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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Giugno 2008
Politica
UE: LA POLITICA COMUNE DI ASILO E IMMIGRAZIONE ENTRA IN UNA NUOVA FASE  
 
Bruxelles, 18 giugno 2008 - Ieri la Commissione europea ha adottato la comunicazione "Una politica d´immigrazione comune per l´Europa: principi, azioni e strumenti" e il "Piano strategico sull´asilo – Un approccio integrato in materia di protezione nell´Unione europea". La comunicazione presenta dieci principi comuni che pone a fondamento della politica d´immigrazione comune, e li raggruppa intorno a tre assi principali della strategia europea: prosperità, solidarietà e sicurezza. Il piano strategico sull´asilo definisce l´architettura della seconda fase del sistema europeo comune d´asilo. Le due iniziative affrontano gli ultimi aspetti restanti del programma dell´Aia per quanto riguarda l´asilo e l´immigrazione. Il Consiglio europeo del 15 ottobre 2008 dovrebbe approvarle entrambe di modo che, nel corso del 2009, vadano a confluire in un nuovo programma quinquennale nel settore della giustizia, della libertà e della sicurezza. Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha dichiarato: "Il pacchetto migrazione adottato oggi dimostra che ci serve un nuovo approccio per affrontare le problematiche dell´immigrazione e dell´asilo. L´immigrazione contribuisce ai risultati economici dell´Europa, eppure il suo potenziale si realizzerà soltanto se riusciremo ad integrare gli immigrati e se prendiamo atto dei timori della gente riguardo all´immigrazione clandestina. L´europa ha bisogno di una visione strategica comune, che si basi sui risultati passati e miri a costituire un quadro più omogeneo e integrato per l’azione futura degli Stati membri e dell´Unione europea. Se lavoreremo insieme sui dieci principi per gestire meglio l´immigrazione e rafforzare gli standard di protezione dei richiedenti asilo riusciremo a ottenere risultati tangibili in questi importantissimi settori". Riguardo alla comunicazione sull´immigrazione, il vicepresidente Jacques Barrot, commissario responsabile del portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, ha dichiarato: "L´immigrazione è un´opportunità e una sfida per l´Unione. Se gestita come si deve, è fonte di ricchezza per le nostre società ed economie. In un´Europa senza frontiere interne gli Stati membri e l´Unione devono agire secondo una visione comune. Questo è il presupposto per gestire l´immigrazione legale e l´integrazione e per lottare contro l´immigrazione clandestina pur continuando a sostenere valori universali come la protezione dei rifugiati, il rispetto della dignità umana e la tolleranza. " Riguardo al piano strategico sull´asilo, Barrot ha aggiunto: "Con questo piano strategico la Commissione vara la seconda fase del sistema europeo comune di asilo, i cui obiettivi globali sono ribadire e rafforzare la tradizione umanitaria e garantista dell´Unione e creare condizioni di parità effettive per accedere alla protezione nell´Unione europea. Questo significa che dovremo migliorare le norme giuridiche comuni, accrescere la qualità del processo decisionale intensificando la cooperazione pratica fra i sistemi nazionali d´asilo, e instaurare maggiore solidarietà fra gli Stati membri e fra l´Unione e i paesi terzi nell´accoglienza dei rifugiati. " Principi comuni sull´immigrazione - Nella comunicazione "Una politica d´immigrazione comune per l´Europa: principi, azioni e strumenti" che ha adottato oggi stesso, la Commissione espone la propria visione dello sviluppo futuro della politica comune europea di immigrazione e invita il Consiglio europeo ad approvare i dieci principi comuni proposti, insieme con una selezione di azioni concrete. I dieci principi comuni si fondano sui capisaldi del Consiglio europeo di Tampere del 1999, sul programma dell´Aia del 2004 e sull´Approccio globale in materia di migrazione varato nel 2005. Ciascuno trova espressione concreta in un elenco non esaustivo di azioni da attuare a livello di Stati membri o di Unione europea e insieme coprono l´ampio spettro delle politiche migratorie, raggruppati nelle seguenti rubriche: Prosperità e immigrazione: 1 – Regole chiare e condizioni di parità. 2 – Incontro tra qualifiche ed esigenze. 3 – Integrazione: la chiave di un´immigrazione riuscita. Solidarietà e immigrazione: 4 – Trasparenza, fiducia e cooperazione. 5 – Uso efficace e coerente dei mezzi disponibili. 6 – Partenariati con i paesi terzi. Sicurezza e immigrazione: 7 - Una politica dei visti al servizio degli interessi dell’Europa. 8 – Gestione integrata delle frontiere. 9 – Intensificare la lotta all´immigrazione illegale e tolleranza zero contro la tratta di persone. 10 – Politiche di rimpatrio sostenibili ed efficaci. La politica d´immigrazione comune sarà il frutto di un partenariato tra Stati membri e istituzioni dell´Unione e sarà sottoposta a follow-up regolare tramite un nuovo meccanismo di monitoraggio e valutazione comprendente anche la valutazione annuale e le raccomandazioni che il Consiglio europeo di primavera formulerà sulla scorta di una relazione della Commissione sulla situazione dell’immigrazione nell’Ue. Piano strategico sull´asilo - Parallelamente – ma con documento separato, a voler indicare la natura specifica della problematica dell´asilo – la Commissione adotta oggi anche un piano strategico sull´asilo, nel quale espone le misure che intende proporre per portare a termine la seconda fase del sistema europeo comune di asilo. La prima fase del processo (1999-2004) ha comportato l´adozione di un importante numero di strumenti giuridici che istituiscono norme minime comuni in settori come le condizioni di accoglienza per richiedenti asilo, le procedure di asilo e i requisiti per l´attribuzione della qualifica di persona bisognosa di protezione internazionale, ma anche norme per la determinazione dello Stato membro competente per l´esame di una domanda d´asilo (il cosiddetto "sistema di Dublino"). Il piano strategico propone di migliorare la definizione, a livello Ue, degli standard di protezione, così da raggiungere gli obiettivi ambiziosi fissati dal programma dell´Aia, modificando gli strumenti giuridici esistenti. Nel contempo riconosce che, se l´obiettivo è raggiungere la convergenza a livello di decisioni sull´asilo, e quindi pari condizioni di accesso alla protezione in tutta l´Unione europea, allora è necessario che la convergenza giuridica trovi un complemento in meccanismi adeguati di cooperazione pratica (scambio di informazioni e buone prassi, formazioni comuni, ecc. ). Sarà inoltre istituito un Ufficio europeo di sostegno per l´asilo che coordini le attività di cooperazione pratica. Il piano strategico prevede poi un numero di strumenti per promuovere la solidarietà nei confronti di quegli Stati membri il cui sistema d´asilo sia sottoposto a un onere eccessivo. In ultimo, propone alcune idee per sostenere i paesi terzi che ospitano un gran numero di rifugiati, fra cui l´istituzione di un sistema di reinsediamento e l´espansione dei programmi di protezione regionale esistenti. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO DIRETTIVA RIMPATRI: POSIZIONI DIVERGENTI TRA I GRUPPI POLITICI  
 
Strasburgo, 18 giugno 2008 - I deputati hanno discusso il testo della direttiva sul rimpatrio, negoziato tra il relatore per il Parlamento europeo, Weber, e il Consiglio. I gruppi a favore del testo hanno sottolineato l´importanza di compiere passi in avanti nella politica europea dei flussi migratori, mentre i contrari hanno evidenziato come il relatore abbia conferito troppo importanza al Consiglio ed il Parlamento deve emendarne il testo. La votazione si svolgerà mercoledì alle 11. 30. Dichiarazione della Presidenza - In apertura del dibattito il Ministro degli Interni sloveno, Dragutin Mate, ha sottolineato che la direttiva rimpatri costituisce il primo atto legislativo di Parlamento e Consiglio relativo all´immigrazione. Nei negoziati a livello di Consiglio uno dei temi problematici è stato il periodo massimo di detenzione, ma il periodo di sei mesi stabilito dalla direttiva si applicherà ora in tutti gli Stati membri. Tuttavia, la maggior difficoltà si è avuta con l´assistenza legale, specialmente perché gli Stati membri avevano approcci diversi, a seconda che fossero ubicati vicini oppure lontano dai flussi migratori. Il ministro ha inoltre sottolineato che la direttiva protegge i gruppi vulnerabili quali i bambini. Su tutte queste tematiche ha rilevato che il compromesso raggiunto nella direttiva «rappresenta un progresso» e ha esortato il Parlamento ad approvare il testo. Dichiarazione della Commissione - Jacques Barrot ha sostenuto che la Commissione sostiene «una approccio integrato all´immigrazione». Se non si prendessero misure, ci sarebbe un «circolo vizioso» nella politica di immigrazione. Sottolineando poi che «la direttiva è in linea con la Convenzione europea sui diritti umani», ha rilevato che essa «dà la priorità ai ritorni volontari» e «protegge i diritti dei bambini e delle famiglie». La Commissione monitorerà l´attuazione della legislazione per assicurarsi che gli standard della Convenzione europea e della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti umani siano osservati. Intervento del relatore - Henri Weber (Pse, Fr) ha sottolineato che si tratta di «una tematica complessa», ma che in commissione per le libertà civili un´ampia maggioranza si è detta favorevole al compromesso. Sottolineando che la direttiva non tratta di asilo ma di immigrazione, ha poi ribattuto a talune critiche rivolte al testo asserendo che si tratta di un modo per assicurarsi che «la schiavitù nell´Ue giunga al termine». La direttiva include la protezione per «bambini e minori non accompagnati, l´accesso ai sistemi d´istruzione e sanitari e prevede la detenzione solo in caso di necessità». Si è quindi chiesto perché si «getta fango» sulla direttiva, come hanno fatto ad esempio talune organizzazioni non governative. Ha infine, notato che tutte le linee guida del Consiglio d´Europa sono state incluse nella direttiva. Interventi in nome dei gruppi politici Augustín Díaz De Mera García Consuegra ha descritto la direttiva come «un passo fermo e decisivo» verso la regolamentazione dell´immigrazione illegale. Un obiettivo chiave, ha rilevato, è stato l´incoraggiamento dei ritorni volontari. «Il ritorno obbligatorio sarà utilizzato solo come ultima istanza» e dovrebbero essere garantiti «la protezione dei diritti fondamentali, l´accesso a servizi linguistici e il diritto di appello». Fino ad oggi, ricorda il parlamentare, c´erano luoghi nell´Ue in cui gli immigrati avrebbero potuto essere trattenuti in custodia a oltranza, ma la direttiva cambierà tutto questo. Ha poi sottolineato la chiara distinzione tra legislazione sull´immigrazione e sull´asilo e il fatto che la Corte di giustizia dovrebbe avere giurisdizione. Martine Roure (Pse, Fr) ha affermato che il suo gruppo vorrebbe non accettare il compromesso proposto, non perché i socialisti siano contrari alla politica sui ritorni, ma perché il compromesso non fornisce un´adeguata protezione dei diritti fondamentali. Ha poi aggiunto che è stato un errore dire che la direttiva avrebbe consentito alle persone di uscire da una situazione di illegalità o che avrebbe fornito loro il diritto di rimanere. I diritti stabiliti nella direttiva, infatti, non sono vincolanti e, a suo parere, non terrebbero conto dell´aumento della detenzione nell´Ue. Infine, ha sottolineato che i deputati dovrebbero applicare tutti i loro poteri, attraverso la codecisione, affinché migliori la sorte dei detenuti. Secondo Jeanine Hennis-plasschaert (Alde/adle, Nl), il pacchetto di compromesso ha reso chiaro che gli Stati membri dovrebbero mantenere standard più favorevoli, se già li hanno. Ha ricordato, peraltro, che il Consiglio ha consentito una dichiarazione politica nell´accordo sulla direttiva che sottolinea che quest´ultima non può essere utilizzata per inserire standard meno favorevoli. Si è poi chiesta: «vogliamo la direttiva o no?». «Molti Stati membri sarebbero felici se questa direttiva svanisse per la mancanza di un accordo, così l´ironia sta nel fatto che se non ci accordiamo su questo pacchetto di compromesso, avremo l´appoggio di quegli Stati». Ha aggiunto che, ad oggi, non esiste una legislazione europea, e che con il pacchetto si avrebbero procedure d´infrazione, una relazione della Commissione e monitoraggio del Parlamento europeo. Jean Lambert (Verdi/ale, Uk) ha affermato che il suo gruppo potrebbe non accettare il testo negoziato. A suo parere, infatti, esso non riflette gli standard stabiliti all´inizio. Riguardo alla durata della detenzione, la deputata, ha sottolineato che il suo gruppo è preoccupato riguardo alle conseguenze di lunghi periodi di detenzione sulla salute mentale delle persone trattenute e ha rilevato che la vita familiare è messa a rischio. Ha poi aggiunto che il suo gruppo è anche preoccupato riguardo a dove si sarebbe stabilito di far tornare le persone e, in proposito, ha citato le preoccupazioni suscitate dalle «strette di mano tra il primo Ministro Berlusconi e il colonnello Gheddafi». Andrzej Zapalowski (Uen, Pl) ha sottolineato che, prima di parlare di protezione legale delle famiglie al di fuori dell´Ue, si dovrebbe sentire qualcosa sulla salvaguardia della nostra cultura familiare, che è stata un modello per il resto del mondo. Per Giusto Catania (Gue/ngl, It) «questa direttiva è una vergogna, un insulto alla civiltà giuridica dell´Europa». Inoltre, è «un orrore che rischia di cancellare millenni di cultura dell´accoglienza, le radici profonde di un´identità europea forgiata da pratiche di ospitalità e l´ennesimo monumento alla fortezza Europa, la materializzazione dell´utopia reazionaria che vuole impedire la libertà di circolazione di uomini e donne». A suo parere, «non si può arginare il diritto alla mobilità rinchiudendo dietro un filo spinato o dentro un puzzolente centro di detenzione gli uomini e le donne». E ciò per diciotto mesi, «perché questo è il periodo massimo di detenzione, non sei mesi come indicato dal ministro Mate, diciotto mesi senza alcun reato!». Ha poi ricordato quanto detto da Monsignor Agostino Marchetto del Consiglio dei migranti della Conferenza episcopale italiana: «non si può detenere una persona per una semplice violazione amministrativa e in più detenere persone in luoghi disumani e degradanti come quelli che ha visitato la commissione libertà civili di questo Parlamento». Ha poi aggiunto che questa direttiva è «inumana» perché prevede il rimpatrio in paesi di transito. La Libia, pertanto, «rischia di diventare il luogo della deportazione di massa dei migranti». Inoltre, prevede detenzione ed espulsione di minori non accompagnati, il divieto di reingresso, «violando sistematicamente il diritto d´asilo», e prevede un´assistenza legale «discrezionale». «È questa la vera natura di questa direttiva!», ha esclamato. Questa direttiva, ha poi aggiunto, «è un´imposizione dei governi» che il Parlamento europeo «sta subendo supinamente». Il deputato ha quindi fatto appello alla dignità del Parlamento europeo sottolineando che più che di codesione si tratta di «un parere conforme nei confronti del Consiglio». La verità, ha esclamato, «è che i governi vogliono immediatamente attivare i 700 milioni di euro previsti dal fondo per il rimpatrio». A suo parere, invece, occorre ascoltare la società, i capi di Stato dei paesi terzi, Amnesty International, le chiese, le conferenze episcopali europee, il sindacato, il Consiglio d´Europa. «Tutti ci dicono di non approvare questa direttiva», ha aggiunto, «perfino l´Alto Commissariato delle Nazioni Unite, che secondo il trattato di Amsterdam dovrebbe essere consultato in tutte le materie di asilo e di immigrazione della Commissione europea». Concludendo, ha ribadito che «queste politiche repressive sono la vera causa della più grande tragedia dell´Unione europea: i morti in mare». E, in proposito, ha ricordato che negli ultimi dieci anni ne sono morti 12. 000. L´unione europea, pertanto, «si macchia di un crimine inaccettabile e con questa direttiva si rende ulteriormente complice di questi omicidi che hanno trasformato il Mediterraneo in un cimitero». Ha quindi invitato i colleghi a non approvare la direttiva. Hélène Goudin (Ind/dem, Se) ha dichiarato che «se tutte le porte sono chiuse, la gente potrebbe cercare di intrufolarsi dalla porta di servizio». L´unione «sta diventando una fortezza» e, infatti, ogni giorno si vedono immagini di persone che pagano con la loro vita. Molte organizzazioni per i diritti umani, ha aggiunto, hanno criticato la direttiva, come ad esempio Caritas e Amnesty International. Non esiste una valore aggiunto europeo nella creazione di questa situazione disumana. Il risultato di questo divieto o rimpatrio, a suo parere, sarà un aumento dell´immigrazione illegale, del traffico di esseri umani e l´odio per il sistema che sta istituendo l´Occidente. Ha quindi concluso affermando che le organizzazioni per i diritti umani «ci hanno ammoniti» e che occorre uno sforzo internazionale a favore dei diritti umani. Interventi dei deputati italiani Claudio Fava (Pse, It), rivolgendosi al Consiglio che ha svuotato di significato la proposta di direttiva, ha affermato che essa «riflette il senso comune che sta assumendo il dibattito in Europa sull´immigrazione». E il fatto che sia stata approvata dal Consiglio all´unanimità «non attenua ma inasprisce il messaggio che essa rappresenta», ossia «un´Europa costruita sul principio della diffidenza». Il tema, ha poi spiegato, non è l´utilità di una direttiva, che crea una disciplina comune e condivisa, bensì i suoi contenuti. Il giorno dopo la morte di 150 clandestini annegati nel Mediterraneo, ha sottolineato, «voi ci chiedete di mandare a dire ai sopravvissuti che da domani . Si troveranno di fronte a un provvedimento che prevede fino a diciotto mesi di reclusione»: un principio giuridico «devastante» che prevede la possibilità di privare della libertà un individuo per provvedimento amministrativo e senza aver commesso alcun reato. Ciò che mai tollereremmo nei nostri paesi nei confronti di un cittadino europeo, ha esclamato, «lo permettiamo e lo sosteniamo per gli immigrati irregolari». Il deputato ha poi rilevato che i diciotto emendamenti presentati dal suo gruppo «sono un tentativo di restituire una dignità sul piano normativo a un provvedimento che noi riteniamo umiliante non soltanto per l´Unione europea ma anche per i nostri Stati membri». Se non verranno accolti, ha annunciato, «ci saranno molti voti contrari». Ha poi sostenuto che non vi è alcun consenso «sulla discrezionalità e l´arbitrio» sul modo in cui verranno trattati i punti più significativi della direttiva. Ha quindi concluso sostenendo che il Parlamento ha il dovere di tutelare «principi giuridici e di civiltà politica concreti» ai quali il Consiglio chiede di rinunciare. «Qui non ci chiedete di fare presto, ci chiedete di fare male. Male per gli immigrati, male per l´Europa, male per i nostri Stati membri, ed è una responsabilità che noi non vogliamo condividere con voi». Per Roberta Angelilli (Uen, It) «rendere certe le espulsioni e scoraggiare l´illegalità e lo sfruttamento» deve essere l´obiettivo della cosiddetta direttiva». Si tratta, ha aggiunto, di un testo «equilibrato», che parte da alcuni presupposti fondamentali: «dotarsi finalmente di una politica comune per l´immigrazione». Ossia, «di regole condivise, indispensabili per tutelare appieno i diritti dei cittadini immigrati regolari che sono una grande positiva risorsa, a condizione che si attivi una linea di condotta intransigente contro l´immigrazione illegale». Ha quindi illustrato quelli che a suo parere sono gli altri punti qualificanti: «si promuove, in prima istanza, il ritorno volontario; si stabiliscono tempi accelerati per il rimpatrio in caso di pericolo di fuga o pericolosità del soggetto interessato e, soprattutto, si stabilisce finalmente una tempistica certa sul periodo di permanenza nei centri di custodia per fare tutti gli accertamenti necessari». In proposito, ha ricordato che, fino a questo momento «ogni Stato membro era libero di stabilire o non stabilire il tempo limite di permanenza». Ha poi sottolineato la speciale attenzione dedicata ai diritti umani, soprattutto per le persone vulnerabili e in special modo per i minori, invocando l´interesse superiore del bambino. E ciò, a suo parere, «è un fatto rivoluzionario che tiene proprio conto di quanto attualmente accade nei centri di permanenza». Altro aspetto positivo è il divieto di reingresso valido per tutta l´Ue. Si tratta, ha spiegato, di norme comuni, «eque e trasparenti», che possono far parte di una strategia «che veda il potenziamento dei controlli alle frontiere esterne dell´Unione, elabori una nuova politica per l´asilo, rilanci la collaborazione diplomatica, ma anche e soprattutto la cooperazione allo sviluppo con i paesi terzi». Riguardo al Codice europeo per l´integrazione degli immigrati legali, ha affermato che l´Europa deve assumersi le sue responsabilità, avere autorevolezza, credibilità, e diventare «l´Europa dei diritti e delle regole rispettate». Ha quindi concluso sostenendo che il Parlamento ha «il dovere» di approvare questo testo che sarebbe certamente migliorabile con ulteriori e lunghi negoziati ma che sfocerebbero comunque in un «infinitesimale compromesso giudicato sempre al ribasso». Roberto Fiore (Ni, It) ha anzitutto protestato «per le imprudenti e inspiegabili parole del Vicepresidente Barrot, ieri, sull´eventualità di considerare l´immigrazione clandestina un´aggravante nei reati, proposta appunto dal governo italiano». E in proposito ha spiegato che ciò non abbia fondamento in legge «e non incontra sicuramente il favore dell´opinione pubblica». Sulla relazione Weber, ha affermato che occorre considerare l´immigrazione clandestina, ipso facto, «un´eventualità e possibilità di fuga», poiché «è abbastanza chiaro che l´immigrato, nel momento in cui entra clandestinamente, ha una propensione verso la fuga». Ha quindi concluso sostenendo la necessità che Commissione e Parlamento considerino l´importanza «di far pagare ai paesi da dove provengono questi immigranti - come la Libia nel caso appunto dell´Italia - la spesa enorme che l´immigrazione clandestina in questo momento sta creando». Per Mario Borghezio (Uen, It), la politica dell´Europa sull´immigrazione ha un difetto fondamentale: «parte esclusivamente dalla visione della difesa dei diritti dell´uomo, quando bisognerebbe anche pensare di difendere i diritti dei popoli, la loro libertà, la loro sicurezza, il loro diritto a non essere invasi». La sinistra, ha aggiunto, «con i suoi emendamenti buonisti esprime la non politica per il rimpatrio dei clandestini». Ha poi definito «pura demagogia» l´istituzione del Mediatore europeo per i clandestini, dicendo che «una politica seria è quella che contrasta gli interessi del mondialismo, che vuole sradicare i popoli dal loro territorio perché li considera vuoi come merci, vuoi come schiavi, nuovi consumatori». Se il Mediterraneo è un cimitero, ha esclamato, «la responsabilità morale è di chi ha aperto le porte agli sbarchi clandestini!». Ha poi concluso sostenendo di aver sempre denunciato, per esempio da Lampedusa, «questo commercio immondo di carne umana», e che se passassero gli emendamenti della sinistra, «la politica europea di ritorno degli immigrati sarebbe finita prima ancora di cominciare». Marco Cappato (Alde/adle, It), ha anzitutto sottolineato che, da quanto sostenuto dal relatore, sembra che si tratti del voto finale, mentre invece è solo la prima lettura. Di conseguenza, «non si comprende perché, di fronte a delle proposte di miglioramento che hanno un consenso ampio in quest´Aula, di garanzie ulteriori che possono essere date sui minori, sui paesi terzi in transito, sui divieti di rientro, noi non cogliamo questa opportunità». Ha quindi stigmatizzato l´atteggiamento del Parlamento che, così facendo, rinuncia al potere di colegislatore, evitando di esercitare il potere per migliorare la direttiva. I governi europei, ha concluso, «hanno bisogno di questo Parlamento proprio per fare dell´Europa non il terreno della paura e della maggiore efficacia degli strumenti di difesa dell´immigrazione, ma l´Europa come il luogo dell´integrazione anche dell´immigrazione». Stefano Zappalà (Ppe/de, It), ha ricordato anzitutto che molti deputati hanno visitato vari centri di prima accoglienza in tutta Europa. A suo parere, è in discussione un fenomeno «complesso» che presenta «varie sfaccettature» e, ognuno di noi, per cultura, per carattere, per posizione politica «è portato ad esaminarlo da un punto di vista particolare». Ha però affermato che non si può non tenere conto del fatto che «non stiamo parlando dei fenomeni piccoli o isolati, ma stiamo parlando di immigrazione di popoli . Di milioni e milioni di persone che si spostano, spinti da varie motivazioni, molto poco sul piano della richiesta di asilo, molto poco sul piano delle esigenze di tipo politico, e moltissimo alla ricerca di nuove condizioni di vita e di nuove condizioni di lavoro». Nel ringraziare il relatore ha concluso sostenendo che «una legislazione perfettibile è meglio di una non legislazione» e si è detto convinto che «l´Europa bene fa a curare tutti ma soprattutto bene fa, in questo fenomeno complesso e grave che stiamo vivendo, a curare intanto i suoi cittadini». .  
   
   
SÌ ALL´ADOZIONE DELL´EURO IN SLOVACCHIA IL 1° GENNAIO 2009  
 
Strasburgo, 18 giugno 2008 - Il Parlamento è favorevole all´adozione dell´euro da parte della Slovacchia il prossimo anno, ma chiede di sorvegliare il tasso di inflazione e di attuare riforme strutturali in taluni settori. Auspica poi campagne d´informazione per spiegare i vantaggi della moneta unica e per ridurre gli aumenti dei prezzi durante il periodo di transizione. Più in generale, ritiene necessario anteporre la conclusione di eventuali procedure di disavanzo al rispetto dei criteri di Maastricht. Con 579 voti favorevoli, 17 contrari e 86 astensioni, il Parlamento ha approvato la relazione di David Casa (Ppe/de, Mt) che esprime parere favorevole all’adozione dell’Euro da parte della Slovacchia il 1° gennaio 2009. L´eurozona conterà quindi 16 Stati membri: Belgio, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Finlandia, Grecia, Slovenia, Cipro, Malta e Slovacchia. I deputati, tuttavia, osservano che il rapporto sulla convergenza 2008 della Bce individua alcuni rischi relativi alla sostenibilità del tasso di inflazione contenuto raggiunto e sollecita l’adozione delle misure necessarie ad evitarne l’insorgenza. Raccomandano pertanto al governo slovacco di istituire un osservatorio per controllare settimanalmente il prezzo di una serie selezionata di prodotti di base «per combattere le false percezioni sull´aumento dei prezzi». La Slovacchia dovrebbe poi garantire un ambiente stabile con un basso tasso di inflazione attraverso un ulteriore consolidamento fiscale ed una politica fiscale sufficientemente rigorosa «al fine di conseguire l´equilibrio del bilancio a medio termine». I deputati invitano quindi le parti sociali slovacche «a mantenere la crescita salariale in linea con la crescita della produttività nell´immediato futuro». Il Parlamento invita il governo slovacco a garantire il proseguimento delle necessarie riforme strutturali nel mercato del lavoro, dei servizi e dei prodotti, garantendo, in particolare, un aumento della mobilità della manodopera e degli investimenti in capitale umano. Lo invita inoltre a garantire la concorrenza, segnatamente in settori sensibili come quello energetico. Esprimendo preoccupazione «per lo scarso sostegno registrato nei confronti dell´euro tra i cittadini slovacchi», il Parlamento invita le autorità slovacche ad intensificare la campagna di informazione pubblica volta «a spiegare i vantaggi della moneta unica» e a adottare tutte le misure necessarie «per ridurre gli aumenti dei prezzi durante il periodo di transizione». Più in generale, il Parlamento ribadisce poi la sua «ferma opinione» secondo cui sarebbe opportuno che la posizione del Consiglio e della Commissione prevedesse di «anteporre alla valutazione del rispetto dei criteri di Maastricht la conclusione obbligatoria di eventuali procedure di disavanzo eccessivo nei confronti di uno Stato membro». In proposito, «si rammarica che la Commissione abbia mancato nuovamente di applicare in modo corretto il trattato sotto questo aspetto» e invita gli Stati membri a consentire alla Commissione di valutare il rispetto dei criteri di Maastricht «sulla base di dati precisi, attuali, affidabili e di elevata qualità». Invita inoltre l´Eurogruppo a migliorare il coordinamento e a controllare l´attuazione effettiva degli impegni politici adottati dai membri della zona euro per assicurare la sostenibilità della convergenza. . . . .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: STANDARD DI QUALITÀ PER LE ACQUE DI SUPERFICIE EUROPEE  
 
Strasburgo, 18 giugno 2008 - Il Parlamento europeo ha approvato definitivamente una direttiva che fissa standard di qualità ambientale per le acque di superficie dell´Ue. Entro il 2018, gli Stati membri dovranno avvicinarsi ai limiti di concentrazione massima ammissibile nell´acqua per un elenco di 33 sostanze inquinanti, che possono anche essere pericolose, come il cadmio o il mercurio. Dovranno poi tenere un inventario delle emissioni, degli scarichi e delle perdite di tali inquinanti per ciascun bacino idrografico. L’inquinamento chimico delle acque di superficie rappresenta una minaccia per l’ambiente acquatico, con effetti quali la tossicità acuta e cronica per gli organismi acquatici, l’accumulo negli ecosistemi e la perdita di habitat e di biodiversità, e una minaccia per la salute umana. Approvando con 673 voti favorevoli, 10 contrari e 5 astensioni un pacchetto di emendamenti di compromesso negoziati con il Consiglio dalla relatrice Anne Laperrouze (Alde/adle, Fr), il Parlamento ha adottato definitivamente una direttiva volta a istituire, come previsto dalla "direttiva quadro sulle acque", standard di qualità ambientale (Sqa) per gli inquinanti o gruppi di inquinanti che presentano un rischio significativo per l´ambiente acquatico, ossia le "sostanze prioritarie" e, all´interno di questa categoria, le sostanze "prioritarie pericolose". Gli Stati membri dovranno attuare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro 18 mesi dalla sua entrata in vigore. Più in particolare, gli standard di qualità ambientale rappresentano «la concentrazione di un particolare inquinante o gruppo di inquinanti nelle acque, nei sedimenti e nel biota che non deve essere superata, per tutelare la salute umana e l´ambiente». Essi sono differenziati a seconda che si tratti di acque interne (fiumi e laghi) o di altra acque di superficie (di transizione, costiere e territoriali). Accogliendo la richiesta del Parlamento, la direttiva ricorda che la politica comunitaria in materia ambientale si basa sui principi di precauzione e d´azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all´ambiente, nonché sul principio "chi inquina paga". La Commissione dovrà verificare, entro il 2018, se gli Stati membri avranno fatto progressi verso l´osservanza degli obiettivi di riduzione graduale dell´inquinamento causato dalle "sostanze prioritarie" e di arresto o eliminazione graduale di emissioni, scarichi e perdite di "sostanze prioritarie pericolose". La data del 2018 rappresenta un compromesso tra la proposta del Consiglio di fissarla al 2025 e quella del Parlamento di anticiparla al 2015. In totale sono 33 le sostanze considerate prioritarie e, tra queste, tredici sono identificate come pericolose, ad esempio il cadmio e il mercurio e gli idrocarburi policiclici aromatici. I deputati avrebbero auspicato introdurre altre 14 sostanze, tra le quali le diossine e i Pcb, in un elenco di quelle da dover esaminare per valutare il loro inserimento tra le sostanze "prioritarie" o "pericolose prioritarie". Il compromesso raggiunto, fatto salvo per l´Etbe, prevede che la Commissione, entro due anni dall´entrata in vigore della direttiva, dovrà considerare questa possibilità e renderne conto al Parlamento europeo e al Consiglio, avanzando eventualmente proposte per identificare nuove sostanze prioritarie e nuove sostanze prioritarie pericolose, e fissare, degli Standard di qualità ambientale per le acque di superficie, i sedimenti o il biota, se necessario. In una prima fase si è ritenuto opportuno, per la maggior parte delle sostanze, limitare la definizione di Sqa a livello comunitario alle sole acque di superficie. Tuttavia, per garantire una protezione contro gli effetti indiretti e l’avvelenamento secondario provocato da esaclorobenzene, esaclorobutadiene e mercurio, gli Stati membri possono decidere di applicare gli Sqa per i sedimenti e/o il biota (pesci, molluschi, crostacei e altro biota). In prossimità degli scarichi da fonti puntuali le concentrazioni degli inquinanti sono di solito più elevate delle concentrazioni ambiente nelle acque. Pertanto, gli Stati membri dovrebbero poter avvalersi di "zone di mescolamento" adiacenti ai punti di scarico, in cui le concentrazioni di uno o più inquinanti possano superare gli Sqa applicabili a condizione, però, che «tale superamento non abbia conseguenze sulla conformità del resto del corpo idrico superficiale ai suddetti standard». Gli Stati membri che ricorrono a questa possibilità, dovranno descrivere nei piani di gestione dei bacini idrografici elaborati a norma della direttiva quadro sulle acque gli approcci e le metodologie applicati per ottenere tali zone. Come richiesto dai deputati, dovranno anche descrivere le misure adottate al fine di ridurre in futuro le dimensioni delle zone di mescolamento. Gli Stati membri dovranno inoltre assicurare che l´estensione di ciascuna di tali zone sia limitata alle vicinanze del punto di scarico e sia proporzionata, «conformemente all´applicazione delle migliori tecniche disponibili». Come richiesto dai deputati, la Commissione dovrà definire, secondo la procedura di regolamentazione, il metodo che gli Stati membri devono applicare per individuare le zone di mescolamento. In base alle informazioni raccolte o ad altri dati disponibili, gli Stati membri dovranno istituire un inventario, corredato di eventuale mappatura, delle emissioni, degli scarichi, delle perdite di sostanze prioritarie e degli inquinanti indicati dalla direttiva per ciascun bacino idrografico o parte di esso all’interno del loro territorio specificandone, se necessario, le concentrazioni per i sedimenti e il biota. Spetterà alla Commissione stabilire le specifiche tecniche per le analisi nonché il metodo che gli Stati membri dovranno utilizzare per istituire gli inventari. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, RIFIUTI: RIDUZIONE, RACCOLTA DIFFERENZIATA, RIUTILIZZO, RICICLAGGIO E RECUPERO  
 
 Strasburgo, 18 giugno 2008 - Il Parlamento europeo ha adottato definitivamente una direttiva che, per proteggere l’ambiente e la salute umana, fissa misure per ridurre la produzione di rifiuti, anche incentivando l´eco-design, e impone il ricorso a regimi di raccolta differenziata entro il 2015 per aumentare di almeno il 50% il riutilizzo e il riciclaggio nel 2020. Prevede poi la definizione di programmi di gestione e prevenzione dei rifiuti e norme in materia di autorizzazioni, responsabilità, sanzioni e ispezione degli impianti. Approvando una serie di emendamenti di compromesso negoziati dalla relatrice Caroline Jackson (Ppe/de, Uk) con il Consiglio, il Parlamento ha adottato definitivamente una direttiva «che stabilisce misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana prevenendo o riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, riducendo gli impatti complessivi dell’uso delle risorse e migliorandone l’efficacia». La direttiva sottolinea inoltre che la politica in materia di rifiuti dovrebbe mirare anche a ridurre l´uso di risorse e, ricordando che la prevenzione dei rifiuti dovrebbe essere una priorità, rileva che «il riutilizzo e il riciclaggio dovrebbero preferirsi alla valorizzazione energetica dei rifiuti», in quanto rappresentano la migliore opzione ecologica. Gli Stati membri dovranno attuare le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore. Nella misura in cui sono contemplati da altra normativa comunitaria, sono esclusi dall´ambito di applicazione una serie di rifiuti quali le acque di scarico, taluni sottoprodotti di origine animale e le carcasse di animali morti per cause diverse dalla macellazione nonché i rifiuti risultanti dalla prospezione, dall’estrazione, dal trattamento e dall’ammasso di risorse minerali o dallo sfruttamento delle cave. Sono inoltre esclusi gli effluenti gassosi emessi in atmosfera, il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, i rifiuti radioattivi, i materiali esplosivi in disuso e la paglia e altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati nell’attività agricola. Gerarchia dei rifiuti: prima di tutto la prevenzione e la riduzione - La direttiva stabilisce una "gerarchia dei rifiuti" che stabilisce in generale un «ordine di priorità» di ciò che costituisce «la migliore opzione ambientale nella normativa e nella politica dei rifiuti». In testa alla gerarchia figura la prevenzione, ossia misure - prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto - che riducono la quantità di rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l´estensione del loro ciclo di vita, gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull´ambiente e la salute umana oppure il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti. Segue poi la preparazione per il riutilizzo, ovvero le operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento. Viene poi il riciclaggio, ossia qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i materiali di rifiuto sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Esso include il ritrattamento di materiale organico ma non il recupero di energia né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento. Segue poi il recupero diverso dal riciclaggio, come il recupero di energia o altre operazioni il cui principale risultato sia di «permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile sostituendo altri materiali». A questo proposito, la direttiva precisa che gli impianti di incenerimento dei rifiuti solidi urbani possono essere intesi come attività di recupero unicamente se rispondono a determinati requisiti di "efficienza energetica" fissati dalla direttiva stessa. Vi è, da ultimo, lo smaltimento che consiste in qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l´operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia, come il deposito in discarica, la biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli, l’iniezione dei rifiuti pompabili in pozzi, in cupole saline o in faglie geologiche naturali, l´incenerimento o il deposito permanente (ad es. Sistemazione di contenitori in una miniera). Al riguardo, la direttiva sottolinea che gli Stati membri «non dovrebbero promuovere, laddove possibile, lo smaltimento in discarica o l´incenerimento di materiali riciclati». Nell´applicare questa gerarchia dei rifiuti, precisa la direttiva, gli Stati membri devono adottare misure volte a incoraggiare le opzioni «che danno il miglior risultato ambientale complessivo». Devono anche tenere conto dei principi generali di precauzione e sostenibilità in materia di protezione dell´ambiente, della fattibilità tecnica e praticabilità economica, della protezione delle risorse nonché degli impatti complessivi sociali, economici, sanitari e ambientali. Raccolta differenziata per aumentare di almeno il 50% il riutilizzo e il riciclaggio - Accogliendo quanto richiesto dai deputati, il compromesso chiede agli Stati membri di adottare le misure necessarie per promuovere il riutilizzo dei prodotti e le attività di preparazione al riutilizzo. Si tratta, in particolare, di incoraggiare la costituzione e il sostegno di reti di riutilizzo e di riparazione, di ricorrere a strumenti economici e a criteri per l´aggiudicazione degli appalti e di fissare obiettivi quantitativi. Gli Stati membri sono chiamati inoltre a prendere misure per promuovere il riciclaggio di alta qualità e, a tal fine, dovranno predisporre regimi di raccolta differenziata dei rifiuti, praticabili dal punto di vista ambientale ed economico, volti a garantire il rispetto dei necessari criteri qualitativi per i pertinenti settori di riciclaggio. Entro il 2015, come chiesto dai deputati, gli Stati membri dovranno quindi istituire regimi di raccolta differenziata «almeno» per la carta, il metallo, la plastica e il vetro. Dovranno pertanto adottare le misure necessarie affinché, entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti domestici di carta, metallo, plastica e vetro (e, possibilmente, di altra origine) sia aumentata complessivamente almeno del 50% in termini di peso. Entro lo stesso anno, inoltre, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di altri materiali di recupero, incluse le operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, dovranno essere aumentati di almeno il 70% in termini di peso. Spetterà alla Commissione stabilire le norme dettagliate di attuazione e di calcolo per verificare il raggiungimento di tali obiettivi e, entro il 2014, dovrà esaminare le misure e gli obiettivi per eventualmente proporne il rafforzamento e l´introduzione di obiettivi per altri flussi di rifiuti. Ogni tre anni, invece, gli Stati membri dovranno stilare una relazione in merito ai risultati ottenuti e, qualora gli obiettivi non fossero raggiunti, spiegarne le ragioni, illustrando le misure che intendono prendere per porvi rimedio. Prevenzione, eco-design e responsabilità estesa dei produttori - A cinque anni dall´entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri dovranno predisporre dei programmi di prevenzione dei rifiuti in cui sono tenuti a fissare «gli obiettivi di prevenzione», descrivere le misure di prevenzione esistenti e valutare l´utilità degli esempi di misure indicate dalla direttiva. Lo scopo di tali obiettivi e misure, è precisato, è «di dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti». La Commissione dovrà inoltre presentare una serie di relazioni accompagnate, se necessario, da proposte di misure a sostegno delle attività di prevenzione e di attuazione dei programmi. Così, entro il 2014, dovrà fissare obiettivi di prevenzione e dissociazione dei rifiuti da raggiungere nel 2020, fondati sulle migliori prassi disponibili. Inoltre, entro il 2011, dovrà formulare un piano d´azione per ulteriori misure di sostegno a livello europeo volte, in particolare, «a modificare gli attuali modelli di consumo» e definire una politica di progettazione ecologica (eco-design) dei prodotti che riduca al contempo la produzione di rifiuti e la presenza in essi di sostanze nocive, favorendo tecnologie incentrate su prodotti sostenibili, riutilizzabili e riciclabili. Più in particolare, per rafforzare la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti, gli Stati membri potranno adottare misure legislative o non legislative volte ad assicurare che qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi e tratti, venda o importi prodotti (produttore del prodotto) sia soggetto ad una responsabilità estesa. Tali misure, è precisato, potranno includere l´accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo l´utilizzo di tali prodotti, nonché la successiva gestione dei rifiuti e la responsabilità finanziaria per tali attività. Potranno anche contemplare, come richiesto dai deputati, l’obbligo di mettere a disposizione del pubblico informazioni relative alla misura in cui il prodotto è riutilizzabile e riciclabile. Gli Stati membri, inoltre, potranno adottare misure appropriate per incoraggiare una progettazione dei prodotti «volta a ridurre i loro impatti ambientali e la produzione di rifiuti durante la produzione e il successivo utilizzo dei prodotti e ad assicurare che il recupero e lo smaltimento dei prodotti che sono diventati rifiuti avvengano in conformità alle disposizioni della direttiva. Tali misure possono incoraggiare, tra l´altro, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti adatti all´uso multiplo, tecnicamente durevoli e che, dopo essere diventati rifiuti, sono adatti a un recupero adeguato e sicuro e a uno smaltimento compatibile con l´ambiente. Nell´applicare la responsabilità estesa del produttore, d’altra parte, gli Stati membri dovranno tenere conto «della fattibilità tecnica e della praticabilità economica» nonché «degli impatti complessivi sociali, sanitari e ambientali», rispettando l´esigenza di assicurare il corretto funzionamento del mercato interno. Una gestione dei rifiuti che non danneggi la salute e l´ambiente - Come principio generale, gli Stati membri devono pendere le misure necessarie per garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana, senza recare pregiudizio all´ambiente e, in particolare, «senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora o la fauna, senza causare inconvenienti da rumori od odori e senza danneggiare il paesaggio o i siti di particolare interesse». Devono inoltre garantire che, all´interno del loro territorio, gli stabilimenti o le imprese che provvedono alla raccolta o al trasporto di rifiuti a titolo professionale «conferiscano i rifiuti raccolti e trasportati agli appositi impianti di trattamento». In forza alla direttiva, secondo il principio "chi inquina paga", i costi della gestione dei rifiuti devono essere sostenuti dal produttore iniziale o dai detentori del momento o dai detentori precedenti dei rifiuti. Gli Stati membri, tuttavia, possono decidere che i costi della gestione dei rifiuti siano sostenuti parzialmente o interamente dal produttore del prodotto causa dei rifiuti e che i distributori di tale prodotto possano contribuire alla copertura di tali costi. Gli Stati membri provvedono affinché le rispettive autorità competenti predispongano uno o più piani di gestione dei rifiuti che coprano, singolarmente o in combinazione tra loro, la totalità del loro territorio. Questi dovranno comprendere un’analisi della situazione della gestione dei rifiuti esistente nonché le misure da adottare per migliorare una preparazione per il riutilizzo, un riciclaggio, un recupero e uno smaltimento dei rifiuti corretti dal punto vista ambientale. Più in particolare, dovranno includere almeno il tipo, quantità e fonte dei rifiuti prodotti all´interno del territorio, i sistemi di raccolta dei rifiuti e grandi impianti di smaltimento e recupero esistenti, una valutazione della necessità di nuovi sistemi di raccolta, della chiusura degli impianti per i rifiuti esistenti, di ulteriori infrastrutture per gli impianti per i rifiuti e, se necessario, degli investimenti correlati, nonché le informazioni sufficienti sui criteri di riferimento per l’individuazione dei siti e la capacità dei futuri impianti di smaltimento o dei grandi impianti di recupero. Autorizzazioni, responsabilità e sanzioni - La direttiva chiede agli Stati membri di imporre a qualsiasi ente o impresa che intende effettuare il trattamento dei rifiuti di ottenere l’autorizzazione dell´autorità competente. Tale autorizzazione, che può essere concessa per un periodo determinato ed essere rinnovata, dovrà precisare almeno i tipi e i quantitativi di rifiuti che possono essere trattati, i requisiti tecnici e di altro tipo applicabili al sito interessato, le misure precauzionali e di sicurezza da prendere, il metodo da utilizzare per ciascun tipo di operazione, le operazioni di monitoraggio e di controllo che si rivelano necessarie e, infine, le disposizioni relative alla chiusura e agli interventi ad essa successivi che si rivelano necessarie. L’autorizzazione dovrà essere negata qualora l´autorità competente ritenga che il metodo di trattamento previsto «sia inaccettabile dal punto di vista della protezione dell’ambiente». E´ poi precisato che le autorizzazioni concernenti l´incenerimento o il coincenerimento con recupero di energia «sono subordinate alla condizione che il recupero avvenga con un livello elevato di efficienza energetica». Gli enti o le imprese che effettuano operazioni di trattamento dei rifiuti, gli enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti a titolo professionale, gli intermediari e i commercianti nonché gli enti o le imprese che producono rifiuti pericolosi dovranno essere soggetti a adeguate ispezioni periodiche da parte delle autorità competenti. Le ispezioni relative alle operazioni di raccolta e di trasporto dei rifiuti dovranno riguardare «l’origine, la natura, la quantità e la destinazione dei rifiuti raccolti e trasportati». Gli Stati membri potranno precisare le condizioni della responsabilità e decidere in quali casi il produttore originario conserva la responsabilità per l´intera catena di trattamento o in quali casi la responsabilità del produttore e del detentore può essere condivisa o delegata tra i diversi soggetti della catena di trattamento. Possono anche decidere che la responsabilità di provvedere alla gestione dei rifiuti sia sostenuta parzialmente o interamente dal produttore del prodotto causa dei rifiuti e che i distributori di tale prodotto possano condividere tale responsabilità. Gli Stati membri saranno inoltre tenuti a adottare le misure necessarie per vietare l´abbandono, lo scarico e la gestione incontrollata dei rifiuti e dovranno emanare le misure relative alle sanzioni da infliggere in caso di violazione delle disposizioni della direttiva e assicurarne l´applicazione. Le sanzioni dovranno essere «efficaci, proporzionate e dissuasive». . .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE POSITIVAMENTE IL VOTO DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA REVISIONE DELLA DIRETTIVA "RIFIUTI"  
 
 Bruxelles/strasburgo, 18 giugno 2008 - La Commissione europea si compiace del voto di ieri con cui il Parlamento europeo ha approvato in seconda lettura l´accordo raggiunto con il Consiglio sulla revisione della direttiva quadro sui rifiuti, il pilastro principale della politica Ue di gestione dei rifiuti. Il commissario europeo per l´ambiente, Stavros Dimas, ha dichiarato al riguardo: "La nuova direttiva produrrà un cambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti – da peso indesiderato a risorsa preziosa – e contribuirà a trasformare l´Europa in una società che ricicla. Il testo introduce un approccio moderno alla gestione dei rifiuti, precisando le definizioni, assegnando maggiore importanza alla prevenzione e fissando nuovi e ambiziosi obiettivi in materia di riciclaggio. La maggiore chiarezza delle definizioni e i principi di gestione dei rifiuti enunciati dalla direttiva permetteranno di risolvere i problemi interpretativi, ridurranno il numero di procedimenti giudiziari e istituiranno una solida base giuridica per il funzionamento del settore del trattamento dei rifiuti". Il commissario Dimas ha ringraziato la relatrice del Pe, onorevole Caroline Jackson, e la presidenza slovena per il lavoro svolto, che ha permesso di trovare un accordo in seconda lettura sulla revisione della direttiva, evitando così il ricorso alla procedura di conciliazione. La revisione della direttiva ha recepito molte modifiche proposte dal Parlamento europeo. In sintesi il testo: fissa nuovi obiettivi in materia di riciclaggio che gli Stati membri dovranno conseguire entro il 2020, con tassi di riciclaggio del 50% per i rifiuti domestici e simili e del 70% per i rifiuti di costruzione e demolizione; rafforza le disposizioni in materia di prevenzione dei rifiuti imponendo agli Stati membri l´obbligo di elaborare programmi nazionali di prevenzione dei rifiuti e impegnando la Commissione a riferire sulle politiche di prevenzione e a fissare obiettivi in questo ambito; stabilisce una chiara "gerarchia" in cinque fasi delle opzioni di gestione dei rifiuti, in base alla quale la prevenzione è la soluzione privilegiata, seguita dal riutilizzo, dal riciclaggio, da altre forme di recupero e dallo smaltimento sicuro come ultima ratio; chiarisce un numero di definizioni importanti, quali il riciclaggio, il recupero e lo stesso concetto di “rifiuto”. In particolare la direttiva distingue tra rifiuti e sottoprodotti e stabilisce quando un rifiuto – sottoposto a riciclaggio o ad altro trattamento – cessi di essere tale. La nuova direttiva consentirà inoltre di semplificare la legislazione Ue sui rifiuti, sostituendo tre direttive in vigore: l´attuale direttiva quadro sui rifiut, la direttiva sui rifiuti pericolosi e la direttiva sugli oli usati. Per maggiori informazioni: Homepage della Dg Env sulla politica dei rifiuti: http://ec. Europa. Eu/environment/waste/index. Htm .  
   
   
I MINISTRI DEL G8 S´IMPEGNANO AD AUMENTARE IL FINANZIAMENTO DELLA RICERCA PER UN´ECONOMIA A BASSA EMISSIONE DI CARBONIO  
 
Bruxelles, 18 giugno 2008 - I partecipanti alla riunione dei ministri di Scienza e tecnologia del G8 in Giappone si sono impegnati ad aumentare il finanziamento della ricerca per consentire un´economia a bassa emissione di carbonio. ´Ci siamo impegnati ad aumentare gl´investimenti per la R&s [ricerca e sviluppo] sia di base che applicata nei settori dell´ambiente e dell´energia pulita, e per promuoverne la commercializzazione, anche mediante il finanziamento pubblico diretto e le misure fiscali atte a incoraggiare gl´investimenti del settore privato´, si legge nel documento di sintesi della presidenza. Alla riunione, svoltasi il 15 giugno ad Okinawa (Giappone), hanno partecipato i ministri per la scienza dei paesi del G8 (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Canada, Giappone, Russia e Usa) e Janez Potocnik, il commissario per la scienza e la ricerca dell´Ue, oltre a rappresentanti di Brasile, Cina, India, Messico, Filippine, Corea del sud e Sudafrica. La discussione si è concentrata su tre settori: come arrivare a una società a bassa emissione di carbonio grazie alla cooperazione internazionale nella ricerca; la cooperazione scientifica e tecnologica con i paesi in via di sviluppo; le risorse per la cooperazione nella ricerca e sviluppo. Sul primo punto i ministri hanno sottolineato il ruolo fondamentale che ricerca, tecnologia e innovazione debbono svolgere per affrontare con successo le sfide ambientali e della sicurezza energetica. Hanno inoltre riconosciuto che non sarà sufficiente limitarsi a migliorare l´efficienza delle tecnologie esistenti, ma che bisognerà invece arrivare ad un ´fondamentale salto in avanti nei settori scientifico e tecnologico´. I ministri ribadiscono la necessità d´incoraggiare la cooperazione internazionale in un´ampia gamma di tecnologie energetiche, incluse l´energia da fusione (al centro del progetto Iter), la cattura e stoccaggio del carbonio, e lo sviluppo di nuove tecnologie in grado di produrre biocombustibili da materiali non usati nell´agricoltura per l´alimentazione. ´Si tratta di una priorità´, si sostiene nella sintesi della riunione. Per quel che concerne la cooperazione nella ricerca con i paesi in via di sviluppo, i partecipanti hanno raggiunto un accordo sul fatto che ´il progresso scientifico e tecnologico nei paesi del terzo mondo è fondamentale per il loro sviluppo sostenibile´. I ministri riconoscono che l´istruzione e lo sviluppo infrastrutturale sono imprescindibili per aiutare i paesi in via di sviluppo a vincere le sfide cui si trovano confrontati, e suggeriscono che un modo per arrivare allo sviluppo delle capacità potrebbe essere quello di mettere i ricercatori dei Pvs in condizione di lavorare più in contatto con quelli del G8 e con le strutture formative. Per evitare la fuga dei cervelli, sarà però necessario mettere a punto meccanismi che incoraggino gli scienziati a tornare nei loro paesi di origine. Nell´ottobre 2008 è previsto un workshop in Giappone per discutere il problema della cooperazione scientifica e tecnologica tra G8 e paesi in via di sviluppo. I ministri hanno infine discusso la cooperazione nell´uso delle risorse di ricerca, sottolineando l´importanza di evitare doppioni nella costruzione di strutture di ricerca a grande scala. In questa ottica hanno accettato di procedere a uno ´scambio d´informazioni, ad esempio l´accessibilità, sulle attuali strutture di ricerca a grande scala, e di dati di base, ad esempio scala, priorità e tempi di realizzazione, delle future strutture previste in ciascun paese´. I partecipanti hanno anche trattato l´importanza della mobilità nella ricerca, con particolare attenzione al concetto di ´circolazione dei cervelli´, con cui i paesi G8 procedono a un interscambio di ricercatori con i Pvs. Le conclusioni dell´incontro di Okinawa verranno usate nel vertice del G8 che si svolgerà a luglio ad Hokkaido (Giappone). Nel frattempo la Presidenza italiana del G8 ha annunciato che prevede di organizzare nel 2009 una seconda riunione dei ministri di Scienza e tecnologia del G8. .  
   
   
AREE DI MONTAGNA: DURNWALDER A BRUXELLES RELATORE PER LE REGIONI EUROPEE  
 
Bolzano, 18 giugno 2008 - Nella sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni in programma mercoledì 18 e giovedì 19 giugno a Bruxelles, davanti a 900 membri che si ritrovano nel Parlamento europeo, il presidente della Provincia Luis Durnwalder sarà il relatore del progetto di parere delle Regioni sul futuro delle aree di montagna in Europa. Previsto anche un incontro con Danuta Hübner, Commissario Ue per la politica regionale. Il progetto di parere del presidente Durnwalder è stato approvato in marzo dalla Commissione sviluppo sostenibile all´interno del Comitato delle Regioni e ora passa al vaglio del plenum prima di essere trasmesso alla Commissione europea: ai rappresentanti di Regioni e municipalità dell´Ue, riuniti da domani al Parlamento europeo di Bruxelles, Luis Durnwalder illustrerà giovedì mattina la sua relazione incentrata sulle raccomandazioni politiche per la tutela e lo sviluppo della montagna nell’Unione europea. Il dossier affronta i vari aspetti: economia montana, turismo, agricoltura, telecomunicazioni, paesaggi culturali e biodiversità, lingue e formazione. Le iniziative da assumere a favore delle Regioni europee di montagna, punto di partenza per uno specifico Libro verde dell´Ue, verranno spiegate anche nella conferenza stampa che Durnwalder e la collega presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, terranno congiuntamente domani alle 14. La presidente Bresso è incaricata dal Comitato delle Regioni di redigere il parere di iniziativa sul Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale che dovrà dare un nuovo slancio alla cooperazione regionale in Europa. Nel corso della "due giorni" di Durnwalder a Bruxelles è previsto anche un incontro con il Commissario Ue alle politiche regionali, la polacca Danuta Hübner. .  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI APRILE 2008  
 
Roma, 18 giugno 2008 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di aprile 2008.
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 31. 271
Spese 41. 897
di cui: spesa per interessi 4. 385
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) -10. 626
Copertura
Totale 10. 626
Titoli a breve termine 2. 500
Titoli a medio-lungo termine 10. 462
Titoli esteri 2. 026
Altre operazioni (1) -4. 362
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (Sdds) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito (Collegamento a sito esterno http://dsbb/imf. Org). .
 
   
   
BANCHE, ABI; STRUMENTI DI PAGAMENTO SEMPRE PIÙ EUROPEI ENTRA NEL VIVO LA MIGRAZIONE ALLA SEPA, L’AREA UNICA DEI PAGAMENTI IN EURO. IL 50% DEI BONIFICI DEGLI ITALIANI È GIÀ FATTO COL CODICE INTERNAZIONALE IBAN.  
 
 Roma, 18 giugno 2008 - Carte di pagamento, bonifici e addebiti sempre più “europei”. Con l’avvio della Sepa, l’Area unica dei pagamenti in euro, infatti, è entrato nel vivo il processo di trasformazione dei principali strumenti per la gestione del denaro sul conto corrente. Come previsto nella tabella di marcia del “Piano nazionale di Migrazione”, da gennaio di quest’anno è già disponibile il bonifico Sepa e nel giro di cinque mesi, a maggio, il 50% dei bonifici degli italiani è stato fatto con il codice internazionale Iban. Il punto della situazione è stato fatto oggi dall’Abi, nel corso del convegno “Spin” al Palazzo dei Congressi di Roma, al quale hanno partecipato anche il Presidente della rete che collega le autorità antitrust europee, Irmfried Schwimann, i responsabili dei sistemi di pagamento della Banca d’Italia, Franco Passacantando, e della Bce, Jean-michel Godeffroy, ed altri rappresentanti di istituzioni, banche e imprese. “La Sepa – ha detto il direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra – è un ulteriore tassello fondamentale per la costruzione dell’Europa unita, dopo l’introduzione dell’euro. La realizzazione di un mercato integrato dei pagamenti con condizioni, diritti e obblighi uniformi, è un contributo importante all’abbattimento delle barriere che ancora separano i singoli stati europei anche in un ambito così centrale ed importante nella vita quotidiana come i sistemi di pagamento. Un sistema dei pagamenti integrato, infatti, è un fattore critico di coesione istituzionale oltre che economico”. Cos’è Sepa - Sepa è l’Area unica dei pagamenti in euro, all’interno della quale si possono effettuare e ricevere pagamenti utilizzando un unico conto bancario ed un’unica carta, indipendentemente dal paese in cui ci si trova e senza più differenze tra pagamenti nazionali ed europei. Alla Sepa aderiscono 31 paesi europei. I bonifici “europei” - Da gennaio di quest’anno le banche mettono a disposizione dei loro clienti i bonifici Sepa. La principale novità per il cliente è l’uso del codice internazionale Iban (International Bank Account Number), che sostituisce le vecchie coordinate bancarie (Abi, Cab e numero di conto) e va utilizzato ogni volta che si effettua un bonifico in Italia e all’estero. L’iban identifica il paese, la banca, lo sportello e il conto corrente di ciascun cliente (in Italia si compone di 27 caratteri) e permette quindi di raggiungere facilmente e con certezza tutti i beneficiari nei 31 paesi dell’area Sepa, con tempi massimi di esecuzione del bonifico garantiti che, quando sarà recepita la nuova direttiva per i servizi di pagamento, saranno progressivamente ridotti ad un solo giorno. Le carte di pagamento e le prossime tappe - Quanto alle carte di pagamento, tutte quelle emesse dal primo gennaio di quest’anno rispondono alle caratteristiche previste dalla Sepa ed entro il 2010 saranno sostituite tutte quelle emesse negli anni passati. Dalla fine dell’anno prossimo, infine, andrà progressivamente in pensione il vecchio Rid e l’addebito sul conto corrente avverrà con il nuovo Sepa Direct-debit. .  
   
   
CITTADINANZATTIVA SU RINVIO CLASS ACTION: UN RINVIO CHE SA DI INSABBIAMENTO. VITTORIA SOLO DELLE LOBBY CHE TEMEVANO LE AZIONI RISARCITORIE.  
 
 Roma, 18 giugno 2008 - E´ un pessimo segnale: non era certo il miglior testo possibile, ma rinviarlo sino a gennaio, dopo gli sforzi condotti dalle organizzazioni per testare nei fatti e senza speculazioni questo strumento di tutela, non è certo un buon avvio per questo Ministro. Questa la dura presa di posizione di Cittadinanzattiva in merito al rinvio dell´entrata in vigore delle norme sulla azione collettiva risarcitoria. Ci sembra solo una ennesima vittoria delle lobby, parlamentari e non, a danno dei cittadini-consumatori. Se ieri si parlava di depenalizzare tout court i reati legati al danno da malpractice, oggi questa pessima notizia di un “rinvio” che sa di insabbiamento, effettuato nonostante la netta opposizione di tutte le organizzazioni dei consumatori e non solo. .  
   
   
DA FORMIGONI L´AMBASCIATORE DI SINGAPORE LOO YONG ALLO STUDIO UN FONDO DI SOSTEGNO PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
Milano, 18 giugno 2008 - Diversi i temi che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, affiancato dal sottosegretario alle Relazioni internazionali Robi Ronza, ha affrontato ieri mattina a Palazzo Pirelli con l´ambasciatore di Singapore, Loo Choon Yong. "Lo scorso mese di novembre - ha detto Formigoni - ho guidato una missione istituzionale a Singapore durante la quale ho incontrato tutte le più alte autorità dello Stato e aperto dei rapporto bilaterali interessanti. In quell´occasione - ha ricordato Formigoni - ho avuto un colloquio anche con i responsabili della Singapore Airlines che mi dissero il loro interesse strategico per Malpensa e per allargare ulteriormente la loro presenza in Europa". A seguito della missione una folta rappresentanza asiatica ha deciso di partecipare all´ultima edizione del Salone del Mobile. Inoltre la Singapore Airlines ha aperto un collegamento aereo quotidiano con Malpensa. Singapore con i risultati eccellenti che continua a far registrare sui mercati internazionali è il posto dove sempre più aziende, non solo italiane, decidono di investire. "Per - questo - ha detto ancora Formigoni - continuiamo a lavorare in stretto raccordo per l´apertura di un fondo ad hoc a loro destinato". Formigoni ha anche tramite l´ambasciatore rinnovato l´invito al il Senior Minister di Singapore a partecipare a una prossima riunione del Comitato Strategico per la Competitività. .  
   
   
TRATTATO DI LISBONA E COMUNITA’ MONTANE AL CENTRO DELL’INTERVENTO DI CAVERI (VALD’AOSTA)  
 
 Bruxelles, 18 giugno 2008 – Il trattato di Lisbona e la paventata soppressione delle Comunità Montane italiane sono state al centro del discorso del Presidente della Regione, on. Luciano Caveri, intervenuto ieri a Bruxelles al seminario “Quale futuro per i territori di montagna nella politica europea dopo il 2013?”, organizzato dall’Associazione Europea degli Eletti di montagna, al Comitato delle Regioni. “I montanari europei di oggi – ha esordito il Presidente Caveri – voterebbero a favore o contro il trattato breve, recentemente bocciato dal referendum irlandese? A favore, per il fatto che in questo trattato, per la prima volta, si parla di coesione territoriale, per la prima volta si parla e si riconosce la montagna. Ma, in realtà, non possiamo negare una sorta di incomprensione nei confronti di un’Unione Europea che stenta a dare concretezza a misure e azioni a favore della montagna. ” Passando al caso italiano, il Presidente Caveri ha dichiarato che “se fino a qualche mese fa la situazione appariva paralizzata nell’attesa di una legge nuova sulla montagna – in sostituzione a quella in vigore che risale agli anni 90 –, oggi il Governo di centro destra torna su una proposta, già fatta propria dal Governo di centro sinistra, e cioè la soppressione tout court delle Comunità Montane. In alternativa a questa misura draconiana ma inutile, sarebbe auspicabile prendere in considerazione la logica europea della proposta di legge sulla montagna presentata in Parlamento dal Consiglio della Valle d’Aosta, in cui si affrontano i temi cardine che dovrebbero essere oggetto di una direttiva comunitaria sulla montagna. ”. .  
   
   
GOVERNO IMPUGNA DUE LEGGI REGIONALI IN MATERIA DI EMERGENZA SANITARIA E DI MATERIALI INERTI  
 
Aosta, 18 giugno 2008 – La Presidenza della Regione Val d’ Aosta informa che, nella sua ultima seduta, il Governo Berlusconi, su proposta del Ministro per gli affari regionali, Raffaele Fitto, ha deciso di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale due leggi regionali votate dal Consiglio Valle. La prima impugnativa riguarda la nuova disciplina dell’emergenza-urgenza sanitaria. Le censure governative si appuntano in particolare sulle norme riguardanti l’inquadramento nei ruoli della dirigenza medica dei medici di emergenza territoriale convenzionati, in possesso di determinati requisiti professionali, ritenute, secondo il Governo, in contrasto con la disciplina nazionale che tale inquadramento prevedeva ma con effetti limitati nel tempo e ormai esauriti, e sulle norme relative alle competenze degli autisti-soccorritori, ritenute afferenti alle competenze professionali sanitarie proprie degli infermieri. L’altra impugnativa, invece, consegue a quella già decisa dal precedente Governo e riguarda una norma contenuta nella legge regionale sulle cave concernente lo stoccaggio dei materiali inerti. Ancora una volta, le doglianze governative si incentrano sull’asserita, integrale riconducibilità degli inerti da scavo alla disciplina rigorosa dei rifiuti, assoggettabilità che la Regione ha ritenuto e ritiene di non condividere anche e soprattutto alla luce delle modificazioni recentemente apportate dal legislatore statale al Codice dell’ambiente, volte ad escludere le terre e rocce da scavo dall’ambito di applicazione della disciplina sui rifiuti a determinate condizioni, da verificare caso per caso e comunque preordinate alla salvaguardia ambientale. “Anche questa Legislatura – commenta il Presidente della Regione Luciano Caveri – si apre con una scarsa considerazione delle prerogative legislative di cui godono le regioni ad autonomia differenziata come la Valle d´Aosta in materie significative. Come già era avvenuto con le impugnative decise dal Governo Prodi nei confronti della Valle d’Aosta in particolare nelle materie riguardanti l’urbanistica e l’ambiente, sembra infatti che il Governo Berlusconi, nel formulare i rilievi alle leggi della Regione, non tenga conto delle particolari e più ampie competenze di cui la Regione gode in virtù del suo Statuto Speciale, tendendo a considerare l’Autonomia Speciale alla stregua dell’autonomia delle Regioni ordinarie. Mi auguro che il nuovo Governo possa in futuro evitare certi contenziosi costituzionali”. .  
   
   
IL VICEPRESIDENTE DELLA GIUNTA RE GIONALE CALABRESE SULLA MANOVRA DEL GOVERNO  
 
Reggio Calabria, 17 giugno 2008 - Un’ulteriore stretta economica del Governo sta per abbattersi sulla Calabria con la decurtazione stimata di altri 520 milioni di Euro, attraverso l’imminente decreto per il contenimento della spesa pubblica per il triennio 2009-2011. L’allarme è stato lanciato ieri dal vice-presidente della Calabria, Domenico Cersosimo, che ha partecipato all’incontro politico con il Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto. “Pochi mesi fa –ha detto Cersosimo- ci avevano detto che non avrebbero messo le mani nelle tasche degli italiani, ma a parte i 300 milioni già presi per Alitalia adesso le mettono in quelle di Regioni ed Enti Locali. Tra la copertura per il taglio già effettuato dell’Ici e la prossima manovra finanziaria la Calabria verrà scippata di circa un miliardo e forse più”. “E’ una mazzata. I calabresi devono sapere che avranno meno risorse a disposizione per sanità, servizi sociali, infrastrutture, stabilizzazioni di precari, trasporto pubblico, tutela dell’ambiente, forestali e per tanti altri servizi. Senza contare poi –aggiunge Cersosimo- il particolare accanimento del Governo nei confronti dei piccoli Comuni e delle Comunità Montane che spesso sono l’unico presidio del territorio in tante aree disagiate della Calabria”. Le Regioni, comunque, nonostante la critica unitaria (sia di centrodestra che di centrosinistra) espressa oggi al Ministro Fitto, hanno assicurato la propria disponibilità a lavorare assieme al Governo per concorrere al risparmio della spesa pubblica purché non si tocchi almeno sanità e trasporto pubblico locale. “Nei fatti –ha sostenuto Cersosimo- la nostra leale collaborazione non mi sembra che sarà accettata, se domani il Consiglio dei Ministri varerà i provvedimenti di cui neppure abbiamo avuto la bozza del testo”. “Nel Governo torna in auge, rivisitata e rimessa a nuovo, la finanza creativa del Ministro Tremonti che nasconde le spese complessive della pubblica amministrazione, non ci coinvolge preventivamente nel controllo dei dati economico-fiscali dello Stato, ma poi tira fuori dal cilindro la sforbiciata sui bilanci degli altri Enti. Infatti, sui 34 miliardi di Euro complessivi della riduzione del deficit statale entro il 2011 le Regioni e gli Enti Locali probabilmente dovranno mettere 17,4 miliardi, circa il 50%, quando lo Stato ridurrà le proprie spese di solo 10 miliardi in quanto prevede di attivare maggiori entrate per 7 miliardi. Ma non è finita qui, perché si parla di ridurre il Fondo sanitario nazionale di altri 6 miliardi in tre anni, nonostante le Regioni abbiano firmato un patto istituzionale ed alcune siano impegnate nel rientro dei disavanzi. Insomma, questa volta, -ha concluso Cersosimo- sarà un gioco di prestigio mettere le mani nelle tasche degli italiani senza farsene accorgere”. .  
   
   
PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO IRPET SULL’ECONOMIA: SE CRESCE L’ITALIA, CRESCE ANCHE LA TOSCANA  
 
 Firenze, 18 giugno 2008 - «Se cresce l’Italia cresce anche la Toscana, se si ferma l’Italia si ferma anche la Toscana. Da tempo sostengo che non esiste un problema toscano, ma esiste un problema nazionale, che riguarda l’intero paese e in questo senso anche la Toscana». Così il presidente della Regione Claudio Martini spiega, concludendo i lavori alla presentazione del rapporto Irpet sulla situazione economica, il cambiamento di marcia dell’economia regionale nel corso del 2007. «Le previsioni – ha detto Martini esprimendo la sua preoccupazione - parlano di due anni di crescita lenta. Una crescita che, se confermata in tali termini, rischia di essere insufficiente a garantire l’offerta di opportunità e i necessari standard di welfare. Per questo dobbiamo lavorare su due livelli, quello nazionale ed europeo e quello regionale. La Toscana – ha! proseguito - sta dentro il convoglio Italia e le sue difficol! tà ; sono anche le nostre. Quello della crescita, dunque, è un grande tema nazionale, una priorità, che ci impone tuttavia di inseguire non un modello di sviluppo purchessia ma fondato sulla qualità sostenibile. E la Toscana deve riuscire a svolgere con maggiore protagonismo un ruolo nazionale». «Con il governo – ha detto ancora Martini - dobbiamo avere un rapporto costruttivo e di collaborazione: se è vero che il tema della crescita del paese è prioritario, noi siamo pronti a fare la nostra parte: quello che chiediamo è che si apra subito un confronto tra governo e regioni. Del resto – ha precisato il presidente - il dossier-Toscana che abbiamo inviato al governo indica tutte le questioni necessarie a sostenere la nostra economia: se parte questa fase della collaborazione noi siamo pronti». Quanto ai rapporti con l’Unione Europea, Martini ha detto: «Alcune risposte ai nos! tri problemi stanno a Bruxelles, penso in particolare agli accordi internazionali sul commercio e gli scambi. Per questo mi preoccupa una Unione che anziché diventare un soggetto politico autorevole si indebolisce come accaduto con il voto del referendum irlandese. Una Ue più divisa e incerta sulla scena mondiali riduce la sua capacità di difendere le nostre produzioni. E questo ci preoccupa». «E’ in questo quadro complessivo – ha concluso Martini – che noi vediamo i problemi della Toscana, problemi che non debbono essere sottovalutati ma affrontati con decisione. Penso all’innovazione, all’internazionalizzazione, alla semplificazione, all’energia, alle infrastrutture. Sono tutte questioni che sono già all’attenzione del governo regionale e su cui stiamo lavorando». .  
   
   
ACCORDO TRA REGIONE E AGENZIA DELLE ENTRATE SUGLI ACCERTAMENTI IRAP RESTANO IN TOSCANA GLI EURO RACCOLTI CON LOTTA ALL’EVASIONE  
 
 Firenze, 18 giugno 2008 - La Regione incasserà e potrà utilizzare direttamente le somme raccolte grazie alla lotta all’evasione dell’Irap. È il risultato della sigla dell’accordo integrativo con l’Agenzia delle entrate da parte dell’assessorato a bilancio e finanze, in base alla convenzione per la gestione della stessa Irap attualmente in vigore. L’intesa è stata resa possibile dall’approvazione della legge regionale finanziaria per il 2008 che ha introdotto una apposito articolo, l’11 bis, relativo alla disciplina regionale dell’Irap. «Abbiamo raggiunto un risultato innovativo che vede la Toscana in prima fila insieme soltanto alla Lombardia e al Veneto – afferma l’assessore regionale a bilancio e finanze Giuseppe Bertolucci – e che si muove nella direzione di una corretta attuazione del federalismo fiscale. Il versamento diretto nelle ! casse regionali dei proventi derivanti dagli accertamenti fisc! ali sull ’Irap eviterà inutili passaggi allo Stato di introiti regionali a pieno titolo, che saranno immediatamente a nostra disposizione a favore delle necessità dei cittadini di questa regione». .  
   
   
NORME COMUNI PER COMBATTERE IL DEGRADO NELLE CITTÀ: LA SICUREZZA NON SI AFFRONTA COME UN’EMERGENZA, MA RIDUCENDO IL DISAGIO  
 
Firenze, 18 giugno 2008 - La sicurezza non è solo quella dell’ordine pubblico ed è qualcosa di più complesso che si costruisce giorno dopo giorno, non certo militarizzando le città o reagendo come di fronte ad un´emergenza. La sicurezza si costruisce con una serie di interventi e azioni coordinate, che coinvolgono più fronti. E si affronta anche combattendo il degrado, con un progetto di legge ad esempio a cui la giunta regionale sta già lavorando, per intervenire su quei fenomeni, non sempre configurabili come fattispecie criminali, che comunque producono alti indici di insofferenza e allarme sociale: per preservare le comunità da situazioni di potenziale pericolo ma anche per tutelare semplicemente quiete e tranquillità delle persone, per favorire la convivenza civile, la vivibilità delle città e l’igiene. Norme regionali, valide ! per tutti, che integreranno quelle nazionali. Il vicepre! sidente della giunta regionale toscana Federico Gelli lo spiega durante il convegno sulle città sicure, parte dell´iniziativa nazionale “100 eventi in 100 città”, organizzato oggi dalla Regione all´Istituto degli Innocenti di Firenze. Ben venga il sostegno e l´aiuto alle forze dell´ordine, dice, ed anche alle polizie locali. Ben vengano gli investimenti sulla loro formazione. Ma la sicurezza è anche altro. Occorre prevenire e ridurre il degrado delle città, sottolinea il vice presidente Gelli: paure e fenomeni criminali si prevengono riqualificando quartieri e periferie e combattendo l’emarginazione. Occorre rendere le città più accoglienti e più armoniche, aggiunge, occorre favorire il lavoro di squadra e investire anche sull´educazione alla legalità dei cittadini e soprattutto dei giovani. Ed è questo che la Regione Toscana, già dal 2001, sta facendo. «Non condividiamo l! ´allarmismo che sulla sicurezza anche il governo sta facendo - dice - Noi seguiamo un nostro percorso». «Le nostre città sono cambiate o stanno cambiando volto – ricorda – cambiano le allocazioni delle funzioni, si creano nuove infrastrutture, nascono nuove e diverse periferie, muta il rapporto tra centro e periferia, nascono nuovi bisogni». «La popolazione – prosegue - è cambiata, stanno prevalendo le eterogeneità, le diversità, emergono in modo più pressante i problemi dell’integrazione legati a nuove o vecchie emarginazioni. C’è una violenza tragica, come quella domestica di cui danno testimonianza le associazioni di volontariato che lavorano positivamente in Toscana accanto alle istituzioni». «Un mancato governo politico di questi processi – conclude Gelli – avrebbe l’effetto di indebolire la coesione sociale e le parti di popolazione gi&ag! rave; esposte e meno tutelate». Ci sono i dati sul! la press ione criminale e le logiche dei sentimenti di insicurezza, la cui percezione non sempre appare giustificabile dai fatti e su cui incidono anche fattori di portata ‘planetaria’ come globalizzazione o terrorismo. La ricetta? Leggere il concetto di sicurezza in termini di sostenibilità e gestire le questioni della sicurezza in modo sistematico. Ed è la lettura che ha cercato di dare il convegno di oggi, analizzando il rapporto tra sicurezza e spazi urbani, tra centri e periferie, le sicurezza per le donne e i bambini nel loro vivere quotidiano, la sicurezza nel rapporto tra i giovani scolari toscani e un’idea di città sostenibile e infine mobilità intelligente e sicurezza stradale, visto che nelle città gli incidenti sono la prima causa di morte tra i giovani tra i 14 e 25 anni e per molti cittadini la prima preoccupazione. .  
   
   
COOPERAZIONE NEI BALCANI: IL 19 GIUGNO UN CONVEGNO INTERNAZIONALE A PORTONOVO ´ L´APPUNTAMENTO SI INSERISCE NELL´AMBITO DEL PROGRAMMA PER L´INIZIATIVA ADRIATICO IONICA.  
 
Ancona, 18 giugno 2008 - Un´occasione per la valutazione strategica delle iniziative di cooperazione decentrata realizzate nei Balcani. E´ quanto si propone la conferenza internazionale ´La cooperazione decentrata italiana con i Balcani: lezioni apprese e orientamenti futuri´ che si svolgera` giovedi` 19 giugno all´Hotel La Fonte a Portonovo nell´ambito dell´Iniziativa Adriatico Ionica. L´idea di questo appuntamento nasce dall´esigenza di dare rilievo al contributo fornito alla cooperazione decentrata al processo di stabilizzazione, sviluppo e ricostruzione dell´area balcanica , diffondendo i risultati dei numerosi progetti realizzati dalle Regioni Italiane. I lavori cominceranno alle 9. 30 con i saluti del sindaco di Ancona Fabio Sturani e gli interventi del presidente della Regione Gian Mario Spacca, del vicepresidente dell´Euro Regione Adriatica Michele Iorio e del vicedirettore generale della Direzione Europa Ministero Affari Esteri Sergio Busetto. Alle 10. 30 e` prevista la sessione ´Lezioni apprese e indicazioni per il futuro´. Forniranno il loro contributo Vito Amoruso per la Regione Puglia, il direttore dell´Oics Gildo Baraldi e il direttore del Cespi Jose Luis Rhi-sausi che presentera` la pubblicazione ´Partenariati territoriali Italia ´ Balcani´. Alle 11 seguiranno le ´Esperienze a confronto´ . Fabrizio Pizzanelli parlera` di ´Governance dello sviluppo rurale in Istria´; Luigi Merli della ´Pianificazione del territorio in Albania´; Giorgio Garelli del ´Trasferimento di know how per lo sviluppo delle Pmi nel Cantone di Zenica´; Graziano Lorenzon delle ´Iniziative di sviluppo socioeconomico in Serbia´ e Marco Capodaglio dello ´Sviluppo di un´agenzia di animazione territoriali a Scutari per la creazione di imprese sociali´. Alle 12. 30 infine si affrontera` il tema ´Politica e cooperazione per l´integrazione dei Balcani nell´Unione Europea´ con il presidente della Regione Durazzo Seid Kertusha. Alle 13. 30 i lavori si concluderanno con un pranzo. Nel pomeriggio, alle 17. 15, il viceministro degli Affari esteri della Grecia Petros Doukas verra` in visita in Regione, nella sede della giunta a Palazzo Raffaello e sara` ricevuto dal presidente Spacca. .  
   
   
COOPERAZIONE - SAHARAWI, IL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO BERTELLI HA INCONTRATO IERI IL MINISTRO SALEK BABA E OMAR MIH (RAPPRESENTANTE POLISARIO IN ITALIA)  
 
Bologna, 18 giugno 2008 – Prosegue la collaborazione tra la Regione Emilia-romagna e i Saharawi, il popolo in esilio da oltre trent’anni nel Sahara occidentale. Ieri il sottosegretario alla presidenza della giunta Alfredo Bertelli ha incontrato una delegazione composta da Omar Mih (rappresentante del Polisario in Italia) e Salek Baba, ministro della Cooperazione dei Saharawi. Un’occasione, per il ministro, per raccontare la situazione, sempre molto critica, all’interno dei campi profughi e le difficoltà legate al lento procedere dei negoziati. Bertelli ha ribadito la volontà della giunta – "ufficializzata" dalla consegna di una lettera – a portare avanti la collaborazione con i Saharawi. Prosegue così l’impegno della Regione, insieme a enti locali e ong, per rendere meno difficile la vita nei campi profughi, soprattutto ai bambini e alle donne. "Manterremo questo livello di cooperazione – ha assicurato il sottosegretario – , importante per affrontare i problemi più acuti: scuola, servizi sociali, l’approvvigionamento dell’acqua, la formazione per gli operatori, il sostegno alle donne. E continueremo ad appoggiare l’idea che il negoziato in corso possa avere effetti positivi nel rispetto delle risoluzioni dell’Onu sul diritto all’ autodeterminazione del popolo saharawi". Tantissimi negli anni gli interventi attivati dalla Regione per i Saharawi, sia in Emilia-romagna (con l’accoglienza estiva dei bambini), sia nei campi profughi algerini dove vive la maggior parte della popolazione: azioni di controllo e prevenzione delle malattie del sangue e del fegato, consegna di aiuti umanitari e farmaci, percorsi di formazione nel settore sanitario, ginecologico e pediatrico, sostegno e riabilitazione per i disabili, campagne di alfabetizzazione per le donne. .  
   
   
APEL (ASSEMBLEA PERMANENTE DEGLI ENTI LOCALI), ULTERIORE PASSO VERSO IL FEDERALISMO  
 
 Rubano (Pd), 18 giugno 2008 - L´assemblea Permanente degli Enti Locali è stata deliberata da 64 Comuni veneti e dalle sette Province della Regione. Ora il Consiglio Regionale avvierà l´iter di esame. L´apel (Assemblea Permanente degli Enti Locali) muove i suoi primi passi. 64 Comuni Veneti e le sette Province della Regione hanno depositato la delibera di approvazione del nuovo organo presso il Consiglio Regionale. Ora lo stesso Consiglio è obbligato per legge ad avviare l´iter di esame, primo “step” in vista dell´approvazione definitiva. “L´apel è un organo previsto dalla riforma del Titolo Quinto della Costituzione del 2001 – spiega Vanni Mengotto, presidente Anciveneto”. In particolare, il quarto comma dell´articolo 123 recita testualmente: “In ogni Regione, lo statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali, quale organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali”. Tranne che in Veneto. Eppure l´Apel, secondo la già concordata proposta di legge, diventerebbe uno strumento fondamentale per il buon governo delle amministrazioni. Fra le varie funzioni, quella di dare parere obbligatorio sulle leggi regionali riguardanti gli enti locali e sul bilancio regionale. “L´assemblea delle autonomie influenza l´attività legislativa della Regione – continua Mengotto – anche se esprime pareri non vincolanti. E´ il primo passo verso il vero federalismo. Con questo nuovo strumento superiamo il modello delle conferenze miste: disunite, disorganiche e senza voce in capitolo quando c´è da discutere su questioni riguardanti gli enti locali. In questo senso l´Apel permette di costruire un fronte unico e compatto. Inoltre l´Assemblea delle autonomie esercita una sorta di controllo politico sulla finanza regionale; fornisce pareri obbligatori su disegni di legge relativi all´approvazione dei bilanci di previsione e alla finanziaria regionale, nonché sul Dpef. E si accorda con la Giunta sui criteri per la ripartizione delle risorse da destinare a comuni e province”. .  
   
   
SIGLATI IN VENETO 9 ACCORDI PER NUOVI PIANI DI ASSETTO TERRITORIALE  
 
Venezia, 18 giugno 2008 - Altri nove Comuni veneti si sono aggiunti ieri alla già lunga lista delle Amministrazioni che hanno sottoscritto con la Regione del Veneto i rispettivi Accordi di Copianificazione per la redazione del proprio Piano di Assetto Territoriale – Pat – (l’ex Piano Regolatore Generale). Ieri a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, l’Assessore all’Urbanistica Renzo Marangon e i vari Sindaci o loro delegati hanno firmato gli Accordi che porteranno alla definizione dei Pat dei Comuni di Trecenta, Lusia e Ficarolo (Rovigo), Codognè e San Vendemmiano (Treviso), Ponte nelle Alpi (Belluno), Cona (Venezia), Bovolenta (Padova) e Carrè (Vicenza). Per Codognè, San Vendemmiano e Cona hanno sottoscritto gli Accordi anche le rispettive Amministrazioni Provinciali, che parteciperanno direttamente alla copianificazione, possibilità questa espressamente prevista dalla legge urbanistica regionale. La procedura prevede ora che i Comuni attivino la fase della concertazione sul proprio territorio; presentino un rapporto sul quadro conoscitivo della loro realtà territoriale; adottino il Piano e realizzino una Conferenza di Servizi per l’esame delle osservazioni che perverranno dai cittadini. Conclusa questa fase di concertazione e approvazione in sede comunale, ognuno dei Piani verrà ratificato dalla Giunta regionale e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (Bur), per avere efficacia entro i 15 giorni successivi. Il Piano di Assetto Territoriale Comunale è lo strumento di pianificazione urbanistica che delinea le scelte strategiche di assetto e sviluppo per il governo del territorio, al fine di perseguire la tutela dell’integrità fisica ed ambientale, nonché dell’identità culturale e paesaggistica. Tra le sue finalità, il Pat mira a indirizzare scelte verso una trasformazione urbanistica equilibrata, armonica, e policentrica, ed uno sviluppo adeguato a soddisfare le esigenze socio-economiche del presente, senza compromettere la conservazione e l’utilizzo futuro delle risorse del territorio, in particolare quelle non riproducibili. .  
   
   
BERGAMO: INTERSCAMBIO COMMERCIALE NEL I° TRIMESTRE 2008  
 
Bergamo, 17 giugno 2008 - Le esportazioni originate dalla provincia di Bergamo nei primi tre mesi del 2008 (dati provvisori di fonte Istat passibili di rettifiche significative soprattutto per i valori delle importazioni) sono state pari a 3. 175 milioni di euro contro un valore delle importazioni destinate alla nostra provincia di 2. 120 milioni. La dinamica rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente è di +7,2% per l’export e di -0,3% per l’import. La variazione congiunturale non destagionalizzata, calcolata sul trimestre precedente, è invece negativa: –1,6% per l’export e – 4,1% per l’import. L’aumento tendenziale dell’export è superiore al dato medio nazionale (+5,4%) e regionale lombardo (+4,9%). La crescita tendenziale dell’export è in grande misura dovuta ai prodotti della meccanica (+16,1% le macchine, +8,8% le macchine elettriche, +3,2% i mezzi di trasporto) e ai prodotti in metallo (+8,3%). Limitandosi ai settori di peso significativo, buoni progressi si riscontrano anche nella gomma-plastica (+10%), nella carta-editoria (+5,8%) e nei prodotti alimentari (+6,9%). Il tessileabbigliamento vede una contrazione dell’export del -2,6% (e una riduzione ancor più vistosa delle stesse importazioni). In riduzione anche l’export dei prodotti chimici (-2,4%), dei minerali non metalliferi (-4,8%) e dei prodotti in legno (-7,8%). E’ marcatamente diversa, rispetto a Italia e Lombardia, la dinamica nelle due macrodestinazioni (Unione Europea ed extra Unione Europea) dell’export provinciale. Le esportazioni di Bergamo verso l’Unione Europea hanno superato i 2. 055 milioni con un aumento del +10,3% sul primo trimestre del 2007 contro variazioni molto più tenui del dato nazionale (+1,6%) e lombardo (+1,7%). All’opposto, l’export extraeuropeo di Bergamo, che sfiora i 1. 120 milioni nei primi tre mesi dell’anno, cresce solo del + 2% contro aumenti di +11,4% in Italia e di +9,9% in Lombardia. In calo l’export destinato ai paesi dell’Asia orientale Anche la dinamica congiunturale dell’export di Bergamo conferma un’analoga divaricazione: +2,4% la crescita trimestrale verso l’Unione Europea e – 8,3% verso i paesi extraeuropei. Nello specifico dell’interscambio con i singoli Paesi si conferma il ruolo trainante della Germania a cui Bergamo destina il 17% del suo export e da cui riceve il 24,5% delle sue importazioni totali: l’export trimestrale è in crescita del +7,5%. Ancor più spiccata la dinamica delle esportazioni verso la Francia (+ 14,4%). Variazioni notevoli, del dato parzialmente significativo del primo trimestre, si registrano anche verso Austria, Paesi Bassi, Belgio, Grecia, Romania e Russia. Rallenta l’export verso la Cina (e ancor più le importazioni), si riduce quello verso la Turchia. .  
   
   
SARDEGNA: SEI AREE MINERARIE IN AFFITTO PER 70 ANNI  
 
Cagliari, 18 Giugno 2008 - La Regione ha bandito sei gare per assegnare altrettante aree di particolare interesse paesaggistico del Sulcis-iglesiente. Le aree saranno date in affitto per la durata di 70 anni. Alcune saranno invece vendute. Oggetto delle proposte sono sei aree e gli edifici esistenti su di esse. Erano sede di diverse attività e utilizzate per differenti scopi. Su ciascuna di esse si trovano edifici o strutture, tutti attualmente dismessi: si tratta di impianti minerari, edifici per abitazioni, cave. L´assegnazione in affitto o la vendita comportano l´obbligo per l´affittuario o l´acquirente di riqualificazione, con piani di sviluppo e di valorizzazione economica, turistica, naturalistica e ricettiva. Le aree oggetto del concorso sono le seguenti: 1. "Laveria Malfidano" (proprietà Igea Spa), Comune di Buggerru; 2. "Planu Sartu" (Igea Spa), Comune di Buggerru; 3. "Su monti de su Sennori" (Palmas Cave Srl), Comune di Sant´antioco; 4. "Ponti" (Seamag), Comune di Sant´antioco; 5. "Seruci" (Carbosulcis Spa), Comune di Gonnesa; 6. "Villaggio Normann" (Igea Spa), Comune di Gonnesa. Per ciascuna area il termine di presentazione delle domande è fissato per le ore 13 di lunedì 8 settembre 2008. .  
   
   
LOMBARDIA: GESTIRE I RISCHI SIGNIFICA PREVENIRE STANZIAT DALLA REGIONE 35 MILIONI CONTRO LE MORTI BIANCHE  
 
Milano, 18 giugno 2008 - "I modelli organizzativi per la gestione dei rischi: le imprese eccellenti testimoniano" è il titolo del convegno svoltosi in Assolombarda al quale è intervenuto l´assessore all´Artigianato e Servizi della Regione Lombardia, Domenico Zambetti. "Gestire i rischi - ha detto Zambetti - significa innanzitutto prevenire. Per questo Regione Lombardia si è attivata per educare una cultura d´impresa che mette il lavoratore ed i cittadini al centro del sistema". Regione Lombardia a gennaio ha varato un Piano sicurezza in collaborazione con Elba (Ente lombardo bilaterale artigianato) e con le parti sociali, che prevede un impegno di oltre 2 milioni di euro per valorizzare le imprese e formare, per quanto riguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro, non solo i dipendenti ma anche i datori di lavoro. A febbraio, Regione Lombardia ha stanziato 35 milioni di euro per combattere il fenomeno delle morti bianche attraverso agevolazioni per le imprese efficienti nella sicurezza dei luoghi di lavoro, attraverso una serie di controlli. Sempre a febbraio l´assessore Zambetti ha sottoscritto per la Regione con il ministero dello Sviluppo Economico un Protocollo d´Intesa per la diffusione in Lombardia delle linee guida Ocse (Organizzazione cooperazione sviluppo economico) nel settore delle piccole e medie imprese. "Ogni intervento in questo ambito - ha concluso l´assessore Zambetti - ha rappresentato prima di tutto un investimento sulla vita e sulle condizioni di vita ma anche uno strumento per responsabilizzare tutti i protagonisti coinvolti. La ricchezza è anche questo: l´eccellenza del prodotto non può che essere il risultato dell´eccellenza di un processo e di un contesto che rispetti, tuteli e valorizzi le buone prassi" .  
   
   
GRUPPO ANTONIO MERLONI - INCONTRO PRESIDENTE-SINDACATI. LA DIFESA DELL´OCCUPAZIONE DIVENTA DIFESA DI UN INTERO TERRITORIO.  
 
Ancona, 18 giugno 2008 - Sono molte le preoccupazioni per i risvolti occupazionali che si possono aprire con le difficolta` della Antonio Merloni, per i lavoratori del gruppo, per quelli dell´indotto, per il territorio e quindi il reddito delle famiglie. E´, infatti, un intero territorio che rischia di andare in sofferenza, un territorio dove il 54% della forza lavoro e` occupata nel settore metalmeccanico, un dato questo che non ha uguali nel resto della regione. E´ fermo e determinato l´impegno di Regione e sindacati per la difesa del lavoro e delle prospettive dell´intero territorio. E´ quanto e` emerso nell´incontro di ieri tra il presidente Spacca e il sindacato, sia confederale che di categoria. Ci vuole, si e` detto, un forte monitoraggio della situazione per comprendere le ripercussioni che potrebbero ricadere sul distretto e sul territorio. Pertanto e` necessario che si attivi una governance credibile in grado di seguire i processi. Positivo quanto manifestato dalla proprieta` a proseguire in direzione di un impegno finanziario a sostegno del piano industriale e creare le condizioni per il consolidamento del Gruppo. Soprattutto serve una forte solidarieta` di tutta la regione nei confronti del territorio fabrianese per favorire i processi di riallocazione delle risorse umane che saranno coinvolti nel processo di ristrutturazione: e` questo l´impegno che si sono assunti Regione e forze sociali fortemente preoccupati per i livelli occupazionali. Nel medio periodo occorrera` lavorare per fare in modo che l´imprenditoria di Fabriano si allarghi ad altri settori e, nello stesso tempo, cresca e si sviluppi il settore terziario, in modo da alleggerire la fragilita` di un´economia a struttura monosettoriale . Regione e sindacati si sono dati una decina di giorni per verificare eventuali nuove situazioni. Rimane confermato, per il 24 giugno, l´incontro a Fabriano tra le Regioni Marche e Umbria. .  
   
   
COMMERCIO, LA GIUNTA LIGURE APPROVA BANDO DI 250 MILA EURO PER GLI ENTI PUBBLICI "EQUI E SOLIDALI"  
 
Genova, 18 giugno 2008 - Duecentocinquantamila euro a favore degli Enti pubblici che faranno scelte eque e solidali. Sono stati resi disponibili ieri dalla Giunta regionale ligure e si vanno ad aggiungere ai 400 mila di euro già stanziati dalla Giunta regionale per favorire il commercio equo solidale in Liguria. I contributi decisi dalla Giunta andranno a favore di quegli enti locali che inseriranno prodotti equi e solidali nei capitolati della ristorazione scolastica, nei propri distributori automatici e nei propri acquisti per coffee-break, catering, rinfreschi. Sono stati inoltre riaperti i termini del primo bando a favore del commercio equo e solidale lanciato nell´autunno scorso per favorire gli investimenti in favore del settore. "Oggi - ha spiegato l´assessore regionale allo Sviluppo Economico, Renzo Guccinelli - completiamo l´attuazione dei provvedimenti per il commercio equo e solidale con un totale di risorse stanziate pari a 650mila euro. L´obiettivo è quello di agevolare gli Enti pubblici nel coprire la differenza finanziaria di costo tra i prodotti convenzionali e quelli equi e solidali e finanziare azioni di informazione presso gli studenti e le loro famiglie su questo tipo di commercio". "Inoltre - continua Guccinelli - diamo continuità ad un´azione a favore di questo tipo di commercio che sta incontrando crescente favore presso i consumatori, concepito come un modello di sviluppo che parte dal basso e che può colmare gli squilibri tra nord e sud del mondo". Dopo aver realizzato una legge apposita sul commercio equo e solidale la Liguria ha ricevuto un premio da parte dell´assemblea generale italiana del commercio equo e solidale, quale prima regione italiana equa e solidale per i provvedimenti legislativi ed attuativi a favore di questo tipo di commercio, rispettoso delle compatibilità ambientali e sociali dei paesi in via di sviluppo. A questo è seguita Equa, la prima fiera regionale sul commercio equo e solidale, tenutasi dal 23 al 25 maggio a Genova che ha fatto registrare 25. 000 presenze. .  
   
   
CONTRIBUTI A CHI BREVETTA  
 
Pordenone , 18 giugno 2008 - Nel quadro degli interventi sostenuti dall’Amministrazione regionale e finalizzati alla tutela dei prodotti brevettati ai sensi della L. R. 26/2005, la Camera di Commercio di Pordenone concede contributi di compartecipazione alle spese per l’assistenza legale nell’avvio o nella definizione di procedimenti stragiudiziali o giudiziali connessi alla tutela di brevetti relativi a invenzioni industriali, modelli di utilità e disegni o modelli concernenti beni prodotti nel territorio della regione. Il fondo a disposizione della Camera di Commercio di Pordenone è pari a € 29. 484,00. Sono soggetti beneficiari le piccole e medie imprese, in qualsiasi forma costituite, aventi sede o unità operativa nel territorio della provincia di Pordenone. Sono ammissibili le spese per prestazioni rese da Consulenti abilitati ed iscritti all’albo dei consulenti in proprietà industriale o da Professionisti abilitati all’esercizio della professione forense. L’intensità dell’incentivo è pari al 50% della spesa ammissibile, entro il limite massimo di 6. 000,00 Euro. Le imprese interessate possono presentare domanda di contributo alla Camera di Commercio di Pordenone fino al 30 giugno 2008. La domanda dovrà essere presentate a mano presso l’Ufficio Regolazione del Mercato della Cciaa di Pordenone, durante l’orario di apertura al pubblico degli sportelli (8. 30–13. 15 sabato escluso e giovedì 14. 45-16. 45) e dovrà essere corredata da una relazione illustrativa sul tipo di attività di assistenza di cui l’impresa intende avvalersi, nonché da un preventivo analitico di spesa. Gli incentivi saranno concessi secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande, determinato dal timbro datario e dall’orario di ricevimento apposti al momento della presentazione a mano della domanda di contributo, fino ad esaurimento dei fondi disponibili. La documentazione giustificativa delle spese sostenute ed il pagamento delle spese medesime, ivi compresi gli anticipi, devono essere di data successiva a quella di presentazione della domanda. Il bando è on-line su www. Pn. Camcom. It. Per ulteriori informazioni e chiarimenti in merito al bando, è possibile contattare l’Ufficio Regolazione del Mercato ai numeri di telefono 0434. 381247/248 o scrivendo a regolazionemercato@pn. Camcom. It. .  
   
   
VERBANO CUSIO OSSOLA – CORSO PER ASPIRANTI NEO IMPRENDITORI  
 
Verbania, 18 giugno 2008 - L’amministrazione Provinciale del Vco ha aggiudicato a Camera di Commercio ed Associazioni di Categoria l’appalto per l’affidamento dei servizi di supporto all’imprenditorialità previsti dal Fondo strutturale Europeo-obiettivo 3 – Misura D3 –Linea 4. L’associazione Temporanea “Nuova Impresa”, che vede riunite la Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola, in collaborazione con Api Vco e No, Cia Vco, Cna Vco, Confartigianato Vco e No, Confcommercio Vco, Confesercenti Vco e No, Coldiretti Vco e No, Unione Industriale Vco, organizza: una giornata di formazione gratuita per aspiranti imprenditori e neoimprenditori sul “Mettersi in proprio” L´incontro si svolgerà in Camera di Commercio lunedì 23 giugno, dalle ore 9,00 alle ore 18,00. Il seminario intende fornire agli aspiranti imprenditori i primi elementi per orientarsi in un mercato sempre più dinamico e competitivo ed aiutarli ad approcciarsi alla creazione di un’impresa in modo più consapevole. Gli obiettivi che si intendono raggiungere nella giornata di formazione sono quelli di: analizzare il percorso imprenditoriale e i principali elementi di crisi per le aziende neonate individuare gli strumenti necessari per valutare la reale fattibilità della propria idea imprenditoriale acquisire le fondamentali indicazioni per scegliere tra le diverse persone giuridiche di impresa acquisire elementi base del sistema fiscale italiano L´approccio interattivo, dinamico e concreto che caratterizza il seminario ne fa una giornata di lavoro improntata all´operatività. Il seminario fornirà a tutti coloro che intendono creare un’impresa conoscenze e strumenti per valutare opportunità e problematiche del mettersi in proprio. La partecipazione è gratuita, previa iscrizione, ed è aperta a tutti gli aspiranti imprenditori e neoimprenditori. Per maggiori informazioni od iscrizioni contattare il Servizio Promozione delle Imprese e Sviluppo del Territorio ai seguenti numeri di telefono 0323/912833-837 oppure l´indirizzo mail: promozione@vb. Camcom. It. .  
   
   
LODI: CONTRIBUTI A SOSTEGNO DELLA RETE DISTRIBUTIVA E COMMERCIALE  
 
Lodi, 18 giugno 2008 - Anche l’impresa commerciale produce innovazione. Ovviamente seguendo logiche specifiche, spingendo sull’uso massiccio della tecnologia, da un lato per sviluppare la propria vocazione alla personalizzazione e all’unicità della prestazione, dall’altro per ripetere e controllare meglio i propri processi organizzativi e di marketing. Questa duplice direzione incoraggia soluzioni operative che producono innovazione sia sotto il profilo delle risorse materiali, quali le attrezzature, sia sotto quello delle risorse immateriali. Il bando “Innova-retail” della Regione Lombardia e del sistema camerale, al quale partecipa con un proprio contributo la Camera di Commercio di Lodi viene perciò rivolto a favorire l’adozione da parte di imprese commerciali di soluzioni innovative finalizzate a promuovere l’introduzione di sistemi avanzati di gestione, attraverso pacchetti office e software evoluti dei processi organizzativi interni (gestione di prodotto, delle scorte, degli ordini, carte fedeltà, codici a barre, penne ottiche, etc. ), sia nei confronti della clientela e del mercato, sia delle imprese fornitrici; nonché di progetti per la sicurezza (video-sorveglianza, video-protezione con cassetta di registrazione, telecamere collegate alle forze dell’ordine, impianti antintruzione, antifurto, di allarme satellitare collegati a centrali di vigilanza) e per il risparmio energetico (attrezzature per il lavaggio di stoviglie, forni elettrici o micro onde di categoria A, impianti fotovoltaici, impianti solari termici). Ai contributi sono ammessi esclusivamente gli acquisti di beni nuovi di fabbrica installati nella sede operativa, esclusi gli investimenti in leasing, spese di consulenza e di installazione. La disponibilità relativa al territorio lodigiano ammonta a un massimo di 120. 000, 00 euro. Beneficiarie le imprese commerciali al dettaglio e i pubblici esercizi, iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Lodi, in attività al momento della presentazione della richiesta di contributo e al momento della relativa liquidazione, che non abbiano più di 15 dipendenti e presentino un fatturato o un totale di bilancio inferiore ai 10 milioni di euro. Il contributo è a fondo perduto ed è pari a 35% dell’investimento ammesso. La presentazione della domanda di accesso al bando è possibile esclusivamente tramite procedura informatica on line raggiungibile dal portale regionale (http://www. Regione. Lombardia. It) navigando nella sezione della Direzione Generale Commercio Fiere Mercati e direttamente disponibile al seguente indirizzo internet: http://89. 96. 190. 11/ .  
   
   
CONSIGLIERE REGIONALI E PROVINCIALI DI PARITÀ A CONFRONTO SUL PIANO PARI OPPORTUNITÀ DELLA CALABRIA  
 
Reggio Calabria, 18 giugno 2008 - La chiusura del Piano Pari opportunità della Calabria e la valutazione dei risultati relativi al seminario sul Bilancio di genere, tenutosi il 9 e 10 giugno scorsi a Copanello, sono stati i principali punti della riunione della Rete regionale di Parità Il percorso del Piano sta volgendo al termine e le consigliere di Parità calabresi lavoreranno alla stesura degli obiettivi e delle strategie da sviluppare per la formulazione di una proposta di legge regionale sulle politiche di genere. Per quanto riguarda, invece, l’esperienza del Bilancio di genere, le consigliere regionali Stella Ciarletta e Tommasina Lucchetti hanno raccolto la proposta delle Province di organizzare sul territorio tavoli tecnici di confronto con gli amministratori locali per sperimentare l’avvio di tale strumento nei Comuni, in collaborazione con il Centro di formazione Cfpel di Catanzaro. La consigliera Ciarletta ha espresso la volontà di lavorare con la Rete alla diffusione delle informazioni relative ai bandi regionali per la promozione dell’occupazione femminile, in seno ai Piani d’azione “Adattabilità” e “Occupabilità” programmati nell’ambito del Por Calabria. “La presenza delle consigliere di Parità sul territorio ha affermato Stella Ciarletta - è una risorsa importante che può permettere una diffusione capillare delle notizie e dare, così, la possibilità a tutte le donne, anche quelle con difficoltà di accesso a Internet o lontane dalle sedi degli uffici regionali, di conoscere le fonti di finanziamento che la Regione Calabria ha stanziato per il lavoro femminile”. “Il nostro compito - ha aggiunto la consigliera - sarà quello di veicolare il più possibile informazioni chiare e precise. La possibilità di poter ottenere un rimborso delle spese affrontate per la cura dei propri figli, così come il credito che la Regione offre a tutte le donne che vogliano avviare una microimpresa o un attività di lavoro autonomo, rappresentano occasioni di crescita per tutto il tessuto sociale calabrese. Per questo lavoreremo, consigliere regionali e provinciali, in stretta sinergia per raggiungere il maggior numero possibile di destinatarie”. .  
   
   
PROGETTO “SPORTELLO DONNA & SVILUPPO” SEMINARI FORMATIVI SULLA CREAZIONE D’IMPRESA  
 
Locorotondo, 18 giugno 2008 - Il progetto Donna & Sviluppo favorirà, gratuitamente e mediante azioni integrate di formazione, accompagnamento e consulenza, il processo di sviluppo e promozione di nuova imprenditorialità al femminile, partendo da quelle che sono le idee e le motivazioni personali e professionali delle donne stesse. Quindi, è indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi, che le donne partano da una maggiore consapevolezza circa il proprio ruolo nel sistema produttivo, concretizzandolo attraverso la creazione di nuova imprenditorialità, in forma singola e associata, favorendo lo sviluppo economico del proprio territorio. Un ulteriore supporto per conoscere e valorizzare le proprie risorse individuali, le competenze, le capacità, gli interessi, le attitudini personali e definire un progetto professionale, sarà offerto dai consulenti di orientamento attraverso lo strumento di Bilancio di Competenze. Il progetto “Donna & Sviluppo” provvederà, per le donne che vogliono rafforzare la propria motivazione al lavoro autonomo, alla formazione e all’accompagnamento per la creazione d’impresa, offrendo assistenza e tutoraggio per lo sviluppo di nuove imprese in linea con i fabbisogni territoriali. La fase di formazione sarà sviluppata da esperti su: temi inerenti la creazione d’impresa • finanziamenti europei, nazionali, regionali e locali per le donne • azioni positive delle pari opportunità • i processi di innovazione aziendale -innovazione di prodotto e di processo (strategie di marketing territoriale) • gestione d’impresa, tipologie di imprese, tipologie di organizzazione aziendale • comunicazione aziendale (importanza del proprio ruolo nei processi di comunicazione interna ) e gestione risorse umane. La fase di accompagnamento sarà sviluppata attraverso percorsi di gruppo e individuali in: creazione d’impresa in base anche ai risultati del bilancio delle competenze • creazione di imprese cooperative, per le donne che dovessero maturare la volontà di costituirsi in gruppi • percorso di accompagnamento al lavoro: creazione cv, atteggiamenti professionali inerenti al ruolo, start up aziendale, role playing • nello specifico, durante la fase di project work, particolare attenzione sarà affidata al bando regionale Principi Attivi di Bollenti Spiriti destinato alle giovani donne di età compresa tra i 18 e i 32 anni • visite individuali o di gruppo in realtà aziendali d’interesse. La formazione sarà integrata da studio individuale e formazione a distanza e comprenderà: • dispense in power point o Cd/dvd da visionare • esercitazioni pratiche individuali o di gruppo (es. Modulo di marketing e strategie territoriali) • ricerche individuali o di gruppo • test di verifica I temi dei Seminari verteranno su: Normative e Finanziamenti per la Creazione D´impresa, Organizzazione Aziendale e Gestione delle Risorse Umane, Marketing e Strategie Territoriali, Fund Raising , Pari Opportunità . I Seminari Formativi, in collaborazione con le Amministrazioni Comunali che sostengono il progetto, si svolgeranno a Martina Franca presso la Sala del Museo delle Pianelle c/o Palazzo Ducale, a partire dal 18 Giugno, ogni Lunedi’ e Mercoledi’ dalle 14. 00 alle 20. 00 - Cisternino presso la Sala Consiliare e/o la Biblioteca Comunale a partire dal 18 Giugno, ogni Mercoledi’ e Venerdi’, dalle 14. 00 alle 20. 00 - Alberobello presso la Sala Consiliare del Comune, a partire dal 19 Giugno, ogni Martedi’ e Giovedi’ dalle 14. 00 alle 20. 00 Le attività di project work si svilupperanno nei mesi di Luglio e Settembre 2008. Le attività di Accompagnamento alla creazione d’impresa continuano nel mese di Settembre 2008 Per registrarsi ai Seminari Formativi gratuiti sulla creazione d’impresa è possibile rivolgersi agli Sportelli Donna & Sviluppo o all’Agenzia Formativa Ploteus in C. Da San Marco,128 a Locorotondo o telefonando ai n° tel. 0804383093 - 0804383241 o all’indirizzo e_mail info@ploteus. It donnaesviluppo@yahoo. It .  
   
   
NASCE IN PUGLIA IL DISTRETTO TECNOLOGICO DELL´ENERGIA  
 
Bari, 18 giugno 2008 - “Il Distretto rappresenta un punto di forza, una scelta strategica nell’industrializzazione sostenibile del nostro territorio”. Lo ha dichiarato il Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Sandro Frisullo presentando in conferenza stampa insieme al Rettore dell’Università del Salento prof. Domenico Laforgia e al Dirigente dell´Assessorato Davide Pellegrino, la nascita del Distretto Tecnologico dell’ Energia. “Dopo il Dhitech di Lecce (per l’hi-tech) – ha proseguito Frisullo – il Distretto della Meccatronica di Bari e il Dare di Foggia per l’agroalimentare, questo quarto distretto consentirà di realizzare in Puglia una rete di ricerca pubblico-privata e di trasferimento tecnologico in materia di energia sviluppando anche la produzione di componentistica per le rinnovabili”. Frisullo ha ricordato che “l’Assessorato allo Sviluppo Economico ha già predisposto i regimi di avvio per gli impianti che producono energie rinnovabili e per il risparmio energetico. Recentemente ha sottoscritto due accordi di programma, uno per la rete pilota per l’erogazione di idrogeno e l’altro per il solare termodinamico. Noi desideriamo che la Puglia abbia la leadership per gli impianti, adottando una strategia industriale che porti qui l’energia. Questo distretto che vede la partecipazione di attori pubblici così importanti, darà la possibilità di coinvolgere piccole e grandi imprese che progettino e innovino”. A promuovere il distretto sono Università e Centri di ricerca pubblici. Dieci soggetti in tutto che in una fase successiva coinvolgeranno le imprese private. Si tratta dell’Università del Salento (che ha coordinato i lavori preparatori del nuovo distretto), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), dell’Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (Enea), del Centro Ricerca Turbomacchine e Sistemi Energetici (Ce. R. Tu. S. ) di Firenze, del Politecnico di Bari, del Politecnico di Torino, del Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano, dell’Università degli Studi di Bari, dell’Università Kore di Enna, dell’Università di Roma 3. Nel documento di istituzione del “Distretto tecnologico dell’energia” scrivono: “Gli effetti della nascita di un distretto tecnologico consistono in una crescita complessiva del contenuto innovativo delle tecnologie utilizzate e, pertanto, in un rafforzamento dei meccanismi di innovazione e trasferimento tecnologico. Tale processo può essere di stimolo anche per i settori più tradizionali, che potranno sfruttare le opportunità offerte dalla ricerca sui nuovi materiali e sulle nuove tecnologie. In conclusione, si tratterà di allargare le filiere tradizionali alle nuove tecnologie trasversali, che possono arricchire il contenuto tecnologico delle produzioni nazionali”. L’attività del Distretto Tecnologico dell’Energia si concentrerà su sette assi di ricerca: sistemi di riduzione e riutilizzo della Co2, Smart technologies per le smart grids, sistemi innovativi per la generazione di energia elettrica da fonte solare, sistemi innovativi per la produzione di energia da fonte eolica, sistemi innovativi per la produzione di energia elettrica e calore da biomasse, il vettore idrogeno, sistemi innovativi per la produzione di energia elettrica da fonte geotermica profonda. Intenti che si sposano integralmente con la politica dalla Regione Puglia in materia di energia. La Puglia oggi è la regione con la migliore produzione energetica. Da sola produce il 10% dell’energia di tutta Italia. Una quantità che rappresenta quasi il doppio del suo fabbisogno. Inoltre la Puglia è la regione che ha investito di più per gli strumenti incentivanti per le energie rinnovabili: ha impegnato, per gli anni 2000-2006, 38. 473. 578,20 di euro. È la prima regione per la produzione di eolico, tra le prime per il fotovoltaico e si sta dotando di un regolamento per le biomasse. .  
   
   
ENERGIA –GIUNTA VENETA SU CENTRALE TERMOELETTRICA CONA  
 
 Venezia, 18 giugno 2008 - E’ favorevole, con prescrizioni, il parere di compatibilità ambientale della Regione sul progetto di una centrale termoelettrica in Comune di Cona, ma l’autorizzazione alla realizzazione è subordinata all’eventuale esito negativo della procedura nazionale relativa alle centrali di Loreo e Porto Tolle. La centrale di Cona, insomma, potrà essere avviata solo qualora non venisse approvata una delle altre due centrali vicine. Lo ha deciso la Giunta veneta, su proposta dell’assessore agli investimenti strategici Renato Chisso, prendendo atto del voto espresso a maggioranza sull’argomento dalla Commissione Regionale di valutazione di Impatto Ambientale. “In sostanza la Commissione Via – ha spiegato Chisso – ha ritenuto che il progetto di per sé possa essere valutato dal punto di vista tecnico favorevolmente, considerando tra l’altro che la nuova centrale sarebbe molto più efficiente di altre di vecchio tipo, producendo più energia a costo minore e con emissioni di gas serra molto più contenute. Tuttavia un giudizio definitivo non può essere disgiunto da una considerazione più complessiva che riguarda anche altre centrali esistenti o in progetto a non molta distanza, come quelle di Marghera, Porto Tolle e Loreo. In questo caso, l’inquinamento atmosferico prodotto non può riguardare lo specifico ambito locale ma uno a più vasto raggio, mentre la valutazione d’impatto ambientale deve considerare la situazione effettiva alla luce di quella che sarà la situazione sulla base delle centrali esistenti e autorizzate. E questo sia per quanto riguarda la capacità di produzione di energia, sia la situazione ambientale che ne deriva, sia la strategia di diversificazione delle fonti energetiche, di sviluppo delle fonte rinnovabili e della rete elettrica di trasmissione esistente e prevista”. “Non si può insomma autorizzare una centrale considerata in maniera a sé stante – ha precisato ancora Chisso – ma va considerato il complesso degli effetti e delle interazioni dei diversi impianti di produzione di energia, posti a non molta distanza della stessa, altrimenti c’è solo il rischio di una moltiplicazione impiantistica senza che vi sia una vera pianificazione energetica”. .  
   
   
DEPOSITO DI COMBUSTIBILI IN ALTO ADIGE: NUOVA RICHIESTA A ROMA  
 
Bolzano, 18 giugno 2008 - Anche se lo Statuto di autonomia non prevede espressamente introiti fiscali per la Provincia nel caso di realizzazione di un deposito di combustibili o gasolio da riscaldamento in Alto Adige, l´assessore Werner Frick intende comunque vagliare a fondo la questione. Con la senatrice Helga Thaler Außerhofer si attiverà a Roma per giungere a un´interpretazione in senso positivo della questione. "In base all´interpretazione delle attuali norme finanziarie contenute nello Statuto di autonomia, alla Provincia non spettano quote delle entrate fiscali derivanti da una eventuale presenza sul territorio di depositi di combustibile o gasolio da riscaldamento", spiega l´assessore Frick. Lo stesso vale per il Trentino, dove già esistono tali depositi. Tuttavia la Provincia intende intervenire a Roma: "Vogliamo impegnarci per giungere con il Ministero competente a un´interpretazione in senso positivo delle disposizioni finanziarie", conferma Frick. Le trattative saranno condotte dalla senatrice Thaler Außerhofer, che ha discusso questi aspetti fiscali con l´assessore Frick e i tecnici provinciali. Nella materia le norme dello Statuto regolano solamente un aspetto, quello per cui i nove decimi delle accise sulla quantità di carburante destinato agli impianti di distribuzione locali confluiscono nelle casse provinciali. .  
   
   
“FONTI RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA NELLA CASA: ISTRUZIONI PER L’USO” IN SICILIA AL VIA IL PROGRAMMA DI INCONTRI DEGLI UFFICI ENERGIA PROVINCIALI REALIZZATI DA SICENEA  
 
Roma, 18 giugno 2008 - Uffici Energia, dotati di strumentazioni tecnologicamente avanzate e di elevate competenze tecniche presso ogni Provincia Siciliana, collegati in rete tra loro: è questo uno dei principali risultati del programma Sicenea, finanziato dall’Assessorato all’Industria della Regione Siciliana e realizzato da Enea per promuovere l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili. Una serie di workshop, in programma dal 17 al 26 giugno a Ragusa, Messina, Catania, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento, Trapani, costituiscono il primo momento di incontro con i nuovi Uffici Energia provinciali, pensato per far conoscere questa realtà a livello locale, e sottolinearne le potenzialità ed il supporto che potranno fornire alle specifiche realtà territoriali e a quanti operano nel settore dell´energia. Il tema scelto per gli incontri è quello, quanto mai attuale, dell’efficienza energetica negli edifici, settore dove è forte l’impegno di Enea. Durante i workshop, esperti Enea e di altre strutture di ricerca e Università daranno concrete ed aggiornate indicazioni sulla certificazione energetica degli edifici, che sarà obbligatoria a partire dal 1° luglio 2009, sulle detrazioni Irpef del 55%, nonché sulle altre incentivazioni nazionali e regionali, comprese quelle relative all’utilizzo dell’energia solare termica e fotovoltaica nelle case. Inoltre, verranno fornite indicazioni sull´esecuzione di diagnosi energetiche e informazioni ed esempi sugli edifici a zero emissioni. I tecnici delle province siciliane addetti agli Uffici Energia, che hanno seguito il programma di formazione messo a punto per loro dall’Enea, potranno fornire contributi qualificati in materia di gestione e manutenzione degli edifici e degli impianti. Tali competenze riguardano anche attività di ispezione degli impianti termici o di certificazione energetica del patrimonio edilizio, la valutazione di interventi di risparmio energetico, la valutazione di progetti, l’acquisizione di dati per la pianificazione energetica locale, i rapporti con gli Enti locali e le realtà produttive. Sicenea è un esempio di come l’Enea, grazie alla sua presenza diffusa sul territorio nazionale, collabora con le realtà territoriali mettendo a disposizione le proprie competenze tecniche. Per supportare le Autorità e le Istituzioni locali e i vari soggetti interessati nel settore dell´efficienza energetica degli edifici, l’Enea, da novembre 2007 a giugno 2008, ha già realizzato 19 workshop nelle varie città italiane Per ulteriori informazioni sul programma Sicenea: www. Regione. Sicilia. It/industria/sicenea .  
   
   
SOCIETA’ ACQUE POTABILI S.P.A.: FIRMATO ACCORDO CON L’AUTORITÀ D’AMBITO TORINESE PER IL SERVIZIO IDRICO IN 29 COMUNI DELLA PROVINCIA DI TORINO FINO AL 2022. IL VALORE TOTALE DELL’ACCORDO SUPERA I 174 MILIONI DI EURO.  
 
Torino, 18 giugno 2008 - Società Acque Potabili ha recentemente firmato con l’Autorità d’Ambito Torinese un accordo che prevede in 29 Comuni della provincia di Torino la trasformazione delle Concessioni in contratti di servizio salvaguardando l’equilibrio economico e finanziario di Acque Potabili stessa e superando un contenzioso che durava oramai da oltre 5 anni. Il valore totale dell’accordo supera i 174 milioni di Euro per un fatturato annuo di oltre 13,5 milioni di Euro. In particolare le tariffe che risultavano vincolate al metodo Cipe – metodo secondo il quale le tariffe vengono adeguate attraverso delibera ministeriale - verranno agganciate al sistema tariffario d’Ambito, consentendone l’adeguamento progressivo sulla base dei criteri riportati nel Piano d’Ambito. La durata delle attività è stata concordata fino al 30 giugno 2022 sulla base della durata delle concessioni in essere e del residuo valore degli investimenti effettuati da Società Acque Potabili. In coerenza con le strategie della Società, con questo accordo oltre il 40% degli abitanti serviti da Società Acque Potabili, pari a 250. 000, sono stati integrati nelle gestioni d’ambito. .  
   
   
REATO DI CESSIONE DEGLI IMMOBILI AGLI STRANIERI IRREGOLARI: INTRODOTTO IL REQUISITO DELL´INGIUSTO PROFITTO.  
 
Milano, 18 giugno 2008 - Le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato hanno emendato l´art. 5 del decreto legge n. 92/2008 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica) che prevedeva, nella sua stesura originaria, la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e la confisca nei confronti di chiunque avesse ceduto a titolo oneroso un immobile a stranieri irregolarmente residenti nel territorio dello Stato. In particolare, è stato introdotto un nuovo elemento necessario per integrare la fattispecie penale: è ora previsto che il soggetto agente abbia tratto dal fatto "un ingiusto profitto". Tale scopo segna il passaggio da una fattispecie originaria a dolo generico ad un´ipotesi di reato che si integra solo in presenza di dolo specifico. Si tratta di una modifica rilevante, che avrà l´effetto di rendere configurabile il reato in esame nelle sole ipotesi di grave sfruttamento, da parte del proprietario dell´immobile, della condizione irregolare dello straniero. Si abbandona, infatti, la formulazione di una norma che puniva una condotta illecita (la cessione di un immobile a titolo oneroso) compiuta nella generica consapevolezza della mancanza dei requisiti di validità del soggiorno in Italia da parte del cessionario, per privilegiare una condotta che richiede ora anche la prova del fatto che il cedente abbia agito allo scopo di sfruttare ingiustamente la condizione dello straniero, traendo da questa un indebito vantaggio (di natura patrimoniale o meno). .  
   
   
EDILIZIA: PROTOCOLLO REGIONALE VEA (VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ ENERGETICA ED AMBIENTALE DEGLI EDIFICI)  
 
 Trieste, 18 giugno 2008 - L´assessore regionale ai Lavori pubblici Vanni Lenna ha incontrato ieri nel pomeriggio le categorie del settore edile e delle professioni per illustrare il protocollo regionale Vea (Valutazione della qualità energetica ed ambientale degli edifici): un sistema di valutazione proposto per la certificazione degli edifici nel Fvg; strumento attuativo della legge 23/2005 in materia di edilizia sostenibile per disciplinare la valutazione del livello di sostenibilità dei singoli interventi e per graduare i contributi previsti dalla legge. E´ un documento innovativo che eleva la valutazione energetica, dovuta per normativa nazionale, innalzandola all´aspetto ambientale. Il Friuli Venezia Giulia risulta pertanto la prima regione che ha impostato la certificazione edilizia anche con contenuti di edilizia sostenibile. "Il protocollo imprime una svolta a quella che oggi si configura come una vera e propria esigenza: costruire secondo criteri sostenibili per l´ambiente. Ciò è da farsi - ha precisato l´assessore - non solo nella fase di reperimento delle materie prime, ma fino allo smaltimento dei rifiuti ovvero alla dismissione delle opere edilizie". Il documento è un emanazione del "Protocollo Itaca" (Istituto per la Trasparenza l´Aggiornamento e la Certificazione degli Appalti), organo tecnico in materia di appalti pubblici della Conferenza dei Presidenti delle regioni italiane che si è fatto carico di approfondire le tematiche connesse con le principali esigenze in tema di compatibilità ambientale degli interventi edilizi, sia a livello regionale che a livello nazionale. Grazie al coordinamento della nostra Regione è stato elaborato il cosiddetto "Protocollo Itaca" per la valutazione della qualità energetica ed ambientale degli edifici, un metodo di valutazione innovativo che consente di definire il livello di efficienza energetica e di eco-sostenibilità di un edificio, in linea con la direttiva europea. Il documento è stato approvato a Roma dalla conferenza dei Presidenti delle Regioni Italiane il 15 gennaio 2004 e rappresenta attualmente a livello nazionale il metodo esistente più accreditato di valutazione del sistema di sostenibilità di un edificio. Già molte regioni d´Italia l´hanno recepito, ma con il limite di essersi concentrate essenzialmente sull´aspetto energetico. "L´adeguato isolamento termico però non è sufficiente, abbiamo voluto allargare il ragionamento guardando oltre le fonti energetiche alternative - ha aggiunto Lenna - concentrandoci sull´aspetto ambientale complessivo degli edifici, andando a valutare le fonti rinnovabili, i materiali di costruzione, il risparmio idrico, qualità interna ed esterna dell´edificio stesso". Attualmente la normativa nazionale non definisce l´obbligatorietà della valutazione ambientale, ma si limita ad introdurre la certificazione energetica. Unendo i due aspetti, quello energetico e quello ambientale, il Protocollo Vea "rappresenta un ottimo strumento di controllo, monitoraggio ed promozione in materia di risparmio energetico e sostenibilità, che sicuramente avrà importanti ricadute nel campo immobiliare e delle costruzioni e potrà essere di forte impulso all´innesco di un processo generale di incentivi verso un´edilizia eco-compatibile caratterizzata da riduzione dei consumi, utilizzo di fonti rinnovabili, materiali e tecnologie costruttive sostenibili". La procedura di adozione prevede l´esame da parte della Iv Commissione consiliare ed il recepimento degli eventuali pareri, per arrivare all´adozione definitiva con una delibera della Giunta. Il prossimo passo in questo importante contesto, sarà pertanto la predisposizione di alcune modifiche sostanziali alla legge 23/2005 per adeguarla alle recenti indicazioni normative ed al fine del raggiungimento degli obiettivi prefissati. A breve sarà convocato un nuovo tavolo per raccogliere le osservazioni delle categorie. Sono intervenuti all´incontro i rappresentanti degli Ordini degli architetti e degli ingegneri, del Collegio dei geometri, delle organizzazioni Ance, Confartigianato, Api, Collegio periti industriali, Icmqlab Maniaco. .  
   
   
PROGRAMMA MARCHIGIANO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA PER ALLOGGI A CANONE SOSTENIBILE INVESTIMENTI PER 6,6 MILIONI DI EURO..  
 
Ancona, 18 giugno 2008 - La Giunta Regionale su proposta dell´Assessore all´Edilizia Pubblica, Gianluca Carrabs, ha deliberato di aderire all´innovativo ´Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone stabilito´, finalizzato all´incremento della disponibilita` degli alloggi in locazione a canone sostenibile ed al miglioramento infrastrutturale di ambiti urbani e quartieri degradati caratterizzati da condizioni di forte disagio abitativo. Piu` di 5 milioni sono i fondi assegnati alle Marche provenienti dalla ripartizione delle risorse statali, che si aggiungono a quasi 1 milione e 600 mila euro di finanziamento proveniente dalla stessa Regione. Inoltre, il programma stabilisce che per realizzare gli interventi occorre anche un cofinanziamento da parte comunale della misura del 14% dell´importo complessivo tra Stato-regione. Il decreto ministeriale, prevede tra l´altro, di destinare una quota non inferiore al 20% della somma complessiva Stato-regioni al finanziamento delle proposte presentate da Comuni con popolazione fino a 15mila abitanti, al fine di tenere conto delle situazioni di disagio abitativo per quei comuni a ridotta dimensione demografica. ´Con l´approvazione di questa delibera ´ dichiara l´Assessore Carrabs ´ da un lato si vuole riqualificare il patrimonio abitativo pubblico con un modo di progettare, costruire e abitare piu` attento alla qualita` ambientale, al risparmio delle risorse energetiche, al comfort abitativo, volto a favorire la realizzazione di interventi edilizi ad elevata qualita`. D´altro canto questo intervento ha un notevole valore sociale, dal momento che il problema della casa e` tornato ad essere, in questi ultimi anni, un´emergenza nazionale, considerato che sono sempre piu` numerose le famiglie che si trovano al disotto della soglia di poverta` e che non trovano soluzioni adeguate e compatibili con le proprie condizioni economiche: l´emarginazione non e` piu` rappresentata solo dalle categorie tradizionalmente svantaggiate, quali disoccupati, lavoratori precari, extracomunitari, ma anche da famiglie monoreddito, che si trovano nell´impossibilita` di accedere al mercato privato della locazione, sia per la scarsita` di alloggi in affitto che per la mancanza di un´offerta economicamente sostenibile´. .  
   
   
GIOVANNI FERRARIO NOMINATO NUOVO DIRETTORE GENERALE DELEGATO DI CIMENTS FRANçAIS  
 
Parigi, 18 giugno 2008 – Il Consiglio di amministrazione di Ciments Français, riunitosi il 16 giugno sotto la presidenza di Yves René Nanot, ha preso atto della risoluzione del rapporto con Rodolfo Danielli, Direttore generale delegato della società dal settembre 2000 ed ha nominato, quale nuovo Direttore generale delegato, Giovanni Ferrario, Direttore generale di Italcementi dal 9 giugno scorso. Il Consiglio ha espresso il proprio ringraziamento a Rodolfo Danielli che, nell’incarico di Direttore generale delegato, ha contribuito con dedizione e professionalità al raggiungimento degli importanti risultati conseguiti dal Gruppo nella sua recente storia. Giovanni Ferrario, 59 anni, laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi, ha svolto una lunga carriera all’interno del gruppo Pirelli dove, entrato nel 1973, ha ricoperto crescenti incarichi in Italia e all’estero fino a diventare nel 1998 Amministratore delegato di Pirelli Pneumatici. Nel 2001 Ferrario è stato nominato Amministratore delegato e Direttore generale della holding Pirelli & C. Nel 2005, lasciato il gruppo Pirelli, è diventato Presidente e Amministratore delegato di Olivetti Tecnost. Giovanni Ferrario ha inoltre ricoperto il ruolo di Senior Advisor di Morgan Stanley per il settore industriale e di advisor di importanti private equity. .  
   
   
ROMA, EMERGENZA ABITATIVA; ANTONIOZZI: PRONTI 10156 BUONI CASA  
 
Roma, 18 giugno 2008 - «Nonostante sussistano difficoltà legate ai conti economici del bilancio comunale, l’emergenza abitativa non può essere che una priorità: per questo, l’Amministrazione comunale ha deciso di far partire l’erogazione di 10156 buoni casa riguardanti il contributo dell´annualità 2006 inserito nell’esercizio finanziario 2007, dando così alla cittadinanza un segnale importante di attenzione. Ho dato mandato agli uffici di predisporre l’invio delle lettere di avviso agli aventi titolo. Gli assegni circolari relativi al contributo variabile di poco meno di 3100 euro, saranno disponibili a partire dal 19 giugno per i municipi dal I al X e dal 20 giugno per i restanti municipi e potranno essere riscossi presso la cassa di ciascun municipio. Il buono casa è sicuramente uno dei modi per attenuare l’impatto del caro affitti per molti cittadini». Lo rende noto Alfredo Antoniozzi, assessore al Patrimonio, alla Casa e ai Progetti speciali del Comune di Roma .  
   
   
MACCHINE PER CERAMICA, RISULTATI POSITIVI NEL 2007 IL MERCATO ITALIANO REGISTRA UN NOTEVOLE AUMENTO, PARI AL 20,3%. L’EXPORT SALE DELL’11,4% E RAPPRESENTA IL 71,5% DEL FATTURATO TOTALE DEL SETTORE.  
 
Modena, 18 giugno 2007 - E’ positivo il risultato 2007 per i produttori italiani di macchine e attrezzature per la ceramica. Il fatturato del settore, infatti, è stato di 1. 937,5 milioni di euro, in crescita del +13,8% sull’esercizio precedente. Dopo il lieve decremento registrato nel 2006 (-4,2 % rispetto al 2005), il 2007 è tornato sostanzialmente su un trend di crescita in linea con quelli segnati negli anni passati (per esempio, il +11,5% del 2005 sul 2004 e il +13,6% del 2004 sul 2003). Sono i dati che emergono dalla 16a Indagine Statistica Nazionale realizzata da Acimac, che rappresenta uno strumento in grado di fornire elementi di analisi del settore: dalla composizione strutturale al fatturato, dalle tipologie di macchine fornite alla suddivisione dei settori clienti e ai mercati di esportazione. Il fatturato 2007, lievemente al di sopra delle previsioni, conferma la solidità del mercato di riferimento. Un numero certamente positivo, che però va valutato con cautela: le aziende del settore si trovano ad affrontare quotidianamente nuove sfide e difficoltà, che vanno dall’aumento dei costi produttivi e dall’erosione della redditività fino alla stagnazione di alcuni mercati chiave e alla crescita della concorrenza. Il mercato italiano crede nella tecnologia - Il mercato italiano delle macchine per ceramica – nonostante i risultati non brillanti, soprattutto in termini quantitativi, dei produttori di piastrelle ceramiche – ha registrato un aumento del +20,3% rispetto al 2006, per un fatturato di 551,4 milioni di euro. Segno che, anche in periodi di riflessione e stabilità, sono numerose le aziende clienti italiane che continuano a puntare sulle innovazioni tecnologiche, ritenendole un investimento strategico. Per l’export crescita a doppia cifra - Il settore italiano delle macchine per ceramica conferma una marcata vocazione alle esportazioni, che hanno avuto nel 2007 un’incidenza sul fatturato totale pari al 71,5%. In termini assoluti, si è passati dai 1. 243 milioni del 2006 a 1. 386,1 milioni di euro del 2007, con una crescita a doppia cifra del +11,4%. L’export rimane dunque un fattore trainante. A livello di suddivisione del fatturato estero, la torta dei mercati continua ad avere fette abbastanza omogenee, certificando una presenza commerciale spalmata nei diversi continenti. Se l’Europa la fa da protagonista con il 40%, l’Asia pesa per il 31,8%, l’America rappresenta il 17,2% e l’Africa il 10,2%. Scendendo nel dettaglio, l’Unione Europea, allargata a tutti i Paesi che sono stati ufficialmente ammessi, rappresenta il principale mercato, ha un’incidenza del 28,2% sul fatturato totale estero e sviluppa un giro d’affari di 391 milioni di euro (+24,7%). Il Medio Oriente, dopo un 2006 negativo, riprende a correre con un +9%, a 238 milioni di euro, e ha un’incidenza del 17,2%. Al terzo posto l’Est Europa, con un fatturato di 163 milioni di euro, pari all’ 11,8% dell’export totale, in frenata del 9,2%. A seguire, con un’incidenza del 10,3% sul fatturato estero totale, il Centro Sud America che, tra l’altro, segna un confortante incremento del +23,5% rispetto all’esercizio precedente, a 143 milioni di euro. L’africa contribuisce con 142 milioni di euro (10,2% sul totale export), in lieve incremento del 2,6%. Il volume di attività del mercato africano, che rappresenta il quinto mercato per esportazione di tecnologia ceramica italiana, si allinea con quello del Centro Sud America. Cina, Hong Kong e Taiwan segnano anche nel 2007 un incremento del fatturato passando da 78,7 a 104,8 milioni di euro (+33% sul 2006 e un’incidenza pari al 7,6%). Evidenzia invece un indice negativo il gruppo di Paesi racchiusi nella denominazione “Altri Asia” (India, Malesia, Tailandia, Vietnam, Indonesia): questi mercati, sicuramente importanti dal punto di vista ceramico, frenano di un 18,3%, a 97,4 milioni (7% dell’export), influenzati probabilmente dal diffondersi di tecnologie provenienti da altri paesi concorrenti. Il Nord America, che include anche il Messico, nel 2007 ha segnato un aumento del +32,7%, con un fatturato di 96,1 milioni di euro (6,9% dell’export). L’oceania, con un fatturato di 10,1 milioni di euro (0,7 dell’export), chiude con +38,3%. Struttura del settore - Le imprese italiane fornitrici di macchine per ceramica nel 2007 sono risultate 167. Da sottolineare come stia proseguendo il fenomeno dell’acquisizione, da parte di primarie aziende del settore, di alcune imprese di minori dimensioni. Il numero degli occupati è aumentato di 621 unità, passando da un totale di 6. 939 nel 2006 a 7. 560 addetti nel 2007. All’interno di un distretto ceramico che, dal punto di vista delle aziende produttrici, ha più di un problema anche a livello occupazionale, una crescita di addetti di tali proporzioni all’interno di aziende che producono beni strumentali induce ottimismo sullo stato di salute del settore. L’internazionalizzazione L’elemento di novità dell’Indagine Statistica 2007 è il focus sul livello di internazionalizzazione delle imprese fornitrici di macchine per ceramica. Il numero delle società estere controllate dalle aziende italiane del settore (con quote di maggioranza almeno del 51%) è pari a 56 unità e la stima, in via indicativa, del volume delle attività realizzate all’estero è di 273 milioni di euro. Tipologie di macchine - Anche nel 2007 non è mutato il peso percentuale delle singole tipologie di macchine nella composizione del fatturato totale: quelle che costituiscono il cuore della linea di produzione, cioè presse e stampi, rappresentano insieme il 27,3% del fatturato complessivo, seguite dagli impianti di smaltatura e decorazione (15,9%), dai forni (14,5%) e dalle macchine per la preparazione terre (12%). Settori clienti - Anche nel 2007 il settore mantiene la consolidata ripartizione delle vendite di macchine in riferimento alle sei tipologie di industrie ceramiche clienti. Il settore clienti dei produttori di piastrelle pesa per il 78,1% del totale, con un fatturato pari a 1. 513 milioni di euro, +11% rispetto all’anno passato. A distanza seguono i produttori di laterizi (12,3% del fatturato totale): la richiesta di macchine italiane aumenta del 33,3%, trascinata sia dal mercato estero (+30,5%) sia dal mercato nazionale (+38,5%). Le macchine per sanitari (5,7% del fatturato totale) chiudono in positivo con 110,1 milioni di euro, mentre le macchine per stoviglieria (1,9%) subiscono una flessione del 20,7% rispetto al 2006, con un fatturato di 36,3 milioni di euro. Il mercato delle macchine per refrattari (1,9% del fatturato totale), dopo il calo netto del 2006, inverte la tendenza con un +36%, pari a 37,4 milioni di euro. Positivo anche l’andamento delle vendite di macchine per ceramica varia (2,1 milioni di euro, 0,1% del fatturato totale). Previsioni per il 2008 - A livello previsionale, i segnali per l’anno in corso non sono altrettanto incoraggianti. Molti mercati stanno segnando il passo, latitano i nuovi investimenti e sarà complicato mantenere il ritmo del 2007. Est Europa, Africa, Medio Oriente sono mercati che, secondo le indicazioni fornite dalle aziende, potrebbero riservare possibilità di crescita, compensando una possibile frenata in Italia, Est Asia, Unione Europea. “Resto convinto della robustezza del nostro settore e della forza delle nostre aziende: ancora oggi – chiosa il presidente uscente di Acimac, Pierluigi Ponzoni – siamo riconosciuti leader mondiali del settore. Dobbiamo lavorare per farci trovare sempre pronti con le migliori soluzioni tecnologiche e i più completi e puntuali servizi alle aziende clienti”. .