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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Settembre 2013
TRASPORTI: LA COMMISSIONE EUROPEA ESORTA L’ITALIA, CIPRO E LA GRECIA AD ATTUARE LE NORME UE PER SBLOCCARE LA CONGESTIONE DELLO SPAZIO AEREO EUROPEO  
 
Bruxelles, 30 settembre 2013 - La Commissione europea, il 26 settembre ha chiesto all’Italia, a Cipro e alla Grecia di chiarire con urgenza le misure adottate per istituire blocchi funzionali di spazio aereo (Fab), previste dalla normativa del 2004 sul cielo unico europeo allo scopo di riformare l’obsoleto sistema europeo di controllo del traffico aereo. I blocchi funzionali di spazio aereo sono finalizzati a sostituire l’attuale congerie di 27 blocchi nazionali di traffico aereo con una rete di blocchi regionali, di dimensioni maggiori, per guadagnare in efficienza, tagliare i costi e ridurre le emissioni. Obiettivo della Commissione è prevenire una crisi di capacità in quanto nei prossimi 10-20 anni si prevede un aumento del 50% del numero dei voli. Nel complesso, le inefficienze nel frammentato spazio aereo europeo comportano ogni anno costi straordinari per quasi 5 miliardi di Eur a carico delle compagnie aeree e dei loro clienti. In media un volo percorre 42 chilometri in più del necessario, costringendo gli aeromobili a consumare più carburante, generare maggiori emissioni, pagare maggiori diritti di utilizzo, già costosi di per sé, senza parlare dell’aumento dei ritardi. Gli Stati Uniti controllano uno spazio aereo della stessa estensione, avente un traffico superiore, con costi quasi dimezzati. Il vicepresidente Siim Kallas ha dichiarato: “La presente azione legale deve inviare un messaggio politico forte circa la nostra determinazione a proseguire le riforme estremamente necessarie nell’ambito del controllo del traffico aereo in Europa. Per oltre 10 anni, sulla strada verso il cielo unico europeo, le nostre compagnie aeree e i loro clienti hanno dovuto sopportare ritardi e servizi non all’altezza. Non possiamo permetterci di continuare così. I cieli europei affrontano una crisi di capacità e la riforma del nostro obsoleto sistema di controllo del traffico aereo è troppo importante per i passeggeri, le compagnie aeree e l’ambiente per essere lasciata fallire”. Nel 2004 è stato introdotto l’obbligo per gli Stati membri di istituire i Fab. A causa dei lenti progressi compiuti, nel 2009 è stato fissato il termine vincolante del 4 dicembre 2012, ma l’attuazione procede ancora troppo lentamente. La Commissione chiede ora chiarimenti, con una lettera di costituzione in mora, sulle misure adottate dall’Italia, da Cipro e dalla Grecia per istituire le strutture giuridiche di base per la realizzazione dei Fab. I ritardi nell’istituzione dei Fab operativi impediscono in misura considerevole l’attuazione del cielo unico europeo dell’Ue, causando così inefficienze in tutto il sistema europeo di gestione del traffico aereo, con costi aggiuntivi per quasi 5 miliardi di Eur all’anno che ricadono sulle compagnie aeree e i loro clienti, nonché un aumento dei tempi di percorrenza, dei ritardi e delle emissioni. Contesto: I blocchi funzionali di spazio aereo sono all’origine del piani ambiziosi che intendono riformare l’obsoleto sistema europeo di controllo del traffico aereo e creare un cielo unico europeo. La Commissione ha chiesto informazioni, con una lettera di costituzione in mora, all’Italia, a Cipro e alla Grecia sull’adeguamento alle disposizioni fondamentali della normativa sul cielo unico, in particolare l’articolo 9 bis del regolamento (Ce) n. 550/2004 che stabiliva la piena attuazione dei Fab, a norma dell’articolo 2, paragrafo 25, del regolamento (Ce) n. 549/2004 da parte di tutti gli Stati membri dell’Ue entro il 4 dicembre 2012 — con l’obbligo di consentire l’uso ottimale dello spazio aereo in relazione alla capacità e all’efficienza del volo, nonché all’obbligo di fornire servizi di navigazione aerea ottimizzati in tutta l’Ue. Per istituire un Fab, in primo luogo gli Stati membri devono creare la struttura giuridica, attraverso accordi firmati dagli Stati membri partecipanti. Solo una volta istituita la struttura giuridica può iniziare il difficile lavoro operativo per guadagnare in efficienza in termini di riduzione dei ritardi, dei costi e delle emissioni nel settore del trasporto aereo. La Commissione esamina attualmente la possibilità di avviare procedimenti di infrazione nei confronti di tutti gli Stati membri, e in particolare nei casi in cui non si intravvedono progressi di riforma. Nonostante il termine vincolante del dicembre 2012 imposto agli Stati membri per l’istituzione dei blocchi funzionali di spazio aereo, nessuno dei nove blocchi finora istituiti nell’ambito del cielo unico europeo è pienamente operativo. Oltre a portare avanti le procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri che non rispettano i loro obblighi giuridici stabiliti dalla legislazione sul cielo unico europeo, la Commissione ha adottato proposte per un secondo pacchetto di misure legislative sul cielo unico (Ses2+) che consentiranno di accelerare la riforma del sistema di gestione del traffico aereo europeo, rafforzando i punti cardine del sistema, in modo che possa resistere a una maggiore pressione e a realizzare riforme ambiziose.  
   
   
EUROPA: PARERE COMITATO REGIONI “STRATEGICI I PICCOLI AEROPORTI”  
 
Bruxelles, 30 settembre 2013 – In Europa oltre il 40 per cento degli aeroporti ha dimensioni, in termini di traffico medio annuale, inferiore a 200 mila passeggeri, ma la loro funzione è comunque strategica. Tali aeroporti, infatti, collegano regioni spesso geograficamente svantaggiate, mal collegate, vuoi per ragioni morfologiche, ma anche storiche. Sono aeroporti che sopportano elevati ed inevitabili costi fissi che non è possibile ridurre avendo un bacino di utenza estremamente ridotto. Strutture che non potrebbero sopravvivere senza il sostegno pubblico. Questo è quanto sostiene il parere approvato il 26 settembre dalla Commissione coesione territoriale del Comitato delle Regioni d’Europa, di cui è stata relatrice la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, con l´assistenza della dott.Ssa Olga Simeon, in qualità di esperto nazionale. Il parere sarà sottoposto alla prossima riunione plenaria del Comitato delle Regioni d’Europa e quindi trasmesso alla Commissione Europea. Nel parere la presidente Marini ricorda che gli interventi pubblici a sostegno della costruzione e dell´ampliamento di infrastrutture rappresentano in larga parte autentiche misure generali di politica economica che non configurano aiuti di Stato. Molti, troppi territori dell’Unione sono scarsamente accessibili, troppe Regioni sono mal collegate, la mobilità dei cittadini dell’Unione è fortemente compromessa, e quindi il mercato unico è frammentato. Gli obiettivi Europa 2020 richiedono infrastrutture aggiornate, intermodali, e lo Stato e le Regioni hanno un preciso ruolo e una precisa responsabilità pubblica in tal senso. In riferimento ai piccoli aeroporti, il parere sostiene che in taluni casi questi svolgono autentici servizi di interesse economico generale, altri no, ma non per questo sono meno importanti, perché comunque garantiscono un collegamento migliore e alternativo ai cittadini migliorandone la mobilità: “crediamo fermamente – ha affermato la presidente Marini - che il sostegno pubblico di questi aeroporti non configuri aiuto di Stato, perché incapace di alterare i flussi commerciali e le condizioni di concorrenza tra Stati membri e nemmeno tra Regioni”. Quanto alla volontà della Commissione Europea di varare norme più severe che riducano e in alcuni casi azzerino l’intervento pubblico sia per la gestione degli aeroporti sia per politiche di investimento, al fine di tutelare la libera concorrenza – principio che la presidente Marini, a nome delle Regioni d’Europa, ha sostenuto di condividere in linea generale – nel parere si afferma però che “non sono le regole degli aiuti di Stato lo strumento per indurci ad interrompere il nostro sostegno ai piccoli aeroporti”. Nel parere, inoltre, si sostiene essere inadeguato il fatto che la Commissione applichi, ad aeroporti estremamente eterogenei per dimensioni e caratteristiche non solo geografiche, uno stesso approccio senza differenziazioni. Il riferimento è al termine di 10 anni che la Commissione individua come tempo massimo entro il quale anni tutti gli aeroporti sotto i 3 milioni di passeggeri l’anno debbano adottare strategie di mercato che gli consentano di coprire i costi di funzionamento con risorse proprie e dinamiche di mercato. “Alla Commissione, le Regioni d’Europa chiedono – ha proseguito la presidente Marini - di conservare gli aiuti al funzionamento degli aeroporti con traffico annuale inferiore al milione di passeggeri anche oltre i 10 anni di periodo transitorio proposto, in base ad una valutazione della Commissione che tenga conto delle dimensioni e degli eventuali efficientamenti gestionali”. Secondo le Regioni europee anche gli investimenti pubblici finalizzati al collegamento intermodale degli aeroporti non dovrebbero rientrare nel campo di applicazione degli orientamenti della Commissione che ritiene invece anche questi interventi configurabili come aiuti di Stato da far rientrare nel blocco. Il parere si conclude con un preciso riferimento al sistema stringente di controllo degli aiuti di Stato dell’Unione che è unico al mondo per rigidità e che la competitività dell’aviazione europea a livello globale non può prescindere dai massicci finanziamenti pubblici che negli Stati Uniti, in Asia e in Medio Oriente continuano ad essere elargiti alle infrastrutture aeroportuali e alle compagnie ponendo l’Unione in una situazione di rischioso svantaggio competitivo: “anche per questa ragione – ha concluso la presidente Marini – chiediamo alla Commissione di prendere in considerazione la possibilità di finanziare nuove rotte da aeroporti europei verso aeroporti al di fuori dello spazio aereo comune europeo”.  
   
   
PRECISAZIONI DELL’ENAC IN MERITO AL SERVIZIO DELLA TRASMISSIONE TELEVISIVA LE IENE SULLE ATTIVITÀ ELICOTTERISTICHE SOPRA LE ISOLE EOLIE  
 
Roma, 30 settembre 2013 - In relazione al servizio della trasmissione Le Iene sulle attività elicottersistiche sulle Isole Eolie, andato in onda il , 26 settembre 2013, sebbene la parte dell’intervista Enac sia stata realizzata nel mese di aprile, l´Enac rende noto che ad oggi, nonostante vari solleciti inviati a partire dal 2011, non ha ancora ricevuto da parte degli Enti preposti, l’integrazione dei dati geografici e dei volumi di spazio aereo da interdire per la necessaria valutazione tecnica ai fini aeronautici. In particolare l’Enac ha richiesto agli Enti competenti, di indicare elementi determinanti quali la definizione dei limiti laterali, l’indicazione dei limiti verticali e le eventuali note aggiuntive. L’enac, che ancora non ha avuto riscontro in merito a tali coordinate, rinnova comunque la propria disponibilità ad avviare le verifiche finalizzate all’emanazione, in tempi rapidi, del provvedimento di divieto di sorvolo. Si sottolinea che la richiesta era stata avanzata all’Enac non per motivi di sicurezza del volo, bensì ai fini della tutela ambientale del territorio. In merito, invece, alla tutela della sicurezza delle operazioni sopra il vulcano Stromboli, come evidenziato anche in fase di realizzazione del servizio delle Iene, su questa zona è in vigore il divieto di sorvolo, istituito in accordo alla regolamentazione internazionale aeronautica. Il divieto prevede una zona proibita per tutti voli entro un area centrata sulle coordinate 384739N 0151240E, per un raggio di 0.30 miglia nautiche dal livello del suolo, a 5000 Ft (piedi) sul livello medio del mare. Inoltre, in base a richieste e dati forniti dalla Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), sempre sulle aree limitrofe allo Stromboli, è in corso di pubblicazione la segnalazione di un’ulteriore zona definita “dangerous”, per la quale sussiste l’avviso ai naviganti di attività pericolosa. In ogni caso, la zona “dangerous” è permeabile sulla base della responsabilità dell´operatore e del pilota, in accordo alla valutazione da parte del medesimo del livello di pericolosità del vulcano. Si ribadisce, pertanto, che il sorvolo è vietato ai voli turistici; sono esentati esclusivamente gli aeromobili di Stato e gli aeromobili direttamente coinvolti in operazioni di soccorso e salvataggio o autorizzati dalla Protezione Civile. L’enac, infine, precisa che la Air Panarea non è titolare di certificato di operatore aereo e di licenza di esercizio per il trasporto aereo, ma svolge attività di brokeraggio per la vendita di biglietti per trasporto passeggeri e di intermediazione per il lavoro aereo. In particolare, i voli commercializzati da Air Panarea vengono realizzati da altri operatori in possesso di certificato di operatore aereo e di licenza di esercizio, che devono comunque operare nel rispetto delle norme. L’enac ha, a suo tempo, chiesto a Air Panarea di mettere a disposizione dei possibili utenti, informazioni corrette rispetto ai voli effettuati.  
   
   
38A ASSEMBLEA GENERALE DELL’ICAO IN CORSO IN CANADA: L’ITALIA RICONFERMATA TRA LE NAZIONI LEADER DELL’AVIAZIONE CIVILE MONDIALE CON 150 VOTI SU 173 VOTANTI  
 
Roma, 30 settembre 2013 Sabato 28 settembre, a Montreal, i delegati della 38a Assemblea Generale dell’Icao (International Civil Aviation Organization), l’organismo dell’Onu che riunisce le autorità per l’aviazione civile di 191 Stati, hanno votato per il rinnovo dei Paesi membri del Consiglio. L’italia è stata riconfermata in prima fascia ottenendo 150 voti su 173 votanti, ovvero 4 voti in più rispetto alle elezioni di tre anni fa, riaffermando, pertanto, un ruolo da leader tra le Nazioni aeronauticamente più avanzate. L’assemblea, che è in corso dal 24 settembre al 4 ottobre, si riunisce una volta ogni tre anni ed è convocata dal Consiglio dell’Icao proprio per stabilire la politica dell’Organizzazione per il successivo triennio. Nel Consiglio dell’Icao sono presenti 36 Paesi suddivisi in tre fasce: ogni tre anni la collettività dei 191 Stati membri sceglie quali debbano essere le Nazioni presenti in Consiglio e in quale fascia debbano essere collocate. L’elezione di ieri è una riconferma dell’autorevolezza, nel settore del trasporto aereo internazionale, dell’Italia e del lavoro svolto dall’Enac, dal Ministero degli Affari Esteri, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalla delegazione italiana che rappresenta permanentemente il nostro Paese presso Montreal, sede centrale dell’Icao. All’interno dell’Icao l’Italia, che è membro del Consiglio dal 1951, partecipa al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’Organizzazione contribuendo a migliorarne l’efficacia e sostenendo la promozione della cooperazione tra gli Stati membri per un sicuro, efficace e sostenibile miglioramento del trasporto aereo. La rappresentanza italiana alla 38a Assemblea, come da decreto del Ministro degli Affari Esteri, è guidata dal Direttore Generale dell’Enac Alessio Quaranta il quale prende parte, insieme agli altri delegati nazionali, alle varie sezioni di lavoro finalizzate ad analizzare le attività che sono state svolte dalla precedente assemblea e ad approvare il programma e il budget dell’Organizzazione per il triennio successivo, quindi fino alla prossima sessione prevista nel 2016. I Capi delegazione alternati, individuati sempre attraverso decreto dalla Farnesina, sono il Console Generale d’Italia a Montreal, Enrico Padula che è anche il Rappresentante Permanente nel Consiglio Icao, e il Vice Direttore Generale dell’Enac, Benedetto Marasà. Fanno parte della delegazione altri dirigenti dell’Enac, rappresentanti dell’Aeronautica Militare e dell’Enav. L’assemblea rappresenta anche un’occasione favorevole per una serie di incontri bilaterali tra Stati. Il Direttore Generale Quaranta, infatti, si è confrontato con numerosi omologhi di altre Nazioni e, in particolare, ha avuto incontri di estrema rilevanza con la Transportation Security Administration (Tsa), organismo americano deputato alla sicurezza nell’accezione di security, con il Department of Transportation, il dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, e con l’autorità per l’aviazione civile dell’Australia. Il risultato è anche frutto della ottima collaborazione instauratasi in questi anni con il Ministero degli Affari Esteri e con tutta la rete diplomatica, con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con l’industria aeronautica nazionale, peraltro presente a Montreal, consolidando l´immagine del sistema Paese Italia. Ciò ha consentito di avviare importanti sinergie con gli altri Stati membri che consentiranno un ulteriore consolidamento dell’Italia nell’ambito dell’industria aeronautica finalizzato a rafforzare la presenza nel settore internazionale. Nell’ambito delle due settimane di durata della 38a Assemblea Generale dell’Icao, vengono trattati temi di rilievo per l’aviazione civile internazionale. Tra gli argomenti al centro del dibattito vanno ricordati: la sicurezza del volo, la security, la gestione del traffico aereo, l’economia dell’aviazione e l’impatto climatico. Particolare attenzione è riservata proprio alla questione del cambiamento climatico, in quanto uno dei principali obiettivi del trasporto aereo, condiviso da governi e compagnie aeree, è rappresentato dall’aumento della sostenibilità ambientale e dal raggiungimento di zero emissioni di carbonio nel prossimo futuro.  
   
   
BEI FORNISCE 200 MILIONI DI EURO A SOSTEGNO SCHIPHOL AIRPORT TRASFORMAZIONE TERMINALE E LA FINE DEI CONTROLLI DI SICUREZZA DEL CANCELLO  
 
Lussemburgo, 30 settembre 2013 - La Banca europea per gli investimenti (Bei), istituto di credito a lungo termine dell´Europa ha accettato di fornire un prestito di 200 milioni di euro al Gruppo Schiphol per finanziare significativa trasformazione di Amsterdam Schiphol Airport. Ciò permetterà di migliorare l´esperienza dei passeggeri in aeroporto, attraverso la costruzione di un impianto centralizzato controlli di sicurezza, che termina la necessità per i singoli controlli di sicurezza ad ogni porta in tutta Terminal. È stato firmato il contratto di mutuo presso l´aeroporto di Schiphol da Els de Groot, Executive Vice President e Cfo del Gruppo Schiphol e il Vicepresidente della Bei responsabile per l´olandese Pim van Ballekom. Els de Groot, C hief Financial Officer del Gruppo Schiphol detto " W e benvenuto la Bei sostegno continuo per i nostri investimenti aeroportuali, a seguito di finanziamenti di successo dalla Bei negli ultimi dieci anni di altri importanti progetti di Schiphol tra cui t ha quinta pista e la Mb 70 bagaglio programma di sistema. Per rimanere aeroporto d´Europa preferito che investirà un ulteriore milione di Eur 500 nei prossimi anni. Una parte importante di questo è direttamente correlata alla creazione di una centrale di sicurezza impianto per l´intero terminale. Cancello controlli di sicurezza per i voli a non-Schengen destinazioni scompariranno e saranno sostituiti da cinque filtri di sicurezza centrali . Questa si sia migliorare passeggeri comfort e migliorare significativamente l´efficienza del processo di gestione dei passeggeri per l´aeroporto e le compagnie aeree ". "Come Europ quarto aeroporto più grande della posta Schiphol è un gateway passeggero cruciale e collegamento di trasporto. La Bei è lieta di sostenere programmi di investimento del aeroporto a lungo termine essenziale per il rispetto delle future norme di sicurezza internazionali, migliorando l´esperienza e il comfort dei passeggeri , migliorando l´efficienza dell´aeroporto, e migliorare la puntualità . Questa trasformazione creerà centinaia di posti di lavoro di costruzione e di contribuire a rendere il viaggio attraverso Schiphol più facile. "ha detto il Vicepresidente della Bei Pim van Ballekom. Berthold Leeftink, Direttore Gener altri per le Imprese e l´Innovazione della olandese Ministero degli Affari economici presenti alla firma , ha detto "La Bei è un´istituzione molto rispettata nel settore finanziario globale, con il più alto rating creditizio ed eccellente competenza. Sono quindi lieto che essi hanno di nuovo scelto per i nvest nei Paesi Bassi, con questo prestito di classe mondiale hub di Schiphol ". Il programma di investimento di capitale di Schiphol aeroporto sostenuto dal finanziamento Bei 20 anni consentirà la progettazione e la costruzione di una zona centrale di sicurezza per i passeggeri extra-Schengen. Questo separerà passeggeri in arrivo da passeggeri in partenza, rimuovere controlli di sicurezza negli g Ates e comprendono un nuovo soppalco sopra il check-in per i controlli di sicurezza. Il regime riqualificare l´edificio del terminal per migliorare le strutture dei passeggeri e consentire il collegamento ai passeggeri di essere controllato in modo più efficiente e si prevede di migliorare in modo significativo la puntualità dei voli. Preparazione del progetto avviato nel 2012 per garantire il minimo disturbo di utenti degli aeroporti durante la fase di costruzione e di lavori, in casi dovrebbe essere completato entro la metà del 2015. Il prestito Bei sarà erogato per riflettere i progressi del progetto. Dal 2007 la Bei ha fornito 77 miliardi di euro per investimenti nei trasporti in tutta Europa e non solo, tra cui il sostegno agli investimenti l´aeroporto di Francoforte, Helsinki, Dublino, Milano e Lione e la Tanzania. Negli ultimi 5 anni la Bei ha fornito quasi 8 miliardi di euro per i progetti di investimento a lungo termine nei Paesi Bassi, tra cui il supporto per il Maasvlaakte, trasformazione del campus Vrije Universiteit e allargando la A12 tra Lunetten e Veenendaal .  
   
   
TOYOTA RICHIAMA 700.000 MINIVAN. LO "SPORTELLO DEI DIRITTI" CHIEDE SE IL DIFETTO RIGUARDI TUTTE LE MINIVAN  
 
Lecce, 30 settembre 2013 - La casa automobilistica giapponese Toyota ha ordinato in Nord America il ritiro di circa 700.000 minivan dal mercato.. Il motivo dichiarato: il pomello del cambio automatico modello Sienna crea problemi. Esso può saltare fuori dalla posizione di "fermo", come previsto senza che il pedale del freno venga premuto. La vettura può rimettersi in marcia senza conducente da sola a causa di questo problema. Negli Stati Uniti, il richiamo riguarda un totale di 615 000 Sienna dei modelli anni 2004, 2005 e 2007-2009. In Canada, sono 56 000. La Toyota Sienna è una delle monovolume più popolari in Nord America. Tre anni fa, la Toyota ha dovuto richiamare 870.000 auto a causa di problemi di corrosione. Ancora una volta lo “Sportello dei Diritti” che, come é noto, é impegnato anche in una costante attività di monitoraggio internazionale sulle questioni che riguardano la tutela dei consumatori, chiede a Toyota per il tramite del presidente e fondatore, Giovanni D´agata, se il difetto rilevato in America sia circoscritto alle autovetture prodotte nel paese statunitense o se riguardi genericamente il modello " minivan " e se in caso affermativo di provvedere immediatamente alla sostituzione della componente anche per quelle circolanti in Europa.  
   
   
PIASTRA LOGISTICA TERNI-NARNI, ASSESSORE UMBRIA INCONTRA IMPRENDITORI  
 
Perugia, 30 settembre 2013 – “I lavori per la realizzazione della piastra logistica di Terni-narni sono in fase avanzata e nella primavera prossima saranno pronte le infrastrutture per il trasporto su gomma delle merci. Con l’approssimarsi della conclusione dei lavori, diventa ora cruciale definire il percorso e le modalità per l’individuazione di un soggetto per la gestione dell’infrastruttura, in maniera da garantire un forte protagonismo delle aziende del settore trasporti e logistica, o altrimenti interessate, del territorio. La corretta e tempestiva definizione della gestione è fondamentale affinché l’opera possa essere messa in piena operatività e possa esplicare appieno gli effetti benefici attesi per il tessuto economico ternano e regionale”. Lo ha sottolineato l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Silvano Rometti, incontrandosi ieri, per discutere di questi aspetti, nella sede di Confindustria a Terni, con gli imprenditori del settore trasporti di Confindustria Umbria. L’incontro, al quale ha preso parte il presidente di Confindustria Umbria Umbro Bernardini, è stata l’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori avviati nell’agosto 2012 e sulle prospettive di sviluppo e messa in operatività della piastra logistica. “Il sistema delle piattaforme logistiche di cui doteremo l’Umbria per la movimentazione delle merci dell’area Terni-narni, dell’Altotevere e di Foligno – ha ricordato Rometti – è cruciale per lo sviluppo del sistema economico e produttivo dell’intera Umbria. La base logistica intermodale di Terni-narni permetterà di superare la marginalità logistica del bacino ternano, da sempre interessato da grandi transiti e da esigenze di movimentazione ed esportazione delle merci, inserendolo in due corridoi trasversali di notevole rilievo commerciale: quello che parte dal porto di Civitavecchia, attraversa l’Umbria e arriva al porto di Ancona attraverso l’interporto di Orte e Jesi e le piastre di Terni e Foligno, e quello che va dall’interporto di Frosinone fino a Pescara passando per l’interporto d’Abruzzo. Sarà, pertanto, parte integrante della piattaforma logistica territoriale dell’Italia centrale. Con la realizzazione della piastra, le imprese del territorio potranno usufruire di nuovi servizi per razionalizzare i trasporti e ridurre i relativi costi”. “Le prospettive legate alla gestione e alla messa in funzione della piastra logistica – ha concluso l’Assessore Rometti – saranno oggetto, a breve, di un ulteriore incontro con la partecipazione di Sviluppumbria e dei soggetti istituzionali interessati”.  
   
   
DAGLI ENTI LOCALI TOSCANI UNA SCELTA DI CAMPO IN FAVORE DELLA BICICLETTA  
 
Firenze, 30 settembre 2013 - Si è tenuto il 26 settembre a Firenze, giorno centrale della settimana dei Mondiali di ciclismo, il seminario "Toscana terra di ciclisti" in cui amministratori e tecnici hanno definito le iniziative da percorrere insieme per sviluppare la mobilità ciclistica. Nell´attuale congiuntura economica è aumentato l´interesse di molti cittadini a dare risposta alle proprie esigenze di spostamento in modo piacevole ed economico, attraverso l´uso della bicicletta, rinnovando la tradizione che vede i toscani ciclisti e appassionati di ciclismo. I dati rivelano che oltre un milione e trecentomila toscani utilizzano abitualmente la bicicletta (si tratta della metà dei residenti tra i 14 ed i 70 anni) e presto gli attuali 500 chilometri di piste ciclabili presenti nella nostra regione saranno raddoppiati. Le istituzioni si sono quindi poste l´obiettivo congiunto di mettere in atto una serie di iniziative per incentivare l´uso della bicicletta tramite azioni che consentiranno ai ciclisti di spostarsi in modo più rapido e sicuro riducendo contestualmente i livelli di inquinamento dell´aria e di congestione del traffico che affliggono numerose città toscane. Regione Toscana e Anci, con il patrocinio dell´Upi, del Comune di Firenze e della Provincia di Firenze e con la collaborazione di Fiab e Legambiente si sono confrontati, con numerosi e qualificati interventi di amministratori e tecnici, approfondendo lo stato della mobilità ciclistica ed avviando iniziative di pianificazione, realizzazione e promozione degli interventi in questo settore, anche in attuazione delle nuove opportunità fornite dalla legge regionale 27/2012, che prevede specifiche possibilità di intervento con relativi finanziamenti regionali. L´assessore regionale alle infrastrutture e alle piste ciclabili, Vincenzo Ceccarelli, nel suo intervento di introduzione del seminario, ha detto che "la Regione destinerà 9 milioni di euro nei prossimi tre anni alla realizzazione della ciclopista dell´Arno: 270 km di tracciato che attravereranno 4 province e 48 comuni e permetteranno di pedalare lungo l´Arno come avviene lungo il Danubio, il Reno o l´Elba. Un anno fa con la legge regionale 27/2012 abbiamo dato il via ad un programma di investimenti grazie al quale verrà realizzata una rete di oltre 1.000 km di percorsi ciclabili. Abbiamo cioè deciso che l´8% del totale delle risorse che investiamo in infrastrutture per la mobilità sia destinata alla realizzazione di piste ciclabili o di altre strutture ad esse funzionali come ciclostazioni, segnaletica e parcheggi scambiatori. Si tratta di una precisa scelta di campo che intendiamo valorizzare proprio mentre i Mondiali si disputano in Toscana". Anci Toscana, anche a nome del presidente Alessandro Cosimi, ha espresso particolare apprezzamento per l´impegno dimostrato della Regione e dagli Enti locali per lo sviluppo della mobilità ciclistica, dichiarando la forte volontà di svolgere un ruolo di raccordo tra la Regione ed i Comuni per rendere omogenee le modalità di elaborazione dei piani comunali per la mobilità ciclistica, previsti dalla legge regionale 27/2012 che potranno essere cofinanziati dalla Regione e che costituiranno il principale riferimento per l´elaborazione e il finanziamento dei progetti di intervento. Sono inoltre intervenuti gli assessori Filippo Bonaccorsi del Comune di Firenze, Marco Gamannossi della Provincia di Firenze, Antonio Perferi della Provincia di Arezzo, David Gay del Comune di Pisa.  
   
   
PIEMONTE, ANAS: OGGI IN GAZZETTA UFFICIALE BANDO DI GARA PER LAVORI SUL COLLEGAMENTO EST-OVEST DI CUNEOL`INVESTIMENTO COMPLESSIVO È DI 800MILA EURO  
 
Torino, 30 settembre 2013 - L`anas pubblicherà sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì, 30 settembre 2013, il bando di gara per l`affidamento degli interventi di difesa spondale del viadotto sul torrente Gesso lungo il Collegamento Est-ovest di Cuneo. L`appalto prevede un investimento complessivo di 800mila euro. Il termine stabilito per l`esecuzione dei lavori è di 217 giorni naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna dei lavori. Le domande di partecipazione dovranno essere inviate ad Anas S.p.a. - Compartimento della Viabilità per il Piemonte - Corso Giacomo Matteotti, 8 - 10121 Torino, entro e non oltre le ore 13,00 di venerdì 25 ottobre 2013. Per informazioni dettagliate su tutte le gare d`appalto è possibile consultare il sito internet www.Stradeanas.it    
   
   
SICILIA, ANAS: OGGI IN GAZZETTA UFFICIALE UN BANDO DI GARA DA 1 MILIONE E 100MILA EURO PER I LAVORI DI REALIZZAZIONE DI BARRIERE FONOASSORBENTI IN TRATTI SALTUARI DELLA `TANGENZIALE DI CATANIA`  
 
Palermo, 30 settembre 2013 - L`anas pubblicherà sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì 30 settembre 2013, il bando di gara per l`affidamento dei lavori di realizzazione di barriere fonoassorbenti sui tratti della `Tangenziale di Catania` all`altezza della bretella dello svincolo di San Gregorio al km 0,350, tra il km 2,750 e il km 2,900 e tra il km 3,700 e il km 3,900. L`appalto prevede un investimento complessivo di oltre 1 milione e 100mila euro. Il termine stabilito per l`esecuzione dei lavori è di 180 giorni naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna dei lavori. Per tutte le gare d`appalto le domande vanno fatte pervenire ad Anas S.p.a. Direzione Regionale per la Sicilia, Ufficio Organizzativo Gare - Alcide De Gasperi 247, 90146, Palermo. Per informazioni dettagliate su tutte le gare d`appalto è possibile consultare il sito internet www.Stradeanas.it    
   
   
ZPS, NORME PIÙ SEMPLICI PER LE STRADE AGRO-PASTORALI  
 
Milano, 30 settembre 2013 - D´ora in poi sarà più semplice realizzare strade agro-silvo-pastorali nelle Zps (Zone di protezione speciale) lombarde. A deciderlo è stata la Giunta regionale, su proposta dell´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi: "Da tempo - spiega la titolare regionale dell´Ambiente - gli agricoltori delle zone di montagna, e, con loro, i rappresentanti degli Enti locali, chiedevano un intervento per rendere meno macchinosa la realizzazione delle strade necessarie a garantire il mantenimento delle attività agro-silvo-pastorali". Rischio Spopolamento Montagne - "In particolare - continua Terzi - più volte hanno segnalato che la difficoltà a raggiungere pascoli e alpeggi metteva a rischio l´economia delle montagne (vanificando per di più paralleli interventi regionali di incentivo all´agricoltura), con il conseguente abbandono delle attività tradizionali e il progressivo spopolamento delle comunità di montagna. Quest´ultimo ha impatti devastanti anche sull´ambiente: storicamente, le nostre sono montagne abitate, per mantenerne l´equilibrio ecosistemico è necessario provvedere alla pulizia dei boschi e al taglio dell´erba. Se queste attività mancano, aumenta la possibilità d´incendi e quindi il rischio che gli habitat protetti vengano distrutti". Novità Normative - Per questo, il divieto di realizzare "nuove strade permanenti e l´asfaltatura delle strade agro-silvo-pastorali e delle piste forestali salvo che per ragioni di sicurezza e incolumità pubblica ovvero di stabilità dei versanti" è stato sostituito con il divieto di realizzare "nuove strade permanenti a eccezione delle strade agro-silvo-pastorali di cui sia documentata la necessità al fine di garantire il mantenimento delle attività agro-silvo-pastorali con particolare riferimento al recupero e alla gestione delle aree aperte a vegetazione erbacea, al mantenimento e recupero delle aree a prato pascolo, alla pastorizia". In ogni caso, le strade dovranno essere previste nei Piani comprensoriali di sviluppo e gestione degli alpeggi o nei piani della viabilità agro-silvo-pastorali e dovrà essere valutata l´incidenza che la loro realizzazione potrebbe avere rispetto agli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie presenti nei siti protetti. Resta vietata l´asfaltatura delle strade agro-silvo-pastorali e delle piste forestali salvo che per ragioni di sicurezza e incolumità pubblica ovvero di stabilità dei versanti. Vicinanza A Montagna - "Con questo provvedimento - conclude Terzi - vogliamo mostrare la nostra vicinanza a coloro che la montagna la vivono tutti i giorni e contribuiscono, con il loro lavoro, a mantenere integri gli habitat della fauna delle aree protette. Né ci fermeremo qui: la nostra intenzione è di coniugare sempre più sviluppo rurale e protezione della biodiversità".  
   
   
OPERE CANTIERABILI: QUASI CENTODIECI MILIONI IN TRE ANNI PER 206 PROGETTI INFRASTRUTTURALI NEI COMUNI SARDI  
 
Cagliari, 30 settembre 2013 - Cinquanta milioni utilizzabili da subito per completare il finanziamento e la realizzazione di ulteriori 99 opere pubbliche cantierabili nei comuni e nelle provincie della Sardegna e ultimare interamente lo scorrimento della graduatoria sino a 206 progetti, per creare occupazione per circa 1.100 addetti. La Giunta Cappellacci dando seguito agli impegni presi a Vallermosa lo scorso anno con associazioni datoriali ed enti locali, punta in questo modo a rafforzare le infrastrutture e i servizi di supporto allo sviluppo di nuove attività produttive e consolidare la competitività di quelle già esistenti. Ai 50.000.000 di euro per il 2013, che completano lo scorrimento della graduatoria, si aggiungono i 13.400.000 di euro per l’annualità 2011, i 45.000.000 di euro per l’annualità 2012 portando complessivamente le risorse a 108.400.000 di euro per tre anni. Con le prime risorse disponibili sono stati inizialmente finanziati 98 progetti per poi proseguire con ulteriori 9 che hanno trovato copertura nel 2012, sino alla conclusione con i 99 di quest’anno. Lo stato di attuazione del primo programma di 98 interventi, relativamente agli 83 che hanno fornito le informazioni sul monitoraggio hanno evidenziato che 33 sono giunti a conclusione e 50 sono in via di completamento. Gli occupati totali impiegati per gli interventi delle opere pubbliche cantierabili sono circa 540 con un impegno medio di 6 lavoratori per una media di 200 giornate lavorative per intervento. Con gli ultimi progetti approvati dalla Giunta si stima un incremento ulteriore di pari a circa 560 lavoratori. "Il completamento di questo percorso che rende immediatamente spendibili questi fondi rappresenta una forte boccata d’ossigeno per le imprese e per i comuni della Sardegna – afferma il presidente della Regione, Ugo Cappellacci – insieme ai Progetti di Filiera e Sviluppo Locale per le aree di crisi e svantaggiate della nostra isola, stiamo portando a compimento quanto previsto dal Programma Regionale di Sviluppo. Si tratta di un intervento che incide direttamente sulle nostre comunità dopo una programmazione portata avanti attraverso lo stretto dialogo con i territori. L´istituzione del fondo per le opere pubbliche cantierabili è stata una delle prime azioni di contrasto alla crisi portate avanti da questa Giunta per arrivare a rilanciare l’economia attraverso passi concreti e reali". Gli interventi, come sottolinea l´assessore della Programmazione, Alessandra Zedda, coinvolgono tutte le otto province sarde: "La risposta dei comuni è stata molto partecipata segno che la direzione intrapresa dalla Giunta e dal presidente Cappellacci era quella giusta. In totale abbiamo finanziato 206 proposte con Oristano e Sassari che hanno presentato 42 progetti, Cagliari 38, Nuoro 30, Medio campidano 20, Ogliastra e Carbonia-iglesias 12 e Olbia Tempio 10. Si tratta di interventi infrastrutturali importanti che permettono di spendere risorse e dunque di non creare residui e che possono restituire nell’immediato una spinta in più per uscire dalla crisi e attuare uno sviluppo complessivo della Sardegna".  
   
   
TRENI MILANO-VENEZIA: C´È LA SOLUZIONE  
 
Milano, 30 settembre 2013 - Regione Lombardia è al fianco dei pendolari della tratta Milano-brescia-verona-venezia e prosegue il lavoro alla ricerca di una soluzione per limitare i disagi e risolvere la situazione dopo la decisione della Regione Veneto di sopprimere 8 corse della tratta Milano-verona e di impedire tutte le corrispondenze a Verona tra i treni lombardi e veneti. Regione Lombardia Da Subito Al Lavoro - "Non appena ho ricevuto la notizia che il Veneto aveva deciso di sopprimere unilateralmente 8 corse della tratta Milano-verona - spiega l´assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Maurizio Del Tenno - mi sono messo al lavoro per cercare una soluzione che potesse soddisfare le esigenze di oltre 10.000 pendolari lombardi e veneti, che, da dicembre, rischiano di trovarsi senza fondamentali treni. I tecnici di Trenord e della Direzione Infrastrutture hanno inoltrato alla Regione Veneto più di una proposta che prevede la possibilità di realizzare un nuovo servizio Milano-verona-venezia gestito dalle due Regioni: ci aspettiamo la massima collaborazione". Lunedì Nuovo Incontro A Verona - "A Verona - continua l´assessore - ci sarà una riunione che vedrà ancora una volta faccia a faccia i tecnici di Trenord e di Trenitalia Veneto. Abbiamo cercato di lavorare sulle coincidenze, ma non abbiamo avuto alcuna apertura. I treni Verona-venezia che la Regione Veneto intende istituire, infatti, non sono mai in coincidenza con quelli Milano-verona della Lombardia e partono esattamente un minuto dopo l´arrivo di questi ultimi, rendendo impossibile il trasbordo. I miei tecnici illustreranno al Veneto un´ipotesi di soluzione alternativa che prevede anche la disponibilità ad una partecipazione ai costi da parte di Regione Lombardia. Ci aspettiamo dal Veneto concreta collaborazione anche in virtù del progetto di Macroregione che è stato avviato". La Soluzione Possibile - L´ipotesi, allo stato embrionale, prevede di mettere a fattor comune le risorse industriali di Trenord e Tenitalia e gestire, da dicembre, un´unica relazione Milano-verona-venezia ogni 60 minuti. Tale soluzione, che richiederebbe di negoziare la suddivisione dei costi tra le Regioni, permetterebbe di ottimizzare le risorse e di potenziare una relazione importante, anche in un´ottica Expo. "Nel 2015 Milano ospiterà Expo e non posso pensare che il Veneto non si renda conto della grande opportunità che la manifestazione può rappresentare anche a livello turistico - continua Del Tenno -. Dobbiamo lavorare in sinergia, fare sistema affinché, davvero, si possa arrivare a creare un sistema ferroviario regionale integrato. La crisi sta colpendo tutti, ma, unendo le forze, possiamo trovare soluzioni in grado di venire realmente incontro alle esigenze dei cittadini, lombardi o veneti che siano".  
   
   
I VIAGGIATORI HANNO DIRITTO AL RIMBORSO PARZIALE DEL PREZZO DEL BIGLIETTO DEL TRENO IN CASO DI RITARDO SIGNIFICATIVO, ANCHE SE IL RITARDO È CAUSATO DA FORZA MAGGIORE  
 
Lussemburgo, 30 settembre 2013 - Il trasportatore non può invocare le norme del diritto internazionale che lo esonerano, in caso di forza maggiore, dal risarcimento del danno causato da un ritardo, per sottrarsi all’obbligo di rimborso. Il regolamento sui diritti e gli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario1 prevede che la responsabilità delle imprese ferroviarie in caso di ritardo sia disciplinata dalle regoli uniformi concernenti il contratto di trasporto internazionale per ferrovia dei viaggiatori e dei bagagli2, fatte salve le disposizioni del regolamento applicabili in materia. Secondo le regole uniformi, che rientrano nel diritto internazionale e sono riportate in allegato al regolamento, il trasportatore ferroviario è responsabile nei confronti del viaggiatore per il danno dovuto al fatto che, a causa del ritardo, il viaggio non può continuare nello stesso giorno, o la sua continuazione non è ragionevolmente esigibile. Tuttavia, la responsabilità del trasportatore è esclusa quando il ritardo è imputabile a un caso di forza maggiore, ossia, in particolare, a circostanze esterne all’esercizio ferroviario che il trasportatore non poteva evitare. Dal canto suo, il regolamento prevede che un passeggero che abbia subito un ritardo pari o superiore a un’ora può chiedere all’impresa ferroviaria il rimborso parziale del prezzo del biglietto. Tale indennizzo corrisponde, come minimo, al 25% del prezzo del biglietto nel caso di ritardo compreso tra 60 e 119 minuti, e al 50% di tale prezzo nel caso di ritardo di 120 minuti o superiore. Il regolamento non prevede alcuna eccezione a tale diritto all’indennizzo qualora il ritardo sia dovuto a un caso di forza maggiore. In tale contesto, il Verwaltungsgerichtshof (Corte amministrativa, Austria) ha chiesto alla Corte di giustizia se un’impresa ferroviaria possa essere esonerata dall’obbligo d’indennizzo per il prezzo del biglietto qualora il ritardo sia dovuto a un caso di forza maggiore. La Corte amministrativa deve pronunciarsi su un ricorso proposto dall’impresa ferroviaria austriaca Öbb-personenverkehr Ag contro la decisione con la quale la commissione austriaca per il controllo ferroviario le ha imposto di eliminare dalle sue condizioni generali una disposizione che escludeva qualsiasi indennizzo in caso di forza maggiore. Nell’odierna sentenza la Corte constata anzitutto che il regolamento non esonera le imprese ferroviarie dall’obbligo d’indennizzo per il prezzo del biglietto qualora il ritardo sia imputabile a un caso di forza maggiore. La Corte rileva poi che le regole uniformi, che esonerano il trasportatore dall’obbligo di risarcimento in caso di forza maggiore, riguardano esclusivamente il diritto dei viaggiatori al risarcimento del danno conseguente al ritardo o alla soppressione di un treno. Al contrario, l’indennizzo previsto dal regolamento, calcolato sulla base del prezzo del biglietto di trasporto, ha una finalità del tutto diversa, ossia quella di compensare il prezzo pagato dal passeggero come corrispettivo per un servizio che non è stato eseguito conformemente al contratto di trasporto. Si tratta inoltre di una forma di compensazione finanziaria di tipo forfettario e standardizzata, a differenza del regime di responsabilità previsto dalle regole uniformi che implica una valutazione individuale del danno subito. Peraltro, poiché questi due regimi di responsabilità sono completamente diversi, oltre all’indennizzo forfettario i viaggiatori possono anche proporre azioni di risarcimento danni a titolo delle regole uniformi. La Corte conclude che le cause di esonero della responsabilità del trasportatore previste dalle regole uniformi non sono applicabili nell’ambito del sistema d’indennizzo stabilito dal regolamento. I lavori preparatori del regolamento dimostrano inequivocabilmente che il legislatore dell’Unione ha inteso estendere l’obbligo d’indennizzo ai casi in cui i trasportatori sono esonerati dalla responsabilità di risarcire il danno in forza delle regole uniformi. La Corte respinge altresì l’applicazione analogica delle regole relative alla forza maggiore contenute nelle disposizioni sui diritti dei passeggeri che utilizzano altri mezzi di trasporto, quali aereo, nave e autobus. Infatti, poiché le diverse modalità di trasporto non sono intercambiabili quanto alle loro condizioni di utilizzo, la situazione delle imprese che operano nei diversi settori del trasporto non è paragonabile. La Corte risponde quindi che un’impresa ferroviaria non può inserire nelle proprie condizioni generali di trasporto una clausola che la esoneri dall’obbligo d’indennizzo per il prezzo del biglietto in caso di ritardo causato da forza maggiore. Importante: Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell´ambito di una controversia della quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile.  
   
   
STAZIONE DI BERGAMO, RFI: LIMITARE I DISAGI  
 
Milano, 30 settembre 2013 - "Stiamo seguendo con attenzione e apprensione quanto sta accadendo nella stazione di Bergamo. Chiedo a Rfi di intervenire in maniera tempestiva per limitare i disagi e a Trenord di potenziare il personale presente in stazione". Così l´assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Maurizio Del Tenno, a proposito dei disagi che si sono verificati alla stazione orobica, a causa dei lavori in corso. L´assessore ha predisposto, al riguardo, una lettera a Rfi, affinché "si attivi, per mettere in sicurezza la stazione ferroviaria di Bergamo oggetto di lavori di ristrutturazione e rifacimento". Intervento Regione A Tutela Pendolari - "Sapevamo che i lavori di Centostazioni - spiega Del Tenno - avrebbero avuto un impatto sul flusso dei passeggeri, ma non potevamo immaginare potessero essere di tale portata. Purtroppo come Regione Lombardia non abbiamo responsabilità e competenza diretta sulla gestione delle stazioni, ma ho ritenuto opportuno un intervento, perché i pendolari non meritano un disagio simile". "In questi ultimi giorni - ricorda l´assessore - Trenord ha potenziato la presenza del personale in stazione, ma non può essere sufficiente, se Rfi non mette in atto un piano di gestione dei flussi". "Regione Lombardia e Trenord - conclude Del Tenno - sono a disposizione e faranno quanto nelle loro facoltà per venire incontro a chi transita in stazione".  
   
   
COMO - PARATIE, MARONI: CE L´ABBIAMO FATTA  
 
Como, 30 settembre 2013 - "L´impegno che prendiamo congiuntamente è che questa volta si fa sul serio, siamo determinatissimi ad andare fino in fondo". E´ soddisfatto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che, insieme all´assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi, ha firmato la convenzione fra Regione Lombardia e Comune di Como per il completamento dei lavori per la fruibilità del lungolago. Strada Da Fare, Ma Buone Premesse - Ringraziando l´impegno dimostrato da tutti gli Enti coinvolti e, in particolare, quello dell´assessore Beccalossi, che "ha passato il mese di agosto a lavorare per assicurarsi che il percorso intrapreso fosse quello corretto", il governatore non ha nascosto che "c´è ancora tanta strada da fare". "Però - ha detto - ci sono le premesse per poter dire: ce l´abbiamo fatta". Approccio Federalista - Quando si affronta un problema del genere, ha osservato Maroni, "ci sono tanti modi per intervenire. Essendo la struttura istituzionale italiana complicata, con responsabilità non definite che si intrecciano e sovrappongono, normalmente è l´Ente più ´forte´ a decidere tutto. In questo caso sarebbe la Regione, ma non è un modo di procedere che mi appartiene. Io ho un approccio federalista. Voglio che chi è più vicino al territorio, chi è più vicino al sentire comune, chi ha la responsabilità diretta, cioè i sindaci, sia anche il protagonista". "Come Regione - ha proseguito - non voglio interferire o ´prevaricare´. Ho un compito, l´ho capito bene in questi primi sei mesi: trovare i soldi e metterli a disposizione di chi si assume la responsabilità di affrontare e risolvere i problemi del territorio, trovando soluzioni coerenti con il suo programma ma anche con l´ambiente". Il Ruolo Della Regione - Maroni ha poi precisato che il ruolo della Regione non si limita a reperire le risorse, ma anche a "svolgere una funzione di controllo". "La Regione - ha spiegato - esercita una funzione di indirizzo generale, di controllo, di aiuto, sostegno e collaborazione. Se una Amministrazione comunale vuole assumersi l´incarico di portare a termine un´opera, noi le diamo le risorse e collaboriamo con lei, mettendo a disposizione le strutture della Regione sotto la direzione di chi si assume la responsabilità dei lavori. E´ quello che abbiamo fatto, ad esempio, a Mantova per la ricostruzione del ponte di San Benedetto Po, crollato durante il terremoto dell´anno scorso". Politica Con La ´P´ Maiuscola - La leale collaborazione fra Istituzioni, ha ribadito il presidente, "alla fine riesce a risolvere i problemi e a dimostrare che la politica, quando è fatta con la ´p´ maiuscola, è capace di produrre dei risultati soddisfacenti, cioè con costi e tempi certi". Maroni ha sottolineato l´importanza della data del 31.12.2013, entro la quale il Comune di Como si è impegnato a presentare la variante ai lavori, "altrimenti - ha ironizzato - i 6,5 milioni di euro non saranno a disposizione". Tempi Vanno Rispettati - "Noi aiutiamo, collaboriamo, ci mettiamo a disposizione, perché vogliamo che il progetto si realizzi, ma pretendiamo altrettanto impegno. Normalmente in Italia le opere pubbliche si sa quando partono, ma mai quando finiscono. Qui abbiamo l´opportunità, io direi anche il ´dovere´, perché si tratta di una sorta di risarcimento nei confronti dei cittadini di Como, di fare qualcosa di diverso: fissare una data e rispettare quel termine. Etica nella politica vuol dire: darsi un traguardo e rispettarlo, sia in termini finanziari, sia in termini temporali". "Si sottoscrive - ha concluso Maroni - una convenzione che risolve i problemi e l´impegno che prendiamo congiuntamente di fronte ai cittadini è che questa volta si fa sul serio". Lavoro Di Squadra Vincente - Grande soddisfazione per il risultato raggiunto con la firma della Convenzione per la ripartenza dei lavori relativi alle paratie del lungolago di Como è stata espressa anche dall´assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi, che ha anche illustrato il progetto. L´assessore ha sottolineato che il "lavoro non è certo finito, dal momento che l´Amministrazione comasca dovrà presentare, entro il prossimo 31 dicembre, la variante tramite la quale il Comune di Como potrà ottenere fino ad altri 6,5 milioni di euro a valere sul Bilancio regionale 2014-2016". "Anzitutto desidero ringraziare questa Amministrazione e tutti coloro che hanno lavorato a questa sottoscrizione - ha detto Beccalossi - e poi desidero rivolgere un grazie anche per l´opportunità che ci è data per testimoniare la vicinanza di Regione Lombardia a questo che è un progetto molto sentito dall´Amministrazione comunale e dai cittadini". "Sono passati due mesi - ha sottolineato l´assessore - da quando ci siamo presi un impegno gravoso davanti alla città. Con la sottoscrizione della Convenzione, ci prendiamo una serie di altri impegni per completare rapidamente i lavori che sono sì iniziati, ma che vanno finiti. Contemporaneamente il sindaco Lucini e l´Amministrazione si prendono l´impegno di presentare entro il 31 dicembre la variante". La Variante - La variante è necessaria, perché, come ha sottolineato Beccalossi, è trascorso molto tempo da quando, per la prima volta, si è parlato di questo progetto. "Questa è una zona di pregio - ha sottolineato Viviana Beccalossi - e città come Como hanno criticità e vincoli, che pongono problemi ai lavori che si vogliono fare. Oltretutto sono cambiate anche diverse leggi e vincoli e quindi, inevitabilmente, abbiamo dovuto riaggiornare il progetto". Il Ruolo Di Regione Lombardia - Regione Lombardia avrà un ruolo di indirizzo e di controllo: il Comune, dal canto suo, dovrà presentare, entro la data stabilita, la variante, sulla quale Regione Lombardia si impegnerà poi economicamente. "Subito dopo l´insediamento della Giunta Maroni - ha continuato Beccalossi - abbiamo trovato 5 milioni di euro e ci siamo presi l´impegno di uscire da questa fase di stallo. Oggi, appunto, diciamo di più: abbiamo infatti già ´prenotato´ altri 6,5 milioni di euro, che verranno stanziati dopo la presentazione della variante". A giornalisti che chiedevano ragguagli circa la Corte dei Conti, Beccalossi ha risposto che "Non completare l´opera sarebbe un grande rischio anche in termini di responsabilità nei confronti della stessa Corte. Ecco perché abbiamo voluto firmare una convenzione, che sancisce gli impegni precisi di entrambe le amministrazioni e dimostra che i soldi non sono sprecati". Le Novità - Regione Lombardia e Comune di Como hanno concordato un preciso percorso per completare al più presto le opere, allo scopo di garantire prima possibile la sicurezza della città di Como. Le opere strutturali e idrauliche saranno riadeguate alle nuove norme e ulteriormente migliorate nella loro efficienza. Il riassetto architettonico dell´area oggetto dei lavori è stato integrato nel progetto, confermato negli obiettivi originari, tenuto conto delle peculiarità uniche di questo ambiente e sviluppando gli spunti del concorso di idee. Il Ringraziamento Del Sindaco Lucini - "E´ una giornata importante per la città - ha esordito il sindaco Mario Lucini - come pure è importante che siate venuti a Como, per dare una veste visibile alla firma concordata. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché abbiamo individuato un percorso comune e condiviso per risolvere un problema complesso che da troppo tempo affligge la città. Nella convenzione abbiamo definito i termini di tempo e di impegno finanziario per completare l´opera. E´ un passaggio fondamentale e indispensabile per andare avanti". Il sindaco ha anche ammonito: "Non abbiamo da oggi un lungolago, c´è ancora una strada complessa da compiere, che è quella della perizia di variante, che deve garantire lavori meno invasivi e non pregiudicare l´opera. Contemporaneamente bisognerà ricucire i rapporti con l´impresa appaltatrice e far ripartire i lavori. La strada è lunga, ma non avremmo potuto continuare a percorrerla senza l´intervento di Regione Lombardia".