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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Maggio 2011
HUMAN BRAIN PROJECT: UN CERVELLO UMANO VIRTUALE PER DEBELLARE ALZHAIMER E PARKINSON  
 
 Pavia, 30 maggio 2011 - L’università di Pavia tra gruppi di ricerca coinvolti nel progetto Hbp - Human Brain Project, ideato dal prof. Henry Markram (Epfl, Losanna) e presentato al Politecnico di Torino. Obiettivo: comprendere i principi funzionali del cervello umanno, costituito da 100 miliardi di neuroni e da un milione di miliardi di sinapsi, sfruttando modelli e simulazioni operate da un supercomputer, per trovare nuove cure delle principali malattie degenerative delle cellule celebrali. L’italia si propone per un ruolo di primo piano nel progetto, candidato all’attribuzione di uno dei due finanziamenti da 1 miliardo di euro previsti dall’Ict Fet Flagships Initiative dell’Unione Europea. “Entro il 2023 potremo trovare nuove cure per le malattie mentali con un simulatore che riprodurrà integralmente un cervello umano, emozioni comprese”: Henry Markram, del Brain Mind Institute dell´École Polytechnique di Losanna, lo sostiene con convinzione, nel corso della presentazione italiana di Hbp - Human Brain Project, progetto di dimensioni europee che si propone di riprodurre un “cervello artificiale” grazie all’uso di supercalcolatori. Il cervello umano si comporta come un computer super performante, energeticamente autonomo, capace di ripararsi da solo e di auto apprendere. La scienza, allo stato attuale, ha compreso moltissimi aspetti del funzionamento del cervello, e dall’altra parte ha sviluppato macchine di calcolo potentissime. Mettendo insieme le conoscenze neurologiche che i ricercatori hanno acquisito sul funzionamento delle molecole celebrali, le cellule, i circuiti neuronali e quelle sui più potenti database attualmente sviluppati grazie alle tecnologie Ict, si può costruire un simulatore biologicamente molto dettagliato dell’intera attività del cervello umano. Gli studi nel settore sono già piuttosto avanzati, grazie agli elevati livelli tecnologici oggi disponibili e alla solida base costituita dai precedenti studi di Markram: nel 2007, la sua equipe era riuscita a modellizzare il funzionamento biologico di 10mila neuroni della corteccia cerebrale dei topi; l´obiettivo dello Hbp, sfruttando i progressi negli algoritmi di modellizzazione e nella tecnologia, è quello di riuscire a costruire un modello dei 100 miliardi di neuroni di un cervello umano su un solo supercomputer. Un meccanismo che permetterebbe di trovare nuove cure per le principali malattie degenerative delle cellule cerebrali, come Alzhaimer e Parkinson, ma anche per patologie dovure ad altri meccanismi, come la schizofrenia e l’’autismo. Accedere al finanziamento dell’Unione Europea a cui si candida il progetto potrebbe permettere un’accelerazione sostanziale e il raggiungimento degli obiettivi in tempi rapidi. Hbp è già stato selezionato tra i sei progetti candidati all’Ict Fet Flagships Initiative dell’Unione Europea per iniziative di ricerca particolarmente significative per portata e competenze multidisciplinari espresse. I progetti finanziati saranno due e ciascuno riceverà una dotazione economica da parte dell’Ue di 1 miliardo di euro in dieci anni. L’italia è attualmente presente con sei ricercatori nel gruppo di oltre 150 scienziati che stanno lavorando alla predisposizione della proposta di finanziamento per il progetto Hbp. I rispettivi enti di appartenenza (Politecnico di Torino, Università di Pavia, Università di Firenze, Lens e Cnr con gli istituti di Scienze e Tecnologie della Cognizione, di Biofisica e di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali) hanno dato vita ad un “cluster” nazionale che si propone di ricoprire un ruolo di primo piano nella predisposizione e, successivamente, nell’esecuzione del progetto, sia mettendo a disposizione l’eccellenza delle proprie competenze e risorse scientifiche multidisciplinari, sia impegnandosi per reperire un’adeguata dotazione economica pubblica per il cofinanziamento dell’iniziativa, clausola essenziale per l’ingresso del nostro Paese nel progetto. Un progetto che potrebbe portare a benefici sociali enormi. Questi modelli aiuteranno infatti a comprendere le cause profonde delle malattie neurologiche e a diagnosticarle già dai primi sintomi, quando è più facile curarle. Sarà anche più semplice e meno costoso sperimentare l’effetto di nuovi farmaci, limitando la sperimentazione animale ed umana. Questi rilevanti risultati medici avranno anche delle conseguenze importanti dal punto di vista economico, considerato che le malattie neurologiche costituiscono una delle principali voci di spesa nei bilanci della sanità dei paesi europei. In ultimo, un aspetto considerevole del progetto sarà quello della rivoluzione tecnologica che potrebbe produrre, rendendo possibile la realizzazione di robot, computer, sensori, estremamente più potenti e performanti, dotati di un’intelligenza “quasi umana”. “Il gruppo di ricerca dell’Università di Pavia diretto dal Prof. Egidio D’angelo, in associazione con l’Irccs Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino, porterà alla generazione del primo modello computazionale realistico del cervelletto. Tale componente fondamentale verrà integrata nel modello del cervello dello Human Brain Project. Le simulazioni saranno supportate da ricerca sperimentali cellulari ed applicate all’uomo.”, ha asserito Egidio d’Angelo dell’Università di Pavia.il gruppo dell’Università di Pavia fa capo al Brain Connectivity Center (Bcc), centro di ricerca diretto da Egidio D’angelo, che associa i laboratori di Neurofisiologia e di altri dipartimenti dell’Universita (Fisica, Psicologia, Bioingegneria) e varie unità di ricerca dell’ Istituto Neurologico Nazionale Irccs C.mondino. Il Bcc è specializzato nello studio delle funzioni cellulari del sistema nervoso e nella loro modellizzazione matematica. L’attività sperimentale fa uso delle più sofisticate tecniche di biofisica e fisiologia cellulare e di modellistica. Inoltre, il Bcc si occupa dell’analisi neurofisiologica clinica, anche applicata alle patologie neurologiche e psichiatriche, avvalendosi di tecniche di indagine non-invasiva come fMri (risonanza magnetica nucleare funzionale), Tms (stimolazione magnetica transcranica), Meg (magnetoencefalografia). Gli studi del Bcc si concentrano sulle funzioni dei neuroni e sulla plasticità sinaptica, i due capisaldi della elaborazione dei segnali e dell’apprendimento e memoria nel sistema nervoso centrale. Il Bcc dirige correntemente due progetti Europei , Cerebnet e Realnet, sullo studio sperimentale e modellistico del cervelletto.Il Bcc avrà un coinvolgimento fondamentale nello Human Brain Project (Hbp), che si ripropone di simulare mediante modelli computazionali realistici, le funzioni del cervello umano. L’attività centrale del Bcc sarà la modellizzazione del cervelletto, una struttura neurale che contiene circa metà di tutti i neuroni del cervello. Il cervelletto accelera e riorganizza le operazioni della corteccia cerebrale ed è fondamentale per l’acquisizione della memoria implicita (la parte della memoria non cosciente che consente le operazioni automatiche). Il cervelletto determina il corretto funzionamento del sistema sensori-motorio ed è coinvolto nella elaborazione di funzioni cognitive ed emotive. La modellizzazione prevede la ricostruzione di tutti i principali tipi neuronali e delle loro connessioni sinaptiche. La ricerca prevede un’articolazione in tre sottoprogetti dedicati alla ricostruzione della rete del cervelletto e della plasticità sinaptica, il processo di apprendimento e memoria a livello cellulare. Prototipi di sezioni di tale modello sono già disponibili nel Bcc, ma la dimensione del modello completo sarà tale da richiedere l’impiego di supercomputer per le simulazioni e la elaborazione dei dati. Il modello verrà costruito in modo tale da poter essere facilmente integrato nel simulatore del centro di controllo dello Hbp a Politecnico di Losanna (Epfl). Per generare un modello computazionale di tale complessità sono necessarie informazioni derivanti dalla sperimentazione biologica. Il Bcc si incaricherà di svolgere ed organizzare tale ricerca sul cervelletto medainte sette sottoprogetti. La ricerca verrà dedicata allo studio della codificazione dei segnali neuronali ed alla plasticità sinaptica sviluppando ed impiegando tecnologie di avanguardia, come neuro-chips da impiantare nel tessuto cerebrale e un microscopio multi-fotone a scansione ultra-rapida. Inoltre, verranno impiegate fMri, Meg e Tms per studiare il funzionamento dei circuiti neuronali che connettono il cervelletto alla cortexxia crebrale durante specifici comportamenti umani (incluso il linguaggio e varie funzioni cognitive e sensori-motorie). I risultati verranno poi utilizzati per costruire il modello del cervelletto e verificarne la funzionalità. Il Bcc giocherà un ruolo centrale per la integrazione della ricerca nel cluster italiano, operando congiuntamente con il Cnr di Palermo (Prof. Migliore) e di Napoli (Prof. Miglino), l’Università di Firenze (Prof. Pavone) e il Politecnico di Torino (Prof. Macii) e integrando direttamente i suoi risultati al centro di simulazione di Hbp al Politecnico di Losanna (Prof. Markram). Gli studi, che coinvolgono numerosi rivercatori italiani e stranieri e saranno coordinati con altri progetti della Unione Europea e dei Ministeri Italiani della Ricerca e della Salute, saranno di rilevanza sia a livello tecnologico (Ict – Information Communication Technology) che biomedico promuovendo la comprensione delle funzioni cerebrali e delle loro patologie.  
   
   
UNA NUOVA ERA NELLA CEFALEA A GRAPPOLO: ASPIRA E BUTTA VIA IL DOLORE  
 
 Stresa, 30 maggio 2011 - Il Professor Alan Rapoport della Ucla school of medicine di Los Angeles, neo Presidente dell’Ihs, l’International Headache Society, massimo organo mondiale che raccoglie gli studiosi di cefalee di tutto il mondo, ha presentato una nuova formulazione usa e getta in spray nasale già disponibile in Usa e che sta arrivando anche in Italia che promette di rivoluzionare la vita di questi pazienti e di quelli ancor più numerosi che soffrono di emicrania. Proprio in occasione dell’appuntamento di Stresa il Professor Rapoport ci ha abituato a ricevere in anteprima le novità più importanti in arrivo dalla ricerca Usa. L’ultima volta ci aveva parlato del cerotto antiemicranico. Quest’anno ha presentato lo spray nasale allo zolmitriptan che, prima dimostratosi efficace nell’emicrania è passato ora ad esserlo anche nella cefalea a grappolo. Il suo studio in doppio cieco ne ha sdoganato l’impiego in questa cefalea che gli autori francesi hanno chiamato da suicidio. Come noto i suoi attacchi si raggruppano in periodi di uno-due mesi, detti grappoli, intervallati da diversi mesi di benessere, con un dolore quotidiano (da una crisi ogni due giorni fino a otto crisi al giorno), della durata compresa tra 15 e 180 minuti, che compare spesso alla stessa ora, è strettamente unilaterale in sede oculo-fronto-temporale. E’ violento, intensissimo, trafittivo, lancinante, descritto come una “pugnalata o un chiodo nell’occhio”. Si accompagna a segni autonomici quali lacrimazione, arrossamento congiuntivale, ptosi, miosi, ostruzione nasale, rinorrea, sudorazione facciale. Il paziente si presenta agitato, irritabile, in continuo movimento come “un animale in gabbia”. Fra tutti i cefalalgici, è l’esempio più tipico di chi vive nel terrore della ricomparsa delle crisi dolorose e quello che inevitabilmente arriva dal medico in condizioni di estrema agitazione e inquietudine. E quindi ha più bisogno degli altri cefalalgici di un trattamento d’emergenza, rapido ed efficace. Dominare rapidamente l’attacco di questa cefalea non è facile e i pochi strumenti d’emergenza che riescono a farlo in misura e durata variabile si sono dimostrati finora di ridotta maneggevolezza, a discapito di una normale conduzione di vita del paziente: inalazione di ossigeno puro da effettuarsi in ambiente ospedaliero a pressione costante di 10-15 litri al minuto o somministrazione sottocutanea di sumatriptan, un’altra misura terapeutica che, per quanto autosomministrabile, non può certo essere effettuata senza controllo dello specialista. L’arrivo di una nuova terapia d’emergenza come lo spray nasale, che è invece una via di somministrazione comoda e patient-friendly già utilizzata nell’emicrania, non può che rappresentare una svolta benvenuta. Al di là della comodità per il paziente e della possibilità di aggirare i problemi di nausea e vomito che nell’emicrania spesso accompagnano l´attacco rendendo difficoltosa l´assunzione dei farmaci orali, l’accesso tramite la cavità nasale apre la strada a molteplici strutture e sistemi non solo intra-cranici: vi si trovano numerosi importanti nervi come alcuni rami del trigemino e del faciale, nonchè una ricca rete di vasi sanguigni collegati a importanti arterie come ad esempio l´olftalmica o la mascellare. Inoltre i vasi sanguigni nasali sono assai porosi e ciò facilita il rapido passaggio e l’assorbimento dei farmaci applicati sulla mucosa nasale. Così questi, prontamente assorbiti, possono entrare rapidamente in circolo, raggiungendo in fretta elevate concentrazioni nel circolo cerebrale. Una significativa percentuale di pazienti è libera da dolore entro 30 minuti dall’insufflazione senza presentare sintomatologia autonomica di accompagnamento e comincia a star meglio dopo 10. Inoltre una volta che la prima frazione di farmaco è rapidamente entrata in circolo, una seconda viene assorbita a livello del circolo gastrointestinale con conseguente mantenimento dell’effetto terapeutico, un altro fattore importante per questi pazienti che, se da un lato hanno la fondamentale esigenza di liberarsi al più presto dal dolore, hanno dall’altro quella di non vederlo tornare a causa della cararatteristica recrudescenza degli attacchi che si verifica nella fase di grappolo. Se la cefalea a grappolo si concentra in particolari periodi dell’anno lasciando il paziente libero per periodi lunghi anche mesi o anni, l’emicrania è invece molto più assidua, presentandosi anche più volte al giorno, tutti i giorni. Poter disporre di un erogatore da utilizzare anche in pubblico può contribuire a ridurre pure lo stigma di questa malattia: molti pazienti si vergognano di dover interrompere una riunione di lavoro per procurarsi un bicchiere d’acqua con cui assumere una pastiglia quando sentono arrivare l’attacco, mentre disporre di un comodo erogatore nasale che poi si butta subito via li tranquillizza, tanto più se sanno di poter contare su un rapido effetto, un altro fattore che riduce l’aspettativa ansiosa del dolore che si sta dimostrando un importante moltiplicatore del dolore. E tutto questo migliora l’aderenza alla terapia e allontana il paziente dall’autocura e dalla cronicizzazione.  
   
   
SANITA´: FORUM, SICILIA AL CENTRO DEI PROGETTI EUROMEDITERRANEI  
 
Palermo, 30 maggio 2011 - Il direttore generale dei rapporti internazionali del Ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, ha presentato i progetti euromediterranei e il ruolo che la Regione siciliana avra´ nel loro sviluppo. Si tratta di programmi per l´attivazione di un registro dei tumori, lo sviluppo degli screening per le grandi patologie tumorali e la diagnosi precoce delle stesse, le patologie cardiovascolari e tutte le patologie da carenza, derivanti da incongrua alimentazione ivi comprese le patologie celiache. La Sicilia, insomma, diventa per la prima volta il reale e naturale tramite delle politiche nazionali e dell´Oms (Organizzazione Mondiale della Sanita´) verso i Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Il convegno, dal titolo ´Progetti euromediterranei e ruolo della Sicilia´, inserito nell´ambito della giornata conclusiva del Forum del Mediterraneo di Palermo, ha visto il rilevante contributo dell´Oms attraverso la partecipazione di Andreas Ullrich (Oms Ginevra) e di Santino Severoni (Oms Copenaghen). Il dibattito e´ stato arricchito dai contributi di Marialuisa Lavitrano, consulente per gli Affari internazionali del Ministero e di Pasqualino Rossi, dirigente del Ministero per i rapporti con l´Ue. Hanno partecipato al dibattito anche autorevoli esponenti dei Ministeri della Salute di Algeria, Tunisia, Egitto e Francia che hanno sottolineato l´importante ruolo della Sicilia nell´ambito della sanita´ del Mediterraneo. Molto apprezzata anche la relazione di Mohammed Bekkat Bercani, presidente dell´Ordine dei medici Algerino, che nella sessione dedicata alle malattie dei migranti nel bacino del Mediterraneo ha presentato una relazione sulla tubercolosi nell´area del Maghreb in rappresentanza del Conem, l´organizzazione che raggruppa gli Ordini dei medici dei Paesi del Mediterraneo. Era presente anche Salvatore Amato, presidente dell´Ordine dei Medici della Sicilia.  
   
   
I CEFALALGICI SONO SOTTOTRATTATI E MOLTI DEGLI ESAMI DI DIAGNOSI STRUMENTALE CUI SONO SOTTOPOSTI FANNO SOLO PERDERE TEMPO PREZIOSO  
 
 Stresa, 30 maggio 2011 - Uno studio condotto da sette centri cefalee della Lombardia su 600 pazienti affetti da cefalea tensiva ed emicrania (due forme di mal di testa assai prevalenti, rispettivamente 46 e 14%) per verificare la gestione della malattia prima del loro arrivo presso il centro specialistico, ha evidenziato che non sono adeguati nè il trattamento acuto nè quello preventivo confermando i risultati di un più ampio studio condotto 2 anni fa in tutta italia con gli stessi scopi. Nello studio appena completato ben l’83% dei pazienti non aveva ad esempio mai usato un farmaco di profilassi, mentre tale strategia terapeutica può ridurre sostanzialmente il ricorso a farmaci dell’attacco acuto scongiurando anche il rischio di cronicizzazione. Non usare farmaci corretti, sia in profilassi sia nel trattamento acuto, fa aumentare il carico di disabilità con conseguente maggior impatto sui costi sociali di malattia anche perché aumenta pure la tendenza all’autoprescrizione da parte di pazienti insoddisfatti dei trattamenti inefficaci. La necessità di aggiornare i medici di medicina generale eventualmente tramite connessioni più dirette con i centri cefalee appare sempre più urgente. L’importanza di una maggior competenza nella gestione di questi pazienti deriva anche da un altro studio dell’Università delle Marche che ha considerato 300 pazienti con emicrania senz’aura giunti per la prima volta all’attenzione degli specialisti del locale centro cefalee e già sottoposti a una serie di esami che andavano dalla risonanza magnetica, alla Tac, all’elettroencefalogramma, ecc, ecc. La conclusione è che basta un corretto esame neurologico con un’attenta raccolta della storia clinica del paziente, effettuato tutt’al più una Tac quando necessario. Tutti gli altri esami fanno ritardare la diagnosi rilevando ad esempio particolari irrilevanti che possono portare a trattamenti sbagliati con il rischio di cronicizzare la malattia. Http://www.anircef.it/opencms/sezioni/docs/pdf/congressi/stresa_2011.pdf    
   
   
FVG, SALUTE: APPROVATO REGOLAMENTO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO  
 
 Trieste, 30 maggio 2011 - Il Regolamento di attuazione della Lr 19/2010, sugli interventi per la promozione e la diffusione dell´amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli, è stato approvato il 26 maggio dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali, Vladimir Kosic. Il documento è stato recepito in via preliminare prima di iniziare il necessario iter di approvazione da parte della Commissione consiliare competente, della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e sociosanitaria regionale, della Consulta regionale delle associazioni dei disabili e del Consiglio delle autonomie locali. Il regolamento prevede finanziamenti agli Enti gestori del Ssc per la formazione di quanti intendono svolgere la funzione di amministratore di sostegno e per la promozione dell´istituto dell´amministratore di sostegno, ma anche fondi a sollievo degli oneri a carico degli amministratori di sostegno per la stipula dell´assicurazione per la responsabilità civile connessa con l´incarico ricoperto. Viene inoltre indicata l´opportunità di formulare, presso gli Enti gestori, gli elenchi delle persone disponibili a svolgere tale incarico e l´istituzione del Registro regionale dei soggetti privati che si occupano di assistenza sociale interessati alla protezione delle persone prive, in tutto o in parte, di autonomia. Viene infine definita anche la costituzione dello Sportello di promozione e supporto all´istituto dell´amministratore di sostegno (gestito o dall´Ente gestore o affidato a un soggetto iscritto nel registro regionale) e la concessione di contributi una tantum ad associazioni già attive in questo settore in attesa dell´entrata a regime degli sportelli.  
   
   
SCLEROSI MULTIPLA CON CSSVI: LA REGIONE MARCHE SPERIMENTA UNA NUOVA TERAPIA CON LE RADIOLOGIE DI CIVITANOVA E MACERATA  
 
Ancona, 30 maggio 2011 - La Regione Marche, sensibile da tempo alle problematiche relative alla cura per i pazienti affetti da Sclerosi multipla (Sm) con insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi) ha avviato uno ´Studio randomizzato con valutatori clinici e di risonanza magnetica per valutare l´efficacia dell´intervento di angioplastica delle principali vene cerebrali extracraniche in corso di insufficienza venosa cronica cerebrospinale associata a sclerosi multipla´. L´intervento costituisce una delle prime sperimentazioni a livello nazionale di una nuova terapia e lo studio ha lo scopo di evitare che si realizzino pratiche non professionali e di possibile pericolo per i cittadini. Lo studio randomizzato a direzione Asur, in attesa del completamento del percorso formativo nell´Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara e del parere del Comitato etico, prevede che la Radiologia di Civitanova Marche fornisca la diagnostica incruenta e la Radiologia interventistica di Macerata la correzione terapeutica. ´Comprendiamo le richieste di quanti, malati e familiari, sono in attesa di risposte concrete per i loro bisogni di salute - dichiara il direttore del Dipartimento per la Salute e i Servizi sociali Carmine Ruta - ma, pur avendo effettuato solleciti al Ministero, siamo vincolati all´applicazione delle linee di indirizzo emanate dall´Istituto Superiore di Sanita`. Tuttavia l´avvio dello studio risulta una prima modalita` di risposta ai malati che, in linea con le raccomandazioni del Consiglio Superiore della Sanita`, costituisce un punto di partenza e la base per una successiva possibile diffusione delle necessarie prestazioni a tutti i pazienti affetti da Ccsvi e Sm´. Il provvedimento fa riferimento infatti al Consiglio Superiore di Sanita` che, a garanzia dei cittadini, ha sottolineato di recente che eventuali procedure di correzione di patologia venosa in pazienti con Sm siano effettuate solo ed esclusivamente nell´ambito di studi clinici controllati e randomizzati, approvati da Comitati Etici. In questo contesto il protocollo prevede: una dichiarazione sul conflitto di interessi, le modalita` di selezione o di esclusione dei pazienti, le indagini diagnostiche, le modalita` metodologiche di esecuzione dei diversi esami e procedure, gli end-point (punti di riferimento) primari e secondari, il monitoraggio degli eventi avversi, le modalita` e la cadenza del follow-up (monitoraggio) ed infine le caratteristiche dell´analisi statistica.  
   
   
SANITA´IN ABRUZZO :TUMORI,VIA AGLI SCREENING.NOVITA´ PER L´HIV  
 
Pescara, 30 maggio 2011 - Tutte le Asl regionali saranno coinvolte, per il territorio di loro competenza, nell´esecuzione degli screening oncologici della cervice uterina, del colon retto e mammografico, grazie ad una decisione della Regione di coordinare un gruppo tecnico regionale, e di istituire tre comitati tecnico scientifici, con i rappresentati di ciascuna Asl. "Per la prima volta la Regione garantirà l´uguaglianza e la omogeneità dei protocolli sulla prevenzione - ha spiegato l´assessore alla Prevenzione collettiva - con l´obiettivo di allargare su tutto il territorio regionale gli screening su patologie che fanno registrare ancora alti livelli di mortalità". Novità sono state introdotte anche nella prevenzione dell´Hiv. La Regione Abruzzo, prima in Italia, ha attuato il decreto del Ministero della salute sulla istituzione di un sistema di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione. "E´ un cambio di rotta fondamentale - ha spiegato l´Assessore - grazie anche alla grande professionalità del personale dipendente dell´Assessorato che mi onore di dirigere, poiché il sistema sanitario non interverrà più solo nella fase conclamata della malattia ma opererà in uno stadio precoce, quando le cure risultano più efficaci e la possibilità di incidere su comportamenti sessuali non consoni più concreta". Sul piano della prevenzione da Hiv l´Assessore ha spiegato che "caduta l´attenzione dei media, a livello nazionale e, quindi anche abruzzese, si è notata una recrudescenza della malattia che va assolutamente arginata, vista la sua alta contagiosità", Tornado agli screening oncologici, per i quali la Regione ha stanziato sette milioni di euro, da ripartire tra tutte le Asl coinvolte, sono state illustrate procedure di esecuzione e target di riferimento. Per il tumore alla mammella che interessa circa 170 mila donne (target 50/70) il richiamo è biennale. I centri interessati sono quelli radiologi. La chiamata è attiva e gratuita. Il tumore della cervice uterina (target 25/64), il richiamo è triennale, riguarda circa 373 mila donne. Infine, per il tumore al colon retto (target 50/69) il richiamo è biennale, la popolazione interessata è di 343 mila abruzzesi. "L´intervento della Regione per contrastare la diffusione di questi tumori - ha spiegato ancora l´Assessore - è anche rivolto a promuovere una campagna di sensibilizzazione affinché si superino diffidenze riguardo alle modalità di esecuzione dello screening e si diffonda il più possibile l´attenzione dei cittadini abruzzesi". Alla conferenza stampa ha anche partecipato il presidente della commissione consiliare Sanità. Nel lodare l´iniziativa della Giunta regionale, il Presidente ha manifestato l´intenzione del Consiglio di ampliare gli interventi preventivi anche sull´alcoolismo, sull´ipertensione arteriosa e sulla dislessia in età scolare. "Prevenire - ha concluso - vuol dire ridurre le liste d´attesa e i costi della sanità". Alla conferenza hanno partecipato il direttore e i dirigenti del settore Sanità.  
   
   
CONVEGNO PALERMO SU MODELLI E ESPERIENZE REGIONALI IN SANITÀ  
 
 Bari, 30 maggio 2011 - Innovazione, qualità e servizi nella sanità, in rapporto all’avvio del processo di federalismo, delineato in questi mesi con il varo dei diversi decreti da parte del Governo: a Palermo un confronto approfondito tra modelli ed esperienze di due Regioni del nord (Piemonte ed Emilia-romagna) e due del sud (Basilicata e Puglia), oltre alla Regione ospitante, la Sicilia. In rappresentanza della Regione Puglia è intervenuta l’Assessore Marida Dentamaro, che da circa un anno è partecipe attiva del confronto in sede di Conferenza delle Regioni e di Conferenza Stato-regioni. La Dentamaro vi partecipa infatti nella doppia veste di rappresentante della Regione Puglia, e allo steso tempo di profonda conoscitrice degli aspetti più tecnici delle problematiche del decentramento istituzionale della Repubblica. E’ proprio partendo dal confronto che si è andato sviluppando nei mesi scorsi tra le Regioni e tra queste e il Governo centrale che l’assessore al Sud e Federalismo ha posto al centro il legame intrinseco tra risorse destinate alla sanità e processo di redistribuzione più generale dei fondi trasferiti alle Regioni. “Onestà impone di chiarire in via preliminare una questione cruciale - ha sottolineato la Dentamaro - le risorse che lo Stato trasferisce alle Regioni vanno continuamente diminuendo. A ciò si aggiunga la pretesa di riequilibrio - ossia la richiesta di maggiore risorse - avanzata da forze di governo come la Lega. Appaiono pertanto fuori luogo le fanfare tese a presentare il federalismo come un’occasione positiva per tutti e migliorativa dell’attuale situazione per tutte le Regioni. Infatti, posto che lo Stato trasferisce progressivamente minori risorse e che le Regioni leghiste del nord esigono più risorse, vuol dire che qualche altro (le Regioni del sud) ne avrà meno”. “Eppure già adesso - ha puntualizzato l’esponente pugliese - le risorse pro-capite a disposizione delle Regioni meridionali da destinare alla cura della persona sono inoppugnabilmente inferiori a quelle delle altre Regioni del centro-nord. Tale insufficiente dotazione finanziaria ha immediati effetti sull’entità e sulla qualità delle prestazioni erogabili. E’ lapalissiano - ha rilevato la Dentamaro - che chi dispone di maggiori risorse a disposizione riesce a garantire servizi migliori, più efficienti e di migliore qualità. Chi, invece, deve arrabattarsi con bilanci più modesti ha primarie difficoltà a coniugare bisogni, risorse e prestazioni erogabili. Lo stesso meccanismo salvifico della individuazione delle “Regioni benchmark” (Regioni di riferimento) per la nuova distribuzione delle risorse - ha chiosato – non è neutrale, come si vuol far credere, ma è basata essenzialmente sulla cosiddetta spesa storica: ma storicamente chi ha avuto di più, ha potuto spendere di più e tenere più elevato il livello dei servizi. In prospettiva, quindi, si tende a consolidare e rendere permanenti gli squilibri finora presenti nella ripartizione delle risorse”. “Quanto alla Puglia, in particolare - ha aggiunto la titolare della delega al Sud e Federalismo - va ancora una volta ribadito che lo “sforamento” del patto di stabilità imputato alla nostra Regione non è in alcun modo addebitabile alla sanità, ma alle dinamiche della spesa più in generale, effetto dei parametri asfittici riferiti agli anni 2005-2006. Tutto il complesso propagandistico, mediatico e politico allestito nei mesi scorsi, specialmente da parte di alcune forze politiche, si è connotato di vuota retorica sganciata da reali contenuti federalisti. In assenza di reali spazi di autonomia e potere decisionale, nella perdurante nebulosità dei costi standard, ancora di là da venire, abbiamo assistito semplicemente al varo di norme inerenti il gettito fiscale: è pertanto mancata del tutto un’autentica scelta federalista, rispettosa dei territori e propugnatrice dell’autonomia dei diversi livelli di governo, al fine di contenere progressivamente la parte della spesa derivante dalla perequazione. La Puglia non è stata però a guardare e semplicemente recriminare: oltre a partecipare, costantemente e attivamente, a tutte le occasioni di confronto inter-istituzionale, ha posto all’attenzione nazionale un modello alternativo, una esperienza-pilota proprio in tema di individuazione e lotta agli sprechi. L’università e l’Asl di Foggia, in collaborazione tra l’altro con l’Ateneo e l’azienda sanitaria di Padova, hanno realizzato la revisione della spesa (spending review), a partire dai reparti universitari, per individuare le sacche di inefficienza e di spreco, con un puntuale esame delle criticità dal punto di vista della contabilità analitica”. “Questa esperienza - ha concluso Marida Dentamaro - rappresenta un punto di riferimento e la carta di credibilità con la quale la Puglia si presenta al confronto, in un contesto in cui il Governo nazionale ha inteso affermare nei fatti una scelta politica, grave e miope, di inaccettabile “ognuno per sè”.  
   
   
SANITA’: 69 NUOVI INFERMIERI LAUREATI A LEGNAGO  
 
Legnago (Vr) , 30 maggio 2011 - Annata da record per il corso di laurea in infermieristica del Polo formativo dell’Ulss 21 di Legnago collegato alla facoltà di medicina dell’Università di Verona. Sono infatti ben 69 (il numero più alto dall’inizio dell’attività nel 2000) i giovani laureati dell’anno accademico 2009-2010 che oggi nella sala convegni dell’ospedale Mater Salutis hanno ricevuto il diploma di laurea, nel corso di una festosa cerimonia alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, del direttore generale dell’Ulss Daniela Carraro e del presidente del corso di laurea, prof. Ercole Concia. Particolarmente significativa la presenza di numerosi sindaci dell’area, ma anche dei primi cittadini dei comuni di provenienza dei neo laureati, quasi a sancire una sorta di gemellaggio tra territorio, università e mondo della sanità. Rivolgendosi ai ragazzi neolaureati, Coletto li ha definiti “69 nuovi angeli pronti a dare il loro aiuto professionale ed umano ai nostri malati ed ai loro medici”, ed ha particolarmente posto l’accento “sull’elevata qualità della preparazione ricevuta da questi studenti” e “sull’importanza che nei nostri ospedali entrino sempre più giovani tanto preparati quanto motivati ad incamminarsi in una carriera impegnativa, difficile, ma foriera anche di grandi soddisfazioni umane e professionali”. “Nella nostra nuova programmazione sanitaria – ha aggiunto Coletto – la figura dell’infermiere assumerà una valore sempre più elevato, sia nel rapporto con il medico, sia in quello con il paziente, ed è motivo di speranza e di soddisfazione constatare che sempre più giovani si avvicinano con entusiasmo a questa professione”. Dall’inizio dell’attività universitaria all’Ulss 21 di Legnago, sono già 280 i giovani che hanno conseguito il diploma di laurea, dei quali ben 94 anche residenti nel legnaghese. Un percorso che vede attualmente impegnati nei diversi corsi del triennio ben 204 studenti, preparati e formati da 31 docenti di area universitaria e 28 legati al servizio sanitario regionale. Un’attività che, come ha sottolineato il dg Daniela Carraro, “qualifica altamente la nostra Ulss” e per la quale “stiamo lavorando con l’obiettivo di ampliare e rendere più efficienti gli spazi riservati alla didattica”.  
   
   
PUGLIA: PUNTI NASCITA. INCONTRO CON L’ASSESSORE FIORE IL 6 GIUGNO  
 
Bari, 30 maggio 2011 - La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato , le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha sancito l’Accordo relativo alle “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo” (Accordo Stato – Regioni n. 137/Cu del 16/12/2010). Coerentemente con tali linee di indirizzo l’Assessore alla Sanità e la Giunta Regionale hanno individuato nel Comitato Punti Nascita Regionale (Deliberazione di Giunta Regionale n. 131 del 31 gennaio 2011) l’organismo tecnico consultivo cui affidare il monitoraggio delle strutture della Regione ed il successivo percorso attuativo delle Linee guida nazionali. Si ritiene che le Linee, complementari e sinergiche da integrare con il Piano di Riordino ospedaliero, debbano essere partecipate e condivise con tutti gli operatori del settore. In tale ottica l’Assessore ed il Comitato Punti Nascita Regionale (Cpnr) organizzano un incontro durante il quale rappresenteranno a tutti gli operatori del settore, alle rappresentanze delle Società Scientifiche e dell’associazionismo i risultati di un primo monitoraggio. In tale occasione saranno recepiti i contributi, da parte dei partecipanti, in modo da rendere condiviso il raggiungimento dell’obiettivo prioritario della migliore salvaguardia della salute materno infantile nella nostra Regione. A tal fine il giorno 6 giugno 2011 presso la sala convegni dell’Irccs Giovanni Paolo Ii alle ore 9.00 si terrà un incontro “Punti nascita: inevitabili adempimenti e prospettive per la salvaguardia della salute materno infantile”.  
   
   
FVG, SANITÀ: TEMPI MATURI PER RIFORMA ISTITUZIONALE  
 
Udine, 30 maggio 2011 - Secondo l´Amministrazione regionale i tempi sono maturi per una forte riforma istituzionale della sanità in Friuli Venezia Giulia. La conferma è venuta in occasione del decimo convegno di medicina interna promosso dalla Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti), che si è concluso il 27 maggio all´Azienda Ospedaliero Universitaria "Santa Maria della Misericordia" di Udine, presente l´assessore alla Salute e alla Protezione sociale Vladimir Kosic. La riforma non può che passare - è stato detto - da un rafforzamento della medicina territoriale, dando perciò un ruolo e poteri più incisivi ai Distretti ma anche alla Conferenza permanente dei sindaci, in modo da raccordare meglio il sistema sanitario con quello sociale. Il punto di partenza di questo intervento istituzionale "molto forte" e "ineludibile" deve essere l´analisi dei bisogni reali dei cittadini, non la percezione emotiva della salute o la difesa di rendite di posizione, per arrivare così a coniugare qualità e sostenibilità delle prestazioni. Nel percorso di riforma, la Regione - è stato confermato - intende coinvolgere e chiedere il contributo di tutti gli attori del sistema sanitario. A questo proposito, il presidente della Fadoi del Friuli Venezia Giulia, Franco Loru, ha preannunciato un documento di proposta della Federazione sulla riforma.  
   
   
PAVIA, 1° INCONTRO DEL CICLO DI SEMINARI “LA MENTE IN MOVIMENTO” “SUPPORTARE I BISOGNI EMOTIVI E SOCIALI DEI BAMBINI AD ALTO POTENZIALE”  
 
Pavia, 30 maggio 2011 - Nella splendida cornice dell’Aula Foscolo, una delle Aule storiche dell’Università di Pavia, situata nel Palazzo centrale dell’Università sita in Strada Nuova n. 65, il 26 Maggio si è svolta la prima giornata di studio del ciclo di seminari “La mente in movimento”, dal titolo “Supportare i bisogni emotivi e sociali dei bambini ad alto potenziale”. L’iniziativa, organizzata dal Laboratorio di Ricerca e Intervento per lo sviluppo del potenziale e del Talento e della Plusdotazione del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia, nasce con l’obiettivo di promuovere, anche in Italia, lo studio della plusdotazione e del talento. Il seminario vuole essere un momento di incontro, confronto e di scambio per tutti coloro che, a diverso titolo, si occupano di riconoscere e sostenere all’interno dei processi formativi lo sviluppo delle potenzialità individuali. L’obiettivo è individuare strategie formative utili per aiutare i nostri giovani di talento a sviluppare appieno il loro potenziale, sostenendo lo sviluppo del capitale umano, in una società che richiede, oggi, competenze di sempre più alto livello.  
   
   
LA SANITÀ TRENTINA INCONTRA GLI STUDENTI DI MEDICINA  
 
Trento, 30 maggio 2011 - "Vogliamo aprire un canale diretto con voi - ha detto l´assessore Ugo Rossi nel rivolgersi agli studenti di Medicina - perché riteniamo importante confrontarci rispetto al nostro sistema sanitario, conoscere i vostri suggerimenti, capire come lo percepite e conoscere le vostre aspettative". L´assessore alla salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento, affiancato dal direttore generale dell´Azienda provinciale per i Servizi sanitari, Luciano Flor, ha incontrato il 27 maggio, al centro congressi di Sardagna, i circa 80 studenti trentini del V e Vi anno di Medicina per illustrare il sistema sanitario trentino e le modifiche introdotte dalla legge provinciale 16/2010, tutela della salute in provincia di Trento. Sul palco dei relatori anche: Giuseppe Zumiani, presidente dell´Ordine dei Medici; Paola Maccani, direttore per l´integrazione socio-sanitaria; Nadio Delai, presidente di Ermeneia Studi & Strategie di Sistema. Il primo contatto con gli studenti trentini di Medicina è avvenuto ad aprile, in seguito ad una loro richiesta, come ha commentato lo stesso assessore: "In quell´occasione - sono state le parole di Ugo Rossi - abbiamo potuto esaminare alcune problematiche che riguardano da vicino la fase della formazione e l´inserimento nei tirocini e abbiamo iniziato a pensare come costruire assieme a voi un percorso che ci consenta contatti costanti. Oggi vogliamo quindi aprire questo canale, iniziando a darvi uno spaccato di come il nostro sistema sanitario affronterà le sfide del futuro. Ma vogliamo anche raccogliere le vostre percezioni e capire come vi accosterete alla professione del domani. Vogliamo offrire percorsi sanitari coerenti ed efficienti, di elevata qualità e riteniamo sia indispensabile avere il vostro contributo, perché voi rappresentate i professionisti del domani". Parole sottolineate anche dal direttore generale Luciano Flor: "Dovete investire nel vostro futuro, che non è facile da disegnare perché è in continuo e forte cambiamento, perché ciò che ci aspetta è la fase delle competenze e della specializzazione in un territorio come il nostro nel quale fare rete è fondamentale". Il pomeriggio è proseguito con gli interventi di: Giuseppe Zumiani, presidente dell´Ordine dei Medici, che ha illustrato le modifiche che sta subendo la professione medica in Trentino; Paola Maccani, direttrice per l´integrazione socio sanitaria dell´Apss, una nuova figura istituita proprio per affrontare i cambiamenti della sanità trentina e raccordare le dinamiche sanitarie con quelle di carattere sociale; Nadio Delai, presidente di Ermeneia Studi & Strategie di Sistema. Si è trattato di un momento di confronto e di condivisione importante per gli studenti trentini iscritti al V e Vi anno delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università di Verona, Padova e Brescia, ai quali sono stati forniti spunti non solo rispetto agli orientamenti della programmazione sanitaria locale, ma anche in merito alle Scuole di specializzazione mediche. Un modo per creare legami e contatti con i futuri professionisti sanitari, per rinforzare il loro legame al territorio trentino ed in particolare al sistema sanitario locale. In futuro si prevedono interventi locali importanti in ambito sanitario, si pensi al nuovo Ospedale (Not) e al rafforzamento della ricerca e dell’innovazione, per questo è prioritario iniziare già da ora a creare un terreno fertile e a stimolare momenti informativi e di partecipazione con i futuri professionisti.  
   
   
TRATTAMENTO DEGLI SPECIALIZZANDI IN FARMACIA OSPEDALIERA: SIGNIFICATIVO RISULTATO DELL’AZIONE FEDERALE  
 
 Roma, 30 maggio 2011 - Con la prossima approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2011-2013, si prospetta un primo importante passo avanti per i giovani che scelgono la specializzazione in farmacia ospedaliere e che, finora erano pesantemente penalizzati rispetto ai colleghi specializzandi dell’area medica. Come si ricorderà, la questione era stata sollevata e illustrata in tutti i suoi aspetti da un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute del vicepresidente della Fofi, Senatore Luigi D’ambrosio Lettieri. Nell’interrogazione si sottolineava come gli specializzandi in farmacia ospedaliera, pur avendo gli stessi obblighi dei medici specializzandi in termini di partecipazione all’attività assistenziale, non percepiscono né compensi né trattamento previdenziale. Oggi l’iniziativa parlamentare riceve una prima risposta concreta. Infatti, nel nuovo Psn, spiega il Senatore D’ambrosio Lettieri “si dice chiaramente che il necessario ampliamento del numero di medici specialisti, si può realizzare solo attraverso un aumento delle risorse finanziarie stanziate per la formazione di questi professionisti, e che il reperimento di risorse finanziarie aggiuntive permetterebbe altresì di dare applicazione all´art 8 della legge n. 401 del 29 dicembre 2000, che prevede, appunto, la corresponsione delle borse di studio anche a favore degli specializzandi laureati in farmacia, medicina veterinaria, odontoiatria, biologia, chimica, fisica e psicologia. In tale contesto, secondo le stime effettuate, un´eventuale revisione dell´ammontare del finanziamento stanziato per la formazione specialistica, dovrebbe prevedere la riserva di una quota per la copertura di 800-1000 contratti destinati a questi professionisti”. “Nella fase attuale, in cui si sta cercando di razionalizzare la spesa sanitaria attraverso la riduzione degli sprechi e degli interventi non necessari, è fondamentale che si favorisca la formazione di figure, come quella del farmacista ospedaliero, che possono dare un grande contributo all’appropriatezza delle terapie e alla gestione del rischio clinico” ha dichiarato il presidente della Fofi Andrea Mandelli “come provano non soltanto le esperienze e gli studi condotti all’estero, ma anche la sperimentazione del farmacista di dipartimento avviata dal Ministero della Salute in collaborazione con la Sifo e la Federazione”.  
   
   
INCONTRI SUL TERRITORIO PER GLI ASSISTENTI PERSONALI (BADANTI)  
 
Aosta, 30 maggio 2011 – L’assessorato regionale della sanità, salute e politiche sociali organizza degli incontri sul territorio per fornire informazioni sull’istituzione dell’elenco unico regionale per gli assistenti personali (badanti). L’appuntamento con la popolazione è il seguente: Martedì 31 maggio alle ore 18.00 a Châtillon presso la Sala riunioni della Biblioteca (via E. Chanoux n.112). L’elenco regionale sarà gestito dalla Direzione politiche sociali dell’Assessorato. Le persone che già svolgono il lavoro di assistente personale o sono interessate a svolgerlo in futuro possono richiedere un modulo d’iscrizione all’elenco regionale presso l’Assessorato sanità, salute e politiche sociali, i Centri per l’Impiego e le sedi territoriali dei patronati, del Centro comunale immigrati extracomunitari, del Centro Solidarietà Valle d’Aosta (Csv). La consegna della domanda deve avvenire previo appuntamento dell’interessato. L’iscrizione all’elenco presuppone nel prossimo triennio l’ottenimento della certificazione delle competenze in seguito alla frequenza di un corso di formazione o, in possesso di determinati requisiti, con l’accesso diretto all’esame, nonché con la frequentazione di iniziative di formazione continua. A partire dal 2014, solo le famiglie che assumeranno assistenti personali iscritti all’elenco regionale potranno ottenere i contributi regionali per l’assistenza a domicilio di persone non autosufficienti.  
   
   
“IL SOLE SULL’INSERIMENTO LAVORATIVO E LA COOPERAZIONE SOCIALE” IL FORUM SALUTE MENTALE FA IL PUNTO SU ESPERIENZE, BUONE PRASSI E BUCHI NERI  
 
Pordenone, 30 maggio 2011 - A vent’anni dalla Legge 381/91 il Forum Salute Mentale del Friuli Venezia Giulia si interroga sulle esperienze dell’inserimento lavorativo delle persone con sofferenza mentale. L’appuntamento è previsto nella sala conferenze Teresina Degan della Nuova Biblioteca civica di Pordenone, nella centralissima Piazza Xx Settembre, giovedì 8 giugno con inizio alle 9.30 ed è organizzato dal Forum regionale per la salute mentale, Ass6 Friuli Occidentale, Aitsam, Confcooperative Pordenone e Legacoopsociali Fvg, con il patrocinio di Comune di Pordenone e Provincia Annunciati gli interventi dei massimi rappresentanti istituzionali della salute mentale friulana. L’incontro, aperto al pubblico, è intitolato “Il sole sull’inserimento lavorativo e la cooperazione sociale” anche se l’intestazione appare più che altro come un auspicio, visto il perdurante periodo ombroso – i tagli a livello nazionale e regionale, l’applicazione della Legge Basaglia a macchia di leopardo, ma gli esempi potrebbero essere tanti e altri – vissuto dall’inserimento lavorativo e dalla Cooperazione sociale. Ma anche dal welfare più in generale. Gli operatori dei Dipartimenti di salute mentale della regione e delle Cooperative sociali insieme a utenti, familiari e associazioni di volontariato, Provincia e Comune di Pordenone e Unione industriali Pordenone propongono un’iniziativa che ha l’obiettivo di promuovere un dibattito con la cittadinanza sul grande tema lavoro e salute mentale. Ogni percorso di superamento del disagio mentale non può che avvenire in un’ottica di “diritto alla salute” che coinvolge tutta la comunità – spiegano gli organizzatori. Dopo il saluto delle autorità, il programma prevede l’intervento introduttivo di Angelo Cassin, direttore del Dsm di Pordenone per l’Ass6 Friuli Occidentale, poi la presentazione dei primi risultati regionali del progetto “Pil - Per una valutazione dei modelli in uso nei Dsm per l’inserimento lavorativo delle persone con problemi di disagio psichico” con intervento di Renata Bracco, del Dsm di Triestedipartimento di Salute Mentale Trieste. Seguirà una riflessione pubblica moderata da Margherita Gobbi del Dsm pordenonese sulle “Esperienze di inserimento lavorativo nei Dipartimenti di salute mentale della Regione Fvg e nella Cooperazione Sociale”, previsti gli interventi dei Dsm regionali, di Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia, Federsolidarietà, Unione industriali Pordenone, Area Welfare dell’Ass 5. Dopo la pausa caffè vi sarà la “Presentazione del Protocollo internazionale Ips per l’inserimento lavorativo di persone con problemi di disagio psichico” da parte di Angelo Fioritti, direttore del Dsm di Bologna. Dibattito pubblico e pausa pranzo concluderanno la prima fase. I lavori riprenderanno con l’intervento di Flavia Maraston, coordinatrice Comidis Provincia Pordenone, su “Occupazione donne e disabilità nella Provincia di Pordenone”, seguirà il dibattito “A Vent’anni dalla Legge 381/91: Esperienze e prassi di inserimento lavorativo”, modera Paola Camber di Federsolidarietà. Interventi e dibattito concluderanno la giornata. Nel Chiostro della Biblioteca “Galleria inclusione lavorativa” a cura della Cooperative sociali di tipo B del Friuli Venezia Giulia”. La segreteria organizzativa è a cura di Carmen Schifilliti del Dsm pordenonese: Tel. 0434.237826 - Fax 0434.237832, email carmen.Schifilliti@ass6.sanita.fvg.it    
   
   
BASILCATA: DE FILIPPO A PALERMO PER PARLARE DI FEDERALISMO E SANITÀ  
 
Potenza, 30 maggio 2011 – Il 26 maggio è stata la volta della Basilicata al Forum Mediterraneo della Sanità 2011, svoltosi a Palermo presso il Teatro Politeama Il presidente della Regione, Vito De Filippo, accogliendo l’invito rivoltogli dalla Regione Sicilia e dalla Fondazione Sicurezza in Sanità, ha portato il contributo della Basilicata al tavolo dei relatori. Il tema del forum è: “Innovazione in sanità: qualità e sicurezza nelle cure”. Ma l’attenzione si è concentrata essenzialmente sui problemi posti dal federalismo fiscale e di conseguenza dalla cosiddetta emigrazione sanitaria, dal momento che secondo le statistiche il numero dei pazienti che dal Sud vanno al Nord a farsi curare è cinque volte superiore rispetto a quello dei pazienti che arrivano al Sud da altre regioni.  
   
   
DOMANDE & RISPOSTE: LA LOTTA CONTRO IL TABACCO NELL´UE  
 
Bruxelles, 30 maggio 2011- Qual è l´impatto del tabacco sulla salute dei cittadini dell´Ue? Si stima che circa 650 000 cittadini dell´Ue muoiono ogni anno di morte prematura dovuta al consumo di tabacco. In questo gruppo rientrano anche i non fumatori. Sulla base di stime prudenziali, circa 80 000 adulti, compresi quasi 20 000 non fumatori, sono morti nell´Ue-15 nel 2002, a causa delle malattie dovute a un´esposizione al fumo di tabacco a casa o sul luogo di lavoro. Nei 27 paesi dell´Ue circa 13 milioni di persone soffrono di una o più delle sei principali categorie di malattie associate al fumo1. Si tratta di: 1. Bronchiti e altre infezioni del tratto respiratorio inferiore; 2. Malattie polmonari ostruttive croniche; 3. Infarto, cardiopatie, ostruzioni arteriose (soprattutto nelle gambe) e altre malattie cardiovascolari; 4. Asma; 5. Cancri del polmone; 6. Altri cancri, che interessano ad esempio il pancreas, l´esofago e lo stomaco. Chi fa cosa nell´Ue per assicurare il controllo del tabacco? L´ue e le autorità degli Stati membri collaborano nella lotta contro il tabacco. Un pilastro centrale della lotta contro il tabacco è la legislazione Ue sui prodotti del tabacco e sulla pubblicità del tabacco. Tale legislazione intende conciliare gli obiettivi del mercato interno con la necessità di assicurare un livello elevato di protezione della salute del pubblico in tutta l´Ue. La Commissione europea è incaricata di sorvegliare l´attuazione di queste disposizioni oltre che di proporre le necessarie revisioni. La direttiva sui prodotti del tabacco (2001) impone che tutti i prodotti del tabacco venduti nell´Ue rechino due avvertimenti scritti: il primo avvertimento obbligatorio è "il fumo uccide" o "il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno". La seconda avvertenza, selezionata da una lista di 14 possibilità, comprende "il fumo provoca cancro mortale ai polmoni". La direttiva vieta inoltre i termini fuorvianti quali ‘light’, ‘mild’, oppure ‘basso tenore di catrame’, e fa obbligo ai fabbricanti di dichiarare agli Stati membri gli ingredienti da essi usati. Essa vieta inoltre il tabacco per uso orale e fissa un tenore massimo di catrame, nicotina e monossido di carbonio nelle sigarette. La direttiva sulla pubblicità del tabacco (2003) vieta la pubblicità transfrontaliera dei prodotti del tabacco sui media a stampa, alla radio e sui servizi on line. Essa vieta inoltre la sponsorizzazione di eventi transfrontalieri. La pubblicità del tabacco e la sua sponsorizzazione alla televisione è inoltre vietata dal 1989. Per altri ambiti della lotta contro il tabagismo quali la prevenzione, la cessazione e ambienti liberi dal fumo, la responsabilità di predisporre le regole e le strutture appropriate ricade sui singoli Stati membri. In questi ambiti il ruolo dell´Ue è di sostenere, integrare e coordinare gli sforzi nazionali. L´ue ha formulato le seguenti raccomandazioni agli Stati membri: Raccomandazione del Consiglio sulla prevenzione del fumo (2003), che incoraggia gli Stati membri a controllare tutte le forme di promozione del tabacco e la vendita ai minori nonché fa opera di sensibilizzazione e di educazione alla salute. Raccomandazione del Consiglio sugli ambienti senza fumo (2009), che sollecita gli Stati membri ad adottare ed attuare leggi per proteggere i cittadini dall´esposizione al fumo del tabacco nei locali pubblici chiusi, sul posto di lavoro e nei trasporti pubblici. Essa sollecita anche che si corredino le norme in tema di ambienti senza fumo con misure di sostegno atte a proteggere i bambini, che si coordino gli sforzi per l´abbandono del fumo e si introducano avvertimenti pittografici sui pacchetti di sigarette. Quali leggi nazionali antifumo sono già in vigore? Finora 15 Stati membri dispongono di leggi che tutelano i cittadini dall´esposizione al fumo del tabacco in modo completo. Il divieto totale del fumo in tutti i luoghi pubblici chiusi e nei luoghi di lavoro, compresi i bar e i ristoranti, è in vigore in Irlanda, Regno Unito, Grecia, Spagna e Ungheria. L´italia, la Svezia, Malta, la Lettonia, la Finlandia, la Slovenia, la Francia, i Paesi Bassi, Cipro e la Polonia hanno introdotto una legislazione relativa ad ambienti liberi da fumo che consente però di fumare in appositi ambienti circoscritti. Negli altri Stati membri le leggi antifumo consentono esenzioni per certi luoghi pubblici come bar e ristoranti. La legislazione vigente a tutela dei cittadini dal fumo del tabacco, articolata per Stato membro, può essere consultata qui: http://ec.Europa.eu/health/tobacco/law/free_environments/index_en.htm  Per proteggere la salute dei cittadini queste normative devono essere applicate in modo efficace. Anche le disposizioni antifumo più rigorose, se non sono applicate in modo efficace dalle autorità nazionali, non proteggono dall´esposizione al fumo del tabacco nei posti di lavoro chiusi e negli spazi pubblici chiusi. In seguito alla Giornata mondiale senza tabacco dell´anno scorso diversi paesi hanno intensificato gli sforzi per assicurare ai loro cittadini ambienti senza fumo. L´ungheria, ad esempio, ha adottato nell´aprile 2011 una legislazione antifumo esaustiva. Il fumo sarà proibito in tutti i luoghi pubblici chiusi e nei posti di lavoro, comprese le strutture di ricezione e i trasporti pubblici, a decorrere dal gennaio 2012. Anche punti di agglomerazione aperti quali le fermate dell´autobus e i campi giochi saranno coperti da un divieto che si estende ad un raggio di cinque metri. Un altro esempio è quello della Spagna, dove una nuova legge entrata in vigore nel gennaio 2011 estende il divieto del fumo a tutti i luoghi pubblici, compresi i bar, i ristoranti, le discoteche, i luoghi di intrattenimento e le fermate dei trasporti pubblici. Il fumo è vietato anche nei campi giochi e negli spazi esterni dei centri aventi fini sanitari e educativi, esclusi quelli consacrati esclusivamente all´educazione degli adulti. In Baviera, in seguito a un referendum del luglio 2010, è entrato in vigore un divieto completo del fumo in tutti i bar e ristoranti. Inoltre, nel settembre 2010 è entrata in vigore in Finlandia la prima legge nazionale volta a porre fine una volta per tutte all´uso dei prodotti del tabacco, e vi sono disposizioni che vietano la messa in mostra dei prodotti del tabacco nonché i distributori automatici ed estendono il divieto di fumare alle strutture all´aperto e alle stanze d´albergo. Vi sono prove del fatto che le politiche antifumo funzionano? È comprovato che i divieti di fumare hanno un impatto positivo sulla salute grazie alla riduzione del consumo e dell´esposizione. Anche se occorreranno 20-30 anni per avere il quadro completo, le prove raccolte nei paesi liberi da fumo sono incoraggianti: la qualità dell´aria negli ambienti interni è migliorata notevolmente dopo l´entrata in vigore del divieto di fumare, con una riduzione dell´83%-86% delle concentrazioni di particolato nei bar irlandesii e scozzesiiirispettivamente. Una migliore qualità dell´aria ha portato a una riduzione significativa degli infarti: 11% in meno in Irlandaiii e in Italiaiv, un calo del 17% in Scoziav, e ancora maggiori riduzioni in alcuni Stati degli Usa. Diversi studi hanno già dimostrato che si sono registrati notevoli miglioramenti nella salute respiratoria dei lavoratori delle strutture ricettive in seguito alle leggi antifumovi. Da diverse relazioni emerge anche che le politiche antifumo hanno ridotto il consumo di tabacco e hanno incoraggiato i fumatori a smettere. Quali sono i prossimi passi nella strategia Ue contro il tabacco? La Commissione esamina attualmente l´opportunità di presentare nel 2012 una proposta di revisione della direttiva del 2001 sui prodotti del tabacco. In seguito ad una consultazione pubblica avviata l´anno scorso e all´analisi delle eventuali opzioni di revisione emerse da una valutazione di impatto la direttiva potrebbe essere rafforzata, adattata agli impegni internazionali in tema di lotta contro il tabagismo, ai nuovi sviluppi pervenuti nei prodotti del tabacco e ai progressi scientifici. Le eventuali misure attualmente all´esame sono: soluzioni normative per affrontare i nuovi prodotti di tabacco senza fumo e prodotti a base di nicotina; una migliore informazione dei consumatori. Ad esempio, immagini di avvertimento più grandi e sui due lati dei pacchetti, pacchetti standardizzati, informazioni sulle sostanze nocive; regolamentazione degli ingredienti nei prodotti del tabacco, in particolare di quelli che accrescono il richiamo dei prodotti del tabacco e creano maggiore dipendenza, oltre ad esercitare un´attrattiva soprattutto sui giovani, quali gli aromatizzanti alla vaniglia e alla frutta; revisione delle regole di vendita dei prodotti del tabacco. La Commissione promuove campagne di sensibilizzazione sui pericoli del tabacco? Sì, l´approccio della Commissione europea comprende anche un´azione di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini europei per aiutarli a comprendere il danno che il tabacco arreca alla loro salute. Per tale motivo, a partire dal 2005, la Commissione finanzia campagne di sensibilizzazione su scala Ue. La campagna "Help", che è stata condotta dal 2005 al 2010, era imperniata sulla prevenzione del fumo tra i giovani. Nelle prossime settimane la Commissione avvierà una nuova campagna: "Gli ex fumatori sono inarrestabili". L´obiettivo della campagna è incoraggiare giovani adulti nella fascia di età dai 25 ai 34 anni a smettere di fumare. Si tratta di un pubblico costituito di 145 milioni di cittadini Ue. La nuova campagna sposterà l´impostazione strategica dai rischi del fumo per privilegiare piuttosto i vantaggi per chi smette di fumare, proponendo quali modelli da imitare ex fumatori e quanto essi hanno realizzato. Qual è il ruolo dell´Ue nella lotta antifumo a livello internazionale? L´ue svolge un ruolo attivo nella lotta antifumo a livello globale. Essa è stata uno dei volani della Convenzione quadro dell´Oms per la lotta al tabagismo entrata in vigore il 27 febbraio 2005. La convenzione costituisce il primo trattato sanitario vincolante su scala mondiale dell´Organizzazione mondiale della Sanità. A tuttora vi aderiscono 172 parti, compresa l´Unione europea e 26 Stati membri dell´Uevii. La convenzione quadro costituisce una cornice normativa internazionale per la lotta contro il tabagismo. Essa contiene disposizioni sul confezionamento e l´etichettatura, sulla pubblicità, sulla promozione e la sponsorizzazione, sulla protezione dall´esposizione al fumo di tabacco, sui regolamenti in tema di contenuto dei prodotti del tabacco, sugli scambi illeciti, sui prezzi e la fiscalità e sul sostegno ad alternative economicamente valide per i coltivatori.  
   
   
“PER GIOCO NON BERE”, E IL VIDEOCLIP TI ARRIVA SUL CELLULARE  
 
 Firenze, 30 maggio 2011 - Si chiama Safe Night, Notte Sicura, il progetto che per un anno ha coinvolto i giovani delle province di Firenze, Pisa, Livorno, Arezzo sul tema del divertimento sicuro. Il 26 maggio l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, assieme a Fabrizio Mariani, presidente del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) della Toscana, ha presentato il risultato di un anno di lavoro: 30 videoclip di 30-45 secondi ciascuno, prodotti con la collaborazione dei ragazzi, e destinati ai loro coetanei, che nella primavera-estate verranno diffusi nei luoghi di aggregazione, socializzazione e divertimento giovanile, e in autunno nelle scuole secondarie superiori. Tramite internet, youtube, facebook, ma anche tecnologie innovative come il bluetooth marketing, che permette di divulgare videoclip attraverso i telefoni cellulari: ciascun gruppo aderente al progetto è stato infatti dotato di una postazione in grado di trasmettere i videoclip su tutti i telefoni cellulari presenti nel raggio di circa 100 metri. Safe Night è un progetto di prevenzione dei comportamenti a rischio correlati alla guida, realizzato attraverso tecnologie innovative, quali il bluetooth marketing, nei contesti dell’aggregazione, socializzazione e divertimento giovanile. In un anno (marzo 2010-marzo 2011) Safe Night, progetto di prevenzione dei comportamenti a rischio correlati alla guida, ha coinvolto un centinaio di giovani nella produzione di una campagna di sensibilizzazione sul tema della sicurezza nell’ambito del divertimento notturno, in particolare nel fine settimana. La Regione ha sostenuto il progetto, condotto dal Cnca, con un finanziamento di 56.000 euro. “Questo progetto, che ben volentieri la Regione Toscana ha sostenuto – dichiara l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – vuole promuovere nei giovani stili di vita sicuri, sollecitare il loro senso di responsabilità e consapevolezza rispetto alla guida. Già in altre occasioni, per esempio le iniziative Ditestamia, abbiamo verificato che quando il messaggio è pensato e lanciato da coetanei, è più efficace e arriva meglio a destinazione. Anche in questo caso, pensiamo che il linguaggio dei videoclip ideati dai ragazzi sia più immediatamente comprensibile e raggiunga meglio l’obiettivo voluto”. “I videoclip prodotti dai giovani, con il supporto delle équipe educative dei diversi territori – dice Fabrizio Mariani – hanno permesso di preparare diverse campagne di comunicazione, che hanno la caratteristica di essere adattate ai contesti specifici, in base alle tematiche e ai target che si intendono raggiungere, attraverso un software capace di trasmettere i contenuti che interessano, ma che hanno anche la caratteristica di essere fruibili in modo ampio su internet. Il lavoro creativo è stato supportato da un’agenzia di produzione che ha realizzato materialmente i videoclip”. I numeri di Safe Night: Il progetto vede coinvolte: 5 unità mobili di strada - 10 tra associazioni e cooperative che conducono progetti di educazione stradale, educazione alla legalità, promozione del benessere giovanile e della sicurezza urbana e sociale. Nella produzione dei videoclip sono stati coinvolti: 100 giovani - 14 équipe di operatori sociali - 25 tra educatori e operatori di strada. Attraverso i videclip prodotti sono state elaborate campagne di informazione e prevenzione sui seguenti temi: alcol e guida - malattie sessualmente trasmissibili - abuso di alcol e sostanze illegali - promozione di stili di vita positivi - gioco d’azzardo. Questo materiale verrà utilizzato nella primavera estate come strumento di comunicazione all’interno degli eventi giovanili e festival che si terranno in tutta la Toscana, e nel prossimo anno scolastico sarà utilizzato anche nelle scuole secondarie. Il consumo di alcol e droga tra i giovani - Il consumo di alcol e droga nella popolazione giovanile è in forte espansione. Quattro bicchieri di bevande alcoliche a serata, di cui 3 tra aperitivi, softdrinks e birra, più uno di superalcolici: questo è quanto viene consumato dall’italiano medio nel fine settimana. Per quanto riguarda le sostanze illegali, nel 2010 si stima un incremento dei consumatori di cocaina pari al 40%; e anche per i consumatori di eroina, si parla di un incremento dal 10 al 20%. Cifre che riguardano soprattutto i giovani tra i 14 e i 20 anni, con caratteristiche socio-demografiche ben lontane da quelle degli eroinomani tradizionali. Secondo Prevolab (un Osservatorio previsionale che ipotizza scenari evolutivi relativi al fenomeno della diffusione di sostanze illegali), nei prossimi anni in Italia più di 4,5 milioni di persone faranno uso di cannabis rispetto agli attuali 3,5 milioni. E l’evoluzione del fenomeno – dicono gli operatori del Cnca – non è solo quantitativa: le ricerche dell’ultimo decennio dicono che dietro i dati si celano nuovi significati e comportamenti che mettono in discussione la validità delle categorie tradizionali di approccio al consumo problematico di sostanze. “E’ sempre più frequente in strada – dicono gli operatori delle unità mobili di strada – l’osservazione di situazioni di consumo da parte di adolescenti con età progressivamente più basse. C’è un uso “strumentale” delle sostanze alcoliche, che vengono assunte in compagnia, in alcuni casi in occasione di un’occasione particolare (discoteca o altro), in altri per rendere vivace una serata troppo tranquilla, per raggiungere l’obiettivo “divertimento” grazie ai meccanismi disinibitori dell’alcol, oppure di potenziare gli effetti di sostanze psicoattive assunte in concomitanza”. I dati toscani L’indagine Edit (Epidemiologia dei determinanti dell’infortunistica stradale in Toscana), condotta dall’Ars, l’Agenzia Regionale di Sanità nel 2008, sui comportamenti a rischio e stili di vita dei giovani toscani tra 14 e 19 anni, ha dato questi risultati: su un totale di 182.000 adolescenti tra 14 e 19 anni, 52.198 ragazzi (35.387 maschi e 16.811 femmine), quindi più di 1 su 4, sono binge drinkers (bevono ripetutamente in modo compulsivo fino ad ubriacarsi). 68.923 (38.117 maschi e 30.806 femmine), 1 su 3, hanno consumato almeno una sostanza illegale nella vita. 39.681 (22.870 maschi e 16.811 femmine), circa 1 su 5, hanno consumato almeno una sostanza illegale negli ultimi 30 giorni. 42.476 (21.176 maschi e 21.300 femmine) sono fumatori. 95.900 (63.245 maschi e 32.655 femmine), 1 su 2, hanno giocato d’azzardo almeno una volta nella vita. E 18.956 (15.435 maschi e 3.521 femmine) sono giocatori problematici.  
   
   
SCIENZIATI TROVANO COLLEGAMENTO GENETICO AGLI EFFETTI DELL´ALCOL SOGGETTIVI  
 
Bruxelles, 30 maggio 2011 - È opinione diffusa che le persone più a rischio di soffrire di alcolismo sono quelle che hanno un parente stretto con problemi di alcol. Tuttavia, nessuno è stato in grado di far luce sulla questione... Fino ad ora. Alcuni ricercatori dell´Università di Göteborg, in Svezia, hanno scoperto che le persone che hanno un parente stretto alcolizzato reagiscono in modo più positivo all´alcol rispetto agli altri. Pubblicato nella rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research, lo studio si è concentrato su un ampio gruppo di persone che hanno un parente stretto con l´alcolismo di tipo I. In passato la maggior parte degli studi ha indagato popolazioni più limitate, come ad esempio i figli di padri alcolisti. Gli scienziati hanno individuato due tipi di alcolismo: il tipo I e il tipo Ii. Il primo è legato all´interazione di fattori genetici con l´ambiente, ad esempio tra ambiente sociale ed esperienze di vita. Il tipo Ii, invece, si basa sul forte rischio genetico di sviluppare una dipendenza da alcol, a prescindere dall´ambiente. "Lo studio è singolare in quanto abbiamo studiato come i figli degli alcolisti di tipo I sperimentano gli effetti dell´alcol e confrontato questi dati con le esperienze del gruppo di controllo, che consisteva di persone che non avevano una storia di abuso di alcol in famiglia", ha spiegato la dottoressa Anna Söderpalm-gordh, dell´unità di biologia delle tossicodipendenze - Istituto di Neuroscienze e fisiologia presso l´Accademia Sahlgrenska dell´Università di Göteborg. "Il gruppo costituito dai figli di alcolisti di tipo I era in buona salute e non aveva problemi di salute mentale, e non avevano essi stessi problemi di alcol". Ai fini del loro studio, i ricercatori hanno somministrato una moderata quantità di alcol o placebo - sotto forma di succo di frutta - ad un gruppo di 51 partecipanti (34 uomini e 17 donne). Non è stato impiegato alcun processo di selezione per determinare chi riceveva cosa; le bevande sono state distribuite a caso. Dalla ripartizione è emerso che 29 partecipanti facevano parte del gruppo di controllo e 22 erano membri del gruppo con un membro della famiglia affetto da alcolismo di tipo I. I ricercatori hanno poi chiesto ai membri di entrambi i gruppi di descrivere come avevano sperimentato gli effetti dell´alcol. I loro dati hanno mostrato che i partecipanti con un membro della famiglia con alcolismo di tipo I hanno segnalato effetti più positivi e più stimolanti dovuti all´alcol rispetto ai membri del gruppo di controllo. Questi partecipanti hanno trasmesso il loro bisogno di bere più alcol rispetto a quelli del gruppo senza fattori ereditari, hanno detto i ricercatori. Pertanto, secondo loro, i risultati supportano la teoria che i figli di alcolisti di tipo I ereditano una qualche forma di esperienza positiva legata all´assunzione di alcol. "Questi risultati dimostrano che alcune persone sono più sensibili agli effetti gratificanti dell´alcol: reagiscono all´alcol in maniera più forte e più positiva rispetto ad altri", ha spiegato la dottoressa Söderpalm-gordh. "Questo può, a sua volta, portare ad un consumo maggiore e ad un elevato rischio di abuso di alcol. I risultati suggeriscono inoltre che i figli di alcolisti di tipo I, ritenuti di correre un minor rischio ereditario di sviluppare dipendenza da alcol, potrebbero comunque essere in pericolo di sviluppare l´alcolismo". I risultati sono significativi, soprattutto perché circa il 40% della popolazione svedese ha almeno un parente stretto che ha problemi di alcol, dice la dottoressa. "Ogni singola esperienza relativa all´alcol è uno strumento importante per capire perché alcune persone sviluppano l´alcolismo; ma potrebbe anche essere un indicatore di per sé dell´evoluzione del consumo di alcol di un individuo", commenta la dottoressa Söderpalm-gordh. "La nostra scoperta è parte del lavoro di prevenzione per aiutare certi gruppi di persone che corrono il rischio di bere troppo alcool." Per maggiori informazioni, visitare: Università di Göteborg http://www.Gu.se/english  Alcoholism: Clinical & Experimental Research: http://onlinelibrary.Wiley.com/journal/10.1111/issn1530-0277    
   
   
FVG: ORGANO DI INDIRIZZO AZIENDA OSPEDALIERO_UNIVERSITARIA  
 
Trieste, 30 maggio 2011 - Il nuovo "Organo di indirizzo dell´Azienda ospedaliero-universitaria degli Ospedali riuniti di Trieste" è stato nominato il 26 maggio dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali, Vladimir Kosic. L´organo resterà in carica per 4 anni e sarà costituito dai professori Claudio Cobelli, Giorgio Zauli e Niccolò De Manzini. Cobelli, designato d´intesa da Regione e Università, avrà anche il ruolo di presidente dell´Organo di indirizzo. De Manzini è membro di diritto, in quanto preside della Facoltà di medicina e chirurgia dell´Ateneo giuliano e Zauli è stato indicato dalla Regione. Sia Cobelli che Zauli hanno maturato una lunga esperienza in materia di organizzazione e programmazione dei servizi sanitari. In particolare, il primo ha rivestito l´incarico di presidente del Gruppo nazionale di bioingegneria e fa attualmente parte della sezione di studio presso il National Institutes oh health, prima agenzia del governo degli Stati Uniti per la ricerca biomedica, e del Centro Children´s Nutrition Research di Houston (Texas), punto di riferimento per la ricerca sull´alimentazione di bambini e adolescenti. Il secondo riveste l´incarico di direttore scientifico dell´Irccs Burlo Garofolo di Trieste ed è responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca finanziati da diversi Enti nazionali, fra i quali l´Istituto superiore della sanità, il Miur e altri.  
   
   
ABRUZZO: ADEGUAMENTO SISMICO OSPEDALE C. DI SANGRO OLTRE 3 MLN PER STRUTTURA "STRATEGICA" TERRITORIO  
 
L´aquila, 30 maggio 2011 - La Giunta regionale d´Abruzzo, su proposta dell´Assessore alla Protezione civile, ha autorizzato (Dgr n. 332 del 20-05-2011) un intervento di miglioramento sismico sul presidio ospedaliero di Castel di Sangro. L´intervento, dal costo complessivo di euro 3.195.000,00, sarà coperto quasi interamente da fondi assegnati alla Regione Abruzzo dall´Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3907 del 13.11.2010 e destinati alla prevenzione del rischio sismico sul territorio. "La decisione di intervenire su un piccolo ospedale che riveste un ruolo importante e vitale per il difficile territorio dell´Alto Sangro - argomenta l´Assessore - scaturisce dall´esperienza vissuta con il disastroso evento sismico del 6 aprile 2009 che ha colpito l´Aquilano e dall´analisi delle esigenze e delle difficoltà riscontrate nelle prime fasi di soccorso e assistenza alla popolazione gravemente colpita". La volontà, espressa dall´Assessore alla Protezione civile, e condivisa dall´Esecutivo, ha permesso l´approvazione della destinazione dell´intero importo della prima annualità di finanziamento all´edificio ospedaliero di Castel di Sangro, la cui funzionalità deve essere sempre garantita in fase emergenziale, in quanto struttura a carattere sia "strategico" ai fini di protezione civile che "rilevante" per le conseguenze disastrose di un eventuale collasso. Il miglioramento sismico della struttura permetterà di riportare il livello di sicurezza dell´ospedale ai valori imposti dalla normativa vigente, al fine di garantirne la funzionalità e l´efficienza anche in caso di emergenza. Il Presidente Chiodi, da parte sua, ha sottolineato l´attenzione per i centri disagiati a causa di marginalità territoriali e che esplicano un importante servizio nel complesso del nuovo assetto della sanità abruzzese.  
   
   
SANITA´:LOMBARDO,"COLLABORATORI ASP RAGUSA MERITANO CERTEZZE"  
 
Palermo, , 30 maggio 2011 - La Presidenza della Regione siciliana e´ determinata a risolvere la vertenza dei precari dell´Azienda sanitaria provinciale 7 di Ragusa. Da parecchi mesi i circa trecento lavoratori a tempo determinato dell´Asp iblea chiedono garanzie sul loro futuro occupazionale. "Proprio la settimana scorsa - ricorda il presidente Lombardo - si sono svolte a Palermo e Ragusa una serie di riunioni per definire lo status di questi collaboratori dell´Asp, il cui impiego e´, e sara´, in linea con quei principi inderogabili di efficienza e risparmio". Dopo un confronto tra il presidente Lombardo e l´assessore alla Sanita´, Massimo Russo - incontro a cui ha partecipato il manager dell´Asp di Ragusa, Ettore Gilotta - e le rappresentanze sindacali dei precari, per il futuro dei precari e´ stata prospettata anche l´idea di una convenzione tra Asp di Ragusa e Multiservizi regionale.  
   
   
SPORT IN LOMBARDIA: STANZIATI 3,9 MILIONI - PRESTO UN CODICE ETICO PER IL SETTORE  
 
Milano, 30 maggio 2011 - ´Un segnale importante in un periodo economico difficile. Lo stanziamento di 3,9 milioni di euro dimostra la volontà della Giunta lombarda di promuovere lo sport sul territorio´. Questo il commento dell´assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia Monica Rizzi, all´annuncio del presidente Formigoni dello stanziamento a favore dello sport lombardo. Una somma trovata nelle pieghe del bilancio regionale grazie alla sensibilità del presidente Formigoni e al lavoro dell´assessore al Bilancio Romano Colozzi, che hanno accolto la richiesta dell´assessore Monica Rizzi di un intervento diretto anche in questo periodo di crisi e tagli alle spese. ´E´ la dimostrazione - ha aggiunto l´assessore Rizzi - che la Regione ha fatto suo quel principio di sport visto come valore educativo soprattutto per le fasce più deboli, giovani, anziani e disabili, e come risorsa di inclusione e formazione sociale. Da non dimenticare poi l´importanza economica del comparto sportivo, il cui giro di affari si aggira intorno al 3 per cento del Pil nazionale. Con queste risorse, inoltre, possiamo portare avanti e incrementare la nostra politica di sostegno alla disabilità´. ´Siamo soddisfatti - ha detto il presidente del Coni Lombardia Pierluigi Marzorati - e ringraziamo il presidente Formigoni e l´assessore Rizzi per questo stanziamento che arriva, lo sappiamo, in un periodo di crisi. Dobbiamo quindi riuscire a non sprecare queste risorse, cercando di investirle soprattutto nell´impiantistica, incentivando anche le stesse società a fare di più´. Parole condivise anche dal dirigente capo dell´Ufficio Scolastico regionale Marco Bussetti: ´Grazie ai fondi di Regione Lombardia - ha dichiarato - possiamo fare qualcosa di concreto per ben 1,5 milioni di studenti. Ancora una volta la Regione si è dimostrata sensibile e attenta ai problemi della scuola´. Apprezzamento per l´operato dell´assessore Rizzi è arrivato anche dal presidente del Cip (Comitato Italiano Paralimpico) Pierangelo Santelli che ha ricordato come, grazie a questi fondi, si potrà raggiungere l´obiettivo primario di aumentare il numero dei disabili che praticano sport. ´Attualmente - ha spiegato Santelli - siamo sotto l´1 per cento; la speranza è di riuscire ad arrivare al 3 per cento in pochi anni´. Questo stanziamento rappresenta però solo un passo dell´attività dell´assessore Rizzi nella strada che porta al più ambizioso Codice Etico per le Società Sportive in fase di definizione. ´Vogliamo arrivare - ha concluso l´assessore allo Sport - alla formazione di un vero e proprio ´Modello Lombardo´ di educazione sportiva per dirigenti e atleti´.  
   
   
FVG: ASSEGNATI 1,15 MILIONE DI EURO A 215 MANIFESTAZIONI SPORTIVE  
 
Trieste, 30 maggio 2011 - Ammontano ad un milione 147 mila euro i fondi che la Giunta regionale, su proposta dell´assessore allo Sport, Elio De Anna, ha destinato alle associazioni sportive presenti in Friuli Venezia Giulia per sostener le manifestazioni da loro stesse organizzate. I contributi sono stati assegnati a 215 richiedenti presenti in regione, di cui 87 in provincia di Udine (per complessivi 411 mila euro), 56 in quella di Pordenone (368 mila euro), 38 a Trieste (206 mila euro) e 34 a Gorizia (162 mila 800 euro). Rispetto al 2010, i fondi risultano essere superiori del 10 per cento, così come in aumento è anche il numero di manifestazioni beneficiarie delle provvidenze, che passano da 198 a 215. Questa delibera si va ad aggiungere a quella approvata circa un mese fa, nella quale vennero assegnati altri 1,4 milioni di euro a favore delle manifestazioni "Top 50" ossia quelle di maggior prestigio che permettono di dare grande visibilità al territorio regionale. Tra ripartone e top 50 le discipline sportive maggiormente coinvolte sono rappresentate dal ciclismo - 37 interventi per 566 mila euro (compresi 9 Top Events per 230 mila ed altri 210 mila per il Giro d´Italia); atletica leggera - 47 interventi per 543 mila (compresi 9 Top Events per 281 mila euro e 90 mila per la legge regionale sul talento atletico); calcio - 40 interventi per 311 mila euro (compresi 5 Top Events per 141 mila euro ma non sono comprese le risorse a sostegno dei Campionati); arti marziali - 23 manifestazioni per un totale di 163 mila euro (compresi 3 Top Events per 76 mila euro); sci - 16 interventi per 163 mila euro (compreso 1 Top Event e il sostegno alla Fisi del Fvg, ma non è compresa la Coppa del Mondo di Tarvisio per 880 mila euro). I criteri, adottati dal tavolo per la governance dello sport e approvati all´unanimità, prevedono come elementi del riparto il rilievo nazionale e internazionale delle iniziative, la loro storicità, dimensioni, l´impegno organizzativo, la professionalità degli organizzatori, il rilievo dato dai mezzi di comunicazione, nonché l´impatto turistico/sociale nel territorio regionale. Sulla base di queste linee di indirizzo, sono state determinate due fasce. Della prima fanno parte le manifestazioni di preminente rilevanza nazionale e internazionale, con importi dei singoli interventi compresi tra gli 7 e 15 mila euro. In questo caso sono stati assegnati complessivamente 510 mila euro a favore di 54 associazioni. Della seconda fascia fanno parte invece le iniziative di preminente rilevanza regionali, ai quali vanno contributi compresi tra i 2 e i 6 mila euro. In questo caso i beneficiari sono stati in totale 163, ai quali la Regione ha assegnato complessivamente 638 mila euro. Tra le manifestazioni di maggior rilievo sostenute dalla Regione con 15 mila euro figurano la 26/ma edizione del trofeo Civelli di Ronchi dei Legionari, il 7/mo meeting internazionale su pista di atletica leggera di Brugnera, la 28/ma edizione del Trofeo "Il Giulia di Trieste", la 29/ma edizione del Tarcento Europa Cup. Nel riparto non sono compresi gli enti di promozione di promozione sportiva, le associazioni sportive dei disabili e il mondo della scuola, per i quali invece sono previsti degli specifici capitoli di bilancio per il sostegno di iniziative, manifestazioni e attrezzature. In tutto verranno erogati altri 740 mila euro. Con il "ripartone" prosegue il sostegno della Regione alle manifestazioni di interesse che si realizzano nel segno della continuità e della qualità. Proprio perché le risorse non sono infinite, il riparto tiene conto anche della progettualità e della professionalità delle proposte, escludendo perciò le iniziative sportive di minor rilevanza e che nella "pesatura" non raggiungono almeno 13 punti. Se le condizioni di bilancio permetteranno di aggiungere altre risorse nelle variazioni, allora potranno essere recuperate altre domande, come del resto si è verificato nel 2010. Come ricorda l´assessore De Anna interpretando anche il pensiero della Giunta regionale, il settore dello sport non è considerato un centro di spesa quanto invece una opportunità di investimento.