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GIOVEDì

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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Luglio 2005
Web alimentazione e benessere
LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA AIUTI DI STATO CONCESSI DALL'ITALIA PER L'AMMODERNAMENTO DEL SETTORE ZOOTECNICO  
 
La Commissione ha approvato il 5 luglio 2005aiuti per un importo di 54,30 milioni Eur erogati dall'Italia alla fine degli anni 90 per la razionalizzazione e la ristrutturazione del settore dell'allevamento bovino. La Commissione ha altresì concluso che determinati interventi della Finagra, società finanziaria maggioritariamente controllata dallo Stato italiano, non configurano aiuti di Stato o sono aiuti compatibili. La Commissione aveva avviato un'indagine formale su prestiti e mutui a favore di gruppi di progetti integrati, previsti dalla legge italiana 290/99, a causa di dubbi sulla loro compatibilità con le regole comunitarie in materia di aiuti di Stato. La Commissione intendeva verificare, in particolare, se fossero stati utilizzati fondi pubblici per consolidare debiti di imprese. Inoltre, la Commissione non possedeva informazione sulle attività della Finagra, né sui prestiti ai produttori di olive previsti dalla legge. Oggi la Commissione è arrivata alla conclusione che i cinque progetti integrati esaminati sono conformi alle regole in materia di investimenti nelle aziende agricole e nel settore della trasformazione. Le spese ammissibili prese in considerazione per l'erogazione di risorse sono direttamente legate ad investimenti. Per quanto riguarda il consolidamento di debiti, la Commissione ha concluso che esso era finalizzato a finanziare prestiti per portare a termine precedenti progetti integrati e a consolidare prestiti riguardanti precedenti investimenti, i quali erano compatibili con la normativa in materia di aiuti di Stato allora applicabile. La Finagra è una finanziaria controllata dallo Stato, le cui principali attività consistono nell'acquisizione di partecipazioni e nell'erogazione di prestiti e garanzie alle imprese agricole. Per quanto riguarda le operazioni condotte da tale società, la Commissione è arrivata alla conclusione che l'acquisizione di partecipazioni nelle imprese è avvenuta nel rispetto delle regole del mercato e non costituisce pertanto un aiuto di Stato. Analogamente, nemmeno i prestiti concessi dalla Finagra alle cooperative configurano aiuti di Stato in quanto sono stati concessi secondo modalità e a condizioni normali per qualsiasi altro investitore privato, secondo il principio pari passu. La parte di aiuto di Stato contenuta in determinati prestiti concessi dalla Finagra ad imprese private è ritenuta compatibile con le regole di concorrenza allora applicabili, in quanto i prestiti sono stati concessi per il completamento di investimenti connessi ai progetti integrati ma da essi funzionalmente indipendenti. Per quanto riguarda una garanzia concessa dalla Finagra a tassi di mercato, la Commissione ha concluso che essa non configura un aiuto di Stato. I prestiti a favore di aziende agricole ad indirizzo olivicolo non sono mai stati assunti, cosicché è esclusa ogni possibile erogazione di aiuti di Stato. Http://europa.eu.int/comm/mediatheque/photo/barroso/index_en.cfm?id=7187  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA GLI ORIENTAMENTI STRATEGICI PER LO SVILUPPO RURALE 2007-2013  
 
il 5 luglio 2005 la Commissione europea ha adottato gli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale. Gli orientamenti, che fanno seguito all’accordo politico raggiunto il 20 giugno scorso dal Consiglio "Agricoltura" sul nuovo regolamento relativo allo sviluppo rurale, definiscono un approccio strategico e una serie di opzioni che gli Stati membri potranno utilizzare nei programmi nazionali di sviluppo rurale. Dopo la riforma della politica agricola comune, lo sviluppo rurale svolge un ruolo sempre più importante, aiutando le zone rurali, che rappresentano il 90% del territorio dell’Unione europea allargata, a rispondere alle sfide del Xxi secolo. Il nuovo regolamento amplia la possibilità di utilizzare i fondi destinati allo sviluppo rurale per promuovere la crescita e creare nuovi posti di lavoro nelle zone rurali, in linea con la strategia di Lisbona, e per migliorare la sostenibilità, in linea con gli obiettivi di sostenibilità fissati dal Consiglio europeo di Göteborg. “La politica di sviluppo rurale è una politica di ‘assicurazione sulla vita’ per le zone rurali, che ospitano circa metà della popolazione dell’Unione europea”, ha dichiarato Mariann Fischer Boel, Commissario responsabile per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. “Il documento strategico adottato oggi fornisce agli Stati membri un insieme di strumenti tra i quali essi possono scegliere, in funzione della loro situazione e delle loro priorità. La politica di sviluppo rurale ha per obiettivo quello di agevolare l’innovazione e lo sviluppo economico nel territorio rurale, e può quindi contribuire effettivamente a promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro e a salvaguardare il nostro straordinario ambiente rurale.” La futura politica di sviluppo rurale 2007-2013 sarà incentrata su tre aree, in linea con i tre assi principali attorno ai quali sono imperniate le misure previste dal nuovo regolamento sullo sviluppo rurale: competitività del settore agricolo e del settore forestale; ambiente e paesaggio rurale; qualità della vita e diversificazione dell’economia rurale. Un quarto asse, basato sull’esperienza del programma Leader, introduce la possibilità di un approccio locale e partecipativo allo sviluppo rurale. Il nuovo periodo di programmazione fornisce un’occasione unica per riorientare il sostegno offerto dal nuovo fondo per lo sviluppo rurale a favore della crescita, dell’occupazione e della sostenibilità. Gli orientamenti strategici comunitari dovranno essere adottati entro l'autunno del 2005. Gli Stati membri potranno portare a termine la programmazione dettagliata dei piani strategici nazionali nel corso della prima metà del 2006. Per ciascuna serie di priorità, sono proposte alcune azioni chiave. Gli Stati membri dovranno elaborare le strategie nazionali di sviluppo rurale sulla base di sei orientamenti strategici comunitari, che serviranno a: - individuare le aree in cui l’erogazione del sostegno comunitario a favore dello sviluppo rurale crea il maggior valore aggiunto a livello comunitario; - stabilire una connessione con le principali priorità dell’Unione europea (Lisbona, Göteborg); - assicurare la coerenza con le altre politiche dell’Unione, in particolare con la politica di coesione e la politica ambientale; - accompagnare l’attuazione della nuova politica agricola comune orientata al mercato e la necessaria ristrutturazione sia nei nuovi che nei vecchi Stati membri. Orientamenti 1. Migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale 2. Migliorare l’ambiente e il paesaggio rurale 3. Migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione 4. Costruire una capacità locale di occupazione e diversificazione 5. Tradurre le priorità in programmi 6. Sviluppare la complementarità tra strumenti comunitari.  
   
   
RICERCATORI NEOZELANDESI IN CAMPO ALIMENTARE VALUTANO OPPORTUNITÀ DI COLLABORAZIONE CON L'UE  
 
Nel prossimo invito a presentare proposte nell'ambito dell'area tematica prioritaria "sicurezza e qualità dei prodotti alimentari" del Sesto programma quadro (6Pq), ci si attende che la Nuova Zelanda sia indicata come uno dei paesi con i quali sarebbe auspicabile una cooperazione nel contesto di un'azione di sostegno specifico. A fronte di ciò, una delegazione dei migliori ricercatori neozelandesi è in Europa per incontrare i rappresentanti della Commissione europea e i principali ricercatori in campo alimentare a livello europeo. In seguito a un incontro con la Commissione, alcuni membri della delegazione hanno dichiarato al Notiziario Cordis di aver ricevuto dall'Ue un messaggio positivo ma realistico. "Ci hanno detto che ora dipenderà da noi. Dobbiamo fare lo sforzo maggiore ed essere realistici", ha affermato un delegato. Hanno tutti convenuto sul fatto che l'incontro, che ha delineato le azioni che devono compiere i ricercatori neozelandesi per ottenere risultati concreti nell'ambito dei programmi quadro dell'Ue, sia stato costruttivo. Quando è stato chiesto perché pensassero che la Nuova Zelanda debba essere indicata come paese interessato al prossimo invito, i ricercatori hanno fornito alcune spiegazioni, riassunte da Lynn Ferguson dell'Università di Auckland. "Ci troviamo in una posizione perfetta per partecipare al programma. Siamo in perfetta forma", ha dichiarato. La Nuova Zelanda ha una popolazione (Maori e abitanti delle isole del Pacifico) e un clima unici, nonché una flora e una fauna caratteristiche. "Siamo distinti dall'Europa e tuttavia comprendiamo la sua cultura", ha aggiunto. Altri potrebbero vedere ragioni più strategiche dietro la volontà da parte della Commissione europea di coinvolgere la Nuova Zelanda in diversi suoi progetti. Mark Ward, della Agresearch, ha sottolineato che la Commissione ha citato diverse volte i legami della Nuova Zelanda con l'Asia e ha affermato che pertanto il suo paese viene considerato come punto di partenza per una maggiore cooperazione con l'Asia. Mark Ward vedrebbe anche la Nuova Zelanda adattarsi bene alla strategia comunitaria di gestione del rischio in campo alimentare. La Nuova Zelanda è uno dei paesi fornitori di alimenti più fidati al mondo, non essendo stata colpita da malattie prioniche come l'Esb, la scrapie e l'afta epizootica. Il vero potere in Europa in quest'area è nelle mani dei supermercati, che chiedono una maggiore tracciabilità per soddisfare i propri clienti. Secondo Ward, volgere l'attenzione alla Nuova Zelanda rappresenta un modo di affrontare il divario di tracciabilità dell'Europa. Altri membri della delegazione hanno fatto riferimento all'esperienza neozelandese riguardo all'integrazione dell'attività dei ricercatori tra le discipline e tra i settori commerciale e pubblico. Dopo aver appreso maggiori dettagli sulle richieste e sulle aspettative della Commissione europea, la delegazione auspica ora di avere una conoscenza più adeguata della ricerca condotta in diverse parti d'Europa nel settore alimentare e di scoprire dove meglio potrebbero inserirsi i ricercatori neozelandesi. In occasione di incontri con alcuni dei migliori gruppi di ricerca in campo alimentare in Europa, la delegazione neozelandese darà particolare rilievo alla propria esperienza in aree quali le sostanze bioattive casearie, l'ingegneria dei processi caseari, la genetica dei batteri dell'acido lattico, discipline forensi microbiche, la biosicurezza, le banche dati della frutta, le fibre alimentari, la trasformazione di alimenti non termici, la nutrizione, la tosatura della lana, i prodotti e il gas metano di qualità, l'ecosistema e le prove cliniche. Http://www.morst.govt.nz  
   
   
ITALIA-CINA: FRUTTA SICURA GRAZIE AL CNR LA CINA È UN GRANDE ESPORTATORE DI DERRATE ALIMENTARI, ANCHE VERSO L’ITALIA. SULLA SICUREZZA DI QUESTI PRODOTTI ORA VIGILERÀ IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE, CON UN LABORATORIO DEL DIPARTIMENTO AGROALIMENTARE NELLO SHANDONG E FORMANDO ESPERTI CINESI NEI PROPRI ISTITUTI  
 
Circa 200 mila tonnellate l’anno tra succhi di frutta, conserve di pomodoro, semilavorati di verdure, pesce, crostacei, etc., provenienti soltanto dallo Xinjiang nordorientale e dalla Mongolia interna. L’italia è un fortissimo importatore di derrate alimentari cinesi. Importazioni non più a rischio, grazie al laboratorio agroalimentare in corso di realizzazione con la supervisione scientifica del Cnr in virtù di un accordo di collaborazione tra i due Paesi. “Formazione di ricercatori presso i nostri laboratori, valorizzazione delle biorisorse locali e sviluppo di tecniche colturali agrosostenibili, sicurezza e qualità alimentare e ambientale. Sono questi i punti fondamentali dell’accordo”, spiega Francesco Cannata, ricercatore dell’Istituto di biologia agroambientale e forestale (Ibaf) del Cnr di Porano, che vanta un’esperienza di collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese da ben 15 anni nel settore agroalimentare e agroforestale. Lo scambio si è ora trasformato in un progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri dal costo complessivo di 170 mila euro per il 2005, localizzato nella provincia dello Shandong. “Uno dei compiti principali del laboratorio sarà formare presso i nostri Istituti esperti che, tornati nel loro paese, dove hanno grande disponibilità di risorse per la ricerca e lo sviluppo, potranno consolidare i collegamenti con l’Italia”. I primi sei studiosi cinesi arriveranno tra breve: due all’Ibaf, dove si occuperanno di agroforestale e genetica, due all’Istituto di scienze per le produzioni alimentari di Bari per occuparsi di microtossine e due all’Istituto di scienze dell’alimentazione di Avellino, per dedicarsi ad analisi biochimiche e di tossicità. Qualità e sicurezza alimentare saranno tra i temi di ricerca del laboratorio di maggior valore strategico. “Dopo i recenti casi di influenza dei polli, di Bse e Sars”, commenta Cannata, “è cresciuta l’attenzione degli importatori sull’origine, la qualità e la sicurezza d’uso degli alimenti, soprattutto per quelli provenienti da Paesi extraeuropei che hanno meno vincoli dell’Ue. In Cina sono ancora massicci l’impiego di pesticidi organici, dannosi per il sistema nervoso, e la presenza di micotossine, soprattutto nella frutta secca. Vantaggi arriveranno non solo per i consumatori italiani e europei, grazie a prodotti certificati, ma anche per le nostre imprese di servizi e per i sistemi industriali che si occupano di certificazione di qualità, trasformazione e importazione”. In questa fase iniziale i ricercatori italiani si occuperanno essenzialmente del settore della frutta secca, in particolare noci, e della frutta fresca (pere, albicocche, pesche, mele), dando attenzione anche allo sviluppo di tecniche colturali ecosostenibili e sistemi irrigui a basso consumo di acqua. E’ indispensabile far acquisire al sistema cinese una “cultura” della qualità e dell’ambiente, considerata anche l’adesione della Rpc al trattato di Kyoto e al Wto: “La Cina sta diventando il più grande esportatore di succhi di frutta grezzi e non è di poca importanza la certezza che le tecniche di produzione e conservazione siano compatibili con i parametri salutistici e qualitativi dei paesi importatori”. L’obiettivo a breve è stabilizzare l’attuale collaborazione in un protocollo di intesa triennale, che mantenga ai ricercatori italiani la leadership nella formazione degli agronomi locali e di specialisti nelle scienze dell’alimentazione per il controllo dei prodotti.  
   
   
MARR: CRESCONO DELL’ 11,7% I RICAVI DELLE VENDITE NEI PRIMI SEI MESI DEL 2005 ( RICAVI CONSOLIDATI PARI A CIRCA 402 MILIONI DI EURO )MOLTO POSITIVA LA CRESCITA DELLE VENDITE NEI CANALI RISTORAZIONE COMMERCIALE E STREET MARKET (+ 15,2% ).  
 
Marr S.p.a. Ha fatto registrare, nei primi sei mesi del 2005, ricavi consolidati delle vendite per circa 402 milioni di Euro, pari ad una crescita del 11,7% rispetto ai circa 360 milioni di Euro del primo semestre del 2004 *. Tali ricavi, che confermano il positivo andamento già registrato nel primo trimestre e che rappresentano storicamente circa il 46% del totale ricavi annui, sono stati realizzati sia attraverso la crescita organica sia grazie al contributo delle acquisizioni effettuate nel giugno 2004 (Sogema S.p.a., ora filiale Marr Torino) e nel febbraio 2005 (ramo di azienda Sfera) che rappresentano circa la metà della crescita totale del semestre. Tra i segmenti di clientela serviti, i ricavi relativi alla ristorazione commerciale sia strutturata che street market - ovvero ristoranti, pizzerie ed alberghi non appartenenti a gruppi o catene - e che rappresentano circa il 65% dei ricavi totali di Marr, sono risultati in aumento del 15,2% a fronte di circa il 3% della ristorazione collettiva e del 8,9% dei grossisti. Tutte le categorie di prodotti alimentari commercializzati da Marr hanno evidenziato una positiva crescita rispetto allo scorso anno. Ugo Ravanelli, Amministratore Delegato di Marr, ha dichiarato: “Archiviamo un semestre allineato alle previsioni di budget e di grandi soddisfazioni: nonostante la generale stagnazione dei consumi in Italia, la ristorazione extra domestica dimostra di essere uno dei pochi settori in fase espansiva. Marr, in particolare, ha confermato di sapersi proporre a questo mercato con un’offerta ed un modello organizzativo vincenti acquisendo nuovi clienti e migliorando la propria presenza sulla clientela già consolidata”.  
   
   
A PARMA, NELLA CAPITALE EUROPEA DELL’ALIMENTAZIONE, NASCE IL “GELATO DEL FUTURO”  
 
Sapienza artigianale e ricerca innovativa in un laboratorio all’avanguardia dove si creano vere e proprie opere d’arte, chef e maestri pasticceri che custodiscono i segreti del nuovo tartufo. Studiosi e “scienziati” del gelato che sperimentano gli ingredienti più adatti per realizzare un perfetto mantecato. Designer del gusto intenti a dare forma e colore a originali “coppe a righe”. Tutto questo a Parma, nel “Centro di Eccellenza” di Antica Gelateria del Corso, dove passato e presente si incontrano per creare il “gelato del futuro”. Una strettissima collaborazione, dunque, tra artigiani dolciari, scienziati ed esperti di marketing che dà vita ad un team affiatato, costantemente impegnato nella ricerca di nuove idee e creazioni per raggiungere un risultato davvero rivoluzionario. Grazie, infatti, al Centro d’Eccellenza, Antica Gelateria del Corso, fin dalla sua nascita, si è contraddistinta come azienda di successo nel campo della tradizione gelatiera italiana con prodotti innovativi in grado di cambiare le regole di consumo del gelato. “Il Centro di Eccellenza di Parma rappresenta una sorta di laboratorio artigianale ingrandito” - dice Mario Ambrogi, Direttore Ricerca & Sviluppo e Assicurazione Qualità Divisione Gelati Nestlé Italiana – “Artigianalità, dunque, ma anche tecnologia e ricerca continua che fanno del nostro Centro d’Eccellenza un punto di riferimento fondamentale anche per gli altri Paesi del mondo. Trovare le migliori soluzioni che garantiscano la qualità del gelato all’interno di specificità, ogni volta diverse, è uno degli impegni che caratterizzano il nostro lavoro, da sempre portato avanti con orgoglio e passione”. Un artigiano di qualità con processi di produzione ricercati e con una grande catena distributiva: questo è Antica Gelateria del Corso che si avvale della collaborazione di famosi chef e maestri pasticceri italiani la cui esperienza e creatività permette di raggiungere il giusto equilibrio tra una nuova idea e la tradizione del gelato artigianale. “Il processo che porta alla creazione di un nuovo prodotto è complesso e coinvolge diverse funzioni all’interno della nostra azienda” – sostiene Michael Schötensack, Direttore Marketing Divisione Gelati Nestlè Italiana –“Il segreto è il giusto equilibrio tra sapienti ricette, forme raffinate e competenza scientifica, elementi che hanno da sempre contraddistinto Antica Gelateria del Corso. Un approccio, il nostro, radicalmente innovativo con proposte rivoluzionarie, come nel caso dei gelati da tavolo o al cucchiaio, per i quali vantiamo il primato, in grado di rispondere, nel modo pi adeguato alle esigenze del consumatore”.  
   
   
3 EURO PER 3 KG DI PESCHE E NETTARINE: È PARTITA LA CAMPAGNA "LA SALUTE È FRUTTA" INIZIATIVA DI ASSOLUTA NOVITÀ LANCIATA DAI PRODUTTORI DELL'EMILIA-ROMAGNA E GDO, CON LA REGIA DELLA REGIONE, PER VALORIZZARE I PRODOTTI EMILIANO-ROMAGNOLI DI QUALITA'"  
 
Una bella sorpresa per i consumatori dell´Emilia-romagna, ma non solo, che nel mese di luglio troveranno circa 5 mila tonnellate di pesche e nettarine gialle di produzione locale in vendita al prezzo di 1 euro al kilo nei banchi di Coop, Conad, Esselunga, Gs, Auchan e Sma-rinascente e Carrefour. Con lo slogan "La salute è frutta" è partita la campagna promozionale per incentivare il consumo di pesche e nettarine promossa dalla Regione Emilia-romagna in accordo con i produttori che fanno capo al Tavolo ortofrutticolo regionale (Tor) e con le grandi catene di distribuzione nazionali. La vendita al pubblico per le pesche comincia il 4 e continua fino al 16 luglio, mentre le nettarine si troveranno dal 18 al 30 luglio. La frutta è confezionata in cartoni gialli del peso di tre chili contrassegnati con il marchio della campagna "La salute è frutta. Produttori dell´Emilia-romagna", oltre al logo "Qualità controllata" (Qc) della Regione, che indica la frutta di qualità ottenuta seguendo tecniche rispettose dell´ambiente dettate dai Disciplinari di produzione integrata dell´Emilia-romagna. Le organizzazioni di produttori che hanno aderito all´iniziativa sono i Apo Conerpo, Apofruit Italia, Orogel fresco, il Consorzio italiano cooperative ortofrutticole (Cico), Europfruit, Pempacorer, Solemilia Modena e Agribologna. La campagna "La salute è frutta" La campagna di promozione del consumo di frutta propone il marchio "La salute è frutta", applicato sulle confezioni, che punta esplicitamente sul binomio frutta-salute sottolineando il legame tra il prodotto ed i benefici che garantisce. Altri strumenti di diffusione della campagna sono i manifesti con l´immagine di due giovani che gustano una pesca. Nei poster, che saranno affissi in tutti i principali punti vendita, si ribadisce attraverso la frase "Chi si ama Sì frutta", l´affinità tra il tema della salute e quello del consumo di frutta. Infatti consumare frutta fa bene alla salute e aumentarne il consumo tra i giovani contribuisce a diffondere la cultura del buon consumo. La Regione sostiene la campagna di comunicazione attraverso i contributi destinati alle attività di promozione dei prodotti agricoli regionali (L.r. 16/95).  
   
   
DAL 15 AL 23 OTTOBRE RITORNA “IO FACCIO LA SPESA GIUSTA”, LA SETTIMANA PER IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE  
 
Tremila punti vendita mobilitati della piccola, media e grande distribuzione e del dettaglio biologico con promozioni e iniziative tutte all’insegna dell’equosolidale; testimonial di primo piano del mondo della cultura, dello sport, del cinema a dire che la scelta di solidarietà nei confronti dei piccoli produttori del Sud del mondo può incidere effettivamente sulle vite di migliaia di persone; incontri pubblici e dibattiti che avranno per protagonisti proprio loro, i produttori, testimoni di come sia possibile costruire rapporti commerciali più giusti. Sono questi alcuni dei numeri di “Io faccio la spesa giusta”, la prima settimana per il Commercio Equo e Solidale ideata e promossa da Fairtrade Transfair Italia, il marchio che certifica l’origine e le condizioni in cui sono stati lavorati questi prodotti, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie. La prima edizione del 2004 ha coinvolto un milione circa di consumatori che hanno scelto di provare le referenze certificate e che hanno continuato a sceglierle anche durante l’anno, contribuendo così a creare ulteriori occasioni di sviluppo per i piccoli produttori. Quest’anno a scendere in campo in favore del commercio equo, dopo Antonella Ruggiero e Damiano Tommasi (protagonisti della scorsa settimana equosolidale), saranno gli attori Amanda Sandrelli, Massimo Ghini e Pietro Sermonti; la campionessa olimpica di canoa Josefa Idem; lo scrittore Andrea De Carlo; la conduttrice televisiva Paola Maugeri. Saranno i loro volti, ritratti mentre consumano i prodotti del commercio equo, a campeggiare all’interno dei punti vendita delle insegne coinvolte nell’iniziativa (Coop, Conad, Gs, Famila, Naturasì, B’io) che dal 15 al 23 ottobre offriranno la possibilità, ai propri consumatori, di conoscere il commercio equo attraverso azioni di sensibilizzazione e promozione. In contemporanea, le Librerie Feltrinelli di Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli ospiteranno incontri e iniziative con i produttori e i testimonial della campagna. “Io faccio la spesa giusta” è un’iniziativa realizzata grazie alla collaborazione dei soci di Fairtrade Transfair (Acu, Arci, Banca Etica, Focsiv, Manitese, Conapi, Cies, Unicef, Movimento Consumatori, Progetti Qualità, La Tortuga, Icea-aiab, Legambiente, Movimondo Gsi, Ccpb, Gvc) e dei licenziatari del marchio di certificazione (Agust, Amatrade, Apofruit, Caffè River, Coind, Conapi, Deltafrutta, Fonti di Posina, Gamargioba, Goppion caffè, Icam, La Tortuga, Mokafè, Mondovero, Nicofrutta, Organic Sur, Peviani, Pfanner, Commercio Alternativo, Scapigliati, Spreafico, Torrefazione New York). Sul sito di Transfair  www.Transfair.it sarà possibile consultare l’aggiornamento completo degli eventi che si succederanno durante la settimana e l’elenco dei punti vendita che hanno aderito a “Io faccio la spesa giusta”.  
   
   
ADVENT INTERNATIONAL ACQUISISCE IL GRUPPO ARGENTA, LEADER NEL SETTORE DELLA RISTORAZIONE AUTOMATICA IN ITALIA  
 
Advent International, società di private equity globale, affiancata da Pm & Partners, acquisisce il Gruppo Argenta, uno dei maggiori operatori nel settore della ristorazione automatica (“Vending”) in Italia. Il valore della transazione non è stato reso noto. In seguito a questa operazione, Advent deterrà il 65% del pacchetto azionario, di cui una quota di minoranza andrà a Pm & Partners. La parte rimanente resterà in mano al management. Con una quota di mercato pari al 6,2% e un fatturato stimato per il 2005 pari a 80 milioni di euro, il Gruppo Argenta è oggi tra i leader del settore della ristorazione automatica in Italia. Negli ultimi quattro anni, la società ha registrato un incremento del fatturato pari all’11,4% su base annua, significativamente sopra le performance del settore. Il valore totale del mercato della ristorazione automatica in Italia, nel 2004, è stato di circa 1 miliardo di euro. Il settore, molto frammentato, conta circa 1.500 società attive di cui le prime dieci detengono soltanto il 28% del mercato. Questa operazione è la seconda realizzata da Advent in Italia negli ultimi nove mesi. A settembre 2004 infatti la società di private equity aveva concluso l’acquisizione di Avip, il primo gruppo indipendente di pubblicità esterna in Italia. Entrambe le operazioni confermano la strategia di Advent in Italia: investire in aziende in crescita, con l’obiettivo di capitalizzarne al massimo le opportunità di sviluppo, aiutandole ad affermarsi come protagoniste dei loro settori. Le attività del Gruppo Argenta si focalizzano nei servizi della ristorazione automatica specialmente nell’offerta di bevande calde e fredde ed alimenti preconfezionati (snack) somministrate attraverso circa 52.000 distributori automatici e semi-automatici nel Nord Italia (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) servendo in prevalenza piccole e medie imprese, istituzioni pubbliche e famiglie. E’ inoltre presente nella gestione diretta di diversi bar collocati presso amministrazioni pubbliche. Fondata nel 1968, la società è ancora guidata da uno dei suoi fondatori, Epaminonda Scaltriti. Con questa acquisizione si verifica un cambiamento degli investitori private equity nell’azionariato del Gruppo Argenta, che due anni fa aveva visto l’ingresso di Quadrivio Sgr e San Paolo Imi Private Equity che avevano acquisito la maggioranza del Gruppo Argenta tramite un’operazione di Mbo. La strategia per i prossimi anni sarà di accelerare la crescita del Gruppo Argenta attraverso ulteriori acquisizioni (quattro sono quelle completate tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004), aumentare la penetrazione del mercato e sviluppare nuovi prodotti e canali di distribuzione. Il focus primario delle attività della società sarà lo sviluppo a livello nazionale, e verranno valutate anche opportunità di crescita in Europa, ovvero in quei Paesi confinanti che presentano simili opportunità di consolidamento. L’investimento fa seguito ad una profonda analisi del settore europeo della ristorazione automatica effettuata dal team di Advent, che ha identificato gli operatori del settore dei distributori automatici come un’area con grande potenziale di crescita in Italia. Il mercato italiano del Vending è particolarmente attrattivo per Advent dato il continuo livello di crescita – circa il 5% all’anno tra il 2000 e il 2004 – e il suo trend verso il consolidamento. “Abbiamo analizzato il settore europeo della ristorazione automatica per più di tre anni” ha dichiarato Filippo de Vecchi, principal di Advent International in Italia che ha diretto l’operazione “Dal nostro punto di vista, il Gruppo Argenta rappresenta la società meglio posizionata per sfruttare quella che è una significativa opportunità nel mercato italiano. Guidata da un management collaudato e altamente preparato, il Gruppo ha già realizzato un primo stadio nella strategia di consolidamento attraverso una crescita elevata sia organica che tramite acquisizioni. Con i nuovi partner, la società avrà il capitale e le risorse necessarie per costruirsi una posizione strategica nel dinamico mercato europeo del Vending”. “L’operazione appena conclusa è un’ulteriore conferma di quello che già due anni fa ebbi modo di dichiarare in merito al matrimonio tra finanza ed imprenditoria” ha commentato il Presidente del Gruppo Epaminonda Scaltriti “I nostri nuovi partner daranno alla società l’opportunità di attuare un piano di crescita e di sviluppo che ci vedrà assoluti protagonisti nel mercato del Vending in Italia senza escludere la possibilità di estendere le nostre attività nel mercato europeo, dopo l’allargamento della Comunità a 25 paesi. La forza di questo Gruppo si basa sulla capacità di gestire un elevato numero di risorse disponendo, nei posti chiave, di un management qualificato ed adattabile a qualsiasi cambiamento. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare i partner uscenti –Quadrivio Sgr e San Paolo Imi Private Equity - con i quali abbiamo condiviso, per circa due anni, un percorso di crescita e di interrelazioni molto proficue completando una prima fase di sviluppo che ha consentito un significativo incremento della redditività e consolidamento della posizione di Gruppo Argenta nel mercato italiano”. Advisors dell’operazione per conto di Advent sono stati Cross Border (M&a), Lovells (Legale), Pwc (Due Diligence di mercato, finanziaria, fiscale, It), Pwc e Studio Pirola (Struttura Fiscale) e Marsh (Assicurativa). Advisor dell’operazione per conto di Quadrivio Sgr e San Paolo Imi Private Equity è stato White & Case (Legale). Advisors dell’operazione per conto di Finet/gruppo Argenta sono stati gli Avv. Minozzi, Cavaliere, Antonello di Padova (Legale) e lo Studio Pelliciardi Rutigliano Tiezzi & Associati (Fiscale).  
   
   
CARA ACQUA INDAGINE DI CITTADINANZATTIVA SUI COSTI DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO IN ITALIA: QUANDO ANCHE LA DOLCE È “SALATA”  
 
Marcate disparità di costo dell’acqua tra province di una stessa Regione, una babele di balzelli e canoni ad alleggerire le tasche dei consumatori (quota fissa; quota variabile cui corrispondono tariffa base, tariffa agevolate e tariffa eccedenza; Iva al 10%; deposito cauzionale; canoni di depurazione e fognatura variabili in base a consumo e destinazione d’uso dell’acqua, etc.); scaglioni di consumo dell’acqua calcolati su base annuale (71% dei casi) piuttosto che mensile (13%), giornaliera (7%), trimestrale (6%), quadrimestrale (2%) o semestrale (1%). Approvati solo 61 Piani d’ambito negli 87 Ato insediati (sui 91 previsti). Il tutto a fronte di un incremento tariffario, dell’acqua potabile, del 16% da gennaio 2000 ad oggi, secondo dati Istat. Questo il poco edificante quadro del settore idrico italiano a 10 anni dalla riforma del settore (legge Galli 36/94). Caro acqua: In una provincia, il servizio idrico integrato può avere costi anche tre volte superiori rispetto ad un’altra provincia, e più che doppi tra province nell’ambito di una stessa regione. Ad esempio, in Puglia una famiglia di tre persone spende 330,89 €, il triplo di quanto spenderebbe a Cuneo o Milano, le città più economiche nel costo del servizio idrico con, rispettivamente, una spesa di 110,37 € e 114,92 €. E ancora, in Toscana a Massa la spesa, pari a 116,21 €, è meno della metà rispetto a quanto si spende ad Arezzo (314,93 €) e Livorno (308,79 €), le città più care d’Italia dopo i capoluoghi pugliesi, unificati nell’Ato Puglia da una spesa di 330,89 €. Ulteriori esempi si possono fare in Emilia Romagna (dove a Reggio Emilia si spende 166 € in più rispetto a Piacenza), piuttosto che in Piemonte (dove tra Asti e Cuneo intercorre una differenza di 155 €) o in Veneto (dove tra Rovigo e Venezia la differenza è di 154 €). Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva, l’analisi a carattere nazionale del Servizio Idrico Integrato (acquedotto, fognatura, depurazione più quota fissa, ove presente) in termini di costo sopportato da una famiglia di tre persone che consuma all’anno 192 metri cubi di acqua, in linea con quanto calcolato dal Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse idriche nell’ultima relazione al Parlamento. “Il servizio idrico in Italia va completamente ripensato dal punto di vista del cittadino consumatore” commenta il vicesegretario Giustino Trincia. “I dati della nostra indagine, infatti, segnalano due questioni: la giungla di voci di spesa e di tariffe, e le profonde differenze tra zone e zone del Paese, su cui c'è ancora disattenzione o sottavalutazione, mentre esse sono centrali per i cittadini consumatori. Al ritardo accumulato per decenni, in nome della difesa delle poltrone di migliaia di enti inutili, con la conseguenza di un servizio idrico in molte parti a pezzi, con forti sprechi di acqua, si unisce la beffa di tariffe e di bollette di consumo incomprensibili per il 99,99% dei cittadini”. Tariffe mediamente più care al Sud: a fronte di una media nazionale di 195,55 €, delle sei regioni dove più salato è il costo del Servizio Idrico Integrato, tre sono del Sud: Basilicata (con un consumo medio di 210,02 €), Sicilia (223,96 €) e Puglia (330,89). Il Molise è la regione che presenta una spesa più contenuta (“solo” 138,78 €), seguita da Valle d’Aosta (144,45 €) e Friuli Venezia Giulia (153,89 €). L’indagine ha preso ad oggetto le tariffe del servizio idrico ad uso domestico applicate nel 2004 in tutti i capoluoghi di provincia delle venti regioni italiane ed è stata realizzata in un arco temporale di sette mesi (settembre 2004 – marzo 2005). I dati sono stati reperiti direttamente dai gestori del servizio idrico nelle città interessate alla rilevazione e tutti i costi sono stati considerati comprensivi di Iva al 10% (eccetto la Puglia che applica un’Iva al 20%).
Servizio idrico: le 10 città più costose
CittàSpesa annua per servizio idrico
Ato Puglia (contempla tutte le province della Regione) € 330,89
Arezzo € 314,93
Livorno € 308,79
Enna € 303,26
Rovigo € 295,77
Pesaro € 292,20
Caltanissetta € 286,92
Reggio Emilia € 283,17
Forlì € 278,74
Pisa € 273,08
Fonte: Osservatorio prezzi&tariffe di Cittadinanzattiva – 2005 su dati 2004
Servizio idrico: le 10 città più economiche
Città Spesa annua per servizio idrico
Cuneo € 110,37
Milano € 114,92
Isernia € 116,14
Massa € 116,21
Piacenza € 116,89
Lecco € 119,35
Novara € 122,89
Pordenone € 125,31
Oristano € 126,72
Udine € 132,37
Fonte: Osservatorio prezzi&tariffe di Cittadinanzattiva – 2005 su dati 2004
 
   
   
APPRODA IN ITALIA L'ECOLOGIA DELLA NUTRIZIONE: SCOPRIAMO L'IMPATTO SUL PIANETA DELLE NOSTRE SCELTE ALIMENTARI  
 
Nell’ultimo decennio il dibattito sullo sviluppo sostenibile ha contribuito a generare una maggiore consapevolezza sui problemi ambientali che affliggono il nostro pianeta e sulla necessità di intervenire per la sua salvaguardia. Ma troppo spesso viene trascurato un fattore fondamentale: l'impatto sull'ambiente delle nostre scelte alimentari. Di questo, ma non solo, si occupa proprio l'"Ecologia della nutrizione" una scienza inter-disciplinare relativamente recente - il termone "Nutrition Ecology" è stato coniato nel 1986 da un gruppo di nutrizionisti dell'Università di Giessen, in Germania. Il volume "Ecologia della nutrizione: Valutazione dell’Impatto Ambientale di diverse tipologie di alimentazione", presentato in anteprima al Vegfestival di Torino, il 17 giugno 2005, fa approdare anche in Italia l'"Ecologia della nutrizione". Questa scienza prende in esame tutte le componenti della catena alimentare e ne valuta gli effetti secondo quattro punti di vista principali - la salute umana, l'ambiente, la società e l'economia - allo scopo di valutare la sostenibilità di uno stile alimentare. Nel volume viene presentato uno studio - effettuato dal dott. Massimo Tettamanti (chimico ambientale) e dalla dott.Ssa Raffaella Ravasso (biologa), con la collaborazione di esperti in varie discipline - che analizza l’impatto ambientale dei consumi medi annuali di una singola persona per diverse tipologie di alimentazione e per diversi metodi di produzione alimentare, utilizzando la metodologia denominata Life Cycle Assessment (Lca), che esamina tutto processo di produzione e consumo del cibo, dalla coltivazione allo smaltimento dei rifiuti. "Negli ultimi anni sono stati pubblicati alcuni interessanti articoli sull'American Journal of Clinical Nutrition, dai quali risulta che le diete a base vegetale sono ambientalmente migliori delle diete a base di alimenti animali" afferma il dott. Tettamanti. "La diversità e la novità dello studio che ho effettuato assieme ad altri collaboratori, sta proprio nell'eseguire i calcoli su una dieta completa, cioè sulla quantità complessiva di cibo che una persona consuma mediamente in un anno, e non su singoli alimenti." Le diete esaminate nello studio sono: alimentazione onnivora/vegetariana/vegan; I metodi di produzione: allevamento intensivo e agricoltura non biologica / allevamento e agricoltura biologici. Le tre diete confrontate sono bilanciate (cioè rispettose della piramide alimentare consigliata dagli esperti di nutrizione) ed equivalenti tra loro come contenuto di energia, proteine, carboidrati, grassi. Come termine di confronto è stata inoltre esaminata una dieta-tipo che corrisponde alla normale e reale alimentazione media italiana (non bilanciata e non rispettosa della piramide alimentare). Aggiunge il dott. Tettamanti: "Obiettivo di questa valutazione non è l'analisi delle situazioni estreme, ma l'individuazione dei cosiddetti 'punti critici' di impatto ambientale in modo da proporre il 'minimo' delle modifiche alimentari per ottenere il 'massimo' del beneficio." La pubblicazione riporta dati qualitativi e quantitativi, grafici e commenti, e, grazie allo stile divulgativo, è una lettura adatta anche ai non addetti ai lavori. Si può scaricare gratuitamente dal sito www.Saicosamangi.info  oppure si può richiedere la versione su carta scrivendo a info@saicosamangi.Info  (la versione cartacea viene inviata gratuitamente su richiesta a scuole e biblioteche). Www.saicosamangi.info    
   
   
OLIO E PASTA; LE PASSIONI ITALIANE SUL PALCOSCENICO DI BUON’ITALIA TUTTE LE INIZIATIVE DI VENERDÌ 8 LUGLIO  
 
Ancora una serata ricca di iniziative a Buon’italia ; alle 20.00 nell’ Isola del Gusto sarà conferito alla Pasta Latini il Premio Enogà Prodotto Gotha 2005; alle 21.00 nella Sala delle Conoscenze un appuntamento che coinvolgerà i moltissimi appassionati e produttori locali: Roberto Delli - Amministratore di Enolea e Carlo Pagliacci Cipolloni - Agronomo e Olivicoltore presenteranno La cultura e le produzioni italiane dell'Olio extravergine di Oliva; alle 18.30 (sala conferenze centro servizi, ingresso numero 5, Via Maestri del Marmo ) è in programma una conferenza su Prima e dopo le Olimpiadi: i Giochi Invernali del 2006 come occasione di promozione del territorio; Parteciperanno: il Vice-presidente della Provincia di Torino Sergio Bisacca, gli Assessori Patrizia Bugnano e Valter Giuliano, con Piero Gros e Pierpaolo Maza, Vice-presidente del Toroc, il comitato organizzatore delle olimpiadi invernali 2006. Come tutte le sere, nell’Enoteca, sarà possibile degustare vini e distillati, italiani e stranieri, proposti dai Sommeliers A.i.s.della Delegazione Apuana in uno spazio dove l'arte si fonde con la cultura del buon bere. Nell’isola del Gusto viene proposto un itinerario enogastronomico, curato dall' Associazione Enogà e sviluppato in un'area dedicata, dove i sapori ed i profumi sono raccontati da giornalisti specializzati. Nella Sala delle Conoscenze esperti del comparto enogastronomico ed agroalimentare guideranno tavole rotonde, incontri e degustazioni a tema per riproporre conoscenze e culture legate ai consumi consapevoli con un linguaggio semplice e comprensibile per gli appassionati come per i curiosi. Nel Laboratorio del Gusto si può assistere a lezioni tenute da rappresentanti ed esperti di Slow Food - Condotta Apuana, Garfagnana e Montagna Pistoiese sui prodotti tipici dei territori; Dalla Nostra Terra è lo spazio dedicato alle produzioni tipiche e tradizionali del territorio della Provincia di Massa-carrara dove si svolgono dimostrazioni di preparazione e cottura di prodotti tipici come torte, panigacci, focaccette, pattone e testaroli utilizzando antichi utensili di terracotta, ferro o ghisa. In programma anche prove aperte al pubblico per realizzare i famosi taglierini. Nell’area Identità Immutate saranno ospitati i migliori esempi di piccole produzioni di qualità che hanno saputo mantenere inalterato il legame con la tradizione. In uno spazio apposito è possibile assistere “in diretta” alla produzione del Sigaro Toscano e i “cultori della materia” possono gustarlo in uno spazio attrezzato all’aperto, in abbinamento con vini e distillati, sotto la guida di Esperti grazie alla collaborazione della Manifattura Tabacchi di Lucca. Gli Assessorati al Turismo e all'Agricoltura della Regione Lombardia realizzano in fiera degustazioni guidate(gratuite) su prenotazione, curate dalle Strade dei vini e sapori di Lombardia, alla scoperta della Franciacorta, dell'Oltrepò Pavese, della Valtellina, dei vini bresciani e mantovani, bergamaschi e di San Colombano.unna strada si presenta al pubblico in tre momenti diversi: 19.00 - 20.30 - 22.00; Info: www.Buon-italia.com  
   
   
ITALIAN GUSTO FESTIVAL: CRESCE LA VISIBILITÀ DELL'EVENTO  
 
 Cresce la visibilità e la notorietà sul territorio italiano della manifestazione Italian Gusto Festival che si terrà a Londra, dal 14 al 16 Ottobre 2005, presso la sede del Barbican Centre. Italian Gusto Festival è la prima edizione di un evento espositivo riservato alle aziende italiane del settore food and wine. L'obiettivo prioritario della manifestazione consiste nell'offrire alle aziende alimentari del made in Italy una visibilità mirata per le loro produzioni di alta qualità: infatti, il Regno Unito è un mercato crescente per la qualità dei prodotti alimentari e vitivinicoli provenienti dall'Italia. Sotto il profilo sia promozionale che commerciale, l'Italian Gusto Festival rappresenta un'occasione importante per i produttori italiani che parteciperanno come espositori all'evento: sono previsti circa 20.000 visitatori, di cui circa 3.000 buyers di aziende britanniche del settore Gdo, del settore Ho.re.ca. E del canale del dettaglio. Si prevede la partecipazione di circa 250 aziende produttrici del settore food and wine. Marco Mancinelli, incaricato da Auxilia Links (società organizzatrice dell'evento espositivo) in qualità di Country Communication Manager, ha sottolineato che "in termini di informazione e di risalto della visibilità relativa alla prima edizione, ci gratifica notare che il sistema aziendale italiano del settore food and wine è stato, fino ad oggi, prevalentemente raggiunto dalla nostra opera di comunicazione in modo appropriato. All'appello, non mancano Pmi che, protagoniste di produzioni di alto livello qualitativo, hanno richiesto un supplemento di informazioni e, quindi, manifestato un sostanziale interesse verso l'Italian Gusto Festival. Ciò testimonia quanto sia alto l'interesse del tessuto aziendale italiano verso eventi fieristici all'estero e strutturati ad hoc per la promozione delle migliori produzioni del made in Italy". Www.italiangustofestival.com  
   
   
GUALTIERO MARCHESI PROTAGONISTA A BUON’ITALIA LA SERATA DI GIOVEDÌ 7 PROPONE AI BUONGUSTAI ERBE AROMATICHE E PESCE PREGIATO DALLA SICILIA. IN PROGRAMMA ANCHE UNA DEGUSTAZIONE STORICA DI WHISKY  
 
Carrara - Nella serata di giovedì 7 luglio visitatori di Buon’italia avranno solo l’imbarazzo della scelta fra una serie di eventi enogastronomici che si svolgeranno nei padiglioni condizionati di Carrarafiere. Protagonisti saranno i sapori e le sensazioni prodotte dalle degustazioni sia nell’Isola del Gusto sia nella Sala delle conoscenze sia nell’Enoteca che attende i buongustai con oltre 200 etichette. Il programma della serata parte alle 20.00 nell’Isola del Gusto dove Giorgio Menna, Presidente dell’Associazione Enogà, conferirà allo Chef Gualtiero Marchesi, il Premio Enogà Medaglia d’oro 2005. L’iniziativa dell’associazione ha voluto riconoscere i meriti professionali di un grande della cucina che, attraverso la propria ricerca e le proprie espressioni artistico-culinarie, ha saputo creare nuovi stili, contribuendo fattivamente alla nascita di nuove culture evolutive legate alla cucina di alta qualità. La serata nell’Isola del gusto proseguirà con due iniziative: - la prima (ore 21.00), curata da Renata Spinardi, meglio conosciuta come La Signora delle Erbe, per la sua specializzazione nel preparare piatti a base di erbe e verdure. Renata Spinardi presenterà Erbe Aromatiche Fresche nel piatto, piccoli assaggi di aromi, profumi, sapori su crostini spalmati di formaggio molle lavorato con Agretto ed Erba pepe. Previsto l’assaggio di misticanza colorata con petali di Fiori eduli ed un’illustrazione degli abbinamenti giusti per utilizzare al meglio le Erbe. L’esperta risponderà ai quesiti sul magico mondo delle erbe e dispenserà sale aromatico preparato per l’occasione; - la seconda vede protagonista il pesce. Pesce spada affumicato, prosciutto di tonno, filetti di spigola ed orata saranno gli ingredienti dei patti proposti dalla Eus, azienda siciliana specializzata nella preparazione e conservazione del pesce pescato da Mazara a Favignana, da Portopalo di Siracusa alle Eolie. Sempre alle 21.00 inizia nella Sala delle Conoscenze una conferenza di Angelo Matteucci, uno dei massimi esperti di Whisky. Matteucci illustrerà la storia della penetrazione commerciale del whisky in Italia, proponendo la degustazione di sei diversi whisky tutti rigorosamente single malt invecchiati dai 10 ai 18 anni. Coordinerà la serata Stefano Benedetti, Delegato provinciale Ais. Per gli appassionati un’occasione da non perdere. Www.buon-italia.com  
   
   
“CODEX ALIMENTARIUS”: PER LA TUTELA DELLE PRODUZIONI TIPICHE MONDIALI – IL CASO PARMESAN  
 
Fino al 9 luglio Roma ospita i lavori della sessione plenaria della Commissione del Codex Alimentarius, l’organismo tecnico della Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e della Fao, che ha il compito di definire le norme orizzontali per assicurare la protezione e la salute dei consumatori nel commercio internazionale dei prodotti alimentari. I delegati dei vari Paesi saranno chiamati ad affrontare, tra l’altro, anche la proposta, avanzata dagli Usa, di ottenere una norma “Parmesan” per i formaggi generici grattugiati che nulla hanno a che vedere con il Parmigiano-reggiano. L’italia, l’Unione Europea e i Paesi accomunati dalla difesa della tutela delle Indicazioni Geografiche si oppongono a questa proposta. Infatti la questione “Parmesan” all’interno del Codex rappresenta una battaglia di principio, in quanto una norma con questo nome, protetto come indicazione geografica da diritti di proprietà intellettuale nei paesi Ue, porterebbe ad una situazione legale insostenibile per le divergenze che si verrebbero a creare nel commercio internazionale. Col pretesto del “Parmesan”, l’attacco alle indicazioni geografiche potrebbe portare a richiedere norme anche per prodotti tradizionali quali il caffè di Colombia, il riso Basmati, il tè Tanjani dell’India. Anche le marche commerciali tuttavia in questa ottica potrebbero essere a rischio. Oltre al danno economico, è quindi in gioco la salvaguardia di un principio, quello della tutela delle Indicazioni Geografiche da imitazioni, che espropriano i produttori del marchio e ingannano i consumatori. Questo accomuna tutti i Paesi in quanto le Indicazioni Geografiche sono un importante strumento di accesso al mercato. Fino ad oggi la richiesta per una norma “Parmesan” è stata respinta grazie alla decisa presa di posizione del nostro Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e della Commissione Europea. Il Consorzio del Parmigiano-reggiano è particolarmente impegnato in tal senso grazie alla rete di relazioni internazionali con vari Paesi che hanno interesse a difendere le Indicazioni Geografiche. L’obiettivo da raggiungere è un’archiviazione definitiva da parte della Commissione del Codex Alimentarius della proposta “Parmesan”, per riprendere invece la norma già esistente “Hard Grated Cheese”, che assicurerebbe il rispetto dei diritti di tutti i produttori e consumatori e il principio di tutela dei prodotti del territorio e delle culture alimentari dei popoli. Sulla riunione del Codex sono puntati gli occhi di numerose associazioni che evidenziano il rischio di perdita della sovranità nazionale sui temi dell’alimentazione: una materia di fondamentale importanza, che richiede norme condivise da tutti.  
   
   
“EDUCAZIONE A COLAZIONE”: KELLOGG’S PER LA CULTURA DELLA CORRETTA ALIMENTAZIONE  
 
In Italia sovrappeso e obesità infantile sono ormai una realtà allarmante. In un’ottica di prevenzione un’alimentazione corretta è fondamentale fin dalla più tenera età, a partire dalla prima colazione, che deve apportare la giusta quantità di calorie necessarie per affrontare gli impegni della mattinata. Per sensibilizzare genitori e bambini sull’importanza di una alimentazione equilibrata, Kellogg’s promuove “Educazione a colazione”, iniziativa rivolta a 7000 pediatri italiani che, proprio perché punto di riferimento delle famiglie per la salute dei figli, hanno un ruolo fondamentale nella loro educazione alimentare. Attraverso materiale di aggiornamento professionale per il pediatra, di informazione per i genitori e di apprendimento educativo per i bambini, il progetto aiuterà il pediatra nel proporre una corretta cultura della colazione, e a rafforzare il suo rapporto con i piccoli pazienti e i loro genitori. “In Italia, la prevalenza dell’obesità nelle regioni meridionali risulta più elevata, soprattutto nei maschi rispetto alle femmine” spiega Marcello Giovannini, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Paolo di Milano. “I risultati dell’indagine promossa dal Ministero della Salute indicano che all’età di 9 anni in città campione di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria il 23,9% dei bambini è in soprappeso ed il 13,6% è obeso. Anche questa indagine conferma la più elevata prevalenza di obesità nelle regioni del sud (16% a Napoli) rispetto al nord (6.9% a Lodi)”. Questo fenomeno è il risultato di complesse interazioni tra componenti genetiche e fattori ambientali, ma fondamentale è il ruolo svolto da abitudini alimentari scorrette, soprattutto se acquisite nei primi tre anni di vita. “Tuttavia”, precisa Silvia Scaglioni, della Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Paolo, “le preferenze non sono innate, ma il risultato di un processo di apprendimento, quindi è possibile indirizzarle”. E prosegue: “E’ quindi utile informare i genitori che si può aumentare il gradimento di nuovi cibi con un’offerta ripetuta in un contesto sociale favorevole, e motivarli a rappresentare un modello per i loro figli anche in campo nutrizionale”. Da qui la necessità di promuovere una vera cultura dell’alimentazione, che non può e non deve limitarsi a semplici suggerimenti dietetici, ma deve inserirsi nel contesto dello stile di vita, oggi sempre più disorganizzato e caratterizzato dall’assenza di regolarità dei pasti, nei quali manca spesso la consapevolezza di cosa e di quanto si mangia, e dello stesso ritmo sonno/veglia, che influenza numerosi parametri fisiologici dell’organismo. “La prima colazione è un esempio concreto di quanto sia importante l’educazione alimentare: in primo luogo, infatti, è fondamentale che essa costituisca un appuntamento costante di tutti i giorni” afferma Michele Carruba, Presidente della Società Italiana Obesità. “Anche i bambini, infatti, come gli adulti, hanno necessità di introdurre un buon apporto di calorie (pari al 15-20% dell’introito complessivo giornaliero nel bambino, 20-25% nell’adulto) che ripristini le riserve dopo il riposo notturno e consenta di affrontare gli impegni della mattina. Calorie che devono essere rappresentate non tanto da grassi quanto da zuccheri, preferibilmente a lento assorbimento, come quelli contenuti nei cereali. Questi ultimi, infatti, da un lato sono un substrato energetico di più rapido utilizzo e dall’altro sono anche caratterizzati da un’elevata efficienza saziante. Un secondo aspetto da considerare è il modello trasmesso dai genitori: se l’intera famiglia si ritrova infatti a tavola, prima di affrontare la giornata, il bambino recepisce un modello comportamentale coerente, nel quale la colazione è effettivamente un momento importante per non dire quasi irrinunciabile”. Un esempio di prima colazione corretta è quella a base di cereali, indicati sia per la composizione in nutrienti sia per la ricchezza in fibre, latte e frutta. I cereali infatti, grazie al loro scarso contenuto in grassi e all’assenza di colesterolo e all’apporto elevato di carboidrati complessi (fonte principale di energia della dieta), di fibre e di vitamine, costituiscono la fonte di energia ideale per affrontare bene la giornata. Grazie all’importanza del ruolo del pediatra, il progetto “Educazione a Colazione” ottiene l’appoggio di un alleato fondamentale per la creazione di una vera cultura della corretta alimentazione, in piena sintonia con le raccomandazioni del Ministero della Salute.  
   
   
PROSCIUTTO CRUDO, PROSCIUTTO COTTO, SPECK, MORTADELLA E COTECHINO ALLA CONQUISTA DEGLI STATI UNITI - L’ISTITUTO VALORIZZAZIONE SALUMI ITALIANI DAL 10 AL 12 LUGLIO AL FANCY FOOD DI NEW YORK  
 
Prosciutto crudo, Prosciutto cotto, Speck, Mortadella e Cotechino alla conquista degli Stati Uniti: dal 10 al 12 luglio 2005 l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani parteciperà al Summer Fancy Food di New York, una delle maggiori vetrine d’oltreoceano dedicata alle più moderne tendenze in campo alimentare e visitata da oltre 20.000 operatori del settore. Il mercato statunitense è molto importante per il settore: se consideriamo i Paesi Extra-ue, gli Stati Uniti nel 2004 sono stati il secondo destinatario dei salumi italiani dopo la Svizzera. Nonostante il caro euro, infatti, le esportazioni verso gli Usa sono aumentate lo scorso anno del 2,4%, raggiungendo le 3.200 tonnellate. “Oltre l’80% dei salumi esportati negli Stati Uniti è costituito dai prosciutti crudi, soprattutto prosciutto di Parma; seguono la mortadella e il prosciutto cotto, rispettivamente con una quota del 9% e 8%. Partecipare al Fancy Food – ha dichiarato Francesco Pizzagalli, Presidente dell’Ivsi - sarà quindi un’importante occasione per far conoscere agli operatori locali tutti i prodotti della salumeria italiana esportabili oltreoceano”. Con uno spazio espositivo di 45 mq , inserito nel grande spazio tricolore della kermesse fieristica, l’Istituto offrirà infatti ai visitatori la possibilità di degustare i prodotti della salumeria a oggi esportabili negli Usa e di documentarsi sul “vero” made in Italy attraverso una brochure-ricettario e con la visione di un filmato sui salumi italiani. “Sottolineo il “vero” made in Italy – ha continuato Pizzagalli - perché, come è emerso anche da una recente ricerca statunitense, gli stessi operatori del settore alimentare hanno una scarsa conoscenza dei salumi italiani e non distinguono adeguatamente i salumi “Made in Italy” da quelli “Italian Style”, provenienti, ad esempio, dal Canada.” Le degustazioni saranno guidate da un grande chef: Massimo Spigaroli che animerà lo spazio dell’Ivsi con ricette creative e originali, consigli di taglio e presentazione, suggerimenti sui migliori abbinamenti con vini e altre specialità. Per quel che riguarda i mercati esteri, poi, l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani ha da anni diversi programmi nei vari Paesi in cui è possibile esportare i nostri prodotti di salumeria, in primis i partner dell’Unione Europea, a cui va l’80% delle nostre cospicue esportazioni, ma anche Stati Uniti, Giappone, Russia, Brasile.  
   
   
SCOTTISH&NEWCASTLE TRA I PRODUTTORI DI BIRRA CON LA PIÙ RAPIDA ESPANSIONE INTERNAZIONALE.  
 
Scottish&newcastle (S&n), società quotata alla Borsa di Londra (Lse) con un valore di mercato di circa 4 miliardi di sterline inglesi, si è affermata negli ultimi dieci anni come uno dei produttori di birra con la più rapida espansione internazionale. Dalla semplice presenza nel Regno Unito del 1984 - con vendite annuali di 6 milioni di ettolitri - è diventata negli anni uno dei produttori internazionali di maggiori dimensioni arrivando a vendere più di 50 milioni di ettolitri l’anno in tutto il mondo. Tale crescita è stata favorita anche da un’importante serie di acquisizioni, investimenti e partnership a livello mondiale. Tra le principali attività di crescita attraverso fusioni ed acquisizioni degli ultimi anni si annoverano: acquisizione della Courage (Regno Unito) nel 1995, acquisizione di Kronenbourg (Francia) e di Alken Maes (Belgio) nel 2000, investimenti nella portoghese Central de Cervejas nel 2000/2003, acquisizione della Hartwall (Finlandia) nel 2002, joint venture con Bbh nell’Europa dell’Est nel 2002, joint venture in India e Grecia sempre nel 2002 e investimenti in Cina nel 2004. Oggi S&n ha raggiunto una posizione globale di grande rilievo diventando il 7° produttore di birra al mondo e il 4° in Europa, continente che continua ad essere il più ampio mercato mondiale della birra con volumi annui che superano i 500 milioni di ettolitri e una distribuzione che raggiunge più di 350 milioni di persone. Proprio in Europa S&n ricopre un ruolo da leader assoluto in ben 13 nazioni ed in particolare nel Regno Unito, in Francia ed in Russia, ossia tre 3 dei 6 principali mercati europei. Inoltre la società presenta un posizionamento molto forte con tre dei dieci principali brand europei: Foster’s, Kronenbourg e Baltika Il suo business globale è bilanciato grazie ad una posizione molto solida nell’Europa occidentale e allo stesso tempo continui investimenti e joint venture nei mercati di birra ad alto tasso di crescita ed in via di sviluppo (Europa dell’Est, India e Cina). Sono infatti più di 50 le fabbriche di birra in tutto il globo in cui S&n ha interessi; da Lisbona a Khabarovosk, da Tornia a Bangalore, l’influenza di S&n si è espansa in tutte le parti del mondo, con i suoi 24,000 dipendenti, nell’anno fiscale 2003 S&n ha realizzato un fatturato annuo di più di 4 miliardi di sterline inglesi con un profitto operativo di 415 milioni di sterline – in particolare il 43% è da attribuire al mercato internazionale, il 35% al mercato britannico e il 22% a quello dell’Europa dell’Est. La vision del nuovo Ceo Tony Froggat eletto nel 2003 e dell’Executive Management Group - “costruire i brand che la gente ama bere” – permette oggi a S&n di continuare una storia di successi, ottenuti basandosi su forti posizioni di mercato, forti brand e continue innovazioni, oltre che su una costante ed attenta relazione con i consumatori. Scottish&newcastle Italia In Italia Foster’s è distribuita da Scottish&newcastle Italia. La sussidiaria italiana del gruppo, con sede a Cerea (Vr), è presente nel nostro territorio dall’anno scorso e si occupa della distribuzione e dello sviluppo dei marchi alla spina su tutto il territorio nazionale. Vision: Diventare leader in Italia nel settore delle birre d’importazione super premium e specialità, grazie ad un portafoglio prodotti prestigioso ed un customer service di altissimo livello. Fino al 2003 la divisione italiana di Scottish&newcastle International era una joint venture – Scottish International Beer Importers (Sibi). La constatazione che, con una percentuale quasi pari al 30%, l’Italia registrasse la più alta penetrazione delle birre d’importazione rispetto a qualsiasi altro mercato europeo, ha però spinto la società alla creazione di una sussidiaria italiana. Bruno Bedon – già amministratore delegato di Sibi - ha continuato a ricoprire la stessa carica anche dopo l’acquisto da parte di S&n International. Scottish&newcastle Italia distribuisce in tutta la penisola e nelle isole attraverso un network di partner locali specializzati nella distribuzione di birre speciali alla spina. Il team di vendita copre l’intero territorio e opera in piena sinergia con la logistica ed il marketing team degli uffici di Cerea. L’attività è volta all’espansione dell’azienda nel mercato tradizionale dei pub anglo-irlandesi e di altre birrerie a tema, costruendo un business di qualità attraverso la creazione di partnership a lungo termine con i distributori. Il portafoglio prodotti è costituito da Foster’s, Mcewan’s Lager, Slalom Strong Lager e Slalom Strong Ale, Bulldog Strong Ale e Bulldog Strong Lager, Newcastle Brown Ale, Beamish Irish Stout, John Smith’s Extra Smooth ed il sidro Strongbow. Proprio negli ultimi mesi Scottish&necastle Italia ha dimostrato di voler tener fede alla propria intenzione di diventare leader sul territorio italiano nella distribuzione di birre d’importazione ampliando ed arricchendo ulteriormente il proprio portafoglio prodotti con un’intera gamma di birre belghe – due birre d’abbazia (Grimbergen Blond e Double), una birra bianca (Brugs), una pils chiara (Maes) e una scotch ale (Watneys Scotch Ale)– e un’altra scotch ale (Mcewan’s Scotch Ale) che va a completare la linea anglosassone. Fra le altre attività offerte è inoltre da sottolineare il pacchetto completo di supporto al retail che include il design e la costruzione di pub e birrerie a tema, unitamente ad una forte attività sui marchi con promozioni ed eventi di forte impatto che, oltre ai consumatori finali, coinvolgono anche esercenti e titolari di locali serali. Per la distribuzione dei prodotti “packaged” di Scottish&newcastle in Italia esiste una solida partnership ed un accordo commerciale con Turatello Italia, azienda che segue la distribuzione di questi prodotti sia nel canale tradizionale che in quello moderno.  
   
   
ICE: L'ALTA CUCINA FRANCESE SPOSA I VINI AUTOCTONI ITALIANI  
 
Ha preso il via il progetto "Origine" che, fortemente voluto dall'Ice - Istituto nazionale per il Commercio Estero e da Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati di qualità, porterà la produzione vinicola di eccellenza sulle tavole dei più prestigiosi ristoranti di Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti, a cominciare dalla Francia. Proprio nella capitale francese, fino al 6 luglio, una enoteca specializzata e cinque ristoranti consacrati ai vertici della ristorazione dalle "tre stelle" della prestigiosa Guida Michelin, accosteranno ai propri ricercati menu i migliori vini autoctoni italiani. Verdicchio, Nero d'Avola, Sangiovese, Nebbiolo, Aglianico e molti altri vini pregiati si alterneranno, dietro la regia sapiente degli chef dell'enoteca Lavinia e dei ristoranti Taillevent, Pierre Gagnaire, Le Cinq, Ledoyen, Guy Savoy, per esaltare il gusto di veloutèes, petit pois, fromages e soufflés. L'iniziativa è stata presentata al gotha della stampa specializzata francese da Ludovico Ortona, Ambasciatore d'Italia a Parigi, Fabio Casciotti, Direttore dell'ufficio Ice di Parigi e Giovanni Colombo, Responsabile delle Relazioni Esterne del Vinitaly. Presenti al tavolo dei relatori anche Enzo Vizzari, direttore delle Guide dell'Espresso, il giornalista del Sole 24 Ore Nicola Dante Basile, che ha delineato i principali aspetti economici del settore enologico italiano e infine Michel Bettane, enologo e giornalista, intervenuto in merito alla percezione del vino italiano da parte dei francesi. La conferenza stampa di presentazione, alla quale hanno partecipato 90 esperti del settore tra giornalisti ed operatori, si è conclusa con una degustazione tecnica di altissimo prestigio guidata da Giuseppe Martelli, direttore dell'Associazione Enologi Italiani. Gli invitati hanno avuto l'occasione di degustare uno dopo l'altro i vini delle più importanti case di produzione: Biondi Santi, Castello di Ama, Donnafugata, Fazi Battaglia, Angelo Gaja, Mastroberardino, Planeta, Luciano Sandrone, Terra degli Svevi, Umani Ronchi, tappe di un viaggio enologico che ha percorso l'Italia intera dal Piemonte alla Sicilia passando per le Marche, la Toscana e la Campania. Le esportazioni vinicole italiane nel 2004 hanno registrato una significativa crescita del 5,4% toccando un nuovo record nei valori di 2,8 miliardi di euro, mentre i volumi hanno superato nuovamente i 14,1 milioni di ettolitri, pari a circa il 30% dell'intera produzione. I primi mesi dell'anno sono forieri di segnali rivolti verso il quadrante positivo, ponendo le basi per un'ulteriore espansione dei flussi esportativi.  
   
   
IL GARDA CLASSICO SI AFFIDA A BARESANI  
 
La storica ed affascinante cornice di Villa Alba, a Gardone Riviera, ha ospitato venerdì sera la cerimonia di gala per l’attribuzione dell’onoreficenza all’Ambasciatore del Garda Classico, riconoscimento simbolico di sempre crescente prestigio con il quale i produttori vinicoli della sponda bresciana del Garda intendono premiare il lavoro di valorizzazione dei prodotti enologici e del territorio gardesani Il riconoscimento di Ambasciatore è stato consegnato alla scrittrice Camilla Baresani di fronte ad una platea di produttori, giornalisti, addetti ai lavori e personalità istituzionali (presenti il presidente della Provincia di Brescia Alberto Cavalli, l'assessore provinciale all'agricoltura Sergio Grazioli, l'ass essore al turismo Riccardo Minini e al consigliere regionale Mariastella Gelmini, oltre al presidente di Garda Uno e sindaco di Puegnago Gianfranco Comincioli). Come da tradizione, nel corso della cerimonia di gala, il Consorzio ha assegnato anche i riconoscimenti di «Amico del Garda» a Gianbattista Lanzani, giornalista ed ex-direttore del «Giornale di Brescia», e Michele Vescia, accademico della vite e del vino, figura di riferimento per molti anni nell'ambito enologico bresciano. Un riconoscimento è andato anche al sindaco di Gardone Riviera Alessandro Bazzani per il suo impegno a favore della promozione del Garda Classisco. Il riconoscimento è quindi andato ad una scrittrice di Brescia, che pur vivendo a Milano dai tempi dell'Università, per sua stessa ammissione cerca di passare più tempo possibile a Desenzano del Garda. Ha debuttato come scrittrice a 37 anni («Prima non ci avevo mai pensato - dice) con il romanzo «Il Plagio» edito da Mondadori, al quale è seguito, nel 2002, «Sbadatamente ho fatto l'amore», anche questo per Mondadori. E' in quei giorni che la sua vocazione di enogastronoma comincia ad uscire allo scoperto: il Sole 24 Ore le affida per il settimanale «Domenica» la rubrica mensile «Diario di una golosa». «Camilla Baresani è un personaggio di primo piano nello scenario culturale, ma anche vicino alla nostra realtà quotidiana ed ai nostri prodotti - ha detto il presidente del Consorzio Garda Classico Paolo Turina - Il fatto che abbia accettato il riconoscimento di riempie di soddisfazione, perchè in lei abbiamo trovato una prestigiosa ambasciatrice bresciana».  
   
   
CONSORZIO PER LA TUTELA DEL VINO PROSECCO DI CONEGLIANO-VALDOBBIADENE - FRANCO ADAMI RIMARRÀ ALLA GUIDA DEL CONSORZIO PER LA TUTELA DEL PROSECCO DOC DI CONEGLIANO VALDOBBIADENE PER IL PROSSIMO TRIENNIO  
 
Dopo la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, avvenuta nel mese di maggio, nei giorni scorsi il Consorzio ha rinnovato le cariche del direttivo. Riconferma dunque per il Presidente, Franco Adami, titolare dell’Adami Spumanti di Colbertaldo di Vidor. Le cariche di Vicepresidenti sono andate invece a Lodovico Giustinani, Amministratore dell’Azienda Agricola Conte Collalto, e a Valerio Fuson, enologo di Villa Sandi e La Gioiosa, già Vicepresidente nel precedente triennio. “Sono grato ai produttori che mi abbiano riconfermato la propria fiducia” dichiara Franco Adami “So che questo rappresenta una grande responsabilità e, da parte mia, l’impegno sarà proseguire quanto il Consorzio di Tutela ha avviato in questi anni. Anzitutto l’attività di tutela, rafforzata oggi dall’avvio del Piano di autocontrollo, ma anche quella di comunicazione, cresciuta sensibilmente come dimostra l’importanza assunta da eventi come Vino in Villa, che ha raggiunto una dimensione internazionale. Tutto ciò è reso possibile grazie alla fattiva e determinante collaborazione con Camera di Commercio. In questi anni il Consorzio è ulteriormente cresciuto in numero di soci e ciò è importante per riuscire a lavorare insieme per un bene comune e complesso qual è il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Il nuovo Consiglio sarà perciò strutturato con incarichi speciali che avranno alcuni Consiglieri in riferimento a particolari funzioni interne o di rappresentanza: in questo modo potremo essere più ricettivi alle varie necessità del territorio. Gli obiettivi per il futuro poi sono molti. Anzitutto l’introduzione della modifica del Disciplinare, che inizierà un percorso di valorizzazione di territorio, in futuro, mi auguro, potenziata anche dalla differenziazione in sottozone grazie alla ricerca in collaborazione con l’Istituto sperimentale di viticoltura. Poi lo studio di mercato, grazie al Centro Studi avviato dal Distretto con il supporto della Regione Veneto, della Camera di Commercio di Treviso e di Veneto Banca, che permetterà di conoscere meglio la realtà del Prosecco in Italia e all’Estero. Infine la promozione istituzionale della Denominazione, che quest’anno verrà ampliata agli Usa grazie all’organizzazione di un evento interamente dedicato al Prosecco di Conegliano Valdobbiadene.” L’area di Conegliano e Valdobbiadene si conferma una delle principali realtà spumantistiche italiane: con oltre 40 milioni di bottiglie doc ed un fatturato che sfiora i 250.000.000 di Euro, la denominazione ha dimostrato di saper mantenere le posizioni anche in un momento congiunturale difficile per il vino italiano. Grazie ad un equilibrato rapporto qualità prezzo, alle caratteristiche organolettiche uniche ed alla capacità imprenditoriale dei produttori lo spumante di Conegliano Valdobbiadene ha confermato un crescente successo in Italia e all’Estero. L’export, infatti, rappresenta oggi il 35% delle vendite totali e la Denominazione è presente in oltre 20 Paesi, dall’Estremo Oriente al Nord Europa, dal Nord al Centro Sud America.  
   
   
ARCOLE DOC A TUTTO GUSTO 2005  
 
Per questa seconda edizione della manifestazione il Consorzio ha raccolto intorno a sé tutte la competenze che stanno lavorando attorno al progetto di zonazione viticola della Doc ed all’azione della neonata strada del vino. Carlo Bressan - presidente del Consorzio - al termine del partecipato dibattito ha sintetizzato le linee di azione della denominazione nei suoi primi anni di vita ed anche le prospettive future. A cinque anni dalla nascita del Consorzio e alla vigilia della 7° vendemmia, si possono già stilare alcuni consuntivi dell’azione voluta dai produttori della zona dell’Arcole Doc. Sono evidenti a tutti i progressi che l’area ha fatto in questi ultimi anni dal punto di vista viticolo. E’ questa la zona a più alto indice di riconversione viticola. E’ sufficiente infatti camminare sulla strada dell’Arcole per constatare come la viticoltura sia cambiata: Gdc, Guyot e Cordone Speronato sono oggi i sistemi di allevamento più utilizzati nei nuovi impianti. L’azione del Consorzio in questo settore è stata quella di supportare, con una qualificante assistenza tecnica, l’opera delle singole cantine per trasmettere questo nuovo messaggio qualitativo a tutti i produttori. Oggi questa azione viene completata da un lavoro di zonazione viticola che rappresenta il massimo della ricerca al servizio delle imprese: questa importante attività iniziata da soli 2 anni, vede oggi il significativo sostegno della Regione Veneto e di Veneto Agricoltura e la fattiva collaborazione della Provincia di Verona. Il 2004 ha visto la nascita della Strada del Vino Arcole e dei prodotti tipici, uno strumento efficace per operare su queste tematiche ed un campo di confronto ideale per tutte le forze che agiscono su questo territorio. Strategica quindi nell’ambito dell’azione di valorizzazione della Doc la nuova grande iniziativa voluta dal Consorzio dell’Arcole e presentata in anteprima dal giornalista del Corriere Vinicolo Bruno Donati. Sarà infatti San Bonifacio, presso Villa Gritti, a ospitare le migliori 150 etichette di vini a taglio bordolese (cabernet e merlot) in libera degustazione. Sarà anche l’occasione per una profonda riflessione con un convegno internazionale dal titolo “Cento Bordolesi d’Italia – stile, eleganza, territorio”. Luca Toninato, responsabile con il dott. Attilio Scienza del progetto di zonazione viticola della Doc, ha evidenziato le sostanziali differenze di comportamento dei vitigni finora indagati relativamente alle tre grandi aree che suddividono i 4000 ettari della denominazione da Est a Ovest: Lonigo, San Bonifacio, Caldiero. Riccardo Pastore di Agriprojects, esperto di comunicazione, ha evidenziato quali possono essere per le singole aziende e per l’insieme del territorio i vantaggi strategici in termini di qualità di prodotto, di filiare e di sistema indotti dal lavoro di zonazione. Ernesto Santi, storico, ed Andrea Burato, presidente della Strada del Vino, hanno illustrato i valori di un territorio che ha sia nella lettura storica che geografica, una sua precisa identità ed un grande valore per lo sviluppo futuro anche di una specifica azione turistica.  
   
   
SETTE SAMURAI A SCUOLA DI ENOLOGIA - SOMMELIERS GIAPPONESI A BUON’ITALIA PER STUDIARE I VINI ITALIANI. SARANNO OSPITI DELL’AIS DI MASSA CARRARA CHE GESTISCE L’ENOTECA ALLESTITA A CARRARAFIERE.  
 
Presto i vini del Candia dei Colli Apuani, della Val di Magra e dei Colli di Luni, non avranno più segreti per il palato dei giapponesi che hanno spedito a Carrara un’avanguardia di sette aspiranti sommeliers che stanno partecipando ad un corso di specializzazione a Montecatini. Il gruppo sarà a Buon’italia, ospite dell’Associazione Italiana Sommelliers , Delegazione Apuana, per approfondire le conoscenze dei vini italiani presentati all’interno della grande Enoteca di 300 metri quadri allestita dall’Ais e porranno particolare attenzione alla degustazione dei rinomati vermentini del bianco Candia e dei sempre più apprezzati rossi dei colli di Luni.. I giovani sommeliers giapponesi prendono parte ad un corso “full immersion “di 45 giorni che si tiene a Montecatini, organizzato dall’Istituto di cultura italo-giapponese attraverso l’Accademia dei vini, che si avvale del supporto di sommelliers professionisti giapponesi in grado di tradurre le più piccole sfumature lessicali relative alla cultura italiana del vino. “Saranno i futuri ambasciatori della cucina e dell’enogastronomia italiana – dice Roberto Bellini che ha collaborato all’organizzazione di questa iniziativa – perché in Estremo Oriente la cucina ed i prodotti italiani godono di grande considerazione. Nel solo mercato giapponese operano 4.700 ristoranti italiani (escluse le pizzerie) mentre quelli francesi sono solo 2.700, ma i vini francesi sono i più consumati. L’italia detiene solo una quota del 27% dell’import di vino mentre la Francia ne ha il 67%. Occorre lavorare per far conoscere i nostri prodotti e Buon’italia ci darà una mano in quest’opera di promozione “. I sommeliers giapponesi avranno la possibilità di assaggiare in fiera i prodotti tipici presentati da aziende che provengono da tutte le regioni italiane e potranno degustare all’interno dell’Enoteca (un appuntamento tradizionale curato dall’Associazione Italiana Sommeliers della provincia di Massa Carrara in particolare i vini locali. All’interno dell’Enoteca che presenta oltre 200 etichette di vini italiani i professionisti della degustazione proporranno ai visitatori assaggi accompagnati dall’illustrazione dei selezionatissimi vini.. “Ancora una volta vogliamo sfruttare al meglio l’opportunità promozionale di Buon’italia – dice Stefano Benedetti Delegato provinciale dell’Ais – per far conoscere le produzioni vitivinicole nazionali e per proporre anche distillati di grande qualità. Gli ospiti giapponesi avranno la possibilità di degustare, per la prima volta, alcuni dei numerosi ed eccellenti vini che i produttori del Candia, dei Colli Apuani della Val di Magra oltre che dei colli di Luni, mettono sul mercato da anni, con crescente successo e con grandi riconoscimenti, non solo degli esperti ma anche del grande pubblico”. Naturalmente l’Enoteca sarà operativa per tutta la durata di Buon’italia nei padiglioni climatizzati di Carrarafiere , a partire dalle ore 18.00 e fino alla chiusura con gli esperti che. Guideranno gli ospiti in suggestive degustazioni che avranno lo scopo di far individuare ed apprezzare i profumi, i retrogusti e la cultura del vino e per passare alcune ore all’insegna del buon bere. Con una scelta mirata ad individuare il prodotto più adeguato allo spirito del momento. Funzioneranno anche corner informativi per la diffusione di prodotti editoriali specializzai come la pubblicazione Bibenda e materiale informativo realizzato dall’Associazione Italiana Sommeliers e dell’Enoteca Italiana, il tutto mirato ad incoraggiare un approccio corretto alla conoscenza del vino come elemento essenziale della buona tavola. Una sezione verrà dedicata alle degustazioni del Single Malt Club of Scotland, così come si potranno effettuare degustazioni di olio extravergine di oliva a cura di Enolea.  
   
   
LO STOCCAFISSO: DAI MARI DEL NORD ATTRAVERSO I VELIERI GENOVESI APPRODA AL CONCORSO PER PROFESSIONISTI DELLA CUCINA “I SAPORI DELLA SUPERBA”  
 
Nei mari del Nord solcati nel passato dalle navi di un popolo di grandi navigatori, i vichinghi, vive in grande quantità un merluzzo (Gadus morrhua) che a differenza di quello pescato nel Mediterraneo è di grande pezzatura. I norvegesi scoprirono, intorno agli anni mille, quando ancora non esistevano molti modi per conservare gli alimenti, che questo pesce pulito e appeso per la coda, all’aperto nei climi freddi e asciutti del Nord si seccava senza deteriorarsi e rappresentava una riserva preziosa per i momenti difficili. Ben presto lo stoccafisso divenne la più grande risorsa economica dei norvegesi che, indomiti navigatori, incominciarono ad utilizzarlo come moneta di scambio con i paesi tedeschi e fiamminghi della Lega Anseatica. E’ probabile che già nel Xiv secolo le Repubbliche marinare di Venezia e di Genova trasportassero in Italia, insieme a sete ed altre mercanzie questo strano pesce secco molto simile ad un bastone. Per quanto lo stoccafisso fosse già noto nel Rinascimento ciò che diede grande impulso al suo consumo fu la Chiesa con i dettami alimentari stabiliti dal Concilio di Trento (1545-1563). La Controriforma impose ai cattolici la Quaresima ed il venerdì di magro, e così per la facile conservabilità ed il costo contenuto lo stoccafisso divenne il pesce dei poveri. Genova e Venezia le due più famose repubbliche marinare, furono il primo punto di approdo dello stoccafisso ed è quindi naturale che queste due città abbiano sviluppato nei secoli l’arte di cucinarlo elaborandolo in innumerevoli gustose ricette. In seguito l’uso dello stoccafisso come quello del baccalà (lo stesso tipo di merluzzo conservato sotto sale) sì diffusero per tutta la penisola dando luogo a numerose ricette della nostra cucina regionale. Lo stoccafisso diventa protagonista della prima edizione di un concorso a tema tra i grandi della cucina per scoprire i segreti della Superba in modo diverso. Dal 20 al 22 settembre a Genova “I Sapori della Superba” è la manifestazione, a cadenza annuale, che vedrà impegnati, fin dalla prima edizione, l’Orpi e la Fondazione Carige, in un percorso culturale legato alle tradizioni alimentari dei genovesi. Seguito ideale a “Genova 2004, Capitale della Cultura”, I Sapori della Superba percorrerà la storia e le tradizioni della gastronomia locale. Che, in questo caso è indissolubilmente legata alle rotte dei velieri di quello che fu per secoli uno dei più fiorenti centri del commercio marittimo d’Europa. Il tema di quest’anno sarà lo stoccafisso, un prodotto molto amato dai genovesi che lo conoscono e lo cucinano da più di mezzo millennio. L’oripi, in collaborazione con la Fondazione Carige, ha infatti indetto un Concorso a tema sullo stoccafisso a cui possono partecipare tutti i professionisti della cucina italiana e non. Tra le ricette pervenute verranno selezionate le 10 finaliste da un’autorevole giuria dì ristoratori, gourmet, giornalisti, dirigenti dell’Accademia della Cucina Italiana, nutrizionisti. E autorità cittadine. Il 20, 21 e 22 settembre i 10 chef selezionati verranno invitati a Genova, presso il Palazzo della Borsa, dove elaboreranno ai fornelli le proprie ricette, al cospetto di una giuria di grande prestigio in due giornate, il 21 e il 22 settembre. Al termine, dai voti congiunti di due giurie, una tecnica ed una composta da giornalisti e personalità, sarà stilata la classifica dei vincitori. Infine le ricette di stoccafisso più significative pervenute alla giuria del Concorso, verranno raccolte in un libro e pubblicate da un noto editore. Nel frattempo numerosi ristoranti del territorio di Genova, da Nervi a Voltri, dedicheranno una settimana alla cucina dello stoccafisso, da lunedì 19 al domenica 25 settembre. Www.orpi.it  
   
   
ELISABETTA DE PALO E IL RISTORANTE SADLER VINCITORI DEL PREMIO “MISSOLTINO D’ORO”  
 
Si è conclusa con la Cena di Gala a scopo benefico, la manifestazione “Missoltino Days”, che per quattro giorni ha animato la nota località lariana. Nella splendida cornice di Villa Erba, i cinque Vip affiancati da altrettanti Chef si sono sfidati nella competizione gastronomica per l’assegnazione del Premio Nazionale “Missoltino d’Oro”; questi erano gli abbinamenti tra Vip e Chef: Randi Ingerman, attrice americana – Ettore Bocchia, Villa Serbelloni di Bellagio; Monica Vanali, giornalista sportiva e inviata sui campi di calcio per la trasmissione “Controcampo” – Filippo Chiappini Dattilo, Antica Osteria del Teatro di Piacenza; Edoardo Siravo, attore della soap opera “Vivere” e della fiction televisiva “Ho sposato un calciatore” – Luciano Parolari, Grand Hotel Villa d’Este di Cernobbio; Elisabetta De Palo, attrice della soap opera “Vivere” – Rodrigo Ginzuk, Ristorante Sadler di Milano; Emanuela Talenti, conduttrice della trasmissione “Vivere Meglio” e dell’anteprima de “La Domenica del Villaggio” e attrice nella fiction televisiva “Carabinieri” – Giancarlo Morelli, Osteria del Pomiroeu di Seregno. Il Premio, rappresentato dall’opera dello scultore Nicola Salvatore, è stato vinto dalla coppia Elisabetta De Palo e Rodrigo Ginzuk, Ristorante Sadler. La conduzione della serata è stata affidata a Clara Taormina, attrice e conduttrice di programmi sportivi, affiancata da Randi Ingerman in qualità di madrina dell’evento. La giuria era composta da Serena Brivio e Franco Soldaini, ideatori della prima edizione della manifestazione, Rudi Zerbi, General Manager Sony Music Bmg, Giuseppe Maria Busnelli, imprenditore locale vincitore della prima edizione del Premio e, in qualità di presidente della giuria, Martin Dalsass del Ristorante Santabbondio di Sorengo, Lugano. I fondi ricavati durante la cena di gala saranno devoluti a due importanti associazioni: la Comocuore – Ass. Gianmario Beretta per la lotta contro l’infarto e la prevenzione delle malattie cardiovascolari e la Cooperativa Il Sorriso di Cernobbio, centro di accoglienza socio educativo per disabili.  
   
   
AL VIA LE DOLCI NOTTI DI CANDEREL, IL DOLCIFICANTE “BUONO COME LO ZUCCHERO”  
 
Chi avrebbe mai pensato di preparare un cocktail con il dolcificante? Canderel, il dolcificante buono come lo zucchero leader in Europa e giunto in Italia meno di un anno fa, ha raccolto anche questa sfida e il risultato è stato sorprendente. Cocktail light ma con tutto il gusto di un drink preparato con lo zucchero: nascono così Caipiroska, Mojito e Daiquiri firmati Canderel. L’estate 2005 sarà così tutta all’insegna di Canderel! Per i più sfiziosi, nelle borsette e nei taschini ci sarà spazio per la nuovissima Canderel Love Therapy Collection by Elio Fiorucci, 5 dispenser ultrapiatti in edizione limitata vestiti per l’occasione dallo stilista della dolcezza Elio Fiorucci. Gli amanti dell’happy hour e dei drink più gustosi potranno inoltre partecipare a una delle 52 serate Canderel Sweet Nights, il tour estivo che porterà il dolcificante dai mille volti nelle più esclusive località balneari e nelle principali città italiane. Durante aperitivi e after dinner sarà infatti possibile sorseggiare cocktail light nei migliori Modern Bar, Cocktail Bar e Trendy Bar della penisola. Milano, Rimini, Cattolica, Riccione, Jesolo, Firenze, Roma, Napoli: queste e molte altre le mete che da giugno a settembre verranno inebriate dalla dolcezza notturna di Canderel. Canderel continua così a stupire con la versatilità del proprio gusto abbinata ad un notevole risparmio calorico, senza dover rinunciare al piacere di un cocktail. Per saperne di più sulle serate Canderel Sweet Nights: www.Canderel.it  
   
   
IL GUSTO TRADIZIONALE DEL THÈ, UNITO AL SAPORE ORIENTALE DELLE FOGLIE DI MENTA NEL THE’ SAN BENEDETTO CON MENTA DEL MAROCCO  
 
L’attenta e continua ricerca per migliorare sempre e al meglio i loro prodotti e soddisfare brillantemente l’esigenze del consumatore, ha portato San Benedetto all’ideazione di un nuovo prodotto che unisce il gusto tradizionale del thè, caro al nostro mercato, con il sapore orientale e rigenerante delle foglie di menta del Marocco. Un gusto nuovo che nasce da un’antica tradizione, da sempre sfruttato per le sue capacità rinfrescanti! Solo San Benedetto è riuscito a racchiudere in un’elegante bottiglia l’esclusiva ricetta ottenuta dall’infusione di foglie di thè con le foglioline di menta del Marocco: una bevanda di grande leggerezza, perfetta da bere in qualsiasi momento della giornata, con poco zucchero e senza dolcificanti artificiali, ottima anche per chi vuole mantenere la linea senza rinunciare al gusto! È l’unico thè in bottiglia squeezable con tappo pull&push, il modo più semplice, comodo e veloce per dissetarsi: ideale per chi è sempre in movimento e per chi vuole scoprire nuove sensazioni. Il tutto è avvolto da un’etichetta divertente dall’immagine molto evocativa, che richiama subito il gusto esotico del thè. Disponibile nel formato da 0,50 L. Www.sanbenedetto.it  
   
   
ANACAPS DUCRAY INTEGRATORE DIETETICO PER IL NUTRIMENTO DEGLI ANNESSI CUTANEI  
 
I Laboratori Dermatologici Ducray offrono nella loro gamma di trattamenti anticaduta, una risposta scientifica ed efficace con Anacaps, l’unico integratore per la caduta dei capelli che associa a fattori nutrizionali (vitamine. Aminoacidi solforati e sali minerali) indispensabile per la salute del capello gli isoflavoni di soia senza Ogm (organismi geneticamente modificati), in grado di svolgere un’azione benefica sul meccanismo di rallentamento della caduta e stimolo della crescita dei capelli. La confezione contiene 60 capsule costituite da gelatine non di origine bovina. In vendita in farmacia.  
   
   
FITNESS FIRST: IL PUNTO SULLE TENDENZE DEL MERCATO  
 
Fitness First, la catena di centri benessere leader in Europa, fa il punto sull’evoluzione in atto nel mercato del fitness e presenta le nuove linee operative per il 2006 nell’ambito della fidelizzazione dei soci, del marketing e della comunicazione. «Da qualche anno è in atto un significativo cambiamento nel nostro settore» spiega Gianluca Scazzosi, direttore operativo Fitness First Italia. «A differenza del passato, quando la pratica del fitness era più una tendenza di costume, oggi il socio chiede in modo consapevole il meglio per il proprio benessere. Questo significa che chi sceglie la palestra non lo fa più sulla scia del passaparola tra amici, ma perché è convinto di farsi del bene e vuole guadagnarne in salute, non solo in bellezza. Il 40% dei nostri iscritti sono neofiti del mondo palestra: il loro profilo è quello di uomini e donne che hanno deciso di stare bene». Sulla base di questa nuova consapevolezza, è cambiata la sfida. Un’offerta fitness mirata, sebbene di alta qualità, non basta: bisogna puntare sempre più sulla fidelizzazione dei soci e su quei servizi “in più” che fanno del centro fitness un generatore di benessere totale: videolibreria, free bar, sauna, bagno turco, iniziative per il tempo libero, convenzioni con strutture estetiche, servizio di personal training. E poi, orari d’apertura flessibili ed una vasta gamma di formule di abbonamento. «In Fitness First con un solo abbonamento è possibile frequentare tutti i club del mondo che hanno un orario “full-time”, 7 giorni su 7, dalle 9.00 del mattino (a volte dalle 8.00) alle 22.00. Inoltre, cerchiamo sempre nuove formule di abbonamento per accontentare le esigenze dei soci. Negli ultimi due anni abbiamo assistito all’emergere di soluzioni “lunghe”, ad esempio annuali. Questa scelta ha due possibili chiavi di lettura. La prima è una diretta conseguenza della nuova consapevolezza di cui abbiamo parlato: chi frequenta un club per stare meglio tende ad impegnarsi più a lungo di chi si iscrive solo per ritrovare la “forma bikini”. Nella scelta di un abbonamento annuale c’è poi un vantaggio economico ed il consumatore attento non si lascia sfuggire la possibilità di risparmiare fino al 15-20%. Proponiamo al socio anche nuove modalità di pagamento, come l’addebito bancario, un servizio che difficilmente un piccolo operatore può offrire». Questa tendenza sta riportando il mercato italiano in linea con quello europeo. Fino ad oggi, infatti, la caratteristica peculiare del mercato “nostrano” (comune ai Paesi del bacino del Mediterraneo) è stata la ciclicità, con veri e propri “boom” di iscrizioni nei mesi di gennaio, maggio e settembre. Nel resto di Europa, invece, l’unico picco si registra a gennaio, in concomitanza con il rinnovo degli abbonamenti. E’ questo il trend che sembra cominciare ad affermarsi anche in Italia. Se in ambito commerciale il futuro è nell’ottimizzazione del rapporto tra prezzo e servizio, nel rispetto dei mutamenti della domanda, dal punto di vista del marketing, invece, il domani è nella fidelizzazione del cliente: «Bisogna saper instaurare con il socio un dialogo. Questo significa trovare nuovi canali di comunicazione che permettano di conoscere meglio coloro che frequentano i club e di offrire loro un servizio sempre più personalizzato. La strategia di marketing, quindi, va focalizzata sul customer care: il socio non è un semplice cliente, ma deve essere visto come co-protagonista nella creazione del servizio».  
   
   
IL FITNESS AUMENTA LA REDDITIVITÀ DEL LAVORATORE: LA PALESTRA ENTRA TRA I BENEFICI PER I DIPENDENTI  
 
Migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti offrendo benefits per mantenersi in forma, nella convinzione che l’attività fisica abbia un valore preventivo. Una strategia imprenditoriale che già negli Stati Uniti è adottata dall’81% delle aziende con almeno 50 dipendenti e che ora entra anche nel nostro Paese, dopo essere stato provato che il benessere fisico aumenta l’efficienza nel lavoro. Da uno studio condotto dal Hidron, uno dei pù grandi centri italiani dedicati al benessere di prossima apertura a Firenze, risultano dei miglioramenti in quei posti di lavoro che hanno introdotto programmi di "corporate wellness" per i propri dipendenti. In particolare, per quanto riguarda le sindromi metaboliche che colpiscono il 23% della popolazione, con particolare riguardo a diabete e obesità, nonché le malattie cardiovascolari, ipertensione, stress,. “L’offerta di un pacchetto salute-business – spiega il presidente di Hidron Ilaria Margheri – oltre a rappresentare un valore terapeutico per il lavoratore, fa risparmiare l’azienda perché è un costo deducibile e modulabile ”. Per questo la nuova struttura di Campi è stata progettata pensando anche a quelle aziende che credono ed investono nel miglioramento della qualità di vita dei propri collaboratori riservando a loro un pacchetto di offerte, calibrate sulle diverse necessità delle imprese. Le più recenti indagini (2003) condotte dall’Irpet e separatamente i risultati delle graduatorie provinciali di benessere pubblicate annualmente dal Sole24ore mostrano una netta differenziazione delle posizioni tenute dalle province toscane se queste si osservano tenendo esclusivamente conto del Pil oppure facendo riferimento ad un indicatore sintetico di benessere. Rispetto alle altre regioni, la Toscana occupa il 9° posto della graduatoria nazionale in termini di Pil per abitante mentre sale al 2° posto in base all’indice aggregato di benessere. Nel complesso, quasi tutte le province toscane migliorano la posizione che hanno in termini di Pil rispetto al resto d'Italia. Gli aspetti che condizionano il benessere e le condizioni di vita sono molteplici ed assumono un peso (sul benessere) che può essere determinato solo soggettivamente. Il reddito a disposizione per il consumo è sufficientemente elevato collocando la Toscana non solo tra le regioni più ricche d’Italia, ma anche d’Europa. Il reddito medio per abitante è di quasi 16 mila euro annui, contro i circa 14 mila che rappresentano la media nazionale ed i 14,5 mila euro che rappresentano la media europea. Certo la distanza dalle aree più ricche è significativa: in Lombardia il reddito procapite è di 17,5 mila euro ed è tra i più alti d’Europa. L’aspetto più positivo è rappresentato dalla distribuzione del reddito tra le famiglie che rivela in Toscana un equilibrio migliore che altrove: il merito di questa maggiore equiripartizione è dovuto, alla bassa concentrazione dei redditi da capitale ed alla funzione perequativa che viene esercitata al livello dalla Pubblica amministrazione e dalle famiglie.  
   
   
A RIOLO TERME LE PAROLE D’ORDINE SALUTE, BESSERE & RELAX SONO GARANTITE DALL’EFFICIENTE STABILIMENTO TERMALE ATTREZZATO ANCHE CON UN CENTRO DI METODOLOGIE NATURALI ED UNO DI MEDICINA TRADIZIONALE CINESE  
 
La città di Riolo Terme, sulle colline ravennati, deve il suo nome alla presenza nel territorio di acque dall’alto valore terapeutico. Il territorio di Riolo e della Valle del Senio, grazie alle sue caratteristiche geologiche, è uno dei più ricchi in Italia per numero e varietà di acque medicamentose tant’è che nel 1870 qui venne inaugurato un importante Centro Termale La struttura delle Terme di Riolo, dalla sua fondazione ad oggi, è molto cambiata. Sempre al passo con i tempi, anzi spesso anticipandoli, nel 1991 nasce il Centro di Medicina Estetica, nel 1993 apre la Piscina ad acqua termale, nel 1996, primo in Italia, si inaugura il Centro di Metodologie Naturali al quale nel 1999 si affianca anche il Centro di Riabilitazione. Recentissima (2005) è l’apertura del Centro di Medicina Tradizionale Cinese, uno dei pochissimi a livello nazionale. Il Centro di Medicina Estetica utilizza le proprietà uniche delle acque riolesi e dei fanghi insieme alle ultime tecnologie del settore. Tra i vari interventi, grandi risultati sono stati recentemente ottenuti con i trattamenti Skin Master per migliorare la salute della pelle. Presso il Centro di Metodologie Naturali vengono utilizzate nuove tecniche diagnostiche, tra le quali la termoregolazione, la metabolimetria, il test delle intolleranze alimentari insieme ai trattamenti manuali, la fitoterapia, l’idroterapia Kneipp, la cromoterapia, l’aromaterapia, il Jungebad (un bagno caldo con acqua termale oleolito e olii essenziali micronizzati), il bagno di vapore, le compresse calde (impacchi di piante medicinali, fieno e fanghi medicati con olii essenziali). Nel Centro Nuove Tecniche Riabilitative sono stati realizzati programmi per la riabilitazione motoria, cardiologica e pneumologica, abbinando alle cure termali le più moderne tecnologie per un completo recupero funzionale. La grande piscina ad acqua termale, i numerosi idromassaggi con getti di diversa portata ed i numerosi attrezzi ginnici permettono di sciogliere contratture e facilitare il recupero psicofisico in caso di artolesi e malattie artroreumatiche. La piscina ad acqua termale salsobromoiodica alla gradevole temperatura di 32°C è attrezzata con divanetti immersi dotati di idromassaggi specifici e getti a cascata per il massaggio della zona cervicale. Le vasche a temperatura differenziata dotate di idromassaggi specifici per il percorso vascolare sono indicate per prevenire e curare malattie del circolo periferico arterioso e venoso. Una piscina specifica è riservata alla riabilitazione in acqua assistita dal fisioterapista (idrokinesiterapia). Da quest’anno la piscina è aperta anche tutte le domeniche mattina per agevolare anche chi, impossibilitato durante la settimana, desidera trascorrere una domenica alternativa, dedicata alla ricerca del benessere e del relax. Nel Centro di Medicina Tradizionale Cinese oltre alle metodiche classiche di questa antica arte medica - agopuntura, farmacologia cinese, dietetica energetica, massaggio tuina (è un metodo completo che include tecniche di massaggio sui muscoli, tecniche di trazione e mobilitazione sulle vertebre e sulle giunture e digitopresione sui punti energetici dell'agopuntura), ginnastiche mediche – è stato avviato un importante progetto di studio di tipo osservazionale, di durata triennale, per valutare l'uso della Medicina Tradizionale Cinese in ambiente termale nell'ambito territoriale della Valle del Senio. Lo studio nasce da un accordo di collaborazione tecnico-scientifica e di ricerca tra le Terme di Riolo Bagni e la Fondazione Matteo Ricci di Bologna e si avvarrà di esperti del Centro Collaborante O.m.s. (Organizzazione Mondiale della Sanità) per la Medicina Tradizionale di Milano. Sempre all’avanguardia, con uno staff preparato ed attento (24 medici, 60 dipendenti fra fissi e stagionali) le Terme di Riolo in questo 2005 hanno introdotto un’altra interessante novità: i corsi di Pancafit. Si tratta di un attrezzo capace di riequilibrare la postura del corpo con semplicità ed in tempi brevi, ridando benessere a tutto l’organismo. Agisce sulle catene muscolari riallungando i muscoli tesi e retratti, responsabili di numerose fastidiose patologie (cervicalgie, lombalgie, lombosciatalgie, tendiniti, periartriti, ernie del disco, artrosi, etc.) attraverso un lavoro simmetrico e globale. Test eseguiti e convalidati presso il laboratorio di Ergonomia e Posturologia I.u.m.s. (Istituto Universitario Scienze Motorie) e E.p.s.a. (Ergonomics and Postural Study Agency) ne hanno dimostrato l’efficacia. Fra tutte queste novità, non bisogna però dimenticare le due peculiarità che hanno fatto celebre il centro termale riolese: i fanghi e soprattutto le acque. Tra le molteplici sorgenti presenti sul territorio fra loro diverse per composizione chimica, vengono utilizzate: Acqua Breta (acqua minerale solfureo, bicarbonato-solfato-alcalino-terroso, indicata nella cura degli apparati respiratorio, digerente e uro-genitale, delle malattie osteo-articolari, del ricambio e della pelle), Acqua Margherita e Acqua Vittoria (acque minerali salsobromoiodiche arricchite da piccole quantità di idrogeno solforato, indicate nella cura dell’apparato digerente), Acqua Salsoiodica (acqua salsobromoiodica, indicata nella cura delle malattie osteo-articolari, degli apparati genitale e vascolare). I fanghi naturali emergono spontaneamente dai vicini vulcanetti di Bergullo (nelle colline tra Riolo e Imola, lungo il Rio Sanguinario), piccole conche naturali, già miscelati all’acqua termale, che si contraddistinguono per la presenza di argilla finissima. Vengono applicati caldi nella cura delle reumoartropatie e tiepidi per disturbi circolatori, affezioni dermatologiche e in campo estetico. Per informazioni: Terme di Riolo Bagni, numero verde 800 861363  
   
   
LA MILLENARIA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE UNITE ALLE PIÙ INNOVATIVE APPLICAZIONI DELLA SCIENZA MEDICA MODERNA E DELLA OLIVOTERAPIA SI INCONTRANO AL CENTRO TAO DI LIMONE DEL GARDA  
 
Questa estate consolida il trend estremamente positivo per il Centro Tao che ha visto il grande successo della linea Elisir di Arianna e l’ancor maggiore apprezzamento dell’olivoterapia Tao. I nuovi trattamenti dell’olivoterapia Tao sono massaggi unici che associano le originali tecniche di manipolazione e stimolazione energetica dei meridiani della medicina cinese con le proprietà rigeneranti dell’olio prezioso degli ulivi di Limone sul Garda, regalando una gradevole sensazione di relax, riarmonizzando Yin e Yang con una calda nota agrumata. L’oriente incontra l’occidente, la millenaria filosofia dell’energia fluttuante si sposa con un prodotto mediterraneo come l’olio d’oliva per un benessere fisico e psichico unico. Da gennaio a giugno più di mille ospiti hanno trascorso una piacevole settimana di coccole e benessere al Centro Tao. Se una volta erano solo i mesi prima dell’estate a far scegliere un soggiorno in un centro benessere, adesso sono sempre di più le persone che nei vari momenti dell’anno scelgono di ritagliarsi una pausa ed incamminarsi lungo la loro personale via del benessere. I clienti del Centro sono estremamente fidelizzati e per la maggior parte di loro il programma Tao è una sorta di “tagliando” semestrale o annuale per mantenersi in forma riequilibrando le energie del corpo e della mente. Per accogliere sempre al meglio i propri ospiti il Centro da vent’anni opera un continuo e costante miglioramento, arricchendo i programmi, perfezionando i trattamenti, introducendo massaggi innovativi, studiando esercizi e menù sempre più personalizzati. Una serie di migliorie per coccolare e sorprendere, grandi e piccole piacevoli novità. La nuova biblioteca, arredi secondo le regole del feng shui, nuovi esami medici e più efficaci terapie, gustose ricette, spazi relax più confortevoli: sono solo alcuni esempi delle tante attenzioni che la direzione ha riservato per l’estate 2005 ai suoi ospiti. Una vacanza al Centro Tao, in estate come in inverno, è un’occasione per immergersi in luogo senza tempo, sospeso tra cielo e lago, dove la millenaria medicina tradizionale cinese e le più innovative applicazioni della scienza medica moderna si incontrano per aiutare gli ospiti a recuperare le energie perdute, a rigenerarsi nel corpo e nello spirito.