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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Gennaio 2009
PROPOSTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER UN PATTO GLOBALE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI A COPENAGHEN  
 
Bruxelles, 29 gennaio 2009 - Ieri la Commissioneeuropea ha presentato una serie di proposte riguardanti un nuovo accordo internazionale con ambiziosi obiettivi di portata globale per la lotta contro i cambiamenti climatici, illustrando anche le relative possibilità di finanziamento. Il nuovo patto dovrebbe essere concluso alla conferenza sul clima che le Nazioni Unite terranno a Copenaghen a dicembre. Per contenere l´aumento della temperatura al di sotto della soglia di 2°C i paesi sviluppati e le istituzioni multilaterali dovranno stanziare finanziamenti molto più consistenti a favore dei paesi in via di sviluppo per aiutarli a sostenere i costi del loro contributo alla lotta ai cambiamenti climatici. Le proposte della Commissione prevedono entro il 2015 l´istituzione di un mercato del carbonio che coprirà tutti i paesi dell´Ocse e lo sviluppo di fonti di finanziamento internazionali innovative basate sulle emissioni dei paesi e sulle loro capacità finanziarie. Il commissario per l´ambiente Stavros Dimas ha dichiarato: "Per affrontare le cause e gli effetti dei cambiamenti climatici, nei prossimi decenni saranno necessari pesanti investimenti pubblici e privati. Gli investimenti saranno in ogni caso inferiori ai costi che dovremmo sostenere se non ostacolassimo la forza distruttrice dei cambiamenti climatici. Il piano europeo di ripresa economica e le altre misure simili che sono in corso di adozione in tutto il mondo per far fronte alla crisi economica offrono l´opportunità di favorire gli investimenti necessari a basso tenore di carbonio e, al tempo stesso, di stimolare la crescita, l´innovazione e la creazione di posti di lavoro. Sarà tuttavia vitale individuare altre soluzioni di finanziamento per giungere a un accordo a Copenaghen. La comunicazione di oggi fornisce un contributo fondamentale in tal senso in quanto presenta una serie completa di proposte per incrementare i finanziamenti e gli investimenti". Obiettivo di Copenaghen L´obiettivo dell´Ue consiste nel limitare il riscaldamento globale a meno di 2°C al di sopra della temperatura nel periodo preindustriale; in caso contrario, gli scienziati hanno dimostrato che i cambiamenti climatici avrebbero conseguenze pericolose. L´accordo di Copenaghen dovrebbe fissare obiettivi globali per ridurre le emissioni e gettare le basi per rafforzare la capacità dei paesi di adattarsi ai cambiamenti climatici. La comunicazione[1] presenta una serie di proposte concrete per conseguire questi obiettivi. Obiettivi e azioni Per restare al di sotto della soglia dei 2°C, le emissioni globali devono raggiungere il loro livello massimo prima del 2020 e poi, entro il 2050, devono essere ridotte a meno del 50% dei livelli registrati nel 1990. Sia i paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo dovranno agire. I paesi sviluppati devono svolgere un ruolo di guida e ridurre globalmente entro il 2020 le emissioni del 30% rispetto ai livelli del 1990. L´ue ha dato l´esempio impegnandosi a ridurre le emissioni del 30% se altri paesi sviluppati si impegneranno ad applicare riduzioni simili e ha già messo in atto le misure per ridurre le emissioni del 20% (Ip/08/1998). La comunicazione propone parametri specifici per assicurare che gli obiettivi nazionali prevedano uno sforzo comparabile. Tutti i paesi dell´Ocse, gli Stati membri, i paesi candidati all´adesione e i candidati potenziali dovrebbero impegnarsi a rispettare questi obiettivi in materia di emissioni. I paesi in via di sviluppo, tranne quelli più poveri, dovrebbero limitare entro il 2020 la crescita delle emissioni collettive al 15-30% al di sotto dei livelli che si registrerebbero se la situazione rimanesse immutata. Le misure in questione dovrebbero includere una rapida diminuzione delle emissioni prodotte dalla deforestazione tropicale (Ip/08/1543). Questi paesi dovrebbero impegnarsi ad adottare entro il 2011 strategie di sviluppo a basso tenore di carbonio in tutti i settori principalmente responsabili delle emissioni. Un nuovo meccanismo internazionale valuterà le strategie e attribuirà alle azioni il supporto esterno adeguato. Finanziare lo sviluppo dell´economia a basse emissioni di carbonio Per ridurre le emissioni, stime indipendenti prevedono che potrebbe essere necessario aumentare fino al 2020 gli investimenti netti globali di circa 175 miliardi di euro all´anno. Oltre la metà di questa somma sarà necessaria nei paesi in via di sviluppo. Fino al 2020 le azioni in questi paesi prevederanno sostanzialmente costi contenuti — o produrranno addirittura dei benefici — e dovrebbero essere finanziate con risorse interne. Il supporto finanziario internazionale per le azioni che superano le capacità nazionali di un paese dovrebbe provenire da fonti comprendenti i fondi pubblici e i meccanismi internazionali di scambio di crediti del carbonio. L´accordo di Copenaghen dovrebbe istituire anche un quadro di riferimento per aiutare i paesi ad adattarsi ai cambiamenti climatici inevitabili. Tutti i paesi sviluppati e in via di sviluppo dovrebbero elaborare strategie nazionali per l´adattamento. I paesi in via di sviluppo più vulnerabili così come i piccoli stati insulari dovranno ricevere aiuto per l´adattamento ai cambiamenti climatici. L´ue dovrebbe analizzare il potenziale offerto da fonti innovative di finanziamento internazionale basato sul principio "chi inquina paga" e sulle capacità finanziarie dei paesi. Gli Stati membri potrebbero usare anche una parte delle future entrate derivanti dalla vendita all´asta delle quote nell´ambito del sistema di scambio delle quote di emissione dell´Ue per aiutare i paesi in via di sviluppo. Mercato globale del carbonio - Per alleviare l´impatto dei cambiamenti climatici e raccogliere fondi a favore delle misure necessarie, l´Ue dovrebbe cercare di costituire entro il 2015 un mercato del carbonio a copertura dell´Ocse collegando il sistema di scambio delle quote di emissione dell´Ue ad altri sistemi comparabili del tipo "cap and trade", che fissano un tetto massimo di emissioni ma ne consentono lo scambio. Il mercato dovrebbe espandersi per includere entro il 2020 le principali economie emergenti con l´intento di istituire un mercato globale del carbonio. Il meccanismo per lo sviluppo pulito del protocollo di Kyoto dovrebbe essere modificato. Per i paesi in via di sviluppo più avanzati e per i settori economici altamente competitivi il meccanismo in questione dovrebbe essere gradualmente sostituito da un meccanismo di crediti settoriali e da sistemi "cap and trade". . . .  
   
   
COMMISSIONE EUROPEA: PROPOSTI INVESTIMENTI PER 5 MILIARDI NELL´ENERGIA E NELLE INFRASTRUTTURE INTERNET A BANDA LARGA  
 
 Bruxelles, 29 gennaio 2009 - La Commissione europea ha presentato ieri, nel quadro dell´attuazione del piano di ripresa approvato dal Consiglio europeo in dicembre 2008, proposte di investimento in progetti fondamentali concernenti infrastrutture dell´energia e di Internet a banda larga. Nel breve termine questi progetti forniranno all´economia europea lo stimolo di cui essa ha grande bisogno, fissando nel contempo obiettivi strategici come la sicurezza energetica. Tutti gli Stati membri beneficeranno del pacchetto di misure. Il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha dichiarato: "Il piano di ripresa dell´Ue è prima di tutto un investimento intelligente, uno stimolo a breve termine orientato su obiettivi a lungo termine. Le misure adottate oggi vanno esattamente in questa direzione: un elenco di progetti specifici cui assegnare 5 miliardi di euro non utilizzati del bilancio dell´Ue per costruire un´Europa più forte a lungo termine. Dobbiamo trarre insegnamento dalla recente crisi del gas e investire fortemente nell´energia. Dobbiamo anche incentivare l´economia europea fornendo alle comunità rurali le autostrade informatiche. La Commissione si è impegnata a collaborare con gli Stati membri, che beneficeranno tutti delle misure proposte, per rivitalizzare l´economia europea mediante investimenti in questi settori fondamentali. ". Il pacchetto di misure presentato oggi contiene: una breve comunicazione che descrive in generale il contesto e gli obiettivi dell´iniziativa; per quanto riguarda i progetti energetici: una proposta di regolamento che concede alla Comunità un finanziamento per progetti strategici nel settore dell´energia. Si propone un importo complessivo di 3,5 miliardi di euro per gli investimenti di cattura e stoccaggio del carbonio (dotazione finanziaria: 1 250 milioni di euro), per i progetti di energia eolica offshore (520 milioni di euro) e per i progetti di interconnessioni del gas e dell´elettricità (1 730 milioni di euro); per la banda larga, la Commissione propone di destinare 1 miliardo di euro per estendere e migliorare la connessione a Internet ad alta velocità nelle comunità rurali; tale importo, erogato mediante l´attuale Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, servirà a coprire gli attuali "vuoti" della mappa europea della banda larga (il 20% della popolazione delle zone rurali che non ha accesso alla banda larga); per affrontare le nuove sfide contenute nella valutazione della politica agricola comune (Pac): impiegando gli attuali meccanismi di sviluppo rurale, 500 milioni di euro sarebbero destinati al lancio dei lavori per affrontare le "nuove sfide" definite nella valutazione della Pac, sfide costituite dal cambiamento climatico, dalle fonti energetiche rinnovabili, dalla gestione delle risorse idriche, dalla biodiversità e dalla ristrutturazione del settore lattiero-caseario. Le reti energetiche e le reti a banda larga hanno entrambe un´importanza cruciale per il futuro dell´economia dell´Unione europea. La Commissione ha evidenziato il rilievo assunto dalla sicurezza energetica nella sua seconda analisi strategica della politica energetica nel novembre 2008. La recente crisi del gas non ha fatto altro che accentuare l´importanza di questa sfida. Nell´attuale contesto economico e finanziario è difficile reperire investimenti per i progetti. Il supporto dell´Unione europea consentirà di rilanciare questi progetti, che contribuiranno a colmare le lacune delle interconnessioni energetiche dell´Unione europea e a mantenere la tendenza a utilizzare al meglio le risorse energetiche interne dell´Unione europea. Questi progetti pongono l´accento sulle esigenze transfrontaliere e sullo sviluppo di nuove tecnologie, essenziali per rispondere alle future esigenze energetiche dell´Europa. L´estensione e il rinnovamento dell´infrastruttura di Internet ad alta velocità rappresentano un imperativo economico e sociale. Il piano europeo di ripresa economica si pone come obiettivo lo sviluppo delle reti a banda larga in modo da raggiungere nel 2010 una copertura di Internet ad alta velocità pari al 100%. Tuttavia, le zone rurali dovranno sempre sormontare difficoltà supplementari per connettersi alla rete a banda larga, difficoltà che aumentano con la riduzione degli investimenti. Tale situazione ha conseguenze sociali ed economiche dirette. Per tale motivo è opportuno concentrare questa azione sulle zone rurali; utilizzare gli strumenti disponibili per lo sviluppo rurale permetterà di intervenire rapidamente sul terreno. Un elenco completo dei progetti proposti dalla Commissione per le infrastrutture energetiche si trova in allegato. Contesto Nel novembre 2008, nel quadro del suo piano europeo di ripresa economica, la Commissione ha proposto di stanziare per il 2009 e il 2010 altri 5 miliardi di euro provenienti dai crediti non spesi del bilancio dell´Ue per progetti nel settore dell´energia e dell´infrastruttura a banda larga. L´idea era di accelerare gli investimenti necessari, attenuare gli effetti della recessione economica sul settore dell´edilizia e rafforzare il potenziale di crescita sostenibile a lungo termine dell´Unione europea, stimolandone l´economia con precisi obiettivi. Si tratta di un contributo importante all´obiettivo concordato di destinare l´1,5 % del Pil a misure di stimolo dell´economia, sia nazionali sia comunitarie. La proposta è stata presentata oggi dal Presidente Barroso, d´accordo con i commissari Piebalgs, Fischer Boel e Reding. Con queste proposte la Commissione attua il mandato conferitole dal Consiglio europeo nel dicembre del 2008 affinché presentasse rapidamente un elenco di progetti specifici che tenessero conto di un adeguato equilibrio geografico. Per massimizzare gli effetti il più rapidamente possibile sull´economia in generale, è stato posto un particolare accento sulla necessità di impegnare le spese nel 2009 e nel 2010. Affinché le proposte possano produrre quanto prima gli effetti perseguiti, la Commissione auspica che il Consiglio e il Parlamento europeo riescano a far progredire velocemente i dibattiti e l´adozione delle misure legislative. La Commissione pertanto si augura che possano essere accelerate le normali procedure delle altre istituzioni, per consentire una rapida adozione del pacchetto. .  
   
   
UNIONE EUROPEA: POTOCNIK SFIDA L´INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA A TROVARE SOLUZIONI PER IL TRASPORTO URBANO "ENTRO L´ANNO PROSSIMO"  
 
 Bruxelles, 29 gennaio 2009 - Il commissario europeo per la Scienza e la ricerca, Janez Potocnik, ha sfidato l´industria automobilistica europea ad arrivare ad una visione chiara del trasporto su strada di prossima generazione nelle città europee entro la metà dell´anno prossimo. Il commissario ha fatto tali dichiarazioni alla conferenza Ertrac (Consiglio consultivo europeo per la ricerca sui trasporti stradali) a Bruxelles, in Belgio, il 26 gennaio 2009. L´industria automobilistica è sotto pressione su diversi fronti. Meno persone acquistano automobili a causa dell´attuale crisi economica e i produttori di automobili di tutto il mondo stanno, di conseguenza, operando dei tagli di personale. Allo stesso tempo, l´industria si è vista imporre l´ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 delle nuove auto a 130g di Co2/km entro il 2012 (il livello medio di emissioni nel 1995 era di 186g di Co2 per km). Come ha sottolineato il commissario, una parte del Piano europeo per il rilancio dell´economia è stata progettata per far fronte ad entrambe queste questioni contemporaneamente. L´iniziativa "auto verdi" ("geen car") è stata ideata per finanziare i progressi nell´uso di fonti di energia non-inquinanti e rinnovabili per il trasporto stradale. L´iniziativa da 5 miliardi di euro è finanziata dall´Ue, la Banca europea per gli investimenti, l´industria e gli Stati membri. "Anche se non ci fosse la crisi economica, da un punto di vista ambientale ed energetico non c´è tempo da perdere nel trovare alternative ai carburanti fossili, in modo da assicurare la domanda di energia nel futuro e proteggere l´ambiente ed il clima," ha affermato il commissario. Dato il senso di urgenza provocato dalla crisi, il commissario ha espresso la sua insofferenza per la mancanza di progressi verso il raggiungimento di soluzioni per i trasporti veramente innovative sulle strade europee. "In quanto Piattaforma tecnologica europea siete eccezionali ed avete una posizione unica per riunire tutte le parti interessate, in modo da adattare realmente il nostro sistema di trasporti alle sfide energetiche odierne," ha dichiarato Potocnik. "Sembra che stiamo parlando di questo tipo di cose da moltissimo tempo. Penso che siamo tutti un po´ impazienti di vederle trasformarsi finalmente in realtà. " Il commissario ha encomiato i partecipanti per la loro Agenda strategica di ricerca e per il loro recente comunicato sulla elettrificazione dei trasporti urbani. Ha poi invitato l´Ertrac a continuare a seguire l´attuazione di tali documenti e a rapportarsi di più con le Pmi (piccole e medie imprese) e con i consumatori. "Dovete spingervi oltre, prendere in considerazione la possibilità di andare oltre i confini europei ed internazionalizzare il vostro lavoro," ha detto ai partecipanti. Potocnik ha concluso il suo intervento gettando il guanto di sfida all´industria automobilistica: "Siete in grado, entro l´anno prossimo, di fornire soluzioni realizzabili per l´elettrificazione dei trasporti nelle città europee?" ha chiesto, suggerendo che tali soluzioni potrebbero essere presentate alla prossima conferenza Transport Research Arena (Tra), in programma per giugno 2010 a Bruxelles. "Questo evento, istituito per tutte le parti interessate alla ricerca sui trasporti per costruire i trasporti più verdi, intelligenti e sicuri di cui abbiamo bisogno in Europa, sarebbe il momento ed il luogo perfetto perché l´Ertrac ci mostri come sarà la prossima generazione di trasporti stradali in Europa," ha spiegato il commissario. "Quindi vi chiedo: siete pronti a raccogliere questa sfida?" Per ulteriori informazioni, visitare: Ertrac: http://www. Ertrac. Org/ Ricerca sui trasporti nell´ambito del 7°Pq: http://cordis. Europa. Eu/fp7/cooperation/transport_en. Html .  
   
   
EUROREGIONE ALPE ADRIA, POLICENTRISMO O DECLINO IN CANTIERE UN GRUPPO DI LAVORO CHE ELABORERÀ UNA PROPOSTA TECNICA DA PRESENTARE ALLE AUTORITÀ ISTITUZIONALI  
 
Udine, 29 gennaio 2009 - Valutare le prospettive di sviluppo dell’Euroregione analizzando la possibilità di attuare una maggiore coesione territoriale e una strategia del policentrismo urbano e territoriale per l’area alpino-adriatica-danubiana. È l’obiettivo del convegno internazionale organizzato dall’Università di Udine su “L’euroregione policentrica verso un più coeso e competitivo sistema territoriale alpino-adriatico-danubiano”. L’incontro si è tenuto ieri a Udine. Hanno partecipato all’assise pianificatori, urbanisti, economisti, geografi ed economisti americani, austriaci, italiani e sloveni. Sono stati presi in considerazione i diversi scenari possibili del progetto di Euroregione, l’area alpino-adriatica-danubiana all’interno della quale ricadono Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia, Slovenia e le altre regioni interessate all’iniziativa. Dopo i saluti delle autorità, i lavori sono stati aperti dagli interventi del rettore Cristiana Compagno, del presidente della Camera di commercio di Udine, Giovanni Da Pozzo e dal segretario dell’Associazione italiana per il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa (Aiccre), Nevio Puntin. Per le conclusioni è intervenuto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo. «Per l’Euroregione – sottolinea il coordinatore scientifico dell’evento, professor Sandro Fabbro – lo scenario europeo della coesione territoriale, basato su un forte policentrismo tra città e qualità urbane e territoriali, è quello che dagli studi più qualificati emerge come il più adatto e desiderabile. Da questo convegno si potrebbe così già delineare la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico che elabori una proposta di policentrismo euroregionale da portare alla valutazione delle autorità politiche e istituzionali». Il programma del convegno, presieduto da Margherita Chang Ting Fa, direttore del dottorato di ricerca in Economia, ecologia e tutela dei sistemi agricoli e paesistico-ambientali, è proseguito con una relazione introduttiva che ha illustrato performance e prospettive di alcuni casi emblematici di policentrismo urbano in Europa e negli Stati Uniti. Due sessioni sono entrate poi nel merito dei temi, con specifico riferimento a quella più generale istituzione delle politiche territoriali transfrontaliere che può essere l’Euroregione. L’incontro è stato promosso dal dottorato di ricerca in Economia, ecologia e tutela dei sistemi agricoli e paesistico-ambientali dell’ateneo in collaborazione con Regione Friuli Venezia Giulia, Associazione italiana per il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa, Camera di commercio di Udine, European council of spatial planners e Istituto nazionale di urbanistica. In un recente studio del gruppo di ricerca europeo Espon, vengono sono stati tre scenari possibili per i territori d’Europa al 2030. Le analisi combinate di economisti, urbanisti, geografi, trasportisti e analisti ambientali hanno dato luogo a uno “scenario tendenziale”, uno della “competitività spinta” tra città e tra territori e uno della “coesione territoriale”. Considerando che lo scenario della “competitività spinta” risulta quello che marginalizza maggiormente l’area alpino-adriatica-danubiana rendendola dipendente dalle aree metropolitane di Milano, Monaco o Vienna, le prospettive più favorevoli per il progetto dell’Euroregione sono legate allo scenario della “coesione territoriale”. Grazie alle connessioni policentriche che si stabilirebbero tra le principali città si nota una crescita di rango dell’intera area. Venezia, Trieste e Lubiana sono identificate come possibili, anche se deboli, aree metropolitane, mentre Udine e Klagenfurt risultano fortemente integrate in questo sistema policentrico metropolitano. «Questo sistema policentrico coeso al suo interno – spiega Fabbro – riuscirebbe a superare la forza di attrazione dalle diverse grandi aree metropolitane di Vienna, Monaco o Milano ed a costruire una propria autonoma identità». Lo studio è consultabile dal sito web .  
   
   
AL VIA LA PRIVATIZZAZIONE DELLE POSTE MACEDONI  
 
Skoplje, 29 gennaio 2009 - Sarà presto avviata la procedura per la privatizzazione parziale della società statale Poste Macedoni, che dovrebbe essere realizzata per la fine del 2009 o al più tardi entro marzo 2010. Lo rende noto l´Ice. Si prevede la vendita del 49 per cento del capitale, mentre il 51 per cento rimarrà in mano pubblica. Il Governo intende cedere l´intera amministrazione delle poste a un´impresa estera, mantenendo il controllo delle decisioni strategiche. Il processo si svilupperà in due fasi: nella prima fase sarà alienato il 20 per cento del capitale, il resto successivamente. L´iniziativa tiene conto delle direttive europee, in base alle quali il mercato postale in Macedonia dovrebbe essere liberalizzato entro il 2012. Finora la tedesca Deutsche Post e la Posta slovena hanno espresso il proprio interesse all´acquisto delle Poste macedoni. .  
   
   
TRASPARENZA E FIDUCIA NEI RAPPORTI CON IL SISTEMA BANCARIO  
 
 Cuneo, 29 gennaio 2009 - Lunedì 9 febbraio 2009, a partire dalle ore 15. 00, presso il Salone d’Onore della Camera di Commercio di Cuneo si svolgerà il workshop “Trasparenza, chiarezza e fiducia nei rapporti con il sistema bancario. Il rapporto con le banche nella gestione finanziaria dell’impresa”, in collaborazione con il Consorzio Pattichiari nell’ambito di un apposito protocollo siglato nel 2007. L’incontro intende promuovere l’importanza dell’educazione finanziaria, asset fondamentale per lo sviluppo delle piccole e medie imprese, e la divulgazione di nozioni di economia e finanza nel settore dello Small Business. Data la sua rilevanza, l’incontro è stato inoltre inserito nel ciclo di incontri formativi programmati per l’anno 2009 dal Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile di Cuneo, da anni impegnato nel sostegno delle donne imprenditrici. La partecipazione all’evento è gratuita. Per informazioni e adesioni: Ufficio Regolazione del Mercato, tel. 0171 318809/814, fax 0171 696581, e-mail: regolazione. Mercato@cn. Camcom. It .  
   
   
1,8 MILIONI DI EURO PER LE PMI CON IL PROGETTO “ALPS BIO CLUSTER” LOMBARDIA E PIEMONTE, RHONE-ALPES, SVIZZERA OCCIDENTALE, TIROLO E BAVIERA INSIEME PER AIUTARE LE PMI DEL SETTORE DELLE BIOTECNOLOGIE E DEL BIOMEDICALE  
 
 Milano, 29 gennaio 2009. Al via il progetto “Alps Bio Cluster”: il primo network europeo transalpino sulle biotecnologie e il biomedicale. Co-finanziato al 76% dalla Commissione europea il progetto si prefigge, per un periodo di tre anni (2008-2011), con un budget complessivo di circa 1,8 milioni di euro, di aiutare le piccole e medie imprese stimolandone l’innovazione attraverso la cooperazione sul territorio tran-salpino. Centri di ricerca, Università, imprese start-up e Pmi di Lombardia e Piemonte, Rhone-alpes, Svizzera occidentale, Tirolo e Baviera, creeranno reti tematiche che raggrupperanno risorse dal mondo accademico, industriale e della formazione, sviluppando metodi di cooperazione efficaci, con l’obiettivo di supportare al meglio un settore altamente competitivo come quello delle biotecnologie e del biomedicale. Tra le iniziative previste, convegni, seminari e incontri personalizzati per le imprese interessate con partner oltre confine. Le reti del progetto sono due: Autonomia e cura della persona e Nuove diagnosi e terapie. Gli elementi più rilevanti dell’attività prevista sono, da un lato l’impiego delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel settore medico al fine di garantire un migliore accesso alle cure: un aspetto particolarmente importante nell’area alpina dove l’accessibilità rappresenta a volte un ostacolo. Dall’altro lato, l’attenzione ai problemi di salute ambientale, alla convergenza fra le biotecnologie ambientali e le biotecnologie per la salute. “Si lavorerà insieme - ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Innovhub, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, per l’innovazione - per creare un’identità competitiva comune a tutti i territori coinvolti, che consenta al marchio “alpino” di essere promosso nei settori delle biotecnologie e del biomedicale, sia all’interno che all’esterno dell’area”. Nell’iniziativa sono coinvolte: Italia – Regione Lombardia e Regione Piemonte Partner operativi: Innovhub, Azienda Speciale per l´innovazione della Camera di Commercio di Milano, e Bioindustry Park del Canavese Spa; Francia – Regione Rhône-alpes Partner operativi: Adebag (coordinatore del progetto) e Lyonbiopôle; Svizzera – Regione Svizzera occidentale Partner operativo: Bioalps; Austria – Tirolo Partner operativo: Tiroler Zukunftsstiftung (Fondazione Tirolo Futuro); Germania – Regioni della Baviera Partner operativi: Helmholtz-zentrum Monaco (Centro di ricerca per la Salute Ambientale) e l’Università di Scienze Applicate di Weihenstephan (Facoltà di Biotecnologie e Bioinformatica) Sito web: www. Alpsbiocluster. Eu .  
   
   
FRIULI VENEZIA GIULIA: 7 COMUNI IN DIFFICOLTÀ CAUSA DERIVATI  
 
Udine, 29 gennaio 2009 - Sono 14 i Comuni del Friuli Venezia Giulia, per lo più medio piccoli, che hanno sottoscritto contratti derivati su tassi di interesse e che necessitano di essere seguiti e monitorati per mitigare perdite e rinegoziare con le banche - tutte italiane - le posizioni contrattuali. Sette tra questi quattordici presentano una situazione particolarmente pesante e denotano che in sede di sottoscrizione le Amministrazioni comunali non avevano ben chiaro il rischio che avrebbero contratto. L´eventuale costo per chiudere al 27 gennaio 2009 tutte queste posizioni senza addivenire a transazione sarebbe di un milione e 678 mila euro, ossia 18 euro per ogni abitante dei quattordici comuni coinvolti. Questo il punto della situazione riferito ieri dall´assessore regionale alle Autonomie locali, Federica Seganti, in merito alle iniziative attuate dall´Amministrazione regionale a favore di 40 Comuni del Friuli Venezia Giulia per analizzarne l´indebitamento e gli strumenti di finanza derivata. "Il servizio offerto dalla Regione, di concerto con l´Anci regionale e il Consiglio delle Autonomie locali, per un costo di circa 200 mila euro, si pone l´obiettivo di affidare ad un soggetto imparziale ed indipendente, la società di consulenza privata Brady Italia, scelta con gara aperta nel settembre 2008, l´assistenza continuativa a 40 comuni relativamente alla gestione attiva dei loro portafogli di debito. Sui 40 comuni che hanno sottoscritto il contratto di consulenza finanziaria con la Regione, solo 20 avevano contratti derivati. Di questi, 2 hanno immediatamente chiuso le posizioni con gli istituti di credito ed altri 4 le hanno estinte attraverso l´assistenza della Brady Italia. Ad illustrare l´intera attività di assistenza, iniziata il 5 dicembre scorso da Brady Italia, è stato l´amministratore delegato Mariano Kihlgren, assieme a Enzo Faro, responsabile del progetto, e Marco Aletti, direttore marketing. "Il progetto era articolato in più fasi - ha spiegato Kihlgren -. Inizialmente è stato previsto uno studio analitico di tutte le operazioni di finanza derivata sottoscritte dai comuni: questo intervento - ha precisato l´amministratore delegato di Brady - consente di evidenziare il valore corrente di mercato dei portafogli, i flussi di cassa attesi, calcolati sulla base della curva dei rendimenti e infine di analizzare il grado di rischio degli stessi". A seguire, "il progetto - ha proseguito Kihlgren - si concentrerà sulla ricostruzione delle operazioni di finanza derivata sottoscritte, evidenziando i casi in cui siano applicate commissioni non esplicitate in sede di stipula. In una seconda fase la Brady procederà ad analizzare i portafogli di debito complessivi". Un´operazione di assistenza, dunque a largo spettro. "L´attuazione di queste strategie e l´elevata instabilità dei mercati finanziari in questo periodo - ha commentato Seganti - necessita di un´attività di assistenza e formazione che permetterà alle Amministrazioni locali di ottimizzare il ricorso all´indebitamento e definire le migliori condizioni di mercato". .  
   
   
LA MANOVRA ANTICRISI. LA REGIONE FA QUADRATO CON IL SISTEMA DELLE BANCHE. SI COMINCIA CON GLI ISTITUTI DI CREDITO PUGLIESI: AUMENTERANNO DI OLTRE UN MILIARDO I CREDITI NEI CONFRONTI DI IMPRESE E FAMIGLIE.  
 
Bari, 29 gennaio 2009 - Aumenteranno del 10,6 per cento i prestiti per le imprese e le famiglie pugliesi. È questo l’impegno che le banche della Puglia si assumono oggi davanti alla Regione e al suo territorio. Un aumento che vale da solo più di 1 miliardo 260milioni di euro e che farà salire l’intera quota destinata ai finanziamenti dalle banche del territorio a 13 miliardi 85milioni. Gli istituti di credito rispondono così alla sfida che la Regione Puglia, attraverso gli Assessorati allo Sviluppo economico, alla Solidarietà, all’Assetto del Territorio, ha posto loro come uno dei tasselli fondamentali della manovra anticrisi. Una sfida girata alle banche pugliesi per la Puglia, mediante un articolato protocollo d’intesa. Cuore dell’accordo, l’impegno delle banche a concedere più prestiti, in meno tempo e a minori costi sia alle imprese che alle persone, con la promessa di una maggiore trasparenza e di una puntuale informazione anche attraverso i canali della comunicazione istituzionale della Regione Puglia. A siglare il protocollo ieri mattina sono la Regione Puglia, rappresentata dal Vice Presidente e assessore allo Sviluppo economico Sandro Frisullo e dagli Assessori alla Solidarietà Sociale (Elena Gentile) e al Territorio (Angela Barbanente), la Banca Popolare di Bari (attraverso il suo Amministratore delegato Marco Jacobini), la Banca Popolare di Puglia e Basilicata (firma il presidente Raffaele D’ecclesiis), la Banca Popolare pugliese (nella persona del Vice Direttore Generale Marcello Congedo), la Federazione Pugliese delle Banche di Credito Cooperativo (sigla il Presidente Augusto dell’Erba). Una scelta mirata per ripartire dal territorio e dai suoi punti di forza, che afferma di aprirsi anche alle altre banche purché si impegnino formalmente a dichiarare di quanto aumentano la quantità dei propri “impieghi” cioè dei finanziamenti concessi a imprese e famiglie pugliesi attraverso prestiti e mutui. Il punto di partenza oggi sono le banche pugliesi che rappresentano un attore di rilievo nella nostra economia, un tessuto forte e radicato. Il protocollo impegna infatti un numero complessivo di 31 istituti di credito (le 3 Popolari più 28 Banche di Credito Cooperativo), che da soli rappresentano il 30% circa di tutti gli sportelli bancari della Puglia. Istituti che, a fine 2008, vantavano depositi per 22miliardi 787milioni di euro e avevano concesso finanziamenti per 11miliardi 824milioni, e che contano un numero di soci che è un vero e proprio esercito: 132. 758. Lo scenario - La necessità dell’impegno ottenuto dalle banche, è tutto nella dimensione e nell’aggressività della crisi economica internazionale. Il rischio è il rallentamento del ciclo di espansione del tessuto produttivo pugliese che nel biennio 2006-2007 ha visto aumentare il Pil complessivamente del 4%, mentre nei primi nove mesi del 2008 l’export è cresciuto del 9,7% contro il 5% dell’Italia e l’8% dell’Italia meridionale. Proprio per questo la Regione Puglia ha costruito la più corposa manovra anticrisi in Italia, mettendo in campo in prima battuta 355 milioni 770mila euro attraverso due regolamenti e 7 bandi (tutti attivati, che mobilitano 1 miliardo di investimenti e 1 miliardo di prestiti) e successivamente altri 100 milioni attraverso un ulteriore avviso (che sarà pubblicato a breve) per gli aiuti alle micro e piccole imprese per il quale saranno erogati 100 milioni di euro di risorse pubbliche e mobilitati investimenti per altri 400 milioni. In questo quadro è tuttavia necessario attivare anche una forte collaborazione tra le politiche regionali e il sistema creditizio che ha un ruolo strategico nell’economia regionale. Anche perché secondo Bankitalia c’è un generale rallentamento nell’erogazione del credito. In Puglia la flessione più significativa riguarda proprio il sistema delle imprese. Secondo le ultime stime a novembre 2008 l’erogazione del credito è cresciuta del 5,3% rispetto all’11,6% del 2007, mentre per le imprese familiari questo dato è addirittura negativo (-2,3% a novembre 2008). Alla luce di questi dati il tessuto delle Banche popolari e delle Banche di Credito cooperativo può giocare un ruolo significativo per il sostegno delle aziende. Il protocollo: “Più impieghi in meno tempo”, “Più credito a famiglie e persone”. - Il protocollo si compone di 14 articoli che illustrano due programmi, uno dedicato alle imprese, l’altro alle persone. Il Programma Imprese punta a garantire che il sistema bancario regionale fornisca un sufficiente stock di impieghi creditizi (cioè di finanziamenti) nei confronti delle imprese e diminuisca i tempi dell’accesso al credito, dunque “più impieghi in meno tempo”. Mira inoltre a migliorare il merito creditizio delle Piccole e Medie Imprese (Pmi) e facilitarne l’accesso al credito contenendo il prezzo, cioè “più garanzie, più credito e a minori costi”. Altro obiettivo è promuovere l’integrazione dei nuovi strumenti di incentivazione regionale nel catalogo dei prodotti creditizi (“più credito e più prodotti con i nuovi aiuti della Regione Puglia”). Il protocollo punta infine a favorire lo smobilizzo dei crediti delle Pmi nei confronti della Pubblica Amministrazione Regionale e Locale (“più pagamenti in minor tempo”). Il Programma Persone ha come obiettivo principale studiare meccanismi alternativi per la valutazione dell’affidabilità creditizia delle persone e delle famiglie in condizioni di disagio sociale, migliorare la valutazione del merito creditizio e facilitare l’accesso al credito (“più credito a famiglie e persone”). Anche nel Programma Persone è prevista l’integrazione dei nuovi strumenti di incentivazione regionale nel catalogo dei prodotti creditizi delle banche. Ultimo obiettivo del programma è promuovere la responsabilità personale e favorire forme di risparmio integrato per incrementare la qualità della vita e contrastare la povertà. In particolare si punta a definire un percorso che, si legge sul protocollo, “consenta di sostenere i soggetti ‘vulnerabili’ nell’accesso a forme di micro-credito individuale, nonché nella definizione di un percorso personale di risparmio di medio periodo, finalizzato ad affrontare, in linea con le migliori esperienze europee ed internazionali, spese per il miglioramento delle condizioni di vita del nucleo familiare, la manutenzione della casa di proprietà, l’acquisto della prima casa, la sua ristrutturazione”. I commenti - “Mentre a Roma – ha dichiarato il Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo economico Sandro Frisullo – si fa un gran parlare di manovra anticrisi e l’unico risultato è che la Puglia non ha ancora ricevuto i 3 miliardi e mezzo di euro che attende da tre anni, noi ripartiamo dal nostro sistema che è fatto di famiglia, di imprese e di una radicata rete di banche che muove quasi 133mila soci. Sono realtà sane, nei loro patrimoni non ci sono titoli “tossici”. Costituiscono un pezzo del territorio dal quale ripartire”. Per l’Assessore al territorio Angela Barbanente, “la Regione risponde con tempestività ed efficacia alla richiesta di azioni di sistema e, in particolare, di sostegno all’accesso al credito proveniente dalle imprese del settore edilizio e dalle famiglie che incontrano difficoltà non solo a acquistare un alloggio dignitoso ma anche a tenere in decoroso stato di manutenzione quello occupato. Azioni, dunque, destinate a svolgere un rilevante ruolo anticiclico nella crisi in atto, in un settore di importanza primaria, oltre che per l’economia regionale, per la qualità della vita delle persone e delle famiglie pugliesi”. Un aspetto, questo, sottolineato anche dall’Assessore alla Solidarietà sociale Elena Gentile: “Attraverso questo protocollo – ha detto – si studiano meccanismi come il microcredito che possono permettere alle famiglie di affrontare spese come, per esempio, l’apparecchio ai denti dei propri figli, ma si punta anche ad incentivare il risparmio, sperimentando percorsi che consentano di aumentare il proprio conto in banca disponibile per l’acquisto di servizi di cura, se si è raggiunta una determinata quota di risparmio. Sono interventi che promuovono l’autosviluppo e incrementano la qualità della vita. L’assessorato conta attraverso questo Protocollo di incentivare anche il sistema dell’imprenditorialità civile e sociale che grazie ad un migliore rapporto con il mondo creditizio sarà messo nelle condizioni di tutelare e incrementare il livello occupazionale e operare investimenti per il miglioramento della qualità dei servizi offerti, a tutto vantaggio delle comunità locali”. Scheda Il sistema bancario pugliese - Il sistema bancario pugliese, che sottoscrive il Protocollo con la Regione Puglia, è rappresentato da Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare Pugliese, Banche di Credito Cooperativo (Bcc). È composto da 31 banche (di cui 28 le Bcc), e totalizza un numero di sportelli pari in tutta Italia a 552. In Puglia questi costituiscono il 30% circa di tutti gli sportelli bancari presenti. Questi Istituti di credito raggruppano un numero di soci pari a 132. 758, mentre i dipendenti sono 4. 948. Dispongono di depositi totali (nel gergo tecnico si parla di Raccolta globale) pari a 22 miliardi 787 milioni di euro. I finanziamenti che hanno concesso nel 2008 (cioè gli impieghi alla clientela, dai quali sono esclusi i prestiti alle banche) ammontano ad 11 miliardi 824milioni. Grazie al protocollo siglato con la Regione Puglia, aumenteranno del 10,6 per cento, salendo a quota 13 miliardi 86 milioni. .  
   
   
LOMBARDIA/CATALOGNA. LA RUSSA, PIENA INTESA SU RICERCA E PMI MISSIONE CONGIUNTA IN BRASILE NELLA SECONDA META´ DEL 2009  
 
 Milano, 29 gennaio 2009 - Regione Lombardia e Catalogna, in un incontro bilaterale a margine della Conferenza tra i ministri per le attività produttive dei "Quattro Motori per l´Europa e Regioni associate" svoltasi lunedì scorso a Sitges, nei pressi di Barcellona, hanno deciso di dare il là a percorsi comuni sul fronte industriale ed economico. Il ministro della Catalogna per l´innovazione, Josep Huguet, ha auspicato una ancor più stretta collaborazione sul fronte della ricerca applicata e dei progetti europei legati all´industria. "Una proposta - ha detto l´assessore all´Industria, Piccola e Media Impresa (Pmi) e Cooperazione della Regione Lombardia, Romano La Russa - che non può che trovarci d´accordo e una pista da percorrere anche perché già oggi sono diversi i giovani lombardi che, frequentando Università spagnole, aumentano l´interscambio tra le tecnologie industriali". Piena sintonia, tra La Russa e Huguet, anche sulla necessità di intraprendere iniziative comuni presso le Istituzioni Europee. "Sono stato parlamentare europeo - ha ricordato La Russa - e ritengo che presentarsi in sede di Parlamento europeo, magari con progetti comuni da attuare nei settori legati alle piccole e medie imprese sia utile per le due economie regionali. Ritengo che Regione Lombardia e Catalogna debbano mettere a punto uno o più progetti da sottoporre al vaglio della Commissione Industria del Parlamento europeo". Nel corso dell´incontro bilaterale, l´assessore La Russa ha definito anche i contorni dell´incontro del prossimo incontro della Commissione tecnica prevista in marzo. "Nell´appuntamento lombardo - ha spiegato al collega catalano - desidero riassumere a livello politico il dibattito di Sitges e coinvolgere le direzioni generali di ogni ´Motore o Regione associata´ per partire subito con misure più concrete e operative che, certamente, non possono prescindere dall´aggiornamento dei dati sui Distretti e dal confronto dei dati economici di Lombardia e Catalogna, oltre che con quelli di Baden Wuerttenberg, Rhone-alpes, Fiandre e Galles". "Sono felice che la Catalogna - ha concluso l´assessore La Russa - abbia manifestato la sua piena adesione alla missione in Brasile (San Paolo e Minas Gerais) proposta da Regione Lombardia in occasione della Presidenza Lombarda dell´Associazione Quattro Motori e che si svolgerà nella seconda parte dell´anno. Ora occorre individuare un paio di settori, che potrebbero essere l´edilizia e l´agro-alimentare, per definire la missione congiunta politico-commerciale di rappresentanti regionali ed esponenti delle piccole e medie imprese". .  
   
   
LOMBARDIA/EMILIA ROMAGNA - GIUNTE RIUNITE PER EXPO E ALTRE INTESE  
 
 Milano, 29 gennaio 2009 - Le Giunte regionali della Lombardia e dell´Emilia Romagna, guidate dai rispettivi presidenti - Roberto Formigoni e Vasco Errani - si riuniranno in seduta congiunta venerdì 30 gennaio al Palazzo Pirelli. Due i temi all´ordine del giorno: lo sviluppo di attività comuni per la preparazione di Expo 2015 e la collaborazione istituzionale su una serie di altri temi rilevanti delle politiche regionali, nella prospettiva di attuazione del federalismo. E´ previsto che i lavori si concludano con la sottoscrizione di protocolli di intesa. "Con le Regioni italiane - spiega il presidente Roberto Formigoni - stiamo perfezionando una serie di intese per ottimizzare le ricadute positive del lavoro di Expo 2015 per tutto il territorio nazionale. Quella che sigleremo con l´Emilia Romagna è appunto la prima di queste intese. Già nelle prossime settimane contiamo di concludere e sottoscrivere analoghi accordi con le altre Regioni che ce lo hanno chiesto". .  
   
   
EMILIA ROMAGNA: RELAZIONI INTERNAZIONALI. IL VICEPRESIDENTE DELBONO E LA PRESIDENTE DONINI RICEVONO L´AMBASCIATORE DEL MAROCCO  
 
 Bologna, 29 gennaio 2009 – La cooperazione tra il Marocco e la Regione Emilia-romagna, la libertà religiosa, l’immigrazione, la collaborazione con la comunità marocchina in Italia e la situazione nel Sahara occidentale. Sono i temi affrontati nel corso della visita in Regione dell´ambasciatore in Italia del Marocco Mohammed Nabil Benabdallah, in carica dal 7 novembre scorso. Il diplomatico, accompagnato dal console generale del Marocco Mohamed Laghmari, è stato ricevuto dal vicepresidente della Regione Flavio Delbono e dalla presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia-romagna Monica Donini. L’ambasciatore, alla sua prima visita a Bologna, ha raccontato del processo di democratizzazione e delle riforme importanti che il Marocco sta portando avanti e si è detto disponibile a lavorare insieme all’Emilia-romagna nell’ottica di uno sviluppo economico, sociale e culturale della regione del Maghreb e per la completa integrazione della comunità marocchina (la prima numericamente parlando in regione, con oltre 26 mila persone, e la seconda in Italia). Il vicepresidente Delbono ha confermato l’interesse della Regione a un rafforzamento dei rapporti con il Marocco e l’avvio di collaborazioni concrete. Per quanto riguarda la situazione del popolo Sahrawi - nei cui campi profughi la Regione da anni ha in campo molte iniziative di carattere umanitario e di solidarietà internazionale - Donini e Benabdallah hanno auspicato che i tavoli bilaterali, promossi tra le autorità marocchine e quelle del Polisario, arrivino a definire una soluzione coerente con le norme del diritto internazionale e sotto l’egida dell’Onu. La visita si è conclusa con l’invito alla Regione allo svolgimento di una visita in Marocco. I progetti della Regione - Il bilancio 2009 prevede il cofinanziamento di due progetti per lo sviluppo in Marocco, in collaborazione con organizzazioni non governative e associazioni di volontariato. Il primo è un progetto per la promozione dell’eco-turismo e per il sostegno alla micro-impresa femminile, come fattori di sviluppo rurale integrato, in tre comuni del sud del Marocco: villaggi rurali nelle province di Tata (250 Km a sud est di Marrakech, valicata la catena dell’Alto atlante) e Tiznit (zona costiera a 80 Km a sud di Agadir). Il costo complessivo è pari a 57. 967 euro, di cui 28. 983 di finanziamento regionale. Il secondo mira a consolidare la crescita economica dei Comuni rurali di Sidi Boumahdi e Meskoura (provincia di Settat), attraverso l’integrazione e la promozione delle capacità individuali, della donna e il sostegno all’associazionismo per la realizzazione di appropriate attività produttive. Il costo totale del progetto è di pari a 210. 394 euro, di cui 100. 990 di fondi regionali. .  
   
   
EMILIA ROMAGNA: IL VICEPRESIDENTE DELBONO INCONTRA IL CONSOLE GENERALE DEGLI STATI UNITI COUNTRYMAN  
 
Bologna, 29 gennaio 2009 - Il vicepresidente dell’Emilia-romagna, Flavio Delbono ha ricevuto ieri mattina in regione il console generale degli Stati Uniti d’America a Firenze, Mary Ellen Countryman. Nel corso della visita si sono affrontati temi economici e si è parlato della possibilità di scambio e collaborazione nell’ambito della ricerca universitaria. Mary Ellen Countryman ha assunto la guida del Consolato Generale di Firenze, competente per Toscana, Emilia-romagna e San Marino, nel settembre 2008. Originaria dello Stato di Washington, si è laureata presso l’università di Washington ed ha ottenuto il master in relazioni internazionali alla Columbia University. Prima di entrare nel servizio diplomatico ha lavorato come produttore di programmi televisivi di informazione a New York e Tokyo. Nel servizio diplomatico ha operato a Roma, Milano, Tokyo, Rangoon e San Pietroburgo. Successivamente è stata direttore per gli Affari pubblici del Consiglio per la Sicurezza nazionale e contemporaneamente vice segretario dell’ufficio stampa della Casa Bianca durante le presidenze di William Clinton e di George Bush. Delbono ha rivolto al console Countryman i migliori auguri di buon lavoro. .  
   
   
FVG: TONDO IN VOJVODINA, VENERDI´ DA TADIC  
 
Novi Sad, 29 gennaio 2009 - Prima missione all´estero del 2009 e prima missione economica in assoluto in terra straniera per il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, che oggi raggiungerà Novi Sad, nella Provincia autonoma della Vojvodina, per un´intensa due-giorni di rapporti istituzionali ed operativi con le realtà locali. Nel primo pomeriggio di venerdì, invece, il presidente della Regione sarà a Belgrado dal presidente della Serbia, Boris Tadic. A Novi Sad, Tondo guiderà una delegazione che comprende una quarantina di imprese regionali dei settori informatico, agricolo-industriale e agroalimentare, individuate e selezionate da Informest che è chiamata a mettere in pratica i programmi di cooperazione decentrata di Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Ice, fornendo la necessaria assistenza tecnica al comparto produttivo. "La Regione deve accompagnare il sistema economico e non viceversa", ribadisce Tondo, sottolineando l´importanza di favorire l´azione delle aziende virtuose che riescono a conquistare importanti fette di mercato oltreconfine. Proprio questo è l´obiettivo dichiarato di una visita che ratificherà una serie di rapporti già avviati tra i due sistemi imprenditoriali, frutto anche degli accordi stipulati oltre cinque anni fa attraverso un protocollo d´intesa. Tra gli incontri previsti domani a Novi Sad, spicca quindi il bilaterale Friuli Venezia Giulia-vojvodina in programma nel pomeriggio, concluso dalla conferenza stampa dei governatori Renzo Tondo e Bojan Pajtic. Alla parte istituzionale, si aggiungerà quella economica che, al termine, prevede la visita alla Fiera locale. Nel corso del meeting, saranno sviluppati tutti gli argomenti più attuali che caratterizzano la collaborazione tra le due entità territoriali, con i programmati interventi dei presidenti di Insiel, Valter Santarossa, di Sviluppo Italia Fvg, Franco Asquini, di Finest, Michele Degrassi, del vicepresidente di Informest, Silvia Acerbi, dei rappresentanti regionali di Confindustria e delle quattro Camere di Commercio del Friuli Venezia Giulia, compreso il presidente di Unioncamere, Antonio Paoletti, che già aveva supportato l´approccio delle aziende regionali in Serbia nel settembre scorso. Il direttore delle Relazioni internazionali del Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Napoli, sarà invece chiamato ad illustrare le prospettive di federalismo nell´estremo Nordest d´Italia , in particolare per quanto riguarda i rapporti tra le autorità centrali e quelle periferiche relativamente a compiti, funzioni e risorse. Nei prossimi due giorni, quindi, si raccoglieranno i frutti di un percorso articolato di relazioni politico-economiche, ma l´attenzione è rivolta anche all´incontro di Tondo con il presidente serbo Tadic. Nel corso di un colloquio che si annuncia approfondito, alla presenza dell´ambasciatore italiano Alessandro Merola, verrà molto probabilmente affrontata la questione dell´utilizzo dei fondi europei alla luce della volontà, espressa nei giorni scorsi dalla massima autorità di Belgrado, di chiedere l´adesione alla Ue prima che si concluda la presidenza ceca di turno. .  
   
   
VENEZIA: DE BONA RICEVE DELEGAZIONE REGIONE COREANA DI GANGWON-DO  
 
Venezia, 29 gennaio 2009 - L’assessore regionale Oscar De Bona ha ricevuto ieri a Palazzo Balbi a Venezia una delegazione della regione di Gangwon-do (Corea del Sud), guidata dal Direttore generale della Cooperazione Internazionale Kim Joo-hong. La delegazione si è soffermata, in particolare, sull’interesse a sviluppare relazioni economiche e culturali con il Veneto. La Corea, infatti, oltre agli aspetti di carattere naturalistico è oggi una delle economie più avanzate al mondo ed è in grado di offrire alta tecnologia. La regione di Gangwon-do si trova nel nordest della Corea del Sud, ha oltre un milione e mezzo di abitanti e la capitale Chuncheon dista circa un centinaio di chilometri da Seul. L’assessore De Bona ha fatto presente che il Veneto è veramente interessato a dare una risposta positiva alle opportunità che sono state presentate. A tal fine la delegazione è stata fatta incontrare successivamente con rappresentanti del sistema economico veneto. .  
   
   
DAL PARAGUAY A VICENZA: DELEGAZIONE A PALAZZO NIEVO  
 
Vicenza, 29 gennaio 2009 - Un brindisi congiunto ha chiuso il 22 gennaio il breve ma cordiale incontro fra la delegazione del Paraguay, guidata dall´ambasciatore Ana Maria Baiardi e composta dal console Sonia Biedermann e dal console onorario Rino Mastrotto, e il presidente della Provincia di Vicenza Attilio Schneck. Accolta nella Sala Consiglio di palazzo Nievo, presenti il vice-presidente provinciale Dino Secco ed il console onorario paraguagio Rino Mastrotto, la rappresentanza sudamericana ha potuto così prendere conoscenza diretta della realtà istituzionale, economica e sociale vicentina spiegando a sua volta agli ospiti peculiarità e storia di una Nazione, il Paraguay appunto, nel quale il 60% dei 6 milioni di abitanti è composto da persone di meno di 30 anni, la popolazione femminile - retaggio della lunga e sanguinosa guerra combattuta contro Argentina, Uruguay e Brasile - è predominante, le grandi infrastrutture viarie sono praticamente inesistenti e l´agricoltura, con la presenza di 13 milioni di capi di bestiame, è sempre l´attività economica nazionale a fronte di un territorio ricco di risorse ma ancora nelle mani del grande latifondo. Terra di emigrazione e di contraddizioni, nella quale il 4% della popolazione dispone dell´86% della terra, un sesto degli abitanti vive nella capitale Asuncion e la povertà ha creato un grande desiderio di cambiamento concretizzatosi nelle ultime elezioni presidenziali. Stretto fra l´espansionismo dell´economia brasiliana e la mancanza di un accesso proprio al mare, con i grandi porti argentini raggiungibili solo attraverso l´idrovia costituita dal sistema fluviale del Paranà e del Paraguay, questa Nazione cerca oggi nuove occasioni di sviluppo anche attraverso l´ampliamento dei propri confini diplomatici. In quest´ottica, e stante l´opera del console onorario Mastrotto ("per noi mezzo paraguagio") l´invito ufficiale della signora Baiardi per una visita al di là dell´Atlantico ha costituito più di un semplice gesto di cortesia. "Stiamo inoltre gettando le basi - ha sottolineato l´imprenditore conciario trissinese - per creare ad Asuncion una struttura assieme al professor Frigiola al fine di creare un ospedale per bambini che sia di riferimento a tutta quell´area". Una stampa di Villa Capra "La Rotonda" e alcune pubblicazioni su Andrea Palladio, consegnate dal presidente Schneck hanno concluso la parte ufficiale dell´incontro, poi il brindisi in Sala Giunta con la promessa di ritrovarsi ancora assieme. .  
   
   
BASILICATA, NOMINATI I DIRETTORI GENERALI  
 
Potenza, 29 gennaio 2009 - La Giunta Regionale ha nominato i Dirigenti Generali dei sette Dipartimenti. Dirigente Generale del Dipartimento Presidenza della Giunta è Angelo Nardozza; del Dipartimento Agricoltura: Pietro Quinto; del Dipartimento Ambiente: Viviana Cappiello; del Dipartimento Attività Produttive: Andrea Freschi; del Dipartimento Cultura: Maria Teresa Lavieri; del Dipartimento Infrastrutture: Giuseppe Esposito; del Dipartimento Sanità: Rocco Rosa. Al dott. Francesco Pesce, dirigente generale uscente del Diaprtimento Agricoltura, sarà affidato un importante incarico presso il Dipartimento Presidenza della Giunta. .  
   
   
MEETING AD ANCONA SU "BALCANI E ARTIGIANATO"  
 
Ancona, 29 gennaio 2009 - Si è svolto ad Ancona il meeting internazionale "I Balcani e l´artigianato. Produrre locale e agire globale per nuove vie di sviluppo", organizzato dalla Regione Marche in collaborazione con l´Agenzia regionale di sviluppo Svim e le organizzazioni di categoria Cna e Confartigianato. Ne dà notizia l´Aise. Sono intervenuti, oltre a rappresentanti dell´Istituto per il commercio estero, del Ministero per gli Affari esteri e del Ministero dello Sviluppo economico, membri di istituzioni, agenzie di sviluppo, organizzazioni di categoria di Marche, Slovenia, Croazia, Albania e Serbia. Hanno partecipato circa 70 aziende, sia marchigiane che provenienti dai Paesi balcanici. Il Meeting è rientrato nel Progetto Balcani che la Regione ha predisposto per cogliere appieno le opportunità legate a relazioni con un´area sempre più strategica nello scenario europeo, nazionale e locale. Il fine è rendere l´Adriatico un mare di pace e promuovere l´ingresso dei Balcani nell´Unione Europea. Si tratta di costruire una comunità adriatica europea, che nasca dalla partecipazione della società civile. Per questo è importante la collaborazione tra istituzioni, camere di commercio, imprese, agendo insieme mediante consorzi, reti, associazioni, in ottica settoriale e tenendo ben presenti gli interessi reciproci da soddisfare. Su questa linea sono stati realizzati il progetto Clas e progetti di cooperazione Interreg lanciati dall´Unione europea. Partendo da qui la Regione Marche, attraverso azioni di internazionalizzazione e cooperazione allo sviluppo, in piena condivisione con il governo centrale, lavora alla realizzazione della comunità adriatica. Una realtà il cui collante è dato da economia, cultura, turismo, urbanistica e processi democratici. .  
   
   
CRISI E SERVIZI PER L´IMPIEGO PUBBLICI E PRIVATI PRESENTATO A TORINO IL RAPPORTO SULL´ATTIVITA´ DEI CENTRI PER L´IMPIEGO  
 
 Torino, 29 gennaio 2009 - Si è parlato di crisi e ruolo dei servizi per il lavoro, pubblici e privati, ieri mattina, nel seminario organizzato dall’Agenzia Piemonte Lavoro e dalla Regione Piemonte alla Gam di Torino, durante la presentazione del “Sesto Rapporto su sviluppo e funzionamento dell’attività dei Centri per l’impiego in Piemonte”. Sono intervenuti l’assessore regionale al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso, il direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro, Aldo Dutto, i rappresentanti delle Province, delle parti sociali, dell’Isfol e di Italia Lavoro. Nel corso del seminario stati presentati alcuni dati sulla crisi in Piemonte, che evidenziano un calo degli avviamenti al lavoro del 2,2% nel 2008, rispetto l’anno precedente, con una significativa riduzione nell’ultimo trimestre (-19,2% dicembre 2008). Nel 2008 le domande, accettate dall’Inps, per l’erogazione dell’indennità di disoccupazione ordinaria sono quasi 40. 000. Il sesto rapporto fornisce, inoltre, numerose informazioni sulle modalità con cui i Centri per l’Impiego intervengono per sostenere le persone in cerca di occupazione. Sono 616 gli operatori e le operatrici attivi in tutto il Piemonte, di cui 90 impiegati nei servizi per il collocamento mirato. Sui dati dell’utenza, si stima che in un anno si siano recate, nel solo Centro per l’Impiego di Torino, 38. 000 persone. Nel 2008 le persone che si sono presentate nei Centri e hanno dichiarato la disponibilità immediata al lavoro sono aumentate del 20% rispetto all’anno precedente. Analizzando le caratteristiche dell’utenza dei “disponibili” risulta che i più numerosi hanno un’età compresa fra 35 e 49 anni, in maggioranza donne (41. 095 su 78. 686 nel 2008). Tra le persone che cercano lavoro sono 4. 809 quelle con disabilità. “I servizi pubblici per il lavoro della Regione Piemonte - ha affermato l’assessore regionale al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso - si occupano di favorire l’incontro domanda e offerta di lavoro e di orientare e rafforzare le competenze professionali delle persone in cerca di impiego. Il monitoraggio mette in rilievo le capacità con cui le Province, attraverso i Centri per l’Impiego, costruiscono percorsi per la ricerca di lavoro e progetti mirati al reimpiego delle persone coinvolte in situazione di crisi aziendali. I centri rappresentano, dunque, in questo momento di così grave difficoltà per l’economia piemontese, importanti presidi a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori e delle imprese”. .  
   
   
UMBRIA: CONVOCATA CABINA DI REGIA SU CRISI AZIENDALI  
 
Perugia, 29 gennaio 2009 – È stata una relazione a “tutto tondo” quella dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Mario Giovannetti che ha aperto la riunione della “cabina di regia” per le crisi aziendali in Umbria. Una riunione allargata anche ad altri soggetti istituzionalmente non presenti nell’organismo (Province di Perugia e Terni e Associazioni del commercio) e propedeutica a un loro prossimo e formale ingresso nella struttura. In particolare, l’assessore ha fatto il quadro dello stato umbro, sottolineando la complessità di una crisi economica che si protrarrà presumibilmente oltre il 2009 e che tocca trasversalmente, anche se con diversa intensità, pressoché tutti i comparti e i territori della regione. Pur avendo raccolto dati indicativi della dimensione della crisi – ha sottolineato l’assessore – manca ancora oggi un unico soggetto di riferimento a cui possano fare capo tutte le informazioni. Si tratta di un passaggio indispensabile – ha proseguito – a cui stiamo lavorando per poter contare su dati certi ed omogenei, superando l’attuale difficoltà causata dai diversi sistemi di classificazione relativi alla cassa integrazione, straordinaria, ordinaria o in deroga, alle chiusure e dismissioni aziendali eccetera. Il quadro che emerge in Umbria, anche da incontri avuti con Comuni, imprese ed associazioni – ha spiegato Giovannetti – parla di una crisi che si manifesta con differenti gradi di complessità e che in una prima fase ha colpito soprattutto la fascia di imprese più strutturate che hanno risposto con un calo di ordini e con l’attivazione della cassa integrazione. Si tratta di aziende per le quali, - secondo l’assessore - non avendo grandi problemi finanziari, dovrebbero esserci gli strumenti necessari a superare le difficoltà. A risentire maggiormente della situazione sono invece le piccole e piccolissime imprese che vivono di monocommesse e che sono a rischio altissimo di chiusura se la casa madre taglia le ordinazioni. Quasi tutti i settori produttivi sono stati investiti dalla crisi e sono ad alto rischio a cominciare da quello dell’elettrodomestico, dove si accentuano notevolmente le difficoltà della “Merloni” fino alla messa in discussione del mantenimento dello stesso sito produttivo. Un inasprirsi della crisi andrebbe che va ad accrescere i già pesanti problemi dell’area, da Nocera Umbra a Gubbio a Gualdo Tadino, e sulla quale pesano anche le difficoltà della ceramica. Ma criticità sono presenti anche nei settori dell’auto e della meccanica, soprattutto in alta Umbria, della chimica a Terni, della Minerva di Spoleto eccetera. Si tratta di problematiche – ha detto Giovannetti – che tenderanno ad accentuarsi con il passare del tempo. Rispetto al cosa fare, l’assessore ha innanzitutto auspicato una maggiore sinergia fra Stato e Regioni ed una azione comune per coordinare gli interventi a favore di imprese e lavoratori (domani si terrà la Conferenza Unificata Stato-regioni sugli ammortizzatori sociali ndr) ”perché – ha detto – nessuno può farcela da solo”. Per quanto riguarda la Regione, il primo impegno è quello di dar vita al Fondo pubblico di garanzia da cinque milioni di euro gestito da Gepafin ed a cui si affiancano risorse del sistema di credito e dei Consorzi Fidi. È poi prevista l’attuazione degli interventi a sostegno delle aziende in crisi temporanea, il cosiddetto tutoraggio e accompagnamento delle aziende in difficoltà, che prevede risorse per analizzare la situazione e per attivare un “manager a tempo”, con l’obiettivo di elaborare programmi di riorganizzazione finanziabili con misure del “Fse”(fondo Sociale Europeo) e supportati da alte professionalità. Altri fronti di intervento quelli della formazione e degli ammortizzatori sociali, sia per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria che in deroga, per i quali la Regione ha già chiesto al Governo adeguate risorse. In questo quadro – ha proseguito Giovannetti – la Regione ha rafforzato gli strumenti contenuti nel protocollo a suo tempo sottoscritto con il sistema del credito, soprattutto per quanto riguarda la ‘struttura dedicata’ in capo a Sviluppumbria e Gepafin. Altro fronte su cui si sta lavorando – ha aggiunto Giovannetti – è la semplificazione delle procedure e la riduzione dei tempi di erogazione delle risorse previste dai bandi comunitari. Relativamente alla finalizzazione delle risorse, come Giunta regionale – ha concluso Giovannetti – intendiamo proseguire sulla strada già intrapresa che è quella di evitare i finanziamenti a pioggia e di agire su elementi strutturali che possano effettivamente concorrere alla competitività della imprese, come l’innovazione e la ricerca”. .  
   
   
POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE, UN CONVEGNO A BARADILI  
 
Cagliari, 29 Gennaio 2009 - Il consorzio Due Giare, in collaborazione con l´Assessorato regionale del Lavoro, organizza il convegno regionale "Politiche attive del lavoro e sviluppo locale - L´agenzia di sviluppo locale Due Giare: esperienza, modello organizzativo, prospettive", che si terrà a Baradili (Oristano) nella sala conferenze del Comune, venerdì 30 gennaio alle 15,30. L´iniziativa nasce dall´esigenza di presentare il bilancio delle attività svolte dall´agenzia Due Giare nella sua prima fase di vita, iniziata nell´aprile 2004, e finanziata tramite i fondi della Misura 3. 10 del Por Sardegna 2000-2006 (Fondo Sociale Europeo). Inserito nel quadro delle politiche attive del lavoro, il progetto sperimentale dell’Agenzia rappresenta un modello innovativo di cooperazione e collaborazione tra sistema pubblico e privato, diretto allo sviluppo del territorio tramite la realizzazione di percorsi integrati di creazione di impresa e di assistenza alla qualificazione del sistema imprenditoriale locale. Nel corso dei lavori si evidenzieranno le peculiarità delle azioni intraprese, con particolare riguardo alla strategia complessiva adottata per il rilancio dell´area rurale nell’ottica del potenziamento delle singole risorse. In questi anni l´Agenzia di sviluppo Due Giare ha assistito il territorio nella pianificazione del proprio sviluppo, adottando una metodologia innovativa nell’approccio verso la creazione di concrete e sostenibili occasioni lavorative, per il radicamento e consolidamento dello spirito imprenditoriale con l’obiettivo ultimo di contribuire al miglioramento delle condizioni economiche locali. Il convegno intende analizzare il modello organizzativo e operativo dell’Agenzia Due Giare e le modalità con cui si contribuisce attivamente ad individuare nuove occasioni lavorative (con la nascita di nuove imprese e/o la modernizzazione delle esistenti), mobilitando le coscienze, tentando di aumentare la consapevolezza della identità della popolazione locale, individuando i beni e i prodotti locali come risorse e fattori determinanti per compiere la transizione verso l’autoimprenditorialità. In tale quadro, la missione affidata alle Agenzie di sviluppo acquisisce anche una forte valenza sociale quando tende a contrastare il fenomeno del depauperamento delle risorse umane ed economiche locali, contrastando inoltre il fenomeno dello spopolamento e della fuga dei giovani. La riflessione infine verterà sull’analisi dei nuovi scenari che si stanno aprendo grazie ai fondi della programmazione europea 2007-2013 e ad alcune ipotesi operative che potranno essere messe in campo. Nell’occasione verrà inoltre presentata la pubblicazione curata dal consorzio Due Giare, che racchiude l’esperienza maturata dall’Agenzia in termini di supporto al sistema imprenditoriale locale e allo sviluppo del territorio. Al convegno prenderanno parte i referenti del consorzio Due Giare, del Pit Or3 e dell’Agenzia di sviluppo, e alcuni operatori del territorio. Interverrà inoltre il direttore del Formez di Cagliari. Chiuderà i lavori l´assessore regionale del Lavoro, Romina Congera. .  
   
   
INDUSTRIA SICILIANA: AL VIA OSSERVATORIO PER INSERIMENTO LAUREATI  
 
Palermo, 29 gennaio 2009 - Il coordinatore regionale delle Università siciliane e l´assessore regionale all´Industria, Pippo Gianni, hanno concordato la costituzione di un Osservatorio socio-economico sul mercato del lavoro con il compito di svolgere attività di ricerca ed analisi a supporto delle politiche che favoriscono l´inserimento dei giovani nel mondo produttivo. Tale strumento consentirà il coordinamento a livello regionale delle scelte di placement dei propri laureati. . .  
   
   
RICERCA & IMPRESA, CON “MEUCCI” È PIÙ FACILE INAUGURATO IL NUOVO INCUBATORE PER IL TRASFERIMENTO DELL´INNOVAZIONE L´INTERVENTO DEL PRESIDENTE CLAUDIO MARTINI A SESTO FIORENTINO  
 
 Firenze, 29 gennaio 2009 - Spazi accoglienti e servizi adeguati allo sviluppo di nuove imprese nate dal trasferimento dei risultati della ricerca toscana. E´ con questo obiettivo che ieri è stato inaugurato un nuovo incubatore - intitolato ad Antonio Meucci e realizzato all´interno del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino - dedicato alla creatività e alla sperimentazione di nuove idee capaci di connettere l´innovazione espressa dalla ricerca con il mercato italiano ed estero. «La vicinanza tra ricerca e mondo produttivo – ha sottolineato nel suo intervento il presidente della Regione Toscana Claudio Martini - è una strategia vincente per superare la crisi e rilanciare il nostro tessuto economico. Proprio per questo la Regione Toscana ha investito risorse importanti nell´incubatore di impresa all´interno del polo scientifico di Sesto Fiorentino, un progetto innovativo che è giunto alla fase decisiva. Oggi più che mai le idee nuove devono avere opportunità di sviluppo ed affermazione in un´ottica di sistema che punti alle eccellenze e faccia da volano per la crescita sostenibile, che è il nostro obiettivo. La Rete regionale del sistema di incubazione di impresa darà ancora più dinamismo alle potenzialità del territorio regionale che vogliamo valorizzare al meglio. » L’edificio, i cui locali occupano una superficie di circa 4. 300 mq totali, è costato 13,6 milioni di euro ed è stato cofinanziato per il 50% dalla Regione Toscana, per il 43% dall´Università di Firenze e per il 7% dalla Provincia. Una delle peculiarità più interessanti è l´attiguità agli spazi dei centri di studio e dei laboratori di ricerca nei settori della meccanica, dell’energetica, delle tecnologie elettroniche e informatiche. Una vicinanza fisica che incoraggia una contamin azione reciproca tra cervelli e imprenditori utile a concretizzare progetti spendibili sul mercato. Allo stesso tempo l´incubatore offrirà servizi avanzati nei settori finanziari e di assistenza, tecnici, del marketing e della formazione. Un ufficio speciale sarà dedicato alla comunicazione e disseminazione dei risultati scientifici verso il mondo produttivo. All´inaugurazione del progetto - che coinvolge anche la Camera di Commercio e il Comune di Firenze - sono intervenuti Augusto Marinelli, rettore dell´Università di Firenze, e Matteo Renzi, presidente della Provincia di Firenze. .  
   
   
SALVO IL DISTRETTO CERAMICO DI CIVITA CASTELLANA: LA REGIONE STANZIA 17 MILIONI  
 
Roma, 29 gennaio 2009 - In salvo l’arte e la tradizione della ceramica di Civita Castellana, il distratto ceramico più grande del Lazio, in provincia di Viterbo. La Regione per contrastare la crisi del settore ha stanziato 17 milioni di euro che saranno investiti nel distretto. E’ il primo intervento messo in atto dalla Regione dei ‘Programmi operativi regionali’. “A giorni, l’assessorato alle attività Produttive pubblicherà il bando per l’attuazione del progetto”. Lo ha annunciato il consigliere regionale, Giuseppe Parroncini, nel corso del convegno “Energia e ambiente, le nuove frontiere dell’economia”. “Il bando regionale - ha proseguito Parroncini, capogruppo Pd - stabilisce una serie di linee di intervento, tutte improntate sul risparmio energetico ed il rispetto ambientale. Oltre a prevedere il recupero delle scorie di lavorazione, il bando punta infatti sulla riduzione delle emissioni inquinanti, l’efficienza energetica attraverso l’incentivazione delle fonti rinnovabili ed il ricorso ad impianti di autoproduzione energetica, l’internazionalizzazione e la difettologia, ovvero la messa a punto di nuove tecniche in grado di ridurre i difetti nella lavorazione ed aumentare così l’efficienza del processo produttivo”. “Tali indicazioni - ha ricordato Parroncini - confermano l’impegno della regione Lazio a muoversi nella direzione indicata dall’Unione Europea che auspica, come pure sta facendo il nuovo presidente Usa, Obama, una vera e propria rivoluzione verde. Investendo nelle fonti rinnovabili abbiamo l’opportunità di affrancarci dalla crisi e di trasformare questa ricchezza alternativa in una leva per lo sviluppo, il lavoro e l’economia del nostro territorio. Siamo in una fase di passaggio fondamentale ed è quindi decisivo stabilire le mosse da compiere. La Regione Lazio, attraverso il Programma di Sviluppo Rurale ed i Programmi Operativi Regionali ha deciso di scommettere in pieno sulle fonti rinnovabili e sulla tutela dell’ambiente, individuando tre specifici settori di intervento: quello civile, con l’approvazione della legge sulla bioedilizia; quello dei trasporti, puntando su un incremento del ferro a svantaggio della gomma, come dimostrato anche dai lavori eseguiti sulla tratta Roma-civita Castellana-viterbo, e quello industriale che vedrà proprio Civita Castellana protagonista di questa rivoluzione. Ridurre gli sprechi e promuovere un ciclo produttivo sostenibile è la via - ha concluso Parroncini - per spezzare definitivamente .  
   
   
INNOVAZIONE: PRESIDENTE FVG TONDO AL POLO TECNOLOGICO DI PORDENONE  
 
 Pordenone, 29 gennaio 2009 - Aiutare le piccole e medie imprese a fare ricerca e innovazione; unire le idee che tanti piccoli imprenditori applicano nelle loro aziende all´innovazione che è tipica della grande impresa; fare in modo che dal lavoro di tante piccole imprese nasca un sistema, si formi una rete così da mettere in sinergia ricerca e innovazione. È quanto si propone di fare il Polo Tecnologico di Pordenone, che coincide con un concetto che il presidente della Regione, Renzo Tondo, sta sviluppando in materia di innovazione. E ieri Tondo ha vistato il Polo Tecnologico, accolto dal presidente, Michelangelo Agrusti, dalla direzione, dal consiglio di amministrazione e da rappresentanti del Comitato tecnico-scientifico, presenti anche i consiglieri regionali Franco Dal Mas, Antonio Pedicini, Paolo Santin. Nel corso della visita - che ha riguardato anche il nuovo "Laboratorio del Legno", gestito da Polo Tecnologico e Catas, volto allo studio di materiali, colle e verniciatura per le aziende dei Distretti del Mobile e della Sedia - è stata presentata al presidente Tondo la realtà del Polo. Esso tra l´altro significa oggi 30 aziende insediate operanti in diversi settori (dalla domotica al legno alla chimica farmaceutica), un comitato scientifico per l´esame delle richieste di nuove aziende e per indicare i percorsi più opportuni per l´operatività del Polo stesso, consulenza a 360 gradi per accompagnare le imprese alla brevettazione, collaborazione con altri poli e centri, fra cui Area Science Park di Trieste. A Tondo - che ha espresso apprezzamento per l´attività del Polo Tecnologico - è stato quindi illustrato il progetto della nuova sede che sorgerà nell´area della Comina. .  
   
   
PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO: LA PROVINCIA DI VICENZA CONTRO LA CRISI  
 
Vicenza, 29 gennaio 2009 - L´assessore Provinciale alla Formazione e al Lavoro Morena Martini ha presentato alle parti sociali il primo Piano Straordinario per il Lavoro della Provincia di Vicenza. "Il Piano -precisa l´Assessore- illustra in maniera chiara e concreta le strategie per affrontare e superare un momento di congiuntura negativa per l´economia locale e globale. In questo senso è imprescindibile la sinergia tra le Istituzioni, le parti sociali, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, gli istituti di credito, ma anche con il mondo della scuola, perché la formazione sia sempre più in grado di dare risposte concrete alle esigenze del territorio. Oggi più che mai dobbiamo studiare azioni comuni, per creare un fronte unitario capace di contrastare con forza la situazione economica attuale. " L´iter del Piano Straordinario per il Lavoro, ha chiarito il Dirigente Provinciale Antonio Dalla Pozza, è il seguente: dopo opportuna discussione con le Parti Sociali, verrà sottoposto al parere della Commissione tecnica provinciale per il lavoro, che peraltro ha già fornito utili suggerimenti durante la redazione, per poi essere approvato dalla Giunta e dal Consiglio Provinciale. La situazione occupazionale in Provincia di Vicenza - I dati ufficiali forniti da Veneto Lavoro e dalle principali agenzie economiche della Regione alla Conferenza permanente per le dinamiche economiche e del lavoro indicano che il prodotto interno lordo in Veneto nel 2008 è calato dello 0,1 per cento ed è destinato a scendere di un altro decimale di punto nel 2009; il prodotto interno lordo nazionale registra una flessione ben più pesante, 0,2 per cento per il 2008, con la previsione di toccare -0,4 per cento tra qualche mese. La situazione nella nostra provincia è in linea con le tendenze regionali. Gli indicatori sono quasi tutti di segno negativo: è in crisi l´industria pesante, nel settore manifatturiero calano le assunzioni, per la prima volta in trent´anni è in crisi anche il settore dell´autotrasporto. Negli ultimi due mesi di novembre e dicembre il ricorso alla cassa integrazione guadagni è aumentato dell´85 per cento. Tutti i comparti sono stati colpiti, in particolar modo i settori metalmeccanico, tessile, concia, orafo e l´edilizia. L´impatto occupazionale è pesante: meno 30 per cento nelle assunzioni a tempo indeterminato. A ciò si aggiunge il calo degli ordinativi esteri, punto di forza di un´economia attiva. Si registra, nel 2008, un aumento degli inserimenti di lavoratori licenziati nelle liste di mobilità con un incremento complessivo del 10,5% (n. 4216 rispetto a n. 3813 nel 2007), che vede una leggera flessione della mobilità indennizzata pari a -15% (n. 1718 rispetto a n. 2098 nel 2007) ma un forte aumento di lavoratori licenziati da aziende fino a 15 dipendenti pari a +41,7% (n. 2431 rispetto a n. 1715 nel 2007). Inoltre, molti rapporti a termine, soprattutto quelli delle agenzie di somministrazione, che escludono la possibilità dell´inserimento in lista di mobilità, non sono stati rinnovati o trasformati, in prevalenza negli ultimi mesi dell´anno. Tali fenomeni hanno contribuito a determinare l´incremento del 100% delle persone prive di lavoro che si rivolgono ai centri per l´impiego, passando da un totale di 10587 dell´anno 2007 ai 20334 del 2008. Gli interventi della Provincia si muovono su tre direzioni: 1- attività ordinaria dei 6 Centri per l´Impiego, che va dall´Orientamento, sia individuale che di gruppo, alla formazione e riqualificazione professionale, dalla promozione di tirocini di inserimento lavorativo alla consulenza alle aziende su strumenti ed agevolazioni finalizzati ad incentivare nuove assunzioni, con particolare attenzione per le fasce di utenti portatori di svantaggio lavorativo o disabili. I dati di affluenza degli utenti lavoratori nel 2008 registrano un aumento del 100% rispetto al 2007 e i dati tendenziali degli osservatori economici confermano la tendenza anche per il 2009, mentre, sul versante aziende, si registra un netto calo di richieste di personale. Agli sportelli dei Cpi Provinciali si presentano, mediamente, 100 persone al giorno, con punte di 200 a quello del Capoluogo. 2- Progetti speciali: si va dalla formazione (700 adulti interessati, 180 giovani che devono assolvere all´obbligo scolastico ed essere avviati al lavoro, 280 disoccupati, 1900 piani individuali di avvio al lavoro) a servizi e incentivi alle aziende e ai lavoratori disoccupati e inoccupati per l´inserimento lavorativo. Si va dal collocamento mirato dei disabili all´apprendistato, allo stage e ad altre tipologie contrattuali con agevolazioni all´assunzione che prevedono benefici contributivi, economici e fiscali per il datore di lavoro. 3- Interventi urgenti, legati allo sfavorevole momento economico, con una particolare attenzione alle famiglie che vivono situazioni di disagio e al sostegno dei settori produttivi fortemente radicati e connessi con il territorio, quali il turismo, l´imprenditoria artigiana e delle piccole medie imprese, l´impresa sociale, la giovane e promettente imprenditoria dell´energia rinnovabile, i servizi alla persona ed all´impresa offerti dal settore agroalimentare, l´imprenditoria ad altissima tecnologia, innovativa e di eccellenza. In sintesi: a- costituzione di un Fondo rotativo straordinario per i lavoratori disoccupati disponibili a riqualificarsi e ad accettare il lavoro proposto:Il Fondo viene attivato con una o più Banche, disponibili a mettere a disposizione il denaro a costo zero. L´importo del prestito varia da 800 a 1. 500 euro mensili. Il lavoratore si impegna a restituire il prestito in un periodo massimo di 5 anni. B- formazione e inserimento lavorativo delle persone disabili, in svantaggio sociale o lavorativo nelle Cooperative di lavoro. C- Promozione dei contratti di solidarietà, che consentono, in alcune situazioni di crisi aziendali, di eliminare o ridurre i licenziamenti. Comportano, però, una diminuzione di orario e di salario per i lavoratori d- Incremento del fondo di anticipazione della Cassa integrazione straordinaria per far fronte a tutte le richieste, in modo da evitare che i lavoratori si trovino senza risorse finanziarie nel periodo di completamento delle procedure di erogazione da parte delle Istituzioni nazionali competenti. E- Creazione di specifici Patti locali con le imprese e il sistema finanziario finalizzati allo sviluppo di nuova imprenditoria, di aggregazioni di filiere o di parti di filiere produttive in solide iniziative imprenditoriali di rilevanza europea, superando alcune fragilità dell´attuale sistema dei Distretti produttivi f- Istituzione di alcune Agenzie di sviluppo locale nella nostra Provincia, almeno una per ogni area territoriale, secondo l´esempio lombardo g- promozione in ciascun mandamento produttivo della nostra Provincia della nascita o del rafforzamento di imprese capofila in grado di potenziare la nascita o la crescita di altre imprese collegate h- Manutenzione della montagna e Cooperative di lavoro, per evitare disastri ambientali, conservare la preziosissima risorsa acqua, fornire prodotti sani e nutrienti e conservare la bellezza del nostro territorio montano, sviluppando al contempo una nuova imprenditoria agricola di montagna Finanziamento degli interventi proposti Annualmente la Provincia di Vicenza gestisce dodici milioni di euro per le politiche attive del lavoro, provenienti da risorse europee, statali e regionali. Oltre 6 milioni di euro sono destinati alla promozione del lavoro e all´inserimento lavorativo, quasi 2 milioni di euro costa l´attività dei Centri per l´Impiego e 4 milioni di euro sono assegnai agli enti di formazione per favorire l´apprendistato. Con questi 12 milioni, pertanto, si coprono l´attività ordinaria e i progetti speciali. Per gli interventi urgenti è necessario invece fare sistema con gli istituti di credito, con la Camera di Commercio, con le associazioni di categoria. E tutti assieme rivolgersi ai Fondi Europei, che ammontano a 124,6 miliardi di Euro a livello nazionale nel quinquennio 2007-2012, di cui 101,6 miliardi di Euro al Centro-sud e 23 miliardi di Euro al Centro-nord. Al Veneto dovrebbero essere assegnati più di 600 milioni di euro. .  
   
   
VICENZA PARTECIPA ALLA GIORNATA CONTRO L´ELIMINAZIONE DELLE PROVINCE  
 
 Vicenza, 29 gennaio 2009 - "Il 30 gennaio prossimo, per la prima volta nel nostro Paese, tutti i consigli provinciali d´Italia si riuniranno chiamando a confronto partiti e sindacati. Sarà una seduta consiliare monotematica, aperta dall´intervento del dottor Marcello Fracanzani, professore ordinario di diritto amministrativo della facoltà di Giurisprudenza di Udine e da un intervento in videoconferenza di Fabio Melilli, presidente dell´Unione Province d´Italia". Walter Gasparotto, presidente del consiglio provinciale di Vicenza, serve l´antipasto del venerdì di lotta organizzato in tutto il territorio nazionale per protestare contro la ventilata soppressione delle Province. Una giornata carica di significati e di pathos nella quale sarà votato l´ordine del giorno dell´Upi nel quale si sollecita Governo e Parlamento alla rapida approvazione di norme per la la semplificazione e la razionalizzazione delle funzioni di ogni livello di governo previsto dalla Costituzione. "È in atto una campagna denigratoria contro le Province, basata spesso anche su dati falsi e privi di fondamento, che lascia sconcertati, soprattutto in un momento come questo in cui si verifica un´accelerazione sulla strada del federalismo. Abolire le Province, cosa per cui è necessaria una riforma della Costituzione, essendo queste inserite a pieno titolo, e dunque tempi lunghi, è secondo noi un attacco alla democrazia dal momento che verrebbe meno l´unico ente che sul territorio ha la legittimazione democratica e la capacità di rappresentanza dei diversi interessi organizzati. Semmai è necessario il contrario, ovvero portare a compimento la grande stagione del riforme con il riordino delle istituzioni per la semplificazione reale della pubblica amministrazione" .  
   
   
RUOLO DELLE PROVINCE: UN CONSIGLIO DEDICATO L’UPI CHIEDE CHE SIANO AFFIDATE ALLE PROVINCE LE FUNZIONI DI GOVERNO DI AREA VASTA DI QUEGLI ENTI INTERMEDI.  
 
Biella, 29 gennaio 2009 - Il prossimo venerdì, 30 gennaio, sarà “La giornata delle Province”. E a Biella è in programma una seduta speciale del consiglio, nella sala Maria Bonino di via Quintino Sella a partire dalle 9 e 30, alla quale sono stati invitati parlamentari e sindaci, rappresentanti delle forze sociali e degli imprenditori e naturalmente i cittadini. Sarà l’occasione per parlare di riordino istituzionale e discutere la proposta dell’Upi, Unione Province italiane, che ha chiesto a tutte le amministrazioni locali di approvare un documento firmato lo scorso dicembre a Roma dal consiglio direttivo. L’upi chiede che siano affidate alle Province le funzioni di governo di area vasta di quegli enti intermedi (Autorità acque e rifiuti, Consorzi, Comunità montane, agenzie, enti strumentali, uffici decentrati delle Regioni) che «appesantiscono il lavoro dell’amministrazione pubblica e le impediscono di svolgere nella maniera più efficiente possibile, come i cittadini si attendono, i compiti a cui è chiamata». La direzione indicata dall’Unione, e condivisa dall’amministrazione biellese, è quella di «ridefinire chiaramente il ruolo delle Province nelle funzioni di governo del territorio, di programmazione e pianificazione territoriale, in quei compiti che non possono essere svolti adeguatamente dai comuni». Ma l’urgenza è quella di «avviare una verifica profonda della dimensione demografica e territoriale dei vari livelli di governo per poter accorpare gli enti secondo criteri, anche dimensionali, adeguati all’esercizio delle funzioni». Proprio in questi giorni il Senato ha approvato il disegno di legge sul federalismo fiscale, che «dovrà garantire alle Province, ai Comuni e alle Regioni la certezza delle risorse finanziarie necessarie alle proprie funzioni istituzionali. Anche i tributi dovranno essere ripartiti diversamente, per esaltare l’autonomia e la responsabilità di tutte le istituzioni con un prelievo fiscale legato alla responsabilità politica di ciascun livello di governo e un gettito dei tributi calibrato sulle capacità dei territori». Per la Provincia di Biella parla il presidente del consiglio Paolo Azario: «Occorre recepire le proposte che giungono dal Consiglio direttivo dell’Upi. Tutti insieme dobbiamo lavorare per un forte riordino istituzionale che semplifichi la pubblica amministrazione, precisi i compiti di Comuni e Province, riorganizzi le funzioni della Repubblica, colpisca le reali inefficienze cancellando enti e strutture .  
   
   
CONVEGNO A PORDENONE IL 2 FEBBRAIO SU; IL RUOLO DELLE PROVINCE PER LA "GOVERNANCE" DEL TERRITORIO DI AREA VASTA  
 
Pordenone, 29 gennaio 2009 - A seguito del documento approvato dalla Giunta provinciale il 19 giugno 2008 inerente “Un nuovo ruolo della Provincia per la governance del territorio di area vasta", ed in relazione alla volontà della Regione di riformare la Lr 5/2007, si vuole promuovere un convegno che porti all’attenzione le esperienze di pianificazione di scala provinciale maturate in altre regioni d’Italia. In particolare interessa capire come nelle altre realtà la provincia attraverso “la funzione del coordinamento" è riuscita ad essere il soggetto in grado di far operare attorno ad un tavolo i diversi comuni con l’obiettivo di una progettualità condivisa rispetto a criticità ed opportunità di un territorio. Negli ultimi anni anche tra i comuni, in particolare quelli di minori dimensioni, sta crescendo la consapevolezza che per essere competitivi è necessario aggregarsi, per fare massa critica, per proporre una visione futura, un programma, per dare voce ad un territorio di riferimento che sia significativamente visibile e riconoscibile. Un utile confronto tra le esperienze italiane è già avvenuto in occasione di un convegno tenutosi a Brescia il 7-8 marzo scorso, che ha evidenziato come le Province siano in ottima posizione per poter affrontare le questioni legate ai temi sovraccomunali e che non hanno rilevanza strategica per le Regioni ma che non sono gestibili singolarmente dai comuni. Il ruolo delle Province per la governance/del territorio di Area Vasta. Pordenone – 2 Febbraio 2009 presso la sala del consiglio Provinciale ore 14. 00 .  
   
   
AL VIA CORSI DI FORMAZIONE PER IMPRENDITORI IMMIGRATI  
 
Venezia, 29 gennaio 2009 - Secondo i dati del Rapporto 2008 sull’immigrazione straniera in Veneto, gli imprenditori stranieri sono passati da meno del 3% del 2000 al 6% nel 2007. In valori assoluti da circa 20 mila a quasi 44 mila. Operano in diversi settori anche in relazione alle nazionalità: i marocchini, ad esempio, sono attivi nel commercio, costruzioni e trasporti; i cinesi nel tessile-abbigliamento e ristorazione; i serbi, gli albanesi, i macedoni, i tunisini e i bosniaci nelle costruzioni; i bengalesi i nigeriani e i senegalesi nel commercio. A sostegno degli imprenditori immigrati che svolgono la loro attività sul territorio veneto, la Regione ha approvato e finanziato in via sperimentale un’innovativa iniziativa di formazione, in collaborazione con Confartigianato, Confcommercio, Cna, Federclaai, Casartigiani, Confesercenti, Coldiretti. Sul piano operativo il progetto sarà realizzato dagli enti formativi di queste organizzazioni di categoria, con capofila l’Istituto Veneto per il Lavoro. Il progetto è stato presentato oggi a Palazzo Balbi a Venezia dall’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona insieme a Ferruccio Righetto di Confartigianato, Francesco Peraro di Federclaai, Silvia Gelain di Confcommercio e Daniela Saccardin di Confesercenti. In rappresentanza degli imprenditori immigrati è intervenuto Amadou Diane. “Questo nuovo progetto – ha sottolineato De Bona – è finalizzato a sviluppare specifici interventi formativi per una corretta gestione d’impresa e cultura della legalità, con approfondimenti sui profili fiscali, finanziari e previdenziali e sulla sicurezza sul lavoro”. L’assessore ha aggiunto che l’iniziativa può costituire anche una buona base sul piano della preparazione professionale in relazione ad un eventuale rientro e reinserimento lavorativo degli immigrati a beneficio della crescita economica dei Paesi di origine. E’ prevista la realizzazione di 14 azioni formative con il coinvolgimento di almeno 140 imprenditori immigrati già attivi sul territorio veneto e interessati ad approfondire la conoscenza in merito alla complessa articolazione delle procedure e della normativa vigente sulla gestione d’impresa e al rapporto con le istituzioni. I rappresentanti delle organizzazioni di categoria hanno messo in evidenza la partecipazione e le sinergie messe in campo su questo progetto che servirà anche ad una maggiore integrazione degli immigrati. Aspetto fatto rilevare anche da Amadou Diane che ha aggiunto: “i corsi tratteranno argomenti che non facili nemmeno per gli imprenditori italiani e lo sono ancora di più per quelli stranieri”. .  
   
   
GIOVANI STRANIERI, INTEGRAZIONE NON FACILE  
 
Piacenza, 29 gennaio 2009 - I figli di immigrati, gli immigrati di seconda generazione, che vivono nel nostro Paese non sono integrati, sono ben lungi dall’esserlo. Una constatazione che, se ce n’era bisogno, sulla quale più voci hanno convenuto il 24 gennaio in Santa Maria della Pace al primo dei due seminari sull’Immigrazone che l’Amministrazione provinciale organizza, per il secondo anno, nell’ambito del progetto “Forum provinciale dell’Immigrazione”, con il supporto della Cooperativa sociale Interculturando. Clou dell’incontro, dedicato alle identità culturali e moderato da Nicola Di Piero, di Interculturando, il video sui “Giovani d’Emilia Romagna – Conversazioni a tema”, realizzato dalla “Rete regionale delle esperienze di seconda generazione” e commentato da due giovani emigrati di seconda generazione nati in Emilia Romagna, Mata Woldezghi, di origini eritree, e Aziz Sadid, arabo, entrambi di Reggo Emilia. Il progetto che la rete sta portando avanti punta a promuovere relazioni on line tra tutte le associazioni che operano per questi scopi in regione. Sono già stati avviati contatti con realtà associative di Modena, Rimini, Sassuolo e Imola, a Piacenza si sta sondando il terreno. Significativa la situazione che emerge dal filmato: lo stato d’animo largamente condiviso dai giovani intervistati è quello di alienazione, disorientamento. I ragazzi si sentono sradicati: non sono considerati cittadini del Paese in cui sono nati (occorre avere almeno un genitore taiano), non sono considerati cittadini del Paese dei genitori. In Italia, Paese tutt’altro che “duttile” dal punto di vista dell’integrazione, le difficoltà aumentano. Come ovviare a questo stato di cose? Claudio Cernesi, sociologo delle relazioni interculturali all’Università di Modena, ha indicato una via: promuovere opportunità di contatto tra le diverse culture, che favoriscano non tanto l’integrazione, quanto l’interazione tra le razze. Ad una vera integrazione, tanti ostacoli si oppongono. Su tutti, una rete di rapporti sociali che si fonda, da sempre, su principi che fanno riferimento ad una cultura monoetnica, e che permea tutte le componenti del sistema sociale, organi di informazione compresi. Un problema che non riguarda solo il nostro Paese, ma che è universalmente condiviso: in tutti i Paesi del mondo, per l’etnicamente diverso l’integrazione è un processo difficile, che comporta un percorso non breve. Lo sanno bene i nostri emigrati negli Stati Uniti, considerati “neri” fino a non molti decenni fa. Quello dell’integrazione non è un problema del nostro tempo ma è sempre esistito, ha confermato Daniele Bruzzone, docente di pedagogia generale e sociale alla sede locale dell’Università Cattolica, ed i giovani emigrati di seconda generazione si trovano ad affrontare un conflitto derivante dalla loro doppia identità, quella del Paese di cui sono originari e quella del paese n cui sono nati. Presenti all’incontro diversi stranieri di varie etnie residenti a Piacenza. C’era, tra gli amministratori, l’assessore al Sociale del Comune di Rottrofreno, Fernando Cerri. Un comune, il suo, particolarmente attivo a sostegno delle comunità di immirati: concluderà a gennaio una prima serie di corsi di lingua, realizzati con fondi messi a disposizione dalla Provincia, ed avvierà a febbraio nel centro sociale di S. Nicolò un corso di lingua per donne straniere .  
   
   
TRENTO, IMMIGRAZIONE: AL VIA I "GIOVEDÌ DELL´ASCOLTO"  
 
Trento, 29 gennaio 2009 – Parte oggi, per iniziativa dell´assessore provinciale alla Convivenza Lia Beltrami, una “operazione ascolto” sul territorio riguardante il tema dell´immigrazione, che vedrà coinvolti i diversi soggetti che a vario titolo si occupano del fenomeno migratorio, delle politiche di assistenza e integrazione. L´appuntamento è dunque per domani - giovedì 29 gennaio 2009, alle ore 17. 30 - nella sala Rosa della Regione. L´incontro è rivolto ai soggetti pubblici e privati di Trento e dintorni; successivamente, con periodicità settimanale, e sempre il giovedì, l´assessore Beltrami si sposterà nelle altre zone del Trentino. Giovedì 5 febbraio incontrerà le realtà della val di Non e della val di Sole, giovedì 12, a Tione, quelle delle Giudicarie e poi via via tutte le altre, secondo una scaletta che i servizi della Provincia stanno mettendo a punto in questi giorni. "Sono convinta - spiega l´assessore Beltrami nell´invito rivolto ai soggetti pubblici e privati a vario titoli interessati alla problematiche migratoria - che tale momento di incontro e confronto possa rappresentare una proficua occasione per raccogliere riflessioni, spunti e suggerimenti utili nell´orientare le scelte dell´amministrazione provinciale in questo delicato settore. Sarà anche l´occasione per intraprendere un dialogo che spero possa svilupparsi ed ampliarsi nell´interesse di una comunità all´interno della quale il fenomeno migratorio rappresenta – e potrà sempre più rappresentare – una preziosa opportunità di crescita e arricchimento reciproco. " .  
   
   
LAZIO: APPROVATO IN COMMISSIONE CONCERTAZIONE IL PIANO PER L´OCCUPAZIONE FEMMINILE UN PASSO IN PIÙ VERSO L’APPROVAZIONE DEL “PIANO PER L’OCCUPAZIONE FEMMINILE 2009-2010”.  
 
 Roma, 29 gennaio 2009 - “Le parti sociali, le rappresentanze sindacali e delle imprese, hanno dato il via al sistema di azioni previsto a sostegno del lavoro delle donne”. Lo ha detto l’assessore al Lavoro, pari opportunità e politiche giovanili della Regione, Alessandra Tibaldi, al termine della riunione della Commissione di Concertazione che si è tenuta presso l’assessorato alla presenza dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, Unione Industriali, Federlazio, Cna, Lega delle Cooperative, delle Consigliere di Parità della Regione, Alida Castelli e Clara Collarile, e del direttore del dipartimento Lavoro, Lea Battistoni. “L’iter seguito - ha aggiunto Tibaldi - per redigere il Piano per l’occupazione femminile 2009-10 è stato quello della partecipazione e condivisione. Sono stati realizzati numerosi incontri nel territorio regionale con Enti Locali, sindacati e associazioni femminili che hanno potuto esaminare il Piano e apportare suggerimenti e puntualizzazioni che sono state recepite nella redazione definitiva”. “Una volta approvato in sede di concertazione - ha aggiunto Tibaldi - il Piano per l’occupazione femminile passerà al vaglio della Giunta per poi approdare in Consiglio. Le azioni previste prenderanno il via alla fine di febbraio, così da poter essere monitorate nel mese di luglio. Con questo Piano - ha concluso - interverremo su più livelli per rafforzare il lavoro femminile nella nostra Regione, operando sui temi del sostegno al reddito, dell’inserimento e reinserimento al lavoro e della conciliazione dei tempi”. .  
   
   
“VIOLENZA DOMESTICA: RIFLESSIONI, RIFERIMENTI E DATI. ISTRUZIONI PER L´USO” ANCHE UN DECALOGO DI COMPORTAMENTO NELLO STUDIO DELL´OSSERVATORIO NAZIONALE  
 
 Verona, 29 gennaio 2009 - Al Palazzo Scaligero, il presidente Elio Mosele, l´assessore ai Servizi sociali Maria Luisa Tezza e Marina Bacciconi, responsabile dell´Onvd/osservatorio Nazionale sulla violenza domestica, hanno presentato, il 26 gennaio, lo studio sulla violenza in ambito familiare. Il titolo della pubblicazione è “Violenza domestica: riflessioni, riferimenti e dati. Istruzioni per l’uso”. Alla conferenza stampa erano presenti: Flavio Tosi, sindaco del Comune di Verona, Italia Fortunati, prefetto di Verona, Mario Giulio Schinaia, procuratore della Repubblica di Verona, Cosimo Di Ceglie, dirigente Divisione Anticrimine Questura di Verona, Vincenzo Tallarico, vice comandate provinciale dei Carabinieri, Pieropaolo Martucci, docente del Dipartimento di Scienze giuridiche dell´Università di Trieste. Hanno partecipato inoltre: Lucia Robucci, maresciallo del Comando provinciale dei Carabinieri; Simonetta Tregnago, presidente commissione regionale Pari Opportunità; Marco Mazzi, tutor operatori della salute regionale; Emanuela Zandonà, dirigente medica Asl Verona; oltre a rappresentati Ispesl - Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro - e dell´Università degli studi di Verona. Questo organismo - nato da un accordo a fini di ricerca tra Ispesl e Università degli Studi di Verona - ha già prodotto da alcuni anni per Verona una raccolta di dati e una analisi degli stessi. L´attività di ricerca ha consentito l’elaborazione di un quaderno tecnico dal titolo “Violenza domestica: riflessioni, riferimenti e dati. Istruzioni per l’uso”, nato dall´apporto di tutti gli attori coinvolti: magistrati, funzionari pubblici, ufficiali delle Forze dell’Ordine ed esperti in Criminologia. Una sorta di “manuale” che contiene informazioni concrete, dal ruolo dei vari interlocutori istituzionali (come Polizia, Distretti sanitari, associazioni) ai servizi alle strutture territoriali di sostegno. Il volume contiene anche un decalogo con regole precise sui corretti comportamenti da adottare in caso di emergenza: cambiare residenza (iter diversi per donne con o senza figli); passare dal Pronto Soccorso ogni volta si subisce violenza fisica o sessuale; mettere al corrente le Forze dell´Ordine della situazione di pericolo che si sta vivendo; non sentirsi in colpa e non isolarsi mettendo al corrente parenti ed amici della situazione; raggiungere il Centro Antiviolenza più vicino. Il metodo operativo adottato è stato basato sulle sinergie di realtà istituzionali provinciali e coinvolge il Tribunale civile e penale, la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, le Unità operative di Pronto Soccorso e i medici di Medicina generale. Ciò ha consentito di dare una prima lettura del fenomeno “violenza domestica” su base scientifica, facendolo emergere non solo sotto il profilo quantitativo, ma soprattutto qualitativo quando si è cominciato a individuarne le caratteristiche e i punti di criticità. Presidente Mosele: “Parlare di violenza è doveroso e il campo di indagine deve essere a 360 gradi. Encomiabile questa pubblicazione che nasce dallo sforzo e dalla collaborazione di chi ha a cuore il benessere della nostra società e vede le istituzioni protagoniste. L´analisi scientifica va condotta parallelamente all´esperienza sul campo, soprattutto quando si parla di violenza in ambito familiare, dove spesso ci sono situazioni ben occultate dalle pareti domestiche”. Procuratore Schinaia: “Questa è un´occasione importantissima per contribuire a far crescere la cultura e la sensibilizzazione per categorie di reati che purtroppo sfuggono a causa di una giustizia farraginosa. Questo momento pubblico è importante per sollecitare l´aiuto di tutti su un fenomeno purtroppo sommerso: la vittima, non solo subisce, ma non riesce ad avere “forza contrattuale” per avere giustizia. Se vogliamo essere dalla parte dei più deboli, siamo chiamati tutti a fare qualcosa per ripristinare giustizia e diritto”. Sindaco Tosi: “L´idea partita da Marina Bacciconi ha raggiunto l´obiettivo concreto di mettere in rete le istituzioni e quindi anche il Comune ha fatto la sua parte. E´ attivo un centro antiviolenza che mette a disposizione una prima assistenza anche psicologica, e abbiamo già siglato un accordo con l´Ater per una Casa Rifugio che possa ospitare nuclei familiari. Siamo in contatto con il ministero degli Interni per far sì che l´Osservatorio, struttura rivelatasi così importante, abbia un tangibile sostegno per proseguire il suo lavoro in maniera continuativa”. Marina Bacciconi: “Questo quaderno tecnico scritto da tutti gli operatori è la dimostrazione che le istituzioni si parlano quando si tratta di risolvere un problema. I dati raccolti utili ai fini informativi e statistici, hanno anche permesso un dibattito sui vari temi e un confronto tra le varie forze operative che ha portato a nuovi approcci e considerazioni”. Prefetto Fortunati: “Il quaderno sottolinea aspetti fondamentali di un fenomeno che è antico. Quello che però c´è di nuovo è il fatto che oggi se ne parla, il che vuol dire che possiamo aiutare chi è vittima di violenza ad uscire da quel “silenzio assordante” che da sempre ha coperto queste situazioni. Voglio ricordare la violenza agli anziani, spesso misconosciuta, e quella ai minori che non è solo sessuale, ma anche psicologica, quotidiana e pervasiva. Intendo quella perpetrata ogni giorno da chi li abbandona privi di ascolto in un´età delicata come quella dell´adolescenza. Non dimentichiamo poi concause aggravanti come l´abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Il quaderno che abbiamo realizzato tutti insieme ci suggerisce comportamenti, indicazioni utili nelle varie situazioni. Abbiamo siglato un accordo per un centro di ascolto per minori che intendiamo estendere, a breve, anche ad altri tipi di violenza: quella su donne e anziani”. Il docente Martucci: “Proprio gli eventi luttuosi di questi giorni dimostrano quanto sia importante conoscere le situazioni all´interno delle famiglie per evitare che situazioni sommerse sfocino in drammi e, come sappiamo, le violenze non risolte generano sempre situazioni tragiche. Per questo è importante procedere nella direzione dell´impegno di tutti”. Arma Carabinieri/tallarico: “Il nostro lavoro ha coinvolto tutte le 50 stazioni dei comandi provinciali e la raccolta dei dati ci ha consentito di avere un quadro ampio delle diverse e complicate dinamiche che sono poi confluite come materiale nel quaderno tecnico, indicazioni utili a tutti coloro che si trovano ad incappare nel problema”. Questura divisione Anticrimine/di Ceglie: “Interveniamo sempre su un tessuto altamente conflittuale e il nostro sforzo è teso alla “composizione del privato dissidio” per evitare di arrivare al fenomeno criminoso. L´importanza dell´Osservatorio è senz´altro fondamentale per contenere costi di giustizia e costi umani”. .  
   
   
VIOLENZA SULLE DONNE: I GIOVANI LA VEDONO COSÌ  
 
Parma, 29 gennaio 2009 – Cosa pensano i giovani della violenza sulle donne? E che idea hanno dei rapporti tra i generi? A queste e ad altre domande prova a rispondere l’indagine “Rappresentazioni di genere e violenza privata”, commissionata dalla Provincia (Assessorato alle Politiche Sociali e Sanitarie) nell’ambito del progetto “Azioni di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne”, e realizzata dal Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Parma e dal Servizio Spazio Giovani dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Parma con il contributo di Fondazione Cariparma. La ricerca-intervento è assolutamente particolare nel panorama nazionale. Finora, infatti, gli studi sulla violenza di genere si sono focalizzati esclusivamente sulle coppie di soggetti adulti. Qui invece destinatari e protagonisti sono stati i giovani: la ricerca è stata condotta nel tentativo di esplorare in modo specifico come i più giovani vivono oggi l’esperienza della violenza nelle relazioni sentimentali. L’indagine, realizzata tra la fine del 2007 e il mese di maggio 2008, ha coinvolto 873 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 23 anni frequentanti la seconda e quarta delle scuole secondarie, la prima e la seconda dei centri di formazione professionale e il primo anno di Psicologia all’Università di Parma. Un campione dunque ampio e particolarmente significativo, che ha consentito non solo di costruire una fotografia della rappresentazione che i giovani hanno delle relazioni tra i generi ma anche di raccogliere dati significativi sulle relazioni di cui i giovani stessi sono protagonisti. Il tutto sarà al centro del seminario “Rapporti fra i generi e violenza sulle donne: i giovani si raccontano, gli adulti si interrogano”, in programma giovedì 29 gennaio a partire dalle 9 all’Hotel Villa Ducale di Parma (Via Moletolo, 53/a). Diversi i dati che colpiscono. Tra gli altri, il fatto che alcuni comportamenti violenti siano considerati sostanzialmente “normali” dagli intervistati, e il fatto che solo l’1,5% dei giovani coinvolti nell’indagine dichiari di non essere mai stato/a vittima di un comportamento violento. “I risultati di questa ricerca, unica a livello nazionale, devono essere oggetto di riflessione: nel convegno di giovedì li approfondiremo”, ha detto oggi in conferenza stampa in Provincia l’assessore provinciale alle Politiche sociali Tiziana Mozzoni, che ha sottolineato: “Questo progetto è un’ulteriore testimonianza dell’impegno della Provincia su questi temi. Le tante iniziative che abbiamo realizzato dimostrano che per noi lavorare sulla violenza sulle donne è un impegno politico e amministrativo per tutto l’anno e per tutti i giorni, e non solo il 25 novembre”. “Si tratta di un progetto importante anche dal punto di vista scientifico – ha commentato Nadia Monacelli del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Parma -. Uno degli elementi più interessanti e anche più sorprendenti della ricerca, che è innovativa perché ha per protagonisti i giovani, è che per loro alcuni comportamenti violenti rientrano nella “normalità”: la violenza fa parte della loro vita, e credo che in questo ci sia una responsabilità sociale e collettiva. Su questi aspetti è bene riflettere e interrogarsi”. D’accordo Paola Salvini, responsabile dello Spazio Giovani dell’Ausl: “Sì, la violenza fa parte della vita dei giovani, ed è fondamentale poterne parlare con loro. Il valore aggiunto di questo progetto è stato proprio il suo essere una ricerca-intervento: non solo la raccolta di dati, che è comunque fondamentale per conoscere la situazione, ma anche un percorso formativo e di riflessione per i ragazzi”, ha spiegato la Salvini, accompagnata da Sigismondo Ferrante del Distretto di Parma. Un sostegno convinto dalla Fondazione Cariparma: “Questo è un ulteriore segnale della nostra attenzione ai giovani”, ha detto il consigliere d’amministrazione Giorgio Del Sante, che ha sottolineato “la violenza con cui oggi i nostri giovani sono a contatto, ad esempio nella pubblicità e nella fiction”. .  
   
   
PROGETTO FEMAGE INDAGA SULLA VITA DELLE DONNE MIGRANTI  
 
Bruxelles, 29 gennaio 2009 - Il progetto Femage ha valutato come le donne immigrate da paesi terzi affrontano gli ostacoli e migliorano la loro integrazione economica e sociale in Europa. I partner del progetto hanno valutato le esperienze delle donne, le loro aspettative e condizioni di vita durante un periodo di due anni. I risultati da loro ottenuti hanno gettato nuova luce sulle esperienze di migrazione e integrazione delle donne, e individuano le società che invecchiano. Essi innalzano anche la consapevolezza su come favorire l´integrazione economica e sociale delle donne, come anche la loro emancipazione. Il progetto è stato finanziato dall´Ue con 973. 887 euro attraverso il Sesto programma quadro (6°Pq). I ricercatori Femage hanno condotto un´analisi internazionale comparativa per indagare sulla storia della migrazione, sulle prospettive di vita, i ruoli dei generi e l´etnia delle donne migranti, nonché sulle loro aspettative per la vecchiaia. Dai risultati si evince che la migrazione di queste donne ha un enorme impatto sulla loro vita famigliare e sui ruoli dei generi. Femage ha usato un approccio multi-metodo, conducendo 239 interviste con donne migranti appartenenti a 9 gruppi etnici in 8 paesi europei, e usando dati provenienti dal Ppa (Population Policy Acceptance Survey), che contiene informazioni fornite da 21. 812 europei, per valutare ciò che pensa la popolazione autoctona degli immigranti e della loro integrazione nei paesi che li ospitano. Il progetto ha anche organizzato discussioni sui risultati dello studio all´interno di focus group (uno europeo e otto nazionali). I focus group erano composti da parti interessate, esperti e migranti. Stando ai ricercatori, le scoperte hanno rivelato che spesso si verifica una destabilizzazione della rete famigliare, e che le donne si ritrovano a dover adattare i loro modelli di ruoli dei generi. Sia i migranti che gli autoctoni intervistati durante il sondaggio hanno dichiarato di preferire un "approccio moderno verso i ruoli dei generi e verso la divisione dei compiti". A livello etnico, lo studio ha messo in evidenza le similitudini tra i vari gruppi di immigranti con background etnici diversi. Il team di ricerca ha riportato che tutte le donne immigrate coinvolte nello studio si erano ritrovate in un vuoto sociale, economico, legale o emotivo, aggiungendo che esse erano state costrette a sentirsi inferiori a causa del loro genere. Rispetto alle prospettive delle donne per la vecchiaia, i partner hanno detto che l´isolamento sociale e l´insufficiente partecipazione al mercato del lavoro potrebbero causare una serie di problemi, tra cui l´incapacità di programmare con serenità la loro vecchiaia nel paese ospite. L´analisi ha mostrato che negli otto paesi partecipanti la prospettiva negativa sulle questioni riguardanti l´immigrazione supera quella positiva; ciò è soprattutto valido per i paesi dell´est europeo rispetto agli stati occidentali. La ricerca ha anche portato alla luce il fatto che le popolazioni autoctone sono particolarmente preoccupate dell´antagonismo con gli immigranti sul mercato del lavoro. I risultati hanno rivelato, inoltre, che le donne immigrate percepiscono la popolazione che le ospita in modo più positivo, e credono altresì che gli autoctoni le percepiscano anche´essi positivamente. La maggior parte di autoctoni ritiene che gli immigrati dovrebbero adattarsi al paese che li ospita. I risultati dello studio hanno anche messo in evidenza il fatto che la maggior parte delle donne aspira all´integrazione completa nel paese ospite, e la maggior parte di esse ne ha assunto la nazionalità o spera di ottenerla. Intanto, i membri dei focus group hanno detto che gli immigrati riescono ad integrarsi più in fretta nel paese ospite se inseriti nel mercato del lavoro, cosa che ovvierebbe anche alla annosa dipendenza dai servizi di assistenza sociale. Secondo gli esperti coinvolti nello studio, i benefici della migrazione e dell´integrazione devono essere resi più visibili alla società nel suo insieme. "Occorre assistere le donne immigrate nel raggiungere la loro indipendenza," hanno detto i membri dei comitati dei focus group. E hanno aggiunto che le donne immigrate trarrebbero beneficio da un tipo di sostegno che promuove la loro indipendenza e affronta le questioni prettamente legate al genere di appartenenza, come gli svantaggi legati al mercato del lavoro o all´assistenza per i figli, che riguardano sia le donne autoctone che le immigrate. I partner del progetto Femage hanno fatto osservare che le istituzioni e gli attori europei non solo possono giocare un ruolo significativo nella definizione degli standard e delle condizioni quadro per sviluppare politiche per l´immigrazione e l´integrazione efficaci, ma che il Parlamento europeo e la Commissione europea possono contribuire a porre in una posizione centrale della legislazione gli aspetti legati al genere dell´immigrazione e dell´integrazione delle donne immigrate. Per ulteriori informazioni, visitare: Sostegno scientifico alle politiche Ce: http://cordis. Europa. Eu/lifescihealth/ssp. Html Per visitare il sito web del progetto Femage, cliccare: http://www. Bib-demographie. De/cln_099/en/projects/femage/femage__node. Html?__nnn=true .