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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Settembre 2009
IL NUOVO DIRETTORE ESECUTIVO DELL´IMI: "LA MIA PRIORITÀ È ATTIRARE GLI SCIENZIATI MIGLIORI"  
 
Bruxelles, 16 settembre 2009 - All´inizio di quest´anno il professore belga di immunologia Michel Goldman è stato nominato direttore esecutivo dell´Imi (Iniziativa per la medicina innovativa), un´Iniziativa tecnologica congiunta (Itc). Prima di assumere il suo nuovo ruolo il 16 settembre, il professor Goldman ha rilasciato un´intervista al Notiziario Cordis riguardante la sua carriera fino ad oggi e le sue aspettative per l´Imi. Dopo la sua formazione medica, Michel Goldman iniziò la sua carriera curando pazienti con problemi renali. Il suo interesse per la ricerca fu innescato dalla constatazione che occorrevano urgentemente ulteriori studi se si volevano migliorare le condizioni dei pazienti. Nel corso degli anni la sua ricerca ha riguardato il meccanismo delle malattie immunitarie e del funzionamento dei coadiuvanti nei vaccini. Il suo lavoro più recente si concentra sulla prevenzione del rigetto degli organi trapiantati, in particolare sui modi di ridurre la quantità di farmaci immunosoppressori assunti dai pazienti. Il professor Goldman ritiene la collaborazione con l´industria "assolutamente necessaria". "Quando la ricerca dà buoni frutti, quando si riesce a scoprire percorsi che potrebbero condurre verso nuove terapie, diventano necessari partenariati con l´industria per trasformare tutto questo in farmaci che possono essere reperiti in farmacia," ha spiegato. Nel 2004, ha creato l´Institute for Medical Immunology (un´altra Imi), il primo partenariato pubblico-privato nel settore biomedico nella regione belga della Vallonia. Il partenariato si concentra su una serie di argomenti legati all´immunologia; il partner industriale ha il diritto di rifiutare per primo qualsiasi scoperta fatta. Per il professor Goldman la candidatura al posto di direttore esecutivo dell´Imi è stata l´evoluzione logica della sua carriera. "Mi sono reso conto che questo tipo di partenariati sono assolutamente necessari se si vuole impiegare ciò che si compie a livello di ricerca a benficio dei pazienti, cosa che rappresenta il mio obiettivo e la mia aspirazione in quanto medico", dice. Essendo un protagonista del cluster vallone dedicato alla salute, il professor Goldman ha realizzato che per sfruttare al meglio questo tipo di partenariato, bisognava allargarlo. "L´europa rappresentava per me l´evoluzione naturale", aggiunge. Un altro aspetto dell´Iniziativa sui farmaci innovativi ad attirare il professor Goldman era la capacità di concentrare l´attenzione sui pazienti e di riunire pazienti, industria e accademia. La prima priorità in programma sarà quella di pubblicizzare l´Imi. Il secondo invito a presentare proposte dovrebbe essere lanciato alla fine di ottobre e il nuovo direttore esecutivo dedicherà le prime settimane del suo nuovo incarico per spiegare i temi di questo secondo invito e di cosa l´Imi si aspetta dalle proposte di progetto. "L´obiettivo di questa comunicazione intensa è di attirare i migliori scienziati", ha spiegato. Una delle priorità del secondo invito è il cancro, l´Imi è alla ricerca di progetti che potrebbero eventualmente condurre alla scoperta di nuovi farmaci più efficaci. Sono anche interessati a progetti sulla ricerca di nuovi biomarcatori, che riescono a individuare e quantificare le cellule anomale e permettono ai medici di valutare la gravità della malattia. Un´altra priorità sono le malattie infettive. "Qui lo scopo è di sviluppare nuovi test che permettano ai medici di individuare le infezioni più tempestivamente, magari vicino al letto del malato", ha detto il professor Goldman. L´imi accoglierebbe inoltre volentieri nuovi test capaci di prevedere quali infezioni saranno resistenti agli antibiotici. Il professor Goldman spiega che questo permetterebbe ai medici di prescrivere antibiotici essendo sicuri che combatteranno efficacemente l´infezione. Un´altra priorità riguarda le malattie infiammatorie immunitarie come l´artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico e la malattia infiammatoria dell´intestino. I trattamenti attuali per questi disturbi causano spiacevoli effetti collaterali. Infine, il secondo invito finanzierà progetti sulla gestione delle conoscenze. "Ogni giorno - in tutti i laboratori dell´industria e dei centri di ricerca - produciamo un´enorme mole di dati", ha commentato il professor Goldman. Soltanto una minima parte di questi dati viene analizzata in dettaglio. Lo scambio e il confronto di un numero maggiore di dati potrebbe comportare enormi progressi nella farmaceutica. In passato l´Imi è stata criticata a causa delle sue norme di finanziamento, alcune università si sono infatti lamentate del fatto che per loro partecipare ai progetti Imi è semplicemente troppo costoso. Il professor Goldman ha già in programma un incontro con i rappresentanti delle università europee e - secondo lui - si potrà sicuramente trovare una soluzione a questo problema. "Per attirare i migliori scienziati si deve avere in mano un meccanismo di finanziamento attraente", ha detto al Notiziario Cordis. "Perciò quest´argomento sarà discusso e sono convinto che si possano trovare delle soluzioni. " Quest´ultime potrebbero riguardare aspetti tecnici di contabilità e un cambiamento nel modo in cui le università calcolano il budget di un progetto, suggerisce. Il professor Goldman ha una visione chiara di dove si troverà l´Imi fra cinque anni. Oltre ai risultati concreti nello sviluppo di biomarcatori, spera anche che saranno pronte le nuove reti di gestione della conoscenza e i sistemi d´istruzione e formazione. A un livello più generale, auspica che l´Europa si sarà affermata come una regione "in cui lo sviluppo di farmaci è una priorità, in cui i migliori scienziati sono veramente incoraggiati a rimanere e in cui i pazienti si rendono conto che le aziende private e gli enti pubblici compiono effettivamente ogni sforzo per fornire loro i migliori trattamenti nel più breve tempo possibile". "Credo che per la riuscita sarà fondamentale ristabilire in Europa la fiducia tra i pazienti e coloro che creano i farmaci del futuro", ha aggiunto. Nonostante sia lieto di sottolineare l´importanza dell´autonomia dell´Impresa comune Imi, il professor Goldman ci tiene a fare da mediatore con la Commissione europea, per assicurare che le sinergie tra l´Imi e le altre iniziative vengano individuate e sfruttate. L´imi fa parte di una serie di Itc finanziate nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq). Questi partenariati pubblico-privati raccolgono finanziamenti dal settore pubblico e industriale in vari campi. Nei mesi scorsi sono stati rilasciati i dati sui primi progetti che hanno ricevuto finanziamenti dall´Imi. Per maggiori informazioni, visitare: Iniziativa sui farmaci innovativi (Imi): http://www. Imi-europe. Org http://imi. Europa. Eu Iniziative tecnologiche congiunte nell´ambito del 7° Pq: http://cordis. Europa. Eu/fp7/jtis/home_en. Html .  
   
   
LA STARTING GRANT DEL CER DÀ IL VIA ALLA RICERCA INDIPENDENTE SUL DIABETE  
 
Bruxelles, 16 settembre 2009 - Il Consiglio europeo della ricerca (Cer) ha dato il via libera a una scienziata e al suo team di ricerca per studiare l´albuminuria, un indicatore di malattia dei reni. Il meccanismo di finanziamento del Cer, conosciuto come Starting Grant, permette ai ricercatori che si trovano nella prima fase della loro carriera di condurre studi indipendenti. La dott. Ssa Sanna Lehtonen dell´Università di Helsinki in Finlandia è una degli oltre 200 ricercatori a ricevere fino a 2 Mio Eur in finanziamenti (per un periodo di 5 anni) dalla più recente fase degli Starting Grant del Cer. Ciò costituisce il seguito della prima fase di finanziamento risalente al 2007, durante la quale 299 beneficiari avevano ricevuto l´autorizzazione dal Cer per lavorare sui programmi e sulle aree di ricerca da loro ideati. Il meccanismo degli Starting Grant ha un ruolo importante nel dare ai leader emergenti della scienza l´opportunità di staccarsi dal lavoro sotto supervisione, in modo da guidare il proprio team di ricerca. Significativamente il meccanismo di sovvenzione conferisce ai richiedenti la libertà di proporre le proprie idee, invece di candidarsi per un bando con una serie prestabilita di argomenti di ricerca. "Ricevere la sovvenzione del Cer è stata una notizia fantastica per me. Adesso possiamo finalmente fare alcune cose che prima potevamo soltanto pensare e sognare," ha detto la dott. Ssa Lehtonen, il cui team userà il finanziamento per studiare una grave complicazione del diabete in un progetto chiamato Diadrug. Conosciuta come nefropatia, questa complicanza viene sviluppata da un terzo degli ammalati di diabete. Il suo sintomo più precoce - la microalbuminuria - può persino portare a una malattia renale che potrebbe richiedere la dialisi o un trapianto di rene. Un aumento del rischio di nefropatia diabetica è stato collegato alla resistenza all´insulina. I due obiettivi chiave del Diadrug sono lo studio della connessione tra tale resistenza e lo sviluppo di albuminuria e la comprensione del meccanismo che porta allo sviluppo della resistenza all´insulina nei podociti (cellule epiteliali glomerulari). Secondo quanto dichiarato dalla dott. Ssa Lehtonen, si è appena scoperto che i podociti rispondono all´insulina e aumentano la loro capacità di assorbimento di glucosio durante la stimolazione con insulina. "I nostri studi si concentrano sull´analisi del ruolo della segnalazione dell´insulina e del trasporto di glucosio e la regolazione del citoscheletro di actina nei podociti, puntando quindi a definire i meccanismi che portano a perturbazioni nella funzione di ultrafiltrazione dei reni e allo sviluppo di albuminuria," ha spiegato. La dott. Ssa Lehtonen, che conduce i suoi studi in questo campo sin dai primi anni 1990, spera di identificare tipi di farmaci che potrebbero portare a una cura delle prime fasi della nefropatia. "L´incidenza del diabete sta aumentando a velocità allarmante in tutto il mondo. Le complicanze renali sono le più gravi delle complicazioni di questa malattia e sono anche collegate a un maggior rischio di malattie cardiovascolari," ha commentato la dott. Ssa Lehtonen. "La cura del diabete riguarda una gran parte dei costi per la salute pubblica in tutti i paesi, e quindi capire i meccanismi che portano allo sviluppo delle complicanze - specialmente la nefropatia - identificarle in una fase più precoce e trovare nuovi obiettivi farmacologici e nuovi farmaci per prevenire il progresso della complicanza sono i campi in cui la ricerca si sta attualmente concentrando. " Per maggiori informazioni, visitare: Consiglio europeo della ricerca (Cer): http://erc. Europa. Eu/ Università di Helsinki: http://www. Helsinki. Fi/university/ .  
   
   
SCIENZIATI ITALIANI SCOPRONO CHE UN GENE VITALE PER LA PROGRAMMAZIONE DELLE CELLULE STAMINALI DEL CERVELLO E’ IMPLICATO NELL’ ORIGINE DI TUMORI UMANI  
 
New York, 16 sette3mbre 2009 – Una scoperta che potrebbe portare a nuove terapie contro tumori al cervello e malattie neurologiche viene annunciata oggi da due ricercatori italiani della Columbia University Medical Center di New York. Antonio Iavarone e Anna Lasorella hanno identificato una nuova e sorprendente funzione per la proteina Huwe1, una molecola che si e’ rivelata indispensabile per la corretta programmazione delle cellule staminali del cervello a formare neuroni durante lo sviluppo dell’ embrione di topo. La nuova scoperta ha anche rivelato che la stessa proteina viene eliminata durante lo sviluppo dei tumori del cervello piu’ maligni che colpiscono bambini e adulti (glioblastoma multiforme). Durante la formazione del cervello nell’embrione, le cellule staminali che risiedono nel sistema nervoso si dividono ad una velocità molto alta prima di trasformarsi dando origine alle cellule nervose mature, i neuroni. Perché questo processo avvenga in maniera corretta, le proteine che mantengono le cellule nello stato staminale ed immaturo devono essere eliminate. Per capire come una cellula nervosa possa diventare maligna i gruppi del Dott. Iavarone e della Dott. Ssa Lasorella sono partiti dallo studio delle cellule staminali normali. In queste cellule, la proteina Huwe1 funziona normalmente in un complesso processo biologico che porta alla distruzione di altre proteine non più necessarie programmando cosi’ la formazione di neuroni maturi dalle cellule staminali neurali e impedendo lo sviluppo di tumori nel cervello. La Dott. Ssa Lasorella ha potuto dimostrare che nel topo, in assenza di Huwe1, le cellule staminali si moltiplicano in modo incontrollato per cui la formazione dei neuroni è compromessa e lo sviluppo del cervello procede in modo anomalo. Poiché sia le cellule staminali che le cellule tumorali condividono la capacità di crescere molto rapidamente, il Dott. Iavarone ha ipotizzato che l’ attività di Huwe1 possa essere deficitaria nelle cellule dei tumori del cervello nell’ uomo. Per testare questa ipotesi il gruppo del Dott. Iavarone ha analizzato e confrontato i livelli di Huwe1 nel cervello normale e nei tumori cerebrali ed ha trovato che l’attività di Huwe1 è molto più bassa nei tumori. La sofisticata analisi dei dati che ha indicato che la attività di Huwe1 è carente nei tumori è stata possibile grazie ad un algoritmo computazionale generato dal Dott. Andrea Califano, il responsabile del Centro di Bioinformatica applicata allo studio dei tumori alla Columbia University di New York. “La perdita di Huwe1 potrebbe essere una importante tappa nello sviluppo dei tumori cerebrali più maligni, i glioblastomi multiformi, ed una modalità mirata di terapia per questo tipo di tumori potrebbe derivare se riuscissimo ad aumentare la funzione di Huwe1 nelle cellule tumorali,” dice la Dott. Ssa Lasorella. “Il nostro studio è una conferma di quanto sia necessario capire a fondo la funzione normale di un gene per poterne decifrare il suo ruolo nei tumori umani. ” dice il Dott. Iavarone. “La manipolazione di Huwe1 nelle cellule staminali del cervello potrebbe consentire una corretta ri-programmazione di queste cellule e permettere la rigenerazione delle cellule neurali che vengono perse nel corso di malattie neurodegenerative. Inoltre, ci aspettiamo che riportando al normale l’attività di Huwe1 nelle cellule dei tumori cerebrali di pazienti in cui Huwe1 è assente potremo fermare la crescita del tumore. ” I tumori del cervello sono tra i più devastanti tumori sia nell’adulto che nel bambino. Secondo l’associazione americana per i tumori cerebrali, i tumori del cervello sono la principale causa di morte causata dal cancro nei pazienti al di sotto di 35 anni. L’incidenza di tumore al cervello è di circa 3 per 100. 000 per anno e circa i ¾ dei pazienti affetti da questa forma di tumore muoiono per la mancanza di cure efficaci. Nei bambini i tumori del cervello sono la forma più comune di cancro dopo la leucemia e sono la causa più frequente di morte da tumore solido. .  
   
   
CONGRESSO CONGIUNTO DELL´ORGANIZZAZIONE EUROPEA DEL CANCRO E DELLA SOCIETÀ EUROPEA DI ONCOLOGIA MEDICA,  
 
 Berlino, 16 settembre 2009 - Dal 20 al 24 settembre si terrà a Berlino (Germania) il 15° congresso congiunto dell´Organizzazione europea del cancro (Ecco) e della Società europea di oncologia medica (Esmo). L´evento prevede conferenze, presentazioni di poster e workshop che si svolgeranno in 15 luoghi contemporaneamente. Le presentazioni principali riguarderanno tra l´altro: la cooperazione europea; a terapia del cancro "personalizzata"; malignità gastro-intestinali; radioterapia e radiobiologia; vari tipi di cancro; la ricerca scientifica/traslazionale di base. Il pomeriggio di giovedì 24 settembre e venerdì 25 settembre è prevista una conferenza speciale sulle infiammazioni e il cancro. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Ecco-org. Eu/conferences-and-events/ecco-15/page. Aspx/216 .  
   
   
SMART INCLUSION ARRIVA A ROMA INAUGURATO AL BAMBINO GESÙ DI ROMA IL PROGETTO DI MINISTERO PER LA P.A. E L’INNOVAZIONE, TELECOM ITALIA, CNR. L’INIZIATIVA CONSENTIRÀ AI PICCOLI PAZIENTI DI PARTECIPARE ALLA VITA SOCIALE, COLLEGARSI CON SCUOLA E CASA, GIOCARE  
 
Roma, 16 settembre 2009 - E’ stato inaugurato ieri, presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il progetto “Smart Inclusion”, realizzato grazie al sostegno del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, al supporto tecnologico del Gruppo Telecom Italia e alla supervisione scientifica del Cnr-isof di Bologna. All’incontro hanno partecipato: Giuseppe Profiti - Presidente Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Josè Lyuis Marchute Redrado – Segretario Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari per la pastorale per la salute; Gabriele Galateri di Genola – Presidente Telecom Italia; Luciano Maiani – Presidente Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr); Giovanni Biondi – Capo Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali – Miur; Emmanuele Francesco Maria Emanuele – Presidente Fondazione Roma. Si tratta della prima iniziativa in Italia che integra su un’unica piattaforma tecnologica servizi di teledidattica, intrattenimento e gestione dei dati clinici, consentendo ai bambini lungodegenti di partecipare alla vita sociale collegandosi con il mondo esterno in maniera semplice ed immediata e, al personale sanitario, di disporre di strumenti evoluti a supporto dei processi di cura dei piccoli pazienti. Appositamente realizzato per i lungodegenti dei reparti di oncoematologia pediatrica, “Smart Inclusion” impiega nel modo migliore le opportunità offerte dall’Ict per aiutare i soggetti più deboli o impossibilitati a condurre in modo pieno e autonomo la propria vita sociale. Dopo la prima applicazione, realizzata dal dr. Vincenzo Raffaelli dell’Isof-cnr e Telecom Italia presso il Policlinico S. Orsola – Malpighi dell’Istituto Comprensivo n. 6 di Bologna, il ministro Renato Brunetta ne ha fortemente voluto e sostenuto l’estensione a livello nazionale. La realizzazione presso il Bambino Gesù, punto di riferimento a livello internazionale per la cura e la ricerca dei bambini e dei ragazzi, resa possibile anche dal sostegno finanziario della Fondazione Roma, è la prima dopo lo start up bolognese, e prevede l’integrazione, attraverso 28 terminali “Smart Care”, tra cinque classi elementari e medie dell’Istituto Comprensivo “via Giulia 25” e le Unità Operative di Oncologia ed Ematologia Pediatrica del Modulo Interdisciplinare di Terapie Avanzate (Mita). Il progetto utilizza l’innovativa piattaforma tecnologica realizzata da Telecom Italia e totalmente Linux-based, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, una scelta che ha consentito avanzate performance e risparmi economici di circa € 1. 000 per ogni postazione ed € 500 per ogni terminale ospedaliero. L’innovativo video-terminale touchscreen “Smart Care” di Olivetti, dotato di telecamera e posto a bordo del letto dei pazienti, consente ai bambini di partecipare alle lezioni, comunicare con i propri cari e accedere a programmi di intrattenimento con una semplice pressione del dito. Nell’area Scuola, l’interazione con la classe, l’insegnante e gli alunni è resa possibile in diretta grazie all’installazione in aula di sistemi informatici evoluti che, integrando una lavagna elettronica interattiva, permettono la connessione anche sul video-terminale posto a bordo del letto. Lo Smart Care Terminal permette inoltre al bambino di visualizzare le registrazioni delle lezioni, effettuare esercizi e fruire di corsi individuali di autoapprendimento. Il progetto prevede anche l’integrazione alla piattaforma Innova Scuola del Ministero della Pubblica Istruzione e ai programmi didattici tradizionali attivi presso i reparti. Nell’area Intrattenimento è invece possibile accedere a canali televisivi tematici, scegliendo in modalità on-demand i contenuti audio-video preferiti tra cartoons, film, documentari, sport oppure effettuare videochiamate con i propri familiari. In post degenza, il bambino potrà continuare a seguire le lezioni da casa tramite un Pc con webcam. Secondo le indicazioni del Ministero dell’Innovazione e grazie alla supervisione del Cnr-isof e al supporto tecnologico e finanziario Telecom Italia per un terzo del progetto base, Smart Inclusion sarà esteso ad altri sei ospedali entro il 2009: l´Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze, l´Azienda Ospedaliera di Padova, l´Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia e l´Ospedale Pediatrico Istituto G. Gaslini di Genova. .  
   
   
SECONDO UNO STUDIO FINANZIATO DALL´UE IL COLESTEROLO ALTO A 40 ANNI AUMENTA IL RISCHIO DI DEMENZA IN ETÀ PIÙ AVANZATA  
 
Bruxelles, 16 luglio 2009 - Uno studio finanziato dall´Ue ha scoperto che il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer e la demenza vascolare per le persone con un livello elevato di colesterolo nel sangue a partire dai 40 anni è maggiore rispetto ai soggetti il cui livello di colesterolo è ottimale. I risultati di tale ricerca, finanziata in parte dal Programma Marie Curie per la formazione iniziale (Est), sono stati pubblicati sulla rivista Dementia & Geriatric Cognitive Disorders. Ricercatori del Kaiser Permanente Division of Research negli Stati Uniti e dell´Università di Kuopio in Finlandia hanno esaminato dati raccolti da 9. 844 uomini e donne nel corso di un periodo di 40 anni. Secondo i loro calcoli, il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer in età più avanzata era maggiore del 66% nelle persone che presentavano un livello di colesterolo di almeno 240 milligrammi per decilitro (mg/dl) di sangue durante la mezza età. I ricercatori hanno anche scoperto però che i livelli tra 200 e 239 mg/dl nella mezza età aumentavano il rischio di demenza vascolare in età più avanzata del 52%. La demenza vascolare è la seconda forma principale di demenza dopo il morbo di Alzheimer ed è associata a problemi che interessano la circolazione del sangue nel cervello. I livelli di colesterolo sono stati raggruppati in 3 categorie sulla base delle direttive dell´Adult Treatment Panel (Atp) Iii del 2002: 200 mg/dl (ottimale); 200-239 mg/dl (limite) e 240 mg/dl (alto). "Il nostro studio mostra che anche un livello di colesterolo moderatamente alto tra i 40 e i 50 anni provoca un rischio maggiore di sviluppare il morbo di Alzheimer e la demenza vascolare decenni più tardi," ha spiegato la dott. Ssa Rachel Whitmer del Kaiser Permanente Division of Research. "Considerando che quasi 100 milioni di americani hanno livelli di colesterolo alti o ai limiti, questo risultato è preoccupante," ha spiegato la ricercatrice, una degli autori dello studio. "La nota positiva è che quello che fa bene al cuore fa bene anche al cervello e che questo è un fattore di rischio precoce per la demenza che può essere modificato e gestito abbassando il colesterolo attraverso uno stile di vita sano," ha aggiunto. I soggetti che hanno partecipato allo studio, tutti membri del Kaiser Permanente Northern California Medical Group, sono stati sottoposti ad esami del sangue tra il 1964 e il 1973, quando avevano un´età compresa tra i 40 e i 45 anni; erano inoltre membri del piano per la salute del gruppo nel 1994. Il morbo di Alzheimer e la demenza vascolare sono stati determinati attraverso verbali medici tra il 1994 e il 2007. I risultati hanno mostrato che all´interno del campione comprendente 9. 844 soggetti, a 598 sono stati diagnosticati il morbo di Alzheimer o la demenza vascolare ad un´età compresa tra i 61 e gli 88 anni. "I nostri risultati danno un contributo alle esistenti prove di un grado di sovrapposizione tra i due tipi di demenza in termini di fattori di rischio, sintomi e neuropatologia," ha detto l´autrice principale, la dott. Ssa Alina Solomon del Dipartimento di neurologia dell´Università di Kuopio. "La demenza e le malattie cardiovascolari sono gravi problemi di salute molto diffusi, condividono diversi fattori di rischio e spesso si verificano contemporaneamente, interagendo l´uno con l´altro. Un approccio olistico che si rivolge a molteplici problemi di salute gravi contemporaneamente è necessario per gestire in modo efficace questi disturbi. " Questo è stato il primo studio a esaminare livelli di colesterolo limite e demenza vascolare ma non ha preso in considerazione i meccanismi del legame tra livelli di colesterolo e demenza. Altri ricercatori che hanno partecipato allo studio provenivano dal Karolinska Institutet in Svezia e dalla Boston University School of Medicine negli Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Rivista Dementia & Geriatric Cognitive Disorders - fare click: http://content. Karger. Com/produktedb/produkte. Asp?aktion=journalhome&produktnr=224226&contentonly=false Kaiser Permanente: https://www. Kaiserpermanente. Org/ Universià di Kuopio: http://www. Uku. Fi/english/ .  
   
   
SCIENZIATI IDENTIFICANO GENI SALTELLANTI NEL CERVELLO UMANO  
 
Bruxelles, 16 luglio 2009 - Ricercatori hanno scoperto che il cervello umano ospita un gran numero di cosiddetti "geni saltellanti". Queste scoperte hanno implicazioni per la comprensione dello sviluppo del cervello e dell´individualità e potrebbero far luce sulle cause delle malattie neurologiche. Il lavoro, pubblicato online dalla rivista Nature, è stato in parte sostenuto da una borsa di ricerca per la mobilità Marie Curie del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. I geni saltellanti, conosciuti anche come elementi mobili, sono piccoli pezzi di acido deossiribonucleico (Dna) in grado di usare un meccanismo di "taglia e incolla" per inserire duplicati di se stessi in altre parti del genoma. "È noto che questi elementi mobili sono importanti negli organismi minori, come le piante e i lieviti, ma nei mammiferi sono generalmente considerati tracce del nostro passato," ha commentato il professor Fred Gage del Salk Insitute negli Stati Uniti. "Sono però molto numerosi. Circa il 50% del genoma umano totale è fatto di tracce di elementi mobili. Se fossero veramente inutili dovremmo liberarcene. " Secondo le nostre attuali conoscenze, le uniche cellule umane che spostano qua e là i loro geni sono le cellule del sistema immunitario. Le cellule del sistema immunitario muovono i geni che codificano gli anticorpi in modo che la cellula possa produrre la varietà di anticorpi necessaria per riconoscere un´ampia gamma di antigeni. In precedenza, il professor Gage e il suo team avevano scoperto che le parti mobili del Dna chiamati elementi Line-1 (Long interspersed element 1) saltavano casualmente per il genoma nelle cellule del cervello dei topi. In questo recente studio, egli si è proposto di scoprire se succedeva lo stesso nel cervello umano, studi di cellule del cervello umano cresciute su una piastra di Petri suggerivano infatti che potesse essere così. Il team ha quindi isolato del Dna proveniente da campioni di cervello, fegato e cuore prelevati da adulti e ha confrontato i livelli dell´attività del Line-1. Come previsto, c´erano molte più copie di Line-1 per cellula nelle cellule del cervello rispetto alle cellule del fegato e del cuore dello stesso individuo dal quale erano stati prelevati i campioni. "È stata la prova che questi elementi saltano effettivamente nei neuroni," ha commentato l´autrice principale dell´articolo, Nicole Coufal del Salk Institute. Ulteriori ricerche hanno rivelato che l´interruttore genetico che attiva l´elemento Line-1 è permanentemente bloccato sulla posizione "spento" nella maggior parte dei tessuti del corpo, mentre è generalmente "acceso" nel cervello. "Si tratta di un potenziale meccanismo per creare la diversità neurale che rende ogni individuo unico," ha commentato il professor Gage. "Il cervello ha 100 miliardi di neuroni con 100 trilioni di connessioni, ma le parti mobili del Dna potrebbero dare ai singoli neuroni una capacità leggermente diversa l´uno dall´altro. " I ricercatori suggeriscono inoltre che questi elementi mobili potrebbero contribuire a guidare l´evoluzione creando maggiore diversità rispetto a quella che si crea durante la normale divisione della cellula, dove il Dna è copiato in modo esatto. "È un modo diverso di guardare la diversità. Il cervello vive per 80 anni in un ambiente che ci influenza in modo imprevedibile e questo fornisce un ulteriore elemento di adattabilità," ha detto il professor Gage. "È logico che ci fosse questo ulteriore livello di complessità. " I risultati potrebbero anche migliorare la comprensione dei disturbi neurologici, alcuni dei quali potrebbero essere causati da disordinati geni saltellanti. I ricercatori adesso hanno in programma di cercare differenze nell´attività dei geni saltellanti negli individui affetti da malattie neurologiche. Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www. Nature. Com/nature Salk Institute: http://www. Salk. Edu .  
   
   
PROMETTENTI LE CELLULE NERVOSE ARTIFICIALI  
 
Bruxelles, 16 settembre 2009 - Ricercatori in Svezia stanno oltrepassando il confine nel campo della comunicazione delle cellule nervose, creando la prima cellula nervosa artificiale capace di comunicare con le cellule nervose umane. La ricerca alimenterà la conoscenza nel campo della patofisiologia, degli obiettivi molecolari e le terapie per la cura di diversi disturbi del sistema nervoso, come ad esempio il morbo di Parkinson. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Materials. Gli scienziati hanno stimolato segnali nervosi nel sistema nervoso usando metodi basati sulla stimolazione elettrica. Gli impianti cocleari, per esempio, sono inseriti chirurgicamente nella coclea, che si trova nell´orecchio interno, e gli elettrodi sono usati direttamente nel cervello. Ma i ricercatori del Karolinska Institutet e dell´Università Linköping in Svezia hanno scoperto che il metodo usato attualmente attiva tutti i tipi di cellule nell´area dell´elettrodo; il risultato è nel migliore dei casi debole. Lo studio ha dimostrato che "l´interfacciamento elettrico diretto comporta alcuni problemi insiti, come l´incapacità di distinguere tra i vari tipi di cellula". "C´è bisogno di dispositivi innovativi per l´interfacciamento specifico delle cellule nervose. " In questo recente studio, i ricercatori hanno creato un nuovo tipo di "elettrodo attivo" usando un materiale plastico conduttore. Tale elettrodo attivo rilascia i neurotrasmettitori che le cellule del cervello usano per comunicare naturalmente. "Mostriamo qui un dispositivo elettronico organico in grado di recapitare in modo preciso neurotrasmettitori in vitro e in vivo. Il dispositivo converte la trasmissione elettronica in recapito di neurotrasmettitori e in questo imita la sinapsi nervosa," scrivono gli autori. Il team ha inoltre mostrato che l´elettrodo attivo può essere usato per controllare la funzione uditiva nel cervello delle cavie. "L´abilità di recapitare le dosi esatte di neurotrasmettitori apre possibilità completamente nuove per la correzione dei sistemi di segnalazione danneggiati da una serie di malattie neurologiche," ha spiegato la ricercatrice principale, professoressa Agneta Richter-dahlfors del dipartimento di fisiologia e farmacologia presso il Karolinska Institutet in Svezia. Secondo i ricercatori, "la consegna viene raggiunta con disturbi fisiologici minimi, visto che i segnali elettronici sono tradotti in trasporto di ioni in assenza di flusso di liquidi. " Il prossimo passo consisterà nello sviluppo di una piccola unità che possa essere impiantata nell´organismo. Secondo la professoressa Richter-dahlfors e la sua collega, la professoressa Barbara Canlon, questa unità può essere programmata per permettere un rilascio flessibile (e cioè con la frequenza desiderata) di neurotrasmettitori per ogni paziente. Questa tecnologia innovativa andrà a vantaggio di individui affetti da vari disturbi tra cui l´epilessia e la perdita dell´udito. "Avendo dimostrato la capacità di tradurre segnali di trasmissione elettronica, attraverso la segnalazione dei neurotrasmettitori, in risposte del tronco encefalico, questa tecnologia stabilisce un nuovo paradigma nell´interfacciamento macchina-cervello," hanno scritto gli autori. "Questi sviluppi rappresentano un significativo passo avanti nell´interfacciamento tra biologia e tecnologia, e promettono ulteriori simbiosi tra l´elettronica e i sistemi viventi. " Per maggiori informazioni, visitare: Nature Materials: http://www. Nature. Com/nmat/ Karolinska Institutet: http://ki. Se/ .  
   
   
AL VIA IL PRIMO MASTER VIRTUALE IN ONCOLOGIA IN ITALIA “PIÙ TEMPO E RISORSE DA INVESTIRE NELLA LOTTA AL CANCRO” IL PROF. CONTE: “GRAZIE AI NEW MEDIA È POSSIBILE FACILITARE E ACCELERARE L’AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO”. 14 LEZIONI PER 30 GIOVANI SPECIALISTI E IL PATROCINIO DI 3 ISTITUTI DI ECCELLENZA  
 
Milano, 16 settembre 2009 – Il tumore si può combattere anche senza muoversi dal proprio pc: comincia oggi, il primo master virtuale in oncologia, un corso di altissima specializzazione realizzato grazie alle potenzialità interattive della piattaforma di second life. L’iniziativa vede coinvolti i maggiori esperti italiani ed internazionali, gode del patrocinio di 3 istituti di eccellenza come l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Istituto nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova e il Regina Elena di Roma e ha ottenuto l’accreditamento Ecm. Il corso, riservato a 30 oncologi, è promosso dall’Associazione Ricerca ed Educazione in Oncologia (Areo) che si propone di individuare modalità innovative e a basso costo di formazione in medicina, a tutto vantaggio del Servizio Sanitario nazionale e dei pazienti. Il tumore rappresenta infatti oggi una vera emergenza con 132. 000 nuovi casi in Italia per i maschi e 122. 000 per le donne nel 2008. Ma sono sempre di più per fortuna i malati che riescono a sconfiggerlo: un “esercito” che sfiora ormai i due milioni nel nostro Paese, grazie ai costanti progressi della ricerca e alla qualità della nostra assistenza. “Progressi importanti, che dobbiamo impegnarci per migliorare ulteriormente – afferma il prof. Conte, Direttore dell’ Oncologia del Policlinico di Modena e presidente di Areo – Oggi le moderne tecnologie informatiche consentono di abbattere le distanze: una straordinaria opportunità di aggiornamento e di scambio di esperienze. Il vantaggio di utilizzare second life è infatti l’estrema interattività, con la possibilità di dialogare tramite il proprio avatar con colleghi di tutto il mondo, consultare materiali ed assistere “dal vivo” alle lezioni. I costi inoltre sono ridotti al minimo e non gravano sul pubblico, poiché il tutto è reso possibile grazie a finanziamenti privati. Questa modalità formativa ci permette quindi di avere più tempo e risorse da investire nella lotta al cancro”. Il master prevede 14 temi, da oggi al 15 dicembre, dedicati alle principali neoplasie (mammella, polmone, colon, fegato, rene), ma anche temi di stretta attualità e di politica sanitaria come il rapporto fra oncologi e medici di famiglia, la gestione degli effetti collaterali e il reinserimento, dato che il cancro sta diventando sempre più una malattia cronica. I corsi si terranno all’interno del Virtual Cancer Institute, un intero palazzo riservato alla formazione e all’aggiornamento di medici, infermieri ed operatori e saranno accessibili anche dal sito www. Virtualcancerinstitute. Org. Il primo istituto oncologico italiano a sperimentare le potenzialità dei new media è stato il Policlinico di Modena. Sotto la giuda del prof. Conte, nel marzo 2008 ha inaugurato il proprio “doppio virtuale” in second life. A questo sono seguiti la presentazione della fiction in 3D “La storia di Paula”, nell’ottobre scorso, dedicata a ripercorrere l’intero percorso di una paziente, dallo screening al reinserimento dopo la malattia, e il primo Convegno virtuale che ha visto la partecipazione di centinaia di esperti connessi da ogni parte del mondo. Il master si inserisce in questo percorso ed è rivolto in particolare ai giovani oncologi per coprire a 360° le nuove esigenze e sfide della professione. Ecco quindi che alle relazioni tecniche degli specialisti si affiancheranno lezioni su come migliorare la comunicazione medico-paziente, riflessioni sulla comunicazione scientifica e le sue opportunità e insidie, una riflessione sul ruolo istituzionale della Società scientifica, i rapporti pubblico-privato nella ricerca. Il tutto con esperti dei relativi settori “Il corso che si inaugura oggi – continua il prof. Conte - rappresenta un salto di qualità nel mondo oncologico. Ed è solo un primo passo che ci auguriamo di replicare in tempi rapidi a livello internazionale. Nel nostro palazzo virtuale vogliamo infatti promuovere lo scambio e il confronto fra colleghi di tutto il mondo, per sottolineare le differenze esistenti dal punto di vista terapeutico ma anche sociale e politico-amministrativo, così da favorire un più veloce ed efficace progresso delle conoscenze ma anche dei modelli operativi in oncologia”. Non a caso la lettura magistrale del master sarà tenuta dal prof. Gabriel Hortobagyi, past president della Società di oncologia medica americana (Asco) e direttore dell’M. D. Anderson Cancer Center di Houston, il più grande centro al mondo dedicato alla cura dei tumori. Il professore è socio fondatore di Areo così come Pierfranco Conte, Paolo Pronzato, Sergio Pecorelli, Francesco Cognetti, Valentina Guarneri e Mauro Boldrini. Il numero massimo di iscrizioni al master per questa edizione è già stato raggiunto ma è possibile seguire le lezioni, come uditori, collegandosi in diretta a second life. Tutte le istruzioni per accedere sono disponibili nel sito www. Virtualcancerinstitute. Org. .  
   
   
“LA VITA DEL FARMACO”, UN CONGRESSO PATROCINATO DALL’UNESCO MILANO, MONZA E MONTRÉAL, PER 4 GIORNI CAPITALI INTERNAZIONALI DEL FARMACO.  
 
 Milano, 16 settembre 2009 - Organizzato dal Centro studi sulla storia del pensiero biomedico (Cespeb, www. Cespeb. It) dell’Università degli Studi di Milano-bicocca, diretto dal professor Vittorio A. Sironi, e dal Gruppo di studio sull’interdisciplinarietà e sulle rappresentazioni sociali (Geirso, www. Geirso. Ca) della canadese Università del Québec a Montréal, diretto dalla professoressa Catherine Garnier, si svolgerà dal 21 al 24 settembre 2009, presso la sede centrale dell’Università degli studi di Milano-bicocca (Edificio U6, piazza dell’Ateneo Nuovo, 1), il congresso internazionale interdisciplinare La vita del farmaco. Prospettive scientifiche e analisi interdisciplinare di un prodotto in trasformazione. Milano, Monza e Montréal saranno per alcuni giorni le capitali internazionali del farmaco: tre città saranno idealmente unite non solo dalla M iniziale del loro nome, ma anche da una comune tensione culturale derivante da un’attenta riflessione sul farmaco: un farmaco visto a 360 gradi, analizzato da tutti i punti di vista, anche quelli meno consueti. Il congresso intende infatti affrontare, con un taglio inedito nel panorama congressuale e farmaceutico italiano, il farmaco da una prospettiva insolita, come un "prodotto" dalle molteplici sfaccettature, che, oltre ai risvolti sanitari, medici e farmacologici, è dotato anche di significati antropologici, psicologici, sociali, economici, etici, politici, filosofici e anche artistici. Il programma prevede una serie di incontri che coinvolgeranno più di 150 relatori: farmacologi, manager della sanità, imprenditori farmaceutici, economisti, politici, sociologi, antropologi, psicologi, medici, farmacisti, filosofi, storici, bioeticisti, epidemiologi, molti noti a livello internazionale. Al congresso partecipano, tra gli altri, il viceministro della Sanità, Ferruccio Fazio, il presidente della Regione, Roberto Formigoni, e il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Come le due precedenti edizioni, che si sono svolte a Montréal in Canada nel 2005 e nel 2007, questo convegno è assai differente da quelli nei quali abitualmente si parla di farmaci. Oggi infatti sempre più sovente l’impatto terapeutico di un farmaco non dipende solo dall’azione puramente farmacologica, ma appare fortemente influenzato da innumerevoli fattori extrasanitari: valenze antropologiche, risvolti psicologici, condizionamenti sociali, implicazioni culturali, dimensione religiosa. In questa prospettiva il farmaco diventa un “oggetto” complesso e un “prodotto” in costante evoluzione, influenzati in modo sempre più netto dai saperi scientifici, ma anche dalle concezioni extrascientifiche, entrambe in grado di modificarne la conoscenza e condizionarne in maniera sempre più decisa l’azione (vendita, assunzione, effetto). Scopo di questo convegno, appositamente concepito in una dimensione interdisciplinare e in collaborazione tra più università europee, americane e australiane, è dibattere questi temi di grande attualità per consentire a tutti di avere un sguardo più disincantato sul prodotto farmaco: strumento al tempo stesso di salute, ma anche legittima fonte di guadagno, stimolo per la ricerca e per la conoscenza, ma anche oggetto di manipolazione scientifica e mediatica, elemento di cura ma anche fattore di mediazione interculturale. Le altre iniziative Il convegno sarà preceduto, domenica 20 settembre, da un incontro che si terrà presso la Villa Reale di Monza, intitolato Il cibo come farmaco per promuovere una cultura alimentare della salute. Questa giornata preliminare s’inserisce nella prospettiva del Forum della cultura dell’Unesco (che si svolgerà a Monza dal 24 al 26 settembre) e nel cammino verso l’Expo 2015 di Milano, che ha come tema la nutrizione. Durante il congresso sarà aperta presso la sede centrale dell’Università di Milano-bicocca anche una singolare esposizione artistica intitolata Pillole d’arte: sculture e opere d’arte realizzate da una artista brianzola con pillole, compresse, pastiglie e confezioni di farmaci stimoleranno la fantasia e la riflessione dei convegnisti sul problema dell’enorme impatto che i farmaci hanno oggi nella nostra vita quotidiana. Per informazioni: www. Cespeb. It/la-vita-dei-farmaci_-3-congresso-internazionale_147. Php .  
   
   
SANITA´.FORMIGONI:PRESTO MACCHINA SALVAVITA IN TUTTE PROVINCE LOMBARDE  
 
Milano, 16 settembre 2009 - Entro l´estate del prossimo anno almeno un centro territoriale importante dell´emergenza urgenza di ciascuna delle dodici province lombarde sarà dotato dell´Ecmo (Extra Corporeal Membrane Oxygenation), cioè di quell´apparecchio delle dimensione di un trolley da viaggio che permette di fronteggiare gravissimi scompensi cardiaci e polmonari supplendo quindi alle funzioni di organi ormai gravemente compromessi in pazienti in attesa di trapianto. Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo il 25 agosto alla conferenza stampa organizzata per spiegare i dettagli dello straordinario intervento, il primo che ricordi la letteratura medica, effettuato nella notte fra il 19 e il 20 agosto al Policlinico San Matteo di Pavia su un paziente di 49 anni (ricoverato dal 5 dello stesso mese al San Gerardo di Monza) cui sono stati trapiantati, in blocco, cuore e polmoni dopo l´applicazione (al San Gerardo appunto) dell´Ecmo. L´operazione, durata circa 7 ore ed eseguita da un´equipe di dieci cardiochirurghi e cardioanestesisti, è stata illustrata dal professor Mario Viganò che ha eseguito il trapianto e dal professor Roberto Fumagalli che ha curato la degenza del paziente a Monza, alla presenza del direttore generale dell´assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, Carlo Lucchina, del direttore generale del San Matteo, Pietro Caltagirone, e del direttore sanitario del San Gerardo, Oscar Di Marino. "Ci troviamo di fronte ad una caso di eccellente sanità e straordinaria collaborazione fra le nostre strutture ospedaliere - ha detto Formigoni - e siamo dunque molto orgogliosi di essere riusciti a salvare una vita con una procedura assolutamente innovativa. Sulla base dunque dell´ottima riuscita dell´intervento intendiamo allargare l´uso di questa tecnologia a tutta la Regione al termine della sperimentazione che stanno portando avanti gli ospedali di Monza e Pavia". La straordinarietà dell´intervento è stata sottolineata dallo stesso professor Viganò, un luminare nel campo, che ha ricordato come "L´eccezionalità dell´intervento non stia tanto nel trapianto (a Pavia dal 1991 ne sono stati effettuati una quarantina dello stesso genere), quanto nell´applicazione del dispositivo salvavita in un ospedale diverso da quello dove è stato poi effettuato il trapianto garantendo comunque al paziente la piena funzionalità e integrità". Nello specifico si è trattato di un uomo di 49 anni affetto da una grave patologia (la sindrome di Eisenmenger) che gli aveva causato un arresto cardio-respiratorio dovuto ad abnorme pressione arteriosa polmonare. Ricoverato prima a Giussano, era stato poi spostato al San Gerardo di Monza dove, il 5 agosto appunto, gli è stata applicata l´Ecmo in attesa delle disponibilità degli organi da trapiantare. "L´ecmo - ha aggiunto il presidente Formigoni - è un apparecchio nuovissimo che può essere trasportato, in questo modo può quindi contribuire a salvare numerose vite. E´ esattamente con questo obiettivo che, al termine delle sperimentazione in atto, ne estenderemo l´uso in altri centri di eccellenza prevedendone anche l´utilizzo extraospedaliero in situazioni di emergenza/urgenza (Areu) con un possibile impianto in pazienti acuti con scompenso/arresto cardiorespiratorio direttamente dal rianimatore sul luogo dell´evento". Formigoni poi, sottolineando come siano proprio quelle cerebro/cardiovascolari le principali cause di morte oggi in Italia, si è "vivamente complimentato" con tutti i medici che hanno contribuito alla buona riuscita dell´operazione e ha evidenziato come "in Lombardia si aprano nuove importanti prospettive di vita e di speranza". Entusiasta del traguarda raggiunto anche l´assessore regionale alla sanità, Luciano Bresciani, che ha definito l´intervento "un grande esempio della forza di espansione del sistema sanitario lombardo in un´ottica di sussidiarietà orizzontale". "Infatti - ha spiegato l´assessore - alla grandissima abilità dei chirurghi che hanno saputo raggiungere questi eccellenti risultati a livello mondiale si è aggiunto l´alto sviluppo delle nuove tecnologie a supporto delle attività chirurgiche. E´ un esempio del risultato che il sistema sanitario lombardo ha conseguito lavorando non più da solista, ma in concerto sfruttando quella sussidiarietà orizzontale dove ognuno fa la propria parte coordinandosi con gli altri". "Su queste basi - ha detto ancora l´assessore Bresciani - stiamo lavorando per creare alleanze sempre più forti, coinvolgendo l´intero nostro sistema sanitario, le Università, Finlombarda e il mondo dell´industria. Da questa collaborazione scaturirà il lancio di 22 nuovi progetti di sviluppo tecnologico. La sanità in Lombardia deve volano ed esempio di produzione di risorse" "Siamo dunque davvero molto orgogliosi - ha concluso Formigoni - di questo nuovo primato e della collaborazione perfetta che hanno portato avanti due nostri centri di eccellenza. Se è vero che gli uomini hanno bisogno di macchine che li aiutino nelle operazioni più delicate, lo è altrettanto che le macchine hanno bisogno di qualcuno che le sappia usare e guidare bene. Questo da noi è successo". .  
   
   
MEDICINA, A GENOVA CONVEGNO NAZIONALE PEDIATRIA  
 
Genova, 16 Settembre 2009 - Da mercoledì 16 a sabato 19 settembre ai Magazzini del Cotone Convegno nazionale annuale delle Società Scientifiche Pediatriche italiane, con il patrocinio e il sostegno della Regione Liguria, da mercoledì 16 a sabato 19 settembre , a Genova, ai Magazzini del Cotone del Porto Antico. La terapia delle patologia pediatriche di interesse chirurgico vengono studiate ampliamente nell´ambito di numerose società scientifiche nazionali ed internazionali. In Italia le società di pertinenza chirurgica con indirizzo pediatrico comprendono la Sicp (Società Italiana di Chirurgia Pediatrica), la Siup (Società Italiana di Urologia Pediatrica) e la Sivi (Società Italiana di Video Chirurgia Infantile). "Gli argomenti sono molto impegnativi e necessitano di approfondimenti continuativi per dimostrare l´efficienza delle metodiche diagnostiche e delle terapie seguendo lo spirito della "evidence based medicine", spiegano gli organizzatori. Essendo numerosi i gruppi di studio ed avendo frequentemente argomenti comuni, i membri di queste Società italiane hanno deciso di condividere i molti punti in discussione nell´ambito di una riunione annuale comune. Per questo, il professor Vincenzo Jasonni, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Pediatrica dell´Istituto Giannina Gaslini e Università di Genova, ha organizzato il congresso annuale delle tre Società Scientifiche chirurgiche e delle nefrologia pediatrica. Gli argomenti comprendono tutte le branche della chirurgia e urologia pediatrica, mediante tavole rotonde e letture, suddivise in giornate monotematiche e ad argomento libero. Inoltre, essendo l´urologia pediatrica una materia molto complessa, durante lo stesso periodo del convegno si riunirà la Sinp (Società Italiana di Nefrologia Pediatrica) con tavole rotonde e sessioni congiunte anche tra la nefrologia e l´urologia. Al termine delle sessioni, ci sarà anche una giornata dedicata alla condivisione di problematiche infermieristiche. Durante questa riunione verranno discussi tutti gli aspetti organizzativi ed assistenziali innovativi e ben standardizzati che vengono svolti sui pazienti pediatrici che afferiscono alle unità operative di chirurgia/urologia e nefrologia pediatrica. Infine, sempre nell´ambito del convegno genovese, si terrà la riunione annuale della Società Internazionale di Ricerca in Chirurgia Pediatrica (Pediatric Surgical Research). A questa riunione parteciperanno i massimi ricercatori esperti che studiano le patologie chirurgiche pediatriche. Poter organizzare queste Società contemporaneamente permetterà ai chirurghi italiani di confrontarsi con i colleghi internazionali maggiormente coinvolti nella ricerca per approfondire ed incrementare le proprie conoscenze per poter offrire la cura migliore per i pazienti pediatrici. .  
   
   
EPILESSIA, DIABETE MELLITO E DISABILITÀ VISIVA, NUOVA DIRETTIVA EUROPEA PER LE PATENTI. DIR UE 112 E 113 DEL 25 AGOSTO 2009  
 
Milano, 16 settembre 2009 - L’aice saluta positivamente le direttive europee che, in pieno accordo con la Proposta di Legge bipartisan presentata per l’associazione dall’onorevole Barbara Saltamartini e da altri 76 Deputati, aggiorna le indicazioni ai riscontri scientifici e, offrendo maggiore sicurezza per tutti, rimuove le pesanti discriminazioni su quell’articolato mondo dell’epilessia composto da oltre 350mila cittadini italiani. Finalmente non più schiacciati e rinchiusi nel soli termini epilessia e crisi, le disposizioni si confrontano con le diverse simdromi e le condizioni patologiche che non compromettono o compromettono la guida, ponendo per queste ultime le necessarie comunicazioni alle autorità competenti. Finalmente i casi di guarigione potranno essere riconosciuti e non discriminati come oggi con obbligo di rinnovo biennale per tutta la vita, i tempi di rilascio e rinnovo in armonia con le evidenze scientifiche sono ridotti ad un anno di assenza delle crisi in generale con la possibilità in condizioni specifiche di periodi minori. Gli stati sono entro l’anno obbligati ad uniformare la propria legislazione e ciò è un’ulteriore accelerazione a che vengano recepite le proposte Aice per dare inclusione sociale alle persone con epilessia e loro famiglie con il riconoscimento dei casi di guarigione, le giuste misure per l’integrazione scolastica, lavorativa sociale e per la mobilità dei casi di farmaco resistenza. L’aice richiede al Presidente della Repubblica ed ai Presidenti di Camera e Senato e a tutti i Legislatori dell’Arco Costituzionale di calendarizzare a breve le azioni per recepire le direttive europee e contestualmente dare piena cittadinanza agli oltre 350mila Italiani con epilessia. .  
   
   
"SISTEMI DIAGNOSTICI" SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Milano, 16 settembre 2009 - Si prefigura un rallentamento della crescita del valore del mercato Italia Diagnostici in vitro: la previsione è di un incremento inferiore al 2%. In presenza di tempi di pagamento ancora particolarmente elevati e delle gravi difficoltà di alcune Regioni (soprattutto Campania, Calabria, Sicilia e Lazio), emerge la mancanza di indirizzi precisi che possano rivitalizzare non solo il settore, ma anche l’intero comparto delle forniture di prodotti medicali. L’incremento dei volumi della domanda pubblica risulta limitato e confinato a particolari segmenti o nicchie. Dopo una dinamica negativa nei primi due mesi del 2009, è prevista una leggera ripresa nella periodo centrale dell’anno, ma si nutrono timori per un blocco negli ultimi mesi. La progressiva erosione dei prezzi, a fronte di sempre maggiori richieste di servizi aggiuntivi alla fornitura di kit e strumenti, determina una contrazione della marginalità media del settore e continua ad ostacolare la diffusione dell’innovazione. Le difficoltà dei laboratori privati determinano una domanda da parte di questo canale complessivamente debole a livello di volumi consumati e l’allungamento dei tempi di pagamento nei confronti delle imprese Ivd. A livello di quadro competitivo continuerà il consolidamento del mercato già in atto da alcuni anni, ma la crescita maggiore non interesserà le imprese leader, bensì quelle di nicchia, che potranno in molti casi realizzare performances a due cifre. La scelta strategica (attualmente “congelata”) dei leader dell’elettromedicale di entrare nell’Ivd perseguendo la convergenza fra Ivd, tecnologie “in vivo” ed healthcare information technology, potrebbe riproporsi, ma solo nel medio-lungo periodo. Dati Di Sintesi, 2008(a)
Numero di imprese produttrici 30
Numero di addetti imprese produttrici 1. 000
Numero di addetti per impresa 33,3
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 471,0
Variazione media annua della produzione 2008/2004(b) (%) 5,2
Fatturato per addetto (‘000 euro) 471
Valore aggiunto (Mn. Euro) 143,7
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 143,7
Export/produzione(b) (%) 63,1
Import/consumo(b) (%) 89,2
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 1. 618,0
Variazione media annua del mercato 2008/2004(b) (%) 3,5
Quota di mercato prime 4 imprese/gruppi(b) (%) 45,2
Quota di mercato prime 8 imprese/gruppi(b) (%) 62,5
Previsione di sviluppo della domanda:
· 2009/2008(c) stabilità
· tendenza di medio periodo(c) moderato incremento
a) - i dati riportati comprendono reagenti, consumabili, strumenti ed assistenza tecnica b) - in valore c) - in termini reali Fonte: Databank .
 
   
   
INFLUENZA A, PRESENTATO PIANO REGIONALE; IN UMBRIA TUTTO PRONTO PER FRONTEGGIARE LA PANDEMIA, MA NESSUN ALLARMISMO  
 
Perugia, 16 settembre 2009 - “L’umbria è pronta ad affrontare l’evolversi dell’influenza A. Abbiamo messo in campo tutte le misure necessarie per fronteggiare la pandemia e siamo attrezzati per rispondere, con tempestività ed efficienza, anche a situazioni di particolare criticità. I cittadini devono stare tranquilli”. Lo ha detto l’assessore alla sanità della Regione Umbria, Maurizio Rosi, illustrando ieri alla stampa – presenti il Direttore regionale alla Sanità, Paolo Di Loreto, e la responsabile del Servizio Prevenzione dell’Assessorato, Maria Donata Giaimo - il Piano messo a punto dalla Regione contro la nuova influenza da A(h1n1)v. Appena il vaccino sarà disponibile (presumibilmente tra il 15 ottobre e il 15 novembre) partirà la campagna di vaccinazione contro la pandemia che interesserà circa il 40 per cento della popolazione, almeno 350mila umbri appartenenti alle categorie individuate dal Ministero della Salute. Si tratta di quasi 12mila operatori sanitari, 40mila persone con meno di 65 anni affette da patologie gravi, 13mila 500 donatori periodici di sangue (tra 35 e 50 anni), 85mila giovani tra i 18 e i 27 anni e 132mila tra i 6 mesi e i 17 anni. L’obiettivo è di vaccinare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile per ridurre il contagio. Le vaccinazioni verranno fatte nei Distretti Sanitari, non dai medici di medicina generale né dai pediatri di libera scelta che invece collaboreranno per raggiungere i pazienti inclusi nelle cosiddette categorie a rischio. “Sembra che questa influenza sia più leggera di quanto si pensasse inizialmente. Sono 30 i casi finora registrati in Umbria e nessuno grave. Tuttavia ci siamo preparati per affrontare anche le situazioni di maggiore criticità grazie anche al lavoro svolto dal Comitato Pandemico regionale che – ha detto Rosi - ha permesso all’intero sistema sanitario umbro di rispondere adeguatamente alle previsioni fatte dagli esperti sulla pandemia. Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, infatti, la nuova influenza colpirà circa il 25 per cento della popolazione, rispetto al 10 per cento di una influenza tradizionale. Abbiamo quindi individuato – ha proseguito Rosi - circa 400 posti letto da dedicare all’assistenza di persone contagiate che presntano quadri clinici complessi ed un congruo numero di posti letto per la respirazione extracorporea (Ecmo Therapy). Unità specifiche garantiranno l’assistenza ai bambini che dovessero avere bisogno di terapia intensiva, mentre la stipula di contratti ‘ad hoc’ con infermieri in pensione consentirà di rispondere ad un maggior fabbisogno di personale. E’ stato inoltre previsto l’acquisto di antivirali necessari per il trattamento di 10 mila pazienti con oseltamivir (tamiflu). Rispetto all’informazione rivolta ai cittadini – che Rosi ha garantito sarà sempre “precisa, continuativa e trasparente” - l’assessorato ha realizzato una campagna di comunicazione, con depliant e locandine da distribuire su tutto il territorio regionale. Nei depliant si spiega cosa è l’influenza A(h1n1)v, come si trasmette, cosa fare e quali sono i sintomi della malattia, oltre a semplici regole igieniche che concorrono a difendere dal contagio se stessi e gli altri. Le informazioni verranno inoltre trasmesse nel sito web della Regione Umbria all’indirizzo www. Sanita. Regione. Umbria. It Sono previsti spazi pubblicitari sui principali quotidiani regionali. Il Ministero della Salute provvederà alla realizzazione di spot televisivi sulle emittenti nazionali. “Intanto il primo ottobre – ha infine annunciato Rosi - partirà la vaccinazione contro l’influenza stagionale delle persone con più di 65 anni di età da parte dei medici di medicina generale. Lo scorso anno - ha ricordato - l’Umbria ha ottenuto in questa fascia d’età la copertura vaccinale più alta del Paese (74,7%) grazie ad un sistema rodato ed efficiente tra Mmg e servizi vaccinale. .  
   
   
FVG: AD ALTO ADIGE SISTEMA INFORMATIVO PER FARMACEUTICA  
 
Colloredo, 16 settembre 2009 - L´azienda sanitaria dell´Alto Adige della Provincia Autonoma di Bolzano potrà utilizzare il programma informatico denominato "Sistema informativo per la farmaceutica territoriale", in uso in Friuli Venezia Giulia, per il trattamento delle ricette farmaceutiche e per le conseguenti attività di controllo e monitoraggio. Lo ha stabilito al Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute e Protezione sociale Vladimir Kosic, approvando lo schema di un accordo di collaborazione che sarà sottoscritto dal direttore dell´Agenzia regionale della Sanità. .  
   
   
ALLE SCUDERIE DEL CASTELLO VISCONTEO DI PAVIA DAL 25 SETTEMBRE AL 13 DICEMBRE 2009 LA MOSTRA DEDICATA A PASQUALE MASSACRA PITTORE ROMANTICO TRA STORIA E MITO  
 
 Pavia, 16 settembre 2009 – La città lombarda celebra Pasquale Massacra (1819-1849), uno dei suoi artisti più noti e apprezzati, con una mostra monografica, dal titolo Impeto e Poesia, che si tiene dal 25 settembre al 13 dicembre 2009 nelle Scuderie del Castello Visconteo. Curata da Susanna Zatti, l’esposizione presenta 60 opere in grado di ripercorrere la produzione del talentuoso maestro pavese, la cui vicenda artistica si incrocia con l’adesione agli ideali patriottici antiaustriaci, che lo condussero alla morte a soli trent’anni. Un appuntamento destinato a rivelare, anche a quanti non ne hanno finora conosciuto e apprezzato il lavoro, l´indubbio valore di un artista del Romanticismo italiano destinato a un sicuro successo e a più alta fama, se la morte prematura non ne avesse interrotto il percorso creativo. Sensibile innovatore del genere storico - in una direzione che sarà condivisa da Domenico Morelli e Federico Faruffini - Massacra ricerca la verità senza tralasciare la sincerità degli affetti dei personaggi raffigurati nelle sue composizioni. Accolto all´Esposizione di Brera del 1846 come un nuovo protagonista della pittura di storia in Italia, si distingue infatti per la capacità di condurre lo spettatore alla commozione e alla riflessione, rivestendo di “impeto e poesia” il messaggio morale insito nelle sue opere. La sua parabola artistica si sovrappone a quella umana lungo tutto il corso della sua breve esistenza, sin dalla tenera età. Nato da una famiglia di umili origini, rivela ben presto la sua vocazione alla pittura, così da abbandonare la scuola elementare, già al secondo anno, per mettersi a bottega da un intagliatore di ornato e diventare successivamente aiutante del decoratore e verniciatore Paolo Santi. Il suo talento naturale viene segnalato da un notabile pavese al professor Cesare Ferreri il quale, malgrado Pasquale non sia dotato della necessaria istruzione, lo ammette alla Scuola di Nudo e Incisione, dove segue i corsi di disegno, plastica e pittura sino al 1841. Si dedica a numerose committenze - fra cui quelle di pavesi illustri come Carpanelli e Marozzi - realizzando soprattutto soggetti storici e patriottici. Da Pavia la fama dell´artista giunge a Milano. Le sue opere presentate all´Accademia di Belle Arti di Brera ricevono giudizi estremamente favorevoli e Massacra, ancora giovanissimo, viene salutato come un potenziale innovatore della futura pittura italiana. Il pittore Francesco Hayez, con cui ha diversi contatti, diviene per lui un prodigo consigliere. Ma ancora una volta la vicenda umana e quella artistica di Pasquale Massacra si compenetrano; nell’agosto del 1848, con il ritorno degli austriaci a Pavia, si rifugia in territorio piemontese, dove ha inizio la sua militanza anti-austriaca. La sera del 15 marzo 1849, dopo aver ideato un piano per la diserzione e preparato la fuga, viene tradito da tre militari con cui si era incontrato all’osteria della Madonnina, sul corso Garibaldi. Ne uccide due ma viene ferito a morte. Spira la stessa sera, nell’androne della casa Vittadini di via San Giovanni in Borgo, e la salma, sottratta all’Ospedale militare, viene imbalsamata per consentire in seguito una solenne sepoltura. Una morte eroica che fa dell´artista un martire della libertà e dell’indipendenza della patria, proprio come Ricciardino Langosco, l’eroe medievale assunto a soggetto del suo quadro più famoso La madre di Ricciardino Langosco in traccia del cadavere del figlio ucciso nella espugnazione di Pavia per le armi di Matteo Visconti l´anno 1315. Il martirio di Massacra dà luogo a una tradizione letteraria, che si sviluppa per tutta la seconda metà dell’Ottocento e anche gli artisti suoi contemporanei - Giovanni Ferreri, Federico Faruffini, Agostino Bellinzona e Giovanni Cavallotti - lo ricordano come un “animoso italiano e sublime artista, caduto pugnando contro l’oppressore nel marzo 1849”. .  
   
   
OMAR GALLIANI APRI GLI OCCHI...CHIUDI GLI OCCHI MILANO DAL 16 OTTOBRE AL 12 DICEMBRE 2009  
 
Milano, 16 settembre 2009 - Dal 16 ottobre al 12 dicembre, la galleria Dep Art di Milano presenta un consistente corpus di opere dell´artista di Montecchio Emilia. La mostra “apri gli occhi. Chiudi gli occhi” che la Galleria milanese Dep Art organizza è un omaggio all´opera di uno dei protagonisti dell´arte contemporanea italiana e internazionale. Tre volte invitato alla Biennale di Venezia e premiato alla Biennale di Pechino, Galliani rappresenta un punto di riferimento per gli artisti che a partire dagli anni ottanta si avvicinano al mezzo pittorico e al disegno. Per Galliani, il disegno è stato uno dei principali strumenti d’esplorazione, vissuto nel solco della tradizione rinascimentale, ma allo stesso tempo aperto e sensibile alle dinamiche delle più avanzate indagini artistiche contemporanee. Proprio queste caratteristiche hanno garantito alla sua opera un riconoscimento raro per un artista vivente, come quello tributatogli dal Museo degli Uffizi con l’acquisto nel 2007 del trittico “Notturno” e di due disegni collocati nel Gabinetto Disegni e Stampe del museo fiorentino. La mostra, che si compone di quaranta opere, rappresenta i passaggi salienti delle diverse tematiche e tecniche predilette dall´artista. Dalle grandi tavole disegnate, alle carte, fino a una serie di piccoli e intensi oli, il percorso di Galliani si muove fra suggestioni antiche e moderne, fra sistemi sociali mai rigidi, ma nati dall´analisi e l´approfondimento di culture anche lontane, o sistemi filosofici e letterari. L’artista emiliano è reduce da un ciclo di mostre internazionali che lo hanno visto protagonista in prestigiosi spazi pubblici e privati come i musei d’arte contemporanea di Pechino, Tokyo, Buenos Aires, Shanghai, Kyoto, San Paolo, Città del Messico, Miami e Los Angeles, nonché alcune esposizioni in diversi musei italiani, fra cui quelle in corso a Venezia, la collettiva Dètournemen” nell’antico Ospizio di San Lorenzo – evento collaterale alla 53° Biennale - e Andy Warhol-omar Galliani, ospitata nel Chiostro di Santa Apollonia. La mostra è accompagnata da un catalogo per le edizioni della Galleria Dep Art con un testo di Flavio Arensi. Cenni Biografici - Nato nel 1954 a Montecchio Emilia, dove vive, Omar Galliani ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Agli inizi degli anni Ottanta è stato esponente di spicco del gruppo degli Anacronisti e del Magico Primario. Ha partecipato a tre edizioni della Biennale di Venezia e in quella del 1984 ha avuto una sala personale nella sezione “Arte allo specchio”. Sempre negli anni Ottanta ha partecipato alla Biennale di San Paolo del Brasile e alla Xii Biennale di Parigi. Ha esposto nei Musei d’Arte Moderna di Tokyo, Kyoto, Nagasaki, Hiroshima, alla Hayward Gallery di Londra, a due edizioni della Quadriennale di Roma, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in quelle di Francoforte e Berlino. Negli anni Novanta il suo lavoro è stato esposto allo Scottsdale Center for the Arts dell’Arizona, alla Marian Locks di Philadelphia e alla Arnold Herstand Gallery di New York. L’artista ha inoltre presentato Feminine Countenances alla New York University e nel 2000 Aurea al Museum of the Central Academy of Fine Arts di Pechino. Ha poi esposto presso il Palazzo delle Stelline a Milano, alla Galleria Civica di Modena, al Museo d’Arte Moderna di Budapest, al Palacio Foz di Lisbona, al Pac di Milano. Nel 2003 è stato invitato alla Biennale di Praga e alla prima edizione di quella di Pechino, dove ha vinto il primo premio con tre grandi opere del ciclo Nuove anatomie. Nel 2005, all’Archivio di Stato di Torino nell’ambito della mostra Grande Disegno Italiano, un suo disegno (5 x 6,3 metri), grafite su pioppo, è stato messo a confronto con il volto dell’angelo di Leonardo, preparatorio della Vergine delle rocce, esposto alla Biblioteca Reale. A Palazzo Magnani di Reggio Emilia ha presentato la personale Nuove anatomie. Sempre nel 2005 il Museo d’Arte Contemporanea di Guadalajara (Messico) ha inaugurato una sua personale dal titolo Nuovi fiori nuovi santi e lo Spazio Mazzotta di Milano ha presentato La figlia era nuda. Dal 2006 una sua personale dal titolo Disegno Italiano ha girato in Cina i più importanti Musei d’Arte Moderna e Contemporanea, da Shangai, Chengdu, Jinan, Xian, Wuhan, Hangzhou, Ningbo, a Nanchino, Dalian, Tientsin, Capital Museum di Pechino, e ha concluso il tour alla fine del 2008 a Honk Kong nella prestigiosa galleria d’arte Schoeni Art Gallery. Sempre nel 2006 l’Università e il Museo di Caracas hanno ospitato una sua personale dal titolo Disegnarsi, che nell’aprile 2007 è stata portata al Museo Hassan di Rabat. Il Grande Disegno Italiano, la grande opera esposta a Torino nel 2005, è stata poi presentata al Palazzo della Permanente di Milano nell’ambito della mostra La bellezza nel 2006, quindi a Verona, Palazzo della Ragione, all’interno dell’esposizione Il settimo splendore. Nel giugno 2007 si inaugura la mostra Tra Oriente e Occidente. Omar Galliani e il Grande Disegno Italiano in Cina presso la sede della Fondazione Querini Stampalia, inserita tra gli eventi collaterali della 52a Biennale di Venezia. L’evento, realizzato con il patrocinio dell’Ambasciata Cinese in Italia, in collaborazione con il Ministero Italiano per gli Affari Esteri e il governo della Repubblica Popolare di Cina, vedrà la presenza dell’Associazione degli Artisti Cinesi e la collaborazione dei musei di Shanghai, Ningbo, Dalian, Xian, Hanghzou, Jinan, Chengdu e Wuhan. Nel mese di Aprile 2009 Christian Mermoud inaugura una sua personale alla galleria " Angle Art-led Attitude & Design" a Saint Paul de Vance, il 31 di luglio si inaugura sempre a Saint Paul de Vance un nuovo spazio "Angle Art e Design" , all´interno e in permanenza si apre "Space Galliani" che raccoglie in permanenza sue opere . La galleria "k 35" di Mosca apre una sua personale da Maggio a Luglio con un nuovo ciclo di opere. La Fondazione Michetti di Francavilla al Mare gli dedica una grande retrospettiva ,catalogo Allemandi. Nel Maggio e per tutta l´estate ,la galleria "Shangheie" di Shanghai allestisce una sua personale " Lontano da Xian". Sempre in quelle date a Vienna l´istituto Italiano di Cultura ospita nei propri spazi una sua personale; a Lucca a Villa Bottini e nel Museo Archeologico di Palazzo Guinigi presenta "Dalle Stanze dei Miei Disegni”. Nel 2009 è anche Venezia nella collettiva Dètournemen” nell’antico Ospizio di San Lorenzo – evento collaterale alla 53° Biennale - e Andy Warhol-omar Galliani, ospitata nel Chiostro di Santa Apollonia. In ottobre la Galleria Dep Art gli dedica un ampio omaggio retrospettivo. .  
   
   
YOUSSEF NABIL GALLERIA POGGIALI E FORCONI FIRENZE 18 OTTOBRE - 15 DICEMBRE 2009  
 
Firenze, 16 settembre 2009 - Il 17 ottobre 2009 inaugurerà, negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, la prima mostra personale a Firenze dell’artista egiziano Youssef Nabil (Cairo 1972, vive e lavora a New York). La mostra raccoglie oltre 35 lavori, alcuni di grandi dimensioni, dai primi anni novanta ad oggi. Per l’occasione sarà esposta in anteprima mondiale l’opera Self Portrait with Botticelli - Florence, 2009, autoritratto dell’artista di fronte alla Primavera di Botticelli, realizzato nelle sale della Galleria degli Uffizi e prodotto per questa mostra. Le opere di Youssef Nabil consistono in fotografie ritoccate a mano. Si tratta perlopiù, ma non esclusivamente, di due tipologie di ritratti: quelli di amici e di celebrità, spesso del mondo dell’arte internazionale e altrettanto spesso non europee, ma che in Occidente si sono imposte - da Tracey Emin a Mona Hatoum o a Zaha Hadid - e di autoritratti messi in scena su sfondi densi di significato, dalla facciata di sale cinematografiche a camere d’albergo, da un lato, e, dall’altro, paesaggi mitici, da Parigi a Hollywood o a Rio de Janeiro. Come osserva Pier Luigi Tazzi: “Il cinema – non va dimenticata l’importanza per tutto il mondo arabo dell’industria cinematografica egiziana dagli Anni Sessanta del secolo passato nel corso di alcuni decenni – sembra essere stato la sua prima fonte di ispirazione. Le sue sono immagini dichiaratamente glamour di un mondo che la tecnica del ritocco a mano pone come in distanza in una suggestiva e favolistica atmosfera, in una fiction malinconica, manifestazioni di memorie di un passato ormai definitivamente e inesorabilmente trascorso, prodotti anacronistici di una nostalgia senza nome, anche se si tratta di una realtà ancora presente e viva, qual è quella della sua stessa vita o quella dei personaggi che ritrae ancora vigorosamente attivi e determinanti nella cultura più attuale del mondo di oggi. Questa mise-en-distance è dovuta soprattutto a quelle sue tinteggiature manuali e maniacali che si rifanno a tecniche antiche e decisamente obsolete. Come se il mondo a cui guarda, che continua ad affascinarlo e che infine rappresenta, non fosse altro che il ricordo di un mondo che è già stato e di cui lui, come artista, con la propria opera, celebrasse l’inesorabile esser trascorso”. .