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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Febbraio 2012
DIRITTO SOCIETARIO EUROPEO: QUALE FUTURO?  
 
Bruxelles, 21 febbraio 2012 – La Commissione europea ha lanciato ieri una dettagliata consultazione sul futuro del diritto societario europeo. L’europa ha bisogno di dotarsi di un quadro europeo sul diritto societario adattato alle esigenze della società di oggi ed all’evoluzione del contesto economico. Il diritto societario europeo ha svolto un ruolo essenziale nella costruzione del mercato unico. È adesso giunto il momento di verificare se le nuove esigenze trovano ancora risposta nel quadro giuridico esistente. È quindi stato lanciato on-line un documento di consultazione pubblica, per raccogliere le opinioni di tutte le parti interessate. Il termine per inviare i contributi scade il 14 maggio 2012. Il diritto societario europeo prevede un insieme di norme comuni che garantiscono in tutta l’Ue una tutela equivalente agli azionisti, ai creditori e ad altre parti interessate su cui ricadono gli effetti delle attività delle società. Il diritto societario è essenziale per garantire certezza giuridica e per proteggere i diritti dei consumatori. Ferma restando la necessità di rispettare le diverse tradizioni giuridiche e le diverse strutture societarie dei vari Stati membri, armonizzare le norme di base rende più facile per le società fornire servizi e prodotti a tutti i clienti nell’Unione. La crescita degli scambi commerciali transfrontalieri e lo sviluppo del commercio elettronico offrono molte opportunità alle imprese ed ai consumatori, ma rappresentano anche una sfida per il quadro di diritto societario in vigore. È questo il motivo per cui si impone una riflessione su come adattare il quadro esistente al nuovo scenario del 21° secolo. Le sfide di oggi, inoltre, ci impongono di guardare al diritto societario non solo da una prospettiva puramente giuridica, ma nel contesto più ampio del governo societario, della responsabilità sociale delle imprese e del ruolo chiave delle imprese per l’innovazione e la crescita. Il Commissario per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier, ha dichiarato: “Dare forma alla politica europea in materia di diritto societario è una sfida alla quale dobbiamo far fronte. Mettere ordine nel diritto societario agevola lo sviluppo delle imprese in tutta l’Ue, a beneficio degli azionisti e dei clienti. Per il diritto societario lo scenario sta cambiando: dobbiamo pensare a come adattare il nostro quadro normativo nel migliore dei modi. È per questo che invito tutti gli interessati a rispondere alla consultazione pubblica lanciata oggi.” Qual è l’oggetto della consultazione pubblica? Si richiede un contributo sia sull’orientamento generale del diritto societario europeo che su iniziative più specifiche che potrebbero essere previste in futuro. La consultazione riguarda i seguenti aspetti: Obiettivi e campo di applicazione del diritto societario europeo – Quali dovrebbero essere i principali obiettivi del diritto societario europeo? Le norme vigenti sono in grado di far fronte alle sfide di oggi? In quali settori è necessaria un’ulteriore evoluzione? Qual è il rapporto tra diritto societario e governo societario? Codificazione del diritto societario europeo - Sarebbe opportuno riunire le direttive esistenti in materia di diritto societario in un unico strumento, per rendere il quadro normativo più accessibile e di facile uso? Il futuro delle forme giuridiche delle società europee – Quali sono i punti forti e i punti deboli delle forme giuridiche delle società europee? È necessario riesaminare le forme di società esistenti? Sarebbe opportuno vagliare strumenti alternativi? Mobilità transfrontaliera delle società – Che cosa si può fare per agevolare il trasferimento transfrontaliero della sede di una società? Che cosa fare se una società di smembra in diverse entità transfrontaliere? Sarebbe opportuno un riesame delle regole sulle fusioni transfrontaliere? Gruppi di società, ossia un insieme di società riunite sotto un’unica gestione o controllo – È necessaria un’azione dell’Ue in questo settore? Regime patrimoniale delle società europee – Sarebbe opportuno modificare e aggiornare i requisiti minimi in materia di capitale e le regole sulla salvaguardia del capitale? Quali sono le prossime tappe? La consultazione sarà aperta fino al 14 maggio 2012. Le risposte ricevute saranno analizzate e i risultati che ne emergeranno saranno sintetizzati e pubblicati in un documento di feedback. Successivamente saranno avviate eventuali azioni di follow-up. Contesto La legislazione europea vigente in materia di diritto societario include un numero molto elevato di direttive e regolamenti. L’armonizzazione del diritto societario europeo riguarda la tutela degli interessi degli azionisti e di altri interessati, la costituzione e il mantenimento del capitale delle società per azioni, le offerte pubbliche di acquisto, le informazioni sulle succursali, le fusioni e le scissioni, le norme minime per le società a responsabilità limitata con un unico socio, i diritti degli azionisti e gli aspetti correlati, quali la rendicontazione finanziaria e le norme contabili. Essa riguarda anche le diverse forme giuridiche europee, come la Società europea (Se), il Gruppo europeo di interesse economico (Geie) e la Società cooperativa europea (Sce). Nel 2011 la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica analoga in materia di governo societario (cfr. Ip/11/404). Si tratta di due settori strettamente correlati, dato che alcune regole di governo societario sono integrate nel diritto societario e che il diritto societario si occupa in larga misura di questioni di governo societario. Quindi, nell’interesse della coerenza, le possibili iniziative di follow-up in questi due settori saranno annunciate congiuntamente nella seconda metà del 2012. Il testo della consultazione è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/yourvoice/ipm/forms/dispatch?form=companylaw2012  Per ulteriori informazioni: Memo/12/119      
   
   
QUESTA SETTIMANA IN PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 21 febbraio 2012 - Durante l´ottava settimana del 2012, il calendario del Parlamento prevede che i deputati svolgano delle attività extraparlamentari, avvicinandosi ai propri elettori e partendo in delegazione in paesi lontani o negli Stati membri. Per esempio, giovedì il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz sarà in Italia. Durante la sua prima visita ufficiale in Italia, da giovedì a domenica, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz incontrerà il presidente Giorgio Napolitano, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, e il primo ministro Mario Monti. Martin Schulz si fermerà a Bologna per rendere omaggio ai caduti della strage di Marzabotto durante la Seconda guerra mondiale. In delegazione Questa settimana le delegazioni del Parlamento europeo partiranno per il Caucaso del Sud, l´Ucraina, il Bangladesh, la Mauritania, la Bosnia, la Norvegia, il Senegal, la Turchia, l´India e l´Arabia saudita. Una delegazione formata da quattro membri visiterà l´Armenia e l´Azerbaijan per incontrare i due rispettivi presidenti, mentre una delegazione per i Diritti delle donne andrà in Turchia per valutare la situazione sulla parità di genere. Durante la settimana gli europarlamentari incontreranno i deputati nazionali in Norvegia, Bangladesh, Mauritania e Ucraina. Mercoledì inizierà anche una missione di osservazione elettorale in Senegal per seguire le prossime elezioni presidenziali. Una delegazione della commissione allo Sviluppo si recherà in India e una della commissione per il Budget a Haiti. Infine, da venerdì a domenica, il deputato austriaco di centro destra Othmar Karas, e vicepresidente del Parlamento europeo, rappresenterà il Pe al G20 dei Presidenti dei Parlamenti a Riyad, in Arabia saudita.  
   
   
IL COMITATO CHIEDE CHE IL GECT DIVENTARI LO STRUMENTO PRIVILEGIATO PER LA COOPERAZIONE TERRITORIALE NELLE POLITICHE EUROPEE  
 
 Bruxelles, 20 febbraio 2012 - Alla sessione plenaria del 15 febbraio i membri del Comitato delle regioni ha accolto con favore le proposte della Commissione europea per semplificare il set-up e le condizioni di funzionamento per il gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect), strumento giuridico dell´Ue per la cooperazione territoriale. Hanno pubblicato una serie di raccomandazioni volte a rendere più flessibili le norme e per promuovere il Gect come strumento privilegiato per la cooperazione territoriale nelle politiche europee. Il Gect è stata fondata nel 2006 sotto forma di un regolamento dell´Unione europea a seguito di lobbying energetica dal Comitato delle regioni (Cdr). Ventitré Gect sono stati istituiti da allora, che coinvolge oltre 500 enti locali e regionali in 14 Stati membri e che influenzano circa 22 milioni di europei. Anche se lo strumento è ormai saldamente affermata e ha chiaramente dimostrato il suo potenziale, le procedure di set-up e operativo sono ancora eccessivamente complesso, motivo per cui lo scorso ottobre la Commissione ha presentato una proposta di revisione Il regolamento del 2006. Michel Delebarre , sindaco di Dunkerque (Fr / Pse), relatrice per il parere del Cdr su questo tema, ha sottolineato, quando il parere è stato approvato all´unanimità che "le proposte della Commissione sono sicuramente andando nella giusta direzione. La maggior parte delle raccomandazioni del Comitato delle regioni sono state prese in conto, in particolare per rendere le procedure per l´istituzione dei Gect più semplice e allentando la necessità che la missione di un Gect dovrà articolarsi nelle competenze dei suoi membri ". I membri del Cdr anche vedere la mossa per rendere più facile configurare Gect con le autorità al di fuori dell´Ue come un passo molto positivo. Eletti locali e regionali raccomanda di ampliare il tipo di impresa ammessi a partecipare a un Gect per includere responsabili della gestione dei servizi pubblici, al fine di stimolare la cooperazione nel settore dei trasporti pubblici o sanità pubblica. Essi chiedono inoltre l´abolizione della eccessiva burocrazia coinvolti nella stesura dell´accordo di stabilire un criterio del Gect e più chiara per l´approvazione del contratto o respingere la proposta. "Giuridicamente parlando, la Commissione ha fatto un buon lavoro. Ora dobbiamo prendere l´idea più", ha detto Delebarre. "Dobbiamo fare in modo che il Gect diventa lo strumento naturale per la cooperazione istituzionale tra gli enti locali e regionali in Europa, e di sfruttare il suo potenziale a trascendere i confini in altre politiche comunitarie come il mercato interno o l´innovazione". Delebarre ha chiesto il regolamento Gect da adottare il più rapidamente possibile. Egli ha chiesto al relatore del Parlamento europeo, Joachim Zeller (De / Ppe), per assicurarsi che questo problema è stato affrontato separatamente dal pacchetto legislativo sui Fondi strutturali per evitare il rischio del suo essere inutilmente coinvolti nella contrattazione sul bilancio per il futura politica di coesione. Il Comitato si è impegnato a continuare a promuovere e radicamento del Gect nel paesaggio istituzionale grazie alla sua piattaforma di Gect , una rete interattiva delle autorità più attivi locali e regionali, e organizzare una conferenza interistituzionale sulla revisione del regolamento Gect il 29 marzo, cui parteciperanno rappresentanti del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione europea, il Cdr e le parti interessate locali. Ulteriori informazioni - Istituito nel 2006 su iniziativa del Cdr nella forma di un regolamento comunitario, il Gect è uno strumento per la cooperazione transfrontaliera, che permette di città e regioni di Stati membri diversi, così come qualsiasi altra società l´applicazione delle norme sugli appalti pubblici, istituire gruppi di cooperazione dotati di personalità giuridica. Esso offre l´opportunità di organizzare e gestire attività di cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, rafforzando così la coesione economica e sociale dell´Unione europea. Dietro il gergo amministrativo sono risultati di base e progetti specifici in settori quali le infrastrutture, pianificazione territoriale, tutela dell´ambiente, sanità, lavoro, istruzione e cultura. Michel Delebarre è un senatore francese e sindaco di Dunkerque, coordinatore della piattaforma Gect del Cdr, presidente della West-vlaanderen/flandre-dunkerque-côte d´Opale Gect e presidente della transfrontaliera missione operativa. Visita il sito web del Cdr : www.Cor.europa.eu    
   
   
RUSSIA: IL PE RICHIEDE DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI LIBERE  
 
Strasburgo, 21 febbraio 2012 - Le recenti elezioni parlamentari in Russia sono state segnate dalle accuse di frodi elettorali e irregolarità. Le proteste non sono mancate e il Parlamento europeo è preoccupato per il corretto svolgimento delle prossime elezioni presidenziali. Il Pe ha infatti adottato una risoluzione il 16 febbraio per domandare delle riforme che rinforzino la democrazia e permettano delle elezioni libere e giuste. Le elezioni presidenziali avranno luogo in Russia il 4 marzo. L´ex presidente Vladimir Putin, in carica come primo ministro negli ultimi due mandati, è il grande favorito secondo i sondaggi. Solo altri quattro candidati si sono presentati alle elezioni a causa del numero di firme necessarie per registrarsi: i candidati indipendenti dovevano infatti raccogliere almeno 2 milioni di firme per poter partecipare. Uno dei leader dell´opposizione, Grigory Yavlinsky, non ha potuto iscriversi perché un quarto delle firme sono state dichiarate "non valide" dall´amministrazione elettorale. L´organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) ha già inviato una missione di osservazione elettorale per le elezioni della Duma di Stato (camera bassa) il 4 dicembre 2011. Tale missione aveva osservato la mancanza di indipendenza dell´amministrazione elettorale, la violazione delle procedure, la parzialità della stampa e l´interferenza dello stato durante la campagna elettorale. A seguito delle elezioni è stato richiesto il loro annullamento e le proteste continuano ancora. Considerando l´accaduto, il Parlamento europeo richiede alle autorità russe delle riforme per facilitare l´iscrizione dei partiti politici e dei candidati. Il Parlamento esprime anche la propria preoccupazione per le limitazioni imposte ai partiti dell´opposizione ostacolando la competizione e il pluralismo in Russia. E richiede ancora di osservare da vicino lo svolgimento delle elezioni attraverso delle inchieste sulle eventuali irregolarità. Memorial, diritti gay e il caso Magnitskij - Il Parlamento esprime anche una profonda preoccupazione per gli abusi della legislazione contro l´estremismo, che implica l´applicazione illecita del codice penale contro organizzazioni della società civile come Memorial e minoranze religiose come i Testimoni di Geova e la Falun Dafa, nonché per il divieto improprio dei loro materiali per motivi di estremismo. I deputati hanno anche condannato l´adozione di alcune leggi regionali che riducono i diritti degli omosessuali. Inoltre il Pe invita nuovamente la commissione di inchiesta a condurre un´indagine completa, approfondita e priva di tabù sulla morte di Sergej Magnitskij, un avvocato incarcerato dopo aver denunciato casi di frode e speculazione finanziari, e trovato morto in carcere allo scadere del termine per sollevare obiezioni (un anno).  
   
   
L´UE LANCIA NEGOZIATI DI LIBERO SCAMBIO CON L´ARMENIA  
 
Bruxelles, 20 febbraio 2012 - L´ue ha deciso di avviare negoziati per una zona profonda e globale di libero scambio con l´Armenia, al fine di promuovere la crescita economica e gli investimenti con questo partner dell´Europa orientale. I negoziati riguardano le questioni che sono diventati cruciali per un moderno, trasparente e prevedibile il commercio e gli investimenti. Essi non solo affrontare le condizioni di accesso al mercato, ma anche concentrarsi sul ravvicinamento delle normative, che contribuirà a realizzare una più stretta integrazione economica dell´Armenia con l´Ue. "L´apertura di negoziati di libero scambio segnare una svolta nelle nostre relazioni commerciali con l´Armenia. Stiamo entrando in una nuova fase che porterà i nostri legami economici ad un nuovo livello di profondità e ambizione", ha detto commissario Ue al commercio Karel De Gucht. "Il Ue è il primo partner commerciale dell´Armenia e una zona profonda libero scambio globale e darà un accesso più favorevole al mercato unico europeo contribuendo così a stimolare la crescita economica del Paese Armenia ". Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha dichiarato: "Questo è un ulteriore segno del rafforzamento dei nostri legami politici ed economici avviando negoziati Dcfta è un ulteriore passo verso una più stretta integrazione economica che è uno dei capisaldi delle nostre relazioni con i paesi d´. Partenariato orientale ". La zona di libero scambio sarà parte del più ampio accordo di associazione, che è stato negoziato con l´Armenia dal luglio 2010, nel quadro del partenariato orientale e la politica europea di vicinato. L´ue mira a rafforzare la stabilità politica e la sicurezza in questo paese per mezzo di una più stretta integrazione economica con l´Ue. La zona di libero scambio si prevede di diversificare e rafforzare la capacità di esportazione dell´Armenia ed efficace aprire la strada per accedere al mercato dell´Ue di 500 milioni di consumatori. Armenia ha bisogno di continuare il suo lavoro verso il raggiungimento di un ambiente stabile, trasparente e prevedibile economica. Questo è essenziale per attrarre flussi di investimenti stranieri diretti, che porta alla creazione di posti di lavoro e crescita a lungo termine. I guadagni più importanti per l´Armenia si trovano quindi dietro il confine, in riforme normative, e come tale avrà un impatto sulla sua prospettiva di lungo termine di sviluppo.  
   
   
IL CALENDARIO 2012 DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 21 febbraio 2012 - Il celebre regista polacco Krzysztof Kieślowski ha utilizzato i colori per la sua trilogia Film rosso, Film bianco e Film Blu. Ad ogni colore ha associato un ideale politico. Gli eurodeputati sono altrettanto esperti nell´uso dei colori. Il calendario del Parlamento europeo è infatti diviso in quattro colori corrispondenti alle attività settimanali. Ecco come diamo colore alle giornate del Parlamento. Rosso: le sessioni plenarie - Sul calendario annuale, le settimane segnate in rosso indicano le date in cui si tengono le ´sessioni plenarie´. Durante le plenarie, che avvengono una volta al mese fatta eccezione per il mese di agosto, tutti i deputati si riuniscono in seduta pubblica a Strasburgo, di solito per quattro giorni alla settimana. Le sessioni plenarie si tengono occasionalmente anche Bruxelles, ma si tratta di sessioni brevi che durano due giorni. Durante le plenarie, il momento più importante dell´attività parlamentare, gli eurodeputati adottano le decisioni finali e il Parlamento vota per esprimere la sua posizione su questioni legislative e non (direttive, regolamenti o risoluzioni). Rosa: le commissioni al lavoro - Prima di arrivare alla presentazione, al dibattito e alla votazione in sessione plenaria, tutti i testi legislativi vengono discussi dagli eurodeputati all´interno delle commissioni parlamentari. Come accade a livello nazionale, le commissioni esaminano e emendano le proposte della Commissione e del Consiglio, preparando le relazioni che verranno approvate dalla plenaria. Ci sono 20 commissioni permanenti, ognuna specializzata in un ambito particolare come l’ambiente (Envi), i trasporti e il turismo (Tran), l’agricoltura (Agri)… Le commissioni si riuniscono una o due volte al mese a Bruxelles e il rosa è il colore utilizzato sul calendario per identificare le settimane in cui si tengono, appunto, le riunioni delle commissioni. Celeste: i gruppi politici si riuniscono - Il celeste indica le settimane dedicate alle riunioni dei gruppi politici. I deputati sono raggruppati secondo la loro appartenenza a un dato partito e non per Paese. Gli eurodeputati non possono aderire a più di un gruppo politico, ma hanno la facoltà di non far parte di nessuno: in tal caso, si registrano come membri “non iscritti”. Ogni mese, gli eurodeputati si riuniscono con loro gruppi politici per discutere le legislazioni proposte e adottare una posizione comune in vista della sessione plenaria. Per questo di solito le settimane celesti precedono quelle rosse. Durante queste riunioni i gruppi politici si confrontano apertamente, fissano le loro priorità e prendono posizione su tutte le questioni all´ordine del giorno, stilando di solito una "lista di voto" comune per ogni relazione che dovrà essere approvata dall´aula. Turchese: la politica fuori dal Parlamento - Infine, vi sono le cosiddette settimane “turchesi”, dedicate alle attività politiche extraparlamentari. Durante questi periodi di solito non si svolge formalmente l´attività politica al Parlamento, ma si dà la possibilità agli eurodeputati di concentrarsi sul lavoro "fuori sede". Sono periodi che servono ad esempio a svolgere un´attività politica nel collegio elettorale, o partecipare alle visite ufficiali delle delegazioni parlamentari nei Paesi extra-europei.  
   
   
EUROREGIONE PROTAGONISTA AL PROSSIMO FORUM DI ALPBACH IL GRUPPO EUROPEO DI COOPERAZIONE TERRITORIALE "EUREGIO TIROLO-ALTO ADIGE-TIROLO TRENTINO"  
 
Trento, 18 febbraio 2012 - Il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale "Euregio Tirolo-alto Adige-tirolo Trentino" sarà protagonista dell’edizione 2012 del Forum di Alpbach. Il 19 agosto la tradizionale Giornata dedicata al Tirolo verrà infatti ampliata al Gect delle tre Province. In primo piano la collaborazione nel settore della ricerca e il dialogo tra politica e mondo scientifico. Il progetto rientra nel piano di lavoro annuale 2012 del Gect. Nell´ultima riunione a Innsbruck del gruppo di lavoro del Forum europeo di Alpbach si è deciso di introdurre nell´edizione 2012 della kermesse internazionale dedicata a politica, scienza ed economia una importante novità: la tradizionale Giornata del Tirolo sarà ampliata al Gect, con il diretto coinvolgimento dell´Euroregione Tirolo-alto Adige-trentino. Come ha detto il nuovo Presidente designato del Forum, Franz Fischler, "con il Segretariato generale del Gect e le università si sta lavorando alla nuova impostazione della manifestazione, "che punterà sull´Euregio, sulla ricerca, sul dialogo tra politica e scienza." Fischler tiene i contatti anche con i governatori Günther Platter, Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder. Il Comitato tecnico del Forum punta in particolare alla promozione dell´attività dei giovani ricercatori delle tre province, ai quali intende offrire la ribalta del prossimo appuntamento ad Alpbach, dove potranno presentare i loro progetti, confrontarsi con esperti del settore e con i responsabili politici. L´iniziativa corrisponde allo spirito che ha animato la nascita del Gect: "Essere autonomi - ha recentemente ricordato il presidente Dellai - non significa essere localisti, ma anzi, aperti alle alleanze e alle collaborazioni, come dimostrano gli impegni che ci stiamo assumendo e che ci assumeremo con ancora maggiore forza nell´ambito dell´Euroregione e del Gect, con la prospettiva di dare vita ad una vera e propria regione europea del Tirolo storico. Questo ragionamento può costituire uno stimolo importante anche per altri territori, soprattutto dell´arco alpino".  
   
   
AD INNSBRUCK DELLAI E PLATTER RILANCIANO L´EUREGIO  
 
 Trento, 21 febbraio 2012 - Ha partecipato anche il presidente Lorenzo Dellai ieri mattina, come ospite d´onore, alla cerimonia di consegna delle "Ehrenzeichen des Landes Tirol", alte onorificenze che ogni anno il governo tirolese assegna a non più di dodici persone che si sono distinte per il loro impegno in campo politico, economico, culturale o umanitario a favore del Tirolo. Una presenza importante, quella del presidente della Provincia autonoma di Trento, che sta a testimoniare, nella parole di Dellai: "Rapporti molto buoni fra Trento ed Innsbruck, sia dal punto di vista istituzionale che dal punto di vista delle relazioni personali e questo dentro la cornice dell´Euregio, questa nuova istituzione che abbiamo fatto nascere da alcuni mesi e che rappresenta sempre più una grande opportunità sia per Trento, che per Bolzano ed Innsbruck". E in questa direzione va anche l´invito, subito accolto, che il presidente Lorenzo Dellai ha rivolto a Günther Platter per la giornata dell´Autonomia il 5 settembre a Trento. La cerimonia si è aperta s presso il monumento ad Andreas Hofer sul Bergisel, con le autorità politiche tirolesi - il governatore Günther Platter e il presidente del parlamento regionale Herwig van Staa -, il presidente Lorenzo Dellai e l´assessore alla cultura della Provincia autonoma di Bolzano, Sabina Kasslatter Mur, nonché numerose delegazioni di Schützen. Qui, fra qualche fiocco di neve, è stata deposta una corona per ricordare i 202 anni dalla morte dell´oste della val Passiria, fucilato a Mantova il 20 febbraio 1810. Quindi la messa nella Hofkirche di Innsbruck, che ospita il monumento funebre all´imperatore Massimiliano e la tomba di Hofer. Il conferimento delle dodici onorificenze si è tenuto al termine della mattina, presso la sontuosa Sala dei Giganti dell´Hofburg, la residenza imperiale di Innsbruck. Fra i premiati anche tre altoatesini (Gerhard Brandstätter, Michael Ebner e Inga Hosp) mentre nella prossima edizione, come ha annunciato il governatore Platter, saranno insigniti della "Ehrenzeichen des Landes Tirol", per la prima volta, due trentini. Testimonianza questa, di un percorso comune fra i tre territori, Bolzano, Trento ed Innsbruck, che parte dalle piccole cose e arriva ai grandi progetti, come la ferrovia e il tunnel di base del Brennero. "Viviamo in tempi difficili - ha commentato in tal senso il presidente Lorenzo Dellai - nei quali bisogna non solo difendere ma reinterpretare la nostra Autonomia. Ritengo che la nostra Autonomia si sia intrecciata fin dall´inizio con Bolzano e con Innsbruck: abbiamo una storia comune, dobbiamo affrontare il percorso che sappiamo essere tutto in salita proprio a partire da una grande vicinanza e amicizia con questi territori. A Trento, a Bolzano e a Innsbruck quando si dice autonomia non si intende solo una questione burocratica, non si parla di leggi e atti amministrativi, ma c´è dietro una lunga storia comune, soprattutto c´è un senso profondo di istituzioni legate alle rispettive comunità, quello che potremo chiamare un comune sentire che è un po´ la nostra storia. E´ da qui che che dobbiamo partire per dare un impulso forte alla nostra visione europeista. Io credo che il futuro stia qui, nel riscoprire un´Europa delle regioni, dei territori, contro ogni rischio di omologazione, di neo centralismo, ed è qui che la collaborazione dell´Euroregione diventa uno strumento importante, che si esprime non solo sugli atti concreti ma su una comune visione di futuro". E il prossimo, significativo passaggio, si terrà il 5 settembre a Trento, con la festa dell´Autonomia, che vedrà la presenza anche del governatore tirolese Günther Platter: "E´ un segno importante - sono state le conclusioni di Lorenzo Dellai - perché in quella data si ricorda il patto stretto fra Alcide Degasperi e l´allora ministro degli esteri austriaco Karl Gruber e noi non possiamo ricordare e festeggiare la nostra Autonomia senza inserirla in questa cornice transfrontaliera. La presenza a Trento il 5 settembre del capitano del Tirolo starà a dimostrare proprio questo percorso comune fra i nostri territori".  
   
   
NON BASTA UN NUOVO FONDO SALVA STATI, SERVE UNA STRATEGIA POLITICA AUTENTICA EUROPEA EUROBOND PER LA CULTURA E L’ARMONIZZAZIONE URGENTE DELLE REGOLE DEL LAVORO E DELLE DOGANE “UNA NUOVA DIREZIONE PER L’EUROPA”  
 
Milano, 21 febbraio 2012 - “Il Fondo Salva Stati di 500 miliardi di euro non basterà”, sottolinea l’on. Muscardini,”e utili saranno ad esempio invece gli eurobond Cultura che abbiamo proposto di recente, che incentivano investimenti a favore del restauro di monumenti e della cultura. Intendiamo dare un segnale forte e chiaro,” spiega l’on. Cristiana Muscardini, ” l’Unione Europa ha bisogno di un cambiamento radicale altrimenti non sarà più tale ma verrà fagocitata da grandi speculazioni e depauperata e distrutta da una cecità politica che non progetta scelte strategiche a lungo termine. Le nostre aziende europee,” spiega l’on. Cristiana Muscardini,” che sono soprattutto piccole e medie, agricole, industriali e di servizi, sono sotto attacco e la politica abbiamo il dovere di prendere provvedimenti adeguati e coraggiosi che cambino la situazione al più presto. Occorre un’Agenzia di rating europea, l’utilizzo di fondi europei strutturali di coesione sociale deve essere mirato a fornire sgravi fiscali alle micro, piccole e medie imprese in tempi brevi perché queste rappresentano il nostro tessuto economico e di sviluppo. E’ necessario bloccare l’allargamento dell’Unione Europea fino a che non sarà raggiunto il consolidamento dell’attuale Unione e concordare una reale politica economica dell’Unione Europea che sostenga concretamente la politica monetaria e che non dia fondi alle banche solo per salvarle, ma dia fondi al sistema bancario al fine di agevolare l’accesso al credito delle imprese, che va monitorato, e per consentire l’inserimento nel mercato del lavoro ai giovani con detassazioni e una politica fiscale su principi condivisi nell’Unione europea. L’armonizzazione del sistema doganale rappresenta ad esempio l’anello di congiuntura fra le distorsioni del mercato internazionale e la lotta alla frode fiscale e alla contraffazione e serve una urgente integrazione ed armonizzazione fiscale, doganale con regole sinergiche tra i vari Stati dell’Unione europea perché non vi siano scorrettezze nel mercato interno”. La Fondazione New Direction per le Riforme europee, che ha come presidente onorario la baronessa Margaret Thatcher, per la prima volta è venuta in Italia il 3 febbraio e, in un dibattito organizzato a Milano, con R.e.s. (Raggruppamento Europa Sociale) in collaborazione con il Gruppo Conservatori Riformisti del Parlamento europeo si è confrontata a Milano a Palazzo delle Stelline in Sala Pirelli di recente sul tema: “Il rilancio dell’economia attraverso la difesa della competitività europea”. La Fondazione New Direction ha sede già in 14 Stati dell’Unione Europea (Regno Unito, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia, Lituania, Lettonia, Slovacchia, Ungheria, Croazia) e in Turchia. “Il fatto che,” sottolinea l’on. Cristiana Muscardini, vicepresidente della Commissione Commercio Internazionale del Parlamento europeo, “questa Fondazione sia venuta per la prima volta in Italia è un segnale importante: la politica dei Riformisti conservatori si sta aprendo sempre più al dialogo in un momento come questo di grave crisi economica”. Sottolinea l’on. Charles Tannock, Commissione Attività Produttive del Parlamento europeo e Portavoce Affari esteri, Camera dei Deputati del Partito Conservatore Britannico: “L´europa non ha nulla da temere dalla concorrenza. Le migliori aziende europee sono sempre state in grado di adattarsi alla globalizzazione e il modo migliore per imparare questo è attraverso il libero mercato sia in patria che all´estero. E´ fondamentale però intraprendere riforme strutturali e preparare le nostre imprese per le opportunità che ci sono. L´europa ha prodotto competitori mondiali prima e continuerà a farlo fino a quando i nostri politici daranno alle imprese la libertà di fare”. “New Direction, Fondazione per la riforma europea, è lieta di lavorare con i nostri partner italiani del Res” ha detto a Milano di recente Shane Frith, direttore di New Direction: "Insieme possiamo sviluppare soluzioni durevoli per migliorare la competitività europea attraverso la promozione di mercati funzionanti, uno Stato più snello e popoli liberi. Se vogliamo competere in uno Stato globale nel Xxi secolo, tutte le nazioni europee devono sviluppare i loro punti di forza e migliorare la produttività e la redditività". Al convegno svoltosi a Milano i relatori oltre all’ on. Cristiana Muscardini che ha evidenziato le attività della Commissione per il Commercio Internazionale del Parlamento europeo, sono stati l’on. Geoffrey Van Orden, Vicepresidente Presidente della Fondazione New Direction; l’on. Enzo Raisi, imprenditore, parlamentare della Camera di deputati , componente della Commissione Attività produttive, commercio, turismo, e responsabile nazionale Fli ; l’on. Charles Tannock, Commissione Attività Produttive del Parlamento europeo e Portavoce Affari esteri, Camera dei Deputati del Partito Conservatore Britannico; Mario Vigo, imprenditore, Presidente di Innovagri, componente del Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Lodi-gruppo Banco Popolare; l’on. Shane Frith, Direttore della Fondazione New Direction ; ha moderato Arnaldo Ferragni, Presidente onorario R.e.s.  
   
   
A BRUXELLES A CONVEGNO SU INDUSTRIA CREATIVA E FILIERA MUSICA  
 
Bari, 21 febbraio 2012 - Un importante incontro è stato organizzato a Bruxelles dalla delegazione della Regione Puglia il 23 febbraio, (Rue du Trône 62– Ground floor), sul tema dell’industria creativa. A poche settimane dal riconoscimento regionale del comitato promotore per la costituzione del distretto pugliese della creatività, nel workshop internazionale di Bruxelles si discuterà di incubatori culturali territoriali, clustering, network internazionali, mobilità tra i diversi territori europei, supporto all’agenda digitale, nuove e specifiche prospettive finanziarie dell’Unione Europea. Nel corso dell’incontro l’assessore Silvia Godelli presenterà l’originale percorso che la Puglia ha compiuto in questi anni nei segmenti del cinema, dello spettacolo dal vivo e dell’arte contemporanea, assieme ad Antonio Princigalli, coordinatore del progetto Puglia Sounds, che si soffermerà sulla specifica esperienza della filiera della musica. Nel corso dell’incontro verranno effettuate altre tre presentazioni, relative alla esperienza della Cornovaglia, dell’ Ile-de-france, della governance degli Itinerari Culturali. L’iniziativa vedrà la collaborazione di Necstour, il network delle Regioni Europee per un Turismo Sostenibile e Competitivo, della rete Errin, il network delle Regioni Europee per la Ricerca e l’Innovazione, e delle tre Direzioni Generali U.e. Che si occupano dello sviluppo dell’industria creativa e del turismo.  
   
   
FISCO. PARTE DA MILANO LA RETE DEI COMUNI CONTRO L’EVASIONE  
 
Milano, 21 febbraio 2012 - Parte da Milano la nuova iniziativa “Rete Comuni” per condividere strategie e strumenti di contrasto all’evasione fiscale e tributaria tra i diversi Enti locali lombardi. Il progetto, ideato da Anci Lombardia, è stato presentato nel corso di un convegno svoltosi ieri mattina a Palazzo Marino, che ha visto l’intervento dell’assessore al Bilancio Bruno Tabacci, coadiuvato dal Presidente di Anci Lombardia e Sindaco di Varese Attilio Fontana, dal vice Presidente di Anci e Sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, dal Direttore Agenzia delle Entrate della Lombardia Carlo Palumbo e del coordinatore del Progetto Opportunità delle Regioni in Europa (P.o.r.e.) - Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dar) Ernesto Somma. “Retecomuni rappresenta un ampliamento, su scala regionale e nazionale, di quanto già realizzato con il patto fra Agenzia delle Entrate, Comune di Milano e Guardia di Finanza sottoscritto nel dicembre scorso. Un accordo che ha reso possibile contrastare più efficacemente evasione ed elusione grazie all’incrocio delle informazioni in possesso delle banche dati dei tre enti”, spiega l’assessore al Bilancio e Tributi di Milano, Bruno Tabacci. “La nuova convenzione – prosegue l’assessore – permette, attraverso una ulteriore condivisione e incrocio di dati, di far luce su situazioni e stili di vita non coerenti con quanto dichiarato, con l’obiettivo di far emergere una rinnovata cultura della legalità e del senso civico”. Retecomuni nasce dalla volontà delle Amministrazioni locali regionali di individuare e condividere strategie e strumenti sui temi della lotta all’evasione fiscale attraverso la messa a sistema di dati “certificati” provenienti dall’incrocio di banche dati sia interne sia esterne. Un controllo sinergico e incrociato su entrate e gestione territoriale. Proprio il tema delle entrate locali rappresenta uno dei percorsi più rilevanti che Retecomuni può affrontare con successo, attivando specifiche progettualità. L’iniziativa rappresenta una prima risposta alle esigenze di sostenibilità ed evoluzione delle soluzioni a disposizione delle Amministrazioni locali anche per quanto concerne l’innovazione tecnologica e la sicurezza attraverso nuove procedure per reperire, là dove è possibile, risorse provenienti da accertamenti tributari svolti in collaborazione diretta con l’Agenzia delle Entrate. La partecipazione alla Rete è aperta a tutte le pubbliche Amministrazioni previa sottoscrizione di un apposito accordo. Indietro  
   
   
REFERENDUM REGIONALI, CAPPELLACCI FIRMA DECRETO: "SARDI ALLE URNE IL 10 GIUGNO"  
 
Cagliari, 21 Febbraio 2012 - Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha siglato il 18 febbraio il decreto per l’indizione dei 10 referendum regionali, fissando la data del voto per il giorno 10 giugno 2012. Questi i dieci quesiti su cui saranno chiamati a pronunciarsi i sardi: 1. Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 2 gennaio 1997, n. 4 e successive integrazioni e modificazioni recante disposizioni in materia di "Riassetto generale delle Province e procedure ordinarie per l’istituzione di nuove Province e la modificazione delle circoscrizioni provinciali?" 2. "Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 1 luglio 2002, n. 10 recante disposizioni in materia di “Adempimenti conseguenti alla istituzione di nuove Province, norme sugli amministratori locali e modifiche alla legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4?" 3. "Volete voi che sia abrogata la deliberazione del Consiglio regionale della Sardegna del 31 marzo 1999 (pubblicata sul Buras n. 11 del 9 aprile 1999) contenente “La previsione delle nuove circoscrizioni provinciali della Sardegna, ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4?” 4. "Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 12 luglio 2001, n. 9 recante disposizioni in materia di "Istituzione delle Province di Carbonia-iglesias, del Medio Campidano, dell´Ogliastra e di Olbia-tempio?" 5. "Siete voi favorevoli all´abolizione delle quattro province "storiche" della Sardegna, Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano?” 6. "Siete voi favorevoli alla riscrittura dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna da parte di un´Assemblea Costituente eletta a suffragio universale da tutti i cittadini sardi?” 7. "Siete voi favorevoli all’elezione diretta del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, scelto attraverso elezioni primarie normate per legge?” 8. "Volete voi che sia abrogato l´art. 1 della la legge regionale sarda 7 aprile 1966, n. 2 recante "Provvedimenti relativi al Consiglio regionale della Sardegna" e successive modificazioni?" 9. "Siete voi favorevoli all´abolizione dei consigli di amministrazione di tutti gli Enti strumentali e Agenzie della Regione Autonoma della Sardegna?" 10. "Siete voi favorevoli alla riduzione a cinquanta del numero dei componenti del Consiglio regionale della Regione Autonoma della Sardegna?".  
   
   
FVG: OBIETTIVO ZONA FRANCA PER AREA CONFINARA  
 
Trieste, 21 febbraio 2012 - La Regione istituisce un tavolo tecnico sulla crisi delle aree di confine, con l´obiettivo di proporre una serie di aggiornamenti alla legislazione nazionale sulle "Zone franche urbane", uno strumento che potrebbe fornire una risposta ai problemi della fascia confinaria regionale, che subisce la concorrenza di sistemi fiscali più vantaggiosi come quelli di Austria e Slovenia. La decisione è arrivata al termine della riunione promossa ieri a Trieste dall´assessore regionale alle Finanze Sandra Savino, alla quale sono stati invitati i rappresentanti dei Comuni potenzialmente interessati: Tarvisio, Cividale del Friuli, Trieste, Gorizia e Monfalcone. "In questi territori - ha spiegato l´assessore Savino - si riscontrano fenomeni di disagio sociale ed economico, a causa della concorrenza degli Stati confinanti. Istituire una ´zona franca´ potrebbe perciò promuoverne il rilancio, invertendo nello stesso tempo la tendenza all´emigrazione, sia dei residenti che delle imprese". Alla riunione erano presenti alcuni sindaci, e in particolare quello di Tarvisio Renato Carlantoni, il territorio più colpito in questi ultimi anni da un notevole calo di abitanti ed imprese. Nel ringraziare l´assessore Savino, Carlantoni ha sottolineato come i problemi di Tarvisio possano essere risolti solo all´interno di una più ampia iniziativa sulle aree di confine. La riunione di oggi segue un incontro di approfondimento promosso proprio dal Comune di Tarvisio al ministero degli Affari esteri, presenti in quella occasione l´Amministrazione regionale e gli altri ministeri interessati (Finanze con l´Agenzia delle Dogane, Sviluppo economico, Infrastrutture), che ha permesso di avviare su questo tema un primo confronto tra autorità locali e amministrazione centrale. Come è stato ricordato nel corso del vertice di oggi convocato dall´assessore Savino, il ministero degli Affari esteri e l´Agenzia delle Dogane hanno prospettato la possibilità di istituire, nel rispetto delle regole comunitarie, delle "Zone franche urbane" (Zfu), di dimensione minima prestabilita, dove possono essere previsti vantaggi fiscali per la creazione di piccole e micro imprese. Uno strumento del genere è stato per esempio esteso ai Comuni dell´Abruzzo colpiti dal terremoto. Ora il Friuli Venezia Giulia intende proporre al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) una revisione dei criteri per individuare e selezionare le "Zone franche urbane" sulla base di "parametri socio economici rappresentativi dei fenomeni di degrado urbano e sociale", in modo che le Zfu possano essere estese anche a territori di confine come quelli del Friuli Venezia Giulia. Da ricordare che sul tema delle zone franche è stato presentato al Senato un disegno di legge su "Istituzione di zone franche nella aree di confine con la Repubblica di Slovenia e la Repubblica d´Austria", su iniziativa dei senatori Giulio Camber e Vanni Lenna. Anche alla Camera c´è una proposta di legge su "Istituzione delle zone franche del Brennero e di Tarvisio", presentata dai deputati Michaela Biancofiore ed Enrico La Loggia.  
   
   
PROVINCE, PER LA TOSCANA SUBITO AL LAVORO PER IL DOPO. AREA METROPOLITANA INDISPENSABILE  
 
Firenze, 21 febbraio 2012 – Secondo la legge le Province cesseranno di esistere quali oggi sono e diventeranno enti di secondo grado con rappresentanti dei Comuni. L’assessore regionale alle riforme e al rapporto con gli enti locali Riccardo Nencini è convinto che indietro il Parlamento non tornerà, “a meno di terremoti”. Al massimo potrebbero cambiare i contenuti relativi alle funzioni. “In ogni caso – spiega – c’è una norma nazionale che è legge e a quella entro la fine dell’anno dobbiamo adempiere”. “La competenza della Regione è piena, ma sarebbe preferibile – confida – decidere chi farà cosa e come distribuire le attuali funzioni attraverso un lavoro comune, confrontandosi attorno ad un tavolo con chi nelle Province in questi anni ha governato”. L’assessore Nencini lo ha sottolineato ieri partecipando ad un’audizione della commissione “Città metropolitana” della Provincia di Firenze. I primi nodi da sciogliere riguardano le funzioni. Se la scelta naturale è che la programmazione vada alla Regione e la gestione ai Comuni o le unioni di Comuni, forse andrebbe fatta un’eccezione per il trasporto pubblico, la gestione della Fi-pi-li ed altre materie da decidere assieme. Ma ci sono anche vuoti normativi, che solo governo e Parlamento possono sciogliere. Come sarà ripartito ad esempio il patrimonio? Chi si accollerà i mutui accesi in questi anni, che sono centinaia di milioni? A chi andranno i 347 milioni di entrate tributarie che oggi finiscono nelle casse delle dieci province toscane, pari ad un quarto dei bilanci? Seguiranno le funzioni oppure no? E poi il personale: quasi 4.800 dipendenti in tutta la Toscana , di cui mille solo per la Provincia di Firenze. Tutte domande che stamani sono rimbalzate attorno al tavolo della commissione provinciale. “Non c’è tempo da perdere – commenta Nencini – e dobbiamo metterci subito al lavoro, in modo da evitare che la fine dell’anno ci colga impreparati”. Continuando magari a lavorare per la città metropolitana e le aree vaste. “Non ho infatti cambiato idea – spiega l’assessore – Sono convinto ancora che dobbiamo utilizzare tutti i meccanismi legislativi di cui possiamo disporre per dare forma e sostanza alle area vaste”. “Il mio ragionamento – prosegue – nasce da una constatazione di fatto. Lo sviluppo, nel mondo e in Europa, passa dalle città ma la Toscana non ha città di taglio ‘contemporaneo’. L’area metropolitana potrebbe supplire a questa mancanza: fare da volano allo sviluppo necessario ed essere il luogo in cui molti dei servizi si programmano e gestiscono assieme, su scala più ampia”. Una strada obbligata, per l’assessore, se l’obiettivo è quello di essere più competitivi.  
   
   
MILANO, GIUSTIZIA SOCIALE. PISAPIA FIRMA ‘CARTA DEI PRINCIPI PER UN’ITALIA RESPONSABILE’ LANCIATA DA ACTIONAID  
 
Milano, 21 febbraio 2012 - Nella Giornata Mondiale per la Giustizia Sociale, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007, il Sindaco Giuliano Pisapia ieri ha incontrato il Segretario generale di Actionaid Italia Marco De Ponte e ha firmato la ‘Carta dei principi per un’Italia responsabile’ lanciata dall’organizzazione indipendente lo scorso novembre. La promozione di un quadro normativo trasparente, la certezza del diritto e del rispetto del principio di legalità, un modello di sviluppo in cui tutti vedano garantiti i loro diritti e di cui tutti siano partecipi, sono i principi evidenziati nella ‘Carta’ e sottoscritti questa mattina a Palazzo Marino anche dal Sindaco Pisapia. “Il tema della giustizia sociale è sempre più attuale anche in Italia. Abbiamo voluto firmare questo documento - ha dichiarato il Sindaco Giuliano Pisapia - perché ne condividiamo gli obiettivi e i principi di trasparenza, partecipazione e responsabilità. Principi che stanno alla base di ogni nostra azione di Governo della città”. “Invitiamo tutte le forze politiche, economiche e sociali del nostro Paese - ha affermato Marco De Ponte, Segretario generale di Actionaid Italia - a una presa di responsabilità collettiva per riaffermare la credibilità dell’Italia agli occhi dei suoi cittadini. La sensibilità dimostrata dal Comune di Milano è un segnale importante per ribadire che ogni persona ha il diritto di essere inclusa nella vita sociale e di partecipare ai processi decisionali che la riguardano”.  
   
   
TRENTO, DELLAI: QUELLA DEL GOVERNO, UN´IMPUGNATIVA NON FONDATA  
 
Trento, 21 febbraio 2012 - In merito all´impugnativa, da parte del Governo, di 8 articoli della Finanziaria provinciale, il presidente Lorenzo Dellai non nutre gravi motivi di preoccupazione. "Si tratta - precisa il presidente della Provincia autonoma - perlopiù di impugnative di carattere tecnico-giuridico. Nei prossimi giorni cercheremo di chiarire le cose con il Governo prima di affrontare, eventualmente, la Corte costituzionale". Non è la prima volta peraltro che il Governo "mette sotto osservazione" la legge Finanziaria. Già nella fase istruttoria gli Uffici di palazzo Chigi si erano interessati ad alcuni articoli, diversi rispetto a quelli impugnati ora. "Il Consiglio dei Ministri - sottolinea Dellai - aveva però ritenuto soddisfacenti le spiegazioni fornite dalle strutture di piazza Dante. Riguardo agli articoli impugnati ora, che sono afferenti a diverse materie, dalla riduzione della aliquota della Rc auto ad alcune questioni relative al personale della Provincia fino ai medici trentini che svolgono attività di cooperazione allo sviluppo all´estero, Dellai non si dice preoccupato "perché si tratta perlopiù di impugnative di tipo tecnico-giuridico. La Provincia è già al lavoro per chiarire le proprie posizioni con il Governo, prima di affrontare eventualmente la Corte costituzionale. Siamo certi peraltro che se si arrivasse a questo la Corte ci darebbe ragione, perché le decisioni assunte dalla Provincia sono perfettamente in regola con le prerogative autonomistiche." (mp) Si riportano di seguito le singole specifiche osservazioni, con una sintesi delle controdeduzioni della Provincia. Ø Art. 9, comma 5: si contesta la riduzione di aliquota di 3 punti percentuali introdotta dalla Provincia per la tassa su Rc Auto. Lo Stato sostiene che tale possibilità di riduzione è esclusa per le regioni a statuto speciale e che vale solo per le province di diritto comune inserite nelle regioni a statuto ordinario. Non tiene però conto che in base all’articolo 16 dello Statuto, la Provincia di Trento gode anche di tutte le prerogative di una qualsiasi provincia ordinaria. Ø Art. 16, comma 1: Lo Stato contesta da un lato che sarebbe stato superato il limite di spesa in materia di personale imposto a livello statale, dall’altro che nella spesa di personale non sono considerate le spese per personale assunto con contratto di diritto privato per la realizzazione di particolari opere. Le contestazioni sono infondate non solo perché secondo l’articolo 79 dello Statuto la Provincia gode di autonomia di spesa, nel rispetto del patto di stabilità, in tutti i settori compreso quello del personale. Ma anche perché, nel caso di specie, non vi è stato alcun aumento delle spese complessive relative al personale. Ø Art. 17, comma 1: si contesta il riconoscimento delle progressioni di carriera per il personale degli enti di ricerca per l’anno 2010. Lo Stato non ha minimamente considerato che analogo trattamento era stato disposto a livello nazionale per gli enti di ricerca nazionali. Ø Art. 21, comma 11: Lo Stato contesta la possibilità per la provincia di istituire posizioni professionali di particolare qualificazione in quanto invaderebbe il campo del diritto civile e eluderebbe il principio del ricorso alle procedure concorsuali. Lo Stato non considera che tali posizioni non sono incarichi dirigenziali o di direttore ma solo l’istituzione di figure professionali particolarmente qualificate. Ø Art. 27, comma 4: Lo Stato contesta il riconoscimento ai medici dell’aspettativa non retribuita per la partecipazione a missioni di cooperazione internazionale, in quanto invaderebbe una competenza riservata al contratto collettivo. Lo Stato non considera che non è la legge ad istituire tale aspettativa, ma consente alla Giunta di dare all’Apran direttive per disciplinare l’istituto a livello contrattuale. Ø Art. 27, comma 6, lett. C): si contesta la disciplina della durata e del trattamento economico degli incarichi ai dirigenti dell’azienda sanitaria; tale disciplina sarebbe, in particolare, in contrasto con la disciplina dello spoil system in quanto tali incarichi sarebbero cadutati automaticamente alla cessazione del direttore. Lo Stato non considera che la norma è stata strutturata in coerenza con quella già prevista dalla legge provinciale sulla salute: gli incarichi non vengono meno automaticamente ma si attiva solo una procedura di valutazione e, solo in caso di valutazione negativa si può procedere alla revoca. Ø Art. 51, c. 4: Appalti: si contesta l’introduzione di una clausola di esclusione (sia nell’appalto di servizi che di forniture) nel caso in cui l’offerta presentata presenti una percentuale di costo del lavoro rispetto all’offerta complessiva, superiore a quella individuata in sede di bando. Lo Stato non considera che il principio della tutela dei lavoratori è un principio presente anche nella legislazione statale e che la Provincia, nell’ambito della propria potestà esclusiva, è intervenuta a specificare tale principio con un istituto specifico. Ø Art. 51, c. 5, lett. A) e 51, comma 6: Appalti: si contesta la soppressione della soglia di un milione di euro che prima era fissata per il ricorso alla procedura negoziata in caso di bando andato deserto. Lo Stato non considera che analoga soppressione è stata introdotta a livello statale dal decreto Monti. Ø Art. 51, c. 12: Si contesta la possibilità di aggiornare i prezzi di progetto in corso di affidamento dei lavori solo qualora lo scostamento rispetto ai prezzi originariamente previsti superi una determinata percentuale. Lo Stato non considera che la disposizione è meramente organizzativa e non viola alcuna prerogativa statale. Ø Art. 57, c. 4: Si contesta la possibilità di regolarizzazione le autorizzazioni di discarica, una volta accertato il deposito abusivo e nei soli casi in cui tale regolarizzazione sarebbe stata comunque possibile anche prima del deposito abusivo. Lo Stato non considera che la disposizione non viola in alcun modo la tutela della salute e dell’ambiente in quanto ci si limita estendere l’ambito di applicabilità al fine di evitare di dover rimuovere obbligatoriamente il materiale depositato irregolarmente per poi conferirlo in altri siti o, addirittura, nello stesso sito una volta provveduto a regolarizzare dal punto di vista formale l’autorizzazione. Si ribadisce che l’autorizzazione può essere modificata a tale fine solo quando ci sono tutti i presupposti di tutela della salute che sarebbero stati necessari per provvedere a tale modifica prima del deposito abusivo. In ogni caso rimangono ferme le sanzioni penali, amministrative e fiscali che il responsabile dell’abuso deve subire. Ø Art. 57, c. 5: Si contesta la norma provinciale che consente la regolarizzazione della gestione delle terre e rocce da scavo depositate irregolarmente. Valgono le stesse considerazioni espresse sopra. Ø Art. 77: Si contesta l’attribuzione dell’incarico di direttore dell’istituto cimbro a personale senza laurea. Lo Stato non considera che l’istituto ha un ruolo di promozione della cultura cimbra e che la popolazione cimbra è numericamente molto ridotta. Inoltre non si attribuisce in alcun modo una qualifica permanente, ma solo un incarico a scadenza.  
   
   
TOSCANA: POSITIVA CONVOCAZIONE REGIONI A TAVOLO GOVERNO-PARTI SOCIALI  
 
Roma, 21 febbraio 2012 – “E’ indubbiamente positivo che il Governo abbia deciso in questa fase di convocare le Regioni al tavolo di confronto con le parti sociali sulla riforma degli ammortizzatori sociali”. Lo ha dichiarato l’assessore al lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, a nome del coordinamento della Commissione lavoro per la Conferenza delle Regioni, che ieri ha partecipato, assieme all’assessore della Regione Lombardia, Gianni Rossoni, al confronto Governo-parti sociali. “Nel corso dell’incontro – ha sottolineato Simoncini – abbiamo manifestato al Governo e alle parti sociali la nostra piena disponibilità a partecipare in maniera attiva e propositiva alla discussione in atto, in particolare sul fronte della universalità dei diritti che vanno garantiti a tutti i lavoratori e sul tema delle politiche attive del lavoro che riteniamo debbano entrare a pieno titolo nel processo riformatore in corso”. “Nelle prossime ore – ha concluso l’assessore Simoncini – porterò all’attenzione degli assessori al lavoro i temi trattati oggi affinché si possa rappresentare una posizione condivisa in una delle prossime riunioni della Conferenza delle Regioni”.  
   
   
CONSIGLIO SARDO APPROVA LEGGE SUGLI ENTI LOCALI: PREMIATI ANCHE GLI SFORZI DELLA GIUNTA  
 
Cagliari, 21 febbraio 2012 - "L´approvazione della legge sugli Enti locali, votata dal Consiglio regionale questo pomeriggio, conclude positivamente una parte del percorso che la Giunta Cappellacci ha attivato e tradotto in una prima proposta, arricchita dal contributo della Commissione consiliare, condivisa e completata dall’Assemblea Sarda, che interviene per risolvere alcuni dei temi più urgenti che gli Enti locali devono affrontare". Lo ha dichiarato il 17 Febbraio l’assessore regionale degli Enti locali, finanze e urbanistica, Nicola Rassu, in seguito all’approvazione della legge sugli Enti locali, da parte del Consiglio regionale. "Quello compiuto oggi è solo un primo passo verso il completamento di una legge organica di revisione della normativa sugli Enti locali che la Giunta Cappellacci ha già delineato e che mira a difendere le prerogative delle Autonomie locali venendo incontro all’esigenza di razionalizzare le istituzioni rendendole maggiormente aderenti alla volontà popolare e all’autonomia riconosciuta alla Sardegna". "È una grande soddisfazione per l’Esecutivo, dunque, vedere premiati anche i propri sforzi e il voto di oggi, all’unanimità. E´ la conferma della bontà di una norma che abbiamo sostenuto e che lascia ben sperare per raggiungere, prima possibile, gli obiettivi di difesa, rafforzamento e tutela delle funzioni dei piccoli Comuni - ha concluso Rassu - e proseguendo nella strada del contenimento della spesa pubblica e del mantenimento di un percorso coerente nella gestione delle strutture degli Enti locali nell’Isola, puntiamo fortemente sul processo di razionalizzazione dell’esercizio obbligatorio in forma associata delle funzioni fondamentali dei Comuni, già tradotto in disegno di legge dall’Esecutivo".  
   
   
G.R. UMBRIA APPROVA SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE PER INTERVENTI IN ZONE SISMICHE  
 
Perugia, 21 febbraio 2012 - Le nuove procedure per la semplificazione delle autorizzazioni rilasciate dagli uffici provinciali e la vigilanza su opere e costruzioni in zone sismiche per gli interventi da realizzare nel territorio regionale, attuative della Legge 27 gennaio 2010, n. 5 (Disciplina delle modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche), modificata con legge del 16 settembre 2011, n. 8 recante "Semplificazione amministrativa e normativa dell´ordinamento regionale e degli Enti locali territoriali, sono state approvate dalla Giunta regionale, su proposta dell´Assessore Stefano Vinti. "Per velocizzare le procedure per il rilascio delle autorizzazioni sismiche -ha affermato Vinti - è stato irrobustito l´elenco delle opere "prive di rilevanza", strutturalmente non rilevanti agli effetti della valutazione del rischio sismico, per le quali non è richiesto il rilascio dell´autorizzazione ovvero il deposito dei progetti presso le Province competenti. Il committente dell´opera è tenuto a conservare la documentazione progettuale ed a esibirla in caso di controlli in corso d´opera, assieme alla "asseverazione" di rispetto della normativa tecnica vigente a firma del progettista e al "certificato di rispondenza" delle opere eseguite al progetto redatto, a firma del direttore dei lavori". "Nel contempo, ha aggiunto l´Assessore, abbiamo introdotto l´elenco dei lavori "di minore rilevanza" per la pubblica incolumità ai fini sismici, ovvero di quegli interventi ritenuti strutturalmente meno rilevanti agli effetti della valutazione del rischio sismico, riconducibili sia ai casi di nuove costruzioni che agli interventi su costruzioni esistenti". Per questi lavori, tra i quali sono comprese tutte le opere che riguardano le costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli e quelle che riguardano edifici il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti per l´ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali (limitatamente ai 500 mc con un massimo di due piani) nonché per tutti gli interventi locali su costruzioni esistenti, è previsto il controllo a campione sia del progetto preventivamente depositato in Provincia che dell´esecuzione di opere. Tale facilitazione non si applica agli interventi su opere "strategiche" o "rilevanti", e nemmeno su quelli ricadenti in aree esposte a rischio idrogeologico da frana. "In ogni modo - precisa Vinti - i suddetti interventi dovranno essere progettati ed eseguiti nel rispetto della normativa tecnica vigente in materia antisismica. Allo stesso modo si è operata una profonda riorganizzazione anche in merito alle "varianti strutturali" non sostanziali, per le quali non è richiesto il deposito preventivo della documentazione progettuale o l´autorizzazione sismica preventiva in quanto non introducono modificazioni significative agli atti depositati o autorizzati con il progetto originario. I procedimenti in corso all´entrata in vigore dei provvedimenti regionali, cioè quelli per i quali a questa data sia stato depositato il progetto esecutivo riguardante le strutture per l´autorizzazione sismica o sia stata rilasciata l´attestazione di avvenuto deposito del progetto medesimo, sono completati e producono i loro effetti secondo le disposizioni delle leggi regionali previgenti. In aggiunta la Regione, oltre ad aggiornare la classificazione degli interventi nonché la modulistica per l´istanza di autorizzazione o deposito, individua una nuova procedura anche per il "certificato di rispondenza" che prevede in capo al Direttore dei lavori la redazione e il deposito del Certificato presso le amministrazioni competenti e che l´eventuale collaudatore acquisisca il suddetto certificato e lo alleghi, citandolo, al proprio atto di collaudo. Nel contempo, anche i certificati sui materiali ed i certificati di prova saranno sempre depositati presso la pubblica amministrazione competente, per completezza documentale e nell´ottica di garantire un effettivo supporto a verifiche e controlli successivi. In ultimo, la Regione detta le regole con le quali le Province, congiuntamente, adottano gli importi del "rimborso forfettario per le attività istruttorie, di conservazione dei progetti e per i controlli", sulla base di principi di equità, di adeguatezza e di commisurazione delle funzioni, delle attività e dell´impegno effettivamente impiegati nonché di economicità, semplicità ed efficacia dell´azione amministrativa. Gli importi saranno differenziati, per le opere valutabili in metri cubi, sulla base di classi di volumi con importi progressivamente decrescenti e sono stati previsti numerosi casi di esenzione o riduzione. La diminuzione di spesa che ne conseguirà è altro forte segnale ed impulso per tutti gli operatori del settore nonché per gli stessi cittadini. "L´enorme lavoro svolto dagli esperti regionali, conclude Vinti, tende così all´obbiettivo di semplificare le autorizzazioni, venendo incontro alle esigenze di professionisti, imprenditori e cittadini senza però abbassare l´asticella della sicurezza ma cercando di concentrare l´operato di controllo laddove è più necessario ed auspicabile".  
   
   
AMMORTIZZATORI SOCIALI, SIGLATO ACCORDO QUADRO IN REGIONE BASILICATA  
 
Potenza, 21 febbraio 2012 - “Le politiche attive del lavoro sono il punto centrale dell’azione regionale. L’accordo quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2012 che la Regione Basilicata ha sottoscritto questa sera con le parti datoriali e sindacali, dopo ore di intenso lavoro, è il frutto di una approfondita concertazione che ha visto insieme tutte le parti interessate e si è avvalso dello sforzo congiunto dei Dipartimenti regionali alla Formazione e Lavoro e alle Attività Produttive”. È quanto dichiara l’Assessore alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport, on Vincenzo Viti in merito all’accordo quadro siglato il 17 febbraio in Regione. “Abbiamo messo a punto – commenta l’assessore Viti - la migliore soluzione possibile da offrire a coloro che, perdendo il proprio posto di lavoro, vivono condizioni di svantaggio soprattutto in questo contesto di crisi economica che contraddistingue il nostro Paese. L’accordo tiene conto del fatto che l’ammortizzatore sociale in deroga rappresenta lo strumento adatto a consentire ai lavoratori di affrontare il proprio svantaggio. Ciò – osserva Viti – offrirà un lasso di tempo necessario per attendere con serenità dal Governo centrale nuovi strumenti di politiche attive che possano fornire ai lavoratori l’occasione di rientro nel mondo del lavoro, attraverso l’utilizzo di tirocini, bonus occupazionali e per auto impresa, accesso a l microcredito e alla formazione continua. Il tutto – osserva ancora Viti – per permettere la ripresa dell’economia lucana, condizione imprescindibile per favorire condizioni occupazionali stabili e durature”. In particolare l’accordo stabilisce i criteri per la concessione della cassa integrazione in deroga e della mobilità in deroga e individua i destinatari. Le categorie interessate alla mobilità nello specifico sono:lavoratori subordinati disoccupati licenziati nel periodo 01.01.2012 / 31.12.2012; lavoratori subordinati disoccupati con contratto a tempo determinato e i lavoratori con contratto di somministrazione, licenziati o cessati dal lavoro nel corso del 2012; lavoratori dipendenti subordinati licenziati dal 01.01.2012 da datori di lavoro non imprenditori; lavoratori dipendenti subordinati licenziati da aziende appartenenti a tutti i settori produttivi, esclusi i settori edile ed agricolo, che abbiano esaurito l’indennità di disoccupazione ordinaria nel periodo compreso tra il 1.01.2012 e il 31.12.2012; lavoratori subordinati cui scade la mobilità in deroga e lavoratori a cui scade la mobilità ordinaria tra cui ordinaria ex dipendenti delle aziende del settore del mobile imbottito, interessati da programmi di ricollocazione. Ex dipendenti delle aziende interessati da effettivi piani di ricollocazione in essere e in prospettiva; lavoratori che hanno terminato la mobilità in deroga al 31.12.2011. La cassa integrazione in deroga potrà essere attuata dalla aziende che non possono attivare strumenti di ammortizzatori ordinari.  
   
   
L’ APPRENDISTATO IN SARDEGNA ASSUME MAGGIORE IMPORTANZA  
 
Cagliari, 21 Febbraio 2012 - "L´avvio dell’apprendistato in Sardegna assume maggiore importanza, considerando l’interesse dimostrato dal Governo Monti verso questo strumento nell´ambito della riforma del mercato del lavoro". Lo ha detto l´assessore il 17 febbraio regionale del Lavoro, Antonello Liori, in occasione della presentazione, organizzata da Fondimpresa, dei progetti di apprendistato nel settori dell’industria, finanziati dalla Regione Sardegna. "Una scelta strategica per promuovere l’occupazione giovanile e contrastare la frattura generazionale che caratterizza il nostro mercato del lavoro - ha aggiunto l’assessore Liori - affiancandosi nella programmazione delle politiche attive per il lavoro ai tirocini e ad altre iniziative per l’autoimprenditorialità, l’apprendistato mira al rafforzamento delle competenze ed al sostegno della competitività delle imprese, come utile strumento di contrasto al precariato ed al lavoro nero. Un’offerta formativa che favorisce anche le aziende, soprattutto le piccole, vera spina dorsale della nostra economia, che potranno così usufruire di competenze maggiormente qualificate". "Abbiamo realizzato un modello Sardegna, che comincia ad essere apprezzato nel resto d´Italia - ha concluso l’assessore Liori - fare sistema per fare formazione, in stretto rapporto di collaborazione con le agenzie formative e le associazioni di categoria, affinché anche questo strumento sia una componente essenziale dello sviluppo. L’obiettivo è quello di formare 1.500 apprendisti per il biennio 2012/13 ed almeno 500 tutor aziendali."  
   
   
GIOVANI E OCCUPAZIONE, RAPPORTO AUR: DA BANDI REGIONE UMBRIA OPPORTUNITÀ CONCRETE DI LAVORO  
 
Perugia, 21 febbraio 2012 - Creare le condizioni per aumentare l´occupazione giovanile, che risente pesantemente degli effetti della crisi, puntando su ricerca, innovazione e cultura d´impresa in modo da valorizzare allo stesso tempo il sistema produttivo umbro. Gli interventi messi in atto a questo scopo dalla Regione, utilizzando in maniera innovativa le risorse del Fondo sociale europeo nell´ambito della programmazione 2007-2013, si dimostrano efficaci e confermano i buoni risultati della recente indagine del Centro studi "Datagiovani" che pone l´Umbria ai primi posti fra le regioni "amiche" dei giovani. È quanto è emerso dal convegno sulle "opportunità per i giovani" che si è svolto oggi a Perugia, organizzato dalla Regione Umbria e dall´Agenzia Umbria Ricerche, durante il quale sono stati presentati gli esiti occupazionali di alcuni bandi regionali e azioni pilota ed illustrate le iniziative che saranno attuate nel 2012 per offrire opportunità di lavoro e di mobilità ai giovani residenti in Umbria, pronti a cimentarsi in un percorso di confronto e crescita con altre realtà nazionali e internazionali. Al convegno, presieduto dal presidente dell´Aur Claudio Carnieri e concluso dall´intervento del direttore alla Programmazione, innovazione e competitività della Regione Umbria Lucio Caporizzi, sono state presentate anche alcune testimonianze di neoimprenditori. La prima parte è stata dedicata al rapporto di ricerca realizzato dall´Aur su incarico della Regione Umbria sui tre bandi regionali finalizzati al sostegno della ricerca, con cui sono stati finanziati assegni di ricerca, borse lavoro per percorsi formativi, l´inserimento in progetti integrati per lo sviluppo delle risorse umane di reti di imprese o di singole imprese innovative. L´indagine, illustrata dalle ricercatrici "Aur" Meri Ripalvella e Valentina Bendini, ha interessato tutti i soggetti coinvolti, con l´invio di questionari ai circa 600 beneficiari (351 del bando assegni, 187 del bando ricerca e lavoro, 55 del bando reti); 273 enti pubblici o privati ospitanti; 32 soggetti attuatori (enti di formazione e imprese: 12 del bando ricerca e lavoro, 20 del bando reti). Il beneficiario tipo ha 32 anni e mezzo, è donna, ha origini umbre, possiede un diploma di laurea in materie scientifiche (più del 70%), conseguito in media a 27 anni. La ricerca che ha condotto ha riguardato principalmente temi legati all´ambiente, all´energia e alle biotecnologie, alla biologia, alla chimica e alla medicina. Solo il 6 per cento non ha portato a conclusione il percorso di ricerca; di questi, l´83 per cento nel frattempo aveva infatti trovato un nuovo lavoro. La quasi totalità dei beneficiari valuta positivamente l´esperienza realizzata, dato sostanzialmente in linea con il giudizio dei soggetti ospitanti. Le strutture che si sono rese disponibili ad accogliere i beneficiari degli interventi finanziati operano, nell´85% dei casi, nel settore privato e sono principalmente in provincia di Perugia. Nel settore pubblico l´attività di ricerca viene svolta con regolarità, per più dei due terzi dei soggetti ospitanti, mentre, dato che fa sicuramente riflettere, il 22,8 per cento di strutture private dichiara di non svolgere affatto attività di ricerca. Le figure professionali maggiormente richieste per le attività di ricerca sono nel 33% dei casi ingegneri ed architetti, seguiti da informatici, programmatori ed esperti web. Quanto agli esiti occupazionali, il 65,6% dei soggetti coinvolti dagli interventi finanziati risulta occupato a 6 mesi dalla data di conclusione del progetto di ricerca, con un´età media che si attesta a 33 anni per le donne e 32 per gli uomini. Nel 50% dei casi hanno trovato lavoro nella stessa struttura che li ha ospitati nel percorso di ricerca. Il 58% degli occupati afferma che l´aver svolto il progetto di ricerca ha inciso positivamente sulla propria assunzione. Tra le tipologie contrattuali, a prevalere sono i contratti a progetto e gli assegni di ricerca/borse di studio, in particolate nel settore pubblico. In ogni caso le assunzioni a tempo indeterminato raggiungono il 14 per cento. Coloro che ottengono un contratto subordinato a tempo indeterminato hanno l´età media più elevata (34 anni), segno dell´evidente difficoltà di entrare stabilmente nel mondo del lavoro. Positivi sono anche i risultati di due innovative azioni pilota realizzate dall´Aur. La prima, come ha spiegato la ricercatrice Anna Maria Riccioni, volta a sostenere la mobilità europea di portatori di idee imprenditoriali, ha permesso a 29 potenziali imprenditori di realizzare un´esperienza professionale di aggiornamento e approfondimento delle proprie competenze in imprese, centri di ricerca, università europee. Dall´esperienza di stage sono nate nove iniziative imprenditoriali o di lavoro autonomo, attivate nella seconda fase dell´azione pilota, che potranno avvalersi di incentivi fino a un massimo di 25mila euro. Il secondo progetto, "Interventi di formazione e promozione legati alla valorizzazione e recupero di aree storiche e archeologiche", oltre a puntare sul patrimonio quale vantaggio competitivo per aumentare l´attrattività del territorio, mira a incentivare l´occupazione favorendo esperienze di mobilità anche all´estero per i giovani laureati disoccupati che vogliono sviluppare idee imprenditoriali in questi campi. Sono stati selezionati 15 dei 44 candidati iniziali, le cui idee imprenditoriali sono state ammesse a finanziamento per borse di mobilità (1500 euro mensili) e che dall´ottobre scorso hanno avviato stage (9 in Italia, 6 all´estero) di sei mesi. Nel 2012 l´Aur avvierà le procedure per il riconoscimento degli incentivi (valore massimo 25mila euro) alla creazione d´impresa o di lavoro autonomo. Guardano all´Europa, ai progetti da svolgere in Italia e all´estero, e a una sinergia sempre più forte tra mondo della scuola, università e imprese anche le nuove azioni pilota assegnate dalla Regione Umbria all´Agenzia Umbria Ricerche e che saranno messe in atto quest´anno. "Con il progetto Eurodyssée - ha spiegato il direttore dell´Aur, Anna Ascani - offriremo ai giovani residenti in Umbria la possibilità di realizzare un tirocinio all´estero, in uno dei 34 Paesi dell´Assemblea delle regioni d´Europa, dove potranno acquisire un´esperienza professionale e perfezionare una lingua straniera. La stessa opportunità sarà offerta ai tirocinanti stranieri nella nostra regione. Il secondo bando, ´Creativity Camp´, favorirà l´avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro e dell´imprenditorialità premiando le idee progettuali fondate sulla creatività, il talento e l´intuito dei giovani, con il coinvolgimento delle imprese e momenti di incontro con eventuali finanziatori". Un´altra azione pilota che sarà attivata quest´anno "contribuirà alla cooperazione tra il mondo scolastico e il mondo imprenditoriale con esperienze pratiche di apprendimento, corsi di formazione e seminari rivolti agli studenti degli istituti superiori per la promozione dell´imprenditorialità, al termine dei quali ci sarà una competizione a livello regionale". All´agenzia Umbria Ricerche è stato affidato, inoltre, il progetto "Brain Back", per indagare il fenomeno migratorio della popolazione umbra e favorire il ritorno di ricercatori/lavoratori residenti all´estero con incentivi per la creazione d´impresa o la creazione di reti tra imprese umbre ed estere. È stato intanto pubblicato il primo dei quattro bandi del programma Persone - Azione Marie Curie denominato Cofund-i Move, cofinanziato dalla Regione Umbria, il cui scopo è di sviluppare la mobilità internazionale dei ricercatori in settori altamente innovativi e accelerare l´interazione tra imprese e società scientifica. Il primo bando, è stato ricordato, prevede 14 borse di studio e promuove la mobilità in entrata e uscita tra Stati dell´Unione europea, Paesi terzi e laboratori italiani di ricerca nei settori della genomica, genetica, informatica e nanotecnologie applicate alle scienze della vita.  
   
   
MILANO: CENSIMENTO ISTAT, COMUNE E POLIZIA LOCALE CONTRO FALSI RILEVATORI NUMERI TELEFONICI DEDICATI AI CITTADINI PER ACCERTARE L’IDENTITÀ DEI RILEVATORI E DENUNCIARE EVENTUALI ABUSI  
 
Milano, 21 febbraio 2012 - Il Comune di Milano e la Polizia locale hanno ricevuto diverse segnalazioni sulla presenza di malintenzionati che, fingendosi rilevatori del censimento Istat, si introducono nelle case per frodare le famiglie. Per scongiurare il fenomeno, l’Amministrazione ha dedicato numeri telefonici ai cittadini che desiderino accertare l’identità dei rilevatori autorizzati all’attività sul campo (Infoline 02.02.02; Polizia locale 02.02.08), oppure denunciare falsi rilevatori (02/77273089 - Squadra Interventi Speciali della Polizia locale). Si ricorda che i rilevatori sono muniti di tesserino di riconoscimento Istat con foto, e che possono avvisare del proprio passaggio affiggendo una locandina nell’ingresso degli edifici o lasciando un avviso nella casella postale delle famiglie ancora da censire.  
   
   
FAMIGLIA: È QUESTIONE CULTURALE. ROMA IMPEGNATA A DARE RISPOSTE  
 
Roma, 21 febbraio 2012 - «La famiglia, insieme con l´arte, è la sola vera materia prima del nostro Paese: per questo, tutte le Istituzioni, a livello nazionale e locale, hanno il compito di ripensare le politiche di welfare dando un peso maggiore alla famiglia. Perché la difficoltà nel fare figli, prima che da problemi economici o fiscali, dipende da una visione culturale». Così l’Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale Gianluigi De Palo nel suo intervento di saluto in occasione del Convegno ´Famiglia e politica: un binomio possibile? Le provocazioni della Familiaris Consortio’. Al convegno, organizzato dall´On. Luisa Santolini, sono intervenuti, tra gli altri: il Ministro con Delega alla Famiglia, Andrea Riccardi, il Prof. Stefano Zamagni, Ordinario di Economia Politica all´Università di Bologna, l´On. Pierferdinando Casini, l´On. Giuseppe Fioroni, l´On. Rocco Buttiglione e il Presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, Francesco Belletti. «Le famiglie della nostra città - spiega De Palo - possono già contare su un sistema di servizi e su tariffe a misura di famiglia, ad esempio negli asili e per le mense scolastiche. Tuttavia, sono convinto che l´impegno di Roma Capitale nel dialogo con le associazioni familiari, allo scopo di realizzare concretamente il ´fattore famiglia´ possa portare altro ossigeno ai nuclei familiari. Tuttavia, perché i nostri sforzi possano avere efficacia, occorre che siano anche gli enti territoriali e il Governo nazionale a fornire risposte concrete alle esigenze delle famiglie, innanzitutto rimodulando l´agenda della politica. Perché la famiglia è il futuro, ma anche il presente del nostro Paese e della nostra città», conclude De Palo.