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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Marzo 2015
PSR CALABRIA: OTTIMI RISCONTRI DALL’AUDIT DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLE MISURE A SUPERFICIE  
 
 Si è conclusa con esito decisamente positivo la “cinque giorni” che la Commissione Europea ha trascorso in Calabria per l’audit con il Dipartimento Agricoltura e l’organismo pagatore Arcea, relativo alle procedure amministrative, di controllo e di pagamento delle Misure a superficie del Psr Calabria. I rappresentanti della Commissione, Tomasz May, Michel Papadi e Maura Cordovani, dell’Unità J.4 Dg Agri, si sono detti molto soddisfatti dal punto di vista della qualità delle procedure adottate dal Dipartimento Agricoltura nell’ambito delle Misure 211, 212 e 214 ed hanno evidenziato l’importante riduzione del tasso di errore dei vari procedimenti adottati dalla Regione Calabria, che è andata addirittura al di là delle aspettative della stessa Commissione. Il Dirigente Generale reggente del Dipartimento Agricoltura Carmelo Salvino, ha ringraziato, dal canto suo, i rappresentanti della Commissione per la puntualità e la chiarezza delle osservazioni sulle Misure a superficie del Psr Calabria. “Ritengo –ha detto Salvino- che questi incontri di audit siano positivi per l’intero sistema, perché consentono alla Regione Calabria di ricevere un fondamentale feedback circa le proprie azioni amministrative, ed alla Commissione Europea di appurare che le risorse comunitarie vengano utilizzate ed utilizzate nella giusta maniera”. “La nostra intenzione – ha concluso il Direttore Generale Reggente del Dipartimento – è quella di migliorare sempre di più il livello qualitativo della nostra agricoltura, proprio attraverso il prezioso supporto della Commissione e del Psr”. Particolarmente soddisfatto anche il consigliere regionale Mauro D’acri il quale, portando i saluti del presidente Oliverio, ha sottolineato la grande attenzione che l’attuale amministrazione vuole avere rispetto all’agricoltura, un settore ritenuto strategico per l’economia regionale e sul quale si intende investire in maniera consistente. “Siamo soddisfatti dei controlli non solo per gli esiti ottenuti- ha concluso D’acri- ma anche perché è molto importante rendere note oltre i confini regionali e nazionali le cose buone che si fanno nella nostra terra”. Nei giorni scorsi, inoltre, i rappresentanti della Commissione Europea, hanno scelto e visitato tre aziende agricole calabresi, per verificare in loco l’effettiva qualità della nostra agricoltura. Molto soddisfacenti anche gli esiti dei sopralluoghi in quanto, a detta degli stessi funzionari Ce, è emersa l’effettiva qualità dell’agricoltura calabrese, nonché la professionalità degli imprenditori e degli operatori. All’incontro conclusivo, erano presenti, tra gli altri, l’Autorità di Gestione del Psr Calabria Alessandro Zanfino, il Dirigente del settore “Sviluppo rurale” Giovanni Aramini ed il Direttore di Arcea Maurizio Nicolai.  
   
   
CALABRIA: IL DIPARTIMENTO AGRICOLTURA PRONTO PER L’INCONTRO BILATERALE DI BRUXELLES SUL PSR 2014/2020  
 
 E’ tutto pronto per l’incontro bilaterale che si terrà a Bruxelles il 12 e il 13 marzo p.V. Tra il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria e la Commissione Europea, nel corso del qualesarà analizzato e valutato definitivamente il Psr (Piano di Sviluppo Rurale) 2014-2020. Soddisfatto il presidente della Regione, Mario Oliverio che, nei giorni scorsi, ha presieduto una serie di riunioni preliminari che hanno visto anche il coinvolgimento delle associazioni di categoria, con le quali si è lavorato di concerto, in un clima di grande collaborazione e condivisione, per scegliere le strategie di intervento da proporre alla Comunità Europea per ottenere la definitiva approvazione al Programma. Nel corso dell’ultimo incontro con le associazioni, a cui hanno partecipato il Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Carmelo Salvino, l’Autorità di Gestione del Psr Calabria Alessandro Zanfino, il Dirigente del settore “Sviluppo Rurale” Giovanni Aramini, il Direttore di Arcea Maurizio Nicolai ed il consigliere regionale Mauro D’acri, si è discusso degli investimenti nello sviluppo delle aree forestali e del miglioramento della redditività delle foreste. In particolare, l’assemblea si è confrontata sugli interventi da mettere in atto per favorire uno sviluppo sostenibile delle risorse forestali regionali, patrimonio fino ad oggi sottovalutato, e per promuovere la qualità progettuale, l’innovazione tecnologica e la certificazione delle produzioni nostrane. Altro argomento trattato, il sostegno alla cooperazione tra gli operatori delle aree rurali ed alla costituzione di associazioni ed organizzazioni di produttori, fattori fondamentali per rendere più competitiva sui mercati l’agricoltura calabrese. Si è discusso, inoltre, anche dei Gal (Gruppi di Azione Locale), che nella prossima programmazione, si auspica assumano un ruolo più incisivo ed efficace per lo sviluppo dei vari territori calabresi, nonché dei servizi di base e del rinnovamento delle aree rurali, che puntano al miglioramento della qualità della vita della popolazione rurale, come la banda larga ed ultra larga, le infrastrutture basilari e la riqualificazione di immobili di valore naturalistico, culturale o sociale, l’utilizzo delle energie da biomasse e rinnovabili, gli orti sociali. Nella riunione, inoltre, sono stati ripresi anche alcuni argomenti trattati in precedenza, per i quali si era reso necessario un ulteriore approfondimento, come ad esempio le Misure agro-climatiche- ambientali, il benessere degli animali, la necessità della certificazione dei prodotti per garantire l’effettiva qualità degli stessi. Le parti torneranno a riunirsi in seguito all’incontro di Bruxelles tra Dipartimento Agricoltura e Commissione Europea, per cercare di chiudere nella maniera migliore e nel più breve tempo possibile, l’importantissima partita del nuovo Programma di Sviluppo Rurale della Calabria.  
   
   
LIQUIDAZIONE DEGLI ACCONTI ALL’ASSOCIAZIONE ALLEVATORI MARCHE, LA GIUNTA REGIONALE APPROVA LE MODALITÀ.  
 
La Giunta regionale ha approvato le modalità di liquidazione degli acconti per i servizi resi dall’Associazione regionale allevatori Marche (Aram) negli anni precedenti al 2015. Si tratta di un impegno assunto dagli assessori all’Agricoltura, Maura Malaspina e al Lavoro, Marco Luchetti che hanno incontrato, lo scorso 3 marzo, la rappresentanza sindacale dell’Aram e il commissario Ferdinando Franguelli. La decisione della Giunta consente di trasferire le risorse all’Aran per pagare alcuni debiti e gli stipendi arretrati ai lavoratori. “L’aram è stata commissariata dall’Associazione italiana allevatori (Aia) per le notevoli difficoltà economiche in cui versa, in particolare per l’ingente esposizione debitoria – ricorda l’assessore Malaspina - Una situazione che ha impedito la rendicontazione delle attività svolte e la liquidazione delle prestazioni. In attesa di saldare quanto dovuto, eleviamo al 95 per cento la percentuale degli acconti che riconosceremo a fronte della presentazione dell’adeguata certificazione contabile richiesta, come ci eravamo impegnati nell’ultimo incontro avuto”. L’aram è beneficiaria di aiuti per i servizi relativi ai controlli funzionali dei libri genealogici e per l’assistenza tecnica. Servizi non rendicontati in varie annualità, a partire dal 2008 (assistenza tecnica) e 2010 (libri genealogici).  
   
   
ROSSI: "MI AUGURO CHE PARLAMENTO LEGIFERI PRESTO SU CONSUMO SUOLO. COSÌ PIÙ FORTE ANCHE TOSCANA"  
 
Firenze - Stop al consumo di suolo agricolo: questa la richiesta forte emersa dal convegno tenuto a Firenze dalla Cia, la confederazione italiana agricoltori, al quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione, Enrico Rossi, il ministro dell´ambiente Gianluca Galletti e quello dell´agricoltura Maurizio Martina. Il presidente Rossi ha illustrato i provvedimenti presi dalla Regione Toscana, prima in Italia ad aver varato una legge che sancisce lo stop al consumo di nuovo suolo agricolo. Lo ha fatto dopo che sia il Ministro Galletti sia il Ministro Martina hanno concordato sulla necessità e urgenza di una legge nazionale che dica "stop" al consumo di suolo agricolo, e sul fatto che questo, ossia l´anno dell´Expo, sia l´occasione giusta per vararla, nonostante le difficoltà. "Mi auguro - ha detto Rossi - che dal Parlamento venga una svolta in questo senso, perchè la Regione Toscana ha legiferato, ma è chiaro che l´azione è più forte e cogente se questo provvedimento si inquadra in una legge nazionale. E mi permetto di suggerire al Parlamento di fare presto, perchè noi in Toscana abbiamo avuto fortuna, vista la congiuntura sfavorevole ci sono state minori reazioni dal mondo della proprietà fondiaria e l´edilizia era in crisi, ma se in questo Paese riesplode la voglia del mattone..." Il conduttore della tavola rotonda, Mario Tozzi, gli ha chiesto allora: "E i Comuni come l´hanno presa?" "Quando si inizia un cambiamento - ha risposto Rossi- c´è sempre chi si oppone e chi capisce. Noi abbiamo chiesto ai Comuni di fare presto a fare i nuovi piani strutturali, che recepiscono la nuova legge urbanistica, e abbiamo stanziato finanziamenti per quei Comuni che decidono di rifare il piano strutturale insieme alla Regione." Infine Rossi ha ripercorso la vicenda del Pit, il piano di indirizzo territoriale, con valenza di piano del paesaggio. "Con gli agricoltori abbiamo avuto discussioni -ha ricordato - in particolare per quanto riguarda gli impianti di vigneti, poi abbiamo trovato un punto di incontro. E grazie al Pit abbiamo introdotto anche delle aperture, come la possibilità di coltivare nuovamente aree ex agricole, poi invase dal bosco, o la possibilità di fare annessi agricoli in maniera più semplice rispetto a prima. Certo, poi se l´attività agricola cessa - ha concluso - l´annesso dovrà essere demolito." Su tutto Rossi ha ricordato però il problema della redditività in agricoltura. "Abbiamo perso 100 mila ettari di agricoltura in Toscana, dobbiamo - ha detto - trovare il modo di rendere redditizia l´attività, questo è il nodo, altrimenti tutto quello che diciamo è come scritto sull´acqua. Intanto colgo come positivi i segnali che vengono dai giovani: crescono le iscrizioni alle facoltà di agraria e alle scuole di agraria. Meglio che in passato, quando i giovani erano orientati al mondo della finanza. Ed è importante anche che il settore agricolo è quello che sul piano occupazionale ha tenuto di più degli altri settori durante questo periodo di crisi."  
   
   
EXPO, BONACCINI INCONTRA I RAPPRESENTANTI DEL TERRITORIO PIACENTINO. NEL CASTELLO DI RIVALTA (GAZZOLA) PRESIDENTE E GIUNTA ILLUSTRANO LA PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE. IL PUNTO SUI PROGETTI DEI TERRITORI E DELLE IMPRESE  
 
Bologna - Rappresentanti di associazioni, imprenditori, enti e istituzioni locali. Tutti “attori” che porteranno nella vetrina internazionale dell’Expo le eccellenze, la ricerca e la capacità di innovazione dell’Emilia-romagna. Li ha incontrati oggi, nel Castello di Rivalta (Gazzola), il presidente della Regione Stefano Bonaccini, insieme alla giunta. “L’esposizione Universale – ha sottolineato Bonaccini – sarà un’occasione formidabile, perché renderà ancora più evidente il ruolo della nostra regione nella ricerca e nell’innovazione, a favore del sistema industriale e agroalimentare. Non solo: rappresenterà anche una grandissima chance per il nostro turismo”. Ad aprire i lavori, nel pomeriggio, l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi; nelle sezioni tematiche sono intervenuti gli assessori Caselli (Agricoltura) e Corsini (Turismo). Durante l’incontro è stata illustrata la partecipazione della Regione all’Expo e si è fatto il punto sui progetti dei territori e delle imprese. All’ordine del giorno, l’Università e i nuovi protagonisti dell’Esposizione Universale, il settore agroalimentare, il ruolo di Food Valley, Motor Valley e Wellness Valley come “driver” per il turismo regionale verso Expo. L’appuntamento di Milano, come è emerso durante il confronto, “dovrà essere – ha ribadito Bonaccini – un’occasione concreta di sviluppo e di proiezione sui mercati internazionali dell’agricoltura dell’Emilia-romagna, e dell’industria di trasformazione agroalimentare, riconosciuta peraltro in tutto il mondo per l’eccellenza e la reputazione dei suoi marchi. Non solo: della rete dei centri di ricerca e innovazione, impegnati sui temi della sicurezza alimentare, della tracciabilità e sostenibilità ambientale. E sempre da Expo dovrà emergere il volto della solidarietà, del no profit e della cooperazione, per raccontare una regione e la sua identità”. E lo farà, in primo luogo, ha concluso il presidente, con il World Food research and innovation Forum, “il progetto strategico della Regione che, partendo dall’Esposizione Universale, vuole creare una piattaforma permanente e internazionale sui temi dell’alimentazione, dell’innovazione e della sicurezza in campo alimentare e agroalimentare”. La partecipazione delle imprese - La manifestazione di interesse per l’animazione della Piazzetta rivolta a soggetti no-profit in rappresentanza dei territori ha portato a 78 domande, in corso di valutazione. La Regione ha coinvolto le principali fiere internazionali dell’Emilia-romagna, mettendo in fila 14 eventi internazionali che direttamente o indirettamente attengono ai temi di Expo: oltre a Cibus e Cibus Tech (impegnate nel Padiglione di Federalimentare), e Sana (che organizza il Padiglione della Biodiversità), sono stati coinvolti eventi quali H2o sull’acqua, Remtech per la bonifica dei terreni agricoli inquinati, Ecomondo, Sigep con il gelato e la pasticceria, Marca, Macfrut con l’ortofrutta, Rimini Wellness, Ttg sul turismo, R2b sull’alta tecnologia e le start-up. Sono state coinvolte inoltre le imprese regionali della filiera attraverso due bandi, cui hanno aderito 400 soggetti: imprese, soprattutto, ma anche istituzioni, associazioni imprenditoriali, Fondazioni, Università, centri di ricerca. I bandi garantiscono contributi fino al 50% perché si organizzino in regione eventi, visite aziendali incontri “b2b”, degustazioni, partnership strategiche di portata internazionale costruendo così un’offerta per le delegazioni internazionali. La presenza dell’Emilia-romagna - Nel Padiglione Italia la partecipazione dell’Emilia-romagna alla cosiddetta “Mostra delle Regioni” riguarda una selezione di sei aziende, su cui sono stati realizzati brevi filmati da inserire nel percorso di visita. All’interno della mostra, un’altra collaborazione relativa alla rappresentazione di ambienti, monumenti, aspetti architettonici significativi per l’Emilia Romagna. Settimana di protagonismo e spazio a rotazione - Inizia il 18 settembre e termina il 24 settembre 2015. Per questo periodo, la presenza regionale dell’Emilia-romagna sarà al centro delle iniziative di Palazzo Italia, sia per gli eventi realizzati sia per la comunicazione. L’allestimento ha la doppia funzione di “spazio del sapere” e “spazio del fare”, rispettivamente caratterizzati dalla biblioteca e dai tavoli circolari. Sono previsti momenti di presentazione multimediale di iniziative, progetti, programmi. La manifestazione di interesse “per la realizzazione di progetti di promozione del sistema produttivo, culturale, scientifico e turistico regionale” vede 78 proposte di eventi in corso di valutazione da enti locali, Università, scuole, Camere di Commercio, Fondazioni e associazioni. La Piazzetta dell’Emilia-romagna sarà l’unico esempio sul Cardo (la parte esterna di Palazzo Italia) di progettualità di quel tipo, condivisa nei contenuti con i vari territori e con i soggetti pubblici e privati interessati a valorizzarsi in Expo grazie alla manifestazione d’interesse. Promozione turistica e palinsesto degli eventi territoriali - Sono in corso di realizzazione, in collaborazione con Apt, un insieme di 65 pacchetti turistici per la Costa, le Città d’arte, i percorsi enogastronomici e le imprese rurali in collegamento con Expo denominati “Via Emilia”. Sarà creato un Palinsesto degli eventi culturali e fieristici in Emilia-romagna nel 2015 con declinazione Expo: con quest’obiettivo sono stati selezionati 310 eventi dei territori, di cui 71 di eccellenza.  
   
   
FRAGOLE 2015: SECONDO LO STUDIO CSO, CALANO LE SUPERFICI COLTIVATE MA I CONSUMI SONO IN NETTA CRESCITA ANCHE GRAZIE ALLA QUALITA’ VARIETALE  
 
Ferrara - La produzione di fragola in Italia è in fase di avvio ed entrerà nel pieno dell’offerta tra poche settimane. Si arriva da una stagione molto difficile, che ha visto concentrarsi fattori climatici avversi, elevata produzione, scarsa recettività dei mercati con conseguente drammatico crollo dei prezzi e si registra una prevedibile prudenza negli investimenti produttivi; i dati sui consumi di fragole sono però molto positivi (+4% di acquisti nel 2014 rispetto all’anno precedente) e l’ampliamento del calendario commerciale così come le varietà eccellenti disponibili sui nostri mercati lasciano qualche spiraglio di ottimismo. Le superfici destinate alla coltivazione della fragola in coltura specializzata in Italia a livello nazionale registrano un calo rispetto agli investimenti del 2014. Con circa 3.570 ettari la fragolicoltura specializzata in Italia scende del 4% e si colloca su valori molto simili a quelli del 2011. L’83% della superficie coltivata riguarda impianti in coltura protetta e il rimanente 17% in pieno campo dove il calo risulta più marcato, con il 10% in meno rispetto all’anno precedente, a fronte di un -2% della coltura protetta. La contrazione ha toccato in maniera generalizzata quasi tutti i bacini produttivi più importanti in Italia, con poche eccezioni che riguardano soprattutto le aree meridionali. A fronte di una decisa contrazione in Calabria (-20%), ma anche in Sicilia (-5%), la Campania, che si conferma prima regione di produzione italiana, perde solo l’1% di superfice coltivata. La Basilicata è in controtendenza affermando una buona crescita produttiva del + 9% rispetto al 2014. Nell’ambito delle aree a Nord del paese, il Veneto si conferma regione leader della fragolicoltura italiana, con una particolare concentrazione delle superfici coltivate nel veronese. Una leadership consolidata anche per il 2015 nonostante si registri un calo molto significativo degli ettari coltivati; sono circa 100 gli ettari in meno a fragola nel 2015 rispetto al 2014. In sensibile calo anche la coltivazione in Emilia Romagna con un -6% rispetto all’anno precedente ed anche la provincia di Bolzano appare in forte riduzione, con un - 12%, a cui si va ad affiancare la provincia di Trento, con un -5%. Il Piemonte invece si presenta nel 2015 in controtendenza rispetto alle altre regioni del Nord con un incremento di superfici del 13%. A livello varietale è interessante la sempre maggiore concentrazione di alcune regioni del Sud su alcune varietà: in Basilicata la varietà Candonga rappresenta di gran lunga quella più coltivata, con circa l’80% degli impianti della regione, mentre in Campania è la varietà Sabrina a detenere oltre il 60% degli investimenti. Molto più diversificata la situazione nelle regioni del Nord.  
   
   
UNGULATI, ROSSI: "AGRICOLTORI HANNO RAGIONE, OCCORRE PIANO ABBATTIMENTI"  
 
Firenze - "Concordo che bisogna trovare un punto di equilibrio, ma in Toscana ci vuole anche un piano di abbattimenti, gli ungulati sono davvero troppi e gli agricoltori hanno ragione." Questo il parere di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, intervenuto sul tema ungulati e predatori al convegno della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, che si è svolto oggi a Palazzo Vecchio. Rossi è intervenuto dopo che sul tema si erano espressi il ministro dell´Ambiente, Galletti e quello dell´agricoltura, Martina. "Io vengo dalla campagna - ha proseguito Rossi - e capisco l´agricoltore che si vede distrutto il proprio lavoro. In pochi anni c´è stato un tale incremento di ungulati che è stato alterato l´equilibrio che c´era prima". Secondo Rossi "le leggi dello Stato devono conferire alle Regioni il potere di riportare l´equilibrio e di esercitare il controllo." Sul tema dei predatori il presidente della Regione ha detto: "Secondo me il tema non è tanto quello del lupo, quanto dei canidi, degli ibridi e dei cani selvaggi. Ce ne sono decine e decine - ha detto Rossi - e hanno infestato la regione, a cominciare da Grosseto, ma non solo. Anche qui - ha proseguito - occorre un piano di catture, perchè la Toscana non può essere la regione degli ibridi che spaventano le persone e assaltano gli animali. Noi abbiamo predisposto un piano di cattura degli ibridi e credo che avremo i risultati entro l´estate". "Su questo andremo decisamente avanti, perché - ha detto Rossi - questi aspetti, che suscitano rabbia, non vanno sottovalutati. E´ vero, vi sono state iniziative da parte di alcuni allevatori, come è accaduto nel grossetano, da mettere all´indice, ma guai a quelle istituzioni che non prendono sul serio questi problemi. Bisogna saper ascoltare, trovare un punto di incontro, poi è necessario intervenire." Rossi ha anche ricordato l´importanza del chip per riconoscere i cani e prevenire il randagismo. "Siamo stati la prima Regione a introdurli - ha concluso - poi c´è stato un calo di attenzione su queste tematiche, ho richiamato le Asl a maggiore attenzione."  
   
   
IL MAIALETTO SARDO ANDRÀ ALL´EXPO  
 
Roma - "Il maialetto sardo andrà all´Expo: non c´è alcun motivo logico e soprattutto di carattere sanitario perché ne resti escluso". L´assessore della Sanità Luigi Arru l´ha detto dagli studi di Rai Uno a Saxa Rubra, partecipando questa mattina in diretta alla trasmissione dedicata ai consumi e all´agroalimentare "A conti fatti" condotta da Elisa Isoardi. Con l´assessore Arru hanno discusso del caso del maialetto sardo, bandito per paura della peste suina africana, il direttore generale del settore Veterinario del Ministero della Salute Silvio Borrello, che ha garantito il totale supporto da parte del governo a fronte delle garanzie sanitarie da parte della Regione, e il giornalista dell´Espresso specializzato nel settore gastronomico Antonio Paolini, che ha sottolineato l´assurdità della messa a bando del porcetto dagli stand milanesi, dicendosi però sicuro che il problema verrà superato. Garanzie All´europa, Paure Infondate - "La Sardegna è in grado di offrire tutte le garanzie sanitarie richieste dall´Unione Europea, pertanto paure e polemiche sono assolutamente infondate - ha detto Arru - . I maialetti, prima di essere esportati, vengono sottoposti a un processo di termizzazione che garantisce al 100% l´eliminazione di ogni possibile virus, ma va detto che gli animali sottoposti a termizzazione sono già ampiamente e accuratamente controllati prima, tanto da poter escludere a priori la presenza di virus che, è bene chiarirlo, non è in alcun modo pericoloso per gli esseri umani. C´è molta confusione sull´argomento: bisogna ricordare che tutte le nostre aziende regolarmente registrate e censite sono sottoposte a severi e regolari controlli per garantire la sicurezza dei prodotti e che la peste suina colpisce soltanto i capi allo stato brado, che di sicuro non sono quello destinati all´Expo". La Strategia Della Giunta - L´esecutivo guidato da Francesco Pigliaru è seriamente e costantemente impegnato sul fronte della lotta alla peste suina sin dal primo giorno, una sfida che - come ha più volte sottolineato il presidente - bisogna vincere a tutti i costi e nel più breve tempo possibile. Come ha fatto la Spagna, che dopo 30 anni di battaglia ha definitivamente sconfitto il problema. "La Giunta ha approvato un Piano di eradicazione della peste suina da 4 milioni di euro all´anno e coinvolto i massimi esperti mondiali, a cominciare dal professor Josè Vizcaino. Ricordo - ha aggiunto l´assessore Arru - che a gennaio la Commissione Europea ha stanziato un milione e 80mila euro per cofinanziare il Piano d´azione straordinario contro la peste suina, e che a novembre arriveranno altri soldi, a dimostrazione dell´apertura di credito al nostro Piano che, oltre all´azzeramento dell´epidemia, ha come obiettivo il rilancio della produzione agroalimentare sarda garantendone qualità e sicurezza". Ci sono infine 10 milioni di fondi messi a disposizione dall´Agricoltura destinati agli allevatori che costruiranno recinti per evitare il pascolo brado.  
   
   
DANNI IN AGRICOLTURA: REGIONE TOSCANA E MINISTERO DISPONIBILI AD AIUTI CONCRETI  
 
Firenze- La Regione Toscana e il Ministero delle politiche agricole sono disponibili a mettere in atto le misure necessarie a sostenere con aiuti concreti il mondo agricolo e il settore florovivaistico duramente colpiti dal vento che ha battuto la Toscana nei giorni scorsi. E´ quanto è emerso nel corso dell´incontro che il ministro dell´agricoltura Maurizio Martina e il presidente Enrico Rossi, presente l´assessore regionale all´agricoltura, Gianni Salvadori, hanno avuto con i rappresentanti di categoria presso la presidenza della Regione Toscana. "Tra le misure che stiamo studiando – ha spiegato Rossi – figurano l´abbattimento completo degli interessi sui finanziamenti alle imprese, grazie all´intervento della Bei, la Banca europea degli investimenti. Poi c´è la possibilità di dilazionare di un anno il pagamento della quota capitale sui mutui già in essere. E ancora quella di concedere una deroga ai pagamenti dei contributi per i lavoratori del settore". I florovivaisti presenti, molti dell´area pistoiese e alcuni della Versilia e della lucchesia, hanno sottolineato la necessità di ottenere aiuti urgenti in grado di sostenere una ripresa che si stava intravedendo e di reggere la concorrenza internazionale in un periodo di grande attività nel settore per garantire le consegne primaverili. "Prima di tutto è fondamentale – ha aggiunto il ministro Martina – che ci giunga il conto esatto dei danni. Poi vedremo quale quota del Fondo nazionale di solidarietà potremo utilizzare, ben sapendo però che non potrà essere questo un intervento risolutivo. Verificheremo anche quali servizi potrà mettere l´Ismea (l´Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) a disposizione del settore florovivaistico. Per il resto e per il futuro occorre agire sul versante delle assicurazioni per le strutture e la produzione". Il ministro ha confermato anche la sua disponibilità a lavorare su possibili deroghe rispetto ai pagamenti e agli obblighi fiscali e ha dichiarato che resterà in stretto contatto con la Regione e con l´assessore toscano all´agricoltura. Dal canto suo il presidente Rossi ha chiesto di ricevere il conto dei danni entro giovedì 19 per poterlo trasmettere immediatamente a Roma. "Per ciò che riguarda i danni subiti da altri settori – ha concluso Rossi – esamineremo nella Giunta di oggi pomeriggio il da farsi. Intanto chiederemo al Governo di dichiarare lo stato di emergenza. Ricordo poi che fino al 27 marzo le imprese e le partite Iva hanno la possibilità di richiedere prestiti fino a 25.000 euro ad interessi zero e che per le famiglie pensiamo di concedere per le prime case che hanno subito danni fino a 5.000 euro di prestito a chi ha un Isee fino a 36.000 euro, cioè ai tre quarti dei cittadini". Il presidente ha annunciato infine l´intenzione di mettere al lavoro un gruppo di esperti incaricato di indicare come procedere con le messe a dimora di nuove piante e di verificare l´impatto ambientale in merito alla difesa del suolo e alla riduzione dell´anidride carbonica della distruzione dei tanti alberi sradicati dal l´uragano che si abbattuto sulla Toscana. Un prossimo incontro per far il punto sulla situazione è previsto tra circa due settimane.  
   
   
LAZIO, ENOTECA REGIONALE: GRANDE SUCCESSO  
 
Per Il Bando Va avanti l’impegno della Regione per valorizzare l’Enoteca Regionale e far conoscere nel mondo i menù e i prodotti e le specialità del Lazio. Presto l’enoteca passerà a una gestione imprenditoriale privata ma continuerà a svolgere un ruolo privilegiato nella promozione delle eccellenze enogastronomiche. 10 offerte per la nuova gestione dell’Enoteca Regionale. Il bando di gara per l´affidamento dell´Enoteca ´Palatium´ è terminato il 20 febbraio, sono pervenute 10 offerte. Un grande successo per la Regione e per Arsial, l´Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l´Innovazione dell´Agricoltura del Lazio. Tutte possiedono i requisiti richiesti nella procedura. Il passo successivo sarà l’inoltro delle lettere di invito per la presentazione dei progetti tecnici e delle offerte economiche, i due criteri su cui si baserà l´aggiudicazione finale. “Un altro importante traguardo raggiunto in meno di due anni, un altro tassello fondamentale per l´efficienza dell´Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l´Innovazione dell´Agricoltura del Lazio e per l´Amministrazione Zingaretti” è il commento di Antonio Rosati, amministratore unico Arsial  
   
   
AOSTA: EXPOVDA SI PRESENTA  
 
Expovda ha presentato i suoi primi sessanta giorni di lavoro per predisporre la partecipazione valdostana a Expomilano 2015. La fiera mondiale si svolgerà a 200 km dalla Valle d’Aosta e coinvolgerà 20 milioni di visitatori. La missione che si è data la società Expovda è quindi quella di cogliere un’opportunità da non perdere per presentare i contenuti e le potenzialità della Valle d’Aosta ad un così vasto e variegato pubblico. Aurelio Marguerettaz Assessore regionale al Turismo, sport, commercio e trasporti C´è la possibilità di lanciare qualche seme e di fare delle attività che potranno dare dei risultati negli anni a venire. Ora, proprio preparando quello che è il vestito della festa, che dobbiamo utilizzare per presentarci con Expo, abbiamo potuto riscoprire i tantissimi contenuti e le tantissime eccellenze che la Valle d´Aosta possiede. Tutto quello che fa parte del nostro quotidiano può, senza la pretesa di cambiare le sorti del mondo, rappresentare un’eccellenza per coloro che verranno in Expo. Nel corso della sua prima presentazione alla stampa, Expovda ha mostrato il logo con il quale marchierà la propria comunicazione. Leonardo La Torre Presidente Expovda È un logo che vuole raccontare la Valle d´Aosta e quindi parte dal Decumano e dal Cardo, che sono la struttura portante della pianta della città di Aosta. È un logo che parte da un´idea dei bambini: una Valle d´Aosta complessa, ma che si traduce solamente in un segno. In un segno che, però, è il cambiamento verso cui si tende. Cioè si parte dalla romanità e si va verso una nuova visione della vita. La Valle d’Aosta sarà presente all’interno dell’area Expo con una presenza video sui monitor del viale centrale e con un’installazione - ideata dal direttore artistico Davide Rampello - evocativa della verticalità ma intrinsecamente connessa al tema portante della Fiera, che è il nutrimento del pianeta. Forse la presenza di maggiore rilievo della Valle d’Aosta, nel contesto della Fiera sarà al suo esterno. Leonardo La Torre Presidente Expovda Ci sarà un fuori Expo per permettere a tutti di esserci. Quindi anche ai valdostani e alle piccole produzioni, agli artigiani, a quelli che magari non hanno mai voce in capitolo perché non riescono ad arrivare sui grandi mercati, noi vogliamo dare l´opportunità di toccare l´Expo, anche a Milano, con un fuori Expo di grande prestigio. Per valorizzare ulteriormente le produzioni regionali agli occhi di coloro che verranno a visitare la Valle d’Aosta nel semestre dell’esposizione universale, un’Expo totalmente regionale sarà allestita al Museo archeologico di Aosta: uno spazio per vedere e per conoscere, ma anche per confrontarsi. Leonardo La Torre Presidente Expovda Faremo una permanente che permetterà a tutti - quindi non solo chi produce ma anche chi in qualche modo culturalmente rappresenta questa regione - di incontrarsi, di dibattere, di diffondere questi valori, di confrontarsi, invitando dall´esterno, magari facendosi contaminare da altri Paesi, da altre regioni proprio perché il confronto è quello che poi permette l´accrescimento. Tra le iniziative legate all’esposizione, Il cortometraggio che Expo Milano 2015 ha commissionato Ermanno Olmi per presentazione dell’evento, ma soprattutto che il regista ha scelto, quale immagine di apertura, la maestosità del Monte Bianco. Leonardo La Torre Presidente Expovda Noi siamo onorati e fieri di poter rappresentare al meglio l´Italia in questo percorso dalla montagna all´acqua e quindi alla vita.  
   
   
AGRICOLTURA: PSR FVG DA´ RISPOSTE CONCRETE AL MONDO RURALE  
 
San Giorgio della Richinvelda - E´ un Programma di sviluppo rurale, quello predisposto dalla Regione per il periodo 2014/2020, che mira a dare risposte concrete al mondo rurale, e a consentire di gettare le basi per il consolidamento del settore primario, con lo sguardo rivolto al futuro. Lo ha ribadito il vicepresidente della Regione e assessore alle Risorse rurali, Sergio Bolzonello, a conclusione del Convegno annuale sulla nuova Pac, organizzato dal Circolo agrario friulano nella sede dei vivai cooperativi di Rauscedo. Bolzonello è intervenuto prendendo lo spunto dai relatori che l´hanno preceduto, il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, il consulente sui mercati cerealicoli internazionali, Silvio Pellati, e l´imprenditore veneto del settore pastaio, Pierantonio Sgambaro, per soffermarsi sugli elementi caratterizzanti del Programma che la Regione sta delineando con l´obiettivo di adeguare l´agricoltura del Friuli Venezia Giulia alle attese di una società, e di un mercato, che sono in continua evoluzione. Per questo motivo, ha precisato Bolzonello, il 65 per cento dell´intero ammontare di fondi che la Ue ha assegnato alla nostra Regione per il prossimo settennato di programmazione (complessivamente 296 milioni di euro mentre nel periodo precedente erano stati resi disponibili 268 milioni di euro), sarà fruibile attraverso il primo bando, che sarà pubblicato nel mese di giugno. L´ammontare rimanente sarà ripartito tra le diverse misure fra due anni, alla luce dell´esperienza che nel frattempo sarà maturata, e delle eventuali nuove esigenze e priorità che si potranno delineare nel frattempo. Dopo essersi soffermato sugli specifici segmenti del comparto rurale rispetto ai quali la Regione intende intervenire attraverso il Psr, Bolzonello ha preso a esempio il percorso imprenditoriale prescelto dall´azienda pastaia rappresentata nell´affollato convegno, e che era stato esemplificato in precedenza all´affollato uditorio, per ribadire i punti cardine del nuovo Psr del Friuli Venezia Giulia. Uno strumento, che intende stimolare la competitività delle aziende e degli imprenditori, favorendo l´insediamento di aziende di trasformazione agroalimentare sul territorio regionale. Attenzione particolare sarà prestata dal Psr all´agricoltura biologica, che si sta progressivamente affermando, alla innovazione, a filiere che si possano consolidare nel tempo, e al ricambio generazionale che consenta di rafforzare il mondo rurale e di trasmettere il messaggio della qualità delle produzioni.  
   
   
FVG, AGRICOLTURA: DA CONFCOOPERATIVE PROPOSTE SVILUPPO  
 
Udine - Un confronto ampio ed articolato sui contenuti della politica della Regione nel settore agroalimentare, che ha consentito al vicepresidente e assessore Attività produttive, Commercio, Cooperazione, Risorse agricole e forestali, Sergio Bolzonello, di approfondire elementi utili in vista dell´attuazione della nuova politica comunitaria e di ribadire, concetto che è stato ampiamente condiviso dai presenti, l´assoluta necessità di creare nel Friuli Venezia Giulia strutture di trasformazione dei prodotti del comparto. Un passaggio finalizzato a favorire una migliore redditività, sia per i singoli agricoltori, che per le associazioni cooperative. Questi gli esiti dell´incontro che Bolzonello ha avuto a Udine, nella sede di Confcooperativefedagri del Fvg, sui contenuti del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014/2020. Programma, che come ribadito dal vicepresidente - "Sarà presentato, nella stesura definitiva, alla Commissione europea, entro il prossimo 20 marzo; potrà così essere il primo Psr d´Italia ad ottenere il via libera dalla Ue". La riunione odierna ha avuto quali protagonisti gli esponenti dei settori del mondo rurale rappresentati in seno a Fedagri: 150 le cooperative associate, 1077 gli addetti, 1096 soci, con un fatturato annuo di 426 milioni di euro. Dagli interventi che si sono susseguiti, e che hanno toccato le tematiche cardine dell´agricoltura e dell´agroalimentare regionale, è emersa una sostanziale condivisione dell´impostazione voluta all´amministrazione regionale, e dal vicepresidente Bolzonello in particolare, per il Psr 2014/2020. Infatti, i punti salienti dell´intervento introduttivo del presidente di Confcooperative del Fvg, Giorgio Giacomello, come ha rilevato il vicepresidente della Giunta coincidono con la strategia che l´Amministrazione ha inteso perseguire per tracciare il futuro dell´agricoltura e dell´agroalimentare regionale. Inoltre, Bolzonello ha ribadito che dall´agricoltura e dall´agroalimentare del Friuli Venezia Giulia debbono provenire iniziative e idee atte a favorire il consolidamento e lo sviluppo del settore primario; iniziative che dovranno maturare attraverso la coesione e la condivisione di tutte le componenti. Nel contempo, è stata ampiamente condivisa l´esigenza di favorire la nascita di vere e proprie filiere per l´agricoltura regionale, che oltre alla produzione contemplino pure la trasformazione e la prima commercializzazione dei prodotti.  
   
   
BOLZANO: NUOVE PROSPETTIVE PER CASTAGNE E CILIEGIE "BIOLOGICHE"  
 
La coltivazione di drupacee e piccoli frutti è una nicchia interessante per l’agricoltura altoatesina: lo ha ribadito il 6 marzo a Terlano l’assessore provinciale Arnold Schuler alla 28.Ma edizione del convegno su drupacee e piccoli frutti. Le relazioni hanno trattato svariati temi, dalla coltivazione biologica di ciliegie, dalle castagne sative fino a misure contro la Drosofila suzukii. "I piccoli frutti e le drupacee rappresentanto un´alternativa interessante per le nostre aziende agricole, soprattutto nelle zone montane. Questi ambiti di produzione offrono la possibilità di rafforzare i cicli regionali", ha sottolineato nel suo saluto l´assessore Schuler annunciando le modifiche più importanti dei criteri per le agevolazioni in materia: è stata aumentata da 1000 a 2mila mq la grandezza minima della superficie coltivata per richiedere agevolazioni, per contro nella coltivazione non bisogna più attenersi al catalogo di varietà raccomandate. Rimane in atto la direttiva secondo cui le agevolazioni saranno ammesse solo per coltivatori al di fuori delle aree frutticole e viticole. A Terlano si è parlato poi della Drosofila suzukii, che nel 2014 si è mostrata una grande sfida per i coltivatori di drupacee e piccoli frutti. Le prime deposizioni di uova sono state osservate già a giugno e la crescita della popolazione dell´insetto nocivo è partita prestissimo. Una contromisura molto valida è quella di circondare l´impianto con le reti sottili, le rilevazioni in campo effettuate dal Centro di consulenza in fruttiviticoltura e del Centro di sperimentazione Laimburg mostrano che le reti possono prevenire gli attacchi della Drosofila, impendendo all´insetto di colpire i frutti. Ma bisogna tenere le reti chiuse. Altro tema affrontato quello della castagna sativa. L´alto Adige dispone di circa 600 ettari di castagneti, dopo il melo e la vite la terza importante coltivazione legnosa agraria dell´Alto Adige. E ciò la rende particolarmente interessante come coltura di nicchia. La raccolta per ettaro va dai 2mila ai 4mila chili, i prezzi realizzati per chilo variano tra i 4 e i 6 euro. Con una raccolta annua di 300 tonnellate, l´Alto Adige ha lo 0,5% della raccolta italiana. Il convegno ha segnalato la crescente richiesta di ciliegie biologiche, attualmente coltivate per lo 0,5% (5 ettari della superficie complessiva di 90). La coltivazione di ciliegie a biologico è possibile. Ma sono indispensabili una protezione contro la pioggia, reti che ostacolano gli insetti nocivi e strategie mirate di difesa delle piante. Il convegno si è chiuso con una relazione di Roland Zelger del Centro Laimburg che ha informato sulle ultime novità nella difesa delle piante, l´applicazione delle nuove direttive per il mantenimento delle distanze da aree di pubblico interesse durante i trattamenti fitosanitari e l´obbligo di frequentare corsi di formazione per l´uso di prodotti fitosanitari. Il convegno è stato organizzato dal Centro di sperimentazione Laimburg con l´Egma di Vilpiano, la Ripartizione provinciale formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica nonché il Centro di consulenza in fruttiviticoltura e il Centro di consulenza in agricoltura montana.  
   
   
NON È SOLO COLPA DELLA MOSCA: GLI APPROFONDIMENTI TECNICI DI OLIO CAPITALE STRATEGIE PER IL FUTURO DAL CONVEGNO ERSA-AIPO VERONA E ACLI TERRA  
 
Non è tutta colpa della mosca. Anche il “fattore umano” ha giocato la sua parte. Ecco perché è fondamentale esserne consapevoli per non farsi trovare impreparati in futuro. È quanto emerso dal convegno “Lotta a parassiti e patogeni dell´ulivo: strategie per il 2015” organizzato da Ersa e Aipo Verona che ha aperto la giornata dedicata agli approfondimenti tecnici e agli operatori professionali di Olio Capitale, il nono Salone degli extra vergini tipici e di qualità, organizzato da Aries e in programma fino a domani, martedì 10 marzo nella Stazione Marittima di Trieste. Anche la produzione di nicchia del Friuli Venezia Giulia – 400 ettari di terreno dalla zona costiera di Muggia alla pedemontana di Sacile attraverso le colline del Collio – è stata martoriata dalla mosca. Un crollo del 35%-40% sulla sua consueta produzione annua di 10mila quintali di olive ovvero 1500 quintali di olio. L´estate tiepida e piovosa ha creato le condizioni climatiche ideali per il proliferare del parassita. Eppure con precise precauzioni si sarebbero potuti contenere molto i danni: “Durante l´anno l´Ersa – Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia effettua un monitoraggio sulle varie stazioni e da maggio in poi, settimanalmente, pubblica i bollettini con le catture della mosca con suggerimenti sui prodotti da usare per contrastarla – spiega Ennio Scarbolo, tecnico Ersa -. Se il calo di produzione c´è stato, è certamente colpa della mosca, ma in parte anche degli agricoltori che l´hanno sottovalutata. La mosca attacca ogni anno, ma questa volta il clima ha fatto sì che si accavallassero 3-4 generazioni tra fine giugno e inizio luglio. Chi ha fatto una buona opera di prevenzione, intervenendo con diversi trattamenti e insetticidi e seguendo i consigli dell´Agenzia, ha salvato il prodotto. Per sensibilizzare gli agricoltori a non sottovalutare queste problematiche, bisogna ricordare che la coltura dell´olivo ha proprie scadenze e quella di contrasto alla mosca è prioritaria”. Concetto sottolineato anche da Paolo Stefanelli, direttore generale Ersa: “La prevenzione se fatta nei tempi giusti e nei modi giusti può salvare la produzione. Su questo fronte l´Ersa sta implementando e affinando, con un sostanzioso intervento, il sistema di Agrometeo per indicare a seconda delle diverse colture, tra cui quella dell´ulivo, i giusti tipi e momenti di intervento”. Non solo di mosca si è parlato: oggi l’Associazione professionale agricola delle Acli, nell´ambito delle azioni previste nel progetto “per un’agricoltura al passo coi tempi”, ha organizzato un workshop sul tema “La Riforma della Pac 2014 - 2020: un´opportunità per le imprese”. Per il presidente nazionale Michele Zannini: “La riforma della Pac è un riferimento importante per le aziende e per le imprese agroalimentari. Vogliamo ribadire i valori di eccellenza dell’agricoltura Italiana, come un volano fondamentale dello sviluppo del Paese in termini di sostenibilità ambientale, sostenibilità alimentare e di cultura del consumo”.  
   
   
USO SOSTENIBILE DEI PRODOTTI FITOSANITARI: ECCO COME SI APPLICHERÀ IL "PAN" IN TRENTINO  
 
Sarà il Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste a svolgere le funzioni di coordinamento delle azioni previste per l´attuazione, in provincia di Trento, del Piano nazionale per l´uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, il cosiddetto Pan. Lo prevede la delibera con la quale la Giunta provinciale ha approvato stamane le disposizioni generali per l´applicazione del Pan, documento che descrive le misure che dovranno essere realizzate per perseguire gli obiettivi della direttiva 2009/128/Ce per un utilizzo più rispettoso della salute umana e dell´ambiente. La delibera - che è firmata dagli assessori all´agricoltura Michele Dallapiccola, alla salute Donata Borgonovo Re e all´ambiente Mauro Gilmozzi - individua 7 azioni (una delle quali, relativa all´irrorazione aerea, per altro vietata, non interessa il Trentino), in buona parte già attuate nella nostra provincia, per ognuna delle quali è indicato "chi fa che cosa" e quando. Sotto il profilo della tutela della salute, viene inoltre previsto il monitoraggio costante dell´Azienda provinciale per i Servizi sanitari, che dovrà predisporre un report annuale. Per una più puntuale definizione delle modalità applicative di dette misure, in particolare per quanto riguarda le distanze minime per i trattamenti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, l´applicazione delle fasce non trattate e l´aggiornamento delle linee guida in materia di manipolazione e stoccaggio dei presidi fitosanitari, si dovrà attendere fino al 30 giugno. Queste, in sintesi, le "azioni" previste per l´attuazione del Pan. 1. Formazione e prescrizioni per gli utilizzatori, i distributori e i consulenti La situazione attuale I corsi di formazione hanno una durata differenziata a seconda che si tratti di primo rilascio dell’autorizzazione (8 ore) o di rinnovo (3 ore). Attualmente in provincia di Trento risultano attive circa 10.000 autorizzazioni all’acquisto e 270 autorizzazioni alla vendita dei prodotti fitosanitari classificati come molto tossici, tossici e nocivi. Le nuove disposizioni E’ previsto un sistema di formazione e rilascio delle abilitazioni rivolto agli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari, ai venditori ma anche a chi svolge attività di assistenza tecnica alle aziende agricole nel campo della difesa a basso apporto di prodotti fitosanitari (nuova figura). A partire dal 26 novembre 2015 l’abilitazione diventa necessaria per la vendita, l’acquisto e l’utilizzo di tutti i prodotti fitosanitari per uso professionale indipendentemente dalla loro classificazione tossicologica. Sono in corso le procedure per istituire, da parte delle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano il nuovo sistema di formazione finalizzato al rilascio delle abilitazioni. E’ prevista l’organizzazione di corsi di formazione della durata di 25 ore, più l’esame finale, per il rilascio delle abilitazioni alla vendita ed alla consulenza e di 20 ore, più l’esame finale, per il conseguimento dell’abilitazione all’acquisto e all’utilizzo, Per i rinnovi di tutte le abilitazioni la durata dei corsi è prevista di 12 ore e non è previsto l’esame finale. L’attività di aggiornamento può essere effettuata sia attraverso specifici corsi sia attraverso un sistema di crediti formativi da acquisire nel periodo di validità dell’abilitazione. Le abilitazioni rilasciate con il vecchio sistema mantengono la validità fino alla loro naturale scadenza. Soggetti coinvolti e coordinamento - Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste, con funzioni di coordinamento; - Dipartimento Salute e solidarietà sociale; - Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss); - Soggetti esecutori della formazione. I tempi di attuazione E’ in corso di approvazione il nuovo sistema formativo. 2. Informazione e sensibilizzazione La situazione attuale Allo stato attuale non è predisposto un programma a livello provinciale che prevede l’informazione e la sensibilizzazione della popolazione sui rischi e i potenziali effetti acuti e cronici per la salute umana, per gli organismi non bersaglio e per l´ambiente dei prodotti fitosanitari e sull´utilizzo di alternative non chimiche. Per quanto concerne le modalità attraverso le quali gli agricoltori sono tenuti ad informare o comunque segnalare l´effettuazione del trattamento alle persone che potrebbero essere esposte al rischio di dispersione dei prodotti irrorati o che potrebbero accedere in prossimità o nelle aree trattate è stato predisposto e approvato dalla Giunta provinciale uno schema di Regolamento di igiene e sanità (deliberazione della Giunta provinciale n. 1183 del 19 maggio 2010) che i Comuni possono utilizzare per elaborare ognuno le proprie regolamentazioni. Le nuove disposizioni Su un sito web nazionale è prevista, a cura dei Ministeri agricoltura, ambiente e sanità, la creazione di un programma di informazione e di sensibilizzazione della popolazione. Le regioni e Province autonome definiscono le modalità di segnalazione dei trattamenti con prodotti fitosanitari in ambito agricolo in prossimità di aree potenzialmente frequentate da persone (sentieri natura, percorsi salute, fiteness con attrezzature sportive all’aperto, piste ciclabili, aree di sosta, ecc.) e in ambiti extra-agricoli, come ad esempio trattamenti realizzati in parchi e giardini pubblici, ai bordi o alle alberature stradali, ecc. Le aziende agricole, al fine di tutelare le proprie produzioni, con particolare riguardo a quelle ottenute con il metodo biologico, possono richiedere alle aziende confinanti di essere informate circa gli interventi fitosanitari e i relativi principi attivi impiegati. Regioni e Province autonome promuovono azioni per favorire l’attivazione di insegnamenti nell’ambito delle attività di istruzione superiore e dei corsi di laurea pertinenti e l’integrazione dei corsi esistenti, sulle materie trattate dal Piano. Soggetti coinvolti e coordinamento - Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste, con funzioni di coordinamento; - Dipartimento Salute e solidarietà sociale; - Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss). Attività da implementare L’amministrazione provinciale, mediante l’aggiornamento della deliberazione della Giunta provinciale n. 1183 del 19 maggio 2010, provvederà, fra l’altro, a: - individuare le tipologie di aree alle quali va applicato l’obbligo di segnalazione dei trattamenti con prodotti fitosanitari, la cui puntuale individuazione avviene a cura delle Amministrazioni locali competenti sulla base di specifiche conoscenze territoriali; - quantificare il termine “in prossimità”; - definire le modalità specifiche di segnalazione, d’intesa con il Consiglio delle autonomie locali. Verranno attivati contatti con la Fondazione Mach di San Michele all’Adige e con l’Università di Trento al fine di diffondere la conoscenza del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Tempi di attuazione Aggiornamento della deliberazione della Giunta provinciale n. 1183 del 19 maggio 2010 da effettuarsi entro il 30 giugno 2015. 3. Controllo delle attrezzature per l’applicazione dei prodotti fitosanitari La situazione attuale La problematica inerente il controllo delle macchine irroratrici è stata affrontata in Trentino già a partire dagli anni novanta. Dal 1998 il servizio di verifica e controllo delle irroratrici è stato svolto dall’Associazione dei produttori ortofrutticoli trentini (Apot). A partire dal 2008 nei disciplinari di produzione integrata per il settore ortofrutticolo è stato introdotto l’obbligo di verifica ogni 5 anni della funzionalità delle attrezzature per la distribuzione dei fitofarmaci presso una struttura terza. Nel corso del 2010 Apot ha acquistato due nuove attrezzature mobili per far fronte alle esigenze di verifica imposte nei disciplinari di produzione integrata e ciò ha permesso di sottoporre a controllo circa 1.000 atomizzatori all’anno rispetto ad un parco macchine stimato in circa 9.000 unità per l’intero settore agricolo (frutticolo, viticolo e colture erbacee) La Provincia autonoma di Trento, anticipando le disposizioni contenute nel Pan, nel 2012 ha istituito il sistema di controllo al fine di favorire il rispetto della scadenza per il controllo di tutte le irroratrici entro il 26 novembre 2016 (deliberazione della Giunta provinciale n. 2009 del 21 settembre 2012). Sulla base delle esperienze maturate precedentemente sui Centri prova, ha reso obbligatoria la taratura presso i Centri prova. Nel corso del 2013 sono stati riconosciuti 4 Centri prova ed è stata rilasciata un’autorizzazione temporanea ad operare ad un Centro prova già riconosciuto da altra Regione. Le nuove disposizioni Le nuove disposizioni prevedono che le attrezzature per l’applicazione di pesticidi impiegate per uso professionale siano ispezionate almeno una volta entro il 26 novembre 2016 e poi successivamente ad intervalli regolari (ogni 5 anni fino al 2020 ed ogni 3 anni successivamente). Il Pan distingue fra: - controllo funzionale - verifica dell’idoneità tecnica di tutte le componenti meccaniche dell’irroratrice; - regolazione o taratura – fornitura di tutte le informazioni di messa a punto della macchina e di operatività in campo per la corretta distribuzione dei quantitativi di miscela desiderati. Questa seconda operazione può essere effettuata direttamente dall’agricoltore o presso i Centri prova (volontaria). Soggetti coinvolti e coordinamento - Servizio Agricoltura, con funzioni di coordinamento; - Fondazione Edmund Mach (Fem). Tempi di attuazione Il servizio è già stato attivato (deliberazione della Giunta provinciale n. 2009 del 21 settembre 2012). 4. Misure specifiche per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari in aree specifiche: rete ferroviaria e stradale, aree frequentate dalla popolazione, aree naturali protette Situazione attuale Attualmente la Provincia dispone di tre strumenti per la gestione e la tutela del patrimonio idrico: · il Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche (Pguap); · il Piano di tutela delle acque (Pta): con deliberazione n. 1636 del 22 settembre 2014 è stato approvato in via preliminare il nuovo Pta nel quale sono previste misure specifiche per ridurre l’impatto dei fitofarmaci sui corsi d’acqua. · il Piano provinciale di risanamento delle acque (Ppra). L’amministrazione ha altresì adottato specifiche linee guida in materia di utilizzo sostenibile di prodotti fitosanitari che sono di riferimento per le Amministrazioni comunali nella emanazione delle discipline in materia di loro competenza (deliberazione della Giunta provinciale n. 1183/2010). Le nuove disposizioni Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del Piano i Ministeri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle politiche agricole alimentari e forestali e della salute devono predisporre specifiche linee guida che riguardano: - la tutela dell’ambiente acquatico e del’acqua potabile; - le misure volontarie di accompagnamento volte a minimizzare i rischi associati alla deriva, al ruscellamento e alla percolazione; - la tutela delle biodiversità; - le misure volontarie per favorire l’applicazione e l’integrazione di quelle di protezione dei Siti Natura 2000 e delle aree naturali protette. Soggetti coinvolti e coordinamento - Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste, con funzioni di coordinamento; - Dipartimento Salute e solidarietà sociale; - Dipartimento Infrastrutture e mobilità; - Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss); - Comunità di Valle e Comuni; - Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Attività da implementare Sulla base delle attuali disposizioni del Pan l’Amministrazione provinciale e le Amministrazioni locali individuano le aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili costituite da parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, aree verdi all’interno di plessi scolastici, parchi gioco per bambini, superfici in prossimità di strutture sanitarie alle quali andrà applicata la fascia di rispetto di 30 metri prevista per l’applicazione dei prodotti fitosanitari. L’amministrazione provinciale definisce altresì le misure di contenimento della deriva che consentono la riduzione della fascia di rispetto a 10 m. Entro due anni dall’entrata in vigore del Pan le Regioni e Province autonome definiscono protocolli tecnici (Disciplinari) che regolamentano i trattamenti nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, redatti in collaborazione con il Consorzio dei Comuni trentini. Tempi di attuazione Entro il 30 giugno 2015 aggiornamento della deliberazione della Giunta provinciale n. 1183 del 19 maggio 2010 per gli aspetti riguardanti l’applicazione di fasce non trattate, d’intesa con il Consiglio delle autonomie locali. Entro il 12 febbraio 2016 definizione dei protocolli tecnici che regolamentano i trattamenti nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili. 5. Manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze La situazione attuale Le “Linee guida in materia di utilizzo sostenibile di fitosanitari” rappresentano il riferimento per le Amministrazioni comunali nell’emanazione delle discipline in materia di loro competenza, assicurando per questa via la maggiore omogeneità regolamentare possibile sul territorio provinciale. I disciplinari di produzione integrata del settore frutticolo riprendono i contenuti delle linee guida provinciali rendendoli obbligatori per tutte le aziende aderenti, salvo il rispetto di disposizioni più restrittive adottate con singoli regolamenti comunali. Per quanto concerne il trattamento degli imballi e delle rimanenze dei prodotti fitosanitari è attivo l’Accordo di programma per la gestione dei rifiuti nelle aziende agricole, anche zootecniche, e nelle cooperative agricole, sottoscritto l´1 agosto 2013. Le nuove disposizioni Il Pan detta disposizioni specifiche, obbligatorie dal 1° gennaio 2015, per quanto riguarda: · lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari; · la manipolazione, diluizione e miscelazione dei prodotti fitosanitari prima dell’applicazione; · la manipolazione degli imballaggi e delle rimanenze di prodotti fitosanitari; · il recupero o riutilizzo della miscela fitoiatrica residua nell’irroratrice al termine del trattamento; · la pulizia dell’irroratrice al termine della distribuzione; · il recupero e lo smaltimento delle rimanenze di prodotti fitosanitari e dei relativi imballaggi. Il Pan prevede inoltre l’adozione da parte delle Regioni e Province autonome di misure di accompagnamento per incrementare i livelli di sicurezza nelle fasi di manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari. Soggetti coinvolti e coordinamento - Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste con funzioni di coordinamento; - Dipartimento Salute e solidarietà sociale; - Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss); - Fondazione Edmund Mach (Fem). Attività da implementare Devono essere rivisti ed aggiornati i contenuti delle “Linee guida in materia di utilizzo sostenibile di fitosanitari” approvate con deliberazione della Giunta provinciale n- 1183 del 19 maggio 2010. Si rende inoltre opportuna un’azione di informazione e sensibilizzazione rivolta a tutti gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari sul rispetto delle disposizioni. Vengono individuate le soluzioni tecniche e le tipologie di impianti e/o strutture più idonee per la pulizia delle attrezzature e per il trattamento delle acque di lavaggio. Rimane in vigore l’Accordo di programma per la gestione dei rifiuti nelle aziende agricole. Tempi di attuazione Aggiornamento della deliberazione della Giunta provinciale n. 1183 del 19 maggio 2010 da effettuarsi entro il 30 giugno 2015 d’intesa con il Consiglio delle autonomie locali. 6. Difesa fitosanitaria a basso apporto di prodotti fitosanitari Situazione attuale Già negli anni ottanta gli operatori agricoli avevano autonomamente adottato protocolli di autodisciplina, cioè un insieme di disposizioni tecniche mirate in particolare al contenimento dell’uso di prodotti fitosanitari. A partire dagli anni 2000 il metodo della produzione integrata è stato regolamentato a livello provinciale Tali disposizioni sono state da poco aggiornate con la deliberazione della Giunta provinciale n. 1675 del 29 settembre 2014. La necessità di definire un quadro normativo che codifichi la produzioni integrata è contemporaneamente maturata anche a livello nazionale: l’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 20 marzo 2008 ha sancito la costituzione di un Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (Sqnpi); Allo stato attuale il disciplinare di produzione integrata per la coltura del melo della Provincia autonoma di Trento segue l’iter di verifica della conformità alle Linee guida nazionali di produzione integrata. Per tutti i produttori ortofrutticoli associati a cooperative/organizzazioni dei produttori aderenti ad Apot c’è l’obbligo di rispettare i disciplinari di produzione integrata approvati a livello provinciale. Nei programmi operativi ora realizzati ai sensi del regolamento (Ue) n. 1308/2013 da alcune organizzazioni dei produttori sono previsti incentivi alle aziende frutticole che adottano il disciplinare di produzione approvato per la coltura del melo. L’agricoltura biologica in Trentino si è sviluppata ed affermata valorizzando le risorse ambientali e le potenzialità produttive di alcuni territori secondo le rispettive vocazioni colturali. Le aziende complessivamente coinvolte sono oltre 500 su una superficie di circa 5.000 ettari. Le nuove disposizioni Le nuove disposizioni introducono la difesa integrata obbligatoria. Essa prevede: - l’applicazione di tecniche di prevenzione e monitoraggio delle infestazioni, delle infezioni e delle infestanti; - l’utilizzo di mezzi biologici di controllo dei parassiti; - il ricorso a pratiche di coltivazione appropriate; l’uso di prodotti fitosanitari che presentano il minoro rischio per la salute umana e l’ambiente tra quelli disponibile per lo stesso scopo. Viene introdotta la difesa integrata volontaria che prevede il rispetto dei disciplinari regionali di produzione integrata definiti secondo le modalità previste dal Sqnpi e dai sistemi di certificazione regionali. Il livello di applicazione della produzione integrata già raggiunto dalle aziende agricole della provincia consente di guardare con tranquillità all’introduzione degli impegni previsti dalla nuova regolamentazione. La coltivazione del melo, adottando un disciplinare conforme alle Linee guida nazionali di produzione integrata, si colloca già a livello della difesa integrata volontaria. Soggetti coinvolti e coordinamento - Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste, con funzioni di coordinamento; - Fondazione Edmund Mach (Fem); Attività da implementare Adeguamento disciplinari di produzione integrata provinciali. Le colture del settore ortofrutticolo, ad esclusione del melo, e la viticoltura adottano disciplinari di produzione che con alcune modifiche ed integrazioni possono ottenere la conformità alle Linee guida nazionali di produzione integrata. Attraverso la Fondazione Edmund Mach verrà garantito: - il servizio di informazione e comunicazione per assicurare la diffusione e l’applicazione della difesa integrata da parte degli utilizzatori professionali - il monitoraggio delle avversità, compreso l’utilizzo di modelli previsionali, ai fini dell’applicazione della difesa integrata obbligatoria o volontaria e del metodo biologico; - l’emanazione di bollettini periodici a valenza territoriale che sulla base dei risultati dei modelli previsionali e delle reti di monitoraggio forniscono indicazioni operative sulle coltura del melo, della vite (valutare se inserire anche altre colture) per l’applicazione della difesa integrata obbligatoria, volontaria e del metodo biologico - il servizio di assistenza tecnica e la consulenza agli utilizzatori professionali (da considerare anche l’ambito extragricolo). Tempi di attuazione La misura è attivata attraverso gli accordi di programma tra la Provincia autonoma di Trento e la Fondazione Edmund Mach.  
   
   
VITICOLTURA: RISOLVERE CRITICITA´ PER SVILUPPO DEL CARSO  
 
Trieste - "Partire dalle basi, dall´analisi degli aspetti urbanistici del territorio, per trovare le necessarie soluzioni che permettano lo sviluppo dell´agricoltura, nello specifico della vitivinicoltura sul Carso triestino, che rappresenta un valore aggiunto per il Friuli Venezia Giulia". Lo ha affermato il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello a conclusione del tavolo tecnico-politico, che si è svolto a Trieste per fare il punto della situazione a cinque anni di distanza dalla firma del Protocollo d´intesa Prosecco Doc. All´incontro con il vicepresidente e l´assessore regionale all´Urbanistica Mariagrazia Santoro, hanno partecipato i consiglieri regionali Igor Gabrovec e Stefano Ukmar, i rappresentanti di categoria (Kmecka zveza, Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Cciaa di Trieste) ed i viticoltori del Carso. Agli esponenti dell´esecutivo regionale sono state presentate le richieste per promuovere l´agricoltura triestina legate alla sottoscrizione del Protocollo. Nello specifico il finanziamento degli interventi previsti dal Masterplan del Carso; l´adozione del Piano di gestione del sito Natura 2000, che provveda alla revisione dei vari vincoli inerenti le zone Sic e Zps; il sostegno alla ristrutturazione a fini agricoli del costone triestino; nuovi diritti di impianto per 200 ettari di superficie a vigneto; parametri specifici nel Piano di sviluppo rurale (Psr) che favoriscano interventi nell´area del Carso e la trasformazione degli impegni del Protocollo in legge regionale. "Nell´ambito del Psr 2014-2020 può esserci un ragionamento specifico per quest´area - ha sottolineato l´assessore alle Risorse agricole, Bolzonello - che ha una vitivinicoltura straordinaria di altissimo livello, alla quale dobbiamo dare la possibilità di ampliarsi affinché possa trascinare lo sviluppo dell´agricoltura, dell´offerta del territorio e del turismo". Nel confermare il sostegno all´agricoltura carsica, Bolzonello ha sottolineato che i Piani di gestione inerenti le zone Sic e Zps "dovranno tenere conto delle esigenze degli agricoltori". "All´incontro è stata condivisa la necessità che la tutela ambientale si fa insieme a chi la terra del Carso la lavora", ha evidenziato l´assessore Santoro. Il dialogo tra l´Amministrazione regionale e gli agricoltori proseguirà: già il 2 aprile si terrà la prima riunione riguardante il Piano paesaggistico sul Carso, "nella quale verranno prese in esame - ha spiegato l´assessore Santoro - le necessità degli agricoltori in un´ottica di snellimento e di chiarezza, perché molte incomprensioni e paure derivano forse dalla sovrapposizione degli strumenti differenti, che raramente sono stati portati a sintesi".