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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Febbraio 2015
RIFORMA SALUTE, ASSESSORE LOMBARDIA NE SPIEGA I PUNTI SALIENTI  
 
Milano, 25 febbraio 2015 - "Credo proprio che il fatto che ci siano 4 proposte di legge depositate non debba certo rappresentare uno scandalo, ma un motivo in più perché si possa trovare la soluzione più corretta e più giusta in un ampio dibattito di carattere democratico finalizzato a trovare la soluzione migliore". Così ha sottolineato nel suo intervento il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani intervenuto, su delega del presidente Roberto Maroni, alla Tavola rotonda dal titolo ´Riforma del sistema socio sanitario lombardo dentro la costituzione della Città metropolitana´, che si è svolta presso la Camera del Lavoro di Milano. Il Futuro Della Sanità - Al dibattito, coordinato dal giornalista Paolo Nizzola, hanno preso parte numerose personalità del mondo sindacale, politico e sanitario, per fare il punto sul futuro della riforma del sistema sanitario della Lombardia. Il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia ha risposto a numerose domande affermando: "Ha fatto bene alla Lombardia la legge oggi vigente in sanità, perché abbiamo una sanità di eccellenza riconosciuta non solo da noi lombardi, ma anche a livello nazionale e internazionale". Cambiano I Bisogni - "In 18 anni i bisogni di salute sono profondamente mutati non solo per la società che cambia, ma anche perché è la medicina che cambia, la ricerca, le attrezzature, le tecnologie, l´innovazione. Quindi è naturale che ci sia l´aggiornamento di un sistema che in questi anni ha prodotto cose molto positive e che oggi ha bisogno di essere rivisto" ha proseguito Mario Mantovani, soffermandosi su uno dei problemi centrali della nostra sanità di domani: la cronicità. Il Problema Dell´invecchiamento - "Il tema della cronicità - ha spiegato ancora Mantovani - è fondamentale: io ho fatto parte del Parlamento europeo per 9 anni ed ero nella commissione sanità. Un osservatorio di grande rilievo. Era il ´99 e già si parlava del tema dell´invecchiamento dell´Europa. In Lombardia tra 15 anni avremo 3 milioni su 10 di persone con più di 65 anni. E un milione di persone con più di 80 anni. E´ chiaro che i bisogni di salute cambiano e, se non ci pensiamo oggi, rischiamo di arrivare impreparati: Milano è una delle città più vecchie del mondo dopo Tokio. Il 22 per cento dei milanesi è riconosciuto tra le persone anziane. Questo ci deve far riflettere. Dobbiamo essere pronti ad affrontare i nuovi bisogni di salute". Il Ruolo Degli Ospedali - "L´ospedale - ha aggiunto il vice presidente - dovrà essere più legato al territorio. Occorrerà infatti curare le persone nel momento acuto della malattia e poi offrire tutta una serie di servizi anche nella fase subacuta, post-acuta, riabilitativa, del reinserimento nella propria famiglia, nella propria società oppure in strutture adeguate". Città Metropolitana - L´assessore Mantovani ha parlato anche della Città Metropolitana: "Il territorio dell´area metropolitana è speciale, non perché migliore degli altri, ma perché ad ogni realtà corrisponde una specificità che è giusto riconoscere e valorizzare: tre Asl (Asl Milano, Asl Milano 1 e Asl Milano 2); un elevato numero di Aziende Ospedaliere pubbliche a cui si aggiungono quelle private (San Raffaele, Humanitas, Maugeri, ecc.); 24 poliambulatori pubblici; 104 Rsa con 13.142 posti letto e di questi 711 per Alzheimer; 16 Rsd per un totale di 694 posti; 41 Css (Centri Socio Sanitari per disabili) per ulteriori 329 posti; 6 Università pubbliche e private fra le più avanzate del Paese e diversi Centri di Formazione di alta specializzazione sanitaria". Punti Salienti Del Pdl - L´assessore alla Salute ha infine ricordato i punti salienti della proposta approvata dalla Giunta lo scorso 16 gennaio. "Si tratta di un percorso di innovazione che parte dalla concretezza, così come sono concreti i lombardi e che punta ad affrontare le attese e le speranze dei cittadini - ha concluso Mantovani - secondo un metodo di massimo confronto, pronti a costruire la sanità del futuro".  
   
   
ARCHIVIAZIONE DIGITALE DATI CLINICI, RISPARMIO PER SANITÀ LUCANA PRIMO BILANCIO PER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE SOSTITUTIVA RIGUARDANTE LA DEMATERIALIZZAZIONE DEI DATI CLINICI IN DIAGNOSTICA PER IMMAGINI  
 
Potenza, 25 febbraio 2015 - Primo bilancio per il progetto di Conservazione Sostitutiva promosso e avviato dalla Regione Basilicata in collaborazione col Dipartimento dei Servizi Diagnostici e Terapeutici dell’Ospedale San Carlo, riguardante la dematerializzazione dei dati clinici in diagnostica per Immagini delle aziende del servizio sanitario regionale. “L’innovativo sistema di It per Imaging Diagnostic, il cosiddetto Ris Pacs (Radiology Information System – Pictures Archiving and Communication System), arricchito del task di “archiviazione”, implementato dalla Regione Basilicata in collaborazione con i partner tecnologici, Aruba spa e Gmed srl – afferma Nicola A. Coluzzi, dirigente della Società dell’Informazione, ufficio responsabile del progetto – consente non solo di snellire i flussi informativi ma anche di rispondere alla crescente domanda di prestazioni in modo rapido ed economico. Il tutto sostituendo la produzione di pellicole con l’archiviazione digitale”. Ma entriamo nel merito dei costi di gestione. In precedenza, le immagini radiologiche dei pazienti ricoverati venivano archiviate sui server ospedalieri, mentre quelle relative ai pazienti esterni stampate su pellicola e consegnate. Nel primo caso si trattava di un tipo di conservazione non legale e che quindi andava completata con la conservazione delle pellicole. Considerando che il costo medio di una pellicola è di circa 2,20 euro e che per ogni esame si producono circa 4/5 pellicole, ne ricaviamo che il costo medio di un esame si aggira attorno ai 8,78 euro. Oggi con le possibilità offerte dal Ris Pacs, i documenti radiologici dei pazienti ricoverati vengono archiviati digitalmente. Si tratta di un tipo di archiviazione legale, che garantisce la salvaguardia dei principi di integrità e opponibilità verso terzi e che si attiene alle norme dettate dal Garante della Privacy. Ma a quanto ammonta il risparmio garantito dall’archiviazione digitale del Ris Pacs? A rispondere è Domenico Maroscia, direttore del Dipartimento dei Servizi Diagnostici e Terapeutici: “Nel 2014 le aziende ospedaliere lucane hanno prodotto 378.891 esami. Posto che il costo medio di ciascun esame è di circa 8,78 euro, ne deriva che la cifra che la sanità lucana avrebbe dovuto spendere per la stampa dei documenti radiologici è pari a 3.326.662 euro”. Aggiungendo il costo dell’investimento sull’infrastruttura, pari a 200mila euro l’anno, è possibile tirare le somme: la sanità lucana ha risparmiato in un anno 3.126.662 euro.  
   
   
EPATITE CRONICA C, COMMISSARIATO SANITÀ INDIVIDUA CENTRI PRESCRITTORI MEDICINALE “SOVALDI”. IN CAMPANIA 25 STRUTTURE AUTORIZZATE A PRESCRIVERE IL FARMACO  
 
 Napoli, 25 febbraio 2015 - Con decreto del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, commissario di governo per la Sanità, è stato approvato l’elenco dei centri autorizzati a prescrivere il farmaco “Sovaldi” (sofosbuvir) per la cura dell’epatite cronica C. Le strutture autorizzate sono complessivamente 25, di cui 3 ad Avellino, 1 a Benevento, 4 a Caserta, 12 a Napoli e 5 a Salerno. Il decreto attua la determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che ha determinato i termini di rimborsabilità del medicinale, stabilendo che lo stesso, che è stato classificato come farmaco innovativo, è soggetto a prescrizione medica limitativa, ed è vendibile al pubblico su prescrizione dei centri ospedalieri o di specialisti, ovvero internista, infettivologo, gastroenterologo. Ciascuna azienda sanitaria individua nominativamente per ogni centro un solo titolare dell’autorizzazione alla prescrizione, cui è affidata la responsabilità di validare la diagnosi e la prescrizione del farmaco. Il sofosbuvir sarà erogato in distribuzione diretta esclusivamente attraverso le farmacie dei centri individuati, a ciascuno dei quali è assegnata una quota provvisoria di 15 trattamenti completi, rideterminata ad un mese dall’adozione del provvedimento sulla base dell’effettivo carico di ciascun centro. Per assicurare il corretto monitoraggio della spesa, è stabilito che: gli ospedali individuati nell’elenco dei Cp potranno prescrivere il farmaco e ne saranno responsabili del corretto utilizzo; l’erogazione del farmaco, per quanto riguarda gli ospedali Villa Betania e Fatebenefratelli di Napoli, sarà effettuata per il tramite delle farmacie individuate dall’Asl Napoli 1 Centro; la compensazione interregionale della mobilità sanitaria è subordinata al riconoscimento della preventiva autorizzazione rilasciata dal Cp competente. Analogamente, la Regione Campania subordina i trattamenti ai residenti in altre regioni all’acquisizione dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione di provenienza. L’epatite cronica C rappresenta un problema sanitario di livello nazionale. In Italia si stimano circa 1 milione e mezzo di persone affette da infezione cronica. In Campania i soggetti portatori di infezione da Hcv sono circa 200.000; l’infezione da Hcv rappresenta la causa più importante di epatopatia, in quanto è riscontrabile nel 62% delle epatiti croniche e nel 73% degli epatocarcinomi.  
   
   
SANITÀ, MARONI: STIAMO ABOLENDO LISTE D´ATTESA CON ´AMBULATORI APERTI´  
 
Milano, 25 febbraio 2015 - "Stiamo intervenendo molto profondamente per risolvere il problema delle liste di attesa. Vogliamo abolirle attraverso l´operazione ´Ambulatori aperti´, che permette di fare gli esami tutte le sere fino alle 22, il sabato e la domenica: abbiamo messo importanti risorse come Regione Lombardia per questa operazione che sta funzionando, proprio perché vogliamo eliminare le liste di attesa e lo stiamo facendo". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo in diretta alla trasmissione televisiva di Telelombardia ´Orario continuato´.  
   
   
DEMENZE, LA REGIONE MARCHE RECEPISCE LE LINEE GUIDA NAZIONALI: 30 MILA I MARCHIGIANI MALATI.  
 
Ancona, 25 febbraio 2015 - Le Marche hanno recepito le indicazioni del Piano nazionale demenze, come concordato nell’ambito della Conferenza Stato Regioni. La Giunta ha approvato le linee di indirizzo regionali per migliorare la qualità e l’appropriatezza degli interventi assistenziali. Disposizioni che verranno attuate dalla “rete” dedicata già presente sul territorio, composta da 14 Unità di valutazione Alzheimer, una per ogni distretto sanitario e una all’Inrca di Ancona, più due Centri di riferimento clinico (uno presso gli Ospedali Riuniti di Ancona e un altro presso quelli di Marche Nord). Sono strutture che coordinano le varie competenze specialistiche, non solo mediche e sanitarie, presenti nei distretti e nei servizi ospedalieri e che ora uniformano la loro attività alle indicazioni del Piano nazionale demenze. “La demenza è una delle principali cause di disabilità e di disagio sociale – evidenzia l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani – Rappresenta una priorità assistenziale la cui rilevanza, soprattutto in termini di costi sociali, è destinata ad aumentare nei prossimi anni a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, associato all’aumento dell’aspettativa di vita”. La regione Marche è una tra le più longeve d’Italia, con una prevalenza di 22,9% della popolazione oltre i 65 anni sul totale di quella residente. Stime effettuate parlano di circa 30 mila marchigiani ultra65enni affetti da demenza. Il Piano nazionale fornisce indicazioni per la promozione e il miglioramento degli interventi nella gestione della malattia, lungo tutto il percorso di cura e assistenza. Quattro gli obiettivi da raggiungere su tutto il territorio nazionale: uniformità degli interventi sanitari e sociosanitari; creazione di una rete integrata per la demenza; appropriatezze delle cure; miglioramento della qualità di vita. È prevista l’attivazione di un tavolo di confronto tra ministero della Salute e Regioni, con la collaborazione scientifica dell’Istituto superiore di sanità e dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Ai lavori parteciperanno anche le associazioni nazionali dei familiari dei pazienti. Alcuni dati sulle demenze: in Italia, la prevalenza delle demenze, considerata in tutte le sue forme, viene stimata attorno all’8% nella popolazione al di sopra dei 65 anni di età e raddoppia ogni cinque anni, fino a interessare circa il 40% degli ultraottantenni. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2010, vi erano circa 36,5 milioni di persone, nel mondo, affette da demenza ed è prevedibile un raddoppio ogni 20 anni: si stima, quindi, che la prevalenza raggiunga circa 65,5 milioni nel 2030 e 115,4 milioni nel 2050 (Who, 2012). La malattia di Alzheimer è la più frequente tra le cause di demenza (circa il 60%) e il numero stimato di pazienti con Alzheimer, nella popolazione italiana, è pari a 600 mila, con una popolazione di persone con demenza pari a 1 milione. Circa 300 mila sono gli italiani, direttamente o indirettamente, coinvolti nell’assistenza delle persone malate.  
   
   
INFEZIONI OSPEDALIERE. LA SITUAZIONE IN LIGURIA  
 
Genova, 25 Febbraio 2015 - Infezioni ospedaliere, la Regione Liguria fa il punto sull´esperienza nostra Regione nel del 2014 in tema di prevenzione e controllo. Se ne è parlato martedì 24 febbraio nel pomeriggio nella sede della Regione Liguria in un seminario organizzato dall´Agenzia regionale sanitaria e l´assessorato alla Sanità con medici, esperti, dirigenti della sanità, e il vicepresidente e assessore alla Salute della Regione Liguria Claudio Montaldo. Le infezioni correlate all´assistenza rappresentano attualmente una priorità assoluta per la Sanità pubblica. "Le infezioni correlate all´assistenza rappresentano attualmente una priorità assoluta per la sanità pubblica. L´effetto della progressiva introduzione di nuove tecnologie e procedure sanitarie invasive e l´aumento di ceppi batterici resistenti, causati dall´inappropriato e frequente utilizzo di antibiotici, ha contribuito negli ultimi anni ad aumentare i casi di "infezioni correlate all´assistenza , interessando sia i Paesi industrializzati che i Paesi in via di sviluppo", spiega l´assessore alla Salute Claudio Montaldo che come Liguria ha promosso una commissione di indagine ad hoc per il controllo di tutte le strutture ospedaliere e residenze anziane del territorio che con i loro operatori "devono affrontare il problema con grande impegno e responsabilità, a cominciare dall´uso dei guanti da parte degli operatori e dei medici, dal rispetto dei protocolli per gli interventi in sala operatoria fra un intervento e l´altro, all´isolamento dei pazienti colpiti da infezione", ha detto l´assessore. In Italia si stima che Il numero di infezioni correlate a pratiche sanitarie sia compreso tra il 5 e l´8%; ogni anno si verificano circa 450-700 mila infezioni (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi) e nell´1% dei casi si stima che esse siano la causa diretta del decesso del paziente (dati Istituto Superiore di Sanità, 2009). Il 30% delle infezioni ospedaliere è potenzialmente evitabile con l´adozione di misure preventive efficaci. La situazione è oggi particolarmente preoccupante, in quanto ulteriormente aggravata dal sempre più frequente isolamento di ceppi batterici resistenti agli antibiotici ad oggi disponibili. Il costante incremento della presenza di Enterobatteri resistenti ai carbapenemi (classe di antibiotici ad ampio spettro d´azione) suscita allarme a livello mondiale, in grado di mettere in crisi i sistemi sanitari e ciò in relazione alle severe implicazioni cliniche, di sanità pubblica ed economiche. In particolare, si calcolano elevati tassi di mortalità, pari al 20-30% arrivando sino al 70% in particolari soggetti. Il nostro Paese nel contesto europeo si contraddistingue per un elevato tasso di infezioni invasive sostenute da Klebsiella pn. Carbapenemi resistenti (34.7%): ciò colloca l´Italia al penultimo posto nella speciale graduatoria, alle spalle della Grecia. Nel periodo Marzo 2013 – Gennaio 2015, in Liguria sono stati notificati 288 casi di batteriemie prevalentemente sostenute da Klebsiella Pneumoniae. I casi erano riferiti essenzialmente (39%) a soggetti ricoverati presso reparti di terapia intensiva. Nel corso del seminario è stato fatto un aggiornamento sugli esiti dei lavori della Commissione tecnico-scientifica per la valutazione delle attività di gestione del rischio clinico presso l´Ircss A.o.u San Martino- Ist e nell´intera rete ospedaliera regionale. Lavori che comprendono sia la riorganizzazione delle attività di prevenzione e controllo delle infezioni ospedaliere , sia la stesura di un Protocollo regionale per la Gestione di Enterobacteriaceae resistenti ai carbapenemi nelle strutture sanitarie.  
   
   
VACCINO ANTIHPV ANCHE PER MASCHI. VENDOLA:"BUONA MEDICINA SI FA CON PREVENZIONE"  
 
 Bari, 25 febbraio 2015 - “Noi siamo di fronte a un virus cattivo, che ha conseguenze devastanti sulla salute delle donne, in termini di carcinoma del collo dell’utero, il Papilloma Virus, e anche per gli uomini, causando il carcinoma del faringe”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola presentando ieri mattina, insieme all’Assessore Regionale per le Politiche della Salute Donato Pentassuglia, il nuovo calendario vaccinale, esempio per molte altre regioni italiane, che comprende il vaccino contro il virus dell’Hpv anche per i maschi. “Noi - ha continuato il Presidente Vendola – già dal 2008 abbiamo fatto partire una campagna di screening sulle adolescenti che ha incontrato l’attenzione e il favore delle famiglie pugliesi. Ora, tutti i ragazzini maschi di dodici anni saranno chiamati dalle Asl per essere sottoposti al vaccino anti papilloma virus. È un vaccino che bonifica l’organismo del ragazzino per tutta la vita da qualunque rischio di permeabilità a un virus molto cattivo”. “Per noi – ha concluso Vendola – la buona medicina si fa innanzitutto con la prevenzione, si fa insieme alle famiglie, si fa con gesti di responsabilità. Vaccinare un bambino è un piccolo fastidio che può evitare calvari e alla sanità pubblica può scongiurare esborsi di denaro in rincorse disperate per dare salute quando ormai è troppo tardi”. Hanno partecipato alla conferenza stampa Michele Conversano, Past President Siti e Direttore Dipartimento Prevenzione Asl Taranto, Domenico Lagravinese, Direttore Dipartimento Prevenzione Asl Bari, Cinzia Germinario, Direttore Osservatorio Epidemiologico Regione Puglia e Ruggero Piazzolla, Segretario Regionale Fimp Puglia Nota della Società Italiana di Igiene La Regione Puglia lancia una campagna ambiziosa che mira a debellare l’Hpv, il virus responsabile di tumori come il carcinoma del collo dell’utero nella donna e del faringe nell’uomo. Dopo il successo dell’iniziativa rivolta nell’ultimo biennio alle giovani donne nel dodicesimo e nel venticinquesimo anno di età, ora ha deciso di estendere anche ai maschi l’offerta attiva e gratuita del vaccino anti-Hpv, offrendo a tutti gli adolescenti, nel corso del dodicesimo anno di vita, lo scudo contro un agente insidioso che, a distanza di molti anni dalla prima infezione, può avere conseguenze devastanti. Tutti i ragazzi nati nell’anno 2003 saranno invitati dai Pediatri di libera scelta e in tutte le scuole dai Dipartimenti di Prevenzione della Asl pugliesi a cogliere questa grande occasione per debellare un nemico che oggi ha una diffusione vastissima. La vaccinazione contro l’Hpv infatti, oltre a prevenire il cancro della cervice uterina, previene altri tumori maligni (oro-faringe, apparato genitale, ultimo tratto dell’intestino) che per circa un terzo sono a carico del maschio. L’italia è stato il primo Paese europeo a pianificare una strategia di vaccinazione pubblica contro il Papilloma virus. Nel 2007 sono stati immessi sul mercato italiano due vaccini per la prevenzione delle infezioni da Hpv. Un vaccino, quadrivalente, che protegge dai genotipi Hpv 6, 11, 16 e 18 ed un altro vaccino bivalente che protegge esclusivamente dai genotipi 16 e 18. Nel tempo sono venute alla luce nuove evidenze scientifiche, sia in riferimento alle varie patologie correlate alle infezioni da Hpv, sia in relazione alle cure e alle possibilità di prevenzione. Da una visione univoca che associava la presenza del virus Hpv unicamente al possibile sviluppo del cancro del collo dell’utero, si è giunti a scoprire numerose altre patologie che possono essere correlate a questo virus tanto nella popolazione femminile quanto in quella maschile.  
   
   
CAMPANIA: CURE PRIMARIE, NEL PROSSIMO MESE INTESA CON PEDIATRI  
 
Napoli, 25 febbraio 2015 - Prosegue con celerità il lavoro della Struttura Commissariale alla Sanità per l’organizzazione sul territorio delle cure primarie. Dopo la firma dell’intesa con gli Ordini dei Medici delle cinque province della Campania, si sta definendo lo schema di accordo che sarà negoziato nel prossimo mese con la Fimp, la federazione dei medici pediatri. Nel frattempo, le Asl sono chiamate nei prossimi 60 giorni a predisporre i piani aziendali che individueranno le 250 Unità complesse da costituire sul territorio regionale, piani che saranno sottoposti all’approvazione definitiva della Regione.  
   
   
SANITÀ: IL RISPARMIO CHE NON C’È  
 
Milano, 25 febbraio 2015 – Presentato al convegno “L’impatto economico per il servizio sanitario sull’autocontrollo glicemico domiciliare”, organizzato a Milano sotto l’egida di Diabete Italia, con il patrocinio della Regione Lombardia, lo studio “Il costo della distribuzione diretta di sistemi di automonitoraggio della glicemia: un modello di analisi economica”, realizzato dal Dipartimento di scienze del farmaco dell’Università degli studi di Pavia in collaborazione con la società di ricerca S.a.v.e. Studi Analisi Valutazioni Economiche di Milano e la consulenza di specialisti dell’Asl 3 Genovese. “I risultati del nostro studio - spiega Giorgio Lorenzo Colombo, farmacoeconomista del Dipartimento Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia, che ha guidato il gruppo di lavoro - indicano che il risparmio di costi per la distribuzione diretta può assumere un’entità estremamente variabile, in funzione del tempo necessario all’avvio dell’esito di gara e alla sua implementazione, nonché al tasso di sostituzione dei glucometri. Inoltre, sulla base delle nostre valutazioni, che non tengono peraltro conto dei costi indiretti, che potremmo definire sociali, sostenuti dalla persona con diabete in termini di spese e tempo per recarsi al punto di distribuzione, crediamo che questa strada non sia economicamente efficiente né sostenibile”. Il modello di analisi economica applicato dalla ricerca valuta una popolazione di 100.000 assistiti con diabete, di cui 5.000 considerati a elevato consumo di strisce reattive per l’automisurazione della glicemia (consumo medio pari a circa 5 strisce al giorno ossia 1.825 strisce per anno) e 95.000 classificati come assistiti standard (consumo medio pari a 1 striscia ogni 2 giorni: 186 strisce per anno). Nella situazione ipotetica di distribuzione diretta, si applica un costo di acquisto per striscia, in seguito a gara aggiudicata al massimo ribasso, pari a 0,20 euro alla quota di 95.000 assistiti standard. A questi costi vengono sommati il costo del personale per la gestione delle fasi di acquisizione e di immagazzinamento dei prodotti e per le operazioni di competenza distrettuale, il costo per la distribuzione dei prodotti e le attività per la sostituzione dei glucometri e per l’educazione all’utilizzo del nuovo strumento. L’arco temporale oggetto della simulazione è di 48 mesi. “Nella situazione ipotetica, quanto non realistica, di riuscire a sostituire i glucometri tutti insieme, il costo di sostituzione e distribuzione diretta si attesterebbe a 28.736.000 euro nei 4 anni, in media 7.184.000 euro l’anno. Invece, nell’ipotesi di sostituzione al tasso del 25% ogni anno, cioè sostituzione completa in 4 anni, il costo complessivo sarebbe pari a 35.804.000 euro, in media 8.950.000 euro l’anno. Nell’ipotesi più favorevole, basata su un ritmo di sostituzione dei glucometri pari al 50%, ossia completa sostituzione in 2 anni, il costo è pari 32.270.000 euro, per un costo medio annuale di 8.070.000 euro”, dice Colombo. “Nello stesso lasso di tempo di un anno, ipotizzando di risparmiare - come nel nostro esempio - 0,20 euro per ogni striscia, avendone ridotto il costo da una media di 0,40 a 0,20, otterremmo una minor spesa di poco superiore ai 3,5 milioni - prosegue Colombo - meno di quanto si andrebbe a spendere in realtà per tutta l’operazione. Dove sta la convenienza?” “L’autocontrollo glicemico è un atto di cura, essenziale per il buon compenso delle persone con diabete. È finalizzato a prevenire, rallentare o bloccare le complicanze d’organo, ridurre il peso della cronicità, migliorare la qualità di vita dal punto di vista fisico, psichico e sociale, ridurre i ricoveri ospedalieri e gli accessi al Pronto soccorso e nel contempo garantire la sostenibilità economica di diagnosi e cura della malattia diabetica da parte del Sistema sanitario”, dichiara Salvatore Caputo, Presidente Diabete Italia. “Da tempo sosteniamo che sia un errore pensare di sostituire forzatamente i glucometri alle persone con diabete, indicendo gare per la fornitura di uno, due o anche alcuni strumenti. Il rapporto che bambini, adolescenti, adulti, anziani, donne in gravidanza, ognuno con percorsi individuali di cura, hanno con lo strumento per misurare la glicemia che il diabetologo ha consigliato, è consolidato e affidabile. Ciascuno di noi utilizza lo strumento più adeguato alle proprie conoscenze tecnologiche e al percorso di cura e viene istruito su come utilizzarlo al meglio. È assurdo pensare di sostituirlo di volta in volta a seconda del dispositivo che si aggiudica la gara”, gli fa eco Egidio Archero, Vicepresidente Diabete Italia. “Esiste un rischio clinico connesso al cambio dello strumento di misurazione della glicemia, in quanto ciò potrebbe facilmente causare un aumento di errori soprattutto fra gli anziani. Ora, emerge chiaramente anche la mancanza di una ragione economica. Non sarà un caso se Paesi a noi vicini come Francia, Germania e Gran Bretagna hanno deciso di non ricorrere alle gare pubbliche per l’approvvigionamento degli strumenti per l’autocontrollo della glicemia a domicilio”, conclude Caputo. La soluzione: l’individuazione, come peraltro previsto dal Patto per la Salute, di forme alternative alla gara e tese alla definizione di una tariffa di riferimento correlata alle diverse tipologie di strumenti, da quelli più semplici a quelli tecnologicamente avanzati. “Una soluzione che garantisce accuratezza analitica e clinica, appropriatezza, continuità terapeutica, personalizzazione, qualità delle cure ed effettivo risparmio per il Servizio sanitario”, chiosa Archero.  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO:D´ALFONSO AI MANAGER ASL,STOP PROROGHE AI CONTRATTI IL COMMISSARIO, UNA VERGOGNA ASSENZA DEL FASCICOLO SANITARIO  
 
Pescara, 25 febbraio 2015 - Giro di vite del commissario ad acta per la sanità, Luciano D´alfonso, su proroghe ed estensioni contrattuali per l´acquisto di beni e servizi ad opera delle Asl. D´alfonso ha anche definito "una vergogna" l´assenza del fascicolo sanitario nei presidi ospedalieri, perchè "non consente all´utente abruzzese il diritto alla piena conoscibilità dell´offerta sanitaria".Chiedo “ ha aggiunto D´alfonso rivolgendosi ai manager Asl “ che si cancelli l´istituto della proroga per far prevalere la stazione appaltante e la qualità organizzativa, per ottenere straordinarie economie. Il vostro atteggiamento deve essere adulto e collaborativo". Nel quadro delle necessità di controllare la spesa sanitaria ma, allo stesso tempo, di rendere più efficace ed efficiente la filiera dell´offerta sanitaria, il Presidente, nei giorni scorsi, ha sospeso le procedure per l´acquisto di bene e servizi convocando per stamattina, nella sede di Viale Bovio, i vertici della aziende sanitarie, il responsabile del Dipartimento Sanità e il commissario dell´Agenzia sanitaria regionale. Ai manager delle Asl, il Presidente ha chiesto di consegnare a breve, anche alla luce delle prescrizioni del Piano operativo, che prevede il monitoraggio semestrale dei dati sulle gare, un quadro sinottico che contenga le informazioni sulla tipologia degli acquisti, i soggetti con i quali si contrattualizza e la loro storia, con particolare attenzione anche alle norme di salvaguardia rispetto alla presenza di contenziosi, il numero ed il valore economico delle proroghe, l´importo complessivo dei contratti per ciascuna singola Asl, chiedendo anche di incentivare un lavoro "virtuoso e sartoriale" sui capitolati, sempre nell´ottica di garantire l´interesse pubblico e dell´utenza. Contestualmente, il Presidente ha chiesto di "rendere ricostruibile e conoscibile, con una piattaforma digitale, cosa accade in ogni presidio sanitario perché sulla qualità delle performance rese all´utenza ci possa essere un giudizio oggettivo e implacabile". Intanto, già durante l´incontro odierno, i manager sono stati invitati dal Presidente a riferire sugli acquisti storicizzati e sulla situazione contrattualistica ed è emerso, per esempio, che nella Asl di Teramo ci sono 12 contratti in proroga, di cui uno perdurante da dieci anni, per un ammontare complessivo di 40 milioni di euro; 18 sono invece quelli in proroga alla Asl dell´Aquila, per un ammontare di 30 milioni di euro; 6 sono le posizioni critiche nella Asl di Chieti. Proroghe totalmente azzerate, invece, nella Asl di Pescara, se si fa eccezione di 10 proroghe tecniche su gare già avviate. Nell´obiettivo di migliorare la capacità di spesa della Pubblica amministrazione, di velocizzare e traguardare gli intendimenti programmatici del Governo regionale, D´alfonso ha anche anticipato di insediare presto la figura del commissario realizzatore, annunciando infine, tra una settimana, una nuova convocazione dei manager alla presenza del direttore generale del Ministero della Salute, Alberto Mario Botti, per "impiantare una soggettività che si occupi di procedure di acquisto di beni e servizi".  
   
   
ARRESTI ASL TO1 E SAN LUIGI, ASSESSORE REGIONE: LA SVOLTA NELLA SANITA´ PIEMONTESE CI SARA´ SOLO CON LE NUOVE NOMINE DEI VERTICI DELLE AZIENDE SANITARIE. SCONTIAMO LA DECISIONE SCELLERATA DI ABOLIRE IL SERVIZIO ISPETTIVO  
 
Torino, 25 febbraio 2015 - “La sanità del Piemonte potrà vedere una vera svolta solo quando potremo nominare i nuovi direttori delle aziende (prorogati dalla giunta Cota fino al 30 aprile 2015 ) e di conseguenza i direttori sanitari ed amministrativi, tutte figure che saranno scelte non per lottizzazione o meriti politici, ma esclusivamente per competenze professionali”. Lo ribadisce l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta commentando amareggiato in Aula le notizie dello scandalo e degli arresti per turbativa d’asta all’Asl To1 e al San Luigi di Orbassano. “Mi chiedo se i direttori amministrativi delle aziende sanitarie regionali coinvolte in questo gravissimo episodio abbiano mai svolto il loro dovere di verificare gli appalti e le forniture dei loro uffici tecnici, se abbiamo mai avvertito la responsabilità dei loro incarichi di vertice. Sono costretto a dubitarne, purtroppo. Per questo in assessorato, insieme alle procedure innovative per selezionare i futuri nuovi direttori delle aziende sanitarie, stiamo anche lavorando per avviare contestualmente l’attività di un vero e proprio servizio ispettivo, una struttura che abbia come competenza il controllo sugli atti amministrativi e sulle procedure”. “C’è un problema complessivo che investe il sistema delle gare d’appalto – prosegue l’assessore Antonio Saitta - e la trasparenza e la correttezza degli atti delle aziende sanitarie sono indispensabili per la gestione della sanità del Piemonte. Purtroppo oggi paghiamo ancora lo scotto delle decisioni scellerate dell’allora assessore Paolo Monferino che volle abolire proprio gli uffici dell’assessorato che si occupavano di controllare bilanci e appalti delle aziende sanitarie”. “Non solo abbiamo cambiato metodo rispetto al passato nella selezione dei direttori generali – conclude l’assessore Saitta – ma non si ripeterà la pessima abitudine che vedeva anche la nomina dei direttori amministrativi e sanitari frutto di un’intesa politica. Posso garantire che nessuno chiederà o suggerirà le nomine da farsi ai futuri direttori generali, che avranno una responsabilità piena e completa nella scelta dei vertici aziendali”.  
   
   
LOMBARDIA: RIDURRE SPERIMENTAZIONI CON ANIMALI  
 
Milano, 25 febbraio 2015 - "Nell´ottica di una sempre maggiore sensibilità ed attenzione nei confronti degli animali, questo progetto di legge, ponendosi l´obiettivo di recepire quanto previsto dalla nuova disciplina in materia di sperimentazione animale (introdotta con il d.Lgs. 26/2014) interviene promuovendo lo sviluppo di metodi alternativi a tutela degli animali utilizzati nelle procedure scientifiche e, laddove questo sia inevitabile, punta comunque a ridurre al massimo l´attività di sperimentazione". E´ quanto ha dichiarato il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, intervenendo in Aula nel corso della discussione sul progetto di legge n. 50: "Norme in materia di protezione degli animali utilizzati ai fini di ricerca e sperimentazione e di promozione dei metodi alternativi". Il Pdl è stato votato e approvato dal Consiglio Regionale di Palazzo Pirelli. In Difesa Degli Animali - L´assessore alla Salute ha inoltre posto in evidenza che "Negli ultimi decenni si è registrato un aumento della sensibilità nei confronti degli animali, che stanno assumendo un posto sempre di maggior rilievo nel contesto della nostra società. In particolare - ha continuato Mantovani - è anche cresciuta la consapevolezza di volere salvaguardare la salute ed il benessere, sia degli animali d´affezione, sia di quelli che ancora oggi vengono utilizzati per la sperimentazione scientifica". "La strada intrapresa da Regione Lombardia pertanto - ha aggiunto il Vice Presidente lombardo - va nella direzione di una sempre maggiore attenzione verso gli animali con la promozione di progetti per la loro salvaguardia, la loro salute ed il loro rispetto". Una Rete Di Ricerca Regionale - L´assessore alla Salute ha quindi ricordato l´importanza di sviluppare un confronto fondato su basi scientifiche tra i diversi orientamenti in materia di sperimentazione animale e all´interno di questo contesto, ha evidenziato il ruolo centrale dell´Istituto zoo profilattico, del mondo e degli enti di ricerca pubblici e privati "così - ha detto Mantovani - da arrivare a costruire attorno a questo argomento una vera e propria rete di ricerca a livello regionale". Il Ruolo Dell´istituto Zooprofilattico - Il vice Presidente Mario Mantovani ha concluso il suo intervento sottolineando l´importante funzione dell´Istituto Zooprofilattico in ambito formativo: "Questa è una struttura d´eccellenza e nell´ambito di questo progetto di legge viene indicato come centro di riferimento a livello nazionale per metodi alternativi, benessere e cura degli animali".  
   
   
BANCO FARMACEUTICO. SUCCESSO IN VENETO CON 30.200 DONAZIONI. COLETTO CONSEGNA I 10.178 FARMACI DONATI DAI VERONESI: “MOMENTO DIFFICILE, GENEROSITA’ ANCORA PIU’ BELLA”  
 
Venezia, 25  febbraio 2015 - Sono state consegnate a 26 enti socio assistenziali le 10.178 confezioni di medicinali donate dai cittadini nella Giornata di raccolta del Farmaco svoltasi il 14 febbraio in 113 farmacie di Verona e provincia. Lo straordinario risultato che ha superato del 8,9% quello del 2014 quando i farmaci raccolti furono 9.338, consentirà alle associazioni no profit del territorio veronese di curare decine di migliaia di persone bisognose. In tutto il Veneto sono stati raccolti 30.200 farmaci con un lieve incremento rispetto all’anno scoro e in linea con la media della raccolta nazionale. Le farmacie aderenti sono state 372 con un incremento del 5% sul 2014. In tutta Italia, invece, sono stati donati 360.000 farmaci in 3.673 farmacie aderenti alla Fondazione Banco Farmaceutico onlus, dislocate in 97 province e oltre 1.200 comuni.La consegna dei farmaci “veronesi” è avvenuta nella sede di Federfarma Verona alla presenza, tra gli altri, di Luca Coletto, assessore alla Sanità della Regione Veneto, Matteo Vanzan, referente veneto del Banco Farmaceutico, Michele Lonardoni, responsabile veronese Enti del Banco Farmaceutico, Massimo Galli Righi presidente Agec, Germano Montolli, responsabile Assofarm Veneto, Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona. “I veneti sono davvero generosi e anche nella Giornata di raccolta del Farmaco si è visto che non hanno certo girato la testa dall’altra parte, nonostante la crisi non accenni a diminuire – ha sottolineato Coletto -, ma hanno compreso il senso della donazione perché sono tanti e troppi i nostri corregionali che non ce la fanno più a sostenere molte spese compresa quella dei farmaci. Grazie anche alle farmacie che sono sempre presenti sul territorio h24 e per 365 giorni l’anno offendo un servizio sociale oltreché sanitario, anche nelle zone a bassissima densità abitativa della nostra regione”. “Siamo davvero contenti – ha detto Matteo Vanzan, delegato della Fondazione Banco Farmaceutico di Verona – della risposta dei nostri concittadini all’emergenza della povertà sanitaria. Ancora una volta hanno dimostrato il grande cuore che li contraddistingue. Il nostro impegno è quello di riuscire a raccogliere un numero sempre maggiore di farmaci, per rispondere sempre più efficacemente alle richieste degli enti con noi convenzionati”. Secondo Marco Bacchini, “La profonda riconoscenza degli enti assistenziali al momento della consegna dei farmaci è motivo di sprone per tutti coloro che partecipano alla grande macchina socio sanitaria della Giornata di raccolta del Farmaco. E proprio pensando all’anno prossimo auspico fin da ora un ulteriore incremento del bacino di utenza perché è solo aumentando il numero di farmacie sul territorio (quest’anno la partecipazione delle farmacie scaligere è stata del 9% in più rispetto al 2014) che si può sperare in momenti di crisi di mantenere o accrescere, così come è accaduto a Verona, il numero di farmaci da destinare alle persone in stato di povertà”. La Giornata di raccolta ha goduto del patrocinio del Comune di Verona, della Provincia di Verona e della Regione Veneto ed è realizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus in collaborazione con Federfarma e Cdo Opere Sociali e si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio di Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), Pubblicità Progresso e grazie al sostegno di Assosalute (Associazione nazionale delle industrie farmaceutiche dell’automedicazione), Fofi (Federazione Ordini Farmacisti Italiani), Fondazione Telecom Italia, Eg Eurogenerici, Teva Italia, e grazie al supporto dei media partner di Avvenire, di Tv2000 e alla collaborazione della testata nazionale del Tgr e del Segretariato Sociale Rai.