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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Novembre 2013
UE: NUOVO BANDO PER CERCARE VACCINI ANTINFLUENZALI ALL´AVANGUARDIA  
 
Bruxelles, 4 novembre 2013 - Mentre la stagione dei vaccini si avvicina, l´Iniziativa in materia di medicinali innovativi (Imi) lancia un invito a presentare proposte per progetti dedicati allo sviluppo di vaccini antinfluenzali più efficaci. Ogni anno le industrie farmaceutiche mettono a punto vaccini progettati per combattere i ceppi di influenza che hanno maggiore probabilità di diffondersi l´inverno successivo. Una delle maggiori difficoltà è valutare con precisione il livello di protezione offerto, perciò questo progetto è mirato a migliorare e standardizzare i test esistenti e metterne a punto di nuovi per migliorare la valutazione dei nuovi vaccini. Al progetto è destinato un bilancio di 12,2 milioni di euro - metà a titolo del Settimo programma quadro di ricerca della Commissione europea (7Pq) e metà offerta dalle società farmaceutiche che partecipano al progetto. Per maggiori informazioni sul bando e per conoscere le modalità di candidatura visitare il sito http://www.Imi.europa.eu/content/10th-call-2013-10    
   
   
NEONATI: L’IMPEGNO DEL MINISTRO PER MIGLIORARE L’ASSISTENZA  
 
Firenze, 4 novembre 2013 – “Desidero ringraziare i professionisti impegnati nell’assistenza e nella cura del neonato perché attraverso la loro opera quotidiana il nostro Paese si colloca tra i primi al mondo per i progressi compiuti in questo settore. I successi ottenuti, tuttavia, non possono farci dimenticare la presenza di eventi sanitari negativi e la permanenza di differenze strutturali e tecnologiche tra le diverse aree regionali”. Le parole del Ministro alla Sanità, Beatrice Lorenzin, contenute nel messaggio inviato per il Xix Congresso della Sin, la Società Italiana di Neonatologia, che si è chiuso il 30 ottobre a Firenze, esprimono la necessità di continuare sulla strada di una maggiore attenzione e appropriatezza delle cure che ha spinto la Sin a promuovere un codice cromatico per identificare i principali rischi di patologie neonatali articolato in quattro colori differenti, che saranno sempre più caratterizzanti il linguaggio degli screening neonatali: blu, bianco, grigio e giallo. “L’idea prevalente di non medicalizzare il parto e di mandare a casa presto i neonati e non dopo quattro o cinque giorni come si faceva in passato fa sì che non si possano identificare in modo adeguato anche le più comuni patologie”, afferma il prof. Costantino Romagnoli, presidente della Sin Società Italiana di Neonatologia, “per questo è necessario promuovere d’intesa con i pediatri e le famiglie un programma di sorveglianza dello stato di salute del nuovo nato”. È il messaggio forte emerso dal Congresso dove i 1200 partecipanti di tutte le categorie professionali impegnate nell’assistenza e nella cura del neonato hanno concordato sulla necessità di un percorso comune e di una sempre maggior collaborazione con il Ministro. In Italia nascono oltre 500.000 neonati all’anno e grazie ai grandi progressi della neonatologia la mortalità neonatale è a livelli minimi, tra le migliori in Europa, 2,72 per 1000 nati (Rapporto Cedap Ministero della Salute 2013). Per il 60% di neonati definiti sani spesso il giudizio di normalità espresso alla nascita può essere ingannevole: il neonato può essere “bugiardo”. La nuova sfida, secondo i neonatologi italiani, è la prevenzione delle malattie neonatali più diffuse: cardiopatie congenite, encefalopatie, la sepsi e l’ittero. “È necessario far sì che ad ogni parto venga garantito un livello essenziale ed appropriato di assistenza ostetrica e pediatrico/neonatologica” - continua il Ministro Lorenzin – “venga implementata l’appropriatezza e la sicurezza nell’erogazione delle cure, garantita la presa in carico e la continuità assistenziale per la puerpera ed il neonato, con particolare responsabilità in caso di dimissioni di neonati che necessitano di cure più impegnative. Il nostro impegno è dunque rendere pienamente operativo il Programma Nazionale con specifiche misure di politiche sanitarie e di azioni per migliorare la qualità e l’appropriatezza dell’assistenza neonatale”. Quello della Sin è un tentativo di sistematizzare i rischi potenziali, “i pericoli”, che interessano il neonato nelle prime ore della vita; dal pericolo “bianco” delle encefalopatie neonatali e degli errori congeniti del metabolismo a quello “blu” delle cardiopatie congenite; dal pericolo “grigio” causato dalle sepsi neonatali a quello “giallo” dell’ittero che è conosciuto e studiato ma ancora fonte di rischi. La capacità di intercettare questi “pericoli” si fonda su tre cardini: l’identificazione dei fattori di rischio anamnestici della famiglia e della gravidanza; la sorveglianza del neonato e il ricorso agli esami “screening”.  
   
   
COSTI STANDARD: ZAIA, “FUORI DAL CASSETTO E SUBITO APPLICATI”  
 
Venezia, 4 novembre 2013 - “Potrà sembrare strano, ma il Veneto non chiede altro che l’applicazione di una legge nazionale. Il decreto legislativo 6 maggio 2011 (più di 2 anni fa!) n.68 recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonchè di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard in sanità. Si tiri fuori dal cassetto questa norma e la si applichi immediatamente. Questa è la nostra posizione, senza se e senza ma”. Lo sottolinea il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in relazione all’incontro riservato tra i Presidenti delle Regioni italiane in materia di costi standard in sanità. “E’ ora di finirla con i tira e molla – prosegue Zaia – perché la sanità italiana ha bisogno come l’aria dei costi standard per porre fine alla girandola di sprechi che continua e le Regioni virtuose e con i conti in ordine come il Veneto sono stanche di fare la figura di Pantalone”. “Vorrei ricordare – prosegue Zaia – che, se si applicassero in tutta Italia i criteri di gestione della cosa pubblica che utilizziamo in Veneto il Paese risparmierebbe 30 miliardi di euro l’anno e ci sarebbero tutte le risorse per rispondere alla crisi e al bisogno di rilancio della nostra economia”. “La sanità – conclude Zaia – è un diritto costituzionale che va garantito a tutti; la sanità sprecona è un colpo mortale all’interesse di tutti i cittadini di vedere usate al meglio le tante, troppe, tasse che pagano”.  
   
   
ZAIA SU PROLIFERAZIONE PORTALI SANITA’: “VOGLIO CHIARIMENTI DAL MINISTRO DELLA SALUTE SUL PERCHE’ PRIVATI UTILIZZANO DATI PUBBLICI E PERCHE’ IL SITO PUBBLICO RESTA ANCORA AL PALO”  
 
Venezia, 4 novembre 2013 - “Che nessun ospedale Veneto compaia fra le eccellenze di siti che ultimamente proliferano e pubblicano classifiche su dove si è curati meglio, è quanto meno sorprendente, ben sapendo che altre prestigiose classifiche pubbliche – e quindi certificate - pongono numerosi ospedali della regione al top non soltanto in Italia ma spesso in Europa. Vedasi l’ultimo rapporto del laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa”. E’ il commento del Presidente del Veneto, Luca Zaia, alla nascita e alla diffusione di portali web che mappano l’offerta sanitaria in Italia. “Trovo assurdo che una classifica venga redatta da privati utilizzando dati pubblici che, apprendo ancora una volta da agenzie di stampa, sarebbero il Ministero della Salute, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari-Agenas, l’Istat – riprende Zaia – Il Ministero stesso ha stanziato 6 milioni per la realizzazione di un portale nazionale che, ai sensi del decreto legislativo 68, articolo 30, dovrebbe informare circa l’uniformità dell’assistenza, la qualità delle cure e il monitoraggio costante dell’efficienza ed efficacia dei servizi sanitari. Portale cui la Conferenza Stato-regioni ha affidato la realizzazione alla Regione Veneto”. “Chiedo che il Ministro mi dia urgentemente un chiarimento sul perché i fondi Cipe per tale portale restano bloccati, ma soprattutto perché a privati viene continuamente consentito di utilizzare dati pubblici”.  
   
   
MARONI: ABOLIRE I TICKET ENTRO LA LEGISLATURA  
 
Milano. 4 novembre 2013 - "Abolire i ticket è uno degli obiettivi di legislatura che ci poniamo, ma si tratta di un impegno rilevante dal punto di vista finanziario: se non ci fosse stato il taglio di 350 milioni per la Regione Lombardia nella Legge di Stabilità una parte di questi soldi sarebbero stati destinati alla riduzione dei ticket. Purtroppo il taglio c´è e dovremo valutare in questi giorni in Consiglio regionale come procedere, ma certamente non ci sarà alcun aumento della pressione fiscale, né diminuzione delle risorse per il sostegno del welfare e dalla sanità". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni al Pio Albergo Trivulzio, conversando con i giornalisti al termine della presentazione del primo decreto attuativo del ´Fondo Regionale a sostegno della famiglia e dei suoi componenti più fragili´.  
   
   
OSPEDALE DELLA PIANA DI GIOIA TAURO, NOMINATA LA COMMISSIONE GIUDICATRICE  
 
Catanzaro, 4 novembre 2013 - Il Direttore Generale della Stazione Unica Appaltante, Generale Antonio Rizzo rende noto che con decreto n. 14658 dello scorso 28 ottobre la S.u.a. Ha nominato la Commissione giudicatrice, incaricata di selezionare il Concessionario, cui verrà affidata la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero della Piana di Gioia Tauro. La Commissione completerà i lavori entro il prossimo mese di gennaio. L’organismo è presieduto dallo stesso D.g. Della S.u.a. Generale Antonio Rizzo, ed è composta dai dirigenti regionali del Dipartimento Infrastrutture e Ll.pp. Della Regione, Francesco Costantino e Pasquale Celebre, dal direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera ‘Bianchi-morelli-melacrino’ di Reggio Calabria, Vincenzo Sidari e da Bruno Damiano Silipo dell´Università della Calabria. Segretario della Commissione Fernando Pelaggi della Stazione Unica Appaltante. L’aggiudicazione della concessione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Ll Generale Antonio Rizzo evidenzia inoltre che entro il prossimo mese di novembre saranno prescelti gli operatori economici per l´affidamento del contratto di concessione degli ospedali della Sibaritide e di Vibo Valentia e sarà immediatamente avviato il percorso di concreta realizzazione dei due nuovi ospedali.  
   
   
L’IPNOSI IN BAMBINI E ADOLESCENTI FUNZIONA PER LA GESTIONE DEL DOLORE E DEGLI STATI EMOTIVI  
 
Torino, 4 novembre 2013 - La ricerca ha dimostrato che l´ipnosi può modulare i processi fisiologici considerati per lungo tempo inaccessibili al controllo volontario. Diversi studi sui bambini evidenziano i benefici dell’autoipnosi a largo spettro: negli interventi chirurgici, nel dolore acuto e cronico, negli stati emotivi e nei disturbi dell’apprendimento. La pediatra Barbara Adinolfi e la psicologa Nicoletta Gava, entrambe del Milton Erickson Institute di Torino, hanno redatto una review su studi condotti negli ultimi 20 anni. L’articolo pubblicato di recente da Acta Biomedica (2013; 84: 94-97) evidenzia le potenzialità della tecnica ipnotica sia come trattamento d’elezione che come trattamento aggiuntivo in patologie impegnative che vanno dalla fibrosi cistica ai casi di cefalea cronica, insonnia, dermatiti, insomma un ampio impiego e soprattutto molto economico. L’america Pain Society raccomanda l’ipnosi come trattamento per i bambini che soffrono di dolore acuto. Infatti uno studio condotto in anestesia pediatrica dimostra che l’uso dell’ipnosi come trattamento aggiuntivo consente un maggior controllo del dolore, si riduce l’ansia preoperatorio, il decorso postoperatorio è meno doloroso e la ripresa più rapida con minor giorni di degenza. L’ipnosi è stata utilizzata con successo nella riduzione delle fratture con bambini ai quali non potevano essere somministrati analgesici; nei casi di interventi invasivi e dolorosi post ustioni e nell’odontoiatria, evitando o riducendo l’anestesia dentale. Nel caso del dolore cronico, uno studio su una coorte di 144 bambini ed adolescenti affetti da cefalea cronica hanno rilevato una riduzione statisticamente significativa nella frequenza, intensità e durata del dolore di testa. Un lungo periodo di follow up ha evidenziato che i ragazzi oltre a veder migliorare il mal di testa avevano avuto modo di applicare l’autoipnosi con successo anche in altri stati di dolore e stress. Un recente studio randomizzato su 52 pazienti pediatrici affetti da dolore addominale e sindrome dell’intestino irritabile ha evidenziato una significativa differenza rispetto a quelli seguiti con trattamento medico standard, con remissione a 5 anni dal trattamento. Oltre al dolore acuto e cronico, i vantaggi nelle problematiche pediatriche più frequenti sono ampiamente documentate e testimoniate da un significativo aumento della qualità di vita dei piccoli pazienti. Ad esempio In un interessante studio è stato condotto con un gruppo di bambini con fibrosi cistica addestrato in auto-ipnosi, mentre un altro era di controllo. I risultati hanno mostrato che, rispetto al gruppo di controllo, il gruppo in trattamento ha raggiunto miglioramenti significativamente maggiori nel picco di flusso espiratorio , così come nell´ansia, autostima e stato di salute. Nel caso di insonnia si è visto che sole due sessioni di ipnosi erano sufficienti per il 68% di un gruppo di 84 ragazzi in età scolare. “I bambini sono intensamente coinvolti nella loro terapia ipnotica - sottolineano Adinolfi e Gava - perché si gestiscono da soli, utilizzando le loro attitudini e capacità attraverso l´auto –ipnosi che apprendono molto velocemente. Anche i bambini molto piccoli possono imparare queste tecniche, ottenendo notevoli miglioramenti nella loro salute, qualità della vita e soprattutto autostima.”  
   
   
L’ITALIA DICE ADDIO ALLA FENFORMINA UN FARMACO PER LA CURA DEL DIABETE VECCHIO E POTENZIALMENTE PERICOLOSO  
 
Roma, 4 novembre 2013 - La Società Italiana di Diabetologia esprime il suo profondo apprezzamento per la decisione di Sanofi, relativa alla sua decisione di ritirare dal commercio il medicinale Bidiabe*. In occasione del congresso dell’Easd (European Association for the Study of Diabetes), tenutosi a Barcellona lo scorso mese di settembre, i diabetologi italiani avevano attirato l’attenzione su fatto che diverse migliaia di pazienti nel nostro Paese fossero ancora in terapia con questo farmaco contenente fenformina, da sempre considerata un farmaco pericoloso e per questo sostituita praticamente in tutto il mondo con la ben più sicura metformina. La fenformina è entrata in commercio molti anni fa, quando le regole per verificare la sicurezza di un farmaco erano decisamente meno ferree di quelle vigenti. Eppure è restata disponibile fino a qualche giorno fa, e adesso ritirata dal commercio solo grazie all’iniziativa dell’azienda produttrice - che ha fatto tesoro delle segnalazioni delle società scientifiche di diabetologia - e non su indicazione dall’Agenzia Regolatoria. Tutto questo, mentre altri farmaci per la cura del diabete di ultima generazione, ormai dimostratisi sicuri, restano vincolati ad incomprensibili piani terapeutici e tetti di spesa. La Società Italiana di Diabetologia, nell’augurarsi che anche i pazienti italiani possano usufruire pienamente delle terapie per il diabetiche di ultima generazione, ricorda a tutte quelle persone con diabete che fossero in terapia con Bidiabe di rivolgersi con tranquillità a uno specialista diabetologo o al proprio medico di famiglia, per la pronta sostituzione del farmaco.  
   
   
PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO: I RISULTATI DI UN’INDAGINE IN 300 STRUTTURE PUBBLICHE  
 
Milano, 4 novembre 2013 - In quasi quattro consultori italiani su cinque non vengono forniti gli stick per i test di gravidanza necessari a ricevere la prescrizione della nuova contraccezione d’emergenza. E nel Sud la situazione peggiora: poco più di un consultorio su dieci può disporre dei test (15,4%). Il quadro diventa ancora più critico nei pronto soccorso: nell’81% dei casi non ci sono gli stick sulle urine; nel Sud il vuoto è quasi assoluto: sono pochissimi, infatti, i pronto soccorso in grado di effettuare test di gravidanza rapidi (appena l’11%). I risultati? Le donne sono costrette a pellegrinaggi estenuanti verso strutture in grado di rispondere alle loro esigenze o verso laboratori di analisi per test più invasivi e costosi. E se proprio non possono effettuare il test in tempi rapidi devono ricorrere ad altri contraccettivi, meno efficaci rispetto alla nuova opzione terapeutica. È quanto emerso da una ricerca svolta da Datanalysis e realizzata in 200 consultori e 100 pronto soccorso-Dea presenti su tutto il territorio nazionale. Un’indagine che parla chiaro: il test obbligatorio e la sua carenza negli istituti pubblici deputati alla prescrizione della contraccezione d’emergenza ostacolano, ed in molti casi negano, di fatto, la possibilità di accesso a un farmaco più efficace; se assunto nelle prime 24 ore dal rapporto sessuale, riduce di ben due terzi il rischio di gravidanza indesiderata rispetto alla precedente opzione farmacologica. Un quadro decisamente negativo, anche perché l’Italia è l’unico Paese - tra i 61 nel mondo dove è stata autorizzata la vendita della nuova pillola per la contraccezione d’emergenza - sottoposto all’obbligo “della presa visione del medico di un test di gravidanza negativo prima della prescrizione”. Non va dimenticato inoltre che ancora oggi, a causa della presenza di obiettori o per problemi organizzativi, cinque consultori su dieci e ben sei pronto soccorso su dieci non prescrivono la contraccezione d’emergenza. E così, tra ostacoli e pellegrinaggi, quella che dovrebbe essere per le donne la “pillola del dopo” diventa la “pillola del mai”. “La contraccezione d’emergenza – sottolinea Francesca Merzagora, Presidente di O.n.da – è un presidio di prevenzione validato e conosciuto, ma, alla luce dei dati, emerge come l’equità di accesso e il diritto alla miglior cura disponibile sia fortemente messo in discussione. Da una parte, infatti, ci sono poche strutture che prescrivono, dall’altra, anche quelle che lo fanno sono ostacolate a causa dell’obbligatorietà del test di gravidanza, che, oltretutto, come emerge dalla ricerca, risulta non fruibile in molte strutture. La contraccezione d’emergenza è l’ultimo baluardo per scongiurare il rischio di dover ricorrere a una interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) che, oltre ad essere un’esperienza estremamente dolorosa per la donna, risulta di fatto un fallimento delle politiche di prevenzione e pianificazione della salute sessuale e riproduttiva”. I dati in letteratura ci riferiscono, infatti, che anche nei Paesi occidentali, nonostante il diffuso ricorso a contraccettivi efficaci e ben tollerati, più di un terzo delle gravidanze risultano indesiderate e, purtroppo, circa la metà dei casi si concludono con il ricorso all’Ivg. Pertanto, poter offrire alla donna un’ultima possibilità per ridurre, non certo azzerare, questo rischio è essenziale. “Da ginecologa questi dati mi sconcertano”, spiega Rossella Nappi, ginecologa, endocrinologa e sessuologa all’Università di Pavia e Past President dell’International society for the study of women’s sexual health (Isswsh). “Non comprendo, infatti, il perché di una restrizione d’accesso generalizzata e scientificamente ingiustificata a un nuovo farmaco, che è stato valutato come un’occasione educazionale per la salute della donna e una forma di contraccezione più efficace”. L’esecuzione obbligatoria di un test di gravidanza non è, infatti, stata inserita nel riassunto delle caratteristiche di prodotto né dall’Agenzia del farmaco europea (l’Ema) né da quella statunitense (l’Fda). Il test eventualmente viene suggerito solo a seguito di una adeguata valutazione clinica. “Per di più – aggiunge Nappi – quest’obbligo diventa inappropriato nel momento in cui le nostre strutture non sono, per varie cause, in grado di eseguirlo prontamente. Questo aumenta inevitabilmente l’inaccessibilità, o comunque la difficoltà e il ritardo nell’accesso a una contraccezione d’emergenza più efficace, che nelle prime 24 ore dal rapporto non protetto riduce di ben 2/3 il rischio di gravidanza indesiderata, rispetto al vecchio farmaco, e lo dimezza nel caso di assunzione nei primissimi giorni fino a 72 ore”. In gioco ci son quindi i diritti femminili. “I diritti delle donne sono troppo spesso negati”, afferma Daniela Colombo, presidente di Aidos (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo). “Rimuovere inutili impedimenti, considerando che la rapidità di accesso è la chiave di volta per un’efficace contraccezione d’emergenza, eviterà che l’accesso al farmaco si trasformi in una lunga maratona densa di ostacoli. Penso in particolare alle donne più giovani, che possono trovarsi in difficoltà a far fronte da sole a situazioni critiche. Per questo, auspichiamo che gli organismi regolatori nazionali correggano presto questa anomalia del test obbligatorio, uniformando i criteri prescrittivi al resto d’Europa. Perché la prevenzione contraccettiva è un obiettivo importante di salute pubblica, cui tutti dobbiamo collaborare”.  
   
   
SANITÀ, SDN. CALDORO: STRAORDINARIE ECCELLENZE IN CAMPANIA  
 
Napoli, 4 ottobre 2013 - "Un significativo ed autorevole riconoscimento. In Campania contiamo su straordinarie eccellenze, strutture all´avanguardia e qualificate professionalità." Cosi il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro commenta il riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico che i Ministeri della Salute e dell´Economia hanno attribuito al Centro di medicina diagnostica e nucleare Sdn di Napoli. La struttura è la seconda in Campania al ottenere il titolo Irccs, dopo il Pascale. "Abbiamo eccellenze e difficoltà, problemi seri che affrontiamo ogni giorno. Non chiediamo al Governo nessun trattamento di favore, perché non siamo il Sud ´lamentoso´, ma che vengano riconosciute le nostre buone ragioni e la nostra capacità di mettere in campo buone pratiche", conclude il presidente Caldoro.  
   
   
IL COLERA SI DIFFONDE DAI CARAIBI ALLE AMERICHE. ALCUNI ITALIANI SONO STATI INFETTATI A CUBA E POI HANNO ESPORTATO IL VIRUS IN ITALIA.  
 
Lecce, 4 novembre 2013 - Dopo i casi in Messico e il messaggio d´attenzione rivolto ai turisti da parte dello "Sportello dei Diritti" nelle scorse settimane, associazione che per prima in Italia aveva segnalato una serie di focolai negli stati del paese centroamericano, arrivano le conferme che l´epidemia di colera scoppiata tre anni fa ad Haiti e diffusasi anche in Repubblica Dominicana e Cuba ha iniziato a diffondersi in America continentale. Durante l´ultimo mese sono stati,infatti, confermati i 171 casi in Messico di un ceppo per il 95% simile a quello che sta circolando attualmente nei Caraibi e, che a sua volta proviene dal Sud dell´Asia. Nel mese di agosto anche una mezza dozzina di casi sono stati rilevati in Venezuela e Cile. La Pan American Health Organization teme che la malattia si possa diffondere in tutto il continente e diventare, in ultima analisi, una minaccia globale. Il batterio del colera si può trovare in alimenti e acqua contaminati. Le persone più povere che vivono in pessime condizioni igienico - sanitarie in genere sono ovviamente più a rischio di infezione. Una volta che i batteri si sono insinuati negli intestini umani si manifesta diarrea, vomito e febbre. La malattia può diventare acuta e portare alla morte se non tempestivamente ed adeguatamente curata. Solo per ricordare quanto già segnalato dall´associazione, rileva Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, tra il 9 settembre e il 18 ottobre scorso, le autorità sanitarie del Messico hanno registrato un totale di 171 casi di colera diffusosi in alcuni stati, in particolare Hidalgo, Veracruz e San Luis Potosi. Un paziente è morto e per 39 di loro é stata necessaria l´ ospedalizzazione, per quanto confermato dal National Focal Point per il Regolamento sanitario internazionale del Messico. Nello stato di Hidalgo è stato possibile stabilire che l´acqua di un fiume era la principale fonte di contaminazione. Era dall´epidemia scoppiata in Messico nel decennio 1991-2001 che non si erano registrati nuovi focolai di colera. Questa volta, però, il ceppo è diverso: il loro profilo genetico "ha una somiglianza elevata (95%) con il ceppo attualmente in circolazione in tre paesi dei Caraibi (Haiti, Repubblica Dominicana e Cuba)", ha stabilito l´ultimo aggiornamento epidemiologico pubblicato il 19 ottobre dalla Pan American Health Organization. Jon Andrus, vice direttore della Pan American Health Organization per gli Stati Uniti Public Radio (Npr, per il suo acronimo in inglese) ha detto che "É un punto di svolta per noi. (La diffusione del colera) è in realtà una minaccia regionale e ora una minaccia globale per la salute ". Ha inoltre, aggiunto che "Abbiamo condotto una campagna in tutti i paesi della regione affinché restino in guardia". L´epidemia che colpisce da tre anni nelle isole dei Caraibi e da allora ha ucciso 8874 persone ha cominciato a diffondersi in Haiti nel mese di ottobre 2010. Il primo caso è stato segnalato il 16 nella città di San Marco, che si trova nella provincia di Artibonite, un paio d´ore di macchina da Port-au- Prince, la capitale. In pochi giorni, i batteri si erano sparsi sulle rive del Artibonite, dove attingono l´acqua tutti i villaggi vicini.Gli haitiani hanno rivendicato la responsabilità di un gruppo di soldati delle Nazioni Unite di stanza nella regione , che avrebbero contaminato con le loro feci il fiume. Un totale di 8.413 persone sonomorte ad Haiti dall´inizio della malattia fino al 12 Ottobre 2013, secondo l´ultimo rapporto del Ministero della Salute e della popolazione di Haiti. E in tutti i dipartimenti del paese vengono segnalati nuovi casi ogni settimana. Dal 2010, un numero impressionante di haitiani, nel silenzio pressoché generale della comunità internazionale, ben 685 509 è stato infettato e il 55,6% ha richiesto l´ospedalizzazione. In Repubblica Dominicana, che condivide con Haiti l´isola di Ispagnola, l´epidemia é iniziata un mese dopo, nel novembre 2010. Da allora, 31.070 pazienti sono stati diagnosticati e 458 sono morti. Il numero di morti è aumentato considerevolmente nel 2013 rispetto ai due anni precedenti: a fine 2012, il tasso di mortalità era del 0,8%, mentre nel mese di ottobre di questo anno è salito al 2,1%, quasi il doppio del numero medio di decessi registrati finora ad Haiti, che è ancora 1.2%. I batteri si sono diffusi anche a Cuba, ma le autorità locali non hanno ufficialmente informato circa il verificarsi di nuovi casi dallo scorso agosto. Finora, 678 persone erano state diagnosticate nelle province di Camagüey, Granma, Guantanamo, L´avana e Santiago de Cuba, e tre di loro erano morti. Secondo le informazioni fornite da Ops, almeno cinque stranieri- provenienti da Venezuela, Cile e Italia, sono stati infettati a Cuba e poi hanno esportato il virus nei loro paesi. Alla luce di questi preoccupanti dati, confermati da autorità sanitarie internazionali oltre che da quelle nazionali, Giovanni D´agata ribadisce l´invito a turisti e viaggiatori che si recano nei paesi evidenziati, ad osservare tutte le misure di prevenzione e profilassi per evitare il contagio. Basti ricordare che l’acqua costituisce uno dei principali vettori della malattia. È quindi, assolutamente raccomandabile bere solo acqua in bottiglia.  
   
   
SANITA´ NEL LAZIO: ECCO I NOMI DELLE 581 PERSONE CHE HANNO PARTECIPATO AL BANDO AGENAS  
 
Roma, 4 novembre 2013 - La Regione ha avviato un nuovo percorso per la nomina dei direttori generali di Asl, aziende ospedaliere e istituti di ricovero. Un percorso basato sulla trasparenza e sul merito. La prima fase. L’agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha esaminato tutti i curricula ricevuti attraverso internet e ne ha selezionati 581. Complessivamente le domande pervenute sono state 944, quelle escluse per motivi formali 287, i non idonei 76. La short list. Ora la Commissione composta dai professori Frey, Longo e Riboldi procederà a indicare la short list di 50 nominativi da cui potranno essere selezionati i dirigenti. La seconda fase prevede due passaggi: il primo è quello di un questionario informatico per misurare l’attitudine del candidato a gestire profondi e radicali processi di riorganizzazione strategica, la capacità di innovazione e di gestione di un complesso sistema di relazioni sia interne che esterne, capacità di affrontare probabili situazioni conflittuali. I candidati con le caratteristiche adeguate che supereranno questo ulteriore filtro saranno ammessi al colloquio finale da parte degli esperti. Per il presidente Nicola Zingaretti, “si tratta di un percorso innovativo e trasparente perché – ha spiegato - puntiamo a poter scegliere tra una rosa di nomi capace di affrontare al meglio le complessità di un sistema immerso in un radicale processo di riorganizzazione e sottoposto ai vincoli del piano di rientro”. Il provvedimento unitamente all’elenco dei 581 nomi sarà pubblicato nel prossimo numero del Bollettino Ufficiale della Regione Lazio mentre è possibile trovare qui tutta la documentazione e l’elenco. Http://www.regione.lazio.it/rl_sanita/?vw=contenutidettaglio&id=165    
   
   
SALUTE. LE RICETTE ITALIANE SARANNO VALIDE ANCHE IN FRANCIA O IN GERMANIA QUANDO L´ASSISTENZA TRANSFRONTALIERA ENTRERÀ IN VIGORE IN TUTTA EUROPA.  
 
 Lecce, 4 novembre 2013 - Lo “Sportello dei Diritti” l’aveva già annunciato da quando era stata emanata la nuova normativa europea ed ora lo ricorda al pubblico, che dal 25 ottobre è entrata in vigore la direttiva transfrontaliera che è intervenuta sulla validità delle ricette mediche in Ue. Nella Crossboarder directive, si sancisce per l’appunto anche, che la ricetta per i farmaci emanata in Italia sarà valida anche in Francia e non sarà quindi più necessario andare da un medico francese. Se una prescrizione medica rilasciata da un medico nel proprio paese era valida in tutti i paesi dell´Ue anche se le medicine sono concesse in licenza dalle autorità nazionali. Poteva accadere però che presentando la prescrizione medica del proprio dottore in un altro Paese, il farmaco indicato non fosse disponibile, o lo sia sotto un altro nome. Bisognava, quindi, chiedere al proprio medico di specificare le componenti del medicinale in una nota e le dosi necessarie. Adesso, si potrà richiedere una prescrizione transfrontaliera, concepita per essere utilizzata all´estero: aiuta il farmacista a capire facilmente la prescrizione, gli ingredienti del medicinale e il loro dosaggio. I prezzi delle medicine, peraltro, variano moltissimo da stato membro a stato membro. Quando si acquistano farmaci all’estero sulla base di prescrizioni mediche, in genere si paga il prezzo intero anche se questo non accade nel Paese di origine. Per ottenere il rimborso, ove possibile, dei costi sostenuti per l’acquisto di farmaci ci si può rivolgere alle varie istituzioni per la previdenza nazionale. Giovanni D´agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” fa presente, però che in Italia però tale scadenza slitterà al 4 dicembre.  
   
   
AI PRIMI DI NOVEMBRE IL VIA A VACCINO ANTINFLUENZALE IN VENETO  
 
 Venezia, 4 novembre 2013 - E’ pronta a partire, tra il 30 di ottobre e fino alla fine di dicembre, la campagna vaccinale contro l’influenza in Veneto. Lo comunica l’assessore alla sanità Luca Coletto, specificando che tutte le Ullss della Regione saranno a ragìme entro la prima settimana di novembre. Il vaccino contiene l’antigene al ceppo H1n1; l’antigene al ceppo H3n2; e l’antigene al ceppo Massachusset/2/2012. “Questo – specifica l’assessore Coletto – è il vaccino prodotto, autorizzato e sperimentato in tutta Europa. L’ipotesi di un quadrivalente, avanzata dall’Oms, non riguarda l’Europa, ma gli Stati Uniti dove è stato approvato essendo le caratteristiche dell’influenza in quell’area molto diverse dalla nostra. Il vaccino europeo – assicura Coletto – darà una buona copertura e invito sin d’ora tutti i nostri cittadini, a cominciare dai portatori di malattie e rischio e dagli anziani, a sottoporsi alla vaccinazione”. L’offerta gratuita riguarda non soltanto le categorie a rischio, a cominciare dagli ultrasessantacinquenni, ma anche tutte le persone non a rischio che svolgono attività di particolare valenza sociale.