milano, 21 giugno 2010 - “Proseguono gli incontri con i Dirigenti scolastici per finalizzare una programmazione degli importanti lavori di ristrutturazione nelle scuole di Milano che partiranno quest’estate, grazie a un investimento straordinario di 30 milioni di euro. Dopo l’incontro con i Dirigenti delle scuole di Zona 9, il 17 giugno pomeriggio abbiamo incontrato quelli facenti capo alla Zona 1 e, nei prossimi giorni, seguiranno gli altri. Si tratta di momenti di sintesi definitiva per incrociare gli aspetti tecnici con l’esperienza di chi, vivendo la scuola tutti i giorni, meglio di chiunque altro può rappresentarne i bisogni”. Lo ha comunicato l’assessore ai Lavori Pubblici e Infrastrutture Bruno Simini. “Queste opere straordinarie – ha proseguito Simini - andranno ad affiancare, e non a sostituire, il consistente piano di messa a norma degli edifici scolastici che è di massima utilità per quanto riguarda la sicurezza ma che spesso non abbellisce o migliora la vivibilità e l’estetica della scuola. Con questo investimento straordinario, invece, andremo a impermeabilizzare le coperture, a rifare i servizi igienici, a sostituire gli infissi o a migliorare le condizioni delle palestre, per fare solo alcuni esempi”. “Insieme ai dirigenti abbiamo affrontato le priorità di intervento sulle strutture scolastiche – ha detto l’assessore a Famiglia, scuola e politiche sociali Mariolina Moioli – e abbiamo stilato un programma d’azione che partirà già dalle prossime settimane. Prosegue in questa direzione la stretta collaborazione con l´assessore Bruno Simini per intervenire nelle scuole che necessitano di opere di ristrutturazione, partendo da quelle in condizioni più precarie”. “La collaborazione con i dirigenti scolastici – conclude la Moioli – è fondamentale per conoscere tempestivamente le problematiche e per risolverle nel minor tempo possibile. Il confronto continuo, sia in questo settore sia per i progetti di integrazione e prevenzione del disagio, è premessa fondamentale affinché migliorino le condizioni del benessere scolastico per tutti gli alunni e il personale docente e non docente”.  
   
   
CASA IN LOMBARDIA,ZAMBETTI:NOSTRI INTERVENTI AIUTANO RIPRESA  
 
Milano, 21 giugno 2010 - Regione Lombardia vuole contribuire fortemente a dare nuovo impulso e creatività a un settore come quello immobiliare, che ha subito anch´esso lo scossone della crisi internazionali. Hanno quindi questo significato - come ha ribadito oggi pomeriggio l´assessore alla Casa, Domenico Zambetti durante un convegno di Unicasa sul futuro del mercato immobiliare lombardo - i programmi regionali già iniziati e in fase di ultimazione e quelli che cominceranno a breve. Nel solo biennio 2007-2009 all´interno del programma dei Contratti di quartiere sono stati ultimati 263 interventi per un totale di oltre 6.500 alloggi. Altri 600 interventi, che riguardano invece l´incremento di alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp), termineranno entro i prossimi 4 anni grazie a un cofinanziamento regionale complessivo di 1,4 miliardi di euro. Se ne ricaveranno 16.000 appartamenti: 9.800 saranno di nuova costruzione o frutto di recupero edilizio, e 6.200 deriveranno da manutenzioni di vario genere. "Non si costruiscono più case - ha detto Zambetti - senza pensare a chi ci abiterà e come farà a integrarsi nel tessuto sociale. Per questo ribadisco l´importanza del Patto regionale per la casa già lanciato dal presidente Formigoni che mette a sistema alcune strategie condivise. Un progetto ambizioso che dovrà far leva su un metodo che conosciamo bene e che sappiamo usare: la collaborazione costante tra istituzioni, soggetti privati e terzo settore". Questa è la strada già intrapresa da Regione Lombardia per sperimentare le nuove forme di housing sociale che hanno permesso di evolvere il tradizionale modello dell´edilizia residenziale pubblica verso un sistema aperto e responsabilizzante per tutti. Un lavoro che nella scorsa legislatura, nella sola città di Milano, ha permesso di realizzare e assegnare 3.258 alloggi di cui 554 per il ceto medio in difficoltà, di sostenere 41.000 famiglie con il fondo sostegno affitti (stanziati 56 milioni di euro) e di cofinanziare 1.000 nuovi alloggi (257 per il ceto medio in difficoltà) e 1.626 posti letto per studenti. "La crisi economica - ha aggiunto Zambetti - ha certamente acuito queste necessità. Tra le famiglie che possono avere difficoltà a pagare un canone di mercato, soprattutto in un contesto come quello milanese, ci sono anche quelle con reddito intorno ai 25.000 mila euro. Nuclei che dovrebbero poter sopportare canoni intorno ai 450 euro al mese, cioè inferiori a quelli di mercato, ma superiori a quelli sociali". "Sono sicuro - ha concluso Zambetti - che anche questo periodo di crisi possa rappresentare un´opportunità di crescita. Ma per raggiungere e superare qualsiasi traguardo bisogna fare squadra e lavorare esclusivamente nell´interesse dei cittadini".  
   
   
POLITICHE ABITATIVE IN UMBRIA: ATER NON UNA PENALIZZAZIONE MA UN’OPPORTUNITA  
 
Perugia, 21 giugno 2010 – “L’obiettivo della Giunta regionale di razionalizzare gli enti strumentali per la realizzazione delle politiche abitative e residenziali pubbliche regionali, esposto dalla Presidente Catiuscia Marini nelle dichiarazioni programmatiche per la legislatura 2010 – 2015 e approvate dal Consiglio regionale dell’Umbria, discende direttamente dalle funzioni che la Carta Costituzionale, titolo V, assegna alla Regione”. E’ quanto afferma l’assessore regionale alle politiche abitative, Stefano Vinti. “La Regione – ha precisato Vinti - si è dotata della legge n. 23 del 2007 per la riforma del sistema amministrativo regionale e locale e per l’innovazione e la semplificazione, in cui all’ art. 6 indica con chiarezza la necessità di esercitare unitariamente alcune funzioni con una unica struttura di livello regionale. Pertanto la necessità di arrivare ad un’unica Ater regionale deriva da precise prescrizioni di legge”. “La Giunta regionale – prosegue - intende in questo percorso avvalersi di tutti i soggetti che in questi anni sono stati protagonisti positivi dei livelli di efficienza e di efficacia raggiunti dai due Ater provinciali e, in particolare, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, avendo la ferma volontà di valorizzare coloro che sono stati protagonisti del buon lavoro svolto. Inoltre – ha concluso l’assessore - la Giunta regionale intende fronteggiare gli irresponsabili tagli imposti dalla manovra Tremonti - 17, 5 milioni di euro per l’edilizia residenziale pubblica nel 2011 e 19,7 milioni nel 2012 - facendo ricorso alle grandi potenzialità professionali dei lavoratori, tecnici e dirigenti dell’Ater, per affrontare con grande determinazione il disagio abitativo che ancora fasce importanti della popolazione esprimono in Umbria, soprattutto i soggetti sociali più deboli”.  
   
   
CASA, 141 RICHIESTE DI CONTRIBUTO, PER UN AMMONTARE DI 1 MILIONE E 648 MILA EURO, PER L´ACQUISTO DI ALLOGGI DA PARTE DI GIOVANI COPPI E DELL’ EMILIA ROMAGNA  
 
 Bologna, 21 giugno 2010 – Sono state 141, per un ammontare di 1 milione e 648 mila euro, le richieste di contributo per acquistare un alloggio attraverso il bando regionale ´Una casa per le giovani coppie e altri nuclei familiari´. Sono questi i risultati del ‘click day’ necessario per richiedere il contributo della Regione dopo avere sottoscritto il pre-contratto con le imprese che mettevano a disposizione alloggi a prezzo convenzionato. «Nonostante la crisi economica e la rigidità ad accedere al credito, queste richieste per l’acquisto della prima casa – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - rappresentano un buon segnale e ci consegnano la consapevolezza che, passo dopo passo, abbiamo imboccato la giusta direzione. Cioè si è coniugato sia la risposta alla richiesta di alloggi per costruire nuove famiglie sia il sostegno al comparto dell’edilizia e costruzioni. Ora proseguiremo rapidamente con un terzo bando utilizzando le risorse rimaste». Il maggior numero di richieste di contributo, ben 49, sono arrivate dalla provincia di Parma (di cui 34 nel capoluogo, quasi il 70% del totale della provincia), 20 dalla provincia di Modena, 19 nella provincia di Bologna, 18 nelle province di Reggio Emilia e Rimini, 9 a Ferrara e 8 Ravenna. Nessuna richieste dalle province di Piacenza e Forlì-cesena. La graduatoria dei nuclei ammessi al programma sarà pubblicata il 23 giugno 2010. Il 30% degli alloggi scelti hanno caratteristiche tecniche e costruttive rispettose dell’ambiente e del risparmio energetico: dei 42 ‘alloggi green’ ben 23, più della metà, sono concentrati nella provincia di Parma. Il 42% degli immobili sono localizzati nei capoluoghi di provincia. Il contributo della Regione ammonta a 10 mila euro che sale a 13 mila euro se l’alloggio è realizzato con tecniche costruttive rispettose dell’ambiente e del risparmio energetico e arriva fino a 15 mila euro per le famiglie con almeno un figlio . In tutta la regione gli alloggi disponibili erano 1.587 unità e di questi ne sono stati richiesti circa il 9%. «Fornire la possibilità alle giovani coppie di acquistare una casa e dare vita a nuove famiglie, rappresenta – ha aggiunto Muzzarelli - un investimento per il futuro del territorio emiliano-romagnolo in cui i giovani possono essere protagonisti della comunità in cui vivono».  
   
   
WRITER, MILANO: SCUOLA FINITA, CINQUE TREDICENNI IMBRATTANO UN EDIFICIO DI VIA BARAVALLE, UNO E’ IL FIGLIO DI UN AMMINISTRATORE CONDOMINIALE IMPEGNATO CONTRO I GRAFFITARI. ECCO I RISULTATI PER AVER MITIZZATO I SEDICENTI ARTISTI TUTTI MULTATI PER 450 EURO.  
 
 Milano, 21 giugno 2010 - “Cinque tredicenni sono stati sorpesi dalla Polizia Locale a scrivere delle tag, con bombolette spray rosse e blu, sul muro di un edificio comunale di via Tabacchi, angolo via Baravalle. Lo stesso che nel luglio 2009 era stato fatto ripulire a due writer in ottemperanza a quanto deciso dal giudice di pace come risarcimento del danno al Comune. Dell’accaduto sono stati informati i genitori dei ragazzini, tutti di buona famiglia, che frequentano la scuola media. E a loro sono state inflitte multe per 450 euro in base all’ordinanza vigente. E’ stato inoltre informato il pm del Tribunale dei Minori. Data l’età inferiore ai 14 anni, per legge, non sono perseguibili penalmente. Paradossalmente uno dei ‘genitori’ è anche amministratore condominale impegnato nel promuovere la ripulitura degli stabili imbrattati. Si è detto molto sorpreso. Un altro fa l’assistente sociale”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato “Questi sono i risultati – spiega De Corato – di campagne tese a beatificare sedicenti artisti. Peana sconsiderati che creano un pericoloso effetto domino. E la moda dell’imbrattamento contagia anche minorenni di buona famiglia, figli pure di amministratori condominiali impegnati in campagne antiwriter. Una nemesi. Muri, alberi, macchine, convogli della metropolitana, vetrine dei negozi sfregiati da acidi, le modalità e gli obiettivi sono ormai i più vari” “Non si dica però – sottolinea De Corato – che il Comune di Milano arretra di fronte ai graffitari. E parlano i numeri: 67 denunce all’autorità giudiziaria, 5 processi già chiusi con la condanna dei responsabili e il risarcimento al Comune, 135 multe da 450 euro in base all’ordinanza vigente”.  
   
   
IL MARCHIO CE VI APRE IL MERCATO EUROPEO  
 
Bruxelles, 21 giugno 2010 - I prodotti che acquistiamo recano spesso il "marchio Ce", ma qual è il reale significato di questo marchio? All´insegna dello slogan "Il marchio Ce vi apre il mercato europeo!" la Commissione europea conduce una campagna d’informazione in proposito. Il marchio Ce effettivamente indica che un prodotto è conforme alla pertinente legislazione Ue, ragion per cui può essere commercializzato e venduto in tutta l´Ue. Applicando il marchio Ce su un prodotto un fabbricante dichiara, unicamente sotto la propria responsabilità, che esso risulta conforme a tutte le prescrizioni di legge applicabili, in particolare a quelle in tema di salute, sicurezza del prodotto e protezione ambientale. Le ripercussioni giuridiche ed economiche di un mancato rispetto della normativa vigente sono tali da produrre un effetto deterrente sulla stragrande maggioranza delle imprese. La campagna è rivolta essenzialmente agli operatori economici per sensibilizzarli sull´importanza del marchio Ce. Il vicepresidente Antonio Tajani, commissario responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, ha affermato: “Dobbiamo dare maggiore visibilità al marchio Ce e accrescere la fiducia del pubblico. La nostra campagna intende promuovere una migliore consapevolezza delle implicazioni del marchio e delle sue finalità. La fiducia del pubblico, però, è in funzione dell´affidabilità del sistema su cui si basa il marchio Ce. Soltanto così esso potrà rassicurare i consumatori a vantaggio anche dei produttori e dei distributori.” Non tutti i prodotti venduti nell´Ue devono recare il marchio Ce. Esso si applica a circa 23 categorie diverse di prodotti, come i giocattoli, gli apparecchi elettrici, le macchine, i dispositivi di protezione personale e gli ascensori. Il marchio Ce non sta ad indicare che un prodotto è stato fabbricato nel See, bensì indica che il prodotto è stato verificato prima di essere immesso sul mercato e soddisfa quindi le disposizioni di legge (ad esempio, un livello armonizzato di sicurezza). Esso implica che il fabbricante ha verificato che il prodotto sia conforme a tutti i pertinenti requisiti di base (ad esempio, in materia di salute e sicurezza) delle direttive applicabili ovvero che lo ha fatto esaminare da un organismo notificato di valutazione della conformità. Per gli articoli prodotti nell’Ue spetta al fabbricante eseguire la valutazione di conformità, redigere la scheda tecnica, rilasciare la dichiarazione Ce di conformità e applicare il marchio Ce su un prodotto. I distributori devono verificare la presenza sia del marchio Ce sia della necessaria documentazione di supporto. Per i prodotti importati da un paese terzo l´importatore deve accertare che il fabbricante avente sede al di fuori dell´Ue abbia fatto il necessario in tal senso e che la relativa documentazione sia disponibile a richiesta. Il marchio Ce semplifica la vita alle imprese e alle autorità nazionali: •per l´industria europea, il marchio dà alle imprese dell´Ue un accesso all´intero mercato unico senza dover acquisire 27 approvazioni individuali dalle autorità nazionali, riducendo così i costi e gli oneri della certificazione di conformità e mantenendo nel contempo standard elevati; •per le autorità nazionali, esso agevola i controlli che devono essere effettuati dalle singole agenzie allorché la gamma di beni disponibili sul mercato dell´Ue cresce in modo esponenziale, senza per questo compromettere gli standard. Tuttavia, rafforzare il controllo degli organismi notificati e migliorare la sorveglianza del mercato significa far crescere la reputazione del marchio Ce e la fiducia dei consumatori. Con l´entrata in vigore del pacchetto legislativo riveduto attinente al mercato interno dei beni, il ruolo e la credibilità del marchio Ce si sono rafforzati (cfr. Memo/10/257). Le procedure, i provvedimenti e le sanzioni che si applicano in caso di contraffazione/abuso del marchio Ce sono statuiti nel diritto amministrativo e penale dei rispettivi Stati membri. A seconda della gravità del dolo, agli operatori economici può essere comminata una sanzione pecuniaria e, in certe circostanze, una pena detentiva. Se però il prodotto non è ritenuto configurare un rischio imminente per la sicurezza, il fabbricante può ricevere una seconda opportunità per rendere il prodotto conforme alla legislazione in vigore prima di essere obbligato a ritirarla dal mercato. La campagna di comunicazione consiste, tra altre iniziative, in una trentina di eventi/seminari educativi sul marchio Ce destinati agli operatori economici, alle associazioni di categoria, alle associazioni dei consumatori e ai giornalisti. Per ulteriori informazioni: http://www.Ec.europa.eu/cemarking/    
   
   
FVG: FONDI PMI, ACCESSO PIÙ SEMPLICE E VELOCE  
 
 Trieste, 21 giugno 2010 - E´ entrata in vigore la normativa regionale che semplifica l´accesso a due importanti fondi per il sostegno delle piccole medie imprese del Friuli Venezia Giulia, il Fondo regionale di garanzia per le Pmi ed il Fondo regionale smobilizzo crediti, previsti dalla normativa "anticrisi" approvata nel 2009 dalla Giunta regionale e modificata lo scorso maggio. "Da oggi sarà più semplice e veloce accedere a queste due importanti misure anticrisi pensate per le Pmi della regione", ha spiegato il vicepresidente Luca Ciriani: "è stato infatti ampliato l´accesso a vantaggio delle imprese, semplificata la modulistica, resi certi e brevi i tempi di risposta da parte del gestore dei fondi". Su proposta dell´assessorato alle Attività produttive infatti l´Amministrazione regionale ha provveduto a modificare nel senso della semplificazione gli iter di approvazione delle domande, con l´obiettivo di sveltire i tempi e far sì che le aziende possano ottenere risposte relativamente alle concessione delle cogaranzie e controgaranzie e ai finanziamenti per lo smobilizzo dei crediti in tempi brevi, ovvero entro 15 giorni dalla presentazione da parte di banche e Confidi delle domande al comitato di gestione del Frie che gestisce i fondi regionali a disposizione. "Delle numerose azioni anticrisi messe in campo dalla Regione un anno fa - ha detto ancora Ciriani - i fondi per lo smobilizzo dei crediti e per la concessione di cogaranzie e controgaranzie sono stati i meno utilizzati, anche perché rispetto ad altri strumenti si trattava di sistemi innovativi di agevolazione. Ritengo che le correzioni apportate possano aiutare le imprese a comprendere la portata di questi strumenti. L´auspicio ora è che Confidi, banche e consulenti degli imprenditori propongano questi strumenti che possono aiutare concretamente le aziende a ottenere finanziamenti agevolati e liquidità". Il Fondo smobilizzo crediti concede finanziamenti a tasso agevolato alle aziende che documentano il possesso di fatture in scadenza o scadute e non saldate: lo scorso maggio la Regione ha ampliato la possibilità di accesso a questo fondo, comprendendo anche crediti che derivano da fatture estere, oltre che dall´amministrazione pubblica e da aziende italiane: chi vanta dei crediti non saldati può ottenere finanziamenti dalla Regione in tempi brevi e in maniera semplice. Per quanto riguarda invece il sistema delle cogaranzie e controgaranzie, da attivare assieme ai Confidi, esso permette alle aziende - grazie all´intervento della Regione - di ottenere con maggiore facilità prestiti da parte delle banche. Le aziende possono visionare e scaricare la nuova modulistica e trovare informazioni particolareggiate relative ai provvedimenti anticrisi, alle banche e ai Confidi convenzionati dal sito internet www.Regione.fvg.it.  
   
   
LA PROVINCIA DI TREVISO PER LA GIOVANE IMPRENDITORIA: COMUNICATI I VINCITORI 2009 DEL BANDO INCUBAZIONE E TUTORAGGIO IMPRESE IN COLLABORAZIONE CON LA FORNACE DI ASOLO.  
 
Treviso, 21 giugno 2010 - Sono giunti al termine i bandi 2009 di “Incubazione” e “Tutoraggio” in collaborazione con la Fornace di Asolo il primo incubatore di imprese sorto nella Provincia di Treviso per facilitare lo start-up dei nuovi imprenditori. Il bando “Incubazione” dava la possibilità di incubare 3 nuove aziende garantendone, per tre anni, quota parte del finanziamento necessario. Con il bando “Tutoraggio” si dava la possibilità a 6 aziende di poter usufruire di “voucher” formativi individuali e personalizzati per un percorso di assistenza specialistica all’impresa fornito dalla Fornace stessa, attraverso propri tecnici o in collaborazione con Treviso Tecnologia e per un importo predeterminato e a totale carico dell’amministrazione provinciale. I requisiti di partecipazione erano la residenza in provincia di Treviso da almeno 5 anni e l’impegno a costituire l’impresa in provincia di Treviso entro 4 mesi dalla comunicazione di ammissione ai benefici, mentre di imprese già costituite la sede legale nella provincia di Treviso o l´impegno di trasferire entro 4 mesi la sede legale in provincia di Treviso e l´iscrizione al Registro Ditte della Camera di Commercio di Treviso; I vincitori dell´edizione 2009 del Bando per Incubazione di imprese avranno diritto all´assegnazione di un “voucher” in denaro, di 12.500,00 euro che saranno ripartiti nei 3 anni: per il primo anno, Euro 5.000,00, per il secondo anno, Euro 5.000,00, per il terzo anno, Euro 2.500,00: 1°) classificato: Di Filippo Mario nato a Baltimora (Usa) il 20.08.1964, residente in Caerano di San Marco, con il progetto “Consulenza formazione imprese”. Premio di euro 5.000 per l´anno 2009, euro 5.000 per l´anno 2010 ed euro 2.500 per l´anno 2011; 2°) classificato: Longo Dario nato a Segusino il 29.09.1956, residente a Paese, con il progetto “Antifurti elettronici per pannelli fotovoltaici”. Premio di euro 5.000 per l´anno 2009, euro 5.000 per l´anno 2010 ed euro 2.500 per l´anno 2011; 3°) classificato: Agnoli Stefano nato a Montebelluna il 17.01.1973, residente in Montebelluna, con il progetto “Commercio elettronico articoli sportivi”. Premio di euro 5.000 per l´anno 2009, euro 5.000 per l´anno 2010 ed euro 2.500 per l´anno 2011; I vincitori 2009 del Bando per Tutoraggio di imprese hanno diritto all’assegnazione di apposito “voucher” creditizio dell’importo di Euro 2.500,00 spendibile per servizi di formazione ed accompagnamento. 1°) classificato: Furlan Massimo nato a Venezia il 12.10.1980, residente in Villorba, con il progetto “Macs design”. Premio di euro 2.500; 2°) classificato: Mionetto Monica nata a Valdobbiadene il 29.04.1978, residente in Monfumo, con il progetto “Designer arredamento”. Premio di euro 2.500; 3°) classificato: Bernini Ludovico nato a Pederobba il 25.10.1973, residente in Asolo, con il progetto “Below zero”. Premio di euro 2.500; 4°) classificato: Patron Alessio nato a Treviso il 14.06.1979, residente in Mogliano Veneto, con il progetto “Casavenditadiretta”. Premio di euro 2.500. A breve entrambi i bandi saranno riproposti, assieme a quello per il “concorso per idee e progetti a favore della giovane impresa della marca trevigiana – La tua idea, la tua impresa”, giunto ormai al 5° anno, finalizzato a premiare le idee e/o progetti contenenti rilevanti elementi di novità, creatività o innovazione, nell’ambito della produzione di beni e/o fornitura di servizi. “In un momento di crisi come questo, la Provincia di Treviso ha voluto mettere in campo diverse politiche attive, per favorire la creazione di nuove imprese e, di conseguenza, di nuovi posti di lavoro – spiega il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro – Voglio fare i complimenti a tutti i nuovi imprenditori perché, con le loro idee e la loro passione, contribuiscano alla ripresa dell’economia di un territorio da sempre contraddistinto da un tessuto di piccole e medie imprese”. “Oltre a questi bandi, che vogliamo rilanciare a breve, proporremo anche il concorso per le nuove idee imprenditoriali – commenta l’assessore provinciale alle Attività Produttive, Michele Noal – perché vogliamo favorire la crescita di nuove imprese, specie giovanili e innovative”  
   
   
BANCHE: ABI TOSCANA, CIRCA 97 MILIARDI DI EURO I FINANZIAMENTI A FAMIGLIE E IMPRESE AL CENTRO DI UN INCONTRO DI ABI TOSCANA CON LA STAMPA ECONOMICA REGIONALE, LA FOTOGRAFIA DEL SISTEMA BANCARIO LOCALE E I DATI SUL SOSTEGNO A FAMIGLIE E SETTORI PRODUTTIVI  
 
Firenze, 21 giugno 2010 - Ammontano a circa 97 miliardi di euro, a marzo 2010, i finanziamenti bancari destinati alle famiglie e alle imprese della Toscana, segnando performance di crescita positive nonostante la difficile congiuntura. I dati sono stati presentati oggi a Firenze dal Presidente di Abi Toscana, Ferdinando Quattrucci, alla stampa economica regionale nel corso di un incontro sui contenuti principali dell’attività della Commissione e sulla situazione creditizia del territorio. Banche in Toscana - La struttura del sistema bancario regionale vede attive sul territorio, nel 2009, 114 banche per un totale di 2.557 sportelli che servono 276 comuni. Gli Atm (sportelli bancomat) sparsi sul territorio sono 3.272 unità; i Pos (apparecchiature necessarie per pagare con il Bancomat direttamente nei negozi) 93.372. Nella regione i lavoratori bancari sono il 7,8% del totale nazionale di settore che ha toccato le 343.000 unità. Finanziamenti a famiglie e imprese - I finanziamenti delle banche alle imprese locali (comprese le famiglie produttrici) hanno raggiunto circa 68 miliardi di euro a marzo 2010, con un aumento del 3,8% rispetto al 2009; alle famiglie consumatrici sono andati quasi 29 miliardi con una crescita annuale dell’11,4%. Buono l’andamento dei depositi da parte della clientela: complessivamente 56,6 miliardi di euro pari ad un incremento del 5,5%. A fronte dell’ampio sostegno a famiglie e imprese, il settore bancario sconta ancora la difficile congiuntura economica sul territorio con il risultato che le sofferenze sono cresciute del 44,3% a 4,6 miliardi di euro.  
   
   
REGIONE INCONTRA I GIOVANI INDUSTRIALI CALABRESI  
 
 Reggio Calabria, 21 giugno 2010 - L’assessore alle attività produttive della Regione Calabria Antonio Caridi ha incontrato il 19 giugno nella sede dell’assessorato a palazzo Europa i giovani industriali calabresi. Con il Presidente regionale Sebastiano Caffo erano inoltre presenti i presidenti provinciali; Andrea Abramo di Catanzaro, Fortunato Amarelli di Cosenza, Pierluigi Balzano di Crotone, Paolo Falzea di Reggio Calabria, Mario Romano di Vibo Valentia ed il coordinatore del comitato economia regionale Giuseppe Paonessa. Durante l’incontro sono state avanzate delle prime ipotesi di intervento di politica industriale a favore delle Pmi calabresi. Fiscalità di vantaggio, incubatori di impresa e la creazione di una Società per lo Sviluppo Imprenditoriale sono stati i temi in discussione. In particolare, tra le ipotesi avanzate dai giovani industriali calabresi, si è approfondita la possibilità di diminuire l’incidenza delle tasse ed in modo particolare dell’Irap per un periodo di tempo di almeno 10 anni. A tal proposito è stato presentato un lavoro realizzato in collaborazione con l’Istituto Leoni. Per quanto concerne la creazione di incubatori di impresa è stato illustrato un progetto che ha l’obiettivo di recuperare a sistema gli incubatori regionali ex Bic istituendo un soggetto attuatore deputato a gestire le risorse messe a disposizione dalla Regione e allo stesso tempo preoccuparsi di assistere le imprese con interventi di consulenza capaci di poter gestire il periodo di start-up. Infine si è discusso della creazione di una Società per lo Sviluppo Imprenditoriale (Sfis). Secondo i giovani industriali si tratta di uno strumento operativo previsto dalla legge 388 art. 106 che ha la finalità di realizzare investimenti al capitale di rischio di Pmi innovative promosse nella Regione. Al termine dell’incontro i giovani industriali hanno manifestato soddisfazione ed entusiasmo sottolineando di “aver trovato nell’assessore Antonio Caridi un interlocutore attento e disponibile a portare avanti lo loro tesi”. “Ho ascoltato con grande interesse ed attenzione i progetti proposti – ha concluso l’assessore Caridi. Abbiamo già fissato un’agenda di lavoro per poter approfondire ogni singolo tema ed arrivare in tempi brevi a delle proposte operative”.  
   
   
RAPPORTO APISARDA 2009 - GLI INTERVENTI DI MANCA E LA SPISA ASCOLTA LA NOTIZIA  
 
Cagliari, 21 Giugno 2010 - "È vero che il 2010 è considerato un anno terribile dal punto di vista occupativo, ma la Regione ha messo in campo strumenti in grado di non lasciare nessuno per strada, compensando le crisi aziendali con l´uso degli ammortizzatori sociali, insieme ai percorsi formativi che riqualificano i lavoratori". Lo ha sottolineato il 17 giugno l´assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, nel corso della presentazione del 22° Rapporto congiunturale illustrato dall´Api Sarda. "Abbiamo pure elevato il sussidio dei lavoratori in mobilità e in cassa integrazione - ha ricordato l´assessore Manca –. Per quanto concerne l´accesso al credito, la Giunta regionale ha costruito un percorso integrativo rispetto al sistema bancario e para-bancario (fondi di garanzia, fondi di controgaranzia, Microcredito) in funzione delle criticità lamentate dalle imprese sarde". Nel Rapporto congiunturale dell´Api Sarda si fa riferimento all´internazionalizzazione del mercato. "Un terzo delle imprese intervistate - ha sottolineato Manca - vede nel mercato internazionale, soprattutto nell´ambito dei Paesi dell´Unione europea, un possibile sbocco. Credo che quella percentuale possa crescere notevolmente, anche perché il mercato regionale è decisamente limitato. Spesso si tratta di una questione squisitamente culturale, che ci trasciniamo da tanto tempo. La crisi, probabilmente, sta costringendo le imprese sarde ad adeguarsi". “Come lo stesso Rapporto sottolinea – ha poi aggiunto l´assessore Manca –, sono necessari interventi formativi all´interno delle imprese. I programmi Europeando 1 ed Europeando 2 vanno proprio in questa direzione. Il primo, per esempio, è rivolto al management delle piccole e medie imprese. Tra i temi che saranno affrontati nei Master, uno riguarda la gestione delle finanze. Il Rapporto ha evidenziato questa lacuna, che è anch´essa un limite culturale evidente in molti casi”. "Per la crescita della Sardegna stiamo puntando in modo forte su tre obiettivi primari: Credito, Ricerca e Incentivi. Sull´accesso al credito abbiamo messo in campo fondo di garanzia, credito di imposta e microcredito, per la ricerca abbiamo chiuso importanti protocolli di intesa con il Ministero e gli atenei sardi e accresciuto i fondi a disposizione e per quanto riguarda gli incentivi, oltre alle direttive di attuazione del “contratto d’investimento” per il sostegno allo sviluppo delle imprese, stiamo facendo di tutto perché entro la fine dell’estate possano partire i nuovi Pia". E´ quanto affermato dall´assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, nel corso del suo intervento durante la presentazione del Xxii Rapporto Congiunturale dell’Api Sarda sull’andamento del sistema delle Pmi in Sardegna nel 2009. “Per le imprese sarde – ha ripreso l’assessore - la crisi deve essere un’opportunità di crescita e il fatto che un terzo delle aziende si stia proponendo su nuovi mercati di riferimento, è un dato positivo".  
   
   
DIECI IDEE INNOVATIVE PER BATTERE LA CRISI GRAZIE AL PROGETTO RE UP CHE È STATO PROMOSSO DALLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA . AL VIA LA FASE DI FORMAZIONE-ACCOMPAGNAMENTO CHE SARÀ CURATA DAL CIS DI INDUSTRIALI REGGIO  
 
Reggio Emilia, 21 giugno 2010 - Con i giovani e soprattutto con idee innovative è più facile battere la crisi. Con questo spirito la Provincia di Reggio Emilia ha promosso - nell´ambito di un pacchetto di misure concrete per combattere l’attuale crisi e per rilanciare il tessuto economico locale - il progetto "Re Up", volto a finanziare lo start-up di idee imprenditoriali ad alto tasso di innovazione di prodotto o di processo, nonché a garantire un percorso formativo di alta qualità teso ad incrementare le possibilità di successo sul mercato delle nuove imprese. Il progetto, che sta per vedere l´avvio proprio della fase di formazione–accompagnamento che sarà curata dal Cis, è stato illustrato questa mattina dalla presidente della Provincia, Sonia Masini, dal direttore generale di Industriali Reggio Emilia, Giuseppe Domenichini e dal direttore di Cis-scuola per la gestione d’impresa, Federico Mioni. Presenti anche gli stessi 7 giovani imprenditori (hanno tra i 26 e i 48 anni) che - insieme ad una cooperativa e a due Srl - grazie alla Provincia stanno cercando di tradurre in realtà le proprie idee innovative che spaziano dal biomedicale all´energia, dalla tecnologia della comunicazione all´elettronica, dall´alimentare alla sicurezza. "Il progetto "Re Up" è finanziato con parte dei 9,5 milioni di euro destinati nell´ultimo bilancio dalla Provincia a contrastare la crisi, appunto favorendo la nascita di imprese innovative, sostenendo il credito a favore di quelle esistenti, nonché aiutando le famiglie in difficoltà in particolare a tutela della piena scolarizzazione di tutti i bambini fin dai primi anni di vita - ha sottolineato la presidente Sonia Masini - Con questa iniziativa abbiamo voluto premiare e incentivare la voglia di intraprendere in maniera innovativa dei reggiani, in particolare dei giovani, anche per creare nuove prospettive occupazionali. Le risposte che abbiamo avuto, e le idee che stiamo appoggiando e finanziando, confermano che c´è voglia di osare e rischiare e credo che in una fase di crisi come l´attuale sia importante proprio ripartire dal talento e dall´ingegno, e appunto dalla volontà di rischiare dei giovani, ma anche dalla volontà del pubblico di sostenerli in queste sfide". Destinatari di "Re Up" erano nuove imprese o costituite da non più di tre anni in grado di presentare un progetto imprenditoriale ad alto tasso di innovazione di prodotto o di processo. I 10 imprenditori selezionati seguiranno ora un percorso di accompagnamento-formazione interamente a carico della Provincia (200.000 euro), al termine del quale - in caso di realizzabilità concreta del progetto - si aggiungerà un finanziamento sempre della Provincia per un massimo di 50.000 di euro per ogni singola impresa. “Apprezziamo il progetto perché sostiene le idee e la disponibilità al rischio imprenditoriale di giovani e nuove aziende. Come Confindustria crediamo di poter mettere a disposizione i supporti indispensabili per il loro successo” ha detto Giuseppe Domenichini. "Le attività formative - che saranno curate dal Cis, la scuola per la gestione d’impresa di Industriali Reggio - saranno definite “su misura” delle diverse idee imprenditoriali da seguire, con l’obiettivo di trasmettere competenze tecniche e manageriali", ha aggiunto Federico Mioni. Il percorso formativo porterà alla definizione di un business-plan dettagliato e completo che consenta a possibili investitori di valutare i progetti: quelli migliori potranno essere finanziati dalla Provincia (a fondo perduto) o da altri soggetti privati, come business angel o venture capitalist, figure professionali che di mestiere selezionano nuove imprese promettenti nelle quali investire e che hanno già espresso giudizi positivi su alcune delle idee imprenditoriali selezionate dalla Provincia. Questi i sette imprenditori e le tre aziende (con i rispettivi progetti ed i settori di appartenenza) premiati dalla Provincia. Andrea Rossi, 26 anni: realizzazione di una turbina eolica per la produzione localizzata energia elettrica (energia); Alessandro Ferrari, 34: applicativo Web per creare reti di professionisti della conoscenza (tecnologia della comunicazione e informazione); Marco Lasagna, 41: mascherina di protezione delle vie aeree (biomedicale); Roberto Montanari, 37: produzione di un dispositivo per la sicurezza dei bambini in auto (sicurezza); Cooperativa Cat: realizzazione di un impianto per produzione di biogas con utilizzo di matrici organiche (energia); Iuri Zini, 35: nuovo materiale da utilizzarsi nelle lavorazioni del settore meccanico (siderurgia); Feligan Srl: sistema di alimentazione elettrica senza fili (elettronica); Daniela Semeghini, 41: creazione e commercializzazione gamma alimenti vegani, con attenzione al gusto (alimentare); Spire Srl: realizzazione di uno strumento diagnostico per la rilevazione delle allergie umane (biomedicale); Marta Arcagnati, 48: creazione di una società specializzata nella fornitura di servizi energetici a 360° (energia).  
   
   
CALABRIA, A INCONTRO A ROMA TRA IL SOTTOSEGRETARIO SCOTTI E L’ASSESSORE CAPUA PER CONSENTIRE UN INSERIMENTO PRIVILEGIATO DELLE AZIENDE IN BRASILE.  
 
Roma, 21 giugno 2010 - L’assessore regionale Politiche euromediterranee, Fabrizio Capua, ha partecipato il 17 giugno a Roma, nella sala conferenze del Ministero degli Affari Esteri, ad una riunione programmatica durante la quale il sottosegretario Vincenzo Scotti ha presentato il “Piano d’Azione di Partenariato Strategico fra Italia e Brasile” nell’ottica della visita a San Paolo del presidente Berlusconi in programma il 28 e il 29 giugno. Al termine dei lavori l’assessore Capua si è intrattenuto con il sottosegretario Scotti per discutere quale ruolo avrà la Regione Calabria in merito al Piano di Azione. L’incontro costituisce già il secondo momento di confronto tra la Regione e il Ministero degli Esteri per riflettere e gettare le basi su una futura collaborazione nel settore dell’internazionalizzazione e, più in particolare, per consentire un inserimento privilegiato delle nostre aziende in Brasile. “La Regione Calabria - ha dichiarato Capua - deve predisporre un piano di internazionalizzazione che consenta di individuare i prodotti che possono essere collocati sul mercato internazionale e i paesi con i quali avviare importanti rapporti di interscambio commerciale. Il Brasile, guardando oltre l’Atlantico, rappresenta un partner naturale per una Regione come la nostra”. Il sottosegretario Scotti ha manifestato apprezzamento per le intenzioni e i programmi dell’assessore Capua garantendo ampio sostegno in vista di una sinergica collaborazione tra Ministero degli Affari Esteri e governo regionale.  
   
   
CASSA IN DEROGA PER DIPENDENTI SMART TV  
 
 Trieste, 21 giugno 2010 - Gli 86 lavoratori della Smarttv (ex Seleco) di Pordenone, azienda in procedura fallimentare, potranno usufruire della cassa integrazione in deroga per quattro mesi, fino a metà ottobre. A renderlo possibile è una modifica dell´Intesa tra Regione e parti sociali sugli ammortizzatori sociali in deroga per il 2010, proposta dall´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi. La modifica è stata approvata il 17 giugno a Trieste dai sindacati e dai rappresentanti delle associazioni di categoria in occasione di una riunione del Tavolo di concertazione. Convocata urgentemente dall´assessore Brandi. La modifica inclusa nell´Intesa estende la possibilità di concedere gli ammortizzatori anche a casi come quello della Smarttv, di aziende cioè interessate da procedura concorsuale per le quali non sussistono i presupposti per richiedere al ministro del Lavoro la proroga della cassa integrazione straordinaria. La cassa in deroga potrà dunque d´ora in poi essere concessa anche nel caso non vi sia continuità aziendale purché sussistano comunque prospettive di salvaguardia anche parziale dell´occupazione in altre forme, tenuto per esempio conto delle ricadute positive che gli ammortizzatori potranno avere sulla gestione delle eccedenze occupazionali. Nel caso specifico, i quattro mesi di cassa in deroga permetteranno a una parte dei lavoratori della Smarttv di essere ricollocati nell´ambito della procedura, attualmente in corso, di cessione dei marchi storici della Seleco, che fanno però capo a un altro soggetto, la Formenti-seleco. Nel frattempo, inoltre, alcuni ex dipendenti della Smarttv matureranno il diritto alla pensione. Non è la prima volta che l´Intesa tra Regione e parti sociali sugli ammortizzatori in deroga viene modificata, una necessità per adeguare questo importante strumento - come da più parti è stato rilevato nel corso della riunione del Tavolo di concertazione - alle concrete situazioni di difficoltà che via via si presentano in Friuli Venezia Giulia in una fase di crisi occupazionale. Nell´occasione l´assessore regionale Angela Brandi, reduce dall´incontro di ieri a Roma con il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ha ribadito la fiducia nella possibilità di concludere in tempi brevi un nuovo accordo con il Governo sugli ammortizzatori in deroga che confermi le risorse chieste dal Friuli Venezia Giulia (30 milioni di euro). Una nuova riunione è prevista già la prossima settimana con il sottosegretario Pasquale Viespoli.  
   
   
FOGGIA. IMPIANTO FENICE:INCONTRO QUESTA MATTINA NICASTRO-MONGELLI  
 
Bari, 21 giugno 2010 - Incontro il 17 giugno tra l’assessore alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro ed il Sindaco di Foggia, Gianni Mongelli. Nell’occasione,assessore e Sindaco si sono tra l’altro soffermati su alcune dichiarazioni recentemente comparse sulla stampa locale a proposito dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione Puglia per l’impianto Fenice Spa.. Secondo quanto pubblicato da taluni organi di stampa, la Regione avrebbe autorizzato, all’esito di un procedimento definito “molto riservato”, “il più grande termovalorizzatore del Sud Italia”, “un impianto di produzione di energia per oltre 50 Mw destinato a bruciare rifiuti industriali provenienti da ogni zona in cui sono presenti stabilimenti Fiat” alla Società Fenice sita in Foggia. La Determina incriminata sarebbe l’Autorizzazione Integrata Ambientale n. 126 del 14 aprile 2010. Tali voci sono del tutto infondate per varie ragioni che qui si elencano e che emergono chiaramente dalla semplice lettura del provvedimento pubblicato sul Bur Puglia n. 90 del 20 maggio 2010, da pag. 225 a pag. 280, visibile a tutti su internet, sul sito istituzionale della Regione Puglia. Con la determina in questione si recepiscono le autorizzazioni relative a: a. Due caldaie alimentate a gas metano (il combustibile più ecologico a disposizione) che servono unicamente al riscaldamento ed alla produzione di acqua calda per le palazzine dello stabilimento Iveco di Foggia (ossia del tutto simili alle caldaie che ognuno di noi ha in casa); b. Attività di stoccaggio dei rifiuti prodotti all’interno dello stabilimento stesso (ovvero i rifiuti prodotti, prima di essere portati presso impianti esterni autorizzati ai fini dello smaltimento, sostano un certo periodo presso piazzole attrezzate e coperte a tal fine). Tra le due attività autorizzate, è stato ribadito, non vi è alcun collegamento funzionale, né i rifiuti in questione possono o potrebbero in alcun modo essere avviati all’incenerimento presso le caldaie (sarebbe come se ognuno di noi volesse bruciare i propri rifiuti domestici nella caldaia dell’acqua calda). Il procedimento svolto non è stato affatto “riservato”, ma si è svolto nel pieno rispetto delle norme europee sulla partecipazione ed informazione al pubblico, a seguito dell’istanza presentata dalla Fenice in data 26 dicembre 2006, attraverso regolari pubblicazioni su “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 6 aprile 2007, una prima conferenza dei servizi tenutasi in data 4 luglio 2007, cui hanno partecipato oltre ai rappresentanti della Regione anche quelli della Provincia di Foggia, del Comune di Foggia e dell’Arpa, un sopralluogo in data 21 ottobre 2008, con gli stessi partecipanti, ed una seconda Conferenza dei Servizi in data 29 gennaio 2010, a seguito della quale sia la Provincia di Foggia sia l’Arpa Puglia hanno espresso il proprio parere favorevole Con la determina in questione, inoltre, non si è autorizzata nessuna nuova attività, ma semplicemente si sono recepite – nello spirito della direttiva europea Ippc (Integrated Pollution Prevention e Control) – precedenti autorizzazioni già in possesso della Fenice Spa, il che ha comportato l’adeguamento di impianti già esistenti alle migliori tecnologie ambientali disponibili in Europa (Bat – Best Available Tecniques). Il Sindaco e l’Assessore Regionale hanno manifestato perplessità su come si siano potute ingenerare notizie equivoche e talmente lontane dalla realtà poiché non è certamente diffondendo allarmismi ingiustificati che si difendono l’ambiente e la salute. Contribuendo alla confusione e alla mancanza di certezze della popolazione. Nicastro e Mongelli hanno quindi manifestato la speranza che sia stata fatta chiarezza in maniera così puntuale da non dover tornare ulteriormente su questo o su altri temi, risultato esclusivo della fantasia e del pressappochismo.