Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDì

Pagina1  Pagina2  Pagina3  Pagina4  Pagina5  Web alimentazione e benessere 
Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Aprile 2005
Web alimentazione e benessere
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE SPIEGAZIONI SU IMPORTAZIONI NON AUTORIZZATE DI MAIS GENETICAMENTE MODIFICATO  
 
Nonostante all'interno dell'Ue le importazioni di Bt10, una varietà di mais geneticamente modificato prodotto dall'impresa di biotecnologia svizzera Syngenta, non siano autorizzate, in alcuni paesi europei ne sono state individuate alcune. Al momento la Commissione sta chiedendo informazioni approfondite a Syngenta e alle autorità statunitensi su come siano stati importati per errore in Francia e in Spagna fino a dieci chilogrammi di semi di Bt10 anziché di Bt11 a scopi di ricerca. Il Bt11 era stato approvato dall'Ue nel 1998 per essere utilizzato nei processi di trasformazione industriale, soprattutto per gli alimenti per animali. Il Bt10 contiene tuttavia un gene, assente nel Bt11, che lo rende resistente a un importante gruppo di antibiotici e deve tuttora essere autorizzato dall'Ue. Sebbene tutto il materiale non autorizzato sia stato distrutto, la Commissione è preoccupata che dal 2001 possano essere entrate nell'Unione europea circa 1 000 tonnellate di prodotti per l'alimentazione umana e animale contenenti Bt10 attraverso i canali di esportazione del Bt11. "La Commissione europea deplora il fatto che un Ogm che non è stato autorizzato nel quadro legislativo globale comunitario per gli Ogm, né da nessun altro paese, sia stato importato nell'Ue. Stiamo scrivendo alle autorità statunitensi chiedendo loro di garantire che, attraverso l'adozione di misure adeguate, le esportazioni presenti e future di mais nell'Ue non contengano Ogm non autorizzati nel mercato comunitario, compreso il Bt10", ha affermato il Commissario europeo per la Salute e la tutela dei consumatori Markos Kyprianou. "Questo caso dimostra ancora una volta l'importanza di un quadro globale dell'Unione europea relativo alla tracciabilità e all'etichettatura degli Ogm". Il mese scorso Syngenta ha ammesso di avere venduto accidentalmente agli Stati Uniti mais geneticamente modificato non autorizzato dalle autorità statunitensi. L'autorizzazione non è stata concessa in quanto la proteina essenziale della propria varietà di mais Bt10 è identica alla linea Bt11. La Commissione ha chiesto agli Stati Uniti una valutazione completa dei rischi del Bt10 e delle quantità che ritengono siano state esportate nell'Ue. La Commissione ha anche sollecitato Syngenta a fornire i dettagli della composizione molecolare del Bt10 e le differenze rispetto al Bt11, nonché il metodo di ricerca specifica e i materiali di riferimento opportuni utilizzati per tracciare il Bt10. Inoltre, ha chiesto a Syngenta di confermare che tutte le piantagioni di Bt10 e i depositi di semi esistenti negli Stati Uniti sono stati distrutti o isolati ai fini di una successiva distruzione. "Per evitare qualsiasi effetto dannoso sulla salute umana ed animale o sull'ambiente derivante da tale distribuzione accidentale, la Commissione ha chiesto agli Stati membri di adottare misure di controllo adeguate intese a bloccare l'ingresso di Bt10 nel loro territorio. Gli Stati membri devono altresì notificare lo stato dell'arte delle rispettive distribuzioni sperimentali di Bt11 effettuate a livello nazionale in passato e attualmente e mettere in atto tutte le misure di monitoraggio e di controllo necessarie nelle aree circostanti in cui hanno avuto luogo dette distribuzioni", ha concluso il Commissario europeo per l'Ambiente Stavros Dimas.  
   
   
TRACCIARE “L’ORIGINE DEGLI ALIMENTI” E ASSICURARE CONSEGNE PUNTUALI T-SYSTEMS PRESENTA NUOVE SOLUZIONI CON TECNOLOGIA RFID  
 
In occasione del Cebit, T-systems ha presentato nuove soluzioni che utilizzano la tecnologia Rfid. Tra le soluzioni, l’outsourcer di servizi di Ict ha presentato un database in grado di tracciare le “origini dei generi alimentari”. Informazioni relative a chi produce un determinato alimento, come, quando e dove potranno essere inserite sia su Internet, sia attraverso la tecnologia Rfid. Un’altra soluzione basata su tecnologia Rfid consentirà di migliorare il flusso dei beni in comparti quali la logistica, la vendita al dettaglio, l’industria metalmeccanica e il settore sanitario. Dal magazzino sino agli scaffali, le imprese saranno in grado, in ogni momento, di controllare il prodotto che utilizza etichette Rfid. Ciò consente alle imprese di evitare situazioni di carenza di scorte di magazzino e lunghi periodi di inattività dei veicoli da trasporto. Il database centrale, basato sulla rete Online Services – Food Safety (Os-fs), rispetta tutti i requisiti richiesti dalla nuova normativa dell’Unione Europea 178/2002, che impone la completa tracciabilità relativa alla provenienza degli alimenti e dei loro ingredienti. Il sistema registra tutte le fasi che un lotto di prodotti attraversa lungo la supply chain, permettendo in tal modo di documentarne posizione e provenienza durante l’intero percorso. Nel caso si verificasse un evento inaspettato, tutte le parti coinvolte potranno identificare gli alimenti interessati e agire di conseguenza. Tracciare gli alimenti grazie alla tecnologia Rfid Le grandi organizzazioni potranno sfruttare le numerose possibilità offerte dal sistema di tracciabilità, spedendo i propri alimenti in container che utilizzino l’etichetta Rfid. Gli scanner Rfid leggono le informazioni tramite radiofrequenze riportandole al sistema di tracciabilità centrale. Viene meno, pertanto, la necessità di controlli da parte del personale o della lettura dei codici a barre con scanner manuali. Os-fs è, inoltre, compatibile con i sistemi di gestione dell’inventario attualmente in commercio e utilizzati da numerosi rivenditori. T-systems ha già in attivo una collaborazione con Metro Group Future Store Iniziative sull’utilizzo di Os-fs. Future Store sta pianificando l’utilizzo di Os-fs per accedere alle informazioni sulla provenienza degli alimenti. I fornitori coinvolti saranno in grado di disinserire le informazioni relative ai propri carichi di alimenti semplicemente utilizzando un computer qualsiasi e una connessione ad Internet, oppure tramite applicazioni dedicate. Rfid per il commercio e l’industria Un’ulteriore soluzione Rfid offerta da T-systems riguarda tutte le fasi del trasporto di alimenti e delle informazioni lungo la supply chain, consentendo alle attività commerciali, di logistica e di produzione di avvalersi di processi semplici e sicuri. Dal magazzino fino allo scaffale e durante le fasi di trasporto, è possibile localizzare, in ogni momento, il prodotto che utilizza l’etichetta Rfid. Il costante monitoraggio tramite radiofrequenze consente alle imprese di evitare situazioni di carenza di scorte di magazzino, aggiornando l’inventario in tempo reale; riduce, inoltre, i tempi di attesa dei container per il trasporto e aiuta a prevenire l’esaurimento della merce sugli scaffali. Le etichette, per esempio, registrano istante per istante il contenuto dei container durante la fase di carico e scarico. La soluzione, inoltre, impedisce virtualmente spedizioni errate poiché lo scanner Rfid identifica immediatamente gli imballi preparati in modo non corretto, nel momento stesso in cui lasciano il magazzino. La soluzione si compone di quattro moduli che possono essere utilizzati in modo indipendente l’uno dall’altro. La piattaforma centrale costituisce un sistema di gestione della supply chain completo che utilizza tecnologia Rfid. I dati di inventario aggiornati vengono riportati all’interno del sistema interconnesso di Inventario e di Gestione Magazzino. Un modulo aggiuntivo, dedicato al trasporto tramite container opportunamente muniti di etichette Rfid, tiene traccia degli itinerari di trasporto delle merci imballate. La continua localizzazione della posizione dei prodotti presenti nei container riduce considerevolmente la possibilità di smarrimento di container, camion e merci. Questo “sistema di tracciabilità intelligente”, inoltre, mantiene informati tutti gli attori coinvolti su eventuali problemi legati al trasporto. Se necessario, appositi sensori possono monitorare le temperature degli alimenti congelati, registrare forti vibrazioni, l’improvvisa apertura delle porte e il furto dei camion. Le informazioni vengono scambiate tramite tecnologia cellulare Gsm. La precisa posizione della merce è determinata da un microcomputer con il supporto di un sistema di posizionamento globale. Nelle attività per la vendita al dettaglio, un’ulteriore soluzione consente, durante la fase di uscita dei prodotti, non solo di aggiornare le scorte rimanenti di merce presente nel negozio, ma anche di ordinare automaticamente quella necessaria per il riassortimento. Un sistema di allarme integrato, infine, previene i furti dei prodotti dotati di etichetta Rfid.  
   
   
CREMONINI HA ACQUISITO IL 100% DI INFER SRL (MARCHIO MOKÀ), SOCIETÀ TITOLARE DELLE CONCESSIONI PER LA RISTORAZIONE NEI BUFFET DI STAZIONE DEGLI SCALI DI ROMA TERMINI, MILANO E NAPOLI CENTRALE. FATTURATO TOTALE PREVISTO DI OLTRE 90 MILIONI DI EURO PER LA DURATA DELLE CONCESSIONI  
 
 Cremonini S.p.a. Ha acquisito il 100% di Infer Srl, società che opera con il marchio Mokà nella ristorazione dei buffet di stazione di Roma Termini e titolare di concessioni per gli scali ferroviari di Milano Centrale e Napoli Centrale. L’operazione, che ha già ottenuto l’assenso dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha un controvalore di 6,2 milioni di Euro - comprensivo di eventuali debiti finanziari alla data del 31 marzo 2005 - il cui pagamento avverrà in tre rate annuali. L’accordo prevede l’acquisizione di due locali Mokà, già attivi presso la stazione Termini di Roma, situati uno al piano binari, che si estende su una superficie di 650 mq con concessione fino al 2019 e l’altro presso la zona commerciale “Forum” di 80 mq con concessione valida fino al 2015. Inoltre, con questa operazione, Cremonini acquisisce il diritto di aprire nelle stazioni di Milano e Napoli Centrale due nuovi punti di ristoro, che occupano rispettivamente un’area di 1000 mq e 830 mq e che vantano entrambi una concessione valida fino al 2019. Saliranno così a 32 gli scali ferroviari gestiti da Cremonini in Italia, di cui 9 Grandi Stazioni. I locali Mokà si caratterizzano per la modernità e l’eleganza degli ambienti: un concept di ristoro che si posiziona nella fascia medio alta del mercato e che andrà a completare la gamma dei servizi che Cremonini offre nell’ambito della ristorazione in concessione. L’operazione apporterà un fatturato totale a regime stimato in oltre 90 milioni di Euro, nell’arco dell’intera durata delle concessioni. “Con l’acquisizione di Mokà – commenta Vincenzo Cremonini, Amministratore Delegato Cremonini Spa - confermiamo ancora una volta il ruolo strategico che la ristorazione ha all’interno delle nostre attività; un’area che rappresenta e sempre più rappresenterà il settore trainante per il futuro sviluppo del Gruppo. Sviluppo che negli ultimi anni ci ha visti impegnati non solo nella crescita all’interno delle stazioni ferroviarie e degli scali aeroportuali ma anche nell’espansione nel settore della ristorazione autostradale, in cui già operiamo con 30 aree di ristoro a marchio Moto”.  
   
   
IL CONSORZIO DI TUTELA DELL’ASIAGO DIVENTA SEDE DIDATTICA DELL'UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE  
 
Dieci studenti universitari nella terra dell'Asiago per uno stage tematico sul formaggio. Comincia lunedì 4 aprile uno stage tematico dedicato alla conoscenza del formaggio Asiago, rivolto a dieci studenti del neonato Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche. Lo stage è organizzato dall'Università di Scienze Gastronomiche (www.Unisg.it) in collaborazione con il Consorzio per la Tutela del Formaggio Asiago e con Veneto Agricoltura - Istituto per la Qualità e le Tecnologia Agroalimentari di Thiene. I dieci studenti provengono da Italia, Giappone, Canada e Svizzera. Il corso di laurea in Scienze Gastronomiche è riconosciuto dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e si articola in un triennio base e in un biennio di specializzazione. Ha lo scopo di formare i futuri gastronomi, che opereranno nei diversi settori agroalimentari: comunicazione, didattica, giornalismo, gestione d'impresa, marketing alimentare e turismo. Il programma del soggiorno vicentino prevede l'approfondimento di temi che vanno dalla conoscenza delle razze bovine da latte alle tecniche di allevamento, dalla mungitura e conservazione del latte alle produzioni casearie locali. Le lezioni teoriche e pratiche riguarderanno anche l'approfondimento dell'analisi sensoriale dei formaggi (definizione delle caratteristiche organolettiche e tecnica della degustazione) e una panoramica di gruppo dei formaggi veneti tutelati dalla Denominazione di Origine Protetta: storia, affinità, differenze, caratteristiche e successo di mercato di prodotti che ogni giorno rinnovano usi locali di tradizione immemorabile. Una giornata sarà dedicata all'esperienza "sul campo", con la visita al Caseificio Sociale cooperativo "Pennar" di Asiago e alla fattoria San Michele di Bassano del Grappa. Il Consorzio di Tutela del Formaggio Asiago sottolinea l'importanza del legame tra il territorio e gli alimenti che ne scaturiscono: le produzioni tipiche non sono "delocalizzabili", come ribadito recentemente anche in sede Wto. La diffusione della loro conoscenza contribuisce quindi alla valorizzazione di un sistema che esprime un ventaglio ricchissimo di prodotti, dai più noti e diffusi come il formaggio Asiago, a quelli "di nicchia", contribuendo alla salvaguardia delle piccole produzioni e delle biodiversità.  
   
   
VINUM ARRIVA IN ITALIA CON EDITORIALE DOMUS  
 
Compie 25 anni Vinum, la più autorevole rivista di vini europea: e, in questa occasione, arriva in Italia grazie al progetto nato dalla collaborazione tra Editoriale Domus e l'editore elvetico Intervinum. Da oggi, dopo un numero-test pubblicato nel giugno 2004 che ha suscitato grande interesse sia tra il pubblico sia tra gli esperti di settore, Vinum si presenta sul mercato italiano con il numero che esce in concomitanza con il Vinitaly di Verona. Una scelta, questa, che conferma la vocazione cosmopolita della casa editrice già presente nel panorama internazionale con riviste quali Domus e Quattroruote. La storia di Vinum inizia nel 1980 su iniziativa di un gruppo di appassionati elvetici. A metà degli anni Ottanta, l'edizione tedesca si affianca a quella svizzera. Nasce e si sviluppa così l'ambizioso progetto di realizzare un vero giornale europeo con singole redazioni dislocate nei Paesi di nobile tradizione vinicola. Così, dal 1993, la rivista viene pubblicata in Francia e, dal 1997, in Spagna. Dall'inizio dell'avventura è trascorso un quarto di secolo, un periodo lungo in cui la rivista è cambiata e si è evoluta senza tuttavia abbandonare la propria filosofia. Per Vinum, il vino è patrimonio culturale della civiltà europea. Ma è anche e soprattutto gusto, convivialità, intelligenza. Non a caso, dietro a un vino prestigioso ci sono storie di uomini e donne, fantasie e intuizioni di un enologo, un territorio particolare e i grandi passi avanti della tecnologia. Realizzata da un'équipe di esperti di fama internazionale, con i suoi reportage Vinum racconta la cultura e il piacere del vino, parlando un linguaggio universale, comune a tutti e al servizio del lettore. La rivista, 100 pagine e periodicità bimestrale a partire da settembre, offre anticipazioni, novità, inchieste sui produttori e sugli enologi. Ma non solo. Si parla di grandi vini europei e internazionali, dell'abbinamento con il cibo, di personaggi della cultura e dello spettacolo che seguono il mondo enologico. Vinum si articola in varie sezioni. Oltre alle news e agli articoli di approfondimento che occupano la prima parte del giornale, in ogni numero i lettori troveranno un'ampia "guida ragionata" all'acquisto, con centinaia e centinaia di degustazioni a tema realizzate e commentate dagli esperti della rivista. Vinum è in edicola a partire dal 6 aprile con una tiratura di 100.000 copie al prezzo di 4 Euro.  
   
   
CONEGLIANO PREMIA I PRIMI MANAGER DELLA GRAPPA  
 
Il Primo Corso Superiore in Marketing della Grappa, appuntamento che ha dato il via al ciclo Grappa Studium, si è concluso con la premiazione del miglior gruppo classificato nel workshop che ha sancito il termine delle tre giornate. Il progetto, ideato dai soci fondatori dell’Accademia della Grappa e delle Acquaviti (Roberto Castagner, Carpenè Malvolti, Distillerie Francoli, Frattina, Segnana, Durbino, Istituto Grappa Veneta) è sostenuto, come tutte le attività dell’Accademia, da Regione Veneto, Veneto Agricoltura, Camera di Commercio di Treviso e Provincia di Treviso. Tenutosi nel mese di marzo a Conegliano, il corso ha visto la partecipazione di venti manager e cinque studenti universitari con cinque posti messi a disposizione dalla Provincia di Treviso per operatori trevigiani. Obiettivo: fornire ai manager della grappa nuovi stimoli per affrontare con una preparazione specifica la mutata realtà del prodotto e del mercato. Il mercato della grappa infatti è cresciuto del 6%, ma solo nella fascia di alta gamma, premiata da un consumatore sempre più esigente. Il mondo della grappa richiede quindi oggi una preparazione di marketing approfondita e sempre più spesso la figura del manager è diversa da quella del distillatore e dell’imprenditore. A questi professionisti si è rivolto il corso, articolato in tre giorni. Le lezioni sono state tenute da consulenti, imprenditori e manager affermati come Alessandra Gruppi del Mib di Trieste, Roberto Castagner, distillatore Presidente dell’Accademia della Grappa e delle Acquaviti, Andrea Giomo, esperto in analisi sensoriale, Giancarlo Gramatica di Iri Infoscan, Alberto Magnani di Demoskopea, Antonio Motteran, Direttore Marketing Carpenè Malvolti, Loris Balliana esperto di comunicazione. Se il primo giorno è stato dedicato ai fondamenti del marketing ed alla realtà della grappa dal punto di vista del mercato, grazie al contributo di Iri Infoscan e di Demoskopea, il secondo giorno è stato consacrato nella mattinata all’analisi di alcuni case history di successo e compiuto nel pomeriggio con una lezione di distillazione che, oltre ai corsisti, ha coinvolto i rappresentanti della carta stampata in un’originale prova all’alambicco. Il corso si è concluso con la valutazione dei piani di marketing preparati dai partecipanti, riuniti in gruppi di lavoro. La giuria, composta da giornalisti ed esperti del settore, ha premiato il progetto di lancio di una grappa siciliana “Sapori di una terra” presentato dal gruppo composto da Marialuisa Pagliarello, Stefania Giannone, Alessandra Zorzi e Andrea Zangirolami. A parere degli iscritti, il corso ha dato due risultati importanti: l’acquisizione di un metodo di lavoro e di un linguaggio condiviso e lo sviluppo di uno spirito di squadra con i colleghi, che rappresentano certamente dei competitor, ma anche dei preziosi alleati, se si allarga la prospettiva. Proprio su questo spirito di squadra si fonda l’Accademia della Grappa e delle Acquaviti, grazie alla consociazione di un gruppo di aziende leader convinte che, per la crescita del settore, il valore di insieme è maggiore di quello del singolo. Da questo spirito di gruppo nasce un’ulteriore novità: il Gruppo Giovani dell’Accademia della Grappa, che sarà costituito da distillatori under 40 e guidato da Marcello Lunelli, contitolare della Distilleria Segnana e della Ferrari Spumanti. Fra i prossimi obiettivi dell’Accademia, vi è l’avviamento di un imponente piano di ricerca triennale, il cui programma dettagliato sarà presentato nei prossimi mesi. Continuerà poi l’attività di formazione, sia attraverso nuovi Grappa Studium, sia con gli Incontri Serali con la Grappa. Ogni partecipante alle attività dell’Accademia potrà ricevere una tessera, che darà diritto a partecipare alle attività dell’Accademia a prezzi da socio. Novità 2005 Al Grappa & C. Tasting La I Mostra Dei Piccoli Alambicchi Per la prima volta, al Grappa & C Tasting (Galleria Castelvecchio, padiglioni 2-3) che si svolgerà a Vinitaly a Verona dal 7 all’11 aprile, sarà realizzata la mostra dei piccoli alambicchi, in certi casi vere riduzioni in scala degli apparecchi utilizzati per produrre la grappa, in altri riproduzioni di un lambiccare antico e prezioso. Nell’atto del distillare è racchiusa la magia e l’alchimia di un tempo, nonché il desiderio di fare, creare e conoscere che sono propri della società contemporanea. A chi non è mai venuta voglia di ripetere il rito che porta l’alcol e gli aromi a separasi dai vegetali che l’anno originato? Chi non ha mai pensato di scoprire un arcano armeggiando con un alambicco? Per soddisfare questo desiderio - che introduce nell’area della trasgressione tanto la distillazione è regolamentata dalla nostra normativa – è sorto un interessante artigianato di piccoli alambicchi. Ma a fianco di questi troviamo altre due categorie: quelli d’epoca autentici che servivano per le prove di laboratorio e quelli che molti produttori di grappa utilizzano nella loro azione commerciale. Mai prima d’ora si era tentato di unire insieme questi utensili insoliti e preziosi costituendo una mostra ricca di forme, intrigante per gli interrogativi che pone. Abbiamo pensato di farlo durante Grappa & C. Tasting, il grande banco di assaggio che vede quasi 160 acqueviti classiche e innovative sottoporsi al giudizio del competente visitatore di vinitaly: basti pensare che non di rado, nelle 17 edizioni che hanno preceduto quella dell’anno corrente, sono stati superati 7.000 assaggi codificati su scheda in cinque giorni. Per la I Mostra del Piccoli Alambicchi i pezzi sono stati forniti dalle seguenti aziende: La Valdôtaine, Degasperi, Distilleria Pilzer, Mazzetti d’Altavilla, Distilleria Bottega, Distillerie Francoli, G. Bertagnolli.  
   
   
UNA VENDEMMIA DALLE GRANDI PROSPETTIVE NELLA TENUTA HOFSTÄTTER DI TERMENO  
 
“Rispetto alla scorsa annata contrassegnata da un arrivo esplosivo dell’estate, con vini di ottima qualità ma con una quantità piuttosto limitata – afferma Martin Foradori Hofstätter – nel 2004 possiamo parlare di una vendemmia più tipica per il territorio altoatesino, con clima più equilibrato per tutto l’anno vegetativo e che ha favorito una perfetta maturazione delle uve. A beneficiarne, sono stati così tutti “gli elementi” che concorrono a determinare uno stato di ottima salute dell’uva: dalla gradazione zuccherina, alla maturazione della vite stessa, del raspo, della buccia. Un quadro complessivo decisamente positivo, con tutti gli “indicatori” favorevoli, compresa la formazione di acidità nell’uva. Premesse davvero incoraggianti per l’obiettivo qualità che da sempre Martin Foradori Hofstätter persegue con pazienza e tenacia assolute, anche in periodi critici e di bassa resa. Ed è proprio sulla delicata questione del rapporto qualità-prezzo che Martin Foradori Hofstätter punta l’attenzione, allargando la prospettiva al territorio altoatesino come elemento fondamentale nella determinazione del costo del vino. “Sono convinto – afferma il titolare della Tenuta Hofstätter di Termeno – che ora più che mai è giunto il tempo dei vini altoatesini. Infatti, oltre ovviamente alla qualità, il grande successo dei vini altoatesini deriva dall’ottimo rapporto prezzo-qualità. Il consumatore oggi è molto attento al prezzo, oltre che alla qualità della bottiglia, e non si lascia influenzare dal suo aspetto esteriore. Noi le carte le abbiamo in regola e questo lo dimostrano i tabulati di vendita! Anche il gusto del consumatore negli ultimi anni è cambiato. L’era dei vini “potenti” e “densi”, buoni da sorseggiare ma che hanno di tutto un po’ troppo è finita. Oggi il consumatore è alla ricerca di vini “onesti”, vini – vino, ossia piacevoli, freschi e leggeri, di facile beva da sbicchierate nei Winebar e ideali accompagnatori dei cibi serviti a tavola.” La “promessa” Hofstätter del 2005 è sempre legata al de Vite, etichetta nata da pochi anni in casa Hofstätter e che rappresenta la risposta al nuovo mercato. La “speranza” è invece rappresentata dal Lagrein, “l’illustre sconosciuto autoctono altoatesino”, di cui molti parlano ma che ancora oggi non è apprezzato e valorizzato come meriterebbe. Altra importante novità è il ritorno all’etichetta di origine di casa Hofstätter che nel corso degli anni era stata rivisitata e modernizzata. Un restyling che riprende la classicità e sobrietà di un tempo, ripristinando anche lo storico simbolo dello stemma famigliare: lo stambecco, animale dal nobile aspetto, sinonimo di forza e resistenza. Un ritorno significativo per una azienda che non ha mai dimenticato le origini, la storia e quelle radici che rappresentano da sempre il valore aggiunto di Hofstätter.  
   
   
ANTICA FRATTA PORTA IL NUOVO A VINITALY LA CASA FRANCIACORTINA SARÀ A VERONA CON BOLLICINE “RINNOVATE”, UN ROSSO PROMETTENTE E DUE BANCHI D’ASSAGGIO  
 

Antica Fratta, fiore all’occhiello del Gruppo Berlucchi, è un’azienda franciacortina “di nicchia” guidata da Cristina Ziliani e ospitata nella dimora storica di Monticelli Brusati, sui colli vitati non lontani da Brescia. La maison arriva quest’anno a Vinitaly, con la sua postazione nel padiglione 14 della Lombardia, stand D2, forte di un incremento produttivo che la porta a quota 160 mila bottiglie annue, di cui una piccola percentuale esportate in Giappone e Nord Europa. Due novità saranno presentate sull’eccezionale passerella veronese: il Franciacorta Brut Millesimato 2000, per la prima volta fermentato parzialmente in piccola botte, e il Curtefranca Rosso 2003, vino fermo che proviene da un’annata particolarmente favorevole.

I due vini saranno proposti, nel pomeriggio di venerdì 8 aprile in una degustazione riservata alla stampa, in abbinamento ai rinomati formaggi a base di latte di capra delle Frise di Artogne, azienda camuna che porterà a Vinitaly un’attenta selezione dei suoi prodotti: dai delicati caprini freschi avvolti in foglie di vite, ideali compagni del Franciacorta Brut, ai saporiti formaggi stagionati, da sposare alle fragranze d’erba e frutti di bosco del Curtefranca Rosso. Inoltre, le bollicine di Antica Fratta sono state selezionate dall’A.I.S. per “Viniplus”, guida ragionata alle produzioni vitivinicole lombarde di qualità. Il banco d’assaggio, riservato agli associati, è situato nello stand dell’Associazione Italiana Sommelier, presso il padiglione Lombardia. Sempre nel padiglione Lombardia, presso la sala degustazioni dell’O.N.A.V., è prevista lunedì 11 aprile la degustazione dei Franciacorta Millesimati, dove Antica Fratta parteciperà con il Brut 2000, Chardonnay in purezza affinato oltre quattro anni sui lieviti prima della sboccatura.

 
   
   
DI VINI PROFUMI COMPIE SEI ANNI E RADDOPPIA LA SCOMMESSA SUL CARMIGNANO  
 
Provincia di Prato, Camera di Commercio e Strada medicea dei Vini di Carmignano presentano al Vinitaly di Verona il doppio appuntamento con i banchi d’assaggio nel chiostro di San Domenico il 4 giugno e l’anteprima dedicata al Carmignano 2003 e 2004 e al Pinot Nero 2002 Villa di Bagnolo nella villa medicea La Ferdinanda di Artimino il 31 maggio. L’evento vede la collaborazione del Consorzio di tutela dei vini di Carmignano e dell’Agenzia di promozione turistica. La manifestazione lancia poi la “Strada dei biscotti”, un itinerario goloso attraverso la ricca produzione di tutta la provincia, che conta forni e laboratori artigianali dalla Val di Bisenzio al Montalbano. Dai famosissimi Biscotti di Prato, agli amaretti di Carmignano agli zuccherini della Val di Bisenzio sarà un dolce viaggio quello Di vini profumi: per gli ospiti è prevista una degustazione dedicata ai biscotti della provincia. Per chi viene a Prato c’è poi un’occasione irripetibile: il cantiere di restauro degli affreschi di Filippo Lippi nel Duomo aperto tre anni fa, inizia in questi giorni il delicato intervento sulla Salomè, il quadro-simbolo dell’intero ciclo pittorico. La scena della Danza di Salomè, una delle pagine più celebri dell’intera pittura quattrocentesca, potrà essere ammirata a distanza ravvicinata grazie all’iniziativa congiunta della Diocesi di Prato, della Soprintendenza al Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e dell’Apt della Provincia di Prato, che, dalla primavera del 2002, hanno reso possibile la visita al cantiere a ben 6.000 persone. Solo fino al 2006, quando sarà concluso il restauro su le Storie di Santo Stefano e di San Giovanni Battista, realizzate fra il 1452 e il 1465 nella cappella maggiore del Duomo da Fra’ Filippo Lippi, sarà possibile salire sui ponteggi per una straordinaria visita guidata “a tu per tu” con gli affreschi. Ma la qualità del vino che si produce a Carmignano, la più piccola ma anche la più antica docg italiana, è senz’altro uno degli elementi su cui l’assessore al Turismo della Provincia, Roberto Rosati, il presidente della Camera di Commercio, Luca Rinfreschi, quello della Strada medicea del Vino, Doriano Cirri e il Consorzio dei produttori guidato da Enrico Pierazzuoli, puntano per favorire lo sviluppo del turismo. Del resto pochi territori come quelli del Carmignano possono vantare, con le risorse ambientali, un patrimonio storico artistico così prezioso che va dalle eccezionali testimonianze etrusche alle splendide ville Medicee. I produttori del Camignano negli ultimi anni hanno intensificato il lavoro sulla qualità ma anche aumentato la quantità di superficie vitata. Così, da poco più di 100 ettari di superficie vitata la doc ha raggiunto gli oltre 150 (in quest’area la coltivazione a vite supera i duecento ettari). Nel futuro c’è un ulteriore sviluppo: entro il 2010 per la superficie è previsto un aumento del 30%. In crescita anche il numero di produttori che nei prossimi anni dall’attuale dozzina potrebbe arrivare a 20. Il programma di Di Vini Profumi prevede per il 4 giugno 2005 (ore 17) una iniziativa aperta al pubblico nel Chiostro di San Domenico a Prato. Saranno allestiti banchi di assaggio con i vini (Doc, Docg, Igt) e prodotti del territorio. Il 31 maggio, alla Villa medicea di Artimino, con la presentazione del Carmignano 2003 (disponibile dai primi di giugno) e l’anteprima del 2004 con l’assaggio in botte, ci sarà la premiazione del giornalista che nel corso dell’anno si è segnalato nell’attenzione al Carmignano. E’ prevista una degustazione tecnica della produzione del Carmignano e del Pinot Nero per esperti e giornalisti e un banco d’assaggio per operatori del settore. A giornalisti ed addetti ai lavori sarà offerta la possibilità di visitare le terre del Carmignano e alcuni straordinari tesori d’arte del Montalbano.  
   
   
CANEVANDO 2005. 26 GIUGNO: UNA GIORNATA PARTICOLARE ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO, DELL’ARIA PULITA, DEL BUON MANGIARE E DEL BUON BERE.  
 
L’appuntamento è per domenica 26 Giugno con la settima edizione di Canevando, una passeggiata da percorrere rigorosamente tutta a piedi per un totale di 10 kilometri tra i colli e le cantine (in dialetto "caneve") nella zona di Valdobbiadene (Treviso) tra San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol; chi parteciperà la ricorderà sicuramente come una giornata veramente particolare e, per molte persone, l’ultima domenica di giugno, è diventata una data da non dimenticare, infatti ogni anno si ripresentano e stanno diventando degli habitué. E’ un'occasione unica per trascorrere una giornata davvero originale ed indimenticabile, alla scoperta di un territorio ricco di meraviglie lungo le strade, i borghi e i sentieri che attraversano i vigneti. Ad accogliere i camminatori lungo il percorso ci saranno tutte le 22 caneve dei tre paesi. Si potranno degustare i vari tipi del Valdobbiadene Prosecco e Cartizze Doc e tra un bicchiere e l’altro si potrà parlare direttamente con i produttori che faranno capire a intenditori e non, le caratteristiche tipiche di questi vini. Le degustazioni saranno accompagnate da piatti tipici della cucina trevigiana. Lo spirito di questa manifestazione è quello di far conoscere, per un’intera giornata, la terra dove nasce il Valdobbiadene Prosecco e Cartizze Doc, osservando da vicino le viti oltre alla bellezza della natura; sarà un’opportunità per conoscere, sentire ed apprezzare la fatica di chi lavora questa terra e quindi non è solo una festa goliardica, ma un' iniziativa per rispettare e promuovere il territorio, il vino e la gastronomia locale. Tutto ciò non è da confondere con la giornata di cantine aperte che si svolge a maggio. Canevando attira ogni anno un pubblico sempre più vasto proveniente da tutta Italia ed Europa, in particolare Austria e Germania. La quota d'iscrizione è, come lo scorso anno, 45,00 euro, (per i bambini, sotto i 12 anni, è gratis) e per chi si iscrive entro il 30 maggio c’è lo sconto di 7 euro, comprende le degustazioni dei vini e dei piatti tipici come spiedo, minestrone, risotti, fagioli, salumi, formaggi e molte altre golosità. Ogni cantina avrà da offrire quanto di meglio si possa trovare e per chi lo desidera troverà l’acquisto dei prodotti assaggiati. Le iscrizioni termineranno al raggiungimento di 500 partecipanti. Alla partenza, alle ore 8.00 presso la piazza di S. Pietro di Barbozza, verranno consegnati una maglietta, un bicchiere da degustazione, un pentolino (il tipico "pignatel") e una cartina del luogo e del percorso. Si formeranno gruppi di 20 persone guidate da un accompagnatore che illustrerà tutte le bellezze della terra sotto il profilo storico e naturalistico; sono previste partenze scaglionate e a richiesta verranno svelate le tecniche e le modalità di produzione del Valdobbiadene Prosecco e Cartizze Doc. Rientro alle ore 17.00 nello stesso luogo della partenza. Per sabato 25 Giugno saranno possibili, presso le aziende che aderiscono al Canevando, degustazioni guidate su prenotazione abbinate a pacchetti turistici per il weekend, con quote a partire da 120,00 euro circa, che prevedono la cena del sabato in un locale della zona, il pernottamento e la partecipazione, la domenica, a Canevando.  
   
   
30 AZIENDE DEI COLLI ORIENTALI AL VINITALY DI VERONA  
 
I Colli Orientali del Friuli avranno un posto di tutto rilievo all’interno della collettiva del Friuli Venezia Giulia che sarà presente a Verona dal 7 all’11 aprile per l’appuntamento con l’edizione 2005 del Vinitaly. Saranno infatti 58 le etichette disponibili al banco di degustazione allestito da Agra Promo e Federdoc Fvg, il numero più alto tra quelle dei nove Consorzi di tutela regionali, in rappresentanza di 22 aziende dei Colli Orientali. A queste si aggiungono altre 8 aziende che parteciperanno alla Fiera con un proprio stand. A Verona per il Consorzio cividalese saranno presenti il presidente Adriano Gigante, in qualità di produttore ed anche come presidente di Federdoc Fvg, oltre al direttore Mariano Paladin e al responsabile della promozione Manuel Cacciatori. La presenza dei Colli Orientali sarà caratterizzata non solo dai classici internazionali, ma anche da un’ampia selezione di vini autoctoni quali Tocai Friulano, Schioppettino, Refosco dal peduncolo rosso, Ribolla gialla e naturalmente Picolit. “La personalità, la qualità ed il legame con il territorio dei nostri autoctoni - sottolinea il presidente Gigante - saranno i punti di forza sui quali faremo leva per promuovere anche quest’anno i nostri prodotti agli operatori selezionati presenti in fiera. Non dimentichiamo che la Doc “Colli orientali del Friuli” è, tra le esistenti in Italia, quella con il maggior numero di vitigni autoctoni (ben 8) all’interno del disciplinare di produzione”.  
   
   
IL SOAVE GUIDA IL DISTRETTO VENETO DEL VINO BIANCO  
 
I grandi Bianchi del veronese tengono a battesimo il Distretto Veneto del Vino. E' la vetrina del Vinitaly quella che l'Ati (Associazione temporanea di impresa), da poco costitutita tra i Consorzi Tutela del Soave, del Lessini Durello e dell'Arcole (che coinvolgono complessivamente oltre 10 mila ettari di superficie) ha scelto per presentare il progetto che per primo dà corso alla quinta misura del Distretto Veneto. Un flute, il bicchiere del Soave ed un tulipano da degustazione, i contenitori elettivi del Lessini Durello, del Soave e dell'Arcole, sono infatti l'immagine visiva del progetto che punta, secondo gli obiettivi del Distretto, alla “realizzazione di un progetto di comunicazione integrata per la valorizzazione e la conoscenza del vino veneto bianco attraverso le più moderne tecnologie divulgative”. Numeri importanti quelli del distretto con 10.000 ettari complessivi ed una potenzialità di 100 milioni di bottiglie per testimoniare la vocazione di un territorio di origine vulcanica votato alla produzione di grandi bianchi. I vitigni autoctoni che stanno alla base del Soave (3 mila e 300 aziende suddivise su 6 mila e 500 ettari ed il primato tra le produzioni a Doc della provincia di Verona), del Lessini Durello (500 ettari di vigneto e oltre 400 aziende e dell'Arcole (2500 ettari di vigneto sul quale insistono 1500 imprese), costituiscono la summa dei valori delle rispettive Denominazioni. Un concetto, questo, ben espresso dal progetto che individua nella “qualità intesa come diversificazione, tipicizzazione, capacità di produrre vini di qualità e dotati di identità territoriale, specificità socio-culturali, valori storico-artistici dei differenziati sistemi vitivinicoli locali”, il futuro dei bianchi prodotti tra Est veronese ed Ovest vicentino. La priorità che ne consegue, e che sola potrà centrare l'obiettivo di creare curiosità, interesse e una maggiore conoscenza presso reali e potenziali consumatori sensibilizzando al consumo del vino di origine, è quindi la comunicazione dei valori delle tre Denominazioni attraverso strategie di marketing coordinato. Target del progetto, che punta alla valorizzazione del territorio, all'analisi della percezione qualitativa da parte del consumatore e al trasferimento allo stesso dei valori dell'area, non sarà solo il consumatore, ma anche il trade. Come dire che solo investendo in comunicazione è possibile restituire l'appeal emotivo a tre tra i più grandi bianchi veneti.  
   
   
NUOVE REGOLE E GESTIONE DELLA DENOMINAZIONE QUESTI I SEGRETI DELL’OTTIMO 2004 DEL SOAVE  
 
L’assemblea dei soci del Consorzio del Soave brinda al lavoro fatto approvando il bilancio consuntivo 2004 che chiude sottolineando un importante più 24% rispetto al bilancio precedente. Nel presentarlo ai soci il presidente Arturo Stocchetti ha sottolineato il ruolo del Consorzio, e dei servizi che offre, quale punto di riferimento per l’intero mondo vitivinicolo del veronese Orientale; tale ruolo è cresciuto con l’attribuzione ai consorzi di tutela dei controlli previsti dal così detto decreto “erga omnes” in applicazione del Dm 29/05/2001. Il Presidente sottolineando la rilevanza del vino Soave sia come fonte di reddito sia che come espansione della cultura e della tradizione locali, non ha nascosto la propria soddisfazione per il lavoro fatto in questi anni, ricordando la modifica dei disciplinari di produzione all’insegna della qualità e l’impegno per gestire al meglio un sistema produttivo di grandi numeri. Per l’anno in corso il Consorzio punta su numerosi progetti, tra i quali “il Soave oltre la zonazione”, alcune nuove modifiche ai disciplinari ed il progetto per la certificazione ambientale della denominazione. La discussione del bilancio 2003 è stata anche l’occasione per fare il quadro sullo stato di salute dei vini prodotti in zona.In calo la produzione, in crescita l’attenzione del mercato verso il Soave: uno scenario per certi versi inaspettato, ma senza dubbio interessante, quello emerso dai dati presentati nel corso dell’assemblea dal Presidente. Quella del 2004 è stata infatti la stagione che ha visto la minor produzione di vino Soave degli ultimi 10 anni, quantificabile in 470.000 ettolitri, di cui 330.000 di Soave Doc, 110.000 di Soave Classico, 27.000 di Colli Scaligeri e 3.000 di Soave Superiore Docg. Dall’analisi di Stocchetti, emergono due cause che hanno portato a questo risultato: in primis, le grandinate hanno recato danni ingenti lungo tutta la fascia pianeggiante a nord della Statale 11. In secondo luogo, la puntuale attività di controllo avviata dal Consorzio. Dall’altro lato, le analisi elaborate dal Consorzio sul rapporto produzione/consumo del Soave hanno evidenziato come negli ultimi anni ci sia stata una sensibile e costante riduzione delle giacenze, dovuta alle vendite, soprattutto in Italia. Il mercato sta premiando infatti il Soave, consentendo alla denominazione di riposizionarsi in maniera importante nei confronti delle altre Doc storiche veronesi. Negli ultimi tre anni, il Soave Doc ha recuperato almeno il 30-40% del prezzo. Inoltre, il Soave è l’unico vino veronese - e tra i pochi italiani - a segnare un recupero del prezzo anche nel 2004. Questo grazie al forte ritorno del consumatore a prediligere vini bianchi prodotti da vitigni autoctoni italici che presentino un buon rapporto qualità/prezzo, come è per l’appunto il caso del Soave. Un segnale positivo per la denominazione, che impegna ancor di più il Consorzio a proseguire nella sua attività di controllo. A questo proposito, grazie al piano di controlli effettuato dal Consorzio nel 2004, che consente di seguire il percorso delle partite di vino dall’arrivo delle uve in cantina all’imbottigliamento, sono stati comunicati al Ministero delle Politiche Agricole importanti risultati: più di 700 le aziende verificate per superficie e varietà, mentre per quanto riguarda le rese, 237 le aziende controllate per la denominazione Soave Doc, 14 per il Soave Superiore Docg e 31 per il Recioto di Soave Docg, per un totale complessivo di circa 500 ettari. Altrettanto importanti i numeri che riguardano le conformità rilasciate per l’attività in cantina: più di 220 quelle rilasciate per l’idoneità camerale pari a 410.000 ettolitri, ben 1.742 1e idoneità date per l’imbottigliato per oltre 220.000 ettolitri. Un lavoro importante, quello del controllo, il cui obiettivo ultimo è di tutelare il consumatore. In tal senso, rientra anche la campagna informativa “Controlliamo tutto, tranne con chi lo bevi” che Federdoc (Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani) in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, promuoverà nel corso del 2005 per sensibilizzare i consumatori sulla tracciabilità dei vini a denominazione d’origine.  
   
   
L’ARISTOCRAZIA DEL GUSTO SPOSA I NOBILI VINI DELL’ALTO ADIGE  
 
Forti della loro eccellenza e del loro successo d’immagine, i Vini Alto Adige ripartono dal cuore della Food Valley italiana per il loro tour promozionale 2005. La Reggia di Colorno nel Parmense sarà la prestigiosa cornice dove si celebrerà un matrimonio del gusto fatto di tipicità e alta tradizione tra i gioielli della produzione agroalimentare locale e italiana e i fuoriclasse dell’enologia altoatesina. Il mercato italiano resta in primo piano nelle strategie e negli obiettivi dei produttori vinicoli altoatesini, che si sono appena lasciati alle spalle una fase di evoluzione e di sostanziale successo di immagine. Il loro intento è di mantenere, consolidare ed espandere la fama e i risultati già acquisiti negli ultimi anni attraverso un’incisiva campagna di comunicazione e di marketing che anche nel 2005 intende proporre eventi promozionali di grande impatto mediatico, mirati alla stampa, agli operatori del settore e agli enoappassionati. Il tour promozionale dei Vini Alto Adige iniziato due anni fa, dopo aver toccato le maggiori città del Nord e del Sud Italia inizia il 2005 con la sua tappa d’esordio nel Parmense, nel cuore della “Food Valley” italiana, in una location sfarzosa all’altezza dell’aristocratica produzione enologica altoatesina. Partiti per un “nobile destino”, i vini altoatesini faranno sosta in un luogo che letteralmente “gronda nobiltà”. Lunedì 18 aprile i Vini Alto Adige saranno ospiti nella Reggia di Colorno: al prestigioso evento, organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommeliers e con l’Alma, Scuola Internazionale di Cucina Italiana, partecipano 33 aziende vitivinicole altoatesine in rappresentanza di cantine produttori, cantine private e piccoli vignaioli. Il programma della giornata prevede un Wine Tasting aperto al pubblico munito di invito dalle ore 15.00 alle ore 20.00 e due seminari-degustazione curati dal “gastronauta” Davide Paolini, esperto conoscitore e cultore dei prodotti agroalimentari del nostro Paese che promuove e divulga attraverso pubblicazioni, articoli e programmi radiofonici. I due seminari curati da Paolini saranno il clou di questo straordinario evento dedicato al gusto, dal momento che i fuoriclasse dell’enologia altoatesina avranno come partner i gioielli più esclusivi e famosi della produzione agroalimentare locale e italiana: “Regali Tentazioni” vedrà gli eleganti rossi dell’Alto Adige abbinati ai re dei salumi, il Culatello di Zibello Dop e il Prosciutto di Parma Dop; “Principesche Seduzioni” accosterà agli aromatici bianchi altoatesini alla superstar dei formaggi, il Parmigiano Reggiano Dop, nelle sue diverse tipologie di stagionatura. Succulente e affascinanti alchimie gusto-olfattive andranno in scena alla Reggia di Colorno: i Vini Alto Adige e i prodotti simbolo della più alta tradizione alimentare italiana hanno più d’una affinità per celebrare in grande un regale e principesco matrimonio dei sensi. Forte identità territoriale, congeniale retroterra agro-geoambientale, una tradizione che mantiene viva la cultura della qualità, sapienza e passione degli uomini loro artefici e un bouquet di profumi e sapori raffinato. I rossi e i bianchi altoatesini e i prodotti dell’artigianato gastronomico del Parmense sono unici e inimitabili, autentici capolavori che hanno una storia, una tipicità da raccontare. Nella terra di Giuseppe Verdi i Vini Alto Adige continuano la loro marcia trionfale alla conquista degli amanti del bere bene promettendo veri piaceri da intenditori, forti della tipicità, della modernità, dell’eccellenza e del fascino di una produzione enologica che non ha eguali.  
   
   
VINITALY VERONA : ARTE E VINO MARCHIGIANO IN FIERA  
 
Alla 39a edizione del Vinitaly, il più importante appuntamento del settore vitivinicolo a livello mondiale, che si svolge a Verona dal 7 all’11 aprile 2005, la Regione Marche si presenta quest’anno con un’iniziativa collaterale che coniuga gli aspetti della cultura artistica regionale con il tema enologico: un percorso-mostra a carattere didattico, che comprende una serie di riproduzioni di opere d’arte, appartenenti a musei e raccolte pubbliche e private delle Marche, sul tema iconografico della vite, del vino e dell’uva attraverso alcune rappresentazioni artistiche. Nelle Marche la presenza della vite e del vino annovera una cospicua varietà di esempi figurativi: dalle scene conviviali dei symposia nelle ceramiche figurate di importazione attica (sec.V a.C.), alle rappresentazioni scolpite sulle lastre dei sarcofaghi (celebre è quella del Sarcofago del vinaio al Museo Archeologico Nazionale di Ancona), ai rilievi lapidei nei portali delle chiese dal X al Xiv secolo, che associano tralci di vite, pampini e grappoli alla simbologia eucaristica e cristologica della resurrezione. Nella pittura sacra medioevale e moderna il soggetto enologico-conviviale è frequentemente legato ad episodi evangelici, come le Nozze di Cana, in cui il miracolo dell’acqua trasformata in vino è reso con grande vivacità narrativa da Pietro da Rimini (I metà sec.Xiv), nel ciclo affrescato del Cappellone di San Nicola a Tolentino; mentre dell’episodio dell’ Ultima Cena, il pittore Simone de Magistris propone a San Ginesio una lettura scorciata e visionaria, di forte impatto cromatico (1588). Da fine Cinquecento in poi, il vino e l’uva sono spesso protagonisti nelle ‘nature morte’, un genere di pittura profano e di grande effetto decorativo, molto apprezzato dal collezionismo, presente oggi in molte raccolte e musei delle Marche (Pesaro, Ascoli Piceno, Montefortino etc.). Interprete settecentesco della natura morta in area marchigiana è il fanese Carlo Magini, esecutore di composte e lucide composizioni sul tema (Fano, Collezione Carifano). Sempre alla pittura di genere fa riferimento il ‘bambocciante’ Antonio Amorosi da Comunanza (Ap), pittore marchigiano vissuto a Roma tra Sei e Settecento, che nelle ricorrenti rappresentazioni di fanciulli e bambini inserisce spesso come complemento l’uva, il fiasco o il calice di vino (Ascoli Piceno, Collezione Carisap). A tematiche essenzialmente laiche si collegano anche alcune iconografie riprodotte su manufatti ceramici e maioliche: scene di vendemmia, motivi conviviali (Pesaro, Museo delle Ceramiche), cortei dionisiaci (Ascoli Piceno, Pinacoteca Civica), cesti di frutta con grappoli rigogliosi (manifattura Matricardi, Ascoli Piceno, collezione privata), resi con squillanti impasti cromatici. Il percorso artistico, curato da Costanza Costanzi del Servizio Tecnico alla Cultura della Regione Marche, evidenzia un legame, quello tra vino e arte, che si propone come ulteriore chiave di lettura per conoscere le ricchezze culturali del territorio marchigiano, indagate secondo una prospettiva inconsueta e stimolante.  
   
   
A VERONA CON BONARDA STYLE E CAVEAU D’OLTREPO  
 
Vinitaly 2005, Palaexpo - stand B 8/9: sono queste le coordinate per raggiungere lo stand del Consorzio Tutela Vini Oltrepo nella più grande fiera italiana dedicata al vino (Verona, dal 7 aprile all’11 aprile). Il padiglione che ospiterà lo stand del Consorzio è quello interamente dedicato ai vini della Lombardia e si trova in corrispondenza della scala mobile centrale: 150 metri quadrati tutti “made in Oltrepo” accoglieranno dunque i visitatori dell’esposizione, con due differenti percorsi. Lo spazio del Consorzio al Vinitaly offre infatti due itinerari, quello in Bonarda Style e quello nel progetto Caveau d’Oltrepo. Bonarda Style a Verona – Al vino “naturalmente Oltrepo” è riservata un’area all’insegna del colore e di creatività, degustazioni libere e arte. Il Bonarda, infatti, invita i visitatori di Vinitaly a bere l’arte del vino che nasce in Oltrepo, ma anche a vedere e toccare con mano l’arte (grafica) che l’accompagna. Il creativo milanese Giorgio Siligardi, già autore della campagna pubblicitaria “Provalo col pesce” e “Provalo con la pasta”, proporrà cinque grandi pannelli con l’anteprima della nuova campagna d’immagine. Siligardi realizzerà anche dal vivo disegni e bozzetti, che animeranno l’unica parete bianca dello spazio Bonarda Style. Il tutto all’insegna di una tecnica all’avanguardia, che abbina creatività e virtuale, disegno secondo tradizione ed elaborazione al computer. Progetto “Caveau d’Oltrepo” a Verona – Uno scrigno del tempo in cui riunire i migliori vini delle migliori annate: è questo, in sintesi, il progetto Caveau d’Oltrepo che il Consorzio presenterà durante il Vinitaly. Il percorso nel Caveau sarà l’occasione per trasmettere un’atmosfera di eleganza, sobrietà, linearità, ma anche e soprattutto di tradizione, qualità ed esperienza. I vini in degustazione, selezionati negli scorsi mesi tra la migliore produzione dell’Oltrepo, saranno proposti in forma anonima, con “rivelazione” finale di etichetta ed azienda. Al visitatore – degustatore sarà dunque data la possibilità di giudicare il vino per le sue caratteristiche intrinseche, entrando direttamente nel meglio della produzione oltrepadana. I vini in degustazione, sebbene non siano ancora quelli della selezione che troverà posto nel Caveau ma il risultato di una selezione svolta per presentare il progetto al Vinitaly, sono specchio della migliore proposta territoriale. In supporto alla manifestazione, sarà distribuito materiale promozionale: nuovi dépliant con l’elenco dei soci, cartoline Bonarda Style, presentazione del Progetto Caveau d’Oltrepo, edizione speciale del giornale del Consorzio “Vinoltrepo” e quaderni di degustazione utilizzabili anche come block d’appunti.  
   
   
VINO IN VILLA 2005 LE BOLLICINE DI PROSECCO INCONTRANO IL FINGER FOOD DI BARCELLONA, COPENHAGEN E HONG KONG  
 
Dal 20 al 22 maggio aCastello di S. Salvatore Susegana (Tv). Grandi novità per l'Viii edizione di Vino in Villa, Festival del Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene, che si svolgerà dal 20 al 22 maggio al Castello di S. Salvatore di Susegana (Tv). Dopo l'utile confronto con la Germania del Palatinato dello scorso anno, l'edizione 2005 sarà dedicata all'abbinamento fra le bollicine del Prosecco doc e le tradizioni del finger food di Hong Kong ( Dim Sum), della Danimarca (Smørrebrød) e della Catalogna ( New Tapas) grazie ad un progetto sviluppato in collaborazione con Vittorio Castellani alias Chef Kumalè , giornalista "gastronomade" esperto di world food. Con i loro "cicchetti", le province di Venezia e Treviso, sono da sempre la patria dello "small food", che si abbina perfettamente con il Prosecco doc ma per molti anni considerato solo adatto all' aperitivo. Eppure, chi avrebbe mai pensato che le parole "finger food e appetizers" sarebbero diventate un nuovo modo di concepire il rapporto con il cibo, condiviso da milioni di persone nei cinque continenti? La tradizione del cibo "da mangiare con le dita", infatti, non è solo nostra, ma accomuna alcune fra le più intriganti cucine del Mondo. Partendo da questo tema, Vino in Villa accompagnerà i visitatori alla scoperta di paesi straordinari, Hong Kong, Danimarca e la Catalogna, per dimostrare che il Prosecco doc non è perfetto solo con la tradizione veneta, ma anche con le cucine lontane. Grazie al contributo della Regione Veneto e della Camera di Commercio di Treviso, e alla collaborazione del Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso, l'evento coinvolgerà l'intero territorio, riconosciuto a norma di Legge Primo Distretto Spumantistico d'Italia. Il Castello di S. Salvatore, splendido borgo medievale ancora abitato, verrà aperto per l'occasione per ospitare oltre 70 aziende produttrici di Prosecco doc. Come ogni anno, grande protagonista dell'evento sarà lo spumante simbolo di Conegliano Valdobbiadene, grazie alla presenza di settanta aziende spumantiste, che incontreranno il pubblico per presentare l'ultima vendemmia. Oltre alla possibilità di degustare oltre 200 etichette di Prosecco doc, il tema 2005 riserverà molte sorprese al pubblico di giornalisti, operatori ed appassionati dell'enogastronomia provenienti da tutta Italia. L'enogastronomia, tuttavia, diverrà un motivo per parlare di molto altro: sarà infatti l'occasione per presentare le tradizioni, la cultura ed il turismo di questi interessanti paesi, grazie alla presenza delle delegazioni di chef esteri e la presenza degli Enti per il Turismo delle tre città, con i loro padiglioni. Vino in Villa sarà inoltre una preziosa occasione per capire quali prospettive vi sono per il Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene in questi mercati, tema che sarà trattato nel corso del convegno di sabato 21. Il programma verrà infine arricchito di degustazioni a tema, abbinamenti curiosi fra arte a tavola di Hong Kong, Danimarca, Catalogna e Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene. Non poteva mancare infine una selezione dei migliori prodotti tipici del territorio e dei "finger food" della tradizione veneta.  
   
   
UNA GOLOSA NOVITÀ AGRODOLCE NELLA PRIMAVERA IN TOUR STAGE: A MODENA PER IL BALSAMICO  
 
Dal tour operator milanese specializzato nella vacanza attiva un’irresistibile proposta per il weekend del 21 e 22 maggio. Viaggio in Emilia, tra gastronomia, arte e natura, sulle orme di antiche signorie e alla scoperta di come nasce il nettare ambrato. Poche, preziosissime gocce e qualsiasi pietanza, dal salato al dolce, viene straordinariamente trasformata, esaltata nel gusto. E’ il “miracolo culinario” di uno dei più grandi vanti agroalimentari italiani: l’aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Il vero nettare, quello originale tutelato dal consorzio e richiestissimo sulle tavole di mezzo mondo, invecchia 25 lunghi anni in storiche acetaie ricavate nei sottotetti. Qui è coccolato dalle mani esperte di mastri acetai, che vigilano sul loro tesoro in soffitta e provvedono a trasferirlo, via via che evapora e si riduce, di botte in botticella. Dosi, tempi e legni diversi per ogni fase decidono il successo di questo oro ambrato. In Tour Stage conduce, novità assoluta della primavera 2005, nella culla dell’aceto Balsamico Tradizionale, in quella terra d’Emilia prodiga, oltre che di leccornie, di antiche vestigia e di dolci paesaggi: Spilamberto, per visitare il Museo del Balsamico Tradizionale e un’acetaia ducale, la degustazione della famosa torta Barozzi in pasticceria, una golosa cena rigorosamente a base di Balsamico. Informazioni: In Tour Stage, via De Amicis 59, Milano, tel. 02/89404154, www.Scenarionline.it e info@scenarionline.It.  
   
   
LA BIRRA BECK’S “LASCIA IL SEGNO” AL FUORI SALONE  
 
Beck’s sceglie il Fuori Salone 2005 per presentare i progetti vincitori della seconda edizione del Beck’s Prize, consolidando sempre di più il suo legame con il mondo della libertà d’espressione. 2243 progetti pervenuti da 81 nazioni, 2.500.000 contatti online, 207% in più rispetto alla prima edizione: questi i numeri che testimoniano lo straordinario successo della seconda edizione del Beck’s Prize, il concorso internazionale aperto agli interpreti di tutte le forme d’arte, trasformato in un appuntamento annuale dopo il successo dello scorso anno. Il tema di questa seconda edizione del concorso è stato la progettazione di un locale Beck’s, uno spazio polifunzionale di 200 metri quadri che si possa trasformare da club notturno a vetrina per tutte le attività e le iniziative organizzate da Beck’s nel mondo della libertà d’espressione. Lanciato a metà settembre con la head “Vuoi davvero lasciare il segno?” sui siti www.Becks.it e www.Designboom.com e conclusosi il 22 dicembre 2004, la seconda edizione del Beck’s Prize ha dato l’opportunità ai giovani artisti di tutto il mondo di creare interamente il proprio locale ideale ma anche di disegnare singoli elemento di arredo come lampade, banconi, tavoli e sedute. La giuria, composta da Oliviero Toscani, Aldo Cibic, Luca Trazzi e Stanislas Gokelaere, selezionerà i sei progetti vincitori e la settimana del Salone del Mobile di Milano (13-18 aprile 2005) sarà la prima occasione per esporre i migliori progetti del concorso, nel circuito Zona Tortona pressso Superstudio 13. Il Beck’s Prize è un’eccezionale opportunità offerta ai giovani artisti per liberare il proprio istinto creativo e la propria fantasia, far emergere il proprio stile e realizzare il primo locale Beck’s. Una conferma dell’impegno della birra tedesca a consolidare sempre più il legame con il mondo della libertà d’espressione.  
   
   
DIEMME: A FERRARA IL PRIMO CONCEPT CAFÈ DELL’EMILIA ROMAGNA  
 
Punto di forza Drink Different, il nuovo modo di bere il caffè. In pochi mesi è diventato il punto di ritrovo per i giovani ferrarasi. E’ il bar Capitol di Piazza Sacrati 42 in pieno centro a Ferrara, il primo Concept Cafè firmato da Diemme, che la storica torrefazione padovana ha aperto in Emilia Romagna. “Abbiamo scelto Ferrara per la sua tradizione e la passione per il caffè di qualità”, spiega Giannandrea Dubbini, che guida l’azienda con i fratelli Federico e Sebastiano. E i ferraresi non hanno mancato di rispondere, avvicendandosi a tutte le ore tra i tavoli di un Caffè all’avanguardia per l’architettura e il design e per i suoi prodotti. Realizzato dall’architetto Rudy Dacomo, già autore di oltre 200 negozi Replay, ha un design esclusivo dove semplicità e originalità convivono. L’uso di materiali come il legno, la pietra e il metallo rendono l’ambiente pulito ed essenziale, dove la materia diventa elemento decorativo. Un luogo accogliente e carico di fascino dove ritrovarsi a qualsiasi ora, assaggiando le specialità Capitol. Prima tra tutte Drink Different il nuovo, rivoluzionario modo di fare la pausa caffè proposto da Diemme, mantenendo la vocazione e la fedeltà alla tradizione dell’espresso e all’eleganza che da sempre contraddistingue la storica torrefazione padovana. Una carta raffinata che da un’immagine dell’azienda Diemme dinamica e reattiva alle nuove esigenze del mercato, sensibile ai bisogni d’innovazione dell’esercente che vuole essere maggiormente propositivo verso la clientela, offrendo un caffè diverso per gli orari più insoliti. Dieci le diverse specialità Drink Different che il cliente può scegliere e degustare, tra queste Cremuccio, Nutè, Fragoloso e Shakè, perché il caffè possa adattarsi ad ogni momento della giornata, ad ogni stagione e ad ogni esigenza, per dare a tutti, soprattutto ai più giovani, una nuova opportunità di degustare il caffè.Fondata nel 1927 da Romeo Dubbini, Diemme Caffè si avvale di 18 dipendenti e 26 agenti. Produce 600 tonnellate di caffè l’anno, il 90% destinato al mercato nazionale, anche se negli ultimi anni ha iniziato a guardare a nuovi mercati. Germania, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Austria, per sbarcare poi in Australia e in Messico.  
   
   
L’ESPRESSO ITALIANO CERTIFICATO IN VIP LOUNGE AL 39° VINITALY  
 
L’espresso Italiano Certificato sarà presente alla manifestazione veronese nella prestigiosa Vip Lounge (Palaexpo, 2° piano). Un’occasione per gustare un espresso impeccabile, un vero simbolo del made in Italy L’istituto Nazionale Espresso Italiano è lieto di annunciare che in occasione del 39° Vinitaly sarà offerto agli ospiti della Vip Lounge (Palaexpo, 2° piano) l’Espresso Italiano Certificato. Verrà infatti allestito uno spazio fornito di macchina, macinadosatore e miscela, tutto rigorosamente certificato, e gestito dalla mano qualificata di un Espresso Italiano Specialist. Durante tutto l’arco della manifestazione sarà quindi possibile prendersi una pausa per riposare dalle fatiche di Vinitaly sorseggiando un espresso impeccabile. Com’è l’Espresso Italiano Certificato? Luigi Odello, segretario generale dell’Inei e dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, lo identifica in «una tazzina con circa 25 millilitri di caffè ornato da una crema consistente e di finissima tessitura, di color nocciola tendente al testa di moro, resa viva da riflessi fulvi. L’aroma deve essere intenso e ricco di note di fiori, frutta, cioccolato e pan tostato. In bocca l’espresso deve essere corposo e vellutato, giustamente amaro e mai astringente» e ribadisce che «questo hanno messo in evidenza le migliaia di test svolti sui consumatori e le decine di prove con assaggiatori professionisti. E questo è quanto è stato codificato attraverso il profilo di conformità dell’Espresso Italiano Certificato». L’istituto Nazionale Espresso Italiano, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 34 associati che insieme aggregano un fatturato complessivo annuo di più di 350 milioni di euro. Questi operano in conformità alle regole previste nella certificazione del caffè espresso a marchio Espresso Italiano (certificazione di conformità di prodotto del Csqa n. 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 Ed. 1), che si possono riassumere in: utilizzo di una miscela qualificata; impiego di attrezzature (macchina e macinadosatore) qualificate, impiego di personale abilitato. www.Espressoitaliano.org  
   
   
LINO’S COFFEE, UN MARCHIO IN ESPANSIONE  
 
Ventuno punti vendita in Italia, uno (per ora) in Slovacchia, e tante idee per nuove location in Europa e in Medio Oriente. Lino’s Coffee Shop sta arricchendo la sua “scuderia” di locali guardando al futuro, puntando sempre sull’alta qualità del prodotto e sul servizio impeccabile. La previsione per il 2005 annuncia il passaggio da uno a tre punti vendita in proprietà, da 20 a 27 Lino’s Coffee affiliati in Italia e ben da uno a 15 nuovi locali all’estero. E se il fatturato registrato nel 2004 è stato di un milione e 350mila euro, per il 2005 si prospetta un balzo in avanti fino a un milione e 850mila euro. Attualmente nei coffee shop lavorano 156 persone, ma questo numero è destinato ad aumentare considerevolmente insieme all’aumento dei locali, che passeranno da 22 a 45 nel giro di quest’anno. Da Parma e provincia il marchio Lino’s Coffee si sta diffondendo “a macchia di caffè”: dapprima in Italia: dopo aver aperto punti vendita a Millano, e in diverse cittadine lombarde, ad Alessandria, Catania, Taranto, Vigevano e, in apertura nei prossimi giorni a Napoli. All’estero, in Europa Lino’ Coffee si muove insieme a Iqube, dopo l’apertura a Bratislava già altre location sono state acquisite a Cracovia, Gyor e Klagenfurt, e le aziende sono alla ricerca di giovani operatori italiani interessati a gestire punti vendita in città emergenti della nuova Europa. E poi ancora più lontano, in Egitto, Dubai, Arabia Saudita e Libano in collaborazione con Moray italia. L’avventura, partita nel 1999 dall’idea di Lino Alberini che ha fondato il marchio e insieme a tre amici lo ha sviluppato, continua e l’espresso italiano di ottima qualità guadagna popolarità e spazio anche all’estero.  www.Linoscoffee.com  
   
   
VENERDÌ 10 GIUGNO LA QUINTA EDIZIONE DI BRESCIA CON GUSTO NEL CENTRO STORICO DELLA CITTÀ UN ITINERAIO “SLOW” PER GUSTARE I PRODOTTI E I PIATTI BRESCIANI  
 
Brescia offre per il prossimo 10 giugno un’occasione irripetibile per gustare, in modo unico e originale, l’eccellenza dei vini, dei prodotti e dei piatti tipici, all’interno di contesti di grande valore storico-culturale e in una atmosfera unica e suggestiva. Questo è Brescia Con Gusto, evento organizzato da Slow Food, condotta di Brescia, in collaborazione con i principali Enti locali e le più rinomate aziende del settore enogastronomico bresciano. I numeri delle scorse edizioni della manifestazione sono di tutto rispetto: oltre 100 produttori e ristoratori bresciani coinvolti, oltre 50 vini in degustazione, oltre 2.000 persone partecipanti agli itinerari che toccano storicamente sedi universitarie, palazzi storici, il Palazzo comunale e provinciale del Broletto, antichi chiostri e cortili del centro storico di Brescia. Novità dell’edizione 2005 sarà l’attenzione ai produttori di materie prime di qualità, che verranno valorizzati direttamente nell’ambito della manifestazione attraverso l’esposizione dei loro prodotti e la possibilità di acquisto dei loro prodotti. Per partecipare ad uno degli itinerari/degustazione programmati è necessario acquistare la Cartella di partecipazione al costo di 40 Euro (scontata in prevendita), che dà diritto all’accesso a tutti i luoghi dell’itinerario e alla degustazione di 1 aperitivo, 2 antipasti, 2 primi piatti, 2 secondi piatti, 2 formaggi, 1 dolce, caffè e distillati, oltre a 10 vini in abbinamento. La manifestazione è inserita nel più ampio progetto culturale del movimento internazionale Slow Food, volto alla valorizzazione dei piaceri conviviali in un contesto di tutela e promozione della varietà e della diversità delle culture culinarie, delle produzioni tipiche e della difesa della biodiversità vegetale ed animale. Tutti gli guadagni di Brescia Con Gusto sono destinati a iniziative di solidarietà. Per informazioni: Segreteria Organizzativa: Ellisse - Comunicazione ed Eventi, tel. 030 3531950.  
   
   
ITALIAINTAVOLA A BRESCIA DAL 20 AL 23 MAGGIO 2005 LA PRIMA FIERA DEDICATA ALLA RISTORAZIONE ITALIANA DI QUALITÀ  
 
Dal 20 al 23 maggio 2005, Brixia Expo, il nuovo polo espositivo di Brescia, ospiterà Italiaintavola, prima rassegna dedicata alla ristorazione italiana di qualità e dei prodotti tipici. Italiaintavola si pone come evento dedicato alla valorizzazione della cucina di qualità, luogo di incontro fra consumatori e operatori del comparto enogastronomico. Tipicità e qualità del prodotto, per la prima volta, vengono presentati nelle fondamentali espressioni di trasformazione in cucina e del servizio in tavola. Una delle novità sarà costituita dall’allestimento di aree di ristorazione in cui verrà presentato il meglio della ristorazione del nostro paese con menù a prezzi convenzionati preparati da grandi chef in abbinamento ad ottimi vini. Un’area wine-bar ospiterà svariate etichette di vini di grande qualità da degustare accompagnati da prodotti tipici. Nel salone espositivo ci sarà spazio anche per gli stand dei Consorzi di Tutela, di Associazioni, enti ed aziende più rappresentative del comparto enogastronomico italiano, oltre che per il salotto delle riviste che permetterà la consultazione delle testate di settore. La rassegna intende colmare uno spazio vuoto nel panorama fieristico nazionale. Una proposta che, attraverso la convegnistica affronta temi nuovi e di grande fascino e unitamente ai diversi eventi organizzati dalle associazioni di settore presenti, identifica Italiaintavola come il primo grande incontro degli stati generali della ristorazione italiana di qualità. La prima edizione di Italiaintavola si presenta ricca di eventi e manifestazioni dedicate ai visitatori, da segnalare tra gli altri: Tabula rara, un’esposizione di tavole ideate e preparate da personaggi di spicco nel mondo della moda, della cultura e del design. Attraverso le personali interpretazioni e la scelta di originali complementi, le tavole assumeranno un particolare valore tanto da rappresentare vere e proprie opere d’arte. L’evento è coordinato da Rossana Orlandi. Kinderheim goloso. Un’area attrezzata dove i bambini possono divertirsi con giochi e intrattenimenti, assistiti da personale preparato che li educa a un cibo sano e naturale. L’arte decorativa culinaria. Un percorso fra semplici materie prime trasformate con abilità tecnica e certosina pazienza in meravigliose sculture. A fare da maestro lo chef potentino Donato Macchia. I segreti degli chef. Alcuni famosi chef svelano al pubblico i segreti per cuocere sempre al meglio pietanze, salse e dolci; altri propongono menu creativi a costi ridotti, a conforto di come la fantasia in cucina e la corretta scelta delle materie prime siano in grado di tenere sotto controllo la spesa; altri ancora dimostrano come da frutta e verdura, con semplici tecniche, si possono realizzare decori di sicuro effetto. Degustazioni guidate. Una serie di appuntamenti condotti da esperti dei vari settori per far conoscere agli appassionati prodotti tipici e vini di alta qualità. Cuochi e pasticceri in gara. Rassegna nazionale competitiva a premi indetta dall’Associazione Professionale Cuochi Italiani, Ente nazionale di categoria che annovera migliaia di cuochi professionisti. Incontri riservati agli operatori. Assemblea dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani, assemblea dell’Associazione Le Soste, riunione dell’Associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe-italia, incontro dell’Udirta (Unione per la Difesa della Ristorazione Italiana di Qualità). Www.italiaintavola.org  
   
   
ALPEADRIA COOKING: L'ALTA CUCINA INTERNAZIONALE S'INCONTRA AL CENTRO CONGRESSI DI UDINE FIERE  
 
Dal 26 al 28 Aprile 2005. Un parterre di grandi chef provenienti da Austria, Italia, Francia, Slovenia e Spagna si è dato appuntamento ad Alpeadria Cooking, Festival Internazionale di Alta Cucina che si svolgerà il 26, 27 e 28 Aprile al Centro Congressi di Udine Fiere organizzato dall'Associazione Jeunes Restaurateurs d'Europe e con la collaborazione e patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia. Tre giorni in cui chef di fama internazionale sveleranno tecniche ed esperienze in un continuo alternarsi di sessioni di cucina che tratteranno le più svariate tematiche d'attualità: la pasta e le sue tendenze, l'importanza delle temperature nel servizio, le nuove strutture con gelatina, il creare con l'olio, il gelato salato, la concezione del dolce, la pasticceria dolce e salata ecc..A dare inizio ai lavori martedì 26 aprile sarà Emanuele Scarello - Ristorante Agli Amici di Godia (Ud), per continuare con Roberto Petza - Ristorante S'apposentu a Cagliari, Joseán Martínez Alija - Ristorante Museo Guggenheim, Bilbao (Spagna), Jordi Butròn Espai Sucre, Barcellona, Walter Eselböck Ristorante Taubenkobel, Schützen am Gebirge (Austria). Alla giornata di mercoledì 27 aprile saranno presenti i pasticcieri Gianluca Fusto (Italia) e Yann Duytsche (Francia) insegnanti dell'Ecole du Grand Chocolat, Heinz Beck - Ristorante La Pergola - Hotel Hilton Roma, Pierre Gagnaire - Ristorante Piere Gagnaire a Parigi e Arnold Pucher Hotel Wulfenia di Hermagor (Austria). Mentre il tardo pomeriggio, dedicato a laboratori di approfondimento, coinvolgerà i presenti in degustazioni di olio, vino, cioccolata, pasta realizzata con farine speciali ed altre stuzzicanti proposte. Giovedì 28 aprile giornata conclusiva con Carlo Cracco - Ristorante Cracco-peck a Milano, dalla Spagna Manolo de la Ossa - Ristorante Las Rejas, Las Pedroñeras Cuenca, Montse Estruch - Ristorante El Cingle a Vacarisses, dalla Slovenia Tomaz Kavcic Ristorante Pri Lojzetu a Vipava, Giancarlo Timballo - Gelateria Fior di Latte (Ud) in abbinata a Gelateria Corvitto, Gerona (Spagna) e Davide Scabin - Ristorante Combal Punto Zero di Rivoli (To). Alcune delle aziende più rappresentative del settore enogastronomico ed i loro prodotti saranno in degustazione anche per il pubblico all'interno del Centro Congressi della Fiera di Udine.  
   
   
DELSER, LO STORICO MARCHIO DI PRODOTTI DA FORNO,RINNOVA IL LOGO E L’IMMAGINE DI PRODOTTO  
 
Delser, marchio storico della Quality Food Group S.p.a, terza realtà italiana nel settore dei prodotti da forno, si rifà il look e rinnova l’immagine dei suoi prodotti. Il restyling ha preso avvio da un’immagine tradizionale: il noto logo rosso che dal 1891 è un simbolo all’interno dei prodotti da forno di qualità. L’intervento grafico ha attualizzato l’immagine senza però rinunciare all’identificazione del brand da parte dei consumatori abituali. Lo studio delle forme ha portato a un risultato di grande impatto: mantenendo il tradizionale ovale, che caratterizza le aziende storiche italiane dei prodotti da forno, si è giunti a una forma a "chicco" più moderna e accattivante. Contestualmente, la ricerca grafica ha combinato nuove cromie: intorno al chicco, che ha mantenuto il colore rosso originario, è stata inserita una sfumatura dai colori caldi che caratterizza oggi i nuovi packaging. Non è mancato uno studio che ha modernizzato anche il carattere tipografico di Delser. "Obiettivo del restyling è stato quello, da un lato, di rinnovare l’immagine di Delser e dei suoi prodotti, rispettando la tradizione e la riconoscibilità del marchio; dall’altro di renderla attuale per design e colori, in un’ottica di valorizzazione del coordinamento tra le nostre referenze" spiega Maurizio Beltramello, Amministratore Delegato e Direttore Commerciale di Quality Food Group, l’azienda che produce e commercializza Delser. Ma il progetto di restyling di Delser non si è fermato qui: nell’arco del 2005 una ventina di referenze altovendenti verranno immesse sul mercato, tutte con una nuova immagine. I primi prodotti ad essere lanciati saranno le confezioni da 800 gr. Dei biscotti al grano saraceno con granelli di zucchero, dei biscotti con farina di riso e le confezioni da g. 750 dei biscotti al caffè con gocce di cioccolato, dei biscotti alla nocciola con gocce di cioccolato. Arriveranno a breve le nuove confezioni Crackers nella confezione-pacco da 800 gr. Nel settore crackers, Delser è co-leader di mercato e privilegia un approccio a un consumatore adulto che guarda alla qualità degli ingredienti e delle ricette proposte, alla convenienza e al risparmio. Delser è lo storico marchio di Quality Food Group S.p.a., che nasce nel 2000 dalla fusione di Delser e Viero e che vanta un portafoglio prodotti ampio e diversificato e la pone al terzo posto nella realtà italiana dei prodotti da forno (esclusi i prodotti da ricorrenza), con un fatturato nel 2004 di circa 38 milioni di euro.  
   
   
VENTURA: LA QUALITA’ DELLA FRUTTA SECCA, IN CONFEZIONI TUTTE DA SCOPRIRE…  
 
Oggi, quando si dice “Ventura” è come dire frutta secca della migliore qualità perché questa marca è ormai conosciuta e, soprattutto, apprezzata da milioni di italiani. D’altro lato, dietro la marca “Ventura”, c’è una grande azienda: Madi Ventura S.p.a., frutto dell’unione delle capacità imprenditoriali di due tra le più significative realtà italiane nel mercato della frutta secca. Una fusione che risale al 2000 e che ha capitalizzato il valore di più di 50 anni di esperienza, facendo diventare la marca “Ventura” il punto di riferimento nel mercato della frutta secca per la qualità e l’affidabilità dei suoi prodotti. Oggi il Sistema Qualità di Madi Ventura è certificato secondo la norma Uni En Iso 9001 dall’ente Dnv ed è qualificato dalle principali catene distributive italiane che hanno scelto Madi Ventura come partner per la produzione di prodotti a marchio privato. Inoltre, Madi Ventura ha ottenuto recentemente la prestigiosa Certificazione di Filiera (Uni 10939:2001 “Sistema di rintracciabilità nella Filiera agroalimentare”), rilasciata dall'Ente Dnv, per le Arachidi Tostate Egitto e per le Noci Chandler California. Questa certificazione garantisce la rintracciabilità del prodotto dalla fornitura alla singola confezione, la dimensione dei frutti (6/8 per oncia), la doppia selezione manuale del prodotto e diverse caratteristiche organolettiche (sapore tipico, persistenza del gusto dolce, aroma di tostato, croccantezza) controllate da un panel di assaggiatori appositamente addestrato. Da oltre 50 anni, Ventura sceglie la frutta là dove le migliori condizioni ambientali e climatiche incontrano la più qualificata competenza agroalimentare, frutto di tradizioni millenarie e delle tecniche di coltivazione più avanzate e rispettose della natura. L’estrema attenzione che Ventura dedica a tutto il processo produttivo garantisce ai prodotti la massima integrità e freschezza. Non solo. L’offerta di una vasta gamma di prodotti, in grado di soddisfare tutte le richieste dei consumatori, anche i più esigenti, è una priorità assoluta per la marca Ventura. La gamma spazia, infatti, dai classici frutti in guscio e sgusciati (noci, nocciole, mandorle, pinoli), alla frutta secca disidratata (albicocche, ananas, papaia, mango, ginger), ai tostati (arachidi, pistacchi), fino ad arrivare a specialità più stagionali, quali fichi o datteri e a una linea di snack (ceci tostati, mais tostato, melange esotico, semi di zucca). La linea top Ventura e’ la rinnovata ed ampliata gamma Xxl (noci sgusciate, pistacchi tostati salati e non, arachidi, nocciole tostate e mandorle tostate) che vanta frutti perfetti, di taglia rigorosamente King size. Infine, ma non ultime, le confezioni. Confezioni innovative sia per l’estetica, sia, soprattutto, per la funzionalità, in grado di anticipare le esigenze di nuovi stili di vita e di consumo di quella grande protagonista della vita quotidiana che è la frutta secca. Perché cosa sarebbe uno snack sano ed energetico senza frutta disidratata o un aperitivo senza arachidi e pistacchi o il pesto alla genovese senza pinoli?  
   
   
HOLLYWOOD IMPAZZISCE PER IL CAFFE’ ITALIANO TRIONFO DEL CAFFÈ MOKARICO TRA LE STAR DI HOLLYWOOD ALLA NOTTE DEGLI OSCAR  
 
Pamela Anderson, Donatella Versace, Donald Trump, Roul Bova, Christina Aguillera, Eric Mccormack, Brooke Shields ….E tanti, tantissimi altri nomi di Vip e dello star system di Hollywood presenti domenica 27 febbraio alla festa organizzata dalla Eton John Aids Foundation in occasione della Notte degli Oscar. Una festa all’insegna di cibo, vini, caffè, tovaglie tutto rigorosamente Made in Italy dove il Caffè Mokarico ha fatto la parte del leone: oltre 2000 tra caffè e cappuccini serviti per un pubblico di circa 1300 persone. Apprezzato e richiesto più volte, espresso normale, decaffeinato, biologico, il caffè Mokarico si è rivelato una piacevole sorpresa per questi personaggi dello spettacolo amanti del caffè italiano, del bel vivere ma soprattutto attenti alla salute e all’estetica. Questo perché forse non tutti sanno che una tazzina di caffè, senza altre aggiunte, contiene solo 2 calorie e, se assunto senza esagerazione, offre una serie di vantaggi decisamente interessanti. Come blando diuretico favorisce l’eliminazione delle sostanze di rifiuto dell’organismo. Assunto dopo i pasti interessa gli organi della digestione facilitando la loro attività. E’ un tonificante della muscolatura se preso prima di svolgere attività fisica o sportiva. E poi, come è noto un po’ a tutti, aumenta la prontezza dei riflessi, la vivacità mentale, migliorando la disposizione a parlare e a svolgere un lavoro. La caffeina inoltre, è anche in grado di ridurre la quantità di cibo consumato da una persona in quanto interviene sul meccanismo di controllo dell’appetito (assumere bevande che contengono caffeina mezz’ora prima dei pasti diminuisce la quantità di cibo introdotto del 20%). Sorprendentemente molti dei Vip presenti alla festa di Elton John, oltre ad essere dei grandi estimatori del vero espresso italiano, si sono rivelati anche conoscitori dei suoi benefici. Ed ecco Pamela Anderson rifiutare ogni sorta di alcolico ma non poter fare a meno di un buon caffè, Eric Mccormak più volte sorpreso a far la fila per la seconda e terza razione di caffè Mokarico, la cantante Mary J. Blige pazza per il cappuccino della caffetteria fiorentina. “Davvero un enorme successo – afferma Marco Paladini, Presidente di Caffè Mokarico – Mi è anche toccato far buon viso e cattiva sorte di fronte ad una Jane Seymour che ha voluto 3 espressi in un’unica tazzina perché abituata a vedere il classico lungo caffè all’americana….A parte le battute ho potuto constatare di persona quanto abbiano apprezzato il nostro caffè e questo è sempre un segno tangibile della qualità dei nostri prodotti.” La Caffè Mokarico, fondata a Firenze agli inizi del ‘900 dal Comm. Barbieri con il nome “La Casa del Caffè”, si è occupata sin dalle sue origini della torrefazione e della miscelazione del caffè mantenendo negli anni un forte legame con il territorio e facendosi portatrice della tradizione fiorentina nella lavorazione del caffè. Rilevata dalla famiglia Paladini nel 1936 vanta oggi un’offerta differenziata di prodotti di qualità elevata che contemplano Caffè Mokarico, Caffè Mingo ed altri marchi noti a livello regionale. La sua presenza consolidata sul mercato nazionale ha consentito uno sviluppo anche a livello internazionale esportando i propri prodotti anche negli Stati Uniti, Germania, Russia, Olanda e Grecia. Grazie ad una politica da sempre incentrata sul raggiungimento della qualità, il Caffè Mokarico ha ottenuto dall’Inei (Istituto Nazionale Espresso Italiano) la certificazione delle miscele ad uso professionale del caffè espresso e la possibilità di certificare i locali in grado di garantire il rispetto di elevati standard di qualità del caffè servito.  
   
   
BIBENDUM CATERING & CO: DIFFONDERE LA CULTURA E IL PIACERE DEL CIBO E DEL VINO, AL RIPARO DALLA MASSIFICAZIONE  
 
Bibendum Catering opera nel settore dell’alta ristorazione a domicilio dal 1998 ed è specializzata nell’organizzazione di eventi enogastronomici e nel catering di alto livello. La società è costituita da Marta Pulini - socia fondatrice, chef, sommelier professionista - e da Sabrina Lazzereschi che ricopre funzioni organizzative e commerciali. Filosofia dell’azienda è diffondere la cultura e il piacere del cibo e del vino, al riparo dalla sempre più invadente massificazione dei consumi e omologazione dei gusti. Questo orientamento si riflette nella: attenta valutazione e interpretazione delle richieste del committente e proposte personalizzate, contestualizzazione della proposta gastronomica in virtù del nesso inscindibile tra piacere della tavola e ambientazione, ricerca storica volta a investigare le fonti della cultura gastronomica (antichi ricettari, testi d’epoca) e a valorizzare l’eredità culturale del passato senza tuttavia tralasciare l’apertura a nuove suggestioni contemporanee, selezione rigorosa tra i migliori prodotti tipici regionali e tra quelli provenienti da tradizioni culinarie di altri paesi, allo scopo di introdurre a esperienze enogastronomiche filologicamente corrette, individuazione di nuove proposte enologiche, elaborazione artigianale delle materie prime anche con il recupero di strumentazioni e tecniche di lavorazione di antica memoria, progettazione di allestimenti personalizzati e curati nei minimi dettagli, dalle candele fatte a mano alle suppellettili originali reperite in varie parti del mondo. La Filosofia di Bibendum si basa sulla diffusione della cultura ed il piacere dei cibo e del vino; il costante mantenimento dell’alta qualità del prodotto e una continua ricerca per l’aggiornamento di proposte personalizzate, sono le fondamenta di tutti i suggerimenti.I colori, la qualità e l’architettura delle proposte stilistiche floreali di Bibendum, tengono in considerazione tutti gli aspetti e le esigenze di ogni singolo evento, rendendo ogni prodotto un pezzo unico. Creatività, fantasia e ricerca nel campo delle materie prime da utilizzare nei vari allestimenti, contribuiscono a costruire le proposte più innovative per un completamento di realizzazioni personalizzate. La collaborazione con consulenti specializzati crea un nuovo modo di interpretare l’evento, maturando in offerte che contemplano molteplici opzioni, locations esclusive e strutture originali, adeguate a soddisfare le richieste più esigenti. Grazie all’esclusività e riservatezza della sede è possibile organizzare incontri aziendali con clienti e colleghi; dove si possono sviluppare dinamiche relazionali di gruppo molto interessanti, concludendo l’incontro con una cena cucinata insieme. La creazione di un menù si apprende durante le scuole di cucina. Nello scenario di un laboratorio moderno ed attrezzato professionalmente si acquisisce una visione globale dell’arte culinaria, dalla cucina classica regionale Italiana aggiornata e rivisitata, a quella “Fusion”, con tecniche di cottura innovative per assaporare culture e tradizioni lontane con corsi a tema e cene didattiche personalizzate. www.Bibendumcatering.it