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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Novembre 2011
VERTICE DEL G20 A CANNES: LETTERA CONGIUNTA DI BARROSO E VAN ROMPUY AI LORO PARTNER DEL G20  
 
Bruxelles, 3 novembre 2011 - Il 29 ottobre scorso, il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso e il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy hanno inviato una lettera ai loro partner del G20 per riassumere e spiegare la risposta dell´Europa alla crisi globale, in vista del summit del G20 a Cannes il 3-4 novembre 2011. “Faremo attuare queste misure con rigore e in modo tempestivo – si legge nella missiva e siamo certi che contribuiranno alla rapida soluzione della crisi. Tuttavia, anche se noi in Europa faremo la nostra parte, questa non può da sola garantire una ripresa globale e una crescita riequilibrata. Vi è quindi una costante necessità di un´azione comune di tutti i partner del G20 in uno spirito di responsabilità comune e di obiettivo comune". In questo contesto, Barroso e Van Rompuy chiedono al G20 un rinnovato spirito collettivo. I due illustrano, inoltre, le priorità dell´Ue per il vertice del G20 e sottolineano che l´obiettivo generale dell´Unione "contribuirebbe a ristabilire la fiducia globale, a supportare una crescita sostenibile e la creazione di occupazione e a mantenere la stabilità finanziaria".  
   
   
I DIECI PUNTI TRATTATI IN PLENARIA: STRASBURGO 24-27 OTTOBRE 2011  
 
 Strasburgo, 3 novembre 2011 - Il voto per il bilancio Ue 2012 e il summit sulla crisi nell´eurozona hanno dominato l´agenda di questa sessione. Sotto i riflettori anche la lotta contro la pedopornografia, il crimine organizzato in Unione europea, la mobilità per i cittadini bulgari e rumeni, l´annuncio del vincitore del premio Sakharov 2011, le regole per i richiedenti asilo politico e la situazione in Ucraina. Organizzazioni di stampo mafioso - Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che richiede regole più rigide per impedire a organizzazioni di stampo mafioso di avere accesso ai fondi pubblici. I parlamentari hanno invitato la Commissione a redigere delle proposte legislative a riguardo. Hanno anche proposto di creare una commissione speciale "entro tre mesi" per individuare gli usi impropri di fondi pubblici da parte di organizzazioni criminali e l´infiltrazione nel settore pubblico. Politica economica globale - I parlamentari hanno votato una risoluzione che sottolinea la necessità di una riforma della politica economica globale per consentire il riequilibrio dell´economia mondiale ed evitare un´altra crisi. Si chiede un Fondo Monetario Internazionale più democratico, la fine della segretezza bancaria, la separazione delle banche speculative da quelle commerciali, un unico seggio per l´Ue al Fmi e alla Banca Mondiale, e un arresto delle manipolazioni politiche dei tassi di scambio. Summit sulla crisi dell´euro - I deputati hanno discusso i temi affrontati durante il Summit sulla crisi nell´eurozona: la politica economica e la competitività dell´Unione europea, la crescita e il prossimo G20. Il mercato del lavoro per i cittadini bulgari e rumeni - Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione per permettere a bulgari e rumeni l´accesso al mercato del lavoro in tutti gli Stati membri entro la fine del 2011. Il deputato rumeno di centro-destra Traian Ungureanu, autore della risoluzione, dichiara che i paesi che hanno già aperto i mercati del lavoro hanno ottenuto una crescita del Pil pari all´1%. Chiede anche di riformare le regole per il riconoscimento delle qualifiche professionali per facilitare la mobilità dei lavoratori. Nuove abilità e nuovi lavori - Un´iniziativa di relazione è stata adottata sui mezzi dell´Unione europea per raggiungere il proprio obiettivo sull´occupazione entro il 2020: il 75% della popolazione attiva (20-64 anni) al lavoro. Questo fa parte della strategia Ue 2020 per promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Budget Ue 2012 - Il Parlamento ha discusso e votato la sua posizione sul bilancio dell´Unione europea per il prossimo anno. Tra i cambiamenti figurano l´aumento delle risorse in favore della Palestina e del processo di pace, il pattugliamento delle frontiere esterne nel Mediterraneo, la gestione dei flussi di rifugiati e programmi per favorire la crescita. Antibiotici - Il Parlamento ha chiesto a Consiglio e Commissione di spiegare come intendono affrontare il crescente problema transfrontaliero della resistenza agli antibiotici per uomini e animali. Questi causano la morte di 25.000 persone all´anno in Unione europea con un costo di 1,5 miliardi di euro per la tutela della salute e perdite della produttività. Nella risoluzione adottata il 27 ottobre i parlamentari hanno richiesto all´Unione europea di promuovere più attivamente un uso prudente degli antibiotici e di velocizzare l´autorizzazione di nuovi tipi di antibiotici per permettere un corretto trattamento delle infezioni. Regole per l´asilo politico - I deputati hanno votato per rivedere le regole per i richiedenti asilo. Le persone in serio pericolo di vita - nel caso di ritorno nel proprio paese - e che non vengono qualificati come rifugiati, dovrebbero comunque avere gli stessi diritti dei rifugiati: come il lavoro, l´educazione e l´accesso alle cure mediche. Queste sono le prime sei proposte del "pacchetto asilo politico" che devono essere accettate dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Ucraina - Risoluzione congiunta (Ppe, S&d, Alde, Ecr Verdi/ale) sulla situazione in Ucraina per la condanna la sentenza di sette anni di carcere per il leader dell´opposizione Yulia Tymoshenko. Una situazione che "ricorda i tempi dell´Unione Sovietica". Nel testo, i parlamentari ritengono che "una mancata revisione della sentenza di Yulia Tymoshenko minaccerà la conclusione dell´Accordo di Stabilizzazione e Associazione e la sua ratifica, portando il Paese più lontano da una prospettiva europea". Il Premo Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero 2011 - Il President Buzek ha proclamato la Primavera araba vincitrice del premio per il contribuito apportato ai cambiamenti storici nel mondo arabo. Tra i vincitori: il tunisino Mohamed Bouazizi che si è dato fuoco innescando così una catena di rivolte; Asmaa Mahfouz rappresentante della lotta egiziana in piazza Tahrir; Ahmed al-Zubairahmed al-Sanusi dalla Libia, l´ultimo paese a liberarsi dopo decenni di dittatura; Razan Zaitouneh e Ali Farzat dalla Siria. Lotta alla pedopornografia - Il Parlamento europeo ha approvato la relazione della deputata italiana di centro-destra Roberta Angelilli sugli abusi sessuali, lo sfruttamento sessuale dei bambini e sulla pedopornografia infantile. La deputata italiana chiede più indagini sui reati nei procedimenti penali, migliori strumenti per compiere le indagini, la rimozione del contenuto pedopornografico dai server all´interno degli Stati membri.  
   
   
JERZY BUZEK: "AVETE VINTO LA GUERRA… ADESSO DOVETE CONQUISTARE LA PACE" L´UNIONE EUROPEA È PRONTA AD AIUTARE, MA SOLO NEL CASO IN CUI LA LIBIA LO RICHIEDA.  
 
 Bruxelles, 3 novembre 2011 - "Avete vinto la guerra… adesso dovete conquistare la pace" ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek sabato scorso durante una visita in Libia. "Spero che tutti i cittadini libici - uomini e donne - sapranno trarre il massimo dalla lotta per la dignità umana e la libertà. La nuova Libia deve essere una Libia di pace e giustizia, di democrazia e legge". Durante la visita di due giorni in Libia, il presidente Buzek ha incontrato Mustafa Abdul Jalil, il presidente del consiglio nazionale di transizione, alcuni membri della società civile e ha parlato in pubblico nella piazza dei Martiri. "Le garanzie per una Libia libera verranno soprattutto da voi: la società civile, le organizzazioni non governative, gli intellettuali, le organizzazioni di donne e i media" ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo. "Dovrete essere pronti ad affrontare le nuove sfide della Libia: la democrazia, i diritti umani, il funzionamento delle leggi e la protezione delle minoranze". L´unione europea è pronta ad aiutare, ma solo nel caso in cui la Libia lo richieda, ha aggiunto il presidente Buzek. Il Parlamento potrebbe contribuire alla creazione delle istituzioni democratiche, l´osservazione elettorale e la cooperazione parlamentare. "In particolare vorremmo introdurre al più presto i rappresentati della Libia all´Assemblea parlamentare dell´Unione per il Mediterraneo".  
   
   
IL MEDIATORE EUROPEO, NIKIFOROS DIAMANDOUROS: "VOGLIO ESSERE AL SERVIZIO DEI CITTADINI" "IL 70% DELLE DENUNCE CHE RICEVO SAREBBERO DOVUTE ARRIVARE AL DIFENSORE CIVICO NAZIONALE". "A SEI MESI DALL´INVIO DI UNA COMUNICAZIONE, RICHIEDO UN RAPPORTO PER SAPERE COSA È STATO FATTO".  
 
 Strasburgo, 3 novembre 2011 - Il mediatore europeo Nikiforos Diamandouros ha presentato il suo bilancio annuale per il 2010 durante la sessione plenaria a Strasburgo, il 27 ottobre. I deputati hanno applaudito il lavoro svolto, sottolineando con preoccupazione il numero crescente di denunce presentate contro la Commissione. Nel 2010, i cittadini europei hanno presentato meno denunce dell´anno precedente. Perché? La maggior parte dei cittadini non sa quali sono i miei poteri. Il 70% delle denunce che ricevo sarebbero dovute arrivare al difensore civico nazionale. Le denunce che posso accettare devono riguardare la trasgressione di una legge dell´Unione da parte di un´istituzione europea. Per evitare malintesi, ho riorganizzato completamente il sito del Mediatore europeo facendolo diventare una guida interattiva capace di fornire le risposte a chi vuole inviare una denuncia. Le denunce esaminate nel 2010 a chi erano indirizzate principalmente? Le accuse possono essere divise in cinque categorie: la mancanza di trasparenza, appalti e sovvenzioni, denunce da parte dei lavoratori delle istituzioni europee (prima - o invece - di andare in tribunale), l´ufficio europeo di selezione del personale (Epso) e il ruolo della Commissione come garante dei trattati. Tutti i cittadini possono sporgere denuncia se ritengono che la Commissione non segua correttamente le procedure o nel caso in cui un paese membro non rispetti le leggi dell´Unione. Si ricorda di un caso particolarmente speciale ? L´ultima arma che ho consiste nel presentare un rapporto al Parlamento europeo. Mi è capitato di farlo l´anno scorso, dopo che un commissario aveva rifiutato per quindici mesi l´accesso a dei documenti legati alla casa automobilistica Porsche a una Ong, mentre il termine massimo è di tre mesi. In qualità di mediatore europeo riceve anche delle critiche per il mancato rispetto delle sue indicazioni da parte delle istituzioni europee ? Controllo da vicino la maniera in cui le istituzioni rispondono alle mie critiche. A sei mesi dall´invio di una comunicazione, richiedo un rapporto per sapere cosa è stato fatto. Una sua strategia consiste nel mantenere un dialogo costante con i cittadini che hanno sporto denuncia. Il trattato di Lisbona mette l´accento sul dialogo con i cittadini. Rappresentando un´istituzione che si occupa di denunce a livello europeo, è stato logico pensare a rinsaldare il rapporto con i cittadini ed anche a inviare le altre istituzioni europee a seguirci in questo cambiamento. Cosa le piace di più del suo lavoro ? Mi piace lavorare per un servizio civile di professionisti, che conosce le regole del gioco. Anche quando le istituzioni europee non conoscono abbastanza bene la legge, posso sempre tentare di instaurare un dialogo. Questo lavoro mi permette di raggiungere i cittadini di 27 paesi oltre a quelli dei paesi candidati. Mi piace essere al servizio dei cittadini. Le Denunce 2010: circa l´85% delle denunce ricevute sono state inviate via internet; la maggior parte delle denunce (pro capite) vengono dal Lussemburgo, mentre gli inglesi sono i cittadini europei che meno fanno ricorso al mediatore europeo; 219 denunce contro la Commissione europea, 35 contro Epso, 22 contro il Parlamento; il 52% dei casi è stato completato in tre mesi.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO ESPRIME SOSTEGNO AI CRISTIANI DI EGITTO E SIRIA  
 
Bruxelles, 3 novembre 2011 - Il Parlamento europeo, con una risoluzione adottata giovedì, condanna con forza l´uccisione di manifestanti pacifici in Egitto e Siria e chiede alle autorità di entrambe le nazioni di proteggere la comunità cristiana. La risoluzione sulla situazione in Egitto e Siria, con particolare riferimento alla comunità cristiana, è stata votata per alzata di mano. Egitto - Dal marzo 2011, secondo resoconti giornalistici, decine di migliaia di cristiani coopti hanno dovuto lasciare l´Egitto. Il 9 ottobre scorso ne sono stati uccisi almeno 25 e più di 300 sono rimasti feriti a Il Cairo durante una marcia pacifica organizzata dai coopti. Il Parlamento condanna duramente l´uccisione di manifestanti e insiste sulla necessità di predisporre inchieste indipendenti e trasparenti sull´accaduto. La risoluzione afferma che le autorità dovrebbero assicurare che i coopti non diventino ulteriormente vittime di attacchi violenti e che possano vivere in pace e esprimere liberamente le proprie convinzioni religiose nel loro paese. Il Parlamento chiede che siano protette le chiese per porre fine alla loro distruzione e alle continue aggressioni messe in atto da estremisti islamici. Il Parlamento esprime preoccupazione per i rapimenti di ragazze coopte costrette a convertirsi all´Islam e aggiunge che le autorità egiziane devono porre fine alle discriminazioni contro i cristiani coopti. Per questo il Parlamento crede che si debbano prendere provvedimenti per le gravi violazioni dei diritti umani che stanno avvenendo in Egitto. I deputati sottolineano anche che il Consiglio supremo dell´Egitto e le Forze armate devono porre immediatamente fine alle leggi d´emergenza e alle aggressioni militari ai danni dei civili perché queste violano il diritto alla libertà di espressione, associazione e assemblea. Siria - Il Parlamento è fortemente preoccupato anche per le condizioni dei cristiani in Siria. La risoluzione evidenzia che migliaia di cristiani iracheni si sono rifugiati in Siria per sfuggire alla violenze subite in Iraq. Eppure la popolazione cristiana in Siria è calata dal 10 all´8%. I deputati condannano tutte le azioni che incitano al conflitto interconfessionale e chiedono alle autorità siriane di assicurare una protezione efficace alla comunità cristiana e di offrire supporto ai cristiani della nazione. Il Parlamento condanna altresì il brutale utilizzo della forza da parte delle autorità siriane ai danni di manifestanti, attivisti per la democrazia, difensori dei diritti umani, giornalisti, personale medico e ribadisce che il presidente Bashar al-Assad e il suo regime devono lasciare immediatamente il potere. Infine il Parlamento europeo crede che l´Ue debba incoraggiare e sostenere con maggiore forza l´emergenza delle forze dell´opposizione democratica in Siria sia all´interno sia all´esterno del paese.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL´ITALIA DI VERSARE GLI IMPORTI DEI DAZI DOGANALI DOVUTI AL BILANCIO DELL’UE  
 
 Bruxelles, 3 novembre 2011 – La Commissione europea ha chiesto il 27 ottobre all´Italia di conformarsi alla normativa dell’Ue relativa ai dazi doganali e di versare le somme dovute al bilancio dell´Ue in relazione all´importazione di banane fresche. Se l´Italia non ottempera a tale richiesta entro due mesi, la Commissione può adire la Corte di giustizia. Tra il 1998 e il 2004, alcuni uffici doganali italiani hanno accettato dichiarazioni doganali relative a banane importate con un medesimo peso standard, nonostante i controlli sul peso avessero rivelato che nella maggior parte dei casi il peso reale accertato era superiore a quello dichiarato. Accettando sistematicamente dichiarazioni che, come avrebbero dovuto sapere, erano errate, le autorità italiane hanno causato una perdita di risorse per il bilancio dell´Ue e sono considerate finanziariamente responsabili. La perdita ammonta a 6 742 210,57 Eur. In un caso analogo riguardante dazi doganali sulle importazioni di banane fresche (Commissione/portogallo, causa C-23/10), la Corte di giustizia ha stabilito che le autorità doganali devono garantire la corretta applicazione della normativa doganale, controllando le dichiarazioni doganali quando hanno motivo di ritenerle inesatte. La Commissione ribadisce pertanto la sua richiesta alle autorità italiane di mettere a disposizione l’importo dovuto (previa detrazione delle spese di riscossione) senza indugio. La Commissione è decisa a tutelare le finanze comuni dell´Ue e, se necessario, a deferire il caso alla Corte di giustizia europea. Il trattamento equo di tutti gli Stati membri dev’essere garantito, perché se uno Stato membro non mette a disposizione la totalità delle somme che deve al bilancio dell´Ue, la conseguenza è che gli altri Stati membri devono pagare di più. Contesto La Commissione ha deciso di deferire il caso alla Corte di giustizia il 24 giugno 2010 (rif. E/2010/4091]. Tuttavia, prima di inviare la domanda, ha deciso di trasmettere un parere motivato complementare in forza dell’articolo 258 del Tfue al fine di i) correggere un errore materiale nella parte conclusiva del parere motivato inviato il 1° dicembre 2008, ii) fornire ulteriori dettagli sul metodo di calcolo e iii) tenere conto della sentenza della Corte nella causa analoga C-23/10, Commissione/portogallo, del 17 marzo 2011, che conferma la posizione della Commissione. I dazi doganali, che sono percepiti sulle importazioni di prodotti provenienti dai paesi terzi, sono riscossi dagli Stati membri per conto dell´Ue e versati al bilancio comune dell´Ue. Gli Stati membri trattengono il 25% degli importi riscossi a titolo di spese di riscossione. Questa risorsa propria tradizionale costituisce solo una piccola parte delle entrate finanziarie del bilancio dell’Ue. Nel 2011 rappresenterà circa il 12%.  
   
   
"CARTA BLU" – PERMESSI DI LAVORO PER MIGRANTI ALTAMENTE QUALIFICATI: 6 STATI MEMBRI NON RISPETTANO LE NORME  
 
Bruxelles, 3 novembre 2011 – Non rispettando le norme dell´Ue, alcuni Stati membri rendono particolarmente difficile per i lavoratori altamente qualificati venire a lavorare nell´Ue. Il 27 ottobre la Commissione ha richiesto formalmente a 6 Stati membri di conformarsi alle norme della direttiva “Carta blu”, il cui termine di attuazione è scaduto il 19 giugno 2011. Germania, Italia, Malta, Polonia, Portogallo e Svezia non hanno ancora attuato nel diritto interno le norme dell´Ue relative ai lavoratori altamente qualificati. La Commissione ha pertanto deciso di emettere un parere motivato (ai sensi dell´articolo 258 del Tfue) richiedendo a tali Stati membri di attivarsi. Nonostante siano nel pieno di una crisi economica caratterizzata da tassi di disoccupazione particolarmente elevati, i datori di lavoro spesso non riescono a trovare i lavoratori altamente qualificati di cui hanno bisogno1. La direttiva “Carta blu Ue” istituisce norme comuni ed efficaci che permettono ai cittadini di paesi terzi altamente qualificati di venire a lavorare in Europa nei mercati del lavoro in cui sono richieste le loro competenze. La direttiva introduce una procedura accelerata di ammissione per tali stranieri e garantisce un insieme comune di diritti sociali ed economici (uguali a quelli dei cittadini dell´Unione) in vari settori. Se l´Unione vuole raggiungere l´obiettivo di una crescita sostenibile e inclusiva, basata sulla ricerca e sull´innovazione, l´Europa deve attrarre più talenti. A tal fine è essenziale che tutti gli Stati membri applichino queste norme comuni e promuovano una politica globale ed equilibrata dell´Ue in materia di migrazione. Il 18 luglio 2011 la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora (la prima fase della procedura d´infrazione) a Germania, Italia, Malta, Polonia, Portogallo e Svezia in relazione alla mancata comunicazione alla Commissione delle misure adottate per attuare la direttiva. Tre Stati membri (Italia, Malta e Portogallo) non hanno ancora comunicato nessuna misura entro il termine previsto (due mesi), il che ha indotto la Commissione ad agire. Gli altri tre Stati membri (Germania, Polonia e Svezia) hanno risposto alla lettera di costituzione in mora segnalando che la nuova legislazione di attuazione non entrerà in vigore prima del prossimo anno. La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato anche a tali Stati membri. Contesto - La direttiva “Carta blu” (direttiva 2009/50/Ce) è stata adottata il 25 maggio 2009. Il termine per il suo recepimento negli ordinamenti degli Stati membri è scaduto il 19 giugno 2011. Tutti gli Stati membri dell´Unione sono vincolati dalla direttiva, eccetto Danimarca, Regno Unito e Irlanda. Il regime della Carta blu Ue contribuisce ad attrarre in Europa i migranti altamente qualificati, sostenendo gli sforzi degli Stati membri e delle imprese europee per colmare le lacune nei loro mercati del lavoro cui non possono sopperire loro cittadini, altri cittadini dell´Unione o cittadini di paesi terzi in soggiorno regolare. Istituisce una procedura comune e semplificata applicabile negli Stati membri dell´Ue vincolati dalla direttiva, e garantisce che i potenziali migranti sappiano cosa devono fare, indipendentemente dallo Stato membro in cui intendono recarsi, senza dover far fronte a 24 sistemi diversi. Una volta che uno Stato membro ha concesso una Carta blu a un migrante, questo ha libero accesso a tutte le posizioni di lavoro altamente qualificato in quello Stato membro e può recarsi in qualunque altro Stato membro dell´Unione in cui possano essere necessarie le sue competenze. Combinato con norme preferenziali per l´ottenimento dello status di soggiornante di lungo periodo e per il ricongiungimento familiare, il regime della Carta blu costituisce un pacchetto attraente per i potenziali migranti altamente qualificati. È uno strumento basato sulla domanda, che non garantisce un diritto di ammissione e rispetta le competenze degli Stati membri quanto alla determinazione della quota di lavoratori migranti che fanno ingresso nei loro territori al fine di svolgere lavori altamente qualificati. La direttiva “Carta blu” è una componente fondamentale di una politica globale ed equilibrata dell´Ue in materia di migrazione, destinata non solo a colmare le lacune nei mercati del lavoro nazionali ma anche a contribuire ad affrontare le sfide demografiche. La direttiva non impedisce agli Stati membri di avere un proprio sistema di permessi di soggiorno nazionali per i migranti altamente qualificati, ma tali permessi nazionali non possono concedere il diritto di soggiorno negli altri Stati membri dell´Unione garantito dalla direttiva “Carta blu”.  
   
   
DIRETTIVA QUALIFICHE: LA COMMISSIONE EUROPEA SI COMPIACE PER ´ACCORDO RAGGIUNTO SU UN ELEMENTO CHIAVE DEL PACCHETTO ASILO  
 
Bruxelles, 3 novembre 2011 – Il Parlamento europeo il 27 ottobre ha approvato la proposta di modifica della direttiva qualifiche presentata dalla Commissione, destinata a rafforzare i diritti dei rifugiati e dei beneficiari di protezione sussidiaria nell´Unione europea. La direttiva garantisce diritti uniformi per quanto riguarda l´assistenza sanitaria e l´accesso al mercato del lavoro. "Si tratta di una tappa fondamentale verso la realizzazione di un ambizioso obiettivo: fare approvare tutte le proposte della Commissione in materia di asilo entro l´anno prossimo, come richiesto dal Consiglio europeo nel programma di Stoccolma. L´accordo invia inoltre un forte segnale politico in occasione del sessantesimo anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite relativa allo status dei rifugiati. Gli avvenimenti in corso in paesi vicini all´Europa mostrano la necessità di disporre di procedure sicure, trasparenti ed efficaci per coloro che si rivolgono a noi in cerca di protezione", ha affermato Cecilia Malmström, commissaria per gli Affari interni. Il voto espresso oggi rende possibile un accordo in prima lettura con il Consiglio, che deve ora adottare formalmente la direttiva modificata: l´adozione avrà luogo nel corso delle prossime settimane. Contesto Nell´ottobre 2009 la Commissione ha presentato una proposta di rifusione della direttiva sulla qualifica e sullo status delle persone bisognose di protezione internazionale (Ip/09/1552). La proposta si prefigge di chiarire alcuni importanti concetti, quali "soggetti che offrono protezione", "protezione all´interno del paese d´origine" o "appartenenza ad un determinato gruppo sociale", per consentire alle autorità nazionali di applicare i criteri in modo più fermo e di identificare più rapidamente le persone bisognose di protezione. Inoltre, la Commissione ha proposto di ravvicinare i diritti concessi ai rifugiati e ai beneficiari di protezione sussidiaria, in particolare per quanto riguarda la durata dei permessi di soggiorno e l´accesso all´assistenza sociale, all´assistenza sanitaria e al mercato del lavoro. Questo comporterà anche una riduzione dei costi e degli oneri amministrativi richiesti dalla gestione di status di protezione diversi. Nel giugno 2011, in seguito a negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio, è stato raggiunto un accordo su un testo di compromesso equilibrato. Oggi il Parlamento ha approvato questo testo, che comprende alcuni elementi fondamentali: il chiarimento di vari concetti, per tenere conto della giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia dell´Unione europea e della Corte europea dei diritti dell´uomo; l´impegno a tenere conto dell´interesse superiore del minore e delle considerazioni di genere nella valutazione delle domande di asilo e nell´applicazione delle norme sul contenuto della protezione internazionale; il ravvicinamento dei diritti concessi ai rifugiati e ai beneficiari di protezione sussidiaria per quanto riguarda l´accesso all´occupazione e all´assistenza sanitaria; l´estensione a due anni del periodo di validità del permesso di soggiorno rilasciato a un beneficiario di protezione sussidiaria in occasione del rinnovo del permesso di soggiorno iniziale, in seguito alla concessione dello status. Queste modifiche aggiuntive miglioreranno ulteriormente la qualità dei processi decisionali in materia di asilo, garantiranno il rispetto dei diritti umani e faciliteranno l´integrazione dei beneficiari di protezione nelle società che li accolgono. Per ulteriori informazioni Homepage di Cecilia Malmström, commissaria per gli Affari interni: http://ec.Europa.eu/commission_2010-2014/malmstrom/welcome/default_en.htm    
   
   
SOSTENERE I GIOVANI PER UN FUTURO MIGLIORE: IL RAPPORTO UNFPA  
 
Bruxelles, 3 novembre 2011 - Alla fine di ottobre, la popolazione mondiale taglierà un nuovo traguardo. Nel suo ultimo rapporto, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) rivela infatti che tra qualche giorno il nostro pianeta ospiterà 7 miliardi di persone. Lo "Stato della popolazione nel mondo 2011" pone l´accento su come le azioni che intraprendiamo ora influenzeranno il futuro delle prossime generazioni. Le decisioni che prendiamo oggi determineranno se le generazioni di domani vivranno vite prospere, sostenibili e sane o se saranno costrette ad affrontare disuguaglianze, combattere recessioni economiche o gestire il declino ambientale. Nella premessa del rapporto, intitolato "Il mondo a 7 miliardi: le persone, le opportunità", il direttore esecutivo dell´Unfpa Babatunde Osotimehin dichiara: "Con la pianificazione ed effettuando i giusti investimenti nelle persone ora (per consentire loro di effettuare scelte positive non solo per sé stesse, ma per il bene comune), il mondo a 7 miliardi potrà avere città prospere e sostenibili, forze lavoro produttive in grado di alimentare le economie e giovani che contribuiscono al benessere delle società". Cosa rappresenta questo aumento della popolazione? è sicuramente una testimonianza a favore di tutta l´umanità: ora viviamo più a lungo e i nostri figli sopravvivono. Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono paesi che non stanno avvertendo gli effetti positivi di questo cambiamento: sono solo alcuni a beneficiarne. Inoltre, ammonisce il rapporto, esistono evidenti disparità di diritti e opportunità tra uomini e donne, ragazzi e ragazze. È dunque fondamentale che ci si rimbocchi le maniche perché in futuro possa esserci uguaglianza. Raggiungere il traguardo dei 7 miliardi "è una sfida, un´opportunità e un invito ad agire", ha rilevato Osotimehin il 26 ottobre in occasione della presentazione del rapporto a Londra (una delle oltre 100 città prescelte per questo evento). Il direttore esecutivo dell´Unfpa ha evidenziato come i giovani di età compresa tra i 10 e i 24 anni rappresentino 1,8 miliardi del totale. "I giovani custodiscono la chiave del futuro, poiché hanno le potenzialità per trasformare il panorama politico globale e stimolare le economie con la loro creatività e la loro capacità innovativa", ha dichiarato Osotimehin. "Ma l´opportunità di realizzare questo grande potenziale deve essere colta ora. Dobbiamo investire nella salute e nell´istruzione della nostra gioventù: il ritorno per la crescita economica e lo sviluppo delle generazioni a venire sarebbe immenso". Il programma d´azione del Cairo, adottato alla Conferenza internazionale sulla popolazione e sullo sviluppo (Icpd) nel 1994, e il suo invito a concedere a ogni essere umano il diritto di prendere le proprie decisioni riproduttive continuano a essere le guide in base alle quali orientare le azioni future. "Con il ventesimo anniversario dell´Icpd alle porte, i dati dimostrano che la strada verso lo sviluppo economico e sociale equo passa proprio per il centro del nostro mandato all´Unfpa", ha sottolineato Osotimehin. "Ma il nostro lavoro è tutt´altro che concluso: ci sono 215 milioni di donne in età riproduttiva nei paesi in via di sviluppo che non hanno accesso alla pianificazione familiare volontaria". "Ci sono milioni di adolescenti nel mondo in via di sviluppo che non hanno accesso sufficiente all´educazione sessuale e alle informazioni su come prevenire le gravidanze indesiderate o proteggersi dall´Hiv. Nelle zone del mondo il cui la condizione sociale della donna è inferiore, lo è anche la sopravvivenza di neonati e bambini". "Dobbiamo quindi abbattere le barriere economiche, giuridiche e sociali e mettere uomini e donne, ragazzi e ragazze, sullo stesso piano in ogni ambito della vita". Per maggiori informazioni: Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) http://www.Unfpa.org/public/  Per accedere al rapporto "Stato della popolazione nel mondo 2011": http://www.Unfpa.org/swp/    
   
   
UE: SARDEGNA ADERISCE A GECT ARCHIMED  
 
Catania, 3 novembre 2011 - Si e´ tenuta 28 ottobre a Catania, nella sede della Presidenza della Regione siciliana, l´assemblea del Gruppo di cooperazione territoriale (Gect) Archimed. Il Gect e´ uno strumento di governance creato dall´Unione europea (regolamento n.1082 del 2006) per estendere e rendere piu´ efficace la cooperazione transfrontaliera. La Sicilia e´ capofila del Gect del quale fanno gia´ parte Isole Baleari, Cipro, e Creta. Nel corso della sessione plenaria e´ stata formalizzata l´adesione della Sardegna, mentre e´ in via di formalizzazione la richiesta di Malta. Si completa cosi´ una compagine che costituisce un esempio innovativo di collaborazione rafforzata e permanente tra Regioni, con un programma, indicato stamattina dall´assemblea, tendente a integrare le politiche di settore e valorizzare le reti gia´ operanti nel Mediterraneo. Il Gect Archimed, che e´ il primo avente sede in Italia e uno dei 16 costituiti in Europa, rappresenta le Regioni che costituiscono la spina dorsale del Mediterraneo e si propone quindi come motore della ripresa della politica mediterranea alla luce dei cambiamenti in corso. La riunione e´ stata presieduta dall´assessore Centorrino, su delega del presidente Lombardo, presidente di turno del Gect, che ha annunciato un coinvolgimento di tutti gli assessori nei programmi transnazionali, con riunioni periodiche per integrare le politiche settoriali delle Regioni partner. Il coordinatore del Gect, Francesco Attuaguile, ha indicato le iniziative progettuali che il nuovo organismo presentera´ alla Commissione europea per il relativo finanziamento nei settori della pesca e dell´istruzione (capofila Sicilia), del turismo e dei trasporti (capofila Baleari), dell energia (Sardegna), della ricerca (Creta) e della cultura (Cipro), a partire dal prossimo bando Enpi-med che sara´ pubblicato nel prossimo dicembre in attuazione della politica mediterranea di vicinato.  
   
   
EXPO. PISAPPIA"LE ISTITUZIONI MILANESI E LOMBARDE SCRIVONO UNA NUOVA LETTERA AL GOVERNO PER DEROGA AL PATTO DI STABILITÀ"  
 
Milano, 3 novembre 2011 - La lettera sarà trasmessa a tutti i capigruppo di Camera e Senato e ai parlamentari lombardi. “Il mondo ha fiducia in noi e lo ha dimostrato l’alta partecipazione dei delegati dei Paesi stranieri al primo Meeting internazionale dei Partecipanti all’Esposizione universale, che si è svolto a Cernobbio. La deroga al Patto di stabilità, dunque, è sempre più urgente per gli investimenti che riguardano Expo Milano 2015. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di mandare una nuova lettera al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Economia e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, a firma di tutte e tre le istituzioni: Comune, Provincia e Regione. Chiediamo quindi unitariamente al Governo, anche alla luce delle parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha definito l’Expo come l’evento più importante per l’Italia degli ultimi decenni, di rispondere positivamente a questa lettera. Chiediamo di assicurare l’approvazione di‘un adeguato atto normativo che permetta di escludere dai vincoli finanziari fissati dalle regole del Patto di stabilità interno le spese e gli investimenti necessari alla realizzazione di Expo Milano 2015’. Trasmetteremo il testo della lettera anche a tutti i capigruppo di Camera e Senato e ai parlamentari lombardi, perché Expo non riguarda solo Milano”.  
   
   
CONCLUSI A WASHINGTON GLI INCONTRI PROGRAMMATI NEGLI STATI UNITI DAL PRESIDENTE DELLA CALABRIA SCOPELLITI  
 
Catanzaro, 3 novembre 2011 . Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha concluso a Washington il ciclo di incontri programmati negli Stati Uniti con un meeting nella mattinata del 30 ottobre. Alla riunione hanno preso parte il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, il Sottosegretario all´Istruzione nonché Presidente della Fondazione dei Calabresi nel Mondo Pino Galati, il Consigliere regionale incaricato alle politiche per l´emigrazione Alfonsino Grillo ed i Parlamentari eletti in America Amato Berardi e Basilio Giordano. L´incontro ha preceduto la partenza per il rientro in Italia della delegazione ed è stato incentrato sul dialogo intrapreso con i soggetti istituzionali ed imprenditoriali incontrati in queste giornate e sulla cerimonia della Niaf alla quale ha preso parte anche il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. “Abbiamo tracciato un bilancio delle nostre attività in America - ha dichiarato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - prendendo atto della grande disponibilità riscontrata negli interlocutori, in linea con le nostre idee per la crescita della Calabria. Anche il Presidente Obama, nel suo discorso al Gran Gala per il 36^ anniversario della Niaf - ha aggiunto Scopelliti - ha ricordato diversi calabresi di grande spessore a cui l´America è grata ancora oggi per il grande contributo che, nelle varie epoche, hanno fornito agli Stati Uniti. Il discorso del Presidente mi ha colpito molto, innanzitutto perché ha ribadito come l’Italia sia uno dei maggiori alleati dell’America e poi perché Obama ha evidenziato come ogni americano sia felice di festeggiare il 150^ anniversario dell’unità d’Italia, sottolineando quel sentimento di appartenenza che accomuna queste due popolazioni, citando uomini determinanti per il suo Paese, quali Colombo, Verrazzano e Vespucci; Leonardo Da Vinci e Galileo Galilei per scienza, passando anche ai miti sportivi del baseball quali Joe Di Maggio e Tony La Russa. Il Presidente degli Usa non ha dimenticato neanche alcuni degli esponenti del mondo della musica e del cinema quali Frank Sinatra e Sophia Loren. E’ stato un grande attestato di stima per gli italiani – commenta il Governatore della Calabria Scopelliti – evidenziato anche dal giudizio di Obama che ha spiegato come essi non siano stati sempre i ben voluti, ma come abilmente abbiano arricchito la cultura degli americani e la propria in un sistema di reciprocità, secondo lo spirito da lui perfettamente condiviso, ovvero che attraverso l’impegno e il duro lavoro chiunque può raggiungere il successo. Oggi ritengo ci siano le premesse affinché tra Calabria e Stati Uniti si creino nuove importanti sinergie in settori strategici, dalla realizzazione di grandi opere attraverso il project financing al rilancio del turismo con il coinvolgimento dei maggiori tour operator americani, oppure al perfezionamento dei nostri giovani attraverso nuove borse di studio, solo per fare alcuni esempi. Anche il Sottosegretario Pino Galati - ha proseguito il Presidente Scopelliti - ha riscontrato una grande apertura nei confronti di questa nuova classe dirigente alla quale all´estero, in Europa come in America, tutti riconoscono una grande credibilità e per questo voglio ringraziarlo per i rapporti costruiti dalla Fondazione dei Calabresi nel Mondo, di cui lui stesso è Presidente, come va dato merito al Consigliere regionale Alfonsino Grillo di aver seguito con grande attenzione le politiche per l´emigrazione. È evidente che la buona politica produce sempre effetti importanti - ha concluso il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti - e la proposta che abbiamo già accettato, per la quale il prossimo anno sarò il primo Presidente di Regione ad aprire l´annuale convention Niaf, è l´ennesima testimonianza di un gruppo dirigente che sta interpretando al meglio il ruolo consegnatogli dagli elettori”.  
   
   
POR-FESR, POLVERINI: LAZIO A UN PASSO OBIETTIVI SPESA 2011  
 
Roma, 3 novembre 2011 - "Si tratta di un traguardo importante - ha dichiarato Polverini - l´impegno che stiamo mettendo in questa materia ha già prodotto risultati importanti per il territorio a differenza del passato. La Regione Lazio, - ha continuato - e l´ho ricordato anche in occasione del dibattito con il commissario Hahn ed il ministro Fitto, ha colto da subito uno degli obiettivi della Commissione, quello di concentrare i fondi in pochi obiettivi e completamente realizzabili. Lo abbiamo fatto anche prevedendo strumenti nuovi, come i processi di riqualificazione urbana, che abbiamo messo in campo semplicemente guardando alle esigenze dei territori". Nella giornata del 28 ottobre, la Commissione Europea ha esposto e discusso con i partecipanti le novità contenute nelle proposte di regolamenti per la gestione dei Programmi Operativi nel periodo 2014-2020. Aprendo la prima giornata dell´incontro annuale, l´assessore regionale al Bilancio, Stefano Cetica, ha indicato i capisaldi per potenziare l´efficienza dei fondi strutturali: ammodernare l´apparato amministrativo per imparare a competere; confronto con l´Europa e regole sempre più intelligenti per trovare il giusto equilibrio tra strategie ambiziose e concretezza dei risultati. "Imparare a competere - ha detto Cetica - a cercare alleanze, a confrontarsi con altre realtà locali europee, non appartiene alla nostra tradizione amministrativa. Per questo è necessario innovarla in tempo in modo da essere pronti alla sfida per il dopo 2020". "Ad oggi - ha proseguito l´assessore - abbiamo avviato tutti gli strumenti necessari a dare nuovo impulso all´azione della Regione Lazio, sia in termini di velocizzazione della spesa che di qualità degli interventi". Secondo l´assessore, nel prossimo periodo di programmazione, occorrerà lavorare sulla continuità. "La discontinuità tra periodi di programmazione - ha spiegato l´assessore - non aiuta a portare avanti strategie veramente strutturali. Bisogna prendere atto di quanto sia estremamente improbabile che un´infrastruttura risolutiva possa essere concepita e terminata in sette anni". Per l´assessore la crisi impone, anche per le Istituzioni Europee, di lavorare insieme per la crescita e gli obiettivi di Europa 2020 con rispetto reciproco dei diversi ruoli. All´incontro hanno partecipato Sabina De Luca, Direttore Generale Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e la Coesione Economica; Raoul Prado, Direzione Italia, Malta, Portogallo, Spagna della Direzione Generale delle Politiche regionali; Willebrordus Sluijters, capo dell´Unità Italia e Malta; Cinzia Felci, direttore Programmazione Economica Ricerca e Innovazione Regione Lazio, oltre a tutte le autorità di gestione dei Programmi Operativi Fesr.  
   
   
E DOPO “L’UOMO SOLO AL COMANDO”? TORNIAMO ALLA PARTECIPAZIONE  
 
Firenze, 3 novembre 2011 – “Sta finendo il tempo dell’uomo-solo-al-comando“. Così Riccardo Nencini, assessore toscano a Riforme Istituzionali e Partecipazione, ha introdotto la giornata di ascolto – con un nutrito numero di sindaci e assessori comunali – sulla revisione della legge regionale in materia di partecipazione ma anche sul nuovo testo, sempre regionale, a proposito di decentramento partecipativo con la previsione del voto ai sedicenni. “Partecipazione e innovazione democratica” – questo il titolo dell’incontro che si è svolto il 28 ottobre in Palazzo Bastogi di via Cavour 18 a Firenze – ha visto anche la presenza di Anna Marson, assessore toscana con delega a Urbanistica e Territorio, visto che anche la legge regionale urbanistica (la 1 del 2005) prevede strumenti specifici in materia partecipativa. In una fase in cui “la democrazia si evolve con grande velocità e con ritmi sconosciuti fino a pochi anni fa – ha premesso Nencini – si stanno aprendo spazi anche per nuovi istituti partecipativi: come classe politica dobbiamo aiutare questo tipo di percorso”. La legge esistente in Toscana sulla partecipazione (la 69 del 2007) ha la caratteristica di essere “a scadenza”: verrà infatti abrogata il 31 dicembre 2012 ma, nel frattempo, Giunta e Consiglio regionali devono valutare le opportunità di confermarla e/o modificarla. L’incontro ha rappresentato l’inizio di una tale verifica intrecciandosi anche con la decisione nazionale di abolire i Consigli di Circoscrizione (in Toscana sopravviveranno solo a Firenze) e con il recentissimo impegno del Consiglio Regionale di istituire ulteriori “figure” di partecipazione istituzionale (a costo comunque zero e dotate di ampia flessibilità) per la cui elezione il diritto di voto sia reso possibile ai sedicenni e facoltativo anche agli immigrati. “Una buona legge, la 69 – ha commentato Nencini – ma che può essere modificata rendendola meno farraginosa e valorizzando le forme di dibattito pubblico”. “Quanto previsto nella legge 1/2005 sul governo del territorio, che accompagna la forte autonomia dei Comuni con la figura del garante regionale e locale per la comunicazione e partecipazione nei procedimenti di pianificazione, va perfezionato, ma non può essere rimesso in discussione senza ripensare l’intera struttura della legge”. Questa la precisazione di Anna Marson che ha ricordato come molti fra i processi partecipativi sulla legge 69 riguardino proprio scelte urbanistiche. 86, in questi tre anni di attività, i processi partecipativi attivati in Toscana sulla 69. E il confronto ha portato molti esempi concreti, evidenziando le luci ma anche qualche ombra (in primis una certa farraginosità nei meccanismi). Tratto comune fra gli amministratori locali la circostanza che “i processi partecipativi non sono di ostacolo, ma di aiuto, ai processi decisionali”. Con la partecipazione – è stato detto – si ottengono perfino risparmi economici (si tagliano, ad esempio, molte spese per ricorsi legali). Fra gli interventi, quelli di Cristina Giachi e Giorgio Silli (assessori comunali di Firenze e Prato), Luciano Bartolini, Sabrina Gori e Carlo Nannetti (sindaci di Bagno a Ripoli, Quarrata, Lastra a Signa), Marco Manneschi e Monica Sgherri (consiglieri regionali Toscana), Oreste Giurlani e Paola Rossetti (sindaci di Fabbriche e Montaione).  
   
   
LA LIGURIA ALLEGGERISCE IL PATTO DI STABILITÀ: SBLOCCATI 63 MILIONI DI EURO A FAVORE DI DICIOTTO COMUNI E TRE PROVINCE  
 
 Genova, 3 novembre 2011 - Aumenta la possibilità di spesa per gli enti locali liguri, grazie alla regionalizzazione del patto di stabilità con il conseguente sblocco per l´avvio dei progetti di sviluppo. Dal 31 ottobre 18 comuni liguri sopra i 5000 abitanti e tre province saranno aiutati grazie al patto regionale di stabilità, che consentirà loro di utilizzare le risorse a disposizione nelle loro casse, evitando di incorrere nelle rigide regole finanziarie e di lasciare inutilizzati finanziamenti preziosi. Lo ha reso noto l´assessore regionale al bilancio e alle finanze, Pippo Rossetti. "Dopo la proposta, che abbiamo presentato a ottobre, di regionalizzare il patto di stabilità – spiega l´assessore Rossetti – adesso abbiamo definito, d´intesa con gli enti locali, il quantitativo di risorse che potevano essere messe in circolo, sulla base della disponibilità di cassa degli enti, autorizzando pagamenti per 63 milioni di euro". "Si tratta – continua Rossetti – di un grande sforzo, se si pensa che la Lombardia autorizzerà pagamenti per 70 milioni di euro spalmati su tutti i comuni lombardi, che abbiamo fatto tenendo conto della pesante riduzione dei trasferimenti dallo Stato che non avrebbe consentito la possibilità di soddisfare le innumerevoli richieste di pagamento provenienti dal territorio". Oltre alla Provincia della Spezia, di Imperia e Savona, cinque i comuni che potranno beneficiare della regionalizzazione del patto in Provincia di Genova: Il Comune di Genova, di Camogli, di Campomorone, di Serrariccò e di Sant’olcese. Sei i comuni in provincia della Spezia: il Comune di Arcola, di Bolano, di Lerici, di Ortonovo, di Santo Stefano Magra e di Vezzano Ligure. Due i comuni nell´imperiese, quelli di Sanremo e di Ventimiglia e cinque quelli del savonese: il Comune di Savona, di Alassio, di Albisola Superiore, di Cairo Montenotte e di Varazze. "In questo modo – continua Rossetti – la Regione Liguria potrà consentire, anche in futuro, aggiustamenti e modifiche degli obiettivi di patto di comuni e province che soffrono le stringenti regole definite dallo Stato e dall´Unione Europea. Con questo meccanismo si evidenzia anche lo sforzo compiuto dagli enti locali nel mettere a disposizione uno spazio finanziario pari a 1,1 milioni di euro a favore di quei Comuni che hanno maggiori necessità di spesa". "In particolare – conclude Rossetti – la Regione Liguria in questo modo riesce a produrre un meccanismo virtuoso, autorizzando la spesa in conto capitale, sia per investimenti già effettuati che ancora da fare e immettendo conseguentemente risorse fresche nel sistema economico regionale, attraverso un meccanismo di riduzione della propria capacità di pagamento che viene ceduta agli enti locali".  
   
   
REGIONALIZZAZIONE DEL PATTO DI STABILITA`, LA REGIONE MARCHE A FIANCO DELLE ISTITUZIONI LOCALI DEL PICENO´  
 
Ancona, 3 novembre 2011 - ´Le misure adottate in via definitiva stamane dalla Giunta regionale, inerenti la regionalizzazione del Patto di Stabilita`, consentono di dare ossigeno a Province e Comuni e al sistema delle imprese marchigiane. Su circa 152 milioni di richieste degli Enti locali su scala regionale si risponde per 90 milioni e questo per il territorio Piceno equivale a un sostegno reale e immediato. La Provincia di Ascoli Piceno e` l´unica tra le Province marchigiane a vedere corrisposto l´intero importo richiesto, ben 7,3 milioni, cosi` come su 14,8 milioni di richieste dei Comuni la Regione cede propria capacita` di spesa per la meta`, pari a 7,4 milioni´. Lo afferma l´assessore regionale al Piceno, Antonio Canzian. ´I Comuni di San Benedetto del Tronto, Folignano, Grottammare vedranno integralmente soddisfatte le proprie eccedenze sulla base di criteri oggettivi. In questo modo la Regione applica i principi di solidarieta` e buona amministrazione, di fronte ad un Governo che non solo non ha ancora stanziato un euro per i danni dell´alluvione, ma che ha finora impedito un alleggerimento dei vincoli del Patto di Stabilita`. Senza fare discriminazioni di ordine politico, come invece purtroppo ci ha abituati la destra al Governo, consentiamo al sistema delle autonomie locali di spendere risorse finora bloccate e di dare liquidita` a molte imprese locali che non potevano essere pagate per via di rigidita` che oggi - almeno momentaneamente e in parte - vengono superate´. L´assessore Sandro Donati si sofferma, in particolare, sull´assegnazione al Comune di San Benedetto del Tronto. ´La Regione ha riconosciuto al Comune di San Benedetto del Tronto l´intero fabbisogno finanziario per il rispetto del Patto di stabilita`. All´amministrazione comunale viene trasferita una capacita` di spesa di 872 mila euro: tutta quella chiesta dal Comune alla Regione. Non si tratta di trasferimenti di risorse di cassa, ma della rinuncia della Regione a spendere quella cifra, per consentire al Comune di investire risorse proprie, di pari importo, altrimenti vietato dal Patto di stabilita`. Il Comune puo` ora utilizzare 872 mila euro del proprio bilancio per le esigenze della citta`. Ancora una volta la Regione mostra tutta la sua sensibilita` verso questo territorio, riconoscendo l´intero importo segnalato. Un gesto di attenzione che ribadisce la disponibilita` dell´amministrazione regionale verso le istanze che provengono dalla citta`´.  
   
   
CONVEGNO VILLA UMBRA; MARINI: “DA UE 1025 MLD DI EURO PER POLITICHE DI COESIONE 2014-2020; BENE LE RISORSE PER L’UMBRIA”  
 
Perugia, 3 novembre 2011 - “Per l’Umbria il 2012 rappresenta un anno fondamentale per l’avvio della futura programmazione europea 2014-2020 e la Regione sarà chiamata a riflettere su quali settori strategici, previsti dai Regolamenti, sarà necessario intervenire con la politica di coesione”: lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo intervento il 28 ottobre al convegno, promosso da Seu e Scuola Umbra di amministrazione pubblica, sulle prospettive finanziarie e sul futuro delle politiche di coesione europea che si è tenuto, oggi, a Villa Umbra. Dopo aver illustrato gli elementi di condivisione e di criticità finora espressi sulla proposta europea nell’ambito della Conferenza Stato-regioni, Marini ha ricordato che proprio all’Umbria, quale membro della Commissione "Coter" del Comitato delle Regioni d’Europa, è stato affidato il compito di esprimere un parere sul Regolamento generale relativo della nuova stagione comunitaria. “In quella sede – ha spiegato Marini – ho presentato alcune proposte e modifiche, anche relative alla gestione finanziaria formulata dalla Commissione europea, che saranno nuovamente approfondite nel prossimo incontro della Commissione Coter del Comitato delle Regioni il 5 dicembre”. Relativamente al Quadro finanziario comunitario 2014-2020 proposto della Commissione, su cui si è aperta la fase negoziale sul bilancio europeo per il dopo 2013 che si concluderà entro il 2012, la presidente ha evidenziato una sostanziale riconferma delle risorse previste, se ricalcolate sui prezzi 2011. Infatti, rispetto alla dotazione attuale pari a 864,3 miliardi per il periodo 2007-2013, la proposta per il prossimo settennio è di mille 025 miliardi di euro corrispondente, come nell’attuale fase di programmazione, al 1,05 per cento del reddito nazionale lordo dei 27 Paesi Ue. Di queste risorse 376 miliardi di euro sono stati destinati dalla Commissione agli investimenti negli strumenti della politica di coesione, pari al 36,7 per cento dell’ammontare complessivo. La somma è stata ripartita per 162,6 miliardi di euro per le regioni della convergenza; 38,9 miliardi di euro per le regioni in transizione; 53,1 miliardi di euro per le regioni della competitività; 11,7 miliardi di euro per la cooperazione territoriale e 68,7 miliardi di euro per il Fondo di coesione. Le risorse comprendono anche 40 miliardi di euro per una nuova struttura di collegamento dell´Europa (Connecting Europe Facility) progettata per incentivare gli investimenti nei trasporti, nell´energia e nelle tecnologie informatiche. “Secondo questa previsione, l’Umbria dovrebbe vedere riconfermati gli attuali stanziamenti - ha affermato Marini, anche se ci sarà una differente ripartizione delle risorse tra i fondi Fesr e Fse, con una leggera prevalenza del secondo fondo sul primo. Il Fondo sociale europeo rappresenterà, infatti, almeno il 25% del pacchetto per la coesione per le Regioni convergenza, almeno il 40% per le Regioni in transizione e il 52% per le regioni delle competitività tra le quali l’Umbria. Per quanto riguarda il Fesr – ha spiegato la presidente, l’Umbria potrà avere una concentrazione delle risorse (80%) nei settori prioritari dell’efficienza energetica e fonti rinnovabili, dell’innovazione e del miglioramento della competitività delle piccole e medie imprese (Pmi), di cui almeno il 20% per l’energia. A partire dal prossimo anno – ha sottolineato Marini, la Regione sarà chiamata ad approfondire alcune questioni strategiche, a cominciare dal tema dell’integrazione tra Fondi (programmi regionali plurifondo), come strategia integrata di sviluppo del territorio, frutto di un ripensamento delle logiche d’intervento settoriali dei due Fondi. Riuscire a cogliere le potenzialità di questa integrazione sarà la sfida che Regioni e Amministrazioni centrali – sostiene Marini – dovranno saper cogliere, in quanto da questo dipenderà il successo della nuova programmazione, anche nell’ottica della semplificazione delle procedure gestionali con il fine di ridurre gli oneri burocratici e le spese amministrative. La sinergia tra i Fondi può effettivamente fare la differenza in termini di efficacia delle politiche territoriali. Tutto ciò – ha aggiunto la presidente – potrebbe inoltre garantire un maggior coordinamento dei fondi strutturali (Fesr e Fse) con il Feasr, alla luce e nel rispetto del rafforzamento della dimensione territoriale della politica di coesione, prevista anche dal Trattato di Lisbona. Per quanto ci riguarda – ha concluso Marini, lavoreremo per arrivare alla scadenza del 2014 avendo effettivamente identificato l’insieme delle politiche più adeguato allo sviluppo del territorio”.  
   
   
GOVERNATORI SUD, PREOCCUPATI PER REVISIONE PROGRAMMI COMUNITARI I PRESIDENTI DELLE REGIONI MERIDIONALI CHIEDONO UN INCONTRO URGENTE CON IL MINISTRO FITTO PERCHÉ SIANO ILLUSTRATI CON CHIAREZZA GLI INDIRIZZI DEL GOVERNO  
 
Potenza, 3 novembre 2011 - "Il riferimento alla revisione strategica dei programmi comunitari contenuto nell’elenco degli impegni assunti dal Governo nazionale nei confronti dell’Europa, desta preoccupazione e solleva gravi dubbi circa il rischio di compressione indebita delle prerogative istituzionali dei diversi livelli di governo e di riduzione delle risorse complessivamente disponibili per le politiche di coesione". È la posizione espressa dai governatori di Basilicata, Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia -Vito De Filippo, Gianni Chiodi, Giuseppe Scopelliti, Stefano Caldoro, Michele Iorio, Nichi Vendola e Raffaele Lombardo - che già nei giorni scorsi avevano preso posizione in maniera unanime sulla vicenda auspicando una scelta di condivisione. "Per questi motivi - spiegano i presidenti delle Regioni del Sud - le Regioni chiedono urgentemente al Ministro per i Rapporti con le Regioni Fitto un incontro perché siano illustrati con chiarezza gli indirizzi del Governo e siano questi condivisi preliminarmente all’adozione di qualsiasi decisione in merito a programmi la cui responsabilità di gestione ricade nelle competenze regionali.  
   
   
REGIONI: GIOVEDI´ CHIODI DA FITTO PER FONDI EUROPEI INCONTRO URGENTE SOLLECITATO DAI GOVERNATORI DEL MEZZOGIORNO  
 
L´aquila, 3 novembre 2011 - I Presidenti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia hanno deciso di chiedere un incontro urgente con il ministro per i Rapporti con le Regioni e la Coesione, Raffaele Fitto, per avere elementi di "chiarezza" sugli indirizzi del Governo sui programmi comunitari in merito al destino dei fondi europei per il Sud. La riunione è prevista per giovedì, 3 novembre, ore 10, nella sede del Ministero. "Il riferimento alla revisione strategica dei programmi comunitari contenuto nell´elenco degli impegni assunti dal Governo nazionale nei confronti dell´Europa, desta preoccupazione e solleva gravi dubbi circa il rischio di compressione indebita delle prerogative istituzionali dei diversi livelli di governo e di riduzione delle risorse complessivamente disponibili per le politiche di coesione". È la posizione espressa dai governatori del Mezzogiorno (Vito De Filippo, Gianni Chiodi, Giuseppe Scopelliti, Stefano Caldoro, Michele Iorio, Nichi Vendola e Raffaele Lombardo) che già nei giorni scorsi avevano preso posizione in maniera unanime sulla vicenda auspicando una scelta di condivisione. "Per questi motivi - hanno spiegato i presidenti delle Regioni del Sud - le Regioni hanno chiesto urgentemente al Ministro per i Rapporti con le Regioni Fitto un incontro perché siano illustrati con chiarezza gli indirizzi del Governo e siano questi condivisi preliminarmente all´adozione di qualsiasi decisione in merito a programmi la cui responsabilità di gestione ricade nelle competenze regionali".  
   
   
DE FILIPPO: SVILUPPO SE SI INNOVA E ATTENTI A COESIONE GLI INTERVENTI IN UNA DUE GIORNI CHE HA VISTO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA AFFRONTARE IL TEMA IN INIZIATIVE PUBBLICHE A COSENZA, RAVELLO E MATERA  
 
Potenza, 3 novembre 2011 - “Quando lo Svimez parla di uno tsunami demografico che sta interessando il Sud si riferisce proprio alla così detta fuga dei cervelli e concentrarci su questo tema è un dovere che abbiamo non soltanto verso le giovani generazioni interessate dal fenomeno”. Lo ha affermato il 29 ottobre il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, partecipando a Matera al dibattito “L’emigrazione intellettuale e le prospettive di sviluppo della Basilicata”. “L’emigrazione dal Mezzogiorno è negli ultimi decenni sostanzialmente cambiata. Prima emigravano muratori, operai generici, addetti agricoli. Oggi tocca a chi ha una laurea o un diploma. Assistiamo a quel fenomeno definito mismatching in base al quale a fronte di una sostenuta offerta di lavoro per profili bassi, al punto da offrire opportunità anche a un numero consistente di immigrati, mancano le opportunità per i laureati. Ogni anno la Basilicata produce circa 3500 laureati, segnando un tasso di alta scolarizzazione superiore ad altre realtà, ma non riesce a produrre un pari numero di opportunità di lavoro per questi profili”. De Filippo ha sottolineato come la questione abbia una dimensione meridionale. “Sempre lo Svimez – ha detto – stima che per questi motivi saranno circa 200mila i giovani che dal Sud si sposteranno al Nord e questo creerà problemi all’area meridionale nel suo complesso, aumentando il tasso di invecchiamento e diminuendo quello di crescita”. Il governatore lucano ha anche illustrato la strategia della Regione Basilicata per contrastare il fenomeno. “Bisogna lavorare non solo per creare occupazione, ma per creare quella occupazione di livello che solo uno sviluppo basato su ricerca e innovazione può portare avanti. In questo, le scelte della Regione Basilicata mirano a sostenere i processi di eccellenza, partendo dalla ricerca di base, per la quale ci sono interventi di sostegno ad Università o Cnr, articolandosi l’aiuto a che questi processi si trasformino in cicli produttivi, mission di Basilicata innovazione, incentivando, con diversi bandi, le imprese che in questo momento di crisi spendono per migliorare cicli produttivi, capacità tecnologiche e prodotti e, infine, sostenendo, con il reddito ponte, anche l’ingresso di giovani cervelli in queste realtà. Certo – ha concluso De Filippo – si tratta di un processo lungo, fatto da singoli successi e mentre, fortunatamente, altri ragazzi continuano a laurearsi e a cercare una collocazione. Ma se riusciamo, come credo, a invertire la tendenza avremo utilizzato le difficoltà del presente per garantire la serenità del futuro”. I temi affrontati da De Filippo oggi a Matera sono in linea con quelli trattati ieri dal governatore lucano A Cosenza in un dibattito sul tema “Idee per il Mezzogiorno”. E’ importante – ha spiegato in Calabria De Filippo – prepararsi ad uscire dalla crisi e non solo trovare il modo di superarla, perché le condizioni di base con cui i territori saranno in grado di affrontare la ripresa del mercato determineranno i nuovi equilibri economico-politici. Purtroppo – ha spiegato – devo prendere atto di un Governo nazionale che sembra invece concentrato interamente sull’assetto ragionieristico del problema, che mira a risolvere la contingenza dei conti e non riesce a mettere in campo la strategia dello sviluppo. In Basilicata – ha testimoniando stiamo invece mettendo in campo ogni possibile sacrificio per il sostegno allo sviluppo sapendo che il primo requisito di efficacia è la condivisione delle scelte”. De Filippo si è soffermato, in particolare, a parlare di “Obiettivo 2012”, il documento condiviso con le forze sociali lucane per le strategie da mettere in campo e ha spiegato che “è illusorio attendere che arrivi un uomo della provvidenza a risollevare le sorti dell’economia del nostro Paese o delle nostre Regioni, quello che serve è un salto di mentalità e un metodo e alla politica sta il compito di promuovere questi elementi, di creare condizioni di contesto, ma senza invadere il campo rispetto ai soggetti che devono operare nel mercato”. Alla politica, De Filippo ha attribuito anche un altro ruolo, quello di garantire la coesione sociale, ed ha approfondito il tema questa mattina, a Ravello, concludendo i lavori del convegno “Trasformazioni urbane, ecosistemi creativi e coesione sociale”. “La coesione – ha spiegato – è uno degli elementi su cui lavorare sempre, ma lo è ancor più in momenti difficili come questi. Per quel che riguarda la Basilicata, in questi ultimi anni abbiamo fatto la scelta strategica di tagliare tutto tranne che le risorse per coesione e sviluppo. Ma si tratta di una scelta che segue un’impostazione storica, se è vero, come è vero, che gli studiosi della London School of economics hanno misurato in una terra tradizionalmente considerata povera come la Basilicata un elevato “capitale sociale” costituito proprio da coesione e condivisione. Ma la logica della coesione deve essere intesa come una chiave di lettura che investe altri campi, a iniziare da quello del merito: è giusto dire che un giovane di Milano che si laurea alla Bocconi e inizia a fare esperienza nella grande industria abbia più merito di un suo coetaneo del Pollino che va a studiare a 300 chilometri da casa e inizia a inserirsi con sacrificio in un sistema economico più debole? La politica e le scelte non possono vivere di valori assoluti, ma devono ripiegarsi nella realtà dei fatti, per capire come creare condizioni di coesione tra uomini e territori, per capire come superare quello che, in 150 anni di Unità d’Italia, si configura come il più antico divario di sviluppo del mondo all’interno dello stesso Paese”.  
   
   
VITALIZI DEI CONSIGLIERI REGIONALI. LA GIUNTA DELLE MARCHE INCARICA IL PROPRIO UFFICIO LEGISLATIVO A CONCORDARE UN TESTO NAZIONALE.  
 
Ancona, 3 novembre 2011 - La Giunta regionale delle Marche ha approfondito le decisioni assunte dalla Conferenza delle Regioni in materia di regolamentazione dei vitalizi dei consiglieri regionali. La regolamentazione ´ in base a quanto convenuto di concerto con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative - disciplinera`, in maniera strutturale e obbligatoria, l´abrogazione del vitalizio, a partire dal prossimo rinnovo delle Assemblee. Nel frattempo, in base alla legge regionale approvata all´unanimita` dall´Assemblea legislativa delle Marche, e` possibile per i singoli consiglieri rinunciare volontariamente al vitalizio. La Giunta regionale ha incaricato il proprio Ufficio legislativo di prendere contatto con il segretario generale della Conferenza delle Regioni, Marcello Mochi Onori, per concordare la stesura del nuovo testo legislativo delle Marche, in maniera uniforme con le altre Regioni in base a quanto predisposto a livello nazionale.  
   
   
LA CALABRIA ALLA CONFERENZA DELLE REGIONI NELLA QUALE SI È DISCUSSO DELL’ABOLIZIONE DEI VITALIZI PER I CONSIGLIERI  
 
Roma, 3 novembre 2011 - La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi, a conclusione dell’ultima riunione del 28 ottobre della Conferenza delle Regioni, che discusso in merito al processo di autoriforma delle istituzioni regionali, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono ormai diversi mesi che in Conferenza delle Regioni si è avviata una fase di intensa discussione e lavoro con l’obiettivo di realizzare un reale processo di autoriforma delle istituzioni regionali. Il lavoro che le Regioni stanno portando avanti ha raggiunto un primo importante risultato, votato all’unanimità: entro sei mesi in ogni assemblea regionale sarà presentata una proposta condivisa per l´abrogazione dei vitalizi ai consiglieri regionali. Un segnale forte – ha aggiunto la Vicepresidente Stasi - in un momento particolare che vivono le regioni in cui le spese devono essere riequilibrate rispetto alle esigue entrate di bilancio. La Calabria aveva già anticipato questa decisione, così come ha già anticipato quello che sarà l’obiettivo successivo, ovvero ridurre il numero dei consiglieri regionali, portandoli da 50 a 40, proprio come previsto dall’art.14 della Legge 148/2011, ma anche dalle prime disposizioni della legge 108/1968, e riduzione degli assessori da 10 a 8. Ma è già norma attuale in Calabria quella che vede la riduzione da dieci a quattro delle Commissioni consiliari e la riduzione del 10% del finanziamento per i gruppi consiliari e la riduzioni di organico per le strutture speciali della giunta e del consiglio regionale. Nel 2012 la manovra del Governo – ha poi affermato la Vicepresidente Stasi - avrà un impatto enorme sul Paese e le Regioni nel prossimo bilancio rischiano di non riuscire a coprire nemmeno le spese obbligatorie. Con determinazione, coerenza, lungimiranza e perspicacia il Presidente Scopelliti, già nel mese di luglio, aveva condiviso con tutti i consiglieri di maggioranza ed avviato insieme con il Presidente del Consiglio Talarico questa fase importante di autoregolamentazione che risulta essere, oggi, non solo necessaria ma responsabilmente sentita, ed anticipatoria della discussione in corso nella conferenza dei presidenti delle regioni d’Italia”.  
   
   
CONFERENZA DELLE REGIONI, RISORSE AL MOLISE PER L´EDILIZIA SCOLASTICA E L´ASSISTENZA AI MALATI DI SLA  
 
Campobasso, 3 novembre 2011 - Il Presidente Michele Iorio ha partecipato il 27 ottobre a Roma alla riunione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome in cui è stata decisa la ripartizione per i fondi statali destinati alle singole regioni per la scurezza nelle scuole e per la cura e l´assistenza dei malati di Sla. In particolare, al Molise sono stati assegnati 6 milioni di euro per la realizzazione di 49 interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza in vari edifici scolastici. Mentre per la ricerca e l´assistenza domiciliare ai malati molisani di Sla sono stati assegnati 650 mila euro. La stessa Conferenza delle Regioni ha anche deciso, insieme alle Conferenza delle Assemblee regionali, di assumere una iniziativa che porti entro il termine massimo di sei mesi all´abrogazione dell´istituto del vitalizio a partire dal prossimo rinnovo delle Assemblee e dei Consigli regionali. Il Presidente Iorio ha espresso compiacimento per la ripartizione dei fondi per le scuole «che consentiranno - ha detto - di andare avanti con maggiore agevolezza nel progetto voluto dal Governo regionale e denominato "Scuole Sicure"». Per quanto riguarda poi fondi per la Sla, Iorio ha evidenziato la positività di questo finanziamento «che permetterà - ha sottolineato - di sostenere meglio le iniziative che il Sistema sanitario regione sta già attuando per questi malati». Per quanto concerne, infine, l´eliminazione dei vitalizi, il Presidente Iorio si è detto particolarmente soddisfatto della decisione delle due Conferenze, dei Governi e delle Assemblee regionali, «che hanno così espresso un indirizzo forte e deciso alle singole regioni perché diano, a loro volta, un segnale ai cittadini eliminando un beneficio che in questo momento storico appare inopportuno e contraddittorio rispetto alle necessità di ridurre le spese e fare dei sacrifici come Sistema Paese».  
   
   
TRENTO: VIA LIBERA DELLA GIUNTA ALLA MANOVRA FINANZIARIA 2012  
 
 Trento, 3 novembre 2011 - Approvata il 28 ottobre dalla Giunta provinciale la manovra finanziaria 2012. La manovra, che ora passa in Consiglio provinciale, prevede risorse in bilancio per complessivi 4.637,0 milioni di euro nel 2012. Le "parole d´ordine" sono crescita, innovazione, coesione sociale, sobrietà. Una particolare attenzione è rivolta ai giovani, con interventi articolati per contrastare la crisi occupazionale, garantire a tutti le migliori opportunità formative, favorire l´imprenditoria giovanile. Sul versante tributario si propone di confermare tutte le agevolazioni Irap già in essere e di introdurre inoltre ulteriori agevolazioni cumulabili con le precedenti, per le nuove imprese e per quelle che reinvestono sul territorio. La manovra prevede fra le altre cose tutta una serie di azioni per l´occupazione e la valorizzazione del capitale umano, dei giovani in particolare. Le priorità in questo campo sono l´occupazione giovanile, il rafforzamento dell´apprendistato, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro per gli "atipici" e i giovani genitori, la promozione dell´occupazione femminile e dell´imprenditoria giovanile. La manovra delinea dunque un vero e proprio "patto sociale per i giovani", coinvolgendo tutte le parti sociali ed economiche. Fra le altre nuove misure previste, innanzitutto la riorganizzazione del settore pubblico provinciale, che comporterà l’accorpamento delle strutture in aree omogenee e la creazione di centri di servizio unitari per i diversi livelli di governo, da organizzare in una logica di rete, ma anche misure di semplificazione burocratico-procedurale e di contenimento delle spese (da quelle discrezionali a quelle di locazione degli immobili). Altre misure contenute nella manovra riguardano il coinvolgimento di finanziamenti privati per la realizzazione di opere pubbliche strategiche (come il nuovo ospedale o impianti per lo smaltimento dei rifiuti), l´istituzione di fondi per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica della prima casa, l´innalzamento dell´età per l´accesso al "Progettone" (le donne da 46 a 49 anni, gli uomini da 51 a 53). Per quanto riguarda invece le entrate, ed in particolare le aliquote Irap, si confermano innanzitutto tutte le agevolazioni già in essere: riduzione dello 0,46% per tutti i soggetti; riduzione di un ulteriore 0,46% ai soggetti che versano i contributi per la cassa integrazione guadagni; rimodulazione dell’agevolazione per i soggetti che versano contributi agli Enti bilaterali, prevedendo, in luogo della detrazione, una riduzione d’aliquota dello 0,23%; proroga dell’aliquota agevolata del settore agricolo - 0,90% - stabilita attualmente sino al 2011; conferma delle esenzioni per le Onlus e Apsp. A ciò si aggiungono i seguenti interventi di carattere innovativo: una ulteriore riduzione dell’1% per i soggetti che accrescono i mezzi propri dell’azienda attraverso il reinvestimento degli utili per un importo almeno pari ad una percentuale predefinita della base imponibile Irap (7%, con possibilità di integrazione con altri versamenti qualora gli utili non siano sufficienti), con il vincolo triennale di non ridurre il capitale netto; una riduzione di aliquota dello 0,46% alle imprese che erogano finanziamenti alle Apt di ambito in una percentuale non inferiore all’1% della base imponibile Irap e comunque entro un limite minimo in valore assoluto stabilito dalla Giunta provinciale, superando così le problematiche relative all’attivazione del tributo sul turismo; una forte riduzione (2% per i primi 5 anni) per le nuove attività produttive intraprese dal 2012 nel territorio provinciale in modo da incentivare nuovi insediamenti produttivi in Trentino.  
   
   
FEDERALISMO FISCALE: CONVEGNO A PALERMO 4 E 5 NOVEMBRE  
 
Palermo, 3 novembre 2011 - Quali sono i costi del federalismo fiscale? Se ne avvantaggera´ piu´ il nord o il sud? E, ancora, la Sicilia ha da temere da questa riforma? Questi ed altri interrogativi altrettanto urgenti saranno affrontati a Palermo in un convegno organizzato dall´assessorato regionale per l´Economia che si svolgera´ venerdi´ 4 e sabato 5 novembre a Palazzo Comitini, luogo altamente simbolico, perche´ il 23 dicembre del 1945 la Consulta regionale siciliana vi approvo´ il testo di quello che poi divenne il nostro Statuto autonomistico. Il tema sara´: "Federalismo fiscale e perequazione: l´autonomia della responsabilita´". Si comincera´ alle 16,30 di venerdi´ con l´introduzione del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e del presidente della Conferenza episcopale siciliana, cardinale Paolo Romeo, che parleranno de "Gli orizzonti istituzionali e sociali del federalismo fiscale". A seguire, la prima tavola rotonda: "L´autonomia regionale tra attuazione del federalismo e dinamiche di sussidiarieta´". Moderera´ Salvatore Raimondi, dell´Universita´ di Palermo. Vi prenderanno parte Enrico La Loggia, presidente della Commissione bicamerale per il Federalismo fiscale, Giovanni Pitruzzella, componente della Commissione paritetica Stato/regione siciliana, Lorenza Violini, della Statale di Milano, Giuseppe Verde, dell´Ateneo palermitano, e Salvatore Taormina, dirigente generale del dipartimento Finanza e credito. Sabato si riprendera´ alle 9,30 con una seconda tavola rotonda su: "Perequazione, costi standard: obiettivi di responsabilita´ e di sviluppo". Sara´ moderata da Salvatore Carrubba, direttore editoriale de Il Sud. Vedra´ la presenza di Luca Antonini, presidente della Commissione per l´attuazione del Federalismo fiscale, Giorgio La Spisa, vice presidente della Regione Sardegna, Adriano Giannola, presidente della Svimez, Daniele Franco, capo ufficio studi della Banca d´Italia. La mattinata sara´ conclusa da un´altra tavola rotonda su: "Federalismo e coesione sociale", moderata da Giovanni Pepi, condirettore del Giornale di Sicilia. Parteciperanno Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl siciliana, Andrea Piraino, assessore regionale per la Famiglia, le Politiche sociali ed il Lavoro, Giacomo Scala, presidente dell´Anci, Pietro Busetta, dell´ Universita´ di Palermo. Le conclusioni saranno affidate all´assessore regionale per l´Economia,gaetano Armao.  
   
   
ORDINAMENTO AMMINISTRATIVO, CAMPANIA: PARTE IL NUOVO MODELLO DI REGIONE – AZIENDA  
 
Napoli, 3 novembre 2011 - “Con la definitiva approvazione da parte della Giunta dell’ordinamento amministrativo, si chiude una fase ventennale e se ne apre una nuova, fatta di un modello diverso, in piena intesa con le forze sociali. Dalla prossima settimana cambia il funzionamento della macchina, e avviamo finalmente la cosiddetta Regione – Azienda.” Così l’assessore alle Risorse umane Pasquale Sommese commenta il sì della Giunta al Regolamento. “Da oggi gli obiettivi diventano efficienza, superamento della burocrazia, snellezza nelle procedure, tempestività nelle risposte ai cittadini, valorizzazione della meritocrazia. “Sono questi – sottolinea il 29 ottobre Sommese - gli ambiti entro i quali le strutture sono chiamate a muoversi. Le abbiamo ridotte del 50%, ottenendo un notevole risparmio in termini di costi e definendo un sistema che vedrà da ora in poi il personale della Giunta impegnato nella attività di pianificazione, programmazione e controllo. La gestione passa alle autonomie locali, e il decentramento di parte delle funzioni, in via di completamento, privilegerà proprio questo aspetto. “La rivoluzione attuata è la giusta risposta organizzativa per affrontare le sfide del federalismo e le grandi difficoltà economiche in cui versa il Paese. Faremo i conti nei prossimi anni con una progressiva riduzione dei trasferimenti statali, con sempre minori risorse a disposizione, e dobbiamo avere la capacità tutti, istituzioni, dirigenti, personale, di far crescere la qualità dei servizi ai cittadini spendendo di meno. “Premieremo le risorse umane interne che con impegno e dedizione accompagneranno questo processo”, conclude Sommese.  
   
   
FISCO IN SICILIA: LOMBARDO A AGENZIA ENTRATE,MITIGARE MISURE CAUTELARI FISCALI  
 
Palermo, 3 novembre 2011 - Stop alle iscrizioni ipotecarie per debiti al di sotto della soglia di 8.000 euro e procedure piu´ semplici per la rateizzazione di quanto dovuto. E´ quanto chiede il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, in una lettera inviata alla Direzione regionale della Sicilia dell´Agenzia delle Entrate. La lettera del Presidente della Regione prende le mosse da una serie di allarmi lanciati dalle associazioni dei consumatori e imprenditoriali sostenute, in questa vertenza, dalle Chiese Locali della Sicilia sud-orientale che operano per la ricerca del bene comune. Lo scorso 3 agosto Lombardo aveva inviato analoga missiva alla Societa´ Riscossione Sicilia S.p.a. E alla Serit-sicilia Spa che, a loro volta avevano interessato l´Agenzia delle Entrate per ottenere il parere preventivo anche dall´Amministrazione finanziaria dello Stato. Ora la Regione sollecita l´intervento dell´Agenzia delle Entrate a favore di questo auspicato allentamento della morsa fiscale. "Si richiede cortesemente - conclude il Presidente della Regione - di intervenire per mitigare le crescenti difficolta´ finanziarie in cui versa l´attuale tessuto socio-economico isolano attenuando le misure cautelari ed alleggerendo gli indicatori e i coefficienti di calcolo per consentire un piu´ agevole accesso alle dilazioni di pagamento".  
   
   
FVG: TONDO, FINANZIARIA EQUILIBRATA, FRUTTO DI SCELTE CONDIVISE  
 
Trieste, 3 novembre 2011 - La prossima sarà una "legge finanziaria di rilancio, che consentirà di gestire con grande equilibrio le risorse a disposizione, destinandole ai vari settori di competenza della Regione". Un risultato il cui merito, secondo il presidente Renzo Tondo, è da ascrivere "all´intera Giunta regionale, che in questa fase di grandi difficoltà ha saputo operare con impegno". Da qui la soddisfazione del presidente delle Regione per il lavoro svolto da tutti gli assessori, che, dimostrando "compattezza politica e forte condivisione nelle scelte da attuare", hanno permesso di modellare una legge finanziaria ed un bilancio 2012 che, in una logica di sostenibilità complessiva, riusciranno a mantenere inalterati i servizi offerti a favore delle imprese e dei cittadini del Friuli Venezia Giulia.  
   
   
FVG: TONDO, RISORSE AD IMPRESE PER UNA FINANZIARIA DI RILANCIO  
 
Udine, 3 novembre 2011 - "Il Friuli Venezia Giulia è stata la prima Regione d´Italia che ha abbattuto il debito, oggi saremo anche la prima Amministrazione a ridurre le tasse alle imprese abbassando l´Irap di un buon 25 per cento e lasciando quindi all´intero settore delle attività produttive 95 milioni di risorse". Il presidente della Regione, Renzo Tondo, annuncia così le decisioni e le scelte che sono state approvate irti in una seduta di Giunta straordinaria a Udine e che preparano ad una prossima "finanziaria di rilancio". Dopo aver ridotto il debito, erogato ammortizzatori sociali e messo in movimento le infrastrutture per liberare risorse, la manovra finanziaria di quest´anno si appresta infatti a puntare sul volano delle imprese, investendo il risparmio sulla riduzione della pressione fiscale (meno 25 per cento dell´Irap, l´imposta regionale sulle attività produttive che verrà scontata di un punto, dal 3,9 al 2,9 per cento). "Una scelta che risponde a coerenza politica - ha affermato Tondo - e che mantiene virtuosa questa regione". Presi a parametro i dati 2009, i 95 milioni andranno a beneficio di 88 mila imprese del Friuli Venezia Giulia: lo sconto potenziale maggiore (26,7 per cento sul totale) sarà a favore delle attività manufatturiere (circa 25 milioni), a seguire il comparto assicurativo e finanziario (17,40 per cento con 16 milioni di sconto potenziale). "Il decreto Tremonti imponeva comunque un limite di spesa così abbiamo deciso di lasciare le risorse a chi produce ricchezza e non a chi le consuma", ha spiegato il presidente. I parametri dell´Unione Europea del patto di stabilità recepiti dal decreto Tremonti dello scorso anno impongono di fatto un limite di spesa alle Regioni. L´anno scorso la contrazione della spesa, indipendentemente dalle entrate, era stata stimata per il Friuli Venezia Giulia in 77 milioni di euro. "Quest´anno si imponeva comunque una rimodulazione delle spese di altrettanti 77 milioni e così virtuosamente abbiamo deciso - ha spiegato nei dettagli l´assessore regionale alle Finanze, Sandra Savino - di utilizzare questa riduzione obbligatoria per andare ad abbattere il 25 per cento di Irap". In buona sostanza, ha spiegato Savino, l´effettivo costo della manovra Irap sarà per il bilancio della Regione di soli 8 milioni di euro. Per quanto riguarda i diversi settori di intervento sono in atto rimodulazioni che però non comporteranno una diminuzione di servizi a cittadini e imprese.  
   
   
PRESIDENTE CAPPELLACCI, DALLA MARMILLA PROGETTO PILOTA NUOVO MODELLO SVILUPPO SARDO  
 
Villanovaforru, 3 novembre 2011 - La capacità di fare sistema è alla base della scelta condivisa fra la Regione e comuni di avviare il progetto Marmilla, finanziato per 15 milioni, con un primo stanziamento già operativo di 1 milione di euro per la creazione di un agenzia per lo sviluppo del territorio, governata dagli stessi amministratori. L´ha sostenuto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, a Villanovaforru, dove ha incontrato i sindaci dell´Unione dei Comuni a conclusione della visita istituzionale in Marmilla. Durante il confronto gli amministratori hanno illustrato non solo i temi prioritari, ma anche le prospettive di sviluppo per il territorio. Il presidente Cappellacci, raccogliendo gli spunti, le idee e i progetti degli amministratori ha sottolineato il valore dell´azione sinergica e della capacità di fare sistema dimostrata dai rappresentati del territorio. Cappellacci si e´ altresì soffermato sulla importanza del ruolo piccoli comuni e del loro contributo al presidio dei valori più profondi della cultura e dell´identità della Sardegna. In riferimento ai contenuti del progetto Marmilla, che la Regione considera progetto pilota del nuovo modello di sviluppo, sono stati individuati tre assi fondamentali: rilancio del sistema agropastorale, valorizzazione ambientale ed e ergetica e rafforzamento infrastrutturale. Riguardo a quest´ultimo aspetto il presidente ha annunciato gli importanti finanziamenti destinati alla Marmilla per gli schemi idrici, ottenuti grazie allo sblocco dei fondi Fas 2007/2013 per un importo di 97 milioni di euro, che si aggiungono ai 36,16 già disponibili e che assicureranno l´approvvigionamento idrico a tutti i Comuni della Marmilla. "Questi investimenti - ha concluso il presidente - risultano funzionali a un rilancio qualitativo del sistema agricolo". Il presidente della Regione, raccogliendo l´appello del sindaco di Gesturi e di quello di Lunamatrona, ha assicurato l´intervento della Giunta per la salvaguardia del sito e dei cavallini della Giara di Gesturi e per la creazione di un centro per la medicina dello sport a Lunamatrona.  
   
   
TUILI, PRESIDENTE CAPPELLACCI: "ENTRO NOVEMBRE LA GRADUATORIA PER I FINANZIAMENTI AI COMUNI PER LE INFRASTRUTTURE"  
 
 Cagliari, 3 novembre 2011 - "La commissione sta per ultimare l´istruttoria delle istanze provenienti dai comuni della Sardegna per i finanziamenti per le infrastrutture funzionali alle attività produttive immediatamente cantierabili. Con la precedente Finanziaria, infatti, abbiamo stanziato complessivamente 100 milioni di euro. Entro fine Novembre sarà pubblicata la graduatoria e saranno date risposte alle aspettative dei vari territori". Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, al termine dell´incontro istituzionale stamane al Comune di Tuili con il sindaco Antonino Zedda. "Auspichiamo di poter dare al paese, candidato a beneficiare di tali finanziamenti, le risposte che merita affinché grazie alle risorse regionali - ha concluso Cappellacci - possa creare sviluppo, impresa e nuova occupazione". Presidente Cappellacci a Barumini: "Fattore coesione per tradurre programmi in azione politica" Inizia da Barumini la visita istituzionale in Marmilla del presidente della Regione, Ugo Cappellacci. Il governatore, prima di visitare gli importanti siti archeologici e culturali della zona, si è recato in Comune per un incontro istituzionale con il sindaco Emanuele Lilliu. Al centro del colloquio un approfondimento sui contenuti del progetto di sviluppo locale per la Marmilla, approvato dalla Giunta lo scorso giugno e riguardante un programma pluriennale da 15 milioni di euro. "Il metodo adottato, quello del dialogo costante con il territorio - ha commentato il presidente Cappellacci - ci ha consentito di dare luogo a importanti provvedimenti strategici. L´interazione tra Regione ed enti locali, e quella di tali soggetti tra loro, alimenta quel fattore coesione, fondamentale affinché i programmi, le idee e le aspirazioni possano realizzarsi in concreto".  
   
   
REGIONE ABRUZZO: LEGGI IMPUGNATE SI CERCANO ALTERNATIVE  
 
Pescara, 3 novembre 2011 - Sulle norme impugnate dal Consiglio dei Ministri la Giunta regionale verificherà la possibilità di soluzioni di finanziamento alternative, comunque, nei limiti delle risorse finanziarie effettivamente disponibili. La rassicurazione è arrivata dall´assessore al Bilancio, Carlo Masci, il quale ha pure evidenziato che le "norme impugnate non fanno parte del testo originario licenziato dalla Giunta regionale. E´ ovvio che - ha spiegato l´Assessore - le esigenze manifestate dal Consiglio regionale, in sede di discussione della legge finanziaria proposta dalla Giunta, su problemi di indiscutibile rilievo, si parla di economia, di sanità, di aeroporto diventano obiettivi verso i quali è opportuno avere la giusta attenzione, facendo però i conti con la difficoltà finanziaria del momento". L´assessore Masci ha ricordato che il criterio del rigore e della certezza nella copertura finanziaria "sono capisaldi per la corretta gestione delle risorse finanziarie? . Il nostro obiettivo rimane fermo sul risanamento del bilancio regionale e sul contenimento della spesa. Questo obiettivo è conseguito anche attraverso l´osservanza di un metodo di costruzione tecnica delle norme che garantisca alla norma stessa un percorso coerente e corretto fino al completamento del suo iter".  
   
   
PUNTARE SUI DIRITTI DELLE GENERAZIONI FUTURE PER SALVAGUARDARE IL PATRIMONIO ITALIANO  
 
Trento, 3 novembre 2011 - Già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, del Getty Research Istitute di Los Angeles e presidente della Commissione che ha elaborato il Codice dei Beni Culturali italiani, Salvatore Settis è stato protagonista, il 26 ottobre, davanti ad un folto pubblico nella sala della Fondazione Bruno Kessler, a Trento. Una lezione magistrale che rende ulteriore onore allo studioso che della ricerca scientifica (archeologica e di storia dell´arte) ha fatto non solo una professione di altissimo livello, ma anche la base per condurre una battaglia civile di grande rilevanza. Se vogliamo davvero tutelare il nostro patrimonio culturale è necessario, ha detto, "disegnare un orizzonte sociale che vada al di là dei viventi", puntare sul "diritto di una comunità di vita in favore delle generazioni future". "E´ necessario tornare all´idea che il bene comune ha un interesse superiore ad ogni altro interesse, tornare con convinzione al principio della pubblica utilità del patrimonio culturale". Prima della lezione magistrale, Settis, ha incontrato rappresentanti delle istituzioni pubbliche, degli Ordini professionali che lavorano in ambito di pianificazione, di educazione e formazione. L´incontro è stato voluto dall´assessore all´Urbanistica Mauro Gilmozzi perchè "la grande sfida che il Trentino sta cercando di cogliere nella sua Autonomia (anche normativa) è capire se possa esserci una chiave di lettura unitaria per chi governa e per chi pianifica affinché si possa puntare alla qualità. Anche con l´aiuto di Settis vorremmo gestire al meglio questa fase delicata del nostro sviluppo". All´incontro era presente anche il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta. Fra il pubblico della lezione magistrale il vescovo di Trento, Luigi Bressan e Davide Bassi, rettore dell´Università degli Studi. E´ durato un´ora e mezza l´incontro fra Settis e un gruppo di rappresentanti istituzionali e delle libere professioni organizzato da "step", la scuola di governo del territorio e del paesaggio nell´ambito dell´attività di formazione che la scuola sta portando avanti nel campo della cultura del paesaggio. Il confronto, moderato dal presidente del comitato scientifico di step Ugo Morelli, ha utilizzato la formula domanda-risposta. Ne è uscito una riflessione particolarmente stimolante che ha messo in evidenza come "Il paesaggio etico richiede l’impegno di tutti e in particolare quello dei professionisti della pianificazione. L´italia è stato un Paese che ha insegnato la dimensione umana al mondo, ma dopo la seconda guerra mondiale abbiamo fatto prevalere un’architettura ripetitiva che non ha a che fare con la qualità" Settis ha sottolineato come "Sia stata distrutta la nostra memoria e questo è molto grave perchè io credo che il paesaggio stia alla collettività come la memoria dell’infanzia sta alla vita dell’individuo. Gli aspetti etici sono tanti e riguardano tutti i cittadini, le imprese, le istituzioni. Vorrei citare un aspetto di natura deontologica, un contrasto fra due direzioni: sviluppo demografico italiano bassissimo e enorme consumo di risorse (stiamo costruendo appartamenti di 34 vani). E´ necessaria una limitazione a questa idea di sviluppo infiinito a quest´idea perversa che l’edilizia sia un motore primario dell’economia: se questo fosse vero, come mai questo Paese va così male"? Oltre all´assessore Mauro Gilmozzi e al sindaco Alessandro Andreatta erano presenti, fra gli altri, Paola Matonti, Giulio Andreolli, Chiara Bertoli (Comitato scientifico step), Vittorio Armani (presidente dell’Ordine degli Ingegneri) Piergiorgio Mattei (dirigente Servizio Urbanistica e Tutela del Paesaggio), Romano Masè (dirigente generale Dipartimento risorse Forestali e montane), Elisabetta De Gerloni (Dipartimento Istuzione Pat), Giorgio Pasolli (direttore di ´Formazione Lavoro´) Davide Moser (Associazione Albergatori Provincia di Trento), Alessandro Franceschini (ordine degli architetti), Claudio Maurina (presidente Ordine degli Agronomi), Graziano Tamanini (presidente Ordine dei geometri). Settis ha concluso l´incontro con i rappresentanti delle istituzioni e degli ordini professionali sottolineando che nel rapporto fra paesaggio e ambiente "occorre costruire un concetto di paesaggio che tenga conto della dimensione che di solito chiamiamo ambiente e territorio, perchè sono tre concezioni diverse dello stesso spazio: E´ necessario ricompattarle assieme. Paesaggio è una nozione giuridica insufficiente: vanno comprese anche le altre due". Una riflessione importante è stato fatta dallo studioso anche in ambito educativo: "La scuola dovrebbe essere ´il luogo´ dove si lavora sul paesaggio perchè il concetto di paesaggio è molto trasversale (ha a che fare con la storia, con la geografia, con la storia dell’arte...). Per ora non si lavora abbastanza anche se ci sono molti insegnanti che lavorano con grande passione su questo tema". Nella lezione magistrale, introdotta dal presidente della Fondazione Alcide De Gasperi Giuseppe Tognon e da Ugo Morelli, Salvatore Settis ha esordito dicendo che "è un grande privilegio parlare a Trento, nel Trentino in una zona così bella della nostra Italia (un pezzo del nostro Paese). Ma il Trentino è molto diverso, per esempio dalla Sicilia, eppure la tutela del Paesaggio dovrebbe essere tutta uguale secondo la Costituzione. Secondo il rapporto Eurispes del 2006 l’Italia possiede tra il 60 e il 70 per cento dei Beni Culturali, secondo il presidente del Consiglio o altri amministrativi (sindaci di vari Comuni) i dati sono molto diversi: ognuno cita arbitrariamente dati differenti, c´è una irresponsabilità grave di chi ricopre incarichi pubblici" Settis ha evidenziato che i Beni culturali italiani non eccellono in qualità. Il patrimonio è diffuso in modo capillare in tutta Italia. "C’è ´un modello Italia´ nel valore della conservazione e si è formato molto prima dell’Unità d’Italia. L´italia è la prima nazione al mondo che ha messo in Costituzione la tutela del patrimonio". La capillarità e l´aver pensato di tutelare i beni culturali inserendo un articolo dedicato nella Carta Costituzionale connotano il nostro Paese. Nel Xx° secolo le norme si sono diffuse, dopo la seconda guerra mondiale tutti i Paesi si sono dati dei modelli di tutela basandosi su quello italiano. La Restaurazione francese è l’origine della nostra tradizione di tutela. Fu molto importante, a questo proposito, l’evento drammatico della spogliazione delle opere d´arte nei musei da parte dell’esercito francese. "Ma perché i francesi lo facevano? - mette in evidenza Salvatore Settis - Perchè avevano letto Wilckelmann (archeologo e storico dell´arte, tedesco 1717-1768, autore di un contributo importante nella storia dell´estetica ndr) e sapevano che l’altezza della arte greca può nascere solo in ragione della libertà. L´ Italia visse la spogliazione in maniera molto drammatica e maturò la consapevolezza che le opere d´arte senza il loro contesto non valgono niente: ´un Raffaelo senza contesto non dice nulla, non serve a niente´." Fra Francia e Italia, in questa situazione nasce una nuova idea di patrimonio e di tutela. La tutela del patrimonio culturale ha origine nell´Italia pre-unitaria. Prendiamo un periodo tra il 1725 e il 1755: a Firenze nel 1737 l’ultimo dei Medici non aveva voglia e possibilità di avere figli e allora fondarono una società, auto-tassandosi, per pubblicare una sorta di catalogo delle collezioni Medici. Quando poi la Toscana fu affidata alla Lorena il Cardinal Neri-corsini fece un trattato per salvare il patrimonio Medici e lasciarlo nel suo originale contesto. A Roma durante il periodo di Clemente Xii, fu vietata l’esportazione delle opere d´arte (ci fu un caso particolarmente significativo a questo proposito promosso dal Cardinal Albani) obbligando il Cardinale Albani a vendere le collezioni al Papato, anziché esportarle. E chi era il Papa Clemente Xii? Un parente del Cardinal Neri-corsini. "Conservare nel contesto le collezioni è un concetto molto importante che ha queste origine, riflette la cultura civile e giuridica del luogo. Perché gli Stati italiani si copiavano l’uno l’altro per la tutela? Un´ emulazione importante che fa riferimento a norme precedenti, molto prima: siamo nella Roma di Martino V (inizio Quattrocento, poco dopo il ritorno dei Papi da Avignone a Roma)". "Da Venezia a Lucca, da Parma a Roma, da Firenze a Napoli - continua Settis - si segue la stessa direzione nella corsa a tutelare le opere d’arte. Perché tanto accordo? C´era in quell´epoca una straordinaria cultura della cittadinanza che si venne a creare nell’Italia comunale. Parlare della bellezza della città voleva dire parlare di buon governo". Settis fa poi un esempio riferito alla Roma del 1162, quando una deliberazione che parla di "onore pubblico per la Colonna Traiana che si conservi nel tempo" condanna a morte chi la sfregia. Questo però ha avuto un valore enorme perchè la Colonna di Marco Aurelio a Roma è rimasta, mentre a a Costantinopoli (dove c´erano Colonne simili a quelle romane d´Occidente) sono state distrutte perché, è mancata la tutela. "La concordia fra vari Stati - prosegue Settis - implica un linguaggio comune. Il linguaggio comune della tutela aveva un´identica radice perché si basava sull´idea che il bene comune ha un interesse superiore ad ogni altro interesse, compreso il profitto. Bonum comune pubblica utilitas. Il principio della pubblica utilità del patrimonio culturale era parte del tessuto pre-unitario italiano (a parte il Regno di Sardegna, cioè lo Stato guida del processo unitario) Il contrasto fra cultura di Torino, Roma, Firenze e Napoli determinò un grande scontro sulla proprietà privata e si arrivò nel 1909 alla legge che stabiliva la preminenza del bene pubblico sulla proprietà privata. La legge conteneva anche un articolo con la tutela del paesaggio che però non passò: la Camera lo votò ma non il Senato" Settis continua illustrando importanti esperienze degli Stati Uniti d´America che non hanno nella loro Costituzione alcuna parola sul paesaggio. "Ci sono normative di tutela sporadiche e organizzazioni e associazioni sempre più agguerrite. Non c’è il tessuto che caratterizza la storia italiana, ma negli Stati Uniti quando si cominciò a costruire, si puntò molto sul paesaggio". "Il paesaggio - sottolinea Settis facendo riferimento a John Ruskin - riflette, anzi determina, l’ordine morale, il paesaggio è il volto amato della Patria. Il paesaggio degli States è naturale, quello italiano è molto antropizzato". Settis porta l´esempio del liberale Benedetto Croce che fu Ministro per un anno e un mese e fece molto nell’ambito della tutela. Fra le altre cose, scrisse una relazione per il Senato dicendo che il paesaggio altro non è che la rappresentazione materiale e visibile della Patria. Le misure di tutela limitano la libertà della proprietà privata ma lo fanno per fini comuni. "Nel 1939 l´erudito Bottai (Ministro dell´Educazione) avvia una riforma organica sul paesaggio e sul patrimonio artistico e fra i suoi collaboratori c´erano Giulio Carlo Argan, Roberto Longhi e altri. Ci sono due legge approvate nel giugno del 1939 e sono leggi dell´epoca fascista: come mai vengono contemplata nella Costituzione, nell´art. 9? "Perché, lo dice lo stesso Cassese, sono leggi di tutela al di sopra di ogni partito. L´art. 9 della Costituzione nasce dalla prima Sottocommissione Costituente e fra i diciotto membri c´erano anche Giuseppe Dossetti, Giorgio la Pira e Aldo Moro (democristiani), Palmiro Togliatti, Nilde Iotti e Concetto Marchesi (comunisti) e Lelio Basso (socialista). "L´ idea etica e politica del bene comune - dice ancora Settis - è la sintesi, il culmine di un processo secolare. L’idea della tutela dopo la Rivoluzione francese è del tutto diversa da quello della Restaurazione. Hegel nel 1821 dice che ´i monumenti sono proprietà nazionali finchè sono abitati dalla memoria e dall’onore´. I due poli convergenti di memoria e di onore sono necessariamente incarnati dallo Stato. Una carica etica importantissima. La Costituzione italiana fa un’operazione del tutto inedita, mette al centro il patrimonio fra i valori dello Stato: un precedente c’era nella Repubblica di Weimer, nella sua Costituzione, in una formulazione meno felice della nostra. Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti - continua Settis - diffusero fra i Costituenti un opuscolo con stampate tutte le Costituzioni dei Paesi che ne erano dotati. Perchè un tempo chi ricopriva incarichi pubblici, studiava, si informava, se non altro, leggeva. Fin qui storia gloriosa in un crescendo in cui l’Italia Costruisce, collabora etc. Etc. Ma tutto questo ahimè non funziona più, il sistema di leggi non funziona. Ogni anno si costruiscono 250 milioni di metri cubi di nuove case (spesso selvaggiamente). Non ci sono dati sull’invenduto dell’edilizia (a Roma in 5 anni sono stati costruiti 100.000 appartamenti e la giunta Alemanno ha programmato nuovi piani di edilizia abitativa). I dati sull’invenduto sarebbe un fattore molto importante per frenare questa corsa all´edilizia sfrenata. Siamo il Paese più franoso d’Europa ma non c’è prevenzione, un regime delle acque tutto da controllare, e ancora si parla di avviare grandi opere pubbliche (come il Ponte sullo Stretto). Le leggi di tutela restano in vigore però - prosegue Settis - ogni tanto si fa un condono, una sanatoria, chi vuole costruire in deroga alle leggi sa che lo può fare. Crolla la Domus Aurea, crollano gli edifici di Pompei, perché? Perché nel 2008 fu tagliato 1 miliardo e 800 milioni di euro ai Beni Culturali con il totale silenzio dell’allora ministro Bondi. Non si sostituiscono più gli esperti (archeologi, storici dell´arte etc.) che vanno in pensione. Per tracciare il perimetro di questa crisi abbiamo bisogno di una cosa: le leggi ci sono ma sono in contraddizione una con l’altra e c’è un caos terminologico nella parole: paesaggio (se ne occupa lo Stato) territorio (se ne occupano le Regioni) e ambiente (è una competenza mista). Si vede il profondo divorzio fra il sistema delle leggi imposte dallo Stato e il senso comune. Ci vuole una ricomposizione normativa in cui le tre Italie possano diventare una sola". Salvatore Settis ha concluso con due constatazione: "una negativa, esempi di buona amministrazione ce ne sono ma, purtroppo, a livello nazionale i partiti ne fanno solo un proprio cavallo di battaglia. La buona notizia è che i cittadini si stanno svegliano: 15.000 associazioni nate negli ultimi anni che si stanno incontrando e conducono una battaglia civile, si rendono conto di essere parte di una nazione più grande. Chi sa guardare verso il passato può costruire il futuro. Il paesaggio deve diventare un ambito di nuova coscienza della comunità italiana. Sforzi isolati non bastano: deve esser centrato su tutto il Paese, le singole esperienze non sono sufficienti. Puntare sui diritti delle generazione future è molto importante per salvaguardare il patrimonio italiano. Occorre ripartire da questo per ricostruire un quadro legislativo e normative più efficace".  
   
   
NEL 2012 LA REGIONE FVG PUNTERÀ SULL´APPRENDISTATO  
 
Udine, 3 novembre 2011- In materia di lavoro la Regione dispone di strumenti e risorse capaci di produrre azioni di contrasto alla crisi e di rilancio occupazionale che saranno perseguite con energia e determinazione. Lo ha assicurato l´assessore al Lavoro Angela Brandi intervenendo il 28 ottobre in apertura della Tavola Rotonda "Il lavoro per il rilancio del Friuli", organizzata dalla Cisl di Udine. Nella prospettiva, probabile, che anche nel 2012 imprese e lavoratori si confrontino con la congiuntura economica negativa, l´assessore ha confermato che il Governo rifinanzierà i provvedimenti anti-crisi con l´incremento della dote del fondo occupazione per 1 miliardo di euro. "In questo modo - ha detto Brandi - le risorse messe a disposizione per gli ammortizzatori sociali, unite a quelle del Fondo sociale europeo, ci consentiranno di provvedere al rifinanziamento degli interventi messi in campo sinora e di implementare un sistema di accreditamento dei servizi per il lavoro che superi la tradizionale divisione pubblico e privato". L´assessore ha quindi ricordato che la Giunta regionale ha deciso l´abbattimento di un punto di Irap a tutte le imprese regionali. "Una riduzione che per noi - ha notato - ha un valore di oltre 80 milioni di euro". Lo sviluppo della cultura della sicurezza e della legalità, l´emersione del lavoro sommerso e, soprattutto una maggior dinamicità del mercato del lavoro da raggiungere investendo in formazione ed in un più serrato rapporto tra scuola e lavoro, sono i primi obiettivi che l´assessore Brandi intende mettere a segno nel 2012. "Puntiamo sul rilancio dell´apprendistato inteso come contratto a tempo indeterminato a carattere formativo e vogliamo diventi il contratto tipico con il quale i giovani entrano nel mondo del lavoro" ha rilevato, notando che "in questo senso la via obbligata è quella dell´investimento nella conoscenza e nelle competenze, con una disponibilità ad accettare mestieri richiesti dalle aziende che spesso non riescono a trovare professionalità adeguate". Un tema, quello della formazione mirata alle necessità del mercato del lavoro, sottolineato con analoga intensità anche dalla tavola rotonda coordinata dal giornalista Domenico Pecile ed a cui hanno partecipato tra gli altri il consigliere regionale Alessandro Colautti, l´assessore alla Formazione e Lavoro della Provincia di Udine Daniele Macorig ed il segretario regionale del Pd Deborah Serracchiani. Nel corso del dibattito, Colautti ha risposto alla generale opposizione all´idea di una eliminazione dell´Agenzia regionale del lavoro, dichiarando che se dell´Agenzia si è parlato, lo si è fatto in un´ottica di razionalizzazione delle strutture regionali; ben diverso è invece l´approccio nei confronti delle professionalità e delle competenze che la caratterizzano, che "non saranno tagliate", ha assicurato il consigliere.  
   
   
PROGRAMMA FAS VALLE D´AOSTA 2007/13 MESSE A DISPOSIZIONE LE RISORSE DEL FONDO AREE SOTTOUTILIZZATE  
 
 Aosta, 3 novembre 2011 - La Presidenza della Regione informa che il Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, ha provveduto con nota trasmessa, venerdì 28 ottobre, a mettere a disposizione della Regione le risorse statali del Fondo aree sottoutilizzate (Fas) – ridenominato Fondo per lo Sviluppo e la Coesione - relative al Programma attuativo regionale (Par Fas) Valle d’Aosta 2007/13, approvato dal Consiglio regionale il 13 novembre 2008. Le risorse oggi messe a disposizione ammontano a circa 35 milioni di euro a fronte di un valore complessivo del programma pari a circa 59 milioni di euro. Al ritardo nella disponibilità dei finanziamenti statali, la Regione ha comunque fatto fronte con proprie risorse finanziarie che hanno permesso di avviare già numerosi interventi tra cui la realizzazione del Polo universitario di Aosta, l’iniziativa Giroparchi che interessa il Parco nazionale del Gran Paradiso e il Parco naturale del Mont Avic e il progetto Telemedicina relativo ai servizi di trasmissione a banda larga per l’assistenza socio-sanitaria. La disponibilità delle risorse finanziarie statali permetterà ora di procedere ufficialmente alla fase di cooperazione istituzionale con i Ministeri competenti per l’avvio di tutti quegli interventi da attuarsi tramite Accordi di programma quadro. «E’ da quasi tre anni – evidenzia il Presidente della Regione Augusto Rollandin – che la Regione attende da parte del Ministero dello sviluppo economico la messa a disposizione delle risorse del Fas per poter dare piena attuazione al programma. Finalmente si sono create le condizioni politiche per sbloccare questi finanziamenti, e di ciò non possiamo che essere soddisfatti».  
   
   
FAMIGLIA: DALLA REGIONE FVG SOSTEGNO ALLE GESTANTI IN DIFFICOLTÀ  
 
Trieste, 3 novembre 2011 - E´ una coincidenza: quando nel mondo sta per nascere il "baby" numero "7 miliardi", in Friuli Venezia Giulia ci si preoccupa della vita nascente con una nuova linea di spesa e sostegno delle gestanti in difficoltà, per favorire la nascita stessa. Sono due le facce del mondo di oggi: nei Paesi in via di sviluppo il boom demografico non rallenta, con i conseguenti problemi di sopravvivenza dei nascituri; nel mondo occidentale, in Europa ma soprattutto in Italia, le nascite, da tempo, non riescono a sostituire i decessi, con un inesorabile invecchiamento della popolazione. Il Friuli Venezia Giulia, dal canto suo, con una deliberazione recente della Giunta regionale ha dato attuazione, con un primo stanziamento di 500 mila euro, alle linee d´intervento previste dall´articolo 8 della legge regionale 11 del 2006, per il sostegno economico alle gestanti in difficoltà. "Il legislatore regionale ha voluto schierarsi già a suo tempo in favore della vita, riconoscendo il valore sociale della maternità - sottolinea l´assessore regionale alla Famiglia Roberto Molinaro - prevedendo uno specifico intervento economico, per la durata della gravidanza e per i primi sei mesi di vita del bambino. L´intervento è effettuato dal servizio sociale del Comune di residenza mediante la predisposizione di un piano individualizzato, che può prevedere anche il diretto intervento delle associazioni che perseguono il sostegno alla maternità". La linea di spesa regionale prevede un´erogazione massima di 2.400 euro, con le modalità stabilite dal piano individualizzato predisposto dal servizio sociale competente per territorio, e potrà contare sulle risorse assegnate agli ambiti socio-assistenzali. "Le misure per favorire e sostenere le nascite in Friuli Venezia Giulia risalgono ancora alla metà degli anni ´80, con l´assegno di natalità per le donne prive di copertura previdenziale - precisa ancora l´assessore Molinaro - proseguite con gli assegni di natalità già in corso che sono destinati mediamente ad un nato su due. La nuova misura, invece, vuole ulteriormente intervenire in quelle situazioni di disagio sociale ed economico che, purtroppo, talvolta non consentono alle donne di portare a termine la gravidanza. Quanti operano sul campo, nei servizi sociali e nelle associazioni, ci hanno più volte segnalato che una parte delle interruzioni volontarie delle gravidanze è evitabile e noi vorremmo contribuire a questo con una prima applicazione sperimentale delle norme regionali dove, beninteso, l´aiuto economico è solo una parte del progetto individualizzato, che deve indicare tutti i previsti e specifici sostegni". La deliberazione della Giunta regionale oltre a fissare gli indirizzi per l´attuazione dell´intervento, compresa la verifica della documentazione prodotta per ottenere il beneficio, ha disposto anche l´assegnazione degli acconti ai soggetti gestori, che saranno successivamente compensati in relazione ai fabbisogni rilevati. Andamento Fvg Nascite-interruzioni volontarie gravidanza/Ivg 2006/2010 (Fonte: Min.salute e Istat - Elaborazione Area Welfare Ass 5 "Bassa Friulana")
2006 2007 2008 2009 2010 Tot. %Ivg´06/10
Nati 10.355 10.557 10.501 10.468 10.337 52.218
Ivg 1.964 2.180 2.093 2.077 1.970 10.284 19,69%
Tot. 12.319 12.737 12.594 12.545 12.307 62.502
 
   
   
ASILI NIDO: PER I SERVIZI DEDICATI ALL’INFANZIA LA REGIONE UMBRIA HA RAGGIUNTO RISULTATI IMPORTANTI  
 
Perugia, 3 novembre 2011 - "Attualmente il 33,2 per cento dei bambini umbri può trovare posto nei servizi a loro dedicati e, se a questa percentuale si aggiunge quella dei bimbi della stessa età che frequenta anticipatamente la scuola d´infanzia, la percentuale di copertura dei servizi per l´infanzia in Umbria è del 40 per cento, un dato questo ben più alto di quello fissato dagli obiettivi di Lisbona del 33 per cento". A sottolinearlo è la vicepresidente della Regione Umbria con delega all´Istruzione, Carla Casciari, in seguito alla pubblicazione della ricerca di Cittadinanzattiva sugli asili nido comunali, secondo la quale in Umbria il 30 per cento dei bimbi non riesce ad accedere al servizio. "Nell´ambito dei servizi per l´infanzia la Regione Umbria ha raggiunto risultati importanti sia sul fronte dei numeri con 8021 posti autorizzati per bambini da 0 a 36 mesi e 305 servizi, sia sotto l´aspetto della qualità - ha detto la vicepresidente - La Regione ha supportato finanziariamente il sistema attraverso l´erogazione di contributi ai soggetti gestori pubblici e privati fin dall´entrata in vigore della legge regionale ´30/2005´ sul sistema integrato dei servizi, scegliendo di sostenerne lo sviluppo in una prima fase e, successivamente, il loro mantenimento e consolidamento". La vicepresidente Casciari ha quindi precisato che "in questi anni sono nati servizi per l´infanzia privati in convenzione con i Comuni, anche di dimensioni demografiche ridotte, per garantire il servizio dove prima non c´era senza penalizzarne la qualità, comunque garantita attraverso una collaborazione continua con il Comune. Si tratta di esperienze che, in una rilevazione sui soli nidi comunali come quella presentata in questi giorni, non vengono prese in considerazione, ma che invece sono rilevanti per una regione come la nostra ed in un periodo di difficoltà economiche per le amministrazioni locali". "In Umbria però - precisa Casciari - non vogliamo parlare solo di numeri ma di qualità, che significa anche cura della formazione del personale. Dal 2007 infatti, sono stati attivati percorsi di aggiornamento per il personale dei servizi pubblici e privati con la collaborazione di agenzie formative accreditate e con l´Università". "Inoltre, la Regione ha scelto di attivare e finanziare il ´coordinamento di rete´, che promuovere il raccordo tra tutti i soggetti, istituzionali e non, che lavorano con e per l´infanzia all´interno del territorio per la creazione di ´ponti´ tra tutti gli attori coinvolti, a diverso titolo, nell´educazione dei piccoli cittadini". "Tutto ciò - ha detto concludendo - per rispondere alle esigenze delle famiglie anche nei momenti di difficoltà come quelli attuali. In proposito sono in corso, per il terzo anno consecutivo, le erogazioni dei contributi alle famiglie per l´abbattimento delle rette di accesso e frequenza al nido per le quali sono pervenute, come negli altri anni, oltre 2000 domande da tutta l´Umbria. Attualmente, è stato appena approvato il primo elenco dei beneficiari, con oltre 1800 famiglie umbre che hanno avuto accesso ai contributi regionali a copertura della retta di frequenza dei nidi comunali, privati e privati convenzionati".  
   
   
IN PIEMONTE CONFERMATE LE SEZIONI PRIMAVERA  
 
Torino, 3 novembre 2011 - Anche quest’anno sarà possibile in Piemonte mandare i bambini al nido a due anni, ovvero un anno prima di quanto dice la legge. Il bando, rivolto ai nidi comunali o convenzionati e alle scuole dell´infanzia statali o paritarie, scadrà il 7 novembre. Lo stanziamento complessivo è di oltre 1,4 milioni di euro, predisposti dall’assessorato all’Istruzione della Regione e dall’Ufficio scolastico regionale. Sono oltre 80 le scuole che lo scorso anno hanno usufruito di questi contributi. E’ stato anche rinnovato tra Regione e Usr l’accordo per sostenere gli studenti di fascia debole. I fondi, circa 5,7 milioni di euro, sono finalizzati in particolare al contrasto dell´abbandono scolastico, la lotta al disagio, il recupero dei pluriripetenti delle medie, gli inserimenti in corso d´anno di alunni in situazioni di disagio impreviste. “Le intese siglate con l’Ufficio scolastico regionale ci permettono anche per quest’anno di unire le forze - dichiarano Roberto Cota, presidente della Regione, e Alberto Cirio, assessore all’Istruzione - Con il bando per i nidi e le materne aiutiamo le famiglie incrementando l’offerta nei confronti di una fascia d’età che vede spesso liste d’attesa molto lunghe e permettendo, anche, di accedere alla materna già a partire dai due anni, invece che dai tre come previsto per legge. Queste risorse dell’assessorato all’Istruzione e quelle stanziate insieme all’assessore Porchietto per combattere l’abbandono scolastico e l’emarginazione degli studenti con situazioni personali o familiari complesse, i fondi per integrare il personale scolastico e soprattutto la difesa dei capitoli per l’istruzione, nonostante tutte le difficoltà del bilancio, confermano il grande impegno che la Regione ha messo in campo a sostegno della scuola piemontese ”.  
   
   
TRENTO: LE LINEE GUIDA PER L´AFFIDAMENTO DEI MINORI  
 
Trento, 2 novembre 2011 - Sono state approvate dalla Giunta provinciale nella seduta del 28 ottobre, su proposta dell´assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, le Linee guida per l´affidamento familiare. Le Linee rappresentano uno degli strumenti a disposizione degli operatori che si trovano a dover prendere decisioni delicatissime sul futuro dei minori. Questo pomeriggio alla presentazione, accanto al presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai e all´assessore Ugo Rossi, erano presenti gli assessori competenti per le politiche sociali delle Comunità di Valle, i responsabili dei servizi sociali delle Comunità e i referenti delle strutture residenziali di accoglienza dei minori, nonché l´assessore competente del Comune di Trento, Violetta Plotegher. L´occasione è servita per dettagliare la preziosa attività svolta dai moltissimi soggetti che operano in questo settore. Il presidente Dellai, nel rivolgersi agli operatori presenti, ha infatti voluto rivolgere loro un caldo ringraziamento per la delicata attività e il loro impegno quotidiano a fianco dei più piccoli. L´assessore Rossi ha invece commentato: "Oggi possiamo parlare di un modello trentino per l´affidamento familiare che tiene conto della complessità e della delicatezza di tutti gli aspetti che il progetto attiva, attraverso il lavoro integrato e la cura di tutti i soggetti coinvolti". In apertura il presidente Lorenzo Dellai ha voluto confermare la piena fiducia dell´amministrazione provinciale verso la rete dei servizi pubblici e le persone che vi operano: "Non lasciatevi turbare dalle difficoltà e dalle polemiche, spesso immotivate o sopra le righe. Quello che poi rimarrà sarà il valore del servizio reso, saranno i risultati concreti e l´impegno che quotidianamente mettete in questo delicato settore, il numero dei minori che attraverso la vostra attività riesce a superare i momenti di difficoltà. Da parte mia non posso che riconfermare la fiducia che la Giunta provinciale ha su tutto il sistema che si occupa dei minori - ha poi continuato il presidente - e l´impegno convinto e non episodico della Provincia autonoma di Trento su questo fronte: per noi questo rappresenta una parte di una politica più generale, che deve rivolgere la propria attenzione alla comunità, alle singole persone. C´è un dovere collettivo che ci unisce tutti, la coesione della società. Siamo in un periodo di grandi trasformazioni, di grandi cambiamenti, viviamo in una realtà dissociata e la pubblica amministrazione ha il dovere politico di investire sulle persone e quindi anche sulla famiglia, sui soggetti in difficoltà, sui principi di coesione. Vi esorto - sono state le conclusioni del presidente nel rivolgersi agli operatori - a trasmettere un messaggio a tutta la comunità perché esiste una grande emergenza educativa e bisogna iniziare a rimettere ordine nella scala dei valori civili". Tornando sulle Linee guida, dall´assessore Ugo Rossi sono poi arrivate parole di ringraziamento per il lavoro quotidiano e l´esperienza messa a disposizione dei più deboli: "Le Linee guide vogliono essere uno strumento per tutti gli operatori del settore che aiuti ad attivare standard di comportamento, in un percorso delicato che è quello dell´affido familiare. Le Linee guida nascono dal basso, da una rete di operatori sociali e si affiancano a tutta un´altra serie di attività che portiamo avanti per la tutela dei minori. Complessivamente - ha poi ricordato Rossi - nel settore delle politiche rivolte ai minori (accoglienza in strutture residenziali e affidi familiari) investiamo come amministrazione provinciale 11 milioni di euro, e parlo non a caso di investimento e non di spesa, su quelli che in un certo momento della loro vita sono in difficoltà e che un domani diventeranno cittadini". Il dirigente del Servizio politiche sociali e abitative, Luca Comper, ha poi ripercorso le tipologie di servizi residenziali rivolte ai minori che operano in provincia di Trento, ovvero un centro per l´infanzia gestito direttamente dalla Provincia, mentre per la parte del privato sociale vi sono: un centro di pronta accoglienza, 14 case famiglia, 3 comunità di accoglienza madri con bambino, 27 gruppi appartamento e 16 domicili autonomi. Anna Berloffa, direttrice del Centro per l´Infanzia ha illustrato le caratteristiche di questo centro, aperto 24 ore su 24 e rivolto ai minori nella fascia 0-10 anni in situazioni di urgenza. Infine Manuela Tonolli, del Servizio politiche sociali, ha ripercorso le peculiarità delle Linee guida sull´affidamento familiare. Il benessere del minore e la sua crescita positiva dipendono da molteplici fattori: esso non rappresenta solo la somma degli sforzi individuali dei genitori e dei membri della famiglia, ma è anche la conseguenza degli sforzi coordinati alle risorse che la comunità mette a servizio dei bambini. Per poter crescere e svilupparsi adeguatamente, il bambino ha necessità di un ambiente familiare che possa dargli una base sicura, ed è preferibile che questo ambiente possa essere la propria famiglia. Ma oggi nella nostra società ci sono molte famiglie con bisogni e difficoltà differenziati, che non riescono da sole ad occuparsi dei propri figli in modo adeguato e ad offrire loro ciò di cui necessitano, il benessere psicologico-educativo-affettivo e di cura fisica. È in questo momento che le risorse che una comunità può mettere a disposizione dei bambini diventano importanti al fine di integrare quelle che la famiglia naturale non riesce a mettere in campo. A volte vi è necessità che un’altra famiglia accolga per un certo periodo il bambino o ragazzo a casa propria, fino a che i suoi genitori avranno superato le difficoltà che hanno originato la necessità dell’allontanamento da loro. Questo è l’affidamento familiare. Si tratta quindi di un intervento definito sulla base dei bisogni del minore e della sua famiglia, considerando anche la complessità delle problematiche dei genitori naturali e della disponibilità della famiglia affidataria. Nella provincia di Trento è attiva, da tempo presso il Servizio Politiche sociali e abitative - Ufficio Centro per l’Infanzia - un’équipe multidisciplinare per l’affidamento familiare (Emaf) che opera a livello centralizzato e che rappresenta il collegamento con il territorio, con le famiglie, con le Associazioni con i Servizi. Oltre alle attività relative alla promozione, conoscenza e valutazione, abbinamento, ecc. Questa équipe coordina gruppi di lavoro allargati tra i diversi servizi , con la finalità di trattare, a più livelli, il tema dell’affidamento familiare, per lo sviluppo di proficue collaborazioni tra soggetti diversi e per la creazione di buone prassi e linee guida. Le “Linee guida per l’affidamento familiare” sono il punto di arrivo di un percorso di approfondimento e confronto sull’affidamento familiare in Trentino avviato già da anni, con il coinvolgimento di molti soggetti, in particolare con il Servizio Sociale territoriale. Si tratta di un documento operativo frutto di un percorso di condivisione e di pensiero sul tema dell’affidamento familiare, contiene una parte di prassi e procedure per l’attivazione di un progetto di affidamento. È illustrata anche la metodologia adottata dall’Equipe multidisciplinare per l’affido e gli orientamenti teorici. La riflessione fondamentale che ha guidato tutti gli operatori coinvolti in questo documento è l’importanza di fare rete tra gli attori che affiancano i bambini e la famiglia che vivono l’affido familiare: un buon progetto, condiviso, può aiutare anche la famiglia in difficoltà a ritrovare la serenità giusta per riaccogliere nuovamente il proprio bambino. L´affidamento familiare - La caratteristica distintiva dell´affido familiare è rappresentata dalla temporaneità, che presuppone la transitorietà delle difficoltà familiari (dunque una loro prognosi favorevole) e prefigura il rientro del minore presso la sua famiglia. Un aspetto fondamentale di un progetto di affido è il mantenimento dei rapporti tra il minore e la sua famiglia anche in previsione di un rientro dello stesso. I progetti di affido possono subire leggere variazioni a seconda della tipologia di affidamento necessaria nel caso particolare. L’intervento di affidamento familiare viene attivato dal Servizio Sociale dopo un’attenta valutazione della famiglia naturale e del minore in collaborazione con gli altri soggetti coinvolti (la scuola, servizi specialistici che seguono il minore o i genitori, Emaf ed eventualmente il Tribunale per i Minorenni e la Procura se già coinvolti nel caso). Diverse, dunque, le valutazioni che vengono fatte prima di procedere con l´affido, indirizzate ad appurare: le potenzialità affettive ed educative della famiglia del bambino, compresa la rete parentale che può facilitare il recupero delle competenze familiari; la qualità dell’attaccamento tra genitori e figlio; la motivazione e le capacità genitoriali della famiglia candidata all’affido; le risorse del minore, le sue problematicità e la sua idoneità per affrontare l’esperienza affido nella sua complessità. L’affidamento è disposto dal Servizio Sociale locale e reso esecutivo con decreto del Giudice Tutelare del luogo, se vi è il consenso dei genitori del minore; se il consenso manca provvede il Tribunale per i Minorenni, emanando uno specifico provvedimento e si definisce affido giudiziario. Si può affermare che il progetto di affidamento non è un protocollo standardizzato ma è uno strumento flessibile e necessario per un buon andamento dell’affidamento familiare. Viene definito sulla base dei bisogni del minore e della sua famiglia, considerando anche la complessità delle problematiche dei genitori naturali e della disponibilità della famiglia affidataria, è quindi un intervento che va a toccare equilibri delicatissimi. L’attività di vigilanza durante l’affidamento familiare è attribuita al Servizio Sociale territoriale che ha l’obbligo di tenere costantemente informati il Giudice Tutelare o il Tribunale per i Minorenni, a seconda che si tratti di un affidamento consensuale o giudiziario. L’affidamento ha durata temporanea ed è legato al superamento delle condizioni che hanno determinato l’allontanamento del minore. La durata dell’affidamento non può superare i 24 mesi, una proroga può essere disposta solo dal Tribunale per i Minorenni, qualora la sua sospensione rechi pregiudizio al minore. L’affidamento familiare si conclude con un provvedimento emanato dalla stessa Autorità che l’ha disposto, tenendo conto sia dell’interesse del minore che dell’evoluzione positiva della situazione del nucleo d’origine. Il Giudice Tutelare, alla conclusione del periodo previsto del progetto di affido consensuale, può richiedere al Tribunale per i Minorenni l’adozione di ulteriori provvedimenti a tutela del minore. Il Giudice Tutelare ha facoltà di sentire sia il Servizio Sociale territoriale che lo stesso minore per poter prendere delle decisioni più opportune alla situazione. Gli affidatari hanno il dovere di accogliere presso di sé il minore e l’obbligo di provvedere al suo mantenimento e alla sua educazione e istruzione, nel rispetto delle indicazioni dei genitori per i quali non siano stati adottati dal Tribunale per i Minorenni dei provvedimenti limitativi o ablativi della potestà genitoriale e delle indicazioni offerte dalla Autorità affidante. I poteri connessi con la potestà genitoriale vengono esercitati dagli affidatari in riferimento agli ordinari rapporti con la scuola e con l’autorità sanitaria.. È importante sottolineare che la famiglia di origine del minore è chiamata a collaborare in tutte le fasi del progetto di affidamento familiare ed è informata accuratamente del significato e degli scopi dello stesso. Parallelamente al progetto di affidamento, la famiglia di origine riceve il supporto costante dai Servizi per il superamento delle difficoltà che hanno reso necessario l’allontanamento del minore. Le finalità delle linee guida approvate oggi dalla Giunta provinciale sono: l’affermazione e la diffusione della cultura dell’affidamento familiare; in una logica che tenga conto della centralità del minore e del suo bisogno di tutela, della progettualità educativa, dell’integrazione tra soggetti e professioni diverse, dell’aiuto alla famiglia in difficoltà tenendo conto delle risorse presenti e del sostegno e cura rivolto tutti i soggetti. La qualificazione e lo sviluppo omogeneo dell’affidamento familiare su tutto il territorio provinciale. La forte integrazione tra istituzioni pubbliche e private, tra enti e Servizi. L’articolazione dell’intervento di affidamento familiare nelle sue diverse fasi (prassi e procedure condivise). Il rilanciare l’affidamento familiare nei diversi territori, come intervento prioritario (secondo quanto disposto dalla legge 149/2001). Il garantire una presa in carico (sociale e psicologica) efficace ed efficiente ai minori in affidamento familiare e alle proprie famiglie.  
   
   
SICILIA: PRESENTATE LINEE GUIDA TUTELA MINORI ABUSATI  
 
Palermo, 3 novembre 2011 - L´assessorato regionale della Salute si impegna nella tutela dei bambini che subiscono abusi e violenze da parte di familiari o di persone conosciute e vara apposite linee guida per garantire una risposta assistenziale uniforme in tutta la Sicilia. Le linee guida, realizzate da un gruppo interaziendale di operatori della sanita´, prevedono azioni sanitarie per costruire, attorno a situazioni di abuso e violenza, una rete competente e specializzata di operatori in grado di interpretare i segnali di violenza, potenziale o subita; agevolare l´emersione delle situazioni di abuso e/o violenza per avere l´esatta contezza di un fenomeno che ha ampi margini di "sommerso"; stabilire tutto il percorso sanitario dalla presa in carico, alla cura, alla riabilitazione; omogeneizzare gli interventi in tutte le Asp; realizzare una formazione adeguata dei diversi profili professionali. Le linee guida fanno parte del progetto "Tutela benessere minori abusati" inserito tra gli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale 2010 e sono state presentate alle Procure e Tribunali minorili, istituzioni scolastiche, assessorato alla Famiglia, Anci e Consulta. "E´ un documento importante - dice l´assessore regionale della Salute, Massimo Russo - perche´ consentira´ di misurare e contrastare un fenomeno tanto grave quanto sommerso come quello dei bambini vittime di violenza e di abusi di cui non conosciamo con certezza le dimensioni. Abbiamo lavorato non solo per una riorganizzazione del percorso sanitario ma anche per intensificare la collaborazione tra le istituzioni e dare stabilita´ a una rete interistituzionale in grado di garantire nel migliore dei modi l´interesse del minore abusato. Non bastano le cure se non c´e´ un efficace lavoro di rete perche´ spesso le vittime di violenze, se non aiutate, possono ritrovarsi di nuovo vittime o diventare a loro volta abusanti". La pianificazione degli interventi multidisciplinari dei servizi sanitari, con il coinvolgimento di neuropsichiatri, psicologi e assistenti sociali, realizza una vera e propria rete per la tutela del minore e delle famiglie, include la prevenzione, la cura e la riabilitazione negli ambiti dei distretti sanitari delle Asp e prevede un raccordo con gli altri attori del sistema, a partire dalle Aziende ospedaliere. Il provvedimento e´ stato valutato molto positivamente dal presidente del Tribunale dei Minori di Palermo, Concetta Sole, secondo cui "le linee guida, condivise nei contenuti, prospettano un lavoro interistituzionale coordinato che potra´ dare importanti risultati. L´assessore Russo ha saputo raccogliere con responsabilita´ le istanze del Tribunale dei Minori di Palermo che aveva gia´ avviato un lavoro con gli operatori della salute, dei servizi sociali, della scuola e delle forze dell´ordine. Le linee guida sanitarie per la tutela dei minori costituiscono un punto fermo necessario che uniforma il percorso di competenza della Sanita´ in ogni provincia della Sicilia". Adesso si lavorera´ ai protocolli interistituzionali con l´obiettivo di attuare le linee guida fin dall´inizio del prossimo anno.  
   
   
CONVEGNO "LE RADICI DEL BENE COMUNE" FILOMENA DELLI CASTELLI, UN ESEMPIO DA SEGUIRE  
 
Pescara, 3 novembre 2011 - Sabato 5 novembre 2011 alle ore 10.30, nella splendida cornice dell’Aurum di Pescara/sala Flaiano, via d’Avalos angolo via Luisa d’Annunzio, si terrà un convegno dal titolo “Le radici del bene comune, un modello per le future generazioni”, a ricordo dell’On.le Filomena Delli Castelli, unica donna abruzzese che fece parte della Costituente e che ricoprì l’incarico di parlamentare per due legislature. Memena, cosi la chiamavano i suoi elettori, oggi non c’è più, ma le sue idee vivono nei suoi scritti e sono ancora valide: “un’altra politica è possibile, il Bene comune è lo scopo per cui bisogna lottare”. Dalla biografia di C. M. Rossi e G. Verna: “Determinante fu il suo impegno accanto alle colleghe degli altri schieramenti affinchè nella Costituzione venisse affermata la parità tra donne e uomini in tutti i settori: nella famiglia, nel mondo del lavoro e nella società”. Il convegno, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Pescara, promosso dai Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali della Provincia di Pescara e dal Centro culturale Kaleidos su idea di Rosetta Montuoro Rossini verrà aperto con le opere musicali dell’”Inno di Mameli”, del “Silenzio” e del “Requiem” composto dal Maestro Antonio Cericola. Il convegno verrà introdotto da Licio di Biase, Presidente del Consiglio Comunale di Pescara con a seguire una relazione di Alessandro Addari su: “Filomena Delli Castelli, un modello per le future generazioni”. Seguirà una tavola rotonda, coordinata da Riccardo Chiavaroli, con Alberto Aiardi, Ugo Crescenzi, Nevio Felicetti, Cinzia Maria Rossi. Nel corso dell’incontro verrà data lettura della lettera trasmessa per l’occasione dal Capo di Stato, Sua Eccellenza On. Giorgio Napolitano. Verrà inoltre presentato da Massimo Pamio il libro scritto da Rosetta Montuoro Rossini, per onorare la memoria di Memena (sua grande amica), dal titolo: “Quanto è bello il pensiero altrui” edito dalle Edizioni Noubs di Chieti. Il maestro Antonio Cericola parlerà dell’importanza della musica nelle scuole. Biografia: On.le Filomena Delli Castelli, unica donna abruzzese che fece parte della Costituente e che ricoprì l’incarico di parlamentare per due legislature. La sua attività politica nella Democrazia Cristiana iniziò nel 1944 quando, laureatasi alla Cattolica di Milano ed insegnando in varie scuole del nord Italia, rientrò in Abruzzo per organizzare l’attività del partito. La sua attenzione era rivolta soprattutto alla ricostruzione materiale ed alla rinascita morale dell’Abruzzo distrutto dalla guerra. Fu eletta alla Costituente, Sindaco di Montesilvano (Pescara) e Parlamentare. Funzionaria Rai, si occupò del settore cinematografico per ragazzi, importante fu la trasmissione del Maestro Manzi ”Non è mai troppo tardi”, dove la sua idea sulla funzione sociale della comunicazione di massa e l’utilizzo del mezzo televisivo per la diffusione culturale e l’alfabetizzazione, ebbe un grande risultato. (il 58% delle donne era analfabeta).