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Notiziario Marketpress di Mercoledì 19 Novembre 2014
LA RISPOSTA DELL´UNIONE EUROPEA A EBOLA EMERGENZA  
 
Bruxelles, 19 Novembre 2014 - Africa occidentale sta affrontando la più grande e complessa epidemia di Ebola a verbale. Guinea, Liberia e Sierra Leone sono i paesi più colpiti. La malattia ha già fatto quasi 5.000 vite umane e ha visto oltre 13.000 casi. L´unione europea ha monitorato la sua diffusione e azioni collettive intraprese in patria e all´estero. Ha mobilitato risorse politiche, finanziarie e scientifiche per contribuire a contenere, controllare, trattare e, infine, sconfiggere Ebola. Il 24 ottobre 2014 Consiglio europeo ha nominato Christos Stylianides, commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi, come Ebola coordinatore Ue. Tra il 12 e il 16 novembre, si è recato in tre paesi più colpiti insieme con il Commissario europeo per la Salute Vytenis Andriukaitis. L´assistenza finanziaria Contributo totale finanziario dell´Ue per combattere l´epidemia è oltre € 1 miliardo. Ciò include il finanziamento da parte degli Stati membri e della Commissione europea. La Commissione ha dato € 373.000.000 per combattere la malattia - che copre le misure di emergenza e di sostegno a lungo termine. Questi fondi contribuiscono alla sorveglianza epidemiologica, diagnosi, trattamento e forniture mediche; consentono l´implementazione di medici e infermieri e la formazione degli operatori sanitari; alzano la consapevolezza circa la malattia tra la popolazione e promuovere sepolture sicure. Oltre alla Ue in vigore e partnership di sviluppo bilaterali, la Commissione fornisce anche qualche € 145 milioni allo sviluppo e di assistenza riabilitativa precoce. Gli obiettivi sono di rafforzare la capacità dei governi di fornire servizi pubblici essenziali, l´assistenza sanitaria notevole, e mantenere la stabilità macro-economica. Questi fondi sono utilizzati anche per rafforzare la sicurezza alimentare e fornire acqua e servizi igienico-sanitari. Laboratori mobili per la rilevazione del virus e la formazione degli operatori sanitari è finanziato anche attraverso l´assistenza allo sviluppo. Inoltre, l´Ue sostiene missione medica dell´Unione africana in Africa occidentale. Per ridurre il rischio di un´ulteriore diffusione di Ebola, finanziamenti Ue sono stati stanziati anche per i paesi limitrofi della regione colpita, dove sosteniamo la diagnosi precoce e di sensibilizzazione. Beni di prima necessità e competenze L´ue sta inoltre inviando rifornimenti di emergenza ed esperti. Il meccanismo di protezione civile dell´Ue facilita la fornitura coordinata di sostegno materiale da parte degli Stati membri attraverso il centro di coordinamento di risposta alle emergenze (Ercc). Gli Stati membri dell´Ue hanno fornito laboratori mobili, centri di cura, ambulanze e ospedali da campo. L´ue ha organizzato il supporto logistico tra cui più operazioni di trasporto aereo di e sostiene il dispiegamento di navi della Marina Militare per il trasporto di beni di prima necessità forniti dagli Stati membri, come ad esempio gli aiuti alimentari, kit medici, coperte pulite e cloro per servizi igienico-sanitari. Esperti umanitari dell´Ue, compresi gli specialisti in malattie pericolose, sono stati distribuiti ai tre paesi più colpiti. Evacuazione medica Operatori sanitari internazionali che operano direttamente sul terreno sono la spina dorsale della risposta all´epidemia di Ebola. Sono necessari ulteriori operatori sanitari. Per sostenere la loro mobilitazione, un sistema di evacuazione medica europea è stata istituita al fine di garantire che avrebbero ottenuto un trattamento appropriato e saranno trasportati agli ospedali in Europa in caso di infezione. Gli Stati membri stanno facendo capacità disponibile per questo. Il sistema di evacuazione sanitaria assicura l´evacuazione entro 48 ore in un ospedale attrezzato in Europa per operatori sanitari internazionali e di altri cittadini dell´Ue diagnosticati con il virus. Richieste di evacuazione vengono ricevuti attraverso il Ercc e valutati dall´Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ricerca Non vi è attualmente alcun trattamento specifico o vaccino disponibile contro Ebola. Il trattamento standard è limitato a una terapia di supporto. Con oltre 160 € milioni di fondi europei e un analogo impegno da parte dell´industria farmaceutica, la Commissione sta finanziando un programma di ricerca multisettoriale accelerato nell´ambito di Orizzonte 2020 per affrontare le sfide Ebola-correlati, come vaccini sviluppo, studi clinici, lo stoccaggio e il trasporto, nonché strumenti diagnostici e terapie per affrontare sia le attuali e future epidemie di Ebola. I primi progetti sono attesi per l´inizio del 2015; valuteranno la sicurezza dei diversi potenziali vaccini e il livello di protezione che offrono contro la malattia. Preparazione Il rischio di Ebola al grande pubblico nell´Unione europea è molto bassa. La trasmissione del virus, richiede il contatto diretto con i fluidi corporei di un paziente sintomatico. Inoltre, l´Ue ha standard molto elevati di infrastrutture di assistenza sanitaria e cure preventive. Tuttavia, c´è una piccola possibilità di individui che arrivano nell´Ue con un potenziale infezione da virus Ebola. Dallo scoppio della malattia virus Ebola, la Commissione e gli Stati membri sono stati anche lavorando sulla preparazione e il coordinamento della gestione dei rischi in stretta collaborazione con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cepcm) e l´Oms. Il Comitato per la sicurezza sanitaria (Css), che riunisce gli Stati membri dell´Ue e la Commissione, si riunisce periodicamente per coordinare la prevenzione e la prontezza Ebola. E sorveglia la preparazione ´Stati membri e ha stabilito un elenco di attività Ebola disponibili che potrebbero essere condivisi, tra cui i laboratori di alta sicurezza, capacità ospedaliere e attrezzature evacuazione medica. Sono stati attivati di allarme rapido dell´Ue e di intervento per le emergenze mediche. Hsc fornisce anche informazioni per i viaggiatori in tutte le lingue dell´Unione europea e che stabilisce le procedure per gli aeroporti e le autorità sanitarie sulla gestione dei possibili casi di Ebola. Inoltre, la Commissione ha avviato la ´piattaforma di comunicazione Ebola per i medici´ - una piattaforma online che consente lo scambio rapido di informazioni sul trattamento e la prevenzione della malattia Ebola. La piattaforma riunisce ospedali e medici dell´Ue riconosciute come centri di riferimento per il trattamento di pazienti Ebola. Questa rete aumenta ulteriormente il livello di preparazione e di risposta contro Ebola collegando insieme competenze in materia di trattamento dei pazienti Ebola tra specialisti di assistenza sanitaria. Screening in uscita L´oms ha raccomandato l´uscita di screening dei viaggiatori che lasciano i paesi colpiti, al fine di ridurre il rischio di diffusione di Ebola. Dal periodo di incubazione della malattia è fino a 21 giorni, è ampiamente riconosciuto che tale screening può essere solo parzialmente efficaci. La Commissione, in collaborazione con l´Oms ha proposto di effettuare una verifica delle misure di screening uscita nei tre paesi più colpiti. Il suo obiettivo è quello di valutare le attuali pratiche di screening di uscita e di individuare eventuali lacune. La relazione di revisione è in scadenza all´inizio del mese di dicembre. Advocacy e di sensibilizzazione diplomatica Fin dall´inizio della crisi, l´Unione europea sostiene e chiede una forte risposta internazionale coordinata dalle Nazioni Unite. L´unione europea è in contatto costante con i governi della regione attraverso le sue delegazioni, nonché con le organizzazioni regionali come l´Unione africana e dell´Ecowas. La nomina da parte del Consiglio europeo di un coordinatore Ebola Ue, il commissario Christos Stylianides, mira a garantire che le istituzioni dell´Ue e gli Stati membri agiscono in coordinamento tra loro e con i partner internazionali. A tal fine, una task force Ue Ebola è stato istituito, che riunisce gli Stati membri, i servizi della Commissione, il servizio europeo per l´azione esterna (Seae) e rappresentanti delle Nazioni Unite, la Croce Rossa e le Ong. La Task Force si riunisce ogni giorno nel Commission´sercc, che funge da piattaforma per il coordinamento della risposta europea.  
   
   
PROSTATE CANCER UNIT, CENTRI MULTIDISCIPLINARI PER IL TUMORE ALLA PROSTATA  
 
Firenze, 18 novembre 2014 - E´ già avvenuto per le Breast Unit, che stanno nascendo in tutta la Toscana e riuniscono in un unico centro tutte le competenze necessarie per curare il tumore al seno. Analogamente, nelle aziende sanitarie toscane nasceranno le Prostate Cancer Unit, che riuniranno tutte le unità operative e i servizi coinvolti nella diagnosi e cura della patologia tumorale prostatica, per garantire in un´ottica di genere la multidisciplinarietà di diagnosi, cura e riabilitazione dei pazienti con carcinoma prostatico. I primi indirizzi alle aziende sanitarie per la costituzione della rete delle Prostate Cancer Unit sono contenuti in una delibera presentata dall´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e approvata dalla giunta nel corso dell´ultima seduta. "L´approccio multidisciplinare - dice l´assessore Marroni - negli ultimi anni si è dimostrato la migliore delle opzioni di gestione del paziente oncologico per pianificare, ottimizzare, migliorare e fornire assistenza su misura a ciascun paziente, grazie all´attività integrata di un team di specialisti. Questo modello sta già funzionando per la Breast Unit, ora le donne passano il testimone agli uomini, e in Toscana si costituiranno le Prostate Cancer Unit". La Pcu rappresenta il modello organizzativo scelto dalla Regione Toscana per l´assistenza alle persone affette da carcinoma prostatico. E´ caratterizzata da un team multidisciplinare e multiprofessionale di operatori dedicati, con esperienza specifica. Della Pcu devono far parte un numero adeguato di professionisti, in particolare: urologo, radioterapista, oncologo medico, radiologo, anatomopatologo, infermieri con esperienza specifica. La Pcu dovrà trattare ogni anno almeno 100 casi di tumore maligno alla prostata, facendo riferimento alle raccomandazioni cliniche dell´Istituto Toscano Tumori. Il cancro alla prostata è la neoplasia più frequente tra gli uomini (18% del totale), precedendo quella del colon retto (17%) e del polmone (11%). Negli ultimi anni ha registrato una notevole crescita dei tassi d´incidenza, a seguito della diffusione del test per la ricerca dell´antigene prostatico specifico (Psa). E´ aumentata la capacità diagnostica e quella terapeutica. Per i prossimi decenni, è atteso un moderato e costante aumento dei casi in Italia, con un´incidenza stimata di circa 43.000 casi nel 2020 e 50.000 nel 2030. In Toscana, si stima che nel 2014 saranno diagnosticati circa 2.200 nuovi casi di tumore della prostata. Il rischio di ammalarsi di tumore alla prostata nel corso della vita (0-84 anni) è stimato in 1 caso ogni 9 uomini. Sono oltre 15.000 i toscani che hanno ricevuto questa diagnosi nel corso della vita. Elevata la sopravvivenza, che a cinque anni dalla diagnosi è superiore al 90%. La mortalità per questo tumore presenta un andamento in costante riduzione. Nel 2011 sono deceduti per tumore alla prostata 495 cittadini toscani (Registro di mortalità regionale).  
   
   
PIANO PER LA SALUTE DEL TRENTINO: PORRE AL CENTRO LA PERSONA  
 
Trento, 19 novembre 2014 - Il piano per la salute è un obiettivo di legislatura, ma che andrà oltre la sua durata ed assume quindi una valenza strategica ed importante, che dobbiamo ai nostri cittadini prima di tutto, ma anche al prestigio del nostro territorio. Attraverso questo piano dobbiamo dimostrare che in Trentino, anche in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo, le cose possono essere fatte nel modo giusto". Con queste parole il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi è intervenuto al seminario "La costruzione partecipata del piano per la salute del Trentino" che si è tenuto presso il Dipartimento della Conoscenza e che ha visto la partecipazione di circa 200 persone, fra amministratori pubblici e operatori del settore sanitario e sociale. "Il piano - ha detto ancora Rossi - è un´occasione straordinaria, per la quale dobbiamo coinvolgere tutti i cittadini che vogliono portare dei contenuti. Al centro il tema della salute e del benessere della popolazione e le conseguenti politiche sul fronte della sanità e del sociale. Oltre a questo - ha concluso il presidente - avrà un forte impatto anche sotto il profilo della coesione sociale del territorio e quindi potrà rappresentare un fattore di sviluppo economico e di competitività. "Avviamo oggi un lavoro che ci terrà impegnati per mesi - ha detto l´assessora Borgonovo Re - secondo modalità partecipate e condivise". La costruzione del piano per la salute 2015-2025 è uno degli obiettivi di legislatura di valenza strategica e deve avvenire in maniera partecipata, coinvolgendo tutti i possibili portatori di interesse. Per queste ragioni, al fine di presentare una primo schema di piano e di illustrare la modalità per raccogliere le diverse opinioni e proposte, su iniziativa dell´Assessorato alla Salute, è stato organizzato un seminario rivolto a persone individuate come interlocutori privilegiati in tale processo. La consultazione partecipata rappresenta il presupposto per la stesura definitiva del piano per la salute come efficace strumento di promozione e tutela della salute e del benessere della popolazione trentina e prevede fasi progressive di interlocuzione rivolte a persone rappresentative di servizi, enti, istituzioni che si occupano di salute, seguita da una consultazione più ampia rivolta alla popolazione generale. "La filosofia alla quale il piano intende corrispondere - ha detto l´assessora Borogonovo Re aprendo i lavori - pone al centro del proprio interesse la persona ed in particolare la salute della persona, intesa come visione complessiva di benessere e di equilibrio e non come assenza di malattia. L´obiettivo strategico è quello di garantire a tutte le persone di vivere nel migliore modo possibile, con soddisfazione e autonomia, sviluppando le proprie capacità, per questo non parliamo né di piano sanitario e né di piano sociale, ma di piano della salute, che interessa le politiche pubbliche a 360 gradi, dalle piste ciclabili all´educazione agli stili di vita. Partendo da questo presupposto - ha concluso Donata Borgono Re - che pone al centro il cittadino e il suo diritto alla salute, abbiamo bisogno di confrontarci in modo ampio e con tutte le dimensioni che devono essere coinvolte". Lo schema presentato oggi parte dalla necessità di inserire nel piano un numero limitato di macro obiettivi-alti e misurabili, finalizzati all´aumento della salute del benessere della popolazione e che garantiscano l´accessibilità universale a servizi socio-sanitari sostenibili e di alta qualità. Due le finalità strategiche: migliorare la salute di tutti e migliorare la governance della salute, garantendo più anni di vita, un contesto di lavoro favorevole alla salute ed un sistema che pone al centro la persona.  
   
   
TRAPIANTI, ASSESSORE LIGURIA: “IL SAN MARTINO–IST SI ATTIVI PER RIAPRIRE L’ATTIVITÀ SUL FEGATO”  
 
Genova, 19 Novembre 2014 - "L´ospedale San Martino – Ist deve attivarsi affinché nel 2015 si riapra l´attività dei trapianti di fegato". Lo ha detto l´assessore alla salute della Regione Liguria Claudio Montaldo nella due giorni dedicata ai trapianti che si è svolta al centro di biotecnologie avanzate dell´Irccs San Martino Ist e che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti mondiali riuniti a Genova. "In un momento di profonda trasformazione della rete nazionale trapianti – dice Montaldo - dopo il recente passaggio dei programmi di trapianto nazionali dai 3 centri interregionali al centro nazionale trapianti operativo, la riunione tecnico scientifica è stata l´occasione non solo per fare il punto sulla nuova situazione organizzativa, ma anche per ribadire e rilanciare il contributo scientifico e operativo che la Liguria, all´interno del nuovo modello organizzativo, può garantire". Quest´anno in Liguria sarà raggiunta la cifra di 70 trapianti di rene, un picco che supera la media degli anni scorsi, che oscillava tra i 50 e i 60: "La gestione è più semplice e meno costosa rispetto a prima – sottolinea Montaldo, che rilancia – e con il 2015 la direzione sanitaria del San Martino Ist dovrà riattivare i trapianti di fegato, evitando ai cittadini liguri il disagio di ricorrere a strutture extraregionali, valorizzando tutte le potenzialità presenti nella nostra regione, riqualificando in questo modo il ruolo del San Martino-ist". Più donatori e più trapianti. I dati aggiornati al 31 ottobre 2014, se verranno confermati a fine anno, saranno i più alti dal 1972 a oggi, anno di inizio di attività del Nitp (Nord Italia Transplant), l´associazione degli operatori sanitari impegnati nelle attività di prelievo e trapianto di organi e tessuti in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche e Provincia Autonoma di Trento. 418 donatori rispetto ai 362 dello stesso periodo del 2013, 1.132 trapianti contro i 1.012 dello scorso anno: 25,8 donatori per milione di abitanti. Nei centri afferenti al Nitp, dal 1972 sono stati utilizzati 10.151 donatori, ed effettuati 16.967 trapianti di rene, 4.764 di cuore, 7.615 di fegato, 755 di pancreas, 1.093 di polmone e 10 di intestino. Dalla riunione del Nitp sono arrivate alcune proposte per uniformare maggiormente i criteri di assegnazione degli organi, vista anche della riorganizzazione della rete: troppe ancora le differenze tra le varie aree geografiche, considerando l´evoluzione della popolazione (in particolare considerando il notevole aumento dell´età dei potenziali donatori). Un altro problema segnalato dagli operatori è la lentezza dei percorsi organizzativi di accesso alle liste d´attesa per il trapianto e le metodologie per il superamento delle barriere immunologiche al trapianto stesso: anche in questo caso occorre una maggiore uniformità e rendere più veloce l´ingresso in lista, visto che oggi occorrono un paio di mesi prima che vengano concluse tutte le procedure di analisi e controllo. Tra i temi affrontati anche quello della donazione e del trapianto nelle diverse culture, per un approccio rispettoso nei confronti dei tanti stranieri che vivono in Italia.  
   
   
SANITÀ, LOMBARDIA: FATTURAZIONE ELETTRONICA PASSAGGIO EPOCALE  
 
Crema/cr. 19 novembre 2014 - "E´ un passaggio epocale che conferma l´efficienza della nostra Regione. In Lombardia infatti anticipiamo a novembre l´avvio di un nuovo servizio che la legge nazionale indica per il 31 marzo 2015. Inoltre diamo impulso all´economia locale in un momento di particolare difficoltà, consentendo con più rapidità l´immissione di risorse nel sistema economico". Così ha dichiarato Mario Mantovani, vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia, che ha tenuto a battesimo il lancio del nuovo sistema di Fatturazione elettronica, attivato per la prima volta dall´Azienda Ospedaliera Ospedale Maggiore di Crema. Il nosocomio di Crema, infatti, è una delle sei aziende ´Pilota´ individuate da Regione Lombardia per dare il via al sistema di fatturazione. "Sono molto soddisfatto - ha aggiunto Mantovani- perché questa azienda è stata una delle prime realtà che si è adeguata ai nuovi processi di informatizzazione". Nella sala riunioni dell´Azienda ospedaliera, i dirigenti responsabili del servizio regionale, insieme agli esperti di Lombardia Informatica, hanno dettagliatamente illustrato in merito alle varie fasi del sistema elettronico di emissione, controllo, registrazione e pagamento delle fatture. "Esistono Regioni che pagano i loro fornitori a 900 giorni" ha aggiunto l´assessore Mantovani ponendo l´accento anche sui benefici collaterali, ma non certo di minore importanza, della Fatturazione elettronica. "Ci sarà più trasparenza, ci sarà più rapidità. Avremo un miglioramento complessivo non solo dei conti in sanità, ma anche dell´economia del Paese". Il servizio attivato, in base all´accordo siglato con Assobiomedica, prevede infatti l´impegno a pagare entro 15 giorni lavorativi per gli acquisti di beni e servizi direttamente ordinati dai propri uffici; prescrivere gli enti partecipati di pagare entro 15 giorni lavorativi; prescrivere di pagare entro 30 giorni lavorativi i fornitori delle Aziende Sanitarie pubbliche da essa dipendenti. A margine della conferenza stampa un giornalista ha chiesto all´assessore alla Salute di Regione Lombardia quale sarà il futuro dei piccoli ospedali, alla luce dei tagli previsti dal Governo. "Siamo ovviamente preoccupati per l´annuncio dei tagli che sono stati avanzati dal Governo. Stiamo per questo fornendo delle indicazioni per evitare che la riduzione di fondi si possa tradurre in una diminuzione dei servizi per i cittadini. Questo è sicuramente per noi un obiettivo fondamentale. Comunque la legge è in discussione e vediamo come si chiuderà la vicenda".  
   
   
SANITÀ, EDIZIONE 2015 LABORATORIO BENCHMARKING A VILLA UMBRA SU "GOVERNANCE E NUOVI STRUMENTI DI CONTROLLO DELLA SPESA"  
 
Perugia, 19 novembre 2014 – Sarà focalizzata su "Governance e nuovi strumenti di controllo della spesa" la quinta edizione del progetto formativo "Laboratorio di Benchmarking tra sistemi sanitari regionali". Lo ha annunciato Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola umbra di amministrazione pubblica, al termine dei lavori della tavola rotonda "Il controllo della spesa sanitaria alla luce del nuovo Patto per la salute" con cui si è conclusa la quarta edizione del Laboratorio. "Rafforzare ed armonizzare i diversi metodi di governance sanitaria - afferma Emilio Duca, direttore a Salute e Coesione sociale della Regione Umbria - prendendo a riferimento i modelli regionali migliori per governare la spesa e mantenere alti standard di servizio è la sfida da superare nei prossimi anni. La sanità ha dimostrato una forte capacità di innovarsi. Occorre equilibrare la programmazione sanitaria con quella economica. Anche se il nuovo Patto per la salute prevede più risorse, il Paese sarà probabilmente ancora caratterizzato da misure di ‘spending review´. In questo scenario adottare strumenti di ‘governance´ efficaci è centrale per la sostenibilità del sistema". "Il nuovo patto per la salute che norma il prossimo triennio – sottolinea Francesco Bevere, direttore di Agenas, l´Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - sarà centrale per il futuro della sanità regionale. È legato ad un sistema di monitoraggio e controllo della spesa a 360 gradi oltre al regolamento degli standard. Nascerà una cabina di regia tra ministero e regioni che per la prima volta svolgerà un controllo effettivo. Agenas coordinerà un tavolo interistituzionale fornendo tutti i dati tecnici per consentire il pieno funzionamento della cabina di regia. Altro elemento importante è la centralità del capitale umano. In questo processo sarà importante rafforzare anche questa Scuola". Alla tavola rotonda sono intervenuti Eugenio Anessi Pessina, docente dell´Università Cattolica; Giancarlo Astegiano, magistrato della Corte dei Conti; Walter Orlandi, direttore generale dell´Azienda Ospedaliera di Perugia, intervenuto in rappresentanza di "Fiaso", Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, e il direttore di "Agenas", Bevere. Il Laboratorio è stato organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e ha registrato l´adesione di molte Regioni italiane e di rappresentanti di Università e Istituzioni, quali Corte dei Conti e Agenas. "Le giornate formative del Laboratorio che si sono svolte a Villa Umbra – ha dichiarato Alberto Naticchioni - sono state un momento di incontro e di confronto prezioso sulle buone pratiche di gestione della spesa sanitaria". Spesa che vede l´Italia agli ultimi posti tra i 28 Paesi dell´Unione per impegno sul Pil, il Prodotto interno lordo. "Tutte le Regioni hanno adottato, più o meno energicamente, negli ultimi anni piani di contenimento della spesa. La sfida, ora – ha precisato Niccolò Persiani, coordinatore scientifico del Progetto formativo - è garantire la sostenibilità del sistema puntando su un´adeguata programmazione degli investimenti e su stringenti meccanismi di monitoraggio. Strumenti su cui c´è stato un ampio confronto in queste giornate di studio". Alla spesa sanitaria e alle centrali di acquisto è stata, infatti, dedicata la prima giornata dei lavori. Nella seconda sessione in programma, l´attenzione si è invece concentrata sugli strumenti di investimento, sul monitoraggio degli acquisti di beni e servizi, sulla gestione del rischio legato ai sinistri sanitari. Il Laboratorio, giunto alla quarta edizione, è stato intitolato alla memoria dell´Assessore Franco Tomassoni, ideatore e sostenitore di questa esperienza, unica in Italia, attivata dalla Regione Umbria nel 2011. "Il Laboratorio è stato battezzato dal nostro caro Franco Tomassoni – ha dichiarato la Vice presidente Carla Casciari, durante la cerimonia di intitolazione – La presidente Marini e la Giunta regionale hanno sostenuto fortemente la decisione di intitolare proprio alla sua memoria la struttura attivata con lo scopo di offrire un luogo di confronto tra sistemi sanitari regionali, dove gli esperti del settore possano dialogare fuori dai luoghi ‘istituzionali´ di incontro".  
   
   
DEPRESSIONE E PSICOSI IN ADOLESCENZA: DALL´AUTOLESIONISMO ALL´USO DI SOSTANZE. SE NE PARLA IL 21 NOVEMBRE AD UN CONVEGNO INTERNAZIONALE A UDINE  
 
Bosisio Parini (Lc) , 19 novembre 2014 - I disturbi psicotici ed emozionali nella fase di transizione tra età evolutiva e giovane età adulta risultano essere di difficile inquadramento diagnostico e gestionale. Inoltre, la loro prevalenza è in crescita in tutto il mondo occidentale, essendo tra i più comuni disturbi in adolescenza. Per tale motivo il Polo friulano dell´’Irccs Medea, in collaborazione con l´’Università di Udine, l´Azienda Ospedaliero-universitaria di Udine e con lo European Psychiatric Association Neuroimaging Section, organizzano il convegno "“Approcci diagnostici e riabilitativi in adolescenza: focus su psicosi ed emozioni"”, che si terrà a Udine il 21 novembre 2014. Sul tavolo dei lavori la diagnosi precoce dei disturbi psicotici ed emozionali e la gestione dei pazienti in età adolescenziale e prima età adulta. "Le più recenti evidenze scientifiche hanno mostrato il nesso tra fattori di rischio ambientali, genetici e neurali nel supportare disturbi depressivi e psicotici in adolescenza e prima età adulta. Essi hanno un´alta prevalenza nella popolazione giovanile generale e, se non diagnosticati e trattati adeguatamente, possono portare ad importanti disabilità e severe ricadute comportamentali e cognitive", afferma il responsabile scientifico del simposio Paolo Brambilla. Non solo: la letteratura riporta l´associazione tra i maggiori disturbi psicotici, come per esempio il disturbo bipolare, e l´uso di stostanze: a tale poposito interverrà Frank Bellivier - Hopital Fernand Widal, Paris - uno dei maggiori esperti sul campo. Inoltre verranno presi in esame i principali studi sulle basi neurali di psicosi e depressione in adolescenza. In particolare Vaibhav Diwadkar - Wayne State University, Detroit, Usa - esporrà le sue ricerche effettuate in bambini e adolescenti figli di persone con psicosi mentre Paolo Brambilla - Irccs Medea Polo Fvg e Università di Udine - interverrà sull´utilizzo delle neuroimmagini per comprendere sviluppo e disturbi di "un´adolescenza inquieta"”. A questo riguardo è in atto uno studio multicentrico presso i Poli dell´Irccs Medea in Fvg, Veneto e Lombardia che studia su una larga coorte di bambini e adolescenti con problematiche emotivo comportamentali i substrati ambientali, genetici e neurali. Marco Armando - Irccs “Bambin Gesù”, Roma - e Matteo Balestrieri dell´Università di Udine parleranno inoltre di ansia e autolesionismo in adolescenza, con particolare riguardo alle psicosi e alla depressione, mentre Mirella Ruggeri - Università di Verona - punterà l’´attenzione sulla terapia precoce psicofarmacologica e psicoterapica e sulla riabilitazione psicosociale. Obiettivi dell´’incontro sono: favorire le conoscenze su psicosi, depressione, ritiro e isolamento sociale, alto rischio di sviluppare psicosi ed esordi psicotici o depressivi; migliorare la gestione, la diagnosi precoce e la presa in carico dei pazienti con tale sintomatologia; favorire la condivisione tra i Servizi per l’´età evolutiva della gestione dei casi. "E´ il nono anno che il Polo friulano dell´Irccs Medea tiene un evento formativo sulla psicopatologia dell’´età evolutiva e dell´adulto - conclude Brambilla -. Anche in questo caso ci proponiamo, insieme a Franco Fabbro - Referente scientifico dell´Irccs Medea Polo Fvg - di trasformare il bagaglio di esperienza clinica acquisita in molti anni di lavoro su bambini, adolescenti e giovani adulti affetti da problematiche psicologiche e psichiatriche in attività di ricerca nel settore della neuroriabilitazione".  
   
   
SANITA´: PER PUNTI NASCITA PRIORITARI MAMME E BIMBI CONVOCATO IL COMITATO PER IL PERCORSO NASCITA REGIONALE D’ABRUZZO  
 
Pescara, 19 novembre 2014 -  «D’ ora in avanti l’ unico parametro che utilizzeremo per mettere in efficienza i punti nascita sarà la sicurezza del nascituro e della madre. Tutto il resto passa da questo momento in secondo piano». Lo afferma l’ assessore alla Sanità Silvio Paolucci, che ieri ha riunito il nuovo Comitato per il percorso nascita regionale (Cpnr) con l’ obiettivo di studiare le problematiche relative ai punti nascita della Regione Abruzzo. «Nelle regioni più avanzate oltre il 70 per cento dei parti avviene in punti nascita nei quali si registrano oltre 1.000 parti l’ anno ‘ sottolinea Paolucci ‘ mentre in Abruzzo dei 12 punti nascita, pochi superano i 1.000 parti l’ anno. Altri dati dimostrano l’ esigenza di intervenire con rapidità e radicalità sul sistema, come l’ incidenza dei parti cesarei, che se a livello nazionale è pari al 38 per cento, in alcuni punti nascita come Sulmona e Penne supera il 50 per cento. Ecco perché abbiamo deciso di avviare un percorso condiviso ma deciso per riformare i punti nascita in Abruzzo attraverso un documento che sarà anche necessario al Tavolo di Monitoraggio dei ministeri dell’ economia e della salute per porre fine al lungo periodo di commissariamento». I dati che l’ assessore Paolucci ha chiesto alle Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia attualmente operanti nel territorio abruzzese indicano che nel 2013 in Abruzzo sono stati effettuati 10.194 parti, il più numeroso è stato il presidio di Pescara e il minore quello di Penne. Nello specifico, i parti nel presidio di Pescara sono stati 2.037, a Chieti 1.497, ad Avezzano 990, all’ Aquila 955, a Teramo 814, a Sant’ Omero 808, a Vasto 789, a Lanciano 710, ad Ortona 488, ad Atri 467, a Sulmona 328, a Penne 311. In gran parte dei casi le mamme scelgono di far nascere i propri figli nella Asl di residenza: è il caso del 96 per cento nelle Asl di Teramo ed Avezzano-sulmona-l’ Aquila, dell’ 80 per cento nella Asl di Pescara e del 76 per cento della Asl di Lanciano-vasto-chieti. Per quanto riguarda la casistica complessiva delle unità in questione, nel 2013 sono state conteggiate 24 dismissioni, 60 mila giornata di degenza, 9 mila accessi in day hospital. Il 60 per cento dei ricoveri è stato di tipo chirurgico ed il 40 per cento di tipo medico e la degenza media è stata di 3,6 giorni per i ricoveri associati a gravidanze e 4,1 per altri ricoveri.  
   
   
SANITÀ NEL LAZIO: PROROGA DEI CONTRATTI PER 2.700 LAVORATORI  
 
Roma, 19 novembre 2014 - Proroga dei contratti per 2.700 lavoratori della sanità del Lazio tra medici e infermieri degli ospedali di tutta la regione. Il blocco del turnover per la sanità laziale. Con il commissariamento determinato anni fa dal pianto di rientro dal maxi debito, la Regione è sottoposta al blocco del turnover, questo significa che per 100 dipendenti che vanno in pensione se ne possono assumere 15. Anticipati i tempi per la proroga dei contratti. In passato questa procedura veniva completata nell´ultimo giorno disponibile, il 31 dicembre. La Regione ha scelto di anticipare i tempi per garantire al meglio la continuità dei livelli essenziali di assistenza. “È un provvedimento importante per migliaia di operatori al quale aggiungo un altro importante impegno – è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: quando il Lazio uscirà dal commissariamento, ossia a fine 2015, riprenderà la stagione dei concorsi pubblici nella sanità regionale, fermi da oltre 10 anni. Stop alle proroghe, si torna alla normalità» - ha detto ancora Zingaretti.  
   
   
GRAND PRIX GINNASTICA, ASSESSORE TOSCANA: "ALTRI EVENTI SPORTIVI COME QUESTO IN ARRIVO"  
 
Firenze, 19 novembre 2014 – Il meglio della ginnastica internazionale a Firenze, il prossimo 22 novembre, al Mandela Forum. Il Grand Prix di Ginnastica Yomo Cup 2014, organizzato dalla Federginnastica, dal Comitato Regionale Fgi Toscana e da Studio Ghiretti & Associati, con il supporto operativo della società New Events e con il sostegno della Regione e del Comune di Firenze, è stato presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze. Insieme alla vicepresidente Stefania Saccardi sono intervenuti il presidente della Federazione Ginnastica d´Italia Riccardo Agabio e due atlete azzurre, Giorgia Campana e Carlotta Ferlito. "La politica della Regione in materia di sport - ha detto Stefania Saccardi - va sempre più nella direzione di firmare accordi con le varie federazioni per promuoverlo sul territorio e cercare di coinvolgere i giovani anche attraverso l´organizzazione di grandi eventi, come il Grand Prix di ginnastica. É grazie a questi accordi che manifestazioni così importanti sono arrivate in Toscana. E altre ne arriveranno. Un modo intelligente, a mio parere, di affidare la promozione dei valori legati allo sport passando, appunto, dall´organizzazione di eventi di livello internazionale, incentivando ragazzi e ragazze ad assistervi. Sono convinta – ha concluso la vicepresidente - che il pubblico sportivo di Firenze risponderà positivamente al richiamo di un evento così spettacolare, così come ha fatto in circostanze analoghe". Il Grand Prix è la manifestazione più importante organizzata dalla Federazione Ginnastica d´Italia che approda a Firenze, in virtù dell´accordo di collaborazione firmato insieme a Regione e Comitato regionale Coni lo scorso luglio. Accordo che ha come obiettivi, da un lato quelli di attrarre eventi e manifestazioni sportive in Toscana e qui radicarle e, dall´altro, di stringere rapporti sempre più stretti con le varie federazioni per utilizzare al meglio il patrimonio di impianti sportivi, promuovere lo sport di base, stili di vita salutari, l´etica e la lealtà e sfruttare la vocazione turistica del territorio.