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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Maggio 2011
UE: VIA LIBERA ALL´INDICAZIONE DI SALUTE SUL LATTE PER NEONATI ARRICCHITO DI OMEGA 3  
 
Bruxelles, 18 maggio 2011 - Nonostante la commissione per l´Ambiente e la salute pubblica avesse rifiutato la richiesta dei produttori di pubblicizzare l´effetto benefico del Dha, un acido aggiunto artificialmente al latte per neonati, la maggioranza dei deputati ha votato a favore della proposta in plenaria in aprile. Si va ora avanti con l´autorizzazione per l´indicazione di salute sul latte arricchito, che migliorerebbe "lo sviluppo visivo normale dei neonati fino ai 12 mesi". Il Dha, ovvero l´acido docosaesaenoico, è una lunga catena di acidi grassi omega 3, naturalmente presenti nel latte materno e che, secondo il parere di molti ricercatori, ottimizzerebbero la vista e lo sviluppo cerebrale dei neonati. Da qui la decisione di molti produttori di latte e altri derivati alimentari per la prima infanzia di arricchire artificialmente i loro alimenti con l´acido. Una decisione controversa: il sì dell´Efsa e il no della commissione ambiente - Alla prima richiesta dei produttori di poter apporre l´ indicazione di salute sugli alimenti per neonati dai 6 ai 12 mesi, l´ Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) aveva dato parere positivo e la Commissione europea aveva proposto la dicitura "l’assunzione di acido docosaesaenoico (Dha) contribuisce allo sviluppo visivo dei bambini fino ai 12 mesi di età" tra quelle consentite dalla legge. Il 15 marzo scorso era arrivato però lo stop della commissione per l´Ambiente del Parlamento. Secondo gli europarlamentari l´effetto benefico dell´acido, una volta sottratto dal suo contesto naturale e sintetizzato in laboratorio, è assai dubbio. Un folto gruppo di deputate socialiste (l´inglese Glenis Willmott, la rumena Daciana Sarbu, l´irlandese Nessa Childers e l´austriaca Karin Kadenbach) aveva presentato una risoluzione per dire che "non esiste un chiaro consenso scientifico sugli effetti che il latte formulato e arricchito artificialmente con Dha produce sui bambini" e che "è necessario approfondire la ricerca sui possibili effetti, sia benefici che dannosi, prima che il suo uso negli alimenti per lattanti possa essere definito benefico." Le deputate avevano aggiunto che l´indicazione potrebbe essere fraintesa e scambiata per pubblicità. Il voto in plenaria - Il 6 aprile scorso la risoluzione, votata durante la plenaria di Strasburgo, non ha raggiunto la maggioranza qualificata e è stata bocciata con 328 voti favorevoli, 323 contrari e 26 astensioni. I produttori di alimenti per bambini avranno dunque il diritto di apporre alle confezioni l´indicazione di salute riguardo all´effetto benefico del latte arricchito con Dha per la vista dei neonati.  
   
   
RICERCATORI OFFRONO UNA SPERANZA A CHI SOFFRE DI PROLASSO  
 
Bruxelles, 18 maggio 2011 - Scienziati in Scandinavia hanno trovato un nuovo metodo per curare chi soffre di prolasso degli organi pelvici. Presentato sul New England Journal of Medicine, il loro studio rivela che l´uso di reti sintetiche può avere un effetto migliore sui pazienti rispetto alla tradizionale chirurgia. Il team, condotto dal Karolinska Institutet in Svezia, afferma che la rete sintetica non solo ripristina l´anatomia genitale ma può anche fornire un più efficiente sollievo dei sintomi. Prolasso significa "cadere fuori" e, in medicina, è un disturbo che provoca la caduta di organi, come l´utero o delle valvole cardiache, dalla corretta posizione. Studi precedenti hanno dimostrato che l´intervento chirurgico tradizionale per curare il prolasso spesso non è all´altezza e non dà risultati soddisfacenti per i pazienti. Soltanto in Svezia si fanno in media 7.500 operazioni per il prolasso ogni anno. Questo nuovo studio si è occupato in particolare del prolasso degli organi pelvici, un comune disturbo post-parto che comporta la perdita di sostegno per gli organi pelvici e la vagina. Gli organi pelvici scendono e possono a volte sporgere attraverso l´apertura vaginale. Gli scienziati hanno confrontato la tradizionale chirurgia per il prolasso con un nuovo metodo basato sull´impianto chirurgico di una rete di polipropilene che fornisce sostegno permanente alla parete pelvica indebolita. Hanno esaminato 389 donne che sono state assegnate a caso a uno studio sulle cure di questo problema. Un totale di 200 donne sono state curate con il kit di rete transvaginale, mentre le altre partecipanti sono state sottoposte alla tradizionale colporrafia (la correzione chirurgica di un difetto della parete della vagina). Il team ha scoperto che alla fine del primo anno, l´outcome primario era considerevolmente più comune nel 60,8% delle donne curate con la rete transvaginale rispetto al 34,5% delle donne che avevano subito una colporrafia. Inoltre la chirurgia con la rete diminuiva il rischio di ricaduta per i pazienti. È necessario però precisare che l´uso di una rete sintetica può anche far aumentare il rischio di complicazioni. La percentuale di problemi intraoperatori era più alta nel gruppo che aveva subito l´intervento di impianto della rete rispetto al gruppo che aveva subito la colporrafia e la percentuale di perforazione della vescica era del 3,5% nel gruppo cui era stata impiantata la rete rispetto allo 0,5% del gruppo della colporrafia. L´intervento inoltre durava di più nel primo caso e ci sono stati dei casi di problemi causati dalla rete fino a un anno dopo l´intervento. "Il nuovo metodo chirurgico ha chiari vantaggi rispetto a quello tradizionale," spiega il professor Christian Falconer del Karolinska Institutet, consulente anziano del Danderyd Hospital e co-autore dello studio. "Ma il fatto che il rischio di complicazioni aumenta, significa che dobbiamo informare con precisione il paziente e soppesare i pro e i contro dei due metodi in ciascun caso singolarmente." Secondo il professor Falconer, questo studio è importante perché conferma un nuovo principio di cura e istituzionalizza l´uso del sostegno vaginale permanente come un altro modo di curare il prolasso degli organi pelvici. Il team avverte però che è necessario lavorare ancora sia sul materiale che sul metodo per contribuire a identificare i pazienti che possono trarre giovamento da questa cura e far scendere il rischio di complicazioni. Allo studio hanno partecipato esperti provenienti da Danimarca, Finlandia e Norvegia. Per maggiori informazioni, visitare: Karolinska Institutet: http://ki.Se/ki/jsp/polopoly.jsp;jsessionid=ad138dhlct9crkia2-?l=en&d=130  New England Journal of Medicine: http://www.Nejm.org/    
   
   
SANITÀ IN LOMBARDIA: 5 PROPOSTE DA REALIZZARE SUBITO  
 
 Milano, 18 maggio 2011 - Miglioramento continuo della qualità del sistema attraverso la conquista della conoscenza di nuovi saperi; parità di bilancio con il contenimento dei costi impropri; sviluppo di una rete tra Regioni, per creare strutture di continuità assistenziali; rapporti più stretti e sinergici tra le università, in modo che sviluppino progetti di ricerca di eccellenza in grado di attirare l´interesse e gli investimenti da parte dell´industria - considerate le ristrettezze delle risorse pubbliche - e dell´Unione Europea; raccogliere la sfida delle cronicità, evitando che il paziente in questo stato sia ricoverato in area acuti. Sono queste le cinque "proposte incisive da realizzare per la salute dei lombardi", illustrate dall´assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani al convegno organizzato da ´Abc…salute´, il primo portale italiano che mette in contatto i professionisti e le aziende del settore ´Salute e Benessere´ con i potenziali utenti/pazienti e che ha presentato il suo Manifesto pubblicato nel volume ´La salute in Lombardia: 40 anni di storia verso il futuro´. Ai lavori, coordinati dal presidente di ´Abc … Salute´ Maurizio Mauri, hanno partecipato, tra gli altri, Francesco Auxilia, professore ordinario della Facoltà di Medicina dell´Università degli Studi di Milano; Ugo Garbarini, presidente dell´Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano; Pasquale Spinelli, primario emerito della Fondazione Irccs-istituto Nazionale dei Tumori e consigliere di ´Abc…salute´. Nel corso del suo intervento l´assessore Bresciani si è soffermato su come dovrebbe essere affrontata la sfida della cronicità: "Il 37 per cento dei cronici- ha detto l´assessore - si trova ricoverato in area acuti: è sbagliato, queste persone devono poter rimanere vicine ai loro affetti, in un contesto rassicurante quale è quello domestico, e poter contare - utilizzando al meglio le opportunità offerte dalla tele medicina - su un monitoraggio che consente di intervenire tempestivamente quando ve ne sia effettivamente bisogno". Analoga osservazione è stata fatta dall´assessore per i sub-acuti: "Vengono trattati in ospedale - ha aggiunto Bresciani - ma questo comporta costi elevati e non risponde alle reali esigenze di questi pazienti".  
   
   
SANITA´: A PALERMO DAL 24 AL 26 MAGGIO IL FORUM DEL MEDITERRANEO  
 
Palermo, 17 maggio 2011 - Palermo sara´ per tre giorni la capitale europea della sanita´. Dal 24 al 26 maggio si svolgera´, infatti, la prima edizione del "Forum del Mediterraneo", evento scientifico di straordinario rilievo internazionale che vedra´ la presenza in Sicilia di autorevoli rappresentanti della medicina mondiale e delle piu´ importanti societa´ scientifiche oltre a rappresentanti dei Ministeri della Salute dei Paesi dell´area del Mediterraneo. Il Forum si svolgera´ al Teatro Politeama di Palermo e prevede numerose sessioni che saranno ospitate in quattro sale diverse mentre all´esterno, in piazza Ruggero Settimo, verra´ allestita la "Piazza della Salute", area espositiva dove, in appositi stand, saranno presentate le migliori esperienze del servizio sanitario regionale nel campo della prevenzione, della cura e dell´assistenza. Il tema del Forum e´ quello dell´innovazione in sanita´ e di come garantire il governo dell´innovazione insieme a un elevato indice di qualita´ e sicurezza nell´assistenza sanitaria. Verra´ dato rilievo alle migliori esperienze regionali in tema di promozione della salute e ci sara´ un confronto con i modelli sanitari delle altre regioni italiane per favorire lo sviluppo di elementi di miglioramento. "Vogliamo cancellare definitivamente l´immagine di arretratezza, inefficacia e spreco che ha caratterizzato la sanita´ siciliana negli scorsi decenni - spiega l´assessore regionale per la Salute Massimo Russo -. Dal "Forum" del Mediterraneo deve partire un serio dialogo con gli operatori sanitari, le organizzazioni di volontariato e di tutela degli utenti per ricostruire il tessuto connettivo di una sanita´ moderna ed efficiente, coerente con le attese dei cittadini per riaffermare il diritto alla tutela della salute nei contenuti piu´ autentici. Il confronto con le altre esperienze del paese non puo´ che essere un´occasione per migliorarsi". Uno dei momenti piu´ attesi e´ previsto per il 24 maggio. Al dibattito su "Qualita´ e sicurezza nelle cure", sara´ presente il professor Charles Delisi, responsabile del "Progetto genoma umano", preside emerito dell´Universita´ di Boston, che ha legato il suo nome ad uno dei progetti piu´ importanti dell´esperienza scientifica umana, che ha prodotto effetti epocali sulla biologia con rilevanti ricadute nel campo medico. In collegamento dagli Stati Uniti interverra´ anche il professor Napoleone Ferrara, originario di Catania, che raccontera´ la sua esperienza di scienziato che ha raggiunto lontano dalla sua terra affermazioni professionali di rilievo mondiale. Nell´ambito del "Forum del mediterraneo" ci sara´ spazio anche per un dibattito sul tema del federalismo in sanita´ al quale, oltre al presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, prenderanno parte numerosi presidenti e assessori di altre regioni italiane. Un altro argomento che trovera´ ampio risalto all´interno del Forum sara´ quello dei trapianti e della donazione (con la presenza di Francis Delmonico, direttore della societa´ mondiale di trapianti) con un focus sullo sviluppo dei trapianti nell´area del mediterraneo e sul ruolo che la Regione siciliana puo´ svolgere come "ponte" del bacino del Mediterraneo anche alla luce del delicato e attuale problema del flusso di migranti. Fra i temi del Forum anche la sicurezza del paziente in sala operatoria, le competenze infermieristiche, il ruolo delle farmacie, il nuovo sistema di controllo regionale di gestione che e´ in fase di implementazione, la telemedicina, i servizi di emergenza urgenza, il confronto con le imprese che operano a livello internazionale nel campo della sanita´ e anche il tema della responsabilita´ professionale e dell´equo risarcimento. Il "Forum del Mediterraneo" e´ promosso dall´assessorato della Salute della Regione siciliana e dalla "Fondazione sicurezza in sanita´" con il patrocinio del Ministero della Salute, dell´Istituto Superiore di Sanita´, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell´Agenzia Italiana del Farmaco e della Citta´ di Palermo. L´organizzazione e´ stata curata da "Gutenberg - sicurezza in sanita´" che da sei anni organizza ad Arezzo il "Forum Europeo Risk Management in Sanita´" che costituisce il piu´ importante evento sanitario italiano.  
   
   
TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA GESTIONE DEL DIABETE: STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE FUTURE PER UN APPROCCIO TECNOLOGICAMENTE ALL’AVANGUARDIA VERSO IL PANCREAS ARTIFICIALE  
 
Roma, 18 maggio 2011 – L’innovazione tecnologica applicata all’ambito diabetologico sta conducendo verso il traguardo di poter gestire la patologia nel modo più semplice e fisiologico possibile, migliorando la qualità di vita del paziente. La disponibilità sul mercato di sistemi integrati che coniugano l’azione di un microinfusore di insulina con il monitoraggio continuo dei livelli di glucosio nel sangue a livello sottocutaneo fanno vedere sempre più vicina la meta della creazione di una sorta di “pancreas artificiale”. Tutto questo si scontra, tuttavia, con un problema concreto di sostenibilità di questi sistemi innovativi da parte del Servizio Sanitario Nazionale, che non consente, ad oggi, la possibilità di un accesso diffuso e uniforme degli stessi a livello nazionale. Questi in estrema sintesi i temi trattati nel corso della Tavola Rotonda dal titolo: “La Tecnologia per il Diabete. Stato dell’Arte e prospettive future per un approccio tecnologicamente all’avanguardia verso il pancreas artificiale” svoltasi ieri a Roma presso il Senato della Repubblica, organizzata da il Sole 24 Ore Sanità con il supporto non condizionato di Medtronic, dedicata ai percorsi diagnostici e terapeutici per i pazienti diabetici, alla luce di importanti novità in ambito tecnologico. Tra i relatori: il Ministro della Salute Ferruccio Fazio, Antonio Tomassini, Presidente Commissione Igiene e Sanità Senato, Emanuela Baio, Componente della Commissione speciale per la tutela e la promozione dei diritti umani e della Commissione parlamentare per l´infanzia, Roberto Trevisan, Primario di Diabetologia presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo, Giorgio Grassi, Coordinatore Gruppo di Studio Tecnologia & Diabete Sid-amd Diabetologia Le Molinette di Torino, Fulvio Moirano, Direttore Agenas, Paola Pisanti, Presidente Commissione Nazionale Diabete Direzione Generale Programmazione del Ministero della Salute, Marco Cappa, Presidente Eletto Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp), Claudio Cricelli, Presidente Società Italiana di Medicina Generale (Simg), Sandro Gentile, Presidente Associazione Medici Diabetologi (Amd), Gabriele Riccardi, Presidente Società Italiana Diabetologia (Sid), Tonino Aceti, Responsabile Nazionale Cnamc di Cittadinanzattiva, Antonio Papaleo, Federazione Associazione Italiana Diabetici (Fand), Antonio Cabras, Presidente Federazione Nazionale Diabete Giovanile (Fdg), Michele Calvisi, Presidente Associazione Diabete Mellito e Celiachia Sardegna (Adms), Massimo Cipolli, Presidente Coordinamento Associazione Italiane Giovani Diabete (Agd), Roberto Cocci, Diabete Forum, Felice Strollo, Aniad, Marco Facchetti, Consigliere Sostegno 70, Maria Luigia Mottes, Presidente Associazione Diabetici Provincia di Milano, Aurora Ketmaier, Presidente Associazione Italiana per la Ricerca sul Diabete (Jdf), Raffaele Scalpone, Presidente Associazione Italiana per la difesa degli interessi dei Diabetici. “Il paziente diabetico insulino-dipendente non ha la capacità di produrre insulina, attività che in una persona ‘sana’ avviene in modo dinamico nel corso della giornata, con continue fluttuazioni a seconda di diverse variabili come il cibo ingerito o l’attività fisica intrapresa – ha dichiarato il dottor Umberto Valentini, Presidente di Diabete Italia – In questo senso, i sistemi integrati per la gestione del diabete hanno l’obiettivo di normalizzare la glicemia nel modo più fisiologico possibile, permettendo al paziente di condurre una vita assolutamente normale.” La diffusione di questi sistemi, tuttavia, sta incontrando numerosi ostacoli derivati dalla difficoltà della sostenibilità della spesa degli stessi da parte del Servizio Sanitario Nazionale, con la conseguenza di un limitato accesso a queste terapie, reso possibile, in modo contenuto e non omogeneo all’interno del nostro Paese. “E´ indispensabile, in questo contesto, favorire una governance clinica che non limiti la tecnologia ma la promuova, quando compatibile con le opportune valutazioni – ha affermato Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato - Di fronte a innovazioni positive va rispettata la libertà di prescrizione del medico e di conseguenza la libertà di scelta del paziente. Dobbiamo, quindi, rimuovere le barriere all´accesso a dispositivi tecnologicamente innovativi, garantendone l´uniformità in tutte le Regioni perché, ad esempio, non è ancora previsto il rimborso dei sensori necessari all´esecuzione del monitoraggio continuo della glicemia, forniti in quantità variabili solo da alcuni centri di diabetologia”. “Non è ammissibile rilevare che sono ancora molte le limitazioni e le discriminazioni che penalizzano la persona con diabete che, se presenta un buon compenso glicemico e conduce uno stile di vita adeguato, può in realtà condurre una vita normale ed escludere la comparsa di complicanze – aggiunge Emanuela Baio, Componente della Commissione speciale per la tutela e la promozione dei diritti umani e della Commissione parlamentare per l´infanzia – Grazie, infatti, al microinfusore e alle terapie insuliniche attuali, la persona con diabete è nelle condizioni di affrontare la quotidianità al pari di chiunque altro ed ha la consapevolezza della gestione della propria malattia, senza incorrere in effetti ipoglicemizzanti imprevedibili”. “La Carta Europea dei Diritti del Malato di Cittadinanzattiva – afferma Tonino Aceti, Responsabile Nazionale Cnamc di Cittadinanzattiva – prevede tra i quattordici diritti quello all’innovazione: ‘ogni individuo ha il diritto di accedere a procedure innovative, incluse quelle diagnostiche, in linea con gli standard internazionali e indipendentemente da considerazioni economiche o finanziarie’. Qualsiasi sia la procedura di acquisto dei dispositivi medici – continua Aceti – deve essere garantito ai cittadini sia l’eguale accesso a terapie innovative, che il rispetto dei requisiti di qualità e di sicurezza”. Si deve, tuttavia, tenere presente che i dispositivi capaci di mantenere un buon compenso della malattia, riducono drasticamente il rischio di far incorrere il paziente in complicanze che portano inevitabilmente a un aumento dei costi per la cura delle stesse. “E’ necessario considerare che un paziente con diabete cronico ha un costo annuo per il Ssn di circa 800 euro, ma quando subentrano complicanze la cifra sale a oltre 3.600 euro – aggiunge Umberto Valentini – Per questo motivo, un appropriato uso delle risorse, con i coinvolgimento dei medici, del personale sanitario e dello stesso paziente, finalizzato ad un risultato ottimale della cura, consentirà una maggior diffusione di questi dispositivi innovativi”. “Fondamentale, dunque – continua Tonino Aceti – l’integrazione e la collaborazione tra Medici di Medicina Generale, specialisti e gli altri professionisti socio-sanitari, per garantire la presa in carico della persona diabetica in modo tempestivo e globale. Indispensabili , inoltre, la medicina d’iniziativa, nonché l’attività di formazione e informazione, in particolare dei Medici di Medicina Generale, al fine di garantire l’autogestione della patologia da parte delle persone con diabete”. “Le nuove tecnologie rappresentano, infatti, un ausilio essenziale per la gestione del diabete nella vita quotidiana, al punto che come Siedp nel 2008 abbiamo realizzato le linee guida per l’utilizzo dei microinfusori e siamo in procinto di completare anche quelle per i sistemi di monitoraggio continuo della glicemia – dichiara Marco Cappa, Presidente Eletto della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) e Direttore della Unità operativa Complessa di Endocrinologia e Diabetologia dell´Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù – La responsabilità dei pediatri e dei centri di riferimento, in relazione ai nuovi sistemi, è duplice: verso i genitori, per motivarli e coinvolgerli personalmente nella gestione del dispositivo, specialmente nel caso di bambini molto piccoli, e verso i pazienti, soprattutto adolescenti, per far comprendere loro chiaramente che il supporto di qualsiasi tecnologia non può essere un “alibi” per trascurare il controllo glicemico, demandando questa verifica esclusivamente al sistema integrato. Al contrario, le nuove tecnologie possono migliorare la qualità della vita solo all’interno di una corretta educazione e di un atteggiamento responsabile che ogni paziente deve avere”.  
   
   
NUOVO SENSORE PER IL MONITORAGGIO CONTINUO DELLA GLICEMIA: PIU’ COMFORT E AFFIDABILITA’ NELLA GESTIONE DEL DIABETE  
 
Roma, 18 maggio 2011 – Disponibile da oggi anche in Italia Enlite Sensor, l’innovativo sensore di Medtronic per il monitoraggio continuo della glicemia nel diabete, anche utilizzato nei sistemi integrati per pazienti diabetici insulino-dipendenti, che coniugano l’azione del microinfusore di insulina con il controllo continuo dei livelli di glucosio nel sangue a livello sottocutaneo. Il nuovo sensore offre, rispetto alla versione precedente, maggior comfort e affidabilità nel controllo glicemico, con un successo nell’individuazione di ipoglicemie severe del 98%. Il nuovo sensore è stato presentato nel corso di una Tavola Rotonda dal titolo “La Tecnologia per il Diabete. Stato dell’Arte e prospettive future per un approccio tecnologicamente all’avanguardia verso il pancreas artificiale” svoltasi oggi a Roma presso il Senato della Repubblica, organizzata da il Sole 24 Ore Sanità con il supporto non condizionato di Medtronic, cui hanno preso parte numerosi esponenti della comunità medico-scientifica, delle istituzioni e delle associazioni pazienti, dedicata ai percorsi diagnostici e terapeutici per i pazienti diabetici, alla luce di importanti novità in ambito tecnologico. “Il nuovo sensore, rispetto alla versione precedente, garantisce una maggiore precisione e affidabilità nel controllo della glicemia nell’arco delle 24 ore - ha dichiarato il Dottor Giorgio Grassi, coordinatore del Gruppo di Studio Tecnologia & Diabete Sid-amd diabetologia presso l’Ospedale Le Molinette di Torino - Grazie, poi, alle tecniche di miniaturizzazione, le dimensioni del nuovo sensore sono notevolmente ridotte (- 69% di volume e - 38% di lunghezza rispetto alla precedente versione), permettendo al paziente un comfort di gran lunga superiore quando indossa il dispositivo, che può essere applicato nel tessuto sottocutaneo dell’addome o dei glutei e utilizzato per 6 giorni consecutivi”. La facilità di utilizzo è stata, poi, confermata in un recente studio dall’86% dei pazienti coinvolti, l’85% dei quali ha, inoltre, riferito che l’inserimento dell’ago è immediato e quasi non percepibile. “Si tratta di un ulteriore importante passo avanti sulla strada del pancreas artificiale – ha dichiarato il dottor Roberto Trevisan, Primario di Diabetologia presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo – Con il nuovo sensore i pazienti miglioreranno la propria capacità di gestione delle ipoglicemie, una delle complicanze più frequenti e allarmanti del diabete di tipo 1. Se non trattate, infatti, possono portare alla perdita di coscienza, con conseguenze a volte molto gravi. Purtroppo in 1 caso su 3 le ipoglicemie si presentano durante in sonno e il paziente, qualora non si renda conto di ciò che sta accadendo, non può intervenire per impedire che la crisi si aggravi. Per questo motivo il monitoraggio continuo della glicemia diventa di fondamentale importanza nella gestione della patologia.” Lo Studio Star 3 ha recentemente documentato che l’uso di sensori integrati alla terapia con microinfusore di insulina sia in adulti che in bambini con diabete di tipo 1 determina numerosi benefici, tra cui una riduzione 4 volte superiore del livello di emoglobina glicata rispetto alla terapia insulinica multi iniettiva ed un migliore controllo dei livelli di glucosio. Questi sistemi permettono di evitare eccessive escursioni glicemiche, con la riduzione di casi di ipoglicemie severe, specialmente notturne, migliorando la qualità di vita del paziente. Il sistema integrato avverte, infatti, con un segnale sonoro la discesa eccessiva dei livelli glicemici e, se il segnale venisse ignorato, sono in grado di sospendere l’erogazione di insulina, eliminando il rischio di crisi ipoglicemiche. E proprio il più facile raggiungimento dei livelli corretti di emoglobina glicata promette una diminuzione del 40% del rischio di sviluppare complicanze. Le evidenze cliniche più recenti indicano, inoltre, come la frequenza di utilizzo del sensore sia un elemento chiave per il raggiungimento del miglior controllo glico-metabolico. In questo senso, l’innovazione tecnologica del nuovo sensore Enlite che, grazie alle dimensioni ridotte, permette una più facile accettazione da parte del paziente ad indossarlo, può agevolare l’impiego costante del dispositivo. Enlite Sensor ha ricevuto il marchio di conformità Ce e, in base alle approvazioni a livello locale, sta per essere lanciato in 35 Paesi. Il controllo continuo della glicemia è reso possibile da un piccolo sensore sottocutaneo collegato ad un trasmettitore che viene posto sull’addome del paziente, che trasmette automaticamente il valore glicemico al microinfusore di insulina, dove i dati sono visualizzati su un display a brevissimi intervalli (ogni 5 minuti). Il sensore di glucosio, a differenza del glucometro, non misura il livello di zucchero nel sangue capillare ma nel fluido interstiziale, ovvero il liquido che si trova tra una cellula e l’altra dell’organismo (misurazione in grado di offrire un quadro più completo sull’andamento dei valori glicemici rispetto a quella tradizionale). Nel 2010 l´American Association of Clinical Endocrinologists (Aace) ha pubblicato un consensus statement sul monitoraggio continuo della glicemia, che metteva in luce quanto questa metodica permetta di migliorare la vita di pazienti che la utilizzano. La dichiarazione raccomanda, inoltre, l’impiego dello stesso in particolare nei bambini, negli adolescenti e negli adulti con frequenti episodi di ipoglicemia o ipoglicemia asintomatica, con livelli di A1c oltre il proprio target glicemico, oltre che nelle donne in gravidanza. Il diabete - Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Diabete di tipo 2 - La forma più frequente di diabete, il diabete di tipo 2, si manifesta generalmente dopo i 40 anni, in particolar modo in persone sovrappeso o obese. La sua evoluzione è lenta e spesso priva di sintomi. Il numero di persone con diabete di tipo 2 è in veloce crescita, soprattutto a causa delle modifiche qualitative e quantitative dell’alimentazione e del minor dispendio energetico dovuto a una maggiore tendenza alla sedentarietà. Oggi in Italia 3 milioni di persone (4,9% della popolazione) sono affette da diabete di tipo 2, anche se si stima un altro milione di casi non diagnosticati. Si prevede, tuttavia, che nel 2030 il numero di pazienti diabetici salirà a 5 milioni. Diabete tipo 1 - Nel diabete di tipo 1, invece, (che si manifesta generalmente prima dei 40 anni), una reazione autoimmunitaria distrugge le betacellule che nel pancreas producono l´insulina. I casi in Italia di diabete di tipo 1 sono 200.000 di cui 20.000 tra gli 0 e i 18 anni.  
   
   
NUOVI STENT DEDICATI ALLE BIFORCAZIONI DEI VASI SANGUIGNI  
 
Parigi, Francia, 18 maggio 2011 - Cappella, Inc. (Cappella), società produttrice di apparecchiature medicali e leader nella ricerca di soluzioni dinamiche per il trattamento di lesioni della biforcazione coronarica, presenterà la propria innovativa tecnologia coronarica Sideguard nel corso dei diversi incontri scientifici che si svolgeranno questa settimana in occasione dell´Europcr Congress di Parigi, compresa una nuova indagine a livello europeo sulle sfide poste dal trattamento di lesioni della biforcazione. Messa a punto per proteggere lo specifico punto in cui un vaso sanguigno si innesta nell’altro (ostio del sidebranch) la tecnologia coronarica Sideguard di Cappella offre ai cardiochirurghi una soluzione dinamica, efficace e di facile utilizzo per il trattamento delle lesioni della biforcazione. Il punto, infatti, in cui due coronarie si collegano è più esposto alla formazione di placche aterosclerotiche (dette lesioni della biforcazione). Questa piattaforma di nuova generazione dello stent salvaguarda la biforcazione delle arterie coronariche malate proteggendo il punto di congiunzione e minimizzando lo spostamento della placca. Cappella attualmente è impegnata nell’osservazione su vasta scala di oltre 250 pazienti in Europa che dovrebbero inoltre confermare la facilità d´impiego e l’alta percentuale di successo della procedura. Il Dott. Antonio Colombo, Direttore del Laboratorio di cateterismo cardiaco del Columbus Hospital e Primario di Cardiologia interventistica ed emodinamica, presso l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, ha affermato: ”Il trattamento delle lesioni situate in biforcazioni ha sempre rappresentato una sfida per i cardiologi interventisti. Grazie al sistema Cappella Sideguard disponiamo oggi di una tecnica dedicata alle lesioni che interessano le biforcazioni. La nuova metodica rende più semplice e rapido l’accesso al ramo collaterale “ sidebranch” con un conseguente incremento della sicurezza della procedura. Confrontato con le altre metodiche oggi disponibiIi, l’uso di Sideguard risulta meno complesso, lo stent in nitinolo è più sottile, con conseguente maggiore conformabilità all’anatomia della biforcazione, e grazie alla autoespandibilità si ottiene una migliore apposizione. Un recente studio con controllo ecografico intravascolare dimostra come questo stent tenda nel tempo ad espandersi con un guadagno di circa il 15% in volume.” Una recente indagine, eseguita per conto di Cappella Medical e pubblicata nel numero di maggio/giugno della rivista Coronary Heart, è stata segnalata a specialisti di tutta Europa affinché condividano i loro punti di vista sulle sfide e sulle opportunità volte a migliorare la terapia per le lesioni da biforcazione (Blt). David Blossom, Vicepresidente delle Operazioni commerciali di Cappella Medical, a proposito dei risultati ha detto: “È stato più che interessante appurare che, anche se l’82% degli intervistati utilizzava più di frequente stent temporanei per il trattamento delle lesioni da biforcazione e un ulteriore 13% utilizzava un sistema combinato di stent temporaneo e due stent, il 95% era interessato all’idea di trattare il ramo collaterale prima dell’arteria principale”. L’indagine ha rivelato che gli specialisti erano consci delle limitazioni poste dalla pratica corrente; l’83% ha segnalato che sino al 30% dei pazienti con stent temporaneo intenderebbe sottoporsi al trattamento del ramo collaterale ma a quel punto potrebbe risultare impossibile avervi accesso. Queste procedure sono costose e pertanto è ovvio che l’approccio ideale sarebbe sottoporvisi subito. David ha aggiunto: “Questa indagine, aggiunta al crescente numero di dati presentati qui all’Europcr, rinforza la nostra convinzione che il sistema Sideguard vada a soddisfare le esigenze, sinora disattese, di protezione e conservazione dell´arteria coronarica sidebranch". Tutti i risultati dell’indagine sono disponibili online al sito www.Cardiologyhd.com. Sono stati presentati parecchi nuovi studi che raffrontano la tecnologia Cappella Sideguard con le procedure attualmente impiegate. Di recente, la Dott.ssa Akiko Maehara ha presentato dati di follow up indicanti che lo stent autoespandibile Cappella Sideguard mantiene efficacemente un adeguato lume del ramo collaterale. Lo studio ha inoltre rilevato che l’espansione di uno stent con palloncino espandibile nel vaso principale di una lesione della biforcazione è associata a redistribuzione assiale della placca, condizione che invece non è segnalata nel corrispondente sidebranch trattato con lo stent autoespandibile Cappella Sideguard. Ciò ha portato alla conclusione che nel follow up a lungo termine si mostrerà l’impatto positivo di questo fatto sull’eventualità della formazione di una nuova placca in corrispondenza del punto di inserimento del ramo collaterale. Nicolas Foin e colleghi dell’Imperial College, del Royal Brompton e dell’Harefield Nhs Trust, Londra e del London Chest Hospital presenteranno i risultati di uno studio che raffronta il trattamento delle biforcazioni mediante Sideguard come trattamento di prima linea con le strategie convenzionali che utilizzano due stent. Le conclusioni dello studio sono che l’applicazione di stent Sideguard pare offrire un completo supporto a livello dell’ostio in sidebranch, riducendo al contempo la malapposizione delle maglie dello stent nell’ostio della biforcazione. Le informazioni cliniche presentate all’Europcr continuano a convalidare i vantaggi particolari offerti dalla tecnologia Cappella Sideguard. Nei prossimi mesi Cappella intende presentare ulteriori dati.  
   
   
DIAGNOSTICA IN RETE: PER RIDURRE LE LISTE DI ATTESA, UNIFORMARE E OTTIMIZZARE I SERVIZI  
 
Firenze, 18 maggio 2011 – Un Dipartimento unico di diagnostica per immagini, interaziendale tra Asl di Firenze e Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi, con un progetto, programmi e obiettivi comuni. Protocolli omogenei, perché macchine e uomini lavorino nello stesso modo, con gli stessi tempi e gli stessi comportamenti. Un’attenzione particolare all’appropriatezza, con la conseguente ridefinizione delle liste di attesa. I risultati attesi: un uguale trattamento per tutti i pazienti in qualsiasi Radiologia del Dipartimento interaziendale; l’omogeneizzazione degli esami di diagnostica per immagini, che a questo punto potranno essere fatti, letti, interpretati e agevolmente confrontati in ogni ospedale; una revisione della priorità delle prestazioni, con conseguente riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni importanti. E anche una riduzione della spesa, che si prevede del 30%, possibile grazie al modello innovativo sperimentale. E’ questo il senso della delibera approvata dalla giunta regionale, che affida al Dipartimento Interaziendale di Radiodiagnostica per Immagini già deliberato nel 2010 congiuntamente da Asl 10 e Careggi, una sperimentazione della durata di 7 mesi (1 giugno-31 dicembre 2011) per l’adozione e la messa in atto di protocolli omogenei di esecuzione diagnostica per patologia, la ridefinizione delle liste di attesa e l’avvio di percorsi di appropriatezza prescrittiva, dando priorità assoluta all’emergenza e alla presa in carico del malato oncologico, l’ottimizzazione dell’uso delle apparecchiature, l’adozione della minore tariffa delle prestazioni rispetto al nomenclatore tariffario, conseguendo una riduzione del 30% dei costi. Per il periodo della sperimentazione viene congelato il regime compensativo tra Asl 10 e Aou Careggi. “La nostra prima preoccupazione è per il paziente – chiarisce l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – Tutti i pazienti hanno diritto allo stesso trattamento, in qualsiasi ospedale arrivino. In questo modo viene costruita una “rete virtuosa” che assicura prestazioni omogenee e di identica qualità in ogni ospedale dell’area fiorentina. Nello stesso tempo, si persegue l’obiettivo dell’appropriatezza dell’offerta, e ci si attende come conseguenza la riduzione delle attese”. Il Dipartimento Interaziendale si propone inoltre, nel percorso dell’appropriatezza, come consulente online per gli ordinatori: specialisti ospedalieri e soprattutto medici di medicina generale, indispensabili per il funzionamento del progetto. Attraverso un sito apposito sarà infatti possibile avere in tempo pressoché reale chiarimenti sull’appropriatezza diagnostica di una richiesta. La radiologia è spesso il “collo di bottiglia” nel percorso di cura di un paziente, ma è anche la piattaforma della diagnosi e del follow up. E tante – concordano i radiologi – sono le prestazioni inutili, che potrebbero essere evitate, consentendo di abbreviare notevolmente i tempi per quelle che invece sono assolutamente indispensabili. Un esempio: la risonanza magnetica al ginocchio per chi ha più di 65 anni. Gli esperti dicono unanimemente che non ha senso, perché l’anatomia modificata del ginocchio lo rende un esame scarsamente informativo. Eppure di questo esame c’è una richiesta molto alta. “Razionalizzazione non vuol dire razionamento – chiarisce il dottor Ilario Menchi, direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini di Careggi e direttore del Dipartimento Interaziendale di Diagnostica per Immagini – Non certo negare, ma “ricollocare” certe prestazioni, alla fine diventa virtuoso. E’ necessario definire quali sono gli esami che devono stare nelle liste di attesa: un esame oncologico e uno al ginocchio non possono essere considerati uguali. Ed è ugualmente utile fare tutti le stesse cose, nello stesso modo, in maniera che il nostro prodotto diventi leggibile e confrontabile da parte di tutti. Sono logiche di ottimizzazione, per servire meglio i pazienti, e anche di risparmio”  
   
   
ABRUZZO: BIMBI DECEDUTI, RIMESSE RELAZIONI AL PRESIDENTE  
 
Pescara, 18 maggio 2011- Un "evento avverso, ovvero una imprevedibile ed improvvisa evenienza negativa che ha verosimilmente causato la morte di 2 neonati, estremamente prematuri e sottopeso". E´ quanto emerge dai rapporti rimessi nelle mani del presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, successivamente ai decessi dei neonati avvenuti nel reparto di Neonatologia di Pescara. Sempre sulla base delle informative, così come riferito dal Presidente nel corso di una conferenza stampa tenuta il 16 maggio Pescara, alla presenza del direttore generale della Asl di Pescara, Claudio D´amario, del sub commissario alla Sanità, Giovanna Baraldi, e del commissario dell´Agenzia sanitaria regionale, Angelo Muraglia, "si è verificata un´ infezione sincrona da parte di un germe opportunista, la Serratio marcescens, in grado di causare danni solo a neonati ad alto rischio. Altri tre neonati sono stati coinvolti ma si è trattato di infezioni meno gravi e già curate o di semplice colonizzazione". Pur manifestando una partecipazione al dolore dei familiari dei due bimbi, il direttore D´amario si è soffermato sulla "rapidità della diagnosi e della risposta igienista, grazie a diagnosi ultrarapide di infezioni batteriche su sangue neonatale, con tecnologie di amplificazione del Dna". D´amario ha anche spiegato che episodi di infezioni in ospedale "sono una costante" secondo quando testimoniano anche le statistiche europee che danno l´incidenza dei decessi per infezioni batteriche equivalenti a quelle per incidenti stradali. "Per questo - ha detto - il nostro compito è quello di esasperare i sistemi di controllo, magari anche creando zone filtro che impediscano ai batteri, con i quali noi quotidianamente conviviamo, di diventare patogeni allorché entrano in contatto con soggetti fortemente immunodepressi". Nel ricordare che epidemie mortali da Serratia hanno coinvolto nel passato gli ospedali di Ancona, Roma, Napoli, Modena, Cagliari, Pavia e Milano quello occorso all´ospedale di Pescara "è stato il meno grave ed il meno protratto, oltre che non essere mai stato isolato in precedenza" . Su questo Chiodi ha ulteriormente commentato che non vi sono state altre epidemie da germi opportunisti negli anni recenti, come testimoniano i tassi di mortalità registrati dal 2008 ad oggi, tassi che sono bassi in assoluto e indicano una sensibile, progressiva riduzione dei decessi negli ultimi anni, a fronte di un incremento dei ricoveri di neonati gravemente prematuri o compromessi, spesso provenienti dal resto della Regione". Sul piano del rispetto delle procedure e dei protocolli nella vicenda di Neonatologia, il Presidente ha sottolineato che sono tutt´ora in corso controlli "per accertare che tutti i comportamenti siano stati conformi". I rapporti saranno inviati al Ministero della Salute, alla Commissione nazionale d´inchiesta sulla sanità, all´Osservatorio per le buone pratiche cliniche, mentre, come riferisce infine il presidente Chiodi - i carabinieri del Nas di Pescara, su disposizione della locale Autorità giudiziaria "hanno avviato controlli sull´evento avverso, acquisendo documentazione sanitaria sui neonati ricoverati e verificando gli interventi posti in essere per fronteggiare l´infezione.  
   
   
SANITA’: OK REGIONE A PROGETTI BORGO TRENTO E BORGO ROMA A VERONA. RAPPRESENTANO LA NUOVA SANITA’ A CUI PUNTA TUTTO IL VENETO  
 
Venezia, 18 maggio 2011 - Via libera da parte della Giunta regionale alle procedure che porteranno alla realizzazione di due importanti ed attesi progetti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto è stata infatti approvata una delibera che, di fatto, sancisce la realizzazione dell’ospedale della donna e del bambino a Borgo Trento, nonché la realizzazione dell’”out patient clinic” e la ristrutturazione del monoblocco del policlinico di Borgo Roma. Le opere erano state inserite nell’Accordo di Programma Regione-ministero della Salute dell’11 dicembre 2009 ed ora, con questa delibera, la Regione ha avviato le procedure per l’ottenimento dei relativi finanziamenti nazionali disponibili in base al cosiddetto “ex articolo 20” che mette a disposizione fondi per il sostegno dell’edilizia sanitaria. “Viene così tagliato un traguardo atteso ed importante – sottolinea Coletto – al quale prima di me hanno lavorato intensamente i miei predecessori Tosi, Martini e Sandri. Siamo di fronte a progetti altamente innovativi e qualificanti come la nascita di una struttura interamente dedicata alle problematiche sanitarie della donna e del bambino, e quella dell’out patient clinic, che sarà dedicata all’attività medico chirurgica prevalentemente diurna e consentirà di offrire un nuovo servizio efficiente e rapido ai cittadini per le loro piccole esigenze chirurgiche, liberando al contempo spazi e tempi per gli interventi più complessi. E’ la nuova sanità, più moderna ed efficiente – conclude Coletto – a cui puntano tutte le azioni che stiamo delineando per il futuro del sistema sanitario regionale”. Il progetto per realizzare l’Ospedale della Donna e del Bambino a Borgo Trento e l’Out Patient Clinic a Borgo Roma ha un costo complessivo di 119 milioni 285 mila euro, dei quali 33 milioni a carico dello Stato, 20 milioni di contributo della Fondazione Cariverona, 9 milioni a carico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, 57 milioni 285 mila mediante ricorso a capitali privati.  
   
   
SANITA’: OK REGIONE A PROGETTI SAN BORTOLO VICENZA E ASIAGO.  
 
Venezia, 18 maggio 2011 - Via libera da parte della Giunta regionale alle procedure che porteranno alla realizzazione di due importanti ed attesi progetti riguardanti gli ospedali di Vicenza e di Asiago. Su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto è stata infatti approvata una delibera che, di fatto, sancisce la realizzazione del nuovo gruppo operatorio e terapie intensive del San Bortolo per un importo complessivo di 20 milioni di euro; e di una serie di importanti opere di adeguamento strutturale e tecnologico del nosocomio dell’Altopiano, per un importo complessivo di 27 milioni 480 mila euro. Le opere erano state inserite nell’Accordo di Programma Regione-ministero della Salute dell’11 dicembre 2009 ed ora, con questa delibera, la Regione ha avviato le procedure per l’ottenimento dei relativi finanziamenti nazionali disponibili in base al cosiddetto “ex articolo 20” che mette a disposizione fondi per il sostegno dell’edilizia sanitaria. “Si tratta – ha sottolineato Coletto – della positiva conclusione di un cammino non facile, nel quale abbiamo dimostrato ancora una volta la capacità di sfruttare fino in fondo le possibilità offerte dai fondi Cipe per l’edilizia sanitaria. Entrambi i progetti sono tra l’altro estremamente qualificanti. Al San Bortolo siamo infatti al sesto ed ultimo lotto di un progetto generale di riqualificazione complessiva che pone la struttura del capoluogo ai vertici per efficienza e modernità; ad Asiago partiranno invece lavori assolutamente necessari, con la sostituzione di volumi esistenti che non erano più compatibili con le normative esistenti, a cominciare da quella antisismica”. La realizzazione del gruppo operatorio e delle terapie intensive al San Bortolo di Vicenza sarà finanziata con 19 milioni di fondi nazionali ed un milione a carico dell’Ulss 6 di Vicenza e completa, di fatto, un’azione di riorganizzazione totale della struttura, attraverso fasi operative tarate per produrre effetti positivi sull’organizzazione sanitaria complessiva. La sostituzione dei volumi esistenti all’ospedale di Asiago porterà alla realizzazione di 120 posti letto di area medica e chirurgica, con due sale operatorie, ambulatori e servizi di riabilitazione. I 27 milioni 480 mila euro di costo complessivo saranno coperti per 19 milioni con fondi nazionali e per 8 milioni 480 mila euro con fondi stanziati dall’Ulss 3 di Bassano.  
   
   
MELANOMA, OTTIMO VIETARE LA LAMPADE AGLI UNDER 18  
 
Roma, 18 maggio 2011 – “Il divieto di utilizzo dei lettini solari per i minori di 18 anni è un primo passo, fondamentale, per sconfiggere il melanoma, un tumore della pelle particolarmente aggressivo”. Il prof. Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e Direttore dell’Unità di Oncologia Medica e Terapie Innovative dell’Istituto ‘Pascale’ di Napoli, plaude al Decreto del Ministro Fazio, già in vigore in Paesi come Francia, Inghilterra e Brasile, sulle apparecchiature elettromeccaniche per uso estetico, che regolamenta l’utilizzo dei solarium. “Chiediamo – spiega il prof. Ascierto – che sulle lampade abbronzanti venga posta la scritta ‘Nuoce gravemente alla salute’, come sui pacchetti di sigarette, perché tutti siano consapevoli dei rischi a cui si espongono. Contro questa neoplasia, che ogni anno in Italia fa registrare circa 7000 nuove diagnosi e 1500 decessi, possiamo seguire la stessa strada che si è dimostrata efficace nella lotta al fumo di sigaretta. Riteniamo che l’introduzione del divieto per i minori, ponga l’Italia in prima linea nella lotta contro questo tumore. È doveroso ora passare anche a campagne di sensibilizzazione mirate, che siano rivolte in particolare ai giovani”. Uno studio importante dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha evidenziato che l’uso dei lettini abbronzanti, se avviene in età inferiore ai 30 anni, aumenta il rischio di melanoma del 75%. Ciò ha fatto sì che le radiazioni Uv, nell’agosto 2009, siano state inserite nella classe I dei cancerogeni, quella di massimo rischio, come il fumo di sigaretta. In base al decreto ministeriale, i raggi ultravioletti sono vietati anche alle donne in stato di gravidanza, a persone che soffrono o hanno sofferto di neoplasie acute e a coloro che non si abbronzano o che si scottano facilmente al sole. Una delle iniziative della Fondazione Melanoma è il booklet ‘Salviamoci la pelle’ (scaricabile dal sito www.Fondazionemelanoma.org/ ), un manuale, realizzato in collaborazione con Bristol-myers Squibb, che, con un linguaggio semplice e diretto, contiene consigli che spaziano dall’uso delle creme protettive, all’attenzione alle possibili interazioni tra farmaci e sole, al controllo costante dei nei, alla corretta alimentazione. Contiene dieci regole d’oro su come proteggersi dal sole e prevenire il melanoma, da seguire sempre e non solo nel periodo estivo. “La prevenzione non va in vacanza – conclude il prof. Ascierto -. È importante imparare a conoscere i campanelli d’allarme per intervenire al più presto. L’incidenza di questo tipo di tumore è cresciuta ad un ritmo superiore a qualsiasi altro tipo di cancro (+30% nell’ultimo decennio), ad eccezione delle neoplasie del polmone nelle donne. E colpisce persone sempre più giovani. Vi sono anche fattori predisponenti. Le persone più a rischio sono quelle che appartengono al fototipo I, cioè con pelle molto chiara con lentiggini, occhi chiari e capelli biondo-rossi, che difficilmente si abbronzano, ma si scottano con facilità. Nell’opuscolo abbiamo infatti inserito una tabella per calcolare il livello di rischio in base al fototipo di appartenenza. Anche avere precedenti casi in famiglia rappresenta un fattore predisponente, così come la presenza di numerosi nei congeniti o acquisiti di grandi dimensioni”. Particolare attenzione va riservata ai bambini: la pelle infatti conserva una ‘memoria’ delle ustioni subite nei primi anni di vita, che possono trasformarsi in melanoma da adulti.  
   
   
HOLTER IN 57 GIORNI: ESAME NON URGENTE, ATTESA NEI LIMITI IL DIPARTIMENTO SALUTE DELLA REGIONE BASILICATA REPLICA ALLA DENUNCIA DI DISSERVIZI FATTA DAI PENSIONATI CISL  
 
Potenza, 18 maggio 2011 - L’elettrocardiogramma dinamico eseguito con rilevazione tramite holter, per sua natura, non è un esame urgente e, conseguentemente, non è possibile attivare la procedura “Rao” che consente un taglio ai tempi di attesa nelle liste di prenotazione e i 57 giorni di attesa rientrano nei tempi previsti dalle linee guida del Ministero della Sanità per gli esami strumentarli. La precisazione viene dal Dipartimento Salute della Regione Basilicata dopo la denuncia del segretario dei pensionati Cisl lucani su presunti disservizi. Il nuovo sistema di prenotazione delle prestazioni sanitarie adottato in Basilicata prevede una corsia preferenziale per le prestazioni a carattere di urgenza che abbiano questa natura indicata dal medico curante prescrivente, ma tanto è possibile appunto per quegli accertamenti per i quali il ritardo nell’esecuzione può essere di pregiudizio al paziente.  
   
   
DISAGIO GIOVANILE E PROBLEMA ALCOL  
 
Passariano, 18 maggio 2011 - Il consumo di alcol rappresenta in Europa la prima causa di morte fra i ragazzi tra i 18 ed i 25 anni. La diminuzione dell´inizio dell´età del bere ed il fenomeno dello sballo hanno assunto proporzioni sempre più preoccupanti anche nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia. Sul problema alcol non sono ammesse debolezze o falsi moralismi, dal momento che è in gioco la salute e la vita delle nuove generazioni. Nel fare il punto sui due anni di percorso del progetto A.dri.a. "Disagio giovanile e problemi alcol correlati", ne hanno parlato ieri, a Villa Manin di Passariano, operatori sanitari, sociali e della scuola assieme agli assessori competenti delle tre regioni, Christian Ragger per la Carinzia, Remo Sernagiotto per il Veneto e Vladimir Kosic per il Friuli Venezia Giulia. Come promuovere uno stile di vita sano e contrastare le attente strategie di marketing dei prodotti alcolici è stato il filo conduttore delle sperimentazioni educative messe in campo dai servizi delle tre regioni ed oggi illustrate nella sintesi finale del progetto. Si è trattato di modelli educativi, ispirati alla capacità di promozione di comportamenti sani, elaborati e realizzati da giovani studenti e rivolti ai loro coetanei. Le scuole coinvolte in Friuli Venezia Giulia sono state l´Isis Malignani di Cervignano e l´Isi Linussio di Codroipo, che hanno prodotto spot sociali, video documentari, rappresentazioni-show e una mostra fotografica volti a promuovere il divertimento dissociato dall´abuso di alcolici. Quanto è stato fatto dalle tre Regioni è diventato, ha sottolineato l´assessore Kosic, un patrimonio di cultura e di metodo di lavoro nel contrasto all´abuso di alcol, che costituisce una priorità delle politiche sociali e sanitarie. Le azioni politiche nei confronti di questo problema, ha rimarcato Kosic, devono seguire due strade parallele: da un lato si devono implementare le misure di controllo ed il rispetto della legalità, dall´altro sono necessarie opportune azioni di comunità volte a modificare i comportamenti a rischio e a ridurre le quantità di alcol consumate pro capite. Le tre Regioni porteranno i risultati e gli indirizzi prodotti dal progetto A.dri.a. Alla sessione plenaria del Comitato Politiche sociali e salute pubblica dell´Associazione delle Regioni d´Europa, presiduto dall´assessore Kosic, che si riunirà domani a Villa Manin di Passariano. E´ intenzione di Friuli Venezia Giulia, Carinzia e Veneto proporre alle regioni europee iniziative e metodi di lavoro che partono dalla consapevolezza di essere davanti ad un´urgenza che richiede iniziative di contrasto, ma soprattutto di prevenzione e di educazione al vivere sano. Il progetto A.dri.a (Alcohol Drinking Awareness) è stato realizzato nell´ambito del Programma Interreg Iv Italia-austria.  
   
   
VDA: DUE GIORNATE DI SIMULAZIONE “DISASTER” PER LA CENTRALE UNICA DEL SOCCORSO  
 
Aosta, 18 maggio 2011 - Nelle giornate di domani mercoledì 18 e giovedì 19 maggio 2011 avrà luogo, presso la Centrale Unica del Soccorso (Cus), una simulazione di guasto elettrico della sede primaria, che costringerà gli operatori a migrare nella sede secondaria, posta presso la caserma dei Vigili del Fuoco. La simulazione coinvolgerà tutte le strutture che garantiscono il funzionamento della Cus: Direzione Protezione civile, Corpo Forestale della Valle d’Aosta, Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco, Soccorso alpino valdostano, Azienda Usl della Valle d’Aosta/servizio sanitario 118, Servizio manutenzione stabili, Ati Telecom Italia/insiel. La prova, denominata “Disaster recovery”, prevista nel piano della sicurezza, si svolge a cadenza semestrale e viene effettuata con l’obiettivo di verificare le procedure ed i tempi di trasferimento tra le due sedi della centrale ed il corretto funzionamento dei sistemi gestionali e di tutte le apparecchiature in caso di malfunzionamento della sede primaria. Il “Disaster recovery” è finalizzato al periodico monitoraggio delle procedure di emergenza, volte ad assicurare l’assistenza ottimale anche in previsione di eventuali situazioni critiche. Durante la simulazione non dovrebbero verificarsi disagi per i cittadini. Tuttavia, nel caso di eventuali problemi di comunicazione con la Centrale, è possibile utilizzare il numero telefonico 112, appositamente allertato al fine di garantire la copertura del servizio.  
   
   
I CAPOLAVORI DEGLI UFFIZI ALLA CONQUISTA DELL’ITALIA  
 
Firenze, 18 maggio 2011 – In neppure tre anni ben sette mostre, di cui due in corso. Altre sei sono invece già ufficialmente prenotate da qui al 2015. Altre ancora sono in fase di trattativa più o meno avanzata. E intanto il raggio dell’iniziativa si espande oltre la provincia di Firenze, si allarga alla Toscana, sconfina nelle vicine regioni. Questo il primo bilancio della collana La città degli Uffizi reso noto oggi nel corso di una conferenza stampa, protagonisti quanti, a vario titolo, hanno progettato, collaborano e sostengono questo straordinario percorso espositivo, unico in Italia, ideato per dare visibilità ai tanti capolavori conservati nei depositi della celebre galleria: il direttore Antonio Natali, la soprintendente al Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini, i presidenti della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, e dell’Ente Cassa di Risparmio, Michele Gremigni, oltre a Claudio Rosati, direttore della rivista Storia Locale con un passato di funzionario della Regione Toscana specializzato in beni culturali. La collana comprende, come noto, le mostre da poco inaugurate a Castelfiorentino (Benozzo Gozzoli e Cosimo Rosselli) e Montevarchi (Giovanni Martinelli), entrambe con catalogo Maschietto Editore, oltre a quella appena conclusa a Scandicci/firenze (Ghirlandaio, catalogo Polistampa) organizzata in collaborazione con il progetto Piccoli Grandi Musei promosso dall’Ente Cassa. Risale invece al 2008 l’esordio a Figline (Cigoli), seguito l’anno successivo da Bagno a Ripoli (L’oratorio di Santa Caterina), quindi nel 2010 da Pontassieve (Beato Angelico) e ancora da Figline (Dal Maestro della Maddalena e Masaccio). I cataloghi: Polistampa (2), Mandragora (2). Tutte le esposizioni sono state fin qui ripagate da significativi successi di pubblico, con importanti ricadute per i Comuni organizzatori in termini d’immagine, cultura, identità, economia: 6.000 e 8000 visitatori per le due edizioni di Figline, 12.000 a Bagno a Ripoli, 10.000 a Pontassieve, circa 15.000 a Scandicci sul totale dei 90.000 registrati da Ghirlandaio. Cifre relativamente modeste se confrontate con le grandi città, ma enormi per i centri minori, che possono per di più fregiarsi del titolo di Città degli Uffizi. L’interesse delle amministrazioni locali è dunque tale, che per il futuro si contano numerosi bis. Ecco il programma e, tra parentesi, i temi fin qui ipotizzati. Nel 2012 a Pontassieve (Arte delle origini nel locale territorio). Nel 2013 ben tre mostre: a Fiesole (Neri di Bicci), Bagno a Ripoli (Granacci), Figline (Pittura del Quattrocento e del Cinquecento). Nel 2015 di nuovo a Figline (Pittura del Seicento e del Settecento). In definizione vari altri progetti in Toscana, Umbria e Abruzzo. Ha spiegato Natali: “Più che il numero, di per sé alto, delle edizioni realizzate in soli tre anni, è per me sorprendente la richiesta, che viene dai Comuni già coinvolti nella collana, di ripetere l’esperienza: segno non solo d’un esito felice dal punto di vista educativo, ma anche d’una grande capacità di far fronte agli oneri finanziari in vista di un’impresa culturale”. Ha aggiunto Acidini: "Quale responsabile di una formidabile aggregazione di musei statali che ha nella Galleria degli Uffizi l´elemento di massima visibilità, sono lieta che si sia sviluppato e prosegua un programma espositivo raffinato e divulgativo, tale da coinvolgere i centri di territori più e meno vicini a Firenze nell´accogliere, esporre e valorizzare opere d´arte scelte nel patrimonio della Galleria, degli altri musei del Polo e di altri generosi prestatori". Info: www.Lacittadegliuffizi.org/    
   
   
NUOVE DIMENSIONI MOSTRA DI RAFFAELLO GORI & MIMMO IACOPINO PRATO 28 MAGGIO - 10 LUGLIO 2011  
 
 Prato, 18 maggio 2011 - La Galleria Eleonora D´andrea Contemporanea di Via Gioberti 14 a Prato presenta la mostra bipersonale "Nuove dimensioni" di Raffaello Gori e Mimmo Iacopino dal 28 Maggio al 10 Luglio 2011 Parola d´ordine di quest´ esposizione è: sperimentazione. La continua e quasi ossessiva ricerca di mezzi espressivi innovativi, avvicina il lavoro di queste due personalità artistiche, che, in momenti e località italiane differenti, hanno condotto uno studio sui materiali extrartistici e sul loro utilizzo nell´arte sperimentale. Carta velina, polistirolo e stoffe come il raso o il velluto, vengono decontestualizzate e reinserite nelle opere come parti strutturali, in alcuni casi addirittura divenendone i soggetti, elevandosi non solo ad opera d´arte ma anche a firma identificativa del loro creatore. Raffaello Gori, pioniere dell´astrattismo italiano degli anni ‘70, oggi presenta gli esiti più recenti della sua indagine sperimentale in costante evoluzione. Impalpabilità e dissolvenze cromatiche caratterizzano i suoi lavori attraverso l´uso, del tutto nuovo e inconsueto, all´epoca come oggi, della carta velina, del polistirolo, delle plastiche trasparenti, del polietilene e del colore. Verso la fine degli anni ‘70, la ricerca dell´assoluto, nelle cromie e nella forma, lo "costringe" a ripartire dalle origini; la sua indole pragmatica lo porta ad un´indagine che va oltre la figurazione, arrivando così a quella che di fatto è la base della pittura: la tela grezza. Lo stravolgimento e l´innovazione arrivano con il capovolgimento del supporto, che assume così una nuova identità, nel retro del quale, Gori, applica colore ed inusuali materie, per poi chiudere la struttura con carta velina o con materiale tensionato, aprendo così le opere verso una nuova dimensione. Ciò che ne scaturisce è un sorprendente gioco emozionale di trasparenze e sovrapposizioni del tutto unico e rivoluzionario per quegli anni. Raffaello Gori trasforma le tele in "scatole" che conquistano la terza dimensione grazie alla luce, la quale, riflettendosi sulle superfici, mette in evidenza il lavoro dell´artista su più livelli, accendendo il riverbero e la forza cromatica ed espressiva di queste opere. La tensione verso una forma assoluta si esplica in un lirismo cromatico molto suggestivo, che si fa forza della leggerezza e della trasparenza dei materiali. La ricerca di Mimmo Iacopino invece, parte dalla sua originaria professione di fotografo di still life che lo avvicina al mondo dell´arte, grazie allo studio del colore, della luce e della composizione. Dopo un primo periodo pittorico, improntato all´astrattismo, Iacopino passa alla sperimentazione e nel 2000 elabora "Metro" l´opera che diventrà il tratto distintivo di quest´artista. Un rapporto estremamente fisico con i materiali, che scaturisce dalla necessità di Iacopino di "farli suoi" tagliandoli, intrecciandoli e plasmandoli. Diversi sono i supporti utilizzati, che vengono prelevati dal quotidiano e ricontestualizzati con ironia nelle opere: metri da sarto, strisce di velluto e raso, fili di rame e carta fotografica stampata. Anche in questo caso le suggestioni sono date dalla luce che, riflettendosi su queste griglie estremamente geometiche, da´ vita a riflessi sempre nuovi, variando continuamente la profondità e l´intensità cromatica delle opere. Un gioco di luci e materiali, che rende perfettamente l´idea di arte ironica e spensierata che sta alla baste della produzione di Mimmo Iacopino, artista attualmente riconosciuto a livello internazionale, grazie alle numerose esposizione nelle Gallerie italiane ed estere più rinomate.  
   
   
PRESENZE: MOSTRA DI ANNAMARIA RUSSO E NUNZIO BIBBÒ  
 
Bari 19 maggio 2011 – 13 giugno 2011 Bari, 18 maggio 2011 - La mostra di Annamaria Russo e Nunzio Bibbò, realizzata negli spazi espositivi dell’Archivio di Stato, che insieme alla Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” costituisce il nucleo intellettuale e disciplinare del complesso architettonico della “Cittadella della Cultura” di Bari, corona una perfetta sinergia di intenti e di affinità umane tra le istituzioni culturali territoriali del Mibac, con la sua nobile squadra di studiosi e funzionari, e gli artisti, i promotori e i curatori della mostra. Grazie a Isabella Lapi, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, ad Eugenia Vantaggiato, Direttore dell’Archivio di Stato di Bari, all’On.le Irene Pivetti, Presidente di Learn To Be Free Onlus (associazione di promozione sociale il cui obiettivo è promuovere e supportare progetti di sviluppo, al fine di creare opportunità di lavoro in particolare per persone appartenenti a categorie svantaggiate, Ltbf è inoltre molto attiva nel sostenere progetti legati al mondo dell’arte e della cultura, www. Ltbf.it - www.Festivaldelleidentita.it), è stato realizzato in tempi brevi un progetto lungamente ponderato e concepito appositamente per la valorizzazione della “Cittadella”, in quanto sito di notevole interesse storico e architettonico. Esso ben rappresenta il ruolo sociale che l’istituzione culturale, quale che sia, un museo, un archivio, una biblioteca nazionale, in futuro dovrà interpretare: contenitore di cultura, crocevia di saperi diversi, strumento di ricerca di quella bellezza in grado di salvare il mondo, secondo l’assioma di Dostoevskij, spesso citato a proposito di beni culturali, che nella crisi attuale rischia di sembrare utopistica. Il messaggio artistico ed umano dei due artisti, due veri maestri pieni di forza creatrice, è sembrato la migliore risposta alla sfida del presente. Sculture, incisioni e ceramiche sono reperti di arte contemporanea che prendono vita da temi e materiali antichi: acqua e terra, fuoco e metallo. I guerrieri, le donne, antichi paesi e paesaggi italici, la sempiterna fascinazione del cerchio: tutto ciò sembra suggerire la via sapienziale per uscire dal caos, per andare verso il futuro senza perdere di vista la tradizione. La dislocazione delle opere negli spazi espositivi offre un’ottimale possibilità di valorizzare i medesimi, rendendoli vivi e attrattivi nei confronti del pubblico barese, soprattutto di coloro che ancora non conoscono la nuova sede istituzionale comune all’Archivio di Stato e alla Biblioteca nazionale, ubicata nell’ex-Macello Comunale; una interessante architettura degli anni Trenta, ristrutturata e resa funzionale a cura del Mibac nel 2006. Il trend delle mostre di arte contemporanea negli spazi delle istituzioni culturali quali archivi e biblioteche, se correttamente governato, evidenzia quella multifunzionalità che è oggi propria dello spazio dei beni culturali, con le loro sedi, quasi sempre architettonicamente pregevoli. Ciò che conta è che l’istituzione che la promuove e la ospita sappia assicurare l’eccellenza dell’evento: questo è il brand di ogni istituto, che ne determina la sua valorizzazione. Già nello scorcio del 2010 con il motto “leggere l’arte contemporanea”, si era realizzata una serie di iniziative della Biblioteca Nazionale, dalla presentazione del volume L’enfasi architettonica e la città moderna di Giovanni Lauricella alla conferenza con cui lo scorso 15 dicembre Cristina Trivellin della Fondazione D’ars di Milano, ha presentato il volume di Pierre Restany da lei tradotto in italiano, Yves Klein, Il fuoco nel cuore del vuoto, (Milano,giampaolo Prearo editore, 2008) che nel primitivo progetto doveva introdurre la presente manifestazione. E di fatto, se l’Archivio e la Biblioteca sono due realtà istituzionali diverse, esse rappresentano un unicum dal punto di vista architettonico. In esse possono essere sviluppate, lavorando in sinergia, quelle iniziative che intendono valorizzare la struttura oltre le collezioni in esse conservate. Al loro interno potranno essere letti non solo documenti e testi (che non possono mancare) ma anche osservare i segni del tempo presente, con l’aiuto di artisti, di studiosi, di intellettuali illuminati, come quelli che hanno contribuito al nostro catalogo. E’ giusto che l’arte contemporanea sia capita e apprezzata dai più, perché racchiude il passato ma lo traduce in un linguaggio altro, perché è provocazione e gioco, ma contiene un sapere antico come i guerrieri di Nunzio, il cerchio della perfezione antico ed eterno di Annamaria, il mistico ed alchemico fuoco di Klein. Gustare il contemporaneo è molto più facile che leggere i trattati di estetica, con buona pace dei critici d’arte. Siamo infatti abituati a vedere la bellezza nell’antico, e la regione Puglia ha i suoi punti di forza nei beni culturali proprio in questo settore: abbiamo infatti, aree archeologiche, cattedrali, castelli medievali, palazzi barocchi, ecc. Ora dobbiamo imparare ad aprire la mente ad accogliere i messaggi del contemporaneo e così facendo riempiremo diverse lacune (intellettuali, estetiche, esistenziali): ma per essere compresa, l’arte contemporanea deve respirare, circolare, vivere negli spazi del nostro quotidiano. L’archivio e la Biblioteca come sistemi organizzati del sapere sono questione di pieni e di vuoti: i pieni sono gli spazi occupati dai documenti scritti, i vuoti sono gli spazi non occupati, ma che sono predisposti ad accoglierli. Così si riempirà quel vuoto che i documenti e i libri non possono colmare: l’assenza del pubblico. Occorrerà lavorare su questo. Attraverso il contatto I vuoti all’interno di questo immenso complesso architettonico saranno colmati. Anche per questo la mostra Presenze ospiterà, secondo la celebre distinzione brandiana, le opere di Annamaria Russo e Nunzio Bibbò, presenti come astanza e come flagranza, inserendosi nello spazio, davvero metafisico e dechirichiano, della Cittadella che le accoglie, Presenze, infine, coincide con un momento forte delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, quasi a sottolineare che questo anniversario si può celebrare anche esaltando la nostra creatività, che non conosce flessioni né appartenenze. Annamaria Russo è nata a San Salvatore Telesino (Bn), si è formata all’Accademia di Belle Arti di Napoli e Roma con Greco, Ciarrocchi e Capogrossi, ha insegnato a Roma nella scuola pubblica fino al 1997. Dallo stesso anno ha iniziato attività di volontariato presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, collaborando ad attivare l’Associazione Amici dell’Arte Moderna a Valle Giulia A3m all’interno della quale ha svolto e svolge funzioni statutarie. Prosegue la ricerca artistica con esperienze e viaggi di studio a Roma, in Italia e all’estero. L’artista ha esposto in importanti spazi pubblici quali il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, Palazzo Ruspoli, Museo Barracco, Archivio di Stato di Roma, Biblioteca Angelica. Museo Nazionale di Palazzo Venezia. Www.annamariarusso.com Nunzio Bibbò è nato a Castelvetere in Val Fortore; scultore, incisore e pittore, della scuola di Mazzacurati, di Greco e di Mastroianni. Ha insegnato materie plastiche a Brera e dal 1973 a Roma al liceo artistico di via Ripetta; ha tenuto nel 1969 la sua prima personale di disegni e terracotte alla libreria S.e.i. Di Napoli. Ha esposto alla X Quadriennale di Roma; ha realizzato una personale presso l’Universita di Cincinnati (Usa) ; nel 1979 ha esposto alla mostra “I maggiori grafici italiani” allestita in Campidoglio. Dopo la personale all’Istituto Italiano a Monaco di Baviera (1985), ha realizzato la porta in bronzo per la cattedrale di Reggio Calabria (1988); ha esposto nel 1989 a Melbourne e, tra il settembre 2004 e il febbraio 2005, in due grandi antologiche al Complesso del Vittoriano a Roma e alla Rocca dei Lettori a Benevento. Del 2006 sono la statua di Padre Pio di Boston e le porte bronzee di Reggio Calabria. Titolare di una sala nel Museo d’arte Moderna di Sofia partecipa alla prossima 54° Biennale di Venezia. Www.aiam.it/bibbo.htm