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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Marzo 2015
DISCORSO DEL COMMISSARIO ARIAS CAñETE: A "RINNOVABILI" UNION ENERGY  
 
Bruxelles, 18 marzo, 2015 – “ Caro Segretario di Stato Spiridonovs, Presidente Buzek, Ministro Marghem, Eccellenze, Signore e signori, La sala gremita e il gruppo ad alto livello qui oggi dimostrano quanto le energie rinnovabili in alto sono in agenda dell´Europa. Non si poteva unirsi a noi in un momento migliore. Stiamo già fumante avanti nel rendere l´Unione Energy una realtà. E siamo a pochi mesi dalla conferenza di Parigi, dove speriamo di ottenere un ambizioso accordo globale sul clima. Oggi voglio parlare di come le energie rinnovabili adatta alla nostra visione di un´energia e clima futuro sostenibile. Questa Commissione ha avviato con la promessa di essere diversi: per essere "più grande e più ambizioso su grandi cose". Molti dicono che il cambiamento climatico è una delle più grandi minacce che la nostra società e l´Ue ha guidato l´azione di riduzione delle emissioni per molti anni ormai. Come tutti sappiamo, le energie rinnovabili possono contribuire notevolmente a questo e per ridurre la nostra dipendenza energetica esterna. Ecco perché, l´Ue diventare il numero uno al mondo nelle fonti rinnovabili è una delle priorità del presidente Juncker, ed è una delle mie priorità per portare avanti nel contesto dell´Unione Energy. Ma le buone intenzioni non contano nulla se non otteniamo le politiche di destra. Ecco perché le rinnovabili al centro della scena nel piano d´azione dell´Unione Energia e perché sono una parte integrante del Piano Juncker, progettato per sbloccare gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili ha davvero bisogno. Prima di parlare delle politiche che renderanno l´Unione Energy leader mondiale nelle rinnovabili, voglio toccare prima su alcuni dei progressi che abbiamo già fatto in questo settore. E finirò evidenziando le rinnovabili ruolo giocherà sulla strada per Parigi e oltre. Signore e signori, Venti anni fa, le energie rinnovabili sono ancora visti da molti come un gioco d´azzardo costoso. Venti anni più tardi, mi rivolgo a voi in un edificio con pannelli solari sul tetto e ci ha fornito energia elettrica pulita. Isolamento efficiente in combinazione con pompe di calore geotermiche, ci tiene comodamente caldo. Non ci sono luci lampeggianti o progetto freddo - la prova che le rinnovabili possono funzionare perfettamente. In tutto il mondo, a partire dal 2011, più nuova capacità di energia rinnovabile è stato installato di fossili e nucleare combinata. E con un settore che impiega più di 1 milione di persone e un fatturato di 130 miliardi di euro, le fonti rinnovabili sono oggi nel mainstream in Europa. Renewables ha rappresentato più del 15% della nostra energia nel 2014, e quasi il 26% della nostra elettricità. E come cerchiamo di raggiungere i nostri obiettivi per il 2020, i posti di lavoro e tassi di crescita saranno solo continuare a salire. 15% di energie rinnovabili è buona. E ´ancora meglio in alcuni Stati membri come la Finlandia, la Lettonia e l´Austria, dove le energie rinnovabili già rappresentato circa un terzo della domanda di energia. Per non parlare di Svezia, dove più della metà del fabbisogno energetico è coperto da fonti rinnovabili! Tuttavia, in molti Stati membri il quadro non è così roseo e molto lavoro resta ancora da fare per raggiungere i loro obiettivi per il 2020. Per non parlare di prepararsi per ulteriori contributi verso l´obiettivo dell´Ue di "almeno il 27%" entro il 2030. Quindi il primo compito sarà quello di fare in modo che le leggi vigenti sono attuate e applicate. Lavoreremo con le autorità nazionali per aiutarli a applicare le regole, ma non saremo timidi a intraprendere azioni legali, se necessario. Ma lasciatemi ora fare un passo avanti e che vi dica come le fonti rinnovabili potranno sostenere ogni dimensione dell´Unione Energy. In primo luogo, la decarbonizzazione della nostra economia con fonti rinnovabili Lo scorso ottobre, l´Ue ha concordato un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di gas serra nazionali di almeno il 40% entro il 2030. Per arrivarci dobbiamo intensificare i nostri sforzi per raggiungere almeno il 27% di energie rinnovabili entro il 2030. Ho iniziato dicendo che le buone intenzioni non contano nulla, senza buone politiche. E, come ho detto già, buone politiche non contano nulla, senza una corretta attuazione. Così, nel corso dell´anno ci sarà una relazione sull´attuazione della direttiva sulle energie rinnovabili. Guardando al passato, ci aiuterà a riflettere sul futuro, e in particolare il modo di consegnare collettivamente sulla obiettivo Ue per il 2030. Nel 2017, mi presenterà un nuovo pacchetto per le energie rinnovabili al fine di garantire che incontriamo conveniente nostri obiettivi 2030. Ciò comprenderà anche una nuova politica per la bio-energia sostenibile. Come parte di questo pacchetto, abbiamo bisogno di trovare un modo per promuovere la cooperazione in materia di sostegno alle energie rinnovabili - in particolare a livello regionale - in modo più efficace rispetto al passato. Ciò comporta che gli Stati membri dovranno coordinare le loro politiche rinnovabili già in una fase iniziale con i loro vicini. Questo nuovo quadro di energia rinnovabile dovrà inoltre assicurare che l´efficienza significativi, la decarbonizzazione e la sicurezza dei guadagni di approvvigionamento nel settore del riscaldamento e raffreddamento sono sfruttate nella misura più ampia possibile. Un altro settore in cui abbiamo bisogno di accelerare l´azione è la decarbonizzazione del settore dei trasporti e il suo passaggio a carburanti alternativi. Entro il 2020 vogliamo avere il 10% di carburante per i trasporti provenienti da fonti rinnovabili come i biocarburanti. Per fare che una realtà, la Commissione presenterà un pacchetto di trasporto stradale completo per creare le condizioni di mercato per un maggiore uso di carburanti alternativi e il roll-out di soluzioni di trasporto intelligenti. In secondo luogo, la progettazione di un mercato interno dell´energia che funziona per le energie rinnovabili I mercati dell´energia e griglie devono essere in forma per le energie rinnovabili, non viceversa. I mercati devono essere progettati, o ri-progettato, di integrare pienamente le energie rinnovabili nel mercato dell´elettricità più ampio e rimuovere eventuali ostacoli esistenti. Le linee guida sugli aiuti di Stato del 2013 e la riforma dei regimi di sostegno sono stati i primi passi per integrare meglio le energie rinnovabili nel mercato. Come passo successivo in questa traiettoria, entro la metà di quest´anno, presenterò le nostre idee su un nuovo design del mercato elettrico per aumentare la sicurezza dell´approvvigionamento e per contribuire a una migliore integrazione delle energie rinnovabili nel nostro sistema energetico. Questo sarà seguito con una proposta legislativa il prossimo anno. L´obiettivo è quello di rendere il nostro sistema di potere molto più flessibile, interconnesso e consumer-centrato. Ciò richiede un importante trasformazione della griglia. Ma richiede anche cambiamenti significativi nel modo in cui il mercato funziona, e in particolare un migliore funzionamento e mercati liquidi a breve termine. Miglioramento interconnessioni sono un´altra chiave per una migliore integrazione delle energie rinnovabili nel nostro sistema. Per realizzare questo obiettivo abbiamo appena pubblicato una serie di misure per raggiungere il nostro obiettivo di interconnessione del 10% e continuano a sostenere i progetti di interesse comune (Pci) con il più alto potenziale. I recenti progressi nella penisola iberica per collegare meglio la Francia e la Spagna è molto gradito e incoraggiante in questo senso. Ma abbiamo anche bisogno di moderne reti di distribuzione. Abbiamo telefoni intelligenti, ora abbiamo bisogno di reti intelligenti! I consumatori dovrebbero essere in grado di reagire ai prezzi dell´energia, e decidere dove e quando a consumare o produrre energia. In terzo luogo, investire in ricerca e innovazione rinnovabile I nostri ricercatori sono una delle migliori risorse che abbiamo. Tuttavia, con il resto del mondo recuperando velocemente, saranno necessari più ricerca e innovazione per tenerci competitive sulla scena mondiale. Il 40% di tutti i brevetti per le tecnologie rinnovabili sono di proprietà di società europee. E rimanendo il numero uno al mondo in questo campo creerà posti di lavoro e la crescita in Europa ha bisogno in aree emergenti, come l´eolico offshore, energia oceanica o biocarburanti avanzati. Ma, come uno dei migliori innovatori di tutto, Thomas Edison diceva: "C´è un modo migliore per farlo. Scopriamolo it ". Abbiamo bisogno di finanziare la ricerca che ci aiuterà a fornire soluzioni innovative e raggiungere il mercato più velocemente. Dovremo essere innovativi in ​​reti intelligenti, della domanda-risposta, e in stoccaggio di energia. Gli utenti dovrebbero essere in grado di ricaricare il proprio veicolo elettrico quando i prezzi sono bassi e ridurre il loro consumo quando i prezzi sono alti! Questo è uno dei campi in cui dobbiamo abbracciare la transizione tecnologica. Per questo motivo abbiamo raddoppiato i fondi per la ricerca energetica nell´ambito del nuovo programma Orizzonte 2020. E per sostenere questo, tra breve proporrà un piano strategico per le tecnologie energetiche aggiornato per aiutare a focalizzare sulle aree con il più alto potenziale. Infine, attraverso la nostra politica commerciale, cercheremo di migliorare l´accesso ai mercati esteri per le tecnologie rinnovabili europee. Ad esempio, il "Green Goods Initiative" che mira a liberalizzare il commercio di beni e servizi verdi, contribuirà a promuovere prodotti che riducono le emissioni di Co2 e creare posti di lavoro e crescita. In quarto luogo, rendendo l´efficienza energetica e le fonti rinnovabili lavorano insieme 75% del nostro patrimonio abitativo è energia inefficiente. Per rendere i nostri edifici esistenti più efficienti e raggiungere gli standard "a energia quasi zero" per i nuovi edifici, le energie rinnovabili e l´efficienza energetica dovranno lavorare mano nella mano. Farò in modo che il finanziamento è lì per fare che questo accada nel nuovo "Smart Finanziamento per edifici intelligenti" iniziativa. Il Fondo europeo per la Strategic Investments (Efsi) dovrebbe moltiplicare il finanziamento di progetti di efficienza. Ma ci sarà anche rivedere il nostro quadro normativo. Anche se la direttiva sulle energie rinnovabili e la direttiva sull´efficienza energetica degli edifici già contengono disposizioni importanti per fare uso di energie rinnovabili e di misure di risparmio energetico negli edifici, ci rivisitare due atti legislativi per rendere tali disposizioni ancora più forte. Ultimo, ma non meno importante: A, fornitura di energia rinnovabile sicura Sappiamo che l´Ue importa oltre € 400 miliardi valore di energia ogni anno. Ma dobbiamo anche ricordare che, senza di energie rinnovabili, questa cifra sarebbe stato almeno € 30000000000 superiore! Le energie rinnovabili, e in particolare il riscaldamento sulla base di fonti rinnovabili al posto dei combustibili fossili, è la chiave per ridurre la dipendenza dalle importazioni. Ecco perché le energie rinnovabili saranno di primo piano nella nuova strategia di riscaldamento e raffreddamento che proporrò alla fine di quest´anno nel quadro della strategia energetica dell´Unione. Credo che l´Unione Energy ha bisogno di essere alimentato da consumatori e dei cittadini, come partecipanti attivi a farlo funzionare. Produzione di energia decentrata e cooperative di energia contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici dell´Ue e sono fondamentali per l´accettazione pubblica delle energie rinnovabili e delle infrastrutture energetiche. Pertanto, stiamo attualmente rivedendo le migliori pratiche per la promozione economica auto-generazione e consumo di energia, al fine di sviluppare linee guida in questo campo. Signore e signori, Questi obiettivi possono sembrare ambiziosi. Ma la posta in gioco è troppo alta per non essere ambiziosi. Il momento politico è lì. Il focus del piano di investimenti Juncker sull´energia, e in particolare sulle energie rinnovabili e l´efficienza energetica, illustra l´impegno della Commissione a sostenere questa transizione. E a livello locale, ci sono centinaia di città e di milioni di cittadini che vogliono andare oltre i loro obiettivi per il 2020. Noi aiutarli a farlo attraverso iniziative come il Patto dei Sindaci e il partenariato europeo per l´innovazione sulle Smart Cities e Communities. L´accordo del Consiglio europeo sul clima e l´energia 2030 Framework ha aperto la porta per un accordo ambizioso a Parigi. Proprio la scorsa settimana, l´Ue ha presentato il suo contributo a questo nuovo accordo - e siamo stati i primi a farlo. Abbiamo mostrato la via per gli altri paesi a seguire noi sulla strada per Parigi. Chiediamo un accordo con obiettivi di emissione giuridicamente vincolanti, e le energie rinnovabili hanno un ruolo centrale da svolgere per tutti i paesi, sviluppati e in via di sviluppo simili. Senza di loro, l´Europa non sarà possibile ottenere la riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 che ci siamo impegnati a. E senza di loro, fornendo energia sostenibile per tutti, come auspicato dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban-ki-moon e incorporati nelle Obiettivi di Sviluppo sostenibile non sarebbe possibile neanche. Lo slancio creato da fonti rinnovabili per la competitività, la crescita e l´occupazione in Europa deve continuare. Con un elastico obiettivi dell´Unione Energia e clima alimentati da energie rinnovabili, non ho dubbi che ci riusciremo. Non vedo l´ora di lavorare con tutti voi, per realizzare questo obiettivo. Grazie per l´attenzione.  
   
   
UE: COME RILANCIARE LA CRESCITA  
 
Frankfurt am Main, 18 marzo 2015 - Intervento di ieri di Jonathan Hill Membro della Commissione europea, responsabile per la stabilità finanziaria, servizi finanziari e Capital Markets Union al Francoforte Summit Finance: “ Buon giorno, signore e signori. Sono felice di essere a Francoforte e di essere qui in occasione del vertice delle Finanze di Francoforte. Si tratta di un particolare onore per me essere in grado di parlare all´Università intitolata a Goethe, uno della Germania - in effetti uno del mondo - più grandi poeti. Certo, non era solo un grande poeta ma anche un ministro delle Finanze. Così mi piace pensare che sarebbe stato a casa tra le torri scintillanti che sono un simbolo di successo finanziario moderna di Francoforte. Goethe avrebbe detto più snappily, ma mi piace lo slogan che avete scelto per il vostro summit di oggi. Questa mattina, ho intenzione di sostenere che abbiamo bisogno di un controllo di realtà su una serie di fronti. La prima è relativa allo statuto che ora abbiamo in atto. Dal momento che la crisi finanziaria che abbiamo fatto una quantità enorme di lavoro per garantire che abbiamo un sicuro sistema finanziario, stabile. Uno che è abbastanza robusto per affrontare tempi difficili. La maggior parte della nostra legislazione è stato redatto ed è ora entrata in vigore. Essa porta con sé una migliore supervisione, una maggiore trasparenza, le istituzioni finanziarie più forti e un mezzo per affrontare i problemi, se si presentano. E, naturalmente, ora abbiamo la Union Banking che contribuirà a spezzare feedback negativo tra le finanze nazionali e banche. Lavorerò duro per assicurarsi che le cose rimangono sulla strada giusta. Regolamento era necessario per rispondere alla minaccia alla stabilità finanziaria poste dalla crisi finanziaria. Ma oggi c´è una nuova minaccia per la stabilità finanziaria: la mancanza di posti di lavoro e crescita. Così ora è un momento ragionevole per fare l´impatto complessivo della regolamentazione, in particolare la legislazione degli ultimi cinque anni, e guardare attraverso il prisma di posti di lavoro e crescita. In altre parole, per effettuare un controllo di realtà. Per assicurarsi che abbiamo ottenuto il giusto equilibrio tra la riduzione del rischio e favorire la crescita. Con il peggio della crisi alle spalle, dobbiamo essere pronti a chiedere: fare tali norme realizzare ciò si prefiggono di fare? E lo fanno in un modo che pone oneri minimi? Ci occuperemo in leggi approvate singolarmente, attraverso le varie clausole di revisione che esistono in quasi tutta la legislazione. Ma anche nel suo complesso. Voglio capire l´impatto combinato delle nostre regole e le conseguenze, a volte non voluti, delle interazioni tra i diversi atti legislativi. Io non sono certo di segnalazione che voglio lanciare nostre riforme recenti combattuta fuori bordo. Non lo faccio. Ma io penso che se a terra le regole sono in pratica ostacolare la capacità del settore finanziario di prestare ed investire, quindi dovremmo essere pronti a guardare di nuovo. Allo stesso modo, credo che dobbiamo essere attenti a prendere in considerazione la diversità del paesaggio finanziario europeo; di differenziare nella nostra regolamentazione in modo che le regole siano proporzionate ai rischi connessi; e per assicurare che essi prendano in considerazione diversi modelli di business - per esempio delle banche. Abbiamo già fatto nel regolamento sui requisiti patrimoniali in cui abbiamo registrato alcune delle regole per riconoscere che il risparmio e le reti di cooperazione sono diversi. E ancora più recentemente con i rapporti di copertura della liquidità. Ho intenzione di costruire su questo come affrontiamo le sfide future. Proporzionalità sarà un principio chiave nella nostra regola-making. Guardando al futuro, voglio anche per fornire un maggior grado di stabilità regolamentare. So che le imprese hanno bisogno di certezza di essere in grado di pianificare in anticipo. Quindi non prevedo che in futuro vedremo qualcosa di simile il volume di una nuova legislazione che abbiamo visto di recente. Il mio secondo test di realtà è che abbiamo bisogno di tenere gli occhi aperti a nuove fonti di rischio. Ecco perché voglio che noi per portare vari file legislativi ancora in trattativa per una rapida conclusione, in particolare su fondi del mercato monetario, benchmark e riforme strutturali banca. Ed è per questo che presenterà nuove proposte entro l´autunno in modo da avere un regime efficace risoluzione delle istituzioni finanziarie non bancarie, e per le stanze di compensazione o controparti centrali, in particolare. Altri rischi potenziali stanno muovendo l´ordine del giorno in fretta. Prendete per esempio la minaccia per il settore finanziario rappresentato dai criminali informatici. O la nostra mancanza di preparazione per una popolazione che invecchia. Se si considera che oggi ci sono circa quattro lavoratori per ogni pensionato in Germania, ma che entro il 2050 ci saranno solo due, allora sai che questo deve essere affrontato a testa alta. In terzo luogo, signore e signori, abbiamo bisogno di un controllo di realtà come le nostre economie stanno facendo. Le previsioni stanno migliorando, con gli ultimi numeri della Bce che suggeriscono una crescita del Pil dell´1,5% per la zona euro di quest´anno, in crescita al 1,9% nel 2016 e del 2,1% nel 2017. Si tratta di un segnale positivo. Ma siamo molto lontani da un sano livello di crescita, o un piccolo aumento del numero dei posti di lavoro, come 24 milioni di persone senza lavoro in tutta Europa vi dirà. È per questo che il rilancio della crescita è priorità assoluta della nuova Commissione. Perché il nostro primo atto è stato quello di lanciare un piano di investimenti 315.000.000.000 € per sostenere gli investimenti in progetti infrastrutturali a lungo termine. Il mio collega Jyrki Katainen ha fatto buoni progressi su questo. Proprio la scorsa settimana, i ministri delle finanze dell´Ue hanno approvato la normativa per l´istituzione del Fondo europeo per gli investimenti strategici. La Germania si è impegnata 8000000000 € al fondo, una somma di pari passo con la Francia e l´Italia. Questo è incoraggiante e speriamo di avere il fondo in funzione entro l´estate. Il piano di investimento darà un colpo di benvenuto nel braccio di investimenti in Europa. Ma se vogliamo che sia più di un one-off, se vogliamo avere un impatto duraturo sulle condizioni economiche in Europa, quindi abbiamo bisogno di un cambiamento più strutturale. Dobbiamo rimuovere gli ostacoli attualmente in piedi tra le imprese o progetti e il finanziamento di cui hanno bisogno. E per aumentare la gamma di opzioni disponibili per gli investitori in modo che il risparmio in Europa, i contributi previdenziali e dei premi di investimento possono essere oggetto di un uso più produttivo. Questo è ciò che vogliamo raggiungere con il Capital Markets dell´Unione. Libera circolazione dei capitali è stato uno dei quattro principi fondamentali su cui si fonda l´Unione europea. Ma cinquant´anni dal Trattato di Roma, che ancora non hanno un mercato unico pienamente funzionante per il capitale. Il mercato rimane frammentato, in gran parte lungo linee nazionali. Se siamo in grado di fare progressi sulla costruzione di tale mercato unico, il premio sarebbe notevole. Giusto per fare un esempio: se i nostri mercati dei capitali di rischio erano profondi come gli Stati Uniti, per quanto 90000000000 € di più in fondi sarebbe stato a disposizione delle imprese tra il 2008 e il 2013. Pensate dell´innovazione, i nuovi servizi, i nuovi posti di lavoro che avrebbe potuto essere creato, se tale finanziamento fosse stato lì. Gli economisti piace chiamare questo un controfattuale. Io lo chiamo un´occasione mancata. Quindi il nostro obiettivo con il Capital Markets Unione è quello di rendere l´Europa più attraente per gli investimenti interni. Per creare maggiori opportunità di finanziamento per le Pmi e progetti di infrastrutture. Per diffondere il rischio in modo più efficace a coloro che possono sopportare. E per aprire nuove opportunità per le imprese attraverso le frontiere, la crescente concorrenza. Dobbiamo semplicemente vogliamo imitare il modello americano a scapito del buon funzionamento del finanziamento bancario delle piccole imprese o promuovere la City di Londra? Si tratta di un attacco da Bruxelles sul sistema bancario dei tre pilastri della Germania? Non stiamo incoraggiando i piccoli investitori a prendere più rischi di quanto sia ragionevole? La risposta a queste tre domande è semplicemente: no. Capital Markets Unione sta integrando il ruolo delle banche, non su di loro spostamento. E ´sullo sviluppo di soluzioni europee, non scimmiottare quelle americane. E il sistema bancario europeo, ovviamente, continuerà a svolgere un ruolo centrale nell´economia europea: è molto importante per le comunità locali; ed è al centro dei mercati dei capitali stessi. Sono sicuro che molte aziende continueranno a ottenere la maggior parte del loro finanziamento attraverso prestiti bancari. In Germania, il finanziamento bancario funziona molto meglio che in molte altre parti d´Europa, dove le Pmi e le start-up semplicemente non possono ottenere i finanziamenti di cui hanno bisogno da parte delle banche a crescere. Ma anche qui in Germania, in via di sviluppo più fonti di finanziamento potrebbe aiutare. Pensate a tutte le imprese ad alto potenziale tecnologico che trasferirsi negli Stati Uniti, al fine di avere accesso a una gamma più adatto di opzioni di finanziamento per le loro esigenze - c´è anche una scuola tedesca in Silicon Valley per soddisfare le famiglie di tutti questi imprenditori! Come ha detto il cancelliere Merkel, dove sono il tedesco, gli europei, Googles, mele, Facebooks? Quindi, anche qui in Germania, dove la raccolta bancaria si è dimostrato altamente resistente nel corso della crisi, ci sono opportunità di essere perse. Dietro l´etichetta di Capital Markets dell´Unione sono un certo numero di pragmatiche, misure supplementari per ottenere finanziamenti per cui aveva bisogno di più: in progetti di investimento a lungo termine; nelle infrastrutture e nelle nostre piccole e medie imprese. Lasciatemi dire una parola su quello che spero di vedere emergere nei prossimi anni su ciascuno di essi. Ottenere il mercato delle cartolarizzazioni andare di nuovo in Europa, farà la differenza per investimenti a lungo termine, ampliando la base di investitori di includere investitori più a lungo termine, come assicuratori e gestori patrimoniali. Vogliamo realizzare una differenziazione dei prodotti di capitalizzazione di alta qualità in tutti i settori finanziari, anzi a istituire un quadro per lo sviluppo di un mercato europeo che individua una categoria di prodotti altamente trasparenti, semplici e standardizzate. Questo non è del tutto nuovo terreno - le modalità di Solvency Ii e Crr Liquidity Coverage Ratio stabilire un approccio differenziato per gli strumenti di cartolarizzazione. Vogliamo costruire ulteriormente su questo. Stiamo anche sostenendo gli investitori istituzionali di investire in progetti a lungo termine. Molto è stato scritto circa la necessità di un comportamento degli investitori istituzionali di adottare un approccio a lungo termine. Non credo che sia per i governi o addirittura istituzioni europee per cercare di forzare un tale cambiamento. Ma noi pensiamo che ci sia un ruolo che possiamo svolgere nel sostenere tali sviluppi - per esempio, le compagnie di assicurazione hanno ricevuto una serie di incentivi ad investire per il lungo termine nelle modalità introdotte per Solvency Ii lo scorso ottobre. Potremmo anche intensificare gli sforzi per creare un mercato unico per le pensioni personali che contribuirà a mobilitare risparmi pensionistici più personale per il finanziamento a lungo termine. Per quanto concerne le banche, molte delle modalità di applicazione dei requisiti patrimoniali tener conto delle esigenze di finanziamento a lungo termine. Ma produrremo una relazione ai sensi della revisione del regolamento sui requisiti patrimoniali per valutare come adeguate le regole esistenti sono in relazione al finanziamento a lungo termine. Infine, collocamenti privati ​​hanno il potenziale per offrire opportunità di investimento per gli investitori a lungo termine, e potrebbe ampliare la disponibilità di finanziamenti per i progetti di infrastrutture. Un gruppo di enti di settore recentemente lanciato un´iniziativa per incoraggiare lo sviluppo dell´industria collocamento privato europeo. Ho molto gradito che, anche perché non credo che dobbiamo sempre arrivare per la legislazione come prima opzione. Il Capital Markets Unione ci dà anche un quadro in cui abbiamo potuto fare la differenza per la nostra infrastruttura, per le strade, i ponti, e le reti a banda larga che collegano il nostro continente. Si può fare questo fornendo incentivi agli investitori istituzionali per mettere i loro soldi in infrastrutture. Due esempi di cose che stiamo facendo: In primo luogo, gli europei Long Term Investment Funds o Eltifs fornire un veicolo ideale per fornire questo tipo di incentivo, sia per il nuovo Fondo europeo per la Strategic investimenti e per gli assicuratori. Il Parlamento europeo ha deciso di Eltifs di recente e voglio vedere Eltifs installato e funzionante il prima possibile. In secondo luogo, il lavoro della task force sul piano di investimenti contribuirà ad aumentare la trasparenza dei progetti di infrastrutture, che dovrebbe rendere più facile per gli investitori di identificare forti progetti in cui investire. La nostra intenzione è quella di rendere in entrambe queste aree modifiche delle norme dettagliate di Solvency Ii, che è quello di prevedere Eltifs, e per dare gli assicuratori più modi di essere coinvolti in progetti di infrastrutture. Cmu può anche aiutare le Pmi ad accedere ai finanziamenti. Questo non è un nuovo obiettivo e gli Stati membri sono stati attivi in ​​diversi settori. Alcuni hanno preso iniziative per cercare di finanziamenti canale più efficace per le Pmi, e stiamo guardando l´esperienza che è stata acquisita nell´ambito di tali sistemi. Ma se siamo in grado di farlo bene, i vantaggi di fare questo a livello europeo potrebbero permetterci di generare effetti moltiplicatori di valore. Abbiamo sostenuto prestiti bancari alle Pmi fissando requisiti patrimoniali delle banche in basso, relative alle regole di Basilea, per i prestiti alle piccole e medie imprese determinate. Ci sarà anche concentreremo sui prestiti alle Pmi nella nostra prossima valutazione dell´impatto dei requisiti patrimoniali. E nel contesto delle norme internazionali, sosterremo che particolare attenzione dovrebbe essere prestata alla calibrazione appropriata dei requisiti patrimoniali prestiti alle Pmi. Ma le banche potrebbero contribuire in un settore, cioè a dare più risposte alle Pmi e puntando piccole imprese verso forme alternative di finanziamento quando ritengono un prestito non è giusto per loro. Altri Pmi, riconosco, può decidere di avere altre opzioni, come la quotazione in un mercato in crescita o attrarre capitale di rischio. Dobbiamo contribuire a sensibilizzare le Pmi ´di opportunità di finanziamento alternative. E le aziende che decidono di fare il grande passo e offrire strumenti finanziari su un mercato non devono essere scoraggiati dal farlo semplicemente a causa della burocrazia necessaria. Ecco perché vogliamo rivedere la direttiva Prospetto in modo che diventi più facile per le Pmi di adempiere ai loro obblighi di quotazione, ma in modo tale che gli investitori sono ancora ben informati su cosa stanno comprando. Recentemente abbiamo lanciato una consultazione su questo e ci auguriamo di ottenere consigli pratici su come possiamo migliorare le cose. Anche se vi è una buona informazione di base là fuori su aziende e quello che fanno, i potenziali investitori non possono valutare facilmente il rischio di credito che possono presentare. Così vedremo se c´è un modo per aumentare i dati standardizzati per la valutazione del credito - senza occupare tutte le Pmi in una nuova groviglio di burocrazia. E, infine, stiamo valutando come avremmo potuto migliorare il "ecosistema" in Europa per capitale di rischio. Questo potrebbe includere adattare le regole per i fondi europei di Venture Capital e imprenditorialità Fondo sociale europeo per ampliare le categorie di gestori di fondi in grado di offrire questi fondi. Quindi, per riassumere, proprio in queste tre aree, spero si vedrà che ciò che il progetto Capital Markets Union offre è un´opportunità. Un´opportunità per le banche come importanti intermediari di finanziamento basato sul mercato. Un´opportunità per gli investitori di aumentare le loro opzioni di investimento. Un´opportunità per l´Europa di ampliare l´accesso a nuovi canali di finanziamento per le Pmi e progetti di infrastrutture. Un´occasione, in altre parole, per finanziare la crescita. Signore e signori, permettetemi di concludere con un ultimo controllo di realtà. Non sarà politici, le autorità di regolamentazione e di vigilanza che creeranno la crescita che l´Europa ha tanto bisogno. Ciò sarà fatto da parte delle imprese e le aziende che innovano, che prendono rischi, che espandersi in nuovi mercati, che creano posti di lavoro. Cosa possiamo fare? Possiamo contribuire a fornire le condizioni per la crescita, offrendo stabilità e certezza normativa. Ricordando quando regoliamo che dobbiamo essere proporzionate e sempre tenere conto dell´effetto nostre regole hanno sul mercato. Se davvero intendiamo quando diciamo che la nostra priorità è l´occupazione e la crescita, allora, credo, è il controllo di realtà dovremmo applicare a tutto ciò che facciamo. Grazie.  
   
   
ECLISSI DEL 20 MARZO 2015: FORSE IL "DISTACCO" DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI È INUTILE  
 
Milano, 18 marzo 2015 - L’eclissi di sole annunciata per venerdì 20 marzo pv è destinata a far parlare di sé, non solo per lo spettacolo che offrirà agli occhi di tutti, ma anche per l’impatto che avrà sul sistema elettrico nazionale. Terna ha infatti annunciato che, al fine di garantire la sicurezza della rete, applicherà la procedura d’emergenza Rigedi, prevista per la Generazione Distribuita Riducibile (Gdr) distaccabile con preavviso. Saranno quindi disconnessi dalla rete circa 9.000 Mw di impianti fotovoltaici e, inspiegabilmente, circa 100 Mw di impianti eolici. Assorinnovabili ha formalmente chiesto a Terna di conoscere le valutazioni effettuate sulle possibili opzioni alternative che non paiono, ad oggi, essere state considerate idonee a garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale. Nell’auspicio che Terna possa prontamente revocare la procedura di distacco, l’Associazione ritiene che l’applicazione della suddetta procedura d’emergenza debba essere utilizzata solo come extrema ratio, e ritiene opportuno che Terna metta in campo tutte le possibili azioni atte a scongiurare un massiccio distacco (peraltro in assenza di qualsiasi corrispettivo economico) degli impianti fotovoltaici connessi alla rete di Media Tensione.  
   
   
CENTRALE DI CAORSO, AL VIA IL TAVOLO DELLA TRASPARENZA SULL´ATTUAZIONE DEL PROGETTO DI DISMISSIONE. AFFIDATO ALL´ASSESSORE GAZZOLO IL COMPITO DI PROMUOVERNE L´ISTITUZIONE CON SOGIN E ISPRA  
 
Bologna, 18 marzo 2015  – Si costituisce in Regione il Tavolo della trasparenza per l’attuazione del progetto di dismissione della centrale nucleare di Caorso. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha infatti affidato a Paola Gazzolo, assessore regionale a Difesa del suolo e della costa, Protezione civile, politiche ambientali e della montagna, il compito di promuovere l’istituzione, in collaborazione con Sogin (società di Stato incaricata del decommissioning e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) e Ispra (autorità tecnica competente all’approvazione e al controllo delle attività). Nei prossimi giorni sarà stipulato l’accordo per l’istituzione del tavolo che avrà il compito di seguire il percorso di attuazione del progetto di decommissioning dell’impianto di Caorso, nonché di sovrintendere alle relative attività. Nella stessa delibera la Giunta ha anche assegnato all’assessore Gazzolo il ruolo di coordinamento della Commissione tecnica regionale sulla dismissione della centrale nucleare di Caorso.  
   
   
OLTRE 74 MILIONI DI EURO DI FONDI DELL´UE PER CONTRIBUIRE A MIGLIORARE LE POLITICHE URBANE IN EUROPA  
 
Bruxelles, 18 marzo 2015 - Il rafforzamento della conoscenza, della capacità e dell´esperienza delle città nel settore dello sviluppo urbano integrato sarà al centro dell´evento di lancio del programma Urbact Iii a Bruxelles. I risultati raggiunti dalle città nella lotta alla disoccupazione e alla povertà e nell´utilizzo efficiente delle risorse sono molto importanti per la ripresa europea: nelle città vivono infatti oltre due terzi della popolazione dell´Ue. L´evento di lancio offrirà agli stakeholder la possibilità di esaminare per tempo le opportunità offerte da Urbact in questi settori cruciali. In vista dell´evento Corina Crețu, Commissaria europea per la politica regionale, ha dichiarato: "La dimensione urbana è al centro della politica di coesione. Creare posti di lavoro, garantire buone condizioni di vita, migliorare l´efficienza energetica dell´edilizia abitativa o sviluppare trasporti sostenibili: le città d´Europa si devono occupare di questi problemi. Il lavoro di Urbact nella condivisione delle conoscenze e nello sviluppo di capacità delle città è dunque più importante che mai". Urbact 2014-2020 è uno dei primi programmi interregionali a essere adottato. I finanziamenti ammontano a 96,3 milioni di Eur, con un contributo del fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) di circa 74,3 milioni di Eur. A partire dal 2003 questo programma di scambio e di apprendimento ha avuto un ruolo di grande importanza facilitando la creazione di reti e il trasferimento di conoscenza e buone pratiche tra le 500 città partecipanti. Nel periodo 2014-2020 almeno il 70% delle risorse a sostegno degli scambi e dell´apprendimento sarà concentrato nelle aree ricerca e innovazione, economia a basse emissioni di carbonio, protezione ambientale, creazione di posti di lavoro e inclusione sociale. Complessivamente in questo nuovo periodo almeno il 50% delle risorse Fesr sarà investito nelle aree urbane. L´evento di lancio, che riunirà operatori ed esperti nel campo della politica urbana, sarà aperto dalla Commissaria Corina Creţu. Contesto Urbact Iii aiuterà le città europee a lavorare in rete per sviluppare soluzioni alle sfide urbane e condividere buone pratiche e soluzioni. Al programma partecipano i 28 Stati membri dell´Ue e i due paesi partner Norvegia e Svizzera. Urbact Iii è organizzato intorno a 4 obiettivi principali:  migliore capacità di attuazione delle politiche progettazione di politiche  attuazione di politiche  sviluppo e condivisione di conoscenze.  
   
   
PAESAGGIO IN TOSCANA, ROSSI: "APPROVAZIONE ENTRO LA LEGISLATURA CON L´INTESA DEL MINISTRO"  
 
Roma 18 marzo 2015 - "A chi punta il dito contro ciò che stiamo facendo a tutela del paesaggio toscano, vorrei richiamare che siamo la prima regione che ha fatto una legge che blocca il consumo di territorio e vieta le costruzioni in tutte le aree ad alto rischio idraulico (il 7% del territorio pianeggiante). Queste polemiche ci sono perché abbiamo deciso di lavorare per la tutela, la rigenerazione e la riqualificazione del nostro patrimonio paesaggistico". E´ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi a conclusione dell´incontro con il ministro dei beni culturali Dario Franceschini. "Adesso siamo chiamati a fare un bel piano del paesaggio ed è questo il traguardo che vogliamo tagliare. Ne abbiamo discusso con il ministro Fraceschini così come con la società toscana. Vogliamo portarlo in approvazione in Consiglio entro la legislatura con l´intesa con il Ministero dei beni culturali. Franceschini è d´accordo e continueremo a lavorare tutto il pomeriggio"  
   
   
LEGNO E PLASTICA: UN NUOVO MATERIALE COMPOSITO PROMETTE DI SOSTIUTIRE LE IMPORTAZIONI DAL DI FUORI DELL’EUROPA  
 
Bruxelles, 18 marzo 2015 - L’arredamento di lusso a prezzi contenuti potrebbe presto diventare una realtà grazie a un nuovo materiale composito sviluppato nell’ambito del progetto Limowood. Molte persone si sono trovate davanti a questo dilemma almeno una volta nella vita. Posso permettermi mobili di lusso per il mio nuovo bagno o la mia cucina, o forse dovrei lasciar perdere e scegliere l’opzione più economica a spese della durata? La scelta, che è già difficile a livello personale, è ugualmente importante per il futuro dell’economia europea. Quando scegliamo tra prodotti di lusso o economici, spesso decidiamo se sostenere o meno i produttori europei. Con l’obiettivo di colmare questa lacuna di qualità fornendo all’industria dell’Ue i mezzi per contrastare le offerte più economiche, il progetto Limowood (“Advanced wood plastic composite material for the production of bath furniture resistant to moisture and free of coatings”), finanziato dall’Ue sta rivoluzionando le cose con un nuovissimo materiale composito fatto di legno e plastica. Il prodotto, che ha un ampio spettro di applicazioni in settori che vanno dai mobili all’industria automobilistica, ha l’ambizione di fornire una soluzione economica per sostituire le importazioni dal di fuori dell’Europa. Il nuovo materiale ha una più alta resistenza meccanica, una maggiore resistenza all’umidità, è completamente riciclabile, non produce emissioni di Cov ed esteticamente è pari all’Hpl con un costo di produzione vicino a quello dell’economico Mdf. Grazie a un brevetto dell’Ue, l’equipe del progetto prevede che il prodotto farà risparmiare circa 120 milioni di euro all’industria europea, creando allo stesso tempo nuovi posti di lavoro. Oscar Valdemoros, coordinatore del progetto Limowood, parla dei risultati ottenuti dal consorzio, i punti di forza del nuovo materiale e la sua futura commercializzazione. Siete soddisfatti dei risultati ottenuti dal progetto? In effetti abbiamo ottenuto più di quanto ci aspettassimo inizialmente. Il nostro obiettivo era semplicemente creare una tavola fatta per estrusione, ma siamo riusciti anche a creare la tavola con la pressatura a caldo, il che amplia il campo di applicazione. Abbiamo inoltre raggiunto i nostri obiettivi in termini di prezzo e qualità. Quindi quali sono le differenze tra Limowood e gli altri materiali? Quello che volevamo era competere sia con i materiali costosi che con quelli economici. Il nostro materiale è paragonabile all’Hpl in termini di proprietà di alta qualità, con un prezzo che è più simile a quello dell’economico Mdf. Inoltre è possibile applicare qualsiasi tipo di rifinitura sul materiale, dal legno naturale alle pellicole decorative, e quindi sostituisce perfettamente le soluzioni attualmente disponibili sul mercato. Prima c’erano altri materiali compositi, ma si potevano usare solo per un numero limitato di applicazioni come recinzioni, non per il bagno o la cucina. Siamo riusciti a colmare questa lacuna. Limowood ha bisogno di grandi investimenti in termini di utensili e macchinari? Questo è il bello di Limowood. Una volta che si ha la tavola, non c’è bisogno di investire in nient’altro. Limowood si può produrre sia per estrusione che mediante pressatura a caldo, usando i macchinari già esistenti, l’unico limite sono le dimensioni del pannello per quanto riguarda l’estrusione. Siete già stati contattati da qualche azienda? Si, siamo in contatto con grandi produttori, anche nel settore automobilistico, europei e non. Le nostre attività di divulgazione, che includono la partecipazione a fiere internazionali, hanno avuto molto successo fino a questo momento. Quando sperate che il vostro materiale sarà commercializzato? I prototipi sono pronti, abbiamo investito nella produzione, quindi adesso siamo molto vicini. Per portare un prodotto del genere sul mercato però ci vuole tempo e dobbiamo firmare accordi con vari fornitori. Non so se Limowood sarà commercializzato quest’anno, ma lo sarà sicuramente il più presto possibile. Abbiamo in programma un incontro con i partner per la prossima settimana per discutere tutte queste cose. Qual è la vostra strategia per attirare il numero più alto possibile di settori industriali? La prima cosa è ottenere una certificazione per le diverse applicazioni e magari adattare la formulazione alle esigenze e alle necessità dei mercati come per esempio il mercato automobilistico e edilizio. Come sono le prestazioni del materiale in termini di sostenibilità? Uno degli obiettivi del progetto era usare il più possibile materiali riciclati, senza emissioni di Cov, in modo da rispettare la legislazione europea. Adesso il 90 % dei materiali usati per la produzione di Limowood vengono da fonti sostenibili: il legno proviene da boschi sostenibili e usiamo plastica riciclata. Una delle vostre ambizioni è contribuire a sostituire le importazioni. In che modo? Limowood è molto competitivo per quanto riguarda il prezzo, ma offre la stessa qualità e le stesse prestazioni di materiali di prima qualità ma spesso costosi. Questa tecnologia sarà brevettata? Si, stiamo facendo i passi necessari proprio adesso. Adesso che il progetto si è concluso, avete dei programmi per il futuro? Abbiamo in programma di cominciare a commercializzare il prodotto il più presto possibile. Potremmo decidere di portare avanti le cose nell’ambito di Orizzonte 2020, ma non abbiamo ancora deciso. Siamo in contatto con grandi aziende europee che potrebbero occuparsi della produzione quindi forse non abbiamo più bisogno dei finanziamenti dell’Ue. Per ulteriori informazioni, visitare: Limowood http://www.Limowoodcomposites.com/    
   
   
FRANCO TOSI, DAL MISE VIA LIBERA ALL’OFFERTA DELLA PRESEZZI S.P.A GARANTITI CONTINUITA’ PRODUTTIVA E MANTENIMENTO DI OLTRE 200 POSTI DI LAVORO  
 
Roma, 18 marzo 2015- Per la Franco Tosi, storica azienda di Legnano specializzata in macchinari per la produzione di energia, si apre una fase nuova. Ieri, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato il Commissario ad accettare l’offerta presentata dalla Bruno Presezzi Spa per l’acquisto della fabbrica in amministrazione straordinaria dal settembre 2013. L’offerta della Presezzi è pervenuta all’esito di una complessa procedura negoziale avviata alla fine dello scorso anno, dopo che il primo tentativo di vendita si era rivelato infruttuoso. La società Bruno Presezzi S.p.a. È una società italiana, con sede in Lombardia, che si occupa di ingegneria, lavorazioni e costruzioni meccaniche. La vendita del sito- con la garanzia della continuità produttiva e del mantenimento di oltre 200 posti di lavoro- è il risultato di un lungo percorso di cui è stata data costante informativa a tutti gli attori coinvolti e che ha visto ampie e ripetute sollecitazioni del mercato nazionale ed internazionale e consente di dare compiuta esecuzione al programma di cessione autorizzato.  
   
   
IL LIBANO OGGI IN DELEGAZIONE A MILANO IN VISTA DI EXPO 220 MILIONI DI EXPORT LOMBARDO, 50 DI MODA, PRIMO SETTORE, +10% IN UN ANNO  
 
Milano, 18 marzo 2015- Sono circa trenta i partecipanti della delegazione libanese in visita a Milano mercoledì 18 in Camera di Commercio, iniziativa curata dall’azienda speciale Promos, in via Meravigli 7, dalle ore 11,30, in vista di Expo. La delegazione sarà guidata dall’Ambasciatore d’Italia a Beirut Giuseppe Morabito e da Mohamed Choucair Presidente della Camera di Commercio, Industria ed Agricoltura di Beirut e Monte Libano, con cui la Camera di Commercio di Milano dispone di un Accordo di collaborazione siglato nel Novembre 2012 e di un programma di attività di promozione economica ed imprenditoriale tra le rispettive Business Community. Tra i partecipanti, Jacques Sarraf, Presidente di Businessmed e di Malia Group abbigliamento, Gaby Tamer, Presidente della Camera di Commercio Franco-libanese e Vice Presidente della Camera di Commercio di Beirut e del Monte Libano e imprenditore nei cosmetici, Wajih Bizri, Presidente della “International Chamber of Commerce- Lebanon”, Charles Arbid, Presidente della Lebanese Franchise Association e produttore di abbigliamento, Raphael Debbanne, Presidente del Joint Business Council italo-libanese e imprenditore in agricoltura, Francois Bassil, Presidente della Associazione delle Banche Libanesi e Presidente e General manager di Byblos Bank una delle maggiori banche del paese, Fouad Makhzoumi, nelle condotte in fibra di vetro, Michel Abi Nader e Youssef Kanaan nelle costruzioni. “In vista di Expo cresce l’attenzione per Milano e si moltiplicano le opportunità di affari per le nostre imprese e per far crescere gli scambi internazionali - ha dichiarato Bruno Ermolli, Presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l’internazionalizzazione -. Attraverso il progetto Expo Business Matching accompagnamo le imprese in modo personalizzato per incontrare gli operatori di altri Paesi nel periodo di Expo”. In occasione di Expo 2015, il Libano dispone di un proprio Padiglione all’interno del Cluster Bio-mediterraneo. Lombardia-libano, export da 220 milioni nel 2014. Prime province: Milano con 104 milioni, poi Brescia con 22, Monza con 19, Bergamo con 18 e Varese con 17. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Istat 2014. Principale export lombardo è di moda, circa 50 milioni, in crescita del 10% in un anno. Interscambio estero con il Libano per provincia della Lombardia (valori in euro e percentuali). Anni 2013-2014- Fonte: Elaborazioni Camera di Commercio su dati Istat
Territorio 2013 2014 Var. % 2014/2013
import export import export import export
Varese 159.593 12.102.793 58.074 16.646.900 -63,6 37,5
Como 28.097 9.526.909 18.164 10.749.032 -35,4 12,8
Sondrio 43.350 2.115.291 51.315 1.183.449 18,4 -44,1
Milano 4.687.560 101.038.979 2.837.144 104.144.894 -39,5 3,1
Bergamo 5.341.646 15.955.568 3.466.410 17.780.317 -35,1 11,4
Brescia 1.754.598 26.662.520 569.676 21.713.928 -67,5 -18,6
Pavia 628.780 6.648.802 224.713 6.905.765 -64,3 3,9
Cremona 352.855 4.625.751 44.708 3.959.059 -87,3 -14,4
Mantova 443.364 13.162.726 37.547 11.285.114 -91,5 -14,3
Lecco 9.238 4.604.636 7.478 5.182.772 -19,1 12,6
Lodi 0 948.764 2.700 1.388.389 - 46,3
Monza e della Brianza 395.117 25.483.396 359.009 18.859.948 -9,1 -26,0
Lombardia 13.844.198 222.876.135 7.676.938 219.799.567 -44,5 -1,4
Interscambio estero della Lombardia con il Libano per settore economico (valori in euro e percentuali). Anni 2013-2014 - Fonte: Elaborazioni Camera di Commercio su dati Istat
Merce 2013 2014 Var. % 2014/2013
import export import export import export
A-prodotti Dell´agricoltura, Della Silvicoltura E Della Pesca 5.213 158.932 81.250 415.302 1458,6 161,3
B-prodotti Dell´estrazione Di Minerali Da Cave E Miniere 13.708 2.668.749 0 2.382.123 -100,0 -10,7
Ca-prodotti alimentari, bevande e tabacco 390.620 11.326.349 248.452 13.773.071 -36,4 21,6
Cb-prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 299.775 44.800.165 366.182 49.205.761 22,2 9,8
Cc-legno e prodotti in legno; carta e stampa 171.029 5.446.619 19.027 4.794.743 -88,9 -12,0
Cd-coke e prodotti petroliferi raffinati 0 200.390 0 104.578 - -47,8
Ce-sostanze e prodotti chimici 455.053 26.049.929 176.883 27.563.941 -61,1 5,8
Cf-articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 0 4.274.807 12.724 5.398.319 - 26,3
Cg-articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 275.867 14.827.439 346.334 14.246.271 25,5 -3,9
Ch-metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti 1.602.923 24.283.404 1.632.707 19.782.252 1,9 -18,5
Ci-computer, apparecchi elettronici e ottici 107.575 6.495.451 131.590 8.784.505 22,3 35,2
Cj-apparecchi elettrici 111.950 18.336.722 111.337 16.028.910 -0,5 -12,6
Ck-macchinari ed apparecchi n.C.a. 108.477 35.800.733 169.381 31.561.607 56,1 -11,8
Cl-mezzi di trasporto 0 8.487.666 3.872 3.036.819 - -64,2
Cm-prodotti delle altre attività manifatturiere 868.471 18.234.945 911.534 21.667.792 5,0 18,8
D-energia Elettrica, Gas, Vapore E Aria Condizionata 0 1.659 0 1.800 - 8,5
E-prodotti Delle Attivita´ Di Trattamento Dei Rifiuti E Risanamento 9.255.505 218.625 3.074.376 151.202 -66,8 -30,8
J-prodotti Delle Attivita´ Dei Servizi Di Informazione E Comunicazione 5.698 174.593 0 141.655 -100,0 -18,9
M-prodotti Delle Attivita´ Professionali, Scientifiche E Tecniche 0 0 0 5.062 - -
R-prodotti Delle Attivita´ Artistiche, Sportive, Di Intrattenimento E Divertimento 6.858 1.077.886 4.339 750.854 -36,7 -30,3
V-merci Dichiarate Come Provviste Di Bordo, Merci Nazionali Di Ritorno E Respinte, Merci Varie 165.476 11.072 386.950 3.000 133,8 -72,9
Totale Settori 13.844.198 222.876.135 7.676.938 219.799.567 -44,5 -1,4
Interscambio estero con il Libano per provincia della Lombardia per sotto sezione economica del settore manifatturiero (valori in euro e percentuali). Anni 2013-2014 - Fonte: Elaborazioni Camera di Commercio su dati Istat
Merce Varese Como Sondrio Milano Bergamo Brescia Pavia Cremona Mantova Lecco Lodi Monza e della Brianza
import export import export import export import export import export import export import export import export import export import export import export import export
Ca-prodotti alimentari, bevande e tabacco - 375.272 - 279.702 - 465.766 178.764 2.601.438 - 252.179 1.240 292.788 28.747 4.540.715 39.701 1.538.301 - 1.813.110 - 408.396 - - - 1.205.404
Cb-prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 1.014 2.685.829 11.151 2.985.899 - - 236.556 34.835.067 91.826 1.564.731 - 1.089.670 - 640.953 - 67.498 25.635 2.409.894 - 730.140 - 6.203 - 2.189.877
Cc-legno e prodotti in legno; carta e stampa - 766.170 - 690.811 - 36.636 5.703 794.777 13.324 476.984 - 326.338 - 44.087 - 262.905 - 743.855 - 77.044 - - - 575.136
Cd-coke e prodotti petroliferi raffinati - - - - - - - 34.748 - - - - - 69.830 - - - - - - - - - -
Ce-sostanze e prodotti chimici 2.713 2.171.957 - 328.958 - 1.091 4.842 17.838.376 119.100 1.307.251 47.401 219.670 - 500.652 2.827 554.452 - 793.164 - 244.009 - 327.719 - 3.276.642
Cf-articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici - 273.109 - 430.472 - - - 3.345.104 - 34.335 12.724 931.160 - 217.505 - 3.672 - - - - - - - 162.962
Cg-articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi - 2.244.738 - 659.924 14.982 79.794 239.302 4.408.408 - 2.018.646 - 2.185.959 89.216 73.104 - 116.109 2.834 1.306.024 - 182.157 - 56.806 - 914.602
Ch-metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti 10.714 593.986 - 969.581 - - 337.751 4.204.001 940.559 2.132.468 2.595 7.541.346 106.750 37.981 - 396.026 - 878.258 4.328 1.804.128 - 16.314 230.010 1.208.163
Ci-computer, apparecchi elettronici e ottici - 624.330 - 36.127 - 1.095 98.385 6.265.895 21.369 886.843 11.836 204.287 - 301.563 - 59.145 - 38.636 - 6.210 - - - 360.374
Cj-apparecchi elettrici 4.973 1.795.647 - 60.773 - - 62.225 5.495.883 11.046 4.216.198 8.627 1.593.555 - 89.561 - 36.314 - 139.826 - 124.313 - 770.713 24.466 1.706.127
Ck-macchinari ed apparecchi n.C.a. 19.100 4.046.838 7.013 477.598 36.333 - 87.148 14.385.130 5.829 3.071.119 - 4.017.091 - 374.753 2.180 717.692 9.078 2.411.730 - 219.959 2.700 179.297 - 1.660.400
Cl-mezzi di trasporto - 569.076 - 60.969 - 595.421 3.872 349.891 - 174.480 - 718.684 - 3.700 - 1.145 - 258.370 - - - 29.524 - 275.559
Cm-prodotti delle altre attività manifatturiere - 496.356 - 3.558.121 - 3.646 889.508 8.254.343 14.301 1.552.868 5.100 519.041 - 11.361 - 203.425 - 480.179 - 1.357.396 - - 2.625 5.231.056
Totale Manifatturiero 38.514 16.643.308 18.164 10.538.935 51.315 1.183.449 2.144.056 102.813.061 1.217.354 17.688.102 89.523 19.639.589 224.713 6.905.765 44.708 3.956.684 37.547 11.273.046 4.328 5.153.752 2.700 1.386.576 257.101 18.766.302
Interscambio estero con il Libano per provincia della Lombardia per sotto sezione economica del settore manifatturiero (pesi percentuali). Anno 2014 - Fonte: Elaborazioni Camera di Commercio su dati Istat
Merce Varese Como Sondrio Milano Bergamo Brescia Pavia Cremona Mantova Lecco Lodi Monza e della Brianza
import export import export import export import export import export import export import export import export import export import export import export import export
Ca-prodotti alimentari, bevande e tabacco 0,0 2,3 0,0 2,7 0,0 39,4 8,3 2,5 0,0 1,4 1,4 1,5 12,8 65,8 88,8 38,9 0,0 16,1 0,0 7,9 0,0 0,0 0,0 6,4
Cb-prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 2,6 16,1 61,4 28,3 0,0 0,0 11,0 33,9 7,5 8,8 0,0 5,5 0,0 9,3 0,0 1,7 68,3 21,4 0,0 14,2 0,0 0,4 0,0 11,7
Cc-legno e prodotti in legno; carta e stampa 0,0 4,6 0,0 6,6 0,0 3,1 0,3 0,8 1,1 2,7 0,0 1,7 0,0 0,6 0,0 6,6 0,0 6,6 0,0 1,5 0,0 0,0 0,0 3,1
Cd-coke e prodotti petroliferi raffinati 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Ce-sostanze e prodotti chimici 7,0 13,1 0,0 3,1 0,0 0,1 0,2 17,4 9,8 7,4 52,9 1,1 0,0 7,2 6,3 14,0 0,0 7,0 0,0 4,7 0,0 23,6 0,0 17,5
Cf-articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 0,0 1,6 0,0 4,1 0,0 0,0 0,0 3,3 0,0 0,2 14,2 4,7 0,0 3,1 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,9
Cg-articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 0,0 13,5 0,0 6,3 29,2 6,7 11,2 4,3 0,0 11,4 0,0 11,1 39,7 1,1 0,0 2,9 7,5 11,6 0,0 3,5 0,0 4,1 0,0 4,9
Ch-metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti 27,8 3,6 0,0 9,2 0,0 0,0 15,8 4,1 77,3 12,1 2,9 38,4 47,5 0,5 0,0 10,0 0,0 7,8 100,0 35,0 0,0 1,2 89,5 6,4
Ci-computer, apparecchi elettronici e ottici 0,0 3,8 0,0 0,3 0,0 0,1 4,6 6,1 1,8 5,0 13,2 1,0 0,0 4,4 0,0 1,5 0,0 0,3 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 1,9
Cj-apparecchi elettrici 12,9 10,8 0,0 0,6 0,0 0,0 2,9 5,3 0,9 23,8 9,6 8,1 0,0 1,3 0,0 0,9 0,0 1,2 0,0 2,4 0,0 55,6 9,5 9,1
Ck-macchinari ed apparecchi n.C.a. 49,6 24,3 38,6 4,5 70,8 0,0 4,1 14,0 0,5 17,4 0,0 20,5 0,0 5,4 4,9 18,1 24,2 21,4 0,0 4,3 100,0 12,9 0,0 8,8
Cl-mezzi di trasporto 0,0 3,4 0,0 0,6 0,0 50,3 0,2 0,3 0,0 1,0 0,0 3,7 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 2,3 0,0 0,0 0,0 2,1 0,0 1,5
Cm-prodotti delle altre attività manifatturiere 0,0 3,0 0,0 33,8 0,0 0,3 41,5 8,0 1,2 8,8 5,7 2,6 0,0 0,2 0,0 5,1 0,0 4,3 0,0 26,3 0,0 0,0 1,0 27,9
Totale Manifatturiero 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
 
   
   
INDUSTRIA: NEL 2014 LE IMPRESE TORNANO AD INVESTIRE. QUATTRO SU DIECI HANNO INVESTITO IN MEDIA IL 3,6% DEL FATTURATO. PREVISIONI CONFORTANTI PER IL 2015  
 
Venezia, 18 marzo 2015 - Nel 2014, sulla base dell’indagine Venetocongiuntura, oltre il 44% delle imprese manifatturiere del Veneto con almeno 10 addetti ha effettuato investimenti materiali e immateriali impegnando il 27% di risorse in più rispetto al 2013. Le prospettive per il 2015 mostrano un trend positivo sia per numero di imprese intenzionate ad investire che per valore dell’investimento. L’analisi è realizzata dal Centro Studi Unioncamere Veneto su un campione di quasi 1.900 imprese manifatturiere con almeno 2 addetti. A distanza di 10 anni dall’ultima rilevazione (2005), Unioncamere Veneto ha voluto riproporre agli imprenditori veneti alcune domande: i risultati mostrano un ritorno agli investimenti degli imprenditori dopo sette lunghi anni di recessione (prima) e stagnazione (poi), che hanno causato in Veneto un crollo degli investimenti fissi in termini reali pari a oltre 8 miliardi di euro (-24%). «In questi interminabili anni di crisi - commenta il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio - non so quante volte ci siamo illusi che quella che credevamo di vedere in lontananza fosse la "luce in fondo al tunnel". Oggi, facendo i debiti scongiuri, direi che quella luce si vede davvero ed è anche una luce bella vivida. L´indagine Venetocongiuntura - continua Zilio - ci consegna infatti un manifatturiero che, nel corso dell´anno da poco archiviato, ha aumentato in misura sostanziale gli investimenti e si proietta sull´anno in corso con ancora maggiore determinazione». «Più ancora che i dati relativi alla produzione - aggiunge Zilio - sono proprio i numeri relativi agli investimenti quelli che possono aiutare a comprendere che ci stiamo lasciando la crisi alle spalle. Investimenti infatti significano fiducia nel futuro, interesse a presidiare il mercato da protagonisti, voglia di chiudere un capitolo nero per aprirne uno fatto di nuove prospettive. Da non sottovalutare, infine, la suddivisione degli investimenti nei diversi capitoli. Sapere che automazione, formazione e risparmio energetico sono tra le priorità delle aziende conferma la propensione ad un ammodernamento della struttura produttiva che di per sé è sinonimo di una prospettiva di ripresa non effimera ma di lungo termine». Se nel 2004 quasi due imprese manifatturiere su tre avevano fatto investimenti (circa il 64%), nel 2014 la voglia d’investire ha riguardato il 44,1% del settore, quota che scende al 36% se consideriamo anche le microimprese (meno di 10 addetti). La voglia di investire si è osservata principalmente nelle imprese di maggiori dimensioni (il 94,1% ha fatto investimenti), seguite da medie (67%) e piccole (40%). A livello settoriale gli investimenti hanno riguardato soprattutto le imprese del settore alimentare (il 59,9% ha investito), mezzi di trasporto (54,8%) e gomma e plastica (50,5%). Il 2014 sembra rappresentare un anno di vero e proprio sblocco degli investimenti: il valore degli investimenti effettuati è aumentato mediamente del +27% rispetto al 2013, in particolare per mezzi di trasporto (+54,1%), alimentare (+46%) e legno-mobile (+43,2%). A contribuire maggiormente a questa inversione di rotta sono state le piccole imprese (10-49 addetti) che hanno registrato una variazione del +31%, seguite dalle medie (+29%) e dalle grandi (+17,8%). Gli investimenti delle imprese manifatturiere si sono concentrate sul miglioramento della fase produttiva: l’85% delle imprese ha investito nell’acquisto di macchinari e impianti mentre il 42% ha scelto di ottimizzare l’automazione d’ufficio. Il 26,4% delle imprese ha scelto di investire in ricerca e sviluppo e in formazione e risorse umane. Il 23,4% delle imprese ha realizzato investimenti in fabbricati, da destinare alla produzione o ad uffici, ma solo il 17% hanno puntato gli investimenti sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico. Nel 2014 le imprese manifatturiere del Veneto hanno investito mediamente il 3,6% del fatturato aziendale maturato nell’anno, quota che nelle imprese di maggiori dimensioni (250 addetti e oltre) ha raggiunto il 5% mentre nelle medie si è fermato al 3,2%. Sotto il profilo settoriale è il comparto alimentare a registrare l’incidenza più elevata (5,6%), seguito da quello delle macchine e apparecchi meccanici (4,4%), carta e stampa (4,2%), mezzi di trasporto e metallurgia (3,8%). Se nel 2014 gli imprenditori hanno finalmente riavviato il ciclo degli investimenti, le previsioni per il 2015 sembrano piuttosto confortanti: il 40,3% prevede di investire anche nell’anno in corso, quota che non si discosta sensibilmente da quella registrata nel 2014, sebbene il valore dell’investimento sarà più contenuto. Secondo le previsioni, nel 2015 gli investimenti cresceranno del 12,5% rispetto al 2014, circa la metà rispetto alla variazione registrata tra il 2013 e il 2014. Le grandi imprese prevedono di contenere gli investimenti dell’1,6% rispetto al 2014, riscontrando minori esigenze e optando per un rinvio degli investimenti agli anni successivi, mentre le piccole e medie imprese intendono proseguire con i piani di investimento, valutando un aumento del 16% rispetto al 2014. Nel 2015 la propensione agli investimenti continuerà ad essere maggiore tra le grandi imprese (l’84,7% intende investire), seguite dalle medie (62,4%) e dalle piccole (36,4%). Spronato probabilmente dalle opportunità offerte dall’Expo di Milano, sarà il settore alimentare a concentrare la maggior quota di imprese intenzionate ad investire (56%), seguite dal comparto della gomma-plastica (47%), delle macchine e apparecchi meccanici (44,5%) e mezzi di trasporto (44%).  
   
   
AZZERAMENTO IRAP, LA GIUNTA SARDA APPROVA I CRITERI PER LE NUOVE AZIENDE.  
 
Cagliari, 18 Marzo 2015 - La Giunta ha approvato criteri generali e modalità applicative dell´azzeramento dell´Irap per 5 anni alle nuove imprese, contenuto nella manovra finanziaria approvata dal Consiglio regionale a fine febbraio e diventata legge lo scorso 9 marzo. "Stiamo correndo, abbiamo approvato questa delibera oggi ben prima dei 30 giorni previsti dal momento dell´entrata in vigore della Finanziaria perché questo è uno dei provvedimenti più importanti contenuti nella manovra 2015 e vogliamo che sia immediatamente operativo - spiega l´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci - Siamo convinti delle potenzialità economiche e produttive della nostra regione, stiamo dicendo alle aziende di crederci e di venire qui a investire, perché oltre a trovare un´altissima qualità della vita, per ben 5 anni non pagheranno neanche un euro di Irap. Non solo - aggiunge il vicepresidente della Regione - Passati i 5 anni, quelle stesse aziende avranno la certezza di un taglio del 25% permanente, al quale si aggiungono gli sgravi contenuti nella Legge di stabilità nazionale. Per sempre, cioè, pagheranno l´Irap più bassa d´Italia: nessun imprenditore, nel resto del Paese, paga meno di uno che tiene la sua azienda in Sardegna". All´azzeramento per i primi cinque anni possono accedere tutti i soggetti che devono pagare l´Irap a parte assicurazioni, banche, enti e società finanziarie, società concessionarie. Per nuova attività si intendono soggetti che avviino un´attività produttiva in Sardegna, soggetti già operanti fuori regione e che per la prima volta aprono uno stabilimento nell´isola e, infine, imprenditori che già operano in Sardegna ma che realizzano nuovi insediamenti produttivi. In quest´ultimo caso sono escluse tutte le attività derivanti da trasformazione, fusione, scissione, cessione di rami d´azienda, affitti di rami d´azienda o da altre operazioni che siano solo la prosecuzione di un´attività già avviata nel territorio regionale.  
   
   
ABRUZZO:1,5 MNL PER IMPRESE CHE ASSUMONO OVER 30 "WELFARE TO WORK":BONUS OCCUPAZIONALI DA 2 E 5 MILA EURO  
 
Pescara, 18 marzo 2015 - L´assessorato al Lavoro ha stanziato risorse per 1 milione 500 mila euro a favore di imprese/datori di lavoro che assumano soggetti svantaggiati over 30. Si tratta dell´azione di sistema "Welfare to work", un avviso pubblico che consente di presentare istanze per l´accesso agli incentivi ai datori di lavoro/imprese, finalizzati all´incremento dell´occupazione. Ad illustrare la misura, questa mattina, a Pescara, in conferenza stampa, in Regione, l´assessore al Lavoro, Marinella Sclocco, affiancata dal capo Dipartimento, Tommaso Di Rino, e dal dirigente Giuseppe Sciullo. "Nello specifico - ha spiegato l´assessore Marinella Sclocco - abbiamo previsto bonus occupazionali per quei datori di lavoro che intendano assumere lavoratori a tempo determinato o indeterminato. In molti casi, - ha aggiunto l´assessore - si tratta di disoccupati in età matura, magari capi famiglia, che rischiavano di rimanere tagliati fuori dai circuiti lavorativi con pesanti ricadute economiche sull´inteso tessuto famigliare. Così, dopo aver lanciato Garanzia Giovani, che può contare, in Abruzzo, su risorse pari a circa 31 milioni di euro, - ha proseguito - abbiamo ritenuto fosse importante inviare un segnale forte anche nei confronti di quest´altra fascia di età che comprende over 40, 50 e 60". Gli incentivi prevedono un bonus assunzionale per un importo massimo erogabile pari a 5 mila euro sia in caso di assunzione con contratto di lavoro a tempo pieno (pari o superiore a 30 ore settimanali) ed indeterminato sia in caso di trasformazione, dopo la pubblicazione dell´Avviso pubblico sul sito della Regione Abruzzo, del contratto a tempo determinato inferiore a 12 mesi in contratto a tempo indeterminato. Inoltre, è previsto un bonus assunzionale per un importo massimo erogabile pari a 2 mila euro per ogni soggetto assunto con contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi. L´istanza deve essere contenuta in un unico plico e trasmessa, unitamente ai relativi allegati, alla Regione Abruzzo - Dipartimento Politiche del lavoro, Istruzione, Ricerca e Università, Servizio Politiche per il lavoro e servizi per l´occupazione, Viale Bovio, 425 - cap. 65124 - Pescara (Pe), tramite raccomandata A/r dal 1 al 15 aprile 2015 e deve pervenire entro il 20 aprile 2015. Tuttavia, l´istanza può essere presentata anche tramite Pec al seguente indirizzo: lavoro@pec.Regione.abruzzo.it  Infine, il capo Dipartimento, Tommaso Di Rino, ha confermato che, nell´ambito delle risorse individuate dal Fondo sociale europeo, sta per essere avviata, insieme alle Province, una co-progettazione di interventi sulle politiche attive del lavoro sempre in relazione al target dei disoccupati over 30. Il link all´Avviso "Welfare to work" è il seguente: http://tinyurl.Com/mwxdp5l    
   
   
FORNITORI DELLA PROVINCIA DI TRENTO: RINNOVATO IL PROTOCOLLO PER L´ACCESSO AL CREDITO  
 
Trento, 18 marzo 2015 - La Giunta provinciale ha deciso di rinnovare il Protocollo siglato con le banche e gli intermediari finanziari l´8 settembre 2014 e valido fino al 31 dicembre dello scorso anno, per facilitare l´accesso al credito dei propri fornitori, mediante lo strumento della cessione e certificazione dei crediti. La nuova intesa, a cui potranno aderire tutti i soggetti interessati, terrà conto dei mutamenti nelle condizioni di mercato nel frattempo sopravvenuti, in particolare il calo dei tassi di interesse, e la sua validità si estenderà a tutto il 2015. In particolare, è stato deciso di fissare un plafond massimo di 100.000.000 euro e di applicare un tasso annuo massimo pari all´Euribor a tre mesi maggiorato di uno spread omnicomprensivo di 150 bps, sia per le operazioni di cessione pro-soluto sia per le operazioni pro-solvendo. L´obiettivo rimane lo stesso: far sì che i fornitori della Provincia, che possono trovarsi in difficoltà per il ritardo dell´Amministrazione nei pagamenti dei crediti vantati in virtù dei limiti posti agli enti pubblici dal Patto di stabilità, possano vedersi anticipare le relative somme, e a condizioni favorevoli. I soggetti che aderiscono al Protocollo, ovvero le banche e gli intermediari finanziari interessati, si impegnano ad anticipare ai fornitori i crediti certificati dalla Provincia e dai suoi enti strumentali, in tempi brevi e a costi massimi stabiliti. L´adesione è aperta a tutte le banche e a tutti gli intermediari, e potrà avvenire anche in tempi diversi. Le modalità di certificazione del credito, in forma telematica, erano state stabilite a livello nazionale, lo ricordiamo, con un decreto del Ministero dell´economia e delle finanze del 25 giugno 2012. Le banche e gli intermediari che aderiscono al Protocollo si rendono disponibili a sottoscrivere con le imprese titolari di appalti di forniture, prestazioni professionali, lavori pubblici, contratti di cessione pro soluto o pro solvendo dei crediti vantati nei confronti della Provincia e dei suoi enti collegati, dall´Opera Universitaria al Mart, dal Muse agli Istituti culturali per la valorizzazione delle minoranze linguistiche e così via. Il tutto attraverso la Piattaforma per la certificazione dei crediti prevista dalla normativa statale, in sigla Pcc. Provincia ed enti dal canto loro si impegnano a rilasciare nel più breve tempo possibile ai creditori che ne facciano richiesta la certificazione apposita, ai fini dell´ottenimento del credito.  
   
   
BOLZANO: PROVINCIA A SOSTEGNO DELL´EXPORT  
 
Bolzano, 18 marzo 2015 - Prosegue il sostegno della Giunta provinciale all´internazionalizzazione delle imprese altoatesine. Dopo gli interventi straordinari conclusisi con la fine del 2014, e che hanno portato risultati positivi, gli aiuti della mano pubblica sono stati prorogati per 2 anni rientrando ora negli standard previsti dall´Unione Europea. Per il biennio 2013-2014, la Provincia di Bolzano aveva messo in campo la cosiddetta "azione export", un pacchetto di misure straordinarie a sostegno dell´internazionalizzazione che prevedevano incentivi per partecipazione a fiere e rassegne sino ad un massimo del 70% delle spese sostenute. L´obiettivo era quello di entrare sui nuovi mercati, ampliare il raggio d´azione delle imprese locali, creare nuovo valore aggiunto e contribuire a migliorare la situazione occupazionale. "I risultati raggiunti - ha sottolineato il presidente Arno Kompatscher - sono stati positivi, come dimostrato anche da un recente studio dell´Astat. Da fine 2012 in avanti, infatti, il trend di medio-lungo periodo è stato caratterizzato da una costante crescita dell´export, che ormai si attesta oltre il miliardo di euro nel solo quarto trimestre dell´anno da poco concluso . Un dato di non poco conto, se si pensa che nel secondo trimestre del 2009, quindi meno di 6 anni fa, questo valore era di poco superiore ai 600 milioni". Oggi(17 marzo), preso atto della conclusione il regime di aiuti straordinari, la Giunta provinciale ha varato un nuovo pacchetto di misure valido per il biennio 2015-2016. "Il sostegno garantito per la partecipazione a fiere ed esposizioni - ha annunciato Kompatscher - potrà coprire fino alla metà delle spese sostenute nell´arco dei 24 mesi. Si tratta di un´ottima occasione non solo per le grandi aziende che hanno le strutture adatte a puntare con forza sull´export, ma anche, se non soprattutto, per le piccole e medie imprese che rappresentano il pilastro portante del nostro tessuto economico. Puntare sui nuovi mercati e sull´espansione della propria attività è ormai diventato un requisito fondamentale per garantire la competitività nel lungo periodo".  
   
   
FINMECCANICA, REGIONE CAMPANIA E SINDACATI SOLLECITANO GOVERNO A CONFRONTO URGENTE SU PIANO RIORGANIZZAZIONE  
 
Napoli, 18 marzo 2015 - Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha tenuto a palazzo Santa Lucia un incontro con le organizzazioni sindacali confederali e di categoria Cgil, Cisl, Uil e Ugl sul piano di riorganizzazione e sul progetto di sviluppo industriale del gruppo Finmeccanica. Nel corso dell’incontro è stata evidenziata la necessità che il Governo nazionale apra immediatamente un confronto sul piano, dando seguito alla richiesta avanzata dal presidente Caldoro e dalle forze sociali. Nella riunione sono state espresse forti preoccupazioni circa l´andamento disorganico e parcellizzato delle azioni di riorganizzazione messe finora in atto dal management di Finmeccanica, che non forniscono garanzie, sia sul rafforzamento delle attività strategiche del gruppo nella Regione (prima fra tutte quella relativa alla prosecuzione della fase di studio del nuovo velivolo regionale), sia sul rilievo attribuito alla tutela delle produzioni e dei posti di lavoro circa le attività oggetto di dismissione. In attesa della convocazione da parte del Governo, è stato costituito un tavolo permanente composto, oltre che dalla Regione e dalle organizzazioni sindacali confederali e di categoria, dai parlamentari campani, dall´Anci e dalla Prefettura di Napoli.  
   
   
EXPO, LOMBARDIA: 2,3 MLN PER AIUTARE PMI A COGLIERE OPPORTUNITÀ  
 
Milano, 18 marzo 2015 - Promuovere investimenti esteri in Lombardia, attraverso lo scouting di soggetti potenzialmente interessati e la loro accoglienza, sfruttando le occasioni offerte da Expo 2015; favorire l´accesso ai mercati esteri delle aziende lombarde attraverso l´incoming di buyer esteri, sempre legato a Expo; aiutare le imprese artigiane lombarde a partecipare agli eventi ´Fuori Expo 2015´, per sfruttare al meglio la vetrina dell´Esposizione universale. La Giunta della Regione Lombardia, su proposta dell´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini, ha approvato tre provvedimenti, che prevedono un investimento complessivo di 2,3 milioni di euro, per aiutare le imprese lombarde, soprattutto micro, piccole e medie, a utilizzare le occasioni dei sei mesi di Expo. Expo Punto Di Partenza - "Con questi provvedimenti - spiega l´assessore Melazzini - vogliamo aiutare in maniera molto concreta le nostre imprese a sfruttare l´occasione di Expo, stabilendo contatti con investitori esteri, aprendosi ai mercati internazionali o, per le imprese artigiane, mettendo in mostra le proprie eccellenze nei vari eventi previsti. Consideriamo Expo un punto di partenza per il rilancio della nostra economia e la crescita e per questo investiamo risorse a favore delle nostre aziende". ´Invest In Lombardy´ - La prima Misura riguarda la conferma per il 2015 di ´Invest in Lombardy´. Curato da Promos, Azienda speciale della Cciaa di Milano, prevede lo svolgimento di un lavoro di scouting proattivo dei potenziali investitori esteri, cui vengono presentate le opportunità di investimento in Lombardia. Prevista anche l´assistenza lungo tutto il percorso di concretizzazione dell´investimento sul territorio. Il budget è pari a 600.000 euro (450.000 di Regione Lombardia e 150.000 del Sistema Camerale Lombardo). Grazie a ´Invest in Lombardy´, nel 2014 sono state assistite 170 imprese straniere e sono stati finalizzati 31 investimenti. Incoming Di Buyer Esteri - Il secondo provvedimento è rivolto alle micro, piccole e medie imprese lombarde e prevede una serie di azioni per favorire la presenza di buyer esteri in Lombardia in occasione di Expo, così da presentare loro le eccellenze produttive e le vocazioni economiche dei territori lombardi in vista di nuove opportunità di business. Saranno organizzati incontri in tutte le province. La dotazione complessiva è di 1,4 milioni (800.000 di Regione Lombardia e 600.000 del Sistema Camerale Lombardo). Voucher Imprese Artigiane - La terza delibera prevede uno stanziamento di 300.000 euro per aiutare le imprese artigiane lombarde a partecipare agli eventi ´Fuori Expo 2015´, ossia le iniziative legate all´Esposizione universale, organizzate da attori pubblici o privati, che siano riconosciuti o abbiano il patrocinio da parte di Expo Spa, Ministero dell´Ambiente, Regione Lombardia, Comuni, Cciaa Lombarde. Le imprese potranno ottenere un voucher di 1.500 euro, a rimborso di una spesa complessiva minima di 1.900 euro riferita a un solo evento.  
   
   
FERRARA: NUOVO PIANO ANTICRISI A SUPPORTO DELLA LIQUIDITÀ  
 
Ferrara, 18 marzo 2015 - “La conseguenza più grave e più evidente di questa crisi è rappresentata dalla stretta creditizia. C´è grande preoccupazione nel vedere le nostre imprese boccheggianti per mancanza di liquidità e per questo interverremo con un nuovo piano straordinario anticrisi per il 2015 e il 2016". Così´ il presidente della Camera di Commercio di Ferrara, Paolo Govoni, a margine di un incontro, nella serata del 16 marzo, in Largo Castello. "Nello specifico – ha spiegato il presidente – le imprese cui la Camera di commercio assegnerà un contributo nell´ambito dei propri bandi potranno, su base volontaria, rivolgersi ad un istituto di credito convenzionato con noi al fine di richiedere un finanziamento bancario a determinate condizioni agevolate. Il finanziamento della banca potrà essere finalizzato ad anticipare il contributo della Camera di commercio o, addirittura, l´importo dell´intero progetto presentato”. Tra le altre misure allo studio della Giunta camerale, strumenti per fornire nuova liquidità a tutte quelle imprese che si trovino in presenza di crediti insoluti, di crediti verso la Pubblica amministrazione e di rimborsi di finanziamenti a medio lungo termine accesi per investimenti aziendali, e, in collaborazione con le associazioni di categoria, azioni finalizzate a un sempre maggiore utilizzo dei Mini-bond, le emissioni obbligazionarie di medio-lungo termine che le imprese non quotate di piccola e media dimensione possono utilizzare per raccogliere capitale beneficiando di vantaggi legali e fiscali del tutto simili a quelli delle società quotate (tra i principali benefici, la piena deducibilità degli interessi passivi, nessun limite all´emissione di obbligazioni, l´immediata deducibilità dei costi di emissione). "Introdurremo inoltre – ha concluso Govoni - la possibilità per le imprese di ottenere liquidità per anticipazioni di ordini e/o contratti di fornitura di beni e/o servizi”. Una risposta, quella della Camera di commercio, a quelle situazioni in cui le aziende, pur avendo ordini, non possono acquistare materie prime per mancanza di liquidità, senza trovare copertura da parte delle banche. In questo modo non possono lavorare e rischiano seriamente di fallire. Obiettivo dell´Ente di Largo Castello, quello di rendere meno complicato per le aziende presentare il contratto in banca e farsi anticipare la necessaria liquidità per l´acquisto di quanto serve.  
   
   
MERCATONE UNO: I VERTICI ASSICURANO CHE LA SVENDITA GENERALE DI PRODOTTI NEI PUNTI VENDITA DI MAPPANO- CASELLE E BRANDIZZO, NON E´ COLLEGATA ALLA CHIUSURA DEI PUNTI VENDITA  
 
Torino, 18 Marzo 2015 - In relazione alla situazione di Mercatone Uno la Regione Piemonte è venuta a conoscenza, tramite le rappresentanze sindacali locali, dell’avvio di una svendita generale dei prodotti nei punti vendita di Mappano – Caselle (To) e di Brandizzo (To). Il fatto sembra aver generato la preoccupazione, fra i lavoratori, di una possibile chiusura degli esercizi. A tale proposito l´Assessore regionale al Lavoro Giovanna Pentenero ribadisce che la Regione Piemonte “segue con attenzione l’evoluzione della vicenda, dopo aver contattato i vertici dell´azienda posso rassicurare i lavoratori che queste ultime azioni commerciali non sono collegate alla chiusura dei punti vendita ma, con tutta probabilità, alla necessità di massimizzare i flussi di cassa in entrata, al fine di una gestione ottimale della fase di procedura per il pagamento dei fornitori, delle utenze e dei lavoratori. Restiamo quindi attenti e fiduciosi per il futuro dei punti vendita dato che durante la riunione presso il Ministero il dr. Bernasconi, Amministratore Delegato del gruppo, ha informato a riguardo di ulteriori manifestazioni di interesse per singoli punti vendita o gruppi di punti vendita, oltre alle due offerte intenzionate a rilevare il Gruppo.” In data 3/3/2015 si era svolto presso la sede dell’Assessorato al Lavoro un primo incontro con l’Azienda, gli Amministratori locali, le Ooss e le Rsa aziendali. Successivamente la Regione Piemonte ha partecipato al tavolo nazionale convocato presso il Mise il giorno 12/3/2015. In entrambe le occasioni l’Azienda ha esposto la propria situazione: Mercatone Uno è in concordato con continuità aziendale (non è fallito e i punti vendita sono aperti e attivi); è stato fatto un bando per ricercare eventuali acquirenti e, alla scadenza fissata per il mese di febbraio, vi sono state due manifestazioni di interesse, di cui non sono stati resi noti i nomi. La fase di procedura (della durata massima di 120 giorni) deve essere gestita con la liquidità propria dell’azienda, poiché sono congelati i rapporti con il sistema creditizio. Il Mise ha già convocato per il 1 aprile p.V. Una nuova riunione di monitoraggio, cui parteciperà nuovamente anche la Regione Piemonte.