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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Novembre 2013
MILANO, EFFICIENZA. ACCORDO COMUNE, OPERATORI E CONDOMÌNI PER RIDURRE IL CONSUMO ENERGETICO DEL 20% SIGLATO IL PROTOCOLLO “PATTI CHIARI” PER FAVORIRE UN MERCATO TRASPARENTE E ACCESSIBILE  
 
 Milano, 4 ottobre 2013 - “Patti Chiari per l’Efficienza Energetica”: questa l´iniziativa presentata il 30 ottobre a Palazzo Marino dall’assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran, dal Presidente di Assimpredil Claudio De Albertis e dal Presidente provinciale di Anaci Leonardo Caruso. Per la prima volta il Comune si è fatto intermediario tra i principali attori del mercato dell’efficienza energetica e i condomìni, con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra domanda e offerta, anticipando a Milano l’applicazione dei contenuti della Direttiva della Comunità europea 2012/27/Ue (che dovrà comunque essere recepita dal Governo italiano entro inizio giugno 2014). Riqualificare il patrimonio edilizio è, infatti, una delle priorità per raggiungere l’obiettivo di un risparmio dei consumi di energia dell’Unione del 20% entro il 2020. “Con il protocollo Patti Chiari vogliamo favorire un mercato dell’efficienza energetica che sia trasparente e accessibile”, ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran. “Fin dall’inizio abbiamo portato avanti politiche di efficientamento per quel che riguarda gli edifici comunali e, proprio questa settimana, sono stati aperti nove nuovi Sportelli energia dove chiunque può rivolgersi per avere informazioni e consigli in materia, ma per migliorare davvero la qualità dell’aria è necessario che anche gli stabili privati facciano la loro parte. Da qui è nata questa idea di mettere attorno a un tavolo tutti i soggetti interessati per individuare insieme le forme e gli strumenti più efficaci allo sviluppo di un mercato efficiente dal punto di vista ambientale, energetico, economico e occupazionale”. “A Milano si sono già dotate di attestato di certificazione energetica (Ace) quasi 124.000 unità immobiliari. Gli edifici in classe A+ e A sono solo lo 0,5% del totale, quelli in classe B e C il 7%, mentre il 92,5% ricade nelle restanti classi, con un picco del 42% in classe G, la peggiore: sono numeri bassi”, è intervenuto Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil Ance. “Speriamo di farli crescere con l’iniziativa ‘Patti Chiari per l’efficienza energetica’, che sarà utile per far comprendere ai cittadini come la riqualificazione energetica, non solo migliori il conto di gestione energetica, ma accresca anche il valore dell’edificio, fino al 10% con gli interventi più estesi. In questi mesi, inoltre, sono disponibili degli incentivi fiscali che premiano le ristrutturazioni degli immobili e dunque rendono l’intervento ancor più redditizio”. La necessità di puntare sempre più sull’efficienza energetica può essere resa concretamente da un quadro sul patrimonio immobiliare esistente a Milano, sulle sue caratteristiche e sul conseguente impatto sull’ambiente. La superficie di suolo pubblico destinata alla residenza privata è di circa 60.500.000 mq (67% del totale) per un totale di 40.000 edifici, di cui il 65% di 4 e più piani fuori terra. Circa il 42% degli edifici è stato costruito prima del 1945, mentre è del 49% la percentuale di quelli che risalgono agli anni tra il 1946 e il 1972, momento in cui le tecnologie costruttive erano le meno efficienti sotto il profilo energetico. Il fabbisogno di questo patrimonio immobiliare è pari a 13.646 Gwh/anno di energia termica e a 1.536 Gwh/anno di energia elettrica, cui si fa fronte per maggior parte con il metano (79,3%) e il gasolio (19,6%). Tutto questo crea un forte impatto sull’ambiente in termini di emissioni di Co2, pari a 2.933 kton/anno per usi termici e domestici e 719 kton/anno legate ad usi elettrici. L’obiettivo di un risparmio dei consumi di energia del 20% entro il 2020 è dunque il punto di partenza dal quale è nato il protocollo “Patti Chiari”, che si può trovare sul sito del Comune di Milano e a cui possono aderire tutti i soggetti di domanda e di offerta che operano nel territorio. Ad oggi hanno già aderito Assimpredil Ance, Anaci Milano, Assoimmobiliare, Assolombarda, Lega Coop Abitanti, Cna, Fna, Associazione Lombarda Cooperative Produzione e lavoro, Agesi, Assistal, Assoenergia, Assopetroli, Ricerca sul Sistema Energetico Rse spa. Inoltre, hanno espresso interesse per l’iniziativa Banca Popolare di Milano, Intesa San Paolo e Unicredit.  
   
   
INFORMAZIONI ONLINE SUI PRODOTTI DA COSTRUZIONE: UN RISPARMIO DI TEMPO E DENARO  
 
Bruxelles, 4 novembre 2013 - La Commissione europea il 30 ottobre ha compiuto un ulteriore passo avanti nella direzione di una semplificazione amministrativa e di una riduzione dei costi per le imprese delle costruzioni. In base alla proposta della Commissione, i fabbricanti di prodotti da costruzione (ad esempio, mattoni, prodotti per l´isolamento, porte, ecc.) potranno caricare sui loro siti web "dichiarazioni di prestazione" digitali. Questi documenti devono accompagnare ogni prodotto da costruzione venduto, in modo da fornire informazioni sulle caratteristiche essenziali (ad esempio, resistenza al fuoco, resistenza meccanica o efficienza energetica). Quando l´atto normativo sarà stato adottato, le imprese che vendono prodotti da costruzione nell´Ue dovrebbero poter caricare questi certificati online rendendoli accessibili al pubblico. Attualmente tutte le dichiarazioni di questo tipo devono essere comunicate singolarmente a ogni cliente per posta elettronica o tradizionale. La disponibilità di queste dichiarazioni online dovrebbe tradursi in un incremento della velocità di comunicazione nella catena di fornitura, determinare una riduzione dei costi dei produttori e rendere più agevoli le vendite dei prodotti da costruzione. La proposta, che integrerà il regolamento sui prodotti da costruzione diventato di recente pienamente operativo, consentirà al consumatore di stabilire più facilmente quali prestazioni aspettarsi dal prodotto che si accinge a comperare, con ricadute positive in termini di fiducia del consumatore. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l´Industria e l´imprenditoria ha dichiarato: "Quello delle costruzioni è un settore importante dell´economia dell´Unione europea. Attraverso un´ulteriore riduzione degli oneri amministrativi puntiamo ad aiutare il comparto ad uscire dall´attuale crisi. La Commissione sta cercando di muoversi con la massima rapidità possibile per dare attuazione a questa iniziativa." Dichiarazioni di prestazione - Nei "prodotti da costruzione" rientrano oltre 40 famiglie di prodotti, quali porte, prodotti per l´isolamento termico, cemento, prodotti per coperture e mattoni. Si tratta quindi di un mercato ampio, sia per varietà di prodotti sia per dimensioni. La dichiarazione di prestazione è obbligatoria per ogni prodotto da costruzione venduto nell´Ue e deve essere consegnata a tutti gli acquirenti, siano essi distributori, imprese di costruzioni o consumatori "non professionisti", ad esempio, persone che realizzano progetti di ristrutturazione domestica "fai da te". Le dichiarazioni descrivono aspetti importanti di un prodotto da costruzione, come il livello di resistenza al fuoco o la resistenza meccanica, consentendo al fabbricante di fornire al mercato informazioni circa le caratteristiche essenziali del prodotto. È sulla base di queste informazioni che l´utilizzatore deciderà di acquistare, tra tutti i prodotti disponibili sul mercato, quello consono all´impiego previsto. La possibilità di pubblicare le dichiarazioni di prestazione online, invece dell´obbligo di invio diretto all´acquirente della dichiarazione relativa a ogni prodotto (per posta tradizionale o elettronica), dovrebbe contribuire a una riduzione dei costi amministrativi che gravano sui produttori. Nel rendere disponibile online una dichiarazione di prestazione, i produttori dovranno garantire che il suo contenuto non venga modificato successivamente alla pubblicazione online. Le dichiarazioni di prestazione costituiscono un elemento fondamentale ai fini del funzionamento del mercato interno Ue dei prodotti da costruzione, in quanto assicurano la trasparenza necessaria alla circolazione dei prodotti fra i paesi dell´Ue. Http://europa.eu/rapid/press-release_ip-13-635 _it.htm http://ec.Europa.eu/enterprise/sectors/construction/index_it.htm  http://ec.Europa.eu/enterprise/magazine/articles/industrial-competitiveness/article_11074_en.htm    
   
   
ATER ABRUZZO: CON GDF CONTROLLI SERRATI SU ALLOGGI POPOLARI CASE SOLO A CHI NE HA DIRITTO  
 
 L´aquila, 4 novembre 2013 - Un´intesa con la Guardia di Finanza per controlli incrociati sugli assegnatari degli alloggi di edilizia popolare ubicati nel territorio della Provincia dell´Aquila. E´ stata firmata il 30 ottobre, a Palazzo Silone, all´Aquila, tra l´Ater della Provincia dell´Aquila, rappresentata dall´Amministratore Unico, Francesca Aloisi, la Guardia di Finanza ? Comando Regionale Abruzzo di L´aquila, rappresentata dal Comandante Regionale, il Generale Francesco Attardi e la Regione Abruzzo con il Presidente Gianni Chiodi. Verranno attivate procedure di controlli individuali e a campione, sulle posizioni reddituali e patrimoniali degli assegnatari degli alloggi a seguito di segnalazioni di nominativi che la stessa Ater della Provincia dell´Aquila si impegna a fornire. "Non è un sistema persecutorio - ha spiegato l´assessore con delega all´edilizia residenziale, Angelo Di Paolo ? è un modo per scovare le persone che non ne hanno diritto e dare casa a chi ne ha effettivo bisogno. Purtroppo, sono state riscontrate numerose criticità su cui vogliamo intervenire per garantire il rispetto delle regole". L´intesa è finalizzata ad assicurare l? effettiva percezione dei benefici in capo a coloro i quali ne hanno veramente diritto misurando la reale capacità contributiva e intensificando l´attività di recupero dei crediti vantati. "Insieme alla Guardia di Finanza ? ha commentato il Presidente Gianni Chiodi ? vogliamo porre in essere un´azione di moralizzazione del sistema perché, con troppa facilità, si assumono comportamenti colpevoli sperando nell´inefficienza del sistema sanzionatorio. E´ ora di dire basta a tutto questo e stanare chi gode di un beneficio non dovuto e di cui, troppo spesso, la politica non si è occupata perché affrontare la questione, può risultare impopolare. E´ ora di dire basta e di estendere in futuro i controlli anche al resto della regione e poiché, non abbiamo strumenti pervasivi e di indagine ci affidiamo all´azione di tutela della legalità della Guardia di Finanza".  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE, MISSIONE DI CALENDA IN USA CON LE IMPRESE L’INIZIATIVA A POCHI MESI DALL’AVVIO DEL NEGOZIATO TTIP  
 
Roma, 4 novembre 2013 – È cominciata il 30 ottobre la visita negli Stati Uniti del Vice Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda. La missione si svolgerà in tre tappe: New York, Fort Lauderdale e Washington, D.c. Il Vice Ministro prenderà parte anche alla missione imprenditoriale organizzata da Confindustria e Ice, che interesserà i settori dell’aerospazio, dell´Ict, del biomedicale e dei beni di consumo. Calenda visiterà inoltre il Flibs a Fort Lauderdale in Florida, la più importante fiera della nautica da diporto del mondo. Il Vice Ministro Calenda ha deciso questo viaggio negli Stati Uniti in un momento cruciale per le relazioni economiche tra i Paesi delle due sponde dell’Atlantico, visto il recente avvio dei negoziati sul Transatlantic Trade and Investment Partnership – Ttip. Si tratta di un accordo commerciale tra due mercati, gli Usa e l’Ue, che insieme contano circa 800 milioni di consumatori e costituiscono quasi la metà del Pil mondiale. Sarebbe proprio l’Italia, secondo un recente studio d’impatto, il Paese Ue a trarre maggiori benefici dall’accordo, con un incremento stimato dell’8% per le nostre esportazioni - in un mercato che ne assorbe già il 7% - e del 18% per il solo settore dell´abbigliamento. Oggi, nella prima tappa di New York, il Vice Ministro incontrerà le principali associazioni di categoria dei beni di consumo di Confindustria (Aiipa, Assocalzaturifici, Cosmetica Italiana, Federorafi, Federvini, Smi –Sistema Moda Italia) che si confronteranno con le imprese italiane già presenti nel mercato statunitense per approfondirne i vantaggi, le criticità e le specificità. Nel pomeriggio, le stesse Associazioni incontreranno insieme all´esponente del Governo i rappresentanti della grande distribuzione Usa, anche in vista delle opportunità commerciali che si prevede arriveranno con la conclusione del negoziato Ttip e, comunque, con la notevole crescita dell’economia Usa prevista per il quinquennio 2013-2017. “Il futuro dell´Italia – ha dichiarato il Vice Ministro -si gioca nella sua capacità di aumentare l´integrazione internazionale e gli Usa rivestono un´importanza cruciale. Siamo qui come prima tappa di un piano straordinario che durerà due anni e che anticiperà la conclusione del trattato di libero scambio, per far sì che le aziende italiane, in particolare quelle piccole e medie, possano immediatamente cogliere le opportunità che da esso scaturiranno.”  
   
   
RAPPORTI ECONOMICI LOMBARDIA - CINA SEI MILIARDI DI INTERSCAMBIO  
 
Milano, 4 novembre 2013. Oltre 3 miliardi di interscambio nei primi sei mesi del 2013 e circa 4.300 piccole imprese con titolare cinese attive sul nostro territorio: sono questi alcuni indicatori dei rapporti economici tra la provincia di Milano e la Cina. Un interscambio basato soprattutto sui prodotti manifatturieri: elettronici e ottici (26,3%) e tessili e abbigliamento (15,3%) per l’import manifatturiero, macchinari ed apparecchi (39,5%) per l’export. E Milano pesa in Italia, circa un quinto dell’interscambio nazionale (18,8%) e un decimo delle imprese (9,9%). Se in un anno l’import-export rallenta registrando un -4,2%, le imprese cinesi attive a Milano aumentano nello stesso periodo del 6,9%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat per i primi sei mesi dell’anno, e dati registro imprese relativi alle imprese individuali con titolare cinese a giugno 2013 e 2012. Rapporti economici Lombardia - Cina. Sono oltre 8mila i piccoli imprenditori cinesi che operano in Lombardia, +6,2% in un anno. Tra le province, dopo Milano che è prima con il 53%, seguono per concentrazione imprenditoriale Brescia (1.034 imprese, 12,8% lombardo), Mantova (755 imprese, 9,4%) e Bergamo (512, 6,4%) mentre le province che crescono di più sono Cremona, Como e Lecco, circa +19% ciascuna. Nei primi sei mesi del 2013, inoltre, il valore degli scambi commerciali tra la Lombardia e il gigante asiatico ha sfiorato i 6 miliardi di euro. Prime per import sono Milano (54,9%), Bergamo (7,1%) e Varese (6,5%) mentre per l’export salgono sul podio, dopo Milano che è prima con il 44,2% regionale, Varese (12,3%) e Bergamo (11,6%). “Arbitration in China” in Camera di commercio. E di business in Cina e di risoluzione delle controversie internazionali tra imprese si è parlato in Camera di commercio di Milano, nel corso del seminario “Arbitration in China”. L’italy-china Business Mediation Centre (Icbmc), che ha sede presso la Camera di commercio di Milano – Camera arbitrale, è un centro che assiste le imprese e i professionisti operanti sull’asse Italia-cina, proponendo la conciliazione come strumento per la risoluzione delle controversie commerciali. Creato in virtù di un accordo di cooperazione siglato il 7 dicembre 2004 tra la Camera di Commercio Italo-cinese, la Camera Arbitrale di Milano e il Mediation Centre del China Council for the Promotion of International Trade di Pechino (Ccpit), tra 2005 e 2013 ha gestito 64 domande di mediazione. Sugli incontri svoltisi, si è raggiunto un accordo nell’80% dei casi. Altri casi (1/3 circa) hanno avuto esiti positivi per l’attività congiunta dei due desk, di Milano e Pechino, che ha ripristinato un canale di comunicazione tra le parti della controversia. Il valore medio dei casi gestiti si aggira sui 107.000 Euro. Le controversie riguardano perlopiù merce non conforme all’ordine a fronte di pagamento effettuato (merce acquistata da impresa italiana da impresa cinese, nel 99% dei casi) e l’utilizzo di immagini coperte da copyright su siti web cinesi. Per avviare un tentativo di conciliazione è necessario compilare il modulo di domanda in inglese e trasmetterlo al numero di fax 02 8515.4577 oppure all’indirizzo email icbmc@mi.Camcom.it Interscambio milanese con la Cina - peso % su Lombardia e Italia
Territorio 2012 2013 variaz. % 2013/2012
import export interscambio import export interscambio import export interscambio
Milano 2.499.004.451 702.074.928 3.201.079.379 2.400.173.385 665.855.414 3.066.028.799 -4,0% -5,2% -4,2%
Peso % settori su totale 78,1% 21,9% 100,0% 78,3% 21,7% 100,0% - - -
Lombardia 5.160.443.713 1.442.177.455 6.602.621.168 4.369.625.599 1.506.649.855 5.876.275.454 -15,3% 4,5% -11,0%
Italia 12.857.503.924 4.485.311.759 17.342.815.683 11.514.042.832 4.787.624.525 16.301.667.357 -10,4% 6,7% -6,0%
Peso % Mi su Lombardia 48,4% 48,7% 48,5% 54,9% 44,2% 52,2% - - -
Peso % Mi su Italia 19,4% 15,7% 18,5% 20,8% 13,9% 18,8% - - -
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat a giugno 2013 e 2012 Titolari di impresa individuale nati in Cina, attivi a Milano - peso su Lombardia e Italia
Territorio imprese cinesi 2013 peso % su Lombardia peso % su Italia imprese cinesi 2012 variaz. % 2013/2012
Milano 4.273 53,0% 9,9% 3.998 6,9%
Lombardia 8.059 100,0% 18,8% 7.588 6,2%
Italia 42.955 100,0% 40.750 5,4%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese a giugno 2013 e 2012 Interscambio tra Lombardia e Cina - per province
Territorio 2012 2013 variaz. Assoluta 2013/2012
import export interscambio import export interscambio peso % import 2013 peso % export 2013 peso % interscambio 2013 import export interscambio
Varese 309.084.710 143.002.062 452.086.772 285.061.951 185.807.552 470.869.503 6,5% 12,3% 8,0% -24.022.759 42.805.490 18.782.731
Como 247.618.977 52.821.396 300.440.373 212.908.883 54.550.373 267.459.256 4,9% 3,6% 4,6% -34.710.094 1.728.977 -32.981.117
Sondrio 5.574.828 2.849.821 8.424.649 3.553.535 3.563.409 7.116.944 0,1% 0,2% 0,1% -2.021.293 713.588 -1.307.705
Milano 2.499.004.451 702.074.928 3.201.079.379 2.400.173.385 665.855.414 3.066.028.799 54,9% 44,2% 52,2% -98.831.066 -36.219.514 -135.050.580
Bergamo 315.787.272 138.874.790 454.662.062 311.763.254 174.456.791 486.220.045 7,1% 11,6% 8,3% -4.024.018 35.582.001 31.557.983
Brescia 273.820.400 180.605.922 454.426.322 246.858.641 163.924.308 410.782.949 5,6% 10,9% 7,0% -26.961.759 -16.681.614 -43.643.373
Pavia 66.044.054 28.592.828 94.636.882 70.762.087 26.959.296 97.721.383 1,6% 1,8% 1,7% 4.718.033 -1.633.532 3.084.501
Cremona 70.659.965 12.346.356 83.006.321 68.299.619 16.189.703 84.489.322 1,6% 1,1% 1,4% -2.360.346 3.843.347 1.483.001
Mantova 162.263.426 28.215.499 190.478.925 157.744.839 25.930.225 183.675.064 3,6% 1,7% 3,1% -4.518.587 -2.285.274 -6.803.861
Lecco 52.418.359 18.990.081 71.408.440 64.705.193 36.681.233 101.386.426 1,5% 2,4% 1,7% 12.286.834 17.691.152 29.977.986
Lodi 885.956.584 5.789.771 891.746.355 275.638.582 17.579.510 293.218.092 6,3% 1,2% 5,0% -610.318.002 11.789.739 -598.528.263
Monza e Brianza 272.210.687 128.014.001 400.224.688 272.155.630 135.152.041 407.307.671 6,2% 9,0% 6,9% -55.057 7.138.040 7.082.983
Lombardia 5.160.443.713 1.442.177.455 6.602.621.168 4.369.625.599 1.506.649.855 5.876.275.454 100,0% 100,0% 100,0% -790.818.114 64.472.400 -726.345.714
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat a giugno 2013 e 2012 Interscambio tra Milano e Cina e tra Lombardia e Cina – per settore
Merce Milano Lombardia
import export peso % import peso % export import export peso % import peso % export
Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca 7.418.263 12.009 0,3% 0,0% 14.746.342 2.449.380 0,3% 0,2%
Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 8.191.536 762.526 0,3% 0,1% 11.141.855 4.670.367 0,3% 0,3%
Prodotti delle attivita’ manifatturiere 2.365.439.057 648.295.708 98,6% 97,4% 4.321.013.720 1.427.130.608 98,9% 94,7%
Prodotti delle attivita’ di trattamento dei rifiuti e risanamento 2.341.001 15.564.221 0,1% 2,3% 4.520.263 70.875.141 0,1% 4,7%
Prodotti delle attivita’ dei servizi di informazione e comunicazione 16.536.159 1.178.007 0,7% 0,2% 17.455.889 1.292.821 0,4% 0,1%
Prodotti delle attivita’ artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 57.851 1.913 0,0% 0,0% 156.482 130.049 0,0% 0,0%
Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie 189.518 41.030 0,0% 0,0% 591.048 101.489 0,0% 0,0%
Totale 2013 2.400.173.385 665.855.414 100,0% 100,0% 4.369.625.599 1.506.649.855 100,0% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat a giugno 2013 Interscambio tra Milano e Cina e tra Lombardia e Cina – per prodotti del settore manifatturiero
Merce Milano Lombardia
import export peso % import peso % export import export peso % import peso % export
Prodotti alimentari, bevande e tabacco 19.193.579 5.665.394 0,8% 0,9% 40.513.392 12.975.037 0,9% 0,9%
Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 362.426.706 120.331.935 15,3% 18,6% 756.569.189 203.020.088 17,5% 14,2%
Legno e prodotti in legno; carta e stampa 21.469.230 2.969.997 0,9% 0,5% 48.246.936 8.543.874 1,1% 0,6%
Coke e prodotti petroliferi raffinati 7.743 1.149.370 0,0% 0,2% 357.845 1.159.994 0,0% 0,1%
Sostanze e prodotti chimici 267.975.514 64.328.881 11,3% 9,9% 388.550.023 134.407.992 9,0% 9,4%
Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 103.484.357 29.643.017 4,4% 4,6% 128.931.076 36.436.694 3,0% 2,6%
Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 108.652.127 18.417.585 4,6% 2,8% 219.346.774 43.670.746 5,1% 3,1%
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti 168.083.428 28.342.694 7,1% 4,4% 370.902.519 79.456.162 8,6% 5,6%
Computer, apparecchi elettronici e ottici 623.100.376 33.215.050 26,3% 5,1% 1.005.913.068 77.397.130 23,3% 5,4%
Apparecchi elettrici 247.360.767 49.394.887 10,5% 7,6% 488.972.137 66.919.086 11,3% 4,7%
Macchinari ed apparecchi n.C.a. 225.778.617 256.356.663 9,5% 39,5% 458.849.077 608.578.639 10,6% 42,6%
Mezzi di trasporto 24.605.946 20.309.218 1,0% 3,1% 93.461.483 104.673.864 2,2% 7,3%
Prodotti delle altre attività manifatturiere 193.300.667 18.171.017 8,2% 2,8% 320.400.201 49.891.302 7,4% 3,5%
Totale 2013 2.365.439.057 648.295.708 100,0% 100,0% 4.321.013.720 1.427.130.608 100,0% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat a giugno 2013 Titolari di impresa individuale nati in Cina, attivi in Lombardia - per province
Provincia imprese cinesi 2012 imprese cinesi 2013 peso % 2013 variaz. % 2013/2012
Bergamo 471 512 6,4% 8,7%
Brescia 1.002 1.034 12,8% 3,2%
Como 158 188 2,3% 19,0%
Cremona 140 167 2,1% 19,3%
Lecco 49 58 0,7% 18,4%
Lodi 59 62 0,8% 5,1%
Mantova 754 755 9,4% 0,1%
Milano 3.998 4.273 53,0% 6,9%
Monza E Brianza 292 288 3,6% -1,4%
Pavia 238 270 3,4% 13,4%
Sondrio 52 57 0,7% 9,6%
Varese 375 395 4,9% 5,3%
Lombardia 7.588 8.059 100,0% 6,2%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese a giugno 2013 e 2012
 
   
   
TECHNICAL CONSUMER GOODS: RICOMINCIARE DAL CONSUMATORE FOCUS SUL MERCATO DELLA CONSUMER ELECTRONICS  
 
Milano, 4 novembre 2013 - Al centro del dibattito il consumatore, le sue scelte e le sue richieste, che devono guidare le strategie aziendali in un contesto di crisi strutturale e di contrazione dei consumi. Un appuntamento da non perdere per l’intera filiera della consumer electronics. Il 7 novembre a Milano, in via Tortona 25, presso l’auditorium Deloitte. L’edizione 2012 del convegno si era focalizzata sul bisogno di ripensare l’intera filiera della consumer electronics, alla ricerca di un nuovo paradigma per superare le difficoltà del comparto. Erano emerse, da un lato, l’importanza di una forte integrazione tra tutti gli attori e, dall’altro, la necessità di mettere al centro delle logiche commerciali e di marketing il consumatore. Quest’anno si riparte proprio da qui, dal consumatore. Sono le sue scelte, le sue richieste, le sue necessità di informazione, tutela, garanzia, che devono guidare le strategie aziendali e dettare le regole per approcciare, con nuove modalità, un mercato profondamente cambiato, dove la crisi strutturale sta impattando in modo pesantemente negativo sui consumi. I relatori di questa edizione saranno: Dario Righetti, partner Deloitte, che fornirà i dati di scenario internazionale e parlerà dell’evoluzione dei consumi; Graziano Girotti, direttore responsabile della rivista specializzata Bianco&bruno (media partner dell’evento), che racconterà l’esperienza del “consumatore misterioso”, portata avanti da circa un anno dalla sua testata; Marta Pavan, business director Tns Italia, che parlerà di “Shopper insight per facilitare gli acquisti: conoscere e misurare per comprendere come e dove agire”; Sara Romito, della società Instore srl, che affronterà il tema del field marketing, come strumento per migliorare il servizio al consumatore, con un intervento dal titolo “Creazione del valore e in-store marketing: dalla parte del consumatore” Dopo i loro interventi, si discuterà apertamente con gli operatori di settore in una tavola rotonda alla quale parteciperanno Antonluca Cuoco, direttore marketing Business Company; Andrea Galbiati, country manager Asustek Italy; Stefano Portolani, direttore amministrativo Melchioni; Sanino Vaturi, presidente Sounders e Fabrizio Cassata, amministratore delegato Beurer Italia. A moderare gli interventi Paola Gallas, ceo e founder della società Paola Gallas Networking srl, che organizza l’evento.  
   
   
ILVA VENDOLA "FIDUCIA GIUSTIZIA E PIENA COSCIENZA AVER OPERATO PER BENE TARANTO"  
 
Bari, 4 ottobre 2013 - “Non vi sembri paradossale il fatto che, pure nel momento di grande turbamento, io continui a considerare di straordinaria importanza l’indagine della Procura di Taranto sull’inquinamento dell’Ilva in quella città”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina in conferenza stampa dopo aver ricevuto da parte della Procura di Taranto, un avviso di conclusione delle indagini, con valore di informazione di garanzia, in merito alla vicenda Ilva. “L’indagine della magistratura di Taranto – ha spiegato Vendola – l’ho considerata sin dall’inizio un momento storico, che ha provato a sancire un principio che in realtà è scritto negli articoli della nostra Costituzione, ma che è stato sistematicamente ignorato: il principio della responsabilità sociale dell’impresa. Responsabilità sociale che significa anche responsabilità nei confronti degli esercizi fondamentali, da parte dei cittadini, come il diritto alla salute e il diritto alla vita”. Vendola si è detto, tuttavia, “molto turbato, soprattutto per una ragione: io ho l’orgoglio di aver guidato un’Amministrazione regionale che ha provato a scoperchiare la pentola, che è andata a mettere il naso laddove nessuno mai aveva messo il naso. È un fatto storico che la mia Amministrazione nel 2006 abbia raddoppiato gli organici dell’Arpa a Taranto, che abbia investito quasi mezzo milione di euro per acquistare quello spettrometro che consentiva le indagini sulle diossine. È un fatto storico che dal 1965 sino al 2006 non erano mai stati fatti monitoraggi in nessuno dei duecento camini dell’Ilva; come è un fatto storico che quando, nella primavera del 2008, abbiamo avuto i dati del monitoraggio, nell’autunno dello stesso anno abbiamo fatto, unici in Italia, la Legge antidiossina. È un fatto storico che, in solitudine e con il contrasto di rilevanti poteri del Paese, abbiamo dovuto tenere la schiena dritta di fronte ad un interlocutore che è un duro protagonista di un certo capitalismo, come Emilio Riva. È un fatto storico che, mentre il Governo nazionale, con il Decreto del 15 agosto 2010, spostava di due anni il tempo previsto per l’applicazione dei limiti emissivi del benzopirene, noi facemmo una Legge Regionale con cui imponemmo limiti che erano immediatamente applicativi delle Direttive comunitarie in materia. Ed è sempre un fatto storico che la lezione che traemmo da questa battaglia ci portò a varare una norma rivoluzionaria che è quella sulla valutazione di danno sanitario”. Questi i fatti storici secondo il Presidente della Regione Puglia che “dimostrano che chi ha lavorato per questa Amministrazione lo ha fatto senza nessuna soggezione nei confronti di Riva. Vi è stato un solo punto di contrasto vero tra me e una parte della città di Taranto e dell’opinione pubblica, anche nazionale: la chiusura dell’Ilva. Non credo di essermi sbagliato su questo punto e mi sono sempre battuto contro l’idea della chiusura della fabbrica, ma per la riqualificazione ambientale dell’Ilva. Non ho mai voluto fare un passo indietro nei confronti di quella che mi pareva la sfida fondamentale. Per questo oggi, di fronte a un teorema accusatorio, che è ragione di dolore per il sottoscritto, non intendo minimamente perdere quella serenità che mi deriva dall’aver operato in piena coscienza, con amore per la città di Taranto”. “Sono convinto – ha concluso Vendola – per la stima che nutro nei confronti della magistratura del capoluogo ionico, che non sarà difficile per noi e per me poter dimostrare che nel contrasto con ogni fenomeno di illegalità, la mia Amministrazione si è comportata senza ombre. La verità storica verrà presto ripristinata: se avessi operato piegando la mia coscienza sarei in grado di infliggere a me stesso la più dura delle pene”.  
   
   
NATI-MORTALITÀ DELLE IMPRESE IN PIEMONTE: STABILE NEL III TRIMESTRE 2013 IL BILANCIO ANAGRAFICO DEL SISTEMA IMPRENDITORIALE  
 
 Torino, 4 novembre 2013 - Nel Iii trimestre 2013, il sistema imprenditoriale piemontese si caratterizza per una sostanziale stazionarietà. Nel periodo luglio-settembre 2013, infatti, sono state 5.518 le aziende nate in Piemonte, a fronte delle 5.128 nuove iscrizioni registrate nel corso dello stesso trimestre del 2012. Al netto delle 5.422 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è positivo per 96 unità (nel Iii trimestre 2012 era pari a +378 unità), dato che porta a 456.824 lo stock di imprese complessivamente registrate a fine settembre 2013 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,02%, inferiore sia rispetto a quello realizzato nello stesso periodo del 2012 (+0,08%) che alla media nazionale (+0,21%), ma in linea con quello registrato dal Veneto e dall’Emilia Romagna; la Lombardia si caratterizza, invece, per un maggior dinamismo. Si rileva, inoltre, come il tasso di crescita piemontese del Iii trimestre 2013 risulti il peggiore se raffrontato a quello registrato in ogni periodo luglio-settembre degli ultimi 5 anni. “I dati del Iii trimestre 2013 indicano come il tessuto imprenditoriale regionale stia cercando di resistere – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte –. La sostanziale stabilità deve essere, infatti, interpretata alla luce delle attuali difficoltà economiche, che le nostre aziende affrontano sempre più con fatica. Non possiamo più aspettare: il nostro intervento, congiuntamente con quello delle altre istituzioni, deve essere più che mai incisivo e tempestivo e rivolto soprattutto alle piccole imprese, per porre fine ad un’emorragia che sta minacciando la sopravvivenza stessa di un patrimonio di capitale umano e competenze che da sempre caratterizzano il sistema delle imprese piemontesi”. A livello provinciale, si riscontra una lieve crescita a Novara (+0,26%), Vercelli (+0,19%) e Verbano Cusio Ossola (+0,15%). Il capoluogo regionale e Biella si contraddistinguono per una sostanziale stabilità (rispettivamente +0,02% e +0,04%). Risultano, invece, inferiori al dato medio piemontese e di segno negativo i tassi di crescita registrati dalle altre realtà provinciali: -0,01% per Cuneo, -0,09% Alessandria e -0,21% Asti. Dall’analisi per classe di natura giuridica, si osserva come le altre forme (+4,38%) continuino a caratterizzarsi per tassi di crescita più sostenuti rispetto al dato medio regionale. Più contenuta, invece, la dinamica delle società di capitale (+0,49%) mentre risulta in contrazione la base imprenditoriale costituita dalle società di persone (-0,08%) e dalle imprese individuali (-0,23%). Valutando le variazioni trimestrali dello stock di imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come soltanto i comparti del turismo, degli altri servizi e del commercio abbiano manifestato una performance positiva (rispettivamente, +0,54%, +0,35% e +0,17%); risulta, invece, negativa la variazione registrata dall’industria in senso stretto (-0,13%) dalle costruzioni (-0,20%) e dall’agricoltura (-0,91%).  
   
   
L´ECONOMIA A MISURA D´UOMO: CONVEGNO IL 9 NOVEMBRE  
 
Milano, 4 novembre 2013 - il convegno "L´economia a misura d´uomo" organizzato dall´Associazione Sat Italia. L’economia è al servizio dell’uomo o l’uomo è al servizio dell’economia? E’ possibile uno sviluppo al di fuori dello schema della crescita? Lo sviluppo riguarda le cose o l’uomo? L´economica può prevalere sul rispetto per la vita? Superati i limiti sopportabili dalla sfera ambientale e sociale, quali sono i criteri fondativi di un nuovo modello di evoluzione economica e sociale? Il movimento della green economy ha tentato di avviare un percorso di armonizzazione tra economia e natura. Non si è ancora avviato tuttavia un reale processo di umanizzazione dell’economia. La crisi economica evidenzia una crisi più ampia. La crisi civile e sociale di un sistema che ha fondato il suo sviluppo nel paradigma della crescita, dello sfruttamento delle risorse, del consumo. La scienza economica ha dimostrato il suo fallimento sia nella mancanza di un´ampia visione dei bisogni, sia nella ricerca di soluzioni ai danni creati. Il convegno riunisce esponenti di spicco del mondo dell´economia, della cooperazione, delle scienze psicologiche e sociali attorno ad una possibile human economy basata sulla consapevolezza, sulla comprensione e sul coraggio di includere la dimensione della solidarietà e della condivisione. Un processo di umanizzazione dell´economia che ove applicato ha saputo indicare, come dimostrano i casi presentati, una via d´uscita dalla dominante razionalità della cieca competizione economica verso modi di vivere e di lavorare più sani. Per maggiori informazioni clicca qui http://www.Satitalia.it/it/default/63/l-economia-a-misura-d-uomo.html    
   
   
IDEAL STANDARD, MISE: LA PROCEDURA DI MOBILITA’ PER ORCENIGO E’ UNA SCELTA GRAVE DE VINCENTI: COSI’ L’AZIENDA NON FACILITA UNA SOLUZIONE CHE TUTELI TUTTI I SITI  
 
Roma, 4 novembre 2013 - Quella dell’Ideal Standard di procedere con la mobilità per i 450 dipendenti dello stabilimento di Orcenigo di Zoppola è una scelta “grave” che non facilita l’individuazione di una via d’uscita dalla crisi che sia valida per tutti i siti del gruppo. Questa è la posizione del Governo sulla vertenza, emersa al termine della riunione odierna che si è svolta il 30 ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico. “Durante il confronto di oggi- afferma il Sottosegretario Claudio De Vincenti che ha presieduto l’incontro- le Istituzioni e i sindacati hanno mostrato un atteggiamento costruttivo, finalizzato a ricercare, in accordo con l’azienda, soluzioni all’altezza della grave situazione produttiva e occupazionale che ha colpito l’Ideal Standard”. Atteggiamento costruttivo che, però, non ha fatto cambiare linea alla proprietà, determinata a far partire la procedura di mobilità a decorrere dal primo gennaio 2014. “La risposta negativa dell’azienda- prosegue il Sottosegretario- non solo è grave ma è tale da non aiutare a trovare la soluzione migliore”. Il Tavolo è stato comunque già riconvocato per il 18 novembre per esaminare proposte- che l’azienda si è impegnata a presentare- di nuove opportunità produttive per il sito di Orcenigo. “Il nostro obiettivo- conclude De Vincenti- continua ad essere quello di garantire la tenuta produttiva ed occupazionale di tutti gli insediamenti del gruppo”.  
   
   
DI NUOVO IN CALO LE IMPRESE PERUGINE AL TERZO TRIMESTRE DEL 2013  
 
Perugia, 4 novembre 2013 - Sono 73.545 le imprese operanti in provincia di Perugia al 30 settembre 2013. Il dato segna un regresso di 39 unità – lo 0,05% - che inverte la dinamica registrata nel Ii Trimestre ’13, quando la base imprenditoriale provinciale tornò, seppur di poco, al segno più. Rispetto a un anno fa il peggioramento è marcato: le iscrizioni mostrano un modesto incremento, mentre le cancellazioni (non d’ufficio) crescono addirittura di quasi il 36%. Sono sempre più gli scioglimenti e le liquidazioni d’impresa, + 41%, così come i fallimenti e le altre procedure concorsuali, che tuttavia contengono la crescita a un + 3,4%. “La contrazione della base imprenditoriale non è un bel segnale - commenta Giorgio Mencaroni, presidente della Cdc di Perugia" - soprattutto quando, al contrario, ci si aspettava qualche indicazione di una ripresa, magari contenuta, ma effettiva. La fiducia in questi momenti vacilla, ma tiene quella di giovani e donne, che sono quelli che danno forza alla voglia di fare impresa nella nostra provincia: un terzo delle nuove imprese sono rosa e un altro terzo under 35”. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni - Il terzo trimestre del 2013 mostra una leggera riduzione del numero di imprese nella provincia di Perugia, con le cessazioni “non d’ufficio” che superano le nuove iscrizioni di circa il 5%. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, si osserva un deciso peggioramento: le iscrizioni mostrano un modesto incremento, mentre le cancellazioni (non d’ufficio) aumentano addirittura di quasi il 36%. Aumentano di oltre il 41% gli scioglimenti e liquidazioni d’impresa, anche i fallimenti e le altre procedure concorsuali sono in crescita, anche se solo del 3,4%. Il dato di questo trimestre trova riscontro in quello dei primi nove mesi che mostra appunto una certa prevalenza delle cessate sulle nuove iscritte. Le tendenze sono in linea con quelle rilevate a livello nazionale, ma, per quanto riguarda cancellazioni e liquidazioni, molto più accentuate in senso negativo. Il risultato cumulato dei primi nove mesi, mostra un saldo tra iscrizioni e cessazioni negativo, pari a poco più del 3% il numero delle iscrizioni. Rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno, le iscrizioni sono diminuite di quasi il 7%, mentre le cessazioni sono aumentate del 4% (vedi grafico 1). Va sottolineato che tutto il saldo negativo tra imprese nuove e cessate rilevato sia nel terzo trimestre che nei primi nove mesi dell’anno è dovuto al forte squilibrio negativo nell’ambito delle imprese individuali. Per quanto concerne le società di capitali, nell’ultimo trimestre le iscrizioni sono state quasi quattro volte le cessazioni d’ufficio; il saldo risulta positivo anche per le società di persone. Il dato complessivamente negativo tra iscritte e cessate è in una certa misura bilanciato dalla dinamica delle unità locali. Nel terzo trimestre 2013, le Unità Locali chiuse sono diminuite, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno di oltre il 20%; in valore assoluto, sono, inoltre, state largamente meno di quelle aperte. L’andamento delle iscrizioni e delle cessazioni nei diversi comparti produttivi - Il Commercio è il comparto con il maggior numero di iscrizioni nel terzo trimestre 2013 (quasi il 30% del totale delle classificate); seguito dalle Costruzioni con un valore intorno al 17%; seguono: il Turismo (11% circa) e, con valori intorno all’8-9%, i Servizi alle imprese, Manifatturiero e Agricoltura. Rispetto al terzo trimestre 2012, le Costruzioni danno un segnale positivo con un incremento di quasi il 21%; tutti gli altri principali comparti subiscono una forte diminuzione delle iscrizioni con punte per quanto riguarda i Servizi alle imprese (-35%) e Agricoltura (-17%) (vedi grafico 2). L’agricoltura presenta un picco di cessazioni piuttosto anomalo: assorbe infatti il 41% del totale, con un incremento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno di oltre il 204%. Nei primi nove mesi, l’aumento delle cessazioni tra le imprese agricole, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, rimane molto alto a quasi il 46% (rispetto ad un valore nazionale del 25%). Un altro 28% del totale delle cessazioni ha riguardato il Commercio. In questo comparto, le cessazioni sono in diminuzione rispetto allo scorso anno, sia se si considera l’andamento del solo terzo trimestre (-4,6%), che invece il risultato cumulato dei primi nove mesi (-7,4%). Al terzo posto, le Costruzioni con il 14% del totale del terzo trimestre, in leggero aumento sia rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, che rispetto ai primi nove mesi. Iscrizioni di imprese femminili, giovanili e straniere - Nel terzo trimestre 2013, quasi un terzo delle nuove iscritte sono imprese femminili e altrettanto è costituito da quelle giovanili; le straniere si fermano al 15% del totale. Rispetto al terzo trimestre 2012, le iscrizioni di imprese femminili sono in aumento di oltre il 13%, mentre sono praticamente invariate quelle delle altre due tipologie d’imprese. Il dato aggregato ai primi nove mesi mostra, invece, un leggero incremento delle “femminili” e una consistente diminuzione delle giovanili e ancora di più delle straniere (vedi grafico 3). Andamenti, questi, tutti peggiori di quelli osservati per lo stesso intervallo temporale su base nazionale. Il 30% delle nuove iscritte femminili sono nel Commercio; relativamente frequenti anche le iscrizioni di questa tipologia di impresa nel Turismo e in Agricoltura. Il Commercio è l’ambito prevalente anche per le imprese giovanili, che però trovano spazio significativo anche nelle Costruzioni. Questo comparto è, invece, quello più frequentato dalle nuove iscritte straniere (quasi il 40% del totale). Scioglimenti, liquidazioni e procedure concorsuali - Le imprese entrate nella fase di scioglimento o liquidazione nel terzo trimestre 2013 sono state complessivamente 158, in aumento del 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2012. Sono invece stabili i fallimenti e in aumento i concordati (ma su un valore assoluto piuttosto piccolo). Il maggior numero degli scioglimenti e liquidazioni si verifica tra le imprese di Commercio, Servizi alle imprese, Turismo e Costruzioni (vedi grafico 4). Nel Manifatturiero e Costruzioni si osservano la gran parte dei casi di fallimenti o altre procedure concorsuali (vedi grafico 5). Apertura e chiusura delle unità locali - Nel terzo trimestre 2013, le aperture di nuove Unità Locali nella provincia di Perugia sono state il 20% più delle chiusure, con un andamento analogo a quello osservato in Italia. Questo saldo positivo riguarda sia le unità locali di imprese perugine, che quelle di imprese delle altre regioni dell’Italia centrale. Anche le imprese della provincia di Perugia mostrano un buon dinamismo con aperture di loro nuove unità locali che superano anche in questo caso per circa il 20% le chiusure. Pur essendo forte la concentrazione delle unità locali nella stessa provincia di Perugia, si osserva che circa un terzo delle unità locali sono create al di fuori dell’Umbria.  
   
   
RELAZIONI INTERNAZIONALI: MISSIONE FVG IN CANADA  
 
Trieste, 4 novembre 2013 - È pronta a partire la missione regionale che vedrà in Canada, 4 e 5 novembre, una selezione di imprese di vari settori (arredo, agroalimentare, impiantistica ad alta specializzazione) e una delegazione istituzionale formata dalla presidente della Regione Debora Serracchiani e dal presidente di Unioncamere Fvg Giovanni Da Pozzo, assieme al magnifico rettore dell´Università di Udine Alberto Felice de Toni e al presidente di Confindustria Udine Matteo Tonon. Il viaggio d´affari assume quindi una portata di sistema e rinforza ulteriormente le relazioni con il grande Paese nordamericano, già così strettamente legato al Friuli Venezia Giulia. Tutta la missione si realizzerà con il coordinamento del Consolato del Canada a Udine - grazie alla presenza del console onorario Primo Di Luca -, che è insediato proprio in Cciaa e che per questo diventa prezioso partner dell´iniziativa, assieme a tutto il "Sistema Italia" in loco. Mentre le aziende saranno impegnate a Toronto in una serie di B2b (Business-to-business) con controparti locali preselezionate, a cura del locale Istituto per il Commercio Estero, la delegazione istituzionale volerà anche nella vicina Ottawa, dove sarà ricevuta dapprima dal ministro federale Julian Fantino, originario anche lui del Friuli, che introdurrà alla visita al Parlamento canadese. Lì è previsto un incontro ufficiale e il saluto istituzionale ai rappresentanti del Fvg durante una sessione del Parlamento. Nella serata del 4 novembre, rientrata da Ottawa, la delegazione sarà ospite del ministro Fantino e del console Di Luca alla Famee Furlane di Toronto, per un appuntamento di networking in cui saranno presenti imprenditori e autorità canadesi. Nella mattinata di martedì 5 novembre è previsto l´incontro con il premier dell´Ontario Kathleen Wynne, cui seguirà quello con il sindaco di Toronto Rob Ford. ´´Ritengo un dovere istituzionale ´accompagnare´ le nostre imprese sui mercati esteri: oggi ancora di più, di fronte alla crisi che stiamo attraversando, e al fatto che sempre più l´internazionalizzazione e l´export possono rappresentare una scelta vincente´´, sottolinea la presidente Serracchiani. ´´Ci presentiamo in Canada su una piazza importante per il ´´Made in Fvg´´, puntando su prodotti d´eccellenza che costituiscono l´ossatura della nostra produzione industriale, nella convinzione di dover perseguire la strada dell´alta specializzazione sui vecchi e nuovi mercati esterni - aggiunge la presidente -. Eccellenza, ricerca e sviluppo, design possono essere le carte che il Fvg deve giocare sul mercato interno e all´estero´´. Per la presidente Serracchini ´´la prima missione fuori Europa della Giunta regionale assume anche un significato simbolico, oltre che economico e sociale: il Canada è stato Paese ospitale per i nostri migranti friulani e giuliani, che ancora mantengono stretti rapporti con la terra d´origine: la Regione intende riaffermare i legami storici e umani anche al livello istituzionale, con una serie di importanti incontri a Toronto e Ottawa, da cui certamente trarremo spunti e occasioni per approfondire le nostre reciproche relazioni´´. ´´È importante - sottolinea il presidente di Unioncamere Fvg Da Pozzo - che le nostre imprese non si sentano lasciate sole nel complesso percorso di sviluppo sul mercato internazionale, e invece sentano il supporto di una realtà regionale che si muove unita per la promozione della loro crescita all´estero, specie sui mercati più promettenti. A ulteriore garanzia e sostegno di tutte le aziende friulane che vi operano o che vorranno operarvi, confidiamo, con la nostra azione congiunta, di rafforzare il quadro entro cui esse si muovono per costruire nuove relazioni economico commerciali. Un ringraziamento va dunque a Regione, Università e Confindustria, che con Unioncamere Fvg e il Consolato onorario si stanno impegnando in questo percorso´´.  
   
   
A VERCELLI 33 NUOVE IMPRESE TRA LUGLIO E SETTEMBRE 2013  
 
Vercelli, 4 novembre 2013 - Una rinnovata, anche se ancor modesta, crescita caratterizza il sistema imprenditoriale vercellese nel Iii trimestre 2013: infatti, tra luglio e settembre, il bilancio anagrafico delle imprese della provincia di Vercelli, monitorato attraverso i dati del Registro Imprese della Camera di commercio provinciale, è risultato positivo per 33 unità. Il saldo è frutto delle 184 nuove iscrizioni e delle 151 cessazioni (valutate al netto delle cessazioni d’ufficio che nel periodo considerato sono pari a 5 unità); il bilancio tra le imprese “nate” e le imprese “cessate” si traduce in un tasso di crescita del +0,19%, superiore rispetto a quello registrato a livello regionale (+0,02%), ma lievemente inferiore a quello nazionale (+0,21%). Lo stock di imprese complessivamente registrate presso il registro delle imprese della Camera di Commercio di Vercelli al 30 settembre 2013 ammonta, pertanto, a 17.230 unità. “I dati del Iii trimestre 2013 indicano come il tessuto imprenditoriale vercellese sia caratterizzato da una lieve crescita. Nel periodo luglio-settembre 2013, a fronte di 151 cessazioni, sono nate 184 imprese, segnale di come le nostre imprese dimostrano la propria voglia di continuare a operare, nonostante le difficoltà con cui si trovano a fare i conti quotidianamente– commenta il Presidente della Camera di Commercio di Vercelli, Claudio Gherzi-. Soprattutto adesso si rivela molto significativo il sostegno di particolari enti, quali la Camera di Commercio che, attraverso politiche e programmi di sviluppo, promuova nuovi percorsi di crescita e getti le basi per la ripresa del nostro futuro economico” Analizzando le variazioni trimestrali dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si rileva come tutti i settori abbiano registrato variazioni positive, ad eccezione delle costruzioni (-0,3%) e dell’agricoltura (-0,1%). Il turismo, che detiene una quota pari al 7,2% del totale delle imprese registrate in provincia di Vercelli, registra l’aumento maggiore (+0,7%). Anche gli altri servizi, che pesano sul totale per il 20,4%, sperimentano una variazione positiva pari a +0,7%, mentre il commercio, che rappresenta il 25,8% del totale, realizza una variazione del +0,4%. L’industria in senso stretto, infine, con una quota dell’11,0% rispetto al totale, registra un incremento pari allo 0,3%. Il sistema delle imprese artigiane in provincia di Vercelli nel Iii trimestre 2013 registra una lieve contrazione: infatti, il saldo tra le 52 nuove iscrizioni e le 60 cessazioni risulta negativo e pari a -8 unità. Il tasso di crescita è negativo anche a livello regionale (-0,31%) e nazionale (-0,13%).  
   
   
PROMOZIONE DELLA RIPARAZIONE E DEL RIUSO DEI BENI DUREVOLI E SEMIDUREVOLI  
 
Aosta, 4 novembre 2013 - L’assessorato del territorio e ambiente comunica che, martedì 29 ottobre, si è tenuto un incontro con i rappresentanti delle Associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato (Avcu, Confartigianato, Ass, Artigiani Vda, Confcommercio), finalizzato alla promozione della riparazione e del riuso dei beni durevoli e semidurevoli. L’incontro è stato proficuo e ha consentito di concordare la migliore strategia per ottemperare agli impegni sottoscritti nell’accordo volontario del marzo scorso con le Associazioni di categoria dei commercianti e degli artigiani, nell’ambito del Programma triennale per la Riduzione e la Prevenzione dei rifiuti. L’assessore Luca Bianchi ha evidenziato come l’allungamento della vita di beni durevoli e semidurevoli, altrimenti destinati a diventare rifiuti, attraverso una rete del riuso e della riparazione, costituisca un tassello fondamentale per la prevenzione della produzione dei rifiuti. A tal fine i commercianti e gli artigiani che riparano beni, vendono beni usati o offrono servizi di noleggio, che aderiranno all’iniziativa, saranno inseriti in un elenco che verrà pubblicato sul sito istituzionale della Regione. Tale pubblicazione rappresenta un’ottima opportunità di promozione dei servizi offerti da ciascuna azienda e dagli operatori delle diverse attività operanti sul territorio. «Mi auguro che gli aderenti alle Associazioni di categoria dei commercianti e degli artigiani – dichiara l’Assessore Luca Bianchi- sappiano cogliere questa opportunità. Interessante dal punto di vista commerciale e ambientale. Anche a livello statale, nell’ambito degli obiettivi di prevenzione dei rifiuti, vi è una forte spinta verso il riutilizzo dei beni già sul mercato che continuano ad essere risorse anziché rifiuti».  
   
   
SEGNALI PREOCCUPANTI PER LE IMPRESE PADOVANE NEL III TRIMESTRE 2013  
 
 Padova, 4 novembre 2013 – La città si conferma al primo posto nel Veneto per numero di imprese operative: al 30 settembre 2013 sono 90.287 unità a causa dell’emorragia che colpisce soprattutto il settore del’agricoltura (-11,3% per un totale di 1.692 imprese in meno rispetto a un anno fa). Escludendo l’agricoltura, tuttavia, il trend della dinamica provinciale delle imprese è diverso. Considerando infatti solo le attività industriali e del terziario, la riduzione è contenuta per Padova in un -0,6% che è inferiore al dato regionale (-1%) ed in linea con l’Italia. Tra gennaio e settembre di quest’anno il totale delle imprese nuove iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Padova è pari a 4.668 unità contro 6.329 cessazioni per un saldo negativo pari a 1.661 unità. Dal 2003 ad oggi non c’è mai stato un saldo peggiore di questo, che risente soprattutto della dinamica sfavorevole dell’agricoltura. L’entità delle cessazioni è la più elevata dal 2003. La diminuzione complessiva del numero di imprese attive è pari in valore assoluto a -2.172 unità: lo stock di imprese scende quindi da 92.459 a 90.287: è il valore più contenuto dal 1997. Escludendo invece il settore agricolo, e considerando quindi solo le imprese di industria e servizi, la diminuzione risulta invece pari a -487 unità. E’ questa la fotografia scattata dal Rapporto sulla dinamica delle imprese in provincia di Padova nel periodo 1 gennaio- 30 settembre 2013, elaborato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Padova. Il peso della componente imprenditoriale padovana corrisponde al 20,3% sul totale regionale (444.422 imprese), mentre nel ranking nazionale la provincia rimane stabile al 9° posto in Italia con una incidenza del 1,7% sul totale nazionale (5,2 milioni) e all’11° considerando l’insieme dell’industria e del terziario (senza agricoltura). Anche in questo caso Padova si conferma al primo posto a livello regionale con il 20,7% del totale Veneto: in valori assoluti sono 76.971 unità per industria e terziario sulle complessive 372.673 operative in regione. Dinamiche Settoriali - Guardando allo stato di salute dei singoli settori, l’artigianato conferma un andamento negativo (-2,3%) con una flessione in valore assoluto di -640 unità sulle 27.294 imprese operative a fine giugno 2013: è il valore assoluto più basso dal 2000. Tra i 2007 e il 2013 la riduzione della base produttiva artigiana è pari a 1.668 casi in provincia. Il risultato negativo nell’industria (-2,5%), pari a -656 unità, è determinato nuovamente dalla diminuzione del numero delle imprese delle costruzioni (-3,2%) e in parte anche del manifatturiero (-2,1%). Male anche la metalmeccanica (-2,7%) e il legno-mobile (-3,1%). Sul fronte del commercio si registra una crescita minima (+0,2%), come risultato dell’incremento delle imprese commerciali al dettaglio (+1,5%) e la diminuzione del comparto ingrosso (-0,9%). Segnali di maggior reattività alla crisi arrivano dalla ristorazione (+1,8%) mentre invece si evidenzia un calo delle attività alberghiere e di alloggio (-1,9% pari a 5 unità in meno). Per il terziario si registra la positiva tendenza dei servizi alle persone (+1,2%), mentre invece un lieve cedimento lo danno i servizi alle imprese (-0,1%). Questo risultato è dovuto alla contrazione del numero di imprese nei trasporti (-2,2%), soprattutto per quanto riguarda la logistica. Calano anche le attività immobiliari (-1,1%) e quelle professionali (-2%). Rimangono positivi i servizi finanziari (+4,2%) e i servizi di pulizie (+4,5%). Tra i servizi alle persone si conferma l’aumento dei servizi sanitari e sociali (+14,6% pari a 56 unità in più sulle 439 attive a fine settembre), mentre rimane positivo l’andamento nei servizi destinati all’istruzione (+2,9%) e nelle attività ricreative e di intrattenimento (+0,4%). Calano anche i servizi di riparazione di beni personali (-0,5%) e, sia pur di poco, anche lavanderie, estetisti e parrucchieri (-0,2% contro una crescita media del +1,6% nel triennio 2009-2012). Dinamica Di Persone Con Cariche Imprenditoriali - Il totale degli imprenditori (titolari, soci, amministratori) è pari a 144.088 unità con una diminuzione del 2,6%. Crescono gli imprenditori extracomunitari (+4,3% pari a 289 in più), che raggiungono così il valore assoluto di 7.001 unità coprendo il 4,9% sul totale degli imprenditori in provincia. Tra gli extracomunitari continuano a dominare i cinesi (28,5% sul totale di imprenditori di nazionalità non Ue): essi segnano ancora una crescita (+7,4%) soprattutto nelle attività commerciali (ristorazione, manifatturiero, servizi alle persone). Diminuiscono le donne imprenditrici (-1,8%): il totale è pari a 38.161, quindi più di un quarto degli imprenditori è donna. Per i giovani imprenditori con meno di 29 anni l’andamento è negativo (-4,9%) come conseguenza soprattutto del loro calo nell’industria. In tutto i giovani padovani sono 5.992 pari al 4,2% sul totale. A livello settoriale si nota una maggiore concentrazione nell’industria (118 unità pari al 47,4% del totale) rispetto a quanto avviene nei servizi (60 per un 24%) e nel commercio-turismo (57 per il 21,6%). Una stima del numero di addetti delle imprese coinvolte nelle Pc indica un totale di circa 2.200 unità (su un totale di 363 mila addetti risultanti dal Registro Imprese) con una dimensione media per impresa di 9 unità. Apertura Procedure Concorsuali - Per quanto riguarda i dati relativi alle procedure concorsuali, che includono oltre ai fallimenti anche gli altri interventi previsti nel caso di crisi aziendali (concordato preventivo, fallimentare, liquidazione coatta amministrativa, amministrazione straordinaria speciale), il totale delle procedure concorsuali nei primi nove mesi è pari a 249 unità (di cui 215 fallimenti pari al 86,3% del totale) con un aumento del +74,1% sullo stesso periodo del 2012 (pari a 106 unità in più in valore assoluto).  
   
   
MIROGLIO: ARRIVANO PROPOSTE PER LAVORO. PREOCCUPAZIONE PER MARCEGAGLIA  
 
Bari, 4 novembre 2013 - L’assessore al Lavoro, Leo Caroli, è stato il 30 novembre presso il Ministero dello Sviluppo Economico per discutere della vertenza Miroglio di Ginosa. Caroli ha reso noto che “l’azienda Termoform ha presentato ufficialmente sabato scorso alla Regione il piano industriale per la riconversione degli stabilimenti Miroglio”. Termoform è specializzata nella produzione di particolari per arredamenti per negozi e ipermercati e più precisamente è tra le poche aziende mondiali a produrre vetri curvi per espositori. “L’azienda ha proposto un atto ufficiale, estremamente importante, che rende concreta la manifestazione di interesse. Valuteremo nelle prossime settimane la concreta realizzabilità e sostenibilità della proposta progettuale, in particolare per quanto attiene il piano finanziario”. Il progetto prevede l’assunzione di 70 operai dalla platea ex Miroglio e l’attivazione di un piano formativo di supporto che la Regione è pronta a sostenere. “Nelle scorse settimane – prosegue Caroli – ho incontrato le altre aziende interessate alla reindustrializzazione: uno dei progetti proposti ci sembra in avanzato stato di elaborazione e permetterebbe la ricollocazione di ulteriori 40 unità. Entro il 18 novembre l’azienda potrebbe formalizzare la proposta al Ministero”. “Si tratta di buone notizie, contrapposte a quelle cattive che provengono da Taranto per la Marcegaglia. Quest’ultima è una vicenda che ci colpisce e ci preoccupa. Ci fa sentire molto impegnati il susseguirsi di annunci di chiusure di grandi aziende nell’area ionica. E come per tutti gli altri casi, la Regione ha già intrapreso attività immediate per l’attivazione urgente di tavoli di confronto in tutte le sedi per scongiurare le dismissioni”.  
   
   
BASILICATA - NATIMORTALITÀ IMPRESE: TRIMESTRE IN STAGNAZIONE  
 
Potenza, 4 novembre 2013 - Sono 60.384 le imprese lucane alla fine del terzo trimestre 2013, a fronte delle 653 nuove iscrizioni e delle 628 cancellazioni. Un +0,04% rispetto al trimestre precedente, lontanissimo dal +0,21% della media italiana ma anche dal +0,13% del periodo analogo dello scorso anno. I dati, elaborati da Movimprese, sono stati diffusi, nel corso della 138ma Assemblea di Unioncamere, in corso a Genova. Analizzando la graduatoria a livello territoriale, si nota una certa dicotomia tra gli andamenti delle due province lucane, entrambe attestate sulle posizioni medio-basse. Matera fa segnare uno stock di 21.845 imprese, con un +20 unità, pari allo 0,06% (leggermente peggiorativo rispetto all’analogo periodo del 2012, quando faceva segnare +0,09%). Potenza, attestata a 38.517 unità, registra un + 5 che equivale ad una sostanziale stagnazione (0,01%), lontana dal +0,17% di un anno fa. In rosso, infine, il dato sull’artigianato in regione anche nel terzo trimestre 2013. 128 le aperture, 160 le cessazioni, per un -32 che assottiglia ulteriormente il numero di aziende presenti sul territorio (sono ridotte a 11.401) e fa segnare un pesantissimo -0,28% che è oltre il doppio della media nazionale (-0,13%). «I dati continuano a rispecchiare le difficoltà dell’economia reale lucana, che non riesce a vedere la fine del lungo tunnel della crisi – sottolinea il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte -. Non può confortarci l’essere in linea con il Paese (il saldo tra aperture e chiusure di imprese nel trimestre estivo è stato il più basso in assoluto della serie degli ultimi dieci anni). Continuiamo a ribadire che di fronte a questo scenario occorrono terapie d’urto che siano in grado di invertire trend estremamente preoccupanti».  
   
   
SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE. PER IL VENETGO LA LEGGE SUL COMMERCIO NON CAMBIA NULLA  
 
Venezia, 4 novembre 2013 - La recente sentenza n. 251 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 22 della legge regionale (n. 50/2012) relativa alla nuova disciplina sul commercio, nella parte in cui le medie strutture di vendita (tra i 2.500 e gli 8.000 mq) sembravano non essere assoggettate alle necessarie autorizzazioni ambientali. “Qualcuno, tendenziosamente – commenta l’assessore regionale alle attività economiche Isi Coppola - l’ha subito interpretata come una bocciatura dell’impianto della nuova legge sul commercio adottata dalla Regione del Veneto nello scorso dicembre, pensando a chissà quali stravolgimenti. Nulla di tutto ciò; anzi”. “Assai banalmente – fa chiarezza l’assessore - è accaduto che la Corte abbia accolto uno (e uno solo su tre) dei motivi del ricorso dello Stato contro la Regione, quello che risulta essere il più innocuo, forse per non smentire il Governo che ha impugnato la nostra legge e non dare ragione in toto alla Regione. Infatti, il Veneto aveva normato, e in maniera restrittiva, quanto attiene alla compatibilità ambientale delle grandi strutture di vendita, mentre relativamente alle medie strutture di vendita in forma di centro commerciale, il citato e oggi reso incostituzionale articolo 22, rimandava implicitamente alla disciplina statale vigente, che prevede l’obbligo di screening ambientale”. “Tale obbligo – conclude l’assessore veneto - era stato altresì ribadito e puntualizzato dalla Giunta Regionale, con una delibera dello scorso maggio, che rendeva evidente il richiamo alla normativa statale in materia ambientale e alla necessità di acquisire le relative autorizzazioni da parte delle medie strutture di vendita. La Corte Costituzionale non ha fatto altro che sottolineare quanto già previsto e interpretato dalla Regione, che mai ha inteso eludere alcuna disposizione in questo senso. In conclusione nulla cambia nella legge regionale per effetto di questa sentenza, che sembra banalmente ovvia quanto priva di conseguenze e pone molti dubbi sulla reale utilità di certe impugnazioni spesso cervellotiche o pleonastiche dello Stato contro le leggi regionali, che hanno il solo risultato di intasare la Corte Costituzionale”.  
   
   
SICUREZZA CONSUMATORI UE: ELETTRODOMESTICI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE CON PROBLEMI DI SICUREZZA PER LO PIÙ DALLA CINA. LE ALLERTE PRINCIPALI DEL SISTEMA RAPEX PER ELETTRODOMESTICI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE PERICOLOSE  
 
Lecce, 4 novembre 2013 - Dopo le allerta segnalate dallo “Sportello dei Diritti” sulla scoperta da parte delle autorità di vigilanza europee di giocattoli e bijou con carenze di sicurezza in Italia e Unione europea provenienti principalmente dalla Cina, questa volta l´associazione che si occupa della tutela dei diritti dei cittadini rileva come il sistema di allarme rapido Rapex europeo abbia registrato e rese pubbliche una serie di elettrodomestici e apparecchiature elettriche con problemi di sicurezza per lo più provenienti dalla Cina. Attraverso il database Rapex, ricorda Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” gli stati Ue avvertono gli stati membri sui prodotti pericolosi. Di seguito uno degli ultimi prodotti segnalati a maggior rischio: Categoria: elettrodomestici e apparecchiature elettriche. Prodotto: Unità di Alimentazione. Marca: Sconosciuto. Nome: Ac Adapter. Tipo / numero di. Modello: Alimentatore Ca. Numero del lotto / codice a barre: Sconosciuto. Ocse Portal Categoria: 78000000 - Forniture elettriche. Descrizione: Unità di alimentazione contenuta in una busta di carta. Paese di origine: Cina. Rischio: scossa elettrica. Il prodotto presenta un rischio di scossa elettrica, poiché l´isolamento non è sufficiente e la clearance / dispersione distanze nella parte di potenza non sono sufficienti. Inoltre, l´unità di potenza non ha istruzioni per l´uso. Il prodotto non è conforme alla direttiva sulla bassa tensione e lo standard europeo En 60950.  
   
   
FUSIONE BCC CARTURA E POLESINE, ZAIA: FARE SQUADRA PER ESSERE COMPETITIVI E RINSALDARE IL PATTO TRA BANCHE E TERRITORIO FONDAMENTALE PER USCIRE DALLA CRISI  
 
Venezia, 4 novembre 2013 - “In un momento difficile come quello che sta attraversando l’economia del nostro territorio, fare squadra diventa strategico e i primi passi verso la fusione compiuti 31 ottobre dalla Banca di Credito Cooperativo di Cartura e quella del Polesine ne sono un esempio. Sono certo che questo sarà il primo passo di un progetto ambizioso e che dimostra la capacità di avere uno sguardo lungo da parte fondamentale per agganciare la ripresa”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta la presentazione del progetto preliminare di fusione tra la Bcc di Cartura e la Bcc del Polesine. “Le banche di credito cooperativo – ricorda il presidente – con 637 sportelli in 550 comuni e oltre 130 mila soci rappresentano un patrimonio di questa regione. Da sempre garantiscono un impegno costante e continuo per il territorio: sono quasi 9 milioni di euro le risorse investite per le nostre comunità in diversi ambiti come asili, sanità, associazioni culturali e sportive, formazione. Questi istituto di credito, inoltre, impiegano il 95 per cento di quanto raccolgono sul territorio”. “In questi anni – aggiunge – a causa della crisi, purtroppo, il mercato del credito ha subito un rallentamento, in particolare nei confronti delle aziende. Sono certo però che un operazione come quella messa in campo può riattivare quel rapporto sereno e di collaborazione tra banche e imprese che ci ha permesso di diventare la locomotiva del nordest e che oggi può aiutare i nostri territori a uscire da una fase difficile”. “Questo progetto – conclude Zaia – permetterà di risparmiare sui costi e rappresenterà una grande opportunità per i territori e per le imprese garantendo servizio e supporto a cittadini ed imprenditori”.  
   
   
UMBRIA, ASSEMBLEA LEGACOOP; PER VINCERE LA SFIDA DELLA CRISI FONDAMENTALE L´INNOVAZIONE  
 
Perugia, 4 novembre 2013 - "La cooperazione sociale può rappresentare un modello di sviluppo sostenibile per la nostra regione che valorizza le risorse territoriali mettendo a leva quel capitale sociale capace di far rimanere l´Umbria tra le regioni con un indice di coesione sociale tipico delle regioni del nord est": lo ha affermato l´assessore regionale alle politiche sociali, Carla Casciari, intervenendo all´Assemblea regionale cooperative sociali di "Arcs Legacoop Umbria" che si è svolta il 30 ottobre a Perugia. "La ricerca effettuata dall´Agenzia Umbria Ricerche dal titolo "La cooperazione sociale in Umbria", presentata il 2 ottobre, ha messo in risalto come la cooperazione sociale in Umbria di fronte alla crisi abbia mostrato una forte resistenza, reagendo alla con grande capacità anche di innovazione alla contrazione di risorse pubbliche e private. In particolare - ha aggiunto Casciari - lo studio curato dall´Aur ci restituisce l´immagine di un settore vivo, con fatturato e occupazione in crescita, seppure con alcune criticità". L´assessore ha quindi evidenziato che "il nuovo Welfare impone ´l´innovazione´ su più livelli e quindi negli ambiti di azione, nelle competenze manageriali, nonché nel sostenere reti di cooperazione più ampie dei Consorzi e una forte unitarietà di intenti. L´amministrazione regionale - ha concluso - ha definito percorsi di innovazione quali l´accreditamento dei servizi sociali sanitari, mentre la programmazione dei Fondi comunitari è sempre più attenta a sostenere la ´Social innovation´ come le proposte di legge sull´agricoltura sociale che possano sostenere in un percorso che riparta dalla ´persona al centro´ una nuova economia sociale ´3.0´ e che cioè ripensi organicamente l´architettura normativa dell´impresa sociale in Italia attribuendo un valore fondamentale al bene comune".  
   
   
SERRACCHIANI, SELEX RONCHI ECCELLENZA DA RAFFORZARE  
 
Ronchi dei Legionari (Go), 4 novembre 2013 - "Lo stabilimento di Ronchi dei Legionari della Selex Es rappresenta un´eccellenza, non solo per il Friuli Venezia Giulia ma per il Paese, grazie alle capacità e alle competenze delle sue risorse umane. È insomma un gioiello che deve restare qui, che bisogna aiutare a crescere. C´è la volontà della Regione di accompagnare questa realtà produttiva. Noi ci siamo". Lo ha detto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, incontrando oggi a Ronchi dei Legionari (Go) i lavoratori dello stabilimento della Selex Es, Gruppo multinazionale operante nel settore dell´elettronica che fa capo a Finmeccanica. L´impianto di Ronchi (220 addetti diretti più un centinaio di lavoratori altamente qualificati dell´indotto) produce velivoli teleguidati e simulatori sia per impieghi militari, sia civili. Prima dell´incontro con i lavoratori, che si è svolto in sala mensa, la presidente Serracchiani, affiancata dall´assessore Sara Vito, ha incontrato la Rsu, che ha consegnato un documento sulla situazione aziendale, e quindi i dirigenti di Selex Es e dello stabilimento. Erano presenti Riccardo Meloni, responsabile del personale e dell´organizzazione del Gruppo, Salvatore Illiano, responsabile delle relazioni industriali, e Antonello Mangogna, capo della linea di prodotto avionica e simulatori a cui fa capo l´impianto di Ronchi. I dirigenti hanno ricordato che il Gruppo Selex Es ha in corso un ampio progetto di ristrutturazione, con la gestione di esuberi, che tocca però marginalmente il sito di Ronchi, dove il numero di addetti è rimasto costate negli ultimi tre anni, con adeguati investimenti, a fronte di un buon carico di lavoro. La strategia del Gruppo, nato nel settore della difesa, è di orientare sempre di più la produzione verso impieghi civili. A questo proposito, la presidente Serracchiani ha voluto approfondire le notevoli competenze di Selex Es nel campo dell´informatica per la Pubblica amministrazione (la presidente fa parte, come rappresentante indicata dalla Conferenza delle Regioni, della "cabina di regia" nazionale per l´attuazione dell´agenda digitale). La Selex Es ha in corso forme di collaborazione, su progetti specifici, con le Università di Trieste e Udine e con l´Istituto Tecnico "Malignani" di Udine. La presidente Serracchiani ha voluto approfondire le possibilità di stabilire un rapporto più ampio e organico tra le Selex Es e il "sistema" dell´Università e della ricerca del Friuli Venezia Giulia.  
   
   
DEMOGRAFIA IMPRESE NOVARESI: CRESCITA ZERO NEI PRIMI 9 MESI DEL 2013  
 
 Novara, 4 novembre 2013 - Il tessuto produttivo tiene, ma non cresce, almeno da un punto di vista numerico: questo il quadro complessivo che emerge dai dati relativi all’andamento demografico delle imprese novaresi nei primi nove mesi del 2013. Tra gennaio e settembre lo stock delle imprese registrate è aumentato complessivamente di 34 unità, variazione che, in termini percentuali, si traduce in un incremento del +0,1%, a fronte del +0,5% registrato nello stesso periodo dello scorso anno. «I dati rispecchiano le profonde difficoltà che sta attraversando il nostro sistema economico – commenta Paolo Rovellotti, presidente della Camera di Commercio – Non a caso il risultato di questa rilevazione appare il più basso registrato nei primi 9 mesi dell’anno dal 2003 ad oggi. Se la crescita di alcuni comparti, così come quella delle società di capitali, rappresenta un segnale di conforto, non mancano campanelli d’allarme preoccupanti, primo fra tutti l’acuirsi delle sofferenze dell’artigianato: tra gennaio e settembre le ditte artigiane hanno chiuso al ritmo di tre al giorno, senza essere bilanciate da un’apertura altrettanto vivace di attività. Il lavoro è figlio dell’impresa – aggiunge Rovellotti – ma può nascere solo se l’impresa non è fiaccata da burocrazia, fisco e ostacoli legislativi». Quadro Generale - Tra gennaio e settembre 2013 si sono iscritte al registro delle imprese 1.790 aziende, mentre sono 1.751 quelle che hanno cessato la propria attività, portando lo stock complessivo a 31.721 unità, di cui il 32,3% risulta costituito da ditte artigiane. L’artigianato, in particolare, continua ad essere interessato da un calo demografico: nei primi nove mesi dell’anno le chiusure di attività hanno infatti superato le aperture, con un conseguente saldo negativo di 287 imprese che fa scendere la consistenza della componente artigiana a 10.258 unità. Dinamiche Settoriali - Sotto il profilo settoriale l’andamento demografico appare eterogeneo, con risultati positivi per i servizi e in perdita per tutte le altre attività economiche. I comparti che nel periodo gennaio-settembre evidenziano gli incrementi maggiori sono il commercio (+100 unità), i servizi alle imprese (+64 unità), l’alloggio e ristorazione (+51), le attività finanziarie e assicurative (+48). Si registra, invece, una riduzione significativa della base imprenditoriale delle costruzioni (-185 unità) ed una, più contenuta, delle attività manifatturiere (-52), con particolare riferimento al comparto della meccanica ed elettronica; in lieve calo risulta anche l’agricoltura (-15). Per quanto riguarda la composizione settoriale, alla data del 30 settembre 2013 il sistema produttivo locale risulta costituito da 31.721 imprese, di cui 28.650 attive ed operanti per il 7,1% nell’agricoltura, per il 30,6% nell’industria (di cui 18% nelle costruzioni e 12,6% nell’industria in senso stretto) e per il 58,7% nel terziario (di cui 24,1% nel commercio e 34,6% negli altri servizi). Forma giuridica. Dall’analisi della forma giuridica emerge come le società di capitale, equivalenti al 19,8% delle imprese registrate nel Novarese, evidenzino tra gennaio e settembre un tasso di crescita del +1,8%, superiore dunque alla media provinciale, con un saldo, in termini assoluti, pari a +111 unità. Arretrano, invece, le ditte individuali, che nel periodo in esame aprono 1.308 sedi, pari al 73,1% delle iscrizioni complessive, ma concentrano, nel contempo, oltre l’80% delle cessazioni (1.408 in termini assoluti), con un’incidenza sul totale delle imprese novaresi registrate pari al 56,6%. Tra gennaio e settembre si rilevano, infine, 159 iscrizioni (11,8% del totale) e 167 cessazioni (12%) relativamente alle società di persone, con una consistenza alla fine dei nove mesi di 6.645 unità produttive, corrispondente al 20,9% del sistema imprenditoriale novarese.  
   
   
INDUSTRIA: SERRACCHIANI, LA SELEX DI RONCHI È UN´ECCELLENZA DA RAFFORZARE  
 
Ronchi dei Legionari (Go), 4 novembre 2013 - ´´Lo stabilimento di Ronchi dei Legionari della Selex Es rappresenta un´eccellenza, non solo per il Friuli Venezia Giulia ma per il Paese, grazie alle capacità e alle competenze delle sue risorse umane. È insomma un gioiello che deve restare qui, che bisogna aiutare a crescere. C´è la volontà della Regione di accompagnare questa realtà produttiva. Noi ci siamo´´. Lo ha detto la presidente della Regione Debora Serracchiani incontrando il 30 ottobre a Ronchi dei Legionari (Go) i lavoratori dello stabilimento della Selex Es, Gruppo multinazionale operante nel settore dell´elettronica che fa capo a Finmeccanica. L´impianto di Ronchi (220 addetti diretti più un centinaio di lavoratori altamente qualificati dell´indotto) produce velivoli teleguidati e simulatori sia per impieghi militari, sia civili. Prima dell´incontro con i lavoratori, che si è svolto in sala mensa, la presidente Serracchiani, affiancata dall´assessore Sara Vito, ha incontrato la Rsu, che ha consegnato un documento sulla situazione aziendale, e quindi i dirigenti di Selex Es e dello stabilimento. Erano presenti Riccardo Meloni, responsabile del personale e dell´organizzazione del Gruppo, Salvatore Illiano, responsabile delle relazioni industriali, e Antonello Mangogna, capo della linea di prodotto avionica e simulatori a cui fa capo l´impianto di Ronchi. I dirigenti hanno ricordato che il Gruppo Selex Es ha in corso un ampio progetto di ristrutturazione, con la gestione di esuberi, che tocca però marginalmente il sito di Ronchi, dove il numero di addetti è rimasto costate negli ultimi tre anni, con adeguati investimenti, a fronte di un buon carico di lavoro. La strategia del Gruppo, nato nel settore della difesa, è di orientare sempre di più la produzione verso impieghi civili. A questo proposito, la presidente Serracchiani ha voluto approfondire le notevoli competenze di Selex Es nel campo dell´informatica per la Pubblica Amministrazione (la presidente fa parte, come rappresentante indicata dalla Conferenza delle Regioni, della ´´cabina di regia´´ nazionale per l´attuazione dell´Agenda digitale). La Selex Es ha in corso forme di collaborazione, su progetti specifici, con le Università di Trieste e Udine e con l´Istituto Tecnico ´´Malignani´´ di Udine. La presidente Serracchiani ha voluto approfondire le possibilità di stabilire un rapporto più ampio e organico tra le Selex Es e il ´´sistema´´ dell´Università e della Ricerca del Friuli Venezia Giulia.  
   
   
GRUPPO CIR: UTILE NETTO DEI NOVE MESI A € 10,7 MLN (PERDITA DI € 10 MLN NEL 2012)  
 
 Milano, 4 novembre 2013 – Il Consiglio di Amministrazione di Cir-compagnie Industriali Riunite Spa, riunitosi il 28 ottobre sotto la presidenza di Rodolfo De Benedetti, ha approvato i risultati del gruppo al 30 settembre 2013. Il gruppo Cir opera in cinque settori: energia (Sorgenia), media (Espresso), componenti auto (Sogefi), sanità (Kos) e investimenti non-core (private equity, partecipazioni di minoranza, altri investimenti). Andamento della gestione - Nei primi nove mesi dell’esercizio il gruppo Cir ha registrato significativi risultati di natura non ricorrente. In primo luogo, in data 17 settembre 2013, la Corte di Cassazione ha definito il giudizio in merito al procedimento “Lodo Mondadori”, condannando in via definitiva la controparte Fininvest a un risarcimento a favore di Cir pari a € 491,3 milioni, che viene rilevato contabilmente a conto economico per un importo pari a € 319,3 milioni, al netto delle spese legali e delle imposte. In secondo luogo, in linea con quanto già avvenuto nel primo semestre, la controllata Sorgenia ha proceduto a un riaggiustamento del valore dei propri attivi adeguandoli al mutato scenario del mercato dell’energia, nonché al nuovo business plan in corso di preparazione. Come conseguenza, nel risultato dei primi nove mesi, sono state registrate svalutazioni per un importo di € 287,2 milioni al netto dei terzi. Il gruppo Cir ha chiuso il periodo con un risultato netto positivo per € 10,7 milioni rispetto a una perdita di € 10 milioni nel corrispondente periodo del 2012. I ricavi del gruppo, superiori a € 3,5 miliardi, sono risultati in lieve calo (-2,1%) mentre l’Ebitda ante componenti non ricorrenti ha registrato una leggera crescita rispetto al 2012. La posizione finanziaria netta della capogruppo al 30 settembre 2013, a seguito del giudizio definitivo sul Lodo Mondadori, era positiva per € 540 milioni. Per quanto riguarda l’andamento delle principali società controllate, Sogefi e Kos hanno ottenuto un risultato in leggero miglioramento; Espresso ha riportato un decremento dell’utile, mantenendo comunque un risultato positivo nonostante la grave crisi del settore editoriale, mentre i risultati di Sorgenia restano critici e incorporano importanti svalutazioni. Risultati consolidati - I ricavi del gruppo Cir al 30 settembre 2013 sono ammontati a € 3.550,6 milioni, in lieve riduzione (-2,1%) rispetto a € 3.625,8 milioni nel corrispondente periodo del 2012. L’ebitda ante componenti non ricorrenti è stato pari a € 262,6 milioni rispetto a € 253 milioni nei primi nove mesi del 2012 (+3,8%). Tale andamento è dovuto prevalentemente all’incremento dell’Ebitda ante svalutazioni di Sorgenia. L’ebitda post componenti non ricorrenti è ammontato a -€ 47,1 milioni. Il margine è stato fortemente penalizzato dalle svalutazioni del gruppo Sorgenia per complessivi € 274,8 milioni. Il risultato della gestione finanziaria è stato negativo per € 87,3 milioni, a fronte di un onere di € 70,2 milioni nei primi nove mesi del 2012. In particolare, gli oneri finanziari netti sono ammontati a € 80,6 milioni (€ 91,3 milioni nel 2012), le rettifiche di valore negative di attività finanziarie a € 13,8 milioni (rettifiche positive per € 12,5 milioni nel 2012) e i proventi netti da negoziazione e valutazione titoli a € 7,1 milioni (€ 8,6 milioni nel 2012). Il risultato netto del gruppo Cir è stato positivo per € 10,7 milioni a fronte di una perdita di € 10 milioni nei primi nove mesi del 2012. Tale risultato comprende da un lato l’effetto negativo delle componenti straordinarie di Sorgenia per -€ 287,2 milioni, dall’altro l’impatto positivo per complessivi € 319,3 milioni del definito giudizio sul Lodo Mondadori. Escludendo tali effetti, il risultato netto consolidato sarebbe stato negativo per € 16,2 milioni, importo sostanzialmente equivalente a quello dei primi nove mesi del 2012. L’indebitamento finanziario netto consolidato al 30 settembre 2013 ammontava a € 1.830,8 milioni (rispetto a € 2.504,4 milioni al 31 dicembre 2012) e comprende una posizione finanziaria netta della capogruppo positiva per € 542,1 milioni e un indebitamento finanziario netto delle controllate operative di € 2.372,9 milioni. Il miglioramento della posizione finanziaria deriva, oltre che dalla definizione del risarcimento sul Lodo Mondadori, anche dalla riduzione dell’indebitamento netto consolidato delle controllate operative per circa € 165 milioni. Si segnala, con riferimento al Lodo Mondadori, che la società dovrà effettuare nei prossimi dodici mesi esborsi al momento stimati in circa € 180 milioni per imposte e spese legali, tenuto conto dei quali l’indebitamento finanziario netto sarebbe di circa € 2 miliardi. La società, allo stato, non prevede significativi impieghi della propria liquidità nel breve periodo. Eventuali futuri utilizzi delle risorse a disposizione saranno valutati nell’interesse dello sviluppo del gruppo e di tutti gli azionisti di Cir. Il patrimonio netto di gruppo al 30 settembre 2013 era pari a € 1.387,6 milioni rispetto a € 1.363,3 milioni al 31 dicembre 2012. Al 30 settembre 2013 il gruppo Cir impiegava 14.199 dipendenti (13.940 al 31 dicembre 2012). Attività industriali - Energia: Sorgenia - Sorgenia è uno dei principali operatori nel settore dell’energia elettrica e del gas naturale in Italia con circa 500mila clienti e un parco di generazione di circa 5mila Megawatt. La società è controllata da Cir (52,9%) e partecipata dalla principale utility austriaca Verbund. I ricavi del gruppo Sorgenia nei nove mesi sono ammontati a € 1.734,2 milioni, in lieve riduzione (-1,4%) rispetto al dato del 2012 (€ 1.758,2 milioni). L’ebitda ante svalutazioni è ammontato a € 116,2 milioni rispetto a € 49,6 milioni neI nove mesi del 2012. L’incremento è dovuto essenzialmente al parziale recupero di marginalità nel settore elettrico, limitato al primo semestre. L’ebitda post svalutazioni, comprensivo delle rettifiche di valore di partecipazioni consolidate a patrimonio netto (in particolare Energia Italiana/tirreno Power) e accantonamenti per crediti, è stato pari a -€ 196,9 milioni. La perdita netta dei nove mesi, pari a € 434,3 milioni (perdita di € 77,1 milioni nei nove mesi del 2012), è principalmente dovuta a svalutazioni di attività per complessivi € 396,6 milioni. In dettaglio, Sorgenia ha svalutato le attività internazionali nell’E&p, l’avviamento (goodwill) nelle attività rinnovabili, oltre alle svalutazioni di Energia Italiana/tirreno Power, delle altre partecipazioni a patrimonio netto e dei crediti. Proseguono le azioni avviate da Sorgenia negli scorsi trimestri per fare fronte alla recessione in atto in Italia e alle difficoltà del mercato energetico nazionale. In particolare la società è impegnata su tre obiettivi prioritari: rifocalizzazione sul core business della generazione e vendita di energia, riduzione dell’indebitamento e recupero di marginalità. Media: Espresso - Gruppo Editoriale L’espresso è una delle più importanti aziende editoriali italiane. Opera in tutti i settori della comunicazione: stampa quotidiana e periodica, radio, internet, televisione e raccolta pubblicitaria. Il gruppo, controllato da Cir al 55,9%, è quotato in Borsa. I ricavi del gruppo Espresso nei primi nove mesi del 2013, pari a € 524,4 milioni, hanno registrato un calo dell’11,7% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio 2012 (€ 594 milioni) come conseguenza della crisi che interessa l’intero settore. I ricavi diffusionali, pari a € 215,3 milioni, hanno mostrato una flessione del 6,9% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente (€ 231,2 milioni) in un mercato che continua a registrare una significativa riduzione delle diffusioni dei quotidiani. Le performance delle testate del gruppo sono comunque positive rispetto al mercato. I ricavi pubblicitari, pari a € 288,6 milioni, hanno registrato una flessione del 15,7% sul 2012, in un mercato in calo del 15,8%. I ricavi diversi, pari a € 20,6 milioni, sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto ai primi nove mesi del 2012 (€ 20,5 milioni). I costi totali hanno registrato una riduzione del 7,8%; escludendo le attività di edizione digitale e televisione digitale terrestre, i cui costi sono in fase di incremento al fine di sostenerne lo sviluppo, si registra un calo del 12,2% grazie alle misure di razionalizzazione tuttora in atto, in particolare nelle aree industriali e amministrative. L’ebitda è stato pari a € 47,5 milioni, rispetto a € 82,8 milioni dei nove mesi del 2012. Il risultato netto ha riportato un utile di € 4,5 milioni contro € 26,4 milioni nell’analogo periodo del 2012. Componentistica per autoveicoli: Sogefi - Sogefi è uno dei principali produttori mondiali nei settori della filtrazione, dei sistemi aria-motore e dei componenti per sospensioni con 43 stabilimenti in 21 paesi. La società è controllata da Cir (58,3%) ed è quotata in Borsa. I ricavi di Sogefi nei primi nove mesi del 2013 sono stati pari a € 1.010,6 milioni, in leggera crescita rispetto a € 1.005 milioni nel corrispondente periodo del 2012 (+0,6%; +4,5% a cambi stabili). Nei nove mesi la Business Unit Sistemi Motore ha registrato ricavi per € 619,7 milioni (+2,8% rispetto all’analogo periodo del 2012) e la Business Unit Componenti per sospensioni ricavi pari a € 392,5 milioni (-2,8%). La società prosegue la strategia di focalizzazione sui paesi extra-europei, che hanno raggiunto un’incidenza del 35,8% sui ricavi totali del gruppo, in crescita di 2,9 punti percentuali rispetto ai primi nove mesi del 2012. L’ebitda è stato pari a € 108,4 milioni, in aumento del 9,8% rispetto al corrispondente periodo del 2012 (€ 98,7 milioni). L’utile netto è ammontato a € 23,8 milioni, in crescita del 9,4% rispetto all’analogo periodo del 2012 (€ 21,7 milioni). Sanità: Kos - Kos è uno dei maggiori gruppi italiani nel settore della sanità socio-assistenziale (gestione di residenze sanitarie assistenziali e centri di riabilitazione, gestioni ospedaliere). Controllata da Cir (al 51,3%), Kos è partecipata dal gruppo Ardian (nuova denominazione di Axa Private Equity). I ricavi di Kos nei primi nove mesi del 2013 sono ammontati a € 276,8 milioni, in crescita del 4,3% rispetto al dato del corrispondente periodo del 2012 (€ 265,3 milioni), grazie allo sviluppo delle tre aree di attività, in particolare le residenze sanitarie assistenziali e i servizi ad alta tecnologia (gestioni ospedaliere). L’ebitda è stato pari a € 41,3 milioni, in crescita rispetto al dato dei primi nove mesi del 2012 (€ 37,9 milioni) principalmente a seguito della variazione del perimetro e di sviluppi di attività intraprese nel corso dell’ultimo anno. L’utile netto è ammontato a € 9,6 milioni rispetto a € 8 milioni nel corrispondente periodo del 2012. L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2013 era pari a € 155,1 milioni rispetto a € 173,6 milioni al 30 giugno 2013. Il gruppo Kos gestisce a oggi 68 strutture, prevalentemente nel centro nord Italia, per un totale di 5.971 posti letto operativi, ai quali se ne aggiungono circa 900 in fase di realizzazione. Nell’area dei servizi ad alta tecnologia proseguono le attività in India con la joint venture Clearmedi Healthcare Ltd e in Regno Unito con la controllata Medipass Healthcare Ltd. Investimenti non-core - Gli investimenti non-core del gruppo sono rappresentati dalle iniziative di private equity e partecipazioni di minoranza e altri investimenti per un valore complessivo al 30 settembre 2013 pari a € 187,7 milioni (€ 198,3 milioni al 31 dicembre 2012). Il gruppo Cir, in particolare, detiene un portafoglio diversificato di fondi nel settore del private equity (fair value al 30 settembre 2013 pari a € 67 milioni). Tra gli altri investimenti si segnala la partecipazione di circa il 20% della società Swiss Education Group, uno dei leader mondiali nella formazione di figure manageriali nel settore dell’hospitality, che ha registrato nei nove mesi ricavi e margini in crescita. Il gruppo Cir, infine, detiene un portafoglio di crediti problematici (non performing loans): il valore netto dell’investimento in tale attività al 30 settembre 2013 ammontava a € 78,3 milioni. Evoluzione prevedibile dell´esercizio 2013 - L’andamento del gruppo Cir nell’ultima parte del 2013 sarà influenzato dall’evoluzione del contesto macroeconomico, in particolare dall’andamento dell’economia italiana, caratterizzata da una perdurante recessione. In questo contesto tutte le principali controllate operative del gruppo proseguiranno le azioni di efficienza gestionale senza tuttavia rinunciare alle iniziative di sviluppo delle attività. Obbligazioni in scadenza nei 24 mesi successivi al 30 settembre 2013 - La società, che ha un rating Bb con outlook stabile rilasciato da Standard&poor’s, non ha obbligazioni in scadenza nei 24 mesi successivi al 30 settembre 2013.  
   
   
DISTRETTI DEL COMMERCIO, LOMBARDIA: A GIORNI LA GRADUATORIA FINALE  
 
Bergamo, 4 novembre 2013 - "Una rete più larga e una governance più concreta dei centri urbani". Per l´assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia Alberto Cavalli sono questi i punti, sui quali i Distretti del Commercio devono concentrare il loro lavoro. Lo ha detto, alla Sede territoriale di Regione Lombardia di Bergamo, nel corso del confronto con i rappresentanti delle categorie economiche, sociali, e dei consumatori della provincia, in occasione del suo terzo appuntamento di incontri sul territorio, dopo quello di Sondrio e Brescia, che si è concluso all´Orio Center, con i 24 Distretti del Commercio. Incremento Dotazione Finanziaria - "Il V bando dei Distretti del Commercio - ha detto l´assessore Cavalli - è stato approvato, lo scorso mese di marzo, con un significativo incremento della dotazione finanziaria, passata da 1 a 4 milioni di euro, proprio per sostenere la promozione delle eccellenze e delle attrattività in vista di Expo 2015". "Abbiamo ricevuto un´ottima risposta dal territorio, con ben 97 domande presentate - ha spiegato l´assessore -, che agiscono contemporaneamente sulla ricettività turistica, le istituzioni culturali e lo shopping. L´istruttoria sta per essere conclusa e, a giorni, verrà pubblicata la graduatoria finale". Bergamo Territorio Tra I Più Attivi - L´assessore Cavalli ha informato che delle 97 domande presentate ben 20 provengono da Bergamo. "Il territorio di Bergamo - ha sottolineato l´assessore - è tra i più attivi e lo dimostrano le numerose domande presentate". "Vorrei anche evidenziare - ha aggiunto l´assessore - che ci ha favorevolmente colpito l´attenzione rivolta, in particolare, all´ingresso delle tecnologie digitali nel retail". "Credo infatti che una regione moderna - ha concluso l´assessore - debba saper accompagnare le aziende a cambiare, aiutandole ad adattarsi ai nuovi mercati".  
   
   
SI ACCENTUA LA RIDUZIONE DELLE IMPRESE SAVONESI NEL TERZO TRIMESTRE 2013  
 
Savona, 4 novembre 2013 - Gli ultimi dati rilasciati dal sistema camerale disegnano una Liguria spaccata in due, con le imprese di Genova e di La Spezia che sembrano resistere meglio alla crisi in atto, mentre quelle del Ponente ligure appaiono in maggiore sofferenza. E’ quanto emerge dalle analisi su dati Movimprese dell’Ufficio Statistica e Studi della Camera di Commercio di Savona I dati del Registro Imprese delle Camere di Commercio relativi al terzo trimestre dell’anno in corso tracciano infatti, proprio per le province di Savona e Imperia, un bilancio pesantemente negativo tra iscrizioni e cessazioni di imprese. Nella nostra provincia, in particolare, continua e anzi si accentua il trend negativo dell’andamento imprenditoriale: se a marzo di quest’anno lo stock di imprese attive era l’1,7% in meno di quello di dodici mesi prima, a giugno il calo era risultato del 2,1% ed ora, in base all’ultimo dato di settembre, la consistenza di imprese attive presenta una riduzione del 2,3%. In valore assoluto, si tratta di 27.682 unità, contro le 28.348 di un anno prima. Le dinamiche di dettaglio evidenziano andamenti negativi nei principali settori economici, quali le attività manifatturiere (-2,5% tra settembre 2012 e settembre 2013) e il commercio (-2,0%). Ancor più pesante, in termini percentuali, l’andamento nelle costruzioni (-4,1%) e nell’agricoltura (-7,4% tra settembre 2012 e settembre 2013). Di rilievo risulta anche il trend recessivo delle imprese che esercitano trasporto e magazzinaggio (-4,1%). Il calo di imprese nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione si attesta sullo 0,7%, valore che risulta però composto da una leggera flessione nel numero di bar e ristoranti (-0,4%) e da una più netta riduzione delle attività alberghiere (-2,1%). Tra i pochi settori in ripresa numerica si segnalano le attività immobiliari, che recuperano un 4,1%, e le attività finanziarie ed assicurative (+4,5%). Particolarmente difficile appare il quadro per quanto riguarda le imprese con qualifica artigiana, che ricoprono trasversalmente tutti i principali settori di attività. In totale le imprese artigiane risultano diminuite del 3,1%: erano infatti circa 9.900 un anno fa ed ora sono 9.588 unità.  
   
   
CUNEO - I PREZZI ALL´INGROSSO, III TRIMESTRE 2013  
 
 Cuneo, 4 novembre 2013 - La variazione su base annua tra i prezzi medi rilevati nel 3° trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, registra valori in flessione per la maggior parte dei prodotti considerati. Nel settore cerealicolo il frumento nazionale ha espresso il calo più consistente, pari a 55 euro alla tonnellata, seguito dall´orzo nazionale che ha perso quasi 41 euro. Il comparto mantiene quotazioni inferiori a causa dell´offerta europea e mondiale di cereali. Numeri confermati anche dagli ultimi dati diffusi dalla Commissione Europea, secondo la quale, in media, il raccolto sarebbe aumentato mediamente dell´8%, per tutte le colture, nell´annata 2013/2014. Secondo Bruxelles, infatti, sono attesi un buon raccolto di cereali, semi oleosi e colture proteiche sia nell´Unione Europea che a livello mondiale, diversamente dall´anno produttivo precedente, che solleverebbe il mercato dalle ristrettezze quantitative e dai prezzi alti. Prezzi in rialzo sono invece segnalati dal fieno maggengo con 21 euro e dalla paglia di grano con 3 euro. In questo trimestre, nel comparto frutticolo, sono state prese in esame le varietà di frutta tipiche della stagione, con riferimento alle quotazioni delle pesche. I prezzi delle pesche e nettarine gialle hanno subito una lieve flessione rispetto al corrispondente periodo del 2012 e pure in calo è risultata la nocciola Piemonte Igp che ha perso 8 centesimi al kg. E´ stata un´annata difficile e anomala per la frutta estiva, principalmente per pesche e nettarine, nonostante un´offerta generale sul mercato inferiore rispetto all´annata precedente e che, teoricamente, lasciava presagire la possibilità di buoni risultati. Le quotazioni sono state, invece, insoddisfacenti e inferiori al 2012 e con un finale di campagna caratterizzato da una loro ulteriore discesa. In rialzo il prezzo delle fragole del Cuneese che, in un anno, hanno recuperato ben 43 centesimi. Da menzionare il Peperone di Cuneo, la cui quotazione è legata al periodo di produzione ed è stata rilevata a partire da questo trimestre. Rispetto al 2012 il peperone ha recuperato 8 centesimi al kg. Il comparto avicunicolo, a partire dal trimestre in esame, ha esteso le categorie di prodotti presi in considerazione ai conigli macellati freschi, il cui prezzo rapportato allo stesso periodo dello scorso anno è risultato in calo di 47 centesimi. Pure in lieve ribasso i conigli da macello di peso medio, che hanno perso 7 centesimi al kg., mentre permane la buona tenuta dei prezzi dei polli leggeri, saliti di 9 centesimi al kg. Nel 3° trimestre 2013 il comparto cunicolo, dopo aver toccato la quotazione minima nel mese di agosto, ha invertito la tendenza. Si prevede per tutto il periodo autunnale e invernale la prosecuzione di questo trend, con quotazioni che dovrebbero arrivare a mantenersi stabilmente superiori a 2,20 euro al kg. I prezzi dei conigli hanno mantenuto questo andamento altalenante nel periodo considerato, malgrado la domanda del prodotto risulti sostanzialmente stabile durante l´intera annata. Per quanto concerne la zootecnia, fra le categorie di bovini di razza piemontese rilevate, il rialzo maggiore proviene dalla vacca grassa di 1^ qualità con prezzi cresciuti di 20 centesimi al kg. Discreta tenuta anche per i suini marchiati con prezzi saliti di 3 centesimi al kg.