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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Giugno 2014
BEI SOSTIENE L´ESTENSIONE DELLA RETE DI TRASPORTO DEL GAS DELLA POLONIA  
 
Lussemburgo, 19 giugno 2014 - La Banca europea per gli investimenti (Bei) presta 410 milioni di Pln (98 milioni di euro) al gestore di trasporto del gas polacca Gaz-system Sa per l´espansione di un gasdotto nella Polonia occidentale, da Lwówek a Odolanów. Questo progetto, con un finanziamento totale approvato di 500 milioni di zloty (120 milioni di euro), rafforzerà il corridoio del gas dell´Ue Nord-sud e il collegamento a fonti alternative di approvvigionamento di gas. La costruzione del Lwówek - gasdotto Odolanów è fondamentale per migliorare la sicurezza, l´affidabilità e la flessibilità del funzionamento del sistema di trasporto del gas in Polonia e nei paesi limitrofi. Si cercherà di soddisfare per un migliore coordinamento e l´affidabilità della rete, così come eliminare le strozzature nel sistema. Il gasdotto offrirà la possibilità di trasportare un aumento dei volumi di gas a livello nazionale, anche dal terminale Gnl a Swinoujscie, attraverso il sistema di trasmissione polacca, ai confini con la Repubblica ceca, la Slovacchia e l´Ucraina. Il Lwówek - gasdotto Odolanów avrà un diametro di 1000 mm ed una lunghezza di ca. 170 km. La sua costruzione dovrebbe essere completata entro il 2017. László Baranyay, Vicepresidente della Bei responsabile per i prestiti in Polonia, ha dichiarato: "La Bei, la banca dell´Unione europea, promuove fortemente la diversificazione e la sicurezza dell´approvvigionamento energetico. Abbiamo quindi con particolare favore questo accordo con Gaz-system, come il progetto aggiungere capacità e robustezza al sistema di trasporto del gas polacco esistente e consentire una migliore connettività a nuove forniture di gas. Insieme ad altri progetti precedentemente finanziati dalla Banca in Polonia, questo segna un passo importante verso una migliore sicurezza dell´approvvigionamento energetico in Europa. Allo stesso tempo, questo prestito conferma il contributo della Bei alla modernizzazione del settore energetico polacco, necessaria per il successo dello sviluppo economico del paese ". Jan Chatham, Presidente del Consiglio di Gaz-system Management, ha commentato: "Questo è un altro finanziamento in project concesso alla Gaz-system dalla Bei per attuare progetti di investimento che non sono solo la chiave dal punto di vista del nostro paese, ma anche giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo della rete del gas integrata in Europa. La Bei sostiene pertanto il nostro obiettivo comune di migliorare la sicurezza energetica europea, basandosi sui principi di solidarietà e comunità di obiettivi economici ". Questo progetto è una continuazione della cooperazione di successo della Bei con Gaz-system. Compreso l´operazione in corso, la Banca ha messo a disposizione tre prestiti alla società un totale di circa 405 milioni di euro per sostenere gli investimenti per l´espansione della rete del gas polacco, tra cui diverse sezioni del sistema di trasporto del gas naturale nel nord-occidentale e centrale la Polonia e la costruzione del terminale Gnl in Świnoujście. Prestito della Banca fornisce ad alto valore finanziario aggiunto Gaz-system mettendo a disposizione risorse finanziarie a lungo termine a costi di finanziamento più basso.  
   
   
SETTIMANA EUROPEA DELL´ENERGIA SOSTENIBILE 2014  
 
Venezia, 18 giugno 2014 - Dal 21 al 29 giugno 2014 si tiene la Settimana Europea dell´Energia Sostenibile tra Venezia-mestre e San Donà di Piave. Il ciclo di appuntamenti ed eventi è giunto ormani al quarto anno ed è in linea con quello centrale di Bruxelles. Tutto rigorosamente ad ingresso libero e gratuito. Verranno messi in luce esperienze a livello locale e nazionale, problemi aperti, buone pratiche e le novità per informare i cittadini sui vari impatti che l´efficienza energetica e le fonti rinnovabili hanno sulla vita di tutti. Centinaia gli eventi "Energy Day" organizzati in diverse città europee, con il coinvolgimento dei maggiori operatori del settore delle energie rinnovabili e dell´efficienza energetica. Obiettivo: diffondere le migliori pratiche, ispirare nuove idee e favorire attività di networking nel campo dell´efficienza energetica e delle fonti di energia rinnovabili. Vai al sito ufficiale europeo http://eusew.Eu/  Per il quarto anno consecutivo, l´evento veneziano si è confermato come il ciclo di appuntamenti più importante d’Italia e secondo in Europa solo a quello di Bruxelles tra le centinaia in tutta Europa. Dal 2012 Europe Direct del Comune di Venezia partecipa direttamente all´organizzazione dell´evento veneziano con la presenza nei convegni ed incontri, negli stand informativi a Mestre, con la distribuzione di materiali istituzionali dell´Unione europea. Il programma della Manifestazione e delle scorse edizioni può essere consultato sui siti www.Nordestsudovest.org  e www.Eusew.eu    
   
   
PETROLIO IN BASILICATA, ISTITUITA UNA COMMISSIONE SPECIALE  
 
Potenza, 18 giugno 2014 - Il Consiglio regionale ha deciso ieri all’unanimità di istituire una Commissione speciale “con il compito di studio, valutazione ed elaborazione di proposte sullo stato di attuazione degli accordi sottoscritti ed utilizzazione delle royalties petrolifere”. La proposta era stata oggetto di un ordine del giorno, proposto dai consiglieri Cifarelli, Giuzio (Pd), Romaniello (Sel), Galante (Ri), Bradascio (Pp) e Pietrantuono (Psi) ed approvato il 22 aprile dal Consiglio regionale insieme alla legge sul “Collegato alla finanziaria”. La Commissione svolgerà le sue funzioni “anche in relazione agli effetti sul territorio dell’attività estrattiva con particolare riferimento agli aspetti riguardanti l’ambiente e la salute”, così come previsto da una mozione proposta dai consiglieri Leggieri e Perrino del M5s ed approvata all’unanimità. Nel dibattito sull’argomento sono intervenuti il presidente dell’Assemblea Lacorazza i consiglieri Mollica, Romaniello, Perrino, Benedetto, Giuzio e Rosa. Successivamente l’Assemblea ha approvato all’unanimità una proposta di modifica della legge regionale 28 ottobre 2001, n.21 (Norme in materia di autorizzazione delle attività specialistiche odontoiatriche) a firma del consigliere Bradascio, che ha lo scopo di armonizzare e semplificare le procedure previste per il rilascio dell’autorizzazione, rendendole più facilmente applicabili, anche per evitare i fenomeni di abusivismo nell’esercizio della professione odontoiatrica. In sede di controllo è stato infine approvato a maggioranza (con 14 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Ri, Psi e Sel e 5 voti contrari di Pdl-fi, Udc, Lb-fdi e M5s) un provvedimento della Giunta regionale riguardante una variazione al bilancio di previsione 2014 dell’Ater di Potenza. In apertura di seduta il presidente della Regione Marcello Pittella ha svolto la relazione per la “sessione comunitaria”. Su proposta del consigliere Miranda Castelgrande il dibattito su questo argomento è stato rinviato alla prossima seduta.  
   
   
NEL NUOVO “POLIGRU” DI GRUGLIASCO UN CENTRO DI EDUCAZIONE SPORTIVA  
 
 Torino, 18 giugno 2014 - Ieri a Palazzo Cisterna è stato presentato il progetto di ristrutturazione e valorizzazione dell’impianto sportivo “Poligru” di corso Allamano 125 a Grugliasco. La Provincia di Torino, proprietaria del complesso, ha effettuato l’assegnazione in concessione ventennale dell’impianto al Pinerolo Football Club, a seguito di una gara pubblica, bandita nello scorso mese di marzo. Alla conferenza stampa sono intervenuti gli Assessori provinciali allo Sport e al Bilancio e Patrimonio, Gianfranco Porqueddu e Marco D’acri, il Presidente del Pinerolo F.c. Leonardo Fortunato, i progettisti della ristrutturazione ed i professionisti del settore sportivo che affiancheranno il Presidente, tra i quali spicca la figura del calciatore Marco Ferrante, ex giocatore del Torino e dell’Inter. Il Progetto - “La Provincia, - ha spiegato l’Assessore Marco D’acri – ha inserito nel bando per la concessione dell’impianto impegni ben precisi da parte del concessionario privato. Saranno infatti necessari imponenti lavori di sistemazione di una struttura che negli ultimi anni ha subito un forte deperimento, a causa dei tagli di bilancio, che hanno impedito al nostro Ente di destinare risorse sufficienti alla manutenzione del proprio patrimonio di impianti sportivi. Nel bando, approvato dalla Giunta Provinciale il 28 marzo scorso, era sottolineata la polivalenza dell’impianto di Grugliasco, che può contribuire alla promozione della pratica sportiva di base e dell’accesso dei soggetti svantaggiati all’attività motoria. Avevamo infatti previsto clausole che favorivano le Onlus, le associazioni di volontariato impegnate in progetti di integrazione ed i circoli ricreativi aziendali”. “L’impianto di corso Allamano, dedicato all’attività tennistica e al calcio a cinque su campi sintetici, era stato affidato nel 2008 al circolo ricreativo dei dipendenti della Provincia, con una convenzione che è scaduta. – ha ricordato l’Assessore Gianfranco Porqueddu – La concessione del Poligru al Pinerolo dimostra che, se bene impostata e ben gestita, la collaborazione tra Enti pubblici e soggetti privati che abbiano obiettivi sportivi e commerciali molto precisi ed una comprovata solidità aziendale può andare a tutto vantaggio della promozione della pratica sportiva di base, che è la mission del nostro Ente“. Gli Impegni Del Nuovo Concessionario - Il concessionario corrisponderà un canone annuo superiore ai 9.000 Euro (in rialzo rispetto alla base di gara) e sosterrà tutti gli investimenti per circa 850.000 Euro Iva esclusa previsti dal progetto tecnico presentato. Ogni onere connesso alla gestione, utenze comprese, è a carico del concessionario, che si è impegnato a rispettare le tariffe presentate in sede di gara. “Una volta acquisite tutte le necessarie autorizzazioni amministrative, contiamo di far partire i lavori dopo la pausa estiva. – ha annunciato il Presidente del Pinerolo, Leonardo Fortunato – Per noi l’approdo all’area metropolitana torinese è un fiore all’occhiello, che giustifica un investimento ingente come quello che ci apprestiamo ad effettuare. La gestione del Pinerolo che abbiamo impostato negli ultimi anni è sempre stata basata sulla ricerca dell’innovazione. La disponibilità di un grande complesso come il Poligru ci consentirà di ampliare i nostri orizzonti, coniugando l’attività calcistica con una serie di servizi sportivi e ricreativi dedicati alle famiglie”. Il Pinerolo F.c. Si è infatti impegnato a sviluppare ulteriormente le attività praticate nell’impianto, a realizzare tre nuovi campi da calcio a 5 in erba sintetica (in sostituzione di quelli attualmente deteriorati), un nuovo un campo da calcio a 11 (45 metri per 90) in erba naturale e due campi da tennis in terra rossa (anch’essi attualmente deteriorati). Le attività didattiche dedicate al calcio giovanile saranno seguite da Marco Ferrante, il quale nel corso della conferenza stampa odierna ha sottolineato che “per i bambini ed i ragazzi di una scuola calcio il divertimento è la priorità. In questo senso, un impianto come il Poligru offrirà occasioni di svago anche al di fuori dell’attività strettamente calcistica e sarà a disposizione dell’intera famiglia. La nostra filosofia della scuola calcio, soprattutto per i primi anni di attività, privilegia l’aspetto ludico ed educativo: prima che di allenatori, i bambini (e in qualche caso anche i loro genitori) hanno bisogno di insegnanti e di educatori. Il Poligru può diventare un polo di attrazione per l’intera area metropolitana torinese”. Nel complesso Poligru sarà realizzato un nuovo campo da tennis con copertura pressostatica per la stagione invernale con superficie veloce in resina. Sono inoltre previsti una piscina scoperta di 25 metri per 10, un campo da beach volley, una pista da jogging e nuovi locali per l’area ricettività e la club house (con servizi annessi) che sorgeranno al posto degli attuali fabbricati, che saranno abbattuti. Oltre agli ingenti investimenti previsti dal progetto tecnico, il Pinerolo F.c. Si è impegnato a realizzare una serie di iniziative: Day Camp e Holiday Camp estivi di calcio, Day Camp di tennis, beach volley e nuoto, centri estivi. E’ inoltre prevista l’organizzazione di tornei giovanili e seniores di tennis, calcio e beach volley. L’area ristoro e quella riservata ai bambini sarano gestite da professionisti del settore, titolari dell’asilo nido “Pippi Calzelunghe” di Torino. L’attenzione verso il sociale si svilupperà attraverso collaborazioni mirate, come quella con l’associazione per diversamente abili “Pandha”. 96 Anni Di Storia Del Calcio Pinerolese Ed Un Progetto Innovativo - Il Pinerolo F.c. È una delle società storiche del panorama sportivo piemontese, costituita nel 1918, iscritta nel registro Coni e affiliata alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. A 96 anni dalla sua fondazione, il Pinerolo F.c. Conta 15 formazioni iscritte ad altrettanti campionati dilettantistici federali, con 300 atleti ed una trentina di istruttori impegnati. Si distingue per il suo impegno nel sociale, assistendo i giovani atleti disabili, sostenendo con agevolazioni l’iscrizione dei propri tesserati in difficoltà economica, sviluppando azioni di inclusione ed integrazione di soggetti con problematiche di inserimento sociale. Nella gestione dell’impianto di proprietà provinciale il Presidente del Pinerolo F.c. Leonardo Fortunato si avvarrà di professionisti del settore tra cui spicca appunto la figura del calciatore Marco Ferrante, ex giocatore del Torino e dell’Inter. Saranno coinvolti nella gestione del “Poligru” anche l’ex calciatore professionista Adelino Zennaro ed il manager Sergio Bonacina, ex direttore generale di Axa Assicurazioni.  
   
   
MILANO, IMU: IL CONSIGLIO COMUNALE HA VOTATO LO SCONTO PER CINEMA E TEATRI STABILITA UNA RIDUZIONE DELL’ALIQUOTA IMU DAL 10,6 PER MILLE A 8,7 PER MILLE  
 
Milano, 18 giugno 2014 – Il Consiglio comunale ha approvato, con 29 voti favorevoli, 6 astenuti e nessun contrario, un emendamento, presentato dalla consigliera Paola Bocci, Presidente della Commissione Cultura, e sottoscritto da consiglieri di maggioranza e opposizione, che stabilisce una riduzione dell’aliquota Imu per cinema e teatri dal 10,6 per mille a 8,7 per mille. “La decisione del Consiglio comunale è particolarmente apprezzabile – ha detto l’assessore al Bilancio Francesca Balzani – perché con questo emendamento si premiano attività qualificanti per la nostra città”. "È un segnale importante - ha aggiunto Paola Bocci - di attenzione per i settori cinematografico e teatrale che vivono momenti difficili e che invece vanno sostenuti e incoraggiati per il ruolo di promozione culturale e aggregazione sociale che svolgono a Milano".  
   
   
SENTENZA CONSULTA SU LIBERALIZZAZIONI NEL COMMERCIO: IL COMMENTO DELL´ASSESSORA REGIONE TOSCANA  
 
Firenze 18 giugno 2014 - "Prendo atto rispettosamente di questa sentenza che non giunge del tutto inaspettata, ma penso che dia un colpo duro ad un modello armonico di convivenza, perseguito in Toscana, tra le piccole strutture commerciali di vicinato e imprese medio/grandi". Così l´assessora regionale al commercio, Sara Nocentini, commentando la decisione della Corte Costituzionale che ha bocciato alcune disposizioni contenute nelle leggi regionali sul commercio 52/2012 e 13/2013 perché in contrasto con il principio di concorrenza, materia esclusiva dello Stato. "La totale liberalizzazione indebolirà un equilibrio fortemente ricercato, consentendo innanzitutto orari di apertura senza controllo nella grande distribuzione - aggiunge Nocentini -. Per questo convocheremo i sindacati e le associazioni di categoria; con queste ultime avevamo già un appuntamento per il prossimo 27 giugno e inseriremo immediatamente questo tema all´ordine del giorno. Si tratta di comprendere le possibili conseguenze di questa decisione sul tessuto sociale e lavorativo dei territori, e pensare ad una soluzione non più normativa, ma legata a forme di patto sociale a salvaguardia dei diritti di tutti e di un equilibrato modello di sviluppo per i nostri territori. Allo stesso tempo, ci attiveremo, anche di concerto con le altre Regioni, sul governo nazionale perché riesamini la questione".  
   
   
NASCE FRIULIA E VENETO SVILUPPO SGR, ZAIA: “UN ALTRO TASSELLO PER LA RIPRESA DEL VENETO”  
 
Venezia, 18 giugno 2014 - “L’operazione condotta a termine dalle due Finanziarie regionali oggi è un ulteriore tassello che permette al Veneto di continuare a riprendere la strada del rilancio industriale.” Lo afferma il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia a margine del perfezionamento della partnership che ha reso effettiva ieri a Trieste la nascita di Fvs Sgr (Friulia Veneto Sviluppo Sgr), prima realtà societaria partecipata dalle due Finanziarie territoriali che si rivolge al tessuto imprenditoriale locale e che mira ad aumentare il numero degli investimenti complessivi in operazioni di partecipazione nel capitale delle aziende di Veneto e Friuli Venezia Giulia. “Ci sono fondi per circa 100 milioni di euro – precisa il Presidente Zaia - che ora sono utilizzabili per alimentare ulteriormente i progetti di riassetto e rilancio in settori strategici dell’economia dei territori delle nostre due regioni, dall’agroindustria al manifatturiero, alle start up, alle nuove tecnologie”. “La Regione Veneto è certa – ha concluso il Governatore - che questo sia uno dei veicoli più utili per accrescere e sostenere le strategie di crescita dimensionale e competitiva delle nostre imprese, e un metodo anche propulsivo per raccordare l’intervento pubblico con iniziative private ora parcellizzate sul territorio, mirando e riuscendo ad attrarre investitori nazionali pronti a contribuire con le loro capacità alla ripresa competitiva del nostro sistema industriale”.  
   
   
SERRACCHIANI, VIRTUOSA FUSIONE FINANZIARIE VENETO E FVG  
 
Trieste, 18 giugno 2014 - "La partnership che oggi è stata formalizzata tra le Finanziarie regionali del Friuli Venezia Giulia e del Veneto costituisce un caso esemplare e virtuoso di aggregazione, razionalizzazione e implementazione degli strumenti economici al servizio del tessuto produttivo del nostro territorio". Lo ha affermato ieri la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, commentando la sottoscrizione dell´accordo tra Veneto Sviluppo e Friulia spa, con cui si sancisce l´ingresso di Veneto Sviluppo in Friulia Sgr con il 51 per cento delle quote. La nuova realtà societaria prenderà, significativamente, il nome di "Friulia e Veneto Sviluppo Sgr". Serracchiani ha espresso "viva soddisfazione per la chiusura dell´iter di fusione", sottolineando "il rapporto proficuo e collaborativo mantenuto tra le due Regioni, che hanno condiviso una visione strategica accompagnando le varie fasi dell´operazione". "Un´operazione - ha precisato la presidente - che intende svilupparsi dimostrandosi credibile e condivisa dai privati, dai quali si prevede un´importante partecipazione al capitale. La Regione Friuli Venezia Giulia ha fiducia nelle capacità di chi fa impresa nonostante le difficoltà e investe convintamente le proprie risorse, finanziarie ed umane, per migliorare ed aumentare gli effetti degli interventi pubblici sul territorio". "Siamo compiaciuti di condividere questa esperienza con una regione come il Veneto, cui siamo legati oltre che dalla contiguità territoriale - ha concluso Serracchiani - anche da interessi e progetti comuni di alto livello".  
   
   
UNINDUSTRIA COMO: IERI MATTINA L´ASSEMBLEA GENERALE  
 
Como, 18 giugno 2014 - Si è tenuta ieri mattina l’Assemblea Generale di Unindustria Como a Villa Erba (Cernobbio). Dopo l’intervento di Francesco Verga, presidente di Unindustria Como, e la consegna degli attestati di benemerenza e medaglie d’oro agli industriali che hanno raggiunto i 50 anni di attività, si è tenuto l’intervento di Marco Fortis, Vice Presidente della Fondazione Edison. A seguire, tavola rotonda moderata da Enrico Mentana con: Roberto Maroni (Presidente Regione Lombardia), Giorgio Squinzi (Presidente di Confindustria), Antonio Tajani (Vice Presidente Commissione Europea e Commissario della D.g. Industria e Imprenditoria), Marco Fortis (Vice Presidente Fondazione Edison). Di seguito il discorso integrale del Presidente Francesco Verga : “ Cari Colleghi, Vice Presidente Tajani, Presidente Squinzi, Autorità, Amici, sono trascorsi solo otto mesi dal nostro appuntamento dello scorso anno, eppure ci pare di percepire un’aria diversa. Un clima, nonostante tutto, positivo. O, almeno, migliore rispetto al 2013. Se ad ottobre quasi ci sforzammo di infondere ottimismo, interpretando un ruolo doveroso per cercare di scardinare quella spirale negativa crisi – sfiducia – crisi, oggi l’impressione è che non sia più necessario un particolare sforzo in tal senso. La sensazione è che, nonostante i problemi siano ancora numerosi, nonostante tante imprese abbiano sofferto e stiano ancora soffrendo, alcune addirittura abbiano chiuso, il clima sia cambiato e vi sia una forte assunzione di responsabilità ed un desiderio di governabilità. Dopo anni di recessione, di austerity, di instabilità, il nostro Paese vuole cogliere quella ripresa che, seppur timidamente, si è affacciata nei primi mesi del 2014. Non sto facendo riferimento alle analisi congiunturali che, pure, affermano questo da diversi mesi. Dopo l’estero, infatti, ha ripreso anche la domanda interna che segna un +1,8% nel marzo 2014 sullo stesso mese dell’anno precedente (Istat, Statistiche congiunturali sull´attività dell´industria, dati diffusi il 20.05.2014). Nulla, a confronto dei dati pre-crisi, ma è comunque un’inversione di tendenza. Mi riferisco al segnale uscito dalle urne nel nostro Paese in occasione delle elezioni europee: un’assunzione di responsabilità accompagnata da una forte apertura di credito. Sia chiaro che non si tratta di un commento politico. Anche perché, forse, bisognerebbe finirla una volta per tutte di dare una connotazione politica o, peggio, partitica, alle elezioni europee. Anzi, dopo aver visitato più volte le istituzioni europee sono giunto alla conclusione che siano l’ambito quanto più tecnico e meno politico vi possa essere. Un ambito che necessita di persone di comprovata preparazione tecnica, giuridica e istituzionale. Caratteristiche indispensabili che dovrebbero obbligatoriamente far parte del curriculum di ogni candidato al Parlamento Europeo. Una riflessione che, a mio avviso, dovrebbero fare le segreterie di tutti i partiti. Comunque, tornando al risultato, quel che importa è che, a differenza di altre nazioni vicine, l’Italia ha votato chiaramente a favore dell’Europa. E gli italiani hanno votato a favore dell’Italia. Non è un gioco di parole e tra poco vedremo perché. I cittadini non sono scesi a compromessi populisti e antieuropeisti. Non hanno ragionato di pancia, com’è accaduto in Francia, ma hanno saputo guardare oltre, con forte senso di responsabilità, pensando alle proprie generazioni, quelle presenti e quelle future, fra le quali annoveriamo quella che mi piace chiamare generazione erasmus. La generazione che ha iniziato il proprio cammino considerando l’Europa, e non solo l’Italia, il luogo dove crescere, studiare, lavorare, muovere i propri passi. La generazione per la quale è normale parlare diverse lingue ed avere amici francesi, spagnoli, danesi, greci, polacchi e portoghesi, che ha trovato nell’Europa opportunità, meritocrazia, meno corruzione, più investimenti nell’istruzione. La generazione che ha conosciuto l’Europa senza confini, senza separazioni, senza muri. Scoprendo, certo, anche un’Europa lenta e burocratica, ancora troppo complessa nelle sue istituzioni, con i loro nomi che ci appaiono tutti uguali, che va semplificata e che si deve raccontare ai suoi cittadini in modo efficace. Alla quale va data un’identità, forse anche un’anima. Un’europa che dev’essere di inclusione, di sviluppo sociale, capace di riproporre i concetti fondanti risalenti al crogiuolo di culture che hanno prodotto i grandi valori della nostra civiltà. Da quella greca, a quella romana, a quella cristiana. Una civiltà che ha messo sempre al centro l’individuo, proteggendolo, concependo le sue libertà fondamentali, nonché quella rete sociale che gli ha permesso di arrivare all’obiettivo di una vita dignitosa. Probabilmente sono queste alcune delle riflessioni che hanno spinto i cittadini verso quell’assunzione di responsabilità cui facevo cenno all’inizio. Ma naturalmente non sono le uniche. Dicevo prima che gli italiani hanno votato a favore dell’Italia. Il nostro Paese, infatti, si trova alla vigilia di due appuntamenti fondamentali. Fra meno di quindici giorni inizierà il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, alla conclusione del quale, inizierà l’anno dell’Expo. Si tratta di due grandi opportunità che l’Italia non può fallire. E’ in gioco l’immagine del nostro Paese. Ma non solo. Affrontare bene questi due momenti cruciali significa anche gettare le basi che permetteranno all’Italia di agganciare in modo efficace e duraturo quella crescita che timidamente sta iniziando a dare i primi segnali. Fondamentali sono, quindi, l’attribuzione di autorevolezza ed il credito aperto nei confronti di colui che rappresenterà l’Italia ai massimi livelli europei e mondiali. Una credibilità riconosciuta anche dai mercati finanziari che hanno certificato la fiducia con un +3,61% (Borsa di Milano, migliore piazza europea il giorno dei risultati elettorali), recuperando completamente quanto perso nei quindici giorni precedenti le elezioni, durante i quali regnava l’incertezza. Con questi presupposti il Presidente del Consiglio Matteo Renzi potrà, quindi, aprire l’agenda europea mettendo all’ordine del giorno idee forti per il rilancio dell’Europa e soprattutto dell’Italia. Idee che abbiano alla base il coraggio per stringere alleanze e creare le condizioni per un rinascimento industriale, perché ci sia più impresa in Italia e più Italia in Europa, come abbiamo voluto evidenziare nel titolo di questa giornata. A proposito di titolo. I più avvezzi alle nuove tecnologie ed ai social network avranno notato che abbiamo inserito i cosiddetti hashtag. Non lo abbiamo fatto solo per dare un sapore di maggiore modernità alla nostra associazione, per renderla un po’ più 2.0 come usa dire oggi. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di coinvolgere nel dibattito di oggi più persone possibile. Anche quelle che non possono essere qui. Sfruttando le tecnologie digitali per diffondere le nostre idee, fare cultura, contagiare positivamente la gente e, soprattutto i giovani, con i temi a noi cari. Che sono appunto sintetizzati nel titolo di oggi: #piùimpresainitalia #piùitaliaineuropa. L’idea da accompagnare al nostro slogan è che l’impresa è un luogo positivo dove lavorare. Che abbiamo bisogno di più impresa per crescere. Che per far crescere l’impresa bisogna eliminare gli ostacoli come l’eccessiva burocrazia, il fisco asfissiante, gli alti costi dell’energia, i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione, le rigidità del mercato del lavoro, l’eccessivo cuneo fiscale. Vorremmo convincere i giovani che c’è ancora un futuro in questo Paese e che questo futuro fonda le sue basi sull’impresa. Sembra incredibile, ma se è necessario questo sforzo di comunicazione è perché purtroppo notiamo ancora grosse sacche di resistenza nei confronti dell’impresa in generale e di quella industriale in particolare. C’è una visione pregiudiziale che dobbiamo abbattere. Lo ha detto bene il Ministro Guidi all’Assemblea di Confindustria a Roma, pochi giorni fa, e lo voglio ripetere: “dobbiamo dire basta alla dilagante cultura anti-imprenditoriale. Basta alla criminalizzazione del profitto. Solo un imprenditore che fa profitti può investire, crescere e dare occupazione”. Spesso questa visione è sottesa a molte norme di legge, nelle quali vi è sempre l’inversione dell’onere della prova. Siamo stanchi di dover sempre provare di non essere evasori, di non essere inquinatori, di non essere sfruttatori di lavoro nero. Non è ammissibile che il costo di ogni controllo, pur sacrosanto, debba ricadere sull’impresa declinato in termini di tempistiche estenuanti, prove diaboliche, sanzioni eccessive per piccole inesattezze spesso di natura formale. E’ giusto che l’evasore e il disonesto vengano puniti, ma, per favore, non andiamo sempre a cercare il pelo nell’uovo, che spesso non esiste nemmeno. Mi viene in mente il caso di una nota industria alimentare che da Lecco, di Comune in Comune, è arrivata fino alle porte di Como prima di riuscire a trovare un’Amministrazione che le desse la possibilità di costruire un grande e moderno stabilimento dotato delle più innovative tecnologie. Vi sembra possibile che decine di Comuni abbiano rifiutato un’azienda chiudendole la porta in faccia e dando uno schiaffo anche alle decine di concittadini che avrebbero potuto trovare lavoro? Tornando al semestre di presidenza italiana, l’autorevolezza di cui potrà godere Renzi dopo il voto non dovrà essere sprecata. In questi sei mesi dovrà approfittare di tutti i Consigli e le riunioni che presiederà per lanciare le parole d’ordine dell’Europa futura a cominciare da ripresa, occupazione giovanile, industria manifatturiera, liberalizzazioni per energia e telecomunicazioni. Ponendo la questione della crescita, del lavoro, dell’industria, come un problema che riguarda tutta l’Europa. In questo senso credo che l’atto di maggior coraggio di Renzi dovrà essere quello di creare le condizioni per proseguire l’importante lavoro svolto dal Commissario Antonio Tajani – che oggi è qui con noi e lo ringrazio per il suo impegno nei confronti dell’industria – con il suo Industrial Compact. Una svolta importante, quella di Antonio Tajani, che ha portato la Commissione Europea a chiedere esplicitamente un intervento immediato per una rinascita industriale europea, invitando il Consiglio e il Parlamento ad adottare proposte in materia di energia, trasporti, spazio e reti di comunicazione digitali, nonché ad attuare e ad applicare la legislazione sul completamento del mercato interno. Mettendo fine, quindi, alla de-industrializzazione di un continente che si era illuso di poter imboccare senza danni la scorciatoia delle delocalizzazioni rinunciando al manifatturiero, per scoprire ora, dopo la grande crisi, di aver imboccato una strada pericolosissima. Alcuni impulsi la presidenza di turno italiana dovrà darli. Noi auspichiamo, per esempio, un’accelerazione al negoziato Unione Europea – Stati Uniti per creare la più vasta area di libero scambio al mondo. Vi sono ancora numerosi nodi tecnici da sciogliere, ma una spinta in questo senso potrebbe aprire un mercato enorme che oggi è ancora gravato da dazi eccessivi e da un euro fin troppo forte che non agevola l’export verso l’America. Sempre in tema di mercato, l’Italia dovrà lavorare per creare le condizioni per la creazione di un mercato unico dell’energia, rafforzando la rete di distribuzione del gas e dell’elettricità, entrambi ancora eccessivamente costosi, soprattutto per il nostro Paese che ne importa la quasi totalità. Dobbiamo, come ha detto il Presidente Squinzi nel manifesto di Confindustria Per un’Europa della crescita, andare oltre il dogma dell’austerità e definire una nuova governance industriale in grado di sostenere il rilancio dell’economia puntando all’obiettivo del 20% del Pil come quota dell’industria entro il 2020. Difendere il manifatturiero significa difendere il benessere economico delle nazioni. L’equazione è semplice. Maggiore impresa manifatturiera equivale a maggiore innovazione tecnologica, intesa come introduzione di nuovi prodotti o utilizzo di nuove tecnologie che, nel lungo periodo, rappresentano il vero motore della crescita della produttività. Il manifatturiero, infatti, contribuisce più di altri settori alla produzione di nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche. Soprattutto le imprese attive in comparti industriali più prossimi alla scienza, infatti, finanziano e gestiscono laboratori di ricerca i cui risultati spesso hanno importanti esternalità positive sull’attività innovativa di altre imprese, sullo sviluppo di altri settori economici e sulla società nel suo complesso. Determinando, così, la nascita di un ecosistema industriale difficilmente delocalizzabile perché fondato sulla interconnessione tra imprese, tra menti, tra persone. In tutto ciò sono convinto che l’Italia possa davvero giocare un ruolo fondamentale. Grazie alla sua imprenditorialità diffusa, a quell’inclinazione psicologica al rischio, al fare impresa come forma di vita prima ancora che come professione, il nostro Paese può, se ben supportato, offrire moltissimo alla causa. Certo, anche da parte nostra, da parte degli imprenditori, è indispensabile un approccio nuovo, anzi, se vogliamo, un ritorno alle origini. A quando si doveva fare tutto o quasi da soli. Non dobbiamo commettere l’errore di attendere dall’alto la soluzione dei problemi. Non esiste e non potrà mai esistere un leader – sia esso politico, scienziato o manager – che possa illuminarci con la sua grande visione. Il mondo in cui viviamo è tremendamente complicato e imprevedibile da rendere inutili, se non pericolose, formule preconfezionate imposte dall’alto. Allora occorre cambiare. Dobbiamo avere un approccio diverso. Le parole chiave sono evoluzione e adattamento. Come in natura. Mettendoci, però, anche una buona dose di coraggio per uscire da percorsi conosciuti ma, ormai a fondo cieco, e introdurre innovazione e creatività quali ingredienti fondamentali dell’agire quotidiano, mettendo anche in conto la possibilità di sbagliare. Ciò non toglie che, se da un lato non dobbiamo attendere soluzioni pianificate e salvifiche, dall’altro credo che abbiamo il diritto – dovere di rimarcare le condizioni indispensabili per poter lavorare, crescere, innovare. Il cuneo fiscale, in primo luogo. Confindustria ha promosso una forte richiesta di riduzione del cuneo fiscale e contributivo, consapevole che maggiore liquidità nelle disponibilità dei lavoratori avrebbe permesso un incremento dei consumi e, quindi, avrebbe avviato il classico circolo virtuoso. Ebbene, se riconosciamo che i primi interventi ci sono stati con la Legge di Stabilità 2014, dobbiamo anche dire che non sono ancora sufficienti. Ben venga il “Fondo per la riduzione della pressione fiscale”, alimentato con le risorse della spending review e del contrasto all’evasione fiscale, ma si tratta di una previsione che deve essere resa più concreta e meno programmatica. Un altro nervo scoperto è quello dell’occupazione. Proprio pochi giorni fa, ai primi di giugno, l’Istat ha comunicato un altro record negativo del nostro Paese. Nel primo trimestre di quest’anno, infatti, la disoccupazione ha raggiunto il 13,6% e, addirittura, quella giovanile ha toccato quota 46%. Si tratta di una vera e propria piaga sociale che necessita di provvedimenti straordinari. L’introduzione del cosiddetto Job Act è sicuramente un ottimo passo avanti verso la tanto agognata flessibilità, che non significa maggiore semplicità nel licenziare ma, soprattutto, nell’assumere. Il capitale umano è la nostra ricchezza più importante e nessun imprenditore si separa a cuor leggero dai propri collaboratori che ha formato. Al contrario, però, una maggiore flessibilità all’ingresso potrebbe avviare un trend positivo con l’obiettivo di diminuire il numero ancora elevato di coloro che sono in cerca di lavoro, a partire dai giovani. La percentuale a due cifre della disoccupazione impone di trovare la strada più breve per dare uno stipendio al maggior numero di persone e se lo strumento è quello della flessibilità che si accompagna al contratto a termine, ben venga, anche perché nelle nostre imprese il 90% dei contratti a termine viene stabilizzato. Quindi, è indispensabile ottimizzare il funzionamento dell’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, procedere ad una revisione degli ammortizzatori sociali nonché intervenire sulle retribuzioni aziendali collegate alla produttività/efficienza, andando necessariamente a detassare questa parte di reddito. Come potete immaginare per noi questo è un tema fondamentale. Convinti come siamo che si potrà davvero parlare di vera ripresa quando tornerà a crescere l’occupazione. Un tema caro, tanto da portarci lo scorso anno a proporre anche uno strumento per incentivare l’occupazione giovanile, nella consapevolezza che è sulle giovani generazioni che dobbiamo necessariamente investire. Proponemmo un patto generazionale a tre: imprese, giovani e lavoratori prossimi alla pensione. E chiedemmo il supporto al Governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il quale promise l’intervento regionale a condizione di un effettivo impegno delle tre parti citate. Ebbene, fatte le opportune verifiche, possiamo confermare che in 300 aziende del nostro territorio ci sono le condizioni per il patto generazionale che, lo ricordo, prevede la disponibilità di un lavoratore senior a diminuire le proprie ore di impegno in azienda a vantaggio di un nuovo assunto cui potrebbe fare da tutor. Trecento aziende ed altrettanti lavoratori si sono dichiarati disponibili. Questo significa che se il modello dovesse essere replicato in altre province, anche quelle sensibilmente più grandi della nostra, potremmo assistere ad un fenomeno che comincerebbe a raggiungere una certa efficacia. Come vedete gli strumenti si possono creare. Presidente Squinzi, esportiamo questo modello! E facciamolo sostenere a livello governativo. Accanto alla flessibilità noi vediamo come indispensabile la semplificazione. In tutto. Dalla possibilità di aprire un’azienda in poche settimane, come avviene nel resto d’Europa, alla chiarezza delle norme che regolano ogni passo della vita imprenditoriale. In questo senso apprezziamo lo sforzo della Regione Lombardia che ha creato una task force per la semplificazione coordinata dall’amico Prof. Sapelli, ma non può essere solo un’iniziativa regionale. Ci vuole l’impegno di ogni livello amministrativo, dal piccolo Comune al Governo. Altrimenti continueremo ad essere il Paese meno attrattivo per gli investimenti esteri. E questo non possiamo più permetterlo. Se da un lato, infatti, dobbiamo creare le condizioni migliori per salvare le nostre imprese, dall’altro dobbiamo essere in grado di farne nascere di nuove, magari ad alto contenuto tecnologico. Imprese che valorizzino il capitale umano, la creatività e l’ingegno. Affinché ciò accada, oltre alle condizioni alle quali facevo cenno prima – meno burocrazia, tassazione accettabile, accoglienza istituzionale – è fondamentale creare anche l’humus culturale ideale. Un fattore fondamentale per le imprese ad alto valore aggiunto. Pensiamo per un momento alla Silicon Valley, ma anche ad alcune città evolute dell’India, come Bangalore, o della Cina, come Shanghai o Shenzhen In quelle zone avviene un interscambio continuo tra imprese, università e centri di ricerca. Nuove aziende evolute vengono attratte continuamente perché sanno di poter trovare capitale umano altamente formato e capace di permettere loro quel salto tecnologico di cui hanno necessità per competere su scala mondiale. Unindustria Como ha sempre sostenuto che questa fosse la via maestra. La strada per non far decadere un territorio. Sapere e lavoro. Università e impresa. Per questo l’anno scorso abbiamo sostenuto il progetto del Campus Universitario. Per aumentare l’attrattività dell’università comasca, per rafforzare l’immagine puntando sull’accoglienza e su un’offerta formativa in linea con lo sviluppo tecnologico delle imprese attuali e future. Delle imprese presenti e di quelle che volessero avvicinarsi. Vogliamo considerare il momentaneo arresto del progetto dovuto a scelte diverse della Fondazione Cariplo semplicemente come lo stimolo ad individuare altre forme di finanziamento. D´altronde, se esperienze di questo tipo sono state possibili in province vicine, non vedo perché Como debba essere da meno. Non si tratta di campanilismo, ma di visione. Il nostro territorio ha tutte le caratteristiche per emergere, per far parte di quelle città attrattive ed attraenti, quelle che possono ambire ad entrare a pieno titolo nella “nuova geografia del lavoro”, secondo la fortunata espressione dell’economista Enrico Moretti. E’ chiaro che serve davvero un cambio di passo, cercando da un lato di risolvere i ben noti problemi locali – area ex Ticosa, paratie, stazione San Giovanni, area ex Sant’anna – e dall’altro di individuare le condizioni indispensabili per spiccare il volo. Ne abbiamo individuate alcune, cinque per l’esattezza, cinque punti per far volare Como ed il suo territorio. Primo. Il capitale umano. Lo ha sostenuto anche il Prof. Magatti nell’antologia sui Capitali di Como che ha curato per la Camera di Commercio: “formare persone capaci è, anche nella crisi, il primo luogo dell’investimento sul futuro”. Lavoriamo insieme per attrarre talenti nelle nostre università, creiamo un’accoglienza adeguata per farli restare al termine dei loro studi. Puntiamo ad avere le caratteristiche per diventare una città di creativi: qualità della vita, disponibilità di servizi, iniziative culturali, multifunzionalità. Secondo. Le connessioni. Isolamento significa decadenza. Vanno, quindi, rafforzate le infrastrutture viarie e ferroviarie, abbassando i tempi di percorrenza per unirci sempre di più alla grande area metropolitana di Milano ed ai capoluoghi confinanti, e altrettanto va fatto con le connessioni digitali, ampliando la portata delle reti e la connettività dei piccoli comuni. Terzo. L’impresa. Favorire la permanenza delle aziende e l’insediamento di nuove, magari ad elevata componente hi-tech, è l’unica strada per dare un futuro al nostro territorio. Chiediamoci perché al di là del confine, negli ultimi anni, le imprese ed i posti di lavoro sono aumentati. Forse perché in Svizzera considerano ancora l’impresa come una ricchezza sociale? Allora dobbiamo sostenere l’impresa manifatturiera, il vero traino dell’economia e dell’innovazione, capace di coniugare, in uno stretto legame, benessere, produttività e competitività. Quarto. Il turismo. Accanto al manifatturiero riconosciamo l’importanza del settore turistico per il nostro territorio. Abbiamo un patrimonio di bellezze inestimabili, le abbiamo viste nel suggestivo video iniziale. Addirittura il più importante giornale on line, l’Huffington Post, ha decretato che il lago di Como è in assoluto il più bello del mondo. Il brand lo abbiamo. Dobbiamo lavorare per diffonderlo, supportarlo, confermarne la veridicità. Quinto. Area a burocrazia zero. Il segreto è la semplificazione. Non costa nulla, se non uno sforzo mentale che abitui ogni livello legislativo ad utilizzare un linguaggio comprensibile, a ridurre gli adempimenti burocratici, soprattutto quelli ingiustificati, a stendere riassunti leggibili per normative particolarmente complesse. Cinque punti che possono essere alla nostra portata. Che non comportano maggiori costi, ma un nuovo atteggiamento mentale. Che necessitano uno sforzo corale per volare alto. Per far volare Como in alto. Restando sul nostro territorio, vorrei ringraziare Paolo De Santis, Presidente della Camera di Commercio di Como, che in questi dieci anni ha saputo avviare iniziative importanti, caratterizzate da una visione non comune. Penso a due tra i più importanti progetti, generati da Sviluppo Como, come il Parco Scientifico e Tecnologico Comonext, un vero e proprio tempio dell’innovazione e delle idee, e Como Venture, il supporto finanziario delle imprese innovative. Un esempio dell’importanza di Comonext lo abbiamo potuto apprezzare proprio all’inizio della nostra Assemblea. Il video emozionale sulle bellezze del nostro territorio, realizzato attraverso droni, è il frutto dell’ingegno di una start – up che ha la sua sede a Lomazzo, all’interno del Parco Scientifico e Tecnologico. La scommessa, vinta, è stata anche quella di riuscire a creare il Sistema Como, riuscendo a coinvolgere tutte le componenti economico – sociali del nostro territorio. Uno strumento, indicato come esempio di coesione e gioco di squadra da tutte le altre province lombarde, per cogliere anche la grande sfida di Expo 2015. A fianco della visione, dell’innovazione, della coesione, è indispensabile il supporto del credito. Durante i lunghi anni della crisi il supporto è venuto meno. Conosciamo le ragioni. Rischi elevati, cautela eccessiva, ipersensibilità. Un circuito vizioso quello nel quale ci siamo infilati che è stato deleterio per molte imprese, alle prese con pagamenti che non arrivavano e con la propria banca che di colpo abbassava drasticamente i fidi. Ora devo dire che anche da parte delle banche c’è un mutato atteggiamento. Sempre con cautela, noto il desiderio di riavvicinarsi alle imprese, di aprire nuovamente un dialogo, di prestare quell’attenzione che da tempo, troppo tempo, mancava. Un atteggiamento che passa anche attraverso un dialogo continuo con l’Associazione, con Unindustria, che può davvero rappresentare l’anello di congiunzione tra due mondi che devono necessariamente lavorare insieme, nel reciproco interesse. Anzi nell’interesse di tutto il territorio. Anche in questo caso, come abbiamo fatto sul tema del lavoro, una proposta vogliamo accennarla. Le aziende hanno un problema di sottocapitalizzazione. E se da un lato abbiamo già evidenziato la necessità di un supporto bancario, dall’altro lato dobbiamo avere l’onestà di guardare anche in casa nostra. Mi riferisco, evidentemente, al problema dei pagamenti. In Italia è ancora eccessivamente diffuso il malvezzo di allungare i tempi dei pagamenti nei confronti dei fornitori. Allora cominciamo noi imprenditori a cambiare. Riduciamo tutti, e noi per primi, i termini di pagamento e con essi la necessità di ricorrere in maniera patologica al sistema bancario. Guardiamo con favore ad iniziative come quelle di Assolombarda che recentemente ha istituito, in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano, il “Codice Italiano Pagamenti Responsabili”. Un’ iniziativa a cui hanno aderito già 37 imprese, tra le quali colossi come Eni, Vodafone, Bnl, Unicredit e Mediaset, che attraverso una forma di certificazione attesta la passata e, prevedibile, futura correttezza nei pagamenti delle imprese aderenti. Credo sia un modo per iniziare un percorso nuovo, di autodisciplina, capace di portare a risultati migliori rispetto ad una qualsiasi norma di legge generale e astratta. Anche Confindustria si è posta l’obiettivo del cambiamento. E lo ha raggiunto. In tempi ristretti, ha progettato una riforma coraggiosa ed innovativa, la Pesenti, che incide sul profilo organizzativo e sui meccanismi di governance del Sistema, semplificandola in maniera radicale, con una riduzione degli organi e del numero dei loro componenti ed una rifocalizzazione delle funzioni, eliminando ogni appesantimento procedurale interno. Proprio in questi giorni ci accingiamo ad un passaggio fondamentale: l’Assemblea Straordinaria del 19 giugno prossimo, che sarà chiamata ad approvare il nuovo statuto di Confindustria. Abbiamo voluto essere di esempio anticipando il cambiamento su temi nodali, a partire dalla riorganizzazione del sistema, in una logica di valorizzazione delle eccellenze. Siamo giunti al termine di questo mio intervento. Anche perché vogliamo tutti ascoltare i nostri ospiti. Prima, però, permettetemi un ringraziamento sincero agli imprenditori che sono qui oggi e a tanti che non sono riusciti ad esserci. Per il vostro lavoro che, nonostante tutto, continuate a fare con risultati eccellenti. Perché la vostra è davvero un’impresa nel significato più pregnante di questo termine. Tra tutti voi chiamo sul palco per un ringraziamento speciale quattro giovani imprenditori che hanno onorato per 50 anni il lavoro. Chiamo allora sul palco Gerlando Bergaminelli della Bergaminelli Caminetti Srl di Beregazzo con Figliaro, Carlo Cattaneo della Camar Spa di Figino Serenza, Giacomo Ezio Mazzer della Mazzer Materie Plastiche Snc di Ponte Lambro, Enrico Taiana della Taiana Srl di Olgiate Comasco. Grazie a tutti.”  
   
   
BANDO ARTIGIANATO, DA GIOVEDÌ LE DOMANDE. CALDORO: REGIONE CAMPANIA FA SUA PARTE CON ATTI CONCRETI E MISURE INNOVATIVE.  
 
Napoli, 18 giugno 2014 - Dalle 10 di giovedì 19 giugno 2014 e fino al 30 settembre è aperto lo sportello telematico per l’invio della domande per partecipare al bando “Artigianato”, promosso dalla Regione Campania, attraverso l’assessorato alle Attività produttive. Lo sportello è raggiungibile dal sito web di Sviluppo Campania (www.Sviluppocampania.it ), soggetto gestore della misura. Il bando, a valere sul Fondo rotativo per lo sviluppo delle Pmi, ha una dotazione di 27 milioni di euro e si pone l´obiettivo di favorire l´innovazione di processo ed il miglioramento degli standard ambientali delle imprese artigiane campane. Il bando finanzierà programmi di investimento di importo compreso tra un minimo di 25mila ed un massimo di 250mila, a copertura del 100% del programma di investimenti ammissibile. “È tutto pronto per la selezione delle imprese che si candidano a ricevere un sostegno finanziario nell’ambito del bando Artigianato. Il 19 giugno è infatti il click day per partecipare alla selezione. Si tratta di una misura con una forte vocazione innovativa: partiamo dal tessuto produttivo del nostro artigianato di eccellenza, ma in un’ottica di promozione dello sviluppo competitivo e tecnologico di un comparto in costante evoluzione.” Così l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello. “La misura, infatti, punta a stimolare il coinvolgimento degli artigiani 2.0, del mondo dei maker e dei creativi digitali: la contaminazione tra il tessuto tradizionale e le nuove opportunità offerte dalle più avanzate tecnologie, digitali, sostenibili, ecologiche, rappresenta una grande occasione per compiere un importante salto qualitativo per l’artigianato campano. “Il bando si integra con la legge regionale per la qualificazione, la tutela e lo sviluppo dell´impresa artigiana grazie alla quale, per la prima volta, il comparto regionale è regolato da una disciplina organica, che tenga conto delle nuove esigenze del settore, anche in termini di innovazione tecnologica. La Regione Campania è attiva in prima linea per la nascita di nuove imprese sul territorio regionale. In sinergia con il bando Artigianato, infatti, sosteniamo la creazione d’imprese innovative con la misura specifica dedicata alle startup: trenta milioni di euro per la promozione di nuove imprese sul territorio regionale favorendo quelle composte in prevalenza da giovani e donne. Il click day della misura, lo scorso 29 maggio, ha raccolto un successo straordinario, facendo pervenire allo sportello di Sviluppo Campania 660 richieste di finanziamento. Un’ulteriore dimostrazione della voglia di fare impresa dei nostri giovani e potenziali imprenditori. Il processo di selezione del bando Artigianato, a partire dal click day del 19 giugno, sarà tracciabile attraverso il sito web di Sviluppo Campania: favoriremo la massima trasparenza attraverso la pubblicazione dei dati di accesso alla misura di finanziamento”, conclude Martusciello. "Come sempre manteniamo gli impegni”, sottolinea il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. “L´artigianato è traino fondamentale dell’economia campana. La Regione fa la sua parte con atti concreti, con risorse specifiche e prevedendo strumenti innovativi”, conclude Caldoro.  
   
   
ESPORTAZIONI PIEMONTESI: NEI PRIMI 3 MESI DEL 2014 SONO CRESCIUTE DEL 6,9% RISPETTO AL I TRIMESTRE 2013  
 
Torino, 18 giugno 2014 - Nei primi tre mesi del 2014 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 10.512,9 milioni di euro registrando un aumento del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2013. La crescita è sensibilmente superiore rispetto a quella riscontrata a livello medio nazionale, pari al +1,5%. Sul fronte delle importazioni, nel I trimestre 2014 si registra un incremento del 2,0%, per un valore pari a 6.956,1 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale permane dunque positivo, raggiungendo i 3.556,8 milioni di euro, a fronte dei 3.016,4 dello stesso trimestre del 2013. A livello nazionale, le vendite all’estero registrano una diminuzione marcata per le regioni dell’Italia insulare (-16,5%) e meno intensa per quelle dell’Italia centrale (-0,9%). Le regioni dell’Italia meridionale rilevano una crescita del 5,6%, mentre le regioni dell’Italia nord-orientale e nord-occidentale registrano un incremento delle esportazioni pari, rispettivamente, a +4,5% e +1,7%. Il Piemonte si conferma, anche nel periodo gennaio-marzo 2014, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,9% (incidenza superiore rispetto a quella rilevata nello stesso periodo del 2013, quando era pari al 10,4%) delle esportazioni complessive nazionali. Tra le principali regioni esportatrici il Piemonte ha registrato la performance migliore: la Lombardia si caratterizza per una situazione di sostanziale stazionarietà (+0,0%), mentre il Veneto e l’Emilia Romagna hanno registrato aumenti delle vendite all’estero rispettivamente pari a +2,7% e +5,9% . "Questi dati ci restituiscono l’immagine di un Piemonte forte del proprio know how e delle proprie capacità manifatturiere, soprattutto nel settore dell’automotive. Un Piemonte che non si è arreso alla crisi, che ha continuato a esportare verso quei Paese extra-Ue che hanno già agganciato la ripresa, quali Cina e Usa – commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. Grazie a questa consapevolezza, le imprese piemontesi hanno realizzato la performance migliore, in termini di incremento del valore delle vendite all’estero, all’interno delle principali regioni esportatrici italiane. Le Camere di commercio credono da sempre nell’internazionalizzazione: in questo valore hanno investito risorse finanziarie e umane, certi che questa sia la strada maestra per ridare slancio all’economia dei nostri territori”. La crescita dell’export piemontese non ha riguardato tutti i principali comparti delle vendite all’estero. I trasporti, che generano il 25,4% delle esportazioni complessive (confermandosi il primo settore), hanno registrato un aumento del 26,8%, sostenuto sia dalla componentistica autoveicolare sia, con intensità maggiore, dagli autoveicoli. Positiva anche la performance della meccanica e dell’alimentare (secondo e terzo comparto per importanza rivestita sul totale regionale, con incidenze pari al 19,2% e al 9,2%), le cui vendite all’estero hanno registrato variazioni pari, rispettivamente, a +3,5% e +3,8%. Anche l’export del comparto gomma e materie plastiche e altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (quarto settore per incidenza sul totale delle esportazioni regionali) ha rilevato un aumento (+5,3%), mentre è risultata negativa la dinamica del tessile-abbigliamento (-0,5%). Il settore dei metalli ha manifestato la performance peggiore registrando una flessione del 19,2%. Per quanto riguarda i mercati di sbocco, il bacino dell’Ue 28 ha attratto il 58,7% dell’export regionale, contro il 41,3% dei mercati extracomunitari. La dinamica registrata dalle vendite piemontesi dirette ai partner comunitari è risultata positiva per il secondo trimestre consecutivo, registrando un incremento del +5,9%. Nel periodo gennaio-marzo 2014 si conferma ancora più sostenuto l’aumento registrato dall’export verso i Paesi extra-Ue 28 (+8,3%).  
   
   
A LAMEZIA UN INCONTRO INFORMATIVO, PROMOSSO DALL’ASSESSORATO ALL’INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
 Catanzaro, 18 giugno 2014 - Promosso dall’Assessorato regionale all’Internazionalizzazione, domani, mercoledì diciotto giugno, con inizio alle ore quindici, nella sede della Fondazione Mediterranea “Terina Onlus”, a Lamezia Terme, si terrà un Incontro informativo sul Progetto Interregionale “Cigex” China-italy Green Exchange 2013-2015”. I lavori saranno aperti,dopo i saluti di Pasqualino Scaramuzzino, Commissario Straordinario della Fondazione e di Saveria Cristiano, dirigente regionale del Settore “Cooperazione ed Internazionalizzazione dei Sistemi Produttivi” dagli interventi di Francesco Alfonsi, dirigente dell’Ufficio Accordi e Convenzioni di Ice-agenzia, che presenterà le iniziative dell’Ice, e di Antonio Laspina, direttore dell’Ufficio Ice di Pechino che relazionerà sul tema “opportunità di sviluppo del business in Cina per le aziende calabresi dei settori della Green Economy”. “Cigex – China-italy Green Exchange 2013-2015” è un progetto interregionale e pluriennale che la Regione realizzerà, in collaborazione con “Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane”, assieme alle Regioni Puglia (capofila), Emilia Romagna ed Umbria. Il progetto concerne il settore della “green economy” ed è rivolto sia ai comparti produttivi direttamente protagonisti (energia rinnovabile, efficienza energetica, mobilità sostenibile, gestione e riciclo dei rifiuti, gestione delle acque, bonifiche ambientali, bioedilizia e agroindustria bio), sia a quelle aziende che forniscono prodotti e servizi “green” che ad altre imprese, contribuendo, così, a migliorare il profilo ambientale. Il Progetto, che rientra nell’ambito del Programma “Calabria Internazionale - Pea 2012”, sarà realizzato dal Settore “Cooperazione e Internazionalizzazione dei Sistemi Produttivi” con il supporto dello “Sprint Calabria”.  
   
   
ROSSI A PITTI IMMAGINE: "IL SETTORE MODA HA TRAINATO TOSCANA"  
 
Firenze 18 giugno 2014 - "Sono qui a ringraziare gli operatori della moda perché se la Toscana ha retto di fronte alla crisi ciò è dovuto anche al vostro lavoro". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione di Pitti Immagine Uomo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. "Il settore moda è stato trainante per la Toscana con il suo carico enorme di creatività e bellezza che ci viene dal passato e che, come ha detto l´economista Giacomo Becattini, non teme globalizzazione perché la bellezza e la creatività avranno sempre un mercato". Rossi ha aggiunto che "se la Toscana è moda occorre attrezzarsi con infrastrutture adeguate" e ha ricordato la recente acquisizione da parte dell´argentina Corporation America della maggioranza delle azioni degli aeroporti Galilei e Vespucci. "E´ un grande balzo in avanti – ha aggiunto il presidente della Regione – perché con Pisa e Firenze unite possiamo raggiungere tutto il mondo e ci siamo incamminati nella giusta direzione". Rossi ha richiamato poi "la piena sintonia" con il Comune di Firenze per il recupero della Fortezza da Basso, perché possa diventare un ulteriore volano per Firenze. Salutando il neo sindaco di Prato, presente in sala, ha sottolineato come sia la qualità l´elemento che fa vincere la moda e anche come occorra combattere l´economia illegale, battaglia rispetto alla quale è stato iniziato, in collaborazione con il Governo, un lavoro. Enrico Rossi ha annunciato infine l´imminente approvazione di una nuova legge regionale sulla formazione professionale "che servirà a farci diventare più europei".  
   
   
MILANO E FIRENZE ALLEATE PER IL MADE IN ITALY IN VISTA DI EXPO  
 
Milano, 18 giugno 2014 – “Milano e Firenze hanno l’obiettivo condiviso di valorizzare il Made in Italy anche in vista di Expo 2015. Le due città simbolo del fashion italiano sono complementari, e non concorrenti, per vocazione e per tipo di manifestazioni ospitate. È necessario mettere a sistema questa complementarietà anche con l´aiuto delle istituzioni locali che devono affiancare gli operatori in questo sforzo. Camera della Moda e Pitti hanno già cominciato a lavorare sui calendari e su altri progetti collaborativi, i Comuni di Milano e Firenze devono fare altrettanto rendendo le città accoglienti, aperte e in grado rilanciare nel mondo le nostre migliori produzioni" così commenta l’assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo Economico, Moda e Design del Comune di Milano Cristina Tajani, l’apertura di Pitti Immagine Uomo, in svolgimento a Palazzo Vecchio a Firenze. “Expo 2015 è una grande occasione e vetrina per il sistema del Made in Italy – conclude l’assessore Cristina Tajani - e proprio intorno a questo evento stiamo intrecciando alleanze tra operatori diversi e istituzioni, locali e nazionali, affinché le migliori produzioni italiane trovino a Milano la vetrina ideale per presentarsi al mondo. Creatività, artigianalità e ricerca sono i tratti distintivi della Moda ma anche fattori trainanti per l’economia