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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Settembre 2013
MISE, PRESENTATA STRATEGIA PER L’ENERGIA 2014-2018 DELLA BERS DE VINCENTI: RAFFORZARE RAPPORTI TRA BANCA E IMPRESE .  
 
Roma, 30 settembre 2013- La strategia per l’energia 2014-2018 della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) e le possibili sinergie con il sistema imprenditoriale italiano alla luce soprattutto delle difficoltà del momento nel reperire risorse. Questi i temi affrontati oggi nel corso del Convegno organizzato presso il Ministero dello Sviluppo Economico- in collaborazione con il Gse- per illustrare nel dettaglio la nuova strategia in campo energetico della Bers agli oltre 180 partecipanti appartenenti alle associazioni di categoria e alle aziende del settore, unitamente ai principali esponenti istituzionali e rappresentanti diplomatici di alcuni dei Paesi in cui opera la Banca. Il sottosegretario al Mise Claudio De Vincenti ha aperto i lavori sottolineando la rilevanza e il consolidamento dei rapporti fra la Banca e il nostro sistema imprenditoriale ed istituzionale, mettendo in evidenza l’importanza delle attività e delle risorse della Banca sia da un punto di vista quantitativo, considerato anche il periodo di crisi e pertanto di maggiore difficoltà nel reperire fondi, che strategico, viste le aree geografiche in cui opera la Banca nelle quali risiedono importanti interessi strategici del settore dell’energia e non solo. Di seguito Riccardo Puliti, Direttore Generale per il settore energia e risorse naturali della Bers, ha illustrato la bozza di documento relativo alla Strategia per l’energia ponendone in risalto gli obiettivi principali e l’approccio operativo che si intende perseguire prendendo in considerazione le diverse tematiche che interessano il settore anche in relazione ai diversi scenari che si stanno delineando. “Le attività nel settore energetico della Bers- ha riassunto Puliti- rappresentano un portafoglio di attivi finanziari di circa 13 miliardi di euro. Su base annua, il settore energetico rappresenta investimenti e finanziamenti per circa 2 miliardi di euro. Con la recente espansione della zona di attività verso i Paesi mediterranei, questi volumi dovrebbero aumentare sensibilmente”. Gli interventi sono stati seguiti da una Tavola rotonda moderata da Alessandro Ortis (Co-presidente della Commissione Economica dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo), a cui hanno partecipato il Capo Dipartimento per l’energia del Ministero dello Sviluppo economico Leonardi Senni, il Direttore per l’Italia nel Board della Bers Giorgio Leccesi, il Direttore Generale per la mondializzazione e le questioni globali al Ministero degli Affari Esteri Luigi Marras e Sebastiano Serra, della Segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il dibattito è stato arricchito anche dagli interventi di aziende e associazioni presenti.  
   
   
LOMBARDIA: ALLEANZA PER NUOVO MODELLO SULL´USO DELL´ENERGIA  
 
Milano, 30 settembre 2013 - "Per ottemperare ai vincoli del Protocollo di Kyoto e nell´ambito del ´pacchetto clima della Ue´ la nostra Regione ha ricevuto il compito di arrivare alla percentuale dell´11,3 per cento di copertura dei propri fabbisogni energetici tramite le fonti energetiche rinnovabili entro il 2020. Per questo, a breve, Regione Lombardia approverà (prima in Italia) il nuovo Pear (Piano energetico ambientale regionale), centrato su un unico, importantissimo, obiettivo: la riduzione dei consumi energetici da fonte fossile in Lombardia grazie allo sviluppo di nuove fonti e all´abbattimento dello spreco attraverso l´efficienza". Così l´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, intervenendo all´inaugurazione della nuova sede di Milano del Centro Studi Galileo. Centro Studi Galileo, Eccellenza Nella Formazione - Il Centro Studi Galileo, a quarant´anni dalla sua fondazione, è uno dei più autorevoli centri in Italia (e considerato uno dei primi in Europa e nel mondo) per l´attività di formazione e informazione nei settori del freddo, condizionamento e, recentemente, delle energie rinnovabili. Un´alleanza Lombarda Per L´ambiente - "Per vincere questa sfida - ha proseguito la titolare regionale dell´Ambiente -serve un´alleanza fra tutti i Lombardi: istituzioni, famiglie, imprese, associazioni". "Il ruolo della formazione (e quindi di enti come il Centro Studi Galileo) - ha concluso l´assessore Terzi - è centrale in quest´alleanza, in quanto anche grazie a una cultura diffusa (che si traduce in know how) è possibile vincere la sfida del cambiamento del modello di produzione e utilizzo dell´energia".  
   
   
BIOGAS, LOMBARDIA: OK ALL´IMPIEGO DEI SOTTOPRODOTTI, NON AL MAIS  
 
 Milano, 30 settembre 2013 - "Credo sia ingiusto il principio per il quale vengano finanziati con risorse pubbliche impianti che vanno a incidere drasticamente sul ciclo alimentare. Attività che hanno decoro e valenza che riconosciamo, ma che non possono rientrare nel novero di quelle che dobbiamo sostenere. Non dobbiamo sostenere le speculazioni in agricoltura, che peraltro hanno creato quelle distorsioni di mercato che tutti conosciamo". E´ quanto ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, nel corso della tavola rotonda organizzata a conclusione del convegno ´Biogas in Lombardia, numeri e impatti´, che si è tenuto il 26 settembre all´Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli. Al momento di confronto hanno partecipato Fortunato Trezzi (Coldiretti Lombardia), Antonio Boselli (presidente Confagricoltura Lombardia), Roberto Cavaliere (presidente Copagri Lombardia) e Mario Lanzi (presidente Cia Lombardia). Progetto ´Eco-biogas´ - Nel corso del convegno sono stati illustrati i risultati del progetto ´Eco-biogas´, finanziato nell´ambito del Programma regionale di ricerca in campo agricolo 2010-2012 e realizzato in collaborazione tra l´Università di Milano, Confagricoltura e Federazione regionale Coldiretti. "Il problema principale, al di là degli aspetti ambientali - ha proseguito Fava -, è la competizione che si è creata per il valore di affitto dei terreni agricoli, a tutto vantaggio dei produttori e dei gestori degli impianti contro i produttori agricoli. Cifre che si attestano tra i 1500 e i 2000 euro all´ettaro per affitti che l´agricoltore non potrebbe sostenere, stante la difficoltà a remunerare la produzione stessa". Settore In Crescita - "I numeri che emergono ci dicono che l´interesse per questo mercato è rilevante. Stiamo parlando di un segmento in prospettiva sempre più importante, ciò non toglie che occorrano regole diverse". Perché non sia un´alternativa in concorrenza con la mission principale del primario. "Credo che il futuro di questa tecnologia - ha proseguito Fava - sia legato all´utilizzo prevalente di matrici diverse da quelle usate finora. Togliere prodotti al ciclo alimentare per destinarli a produzioni energetiche di questo tipo è sconveniente. Il biogas si dovrà sempre più concentrare su tutto ciò che non è diversamente riutilizzabile e che può trovare valenza per l´integrazione delle imprese agricole; in ogni caso non dovrà rappresentare un´opzione in competizione con le finalità primarie dell´impresa stessa". In Psr No Contributi A Chi Impiega Materie Prime - "Stiamo lavorando - ha concluso l´assessore - per introdurre elementi nel prossimo Psr, che presenteremo il 23 ottobre, che vanno nella direzione di modalità che escludano utilizzo delle materie prime in questi impianti; potremo mantenere finanziamenti per la realizzazione degli impianti, condizionandoli al fatto che non vadano a incidere sostanzialmente sul ciclo agrozootecnico lombardo, che già soffre di suo".  
   
   
RIGNANO SULL´ARNO: INAUGURATO L´IMPIANTO FOTOVOLTAICO AL CAPANNONE COMUNALE  
 
Firenze, 30 settembre 2013 - Sabato 21 settembre è stato inaugurato alla presenza dell´Assessore regionale Gianni Salvadori il nuovo impianto fotovoltaico installato sul tetto del capannone comunale di Rignano sull´Arno in Pian dell´Isola L´intervento è costato globalmente circa 220.000 euro (comprensivi di progettazione) ed ha usufruito di sostanziali sostegni economici da parte dell´Unione dei Comuni Valdarno- Valdisieve e della Regione Toscana. Precedentemente il tetto della struttura era in eternit contenente amianto. Quindi prima della realizzazione dell´impianto è stata rimossa e bonificata la copertura, sostituita con una nuova copertura a norma sopra la quale è stato installato l´impianto fotovoltaico. L´impianto è formato da 189 moduli in silicio cristallino su una superficie di 560mq, per una potenza totale di picco pari a 43 kWp. La produzione totale annua stimata è di circa 54000kW, parte utilizzata in sito e parte immessa in rete. Per ragioni di convenienza la produzione copre anche i consumi del Palazzo comunale, senza che però vi sia un riutilizzo diretto effettivo. La tariffa incentivante è pari a 0,214 €/Kwh, riconosciuta per un periodo di venti anni a decorrere dal 28/1/2013. Sul piano ambientale, il risparmio annuale stimato è di: 862 tonnellate di anidride carbonica e 2,43 tonnellate di ossidi di azoto.  
   
   
SISMA - ECCO I NUOVI DATI MUDE E SFINGE PER I CONTRIBUTI A ABITAZIONI E IMPRESE: OLTRE 12 MILA I CITTADINI COINVOLTI.  
 
Bologna, 30 settembre 2013 - Oltre 12 mila cittadini, per un totale di più di 7 mila unità abitative, sono coinvolti nelle pratiche Mude (Modello unico digitale per l’edilizia) accettate dai Comuni per il contributo alla riparazione o ricostruzione delle abitazioni. Le imprese nella procedure Mude e Sfinge (sistema telematico per le attività produttive) sono complessivamente più di 1.800. Per quanto riguarda le abitazioni, i dati estrapolati dal sistema registrano circa 2.700 richieste di contributo in lavorazione da parte dei professionisti e dei Comuni. Queste si aggiungono altre 2556 domande già depositate presso i Comuni. Le ordinanze di contributo concesse sono 1623 per un importo di quasi 162 milioni e 500 mila euro. Le imprese che hanno fatto domanda su Sfinge sono 415, per un valore di 290 milioni; 107 i decreti di contributo approvati, per 47,2 milioni. Gli uffici della Regione hanno incontrato finora 550 aziende. “Queste cifre significano che la macchina della ricostruzione può dirsi definitivamente decollata – ha affermato l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, commentando gli ultimi dati – , che sta funzionando e che si vedono i primi, importanti risultati. Ma stiamo egualmente lavorando, giorno dopo giorno, con la massima concretezza e a diretto contatto con enti locali, professionisti, imprese e cittadini, per accelerare le pratiche edilizie e di concessione dei contributi”. “In particolare – ha anticipato Muzzarelli – stiamo agendo in due direzioni. Da un lato, con una nuova ordinanza che è appena stata inviata al parere della Corte dei Conti, semplifichiamo le procedure di domanda per i condomìni, consentiamo il cambio di proprietà nei centri storici finalizzato all´affitto concordato e, per tener conto della crisi di liquidità degli studi tecnici prevediamo di riconoscere al professionista il 50 per cento della parcella ammissibile con l´approvazione della pratica di contributo. Dall’altro lato – ha concluso l’assessore – stiamo completando l’iter per l´assunzione di nuovo personale nei Comuni: la gara per la selezione dell’agenzia si è conclusa e il decreto di assegnazione è stato emanato, entro poche settimane gli enti potranno lavorare a pieno regime”.  
   
   
TAGLIO DEL NASTRO ALLA NUOVA “CASA” DEL TRENTINO DIGITALE  
 
Trento, 30 settembre 2013 - “Ora siamo completamente pronti ad affrontare le sfide digitali del futuro”: ha esordito così, il 26 settembre, il presidente di Trentino Network, Roberto Lazzaris, alla cerimonia inaugurale della nuova sede della società in via Giovanni Pedrotti, 18, a Trento. Il taglio del nastro alle 12.45 con il presidente della Provincia autonoma di Trento e l’Arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan. Il presidente della Provincia ha evidenziato come il nostro territorio sia un baricentro tra innovazione e tradizione, tra “microchip e malghe” e per questo il nuovo edificio di Trentino Network "simboleggia lo sforzo della Provincia messo in atto per dotare il territorio di nuove vie di comunicazione in grado di dare un nuovo volto alla città e al nostro territorio". Da qualche tempo, infatti, attraversando Ponte San Giorgio, si poteva facilmente notare che la struttura di cemento armato stava lasciando spazio a un moderno edificio, inserito in un panorama industriale costituito da tralicci, ponti radio, trasformatori, sensori e strutture tecnologiche. Il complesso era stato voluto da Enel (ora Set Distribuzione) per sostituire il preesistente edificio di tipo industriale ormai insufficiente a garantire il controllo del servizio elettrico regionale e che necessitava pertanto di un consistente potenziamento. “Fu una decisione difficile per la Direzione locale quella di rinunciare ad un edificio cittadino storico” ha detto l’ingegner Maurizio Chemolli, ex dirigente Enel “ma la vecchia struttura non poteva contenere le nuove apparecchiature che sarebbero state adottate su tutto il territorio nazionale e quindi si è realizzata la nuova centrale di telecontrollo”. Dunque, la nuova sede di Trentino Network occupa oggi il corpo che si era pensato di destinare agli uffici di Enel. Al suo interno trovano ora spazio gli edifici della società del Trentino digitale e a breve verrà anche finalizzato il nodo di centrale della rete di telecomunicazioni provinciale. Nello specifico, sarà proprio il piano terra ad ospitare i vari apparati di telecomunicazioni nei quali viene raccordata la fibra ottica che si dirama sul territorio mentre gli altri tre piani rimarranno a disposizione del personale di Trentino Network. Nella sede, l’architetto Marcello Armani - che ha progettato l’edificio - ha inoltre predisposto un auditorium, una sala formazione, diverse sale riunioni e delle ulteriori sale tecniche per la gestione dei dati. “È nostra intenzione – aggiunge l’amministratore delegato di Trentino Network, Alessandro Zorer - rendere questa sede aperta in modo che diventi un punto di riferimento anche per i cittadini e le aziende per documentarsi sulle tecnologie ed i progetti legati alla banda larga, attraverso la realizzazione di seminari e corsi, aperti a varie realtà locali, per esempio a partire dal mondo dell’istruzione e della formazione”. Ma quali sono le attività che vengono svolte da Trentino Network? In occasione dell’inaugurazione della nuova sede, Trentino Network, ha pensato di realizzare un percorso informativo all’interno dell’edificio con quattro punti focali che rappresentano le aree principali della società: infrastrutture, servizi, gestione e Tetra. Aree che tra di loro cooperano e collaborano al fine di consentire il completo sviluppo digitale del territorio provinciale. In modo particolare l’area infrastrutture si occupa di realizzare e mantenere la dorsale in fibra ottica del Trentino, i nodi di rete e le infrastrutture di rete radio. Dirige perciò tutti i lavori di scavo, realizzazione dei nodi in calcestruzzo e prefabbricati, collocazione dei tubi, infilaggio della fibra ottica, installazione di ponti radio ed antenne e ripristino stradale in stretta collaborazione con comuni e aziende specializzate. Proprio quest’anno si sta completando la realizzazione di oltre 1000 Km di dorsale a banda ultra larga in fibra ottica. Alle aree di innovazione e di gestione servizi spetta poi il compito di ideare, realizzare e mettere a disposizione dell’intera amministrazione pubblica servizi innovativi, come sistemi di videoconferenza, predisposizione e installazione di telefoni che utilizzano la tecnologia Voip (Voice over Internet Protocol), sistemi di collaborazione intelligenti come l´e-works, (strumento che consente di realizzare comunicazioni via chat, via telefono e anche videoconferenze, permettendo anche di condividere con gli altri utenti le applicazioni presenti sul proprio computer) e piattaforme di Iptv o Digital Signage, capaci di diffondere flussi video, audio e informazioni in modo simultaneo a televisori e maxischermi utilizzati in caso di eventi quali Festival dell’Economia, Mondiali di scii nordico, Universiadi 2013, e via discorrendo. L’area gestione rete, invece, si occupa di attivare, gestire e controllare la rete dorsale, la rete senza fili Winet, una delle reti più estese d’Europa, dotata di ben 767 impianti, 1.188 apparati radio e 1.530 antenne, i 520 punti di accesso Wifi free (tra i quali rientrano anche i rifugi della Sat), che consentono a cittadini e turisti di connettersi in mobilità all’aperto, oltre ai 1.600 punti di accesso alla rete Telpat da parte della Pubblica Amministrazione locale. E infine l’area Tetra lavora in stretta collaborazione con la Protezione Civile e la Centrale Unica d’Emergenza gestisce l’intera rete Tetra, una rete di comunicazione radio efficiente a tutela del territorio basata su un sistema digitale che consente per esempio alle forze dell’ordine di agire in sicurezza senza perdita di informazioni, la possibilità di parlare in duplex, cioè contemporaneamente come un normale telefono e consente anche la possibilità di trasmettere dati quali testi, immagini, ecc. In Trentino la rete Tetranet è composta da 50 stazioni radio e 56 siti che compongono la dorsale della rete interconnessi tra loro tramite ponti radio e fibra ottica.  
   
   
PAVIA: VALORIZZARE LE BELLEZZE DEL TERRITORIO  
 
Belgioioso/Pv, 30 settembre 2013 - "Il nostro territorio ha delle bellezze incredibili, che a volte sono poco conosciute e valorizzate. Questo deve essere un momento invece per far conoscere e valorizzare di più queste bellezze. Le istituzioni e i politici hanno la grande responsabilità di fare in modo che i cittadini abbiano un ritorno su quanto è necessario fare per il territorio. Per questo bisogna fare gioco di squadra e dare risposte concrete al di là delle strategie e delle diverse idee e convinzioni politiche". Il Progetto Integrato D´area - E´ un appello alla concretezza e all´unità quello lanciato a Belgioioso (Pavia), dall´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia Mario Melazzini, che è intervenuto alla presentazione dello stato di avanzamento dei lavori - centrata in particolare sul basso Pavese - del Progetto integrato d´area (Pia) ´Fra il Ticino e il Po: alla scoperta di acque e castelli´. All´incontro hanno partecipato il presidente della Provincia di Pavia (Ente capofila del Progetto) Daniele Bosone e il sindaco di Belgioioso Fabio Zucca. Il programma, legato a Expo 2015, prevede la realizzazione di 20 interventi (che coinvolgono 14 partner) destinati a comporre un itinerario culturale e turistico di 100 chilometri che attraverserà tutta la provincia di Pavia. Il percorso è stato studiato in modo da intersecare i Navigli e condurre i turisti direttamente a Milano e al polo fieristico di Expo. Cultura Come Risorsa - "Con queste progettualità - ha aggiunto Melazzini - si valorizzeranno 14 Comuni del nostro territorio. E´ giusto naturalmente parlare di Expo, ma quello che stiamo facendo lo facciamo innanzitutto per far conoscere il nostro territorio e aumentarne l´attrattività non solo da un punto di vista turistico e culturale ma anche imprenditoriale. La cultura infatti non è, come spesso si pensa, un costo ma è una grande risorsa". Investimenti E Infrastrutture - "Per il Progetto integrato d´area ´Fra il Ticino e il Po: alla scoperta di acque e castelli´ la mia struttura - ha sottolineato l´assessore Melazzini- ha messo a disposizione oltre 3 milioni di euro per un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro. Questo dimostra quanto Regione Lombardia creda in questi progetti; infatti dialoghiamo anche con l´Unione europea, per ottenere maggiori fondi. La cosa essenziale è fare in modo che, quanto viene costruito, non sia episodico, ma sia l´inizio di un percorso virtuoso di crescita e valorizzazione del territorio. In questo la politica deve giocare un ruolo fondamentale". "Per il rilancio dell´economia - ha concluso Melazzini - servono le infrastrutture, non è semplice ma bisogna lavorare in questa direzione. Bisogna agire nel pieno rispetto delle realtà territoriali, ma le infrastrutture sono una priorità per il territorio pavese".  
   
   
NASCE A MILANO IL PRIMO “ALBERGO SOCIALE” NELLA EX SCUOLA DI VIA MAMBRETTI UN EDIFICIO IN DISUSO CON UN PROGETTO DI ACCOGLIENZA DI SENZATETTO, ADULTI E FAMIGLIE IN CONDIZIONI DI PARTICOLARE DISAGIO SOCIALE”  
 
Milano, 30 settembre 2013 - Sarà il primo “albergo sociale” di Milano e sorgerà nello stabile di via Mambretti 33. La ex scuola, per anni chiusa è inutilizzata e già luogo di accoglienza questo inverno di persone senza fissa dimora, diventerà la prima struttura sociale a basso costo della città con più funzioni: ospitalità per senzatetto, sistemazioni di emergenza per adulti e per famiglie in condizioni di particolare disagio sociale e camere per chi non ha dimora ed è dimesso da ricoveri ospedalieri e necessita ancora di assistenza. L’albergo sociale sarà dotato di una cucina per la preparazione di pasti, sia per chi è ospitato nella struttura sia per chi proviene da altre. Dei complessivi 300 posti disponibili, un centinaio saranno riservati al Comune. La delibera con le linee di indirizzo per la valorizzazione dell’immobile e l’indicazione delle sue finalità sociali è stata approvata oggi dalla Giunta comunale. A breve, con avviso pubblico, il Comune aprirà il bando per individuare il soggetto cui sarà assegnata la struttura. Sarà data in concessione gratuita e vincolata alla destinazione d’uso, per massimo 20 anni, a una realtà senza scopo di lucro, con finalità di promozione sociale e in grado di assicurare anche gli interventi di recupero, adeguamento impiantistico e allestimento dell’edificio.  
   
   
WRITER CONDANNATI, COMUNE DI MILANO RISARCITO CON 800 ORE A SERVIZIO DI ANZIANI E DISABILI  
 
Milano, 30 settembre 2013 - Si è conclusa con una sentenza di condanna a 6 mesi e 20 giorni e un risarcimento a 800 ore (400 a testa) da prestare per servizi socialmente utili in favore di anziani e disabili, il processo a carico di due appartenenti ad una ‘crew’ denominata Asd accusati di deturpamento e imbrattamento con l’aggravante del reato associativo. “Il riconoscimento del reato associativo è un fatto inedito per Milano, ma ancor più importante per noi è il risarcimento ottenuto dall’Amministrazione comunale in forma di servizi sociali dedicati agli anziani e ai disabili. In questo modo si ribadisce che chi danneggia la città con atti di vandalismo deve risarcire la collettività con un impegno sociale. Un plauso quindi all’Avvocatura comunale e alla Polizia locale, dalle cui operazioni e accurate indagini è scaturito questo nuovo importante risultato”. Lo dichiara l’assessore alla Sicurezza e Coesione sociale e Polizia locale, Marco Granelli. Quattro gli imputati a processo, per due dei quali il Giudice ha trasmesso gli atti per competenza alla Procura minorile in quanto minori all’epoca dei fatti, risalenti ai mesi tra la fine del 2010 e il 2011.  
   
   
“MI GENERATION CAMP”: AL VIA PROGETTO SPERIMENTALE: CASE AI GIOVANI IN CAMBIO DI ATTIVITÀ SOCIALI PARTE ‘OSPITALITÀ SOLIDALE’: 24 ALLOGGI A CANONE RIDOTTO PER GIOVANI TRA I 18 E I 30 ANNI NEI QUARTIERI POPOLARI  
 
Milano, 30 settembre 2013 - “Alloggi riservati ai giovani in cambio di attività di interesse sociale e di vicinato solidale in quartieri popolari. Con questo progetto sperimentale, il Comune di Milano intende rispondere al bisogno di casa e di autonomia espresso da giovani, studenti, ricercatori, lavoratori fuori sede, disposti a dedicare il proprio tempo agli altri in cambio di un alloggio”. Così l’assessore alla Città metropolitana, Casa e Demanio Daniela Benelli è intervenuta al Forum dei Giovani del Comune di Milano alla Fabbrica del Vapore, nell’ambito di un dibattito sull’abitare. Si è aperto in questi giorni il bando per dare il via al progetto ‘Ospitalità solidale’ nei quartieri popolari Ponti e Ca’ Granda Nord/monterotondo: 24 alloggi e 3 spazi per uso diverso saranno assegnati a giovani tra i 18 e i 30 anni con redditi minimi, a patto che si rendano disponibili ad attività di vicinato solidale nel quartiere. Gli alloggi, che si trovano in via Del Turchino, via Demonte e via Monterotondo, sono tutti appartamenti ‘sottosoglia’, ovvero troppo piccoli per essere assegnati tramite graduatoria Erp. E saranno sistemati grazie ad un finanziamento statale (Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri) pari a circa 430 mila euro. I giovani assegnatari, che saranno individuati grazie ad una graduatoria aperta e trasparente, dovranno avere tra i 18 e i 30 anni e un reddito non superiore ai 1.500 euro. Potranno essere studenti, ricercatori, studenti-lavoratori, lavoratori con contratto di stage, formazione, apprendistato, a tempo determinato, a progetto, ritenuta d’acconto occasionale. Gli alloggi saranno concessi gratuitamente ad un ente gestore per una durata massima di 10 anni. “Con questo progetto – aggiunge l’assessore Benelli – il Comune di Milano intercetta il bisogno abitativo che soprattutto i giovani studenti esprimono, preferendo una casa vera e propria, anche in coabitazione e low cost, rispetto a soluzioni come le residenze o i pensionati universitari. ‘Ospitalità solidale’ ci consentirà di sottrarre all’abbandono alloggi non assegnabili, sostenendo i ragazzi in difficoltà in un momento di crisi economica e del lavoro”.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ESORTA L´ITALIA AD ADEGUARE UN´ACCIAIERIA DI TARANTO ALLE NORME AMBIENTALI  
 
Bruxelles, 30 settembre 2013 - La Commissione europea ha deciso il 26 settembre di avviare un´azione contro l´Italia per ridurre l´impatto ambientale dell´acciaieria Ilva di Taranto (in seguito "l´Ilva"), il più grande stabilimento siderurgico europeo. In seguito a diverse denunce provenienti da cittadini e Ong, la Commissione ha accertato che l´Italia non garantisce che l´Ilva rispetti le prescrizioni dell´Ue relative alle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute umana e l´ambiente. L´italia è inoltre inadempiente anche rispetto alla direttiva sulla responsabilità ambientale, che sancisce il principio "chi inquina paga". Su raccomandazione del Commissario per l´ambiente Janez Potočnik la Commissione invia pertanto all´Italia una lettera di costituzione in mora, concedendole due mesi per rispondere. La maggior parte dei problemi deriva dalla mancata riduzione degli elevati livelli di emissioni non controllate generate durante il processo di produzione dell´acciaio. Ai sensi della direttiva sulla prevenzione e riduzione integrate dell´inquinamento ("direttiva Ippc") le attività industriali ad alto potenziale inquinante devono essere munite di autorizzazione. Le prove di laboratorio evidenziano un forte inquinamento dell´aria, del suolo, delle acque di superficie e delle falde acquifere, sia sul sito dell´Ilva, sia nelle zone abitate adiacenti della città di Taranto. In particolare, l´inquinamento del quartiere cittadino di Tamburi è riconducibile alle attività dell´acciaieria. Oltre a queste violazioni della direttiva Ippc e al conseguente inquinamento, risulta che le autorità italiane non hanno garantito che l´operatore dello stabilimento dell´Ilva di Taranto adottasse le misure correttive necessarie e sostenesse i costi di tali misure per rimediare ai danni già causati. La Commissione, pur ritenendo un segnale positivo i recenti impegni assunti dalle autorità italiane per rimediare alla situazione, chiede tuttavia all´Italia di rispettare gli obblighi cui è tenuta ai sensi della direttiva Ippc e della direttiva sulla responsabilità ambientale. La Commissione è pronta ad aiutare le autorità italiane nei loro sforzi per risolvere queste questioni gravi. Contesto Il 30 marzo 2011 la Corte di giustizia dell´Unione europea ha condannato l´Italia per non aver rilasciato le autorizzazioni relative alle emissioni industriali per diversi impianti industriali, tra i quali l´Ilva (causa C-50/10). Il 4 agosto 2011 le autorità italiane hanno quindi rilasciato all´Ilva l´autorizzazione Ippc, successivamente aggiornata il 26 ottobre 2012. La direttiva Ippc (direttiva 96/61/Ce, sostituita dalla direttiva 2008/1/Ce) istituisce un quadro unionale per disciplinare l´autorizzazione delle attività industriali e agricole ad alto potenziale inquinante. Le autorizzazioni possono essere rilasciate solo se sono soddisfatte diverse condizioni ambientali, affinché le stesse società siano responsabili della prevenzione e della riduzione dell´eventuale inquinamento da loro causato. L´autorizzazione garantisce l´applicazione delle misure di prevenzione dell´inquinamento più opportune e dispone il riciclaggio o lo smaltimento dei rifiuti nel modo meno inquinante possibile. La direttiva sulla responsabilità ambientale istituisce un quadro giuridico basato sul principio "chi inquina paga" per prevenire e riparare i danni all´ambiente. Gli operatori che svolgono le attività pericolose dell´allegato Iii della direttiva, compresa la produzione siderurgica, sono soggetti alla responsabilità oggettiva, in cui non esiste l´onere della prova a condizione che sia accertato il nesso causale fra l´attività e il danno. Le persone fisiche o giuridiche colpite e le Ong del settore ambientale hanno il diritto di chiedere all´autorità competente di adottare le misure correttive che ritengono necessarie. Per ulteriori informazioni http://ec.Europa.eu/environment/air/pollutants/stationary/index.htm  http://ec.Europa.eu/environment/legal/liability/index.htm    
   
   
GLI SVIZZERI FANNO IMPRESA IN LOMBARDIA  
 
Monza, 30 settembre 2013 - Anche gli svizzeri vengono a fare impresa in Lombardia. C’è chi viene per il fascino del “made in Italy”, chi perché legato ad una multinazionale, chi ritiene gli affitti commerciali più appetibili rispetto a quelli oltreconfine. Negli ultimi due anni aumentano le cariche ricoperte e i titolari di impresa individuale nati in Svizzera nelle province lombarde “di confine”: +0,9% a Como, +1,9% a Sondrio. In aumento anche a Lecco (+5,2%), anche se complessivamente in Lombardia il dato è in contrazione (-1%). Nel dettaglio il totale delle cariche societarie in Lombardia ricoperte da persone nate in Svizzera ammonta a 10.204 (di cui 688 sono le cariche di Amministratori Delegati e Presidenti di Cda) mentre sono 1.725 le imprese individuali con titolari nati nel Paese dei Cantoni. Tra i settori, il 30% del totale delle cariche assunte da svizzeri appartiene all’industria (di cui il 16,4% nel manifatturiero), il 67,8% al commercio e servizi. La medesima ripartizione si riflette anche per i titolari di impresa individuale nati in Svizzera e attivi in Lombardia: il 33,7% opera nell’industria, il 60,5% in servizi e commercio. È quanto emerge da una elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro imprese.  
   
   
MILANO - LOMBARDIA-VIETNAM: 800 MILIONI DI INTERSCAMBIO  
 
Milano, 30 settembre 2013 - Oltre 800 milioni di interscambio tra Lombardia e Vietnam in sei mesi, divisi tra quasi 730 milioni di import e 84 di export. Affari concentrati su Milano. Si importano manufatti ed alimentari (rispettivamente 95,8% e 4,1% delle importazioni lombarde dal Vietnam). Prevalentemente computer (86% del totale del manifatturiero) con un aumento del 108% in un anno. Si esportano prodotti manifatturieri (99,2%) in particolare macchinari (42%). Per export prima Milano (41,2%) seguita da Varese (11,6%). Per import prevale Milano (93,4%) con Monza e Brianza (1,6%). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Istat nei primi sei mesi 2013. E lunedì 30 settembre in Assolombarda si terrà l’incontro “Vietnam-italy Economic Cooperation Forum”, organizzato da Promos – Camera di Commercio di Milano, Ambasciata della Repubblica Sociale del Vietnam in Italia, Assolombarda, Italian Trade Agency (Ice) e Ispi. All’incontro che si terrà alle ore 10.30 presso la sala Falck di Assolombarda, via Chiaravalle 8 a Milano, parteciperanno tra gli altri il vice ministro per l’industria ed il commercio e del Vietnam Ho Thi Kim Thoa ed il presidente dell’Ice Riccardo Monti.  
   
   
UNIONCAMERE, MERCATO DEL LAVORO: PRIME AVVISAGLIE DI RIPRESA I CONTRATTI “STABILI” ACCORCIANO LE DISTANZE SUGLI ATIPICI E IL TEMPO INDETERMINATO SUI RAPPORTI A TERMINE  
 
 Roma, 30 settembre 2013 - Aumento dell’incidenza dei contratti di lavoro alle dipendenze[1] e, all’interno di essi, lieve recupero dei contratti a tempo indeterminato rispetto a quelli a termine; incremento dei contratti interinali nell’industria. Sono queste le prime avvisaglie di una possibile inversione di tendenza dell’andamento dell’occupazione nell’arco del 2013. A segnalarle è il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, che, confrontando i programmi di assunzione delle imprese dell’industria e dei servizi nell’arco di quest’anno con quelli formulati nel 2012, evidenzia il tentativo di affinare alcune strategie aziendali per cogliere i primi accenni di ripresa, in particolare da parte delle imprese industriali. Il tutto in un contesto che si mantiene comunque negativo, data la perdita di 250mila posti di lavoro complessivi che emerge dal bilancio tra entrate ed uscite previste e la consistente riduzione della domanda di lavoro da parte delle imprese (112mila le entrate programmate in meno rispetto a quelle previste per il 2012, con una variazione del -13%). “Excelsior si rivela uno strumento importantissimo per cogliere ed anticipare le evoluzioni dell’occupazione nel settore privato”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Le informazioni che da esso provengono possono contribuire soprattutto a comprendere quali esigenze esprime il sistema produttivo e come sia possibile intervenire, applicando queste informazioni all’analisi giuridica e, quindi, all’ideazione dei provvedimenti legislativi, per rendere il mercato del lavoro più inclusivo e aperto ai giovani. Con un occhio sempre attento alla formazione delle risorse umane”. Aumenta la quota dei contratti “stabili” sugli atipici La contrazione della domanda di lavoro da parte delle imprese dell’industria e dei servizi tra il 2012 e il 2013 interessa tutte le grandi tipologie contrattuali. In valore assoluto, il calo maggiore si dovrebbe registrare nelle assunzioni stagionali e non stagionali (563.400 quest’anno, 67.900 in meno rispetto al 2012), mentre i contratti “atipici” (tra cui ricadono interinali, co.Co.pro. E altri lavoratori non alle dipendenze) dovrebbero essere 44mila in meno rispetto allo scorso anno (per complessive 186.200 unità). In termini relativi, però, saranno soprattutto gli atipici a subire la contrazione maggiore rispetto all’anno passato (saranno il 19,1% in meno), mentre le assunzioni “dirette” (lavoratori alle dipendenze, esclusi gli interinali) caleranno del -10,8%. Questa diversa articolazione delle entrate porterà i contratti stagionali e non stagionali a incidere di quasi due punti percentuali in più sul totale delle assunzioni previste nel 2013. La forte contrazione dei contratti atipici riguarda sia i contratti di collaborazione (65.700, il 29,1% in meno del 2012), sia quelli a partita Iva e occasionali (35.300, pari al -26,6%), mentre i contratti interinali sono la componente con la riduzione più contenuta (85.200 quelli previsti nel 2013, il 4,8% in meno del 2012). Tra le assunzioni dirette, variazioni non molto diverse si osservano infine tra stagionali (195.900, con una riduzione del 12,8% rispetto all’anno scorso) e non stagionali (367.500, pari al -9,7%). Il confronto con lo scorso anno mostra quindi che la contrazione della domanda riguarda più le componenti “esterne” all’impresa, che non entrano cioè a far parte degli organici aziendali (unica eccezione, i lavoratori interinali). Entrate previste dalle imprese nel 2013, per tipologia di contratto (variazioni percentuali 2012-2013)
Valori assoluti Quota % sul totale contratti attivati
2012 2013 2012 2013
Lavoratori Alle Dipendenze1: 720.790 648.560 83,7 86,5
- non stagionali di cui: 406.820 367.530 47,2 49,0
- a tempo indeterminato 166.610 152.400 19,3 20,3
- contratto di apprendistato 38.180 32.060 4,4 4,3
- a tempo determinato (stagionali esclusi)2 184.100 169.370 21,4 22,6
- per maternità/aspettativa 43.660 45.600 5,1 6,1
- per copertura picco produttivo 99.100 81.830 11,5 10,9
- acausali / prova 41.340 41.940 4,8 5,6
- contratto a chiamata e altre forme3 17.920 13.700 2,1 1,8
- stagionali 224.520 195.870 26,1 26,1
- interinali 89.450 85.160 10,4 11,4
Assunzioni “Dirette”4: 631.340 563.400 73,3 75,2
- a tempo pieno 476.130 413.140 55,3 55,1
- a tempo parziale 155.210 150.260 18,0 20,0
Forme Contrattuali "Autonome" 140.740 101.010 16,3 13,5
- collaboratori con contratto a progetto 92.630 65.720 10,8 8,8
- altri lavoratori non alle dipendenze5 48.110 35.290 5,6 4,7
Totale Contratti Attivati 861.530 749.570 100,0 100,0
(1) Lavoratori alle dipendenze a carattere stagionale e non stagionale, inclusi i lavoratori in somministrazione o interinali. (2) Contratti a tempo determinato esclusi i lavoratori in somministrazione o interinali e le altre forme contrattuali. (3) Per il 2012 include anche i contratti di inserimento. (4) Lavoratori alle dipendenze stagionali e non stagionali, ad esclusione degli interinali. (5) Collaboratori a partita Iva e occasionali. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior Questo orientamento si manifesta in misura diversa nell’industria e nei servizi. Nelle attività industriali in senso stretto dall’indagine emerge un calo molto contenuto delle assunzioni dirette - dipendenti stagionali e non stagionali, escludendo i contratti interinali - (97.300, il 3,9% in meno del 2012) e una variazione addirittura positiva dei contratti di lavoro interinale (40mila, +10,7% rispetto allo scorso anno), che compensa la riduzione dei contratti di lavoro non dipendente (che saranno 14.400, -20% rispetto all’anno scorso), portando in rialzo l’intero ammontare dei contratti atipici (+0,5%), in cui confluiscono anche i contratti a progetto e gli altri contratti non alle dipendenze. L’aumento dei contratti interinali nel settore industriale può essere considerato la “spia” di una inversione di tendenza delle aspettative sui livelli produttivi e quindi sulla domanda di lavoro. Nei servizi, le assunzioni dirette, pur accusando una contrazione non trascurabile (saranno 409.400, con un calo dell’11,8% rispetto al 2012), si riducono comunque in misura inferiore rispetto ai contratti atipici. Questi ultimi, che nel 2013 dovrebbero essere 118.300, diminuiscono infatti del 22,7% al confronto con lo scorso anno (con una punta del -27,8% per le collaborazioni a progetto). Cresce l’incidenza del tempo indeterminato I contratti che le imprese intendono applicare agli oltre 563mila lavoratori stagionali e non stagionali di cui prevedono l’assunzione nel corso del 2013 saranno per il 32,7% contratti “stabili” (152.400, pari al 27,1%, quelli a tempo indeterminato; 32mila, pari al 5,7%, quelli di apprendistato) e per il restante 67,3% (pari a 378.900 unità) “a termine”. Tra questi ultimi, i contratti “propriamente” stagionali (195.900) saranno il 34,8% del totale delle assunzioni dirette (lavoratori alle dipendenze, ad esclusione degli interinali), quelli a tempo determinato il 30,1% (169.400), quelli “a chiamata” l’1,8% (10.300) e il residuo 0,6% comprenderà tutte le altre forme previste dalla normativa. Tra i contratti a tempo determinato (in calo dell’8% rispetto alle previsioni per il 2012), gli unici a rilevare un piccolo aumento sono gli acausali: quasi 42mila quelli previsti per quest’anno, l’1,5% in più del 2012. Anche senza il “decollo” dei contratti di apprendistato, la cui quota, dal 2012 e il 2013, scende dal 6 al 5,7% per effetto anche della flessione della quota di assunzioni under 30, i contratti “stabili” a tempo indeterminato e apprendistato aumentano la loro incidenza sul totale raggiungendo nel 2013 il 32,7% (erano il 32,4% nel 2012). Questo incremento si deve proprio ai contratti a tempo indeterminato, la cui quota sul totale dei lavoratori alle dipendenze (esclusi gli interinali) sale dal 26,4 al 27,1%. Un andamento, quindi, particolarmente significativo, che inverte la tendenza al ribasso degli anni scorsi (nel 2008 questi contratti raggiungevano il 42,5%, quasi 10 punti in più del valore attuale). La maggiore incidenza dei contratti stabili - tempi indeterminati e apprendistato - si riscontra nell’industria, con il 40,7% rispetto al 29,8% dei servizi. La differenza tra industria e servizi nel loro insieme è dovuta in massima parte ai contratti stagionali, che nell’industria sono appena il 23% (sempre del corrispondente totale assunzioni dirette di dipendenti), quasi la metà del 39,2% che detengono nei servizi. Tra questi superano il 70% in quelli di alloggio, ristorazione e turistici (nell’industria solo il comparto alimentare presenta un’incidenza analoga dei contratti stagionali, pari al 65,2%). Nel settore industriale, la necessaria flessibilità rispetto all’alternarsi nel tempo delle esigenze produttive è ottenuta soprattutto con i contratti a tempo determinato (stagionali esclusi), che hanno un’incidenza sul totale delle assunzioni dirette del 35,3%, superiore di oltre 7 punti rispetto a quella che hanno nel terziario (28,1%). A livello territoriale la quota di assunti con contratto stabile a tempo indeterminato e apprendistato è massima nel Nord-ovest (38,9%). Seguono il Centro e il Mezzogiorno con quote dell’ordine del 32%. Chiude infine il Nord-est con il 27,6%. Un’ampia differenza si riscontra infine anche secondo la dimensione aziendale, soprattutto confrontando le imprese da 10 a 49 dipendenti (i cui contratti “stabili” rappresentano il 22,3% del totale dei contratti stagionali e non stagionali) con quelle che superano i 500 dipendenti (45,7%). A questa progressione lineare con l’aumentare delle dimensioni aziendali fanno eccezione le imprese fino a 9 dipendenti, con una quota di assunzioni stabili del 32,6%, sostanzialmente pari alla media. Ma chi crea lavoro “stabile? Le imprese che hanno previsto nel corso del 2013 di procedere ad assunzioni di personale dipendente (a carattere non stagionale e stagionale) sono il 13,2% del totale delle imprese italiane con dipendenti, pari a circa 197mila unità. La quota non presenta differenze di rilievo tra industria e servizi (13,4 e 13%). La propensione ad assumere - e ad assumere con un contratto di lavoro “stabile” - è però più spiccata tra le imprese esportatrici, tra quelle che hanno intenzione di procedere alla realizzazione di nuovi prodotti e servizi, innovando il processo produttivo e organizzativo o di investire in green economy, ossia in tecnologie eco-sostenibili. In questo caso, infatti, la quota di imprese che hanno programmato assunzioni va dal 21,3% delle imprese che hanno investito in prodotti e tecnologie “verdi” al 23,2% di quelle proiettate sui mercati internazionali, passando dal 22,7% di quelle che hanno introdotto innovazioni significative in azienda. Le imprese esportatrici intenzionate ad effettuare assunzioni nel 2013 (circa 40mila) attiveranno 111mila contratti alle dipendenze, 33mila dei quali a tempo indeterminato e 7.500 di apprendistato. Le innovatrici che assumono (45mila circa) hanno programmato 124mila contratti alle dipendenze, di cui 40mila a tempo indeterminato e 8.600 come apprendisti. Le 70mila imprese che investono in economia “verde” e che assumeranno nel 2013 attiveranno infine 216mila contratti alle dipendenze, di cui 65mila a tempo indeterminato e 12.700 apprendisti.
 
   
   
PIACENZA - EXPORT IN CRESCITA MA NON QUELLO DEI PRODOTTI LEADER  
 
Piacenza, 30 settembre 2013 - Al termine del primo semestre 2013 le esportazioni piacentine hanno segnato complessivamente una variazione positiva rispetto al dato cumulato del primo semestre 2012. Il valore di tale flusso è infatti passato da 1.546 milioni di euro a 1.615 milioni di euro (+4,4%). Questo risultato nasconde però al proprio interno dinamiche non completamente riconducibili al manifatturiero locale. Non va infatti trascurata l’incidenza delle esportazioni che si formalizzano a Piacenza per effetto della presenza del centro logistico. Spicca a questo proposito il dato relativo agli articoli dell’abbigliamento che nel primo semestre hanno totalizzato 188,614 milioni di euro di merce venduta all’estero, con una crescita sul 2012 di 61 punti percentuali. Altro risultato analogo quello degli articoli in pelle passati nel giro di tre anni da 20 milioni di euro di export (giugno 2011) a 61 milioni di euro di export (giugno 2013). Se invece si esaminano i risultati delle esportazioni di macchine, prodotti della metallurgia e prodotti alimentari i segni della variazione sono negativi. Nel primo caso la perdita è di 5,8 punti percentuali, nel secondo di 8,8 punti percentuali e nell’ultimo di 11,3 punti percentuali. Le importazioni sono cresciute di quasi due punti percentuali, dopo essere calate del 13 per cento un anno fa. La categoria di prodotti che assurge al valore maggiore sul fronte acquisti è quella degli alimentari (161 milioni di euro di merci acquistate, +17,2% sul primo semestre 2012). Al secondo posto si trovano i mobili (150 milioni di euro, +5,5%) e quindi le macchine (143 milioni di euro, +37,3%). Suddividendo il dato dell’export piacentino per aree di destinazione si può osservare che vi è stata una contrazione delle vendite verso l’Africa (-14,1%) e verso l’Asia Orientale (-25%). Positivi invece i riscontri nei confronti delle altre destinazioni (+1,2% verso l’Europa, +11,3% verso l’America). Il confronto con le province vicine pone in luce che la variazione più ampia ha interessato Pavia (+6,4% per l’export) mentre a Lodi si è registrata una contrazione delle vendite (-5,2%). Sostanzialmente stabile il dato reggiano (-0,2%), positivo invece il risultato di Parma (+3,1%).  
   
   
"ENTRA IN VALTELLINA" AL VIA IL PIANO PROZIONALE  
 
Milano, 30 settembre 2013 - Il progetto “Entra in Valtellina” prende avvio nel 2007, con successive edizioni nel 2009 e nel 2011, con l’obiettivo di sostenere la rete del commercio, pubblici esercizi e ristorazione attraverso la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari provinciali. Complessivamente, il progetto realizzato dalla Camera di Dommercio in collaborazione con Confcommercio ed il cofinanziamento di Regione Lombardia - Assessorato Commercio, Fiere e Mercati (ora Commercio, Turismo e Terziario), ha sostenuto la realizzazione di 54 “corner Valtellina”, spazi dedicati alla commercializzazione dei prodotti agroalimentari tipici, all’interno di altrettanti esercizi, distribuiti su tutto il territorio provinciale. Attraverso l’ultima edizione del progetto sono stati erogati finanziamenti a fondo perduto per più di 363.000 euro, a fronte di investimenti superiori a 725.000 euro, per il coinvolgimento di 19 aziende. Considerando anche le precedenti edizioni, l’investimento di risorse pubbliche è stato di quasi 1,5 milioni di euro, finanziato per circa 806.000 euro da Regione Lombardia, 465.000 euro dalla Camera di Commercio di Sondrio e per 175.000 euro dalla Provincia di Sondrio. I contributi complessivamente erogati alle imprese sono stati pari a oltre 1 milione di euro (1.060.000 €) a fronte di investimenti privati per 2,2 milioni di euro. Oltre ai contributi a fondo perduto, le aziende hanno potuto beneficiare di un articolato programma di azioni, in tema di assistenza alla progettazione, formazione di gruppo ed individuale (sulla conoscenza dei prodotti tipici, organizzazione del punto vendita, web marketing, vetrinistica, ecc.), accesso al credito (con l’intervento di Sofidi), comunicazione nel punto vendita e della rete, sito internet. In queste settimane ha avuto inizio la fase finale della terza edizione, dedicata alla comunicazione. Sono stati consegnati presso i punti vendita i supporti di comunicazione caratterizzati dal logo del progetto “Entra in Valtellina”, costituiti da roll-up, vetrofanie, borse e sacchetto porta vino. E’ stata realizzata una brochure promozionale che presenta tutti gli esercizi della rete, insieme ai percorsi della Strada del Vino e dei Sapori della Valtellina. E’ stata infine promossa l’adesione alla Strada del Vino e dei Sapori della Valtellina, struttura che ha l’obiettivo, attraverso molteplici iniziative come il sito web presentato a Vinitaly 2013, di supportare la promozione della rete dei “corner Valtellina”. I risultati e la fase finale del progetto sono stati presentati in conferenza stampa dal presidente Bertolini e dal segretario generale Bonat, con l’intervento di Marino Del Curto, presidente di Confcommercio e dell’Assessore regionale a “Commercio, Turismo e Terziario” Alberto Cavalli. L’assessore Cavalli ha inoltre avuto modo di visitare direttamente tre punti della rete dei “corner Valtellina”, nello specifico il B&b “Retici Balzi” di Poggiridenti, l’enoteca il “Tabernario” e il negozio di commercio al dettaglio “Il Saraceno” di Sondrio. "Ho avuto modo più volte di esprimere soddisfazione per questo progetto che si caratterizza per l’obiettivo di rafforzare la collaborazione fra la rete commerciale, le eccellenze agroalimentari ed il turismo. – afferma il presidente della Camera di Commercio Emanuele Bertolini - Intendiamo continuare a sostenere l’iniziativa, proponendo la rete dei “corner Valtellina” anche in chiave di Expo 2015". "È importante portare avanti progetti come ‘Entra in Valtellina’ che interviene in modo mirato a sostegno della rete commerciale e del potenziamento delle sue peculiarità e dei suoi punti di forza. – sottolinea Marino Del Curto, presidente dell’Unione del Commercio, del Turismo e dei Servizi della provincia di Sondrio - È un’iniziativa che, da un lato, stimola gli operatori a “fare rete”, a entrare in un circuito più ampio volto a valorizzare i prodotti locali e il territorio, e che, dall’altro lato, innesca un circolo virtuoso che permette alle aziende di fare un salto di qualità, migliorando la propria offerta e la propria professionalità".  
   
   
MILANO - PMI LOMBARDE, 6 MILIONI DI EURO PER RICERCA E INNOVAZIONE  
 
Milano, 30 settembre 2013 - E’ stato approvato Il bando “Voucher per ricerca e innovazione e contributi per processi di brevettazione 2013”, rivolto alle micro, piccole e medie imprese lombarde, che possono richiedere contributi per voucher. Il bando (integrato con decreto n. 8485 del 23/9/2013), promosso nell´ambito dell´Accordo di Programma Competitività tra Sistema camerale lombardo e Regione Lombardia, mette a disposizione contributi pari a 6 milioni di euroLe domande possono essere inserite dalla sezione bandi pubblicati dalle ore 14.30 di martedì 1 ottobre 2013 fino ad esaurimento risorse e comunque entro e non oltre le ore 12.00 di giovedì 27 febbraio 2014. Su Bandimpreselombarde, il sito della Regione e di Unioncamere Lombardia dedicato ai finanziamenti alle imprese per la competitività è possibile prendere visione del bando, del manuale utente e di una guida video per la presentazione della domanda. Http://www.bandimpreselombarde.it/index.phtml    
   
   
LA PUGLIA DA OGGI ALL´EUROPEAN INNOVATION SUMMIT DI BRUXELLES  
 
Bari, 30 settembre 2013 - L’innovazione made in Puglia approda a Bruxelles, nel cuore dell’Ue, per presentare il percorso di successi e di politiche che li hanno resi possibili. L’ occasione è il 5° European Innovation Summit, evento dedicato ai temi della ricerca e innovazione in ambito europeo, organizzato dalla Piattaforma europea K4i, knowledge for innovation e in programma dal 30 settembre al 2 ottobre 2013 al Parlamento Europeo. La Puglia, che ha fatto di ricerca e innovazione un pilastro delle sue politiche, è l’unica Regione italiana a partecipare all’evento. Presenterà i casi di eccellenze pugliesi nel campo dell’innovazione e i suoi programmi di sostegno alle piccole e medie imprese. L’european Innovation Summit rappresenta uno dei più importanti momenti di confronto a Bruxelles tra decisori pubblici europei, governi nazionali-regionali-locali, attori del mondo produttivo ed economico per individuare strategie e piani da portare avanti attraverso le direttive europee. In questo ambito, una delegazione pugliese, composta da rappresentanti di distretti tecnologici e produttivi e dalle aggregazioni pubblico-private per la ricerca, illustrerà e incrocerà la sua esperienza con quella dei rappresentanti europei. La delegazione pugliese sarà guidata dall’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Loredana Capone, che spiega: “Il fatto che l´Europa voglia ascoltare la Puglia quale esempio di Regione che ha saputo trasformare i propri investimenti sull´innovazione in motore attivo di sviluppo economico è un onore ma anche un´opportunità. L’european Summit Innovation individuerà i meccanismi che l´Europa deve ancora attivare per consentire all´innovazione di entrare a far parte del nostro vissuto quotidiano. Proprio come ha fatto la Puglia che ha inserito nella sua visone di sviluppo quella che è ormai diventata una parola d´ordine: l´innovazione. Per noi, è alla base di ogni politica che mettiamo in campo per il cambiamento, dalla sanità all´agricoltura, dal turismo all´industria´´. ´´L´innovazione - ribadisce l´assessore - fa parte del nostro modo di amministrare e i risultati ci danno ragione. Gli ultimi dati diffusi da Senaf su base Uibm (Ufficio italiano brevetti e marchi) dicono che, da gennaio ad agosto 2013, sono state 127 le invenzioni e 1.394 i marchi che i cittadini pugliesi hanno presentato alle Camere di commercio italiane, con un incremento, rispetto al 2012, del 21% sul fronte delle invenzioni e del 10% su quello dei marchi. Un risultato al quale hanno contribuito attivamente le politiche regionali: se nella precedente programmazione (2000-2006), infatti, le risorse spese per ricerca e innovazione sono state in tutto pari a 76 milioni, nell’attuale programmazione si arriva, tra speso e impegnato, a 254,5 milioni di euro. Se poi aggiungiamo gli investimenti per l’infrastruttura di banda larga, la somma impegnata sale a 478,6 milioni”. L’agenda della delegazione pugliese prevede due giorni fitti di appuntamenti. Il primo ottobre è in programma il seminario “Beyond Horizon 2020: from funds to market” al quale seguirà ‘Verso cluster competitivi di livello mondiale: la politica di sostegno e di finanziamento di strumenti a livello regionale dell’Unione europea’, che forniranno una panoramica sul ‘caso Puglia’ quale esempio virtuoso di Regione che ha saputo creare un ambiente di business fertile per le imprese, piccole e medie, che operano nel campo della tecnologia e dell’innovazione, favorendo la collaborazione con Istituti di ricerca, fornitori, clienti e competitors presenti in una stessa area geografica. Nel corso del dibattito sarà discussa l’importanza delle sinergie tra le politiche regionali, nazionali ed europee nel periodo 2014-2020, analizzando in particolare il ruolo dei cluster in strategie di specializzazione intelligenti e modi attuali di integrare i diversi strumenti di finanziamento disponibili. Quali, ad esempio, i Fondi strutturali, ‘Interreg Vc’, ‘Cosme’ e ‘Horizon 2020’, il programma europeo che per la prima volta raggruppa l’insieme degli investimenti dell’Ue per la ricerca e l’innovazione (80 miliardi di euro) in un progetto unico. Tra i suoi obiettivi, quello di garantire maggior accesso al capitale e il sostegno alle pmi. Con il programma ‘Cosme’, invece, l’Ue sostiene le pmi per il periodo 2014-2020 con una dotazione finanziaria di 2,5 miliardi di euro, incrementando la loro competitività sui mercati, anche internazionali, e sostenendo l´accesso ai finanziamenti e la creazione di nuove imprese. L’agenda dell’Assessore Capone prevede anche, nella mattinata del primo ottobre, l’incontro con l’ambasciatore Marco Peronaci, vice rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea e responsabile delle politiche per la ricerca e l´innovazione e con Diego Canga Fano, capo di Gabinetto del Commissario Tajani, e responsabile per Impresa e industria della Commissione Europea, per discutere di ricerca, innovazione e aerospazio. Nel pomeriggio, dopo un incontro con Simonetta Di Pippo, dell’Agenzia spaziale italiana a Bruxelles, l’assessore parteciperà alla conferenza ‘Oltre Horizon2020: dal finanziamento al mercato’. La giornata si concluderà con l’incontro con Lambert Van Nistelrooij, europarlamentare titolare del dossier sulla politica di coesione 2014-2020, per discutere di ‘smart specialization strategy’ e fondi strutturali 2014-2020 e con l’intervento al dibattito ´Politiche e strumenti di finanziamento a supporto dei distretti a livello europeo e regionale´. Il 2 ottobre, il Summit si chiuderà con l’incontro sulle “Politiche europee 2014-2020 per ricerca, innovazione, distretti, internazionalizzazione”, durante il quale i rappresentanti dei distretti produttivi, tecnologici e aggregazioni pubblico private pugliesi, approfondiranno i temi della missione. I distretti partecipanti all’evento La delegazione pugliese a Bruxelles è costituita dai distretti tecnologici Medis (meccatronica), Ditech (high tech); Ditne (energia); Dare (agroalimentare), Dta (aerospazio); dal consorzio di ricerca Cetma (tecnologie dei materiali); dai distretti produttivi del Legno-arredo, della Meccanica, dell’Agroalimenare “Terre Federciane”; dell’Energia rinnovabile “La nuova energia”; dalle aggregazioni pubblico-private per la ricerca Textra, Ritma, Silab-daisy, Innovaal. L’impegno della Regione Puglia per la ricerca La Regione Puglia attribuisce alla ricerca un ruolo prioritario per lo sviluppo e la competitività del proprio territorio e dell’Italia intera. Ad oggi le risorse impegnate ammontano a 478,6 milioni. Queste risorse declinate in 20 interventi hanno permesso di eliminare quasi completamente il digital divide per i pugliesi grazie ad una copertura di banda larga con l’indice più alto in Italia (99,2% della popolazione servita), di migliorare le infrastrutture tecnologiche attraverso le Reti di Laboratori Pubblici; di rafforzare la ricerca collaborativa tra centri pubblici di ricerca e sistema produttivo regionale; di implementare i programmi di ricerca e sviluppo industriale delle imprese. Si è investito inoltre nelle risorse umane attraverso borse ed assegni di Ricerca e dottorati; è stata costruita la filiera del trasferimento tecnologico; diffusa la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione; promossa la specializzazione intelligente del sistema socio-economico regionale attraverso la partnership tra imprese, organismi di ricerca e università; sostenuto lo sviluppo ed il rafforzamento delle piccole e medie imprese attraverso l’acquisizione di servizi specialistici a supporto dell’innovazione tecnologica. È stata anche promossa la costituzione dei distretti tecnologici; delle imprese innovative e degli spin-off; favorita la presentazione di brevetti. Infine sono stati attivati i primi due bandi smart della Regione Puglia: Apulian Ict Living Labs e Pre-commercial Public Procurement, che attribuiscono per la prima volta all’utente finale, dunque al cittadino, un ruolo protagonistico in tutto il processo di costruzione e di sperimentazione del progetto innovativo.  
   
   
PERUGIA - EXCELSIOR: NEGATIVO IL TREND OCCUPAZIONALE PROVINCIALE  
 
Perugia, 30 settembre 2013 - I dati del Sistema Informativo Excelsior che misura la domanda di lavoro delle imprese a livello nazionale e provinciale, certificano per il 2013 un nuovo ulteriore arretramento occupazionale in provincia di Perugia. Nel 2013 le aziende prevedono l’uscita dai cicli produttivi di 9.920 lavoratori, per licenziamento, dimissioni volontarie, pensionamento o altri motivi. Le entrate previste saranno invece 6.730, con un bilancio occupazionale negativo di 3.190 unità. Secondo il Sistema Informativo Excelsior, che fornisce annualmente i dati di previsione sull’andamento del mercato del lavoro e sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese, complessivamente in Italia sono previsti, nel 2013, poco meno di 750mila nuovi contratti di lavoro e circa un milione di lavoratori in uscita dalle imprese, con un saldo negativo attorno alle 250mila unità. Anche in provincia di Perugia la variazione occupazionale prevista per l´anno in corso è di segno negativo, e dovrebbe sfiorare le -3.200 unità. Questa riduzione è determinata sostanzialmente dai contratti di lavoro dipendente (sia "stabili" che a termine), con un saldo pari a -3.360 unità, solo parzialmente compensato da saldi positivi relativi ai contratti in somministrazione (+20 unità) e alle collaborazioni a progetto (+180). Per le altre modalità di lavoro indipendente (collaborazioni occasionali e incarichi a professionisti con partita Iva) i contratti in scadenza dovrebbero superare quelli attivati (-40 il saldo previsto). Il bilancio occupazionale negativo previsto in provincia di Perugia (-3.190 unità) è il risultato della differenza fra 6.730 entrate e 9.920 uscite di lavoratori dalle imprese (per dimissioni volontarie o meno, pensionamento, o altri motivi). I flussi di lavoratori in entrata saranno costituiti da circa 1.280 assunzioni stabili (ossia a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato, inteso quest´ultimo come punto di partenza verso un contratto a tempo indeterminato), 3.330 assunzioni a tempo determinato (o altre modalità a termine, quali i contratti a chiamata) e 2.120 contratti atipici (somministrazione, collaborazioni a progetto e altri contratti di lavoro indipendente). Rispetto allo scorso anno, diminuiscono le quote delle assunzioni stabili e dei contratti atipici (dal 22 al 19% e dal 33 al 32%, rispettivamente). Aumenta invece la quota delle assunzioni "a termine", che passa dal 45 al 49%. A livello settoriale, la perdita di posti di lavoro previsti nella provincia è più accentuata nell´Industria (saldo -1.820 unità) che nei Servizi (saldo -1.370). Mentre nell´Industria il trend negativo è dovuto prevalentemente alla crisi delle Costruzioni, fra i servizi incide soprattutto la contrazione nelle attività del Commercio. “Il calo dell´occupazione dipendente previsto in provincia per il 2013 – sottolinea Mencaroni, presidente della Cdc di Perugia - è determinato in parte da un aumento delle uscite, ma soprattutto da una contrazione delle assunzioni, che rispetto al 2012 dovrebbero diminuire del 23% (da quasi 6mila unità alle attuali 4.610): un calo più che doppio rispetto alla media nazionale (-11%). Se poi prendiamo in considerazione i livelli ante crisi del 2009, quando le previsioni erano sulle 8mila assunzioni, allora la flessione raggiunge il 43%, contro il – 28% nazionale. Non so francamente cosa altro debba succedere prima di vedere adottati interventi che alleggeriscano drasticamente il peso della tassazione su lavoro e impresa. Senza, è evidente, non ci sarà alcuna nuova occupazione. E a poco servirà anche la flebile ripresa che si sta profilando, ammesso di riuscire a coglierne i benefici”. In provincia di Perugia il saldo previsto per il 2013 fra assunzioni e uscite di lavoratori dipendenti dovrebbe essere pari a - 3.360 unità. In relazione al numero di dipendenti presenti nelle imprese, questa cifra corrisponde ad una variazione del -2,8%: flessione che risulta più accentuata della media nazionale (-2,2%). La variazione negativa attesa nella provincia per l´anno in corso evidenzia inoltre un netto peggioramento rispetto al -1,2% del 2012. In quasi tutti i comparti dell´industria si prevedono variazioni negative, di cui la peggiore sarà quella dell´insieme delle "altre industrie" (-7,9%). Le industrie metalmeccaniche sono invece quelle che sembrano risentire meno dello scenario difficile, con un saldo lievemente positivo (+0,9%). Fra i servizi, i saldi saranno compresi fra il -4,6% dei servizi avanzati alle imprese e il -0,8% dei trasporti e logistica. Nella provincia circa il 29% delle assunzioni saranno part-time, quota che risulta in aumento rispetto al 17% di quattro anni prima. Questo andamento rispecchia quello che si rileva a livello nazionale dove, fra il 2009 e il 2013, le assunzioni part-time sono passate dal 20 al 27% circa. Alla riduzione delle assunzioni corrisponde un calo del tasso di assunzione, che a Perugia è passato dal 4,7% del 2012 al 3,8% del 2013: percentuale, quest´ultima, inferiore sia a quella che si registra a Terni, sia a quella nazionale. Nel 2013 le imprese della provincia di Perugia riserveranno ai giovani con meno di 30 anni il 33% delle assunzioni programmate, nel 24% dei casi ricorreranno a candidati meno giovani e nel restante 43% dei casi non reputano l´età rilevante. Ripartendo le assunzioni per cui l´età non è un requisito importante fra le due classi di età (con meno di 30 anni e con 30 o più anni), si stima che le opportunità per i giovani potranno raggiungere il 58% delle assunzioni totali. Ciò sembra indicare una diminuzione delle opportunità per i giovani rispetto allo scorso anno, quando tale quota era pari al 62%. Questo indice di preferenza per i giovani è comunque superiore di circa 2 punti alla media nazionale che, fra il 2012 e il 2013, passa dal 58 al 56%. La propensione ad assumere giovani è più elevata fra le imprese dei Servizi (dove raggiunge il 64% del totale) che fra quelle dell´Industria (43%). Nella provincia risultano in diminuzione anche le opportunità per le donne. Tenendo conto delle assunzioni per cui le imprese considerano uomini e donne ugualmente adatti ad esercitare la professione e ripartendole in proporzione a quanto espressamente dichiarato, queste risultano pari al 36% del totale (contro il 41% del 2012). Il 2013 evidenzia un andamento negativo anche per le assunzioni di lavoratori immigrati. In provincia di Perugia queste non dovrebbero superare le 440 unità, per una quota sulle assunzioni totali pari al 10%, 6 punti in meno rispetto al 16% dello scorso anno e inferiore al 15% che si registra, in media, in Italia. Le quote di lavoratori immigrati diminuiscono sia nell´industria che nei servizi, attestandosi, rispettivamente, all´11 e al 9% del totale. Nel 2013, in provincia di Perugia, le assunzioni di figure high skill (dirigenti, specialisti e tecnici) si attesteranno intorno alle 540 unità, pari al 12% del totale, quota di 5 punti inferiore alla media nazionale. Le assunzioni di figure di livello intermedio saranno circa 2.060 (il 45% del totale, in linea con la media nazionale). Di queste, 450 saranno impiegati (il 10% del totale) e poco più di 1.600 figure tipiche del commercio e dei servizi (35%). Le restanti 2mila assunzioni previste riguarderanno figure di profilo più basso, la cui quota sarà pari al 43% (37% la media nazionale). Di questo gruppo faranno parte circa 1.260 figure operaie (il 27% del totale) e 750 figure generiche e non qualificate (16%). Da un confronto con il 2012 emerge che, a Perugia, la quota dei profili high skill sulle assunzioni totali programmate è aumentata di circa 3 punti percentuali, tornando così al livello del triennio 2009-2011. Un andamento analogamente positivo, ma un po´ meno marcato, si registra anche a livello nazionale (2 punti in più). Nella provincia risulta invece in diminuzione la quota di profili operai e generici (-3 punti), mentre si mantiene inalterata quella delle professioni intermedie. Delle oltre 4.600 assunzioni programmate nel 2013 in provincia di Perugia, circa 370 saranno destinate a persone laureate, poco più di 2.200 a diplomati della scuola secondaria superiore, 400 a persone in possesso della qualifica professionale e circa 1.600 a figure a cui non verrà richiesta una formazione scolastica specifica. Al di là della consistenza delle assunzioni, rispetto al 2012 si registra un innalzamento della richiesta di scolarità, che si collega in parte all´aumento dell´incidenza di figure high skill. La quota dei laureati sul totale degli assunti passa, infatti, dal 7% del 2012 all´8% di quest´anno, mentre quella dei diplomati sale dal 37 al 48%. Laureati e diplomati, insieme, detengono quindi il 56% delle assunzioni programmate nella provincia per il 2013, quota che supera di due punti la media nazionale. L´aumento del livello di scolarità richiesto si traduce in minori spazi per coloro che non hanno una formazione scolastica specifica, la cui quota scende dal 48 al 35%; mentre rimane pressoché stabile la quota corrispondente alle assunzioni rivolte a chi ha una qualifica professionale (intorno all´8-9%).  
   
   
LOMBARDIA: BENE L´ACCORDO CIGS ALL´HYDRONIC LIFT DI PERO (MI)  
 
Milano, 30 settembre 2013 - Buone notizie sulla vertenza relativa alla improvvisa chiusura, quest´estate, della Hydronic Lift Spa di Pero (Milano). Il tavolo di confronto promosso da Regione Lombardia per il tramite dell´Agenzia regionale per l´istruzione, la formazione e il lavoro (Arifl) ha consentito alle parti di trovare un accordo, ratificato al Ministero del Lavoro, che tutela al massimo i lavoratori. Hydronic Lift Spa ha sede legale a Varese, unità operativa a Pero e uffici a Gallarate (Varese) e svolge attività di costruzione e commercializzazione di impianti e attrezzature con azionamenti oleodinamici, meccanici ed elettromeccanici ed elettronici. Contenuti Intesa: Due Anni Di Cigs E Dote Per Formazione - L´accordo garantisce ai 29 lavoratori 24 mesi di Cigs con una serie di incentivi previsti per l´accompagnamento alla pensione (per chi può maturarla su un percorso che può arrivare sino a quattro anni e mezzo), per la ricollocazione in altre industrie del settore nel raggio di 80 chilometri e per le uscite volontarie. L´intesa prevede anche percorsi formativi ad hoc progettati con le ´Doti´ regionali e provinciali. E´ anche stato inserito un monitoraggio trimestrale, nel prossimo biennio, da parte delle istituzioni (Regione, Provincia di Milano, Comune di Pero), per verificare con azienda, Univa (Unione industriali di Varese) e organizzazioni sindacali l´andamento delle ricollocazioni. Percorsi Formativi Efficaci Per Ricollocazione - "Un accordo importante - ha commentato l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea - in quanto utilizza al meglio la nostra Dote regionale per offrire ai lavoratori una formazione specifica indispensabile per la loro ricollocazione. Regione Lombardia, in un momento così delicato per l´occupazione, è a fianco di dipendenti e aziende in crisi per aiutarli a trovare strumenti e modalità utili per salvaguardare al più possibile posti di lavoro e conseguentemente, la serenità delle loro famiglie".  
   
   
A BARI IL PRIMO POSTO PER INVENZIONI (168) E MARCHI (748)  
 
Bari, 30 settembre 2013 - L’immaginazione creativa sfida la crisi. E la Puglia, con la provincia di Bari in testa, si rivela regione di inventori, al decimo posto nella graduatoria nazionale. Numeri, quelli raccolti dall’Ufficio Marchi e Brevetti della Camera di Commercio di Bari, che raccontano di una vivace intraprendenza imprenditoriale nonostante il periodo di crisi. Ma anche la propensione del territorio a mettere la creatività al servizio di un mondo che avanza, in soluzioni tecnologiche e digitali, come anche a tenere in debito conto tutto ciò che può rivelarsi utile per la sostenibilità dell’ambiente e più in generale per una migliore qualità della vita e cura della persona. Nel far west della globalizzazione c’è chi si è preoccupato pure di tutelare il made in italy dagli imitatori di professione. Da gennaio ad agosto 2013 sono stati 168 le invenzioni e modelli di utilità e 1.369 i marchi che i cittadini pugliesi hanno presentato alle Camere di Commercio. La provincia di Bari è la più ingegnosa in una regione in cui la creatività non manca. Fra le invenzioni baresi (63 in totale nel periodo di riferimento) c’è una composizione ad uso cosmetico con sansa di olive, una molla per ormeggi ad alta resistenza meccanica ed antiscossone, un sistema di ultima emergenza per trapezio a fascia di kitsurf o windsurf, una bevanda alcolica e analcolica di olive, una porta intelligente a risparmio energetico, un dispositivo per sospendere l’amaca ad un solo albero, un sistema di video tagging, tracciamento e condivisione di immagini per finalità pubblicitarie e di marketing, un tessuto per la realizzazione di un pantalone ad elasticità decrescente verso l’alto con relativo processo di fabbricazione, uno scafo a geometria variabile per imbarcazioni tipo s.W.a.t.c.h. E simili, un sistema per il controllo e la tracciabilità dei rifiuti solidi urbani, un procedimento per la produzione industriale di acqua di mare idonea per uso alimentare, un contenitore per rossetto e un dispositivo per la segnalazione di posture scorrette. Non mancano i modelli di utilità, 52 nel barese: ce ne è uno che risolve il problema della collocazione del cucchiaio o altro utensile durante la cottura: è una pinza da apporre sui manici delle pentole con supporto passante, un chiodo endomidollare per la correzione dell’alluce valgo, una grattugia per formaggio telescopica manuale chiudibile e portabile, un cartellino con microchip e codice alfanumerico da apporre sui prodotti per combattere la contraffazione, un telefono cellulare da indossare sugli occhi, un piercing decorativo per automobile, una imbottitura per padelle, un utensile per mangiare olive e per riporne il nocciolo senza contatto manuale, occhiali multimediali trasformabili in cuffia, una mutanda pirata per portatori di nileostomia e colostomia, un pantalone con effetto linfodrenante,un kit per la trasformazione di una bicicletta tradizionale in bicicletta elettrica. 748 i nuovi marchi baresi. “Scorrendo la lista – dice Alessandro Ambrosi, presidente della Camera di Commercio di Bari e vice presidente di Unioncamere Puglia – può elaborarsi una indagine su costumi, abitudini, necessità e soluzioni del nuovo Secolo. La Puglia è all’avanguardia e le innovazioni dei nostri inventori sono lo specchio della modernità che avanza e della loro capacità di recepire il nuovo ed essere altamente competitivi con le loro proposte, dalla domotica al risparmio energetico ma anche al riutilizzo di materiali di scarto tipici del nostro territorio, penso alla sansa di olive per uso cosmetico o alle olive per farne bevande alcoliche e analcoliche o nell’ambito della sostenibilità ambientale al kit per la trasformazione di una bicicletta tradizionale in bicicletta elettrica. La Puglia e la provincia di Bari in particolare ha dato dimostrazione di grande sensibilità al tema dell’innovazione: è un humus molto fertile che rivela una elevata propensione alla creatività nell’intraprendenza imprenditoriale. Bisogna dire che le istituzioni locali in questi anni non sono state a guardare, ma che hanno sostenuto questo processo virtuoso, attraverso bandi pubblici ed incentivi per la creazione di imprese innovative o percorsi di accompagnamento per le start up, fra cui il nostro Valoreassoluto, Il problema dell’accesso al credito e della formazione restano esigenze ancora solo in parte soddisfatte ma sono state cercate e si continuano a cercare soluzioni anche per questo. La Camera di Commercio lo scorso anno ha organizzato un percorso formativo per facilitare l’accesso del sistema imprenditoriale locale agli strumenti di proprietà industriale, con particolare riguardo alla lotta alla contraffazione, in Italia e all’estero”. E intanto il 30 settembre prossimo al Centro congressi Palacassa, Fiere di Parma, si svolgerà il Salone della proprietà industriale. Dati Puglia: Marchi, Invenzioni e modelli di utilità dal 1° gennaio al 31 agosto Fonte: Ufficio marchi e brevetti Camera di Commercio di Bari Bari: Marchi 748- Invenzioni 63- Modelli di utilità 52. Lecce: Marchi 274- Invenzioni 13- Modelli di utilità 10.: Foggia: Marchi 94 - Invenzioni 3 - Modelli di utilità 4. Taranto: Marchi 168 - Invenzioni 6 - Modelli di utilità 8. Brindisi: Marchi 85 - Invenzioni 4 - Modelli di utilità 5.  
   
   
IMPRESE: IN MONTENEGRO,L´ABRUZZO ALLA FIERA DELL´EDILIZIA  
 
Pescara, 30 settembre 2013 - Alla presenza dell´ambasciatore in Montenegro, Vincenzo Del Monaco, del ministro dell´Economia del Montenegro, Nikola Jablan, del vicepresidente della Giunta regionale, Alfredo Castiglione, e del vicepresidente di Confindustria Abruzzo, Paolo Primavera, si è tenuta la cerimonia d´inaugurazione dell´apertura della Fiera dell´Edilizia e delle energie rinnovabili a Budva in Montenegro. "Questa iniziativa alla quale partecipiamo attraverso lo sportello regionale per la internazionalizzazione - afferma Castiglione - ha l´obiettivo di fornire alle aziende abruzzesi l´occasione di entrare in contatto con partner selezionati del Montenegro. La missione si rivolge prioritariamente ad aziende del settore edilizia, progettazione e sviluppo di software nel settore delle costruzioni, efficienza energetica ed energie rinnovabili". La Regione Abruzzo, nell´ambito della fiera di Budva, ha messo a disposizione delle aziende partecipanti un´area comune allestita di 30 mq, all´interno della quale si registrano gli incontri B2b con controparti locali selezionate che presentano materiale illustrativo o campioni delle loro produzioni. Il vicepresidente, Alfredo Castiglione, da diversi anni attento e impegnato sull´internazionalizzazione delle imprese, soprattutto nell´area Mediterranea e Balcanica, si è detto "soddisfatto della Fiera e delle opportunità per le aziende abruzzesi". Durante l´incontro con le Istituzioni, Castiglione ha aggiunto: "Sono convinto che le aziende abruzzesi potranno superare il pessimo momento economico con le riforme che l´Assessorato allo Sviluppo economico ha promosso e continuerà a promuovere, un nuovo modello dove l´internazionalizzazione ha un ruolo fondamentale".  
   
   
"ISOLAVERDE" TARANTO: PREVALGA SPIRITO SOLIDALE, EVITARE LICENZIAMENTI  
 
Bari, 30 settembre 2013- Sulla vertenza “Isolaverde” di Taranto – società partecipata da Provincia e Italia Lavoro che si occupa di pulizie, raccolta differenziata, manutenzioni e scarichi – interviene l’assessore al Lavoro, Leo Caroli. “Dispiace constatare che nella vertenza Isolaverde l’accordo firmato lo scorso 21 luglio presso l’assessorato al Lavoro della Regione per la salvaguardia occupazionale dei dipendenti sia stato sostanzialmente disatteso”. “Infatti – prosegue – non risulta onorato l’impegno delle parti – sindacati e società – ad attivare un confronto territoriale finalizzato alla sottoscrizione di un contratto di solidarietà. In questo ambito auspico fortemente che non trovino spazio le spinte corporative ed egoiste che porterebbero al licenziamento di 120 esuberi. Mi auguro invece che prevalga lo spirito solidale che porti, anche a fronte di qualche sacrificio, ad evitare che anche un solo licenziamento possa intervenire nella vertenza”. “Al fine – conclude - di verificare lo stato di attuazione dell’accordo del 21 luglio e per favorire la ricomposizione del quadro delle relazioni tra sindacati e azienda, la Regione pronta a fare ogni sforzo utile”.  
   
   
VARESE - LE ASSUNZIONI PREVISTE SECONDO I DATI EXCELSIOR 2013  
 
Varese, 30 settembre 2013 - La quota d’imprese che in provincia di Varese prevedono assunzioni per il 2013 è ferma all’11,7%, anche se export e innovazione sembrano ancora in grado di creare un po’ d’occupazione. Tale quota infatti sale al 14% nel caso di aziende con progetti di sviluppo di nuovi prodotti o servizi e si supera il 18% per quelle che vendono sui mercati esteri. I dati emergono dall’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sulle base dell’“Indagine Excelsior 2013”, condotta a livello nazionale da Unioncamere e Ministero del Lavoro e pubblicata oggi (giovedì 26 settembre, ndr). Il totale delle assunzioni previste per il Sistema Varese è di 6.640. Dato che, tuttavia, non compensa il flusso dei 9.380 lavoratori in uscita, determinando un saldo negativo di -2.740 unità (-1,4%). Il maggior numero di assunzioni è previsto da quei settori che, nonostante le crisi aziendali anche recenti, rappresentano tuttora l’ossatura del tessuto produttivo varesino: la metalmeccanica (680 entrate previste) e il tessile-abbigliamento (390). Nel commercio, pur in un periodo difficile come l’attuale, sono previste 810 assunzioni, 780 nel turismo e ristorazione e 580 nei trasporti e logistica. Quasi un terzo delle imprese indirizzeranno la loro preferenza verso i giovani al di sotto dei 30 anni e nel 35% dei casi il contratto sarà a tempo indeterminato. I principali risultati a livello varesino dell’“Indagine Excelsior 2013” sono disponibili su “Osserva”, portale statistico della Camera di Commercio: http://www.Osserva-varese.it/index.php/site/osservatorio-economico/domanda-di-lavoro