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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Marzo 2012
STRASBURGO: I DEPUTATI EUROPEI CHIEDONO A PUTIN DI DIALOGARE CON I MANIFESTANTI  
 
Strasburgo, 19 marzo 2012 - Il Parlamento condanna le irregolarità riscontrate durante la preparazione e lo svolgimento delle elezioni presidenziali russe del 4 marzo, in una risoluzione adottata giovedì a larga maggioranza. Viene inoltre chiesto a Putin di abbassare i toni della sua retorica anti-proteste e intraprendere un "dialogo sincero" con i manifestanti. I deputati, nella risoluzione approvata, esprimono preoccupazione per "l´evoluzione della situazione nella Federazione russa riguardo al rispetto e alla tutela dei diritti umani come pure all´osservanza dei principi democratici e delle regole e procedure elettorali universalmente accettati". Irregolarità nel processo elettorale - Il Parlamento critica la limitata scelta proposta agli elettori russi durante le recenti elezioni e chiede un´analisi puntuale di tutte le irregolarità riscontrate "al fine di rafforzare le norme democratiche per le future elezioni". I deputati citano anche le valutazioni effettuate dalle varie missioni d´osservazione elettorale dell´Osce e dell´assemblea parlamentare del Consiglio d´Europa, secondo cui le elezioni presidenziali sono state distorte in maniera grave "a favore di un solo candidato, con carenze nel processo di registrazione dei candidati, una copertura mediatica parziale e non equa e l´utilizzo di risorse di Stato a vantaggio di un singolo candidato". Ora è il momento delle riforme - Il Presidente russo Medvedev dovrebbe ora dare seguito alle sue promesse e adottare le riforme necessarie per migliorare il sistema politico del Paese, come chiedono i deputati che auspicano che il neo eletto Putin sia pronto a realizzarle, iniziando dalla più che mai necessaria riforma del sistema di registrazione dei partiti politici. La risoluzione chiede a tutte le parti di cogliere l´occasione per mettersi d´accordo su un pacchetto di riforme, prima che il nuovo Presidente entri in carica. Tale dialogo dovrebbe innanzitutto interessare i partiti rappresentati nella Duma, i manifestanti di queste settimane e i partiti d´opposizione al fine di raggiungere un accordo sul futuro del Paese. Infine, il Parlamento incoraggia i partiti d´opposizione a unirsi maggiormente per presentarsi come valida alternativa per i cittadini russi.  
   
   
MAFIE: COMMISSIONE SPECIALE PER INVESTIGARE SULLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA NELL´UE  
 
Strasburgo, 19 marzo 2012 - Una commissione parlamentare speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro è stata istituita dal Parlamento mercoledì. Avrà un anno per investigare l´infiltrazione della criminalità organizzata nell´economia legale, nella pubblica amministrazione e nella finanza, e per individuare misure per combatterla. Appropriazione indebita di fondi pubblici, infiltrazione nel settore pubblico e contaminazione dell´economia legale e del sistema finanziario sono alcune delle principali minacce delle organizzazioni criminali che colpiscono l´Ue. Prima della scadenza del suo mandato, la commissione speciale dovrà valutare l´estensione dell´impatto della criminalità organizzata sull´economia e sulla società dell´Ue, nonché proporre le misure adeguate che consentano all´Unione di prevenire e contrastare tali minacce a livello internazionale, europeo e nazionale. "L’istituzione della commissione antimafia del Parlamento europeo rappresenta un vero punto di svolta nella storia delle politiche dell’Unione europea. Finalmente dall’Europa arriva un messaggio inequivocabile alle organizzazioni criminali e alle mafie: le istituzioni non hanno intenzione di indietreggiare davanti al crimine organizzato", ha detto Sonia Alfano (Alde, It), relatrice del Parlamento europeo per la lotta contro la criminalità organizzata. I deputati ascolteranno giudici, vittime, organismi della società civile e istituzioni . La commissione, con un mandato annuale rinnovabile per un altro anno, avrà il potere di fare visite in loco e organizzare audizioni con istituzioni europee e nazionali provenienti da tutto il mondo. I deputati potranno invitare i rappresentanti delle imprese e della società civile e le organizzazioni delle vittime, nonché funzionari, compresi giudici, coinvolti nella lotta quotidiana contro la criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro. Le prossime tappe - Il Parlamento voterà la composizione della commissione speciale nel corso della sessione plenaria di Bruxelles del 28-29 marzo prossimi. La commissione inizierà i propri lavori entro fine aprile.  
   
   
UE: QUOTE PER RAFFORZARE LA PARTECIPAZIONE DELLE DONNE ALLA VITA POLITICA ED ECONOMICA  
 
Strasburgo, 19 marzo 2012 - Misure legislative per ridurre il divario retributivo di genere e introdurre le quote per aumentare il numero di donne negli organi direttivi e politici sono fra le richieste approvate martedì dal Parlamento europeo. In una risoluzione elaborata da Sophia in´t Veld (Alde, Nl) sulla relazione annuale 2011 sulla parità di genere nell´Ue, il Parlamento ribadisce la richiesta di nuove leggi che introducano le quote per incrementare la rappresentanza femminile negli organi direttivi, qualora le misure nazionali non riescano a raggiungere questo obiettivo. Nel dibattito svoltosi lunedì scorso, la relatrice in´t Veld aveva esortato il Parlamento e la Commissione europea a varare iniziative forti per affrontare la disuguaglianza. "Spontaneamente ciò non accadrà: colleghi, è giunto il momento di agire!", aveva dichiarato. Nel corso dello stesso dibattito, il commissario per la giustizia Viviane Reding, aveva annunciato che proposte a tal fine potrebbero essere presentate entro fine anno. Il Parlamento aveva richiesto tali misure obbligatorie già in una risoluzione del luglio 2011. Quote negli organi direttivi - Per incrementare il numero delle donne in posizioni dirigenziali nelle imprese dell´Ue, la risoluzione in´t Veld invita la Commissione europea a valutare le misure nazionali adottate finora, e, qualora le giudicasse inadeguate, a presentare una proposta legislativa per introdurre quote per incrementare le quote femminili negli organi direttivi al 30% entro il 2015 e al 40% entro il 2020. Quote elettorali Nel documento si rileva che le quote elettorali sono state introdotte con successo in Francia, Spagna, Belgio, Slovenia, Portogallo e Polonia e che, quindi, misure equivalenti dovrebbe essere presa in considerazione anche da altri paesi. In un´altra risoluzione redatta da Sirpa Pietikäinen (Ppe, Fi) e votata sempre martedì, si sostiene che, per garantire la parità di genere nel processo decisionale politico, comprese le liste elettorali e le cariche più elevate dell´Unione europea, si rendono necessarie misure vincolanti e sanzioni a livello nazionale e comunitario. Per migliorare l´equilibrio di genere all´interno delle istituzioni Ue, i deputati invitano inoltre i governi nazionali a proporre, dopo le elezioni europee 2014, sia una donna sia un uomo come loro candidati a Commissario europeo. Attualmente, il 35% dei parlamentari europei sono donne, ma la media della rappresentanza femminile dei parlamenti nazionali dell´Ue rimane invariata al 24%. Solo il 23% dei ministri sono donne. Obiettivo Ue per la parità retributiva - Il divario retributivo tra i sessi è diminuito solo leggermente negli ultimi anni. In media, nell´Ue le donne guadagnano ancora il 17,5% in meno rispetto agli uomini, solo il 12% dei dirigenti sono donne e solo il 3% ricopre un incarico di presidenza. La risoluzione in´t Veld chiede un obiettivo di retribuzione paritaria europeo per ridurre del 10% il divario retributivo di genere in ciascun paese dell´Ue. La risoluzione Pietikäinen invita poi a un periodico monitoraggio delle misure adottate, e ad azioni correttive obbligatorie qualora gli obiettivi fissati non fossero raggiunti. Congedo di maternità retribuito - I deputati chiedono inoltre al Consiglio di portare avanti la proposta di direttiva sul congedo di maternità per garantire un congedo retribuito in tutta l´Ue. La risoluzione sulla relazione annuale sulla parità tra i sessi è stata adottata con 361 voti a favore, 268 contrari e 70 astensioni, mentre quella sulla rappresentanza delle donne nel processo decisionale politico è stata adottata con 508 voti a favore, 124 contrari e 49 astensioni.  
   
   
TI INTERESSA UNA CARRIERA NELLE ISTITUZIONI EUROPEE? PARTECIPA AL NUOVO CONCORSO EPSO  
 
Bruxelles, 19 marzo 2012 - La Commissione europea ha lanciato il 15 marzo la procedura per assumere nuovi funzionari Ue. Per partecipare è necessario presentare la propria candidatura entro le ore 12.00 Cet (ora di Bruxelles) del 17 aprile 2012 utilizzando il sito dell´Epso, l´Ufficio europeo di selezione del personale. Si tratta della terza procedura annuale di selezione dei candidati più idonei a svolgere una carriera di “amministratore” nell’Ue nel settore giuridico, dell´amministrazione pubblica europea, di audit, di comunicazione e di relazioni esterne (Nb: i candidati potranno scegliere solamente uno di questi settori). In linea con l’obiettivo di attirare i migliori talenti verso una carriera presso le istituzioni europee, l’Epso accetterà candidature di laureati e di studenti all’ultimo anno di studi universitari. Com´è già accaduto nella precedente campagna d´assunzione, la Commissione ha voluto separare le candidature dei neolaureati e quelle di chi ha già un’esperienza professionale, in modo da consentire ai laureati che hanno già almeno sei anni di esperienza lavorativa nel proprio settore di essere assunti accedendo ad un grado superiore. Per partecipare è necessario essere cittadini di uno dei 27 Stati membri dell´Ue. Per informazioni su come presentare la propria candidatura si può consultare la guida online . Le procedura di selezione Le prima fase di selezione consiste in: Un test che mira a valutare la capacità di ragionamento verbale, numerico e astratto del candidato. La prova si svolgerà nella lingua materna del candidato e avrà un peso del 50% sulla votazione finale. Una prova di "situational judgement", nella quale il candidato dovrà selezionare la risposta più e meno efficace ad una situazione professionale problematica. La prova si svolgerà in una delle tre lingue di lavoro della Commissione (inglese, francese o tedesco) e avrà un peso del 50% sulla votazione finale. I candidati che avranno superato questa prima fase e che saranno risultati idonei, saranno invitati alla fase di valutazione di Bruxelles per prender parte ad una serie di test che mirano a valutare le competenze professionali relative al profilo scelto. I candidati che avranno superato le prove di valutazione saranno iscritti in un "elenco di riserva", ossia nella banca dati dei vincitori di concorsi, tra i quali le istituzioni dell´Ue scelgono poi chi assumere. Per ottenere maggiori informazioni visitate il sito sulle carriere Ue. Http://www.eu-careers-online.eu/    
   
   
AL VIA IL PROGETTO GENERAZIONE EURO  
 
Roma, 19 marzo 2012 - Nel quadro delle iniziative previste per festeggiare i 10 anni dell´euro, giovedì 22 marzo prenderà il via il progetto "Generazione euro. Settimana della cittadinanza europea e dell´educazione finanziaria per i giovani". L´iniziativa ha come obiettivo quello di rendere consapevoli i giovani del legame esistente fra cittadinanza e elementi fondamentali dell´economia e sensibilizzarli a una gestione responsabile del denaro. La settimana che va da Lunedì 26 a Venerdì 30 Marzo verrà quindi scandita da una serie di incontri e iniziative che coinvolgeranno ragazzi di tutte le età, dai piccoli alunni delle scuole primarie agli studenti delle secondarie di primo e secondo grado. Il progetto è promosso dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo, dal Dipartimento per le Politiche europee (Presidenza del Consiglio dei Ministri), dal Ministero degli Affari Esteri, e realizzata in collaborazione con il Dipartimento per la Gioventù (Presidenza del Consiglio dei Ministri), il Ministero dell´Economia e delle Finanze, il Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca, l´Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e l´Associazione Bancaria Italiana. L´evento di apertura si terrà Giovedì 22 Marzo con una lezione magistrale di Vittorio Grilli, dal titolo "Generazione euro" presso l´Aula Magna "Mario Arcelli" dell´Università Luiss - Guido Carli. Apriranno l´incontro con i saluti iniziali Massimo Egidi in qualità di Rettore della Luiss, il Vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella e il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. Le iniziative per gli studenti avranno luogo in cinque importanti sedi romane: Spazio Europa, presso la sede italiana del Parlamento e della Commissione europea; Palazzo Altieri, sede dell’Associazione Bancaria Italiana; Explora – il Museo dei Bambini di Roma; la Scuola dell´Arte della Medaglia e la Zecca dello Stato. Per effettuare la prenotazione, le scuole interessate possono rivolgersi direttamente alle segreterie delle varie sedi coinvolte utilizzando i riferimenti contenuti nel link del programma delle iniziative. Http://ec.europa.eu/italia/documents/eventi/programma_generazione_euro_2012.pdf    
   
   
NASCE EUREGIO “SENZA CONFINI” OBIETTIVO 10 MILIONI DI ABITANTI TRILATERALE: GECT, APPROVATI TESTI STATUTO E CONVENZIONE  
 
Trieste, 19 maro 2012 - Imbocca la dirittura d´arrivo il percorso che porterà alla costituzione dell´Euroregione transfrontaliera. I testi della Convenzione e dello Statuto del Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) "Euregio Senza confini" sono stati approvati il 16 marzo a Trieste dal Friuli Venezia Giulia, dal Veneto e dalla Carinzia, in occasione di un vertice trilaterale delle Giunte regionali. L´approvazione dei testi è avvenuta con una dichiarazione congiunta sottoscritta dai tre presidenti al termine della trilaterale: Renzo Tondo per il Friuli Venezia Giulia, Luca Zaia per il Veneto e Gerhard Doerfler per il Land della Carinzia. Ora Convenzione e Statuto saranno trasmessi alla Presidenza del Consiglio dei ministri (Segretariato generale per le autorizzazioni), ma in sede di redazione tecnica dei documenti c´è già stata un´istruttoria informale da parte del Governo italiano. Come si legge nella Dichiarazione congiunta, il Gect si presenta come uno strumento di fondamentale importanza, adeguato per arrivare a "una reale capacità di intervento al di là delle frontiere e una struttura di cooperazione visibile e permanente, in grado di creare strategie di crescita comuni, di generare economie di scala e di gestire progetti, infrastrutture e risorse comuni". In particolare, la creazione di "un ente pubblico di scopo a responsabilità limitata, si inserisce nel quadro più ampio della Programmazione comunitaria 2014-2020, divenendone strumento di attuazione, anche nella previsione di un ruolo rafforzato in virtù delle future modifiche dei regolamenti comunitari per la programmazione 2014-2020, tra i quali il regolamento sul Gect". La collaborazione si concentrerà inizialmente su alcuni settori specifici: risorse energetiche e ambientali, trasporti e logistica, cultura, istruzione e sport, ambito socio-sanitario, protezione civile, scienza ricerca e innovazione tecnologica. E sarà quindi allargata a temi quali attività produttive, turismo e agricoltura, infrastrutture, lavoro e formazione professionale. Nella dichiarazione finale firmata oggi, si esprime l´auspicio di "adesione in tempi brevi da parte della Repubblica di Slovenia e delle Contee dell´Istria croata, Istriana e Litoraneo-montana". Al vertice trilaterale di oggi hanno anche partecipato, come osservatori, il console generale a Trieste della Repubblica di Slovenia, Vlasta Valencic Pelikan, e il governatore della Contea istriana, Ivan Jakovcic, mentre Zlatko Komadina della Litoraneo-montana non ha potuto partecipare perché impegnato a Zagabria. Nella Dichiarazioni d´intenti approvata a Villa Manin di Passariano (Udine) il 17 ottobre del 2005, con la quale era stato avviato ufficialmente il percorso per costituire l´Euroregione, anche la Slovenia e le due Contee croate avevano confermato la volontà di rafforzare con atto politico la già intensa collaborazione sul piano istituzionale, economico e sociale. Per quanto riguarda la Convenzione e lo Statuto, i passi successivi saranno l´autorizzazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, l´approvazione definitiva dei tre Governi regionali e, infine, la firma di da parte dei tre presidenti di Regione in forma di atto pubblico che si svolgerà - è stato stabilito oggi - a Venezia in occasione di un vertice trilaterale. Come già deciso nell´incontro tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia tenutosi a Venezia il 17 novembre del 2009, il nuovo organismo si chiamerà appunto "Euregio Senza confini" e avrà sede a Trieste: si farà quindi riferimento al quadro normativo italiano per quanto non previsto dal Regolamento dell´Unione europea sui Gect.  
   
   
TRILATERALE VENETO, FRIULI V.G., CARINZIA: A TRIESTE NASCE L’EUROREGIONE, TRAMONTA ALPE ADRIA  
 
 Trieste, 19 marzo 2012 - Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto, Renzo Tondo, presidente della Regione del Friuli Venezia Giulia e Gerhard Dörfler, governatore del Land della Carinzia (Austria), hanno sottoscritto il 16 marzo a Trieste in un incontro trilaterale una dichiarazione congiunta di approvazione dei testi dello statuto e della convenzione per la costituzione dell’Euregione “senza confini” nella forma di Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect), Ente pubblico di scopo a responsabilità limitata. “Abbiamo posto una pietra miliare nei rapporti transfrontalieri – ha detto il presidente Zaia – e la firma di oggi è una tappa di quel percorso inarrestabile verso l’Europa del futuro. Vogliamo che l’Euroregione sia non solo un laboratorio di buone pratiche, ma soprattutto uno strumento per la condivisione di strategie comuni”. In effetti, il Gect è uno strumento giuridico, previsto dalla Comunità Europea, in grado di contribuire alla cooperazione al di là delle frontiere nazionali, rendendola più strategica, ma anche più semplice e flessibile. La collaborazione è prevista in vari settori di intervento: infrastrutture, risorse energetiche e ambientali, trasporti, protezione civile, salute, lavoro e formazione, turismo, innovazione tecnologica, cultura e ricerca. Veneto, Friuli V.g. E Carinzia, già forti di una storica collaborazione tra loro, intendono oggi rafforzare e ampliare le relazioni transfrontaliere, transnazionali e interregionali, dotandosi di una struttura permanente in grado di gestire progetti, infrastrutture e risorse comuni e il Gect è considerato lo strumento giuridico in grado di realizzare, anche nell’attuazione di un omogeneo piano di sviluppo nel contesto della strategia Europa 2020, un’efficace governance territoriale su un’area vasta e spesso affine per interessi economici, storici e culturali. Il Gect, denominato “Euregio senza confini”, avrà sede a Trieste e nasce con l’adesione iniziale dei tre partecipanti suddetti, ma, considerati i sempre più intensi rapporti istituzionali, economici e sociali, l’auspicio è che in tempi brevi l’intesa possa allargarsi anche alla Repubblica di Slovenia, alla Contea Litoraneo-montana e alla Contea Istriana della Repubblica di Croazia. “Ma il nostro obiettivo è coinvolgere nel Gect anche il Land della Baviera – ha precisato Zaia – in quanto è importante poter costituire una massa critica che disponga di una forte capacità contrattuale in sede europea”. I testi degli atti costitutivi approvati nell’incontro di oggi dovranno essere trasmessi al Governo italiano per la loro approvazione e successivamente sottoscritti definitivamente in un nuovo incontro trilaterale che si terrà nei prossimi mesi a Venezia. “Con l’avvento dell’Euroregione decretiamo la fine dell’esperienza di Alpe Adria – ha concluso il presidente Zaia –, non per cancellare il passato ma per guardare avanti. Di fatto, attraverso il Gect, organizziamo dal punto di vista tecnico e amministrativo una realtà che già esiste e che si sta sempre più consolidando ed è quella di una piccola Europa dentro un’Europa più grande”.  
   
   
TRILATERALE: TONDO, GECT "SENZA CONFINI" UNA SINTESI DELL´EUROPA  
 
Trieste, 19 marzo 2012 - "Una sintesi dell´Europa al centro dell´Europa". Così il presidente della Regione Renzo Tondo ha definito il nuovo Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) "Euregio Senza confini", di cui il vertice trilaterale con Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia ha approvato il 16 marzo lo Statuto e la Convenzione, passi decisivi per la costituzione formale già programmata a Venezia non appena il Governo italiano avrà dato il "via libera" ai testi. "Oggi si creano le condizioni - ha detto Tondo - per avviare una linea di collaborazione più forte. Siamo davanti a una grandissima opportunità: sta a noi saperla riempire di contenuti concreti, far capire ai cittadini la sua importanza". Rispetto alle poche esperienze di Gect avviate da Regioni italiane, quello con Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia ha dalla sua parte la dimensione dei territori coinvolti, con oltre 9 milioni di abitanti, e una lunga esperienza alle spalle di proficua gestione in comune di programmi europei, a partire da Interreg. "Sono numeri - ha commentato il presidente del Veneto Luca Zaia - che fanno massa critica, e sui quali è possibile far crescere una buona progettualità. Da oggi si fa sul serio. Il Gect è il modo migliore per fornire ai nostri cittadini le risposte che ci chiedono". Il governatore della Carinzia Gerhard Doerfler ha definito il Gect "Euregio Senza confini" una "piccola Europa sull´Adriatico". "Dobbiamo dimostrare - ha detto - che l´Europa non si fa solo a Bruxelles o a Strasburgo, ma anche qui. È un segnale che dobbiamo dare ai nostri cittadini, per garantire speranza ai giovani". Il Gect "Senza confini" ha soprattutto l´ambizione di crescere, come hanno confermato oggi i tre presidenti della trilaterale, allargando la partecipazione prima di tutto alla Slovenia e alle due Contee dell´Istria croata e, in prospettiva secondo Zaia, anche alla Baviera. Presente come osservatore al vertice di oggi, la console generale di Slovenia a Trieste, Vlasta Valencic Pelikan, ha confermato la volontà della vicina Repubblica di rafforzare i rapporti di collaborazione transfrontaliera. E il presidente della Contea istriana, Ivan Jakovcic, ha assicurato che chiederà l´adesione al Gect non appena la Croazia farà il suo ingresso formale nell´Unione europea.  
   
   
TRILATERALE: FVG ESCE DA COMUNITÀ ALPE ADRIA  
 
Trieste, 19 marzo 2012 - Il Friuli Venezia Giulia, assieme al Veneto e alla Carinzia, ha deciso di uscire da Alpe Adria, la Comunità di lavoro costituita a Venezia il 20 novembre del 1978, che ha storicamente permesso di avviare l´esperienza della collaborazione transfrontaliera a cavallo del confine orientale d´Italia, molto prima del crollo del Muro di Berlino, quando per Trieste e per Gorizia passava ancora la Cortina di ferro tra Europa occidentale ed Europa comunista. La decisione è stata presa il 16 marzo, in occasione del vertice trilaterale svoltosi a Trieste, con una manifestazione formale congiunta di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia. Non a caso questa scelta coincide con l´approvazione della Convenzione e dello Statuto del Gect "Euregio Senza confini", il nuovo strumento concepito per rilanciare la cooperazione transfrontaliera nel contesto dell´Europa allargata, in continuità proprio con il percorso cominciato quasi 35 anni fa. "Alpe Adria - ha detto il presidente della Regione Renzo Tondo - ha avuto un merito straordinario, quello di costruire rapporti di buon vicinato al tempo della divisione dell´Europa, ma negli ultimi tempi è apparso ormai sempre di più uno organismo superato dai fatti. Dobbiamo guardare avanti. Oggi apriamo un percorso, un nuovo modo di intendere l´Europa". Anche il Veneto, assieme al Friuli Venezia Giulia, era stato tra i fondatori e i promotori di Alpe Adria nel 1978. "La decisione di uscire - ha commentato il presidente Luca Zaia - non significa cancellare il passato ma al contrario segna la volontà di guardare avanti, in un´Europa che è oggi completamente cambiata sotto il profilo geopolitico".  
   
   
TOSCANA-ISRAELE, APRIRE PROSPETTIVE DI SCAMBIO SU RAZIONALIZZAZIONE IDRICA  
 
Firenze, 19 marzo 2012 – Dare il via a un programma di scambio tra la Regione Toscana e lo Stato di Israele che abbia al centro il grande tema dell’acqua e della razionalizzazione dei suoi usi, per fronteggiare i cambiamenti climatici e gli effetti di desertificazione. Con questa prospettiva si è concluso il 16 marzo l’incontro del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi con il neo ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon. “Di fronte ai cambiamenti climatici che hanno forti effetti anche in Toscana – ha detto il presidente Rossi – dobbiamo attrezzarci per affrontare nuove situazioni di scarsità d’acqua e di vera e propria desertificazione. Da questo punto di vista lo stato di Israele, forte delle sue esperienze di sottrazione di terra al deserto, può dare un contributo importante anche a livello di innovazione tecnologica”. Nel corso dell’incontro con l’ambasciatore israeliano, che ha trascorso in passato un periodo di studio proprio a Firenze, affascinato dalla “culla del Rinascimento”, il presidente Rossi ha ricordato la collaborazione, riconfermata dalla Regione Toscana ogni anno, con il Centro Peres per la Pace di Tel Aviv per un progetto che provvede a far curare negli ospedali israeliani dei bambini palestinesi gravemente ammalati. Progetti di scambio e collaborazione sono in atto tra Italia e Israele soprattutto a livello commerciale, turistico, e di innnovazione tecnologica. Un ambito in cui la Toscana intende inserirsi, e ciò contribuirà, come ha sottolineato Rossi, a rinsaldare i rapporti reciproci.  
   
   
ROMA CAPITALE: VIA LIBERA DELLA GIUNTA ALLA MANOVRA DI BILANCIO 2012 RIGORE, EQUITÀ, SVILUPPO E MODERNIZZAZIONE PER USCIRE DALLA CRISI  
 
 Roma, 19 marzo 2012 - La Giunta di Roma Capitale presieduta dal sindaco, Gianni Alemanno, ha approvato, il 16 marzo su proposta dell’assessore al Bilancio e allo Sviluppo economico, Carmine Lamanda, la manovra di bilancio 2012 e le relative deliberazioni propedeutiche che delineano, tra l’altro, il percorso di riorganizzazione del Gruppo Roma Capitale. I numeri della manovra di parte corrente: le maggiori esigenze da coprire - Le ultime manovre varate dal Governo hanno determinato pesanti effetti sul bilancio di Roma Capitale. Complessivamente è emersa la necessità di reperire 730 milioni di euro per compensare sia i minori trasferimenti da parte dello Stato e della Regione per un importo complessivo di 478 milioni di euro sia la correzione degli utili per l’anticipo di dividendi già affluiti nello scorso esercizio dalle società partecipate (30 milioni di euro). Incidono negativamente anche le minori valorizzazioni delle contravvenzioni (70 milioni), maggiori spese per oneri finanziari per opere pubbliche (37,3 milioni), minori entrate di varia natura (14,7 milioni) e ulteriori maggiori esigenze della spesa corrente (107 milioni). Tra queste ultime sono compresi 7 milioni per le agevolazioni Tia, 27 milioni di risorse compensative al sociale, 15 milioni per il sostegno dell’occupazione e l’imprenditorialità giovanile, 10 milioni per la manutenzione del verde. Il meccanismo di copertura: determinazione dell’aliquota Imu e nessun incremento addizionale Irpef - Considerato che l’Imu ad aliquota base determina maggiori introiti e minori trasferimenti solo a vantaggio dello Stato, le maggiori esigenze sopra indicate sono state affrontate nel modo seguente. L’aliquota Imu è stata fissata al 5 per mille per quanto riguarda le prime case e al 10,6 per mille sulle seconde case e gli altri tipi di fabbricati; complessivamente il gettito dell’addizionale Imu per Roma Capitale sarà pari a 656 milioni di euro. Si è privilegiato l’Imu come leva del riequilibrio dei conti proprio per i contenuti di maggiore equità connessi con il carattere patrimoniale dell’imposta, evitando ogni ulteriore aumento dell’addizionale comunale Irpef. Hanno concorso all’equilibrio di bilancio altre risorse e, in particolare, i tagli ai contratti di servizio ed ad altre spese (39,2 milioni di euro), i risparmi fiscali derivanti dalla costituzione della holding (20 milioni di euro) e ulteriori maggiori entrate per 14,7 milioni di euro. Gli obiettivi del bilancio 2012: rigore, equità, sviluppo e modernizzazione - In questo scenario il bilancio 2012 persegue una molteplicità di obiettivi: assicurare meccanismi di equità fiscale a favore delle categorie più deboli (famiglie, disoccupati, pensionati ecc.); garantire l’attuale livello di agevolazioni previste senza ulteriori incrementi tariffari (asili nido e Tia); avviare il processo di riorganizzazione del Gruppo Roma anche alla luce degli indirizzi normativi sui servizi pubblici locali. Priorità viene attribuita agli interventi per la riduzione della spesa attraverso il potenziamento della Centrale Unica per gli acquisti, il taglio della spesa dei Dipartimenti (con esclusione delle spese per il sociale) e la riduzione dei cosiddetti “costi della politica” (ulteriori interventi sulle auto blu, il freno alle missioni di servizio). Queste iniziative di contenimento vengono estese alle Partecipate su cui si interviene anche con limiti più stringenti ai compensi dei dirigenti e degli amministratori. Equità: quoziente familiare, blocco delle tariffe e conferma della spesa sociale - Vengono mantenute le agevolazioni per le famiglie e le categorie deboli, viene disposto il blocco degli incrementi tariffari, introdotto il Quoziente Roma nella tariffa comunale dei rifiuti modificando l’Isee in chiave di quoziente familiare e portando le agevolazioni a 27 milioni. Rafforzati, anche attraverso la costituzione di una task force, gli strumenti di lotta all’evasione fiscale i cui proventi verranno destinati all’abbattimento dell’Imu e ad interventi per il sociale e l’occupazione. La spesa sociale non è stata ridotta, anzi è stata incrementata nel bilancio previsionale dai 202,5 milioni del 2011 a 211,4 milioni del 2012. Tuttavia, per giungere ai livelli finali del 2011 (la spesa sociale nel bilancio di assestamento era stata di 231 milioni di euro) è necessario un recupero di 18 milioni di mancati trasferimenti della Regione Lazio (a causa dei tagli operati dal Governo) che saranno individuati nell’assestamento di bilancio regionale e comunale. Sviluppo: interventi per l’occupazione - Viene prevista la costituzione di un Fondo Giovani per favorirne l’auto-imprenditorialità e l’auto-impiego (5 milioni di euro) e la costituzione di un Fondo di sostegno per l’occupazione (10 milioni di euro). Modernizzazione: creazione della Holding Gruppo Roma Capitale - La costituzione di una Holding in cui confluiranno tutte le società partecipate da Roma Capitale, esclusa Acea che è una società quotata in Borsa, produrrà vantaggi industriali rafforzando il controllo sulla gestione delle società e realizzando economie di costi e importanti sinergie. Ad essa sono associati rilevanti vantaggi sotto il profilo fiscale derivanti dal consolidamento e dalla gestione dell’Iva di gruppo per un importo quantificabile in circa 20 milioni di euro. Rispetto ai profili di governance si è innovato inserendo per le nomine degli organi di amministrazione e controllo il rispetto del principio dell’equilibrio di genere. Nella holding è inoltre prevista la presenza di un Comitato Consultivo composto da cinque membri designati da Roma Capitale, quattro dei quali indicati dalle rappresentanze sindacali. Un membro del Consiglio di Amministrazione sarà eletto dai lavoratori delle società controllate e un membro del collegio sindacale sarà indicato dal Comitato Consultivo. Cessione del 21% di Acea - Dall’operazione Acea che ottempera a precise indicazioni normative sono stimati incassi pari a 200 milioni di euro. L’operazione che sarà sottoposta al vaglio dell’assemblea capitolina aumenta lo spazio per investimenti sia rispetto ai vincoli del patto di stabilità sia rispetto alle esigenze di liquidità e sarà conforme ai seguenti principi: - prevedere strumenti di Governance e altre disposizioni finalizzate a garantire un adeguato livello di controllo di Roma Capitale sulla società; - privilegiare il trasferimento di quote a partner strategici (investitori istituzionali di natura pubblica), impedendo inoltre la cessione di quote a chi è già in possesso di più del 2% del capitale della società; - realizzare l’operazione in modo coerente con i risultati del referendum sul settore idrico. Un Piano di Investimenti di oltre 3 miliardi, pagamenti possibili per 350 milioni, metropolitane escluse - Il finanziamento degli investimenti fa riferimento a risorse pubbliche per 1,3 miliardi circa mentre gli interventi restanti dovranno essere realizzati con il concorso del capitale privato. La destinazione privilegiata dei fondi resterà ovviamente il settore del trasporto pubblico (metropolitane) con circa 750 milioni di risorse comunali investite. Seguono in ordine di impegno gli interventi sul territorio e l’ambiente (269 milioni), la viabilità e mobilità (188 milioni) nonché gli interventi sul patrimonio comunale (61 milioni). Patto di Stabilità - Il Patto di stabilità per Roma Capitale, tutt’ora in fase di negoziazione con il Governo e la Regione Lazio, ha l’obiettivo finale di pagare almeno 350 milioni per gli investimenti oltre quelli delle metropolitane. Sono immediatamente disponibili ulteriori 45 milioni per nuovi interventi di manutenzione di strade e scuole. Municipi: + 7 milioni di euro per la spesa corrente, + 13 milioni per opere pubbliche - Le risorse di parte corrente per i Municipi vengono complessivamente incrementate di 7 milioni di euro rispetto all’importo definitivo del 2011, tenendo conto anche delle risorse necessarie per la refezione scolastica in appalto, collocate presso i capitoli di bilancio della Centrale Unica per gli Acquisti. Tra le risorse per gli investimenti, sono previsti anche 13 milioni di euro in più ai municipi per opere pubbliche.  
   
   
MILANO PRIMA CITTÀ METROPOLITANA. PISAPIA E PODESTÀ: “AL VIA IL COMITATO PROMOTORE PER LA CREAZIONE DEL NUOVO ENTE”  
 
 Milano, 19 marzo 2012 – Lo scorso 16 marzo ha preso avvio concretamente il percorso di realizzazione della nuova istituzione di governo sovracomunale. E’ stato presentato nella Sala dell’Orologio di Palazzo Marino il Comitato Promotore della Città metropolitana di Milano. A presentarlo il Sindaco Giuliano Pisapia e il Presidente della Provincia Guido Podestà, con l’assessore comunale all’Area metropolitana Daniela Benelli e i due Presidenti dei Consigli comunali e provinciali Basilio Rizzo e Bruno Dapei. “Oggi - ha dichiarato il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia - abbiamo fatto ripartire con un consenso ancor più ampio e condiviso il percorso per la creazione della prima Città metropolitana d’Italia, rimasta sino a ora sulla carta a causa del ritardo legislativo. Da oggi - prosegue il Sindaco - si passa dalle parole ai fatti e dai fatti all’attuazione. Schierarsi per la Città Metropolitana significa fare buona politica, significa rispondere ai bisogni veri della gente ed è quello che Comune e Provincia hanno dimostrato di voler fare insieme. Parte da qui, quindi, un progetto di rinnovamento che sarà d’esempio per tutto il Paese. Sono convinto – conclude Pisapia - che faremo un buon lavoro in tempi ragionevolmente brevi. In quest’ottica il Comune ha già avviato la riforma del Decentramento che porterà alla trasformazione delle attuali Zone, a cui sono già stati demandati maggiori poteri decisionali, in vere e proprie Municipalità”. “Con la presentazione, oggi, del Comitato promotore della Città metropolitana, arricchito dalla presenza di deputati e senatori di entrambi gli schieramenti, desideriamo brevettare quest’esperienza ambrosiana e, soprattutto, farla partire dal basso, cioè dall’attivazione di servizi comuni, in una logica che si avvarrà, un domani, anche di una cornice di tipo giuridico - ha dichiarato il Presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà -. Il comitato, dunque, opera in queste due direzioni: da un lato, tutto ciò che è necessario per formalizzare una legge speciale per Milano, o attraverso una legge parlamentare che riguardi tutte le Città metropolitane, e dall’altro nell’ottica di avvalersi dell’operatività non solo di Provincia e Comune, ma anche di quelle amministrazioni del Milanese che hanno aderito al progetto finalizzato a istituire, nel territorio, il nuovo Ente introdotto dalla Riforma del Titolo V della Costituzione». “Per la prima volta la collaborazione tra le istituzioni e tra le diverse forze politiche, al di là degli schieramenti - ha affermato l’assessore all’Area metropolitana Daniela Benelli - è già una garanzia nel dare concretezza e fattibilità alla futura Città metropolitana. Una realtà che si costruisce lavorando insieme per trovare soluzioni ai grandi problemi che affliggono il nostro territorio come quello dell’ambiente e dei trasporti. Problematiche queste in cui è importante avere un governo metropolitano così come avviene nelle grandi città europee”. Il Comitato Promotore è composto da rappresentanti delle istituzioni, da molti Sindaci dell’area interessata e dalle parti economiche e sociali attive sul territorio, esponenti di spicco della società civile, come l’ex Sindaco di Milano Carlo Tognoli, Valerio Onida e Piero Bassetti. Al comitato aderiscono numerosi parlamentari milanesi di entrambi gli schieramenti che si impegneranno a completare la riforma delle autonomie locali dando soluzione al problema delle Città metropolitane e dando sostegno al "modello ambrosiano" costruito sulle esigenze del nostro territorio. Compito del Comitato, aperto alla partecipazione di altri Sindaci del territorio e altre personalità, è promuovere e sostenere il processo di istituzione della Città metropolitana milanese. Il Comitato chiederà, inoltre, al Governo di emanare in tempi rapidi il Regolamento che disciplina il procedimento di indizione e di svolgimento del referendum previsto dalla legge. Il 23 marzo a Palazzo Isimbardi proseguirà il dialogo e l’approfondimento su questo tema con il convegno ‘Costruire la Città Metropolitana - Dai 150 anni del Consiglio Provinciale ai nuovi assetti istituzionali per la Grande Milano’, al quale parteciperanno tra gli altri il Presidente Podestà, il Sindaco Pisapia, il Presidente del Senato Renato Schifani. Comitato Promotore Della Citta’ Metropolitana Di Milano: Guido Podestà Presidente della Provincia di Milano; Giuliano Pisapia Sindaco di Milano; Bruno Dapei Presidente del Consiglio Provinciale di Milano; Basilio Rizzo Presidente del Consiglio Comunale di Milano; Adriano Alessandrini Sindaco di Segrate; Luciano Bassani Sindaco di Cornaredo; Vito Bellomo Sindaco di Melegnano; Eugenio Comincini Sindaco di Cernusco sul Naviglio; Antonello Concas Sindaco di Pioltello; Roberto Cornelli Sindaco di Cormano; Vincenzo D´avanzo Sindaco di Trezzano Sul Naviglio; Massimo Davolio Sindaco di Rozzano; Antonio Salvatore Falletta Sindaco di Peschiera Borromeo; Ettore Fusco Sindaco di Opera; Daniela Pallazzoli Sindaco di Cusago; Daniela Gasparini Sindaco di Cinisello Balsamo; Alessando Lorenzano Sindaco di S.giuliano Milanese; Stefania Clara Lorusso Sindaco di Bollate; Vincenzo Magistrelli Sindaco di Pogliano Milanese; Giorgio Oldrini Sindaco di Sesto San Giovanni; Pietro Romano Sindaco di Rho; Lorenzo Vitali Sindaco di Legnano; Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio, Industria, Artigianato e agricoltura di Milano; Onorio Rosati Segretario Camera del Lavoro di Milano; Danilo Galvagni Segretario Generale Ust Cisl Milano.  
   
   
AMMINISTRATIVE IN SICILIA: SU GURS CIRCOLARE SULLA NUOVA LEGGE ELETTORALE  
 
Palermo, 19 marzo 2012 - Sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 16 maggio e´ stata pubblicata, a firma dell´assessore per le Autonomi locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, la circolare esplicativa della legge 6/2011, in materia di elezioni comunali. Alle prossime consultazioni amministrative, gia´ fissate per il 6 e 7 maggio (ballottaggio il 20 e 21), infatti, si votera´, per la prima volta, con il nuovo sistema elettorale. La circolare era attesa da molti enti locali, visto che saranno 149 le amministrazioni comunali coinvolte nella consultazione. La nuova legge modifica in parte il sistema precedente, introducendo la sostanziale novita´ che il voto espresso dall´elettore per la lista dei candidati al consiglio comunale non si estende al candidato sindaco cui la stessa e´ collegata e viceversa (cosiddetto effetto trascinamento). Questo comportera´ che l´elettore deve manifestare espressamente il proprio voto, sia per il candidato consigliere, sia per il candidato a sindaco. Resta inalterata il cosiddetto "voto disgiunto", ovvero la possibilita´ di esprimere la preferenza per un candidato sindaco e per una lista ad esso non collegata. La nuova legge prevede, inoltre, l´obbligo della rappresentanza minima di genere, sia nella composizione delle liste (almeno un quarto dei candidati deve essere di sesso diverso), sia in quella delle giunte (almeno un assessore appartenente a un genere diverso). In tema di composizione delle giunte, previsto l´obbligo di almeno 4 componenti nei comuni superiori a 10mila abitanti. Inoltre viene sancita l´incompatibilita´ a far parte della giunta per i congiunti piu´ stretti di sindaco (o presidente della Provincia), assessori e consiglieri. Rispetto al passato, e´ ammessa la possibilita´ per i consiglieri di essere nominati assessori (fino al massimo del 50 per cento dei componenti la giunta). Cambia anche la percentuale per l´approvazione della mozione di sfiducia del sindaco o del presidente: dal 65 per cento si passa ai 2/3 dei componenti. Viene introdotto, inoltre, l´istituto della revoca del presidente del consiglio, le cui modalita´ di presentazione e approvazione (almeno i 2/3 dei componenti) sono rimesse ai singoli statuti comunali o provinciali. La legge chiarisce, inoltre, che i voti raccolti dalle liste che non abbiano superato la soglia di sbarramento del 5 per cento non sono computabili per l´attribuzione del premio di maggioranza.In tema di circoscrizioni di decentramento, l´elezione del presidente e´ diretta. Viene introdotta, infine, la fascia dei comuni tra 10 e 15mila abitanti, prevedendo una sorta di sistema misto. Cosi´ come nei comuni con popolazione inferiore, non e´ previsto il turno di ballottaggio. L´elezione dei consiglieri, invece, avviene con il metodo proporzionale D´hondt (come nei comuni piu´ grandi) e cosi´ anche l´attribuzione del premio di maggioranza del 60 per cento, la possibilita´ del collegamento del sindaco a piu´ liste e la soglia di sbarramento del 5% per l´assegnazione dei seggi.  
   
   
VERTENZA SARDEGNA, PRESIDENTE CAPPELLACCI: "PRESERVARE APPORTO FORZE SOCIALI DA POLEMICHE PICCOLA POLITICA. PERCORSO UNITARIO VA AVANTI COMUNQUE"  
 
Cagliari, 19 Marzo 2012 - "Il percorso unitario sulla vertenza Sardegna va avanti con chi ci sta". Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, durante il suo intervento conclusivo del dibattito degli Stati Generali in Consiglio Regionale. "Nella giornata di ieri - ha detto il 17 marzo - ho sentito da parte delle forze economiche e sociali, dai parlamentari e dagli amministratori locali dei contributi concreti, dei ragionamenti alti, che saranno certamente utili per il percorso intrapreso. La risposta offerta dalla politica durante la giornata odierna, fatte le dovute eccezioni, farebbe pensare a un´occasione persa. Alcuni interventi, avulsi sia dalla discussione precedente sia dalle proposte formulata dalla Giunta, sulle quali mi sarei aspettato critiche, integrazioni o proposte di modifica, sembrano finalizzati esclusivamente a rompere l´unità e a bloccare l´azione avviata". "Si dica chiaramente - ha aggiunto Cappellacci rivolgendosi al capogruppo del Partito Democratico - se si vuole andare avanti insieme o se si intende rompere. Con tutti coloro che vogliono ancora arruolarsi in un esercito che intende rappresentare gli interessi della Sardegna e ottenere risultati e´ mio dovere e responsabilità di presidente andare comunque avanti e dare seguito agli appelli, ai contributi e al desiderio di adoperarsi per trovare soluzioni ai mali della nostra terra. Sulla base di tali contributi integreremo le proposte finora avanzate. Chi intende fare un percorso costruttivo è ben accetto oggi, lo sarà domani e lo sarà sempre perché c´è sempre tempo per la coesione". "Non ho alcuna remora - ha sottolineato, infine, il presidente riferendosi all´ordine del giorno presentato dai sardisti, considerato tra i documenti propositivi del dibattito - a sviluppare una discussione di un ordine del giorno se condurrà a un esame puntuale dei rapporti con lo Stato e a un´azione che dobbiamo portare avanti nei confronti del Governo centrale". "I quattro mori - ha concluso Cappellacci - non sono solo qualcosa che sta nel simbolo di un partito, ma un elemento della nostra coscienza, del nostro Dna. Siamo tutti sardisti e lo siamo per nascita".  
   
   
CAPPELLACCI A PARLAMENTARI SARDI, FRONTE UNITARIO PER LA DIFESA DELLA NOSTRA IDENTITÀ  
 
Cagliari, 19 Marzo 2012 - Una lettera-appello a un fronte unitario a difesa della lingua sarda è stata inviata a deputati e senatori sardi dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci, in vista dell´iter di ratifica da parte del Parlamento della Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie. "Poiché è una ratifica di trattati internazionali, l´iter si concluderà solo dopo il pronunciamento del Parlamento - spiega il Governatore -. Per tagliare il traguardo finale serve la massima attenzione soprattutto da parte dei nostri Senatori e Deputati. A loro rivolgo, quindi, un pressante appello per proporre una vigilanza costruttiva con azioni coordinate tra la Regione e i Parlamentari sardi per un´approvazione rapida e vantaggiosa per il patrimonio linguistico della nostra isola". "L´attuazione della Carta potrebbe essere molto importante per la Regione e per l’intero Popolo Sardo, perché, dal momento in cui il Parlamento la dovesse ratificare, lo Stato sarebbe obbligato - ricorda Cappellacci nella lettera - a garantire il livello di protezione minima delle lingue regionali o minoritarie, e garantire obbligatoriamente, pena l´intervento sanzionatorio dell’Europa, tutta una serie di misure di promozione e tutela nella scuola, nella pubblica amministrazione, nei media, nella Rai, nell´economia, nel sociale e nelle università".  
   
   
DE FILIPPO: ALLA REGIONE MIGLIORI MASSIMALI AIUTO A IMPRESE "E´ IL MIGLIOR RISULTATO OTTENIBILE AD OGGI IN CASO DI USCITA DELLA BASILICATA DALL´AREA DELLE REGIONI CONVERGENZA"  
 
Potenza, 20 marzo 2012 - Nella Conferenza delle Regioni di stamane si è approvata la posizione delle Regioni nei confronti della Commissione Europea per il periodo di programmazione 2014/2020 in merito alla cosiddetta carta di aiuti a finalità regionale, ovvero le regole per concedere aiuti alle imprese. Nella trattativa con l´Unione Europea già si era piazzato un buon colpo. Nel “non paper” approvato come proposta dalla Commissione, infatti, si era raggiunto il mantenimento del criterio vigente di pre-designazione: le Regioni che, a seguito della revisione di metà periodo seguita nel 2011 erano ancora ammissibili alla deroga ex art. 107.3 a) ma che non soddisfano più il criterio per il periodo 2014-2020 sono pre-ammissibili nella loro interezza alla deroga ex art. 107.3 c) purché abbiamo un Pil inferiore al 90 per cento della media Eu-27. Per l’Italia, la sola Basilicata rientra in questa categoria di regioni preammissibili così come lo era stata la Sardegna (regione a sviluppo economico) nel periodo 2007-2013. "E´ il miglior risultato ottenibile ad oggi - sottolinea De Filippo - in caso di uscita della Basilicata dall´area delle Regioni convergenza. Le Regioni hanno riconosciuto alla Basilicata questo "diritto", da noi fortemente richiesto". "Puntiamo a mantenere - prosegue il Presidente - una competitività elevata del territorio, anche rispetto ad altre realtà limitrofe, al meglio del possibile in base alle regole comunitarie. Significa che gli aiuti (finanziamenti, crediti d´imposta o altre forme appetibili) alle imprese potranno essere concessi con delle percentuali elevate. Non quelle, molto basse, delle regioni in area cosiddetta competività, cioè del nord. Affronteremo un periodo di transito nel ciclo di programmazione che ci condurrà al 2020. Come sempre non chiediamo privilegi, ma di poter concorrere come sistema regione alla pari degli altri sistemi regionali e poi dimostrare sul campo le nostre capacità”.  
   
   
REGIONE SICILIA: AVVIATA INTESA AUTONOMIA FINANZIARIA SICILIA  
 
Palermo, 19 marzo 2012 - Si e´ tenuta il 14 marzo a Roma, a Palazzo Chigi, la riunione del tavolo tecnico su bilancio e spesa sanitaria della Regione siciliana, a conclusione della quale i rappresentanti del governo nazionale e regionale siciliano hanno condiviso i termini per il prosieguo e la definizione del confronto. Il Governo nazionale, che ha confermato la piena disponibilita´ ad avviare a soluzione i rapporti finanziari con la Regione siciliana, in attuazione dello Statuto regionale e della vigente normativa, si e´ impegnato a convocare entro dieci giorni il tavolo di confronto, al fine di adottare tempestivamente le norme di attuazione in materia finanziaria, i cui lavori andranno conclusi entro il mese di giugno 2012. In questo quadro, verificata l´impossibilita´ di far ricorso a nuova fiscalita´, il Governo si e´ impegnato ad approfondire entro pochi giorni la praticabilita´ di forme di utilizzazione temporanea (e quindi non a regime) dei fondi provenienti dalle risorse Fas, anche liberate, per sopperire alle esigenze del bilancio regionale 2012, nella prospettiva del complessivo riordino delle relazioni finanziarie tra Stato e Regione. Risorse che saranno rimpinguate nel fondo come esito della definizione delle relazioni finanziarie complessive. La Regione, da parte sua, potra´ procedere all´approvazione dei documenti finanziari 2012 ricorrendo, per 350 milioni circa, ad un accantonamento negativo per specifiche voci del bilancio in vista del perfezionamento dell´intesa con il Governo nazionale. E´ stato espressamente richiesto al Governo regionale di impegnarsi, gia´ in sede di legge finanziaria - intensificando il percorso di risanamento gia´ intrapreso - a conseguire una riduzione dei costi diretti ed indiretti per il personale regionale e degli enti partecipati, a ridurre drasticamente enti e societa´ regionali, ad applicare pienamente la normativa nazionale sulla riduzione dei costi amministrativi e della politica anche per gli enti locali. A conclusione dell´incontro, nel quale il sottosegretario Ceriani ha sottolineato il percorso di riequilibrio economico gia´ avviato dalla Regione nei propri documenti finanziari e nel settore della sanita´, l´assessore per l´Economia Gaetano Armao ha dichiarato: "Abbiamo intrapreso con una rinnovata sintonia e conseguendo gia´ dei risultati, il percorso di riconoscimento della piena autonomia finanziaria della Regione siciliana, attuando norme dello Statuto attese per anni. In questo contesto si sono individuate soluzioni che consentono di approvare tempestivamente i documenti finanziari e rafforzare il risanamento gia´ avviato dalla Regione". L´assessore per la salute Massimo Russo ha aggiunto: "Si apre una nuova prospettiva nei rapporti tra Stato e Regione siciliana nel quadro di una complessiva definizione delle varie pendenze finanziarie. In tale contesto attuativo delle prerogative statutarie trova risoluzione anche l´annosa questione della compartecipazione alla spesa sanitaria della Sicilia".  
   
   
LOMBARDIA. 9,3 MILIONI ALLE 23 COMUNITÀ MONTANE FORMIGONI: FONDO DI SOLIDARIETÀ PER LE SITUAZIONI CRITICHE  
 
Milano, 19 marzo 2012 - La Giunta regionale, il 15 marzo, su proposta del presidente Roberto Formigoni, ha approvato il riparto di 9,3 milioni di euro a favore delle Comunità montane della Lombardia. Le risorse sono state suddivise secondo criteri definiti dalla legge regionale, quali superficie del territorio, popolazione, densità e con un indice di risparmio applicato agli Enti che si sono accorpati. Una quota dei finanziamenti disponibili, pari a circa 438.000 euro, è stata accantonata per dare vita a un fondo di solidarietà, istituito per la prima volta, che servirà per far fronte alle situazioni di particolare difficoltà e alle emergenze; qualora non se ne verificassero nel corso dell´anno, le risorse verrebbero ripartite fra tutte le Comunità montane secondo i parametri normativi. Efficienza E Razionalizzazione - ´Regione Lombardia ha scommesso sulla montagna e non si tira indietro - sottolinea il presidente Roberto Formigoni - nemmeno a fronte di un contesto finanziario delicato. Queste risorse si aggiungono allo stanziamento triennale di 57 milioni, varato nei mesi scorsi per sostenere investimenti, progetti e opere di pubblica utilità e per garantire al territorio montano uno sviluppo strategico e coordinato´. ´La riforma istituzionale e finanziaria degli Enti montani avviata in questi anni da Regione Lombardia - aggiunge l´assessore al Bilancio, Finanze e Rapporti istituzionali Romano Colozzi, che ha curato il confronto con i presidenti delle Comunità montane - sta garantendo risultati concreti in termini di efficienza e razionalizzazione delle spese a favore dei servizi per i cittadini. Il nostro obiettivo è quello di arrivare all´introduzione dei ´costi standard´ in questo settore. Si tratta di una sfida interessante, che intendiamo affrontare con serietà e determinazione´. ´L´istituzione del fondo di solidarietà - conclude il presidente Formigoni - rappresenta una ulteriore dimostrazione di come il nostro modello di federalismo sappia coniugare virtuosità e solidarietà´. Questo il riparto dei finanziamenti alle Comunità montane: Oltrepo´ pavese 409.453 - Parco Alto Garda Bresciano 318.618 - Valle sabbia 391.856 - Valle Trompia 385.405 - Valle Camonica 660.027 - Sebino bresciano 223.846 - Laghi bergamaschi 482.029 - Valle Seriana 553.684 - Di Scalve 327.218 - Valle Brembana 421.305 - Valle Imagna 184.497 - Lario orientale - Valle S.martino 355.541 - Valsassina Valvarrone Val d´Esino e Riviera 311.075 - Triangolo lariano 297.733 - Lario Intelvese 227.452 - Valli del Lario e del Ceresio 425.434 - Alta Valtellina 592.110 - Valtellina di Tirano 351.527 - Valtellina di Sondrio 485.483 - Valtellina di Morbegno 360.943 - Valchiavenna 425.737 - Del Piambello 301.846 - Valli del Verbano 368.321 - Fondo di solidarietà 438.857.  
   
   
FVG, UNIONE MONTANE: GIUNTA NE RIDEFINISCE LA COMPOSIZIONE RECEPITE LE INDICAZIONI DEI COMUNI  
 
Pordenone, 19 marzo 2012 - Su proposta dell´assessore alla funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme, Andrea Garlatti, la Giunta regionale ha ridefinito il 15 marzo la composizione delle Unioni montane, recependo le indicazioni fatte pervenire dai Comuni e dando attuazione alle recenti disposizioni normative introdotte dal Consiglio regionale. La Legge 14/2011, che ha istituito le Unioni Montane aveva infatti previsto la possibilità sia per tutti i Comuni interessati di esprimersi sull´adesione ad un´Unione diversa da quella di destinazione, purché adiacente, sia per quelli di maggiore dimensione demografica in ogni ambito ed a quelli il cui territorio fosse adiacente a Comuni non montani di chiedere l´esclusione dall´Unione di destinazione. La Giunta, in forza della competenza attribuitale dalle recente Legge Finanziaria, ha deciso di accogliere totalmente le indicazioni giunte dal territorio. Sono state recepite le richieste presentate dai Comuni di Moggio Udinese e di Resiutta di assegnazione all´Unione montana del Gemonese e quelle dei Comuni di Magnano in Riviera, Povoletto e Tarcento di esclusione dall´Unione montana del Torre. L´esecutivo regionale ha ritenuto, altresì, di confermare la volontà espressa dai Comuni di Cividale del Friuli, Prepotto e Torreano di esclusione dall´Unione montana del Natisone. "La deliberazione giuntale - ricorda l´assessore Garlatti - ha inoltre confermato il trasferimento alla Provincia di Pordenone delle funzioni amministrative precedentemente esercitate dalla Comunità Montana del Friuli Occidentale nel territorio dei Comuni di Aviano, Budoia, Caneva e Montereale Valcellina a seguito della volontà espressa da tali Amministrazioni di non aderire alla prevista Unione montana del Livenza, ed anche l´assegnazione alla Provincia di Udine delle funzioni amministrative della Comunità Montana Torre, Natisone e Collio per i sei comuni del proprio territorio oggi esclusi dalle Unioni montane e prima facenti parte di detta Comunità. In forza del provvedimento giuntale di oggi viene pertanto confermata la composizione degli ambiti territoriali dell´Unione montana della Carnia (comprende i Comuni di Amaro, Ampezzo, Arta Terme, Cavazzo Carnico, Cercivento, Comeglians, Enemonzo, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Lauco, Ligosullo, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Preone, Ravascletto, Raveo, Rigolato, Sauris, Socchieve, Sutrio, Tolmezzo, Treppo Carnico, Verzegnis, Villa Santina, Zuglio), dell´Unione montana della Val d´Arzino-val Cosa (con i Comuni di Castelnovo del Friuli, Clauzetto, Pinzano al Tagliamento, Sequals, Spilimbergo, Travesio, Vito d´Asio), mentre all´Unione montana delle Valli delle Dolomiti Friulane (Andreis, Arba, Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Fanna, Frisanco, Maniago, Meduno, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Vajont, Vivaro), in attuazione della recente legge regionale 3/2012, si aggiunge il Comune di Polcenigo. La deliberazione ridefinisce inoltre la composizione degli ambiti territoriali dell´Unione montana del Gemonese (comprendente i Comuni di Artegna, Bordano, Forgaria nel Friuli, Gemona del Friuli, Moggio Udinese, Montenars, Resiutta, Trasaghis, Venzone), dell´Unione montana del Canal del Ferro e della Valcanale (Chiusaforte, Dogna, Malborghetto-valbruna, Pontebba, Resia, Tarvisio); dell´Unione montana del Torre (Attimis, Faedis, Lusevera, Nimis, Taipana) e dell´Unione montana del Natisone, (comprendente i Comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna, Stregna). "Con questo provvedimento, assunto nel rispetto dei tempi previsti - spiega l´assessore Garlatti -, la Giunta regionale ha completato i propri adempimenti; ora spetta ai rappresentanti dei Comuni montani procedere nella costituzione delle assemblee che avranno il compito di redigere gli statuti delle future Unioni montane".  
   
   
COMUNI UNICI: FIGLINE E INCISA SCELTA CORAGGIOSA E LUNGIMIRANTE  
 
Firenze, 19 marzo 2012 – La Toscana, regione storica dei campanili, sa anche fare squadra. L’ultimo esempio arriva da Figline ed Incisa Valdarno, due grossi Comuni confinanti in provincia di Firenze che hanno deciso di unirsi. Il prossimo anno la Regione dovrà indire il referendum consultivo sulla fusione, per andare alle elezioni nel 2014. “La scelta di unire i Comuni di Incisa e Figline è un atto coraggioso e lungimirante. L’ho già detto e lo ripeto – commenta l’assessore alle riforme della Toscana, Riccardo Nencini – E’ una cosa buona e spero che questo sia il primo di altri casi virtuosi. In un’economia globalizzata e in una congiuntura dove sempre meno sono le risorse a disposizione degli enti locali servono infatti istituzioni più forti ed autorevoli per sostenere lo sviluppo. Occorrono economie di scala per abbattere i costi e programmare meglio certi servizi. La legge regionale sul riordino dei livelli istituzionali approvata a dicembre presenta più di un incentivo in tal senso”. Figline e Incisa Valdarno insieme supereranno i 20 mila abitanti. I due comuni sono arrivati alla scelta di fondersi dopo un ampio processo partecipativo. “Ma in Toscana, dove negli anni passati sono cresciute molto le gestione associate e dove numerose sono le unioni di Comuni che ora si stanno formando, non sono comunque i soli esempi di Comuni dove si ragiona di possibili fusioni” aggiunge l’assessore Nencini. Tra un paio di mesi i cittadini del Casentino, in provincia di Arezzo, saranno chiamati ad esprimersi sul referendum per trasformare gli attuali 13 Comuni in uno unico con poco meno di 50 mila abitanti. All’isola dell’Elba si stanno raccogliendo le firme per una proposta di iniziativa popolare: anche in questo caso l’obiettivo è un Comune unico al posto degli attuali otto.  
   
   
SCIOPERO GENERALE, PRESIDENTE CAPPELLACCI INVITA SINDACATI  
 
Cagliari, 19 Marzo 2012 - Con una lettera inviata ai leader regionali di Cgil, Cisl e Uil, il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha chiesto un incontro ai sindacati per mercoledì 21 marzo. "La delicata situazione che attraversa la nostra economia - ha scritto il presidente - e le diffuse preoccupazioni delle categorie produttive e dei singoli cittadini, riprese e sottolineate anche nel corso della recente manifestazione sindacale pubblica del 13 marzo scorso da voi promossa, impongono la più ampia unità e coesione delle forze politiche, sociali, economiche e delle autonomie locali della Sardegna". Con la convocazione degli "Stati Generali" già programmata per le giornate del 16 e del 17 marzo, in Consiglio Regionale vi sarà, su questi temi, un momento alto di dibattito e confronto. Entro questo quadro, esprimo l´esigenza di una urgente ripresa del dialogo e della sistematicità del confronto con le vostre organizzazioni sindacali, anche in considerazione della interlocuzione in corso con il Governo nazionale, sui temi centrali e prioritari della vertenza Sardeg  
   
   
LAVORO: IN ABRUZZO 1 MLN PER PROGETTO "GIOVANI PROTAGONISTI" SONO QUATTRO LE LINEE DI INTERVENTO  
 
Pescara, 19 marzo 2012 - Lo scorso 15 marzo è stato pubblicato sul Burat l´Avviso "Giovani Protagonisti" con la quale l´Assessorato al Lavoro mette a bando un milione di euro di risorse del Fondo Politiche Giovanili, compresa un´ulteriore quota di risorse a titolo di cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo, per sviluppare quattro linee di intervento a favore dei giovani abruzzesi. Il progetto vuole promuovere la conoscenza e il recupero tra i giovani abruzzesi degli antichi mestieri legati alla tradizione locale; promuovere la realizzazione della creatività e del talento giovanile nei diversi ambiti espressivi; promuovere progetti tesi a diffondere la cultura della legalità, della cittadinanza responsabile e del contrasto al crimine organizzato e, infine, promuovere progetti riguardanti la mobilità giovanile nei Paesi europei. L´assessore al Lavoro Paolo Gatti parla di "cambio culturale, non di ricerca ma di creazione di lavoro". "Donne e giovani sono al centro della nostra azione politica - afferma - e proseguiamo nel tentativo di costruire opportunità per mettere i ragazzi e le ragazze abruzzesi nelle condizioni di scommettere sui propri talenti, sulle proprie propensioni, sulla loro voglia di essere protagonisti in prima persona nell´affermazione lavorativa e sociale. Questo progetto s´inserisce in un filone di iniziative che hanno tutte una filosofia comune: la Regione crede nell´intrapresa individuale e vuole favorire un cambio culturale nell´approccio al mondo lavorativo: dalla ricerca di un posto di lavoro, alla creazione di lavoro". La prima linea di intervento punta alla riscoperta e alla rivalutazione di attività artigianali, alla creazione di nuova occupazione giovanile nell´ambito dei mestieri tradizionali di diffusione locale, peculiari nella loro unicità, ma a rischio di estinzione per inadeguato ricambio generazionale. Consente ai giovani di età tra i 18 e 35 anni l´opportunità di acquisire strumenti, competenze teoriche e pratiche, per la creazione di microimprese artigiane negli ambiti lavorativi dell´artigianato locale tradizionale che risulti a rischio di declino attraverso un contributo massimo concedibile di 50mila euro. I soggetti ammessi alla presentazione delle istanze sono gli Enti pubblici, Istituzioni Scolastiche, Organismi di Formazione Accreditati. La seconda linea di intervento riguarda la promozione della creatività giovanile sostenendo la ricerca e lo sviluppo della progettualità dei giovani e valorizzando le vocazioni artistiche presenti sul territorio della Regione, attraverso al presentazione di progetti da parte di Enti Pubblici, Istituzioni Scolastiche Associazioni no profit, con un limite massimo di contributo concedibile di 25mila euro. La terza linea di intervento si propone di sensibilizzare i giovani all´acquisizione di una coscienza civica maggiormente consapevole, fornire loro strumenti informativi e di conoscenza necessari per strutturarne le capacità di discernimento, per affrontare più adeguatamente gli impegni derivanti dalla partecipazione alla vita sociale. I soggetti ammessi alla presentazione delle istanze sono Enti pubblici, Istituzioni scolastiche, Associazioni no profit, con un limite massimo di contributo concedibile per singolo progetto di 15mila euro. L´ultima linea si pone l´obiettivo di favorire un processo di conoscenza attraverso rapporti di scambi internazionali, al fine di ingenerare nei giovani un atteggiamento più consapevole e positivo verso le diverse culture europee. I soggetti ammessi alla presentazione delle istanze sono gli Enti pubblici, Istituzioni Scolastiche, Associazioni no profit, con un limite massimo di contributo concedibile per singolo progetto di 20mila euro.  
   
   
VERCELLI COGLIE LE OPPORTUNITÀ PER IL LAVORO  
 
Vercelli, 19 marzo 2012 - “La Provincia di Vercelli sta facendo un interessante e proficuo lavoro per cogliere le opportunità che i nostri piani per il rilancio del lavoro e per la crescita offrono al territorio piemontese”: è l’opinione espressa da Massimo Giordano, assessore regionale allo Sviluppo economico, intervenendo il 15 marzo al seminario di presentazione del "Programma straordinario lavoro e sviluppo" organizzato dal Rettorato dell´Università del Piemonte orientale. “Il lavoro rappresenta - ha aggiunto Giordano - la grande emergenza del Piemonte e per questa ragione, fin dall’insediamento del nostro governo, abbiamo privilegiato le politiche a sostegno dell’occupazione, del credito alle aziende, dell’insediamento di nuove imprese sul nostro territorio, della semplificazione della burocrazia per imprese e lavoro”. “Vercelli, come Novara del resto - ha proseguito l’assessore - gode di un sistema di infrastrutture migliore rispetto ad altre zone piemontesi. Quindi è importante che vengano sfruttate al meglio, individuando anche una vocazione industriale che caratterizzi la sua provincia, sfruttando anche la presenza importantissima di alcuni rinomati poli d’innovazione. I nostri piani, quello straordinario sull’occupazione e quello sulla competitività, a cui dobbiamo aggiungere quello nuovissimo per i giovani, sono strumenti da sfruttare a fondo. Vercelli sinora ha saputo approfittarne in modo positivo”.  
   
   
LOMBARDIA.IMMIGRATI,TRIPLICATI DA 2001 PROPRIETARI DI CASA DA 8% A 22%. IN CALO GLI IRREGOLARI, CRESCE ASSOCIAZIONISMO PROSEGUE IL CAMMINO VERSO LA PIENA INTEGRAZIONE  
 
Milano, 19 marzo 2012 - La Lombardia ospita un quarto degli stranieri in Italia (1.300.000). Gli irregolari sono in forte calo e i ´clandestini´ restano stabili intorno a 116.000 circa. La quota degli iscritti all´anagrafe sul totale degli stranieri presenti sul nostro territorio è cresciuta dal 70 per cento del 2001 all´83 per cento del 2011. Le acquisizioni di cittadinanza hanno invece raggiunto la quota di 15.000, a fronte delle 3.000 di nove anni fa. Cresce il numero dei proprietari di alloggi (era l´8 per cento nel 2001; oggi lo è il 22 per cento) e gli stranieri disoccupati sono sotto la soglia del 14 per cento tra la sola popolazione attiva. Sono alcuni dei dati resi noti oggi dall´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, nel suo intervento di apertura al convegno ´L´immigrazione in Lombardia: famiglia motore di coesione sociale´, dedicato alla presentazione dell´Xi Rapporto dell´Osservatorio regionale per l´integrazione e la multietnicità (Orim). Immigrazione Matura - ´Possiamo parlare insomma - ha commentato Boscagli - di una immigrazione matura. Stiamo compiendo tutti insieme i passaggi per una integrazione piena, che non è qualcosa da progettare e calare dall´alto, bensì da osservare in atto´. Un esempio su tutti: a fine novembre 2011 Orim ha mappato sul territorio lombardo 368 associazioni di immigrati attive, a fronte delle 304 realtà censite nel 2010 e delle 240 nel 2009. ´Un trend in crescita - ha aggiunto l´assessore - per quanto la diffusione sul territorio sia disomogenea. Si tratta di realtà che, appunto, non aspettano che sia l´amministrazione a pianificare dall´alto iniziative, ma si adoperano in prima fila per l´integrazione (il 44,5 per cento) e l´erogazione di servizi e aiuti ai cittadini immigrati (35,6 per cento), tra i quali la tutela dei diritti e l´assistenza legale (il 10,8 per cento)´. Demografia - Come ogni anno il Rapporto dell´Orim affronta un tema specifico. Proseguendo lungo la linea tracciata nel 2011, quando l´attenzione era stata sui giovani tra i 15 e i 25 anni (la Lombardia è la prima in Italia per numero di studenti stranieri nelle scuole, con 173.051 iscritti, il 24,3 per cento del totale nazionale), il Rapporto Orim 2012 si occupa di famiglia e di demografia. ´A dimostrazione che l´immigrazione non è più qualcosa cui dedicare un comparto ad hoc della Pubblica amministrazione - ha sottolineato l´assessore -; il tema della famiglia ci costringe oggi a guardare nel suo complesso allo stato di salute della nostra società dal punto di vista del ricambio generazionale´. L´istat informa che nel nostro Paese il tasso di fecondità delle donne italiane è tale (1,32) che quello delle straniere (2,11) contribuisce ad attestare la media nazionale solo intorno all´1,41. Tra l´altro il Rapporto Orim del 2012 sottolinea che nella nostra regione si è verificata una contrazione anche nel numero totale di parti da donne straniere: 24.635 contro i 25.083 del 2009, così da far contrarre il numero totale di parti in Lombardia dai 98.261 del 2009 ai 96.169 del 2010. ´L´adattamento ai nostri modelli - ha detto ancora l´assessore - dunque è rapido, perché nel tasso di fecondità totale delle donne residenti non si riescono comunque a raggiungere i due figli per donna necessari al ricambio generazionale´. Famiglia - ´Nell´osservazione del fenomeno familiare all´interno della popolazione di immigrati - ha aggiunto Boscagli - si scoprono tanti punti deboli che, a ben vedere, sono anche i nostri punti deboli´. Nel 45 per cento dei casi entrambi i genitori lavorano. Quando si verifica questa circostanza, aumenta il ricorso ai servizi, soprattutto della prima infanzia, al supporto e al sostegno delle reti etniche e alla partecipazione dei figli a luoghi educativi extrascolastici come possono essere oratori, centri sportivi, ecc. Per circa 3 famiglie su 4. ´Diventa quindi decisiva per noi - ha proseguito Boscagli - la consapevolezza della dimensione di genere nelle politiche di integrazione come nelle politiche sul lavoro tout court´. Da ricordare da questo punto di vista i progetti regionali ´Certifica il tuo Italiano´ e ´Vivere in Italia´, che hanno tenuto conto di una flessibilità d´orario e della possibilità di usufruire di un servizio di babysiteraggio nell´ottica di agevolare la partecipazione delle donne immigrate. Sul fronte sanitario, invece, è stato avviato ´Cicogna´, un progetto che, attraverso la creazione di un canale di collegamento più diretto tra consultori e questura, mira a facilitare l´ottenimento del permesso di soggiorno per le donne in stato di gravidanza. Lavoro - ´Il Rapporto 2012 - ha concluso Boscagli - evidenzia la questione demografica come urgente e prioritaria per tutti noi. Si è sempre sentito dire che abbiamo bisogno degli immigrati per sopperire alla carenza di braccia e di forza lavoro. Oggi possiamo affermare che abbiamo bisogno degli immigrati, perché, attraverso loro, scopriamo che lo sviluppo di una società non va considerato solo entro ristretti criteri economicisti, ma comprende l´aspetto umano, la possibilità di rimuovere quegli ostacoli che impediscono la formazione di una famiglia e la bellezza di mettere al mondo nuovi figli. Sebbene il contributo degli stranieri non è sufficiente per supplire alle carenze demografiche degli italiani, ci sta costringendo a prendere in considerazione il fatto che quella società che non guarda al futuro con fiducia e non è aperta alla trasmissione della vita è una società destinata al tramonto. E prima che al tramonto e al declino morale e culturale, è destinata a quello economico, perché una società sempre più composta da anziani e pensionati è una società che non è in grado di redistribuire la ricchezza al proprio interno e di sostenere i costi della convivenza´.  
   
   
IMMIGRAZIONE, DA SIENA ALCUNE PROPOSTE PER FAVORIRE L’INTEGRAZIONE  
 
Firenze, 19 marzo 2012 – Lingua, inserimento sociale e scolastico, riqualificazione urbanistica, accesso ai servizi pubblici. Sono queste i cinque temi, sviluppati in una serie di proposte, che la Rete degli Osservatori Sociali provinciali ha individuato come prioritari per promuovere l’integrazione dei migranti. Le proposte sono contenute in un documento che è stato presentato il 15 marzo a Siena nel corso della prima parte del convegno ‘Le sfide locali per l’integrazione’ che si è tenuto presso l’Aula Magna di Scienze Politiche. L’iniziativa è organizzata da Regione, Osservatorio Sociale Regionale, Provincia di Siena e Università di Siena. “La collaborazione con l’Università di Siena ed il lavoro svolto dagli Osservatori sociali provinciali – ha detto l’assessore al welfare Salvatore Allocca – si sono rivelati preziosi perchè ci consentono di avere una visione di dettaglio relativamente ad un fenomeno che va gestito a livello territoriale. In ciascun ambito infatti si possono osservare tantissime varianti, condizioni particolari, peculiarità. Il quadro di dettaglio è il punto di partenza per lo sviluppo delle politiche. L’incontro della mattina ha avuto il merito di affiancare alle proposte in tema di integrazione alcune ipotesi concrete di intervento”. Allocca poi, durante il dibattito pomeridiano, ha aggiunto che “l’immigrazione è un fenomeno che va affrontato pensando globalmente ma agendo localmente. Dobbiamo avere la capacità di poter agire in ciascuna singola realtà territoriale ma anche di avere un’interpretazione di un fenomeno epocale con il quale tutte le società devono fare i conti”. Pretesto per l’organizzazione della giornata è stata anche la presentazione del volume ‘Le dinamiche locali dell’immigrazione. Esperienze di ricerca in Toscana’, curato da Fabio Berti e Andrea Valzania, sociologi e studiosi dei fenomeni migratori. Il volume costituisce il proseguimento del lavoro del 2010, ‘Le nuove frontiere dell’integrazione. L’immigrazione straniera in Toscana’, che ha tentato di misurare il grado di integrazione in Toscana, attraverso un’analisi trasversale dei principali ambiti sociali (lavoro, status giuridico, cultura, identità, servizi), in un’ottica regionale. Il nuovo libro, che come il precedente è sostenuto dalla Regione, è scaturito dalla necessità di approfondire lo studio del livello locale di integrazione, partendo dall’idea di fondo secondo la quale questa non si realizza ovunque allo stesso modo, ma varia in ogni contesto, con proprie specificità. Contributo importante, soprattutto per lo sguardo locale, è arrivato dalla rete degli Osservatori sociali provinciali e dalle loro strutture di ricerca, che hanno approfondito alcuni aspetti particolari del processo. Le proposte in sintesi. Riguardo alla lingua italiana, viene proposto il potenziamento degli interventi di insegnamento e la progettazione di corsi diretti agli adulti per colmare il gap linguistico con i figli. Il secondo tema riguarda il cosiddetto potenziamento del capitale sociale, vale a dire la valorizzazione dei legami con i paesi d’origine, la promozione di corsi di lingua madre per permettere ai figli nati in Italia di non perdere il proprio patrimonio identitario, l’inserimento dei migranti all’interno di associazioni esistenti e la creazione di nuove, la semplificazione delle procedure per l’apertura di luoghi di culto adeguati. Un’altra proposta prevede l’utilizzo di politiche urbanistiche per rivitalizzare determinate aree degradate abitate o frequentate in prevalenza da cittadini immigrati, per recuperare centri di aggregazione (circoli, case del popolo, ecc.) o, attraverso progetti specifici, spazi pubblici abbandonati e per promuovere agenzie di mediazione di conflitti. L’inserimento scolastico e la lotta alla dispersione rappresentano un altro punto nevralgico, da sviluppare attraverso la formazione e la motivazione degli insegnanti, la creazione di classi e scuole troppo caratterizzate da un punto di vista etnico, l’orientamento degli studenti stranieri nel passaggio dalla scuola dell’obbligo ai livelli di istruzione successivi, la promozione di attività di tutoring per il superamento delle difficoltà ed il potenziamento dei servizi del dopo scuola. Infine l’accesso ai servizi pubblici, attraverso la creazione di uno sportello informativo in ognuna delle 34 zone socio-sanitarie, la standardizzazione delle procedure di accesso agli sportelli, l’aumento dei servizi di mediazione linguistica, una migliore informazione sui servizi sanitari disponibili ed un miglioramento delle capacità di comprensione e comunicazione da parte dei medici di medicina generale. In Toscana gli immigrati regolari, secondo le stime del Dossier Caritas/migrantes al 1 gennaio 2011, sono 396 mila, il 10,6% della popolazione regionale. Quelli residenti, ovvero iscritti presso le anagrafi comunali, sono poco più di 364 mila, pari al 9,7% del totale. Sono numeri superiori sia alla media nazionale (7,5%) che a quella Ue (6,5%) ed indicano una tendenza di crescita costante. Se restiamo al dato relativo ai residenti possiamo osservare che dal 1995 al 2010 il loro numero è aumentato di oltre 7 volte.  
   
   
MILANO: COME CONCILIARE VITA E LAVORO? ARRIVA BANDO REGIONALE  
 
Milano, 19 marzo 2012 - E´ stato presentato il 15 marzo in Camera di commercio il bando Conciliazione vita-lavoro per fornire un supporto concreto alle piccole e medie imprese che desiderano migliorare la vita aziendale dei propri dipendenti. Il bando regionale è stato presentato nel corso di un incontro promosso da Sportello Csr – Responsabilità Sociale delle Imprese di Camera di Commercio di Milano e Assessorato Occupazione e Politiche del Lavoro Regione Lombardia, in collaborazione con Cestec. Partecipando al Bando regionale, le imprese possono usufruire di un servizio di consulenza gratuito finalizzato ad introdurre strumenti flessibili in grado di rispondere alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti e contemporaneamente tutelare la produttività aziendale. Il bando è aperto fino al 31 marzo ed è rivolto a tutte le Pmi sotto i 250 dipendenti. Per maggiori informazioni: Cestec Tel. 0266737327 -conciliazionevitalavoro@cestec.It  oppure sportello Csr – Camera di Commercio di Milano, Tel. 0285155349 - sportelloCsr-sc@mi.camcom.it  “Sensibilizzare le imprese sul tema della responsabilità etica e sociale significa promuovere un mercato più equo, efficiente e competitivo – ha commentato Romano Guerinoni, Membro di Giunta della Camera di Commercio di Milano –. In questo senso, laCamera di Commercio di Milano è da tempo attiva e attenta nell´incoraggiare e offrire assistenza e sostegno alle aziende milanesi e lombarde che vogliono migliorare la loro gestione con prassi sempre più responsabili dal punto di vista sociale e ambientale anche con uno sportello dedicato. Un punto di riferimento per le imprese, specie le piccole e medie, per poter scegliere se adottare misure che, al di là dei costi iniziali, portano un vantaggio in termini di competizione, immagine e affidabilità”. “Un progetto sperimentale ambizioso - afferma l’Assessore all´Occupazione e politiche del lavoro Regione Lombardia Gianni Rossoni - attraverso il quale la Regione scommette sulla conciliazione come leva per promuovere un circolo virtuoso per incrementare la competitività delle nostre Pmi. Migliorare i processi organizzativi interni, infatti, è una chiave importante per aumentare la produttività aziendale e, conseguentemente, la competitività, determinando anche ricadute positive sui tempi di vita della persona e della famiglia. Nelle imprese che adottano strategie organizzative sensibili verso le esigenze di conciliazione dei propri dipendenti, infatti - prosegue Rossoni - diminuiscono i conflitti interni e aumenta il benessere dei lavoratori, che sviluppano un maggiore senso di appartenenza all´azienda e sono più motivati. Tutto questo incide positivamente in termini di efficacia, qualità dei processi e dei servizi, produttività e competitività aziendale”.  
   
   
FVG, FAMIGLIA: OK A REGOLAMENTO PER CONTRIBUTI A SERVIZI PRIMA INFANZIA  
 
Pordenone, 19 marzo 2012 - Su proposta dell´assessore all´istruzione, università, ricerca, famiglia, associazionismo e cooperazione, Roberto Molinaro, la Giunta regionale, riunita il 19 marzo a Pordenone, ha approvato il regolamento che definisce le procedure per l´utilizzo delle risorse stanziate sul Fondo per il sostegno alla realizzazione di un´adeguata rete di servizi per la prima infanzia e per assicurare la continuità del funzionamento dei servizi socioeducativi, attraverso la concessione di contributi in conto capitale. Il Fondo è previsto dalla legge regionale 20 del 2005, sul "Sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia". Possibili beneficiari soggetti pubblici, privati o del privato sociale che siano proprietari o locatari di immobili destinati o da destinare appunto a servizi per la prima infanzia. Come spiega lo stesso assessore Molinaro, "con questo regolamento, molto atteso, abbiamo avviato il percorso con il quale sarà possibile far partire gli investimenti, assegnando i ben sei milioni di euro a disposizione su tre diversi filoni: rimborso di spese già sostenute, nuovi interventi edilizi (costruzioni, ampliamenti, ristrutturazioni, ...), acquisto di arredi ed attrezzature". Più nel dettaglio, per far fronte a spese già sostenute per interventi indifferibili ed urgenti di manutenzione straordinaria già eseguiti su strutture esistenti, sarà destinata una quota del Fondo non superiore al 10 per cento del totale a disposizione. "Ora che ci siamo dati le regole, di questo primo aspetto si occuperà una delibera che l´esecutivo regionale - annuncia Molinaro - potrà approvare già nelle prossime settimane". "Parallelamente - prosegue l´assessore - siamo pronti per predisporre il bando attraverso il quale saranno precisate le modalità di presentazione delle domande per nuovi interventi edilizi e nuovi acquisti". In ogni caso Molinaro mette subito in evidenza che "i contributi in parola rientrano nella regola del cosiddetto ´de minimis, vale a dire che sono considerati aiuti di stato. Di conseguenza il contributo totale che sarà possibile concedere agli operatori, sia privati che pubblici, non potrà superare i 200 mila euro nell´arco di tre esercizi finanziari".  
   
   
AL VIA IL PROGETTO “MAMME MULTITASKING”  
 
Asti, 19 marzo 2023 - In occasione della festa della donna, si avvia il progetto “Mamme Multitasking”, proposto dal Comitato Pari Opportunità della Provincia di Asti nell’intento di sviluppare concrete politiche di genere. L’iniziativa è realizzata con il contributo del Dipartimento Pari Opportunità, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Previste azioni formative gratuite rivolte a lavoratrici madri, con sviluppo di appositi corsi sia per il personale dipendente, che per donne residenti sul territorio provinciale, in piccoli comuni, individuate in base al modello Isee. La scadenza per la presentazione delle domande da parte dei comuni è il 13 aprile. Per informazioni, occorre rivolgersi al proprio Comune di residenza o alla Provincia di Asti, tel. 0141- 433340. Www.provincia.asti.it    
   
   
BOLZANO: AL VIA CICLO DI CONFERENZE SU TEMATICHE FEMMINILI  
 
 Bolzano, 19 marzo 2012 - La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia organizzano in varie località altoatesine una serie di conferenze su temi specifici legati al mondo femminile. Primo appuntamento il 22 marzo a Cadipietra. La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia propongono nuovamente in varie località altoatesine una serie di conferenze su temi specifici legati al mondo femminile. Alcune conferenze saranno tenute in tedesco ed altre in italiano. Gli incontri si svolgono in collaborazione con i rispettivi Comuni ed in particolare con le consigliere comunali e le associazioni femminili locali. L´obiettivo dell´iniziativa è quello di creare contatti con donne da tutte le parti della provincia e incentivare la collaborazione con le organizzazioni femminili e le rappresentanti politiche a livello locale. Il primo appuntamento è fissato per giovedì 22 marzo 2012, alle ore 20.00, presso il Centro giovani "Aggregat" a Cadipietra in Valle Aurina. La presidente della Commissione provinciale epr le pari oppotunità, Ulrike Oberhammer, avvocato, parlerà della tendenza nelle coppie a convivere senza sposarsi e dei rischi che queste unioni comportano dal punto di vista legale.  
   
   
FAMIGLIA: INTRODUZIONE ‘QUOZIENTE ROMA’ PASSO STORICO PER NOSTRA CITTÀ  
 
 Roma, 19 marzo 2012 - «L’attenzione che l´introduzione del ´Quoziente Roma´ nel calcolo dell’esenzione per la Tariffa rifiuti sta ricevendo dalla politica locale e nazionale e dalla società civile rende bene l’idea del momento: oggi è una giornata storica per la nostra città, una nuova ‘frontiera’ nella politica di Roma Capitale a vantaggio di quella che per noi è ´la´ priorità: la famiglia». È quanto dichiarato il 15 marzo l’assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, Gianluigi De Palo, a margine della Conferenza Stampa di presentazione del quoziente familiare nella Capitale. «Nell’accettare l’incarico di assessore alla Famiglia di Roma Capitale c’era soprattutto questo impegno: quello di rendere la nostra una città sempre più ‘a dimensione familiare. Con l’inserimento del ‘Quoziente Roma’ nel bilancio 2012 - spiega l’Assessore capitolino - Roma Capitale consentirà a 90mila famiglie romane, ovvero agli abitanti di una città delle dimensioni di Parma, di essere esentate dal pagamento della Tis, storicamente la tariffa ritenuta più iniqua dalle associazioni familiari». «Nonostante la crisi economica abbiamo investito 27 milioni di euro per garantire a un numero maggiore di famiglie con figli di non pagare questa tariffa. E lo abbiamo fatto, attraverso il ‘Quoziente Roma´, valorizzando in modo crescente la presenza di figli all´interno del nucleo familiare. Inoltre, abbiamo scelto di lasciare invariate le tariffe di nidi e mense scolastiche, servizi con la qualità migliore a livello nazionale e già concorrenziali. Sono concrete politiche familiari che, in un momento difficile per le famiglie, recepiscono le indicazioni nazionali sull´utilizzo dell´Isee e vanno ancora oltre, superando nel calcolo delle esenzioni anche il modello precedente a livello nazionale, Parma. È una svolta non solo fiscale, ma culturale, che rimette al centro la famiglia e pone Roma Capitale come riferimento a livello nazionale», conclude De Palo.  
   
   
WORKSHOP E CORSO DI AUTODIFESA PER DONNE AD IVREA  
 
Torino, 19 marzo 2012 - L´assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ivrea, nell´ambito delle attività volte a contrastare le discriminazioni di genere, l´abuso e il maltrattamento, ha organizzato un percorso di autodifesa rivolto a tutte le donne residenti ad Ivrea che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età. Il workshop gratuito, organizzato in collaborazione con l´Associazione Donne contro la discriminazione, è costituito da 6 incontri che si terranno presso Spazio Arte Giovani - Via Dora Baltea 1, a partire da fine marzo, inizio aprile. Informazioni ed iscrizioni presso: Informagiovani (via Piave 10), nei seguenti orari: martedì 9-12 e 14-17; mercoledì 14-17 e giovedì 9-12 e 14- 17.30, tel. 0125/ 4101. Www.comune.ivrea.it