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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Settembre 2013
SALUTE PUBBLICA: LA COMMISSIONE DEFERISCE LA POLONIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER IL MANCATO RISPETTO DELLA NORMATIVA UE SULLA QUALITÀ E LA SICUREZZA DI TESSUTI E CELLULE UMANI  
 
Bruxelles, 30 settembre 2013 - La Commissione europea ha deciso il 26 settembre di deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell´Unione europea per il mancato rispetto delle norme Ue sulla qualità e la sicurezza di tessuti e cellule umani. Tessuti e cellule umani, come il midollo osseo, tendini, cornea e oociti sono utilizzati in medicina umana per il trattamento di una vasta gamma di malattie e condizioni. Il trapianto di tessuti e cellule, tra cui il rischio di trasmissione di malattie, è importante rispettare la normativa Ue per garantirne la qualità e la sicurezza in tutta la catena dalla donazione al trapianto . Questo è l´obiettivo della direttiva 2004/23/Ce e le sue linee guida di attuazione. La Polonia non ha ancora pienamente recepito queste direttive nel diritto nazionale. Infatti, essa non si applica loro norme in materia di qualità e sicurezza in tre categorie di tessuti e cellule coperti dalla legislazione Ue, vale a dire le cellule riproduttive, tessuti embrionali e nei tessuti fetali. Anche se l´uso (o il divieto di utilizzo) di tessuti e cellule per il trapianto deve essere regolato dalla legge nazionale, la Polonia ha finora segnalato alcun divieto o restrizione delle categorie . Il 25 gennaio 2013 la Commissione ha inviato un parere motivato, la Polonia, invitandola a completare il recepimento delle direttive. Tuttavia, fino ad oggi, nonostante le ripetute esortazioni della Commissione, la Polonia non ha eseguito.  
   
   
"PROGRESSI NEL TRATTAMENTO DEL LINFOMA"  
 
Londra, 30 settembre 2013 - Il 18 ottobre 2013 si terrà a Londra, nel Regno Unito, una conferenza sui "Progressi nel trattamento del linfoma" (Advances in the Treatment of Lymphoma). Il linfoma è un tipo di tumore che inizia nelle cellule del sistema immunitario chiamate linfociti. Grazie alla ricerca scientifica nell´eziologia della malattia, molte persone possono ora vivere una vita più lunga e indipendente. La conferenza esaminerà i trattamenti attuali ed emergenti per i diversi tipi di linfoma. Fornirà ai partecipanti le più recenti conoscenze e informazioni pratiche che possono influenzare positivamente la pratica clinica. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Mahealthcareevents.co.uk/cgi-bin/go.pl/conferences/detail.html?conference_uid=382&title=advances%20in%20the%20treatment%20of%20lymphoma    
   
   
LETTERA APERTA – APPELLO AL MINISTRO DELLA SALUTE E AL DIRETTORE GENERALE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ. NUOVE SPERANZA DI CURA PER L’AIDS: STRATEGIA PROMETTENTE CONTRO IL VIRUS HIV. SERVONO I FONDI PER PROSEGUIRE LA RICERCA PROMOSSA DALL’EQUIPE GUIDATA DAL DOTT. ANDREA SAVARINO.  
 
Lecce, 30 settembre 2013 - Alla cortese attenzione del Ministro della Salute e alla Direzione Generale dell’Istituto Superiore di Sanità: Nella qualità di presidente e fondatore presidente e fondatore dell’associazione “Sportello dei Diritti”, da anni impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini e anche degli ammalati, nonché per la promozione della ricerca scientifica in Italia, il sottoscritto Giovanni D´agata, rivolge un appello per lo stanziamento dei fondi necessari alla ricerca in programma per il 2014 dall’equipe del dott. Andrea Savarino impegnata in un progetto per l’eradicazione del virus dell’Hiv. Sono 33 milioni nel mondo le persone che ad oggi fanno uso di antiretrovirali. Il loro sogno è lo stesso dei ricercatori coordinato da Andrea Savarino dell’Iss che hanno pubblicato la loro ricerca su Retrovirology, una cura che guarisca per sempre dalla malattia e che non li costringa per tutta la vita ad assumere tali farmaci prolungando un’esistenza che altrimenti sarebbe segnata. La nuova terapia, somministrata ai macachi, era composta da due farmaci, l’auranofin, un composto a base di sali di oro già conosciuto, e, per la prima volta, la butioninasulfossimina, un agente chemiosensibilizzante (Bso). Il composto ha rimpiazzato le cellule malate con cellule sane mettendo in remissione il virus anche dopo la sospensione della malattia. “Risulta evidente – ha osservato Iart Luca Shytaj, collaboratore di Savarino e primo autore dell’articolo pubblicato su Retrovirology – come una branca specifica del sistema immunitario venga stimolata dall’aggiunta di Bso al cocktail di farmaci e possa eventualmente mimare un’autovaccinazione contro il virus”. “Monitorando i macachi – ha affermato Savarino – ben presto abbiamo potuto constatare che le nuove cellule immuni respingevano con forza il virus, riportando così le scimmie in perfetta salute”. Il primo trial clinico è previsto per l’inizio del 2014. La scoperta sarà presentata dai ricercatori a Miami a dicembre, in occasione della “Hivpersistenceduringtherapy”. I ricercatori stanno ora programmando l’inizio di un trial clinico nei primi mesi del 2014. Per tali ragioni, Giovanni D’agata, nella spiegata qualità, dopo aver ricevuto segnalazioni da parte di ammalati di Aids, animati da una nuova speranza che possa dare nuova luce alle loro vite e tenuto conto che si tratta di uno studio tutto italiano di livello mondiale che potrebbe ridare lustro internazionale alla Nostra ricerca tutta, rivolge il più accorato appello al Ministro della Salute e alla Direzione Generale dell’Istituto Superiore di Sanità affinché non facciamo mancare con estrema urgenza i fondi necessari al fine del completamento dello straordinario progetto che tanta speranza potrebbe restituire a migliaia di ammalati in Italia e milioni nel mondo.  
   
   
TUMORE DEL POLMONE: OK DALL’EUROPA PER AFATINIB  
 
Amsterdam, 30 settembre 2013 – Svolta nel trattamento del tumore del polmone, una delle neoplasie più aggressive che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 38.500 nuovi casi e 34.500 decessi. La Commissione Europea ha espresso parere favorevole per l’utilizzo di afatinib in pazienti con diversi tipi di tumore polmonare non a piccole cellule (Nsclc). Sviluppato da Boehringer Ingelheim, ha dimostrato di offrire un beneficio superiore rispetto alla chemioterapia standard nel ritardare la progressione del tumore e nel migliorare i sintomi associati alla malattia1 . La molecola è il primo inibitore della famiglia Erbb. “Grazie al suo meccanismo di azione, afatinib inibisce in maniera irreversibile Egfr e gli altri componenti della famiglia Erbb, che svolgono un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione dei tumori più pervasivi e a mortalità elevata - ha dichiarato il dott. Sanjay Popat, oncologo al Royal Marsden Nhs Foundation Trust di Londra e sperimentatore dello studio Lux-lung 3 - I risultati degli studi clinici dimostrano l’efficacia di afatinib nel ritardare la crescita tumorale e nel migliorare i sintomi associati al carcinoma polmonare, e ciò lo rende un’importante nuova alternativa terapeutica disponibile in Europa”. Questa neoplasia è una delle più diffuse, con 1,6 milioni di nuovi casi ogni anno nel mondo 2. È anche la più letale, con un numero di decessi maggiore rispetto al cancro del colon, del seno e della prostata insieme3. Solo in Europa determina circa 270.000 decessi ogni anno. Benché l’incidenza sia superiore negli uomini, vi sono stime che indicano che, entro il 2015, potrebbe superare il carcinoma mammario come prima causa di morte per cancro nelle donne in tutto il Continente4. Il cancro polmonare non è un’unica patologia, ma comprende diversi sottotipi che possono essere caratterizzati dalla presenza nelle cellule tumorali di recettori, spesso alterati o iperespressi. Egfr (che fa parte della famiglia di recettori Erbb) è uno di questi marker molecolari. La prevalenza di tumori con mutazioni di Egfr è del 10-15% nei pazienti caucasici e del 40% nei pazienti asiatici Nsclc 5. Nell’ambito degli studi clinici su pazienti affetti da questo tipo di tumore polmonare, afatinib ha dimostrato di ritardare in maniera significativa la progressione della malattia, oltre a migliorare i sintomi ad essa associati (es. Dispnea, tosse e dolore toracico) e la qualità di vita dei pazienti.1,6 È, pertanto, di fondamentale importanza eseguire precocemente il test per la valutazione dello stato mutazionale di Egfr e avviare il giusto percorso terapeutico, in modo che i pazienti, fin dall’inizio, abbiano la possibilità di ricevere la terapia più appropriata. “Siamo soddisfatti della decisione della Commissione Europea. Ci auguriamo che questa sia la prima di molte altre approvazioni per i farmaci che fanno parte del nostro programma di ricerca in oncologia - ha commentato il Professor Klaus Dugi, Corporate Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim -. La sua approvazione in Europa rafforza il nostro impegno a rendere disponibili per i pazienti le terapie più adatte alle loro necessità specifiche. É un passo importante per rispondere a un forte bisogno clinico insoddisfatto di terapie per il tumore polmonare”. L’approvazione di afatinib nell’Unione Europea, che fa seguito alle recenti approvazioni di questo farmaco negli Stati Uniti, Taiwan e Messico, è basata sui risultati emersi dallo studio pivotal Lux-lung 3 e da altri studi di Fase Iii e Ii nel tumore polmonare. I risultati dello studio di Fase Iii Lux-lung 3 hanno dimostrato che i pazienti in trattamento con afatinib, come terapia di prima linea, hanno avuto una sopravvivenza libera da progressione della malattia di quasi un anno (Pfs mediana di 11,1 mesi) rispetto a poco più di sei mesi (Pfs mediana di 6,9 mesi) dei pazienti trattati con pemetrexed/cisplatino. Inoltre, un’analisi di sottogruppo ha dimostrato che i pazienti con Nsclc che presentavano le due mutazioni di Egfr più comuni (Del19 o L858r), in terapia con afatinib, hanno avuto una sopravvivenza libera da progressione della malattia superiore a un anno (Pfs mediana di 13,6 mesi), rispetto a poco più di sei mesi (Pfs mediana di 6,9 mesi) dei pazienti nel braccio di confronto.1 Gli eventi avversi di Grado 3 più frequenti correlati al trattamento osservati nel braccio in terapia con afatinib sono stati diarrea (14%), rash (16%), e infiammazione dei tessuti periungueali (paronichia) (11%), mentre quelli osservati nel braccio in chemioterapia (pemetrexed/cisplatino) sono stati neutropenia (15%), astenia (13%), e leucopenia (8%). Nello studio le percentuali d’interruzione della terapia a causa di eventi avversi correlati al trattamento sono state basse (8% per afatinib; 12% per chemioterapia). L’1% dei pazienti nel braccio di trattamento con afatinib ha interrotto la terapia per diarrea correlata al farmaco.  
   
   
RICERCATORI TEDESCHI HANNO SCOPERTO UNA POSSIBILE CAUSA DELLA PSORIASI. UNA MOLECOLA MANCANTE PROVOCA SINTOMI SIMILI NEI TOPI.  
 
Lecce, 30 settembre 2013 - Psoriasi, un vero e proprio tormento per le "vittime". Spesso, per questa diffusa malattia della pelle vi sono trattamenti efficaci - ma in moltissimi casi risulta non curabile. Ora però ci sarebbe una speranza: attraverso test sui topi, i ricercatori hanno identificato una possibile causa della malattia. Nella sola Italia, 34.000 persone ogni anno si ammalano di psoriasi. Questa patologia è una delle più comuni malattie infiammatorie della pelle nel mondo occidentale. Gli esperti stanno ancora cercando la causa. E i ricercatori del Cancer Research Center tedesco (Dkfz) e Heidelberg University hanno ora scoperto che una molecola mancante nei topi causa sintomi simili come nella psoriasi. Nel loro studio, i ricercatori si sono concentrati sul "segnale Wnt". Questo gioca un ruolo importante durante lo sviluppo embrionale negli esseri umani e negli animali, ma anche nella crescita dei tumori. Ai topi utilizzati in questo studio mancava una certa proteina che aiutava normalmente le molecole "Wnt" a passare dalle cellule, e, per esempio, a portare alla produzione di neurotrasmettitori, o guidare la crescita cellulare. Le nuove scoperte effettuate dai centri teutoivi permettono di comprendere la malattia. Inoltre, i ricercatori hanno osservato sintomi simil-psoriasiche nei topi. La pelle si infiamma, nuovi vasi sanguigni sorgono, le cellule della pelle proliferano e formano quell´odiosa malattia che conosciamo. La pelle dei topi contenevano meno cellule di un determinato tipo. Queste sono le cellule immunitarie speciali che normalmente combattono gli intrusi a prevenire l´infiammazione. Secondo i ricercatori fornisce nuove intuizioni, la capacità di comprendere i complessi processi delle malattie infiammatorie della pelle. Le persone colpite soffrono di pelle secca, sensibile e cadente. Predisposizione genetica, fattori ambientali e uno squilibrio nel sistema immunitario sono coinvolti in questa malattia assai complessa. La funzione della pelle come barriera naturale contro patogeni stimoli fisici, chimici e si perde gradualmente. Questo alla fine porta a infiammazioni, reazioni autoimmuni o infezioni croniche.Per Giovanni D´agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, tale ricerca può accendere la speranza di migliaia di cittadini colpiti da tale patologia che purtroppo sono nell´incertezza di cure non sempre definitive. É ovvio che sarà importante capire cosa accadrà quando i risultati dello studio verranno estesi sull´uomo ma é necessario un incremento ed un´accelerazione delle indagini scientifiche per trovare una soluzione certa a questa diffusissima patologia.  
   
   
PUGLIA: "ESCHERICHIA COLI" NEI DEPURATORI, OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO: "FATTO ATTESO"  
 
Bari, 30 settembre 2013 - La presenza di Escherichia coli O26 nelle acque reflue di alcuni impianti di depurazione (Andria e Bisceglie) è da considerarsi un fatto atteso – riferiscono fonti dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale - in relazione alla circolazione del patogeno sul territorio regionale, in particolare durante l’ultima stagione estiva. Nel mese di agosto è stato evidenziato infatti un focolaio epidemico di 20 casi di sindrome emolitico uremica -una malattia causata dal batterio che tende a colpire principalmente i bambini- che è stato prontamente indagato e contenuto grazie alle misure di sanità pubblica messe in atto dalle autorità regionali. Ad oggi il focolaio è da considerarsi esaurito, in quanto non si osservano nuovi casi da più di un mese. La presenza dei batteri nei reflui può essere ragionevolmente considerata una conseguenza, e non la causa, della diffusione di un patogeno a tipica circolazione fecale-orale. Le verifiche eseguite in autocontrollo dall’ente gestore degli impianti e i controlli ufficiali dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente evidenziano l’efficace abbattimento della carica batterica del refluo finale, immesso nel corpo recettore (mare, bacini idrici superficiali, sottosuolo) o riutilizzato, che ha valori nei limiti della norma. Il rispetto di tali limiti garantisce che non sussistano rischi per la salute pubblica; in particolare, i limiti in uso in Italia sono molto più “prudenti” rispetto a quelli di altre nazioni. Nel caso del depuratore di Bisceglie, inoltre, il corpo recettore è il mare (con immissione dei reflui in punti molto distanti dalla costa), che determina un importantissimo effetto diluizione della carica batterica presente nel refluo, riducendo a zero il rischio per la salute dei bagnanti e dei cittadini in generale. Infine, le indagini epidemiologiche eseguite hanno escluso qualsiasi associazione tra l’esposizione ad acque di balneazione e l’infezione da Escherichia coli O26; d’altronde, già in passato, uno studio multicentrico coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità in diverse località balneari aveva confermato l’assenza di una associazione tra balneazione e potenziale rischio di infezioni gastroenteriche.  
   
   
SANITA´: CHIODI, IN ABRUZZO RETE TERRITORIALE ASSISTENZA  
 
Bologna, 30 settembre 2013 - Il presidente della Regione ha poi illustrato brevemente alla platea della Fondazione Santa Clelia Barberi che ha ospitato il convegno, il lungo e difficile cammino di risanamento della sanità regionale. "Abbiamo riportato in ordine i conti della sanità senza tagliare i servizi ed anzi spendendo di più ma meglio. Rispetto al 2008 ? ha detto Chiodi ? spendiamo nella sanità 154 milioni di euro in più che abbiamo destinato ai presidi sul territorio con una rete territoriale di assistenza che prevede la nascita delle Unita complesse di cure primarie (Uccp) e delle Unità territoriali di assistenza primaria (Utap), solo per citarne alcune. Sono presenti su tutto il territorio regionale ? ha insistito il presidente della Regione ? i Nuclei delle cure primarie sia in gruppo sia in rete. Si tratta di un modello di aggregazione volontaria di medici che si organizzano per garantire copertura di assistenza nell´arco delle 24 ore. L´obiettivo è ridurre le liste di attesa. In Abruzzo ne abbiamo 49 con un totale di 436 medici impegnati. Su fronte degli ospedali, invece, abbiamo abbandonato la visione ´ospedalocentrica´ che aveva l´Abruzzo per far posto alla riconversione di alcuni presidi come presidi territoriali di assistenza che dentro hanno punti di primo intervento".  
   
   
NUMERO UNICO 112, LOMBARDIA ALL´AVANGUARDIA  
 
Torino, 30 settembre 2013 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha partecipato al convegno organizzato a Torino dall´Aci (Automobile club d´Italia) sul Progetto Heero, il sistema Ue di chiamate di emergenza eCall basato sul 112, il Numero unico di emergenza europeo (Nue). A partire da ottobre 2015, infatti, l´eCall sarà introdotto sui veicoli di nuova omologazione e con un´operatività basata proprio sul Nue 112. Guardare Al Futuro - "In questo convegno - ha detto Maroni, ringraziando Aci per l´invito - si è parlato del futuro. Il 2015 è dietro l´angolo e sappiamo quanta fatica, quanto impegno, quante risorse ci vogliano per raggiungere risultati così ambiziosi. Guardiamo sì al futuro, ma senza dimenticare che, solo pochi anni fa, eravamo al trapassato remoto". Il governatore si è soffermato sull´esperienza del call center di Varese, il primo a diventare centrale operativa del Numero unico d´emergenza 112 (Nue) nel 2010, proprio su impulso di Maroni quando era ministro dell´Interno. "Era già stato fatto un tentativo in un´altra regione italiana - ha raccontato -, ma senza successo. Io ho preso le redini di questo progetto e ho convinto tutti gli attori interessati, partendo da Polizia e Carabinieri, a lavorare insieme". Regione Partner Fondamentale - In quella fase, ha continuato Maroni, "fu fondamentale il ruolo della Regione Lombardia, allora guidata da Roberto Formigoni, che decise, non solo di aderire al progetto, ma anche di mettere a disposizione la sua capacità di aggregare le Sale operative (quelle del Ministero dell´Interno erano 3 per provincia, cioè 36 su tutto il territorio lombardo, ma la Regione le aveva già aggregate) e di mettere risorse: erano e sono infatti a carico della Regione Lombardia i costi per il personale, che sono circa il 70 per cento del costo della struttura di Varese". Ottimi Risultati - Un investimento che ha dato ottimi frutti in termini di aumento della sicurezza per i cittadini. "Con il Numero unico - ha spiegato Maroni - si è ridotta la quantità di chiamate, evitando la duplicazione che prima avveniva, perché spesso, per uno stesso incidente, veniva chiamato sia il 112 che il 113. Circostanza che ha portato a una considerevole riduzione dei tempi di intervento delle Forse dell´ordine e delle ambulanze". "Una sperimentazione di successo - ha continuato il presidente -, che ci ha spronato a moltiplicare l´impegno. In Lombardia verranno realizzati tre bacini Nue: il primo è quello già operativo (Varese, Como, Sondrio, Lecco), il secondo è quello di Milano, che partirà all´inizio di dicembre, ed entro la primavera dell´anno prossimo verrà coperta tutta la Lombardia. La nostra sarà una regione ´bench mark´, la prima ad essere integralmente coperta dal 112 Nue secondo le normative europee". Estendere L´esperienza - Maroni ha concluso il suo intervento, ribadendo che la sua Regione è pronta "a mettere a disposizione degli altri territori il know how acquisito in questi anni". "Mi auguro - ha proseguito -, che anche il Governo centrale acceleri in questa direzione, perché il Paese ha davvero l´opportunità di raggiungere dei risultati importanti. Non dobbiamo inventare nulla di nuovo, abbiamo già un modello, quello lombardo, che ha dato prova di funzionare, basta replicarlo. Alcune Regioni si sono già mosse, penso alla Sicilia e all´Emilia Romagna, spero che, con il coinvolgimento di tutti gli attori, sia pubblici che privati, perché è fondamentale il coinvolgimento delle imprese, si possa raggiungere l´obiettivo fissato dall´Unione europea per il 2015". Cos´è L´ecall - Nel prossimo futuro tutti i veicoli saranno equipaggiati con sistemi di sicurezza, che avvertiranno automaticamente i servizi di soccorso in caso di incidente grave. Anche nel caso che la vittima sia incosciente, il sistema informerà dell´esatta localizzazione dell´incidente, così che i soccorritori possano partire nel giro di pochi minuti. Il sistema, chiamato ´eCall´, funzionerà in tutta l´Unione europea. Verrà infatti progressivamente esteso a tutti i Paesi della Ue, nonché in Islanda, Norvegia e Svizzera. Nel momento in cui l´apparecchio ´eCall´ all´interno del veicolo rileva un forte impatto in un incidente, genera automaticamente una chiamata di emergenza 112 al centro di soccorso più vicino e trasmette l´esatta localizzazione dell´incidente e altri dati. La chiamata può essere attivata anche in modo manuale, con i medesimi effetti, tramite un apposito pulsante. Ciò è utile, ad esempio, nel caso si sia testimoni di un incidente. Indipendentemente dal modo in cui viene attivata la chiamata, automatico o manuale, oltre alla trasmissione automatica dei dati, verrà comunque stabilita anche una connessione vocale tra il veicolo e il centro di soccorso. In questo modo, qualsiasi passeggero dell´auto incidentata, che sia in grado di rispondere alle domande, potrà fornire al centro di soccorso ulteriori dettagli sull´incidente. Cos´è Heero - L´obiettivo generale del Progetto Heero è di predisporre l´implementazione in Europa della necessaria infrastruttura, per trasformare in realtà il servizio di emergenza pan-europeo ´eCall´ armonizzato e interoperativo. L´implementazione del servizio ´eCall´ a livello europeo dovrà tenere in considerazione due condizioni di primaria importanza, dalle quali dipenderà il successo delle operazioni: l´interoperabilità e continuità transfrontaliera e l´armonizzazione. Si tratta della possibilità, per ogni veicolo di qualsiasi Paese europeo che viaggi in Europa, di utilizzare il servizio ´eCall´ in caso di incidente grave. Inoltre, il sistema ´eCall´ potrà funzionare correttamente in tutta Europa solo se sviluppato in modo armonico nei differenti Paesi, rispettando contemporaneamente le differenti implementazioni nazionali. L´utilizzo del numero di emergenza unico 112/E112 rappresenta il primo aspetto di tale approccio armonizzato.  
   
   
DONNE: LA TIROIDE LAVORA POCO? ECCO STANCHEZZA CRONICA E DEPRESSIONE MA SOLO UNA PAZIENTE SU 5 VIENE TRATTATA IN MODO CORRETTO  
 
Gubbio (Pg), 30 settembre 2013 – L’ipotiroidismo è una malattia “subdola” e si verifica quando la tiroide lavora male e produce pochi ormoni. Colpisce soprattutto le donne (6-7 volte in più degli uomini) e causa stanchezza cronica, depressione, dolori muscolari, secchezza della pelle e disturbi intestinali. Sintomi dunque comuni a tante altre patologie e per questo solo a una paziente su cinque viene diagnosticata e trattata in modo corretto. “L’ipotiroidismo interessa il 5% delle donne italiane e si manifesta in modo lento e graduale - sottolinea il Prof. Paolo Vitti Direttore di Endocrinologia, Università di Pisa -. Troppe volte il medico di medicina generale non ipotizza che dietro ad un malessere femminile ci sia la tiroide, ghiandola endocrina posta alla base del collo. Quindi prescrive all’assistita esami generici come l’emocromo, invece degli ormoni tiroidei e la diagnosi di malattia tiroidea arriva in ritardo. Tutto questo mentre la ricerca medica prosegue e sta portando a terapie sempre più efficaci e personalizzate”. Su questi temi si è svolto a Gubbio (Pg) il Forum Internazionale “Novità per l’Ipotiroidismo” organizzato dalla Fondazione Ibsa per la Ricerca Scientifica, dove sono stati presenti esperti provenienti dall’ultimo congresso europeo dedicato alle patologie endocrine. La tiroide è un’importante ghiandola del nostro organismo e produce principalmente l’ormone T3 e il pro-ormone T4 e la ricerca scientifica in questo campo sta esplorando proprio la sua fisiologia. “La principale novità, nella lotta contro questa malattia, è la possibilità di utilizzare una terapia sempre più adatta ad ogni singolo paziente - afferma il prof. Domenico Salvatore del Dipartimento di Endocrinologia, Oncologia Molecolare e Clinica dell´Università Federico Ii di Napoli - Bisogna quindi personalizzare il trattamento e capire quanto ormone somministrare. Una dose sbagliata può provocare disturbi psico-fisici a livello cerebrale come astenia, difficoltà nel mantenere la concentrazione, deficit cognitivo e depressione. Per troppo tempo si è pensato che bastasse una pastiglietta al giorno per risolvere tutti i problemi della tiroide. Ora sappiamo che non è così e dobbiamo quindi aggiornare le nostre conoscenze". Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) un miliardo di persone soffre di una malattia tiroidea. Sei milioni sono gli italiani colpiti e la più frequente è l´ipotiroidismo. "È una patologia sempre più diffusa, ma al tempo stesso molto sottovalutata e sotto diagnosticata - ricorda prof. Paolo Vitti -. Per contrastarla enti come la Fondazione Ibsa per la Ricerca Scientifica, che vanta un board scientifico composto da alcuni dei massimi esperti mondiali, possono avere un ruolo molto importante. Tra specialisti del settore è fondamentale condividere periodicamente le nostre conoscenze e competenze”. “Molti medici di famiglia, una volta diagnosticata la disfunzione, hanno dei dubbi su cosa sia meglio fare per i pazienti che non rispondono bene alla terapia con T4 - afferma il prof. Domenico Salvatore -. La ricerca deve proseguire e sarà sempre più opportuno aggiornare tutti i medici sulle novità in campo scientifico, partendo proprio da una sempre più approfondita conoscenza dei meccanismi alla base del funzionamento e della produzione degli ormoni tiroidei da parte della ghiandola”. “La nostra Fondazione - afferma il Direttore Silvia Misiti - nasce per sostenere, diffondere e raccontare la scienza di qualità in modo innovativo e coinvolgente, interattivo e trasversale, in uno spazio in cui le barriere fra diverse aree vengono abbattute. La ricerca può comunicare senza confini. Mai come negli ultimi anni stiamo assistendo a tagli selvaggi in questo settore. Le politiche restrittive colpiscono soprattutto i giovani scienziati. Per questo vogliamo dare il nostro contributo e abbiamo promosso per il 2013 due Fellowships per sostenere giovani ricercatori impegnati nel campo della reumatologia e dermatologia. Parallelamente, sempre per il 2013 in collaborazione con alcune Società scientifiche europee attive in altri settori di ricerca di base e clinica, stiamo istituendo premi per le migliori pubblicazioni internazionali di giovani ricercatori under 40. Proprio a Gubbio si riunirà il nostro comitato scientifico. Sarà l´occasione per fare un bilancio delle nostre prime iniziative e pianificare quelle future. Vogliamo che la nostra Fondazione diventi punto di incontro internazionale per ricercatori, appassionati, studenti, famiglie, medici e pazienti. Sul nostro sito (www.Fondazioneibsa.org) abbiamo inoltre appena attivato due rubriche di medicina narrativa: "Racconta la tua Esperienza" e "Cervelli in Movimento". La prima è dedicata alle storie di pazienti, dove ciascun utente può inviare una storia partendo dalle proprie speranze o sofferenze - conclude la Misiti -. Nella seconda vogliamo invece testimoniare le tante storie di giovani che hanno cambiato paese per studiare o lavorare". In queste rubriche troveranno spazio gli scritti più significativi da leggere e condividere”.  
   
   
MARCHE: RIORGANIZZAZIONE DELLE RETI CLINICHE: COSTRUTTIVO INCONTRO CON L’ANCI.  
 
Ancona, 30 settembre 2013 - La riorganizzazione delle reti cliniche al centro del costruttivo incontro del 26 settembre con il direttivo dell’Anci, guidato dal sindaco Maurizio Mangialardi. L’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani, e il presidente della V Commissione, Francesco Comi – insieme ai direttori del servizio Salute, Pierluigi Gigliucci, e delle Aziende Piero Ciccarelli, Aldo Ricci, Paolo Galassi, Giuseppe Zuccatelli – hanno incontrato la delegazione dell’Anci composta, oltre da Mangialardi, da Cesare Martini (sindaco di San Severino Marche), Barbara Toce (sindaco di Pedaso), Nella Brambatti (sindaco di Fermo), Giovanni Gaspari (sindaco di San Benedetto del Tronto), Fabrizio Volpini (assessore alla Sanità di Senigallia). Dopo l’illustrazione della riorganizzazione delle reti cliniche, da parte dell’assessore Mezzolani, i sindaci hanno proposto le raccomandazioni e i criteri suggeriti nel corso dell’audizione con la commissione Sanità. Un verbale delle possibili condivisioni, d’intesa con i direttori del servizio sanitario, verrà sottoposte alla valutazione della Giunta regionale, insieme alla delibera sulle reti cliniche. Tutti i presenti hanno comunque condiviso i criteri proposti per la riorganizzazione dei punti nascita: gradualità, concertazione, sicurezza dei cittadini, un metodo di lavoro basato sul confronto permanente tra Giunta regionale e sindaci.  
   
   
LA TIROIDE LAVORA POCO? ECCO STANCHEZZA CRONICA E DEPRESSIONE MA SOLO UNA PAZIENTE SU 5 VIENE TRATTATA IN MODO CORRETTO  
 
Gubbio (Pg), 30 settembre 2013 – L’ipotiroidismo è una malattia “subdola” e si verifica quando la tiroide lavora male e produce pochi ormoni. Colpisce soprattutto le donne (6-7 volte in più degli uomini) e causa stanchezza cronica, depressione, dolori muscolari, secchezza della pelle e disturbi intestinali. Sintomi dunque comuni a tante altre patologie e per questo solo a una paziente su cinque viene diagnosticata e trattata in modo corretto. “L’ipotiroidismo interessa il 5% delle donne italiane e si manifesta in modo lento e graduale - sottolinea il Prof. Paolo Vitti Direttore di Endocrinologia, Università di Pisa -. Troppe volte il medico di medicina generale non ipotizza che dietro ad un malessere femminile ci sia la tiroide, ghiandola endocrina posta alla base del collo. Quindi prescrive all’assistita esami generici come l’emocromo, invece degli ormoni tiroidei e la diagnosi di malattia tiroidea arriva in ritardo. Tutto questo mentre la ricerca medica prosegue e sta portando a terapie sempre più efficaci e personalizzate”. Su questi temi parte oggi a Gubbio (Pg) il Forum Internazionale “Novità per l’Ipotiroidismo” organizzato dalla Fondazione Ibsa per la Ricerca Scientifica, dove erano presenti esperti provenienti dall’ultimo congresso europeo dedicato alle patologie endocrine. La tiroide è un’importante ghiandola del nostro organismo e produce principalmente l’ormone T3 e il pro-ormone T4 e la ricerca scientifica in questo campo sta esplorando proprio la sua fisiologia. “La principale novità, nella lotta contro questa malattia, è la possibilità di utilizzare una terapia sempre più adatta ad ogni singolo paziente - afferma il prof. Domenico Salvatore del Dipartimento di Endocrinologia, Oncologia Molecolare e Clinica dell´Università Federico Ii di Napoli - Bisogna quindi personalizzare il trattamento e capire quanto ormone somministrare. Una dose sbagliata può provocare disturbi psico-fisici a livello cerebrale come astenia, difficoltà nel mantenere la concentrazione, deficit cognitivo e depressione. Per troppo tempo si è pensato che bastasse una pastiglietta al giorno per risolvere tutti i problemi della tiroide. Ora sappiamo che non è così e dobbiamo quindi aggiornare le nostre conoscenze". Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) un miliardo di persone soffre di una malattia tiroidea. Sei milioni sono gli italiani colpiti e la più frequente è l´ipotiroidismo. "È una patologia sempre più diffusa, ma al tempo stesso molto sottovalutata e sotto diagnosticata - ricorda prof. Paolo Vitti -. Per contrastarla enti come la Fondazione Ibsa per la Ricerca Scientifica, che vanta un board scientifico composto da alcuni dei massimi esperti mondiali, possono avere un ruolo molto importante. Tra specialisti del settore è fondamentale condividere periodicamente le nostre conoscenze e competenze”. “Molti medici di famiglia, una volta diagnosticata la disfunzione, hanno dei dubbi su cosa sia meglio fare per i pazienti che non rispondono bene alla terapia con T4 - afferma il prof. Domenico Salvatore -. La ricerca deve proseguire e sarà sempre più opportuno aggiornare tutti i medici sulle novità in campo scientifico, partendo proprio da una sempre più approfondita conoscenza dei meccanismi alla base del funzionamento e della produzione degli ormoni tiroidei da parte della ghiandola”. “La nostra Fondazione - afferma il Direttore Silvia Misiti - nasce per sostenere, diffondere e raccontare la scienza di qualità in modo innovativo e coinvolgente, interattivo e trasversale, in uno spazio in cui le barriere fra diverse aree vengono abbattute. La ricerca può comunicare senza confini. Mai come negli ultimi anni stiamo assistendo a tagli selvaggi in questo settore. Le politiche restrittive colpiscono soprattutto i giovani scienziati. Per questo vogliamo dare il nostro contributo e abbiamo promosso per il 2013 due Fellowships per sostenere giovani ricercatori impegnati nel campo della reumatologia e dermatologia. Parallelamente, sempre per il 2013 in collaborazione con alcune Società scientifiche europee attive in altri settori di ricerca di base e clinica, stiamo istituendo premi per le migliori pubblicazioni internazionali di giovani ricercatori under 40. Proprio a Gubbio si riunirà il nostro comitato scientifico. Sarà l´occasione per fare un bilancio delle nostre prime iniziative e pianificare quelle future. Vogliamo che la nostra Fondazione diventi punto di incontro internazionale per ricercatori, appassionati, studenti, famiglie, medici e pazienti. Sul nostro sito (www.Fondazioneibsa.org) abbiamo inoltre appena attivato due rubriche di medicina narrativa: "Racconta la tua Esperienza" e "Cervelli in Movimento". La prima è dedicata alle storie di pazienti, dove ciascun utente può inviare una storia partendo dalle proprie speranze o sofferenze - conclude la Misiti -. Nella seconda vogliamo invece testimoniare le tante storie di giovani che hanno cambiato paese per studiare o lavorare". In queste rubriche troveranno spazio gli scritti più significativi da leggere e condividere”.  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZE, VIA LIBERA A RIPARTO FONDO  
 
Milano, 30 settembre 2013 - Ammontano a oltre 41,5 milioni di euro le risorse dedicate per le non autosufficienze complessivamente messe a disposizione per la Lombardia (su un totale nazionale di 275 milioni di euro), che diventano 45 milioni grazie a un ulteriore contributo della Regione stessa. Dei 41,5 milioni il 65 per cento, pari a 27.009.125, verranno assegnati direttamente ai Piani di zona, per interventi diretti alla più ampia platea delle persone non autosufficienti a supporto della loro permanenza a domicilio. Il restante 35 per cento, pari a 14.543.375 euro, integrati da ulteriori risorse provenienti dai fondi regionali (3,5 milioni di euro) per interventi a favore di persone con disabilità gravissima. Si tratta di tutte le persone così come definite dal Decreto del Ministero del Lavoro, che ripartisce il Fondo nazionale di assistenza (Fna): "persone in condizione di dipendenza vitale che necessitano, al domicilio, di assistenza continuativa nelle 24 ore". Estesa La Platea Dei Beneficiari - La delibera sulle modalità e i criteri con cui utilizzare la quota regionale del fondo nazionale per le non autosufficienze, presentata dall´assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato Maria Cristina Cantù, è stata approvata oggi dalla Giunta lombarda e punta a sostenere circa 4.300 persone affette da patologie gravi e gravissime, estendendo di fatto la platea dei beneficiari, in una logica universalistica e nell´ottica di un migliore impiego delle risorse stesse. La delibera arriva a pochi giorni dalla comunicazione ufficiale (13 settembre) dello stanziamento del fondo nazionale. La prima novità riguarda proprio l´allargamento della platea dei potenziali beneficiari. Nelle due fondamentali tipologie di persone gravi e gravissime rientrano tutte le persone con tali livelli di disabilità. Con questo nuovo provvedimento si prevede di intervenire a favore di almeno 4.300 persone di cui 1.500 persone con disabilità gravissima. Persona E Famiglia Centrali In Progetto Di Intervento - Tra le altre importanti novità, in base ai nuovi orientamenti politici regionali in tema di welfare, l´erogazione del contributo, che non è più fine a se stessa ma è il risultato di un percorso di presa in carico che vede la persona e la sua famiglia al centro del progetto individuale di intervento elaborato in forma integrata e "integrato" da Comuni e Asl. Nell´ambito di tali interventi e progetti una specifica attenzione è dedicata alla possibilità di assicurare risposte a favore dei disabili adulti che oggi hanno scelto di vivere in modo ´indipendente´. "A partire - come spiega l´assessore Cantù - dalla valutazione multidimensionale del bisogno, per poi arrivare alla stesura di un progetto individualizzato, che preveda una risposta unitaria certa su più livelli assistenziali anche attraverso un mix di risorse economiche e interventi sia sociali che sanitari". "Viene inoltre previsto - evidenzia l´assessore - un periodico controllo sull´appropriatezza delle prestazioni". Percorso Condiviso Con Tutti Gli Attori - Per il prossimo futuro l´Assessorato alla Famiglia intende proseguire in coerenza con gli orientamenti generali annunciati nel Prs e, in particolare, con gli interventi contenuti nell´atto di indirizzo del fondo regionale a sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili (delibera 116 del 14 maggio 2013). A partire dalla necessità di una presa in carico integrata della persona finalizzata alla ricomposizione della spesa sociale, sociosanitaria e sanitaria per la realizzazione del progetto di vita delle persone. "Una scelta che si intende perseguire riorientando, quando necessario, le politiche regionali" ha aggiunto l´assessore. "Si chiude favorevolmente un percorso che coinvolgerà pienamente il territorio. Un´approvazione di fatto che arriva - conclude l´assessore - dopo un´attenta e piena condivisione di metodo e contenuto con tutti i soggetti sociali del territorio, dai sindacati all´Anci fino alle associazioni disabili, che hanno presentato le proprie osservazioni per arrivare alla stesura della delibera approvata oggi dalla Giunta. Una metodologia di confronto e ascolto così come gli obiettivi fissati nella delibera, valutati positivamente da tutti i soggetti interessati".  
   
   
OSSERVATORIO SOCIALE SANITÀ E SALUTE  
 
Varese, 30 settembre 2013 - Nell’arco di sei anni, in provincia di Varese l’offerta ospedaliera ha diminuito la sua disponibilità dai 3.402 posti-letto del 2006 ai 3.132 del 2012: si è così passati da 4,01 posti letto ogni mille abitanti a 3,53. Il dato emerge dall’analisi, condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio, sulla base delle cifre diffuse da Regione Lombardia e monitorate sul sito statistico dell’ente camerale www.Osserva-varese.it sotto la voce “Osservatorio Sociale”. Quest’ultima è una sezione che integra la parte strettamente economica per fornire un quadro il più esaustivo possibile del territorio varesino. Ritornando all’analisi dei dati, si coglie come la provincia lombarda con il più alto rapporto tra popolazione e posti-letto sia Pavia con 5,51 ogni mille abitanti, seguita da Milano con 4,21 e Sondrio con 4,12. La media regionale è, invece, di 3,80 posti-letto ogni mille abitanti: Varese si colloca dunque al di sotto di questo indice. Entrando invece nel dettaglio provinciale, si scopre che a Varese, mentre gli istituti pubblici sono sempre rimasti 10 nell’arco del periodo considerato, quelli privati sono passati dagli 8 del 2006 ai 9 del triennio 2007-2009 per scendere agli attuali 7. I ricoveri poi, se erano stati complessivamente 110.506 nel 2011, lo scorso anno ammontavano a 106.748; in diminuzione anche i giorni di degenza: da 949.235 nel 2011 a 916.309 nel 2012. La degenza media nelle strutture ospedaliere varesine, infine, è stata in media di 8,9 giorni, superiore a quella lombarda, pari a 8,6. I dettagli all’indirizzo web: http://www.Osserva-varese.it/index.php/site/osservatorio-sociale/sanita-e-salute    
   
   
COLICO (LC): INVESTIMENTI IN RICERCA E SPORT  
 
Colico/lc, 30 settembre 2013 - "Un gioiello di tecnologia, un passo deciso nel futuro, la dimostrazione che ricerca e sport sono settori sui quali non bisogna smettere di investire, perché i risultati che portano aiutano a costruire il presente e il futuro del nostro Paese". L´ha detto l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia Antonio Rossi, intervenendo al varo della barca laboratorio frutto della collaborazione tra Politecnico di Milano e Univerlecco, con il sostegno della Fondazione Cariplo. "Un varo - ha ricordato l´assessore - che avviene il giorno dopo la conclusione, con la quasi inaspettata vittoria del defender americano Oracle nella 34esima edizione della Coppa America grazie ad alcune decisive modifiche frutto di alta ricerca che l´hanno trasformata da lenta e impacciata inseguitrice in imprendibile e vincente". Eccellenza Mondiale - "Per massimizzare l´efficacia della ricerca - ha continuato l´assessore - è fondamentale poter disporre di dati e di informazioni che permettano di sviluppare soluzioni coerenti e valide. Tutto questo sarà possibile grazie a una barca laboratorio come questa, che mette la ricerca scientifica al fianco della progettazione nautica come mai era stato fatto in passato". "Al mondo - ha rimarcato l´assessore - esistono solo tre imbarcazioni simili, in America, Germania e Giappone, ma nessuna è in grado di ricavare ed elaborare dati, in scala reale e nelle effettive condizioni di utilizzo, come questa. Si tratta quindi di un´eccellenza in ambito mondiale, cosa non inusuale per questo territorio, che consentirà un approccio scientifico alla progettazione nautica e lo sviluppo di metodologie innovative per quanto riguarda le vele". Ricerca E Sport - "Questo varo - ha spiegato l´assessore - coniuga valore scientifico ed efficienza organizzativa e conferma che, quando istituzioni, privati e territorio collaborano a un obiettivo comune, i risultati si raggiungono. Questo progetto ha coinvolto piccole realtà artigianali e industriali del territorio ed è una dimostrazione di come lo sport abbia anche uno stretto rapporto con il lavoro e l´economia e di quanto il Made in Italy sia sinonimo di qualità e valore apprezzati nel mondo". "Ricerca e sport - ha concluso l´assessore Rossi - hanno molti punti in comune: sono entrambi per gente che vuole soffrire e faticare e che, alla fine, con caparbietà e tenacia raggiunge l´obiettivo".  
   
   
´LO SPORT CONTRO LA VIOLENZA´: 7 GIORNI DI EVENTI  
 
Milano, 30 settembre 2013 - Una settimana di eventi e manifestazioni sportive per dire ´no alla violenza´ e per ricordare la piccola atleta Yara Gambirasio. Dal 1 ottobre, Milano, Bergamo e Brembate (Bergamo) diventeranno il palcoscenico di ´Lo sport contro la violenza´, la manifestazione organizzata dal Coni e patrocinata da Regione Lombardia, presentata alla presenza dell´assessore regionale alle Pari opportunità, Casa e Housing sociale Paola Bulbarelli. Con lei, sul palco, il presidente del Coni Lombardia Pierluigi Marzorati, il direttore della Gazzetta dello sport Andrea Monti e il vice sindaco di Brembate Marco Mazzanti. Lo Sport: Grande Veicolo Di Comunicazione - Non è un caso che sia stato scelto proprio lo sport come veicolo per lanciare un segnale forte: dalla pratica sportiva comincia infatti non solo quel percorso che porta ad avere più fiducia in se stessi e a essere quindi più pronti ad affrontare situazioni ´difficili´, ma anche quella sorta di ´telefono senza fili´, che permette di trasferire messaggi di speranza o comunque che riescono a sensibilizzare la gente su un tema tanto delicato. L´impegno Di Regione Lombardia - "Fin dall´insediamento della Giunta Maroni - ha spiegato Bulbarelli - Regione Lombardia ha posto grande attenzione alle politiche di genere e alle iniziative per contrastare la violenza sulle donne: un fenomeno ancora troppo diffuso, con numeri che fanno paura (38.142 denunce lo scorso anno, 68 donne al giorno vittime di lesioni, solo per citarne alcuni ndr)". E la composizione stessa dell´esecutivo (7 donne e 7 uomini) lo dimostra. "Quello della pari opportunità - ha detto Bulbarelli - è un mondo da esplorare e noi vogliamo aiutare le donne a non sentirsi sole, ma protagoniste della propria vita. Il 49 per cento dei laureati è donna, come pure il 65 per cento dei diplomati e quindi abbiamo già iniziato a progettare iniziative che, non solo tengano conto di questi numeri, ma li valorizzino". Il Ricordo Di Yara - Parlando invece della manifestazione, Bulbarelli ha detto che si tratta di una settimana importante, anzitutto perché è dedicata a Yara Gambirasio, "una giovane sportiva strappata troppo presto e drammaticamente alla vita". E poi perché invita a riflettere sulla valenza educativa dello sport: "vogliamo aiutare le donne a imparare a difendersi, non ad aggredire". Bulbarelli ha anche sottolineato che "la forza fisica è strettamente collegata a quella mentale, perché il sentirsi tranquille da un punto di vista fisico rende forti e pronti anche da un punto di vista mentale". Gli Eventi - Tanti gli eventi in programma. Fra gli altri, Milano ospiterà una marcia non competitiva contro la violenza (1 ottobre, dalle 20.30, con partenza in piazza Gae Aulenti); un quadrangolare di calcio fra detenuti nelle carceri di Opera, Bollate, Bergamo e Como (2 ottobre); un torneo di calcio balilla (3 ottobre); uno stage di autodifesa ´Io non ho paura´, con l´esibizione di atleti professionisti, che saranno a disposizione di tutti coloro che vorranno apprendere tecniche di difesa personale (5 ottobre); un flash mob per lanciare, e lasciare, un messaggio indelebile alla città (6 ottobre). A Bergamo si partirà il 2 ottobre con una sfida fra Atalanta e Brembate. Numerosi gli eventi previsti il giorno successivo, fra cui: un film sul tema; un convegno che non vuole essere solo un momento di confronto, ma anche l´occasione per approfondire e sensibilizzare circa il significato educativo e formativo dello sport (ore 18.30, Brembate). Il 5 di ottobre sono poi in calendario un incontro dal titolo ´La violenza tra impatto sociale ed esperienza giudiziaria´ e un triangolare di basket. La settimana si chiuderà il 6 ottobre con un´esibizione delle "farfalle", ossia la squadra nazionale di ginnastica ritmica vice campione dl mondo 2013 (palazzetto dello sport di Brembate). 25 Novembre: Giornata Mondiale Contro Violenza Sulle Donne - Bulbarelli ha ricordato che il 25 novembre si celebrerà la ´Giornata mondiale contro la violenza sulle donne´. "Noi stiamo organizzando un incontro con ospiti illustri - ha detto -. Vorremmo che anche voi foste con noi". Il Coni non si è fatto attendere e, per bocca del suo presidente regionale Marzorati, ha già aderito.  
   
   
UNIVERSIADE: IN VISITA IN TRENTINO LE DELEGAZIONI DEGLI STATI PARTECIPANTI  
 
Trento, 30 settembre 2013 - Gran Bretagna, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia e tante altre nazioni d´Europa; Cina, Canada, Stati Uniti, Giappone, Russia, Corea, India e due comitati delle future Universiadi Invernali (Granada 2015 e Almaty 2017): sono solo alcuni degli Stati di provenienza delle circa 30 delegazioni, arrivate in Trentino in questi giorni per conoscere il territorio che ospiterà le squadre partecipanti all´Universiade invernale del prossimo dicembre. Il 26 settembre il Comitato Organizzatore ha presentato la manifestazione in un affollato incontro svoltosi a Trento, dove i capi delegazione hanno potuto rendersi conto dell´organizzazione complessiva e dell´ospitalità, dall´arrivo sul territorio alle zone di allenamento e gara. Dopo i saluti introduttivi del presidente del comitato organizzatore Sergio Anesi e di Kairis Ulp, responsabile del comitato di supervisione della Federazione Internazionale Sport Universitario, le delegazioni delle squadre hanno avuto dal segretario generale del comitato Filippo Bazzanella e da Ubaldo Prucker, responsabile dell´area sport, un quadro generale della manifestazione e hanno appreso come si svolgeranno le giornate di gara secondo le diverse discipline, suddivise in sport sulla neve e su ghiaccio. La mattinata è poi proseguita con la presentazione dei servizi sulle località di gara (fatta da Stefano Ravelli): dai trasporti agli alloggi, dai servizi medici alla possibilità di comunicare in banda larga da tutte le località - e dell´aspetto formativo dell´Universiade, con l´annuncio della conferenza internazionale di Rovereto e dei progetti scientifici legati alla manifestazione illustrati da Paolo Bouquet, responsabile dell´educational programme. La serata proseguirà con la visita delle strutture di Trento, in particolare di Sambapolis, che sarà il centro operativo di tutto l´evento e con un sopralluogo a Monte Bondone. Venerdì le delegazioni si recheranno al Muse, per visitare il nuovo museo delle Scienze e partecipare alla notte dei ricercatori, dopo i sopralluoghi effettuati in tutte le altre località sedi di gara. Oltre a Trento, infatti, che ospiterà il pattinaggio artistico e lo short track e il Monte Bondone, con lo snowboard e il freestyle, le competizioni avranno luogo a Pergine (hockey femminile), Baselga di Pinè (pattinaggio velocità e curling), Val di Fiemme (sci nordico, biathlon e hockey maschile) e Val di Fassa (sci alpino e hockey maschile). Oltre a queste località ne sono previste altre in tutto il territorio, dove gli atleti potranno svolgere i loro allenamenti.