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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Maggio 2011
FOTOVOLTAICO: CONFERENZA STATO REGIONI.  
 
 Ancona, 2 maggio 2011 – Roma, il 28 aprile, si e` svolta l´attesa conferenza Stato - Regioni per l´Intesa sul decreto del fotovoltaico a cui ha partecipato, in rappresentanza della Regione Marche, l´assessore all´energia e alle fonti rinnovabili Sandro Donati. In sintesi le Regioni hanno costruito una posizione unitaria e propositiva che pero` non e` stata recepita in tutti i suoi punti dal Governo. Pertanto, pur lasciando aperta la porta del dialogo, le Regioni hanno espresso parere negativo. Tra le luci si segnala l´approvazione delle modifiche proposte dalla Regione Marche: - sull´amianto con l´elevazione del contributo a 5 centesimi di euro a Kwh ; - per favorire la filiera del fotovoltaico incentivando chi realizza impianti con materiali prodotti in Italia e Europa rafforzando anche gli strumenti di controllo; - per le misure incentivanti per i condomini con impianti fino a 20 kw di potenza. Le ombre che hanno portato ad esprimere parere negativo sono invece legate al mancato accoglimento delle proposte per: - tutelare i diritti acquisiti; - rimodulare le tariffe del conto energia 2011 superando gli scaglioni di riduzione mensili; - non porre limiti di potenza sugli edifici e aree urbane - tutelare imprese ed investitori dai ritardi per gli allacci imputabili ad Enel e Gse. ´Il Governo ´ commenta Donati - e` rimasto colpito sia dalla natura tecnica e non politico-ideologica delle nostre proposte sia dalla compattezza mostrata dalle Regioni . E´ questo aspetto probabilmente che li ha spinti a lasciare aperta una finestra di dialogo su questo importante ed atteso provvedimento .  
   
   
FOTOVOLTAICO, IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SPACCA: ´FORTE SOSTEGNO AGLI IMPIANTI IN AREE INDUSTRIALI E URBANIZZATE. NELLE MARCHE GIA` OPERATIVI IMPIANTI PER QUASI 300 MW´.  
 
Ancona, 2 maggio 2011- ´L´impianto che oggi viene inaugurato rappresenta un intervento esemplare che va preso come punto di riferimento non solo da tutte le imprese ma anche dalle famiglie´. Cosi` il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, il 29 aprile in occasione del taglio del nastro per il nuovo impianto fotovoltaico realizzato al Gross Ancona dal gruppo Schiavoni. ´Un intervento ´ ha aggiunto Spacca ´ in linea con la programmazione regionale in materia di fotovoltaico: favorire le istallazioni purche` in aree urbanizzate, sui tetti degli edifici industriali e civili, per evitare consumo di suolo e insediamenti che possano compromettere il paesaggio e il turismo. La strada e` segnata e i risultati non si fanno attendere: la potenza degli impianti fotovoltaici gia` operativi nelle Marche e` di poco meno di 300 megawatt che sommati ai 150 in attesa di autorizzazione possono salire a 450 entro il 2012. Una filosofia, quella degli impianti fotovoltaici sui tetti, che vorremmo fosse seguita sia dalle imprese sia dalle famiglie per le abitazioni private. Le direttive che la Regione ha approvato vanno proprio in questa direzione: sostenere, anche con la semplificazione burocratica, la competitivita` delle imprese grazie all´approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, ma tutelare al contempo paesaggio e attrattivita` turistica. E´ con impianti come quello inaugurato oggi che possiamo guardare concretamente al futuro della nostra economia e delle nostre imprese, rispondendo contemporaneamente alla forte attenzione alle tematiche ambientali che esiste nella nostra regione´.  
   
   
ENERGIE RINNOVABILI: MOBILITAZIONE DELLE REGIONI PER MODIFICARE IL DECRETO DEL GOVERNO IN PARLAMENTO  
 
Genova, 2 maggio 2011- La mobilitazione delle Regioni, associazioni di categoria e imprese per arrivare ad una modifica in Parlamento del decreto del Governo sulle energie rinnovabili deve continuare. Lo dice l’assessore allo sviluppo economico della Regione Liguria, Renzo Guccinelli al termine della Conferenza Stato Regioni che non ha modificato nella sostanza il decreto del Governo sulle energie rinnovabili. “Stamani – ha detto Guccinelli – la conferenza delle regioni ha presentato le proposte di modifica al decreto sulle rinnovabili, condivise da tutte le regioni in modo unitario. Purtroppo però in sede di Conferenza Stato Regioni non si è raggiunto un accordo con il Governo per riconoscere ad esempio alle aziende che hanno avviato investimento gli opportuni incentivi e per rendere più graduali le politiche di riduzione degli incentivi stessi”. “Ci auguriamo dunque – conclude Guccinelli – che proseguano nel Paese le iniziative per migliorare il decreto in sede parlamentare alla luce di quanto richiesto dalle Regioni”. E a questo proposito martedì 10 maggio la Regione Liguria, su proposta dell’assessore Guccinelli, organizzerà gli stati generali della green economy per affrontare il tema degli incentivi alle aziende produttrici di energie rinnovabili.  
   
   
ENERGIA, LA REGIONE EMILIA ROMAGNA RIBADISCE IL NO AL PROGETTO DI STOCCAGGIO DI GAS A RIVARA (MODENA)  
 
 Baologna, 2 maggio 2011- «La Regione Emilia-romagna ha ribadito la propria e chiara posizione. L´impianto non rientra nelle strategia dell´Emilia-romagna e non è una scelta prevista nel nuovo triennale del piano energetico regionale». Lo ha detto, il 28 aprile, l´assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-romagna Gian Carlo Muzzarelli al termine dell´audizione, tenutasi questa mattina a Roma, presso a Commissione Ambiente della Camera sul progetto di stoccaggio di gas a Rivara (Modena). «Abbiamo altri progetti in campo energetico - ha aggiunto Muzzarelli - come l´aumento del risparmio energetico, l´efficientamento del sistema territoriale e produttivo e l´aumento delle produzioni da fonti rinnovabili. I nostri obiettivi sfidanti prevedono che entro il 2020 si realizzino 8000 mgw di energia prodotta da fonti rinnovabili». Sul progetto di stoccaggio di gas a Rivara l´assessore Muzzarelli ha aggiunto che «abbiamo ribadito, quindi, il nostro no consegnando nosri atti tecnici ed applicando il principio di precauzione oltre a motivazioni confortate da scelte alternative come la valorizzazione di tutte le fonti energetiche compreso la geotermia. Spero che si archivi la pratica e che il Governo si impegni per realizzare un piano energetico nazionale moderno visto che l´ultimo risale al 1988. Piano nazionale che consenta di assumere le sfide profonde dell´Ue, a partire dai primi traguardi previsti per il 2020. Per il bene ed il futuro del nostro Paese sarebbero necessarie scelte di fondo chiare a partire dall’aumento delle quote di autosufficienza energetica e dal rafforzamento delle imprese del settore. Occorre anche rilanciare un decreto energia vero, così come hanno proposto oggi al Governo unitariamente le Regioni per ottenere una crescita sostenibile, durevole, intelligente ed inclusiva».  
   
   
ENERGIE RINNOVABILI: QUARTO CONTO ENERGIA, DA REGIONE UMBRIA PARERE NEGATIVO  
 
Perugia, 2 Maggio 2011 - "Siamo profondamente insoddisfatti dall´atteggiamento del Governo che non ha voluto accogliere le osservazioni che le Regioni unitariamente avevano sottoposto all´esecutivo per migliorare il decreto sul "fotovoltaico", e quindi, sempre all´unanimità, abbiamo formalizzato il nostro dissenso dando parere negativo in sede di Conferenza Stato-regioni". E´ quanto afferma l´assessore regionale all´Ambiente, presente il 28 aprile a Roma, sia alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni che, successivamente, a quella Stato-regioni. "In questa settimana - ha aggiunto l´assessore - grazie alla proroga che come Regioni avevamo chiesto, abbiamo lavorato con grande impegno sia in sede tecnica, che politica, per definire una serie di emendamenti migliorativi del decreto approvato dal Governo, al fine di accogliere lo spirito della norma che tendeva, giustamente, ad impedire speculazioni, ma al tempo stesso, si è cercato di evitare l´affossamento di un comparto di grande rilevanza economica e vitale anche in Umbria dove sono attive imprese che ora rischiano di veder compromessi i loro investimenti". "Ciò che soprattutto ha determinato il nostro parere negativo - ha proseguito l´assessore - sta nel fatto che con il decreto ministeriale non vengono riconosciuti i diritti acquisiti nel caso di investimenti già avviati e, inoltre non viene accolta la proposta di attenuare nel tempo la diminuzione degli incentivi, che pure condividiamo in linea di principio. Inoltre, il dissenso delle Regioni è stato anche manifestato rispetto al tetto stabilito dal ministero di incentivi all´anno, che impone un vincolo insormontabile anche per gli anni futuri senza tenere conto delle disponibilità finanziarie possibili e dei potenziali investitori nel settore. A fronte di queste scelte del Governo nazionali le Regioni dovranno comunque impegnarsi a raggiungere il 20 per cento di produzione energetica da fonti rinnovabili entro il 2020". "Certo - continua l´assessore - con il Governo sono stati fatti passi in avanti per valorizzare impianti sulle coperture e, allo stesso modo, abbiamo avuto una risposta positiva per quanto riguarda le ristrutturazioni che comportino interventi di bonifica dall´amianto. Ma su altri punti il Governo ha dimostrato grande rigidità e tutto ciò in un momento in cui si doveva puntare molto di più su forme di produzione dell´energia da fonti rinnovabili. In ogni caso - ha concluso l´assessore - abbiamo detto al Governo che saremo disponibili a dare il nostro contributo nel prosieguo dell´iter del decreto".  
   
   
PETROLIO, L’INTESA TRA REGIONE BASILICATA E STATO DEL 1998 – LA SCHEDA  
 
Potenza, 2 maggio 2011- Sottoscritto il 7 ottobre 1998, il protocollo d’intesa tra Regione e Presidenza del Consiglio è il primo atto di un negoziato finalizzato al riconoscimento del principio di “compensazione ambientale” nelle aree della Basilicata interessate alla ricerca e all’estrazione di idrocarburi liquidi, attività ritenute di “interesse strategico nazionale in campo energetico”. Il protocollo ha impegnato il governo a realizzare sul territorio lucano interventi infrastrutturali, aggiuntivi e complementari a quelli che sarebbero stati poi inseriti in una successiva Intesa istituzionale di Programma, all’epoca in via di predisposizione. Queste le opere da realizzare in base al protocollo del 7 ottobre 1998: • Completamento sesto lotto della variante Tito-brienza • “Fondo Valle Sauro”, costruzione del tronco Corleto Perticara – sp. Camastra • Aviosuperficie di Grumento, completamento della struttura anche per lo svolgimento di compiti di protezione civile in funzione antincendio rispetto ai Parchi nazionali del Pollino, del Cilento e della Val d’Agri-lagonegrese. Stato di attuazione - In seguito, gli interventi sulle strade sono state inseriti nell’Accordo di programma quadro “Viabilità”, sottoscritto il 19 gennaio 2000 tra i ministeri del Tesoro e dei Trasporti, l’Anas (ente a cui è stata affidata la competenza) e Regione Basilicata, mentre i lavori sull’Aviosuperficie sono stati ricompresi nell’Accordo di programma Quadro sui Trasporti firmato nella stessa data. Ad oggi gli interventi inerenti la S.s. 95 di “ Brienza” e l’Aviosuperficie di Grumento Nova, sono privi di copertura finanziaria, mentre quello relativo alla “ Fondo Valle Sauro” ha una copertura di 181Meuro a fronte dei 400 Meuro stimati per la realizzazione dell’opera. Basilicata: Petrolio, la concessione Tempa Rossa – Titolare della concessione è una joint venture fra Total, Shell ed Exxon Mobil. Scoperto nel 1989, il giacimento di Tempa Rossa si estende nell´alta valle del Sauro, interessando principalmente il comune di Corleto Perticara, nel cui territorio sono stati perforati già 5 pozzi. Un sesto pozzo, di cui i lavori di perforazione sono in corso, si trova nel Comune di Gorgoglione, mentre, secondo il progetto, un centro di stoccaggio Gpl sarà realizzato nel Comune di Guardia Perticara. A regime, stando alle previsioni Total, l´impianto dovrebbe avere una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 250.000 metri cubi di gas naturale, 267 tonnellate di Gpl e 60 tonnellate di zolfo. Il protocollo d’intesa con le compagnie petrolifere è stato sottoscritto nel 2006. Total prevede di entrare in produzione entro il 2015. Le estrazioni di petrolio in Basilicata - In Basilicata si registrano due gruppi di concessioni estrattive: l’Eni- Agip, con il Progetto Trend 1 in Val d’Agri, e un secondo gruppo intestato a Total con il Progetto Tempa Rossa. Il giacimento Val d’Agri, scoperto nel 1987 e avviato alla produzione nel 1993, si estende su un campo pari a 300 kmq, ad un’altezza media compresa tra 600-1300 metri slm, ad una profondità media di 2400 metri slm ed è strutturato in tre aree: “Cerro Falcone”, “Monte Enoc” e “Monte Alpi”. Per quanto concerne il secondo gruppo, il progetto “Tempa Rossa”, inizialmente articolato in tre concessioni distinte, oggi viene identificato come concessione “Gorgoglione”, ancora non in produzione. L’estrazione maggiore del greggio si concentra in Val D’agri con la titolarità di maggioranza dell’Eni con il 60,77 per cento e di minoranza della Shell con il 39,23 per cento. La produzione giornaliera, misurata il 24 febbraio 2011, è pari a 80.933 barili, e un ammontare di 4.350.854 di barili estratti da gennaio 2011 ad oggi. Mentre per l’estrazione sul territorio di Serra Pizzuta in località Pisticci, di completa titolarità dell’Eni, ci si attesta su una produzione di 253 barili al giorno, misurati il 24 febbraio 2011, e di 13.828 barili estratti da gennaio 2011. Al 31 dicembre 2010, sono 20 le istanze per il conferimento di nuovi titoli minerari, di cui 18 permessi di ricerca e 2 concessioni di stoccaggio. Petrolio, lo stato di attuazione delle intese – Al protocollo d’intenti Regione-eni nel 1998 si è dato seguito con accordi attuativi. Ad oggi, lo stato di attuazione dell’intesa è il seguente: - Compensazione ambientale – Sviluppo sostenibile – Sistema di monitoraggio ambientala: sono stati realizzati 10 progetti, per ciascuna annualità dal 1999 al 2008, così come previsto dal protocollo d’intesa. La Regione Basilicata, al fine di garantire la prosecuzione delle attività di compensazione ambientale anche per l’annualità 2009-2010 ha utilizzato le risorse a valere sui programmi di sviluppo sostenibile e gestione del sistema di monitoraggio ambientale attraverso la sottoscrizione di appositi addendum. - Completamento delle reti di distribuzione del gas metano: con un primo acconto di 2 miliardi di vecchie lire sono stati avviati i lavori per la rete di metanizzazione in otto comuni della Val d’Agri; a questi si sono aggiunti 7 milioni di euro erogati dall’Eni, che con i fondi regionali e le agevolazioni della legge Bersani hanno permesso il completamento della rete. Grazie a un secondo emendamento all’Accordo attuativo, sottoscritto nel 2006, l’Eni ha erogato circa 18 milioni di euro, che hanno permesso alla Regione di assegnare risorse ai comuni di Anzi, Laurenzana e Calvello per la costruzione degli adduttori di collegamento e degli impianti comunali di distribuzione del gas metano. Con la rimanente somma sono stati finanziati la metanizzazione degli agglomerati industriali di “Jesce” e “La Martella” di Matera, il completamento della rete interna di distribuzione del gas metano del Comune di Sant’arcangelo, la costruzione della rete di distribuzione del gas metano del Comune di Roccanova, il riscatto e la conversione a gas metano della rete di distribuzione a Gpl del Comune di Calciano. Grazie ad economie di spesa sull’appalto dei lavori di “Jesce” e “La Martella” quasi un milione di euro è stato riassegnato a vari comuni per estendere le reti di distribuzione del gas metano. - Osservatorio ambientale: è stato inaugurato il 3 marzo a Marsiconuovo. - Fondazione Mattei: è stata istituita una sede che opera a Viggiano dal 2008, in cui lavorano mediamente dai 15 ai 20 ricercatori che svolgono attività di studio, ricerca e formazione nei settori del sociale, energia, sviluppo economico e turismo sostenibile. - Borse di studio: la Regione Basilicata nel 2003 ha stipulato con l’Università degli studi della Basilicata una Convenzione, impegnandosi a corrispondere per sei anni la somma di 258mila euro per ogni ciclo formativo attivato. Ad oggi risultano conclusi 4 cicli ed è in corso l’ultimo. - Anticipazione delle royalties: l’Accordo è stato ritenuto superato in quanto non più conveniente rispetto ad altre forme di anticipazione. - Partecipazione a una società energetica regionale: le mutate condizioni del mercato energetico, liberalizzazione, decreto Letta e Bersani, legge Marzano, hanno indotto la Regione Basilicata ad istituire la Società energetica locale, società a totale partecipazione regionale. - Partecipazione a una società regionale di sviluppo: anche in questo caso la Regione Basilicata non ha dato corso a tale progetto per evitare duplicazioni e la sovrapposizione alle attività di Sviluppo Basilicata. Petrolio, l’intesa tra Regione ed Eni del 1998 – La Regione Basilicata nel 1998 ha attivato con le compagnie petrolifere che agiscono in Val d’Agri, rappresentate dall’Eni, un negoziato finalizzato al riconoscimento del principio di compensazione ambientale, in seguito recepito anche dalla norma nazionale. In aggiunta alle risorse rivenienti dalle royalties (che adesso sono pari al 7 per cento del valore commerciale del greggio estratto), il 18 novembre 1998 è stato stipulato un protocollo d’intenti Regione-eni, che ha previsto misure multisettoriali di compensazione a tutela ambientale. Al protocollo sono seguiti specifici Accordi Attuativi. In particolare, questi i punti che l’intesa prevedeva a carico dell’Eni: La realizzazione di interventi di compensazione ambientale per un importo di 11 miliardi di lire all’anno per 10 anni. - Il sostegno a programmi regionali per lo sviluppo sostenibile mediante la realizzazione di progetti con 4 miliardi di lire per 10 anni per un totale di 40 miliardi. - L’implementazione di un sistema di monitoraggio ambientale per un costo di 10 mld di lire e la sua gestione a cura della Regione Basilicata per un ammontare di spesa di 6 miliardi di lire l’anno per 15 anni. - Il contributo per i 2/3 e fino ad un massimo di 50 miliardi di lire alle spese sostenute dalla Regione per il programma regionale “Completamento delle reti di distribuzione del gas metano”. - L’attivazione dell’Osservatorio Ambientale con costi di gestione a carico Eni per 15 anni. - L’eventuale anticipazione delle erogazioni a titolo di royalties dovute per le quote di produzione eccedenti i 40mila barili al giorno e sino alla concorrenza di 200 mld di lire. - La partecipazione alla costituzione di una società energetica regionale avente come finalità sociale principale la produzione di energia elettrica a basso costo fruibile per le attività produttive e le utenze del territorio circostante le aree di estrazione. - La partecipazione al capitale, prevalentemente pubblico, di una Società Regionale di Sviluppo o in alternativa alla realizzazione di azioni di sviluppo locale con un contributo di 10 miliardi di lire. - L’istituzione di una sede decentrata della Fondazione Enrico Mattei finalizzata alla realizzazione di un centro di eccellenza nei campi dell’economia, dell’ambiente, dell’energia e delle nuove tecnologie. - L’impegno a contribuire a contribuire, per un importo massimo di 500milioni di lire all’anno per 20 anni, alle spese per l’attivazione di borse di studio, di dottorato e post dottorato e di corsi di specializzazione sui temi dell’ambiente, energia, management delle risorse, innovazione scientifica e tecnologica. Fonte: Copam 3-4-5 marzo  
   
   
BOLZANO, VERTICE PROVINCIA-COMUNI: SOLUZIONE NEL SETTORE DELL´ENERGIA  
 
Bolzano, 2 maggio 2011 - È prossima a una soluzione la questione della compartecipazione dei Comuni ai proventi derivanti dalla produzione di energia. Lo ha confermato il 28 aprile il presidente Durnwalder dopo il vertice della Giunta provinciale con il Consorzio dei Comuni. "Siamo nella fase conclusiva delle trattative con i Comuni - ha spiegato Durnwalder - riguardo alla loro partecipazione alla produzione e alla istribuzione di energia." Nel settore produttivo la cifra spettante ai Comuni si aggira sugli 11 milioni di euro all´anno, pari al 20% delle entrate dell´attività. "Ora i Comuni stanno elaborando una proposta di ripartizione di tali introiti tra i Comuni di sito e le altre municipalità", ha aggiunto Durnwalder. Nel settore della distribuzione il presidente della Provincia ha ricordato che i Comuni hanno un diritto di prelazione sulla rete distributiva e che spetta ora al Consorzio stabilire se esercitare tale opzione e in quale forma, nonché come regolamentare la materia tra i singoli Comuni. "Ci aspettiamo al più presto una specifica proposta", ha chiosato Durnwalder, che potrebbe essere attraverso Selnet o in gestione diretta. Si va quindi verso una composizione della vertenza tra Provincia e Comuni nella questione dell´energia: "Confido in una soluzione positiva e soddisfacente per tute le parti e spero che avvenga ancora prima dell´estate."  
   
   
CASA, AL VIA PROGETTO DI LEGGE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA SULLA PARTECIPAZIONE AI FONDI IMMOBILIARI CHIUSI PER IL SOSTEGNO ALL´EDILIZIA RESIDENZIALE SOCIALE: L´OBIETTIVO È OFFRIRE AI NUCLEI FAMILIARI A CONDIZIONI PIÙ CONVENIENTI DI QUELLE DI MERCATO.  
 
 Bologna, 2 maggio 2011- Al via da parte della Giunta al progetto di legge regionale per la ‘Disciplina della partecipazione della Regione Emilia-romagna ai fondi immobiliari chiusi per il sostegno all’edilizia residenziale sociale’. L’obiettivo è quello di regolare la partecipazione della Regione ai fondi immobiliari chiusi che prevedono quale prioritaria la realizzazione di interventi immobiliari nel settore dell’edilizia residenziale da offrire ai nuclei familiari a condizioni più convenienti di quelle di mercato. Anche in Emilia-romagna - con l’intervento delle fondazioni bancarie in raccordo con le autonomie locali - sono stati costituiti (o sono in via di costituzione) fondi immobiliari chiusi che prevedono la realizzazione di investimenti nel settore dell’edilizia residenziale. «Abbiamo messo in campo un ulteriore tassello della filiera dell’abitare. La diffusione dei fondi immobiliari chiusi - ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - costituisce una grande opportunità per indirizzare verso il segmento dell’edilizia residenziale sociale flussi finanziari di rilevante entità e per promuovere e sviluppare forme di partenariato pubblico-privato». Inoltre per massimizzare l’impatto in termini di edilizia residenziale sociale conseguito dagli interventi realizzati dai fondi immobiliari chiusi «è utile – ha aggiunto Muzzarelli - che questi interventi siano valutati in riferimento alle più generali programmazione di politica abitativa della regione e degli enti locali. Per svolgere questa valutazione è opportuno che la Regione possa assumere partecipazioni nei fondi immobiliari chiusi che realizzano gli investimenti sul territorio regionale. Dal punto di vista dell’impegno economico, già quest’anno potremmo mettere in campo le prime risorse per un milione di euro». La nuova normativa regionale prende le mosse dal piano nazionale di edilizia abitativa (articolo 11 della legge 133/ 2008) cercando, al contempo, di rafforzare una strategia individuata nel Ptr, il Piano territoriale regionale, per la promozione e la realizzazione di misure di recupero del patrimonio abitativo esistente nella città consolidata e la costruzione di nuove abitazioni nell’ambito delle previsioni dei piani urbanistici. Inoltre il provvedimento consente di utilizzare le risorse messe a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti per la promozione di una rete di fondi immobiliari chiusi e di altri strumenti finanziari per contribuire a incrementare la dotazione di alloggi sociali. Inoltre la Regione con la Legge regionale 6/2009 ha stabilito – per creare le condizioni per incrementare l’offerta di alloggi di edilizia residenziale sociale - di destinare una quota della capacità edificatoria definita dagli strumenti comunali di pianificazione urbanistica all’edilizia residenziale pubblica. «Questa previsione di legge – conclude Muzzarelli - rende i Comuni interlocutori imprescindibili dei fondi immobiliari, non solo relativamente ai loro interventi di edilizia residenziale sociale, ma per l’insieme dei loro investimenti immobiliari a servizio di una città più moderna ed inclusiva. Il nostro impegno va nella direzione di fornire un’adeguata assistenza tecnica al sistema delle autonomie locali nel confronto con le strategie di investimento dei fondi».  
   
   
ALBANIA, ATTESA LA RIPRESA DELL´EDILIZIA DOPO 2010 DIFFICILE  
 
Tirana, 2 maggio 2011 - Nello scorso mese di gennaio, la Camera di Commercio Americana di Albania aveva pubblicato le proprie previsioni relative ad un andamento crescente nella realizzazione di infrastrutture nel breve termine che avrebbe compensato il declino nel settore dell´edilizia privata e la saturazione del mercato immobiliare. Nel terzo trimestre 2010, le costruzioni in Albania hanno registrato una contrazione del 22 per cento su base annua in termini di valore, e sono state l´unico settore dell´economia albanese a conseguire un tasso di crescita negativo, -2,5 per cento, rispetto al trimestre precedente. Il settore ha perso circa il 20 per cento del proprio valore, in gran parte a causa del calo registrato nelle costruzioni private. L´istituto Albanese di Statistica ha registrato una diminuzione del 21,1 per cento del settore nel primo trimestre 2010. Nel primo semestre 2009 era invece stata registrata un´espansione, dovuta soprattutto ai progetti di ingegneria civile, in gran parte finanziati dalle risorse pubbliche. L´indice di fiducia nel settore è diminuito costantemente in tutto il 2009.  
   
   
IACP. VIA ALL´ITER PER NOMINA COMMISSARI  
 
Napoli, 2 maggio 2011 - La Regione Campania ha avviato le procedure amministrative per nominare i commissari straordinari dei cinque Istituti Autonomi provinciali Case Popolari. Il provvedimento si è reso necessario per assicurare la prosecuzione delle attività istituzionali degli Istituti. L´iter si completerà con la pubblicazione dei nomi sul Bollettino ufficiale.  
   
   
PUGLIA: PRESENTATO NUOVO BANDO PER SVILUPPO URBANO  
 
Bari, 2 maggio 2011 - L’assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente, ha presentato il 29 aprile un nuovo bando pubblicato con l’avviso pubblico per l’attuazione delle Azioni del Po Fesr 2007-2013 relative ai “Piani integrati di sviluppo urbano di città medio/grandi” e ai “Piani integrati di sviluppo territoriale dei sistemi di piccoli centri”. “E’ stato pubblicato lo scorso 22 aprile sul Bollettino ufficiale – ha spiegato l’assessore, e si tratta di avvisi pubblici molto attesi dai comuni visto che proseguono l’attività di riqualificazione urbana avviata fin dalla prima legislatura attraverso i Pirp, i piani di rigenerazione e i piani di sviluppo territoriale. I nuovi bandi si muovono sul solco tracciato in questi anni e si incentrano su tre parole chiave: partecipazione, sostenibilità e integrazione. La partecipazione dei residenti, che sanno cosa manca nei loro quartieri per la loro esperienza, la sostenibilità sia ambientale che sociale e l’integrazione pubblico/pubblico, tra fondi comunali, regionali e Ue come quelli di questo bando e pubblico/privato, con il pubblico che deve orientare l’intervento privato”. “Il bando – prosegue la Barbanente – ha due linee di intervento, una per i centri superiori ai ventimila abitanti, finanziata con 52 milioni, e un’altra per i centri e i sistemi di piccoli centri inferiori ai ventimila abitanti, sempre con una dotazione di 52 milioni di euro. Dunque lo stanziamento a disposizione è di 104 milioni”. La procedura sarà negoziata con i Comuni che avranno a disposizione 45 giorni per le candidature, poi ci saranno altri 30 giorni per l’istruttoria e l’elenco e ancora altri giorni a disposizione per negoziare con i comuni la qualità progettuale”. La Barbanente ha poi messo l’accento sulla necessità di aggregazioni tra i piccoli centri: “Nel passato – ha concluso – abbiamo già finanziato 21 aggregazioni di comuni nel Subappennino e nel Salento interno in particolare, con particolare successo per la progettualità”.  
   
   
CALABRIA: ANNUNCIATO LO SBLOCCO DELLE RISORSE DESTINATE AI I PROGRAMMI DI “CONTRATTI DI QUARTIERE II”  
 
 Catanzaro, 2 maggio 2011- L’assessore regionale ai Lavori Pubblici Giuseppe Gentile, in accordo con il presidente Scopelliti, ha intrapreso una decisiva azione per rimuovere gli ostacoli che impedivano l’utilizzazione delle risorse destinate a finanziare i programmi denominati “Contratti di Quartiere Ii” per quelle città rimaste escluse dal programma di erogazione ministeriale. I sette centri urbani calabresi che beneficeranno della sovvenzione sono: Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Crotone, Lamezia Terme e Corigliano Calabro, per i quali è previsto un finanziamento complessivo di circa 60 milioni di euro, attraverso l’accensione di un mutuo a totale carico della Regione Calabria. Coadiuvato, dal dirigente generale Giovanni Laganà e del settore Politiche della Casa Antonio Capristo, l’Assessore Gentile ha dunque promosso un incontro alla “Cassa Depositi e Prestiti” per avviare le procedure finalizzate alla stipula del contratto di finanziamento, alla firma del quale si spera di pervenire entro un termine massimo di 60 giorni. I Contratti di Quartiere sono “Programmi Complessi”, denominati “Programmi Innovativi in Ambito Urbano”, di riqualificazione delle Città, che mirano al recupero di ambiti territoriali caratterizzati da diffuso degrado delle costruzione e dell’ambiente urbano, carenze di servizi e da contesti caratterizzati da scarsa coesione sociale e marcato disagio abitativo, i quali si caratterizzano spesso per la prevalente presenza di edilizia pubblica. Gli interventi previsti si propongono, da un lato, il recupero da un punto di vista urbanistico della funzionalità e del decoro dei contesti nei quali risultano programmate, dall’altro, l’implementazione e la realizzazione di nuovi alloggi per l’edilizia sociale, anche attraverso il ricorso ad investimenti privati o di altri soggetti istituzionali. Il piano degli investimenti previsto per le sette città interessate dai Programmi, prevede investimenti complessivi per oltre 240 milioni di euro, in parte provenienti da investitori privati, oltre ad una quota posta a carico dei Comuni. La Regione in conformità agli impegni assunti cinque anni fa vuole portare avanti azioni e programmi compatibili con le finalità di riqualificazione e sviluppo del territorio ma anche evidentemente delle esigenze di controllo della spesa e di coerenza con gli obiettivi e le possibilità previste dal bilancio. Adesso tocca ai Comuni fare la propria parte, attivando, a loro volta, le procedure previste all’interno del proprio programma per il “Contratto di Quartiere”, previa verifica delle possibilità di attuazione di quanto a suo tempo pianificato, ovvero attraverso iniziative di rimodulazione o rinegoziazione in ordine degli obiettivi individuati.  
   
   
FVG, FORMAZIONE: APPROVATO CATALOGO SU SALUTE E SICUREZZA LAVORO  
 
Udine, 2 maggio 2011 - Su proposta dell´assessore a Lavoro, Formazione, Commercio e Pari Opportunità Angela Brandi, la Giunta regionale ha approvato, il 29 aprile il catalogo formativo in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L´intervento, previsto dall´Accordo in materia di sicurezza, sottoscritto in sede di concertazione il 22 ottobre 2008 dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalle organizzazioni sindacali e datoriali, promuove l´informazione, la formazione non obbligatoria, la prevenzione sui luoghi di lavoro, in favore dei lavoratori e delle imprese presenti sul territorio regionale. In particolare, il catalogo si propone l´aggiornamento professionale dei lavoratori nel campo della sicurezza con riferimento ai comparti produttivi dell´agricoltura, del legno, della meccanica, del siderurgico e dell´edilizia, anche tenendo conto del grande tema delle differenze di genere. L´intervento previsto all´interno del documento di ´´Pianificazione periodica delle operazioni - Ppo - Annualità 2011´´, prevede una disponibilità finanziaria di un milione di euro come prima fase di attuazione. Esso verrà realizzato attraverso un avviso pubblico rivolto a favore di soggetti pubblici e privati che operano sul territorio regionale nel campo della formazione professionale. La realizzazione del catalogo prevede la progettazione e la sperimentazione di specifici prototipi formativi finalizzati ad affrontare tematiche importanti quali: il rischio infortunistico per imprese e lavoratori, i comportamenti a rischio dei lavoratori con riferimento all´insorgere di patologie quali quelle legate allo stress, all´uso di alcol, all´uso di sostanze psicotrope, le tecnologie, gli impianti a tutela della sicurezza del lavoro e dell´incolumità dei lavoratori, le testimonianze di soci dell´Anmil-associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro, la normativa in materia di sicurezza e malattie professionali, la simulazione di una o più situazioni di pericolo in ambito lavorativo, ecc. Il provvedimento si inquadra all´interno della strategia regionale di riduzione dei fenomeni infortunistici e di promozione e sviluppo della cultura della sicurezza in una fase in cui i fenomeni di ripresa produttiva e occupazionale potrebbero generare un riacutizzarsi dei fenomeni infortunistici, dopo un biennio di importanti cali del fenomeno sia in valori assoluti che percentuali.  
   
   
BOLZANO: DATI POSITIVI DALL’OCCUPAZIONE E L’ECONOMIA È IN RIPRESA  
 
Bolzano, 2 maggio 2011- Quello che è emerso dalla conferenza stampa convocata questa il 28 aprile a Palazzo Widmann dall’assessore provinciale competente per il settore del lavoro, Roberto Bizzo, è un quadro molto positivo dell’occupazione in Alto Adige. Attualmente il tasso di disoccupazione in Alto Adige è attestato al 2,7% , un dato che fotografa sostanzialmente una situazione di piena occupazione, ha sottolineato nel corso della conferenza stampa il direttore della Ripartizione lavoro, Helmuth Sinn. L’assessore provinciale al lavoro, Roberto Bizzo, ha sottolineato, nel corso della conferenza stampa di questa mattina incentrata sulla situazione occupazionale in provincia di Bolzano, il dato riguardante la piena occupazione attestata al 2,7% e suscettibile, se non interverranno elementi negativi, di ridursi ulteriormente nel corso dell’anno sino al 2,5%. Bizzo ha inoltre posto l’accento sul fatto che l’Alto Adige ha superato anche gli obiettivi fissati dal Trattato di Lisbona in merito al raggiungimento del livello del 60% di occupazione femminile. In Alto Adige attualmente lavora infatti il 65% delle donne, ma restano da colmare, ha aggiunto, altre lacune come, ad esempio, il “gender pay-gap”, cioè la differenza, a parità di lavoro, tra le retribuzione degli uomini e delle donne. Si deve inoltre puntare, secondo l’assessore, ad aumentare ulteriormente il numero di donne attive nel mondo del lavoro. Gli obiettivi prioritari dell’Assessorato per quanto riguarda il mercato del lavoro in generale sono il miglioramento della qualità dell’offerta occupazionale, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro con una conseguente riduzione del precariato e la maggiore conciliabilità lavoro e vita famigliare. Sulla base dei dati aggiornati raccolti dall’Ufficio osservazione del mercato del lavoro, diretto da Stefan Luther, la situazione occupazionale in provincia di Bolzano ha sostanzialmente recuperato i danni causati nel corso della crisi economica iniziata nel 2008 e che ha toccato il suo punto più forte nel giugno del 2009. Dal giugno del 2010, ha sottolineato nel corso della conferenza stampa il direttore della Ripartizione lavoro, Helmuth Sinn, è iniziato un processo di recupero dell’economia altoatesina e soprattutto dei livelli occupazionali che ha coinvolto tutti i settori produttivi ad esclusione dell’edilizia. In concomitanza con la Giornata del 1° maggio si può quindi registrare, secondo gli esperti del settore, uno sviluppo complessivamente molto positivo con un sensibile aumento dei posti di lavoro disponibili rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In merito ai dati dell’edilizia l’assessore Bizzo ritiene che il forte aumento dell’occupazione che ha caratterizzato il settore sino al 2007 era legato prevalentemente alla realizzazione di una serie di importanti infrastrutture sia nel settore produttivo che abitativo nel capoluogo, a Merano e Brunico, ed a suo giudizio non è realistico pensare che questa contingenza si possa ripetere nel breve periodo. Il direttore dell’Ufficio osservazione del mercato del lavoro, Stefan Luther, ha quindi fornito alcune tabelle riguardanti la disoccupazione provinciale dai quali viene confermata la ripresa. Restano tuttora disoccupate in Alto Adige circa 6000 persone anche se va sottolineato che il tasso del 2,7% può essere interpretato in parte come una sorta di “disoccupazione frizionale” che riguarda, tra l’altro, persone registrate nella fase di passaggio tra un lavoro e l’altro. Lo “zoccolo duro” con reali difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro è composto da circa 2500/2700 persone, 1500 delle quali hanno scarsa formazione professionale e tra queste vi sono anche stranieri. Altri 900 casi, sottolinea Luther, riguardano persone nella fascia d’età al di sopra dei 50 anni con scarsa flessibilità occupazionale ai quali si aggiungono circa 300 persone prive di lavoro dopo oltre tre anni di occupazione presso la stessa ditta. Per queste persone vengono posti in campo dalla Ripartizione lavoro vari strumenti ed ammortizzatori sociali e l’impegno da parte dei responsabili del settore è notevole.  
   
   
MILANO - IL LAVORO DEI GIOVANI  
 
 Milano, 2 maggio 2011- Con il passare delle generazioni a Milano si entra nel mondo del lavoro quasi 3 anni dopo: se l’età media con cui gli imprenditori e lavoratori milanesi over 40 hanno iniziato a lavorare (anche saltuariamente) è tra i 18 e i 19 anni, per i loro figli l’età media sale a 21 anni e mezzo. Ma non si diventa pienamente autonomi (per casa e stipendio) se non a 30 anni, comunque prima che nel resto d’Italia (per il 30% degli intervistati circa, anche se sul tema sono divisi e il 26% circa ritiene che i milanesi diventino autonomi più tardi). Rispetto al resto d’Italia, a Milano si inizia anche a lavorare prima, soprattutto grazie alle maggiori opportunità lavorative, anche temporanee, che offre una grande città. Ma se il confronto italiano dice (relativamente) bene ai giovani milanesi, le cose non sono così positive in ottica europea: per uno su tre circa degli intervistati in Europa si inizia a lavorare prima che a Milano (contro il 7% circa che vede Milano davanti), e per il 51,5% si diventa prima autonomi, contro appena il 4% che ritiene che a Milano siano diffuse possibilità di autonomia in giovane età, più che in Europa. Tra i giovanissimi, il lavoro temporaneo più diffuso è quello del commesso/a (25,5%), seguito dal cameriere (23%) e dal volantinaggio (10,2%) e le lezioni private per il 4,9%. Per il tessuto produttivo milanese un giovane fino a diciotto anni dovrebbe soprattutto pensare a studiare (45,5%), ma senza dimenticare anche di fare qualche lavoretto (18%) o di impegnarsi nel volontariato (9,5%). E se non si riesce a trovare lavoro, che fare? Quasi 1 su 3 indica la via dell’estero (30,1%), seguito dal tenere duro e continuare a fare lavoretti saltuari (19,7%), dal decidere di rischiare aprendo una propria attività (9,2%) o dal continuare a studiare e formarsi (7,8%). Emerge da una indagine della Camera di Commercio di Milano su circa 1.250 imprese e lavoratori milanesi realizzata a febbraio 2011. “Sono soprattutto i giovani al centro della sfida di competitività di Milano per il futuro- ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano -. Per questo la Camera di Commercio di Milano rivolge loro servizi di formazione e sostegno anche per l’avvio di nuove imprese. Iniziative rivolte a quella che è la vera ricchezza del territorio, il capitale umano, che in questo periodo di difficoltà ha bisogno di un aiuto maggiore per affrontare i rischi e gli ostacoli.  
   
   
PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2010 SULL´INDUSTRIA MARCHIGIANA  
 
 Ancona, 2 maggio 2011 - Sara Giannini, assessore alle Attivita` produttive della Regione Marche, ha preso parte alla, il 29 Aprile presentazione del Rapporto annuale sull´industria marchigiana, realizzato dal Centro studi Confindustria Marche, in collaborazione con il gruppo Banca Marche, che analizza lo stato di salute dell``economia produttiva regionale nell´anno passato. ´L´evento promosso da Confindustria Marche ´ sottolinea la Giannini ´ rappresenta un momento importante di riflessione e approfondimento sullo stato di salute dell´economia regionale e sulle sue prospettive. In questa fase di incertezza, dove accanto a segnali di ripresa persistono ancora pesanti strascichi soprattutto occupazionali, c´e` bisogno di apporti qualificati. I personaggi di primo piano oggi qui presenti permettono, assieme allo studio realizzato da Confindustria e Banca Marche, di accrescere la conoscenza delle trasformazioni in atto nel nostro territorio. Orientamenti utili per i decisori politici, affinche` strategie e risorse sempre piu` scarse, possano essere focalizzate sulle priorita` oggettive emergenti dalla situazione contingente. Il recupero delle esportazioni messo a segno nella parte finale del 2010 dai principali distretti marchigiani, rispetto al 2009, rappresenta un segnale positivo e un´iniezione di fiducia. Permangono, tuttavia, le difficolta` del Fabrianese e di altri territori, assieme alla perdurante situazione negativa dell´artigianato. I dati sulla disoccupazione e la cassa integrazione poi non sono ancora tranquillizzanti. Il contesto finanziario in cui si trova ad operare la Regione nel sostegno alle attivita` d´impresa e` a dir poco difficile. I tagli da parte del Governo nazionale sono continui, senza precedenti e la cinica indifferenza di Roma verso le drammatiche difficolta` determinate dall´alluvione, a cui e` stata data risposta con l´inedita `tassa sulle disgrazie´, lasciano esterrefatti. Il ricorso alla Consulta presentato contro questo provvedimento iniquo e` stato inevitabile, anche se abbiamo confidato fino all´ultimo di poter evitare cio` e di convincere il Governo a ritirare una norma palesemente contraria allo spirito di solidarieta` nazionale che informa la nostra Repubblica. Un vero e proprio schiaffo che cade nel 150 anno dall´Unita` d´Italia. Per far fronte a cio` abbiamo avviato un fondo di solidarieta` di 5 milioni, in grado, attraverso la concessione di garanzie bancarie, di attivare provviste finanziarie agevolate per 40 ´ 50 milioni di euro. In questo quadro l´azione della Regione si e` sviluppata su tre assi portanti: concentrazione delle risorse sui fattori alti di competitivita`, complessivamente, tra ricerca, innovazione e distretti, abbiamo stanziato risorse per oltre 17 milioni di euro. E se i tempi di gestione dei bandi si sono allungati e` stato semplicemente perche` le stesse associazioni di categoria hanno chiesto cio`, vista la complessita` dei progetti e la selettivita` dei contributi, che vanno nella direzione opposto agli aiuti a pioggia, cosi` spesso e giustamente criticati. In secondo luogo abbiamo posto in essere azioni di sistema, per rendere piu` semplice e agevole l´esercizio di attivita` d´impresa: le misure per facilitare l´accesso agli appalti, accordi con il sistema bancario per la cessione certificata dei crediti vantati verso l´amministrazione pubblica. E ancora, impulso alla diffusione sempre maggiore dello sportello unico per le imprese nei comuni marchigiani. In terzo luogo, abbiamo portato avanti la rappresentanza degli interessi delle imprese nell´ambito della Conferenza Stato Regioni, dove le Marche hanno la responsabilita` della Commissione attivita` produttive.  
   
   
FVG: TONDO INCONTRA INDUSTRIALI E SINDACATI A PORDENONE  
 
Pordenone, 2 maggio 2011 - La crisi che sta investendo in maniera massiccia il settore del legno/arredo nel Friuli Occidentale è stata l´occasione per due distinti incontri che il presidente della Regione, Renzo Tondo, accompagnato dal vicepresidente Luca Ciriani, e dagli assessori Angela Brandi e Elio De Anna, ha avuto , il 29 aprile, nella sede della Provincia di Pordenone con i rappresentanti di Unindustria e delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Con la Giunta provinciale guidata da Alessandro Ciriani, erano presenti anche parlamentari, consiglieri regionali, amministratori locali. Se da parte datoriale l´accento è stato posto soprattutto sulla crisi del mobile e sulla necessità di un progetto a sostegno del settore e quindi di risorse adeguate allo scopo, da parte sindacale sono state affrontate le difficoltà che stanno attraversando anche altri settori portanti dell´economia del Pordenonese e del Friuli Venezia Giulia, peraltro riconoscendo l´azione svolta dalla Regione per gli ammortizzatori sociali e per il sostegno delle aziende in crisi (poi ricordati dall´assessore Brandi). Concordando che quello del mobile è uno dei poli cardine dell´industria regionale e che come tale va sostenuto, il presidente sia con gli imprenditori che con i sindacati ha voluto chiarire che al di là del problema del reperimento delle risorse, è giunto il momento di individuare le scelte per il futuro individuando un nuovo modello di sviluppo, uscendo dalle logiche localistiche e territoriali: su quelle scelte poi si misurerà il consenso. Altra discriminante è capire la credibilità di un progetto per il settore, che deve essere finalizzato allo sviluppo e più che alla salvaguardia delle singole imprese; un progetto, insomma, volto all´innovazione del prodotto e all´internazionalizzazione delle imprese.  
   
   
CALDARERIA: ALLA SCOPERTA DELL´ITALIA CHE CREA LAVORO, COMPETENZE, RICCHEZZA IL 3 MAGGIO A MILANO LA PRESENTAZIONE DELLA PRIMA INDAGINE SULLA CALDARERIA ITALIANA, ESEMPIO DI MECCANICA MADE IN ITALY CHE VINCE NEL MONDO  
 
 Milano, 2 maggio 2011 – Il Libro bianco della caldareria viene presentato martedì 3 maggio 2011 alle ore 16. La pubblicazione è promossa dall’Associazione Ucc – Associazione Costruttori di Caldareria - federata a Anima/confindustria. “Il comparto della caldareria occupa in Italia direttamente 25.000 addetti per un fatturato di 3,5 mld di euro, realizzato per il 49% all’estero – dichiara Emanuela Tosto, Presidente Ucc – Una realtà italiana vivente ancora poco conosciuta dal grande pubblico. Anche tra gli operatori del settore non v’è una percezione globale comune, motivo per cui l’Associazione di riferimento del settore ha voluto fortemente organizzare una base di riflessione e valutazione oggettiva sia sul piano della produzione sia della solidità finanziaria delle imprese di Caldareria”. Lo studio è stato realizzato dall’Ufficio Studi di Federazione Anima in collaborazione con il prof. Marco Fortis (Vice Presidente Fondazione Edison) e il prof. Jacopo Mattei (docente di Intermediazione Finanziaria e Assicurazioni presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano). Il libro bianco offre una panoramica della caldareria all’interno della meccanica e dell’impiantistica industriale, illustrandone il posizionamento rispetto ai competitor internazionali e analizzandone lo stato di salute. Il lavoro ha come obiettivo il far prendere coscienza a utilizzatori, istituzioni, enti e autorità della forza e delle potenzialità del comparto, evidenziando la sua l’importanza “strategica”. “La caldareria è un elemento di ricchezza per l’Italia perché contribuisce all’occupazione e ancora tanto può essere fatto. La crisi sta provando la robustezza delle nostre aziende: il comparto italiano della caldareria si è rivelato sano” – conclude la Presidente Tosto.  
   
   
FERROSUD: FIRMATA PROROGA PER LA CASSA INTEGRAZIONE ALTRI SEI MESI DI CIGS DOPO LA PRESENTAZIONE DEL PIANO INDUSTRIALE 2011-2012  
 
 Potenza, 2 aprile 2011 - Ferrosud: sottoscritto oggi in Regione, nella sala Sinni del Dipartimento Attività produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione tecnologica, guidato dall’assessore Erminio Restaino, l’accordo tra Azienda, Sindacati, Regione, Confindustria, Commissario Liquidatore, Comune di Matera, per il ricorso alla Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria) per ulteriori sei mesi. L’intesa, approvata anche dai lavoratori dello stabilimento metalmeccanico di Matera, arriva dopo la presentazione, la scorsa settimana, da parte della Ferrosud Spa, del Piano industriale 2011-2012 che prevede, entro il mese di ottobre 2011, in virtù del portafoglio ordini e del piano produttivo, il rientro in servizio di tutto il personale in organico (1 dirigente, 29 impiegati, 66 operai diretti, 15 operai indiretti, per un totale di 111 lavoratori). Il portafoglio ordini, in particolare, ammonta a circa 40 milioni di euro e annovera tra i principali clienti le società Ansaldobreda, Trenitalia, Consorzio Cfm, Vernice Simplon Orient Express Ltd. Le ore di produzione previste nello stabilimento di Matera, per il 2011, ammontano a 77.088 su complessive 100.421 della società Ferrosud, a 114.732 su 122.846 per il 2012. Per quanto riguarda i prodotti il Piano industriale indica la cronologia produttiva di: F24z1, F63z1, F54 (Gran comfort), F60 (Giubileo), F61 (Semipilota). L’accordo odierno per la proroga della Cigs è stato sottoscritto da: Silvia Vignola assessore del Comune di Matera, Emanuele Loperfido - commissario liquidatore, Lucherini, Tarquini e Pierro della Ferrosud, Martino della Confindustria, Giannella per la Fiom Cgil, Evangelista e Troiano per la Fim Cisl, Grieco per la Uilm Uil, Morelli, Continisio e Caputo per la Failms Cisal, Leone e Lattarulo per la Rsu. Durante il periodo di proroga della cassa integrazione, è emerso nel corso dell’incontro odierno, sarà mantenuto un confronto costante per individuare eventuali favorevoli opportunità utili al rilancio produttivo della Ferrosud.  
   
   
AOSTA, PUBBLICATO IL BANDO DI SELEZIONE PER ASSISTENTI ALLE MANIFESTAZIONI  
 
 Aosta, 2 maggio 2011 - La Presidenza della Regione comunica che la Società di servizi Valle d’Aosta Spa ha pubblicato l’avviso di selezione pubblica, per titoli ed esami, per l’assunzione di personale a tempo determinato, nel profilo di assistente alle manifestazioni. Il personale sarà impiegato nell’assistenza nelle attività di valorizzazione e di custodia dei beni culturali e nella gestione di attività culturali o fieristiche. Le domande dovranno essere presentate entro le ore 14 di martedì 10 maggio all’ufficio di segreteria della Società di servizi Valle d’Aosta Spa, in località Amérique 127/A, a Quart. Informazioni sulla selezione potranno essere reperite anche nel sito della Regione ( www.Regione.vda.it/ ), dove, a partire dal 12 maggio, verranno anche fonite indicazioni sulla data e sul luogo di espletamento della prova.  
   
   
BOLZANO, ACCIAIERIE: FIRMATA LA CONVENZIONE PER LA RIDUZIONE DEL CANONE D´AFFITTO  
 
Bolzano, 2 maggio 2011 - L´abbattimento del 50% del canone d´affitto per lo stabilimento principale delle Acciaierie in cambio dell´impegno a mantenere inalterato il livello occupazionale. Questo, in sostanza, il succo dell´accordo sottoscritto oggi (29 aprile) a Bolzano dalla Valbruna e dall´assessore provinciale Roberto Bizzo. "Come assessore al lavoro - sottolinea Bizzo - sono particolarmente soddisfatto dell´intesa raggiunta con una grande industria come la Valbruna. Da una parte abbiamo ridotto il canone di concessione a carico della società, ma dall´altra abbiamo ottenuto l´impegno a mantenere inalterato il livello occupazionale dello stabilimento di Bolzano. In questo modo abbiamo realizzato un´importante misura anticrisi a vantaggio di tutta la nostra comunità". Con la convenzione sottoscritta oggi (29 aprile) dall´assessore Roberto Bizzo e dal dirigente della Valbruna Marco Gasparini, si è chiusa una tappa fondamentale di un percorso iniziato oltre 15 anni fa. Nel 1995, infatti, per evitare l´imminente chiusura dello stabilimento di Bolzano, la Provincia intervenne acquistando i terreni della società e stipulando un contratto di concessione per l´utilizzo dell´area con pagamento di un canone semestrale di affitto. La crisi economica, nel corso del 2009, colpì in maniera particolarmente seria il settore dell´acciaio, mettendo nuovamente a rischio la permanenza della Valbruna in Alto Adige e rendendo dunque necessaria una revisione del precedente accordo. "Riteniamo irrinunciabile - prosegue Bizzo - l´obiettivo del mantenimento dei posti di lavoro. La Valbruna, infatti, nel capoluogo occupa direttamente 490 dipendenti, e dà lavoro ad altre 150 persone nel settore dell´indotto". Per questo motivo, a seguito della decisione della Giunta provinciale del luglio 2010 che dava il via libera alla rideterminazione del canone di affitto, sono iniziate le trattative fra la Provincia di Bolzano e la società. L´accordo raggiunto nei giorni scorsi, e ufficialmente sottoscritto questa mattina, prevede che il canone di concessione per l´utilizzo delle superfici aziendali dello stabilimento principale (sede) di via Volta passi dal 4% al 2% dell´indennità di espropriazione. In sostanza, l´affitto viene abbattuto del 50%, e in cambio la Valbruna s´impegna a mantenere inalterato il livello occupazionale.