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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Marzo 2015
PARLAMENTO EUROPEO: APERTURA DELLA SESSIONE PLENARIA DI MARZO  
 
Strasburgo, 10 marzo 2015 - Il Presidente Martin Schulz ha aperto la sessione di marzo di Strasburgo annunciando i cambiamenti all´ordine del giorno e i deputati entranti e uscenti. Variazioni all´ordine del giorno: La Commissione pronuncerà giovedì una dichiarazione sulla destabilizzazione in Libia e le sue conseguenze. Deputati entranti: Miguel Urban Crespo (Gue-ngl, Es) ha sostituito Teresa Rodriguez-rubio (Gue-ngl, Es.) a partire dal 5 marzo 2015. Deputati uscenti: Pablo Echenique (Gue-ngl, Es) di è dimesso e il suo seggio è quindi vacante dal 15 marzo 2015.  
   
   
FACEBOOK CHAT CON MARTIN SCHULZ: MANDA LE TUE DOMANDE AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 10 marzo 2015 - L´europa sta affrontando molte sfide, dalla disoccupazione alla lotta contro il terrorismo. Questi problemi sono europei e necessitano delle soluzioni europee, sostiene Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo. Sei d´accordo? Unisciti alla chat su Facebook con Martin Schulz mercoledì 11 marzo dalle ore 15e30. Come possiamo promuovere la crescita e l´occupazione? Cosa si può fare per equilibrare sicurezza e diritto alla privacy, alla luce dei recenti attacchi terroristici? Dopo i primi mesi della nuova legislatura del Parlamento europeo, Martin Schulz si confronta su queste e altre questioni importanti su cui il Parlamento sta lavorando. Unisciti alla chat su Facebook! Hai 45 minuti per discure con Martin Schulz, mercoledì 11 marzo dalle ore 15e30. Http://chat.epfacebook.eu/    
   
   
EDUARD KUKAN: "UN NUOVO APPROCCIO SU MISURA" PER I PAESI VICINI  
 
 Strasaburgo, 10 marzo 2015 - Intervista a Eduard Kukan. I recenti sviluppi nei paesi del Maghreb e del Medio oriente hanno reso necessaria una revisione della politica di vicinato. L´ue ha deciso di consultare i partner nei paesi vicini e gli Stati membri fino alla fine di giugno. Lunedì, la commissione agli Affari esteri discuterà l´iniziativa con il Commissario all´Allargamento Johannes Hahn. Abbiamo incontrato il relatore del Parlamento Eduard Kukan (Ppe, Slovacchia). La politica europea di vicinato (Pev) è stata pensata nel 2003 per sviluppare relazioni più strette tra l´Unione europea e 16 paesi limitrofi. L´obiettivo della politica di vicinato? Creare una zona di prosperità e stabilità ai nostri confini. La situazione in Libia, Siria e Ucraina è molto complessa. L´ue ha fallito nelle sue politiche di vicinato? È vero che la situazione in alcune zone vicine è drammatica ma la politica europea di sviluppo è una politica a lungo termine e, nonostante le difficoltà, dobbiamo concentrarci sull´obiettivo principale: costruire una regione fatta di paesi democratici in crescita. Alla luce di una maggiore assertività della Russia nel nostro vicinato orientale, quali dovrebbero essere gli obiettivi della nuova politica? La Russia sta causando molti problemi in Ucraina orientale. In generale, non credo che sia bene competere con altri per i paesi che circondano l´Ue. Dobbiamo rispettare le idee su cui l´Unione europea è stata costruita: la democrazia, i diritti umani e così via. Quello che abbiamo imparato in questa esperienza con la Russia è che per noi la cosa più importante è non dimenticare i nostri valori ed i nostri principi. Detto quetso, dovremo introdurre nuove misure e strumenti per affrontare le sfide di domani con i paesi vicini. L´armenia, il Marocco e la Siria sono paesi con aspirazioni, valori e interessi diversi... Come può la politica di vicinato rispondere a tutti questi bisogni? Si tratta di una questione molto importante e sarà l´oggetto di discussioni e consultazioni che inizieremo ora. Abbiamo imparato che dobbiamo tenere maggiormente in considerazione le differenze tra regioni e dobbiamo costruire un nuovo approccio su misura pensato per ciascuno di essi. Alcuni di loro vorrebbero costruire relazioni più strette con l´Ue e alcuni preferirebbero legami più leggeri. Penso che sia nel nostro interesse mantenere e coltivare i rapporti con tutti. Penso che la risposta sia quella di mantenere la politica comune, ma con molti strumenti per riflettere alle diverse situazioni in questi paesi.  
   
   
OSSERVAZIONI DEL COMMISSARIO UE MOSCOVICI ALLA CONFERENZA STAMPA DELL´EUROGRUPPO  
 
Bruxelles, 10 marzo 2015 . Buonasera. In primo luogo una parola sulla Grecia a completare ciò che ha detto Jeroen. Non siamo entrati in una discussione dettagliata nelle ultime idee inviati dal governo greco. Non è il ruolo dell´Eurogruppo di farlo in quanto lavoro prima tecnico. Ciò che è essenziale in questa fase è quello di accelerare la preparazione delle singole misure, legislative, amministrative Decisioni, Versare attrezzo fidanzamenti adottate dal governo greco il mese scorso che dovrebbero essere assolutamente necessarie. Si tratta di impegni che hanno aperto la strada per la decisione di estendere la programmazione. E ´quindi importante vedere essenziale ora convertirli Decisioni effettivi, sia amministrativa parlamentare o natura. E questo richiede un lavoro tecnica, contattare il Istituzioni, Facili non necessariamente lavorare qui dovrebbe essere senza indugio Più Lance dell´Onu. E Jeroen ha detto che i buoni dati Versare era Mercoledì. E quindi è importante che questo anticipo. Versare Parte nostro corso siamo pronti a partecipare. Su Cipro, vorrei anche sottolineare ancora una volta l´importanza di attuare senza indugio la legge preclusione, che è stata sospesa ancora recentemente dal Parlamento cipriota ulteriormente. L´entrata in vigore di questa legge è un requisito essenziale per affrontare efficacemente il problema dei crediti non performing, che è la sfida principale per l´economia cipriota in questo momento. Abbiamo tutti riconosciuto che Cipro ha compiuto progressi impressionanti nella costruzione di un nuovo e più sostenibile base per l´occupazione e la crescita nel corso degli ultimi due anni. Sarebbe un vero peccato se questo progresso è stato rallentato a causa di questo problema. Capisco che l´adozione da parte del Consiglio dei ministri cipriota e presentazione al Parlamento della legge fallimentare dovrebbe contribuire ad accelerare questo processo, e mi auguro che questo sarà il caso e che il programma sarà presto in pista. Sulla questione dei documenti programmatici di bilancio, non voglio aggiungere molto a quello che ha detto Jeroen. Sono pienamente me stesso riconosciuto nella dichiarazione che l´Eurogruppo ha adottato oggi, che è la traduzione esatta delle nostre discussioni. Mi limito a insistere su due punti. Il primo punto riguarda la Francia. Voglio sottolineare che la nuova raccomandazione per la Francia sarà sul tavolo del Consiglio Ecofin di domani. E il percorso di risanamento di bilancio previsto è una esigente, e la Commissione, posso assicurarvi, sarà estremamente diligenti nel controllo della sua applicazione, perché è una questione di credibilità del patto di stabilità e di crescita, che è stata sollevata da diversi colleghi. E il ruolo della Commissione, sotto il controllo del l´Eurogruppo e l´Ecofin, è quello di garantire questa credibilità. E ´una questione di credibilità. A livello globale, le decisioni che abbiamo preso riflettono la necessità sia di continuare il risanamento di bilancio, questo è il nostro ruolo, e, allo stesso tempo, per sostenere gli investimenti e incoraggiare le riforme strutturali per la crescita e l´occupazione. La nostra azione è per questo: per favorire un cambiamento nelle economie in modo da avere più performante, efficiente e più desiderosi di creare posti di lavoro e le economie in crescita. Una parola sulla discussione sui servizi. Abbiamo avuto una discussione molto buona. Penso che sia necessario avere discussioni tematiche e sostanziali dell´Eurogruppo di questo tipo. Non meno di dieci paesi della zona euro hanno ricevuto raccomandazioni in questo settore lo scorso anno - così come l´area dell´euro nel suo insieme - in particolare per quanto riguarda i servizi professionali e di vendita al dettaglio. Alcuni dati mostrano come i servizi importanti sono per le nostre economie. I servizi rappresentano il 70% del nostro Pil nella zona euro, e quasi il 70% della forza lavoro in Europa è impiegato in questo settore. Eppure, nonostante questo peso molto significativo nelle nostre economie, e nonostante l´attuazione della direttiva sui servizi, il livello di integrazione dei nostri mercati dei servizi è ancora relativamente bassa. Ciò indica che le alte barriere regolamentari che rimangono nel settore dei servizi e le differenze paese per paese in questi settori ostacolano il mercato unico. E ´anche importante sottolineare che ben funzionanti i mercati dei servizi che sono aperti a vantaggio della concorrenza sia per i consumatori - in termini di qualità, prezzo e la diversità - così come il settore manifatturiero del paese in questione. Ed è più difficile, ogni giorno, per distinguere tra servizi e settore manifatturiero. Infine, possono svolgere un ruolo importante nel facilitare riequilibrio e all´adeguamento delle economie dell´area dell´euro in risposta agli shock. Quindi voglio sottolineare la figura del possibile guadagno netto in termini di Pil, del 2,5%, che potrebbe essere ottenuto attraverso la riforma del settore dei servizi. Quindi voglio incoraggiare un´accelerazione e l´intensificazione degli sforzi di riforma in corso nel settore dei servizi in molti paesi. Diversi colleghi hanno presentato, come lei ha detto Jeroen, le loro riforme con diversi risultati, vari dettagli, in qualche modo "pittoresque" come si dice in Francia. Ma non è perché che è "pittoresco", che non è vero e serio. Molto è stato fatto negli ultimi anni, ma molte sfide restano e c´è molto spazio per andare oltre. La Commissione è stata invitata a ritornare su questo tema su una base paese per paese, quando presentiamo la nostra prossima serie di raccomandazioni nell´ambito del semestre europeo a maggio e abbiamo convenuto che perseguiremo la discussione nell´ambito dell´Eurogruppo.  
   
   
QUADRO DI VALUTAZIONE UE DELLA GIUSTIZIA: AIUTARE GLI STATI MEMBRI A MIGLIORARE L´EFFICIENZA DEI SISTEMI GIUDIZIARI  
 
 Bruxelles, 10 marzo 2015 - Ieri la Commissione europea ha pubblicato il quadro di valutazione Ue della giustizia 2015, che presenta una rassegna della qualità, dell´indipendenza e dell´efficienza dei sistemi giudiziari degli Stati membri. Il quadro di valutazione Ue della giustizia è uno strumento di informazione diretto ad aiutare gli Stati membri a migliorare l´efficienza della giustizia, fornendo dati obiettivi, attendibili e comparabili sui loro sistemi di giustizia civile, commerciale e amministrativa. "Un sistema giudiziario efficiente è un pilastro fondamentale di ogni democrazia. Le riforme della giustizia svolgono un ruolo essenziale nel rafforzare i valori comuni dell´Unione e nel creare l´ambiente favorevole agli investimenti di cui abbiamo bisogno per una crescita sostenibile", ha dichiarato Vĕra Jourová, Commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere. "Nel 2014 la maggior parte degli Stati membri era impegnata a riformare il proprio sistema giudiziario: la Commissione accoglie con favore e sostiene tali sforzi. Una maggiore efficienza dei sistemi giudiziari si tradurrà in una maggiore fiducia reciproca tra gli Stati membri. Sappiamo che le riforme della giustizia richiedono tempo per produrre risultati, ma il nuovo quadro di valutazione mostra già alcuni segnali incoraggianti. Sono fiduciosa che gli Stati membri proseguiranno le riforme con determinazione e impegno". Le informazioni contenute nel quadro di valutazione Ue della giustizia saranno tenute in considerazione ai fini del semestre europeo, il ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche dell´Ue. Insieme alle singole valutazioni per paese, il quadro di valutazione Ue della giustizia contribuisce a individuare eventuali lacune e a incoraggiare gli Stati membri a intraprendere, se necessario, riforme strutturali nel settore della giustizia. Principali risultati del quadro di valutazione Ue della giustizia 2015: sono stati rilevati miglioramenti dell´efficienza dei sistemi giudiziari degli Stati membri, tuttavia la situazione varia sensibilmente da uno Stato membro all´altro e a seconda dell´indicatore considerato. Per raccogliere i frutti delle riforme della giustizia occorre tempo; sono proseguiti gli sforzi per potenziare l´uso delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic) nei tribunali, tuttavia gli indicatori rivelano carenze in una serie di Stati membri per quanto riguarda la disponibilità di strumenti Tic tanto per l´amministrazione e la gestione dei tribunali quanto per la comunicazione elettronica fra i tribunali e le parti; nella maggior parte degli Stati membri oltre il 20% dei giudici ha partecipato a una formazione continua sul diritto dell´Ue o sul diritto di un altro Stato membro. Questa percentuale è nettamente superiore all´obiettivo annuale di formare il 5% dei professionisti del diritto affinché venga raggiunto, entro il 2020, il traguardo del 50%; la maggior parte degli Stati membri consente al pubblico di accedere gratuitamente online alle sentenze civili e commerciali; maggiore è il grado di giudizio, minore è la percentuale dei giudici donna. Anche se la percentuale di donne tra i giudici togati di primo e secondo grado presenta una tendenza in aumento, per quanto riguarda le corti supreme resta ancora molto da fare nella maggior parte degli Stati membri per raggiungere l´equilibrio di genere pari al 40%-60%. Questa terza edizione del quadro di valutazione Ue della giustizia (per le edizioni precedenti, cfr. Ip/13/285 e Ip/14/273) mira ad individuare eventuali tendenze in tre aree principali: efficienza, qualità e indipendenza della giustizia. Essa contiene nuovi indicatori e dati più precisi basati su nuove fonti di informazione, quali l´efficienza dei tribunali nei settori degli appalti pubblici e dei diritti di proprietà intellettuale. Include inoltre nuovi parametri, ad esempio l´uso e la promozione dei metodi alternativi di risoluzione delle controversie, anche per le controversie in materia di consumo, la qualità dei procedimenti online per le controversie di modesta entità, le politiche di comunicazione dei tribunali e la percentuale di donne tra i giudici togati. Il quadro di valutazione presta altresì attenzione a quei fattori che possono contribuire a migliorare la qualità dei sistemi giudiziari. Prossime tappe I risultati del quadro di valutazione saranno presi in considerazione ai fini delle attuali analisi specifiche per paese del semestre europeo 2015 (cfr. Le ultime relazioni sul semestre europeo 2015 Ip/15/4504 e Memo/15/4511). Tali risultati sono inoltre presi in considerazione per decidere le priorità di finanziamento nell´ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi Esi) per quanto riguarda le riforme della giustizia. Sono stati istituiti indicatori speciali per monitorare l´efficacia del sostegno dei fondi Esi.  
   
   
SARDEGNA: IL PRESIDENTE PIGLIARU INCONTRA AMBASCIATRICE ROMENA  
 
Cagliari, 10 Marzo 2015 - Si è tenuto il 9 marzo, nell´ufficio di presidenza della Regione, l’incontro tra il presidente Francesco Pigliaru e l´ambasciatrice di Romania in Italia, Dana-manuela Constantinescu. I temi economici e in particolare del lavoro sono stati al centro del colloquio con la rappresentante diplomatica. Una delle priorità, secondo quanto riportato dall’ambasciatrice Constantinescu, è la regolarizzazione delle posizioni lavorative dei romeni in Sardegna. La necessità di combattere la diffusione del lavoro nero è tanto più urgente visto il peso notevole della presenza della comunità romena nell’isola, la più numerosa con 12037 cittadini, seguita da quella marocchina, senegalese e cinese. L’assessore del Lavoro Virginia Mura, presente all´incontro, ha affrontato il tema della valorizzazione e certificazione delle competenze acquisite dai romeni residenti in Sardegna, sia in ambito professionale sia in ambito scolastico. Sono stati attivati i corsi per gli operatori dei Csl e per le agenzie formative per fare in modo che da aprile siano disponibili sul territorio i servizi per la validazione delle competenze. Francesco Pigliaru ha sottolineato l´importanza di creare alcune specifiche sinergie, evidenziando, tra le altre cose, le similitudini nel campo dell´agricoltura. Tra i punti toccati nel dialogo tra il presidente della Regione e l’ambasciatrice di Romania, anche il tema della rappresentanza istituzionale nelle comunità locali. Dana-manuela Constantinescu in conclusione ha chiesto che possano essere promossi anche nelle scuole sarde i corsi di cultura e civiltà romena organizzati dal Governo di Bucarest e dedicati ai ragazzi emigrati.  
   
   
PANORAMA D´ITALIA, MARONI: DIVERSITÀ CHE CRESCONO INSIEME  
 
Milano, 10 marzo 2015 - "Un´unione ideale fra Regioni diverse, che hanno in comune l´ambizione di crescere insieme". E´ una delle definizioni date dal presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni all´iniziativa ´Panorama d´Italia´, la cui seconda edizione è stata presentata a Palazzo Lombardia. Un evento al quale hanno partecipato, oltre al governatore lombardo, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e il direttore di ´Panorama´, Giorgio Mulè. Le Tappe - Il nuovo tour di ´Panorama d´Italia´ prenderà il via il prossimo 25 marzo a Napoli e toccherà 10 città. Napoli (25/28 marzo); Vicenza (15/18 aprile); Pisa (6/9 maggio);Varese (27/30 maggio); Matera (17/20 giugno); Trento (9/12 settembre); Perugia/spoleto (30settembre/3 ottobre) Modena (21/24 ottobre); Bari (4/7 novembre); Palermo (18/21 novembre). E´ prevista la realizzazione di circa 15/20 eventi per tappa, mentre diversi sono i media che seguiranno le iniziative vista la partnership con Tgcom 24, il gruppo Mediaset, Radio 101 e vari media locali. Ripensare Territorio - L´occasione della scelta di Varese come tappa lombarda del tour 2015, ha offerto l´occasione a Maroni per rinnovare alcune osservazioni sul territorio lombardo, conosciuto da tutti per la sua importanza economica e produttiva ("un quarto del Pil italiano, uno dei quattro Motori d´Europa"), ma meno per altri aspetti, altrettanto peculiari. "Siamo la prima regione agricola d´Italia, la terza in Europa. Ma siamo anche terra di cultura, 10 dei 50 siti Unesco italiani si trovano in Lombardia, 4 nella sola Provincia di Varese e due in Varese città. Quindi - ha ribadito con una battuta - ottima scelta quella di puntare sulla Città giardino". Occasione Expo - Il Governatore, ha sottolineato la "straordinaria occasione rappresentata da Expo per mostrare al mondo le eccellenze della Lombardia e non solo. Siamo qualcosa di unico al mondo, dobbiamo solo riuscire a valorizzarci di più. In Lombardia stiamo investendo molto in questa direzione. Come sul turismo, non solo a quello collegato a Expo, perché vogliamo che i 20 milioni di visitatori che ci raggiungeranno quest´anno si innamorino dei nostri territori e tornino almeno nei sei anni successivi". Prospettiva Macroregione - Ma nel futuro della Regione, non c´è solo Expo. "Si è aperta una prospettiva nuova e interessante - ha ricordato Maroni - di cui poco si parla: l´Euroregione alpina, che comprende 48 Regioni di sette Paesi diversi. Può essere, e sono certo sarà, una novità assoluta sul piano istituzionale europeo, perché per la prima volta rispetto ad altre esperienze similari, ad essere protagoniste sono le Regioni e non gli Stati membri. Possiamo davvero diventare interlocutori della Commissione europea sui fondi strutturali e non solo, ed essere un volano di crescita e di sviluppo ancora più di quanto non siamo oggi". Raccontiamo Futuro Del Paese - "Lo scorso anno - ha detto il direttore di Panorama Giorgio Mulè - abbiamo dato voce all´Italia migliore in modo rivoluzionario, trasformando le città in palcoscenici con palinsesti vivi e integrati nel tessuto della vita cittadina. E lo abbiamo fatto nel modo migliore che conosciamo: presentandoci per quello che siamo, con la forza e la credibilità di un brand che da oltre 50 anni racconta il Paese, nelle sue criticità e nelle sue opportunità. Con questa avventura in 10 nuove città - ha concluso - continueremo a far mostrare il futuro dell´Italia a chi ogni giorno quel futuro lo crea. Daremo il nostro contributo per avvicinare i giovani alle imprese, mettendo in contatto il meglio degli uni e delle altre". Felice Per Tappa A Varese - "Sono felice che la tappa lombarda scelta quest´anno da ´Panorama d´Italia´ sia Varese. E non solo perché è la mia città. Ci saranno tante cose importanti in questa interessante iniziativa. La Lombardia ha molte eccellenze, Varese è una di queste". Italia Migliore - Accanto al governatore lombardo, il collega della Campania, Stefano Caldoro: "È un bel colpo d´occhio vedere questa Italia che può cambiare, da Sud a Nord, con la buona politica e la buona amministrazione, con le sue eccellenze. Soprattutto in questo momento di crisi, dobbiamo lavorare per migliorare questo Paese partendo dalle cose buone. E ne abbiamo tante".  
   
   
LOMBARDIA: RECUPERATI 400 MILIONI IN PIÙ SU PROGRAMMAZIONE EUROPEA  
 
Milano, 10 marzo 2015 - "L´italia, per partecipare all´Europa, perde dai 6 agli 8 miliardi all´anno. Come Regione Lombardia, abbiamo ottenuto un grosso risultato, recuperando 400 milioni di euro in più rispetto alla programmazione precedente. Quindi, dal 2014 al 2020 avremo questi soldi. In totale, esclusi i fondi agricoli, avremo a disposizione circa 2 miliardi. Nell´ultima Giunta abbiamo deliberato già l´utilizzo di quasi un miliardo di euro". Lo ha detto l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia Massimo Garavaglia, intervenendo alla trasmissione ´Orario Continuato´, in onda su Telelombardia. Tra gli interventi che saranno finanziati con fondi europei, Garavaglia ha ricordato quello relativo al quartiere Lorenteggio di Milano, presentato proprio oggi. Sessanta milioni di euro saranno resi disponibili da Regione Lombardia e 20-25 dal Comune. "Questo consentirà di ristrutturare 2700 alloggi - ha spiegato l´assessore - e di rendere disponibili fondi per la morosità incolpevole e il sostegno a attività imprenditoriali, realizzando un mix di azioni per far rinascere il quartiere". I lavori inizieranno tra fine 2016 e inizio 2017 e dovranno concludersi al massimo entro il 2021.  
   
   
ASSESSORE LOMBARDIA: NONOSTANTE TAGLI NON AUMENTIAMO TASSE  
 
Milano, 10 marzo 2015 - "Il Governo Renzi ha tagliato ai cittadini lombardi, solo per il 2015, 1,255 miliardi, 948 milioni alla Regione, 107 milioni ai Comuni e 200 milioni alle Province. Nonostante questo, non abbiamo aumentato di un euro le tasse e continuiamo a fare investimenti a favore dei nostri cittadini". Lo ha detto l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia Massimo Garavaglia, intervenendo alla trasmissione ´Orario Continuato´, in onda su Telelombardia. Garavaglia ha ricordato come il residuo fiscale della Lombardia, ossia la differenza tra quanto i cittadini versano e quanto ricevono dallo Stato, sia di 54 miliardi (5.500 euro a testa). "Sarebbe bastato - ha sottolineato l´assessore - lasciarci solo 1,2 di questi 54 miliardi per azzerare i tagli". Bollo Auto - Per quanto riguarda il bollo auto, l´assessore ha ricordato che Regione Lombardia lo ha già ridotto di 100 milioni di euro. "E´ stato il governo Renzi - ha spiegato l´assessore - a introdurre una nuova gabella per le auto con più di 20 anni. Si tratta quindi di una imposta nazionale. Noi abbiamo invece mantenuto l´esenzione per le auto storiche. In Regione Lombardia è quindi possibile iscrivere le auto ultraventennali al registro delle auto storiche, per ottenere l´esenzione dal pagamento del bollo e della tassa di circolazione e uno sconto sull´assicurazione".  
   
   
PIANO STRATEGICO: SU SITO REGIONE FVG I DATI AGGIORNATI AL 2014  
 
Trieste, 10 marzo 2015 - Sono stati pubblicati ieri sul sito internet della Regione Friuli Venezia Giulia, all´indirizzo www.Regione.fvg.it/programmazione  i dati aggiornati al 2014 del "Piano della prestazione", lo strumento che trae origine dal "Piano strategico 2014-2018", con il quale si vuole offrire una misurazione concreta della ´performance´ raggiunta, in tutti i settori di competenza, dall´attività amministrativa. In altre parole si tratta dei dati che consentono di apprezzare il livello di efficienza e di efficacia dell´operato della ´macchina´ regionale. Di conseguenza il "Piano della prestazione" rispetto agli obiettivi strategici che persegue l´Amministrazione regionale, ne indica il livello di raggiungimento, tenendo conto di una precisa analisi del contesto e di una serie di indicatori statistici di particolare rilevanza. Ovvero misura i riflessi sul ´Sistema Regione" dell´azione amministrativa: dal rilancio del manifatturiero alle politiche del lavoro; dalle infrastrutture alle tecnologie digitali, all´economia sostenibile, la sanità, le politiche sociali, la cultura, l´istruzione. Il "Piano della prestazione" si compone di 469 azioni (tra azioni strategiche, di miglioramento e obiettivi aziendali). Di esse ben 324 (pari al 69%) sono già state avviate nel corso del 2014. Le rimanenti 145 prendono il via quest´anno o negli anni successivi. Come si evince dai dati riportati, l´84% delle azioni avviate è già stato completato nel 2014 o è in fase di ultimazione. Solo l´8% è in corso di realizzazione o è stato ultimato in leggero ritardo sui tempi previsti. Un altro 8% presenta criticità, ritardi di esecuzione oppure è stato sì completato ma con un significativo ritardo. Più nel dettaglio, tra le azioni strategiche portate a compimento o per le quali si è conclusa la fase prevista per il 2014 figurano l´approvazione del piano di sviluppo del settore industriale e l´impostazione di un opportuno sistema di indicatori per il suo monitoraggio. Inoltre è stato approvato l´Accordo di programma per l´area Ferriera, sono stati attuati i principi dello Small Business Act e sono state adeguate le norme che disciplinano il settore dell´artigianato. Nell´ambito delle azioni messe in campo per contrastare la disoccupazione si sottolinea l´approvazione del Por Fse, avvenuta nel mese di dicembre, mentre il "Piano integrato di politiche per l´occupazione e per il lavoro - Pipol" del Friuli Venezia Giulia è stato attuato per il 2014. Nel campo della ricerca scientifica, il progetto presentato dall´Amministrazione al bando europeo Horizon 2020 è stato valutato con il massimo punteggio. Per perseguire una maggiore efficienza del sistema sanitario regionale, sono state concluse le fasi relative al 2014 di molte azioni tra cui quelle relative al riordino dell´assetto organizzativo del Servizio sanitario, al sistema di accreditamento per le strutture pubbliche e private, alla progettazione di forme di assistenza per le persone non autosufficienti attraverso procedure di integrazione tra fondi sanitari pubblici, privati e sistema assicurativo. Alcune misure di semplificazione sono state attuate attraverso interventi che prevedono l´incremento della tecnologia digitale dando la possibilità ai cittadini di accedere ad alcuni servizi attraverso l´uso dell´Identità digitale e l´adeguamento tecnologico degli uffici tavolari. Altre azioni riguardano più nello specifico l´Amministrazione regionale come la creazione di un sistema di gestione informatizzata delle procedure di acquisizione di beni o servizi e l´avvio delle procedure di protocollazione automatizzata di atti amministrativi. E´ operativo il portale ´Open Data´ ed è stato approvato il piano per la razionalizzazione dei database regionali. Continua poi la realizzazione del programma Ermes per la costruzione della Rete Pubblica Regionale tramite il collegamento con infrastrutture a banda larga di tutti i comuni della regione e le strutture sanitarie: raggiunto l´obiettivo 2014 di estensione della rete a banda larga con 1.189 km realizzati sui 1.679 previsti (70%). In tema di politiche per la cultura si segnala innanzitutto l´approvazione della nuova legge in materia di attività culturali (Lr 16/2014). Per la scuola è stato attivato il servizio di consulenza individuale con oltre 1.600 ragazzi coinvolti e sono stati pubblicati i bandi per l´ampliamento dell´offerta formativa e per progetti speciali ed è stato approvato il piano di interventi per lo sviluppo dell´offerta formativa delle istituzioni scolastiche statali e paritarie del Fvg. Sempre in tale ambito sono stati concessi contributi per libri di testo, spese di trasporto, libri in comodato, abbattimento rette, mediatori culturali. Nell´ambito delle politiche giovanili è stato pubblicato il bando per i contributi a favore delle associazioni giovanili per progetti di cittadinanza attiva ed avviata la gestione interna del portale Giovanifvg e dei social network collegati. Per quanto riguarda gli effetti dell´azione amministrativa della Regione Friuli Venezia Giulia, così come misurati nel "Piano della prestazione", i cui dati aggiornati a tutto il 2014 sono pubblicati oggi sul sito internet della Regione, nell´analisi nelle priorità strategiche dedicate al rilancio del settore manifatturiero e alla ripresa economica grazie alle politiche del lavoro, alla ricerca e all´innovazione, nell´attuale congiuntura economica si segnala l´incremento consistente delle start up innovative cresciute del 46,7% negli ultimi 12 mesi. A febbraio 2015 risultavano essere presenti in regione 88 imprese "aventi come oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico" (L. 221/2012); 54 di queste sono attive nel settore terziario, 30 in quello manifatturiero/dell´artigianato e 4 nel commercio. Nel febbraio dell´anno precedente le start-up risultavano essere 60. In crescita risultano anche le imprese attive nel commercio elettronico: nelle vendite online sono state pari all´8,3%, negli acquisti online il 46,3% del totale. Nel raffronto con il 2013, i dati 2014 segnano un incremento del 1,5% nelle imprese impegnate negli acquisti e del 15,6% nelle imprese impegnate nelle vendite. Inoltre, secondo gli ultimi dati Istat, nei primi 9 mesi del 2014 le esportazioni regionali sono state pari ad oltre 8,7 mld. Di euro; il saldo commerciale è stato pari ad oltre 4 mld. Di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2013, ha registrato un incremento del 2,3%. Nel focus relativo all´Agenda digitale, si rileva che le famiglie che possiedono accesso a Internet da casa sono cresciute del +5,1% dal 2014 al 2013 (dal 62,7% del 2013 al 67,8% del 2014). Il 42,5% vi accede tramite computer desktop, il 69,2% tramite computer portatile o tablet, il 44,6% tramite altri dispositivi mobili tipo smartphone o e-book. In leggera crescita (+0,3%) risultano anche gli utenti Internet di 14 anni e più che hanno ottenuto informazioni dai siti web della P.a. O gestori di servizi pubblici negli ultimi 12 mesi. Il 35,9% degli utenti di internet in Fvg nel 2014 ha ottenuto informazioni dai siti web della P.a (35,6% nel 2013), il 30,9% ha scaricato moduli dai siti della P.a. (30,4% nel 2013), il 17,7% ha spedito moduli compilati alla P.a. (20,2% nel 2013). Infine il sito dati.Friuliveneziagiulia.it relativo agli Open data, attivo da maggio 2014, ha registrato una media mensile nel 2014 di 30.915 pagine visitate e 404 download, con un massimo di 613 download nel mese di settembre 2014. Da notare anche alcuni valori di interesse sull´analisi della performance della pubblica amministrazione regionale quali il numero di comunicazioni inviate dai cittadini tramite la sezione "contatto on-line" del sito www.Regione.fvg.it, intese come reclami, segnalazioni, proposte o petizioni che registrano una contrazione del -28,7% nel 2014 rispetto al 2013 (504 nel 2013 rispetto alle 707 del 2014). Nello stesso 2014 la pagina principale della sezione trasparenza del sito istituzionale della Regione è stata visitata 43.856 volte. Tra le sezioni con un alto numero di visite o un lungo tempo medio di visualizzazione vi sono la pagina relativa ai dirigenti (14.056 visite, 58 secondi), ai titolari di Posizione organizzativa (7.864 visite, 56 sec.), agli incarichi amministrativi di vertice (2.295 visite, 43 secondi), agli organi di indirizzo politico-amministrativo (2.014 visite, 172 secondi) e l´albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica (2.016 visite, 111 secondi). Inoltre, con l´avvio di "Garanzia giovani" le visite al portale www.Giovani.fvg.it  sono aumentate rispetto al 2013 del +14,4%. Nel corso del 2014 il rapporto tra gli importi impegnati dall´A.r. Sul totale degli stanziamenti, al netto di partite di giro, fondi di riserva e capitoli a compensazione automatica di entrata e spesa, è stato pari all´87,78%, in aumento dall´83,05% del 2013. Il rapporto impegnato/stanziato per fondi regionali e mutui è stato pari nel 2014 al 95,52%.  
   
   
CALABRIA: RELAZIONE DI IERI DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARIO OLIVERIO AL CONSIGLIO REGIONALE SULL´ATTUAZIONE E LE PROSPETTIVE DELLA PROGRAMMAZIONE.  
 
Catanzaro, 10 marzo 2015 - Signor Presidente, Signori Consiglieri, ho proposto che questa seduta del Consiglio fosse specificatamente dedicata a una tematica di fondamentale importanza per la Calabria, che riguarda l’attuazione e le prospettive della Programmazione. Ogni Programma, per l’ampiezza delle politiche, la rilevanza strategica, il quadro delle implicazioni e le problematiche gestionali e attuative, merita una trattazione ampia e più partecipata possibile. Per queste ragioni, dedicherò questa esposizione, in particolare, al principale strumento che, com’è noto, è costituito dal Programma Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Por Fesr 2007/2013). Naturalmente, proporrò di dedicare, sempre in tema di fondi europei, le prossime sedute del Consiglio all’analisi degli altri Programmi, relativi al Fondo Sociale Europeo (Fse) - a cui peraltro farò rapidi cenni anche oggi -, al Fondo Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (Feasr) e al Fondo Europeo della Pesca (Fep). Il tema che ci accingiamo a discutere è fondamentale per la nostra economia e la nostra società. Per questo, avverto il dovere di fornire al massimo organo di rappresentanza democratica della Regione una fotografia dettagliata e oggettiva dello stato della situazione. Naturalmente, esporrò le mie valutazioni e argomentazioni in merito, anche in riferimento alla situazione economico-sociale della regione. Nel contempo, illustrerò quelle che sono le decisioni già adottate e le azioni operative che il Governo regionale intende mettere in atto per gestire efficacemente e con efficienza la fase di chiusura del Por. Fase che, com’è noto, si concluderà alla fine di quest’anno, nel quale occorrerà, innanzitutto, tentare di minimizzare il rischio di disimpegno delle risorse, che pure sussiste, in ragione dei gravi problemi gestionali, operativi e di spesa che abbiamo ereditato dall’Amministrazione che ci ha preceduti nel governo della Calabria. Proprio perché avverto l’esigenza di porre all’attenzione e alla discussione del Consiglio informazioni precise della situazione che abbiamo trovato e delle azioni che abbiamo - da subito - messo in atto, in questa relazione tratteggerò il quadro generale, con riferimento ai principali indicatori, e mi soffermerò sulle problematiche principali, rimandando all’appendice tecnica allegata, predisposta dagli uffici regionali, l’analisi e l’approfondimento di tutti gli elementi specifici e di dettaglio. Lo stato di attuazione della Programmazione 2007/2013 e le prime misure adottate In Europa, la Calabria è tra le regioni più in ritardo di sviluppo. I Fondi Europei dovrebbero servire per aiutare i territori come il nostro a recuperare terreno e favorire la crescita e l’occupazione. Come a tutti noto, anche in considerazione dei pesanti vincoli regolamentari, dalle ristrettezze del bilancio ordinario e dello stato dell’economia regionale, gli strumenti comunitari - il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), il Fondo Sociale Europeo (Fse), il Fondo Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (Feasr), il Fondo Europeo per la Pesca (Fep) - così come il Fondo Nazionale di Sviluppo e Coesione, costituiscono, di fatto, gli unici strumenti per gli investimenti sullo sviluppo, la crescita e l’occupazione. Per questa ragione, l’efficienza gestionale, operativa e di spesa dei Fondi è cruciale, costituendo la precondizione per il loro efficace utilizzo. Al 31 ottobre scorso, che è la data a cui fanno riferimento tutti i dati ufficiali anteriormente al mio insediamento, la Calabria era tra le ultime nella spesa dei Fondi della Programmazione 2007/2013. I dati, presentati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri lo scorso 4 novembre 2014, fotografavano una situazione così sintetizzabile: la Calabria era, dopo la Campania, l’ultima Regione d’Italia per la spesa sul Fesr certificata al 31 ottobre. Il Por Fesr era giunto ad appena 872,7 milioni di euro di spesa, corrispondente al 43,7 % del totale (1,998 milioni di euro). Totale che, peraltro, a seguito del Piano di Azione e Coesione (Pac) del 2011, era stato ridotto di circa un miliardo rispetto alla dotazione iniziale. Senza questa riprogrammazione, la capacità effettiva di spesa certificata a ottobre scorso sarebbe stata ancora peggiore in percentuale, riducendosi al 29,1%. Per inciso, anche il Fondo Sociale Europeo (Fse) presentava - sempre al 31 ottobre - una situazione critica, collocandosi, la Calabria, all’ultimo posto in Italia, con 505,3 milioni di euro spesi, pari al 63,1%. Quindi, a ottobre scorso, cioè a poco più di un anno dalla chiusura dei Programmi, la Regione Calabria: 1. Aveva speso meno della metà delle risorse del Por Fesr; 2. Aveva speso meno dei due terzi delle risorse del Por Fse. In particolare, per il Por Fesr, dovendo rendicontare tutta la spesa programmata (1,998 milioni di euro) entro dicembre 2015 per evitare la perdita definitiva delle risorse, lo scenario che si presentava ad ottobre 2014 era questo: nei successivi 14 mesi, il Por Fesr avrebbe dovuto spendere 1 miliardo e 126 milioni di euro, cioè molto di più del totale dei sei anni precedenti. In altre parole, per spendere tutte le risorse rimanenti, a partire da ottobre 2014 e per i successivi 14 mesi, la spesa avrebbe dovuto viaggiare ad una velocità dieci volte superiore a quella realizzata fino a quella data. Dal canto suo, per inciso, il Por Fse avrebbe dovuto spendere, negli stessi 14 mesi, quasi 300 milioni di euro, cioè viaggiare ad una velocità quattro volte superiore a quella media dei sei anni precedenti. È ovvio che il raggiungimento di questi obiettivi implicava, quindi, non solo un’eccezionale capacità di accelerazione e rendicontazione della spesa da parte della Regione, ma anche una corrispondente e straordinaria capacità di risposta del sistema calabrese (imprese, sistemi produttivi, enti locali). Questa la situazione che ho trovato all’atto del mio insediamento, il 10 dicembre 2014. Questa è la situazione che il governo regionale di questi anni ci ha lasciato in eredità. Con questi numeri, al momento del mio insediamento, salvare le risorse dal disimpegno appariva una missione quasi impossibile. A questa prospettiva generale, si legava una situazione di estrema emergenza, che occorreva affrontare subito ed era direttamente legata al basso livello della spesa a ridosso della prima scadenza comunitaria, quella del 31 dicembre 2014, rispetto alla quale incombeva il grave rischio di perdita di risorse: entro tale termine, difatti, la Regione avrebbe dovuto rendicontare 305,6 milioni di euro sul Fesr e 96 milioni di euro sul Fse. Una situazione drammatica, molto difficile, al limite del collasso. Si imponeva, dunque, un intervento di emergenza, per scongiurare il rischio di perdere le risorse da rendicontare entro il 31 dicembre. Intervento che bisognava scandire con una tabella di marcia forzata, dall’esito incerto, per tentare di salvare il salvabile ricorrendo a tutti gli strumenti di accelerazione e rendicontazione della spesa consentiti dai Regolamenti comunitari. Per questa ragione, siamo intervenuti mettendo in atto un’azione straordinaria di accelerazione e rendicontazione e siamo riusciti a raggiungere il target di spesa, rendicontando in poche settimane un volume straordinario di risorse: alla fine abbiamo portato la spesa del Por, per l’annualità 2014, a 463,1 milioni di euro. Si tratta del massimo valore in tutto il periodo di spesa, che parte dal 2009, addirittura superiore alla somma delle spese complessivamente certificate nel 2011, 2012 e 2013. Grazie a questo piano straordinario di rendicontazione, la spesa complessiva del Programma da 868,8 milioni di euro (che era l’ultimo dato di spesa disponibile, aggiornato al 31 ottobre) è salita a 1.192,5 milioni di euro al 31 dicembre. Quest’attività, fra personale dell’Amministrazione regionale (Autorità di Gestione, responsabili di linea, unità di monitoraggio e controllo), strutture di assistenza tecnica, revisori contabili e task torce ministeriali, ha visto in campo circa 220 unità che hanno intensamente operato fino al dicembre 2014 per raggiungere tale obiettivo. Non è finita. Oltre all’emergenza sulla spesa, abbiamo dovuto fronteggiare un’altra situazione paradossale. E’, infatti, dal 2011 che la Commissione Europea ha interrotto i pagamenti sul Fesr, avendo rilevato, a più riprese, una perdurante e seria insufficienza del sistema dei controlli. Il tema della sospensione dei pagamenti rappresenta una criticità estremamente rilevante, che ha gravi effetti non solo sull’attuazione del Programma ma anche sulla stessa gestione del bilancio regionale, con conseguenze sia sul raggiungimento dei target di spesa sia sulla disponibilità finanziaria in termini di cassa. Di fatto, l’interruzione del flusso dei pagamenti da parte della Commissione Europea impatta direttamente sul bilancio della Regione, che è costretta, per compensare il mancato incasso dei rimborsi comunitari, a fare leva sulle sole risorse ordinarie per realizzare gli investimenti programmati. Una situazione che, evidentemente, se protratta per lungo tempo, come sta avvenendo in Calabria, può indurre gravi criticità nella gestione del bilancio e costringere l’Amministrazione, di fatto, a ricorrere massicciamente ai cosiddetti “progetti retrospettivi” per rispettare gli obiettivi di spesa dei Por. La vicenda, la cui cronistoria è riportata nell’allegato tecnico alla presente relazione, presenta aspetti di particolare gravità. La Commissione Europea, sin da febbraio 2011, aveva notificato alla Regione l’interruzione dei rimborsi delle domande di pagamento e richiesto l’adozione di misure correttive ai sensi del Regolamento (Ce) 1083/2006. Nonostante le controdeduzioni formulate, a più riprese, dall’Autorità di Gestione, unitamente all’informativa sull’adozione di misure correttive e strutturali per rispondere alle carenze evidenziate - evidentemente giudicate insufficienti o inadeguate in sede comunitaria - la Commissione ha comunque disposto, a gennaio 2012, la sospensione dei pagamenti intermedi del Por Calabria Fesr 2007-13 e ha prescritto l’adozione di appropriate misure migliorative del funzionamento del sistema di gestione e controllo. Sospensione che è ancora in essere, dopo che sono trascorsi ormai più di tre anni. Anche su questo fronte abbiamo dovuto mettere in campo un intervento risolutore. Abbiamo, per questo, risposto alle ultime osservazioni della Commissione sul sistema dei controlli, che sollevavano dubbi rispetto alle scelte organizzative operate dalla precedente Giunta Regionale sull’attribuzione di funzioni dell’Autorità di Gestione. La missione di Audit, che la Commissione ha svolto nel mese di gennaio, ha avuto esito positivo. Per queste ragioni, ci attendiamo, nei prossimi giorni, la conferma ufficiale dello sblocco dei pagamenti da parte della Commissione Europea. Le principali criticità Come dettagliato nel documento tecnico allegato a questa relazione, il Programma Operativo sconta un ritardo generalizzato su quasi tutti gli Assi prioritari. Le performance finanziarie più rilevanti, che si registrano nei settori ambiente e trasporti, sono state ottenute prevalentemente grazie al ricorso ai progetti retrospettivi. Oppure, come nel caso del settore dei sistemi produttivi, grazie ai fondi di ingegneria finanziaria, che consentono di certificare spesa al momento della loro attivazione, fermo restando che la rendicontabilità finale dipenderà dall’utilizzo delle suddette risorse da parte del sistema produttivo. Le criticità sull’attuazione del Programma sono di diversa natura, in alcuni casi di carattere generale, in altri connesse alle singole misure. Un aspetto critico tra i più evidenti riguarda l’eccessiva numerosità e l’estrema frammentazione degli interventi, con una prevalenza degli interventi di importo inferiore a 5 milioni di euro (pari al 58% del totale), seguiti dagli interventi di importo superiore a 5 milioni (32%) e dagli strumenti di ingegneria finanziaria (10%). Anche sulla governance del Por, emergono problematiche e criticità rilevanti. La maggior parte delle operazioni sono a “regia regionale” ovvero attuati da beneficiari diversi dall’amministrazione regionale. A parte lo scollamento tra le misure a titolarità e quelle a regia regionale, la cui calibratura va attentamente rivista, nel caso degli interventi a regia, oltre ai tempi di avvio delle procedure e selezione dei beneficiari, in questi casi, sia aggiungono i tempi per progettazione, l’acquisizione dei pareri di legge, l’indizione e l’aggiudicazione delle gare. Nell’ambito dell’Asse I – Ricerca Scientifica e Società dell’Informazione, la scarsa capacità di coordinamento tra gli attori e la debolezza della governance hanno inciso significativamente sulla performance degli interventi per il sostegno alla ricerca e all’innovazione, un tema cruciale per la competitività dei sistemi produttivi e per l’innovazione sociale. Considero le politiche per la ricerca e l’innovazione degli ultimi anni come un evidente fallimento e un’occasione persa, che ha comportato, tra l’altro, il mancato rafforzamento del sistema regionale dell’innovazione. Se disponessimo di una infrastruttura sistemica per la messa in rete e il rafforzamento dei diversi attori del sistema (università, centri di ricerca e trasferimento tecnologico, ecc.), potremmo oggi affrontare in modo molto diverso il nuovo Programma Operativo 2014/2020, con migliori prospettive di implementazione della strategia di specializzazione intelligente che dovrà non solo accompagnare e indirizzare le misure per l’innovazione ma anche costituire il cuore strategico della nuova programmazione, in coerenza con gli indirizzi comunitari e nazionali. Tuttavia, va detto che, tra le poche iniziative di rilievo avviate nel Programma, sempre nell’Asse I sono compresi anche gli interventi per la creazione dell’infrastruttura della banda ultra larga, che coprirà, entro il 2016, l’intero territorio regionale e costituirà un elemento di grande potenzialità per la nostra regione. L’asse Ii Energia, nonostante registri una delle migliori performance del Programma, si compone di un numero molto elevato di interventi: tale frammentazione è uno degli aspetti più complessi della fase gestionale e attuativa. Ciò nonostante, è probabile che questo al settore vengano assegnate ulteriori risorse nell’ambito della rimodulazione del Programma che dovremo effettuare entro l’estate. Le misure per il sistema ambientale comprese nell’Asse Iii fanno registrare una buona performance finanziaria, garantita, tuttavia, soprattutto dai progetti promossi nell’ambito degli Apq. Le misure più rilevanti (difesa del suolo, sistema idrico, il sistema dei rifiuti e le bonifiche) scontano la debolezza delle strategie di settore, l’assenza di coordinamento delle diverse componenti delle filiere, l’incertezza del quadro normativo regionale regolamentare e pianificatorio. Si pensi, ad esempio, ai rifiuti, dove la componente infrastrutturale non è mai partita e solo con i provvedimenti che la nuova Giunta Regionale ha definito, è stato dato impulso agli interventi di rinnovo e manutenzione degli impianti esistenti. L’asse Iv - Qualità della vita ed inclusione sociale, promuove soprattutto interventi per l’adeguamento infrastrutturale e tecnologico delle scuole e gli interventi per la sicurezza e la legalità. Il primo gruppo, la cui attuazione è affidata al Ministero dell’Università e della Ricerca, non registra particolari criticità e dovrebbe essere portato a termine nel corso del Programma. L’asse V - Risorse naturali, culturali e turismo sostenibile, che avrebbe dovuto promuovere e valorizzare i più importanti asset di questo territorio, ha completamente fallito. Le misure per il turismo e la cultura mostrano un gravissimo ritardo attuativo. Secondo le previsioni, la spesa al 31 dicembre 2015 non consentirà di coprire l’intera dotazione e probabilmente l’Asse subirà una decurtazione nella rimodulazione del Programma. Le criticità sono imputabili principalmente alle misure che sono ricomprese nei Pisl - sui quali mi soffermerò in seguito - e agli interventi di riqualificazione e valorizzazione dei beni culturali, avviati con grande ritardo solo a seguito di una lunghissima fase di pianificazione settoriale. In linea generale, è evidente che la strategia di sviluppo turistico sostenibile e di valorizzazione del patrimonio culturale va completamente rivista e rifondata su nuovi modelli e d una nuova visione strategica. L’asse Vi - Reti e collegamenti per la mobilità, che promuove interventi per il sistema dei trasporti e la mobilità, è fortemente condizionato dalla ritardata, o in alcuni casi, mancata attuazione dei Grandi Progetti: le metropolitane di Catanzaro e Cosenza, la strada a scorrimento veloce Gallico-gambarie, la nuova Aerostazione di Lamezia. La buona performance finanziaria dell’Asse si giustifica prevalentemente grazie ai progetti retrospettivi. Di fronte a questo quadro, una riflessione approfondita s’impone come un passaggio obbligato. Non voglio mettere in discussione le scelte iniziali e non voglio entrare nel merito della rilevanza di questi interventi. Dobbiamo, però, esaminare attentamente cosa è successo, anche per non ripetere gli stessi errori nel futuro. Alcuni elementi emergono con chiarezza dall’analisi dei dati. Sono state congelate ingenti risorse del Programma su interventi che ancora non sono partiti, che produrranno pochissima spesa entro i termini di chiusura del Programma e incideranno in maniera significativa sulla prossima programmazione, che dovrà coprire le spese non realizzate nella fase attuale. Si tratta certamente di operazioni complesse, i cui tempi di realizzazione non sono forse compatibili con le stringenti scadenze comunitarie. Tuttavia, come nel caso dei Grandi Progetti, siamo ancora, nel 2015, alle fasi iniziali: per questo, non possiamo parlare di ritardi fisiologici. La verità che è mancata un’azione forte da parte dell’Amministrazione volta ad accelerare le fasi preliminari, ottenere una rapida approvazione dei progetti da parte della Commissione, predisporre e gestire con efficacia le gare e affidare i lavori. I lavori delle metropolitane non sono stati ancora avviati: per Catanzaro siamo in fase di sottoscrizione del contratto, mentre per Cosenza non sono stati ancora affidati i lavori, visto che ben due gare sono andate deserte. I lavori della strada Gallico-gambarie sono stati consegnati solo qualche giorno fa. L’intervento per la realizzazione della nuova Aerostazione di Lamezia si trova ancora nelle fasi preliminari, alle quali abbiamo impresso immediatamente un’accelerazione: stiamo, infatti, per notificare alla Commissione la procedura per ottenere il consenso sul regime di aiuto. Tutti questi interventi produrranno pochissima spesa da rendicontare su questo Programma e, quindi, dovranno essere finanziati con le risorse comunitarie 2014/2020 o con il prossimo Piano di Azione Coesione. Altro grande punto di crisi del Programma è rappresentato dalle misure di sostegno alle imprese, finanziate prevalentemente nell’ambito dell’Asse Vii. In questo caso, le debolezze risiedono, da una parte, nella modalità di gestione delle procedure di aiuto e, dall’altra, nel disegno e nella gestione degli strumenti di ingegneria finanziaria. Si tratta di uno dei temi che ho affrontato con incisività anche nell’ambito della Dgr per l´accelerazione e la chiusura del Programma che tratterò nel seguito. Il sistema regionale di aiuti alle imprese, va completamente rivisto, introducendo meccanismi di automaticità e coinvolgendo il sistema delle imprese sin dalla programmazione degli interventi. Nel passato sono stati definiti strumenti non sempre corrispondenti alle reali necessità delle imprese e con una gestione procedure non efficiente. Non esistono strutture specializzate interne alla Regione e al contrario ogni settore gestisce le proprie misure senza le necessarie competenze e conoscenze. Non si ricorre a strutture esterne di qualità né si fatto ricorso ad organismi intermedi; inadeguata è stata la risposta offerta da Fincalabra, alla quale è affidata la gestione di numerose misure di aiuto. I dati sono inconfutabili: i tempi che intercorrono tra la pubblicazione degli avvisi e la formalizzazione e l’erogazione delle prime risorse alle imprese superano quasi sempre l´anno. Abbiamo trovato ferme procedure che avrebbero potuto rappresentare una risposta importante in una fase di forte criticità per gli investimenti produttivi. Abbiamo sbloccato le risorse per i contratti di investimento che sono finalizzati a creare e rafforzare i sistemi produttivi locali attraverso il sostegno alla realizzazione di infrastrutture e servizi per l´innovazione, l´internazionalizzazione, la logistica e la commercializzazione. Le risorse rese disponibili sono pari a 65,8 milioni di euro e saranno erogate sulla base di una graduatoria di merito a gruppi di imprese che soddisferanno i requisiti di qualità progettuale e sostenibilità finanziaria dei relativi programmi di investimento. Nei prossimi giorni rilanceremo anche il tema degli aiuti alle imprese che operano nel turismo e nella valorizzazione delle risorse naturali e culturali. Un altro tema dolente è quello del credito. I fondi di ingegneria finanziaria ai quali sono stati assegnati un volume consistente di risorse, pari a circa 120 milioni di euro, sono stati utilizzati pochissimo. Se è pur vero che il contenuto utilizzo è ascrivibile alla bassa domanda di finanziamenti da parte delle imprese, quale conseguenza della contrazione degli investimenti e della crisi economica, non sono affatto tollerabili i ritardi tecnico-amministrativi per la messa a regime dei diversi strumenti. Anche qui bisogna lavorare per semplificare, ridurre gli oneri a carico delle imprese e puntare su pochi strumenti. In una situazione di estrema difficoltà economica, come quella che stiamo vivendo nella nostra regione, le risorse dei fondi strutturali devono necessariamente contribuire all’obiettivo dello sviluppo, rimettendo le piccole imprese, in primo luogo manifatturiere, al centro delle nostre politiche economiche. Questo significa rivedere l’ordine delle priorità e significa utilizzare parte delle risorse comunitarie in funzione anticongiunturale, immaginando una scansione temporale degli interventi capace di sostenere, nei primi anni della programmazione, la moltiplicazione degli effetti degli investimenti aumentando la competitività e l´occupazione. Tale azione avrebbe un duplice obiettivo: da un lato generare domanda pubblica e aspettative nel circuito dell’economia regionale, dall’altro attivare interventi che, sebbene innescati in funzione anticiclica, abbiano comunque valore strutturale e innovativo, e rafforzino il tessuto produttivo sostenendo la propensione all’investimento ed alla innovazione. Le misure per lo sviluppo territoriale previste dall’Asse Viii richiederanno un approfondimento specifico e una valutazione appropriata, che ho chiesto agli uffici di avviare. Le due grandi direttrici dell’intervento regionale nella Programmazione 2007/2013 sono state i Progetti Integrati di Sviluppo Urbano (Pisu) e i Progetti Integrati di Sviluppo Locale (Pisl). I Pisu, dopo una lenta fase iniziale, che ha comportato una riduzione finanziaria delle misure, sono ormai avviati e dovrebbero garantire la spesa dell’intera dotazione loro assegnata. Critica è, invece, la situazione dei Pisl che, al 31 dicembre 2014, hanno registrato, sulle misure infrastrutturali e servizi, solo il 3% della spesa, mentre sulle misure di aiuto alle imprese non si registra, in sostanza, nessun avanzamento. Diversi interventi sembrano essere in fase di avvio e aver terminato le fasi di appalto e aggiudicazione, per cui ci aspettiamo che una parte della spesa venga realizzata entro il 2015. La maggior parte degli interventi rischia, però, di non poter essere ultimata entro i termini di chiusura del Programma e, pertanto, stiamo individuando canali finanziari alternativi, per salvaguardare gli investimenti delle amministrazioni locali e consentire il completamento dei progetti. I ritardi dei Pisl sono frutto della complessità procedurale che ha caratterizzato l’impostazione delle misure e delle difficoltà attuative che contraddistinguono l’attuazione delle opere pubbliche. La selezione degli interventi e la stipula degli accordi con i soggetti beneficiari è stata segnata da una serie di passaggi intermedi estremamente complessi e ridonanti, se guardiamo alla tipologia degli interventi effettivamente finanziati. In gran parte dei casi, l’integrazione sembra essere rimasta sulla carta, sono stati individuati numerosi interventi puntuali, frammentati, di modesta dimensione finanziaria. Alle criticità legate al disegno dello strumento e delle fasi preliminari di valutazione e approvazione, si aggiungono quelle inerenti le fasi attuative dei progetti, in merito ai tempi necessari per i pareri di compatibilità, alle procedure di aggiudicazione, ai ritardi nelle fasi attuative. Del resto, consentitemi di rammentare che, già quattro anni fa, quando il percorso dei Pisl era ancora in fase di avvio, da Presidente della Provincia di Cosenza avevo espresso, nelle diversi sedi formali, molte e diverse perplessità sull’impostazione della stratega di sviluppo locale della Regione: la mia amministrazione fu, infatti, l’unica a non sottoscrivere il Protocollo d’Intesa, non condividendone i presupposti e non ravvisandovi né una concreta politica di sviluppo sostenibile né obiettivi di spesa realmente perseguibili nei tempi del Programma. Sono fermamente convinto che le nostre politiche di sviluppo debbano valorizzare la dimensione territoriale e il principio di integrazione degli interventi e delle competenze, sia per armonizzare degli interventi promossi dalle risorse comunitarie e gli interventi ordinari sia allo scopo di coordinare e far dialogare i diversi soggetti coinvolti nella realizzazione di progetti e programmi. Ma l’attenzione al territorio, che va sempre sostenuta da una visione strategica regionale, deve tradursi in una forte azione da parte della Regione che va orientata, innanzitutto, a rafforzare la capacità degli enti locali di sollecitare e interpretare la domanda di sviluppo delle comunità e tradurla in una visione strategica coerente, integrata e unitaria, che eviti la frammentazione e la dispersione delle operazioni. Nel contempo, occorre migliorare la capacità delle amministrazioni locali nella progettazione e gestione degli interventi, per evitare i ritardi e le difficoltà che oggi registriamo. Il Piano d’Azione per l’Efficienza della Spesa e le prospettive di chiusura del Programma Il 2015, che coincide con l’anno di chiusura dei Programmi Operativi del Fesr e del Fse, si presenta difficile. L’eredità che ci lascia il passato governo regionale è pesante. Per il Por Fesr 2007/2013, in particolare, la sfida per il 2015 appare densa di rischi, in quanto il target da raggiungere è pari alla totalità del Programma, cioè 1.998 milioni di euro. La distanza che, oggi, ci separa da questo target ammonta a circa 806 milioni di euro. In considerazione di questo differenziale e dell’importanza cruciale che il raggiungimento del target citato rappresenta per la Calabria, la Giunta Regionale ha approvato, con la Deliberazione n. 26 del 23 febbraio, un Piano d’Azione per l’Efficienza di Spesa, che ridisegna il quadro programmatico, gli strumenti operativi e il cronoprogramma all’interno del quale le singole strutture regionali dovranno operare al fine di massimizzare i risultati di spesa per l’annualità corrente. Con questa Deliberazione della Giunta, si esce da una fase di continua emergenza caratterizzata da soluzioni “spot”, per approdare a una fase di programmazione sistemica delle azioni da porre in essere per garantire la migliore esecuzione del Programma. In particolare viene scandita, con cadenza temporale definita, una serie di adempimenti che ciascun attore regionale coinvolto (Autorità di Gestione, Dipartimento della Programmazione, Dipartimenti responsabili dell’attuazione, etc.) dovrà compiere al fine di raggiungere l’obiettivo di spesa prefissato. Con l’adozione del Piano d’Azione vengono introdotti, inoltre, importanti innovazioni nella gestione del Programma, tra i quali l’attivazione di un monitoraggio rafforzato degli interventi, grazie all’implementazione di nuove funzionalità del sistema informativo che consentono di controllare in maniera continua e rendere visibili l’andamento del programma e i risultati raggiunti. Si prevede, inoltre, la costituzione di specifiche task force tematiche, dedicate alla risoluzione delle problematiche connesse a tipologie di interventi particolarmente rilevanti, come i Pisl, i Pisu, i Grandi Progetti, i regimi d’aiuto, gli strumenti di ingegneria finanziaria e le infrastrutture pubbliche di rilevanza strategica. Il Piano d’Azione è stato condiviso con la Commissione Europea, che ha apprezzato il puntuale lavoro di programmazione svolto in così poco tempo. I servizi della Commissione saranno costantemente aggiornati sull’andamento del Piano come sulle eventuali criticità riscontrate. La batteria delle soluzioni operative che sono state definite dal Piano è ampia e comprende, tra l’altro: la riprogrammazione delle economie; la gestione delle eventuali modifiche delle decisioni comunitarie sui Grandi Progetti; l’individuazione di operazioni che potranno essere completate con le risorse della programmazione 2014/2020; il monitoraggio degli strumenti di ingegneria finanziaria, per valutarne l’effettivo impatto sulla spesa; la semplificazione delle procedure di erogazione e gestione dei regimi di aiuto; la programmazione dei pagamenti anche al fine di evitare la concentrazione della certificazione della spesa a fine anno; la messa in campo di un sistema di monitoraggio rafforzato del Por, al fine di rilevarne in via speditiva lo stato di avanzamento e migliorarne l’attuazione; l’attivazione di specifiche task force per gli interventi in ritardo di attuazione, al fine di porre in essere tutte le misure necessarie per accelerare la spesa. Come detto, il Piano d’Azione per l’Efficienza della Spesa fissa una road map puntuale in tema di chiusura della Programmazione 2007/2013, al fine di recuperare i ritardi accumulati. Il Piano dispone, per ogni macro-procedura, le azioni da porre in essere, la tempistica, le responsabilità e gli adempimenti, delineando un processo attuativo che dovrà garantire lo svolgimento delle diverse operazioni, evitando situazioni emergenziali e riducendo al minimo le criticità. La messa a regime dell’attività di monitoraggio "rafforzato", in particolare, è intesa a evidenziare tempestivamente e con procedure molto semplificate lo stato di avanzamento e attuazione del Programma. Questo insieme coordinato di azioni e misure per l’accelerazione e la rendicontazione della spesa ci consente di formulare previsioni più attendibili per la chiusura del Programma. La sfida per scongiurare il rischio del disimpegno delle risorse è del tutto aperta: su di questa grave la pesante eredità di questi anni, con tutto il carico di implicazioni e problemi che porta con sé. Tuttavia, con le misure che abbiamo già definito e con le altre che seguiranno, possiamo guardare con un pizzico di fiducia in più ai mesi che ci attendono da ora fino alla conclusione del ciclo di programmazione. Gli impatti del ciclo 2007/2013 sulla nuova Programmazione 2014/2020 Le situazioni di criticità che ho appena illustrato sulla Programmazione 2007/2013 hanno prodotto risultati negativi non solo, com’è ovvio, sull’andamento della spesa e sull’efficacia degli investimenti all’interno del medesimo quadro programmatorio, ma hanno addirittura generato un impatto, molto serio, anche sul nuovo ciclo 2014/2020. Questo punto merita una particolare attenzione. Per questo, intendo fornire al Consiglio alcune informazioni generali e, soprattutto, alcuni specifici elementi di valutazione sulla nuova Programmazione 2014/2020 che, in varia misura, sono strettamente interconnessi con il ciclo 2007/2013. La prima questione che, all’atto del mio insediamento, ho dovuto registrare è che, anche sul fronte della nuova programmazione 2014/2020, la Regione aveva accumulato gravi ritardi. Quando ho assunto formalmente la carica di Presidente della Regione, il 10 dicembre 2014, la procedura di trasmissione del Por 2014/2020 agli uffici della Commissione Europea non era ancora completata ed era ferma da mesi. Lo sblocco è avvenuto su mia iniziativa e il Por è stato trasmesso a Bruxelles il 18 dicembre scorso. Voglio essere molto esplicito: a causa dei ritardi accumulati dalla precedente amministrazione, il ciclo della Programmazione 2014/2020 in Calabria potrà formalmente essere avviato non prima di alcuni mesi e solo una volta avuta l’approvazione da parte della Commissione Europea. Il Consiglio Regionale e i calabresi devono sapere che questo comporterà, di conseguenza, un ritardo anche nell’avvio dell’attuazione del Por 2014/2020. Anche sul tema della dimensione finanziaria del Programma - che comprende sia le risorse del Fesr che il Fse - ci sono alcune informazioni fondamentali che intendo fornire al Consiglio con estrema chiarezza. La dotazione finanziaria del Programma, inizialmente pari a 3.568 milioni di euro a seguito della ripartizione tra le Regioni, è stata ridotta a 2.378 milioni, a causa della diminuzione del tasso di cofinanziamento nazionale, che dal 50% è passato al 25%. Questa riduzione, applicata alla Calabria, alla Sicilia e alla Campania, è stata assunta con decisione del Governo nazionale proprio in ragione dei bassi livelli di spesa di queste tre Regioni nell’ambito della Programmazione 2007/2013. In altre parole, per la Calabria, la bassa percentuale di spesa registratasi sui Programmi 2007/2013 ha avuto un impatto negativo anche sulle risorse assegnate per il ciclo 2014/2020. Si tratta di un fatto oggettivo e incontrovertibile: a causa dell’incapacità gestionale del precedente governo regionale, la Calabria può contare, per la Programmazione 2014/2020, su un monte complessivo di risorse che, tra Fesr e Fse, è inferiore a quanto inizialmente programmato in una misura pari a ben 1.190 milioni di euro. Questo dato, di evidente inaudita gravità e mai verificatosi prima d’ora, peserà sull’economia e la società calabrese per tutti gli anni a venire. Anche su questo fronte, abbiamo dovuto agire con rapidità e decisione, avviando un’interlocuzione con il Governo nazionale, allo scopo di recuperare, nella misura massima possibile, le risorse non assegnate. Questa interlocuzione ha avuto esito positivo: i danni ereditati dalla pessima gestione del passato sono stati, in parte, riparati. Posso pertanto comunicarvi, con soddisfazione, che il Cipe, nella seduta del 28 gennaio, ha approvato la proposta relativa al cofinanziamento pubblico nazionale dei programmi europei per il periodo di Programmazione 2014-2020, stabilendo che le risorse del Fondo di Rotazione concorrono al finanziamento dei Piani di Azione e Coesione destinati agli stessi territori. In altre parole, la decurtazione subita dal Por 2014/2020 sarà recuperata, in gran parte, sul fondo nazionale. Questo ci consentirà, da una parte, di gestire con più efficienza ed efficacia un Por con minore dotazione finanziaria. Dall’altra, ci permetterà di impegnare minori risorse del bilancio regionale per il cofinanziamento. Ovviamente, sulle risorse recuperate sul Fondo di Coesione, l’interlocuzione con il Governo nazionale procederà speditamente, attraverso l’apertura di un tavolo che avrà l’obiettivo di definire gli obiettivi del programma parallelo - che confluirà in un nuovo Piano d’Azione Coesione - e le modalità di integrazione e complementarietà con il Por. Problemi strutturali ed efficacia nella prospettiva futura Nella crisi italiana, il Sud versa in una situazione di difficoltà finora mai sperimentata, per fattori di ordine strutturale nell’architettura dell’economia e della società, da cui derivano, in particolare, le situazioni di estrema gravità sul versante dell’occupazione, della qualità dei servizi e delle prospettive di investimento. Il ritardo strutturale del Sud condiziona anche la congiuntura. Alla distanza col Centro Nord in termini di reddito e occupazione, stazionaria da un cinquantennio, si accompagnano divari in quasi tutti i servizi pubblici fondamentali per la qualità della vita: sanità, accesso al servizio scolastico e livelli di apprendimento, cura dei bambini, trasporti pubblici, gestione dei rifiuti urbani, servizi energetici, giustizia, sicurezza, cura per gli anziani, ricerca e innovazione, reti e società digitali, servizio idrico integrato, servizi alle imprese, ecc. L’insieme di questi servizi, da cui dipendono la crescita economica e l’inclusione sociale, configura l’agenda della politica per lo sviluppo e la coesione. La Calabria acuisce e rende più evidenti e spesso più gravi le situazioni che si manifestano, in generale, in tutto il Mezzogiorno, finendo per presentarsi come una sorta di spazio simbolico dell’arretratezza, perennemente intrappolato nella morsa tra emergenze contingenti e criticità strutturali di lungo periodo. Il ritardo, l’inefficienza gestionale e la bassa efficacia dei Fondi comunitari costituisce un importante elemento di ulteriore aggravamento di un quadro, di per sé, già profondamente depresso sul piano dell’economia. Il ciclo 2007-2013 si è presentato al suo anno conclusivo, il 2015 appunto, con risultati di spesa assai negativi, che costringeranno il nuovo governo regionale a un intervento, straordinario e senza precedenti, per tentare di salvare il salvabile degli 806 milioni di euro che bisognerà rendicontare entro dicembre. Da che esiste la programmazione comunitaria, la Calabria è tra le Regioni italiane più in difficoltà nell’attuazione dell’agenda comunitaria per lo sviluppo e la coesione e nella gestione dei Fondi Europei. Tutti i cicli di programmazione che si sono succeduti dal 1994 ad oggi hanno avuto, pur tra le differenze d’impostazione ed anche di attuazione, un comune denominatore: la scarsa efficienza integrata con l’inefficacia delle politiche. La programmazione comunitaria, sul piano della crescita economica e sociale, non è riuscita a generare quegli impatti e quei risultati, che pure erano attesi ed erano stati posti come finalità generali. Al netto di pochi interventi che hanno registrato avanzamenti importanti (come nel settore dell’energia o nell’attuazione dell’agenda digitale), di rari fattori in lieve miglioramento e di sporadiche singole esperienze positive (che riguardano imprese, progetti o amministrazioni virtuose, che pure esistono e si segnalano come casi interessanti), nessun indicatore-chiave e nessun problema strutturale dell’economia è stato significativamente intaccato o risolto, né sono state create le condizioni per un reale recupero del divario in termini di reddito, produzione di ricchezza, occupazione, qualità dei servizi, qualità della vita dei cittadini. Che sono esattamente le finalità verso le quali dovrebbero tendere, con il concorso degli strumenti della programmazione nazionale e comunitaria, le politiche regionali. All’inefficienza gestionale e di spesa, particolarmente grave e ulteriormente acuìta nel corso degli ultimi anni, si sovrappone, come in una sinergia al negativo, una profonda inadeguatezza nell’utilizzo efficace dei Fondi, che finiscono per essere ridotti a meri strumenti finanziari - peraltro sostitutivi e non aggiuntivi alla spesa ordinaria -, spesso del tutto sganciati dalle problematiche economiche e sociali del territorio e incapaci di sostenere concrete politiche di sviluppo. In questo contesto di generale difficoltà nella gestione dei Fondi, con onestà intellettuale e responsabilità politica va però sottolineto un fatto che emerge in tutta evidenza e in modo incontrovertibile dai dati: la Programmazione 2007/2013 ha finora segnato il punto più basso delle esperienze programmatorie in Calabria. In particolare, gli ultimi anni hanno visto precipitare la capacità d’impegno, spesa e rendicontazione da parte della Regione. Aldilà dei dati assoluti che ho prima illustrato e che ho dovuto registrare al momento del mio insediamento, il 10 dicembre scorso, un aspetto appariva particolarmente preoccupante e riguardava la variabile più importante nell’analisi dell’avanzamento finanziario della Programmazione: la velocità. In un certo senso e in qualche misura, un Programma può anche registrare volumi di spesa modesti, ma ciò che conta è quanto sta andando veloce e, soprattutto, se accelera o decelera. La Calabria mostra, a partire dal 2011, una grande difficoltà nella velocità di avanzamento degli impegni e della spesa. Peraltro, nei primi due anni di attuazione (2009/2010), la situazione era abbastanza simile tra le quattro Regioni della Convergenza (Sicilia, Campania, Puglia e Calabria). Anzi, la Calabria presentava la situazione migliore, con la spesa certificata all’8,93% ed un volume di impegni che, al 2009, cioè alla fine del primo anno di attuazione, era già pari a 618 milioni di euro. Sostanzialmente, nel biennio 2009-2010, la Calabria viaggiava alla stessa velocità delle altre Regioni della Convergenza. Sono gli anni successivi al 2010 a divaricare le performance delle Regioni: per la Calabria la situazione sembra addirittura via via peggiorare e la curva della spesa si appiattisce. Infatti, è proprio il triennio 2011-2013 che ha fatto registrare i dati più allarmanti, con un andamento della spesa certificata che addirittura regredisce, passando da 195 milioni del 2011 a 158,5 nel 2012, fino a toccare il valore minimo di 108 milioni nel 2013 (il secondo più basso di tutto il ciclo di programmazione). Anche il 2014 si sembrava destinato a chiudersi con valori molto modesti che avrebbero confermato una tendenza al rallentamento o, comunque, all’appiattimento della curva della spesa: nei primi 10 mesi, infatti, la spesa certificata era appena pari a 143,4 milioni. L’andamento degli ultimi anni collocava la nostra Regione in controtendenza rispetto alla normale dinamica dei processi di spesa. E’ noto, infatti, che la velocità di spesa dei Programmi, di norma, cresce nel tempo. Anzi, la spesa dovrebbe accelerare via via che le operazioni e i progetti, soprattutto quelli infrastrutturali, arrivano a realizzazione e le diverse linee di intervento maturano e procedono verso le fasi attuative e di chiusura. L’ultima fase di un Programma è, di regola, quella con la maggiore accelerazione nella spesa. In Calabria succedeva esattamente il contrario. Solo con la manovra emergenziale messa in atto negli ultimi 20 giorni dello scorso dicembre, l’accelerazione della spesa certificata ha ribaltato le cose, riportando la situazione a una dinamica più normale. Le ragioni di questa perdurante inefficienza gestionale e di spesa del Fesr sono molte e non vogliamo, in questa sede, utilizzare artifici demagogici o strumentali. Rientra nella responsabilità di noi tutti e della classe dirigente in generale, su un argomento che è cruciale per il futuro della Calabria e dei calabresi, mettere in campo una discussione franca, libera da condizionamenti, svincolata dalle appartenenze, rigorosa e seria nell’analisi. Una discussione senza reticenze e libera, fondata sull’etica della responsabilità a cui siamo tutti chiamati, in questo consesso, per rispondere alla fiducia che i cittadini e gli elettori hanno in noi riposto e che costituisce il fondamento e la ragione del nostro mandato. Questa operazione di verità deve essere intesa e considerata come uno esercizio di democrazia e di trasparenza, un dovere morale verso i cittadini verso i quali tocca, ogni giorno, alimentare e rafforzare il senso di fiducia nella politica e nelle istituzioni. Ed è anche, consentitemi, una manifestazione di rispetto verso il ruolo che ci compete come rappresentanti del popolo nelle istituzioni regionali: perché da questo derivano, tra l’altro, non solo le responsabilità di chi ha governato e i compiti di chi dovrà governare negli anni a venire, ma anche il complesso delle funzioni costituzionali che ognuno, nell’ambito delle proprie prerogative, è chiamato a esercitare. Il quadro che ho sintetizzato in merito alla situazione ed alle prospettive dei Fondi Europei esprime con chiarezza la difficoltà e lo stato di crisi di fronte al quale ci troviamo. Ragioni e responsabilità sono diverse e complesse. Vi contribuiscono sia fattori di ordine generale e di tipo giuridico e amministrativo (come l’incapacità a gestire la complessità dell’impianto legislativo e normativo comunitario e nazionale e la conseguente farraginosità dei procedimenti), sia fattori riferibili alla scala locale e regionale dell’azione istituzionale (come le evidenti inefficienze della macchina burocratica regionale, l’inefficienza dei controlli e le difficoltà gestionali in capo ai beneficiari, non adeguatamente supportati dalla Regione). Fattori di criticità finora mai adeguatamente trattati e governati, ai quali si sommano: - la debolezza di indirizzo dei centri di competenza e coordinamento nazionali, cui corrisponde analoga debolezza del livello regionale; - le incertezze originate dal susseguirsi di tagli di finanza pubblica e gli effetti di “spiazzamento” della spesa a causa del patto di stabilità interno; - la focalizzazione sui processi anziché sui risultati e la scarsa mobilitazione locale; - la polverizzazione degli interventi e la frammentazione della spesa; - il disallineamento delle azioni amministrative rispetto agli obiettivi della programmazione; - la segmentazione e la distribuzione parcellizzata della programmazione tra fondi (Fse, Fesr, Feasr, fondi nazionali) e tra strutture gestionali, apparati, assessorati, società ed enti regionali; - la conseguente gestione non unitaria, incoerente, non integrata, a compartimenti stagni; - la pletora improduttiva dei centri di costo, delle strutture gestionali e dei soggetti attuatori, con particolare riferimento agli enti strumentali e alle agenzie in house o controllate dalla Regione; - la mancanza di una seria funzione di controllo strategico, - l’insufficienza della partecipazione, della trasparenza e del coinvolgimento del partenariato nelle scelte; - la parcellizzazione delle risorse tra gli assessorati e il loro utilizzo in pratiche, diffuse e pervasive, di acquisizione del consenso. - la mancanza di una mappatura organica dei procedimenti, nonché l’enorme carico burocratico e la pesante farraginosità dei procedimenti medesimi; - il comportamento amministrativo, da parte degli uffici e dei dirigenti, tutto piegato alla logica dell’adempimento, invece che del risultato; - la conseguente sottoutilizzazione delle capacità e delle competenze che pure sono presenti e diffuse nel personale regionale; - la disorganizzazione dei flussi e delle relazioni nella macchina regionale e la prassi di uffici che funzionano in modo autoreferenziale, non si parlano tra loro e vengono gestiti a compartimenti stagni; - l’assenza di un circuito interno di scambio informativo e di un protocollo strutturato di comunicazione tra gli uffici; - la mancata standardizzazione di modelli gestionali e procedimentali che guidino e regolamentino le attività degli uffici e la produzione degli atti amministrativi (decreti, bandi, ecc.); Inoltre, emerge, in tutta evidenza, il deficit di visione strategica e capacità di coordinamento e governo delle politiche da parte della Regione, la mancanza di priorità tematiche, settoriali e territoriali, l’inadeguatezza del disegno di governance degli strumenti e del sistema degli interventi, la mancanza di un serio approfondimento delle problematiche legate alla sostenibilità istituzionale, amministrativa, operativa del complesso degli interventi. Il risultato non è solo il basso risultato nella spesa, ma soprattutto il fallimento degli obiettivi generali della Programmazione 2007/2013. Una circostanza che, lo ribadisco, peserà per anni sulla Calabria e i calabresi. Di fronte alla situazione che ho poc’anzi illustrato e proprio nella prospettiva di attuare la programmazione 2014/2020 in modo radicalmente diverso dal passato, a noi tocca il compito di intervenire, con determinazione e rapidità, sui fattori strutturali che hanno impedito la spesa efficiente e l’uso efficace dei Fondi Europei. La gestione dei Programmi che è stata finora messa in atto ha favorito la frammentazione degli interventi, dando luogo ad una gestione non unitaria e non integrata dei Fondi Europei, disarticolata sia tra Fondi (Fse, Fesr, Feasr, Fep, fondi nazionali), sia tra strutture gestionali, assessorati, società ed enti regionali. Questa impostazione va radicalmente cambiata e semplificata. Nell’uso dei Fondi Europei, la macchina amministrativa della Regione va orientata ai risultati, attraverso un rinnovamento della dirigenza e nuovo modello di responsabilizzazione degli uffici e della dirigenza, che saranno valutati in base ai risultati. La costruzione di un’adeguata e diffusa capacità istituzionale nell’uso dei Fondi è decisiva. Anche per questa ragione, dobbiamo supportare i beneficiari e dobbiamo dare maggiore spazio, nelle scelte, al confronto con gli attori portatori di interesse dell’economia e della società, prevedendo sia l’Ufficio del Partenariato specifica struttura di supporto operante sui territori e costruita selezionando le competenze con criteri basati sul merito. La gabbia soffocante e rigida dei procedimenti deve essere smontata, così come la parcellizzazione burocratica degli interventi, a favore di una gestione flessibile e pragmatica, che parta dai bisogni e dai problemi della società e dell’economia regionale e dalle risposte che devono essere date. I funzionari e i dirigenti regionali, così come quelli in capo a beneficiari e soggetti attuatori pubblici, devono adottare un comportamento esclusivamente orientato al risultato, escludendo ogni residuo atteggiamento conformato alla perversa logica dell’adempimento burocratico. Gli aspetti riguardanti la gestione, l’organizzazione, i controlli, il monitoraggio e l’efficienza della spesa, saranno centrali nella riorganizzazione della Regione. Tuttavia, il monitoraggio e l’analisi dei risultati e dell’impatto delle politiche, oltre che dell’efficienza gestionale e di spesa, deve costituire un costante modello di riferimento per la valutazione dei modelli d’azione, degli interventi, delle strutture regionali e del personale. A questi scopi, stiamo lavorando un piano di riorganizzazione delle funzioni di programmazione, intervenendo per risolvere tutte le criticità prima elencate e le altre che stanno emergendo. Nell’ambito del più generale processo di riorganizzazione della macchina amministrativa, stiamo definendo una nuova funzione di controllo strategico, coordinamento e direzione strategica della programmazione, incentrata su competenze e professionalità di alto livello. Anche le strutture regionali di monitoraggio e il sistema dei controlli saranno ulteriormente implementare e rafforzate. Più nello specifico, stiamo definendo strumenti che, in discontinuità con il passato, favoriscano la semplificazione e l’uso delle tecnologie informatiche sia nella Regione sia presso le filiere di attori impegnati nella progettazione e nell’attuazione degli interventi. In linea generale, consideriamo fondamentale: a) riorganizzare la macchina amministrativa della Regione, orientandola al perseguimento dei risultati e regolandola con un nuovo modello di responsabilizzazione degli uffici e della dirigenza, che saranno valutati in base ai risultati; b) stimolare l´efficiente utilizzo delle risorse destinate a investimenti; c) alleggerire il carico e la burocratizzazione dei procedimenti, re-ingegnerizzando tutti i processi gestionali d) evitare la dispersione degli investimenti e degli interventi; e) evitare il ritardato completamento di interventi avviati e solo parzialmente finanziati; f) evitare di immobilizzare risorse su progetti non cantierabili; g) evitare carenze informative circa l´attuazione dei programmi. In una logica unitaria di sviluppo regionale, bisognerà superare la segmentazione dei fondi Fesr, Fse e Feasr, a favore di un approccio plurifondo, integrato, territorializzato tra i fondi comunitari e tra questi e gli strumenti della spesa ordinaria, recuperando il modello della programmazione unitaria. La concentrazione della spesa, annullando la polverizzazione degli interventi e la frammentazione delle politiche e puntando sui settori chiave, a più alto valore aggiunto in termini di impatto economico, sociale e occupazionale ed a più elevato contenuto d’innovazione, sarà per noi una priorità assoluta. In questo senso, occorrerà mettere a fuoco un set di priorità per ognuno degli Obiettivi Tematici del Por 2014/2020, selezionando interventi di rapido avvio e azioni d’impatto duraturo sui fondamentali dell’economia calabrese. In questo quadro, cambieremo il modello gestionale dei Fondi Europei, basato sulla scomposizione per settori e per misure di spesa, in favore di un nuovo un approccio territorialista e settoriale allo sviluppo, basato sulle vocazioni dei diversi contesti e sulle potenzialità di crescita dei settori dell’economia. Per queste ragioni, anche in vista della fase di interlocuzione che si aprirà con la Commissione Europea, una volta che questa avrà notificato alla Regione le proprie osservazioni, stiamo lavorando alla definizione nuovo modello di gestione del Por 2014/2020 che sarà basato su questi principi: a) la collocazione degli interventi in un quadro strategico di politiche di sviluppo, coerente alla scala regionale; b) il rafforzamento delle funzioni di programmazione, pianificazione, indirizzo e controllo della Regione; c) il decentramento presso i beneficiari e i soggetti attuatori delle principali funzioni attuative; d) la concentrazione delle risorse in progetti unitari e integrati, di grande impatto sull’economia e sulla società calabrese; e) il coinvolgimento attivo del partenariato nelle decisioni e nella definizione dei progetti e degli interventi, al fine di massimizzare l’efficacia degli interventi e delle politiche; f) la semplificazione amministrativa e gestionale; g) il ricorso a nuovi strumenti operativi ed attuativi (come, ad esempio, gli organismi intermedi) che responsabilizzino direttamente i soggetti attuatori e garantiscano maggiore velocità di spesa, efficienza gestionale e maggiori risultati e impatti. Nel nuovo ciclo della Programmazione 2014/2020, l’effettività e la sostenibilità delle azioni, la concretezza degli interventi, l’impatto delle politiche sui territori, sull’economia, sulla crescita sociale devono essere assunti come gli unici riferimenti dell’azione regionale. Per tutte queste ragioni, il nuovo Programma Operativo dovrà mettere al centro il tema dell’attuazione. E’ necessario innanzitutto, nel corso del negoziato che si aprirà con la Commissione Europea, approfondire le problematiche riguardanti la gestione e definire con attenzione le procedure attuative, per rendere veloci e certi i passaggi amministrativi. Il Programma, infatti, dovrà essere, allo stesso tempo, ambizioso e realizzabile. E’ importante che il documento generale identifichi bene le strategie, ma abbiamo bisogno, soprattutto, di piani di azione concreti, mirati a obiettivi riconoscibili, immediatamente attuabili. Solo a titolo di esempio, abbiamo già avviato un’istruttoria tecnica per valutare l’opportunità di definire piani d’azione o progetti d’interesse regionale su alcuni dei temi-chiave della Programmazione 2014/2020, come le politiche per le giovani generazioni, il sistema universitario regionale, il rafforzamento dei sistemi produttivi, la valorizzazione delle filiere agroalimentari. A questo proposito, occorrerà avviare subito un dialogo con gli attori rilevanti, identificare i fabbisogni, definire e attuare le procedure per avviare gli interventi. Questo ci insegna l’analisi dei precedenti cicli di programmazione. Non solo in Calabria. Strategie ben costruite, disegni programmatici eccellenti, che però si sono persi nella debolezza dei sistemi regionali: della pubblica amministrazione, del tessuto produttivo, della scuola, delle università. La pubblica amministrazione regionale è certamente uno dei tasselli più importanti del sistema e che porta le maggiori responsabilità per i ritardi che hanno caratterizzato l’attuale programmazione. I nuovi Programmi Operativi dovranno essere accompagnati da un Piano di Rafforzamento Amministrativo, la cui responsabilità politica è affidata al Presidente della Giunta. E’ già stato messo a punto e inviato un documento preliminare ed è in corso il confronto tecnico con il Governo e la Commissione. Uno dei punti rilevanti riguarda la capacità gestionale, rispetto alla quale occorrerà definire idonee strutture di missione, che si facciano carico di coordinare l’attuazione di tutti i passaggi amministrativi, mettere insieme i diversi settori competenti e i soggetti istituzionali coinvolti, garantire il rispetto dei tempi, definire azioni correttive in caso di ritardo, informare immediatamente gli organi politici in caso di rilevanti criticità. Stiamo pensando alla costituzione di una task force centralizzata, con professionalità di alto livello, interne ed esterne, per la gestione dei bandi e degli avvisi. E per gli interventi più complessi, e di maggiore rilevanza strategica, stiamo ragionando sulla costituzione di una centrale di committenza, che gestisca l’intero processo di progettazione e affidamento lavori. Altro tema rilevante riguarda gli aiuti alle imprese. Il sistema è in sostanza fermo. La maggior parte delle procedure di aiuto dell’attuale programma sono in corso o addirittura devono essere ancora avviate. Diverse sono le criticità. Tra queste sicuramente la frammentazione della gestione: ogni dipartimento gestisce le proprie procedure, con enorme spreco di tempo e di risorse. Abbiamo invece bisogno di strutture specializzate nella gestione di aiuti, con competenza appropriate. E’ necessario centralizzare la gestione degli aiuti e in alcuni casi ricorrere all’esterno, tramite le sovvenzioni globali. Non possiamo permetterci procedure di aiuto che durano anni. In alcuni casi gli avvisi sono andati deserti o hanno solo in parte catturato l’interesse degli operatori. Al di là della crisi economica, che ha rallentato gli investimenti, probabilmente questo è successo perché i bandi non hanno colto ciò che il sistema produttivo chiedeva, non hanno intercettato né la domanda, né gli scenari evolutivi né le tendenze settoriali. Per evitare che questo accada in futuro riteniamo sia necessario lavorare su due aspetti. Innanzitutto dobbiamo favorire un maggior coinvolgimento degli operatori nelle fasi propedeutiche alla costruzione delle misure. Sino al momento dei bandi, momento in cui i ruoli dovranno chiaramente distinguersi, dobbiamo lavorare insieme alle imprese, per capire bene su cosa orientare gli investimenti, come calibrare le procedure, come costruire la tempistica. Un altro aspetto riguarda le procedure negoziali. Non possiamo concentrare la fase attuativa della programmazione esclusivamente sui bandi, com’è stato fatto. In alcuni casi occorre assumere la responsabilità di valutare e scegliere gli investimenti da finanziare mediante il ricorso agli strumenti della negoziazione diretta. Infine, la capacità amministrativa. Il personale della regione coinvolto nella gestione dei fondi deve essere preparato. Dobbiamo lavorare su piani di formazione mirati e orientati al risultato e alle attività che i singoli svolgono. Accanto a questo dobbiamo costruire un sistema di incentivi che premi il merito. Il successo di queste politiche non dipende però solo dall’amministrazione regionale. Dobbiamo ragionare in termini di sistema e affrontare alcuni nodi sostanziali. Il sistema di governance regionale va ricostruito: il rapporto tra la Regione e gli Enti Locali, la ricomposizione della filiera delle competenze, la connessione tra i nodi della rete. Sono aspetti determinanti nella capacità del sistema di offrire servizi qualificati ai cittadini e alle imprese. Il tema delle scelte. E’ necessario scegliere, dobbiamo concentrare l’attenzione su obiettivi e iniziative prioritari, differenziare gli strumenti alle diverse situazioni, dobbiamo accompagnare le potenzialità di sviluppo esistenti, partire dalle potenzialità dei settori dell’economia e dei territori. Abbiamo bisogno di più partenariato, perché dobbiamo ascoltare il più possibile il territorio, raccogliere conoscenza, rivedere le nostre azioni se i riscontri non sono positivi. Ma dobbiamo lavorare per rendere questi momenti costruttivi, abbandonare inutili ritualità. Desidero infine porre l’attenzione su un aspetto che ritengo cruciale per il tema di cui stiamo parlando oggi. Il Programma operativo 2007/2013 è un’esperienza che possiamo considerare non riuscita, in verità come altri Programmi delle Regioni del Mezzogiorno. Nonostante con il programma parallelo confluito nel Piano di Azione Coesione, del valore di circa 1 miliardo, sia stato abbassato il target di spesa, si è comunque dovuto ricorrere a strumenti di correzione dei dati di spesa mediante la rendicontazione, nel rispetto delle norme comunitarie, di progetti già realizzati (oggi definiti “retrospettivi”) da altri enti o da soggetti grandi erogatori di spesa infrastrutturale. Ciò malgrado, la spesa è ai livelli assai bassi che ho più volte richiamato. Ovviamente, nell’affrontare con decisione le criticità, occorrerà nel contempo mettere a valore i pochi risultati positivi, come, ad esempio, la realizzazione dell’infrastruttura di banda ultra larga, che dovrebbe essere portato a termine entro la metà del 2016 e comporterà un cambiamento reale del modo di operare dell’amministrazione, lo sviluppo di nuovi servizi per le persone e le imprese e la messa in campo di un grande fattore di ristrutturazione della nostra economia. I Fondi della Programmazione sono troppo importanti per la Calabria, sia perché costituiscono l’unica vera risorsa per gli investimenti e lo sviluppo sia perché possono essere un potente motore di cambiamento. La Programmazione, infatti, non è solo uno strumento finanziario e tecnico, ma è anche una sfida d’innovazione politica ed anche un grande spazio di azione politica. Per questo, l’efficienza della gestione e l’efficacia dell’uso delle risorse non è riducibile alla sola spesa, alle sole tecnicalità (monitoraggio, controlli, rendicontazione, ecc.), alla capacità della burocrazia tecnica e amministrativa, che pure sono fondamentali, ma è anche, come è stato evidente in questi ultimi anni, un problema di capacità politica di governo. Capacità da cui dipendono strettamente sia tutte le questioni ora richiamate (spesa, gestione, burocrazia, modelli, ecc.) ma anche il reale impatto sui fondamentali dell’economia e della società che la programmazione dovrebbe avere. L’unica cosa che dovrà realmente contare saranno gli obiettivi di sviluppo e crescita della Calabria.  
   
   
FISCO: ZAIA SU DATI CGIA MESTRE, “CONFERMA CHE IL SACCHEGGIO CONTINUA. AVANTI COSI’ SVILUPPO RESTA CHIMERA”  
 
Venezia, 10 marzo 2015 - “I dati diffusi dalla Cgia di Mestre sulla local tax dimostrano inequivocabilmente che, alla faccia della miriade di dichiarazioni propagandistiche di Renzi e dei suoi Ministri, il vero tappo allo sviluppo, che rimane una chimera, è una tassazione insostenibile, affiancata da tagli selvaggi alla spesa e aumenti delle tasse. E’ un vero e proprio saccheggio delle tasche degli italiani e dei veneti, che lottano per rialzare la testa ma se la trovano ricacciata sott’acqua dalle pesantissime mani di una fiscalità assassina”. E’ durissimo, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, nella sua analisi della situazione fiscale che prende spunto dai dati pubblicati dalla Cgia di Mestre sulla local tax. “Le bugie e i tagli selvaggi della triade Monti-letta-renzi – incalza Zaia – non incantano i veneti: in cambio di 80 euro in busta paga per alcuni cittadini e di un taglietto del 2% dell’Irap – dice il Governatore – ci siamo trovati con un aumento dell’Iva del 2% e con l’introduzione della Tasi, il cui combinato disposto è tragicamente superiore ai tanto sbandierati benefici. Con una mano si concede uno, ma con l’altra si toglie 5. E’ un imbroglio bello e buono”. “Il tutto – conclude Zaia – a fronte di una realtà che vede le nostre Pmi tassate fino al 68% rispetto alla media europea del 46% e la spesa disponibile non vincolata della Regione Veneto passata in poco tempo da oltre 500 milioni a circa 70. Il saccheggio continua, alla faccia di tweet e slide astutamente pensati per tentare il condizionamento dei cervelli della gente. Ma con i Veneti non funziona, siamo gente abituata a far di conto per riuscire a usare sempre meglio ogni singolo euro di cui disponiamo”.  
   
   
PIEMONTE: IL RIASSETTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2015 È STATO IL PRINCIPALE ARGOMENTO AFFRONTATO DALLA GIUNTA REGIONALE NEL CORSO DELLA RIUNIONE  
 
Torino, 9 marzo 2015 - Come ha illustrato al termine della seduta lo stesso presidente Chiamparino, al bilancio 2015 saranno apportate “riduzioni meditate e non lineari: il diritto allo studio e le politiche sociali subiranno il taglio minimo del 10%, il trasporto pubblico locale dovrà fare ancora sforzi di razionalizzazione in attesa delle gare, ma sono criticità non insostenibili”. Il vicepresidente Aldo Reschigna ha sottolineato che “uno degli obiettivi fondamentali è il pagamento di tutti i debiti del passato, soprattutto di quelli riferiti al 2011, 2012 e 2013, la cui presenza negli scorsi bilanci ha impedito di immettere liquidità nel sistema economico ed ha così contribuito ad accentuare i fattori di crisi. Inoltre, non è stata inserita nessuna cifra che non corrisponda al vero, in quanto entrate certe vuol dire certezza della spesa. D’altronde, per affrontare una fase così delicata ci voleva una forte assunzione di responsabilità”. L’operazione, che passa ora all’esame del Consiglio regionale, prevede nel dettaglio: il pagamento di debiti commerciali e residui perenti che riguardano le opere pubbliche ed i trasporti (391 milioni), la cultura e il turismo (105,5 milioni), la competitività del sistema (224 milioni), la coesione sociale (79 milioni), l’ambiente (30,8 milioni) e l’agricoltura (12,2 milioni); rispetto all’anno scorso diminuzioni di 17 milioni del costo del personale e di 366.000 euro degli affitti delle sedi regionali, ed un aumento di 25 milioni dei trasferimenti alle Province per le funzioni delegate. La cultura ed il turismo potranno contare su 71,5 milioni, 15 dei quali serviranno per saldare debiti fuori bilancio a diverse associazioni culturali e per coprire i costi di alcune opere connesse alle Olimpiadi 2006, il trasporto locale su 518 milioni, le politiche sociali su 102 milioni, ai quali dovrebbero se ne dovrebbe aggiungere 58 di trasferimenti statali. La Giunta ha inoltre approvato: - su proposta del presidente Sergio Chiamparino, il Regolamento per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari di competenza della Regione, delle aziende sanitarie ed ospedaliere, degli enti ed agenzie regionali o vigilati dalla Regione, che viene ora sottoposto all’esame del Consiglio regionale; - su proposta dell’assessore Aldo Reschigna, i nuovi criteri per la concessione di deroghe ai requisiti di aggregazione degli enti locali; - su proposta dell’assessore Francesco Balocco, lo schema di statuto dell’Agenzia della mobilità piemontese; - su proposta dell’assessore Giuseppina De Santis, le modalità per incentivare i centri di consulenza tecnica già accreditati a sostenere i progetti di sviluppo e riqualificazione delle cooperative; - su proposta dell’assessore Antonio Saitta, l’abolizione dell’obbligo di vidimazione del registro di disinfezione e del registro dei servizi giornalieri delle autoambulanze, in quanto prestazione a pagamento diffusamente percepita come inutile.  
   
   
ISEE: IN FVG SLITTA APPLICAZIONE NUOVE REGOLE  
 
Trieste, 10 marzo 2015 - In Friuli Venezia Giulia slitta di alcuni mesi l´applicazione dei nuovi criteri previsti per il calcolo dell´Isee 2015, lo strumento di valutazione della situazione economica di una famiglia per ottenere prestazioni o servizi pubblici a condizioni agevolate. Lo annuncia l´assessore alla salute e politiche sociali, Maria Sandra Telesca, precisando che tutti i Comuni e gli Ambiti sono stati invitati a dare continuità ai benefici socioassistenziali fino a quando i Centri di assistenza fiscale (Caf) non saranno riusciti a completare le certificazioni. Per altri tipi di agevolazioni previste da normative regionali (quali ad esempio acquisto libri di testo, trasporto scolastico, carta famiglia) la Giunta intende portare all´attenzione del Consiglio regionale, già alla prossima seduta del 17 marzo, un disegno di legge da approvare con criteri di urgenza per prorogare tutti i benefici in corso. In sostanza, sottolinea Telesca, "non c´è di che preoccuparsi perché non si interromperanno le prestazioni". In questo contesto non è a rischio nemmeno la misura regionale che consentirà di non far pagare il ´superticket´ alle famiglie meno abbienti. In questo caso peraltro l´agevolazione entrerà in vigore il primo maggio e inoltre, rileva l´assessore, "per averne diritto non occorre presentare il modello Isee entro quella data, ma semplicemente al primo accesso alle prestazioni sanitarie. Posso quindi immaginare che non tutti gli interessati ne abbiano bisogno subito e dunque i tempi si dilatano". L´assessore Telesca, in ogni caso, mette anche in evidenza come le criticità legate all´introduzione del nuovo Isee non riguardano i soli cittadini del Friuli Venezia Giulia ma quelli di tutte le regioni italiane. Ma solo la Regione Friuli Venezia Giulia, insieme a poche altre, ha deciso di intervenire pur non avendo competenza diretta: "perché l´Isee è regolato da norme nazionali - spiega - e perché i Caf si occupano di effettuarne il calcolo a seguito di una convenzione nazionale". In pratica "ci siamo assunti una responsabilità non nostra per evitare che i cittadini incontrino dei disagi".  
   
   
FVG, AUTONOMIE: COMMISSIONE CAL VALUTA CON FAVORE ALCUNE MODIFICHE RIFORMA  
 
Udine, 10 marzo 2015 - L´assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin ha illustrato ieri alla I Commissione del Consiglio delle Autonomie locali/Cal alcune proposte di modifica al disegno di legge di riforma dell´organo di rappresentanza degli Enti locali del Friuli Venezia Giulia. Alla luce delle richieste pervenute dall´Ufficio di presidenza del Cal, l´assessore ha proposto di inserire, quale quorum funzionale per l´adozione dei pronunciamenti del Cal, la maggioranza dei presenti. "Tale previsione - ha spiegato Panontin - costituisce per quanto riguarda l´intesa un punto di mediazione e di equilibrio tra l´attuale previsione della maggioranza dei componenti e quella contemplata nel testo approvato in via preliminare, della maggioranza dei votanti". In un´ottica di semplificazione procedurale, è stato proposto di estendere tale quorum anche al pronunciamento del parere. Di particolare interesse per il Cal era il rafforzamento dei suoi pronunciamenti. Modificando l´articolo 11 del ddl, è stata riformulata la previsione sull´espressione dell´intesa: in particolare, è stato proposto che qualora l´intesa non venga raggiunta a seguito del negoziazione fra le parti, la Giunta possa prescindere dall´intesa medesima, adottando però l´atto all´unanimità e con espressa e adeguata motivazione. Inoltre, all´articolo 4 è stato proposto l´inserimento di una disposizione secondo cui l´Ufficio di presidenza del Cal concorda con l´assessore alle Autonomie locali la programmazione dei lavoro, "ciò - ha puntualizzato Panontin - in un´ottica di leale collaborazione istituzionale e con l´obiettivo di razionalizzare l´attività del Consiglio delle Autonomie". In merito a queste modifiche alla bozza del ddl, la I Commissione coordinata da Furio Honsell ha espresso sostanziale apprezzamento. "Prendiamo atto che la Giunta ha tenuto conto di alcune indicazioni formulate dal Cal per rafforzare la valenza e l´efficacia dei suoi pronunciamenti", ha sintetizzato Honsell. Resta ancora da approfondire, invece, la collocazione del Cal. L´ufficio di presidenza nell´ultima riunione del 25 febbraio aveva fatto notare che "il Consiglio, per operare efficacemente dovrebbe poter essere percepito come ´altro´ rispetto a Regione e Comuni" e aveva richiesto di essere funzionalmente collocato presso la presidenza del Consiglio regionale come previsto per alcuni altri organi di garanzia. L´assessore Panontin ha invece confermato la posizione della Giunta per il mantenimento della sede presso la direzione regionale delle Autonomie locali. "Un tanto, in considerazione del ruolo che si intende attribuire all´organo rappresentativo degli Enti locali, il quale sulla base delle nuove previsioni contenute nel disegno di legge e di quelle che saranno elaborate nell´ambito della riforma della finanza locale, costituirà l´interlocutore privilegiato dell´Amministrazione regionale, nella programmazione e nella definizione delle strategie funzionali allo sviluppo dei territori e alla gestione delle relative risorse. A tal fine - ha concluso l´assessore - si ritiene coerente il mantenimento di un collegamento diretto con la Giunta regionale". Per approfondire ulteriormente questo nodo l´Anci, per tramite del segretario Alessandro Fabbro, ha richiesto oggi un rinvio dell´espressione del parere previsto per la seduta di lunedì 9 marzo, per interpellare nel frattempo sul merito i capigruppo del Consiglio regionale.  
   
   
FINANZA LOCALE E RIFORME: IL 10 MARZO INCONTRO ORGANIZZATO DA REGIONE TOSCANA, IRPET E CORTE DEI CONTI  
 
Firenze 10 marzo 2015 - Occhi puntati sui bilanci degli enti locali, le risorse che nel tempo sono diminuite ma anche le riforme. Occhi puntati sugli effetti delle previsione della legge di stabilità del governo licenziata nei mesi scorsi, comprese le nuove regolae che riguardano l´armonizzazione contabile e il pareggio di bilancio. Con un primo effetto temuto che potrebbe riguardare la riduzione della spesa in conto capitale e dunque destinata agli investimenti. Se ne parla domani mattina, martedì 10 marzo 2015 dalle 10.30 alle 13, a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione Toscana. La sala Pegaso ospiterà infatti un incontro organizzato dall´Irpet, l´istituto regionale di programmazione economica, la Regione Toscana e la Corte dei Conti, frutto di una collaborazione da tempo consolidata. Al seminario, su invito e a numero chiuso, parteciperà l´assessore al bilancio e alla presidenza della Regione, Vittorio Bugli. Attorno alle 12.30 sarà possibile un briefing con i giornalis  
   
   
FINANZE: FISCALITÀ DI VANTAGGIO IN FVG, VENERDÌ UNA TAVOLA ROTONDA  
 
Trieste, 10 marzo 2015 - "La fiscalità di vantaggio: un´opportunità di sviluppo", è il tema della tavola rotonda in programma venerdì prossimo 13 marzo a Trieste con inizio alle ore 9.30, nella sede della Regione in piazza Unità d´Italia, su iniziativa dell´assessore regionale alle Finanze Francesco Peroni. Nel corso della tavola rotonda, che sarà aperta da un intervento della presidente Debora Serracchiani sugli orientamenti regionali di politica tributaria, si confronteranno giuristi, tributaristi, esperti dell´Agenzia delle entrate e della stessa Regione. "L´intento della tavola rotonda - spiega l´assessore Peroni - è quello di approfondire le più recenti innovazioni in materia di tassazione agevolata, in qualità di leva, strumentale alla crescita economica e tecnologica del sistema Paese, con particolare attenzione alle attività di ricerca e innovazione". "Nella medesima prospettiva, di un´auspicata inversione dell´attuale trend economico, con attesi effetti positivi su investimenti e occupazione, si collocano - ricorda ancora Peroni - le iniziative assunte dal legislatore regionale in materia di fiscalità a vantaggio di politiche di sviluppo industriale".  
   
   
FONDI EX PAIN: D´ALFONSO, CONFRONTO CON I SINDACI ABRUZZESI ESAME DI MERITO E SOLLECITO COMUNI INSERITI COME PRIORITA´  
 
L´aquila, 10 marzo 2015 - Un esame di merito sulle procedure e sullo stato di avanzamento dei progetti e un´azione di sollecito verso ogni Comune ricordando il rispetto delle scadenze imposte dall´Europa. Con questa finalità il Presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, ha convocato a Palazzo Silone, all´Aquila, i sindaci dei Comuni inseriti nelle priorità regionali sul progetto da finanziarsi con risorse residuate dai fondi del programma Pain, quota Mezzogiorno, deliberazione Cipe n.78/2012. Presenti anche il Direttore generale, Cristina Gerardis, il Capo Dipartimento della Presidenza, Giovanni Savini e Claudio Ruffini, Area di staff della Presidenza. L´attribuzione dei fondi è pari a 16,9 milioni di euro. Il Presidente ha voluto delineare linee di indirizzo già in questa fase di programmazione dei fondi finalizzate a sollecitare nei Comuni interessati formule organizzative e procedurali che ´garantiscano tempestività, precisione e oculatezza nella spesa e legittimità di azione´. Nel ricordare la scadenza del 31 dicembre quale ´obbligo vincolante imposto dall´Europa´, ha voluto esaminare con ciascun Comune intervenuto anche lo stato dei danni e di emergenza causato dal maltempo ed ha sollecitato i primi cittadini sull´individuazione di altri interventi capaci di generare crescita e sviluppo. "Chiedo a ogni sindaco - ha detto D´alfonso - di stimare i problemi o i punti di forza del proprio territorio. Parlate con la struttura tecnica, fatevi un´idea di cosa la vostra realtà si può attendere dalla decisione pubblica o per liberare valori o per fronteggiare drammi, dopodichè ci incontreremo per avviare una nuova stagione di programmazione e attuazione. Vi chiedo di concepire subito l´obiettivo, curare la progettazione, attivare le procedure e fare in modo che mai si verifichi quello che troppo spesso avviene: ossia diventa più faticoso stare dietro alle carte che trovare i soldi e realizzarle. Un disallineamento, insomma, tra realtà dei fatti e quello che si scrive sulle carte. Pensiamo a come ´emilianizzare´ la viabilità per esempio. Cominciate a guardarvi dentro, cos´è che vale del vostro territorio. Vi inonderemo, ad esempio, di piste ciclabili anche verso l´interno facendo ciclovie che, se hanno caratteristiche di bellezza, possono diventare cicloturismo". Questo l´elenco dei progetti da finanziare: Ristrutturazione campo sportivo- Comune di Tornimparte-? 524.197,00, Ristrutturazione campo sportivo-Comune Magliano dei Marsi- ? 94.500,00, Ristrutturazione e realizzazione campo sportivo-Comune di Raiano-? 100.000,00, Completamento area turistico-sportiva-Comune di Carapelle Calvisio-? 100.000,00, Realizzazione di strutture e infrastrutture per l? incentivazione delle attività sportive-Comune di Ortucchio-? 100.000,00, Valorizzazione stadio comunale-Comune di Castel di Sangro-? 80.000,00, Completamento struttura sportiva-Comune di Celano-? 100.000,00, Riqualificazione impianto sportivo Comune di Rocca Pia-? 60.000,00, impianto sportivo-Comune di Castellafiume-? 49.990,00, Completamento centro sportivo comunale-Comune di Civitella Roveto-? 50.000,00, Adeguamento impianto sportivo-Comune di San Benedetto dei Marsi-? 50.000,00, Adeguamento impianto sportivo-Comune Rocca di Cambio-? 100.000,00, Cittadella dello Sport-comune di San Giovanni Teatino-? 300.000,00, Lavori di impiantistica sportiva-Comune di Paglieta-? 300.000,00, Lavori di adeguamento campo di calcio comunale-Comune di Vasto- 700.000,00, Completamento spogliatoi impianto sportivo-Comune di Castel Frentano-? 100.000,00, Palestra polifunzionale polo scolastico-Comune di San Salvo-? 500.000,00, Palestra polivalente rione Marina-comune di San Salvo-? 300.000,00, Completamento e adeguamento campo di calcio-Comune di Miglianico-? 550.000,00, Completamento struttura sportiva comunale-Comune di Capitignano-? 15.000,00, Riqualificazione impianto sportivo-Comune di Campo di Giove-? 15.000,00, Completamento struttura sportiva comunale-Comune di Cappadocia-? 15.000,00, Rifacimento impianto di calcetto-Comune di Oricola-? 26.000,00; Potenziamento e completamento impianto sportivo-Comune di Luco dei Marsi-? 159.216,00, Ristrutturazione e messa in sicurezza impianto sportivo-Comune di Anversa degli Abruzzi-? 150.000,00 , Progetto di ristrutturazione Teatro Michetti-comune di Pescara- -? 973.603,00, Rifunzionalizzazione Castello Dellamonica-comune di Teramo-? 2.114.494,00, Recupero ex Colonia Stella Maris-provincia di Pescara-? 1.000.000,00, Completamento di porzione dell? edificio ? Sala polivalente? -Comune di Paglieta-? 300.000,00, Polo culturale ? Parco della Scienza? - comune di Teramo-? 50.000,00, Riqualificazione piazzale area scolastica e Belvedere Castello Ducale-comune di Crecchio-? 500.000,00, Recupero antichi percorsi-Comune di Trasacco-? 100.000,00, Ristrutturazione e adeguamento sismico ex Municipio-comune di Castel Frentano-? 500.000,00, Ristrutturazione della sala poliuso del Comune-comune di Montazzoli-? 115.000,00, Città della Musica-comune di Pescara-? 300.000,00, Interventi di manutenzione straordinaria sistema fognario-Comune di Pescara-? 2.800.000,00, Realizzazione di tratto di rete fognaria-Comune di Castel di Sangro-? 265.000,00, Realizzazione di tratto di rete fognaria-Comune di Ofena- ? 150.000,00, Progetto di chiusura ex discarica-Comune di Campotosto- ? 150.000,00, Bonifica ambientale ? microdiscarica- Comune di Carsoli-? 40.000,00, Bonifica discarica-Comune di Tollo-? 550.000,00, Lavori di sistemazione strada comunale Ponte Adelina-comune di Scoppito-? 120.000,00, Opere di completamento per il consolidamento versante nord interessato da dissesto-Comune di Ancarano-? 1.285.000,00, Lavori di sistemazione frana in località Villa Bizzarri-comune di Torano Nuovo- -? 300.000,00, Lavori di consolidamento dell? abitato di Quadraccioni per dissesto idrogeologico-Comune di Cellino Attanasio-? 346.000,00, Interventi di messa in sicurezza dell? abitato di Poggio-comune di Carsoli-? 60.000,00, Interventi di messa in sicurezza collegamento viario con il ponte- Comune di Ortona- ? 360.000,00.  
   
   
AUTONOMIE LOCALI: TAGLI MOLTO LIMITATI PER ENTI LOCALI FVG  
 
Udine, 10 marzo 2015 - "Rispetto agli Enti locali delle Regioni a statuto ordinario, è stato molto limitato, grazie all´intervento della Regione, il contributo aggiuntivo dei Comuni del Friuli Venezia Giulia alla manovra statale per il risanamento dei conti pubblici". Lo ha sottolineato l´assessore regionale alle Autonomie locali, Paolo Panontin, a Udine alla riunione del Cal (Consiglio delle Autonomie locali), che ha espresso in modo unanime il parere favorevole sulla delibera approvata in via preliminare dalla Giunta regionale, riguardante la definizione del concorso aggiuntivo degli Enti locali al risparmio di finanza pubblica, previsto dal decreto legge n° 66/2014. L´organo consultivo ha espresso pareri favorevoli (due all´unanimità) anche sulle restanti tre delibere all´ordine del giorno già adottate dalla Giunta regionale. La prima riguardava il Regolamento sulla misura, i criteri e le modalità di concessione dei contributi a favore delle Amministrazioni pubbliche che promuovono prestazioni di attività socialmente utili. La Regione ha destinato quest´anno 4,5 milioni di euro per gli interventi a favore dei lavoratori che sono beneficiari degli ammortizzatori sociali. I criteri di distribuzione delle risorse sono stati ripensati in relazione agli abitanti e al numero dei disoccupati. Per accontentare tutti i potenziali lavoratori socialmente utili (attivi nel 2014) sul territorio regionale, sarebbero necessari ulteriori 2,4 milioni di euro, che il Cal "raccomanda" siano assegnati in sede di variazione di bilancio. Oltre alle modifiche di tipo formale per l´utilizzo dei fondi per l´occupazione dei disabili, il Cal si è espresso favorevolmente anche sulle modifiche regolamentari di semplificazione volte a rendere pienamente operativa una prima parte del percorso di riforma della regolamentazione regionale in materia edilizia. "Significativa è la modifica - ha commentato l´assessore regionale alla Pianificazione territoriale, Mariagrazia Santoro - delle tabelle parametriche regionali, che riducono del 20 per cento gli oneri concessori per le ristrutturazioni, finalizzata a stimolare il rilancio del settore edile". L´organo consultivo delle Autonomie locali ha invece rinviato, allo scopo di un approfondimento richiesto dall´Anci, l´espressione dell´intesa in merito al ddl concernente la nuova disciplina del Cal, che è stato approvato preliminarmente dalla Giunta regionale. "Lo scopo della Giunta regionale - ha precisato l´assessore Panontin - è di trovare la massima condivisione possibile senza alcuna rigidità".  
   
   
FORMEZ: OPEN DAY PER COOPERAZIONE INTERISTITUZIONALE ACCRESCERE COMPETENZE DI AUTONOMIE LOCALI E REGIONE ABRUZZO  
 
L’Aquila, 10 marzo 2015 - Si svolgerà mercoledì 11 marzo, dalle ore 10, presso l´Auditorium Petruzzi del Museo delle Genti d´Abruzzo di Pescara, l´Open Day del Progetto "Ascare´ - Accrescere il sistema delle competenze delle Autonomie Locali della Regione Abruzzo", iniziativa della Regione Abruzzo - finanziata nell´ambito del Par/fsc Abruzzo 2007-2013 e realizzata da Formez Pa - per la creazione di una nuova rete di cooperazione inter-istituzionale sul territorio regionale. L´obiettivo della giornata è porre le basi di un nuovo dialogo tra i diversi interlocutori del territorio sui principali contenuti della programmazione 2014-2020, identificare i temi di maggiore concretezza sui quali costruire le comunità professionali del progetto, condividere le tappe di un percorso di capacity building che prevede la realizzazione di un´attività formativa tecnico-specialistica aperta al più ampio numero di destinatari tra dirigenti e funzionari delle amministrazioni beneficiarie e un Master Universitario in "Governance multilivello e Capacity Building per lo sviluppo". L´evento rappresenta il primo dei confronti operativi previsti nell´ambito del progetto, e le Amministrazioni beneficiarie dell´iniziativa avranno la possibilità di partecipare al tavolo delle esperienze previsto per la sessione pomeridiana ed offrire, in questo modo, il proprio punto di vista sui contenuti della programmazione comunitaria, nazionale e regionale, sulle eventuali esperienze di progetto realizzate o in corso di realizzazione, e sulle priorità di sviluppo del proprio territorio. Insieme ai rappresentanti degli altri organismi istituzionali del territorio, al confronto sono stati invitati i principali portatori di interesse dell´economia e della società locale: istituzioni accademiche, istituzioni finanziarie, soggetti dell´associazionismo industriale e produttivo, ed esponenti del Terzo Settore, per la condivisione di contenuti, obiettivi ed esiti attesi di un progetto di sviluppo partecipato del territorio.  
   
   
PUGLIA: EVENTO FSE. "OLTRE 10MILA GIOVANI, COMUNITÀ INNOVAZIONE"  
 
Bari, 10 marzo 2010 - Oltre diecimila giovani hanno partecipato alla due giorni “I giovani pugliesi: energia alternativa”, il grande evento Fse della Regione Puglia dedicato alla presentazione delle esperienze più significative realizzate con il supporto delle risorse comunitarie del Fondo Sociale Europeo e, più in generale, alle politiche regionali dedicate alla formazione, all´educazione e alla promozione dell´attivazione e dell´imprenditorialità delle giovani generazioni. “Ciò che resta di questo grande evento, delle politiche regionali sviluppate grazie alle risorse europee del Fondo Sociale, sono proprio questi diecimila ragazzi, che vengono qui in Fiera e rappresentano la più grande comunità dell’innovazione di cui la Puglia potrà sicuramente beneficiare”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che questa mattina ha visitato nuovamente gli spazi della Fiera del Levante dedicato all’evento Fse. Nel corso della passeggiata, Vendola ha incontrato le numerose scuole che hanno partecipato ai laboratori e le centinaia di giovani protagonisti del Bollenti Spiriti Camp.  
   
   
VENDOLA SU PORTA FUTURO BARI: "UN POLMONE DI BUONA SOCIALITÀ E DI VITA VERA"  
 
Bari, 10 marzo 2015 - “Immaginare di costruire un luogo che possa incubare meglio la capacità occupazionale di una generazione e farlo in un quartiere che vive una sofferenza particolare e che ha bisogno di un ago e filo per ricucire gli strappi, significa innovare. Questo luogo incarna l’idea che l’innovazione sia prima di tutto il cambiamento del modello di organizzazione, dello stare insieme. Per un quartiere quindi che vive molte problematiche, questo edificio diventa un polmone di buona socialità e di vita vera”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che questa mattina, insieme con l’assessore alle Politiche giovanili Guglielmo Minervini, ha siglato con il Sindaco della città di Bari Antonio Decaro un protocollo d’intesa per la costruzione di Porta Futuro Bari, il primo centro servizi sperimentale di accoglienza, orientamento e formazione al servizio delle esigenze di sviluppo occupazionale dei cittadini. Il progetto, che si sviluppa nell’ambito del Piano Bollenti Spiriti 2014 2015 “Tutti I giovani sono una risorsa ultima generazione”, prevede la realizzazione di un job centre, il primo centro pilota di una rete regionale di nuovi servizi per aiutare i giovani ad orientarsi, intraprendere e trovare lavoro (gli altri centri nasceranno in ogni capoluogo di provincia, in stretta connessione con i Centri per l’Impiego e i Laboratori Urbani Bollenti Spiriti). “Oggi - ha proseguito Vendola - questo luogo, che è un luogo di nostalgia, diventa vivo e pieno di gioventù che viene accompagnata all’orientamento al lavoro e che sprigiona energia positiva per tutto il quartiere. Di qui si comincia un’opera di ricucitura delle fratture urbane. E anche questo è un elemento di innovazione”. “La Regione crede molto in Porta Futuro – ha spiegato il Presidente - perchè è una esperienza che ha funzionato molto bene, non solo nelle più avanzate capitali d’Europa ma anche in Italia. Noi abbiamo sempre ritenuto possibile immaginare lo scambio di buone pratiche tra gli enti locali. Ad esempio, in Puglia, abbiamo un deposito di buone pratiche realizzate in questo decennio, che stiamo mettendo a disposizione di tutta Italia. Ma - ha aggiunto Vendola - siamo anche andati a cercare le buone pratiche degli altri e non ci vergogniamo di dire che questa volta abbiamo copiato, e penso che lo abbiamo fatto bene perché a settembre, per il quartiere Libertà e per i giovani dell’Area metropolitana di Bari, comincia una storia nuova. Questo potrebbe essere un virus che si propaga in tutti gli altri territori della nostra regione”. Che cosa è Porta Futuro Bari Nascerà a Bari, negli spazi della ex Manifattura dei Tabacchi, un job centre di ultima generazione. Sarà il centro pilota di una rete regionale di nuovi servizi per aiutare i giovani ad orientarsi, intraprendere e trovare lavoro. Il progetto si sviluppa nell’ambito del Piano Bollenti Spiriti 2014 2015 “Tutti I giovani sono una risorsa”. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Regione Puglia, Assessorato alle Politiche Giovanili e Cittadinanza Sociale, e il Comune di Bari e porterà alla nascita di un servizio innovativo dedicato ai giovani, all’impresa e al lavoro presso i locali della ex Manifattura dei Tabacchi. Obiettivo del progetto è realizzare il centro pilota di una rete regionale di servizi per il lavoro di nuova generazione che nasceranno, uno per ogni capoluogo di provincia, in stretta connessione con i Centri per l’Impiego e i Laboratori Urbani Bollenti Spiriti. Il primo centro Porta Futuro Puglia nascerà a Bari, in un’area urbana segnata da gravi fenomeni di disoccupazione giovanile e abbandono scolastico che necessita di interventi urgenti a sostegno delle giovani generazioni in cerca di lavoro, dove si sperimenterà per la prima volta al sud Italia il modello implementato dalla Provincia di Roma con la best practice “Porta Futuro”. Il progetto Porta Futuro Bari è finanziato con 5 milioni di Euro di fondi Cipe, rivenienti dall’Accordo di Programma Quadro “Sviluppo Locale” siglato dalla Regione Puglia e dal Ministero dello Sviluppo Economico, e verrà realizzato in due fasi: - la Fase 1 prevede l’attivazione di Porta Futuro Bari nei primi 24 mesi su una superficie di 500 mq (lato Via Crisanzio, nella ex-sede del Consorzio di gestione del Mercato rionale), per una spesa complessiva pari a € 500.000,00; - la Fase 2 prevede l’estensione dello spazio e delle funzioni di Porta Futuro su una superficie complessiva di mq 2.100 localizzata al piano terra e al primo piano della porzione di ingresso alla ex Manifattura (lato Via Ravanas), per una spesa complessiva pari a € 4.500.000,00. Il progetto si avvale del supporto tecnico del Dipartimento della Funzione Pubblica e della Provincia di Roma, all’interno dell’iniziativa Giovani in Rete, promossa dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione per favorire il trasferimento del modello Porta Futuro nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia. Dopo “Laboratori dal Basso”, “Mettici le Mani”, “La Scuola di Bollenti Spiriti” e “Giovani Innovatori in Azienda”, con Porta Futuro Bari diviene operativa anche la linea di intervento n. 4 del Piano Bollenti Spiriti 2014 2015, che prevede il rafforzamento dell’integrazione tra le azioni di Bollenti Spiriti e le nuove misure regionali e nazionali dedicate all’occupazione giovanile e l’attivazione di servizi sperimentali per l’orientamento e il lavoro dei giovani, con particolare riferimento ai giovani inoccupati che fuoriescono dai circuiti della scuola, dell’università e della formazione professionale. Inoltre, l’intervento è pienamente coerente con il “Patto per Bari” siglato dall’amministrazione comunale e dalla Regione Puglia, che al punto 4 “Politiche giovanili per la trasformazione urbana” prevede azioni per garantire una più stretta relazione tra “gli investimenti pubblici in materia di formazione e i percorsi di inserimento lavorativo attraverso moderni servizi di orientamento, in grado di fornire risposte efficaci alla domanda di lavoro dei giovani del nostro territorio”.  
   
   
MARCHE: BANDO REGIONALE TIROCINI OVER 30.  
 
Ancona, 10 marzo 2015 - Relativamente al gran numero di partecipanti al bando regionale sui tirocini Over 30 e ai disagi provocati per le file davanti ai Centri per l’Impiego, l’assessore regionale al lavoro, Marco Luchetti ha precisato che “ci si è basati sul modello di procedure utilizzate per il bando dello scorso anno in favore degli Over 45. Procedure che, non solo non hanno provocato alcun disagio, ma hanno dato ottimi risultati. Le procedure allo sportello sono quindi uguali al precedente bando regionale e corrispondono a quanto stabilito dalle norme del Fondo Sociale Europeo. I disagi sono da ascrivere quindi all’enorme aspettativa creatasi attorno al bando Over 30 che dà la misura della forte crisi occupazionale e quindi dell’aumentato bisogno di lavoro. Aspetti non certamente secondari che hanno contributo ad alcune spiacevoli situazioni. Esprimo quindi un sentito rammarico per il disagio vissuto dalle persone che sono state in fila per ore e profonda gratitudine al personale dei Ciof, la cui professionalità ha consentito che le operazioni si concludessero senza ulteriori problemi.”  
   
   
EMILIA ROMAGNA: GARANZIA GIOVANI, NUOVE OPPORTUNITÀ PER IL TIROCINIO E IL SERVIZIO CIVILE. RIMODULATE LE ATTIVITÀ A DISPOSIZIONE E AMPLIATO LA FASCIA D´ETÀ DEI GIOVANI  
 
Bologna, 10 marzo 2015 – Si amplia l’offerta di Garanzia Giovani in Emilia-romagna. La Regione ha rimodulato le attività a disposizione, in particolare per quanto riguarda il tirocinio e il servizio civile. Potranno usufruire del tirocinio i giovani fino a 29 anni, mentre fino ad oggi era consentito solo fino ai 24 anni. Un’opportunità nuova che sarà consentita a chi si iscrive a Garanzia Giovani da oggi, ma anche a chi si è iscritto in precedenza e che ancora non ha avviato una delle misure previste dal programma. I centri per l’impiego comunicheranno la novità a tutti i ragazzi iscritti che si trovano in questa condizione per informarli della ulteriore possibilità che gli viene offerta. Grazie alla rimodulazione della programmazione, aumentano inoltre i posti di servizio civile nell’ambito di Garanzia Giovani, che diventano così 527. Anche per i nuovi posti disponibili si continuerà ad attingere alla graduatoria già formalizzata. La Regione sta inviando in questi giorni una mail agli interessati. “Due opportunità in più per i nostri ragazzi – ha detto l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi – In particolare per i tirocini, dove abbiamo ritenuto di dover ampliare la fascia di età dei giovani, tenuto conto che oltre la metà dei ragazzi che hanno aderito al programma nella nostra regione hanno tra i 25 e i 29 anni”. Garanzia Giovani si rivolge ai giovani tra i 15 e i 29 anni non impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in un corso scolastico o formativo. In Emilia-romagna sono 112 mila i Neet - Not in Education, Employment or Training – in quella fascia d’età. Ad oggi sono 38.472 i giovani che hanno aderito e si sono registrati al Programma Garanzia Giovani in Emilia-romagna. Di questi giovani, 26.996 sono anche residenti in Regione, mentre 11.476 provengono da altre regioni. Sono 17.308 i ragazzi già presi in carico dai servizi competenti e avviati alle attività sulla base del profilo personale, mentre 21.164 hanno già un appuntamento fissato per usufruire delle misure previste. Circa 2.000 ragazzi hanno rinunciato alla partecipazione per mancanza dei requisiti, perché hanno mancato all’appuntamento o perché hanno rifiutato la politica attiva che gli è stata proposta. Più di 4.000 giovani di età compresa tra i 15 e i 18 anni sono stati avviati ai percorsi formativi. I tirocini avviati sono stati 2.130. Più di 100 giovani hanno ottenuto un voucher per un percorso legato alla costituzione di una nuova impresa, mentre circa 1.500 hanno usufruito di un orientamento specialistico. In Emilia-romagna sono stati inoltre erogati 36 bonus occupazionali per assunzioni con contratto a tempo indeterminato e 3 incentivi per conseguire il dottorato di ricerca nell´ambito dell’alto apprendistato.  
   
   
´GARANZIA GIOVANI´, LOMBARDIA: 9.537 RAGAZZI INSERITI NEL MERCATO DEL LAVORO  
 
Milano, 10 marzo 2015 - "Con Garanzia Giovani 9.537 ragazzi sono stati inseriti nel mercato del lavoro. Di questi, 4.991 inserimenti sono rappresentati da tirocini, in 3.337 casi sono stati attivati contratti a tempo determinato, i contratti di apprendistato sono 815 e 394 i rapporti a tempo indeterminato". Lo fa presente l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea. Assunzioni E Bonus Occupazionale - "Al netto dei tirocini, tramite il programma europeo per l´occupazione giovanile - ha precisato l´assessore Aprea - sono state effettuate 4.546 assunzioni, di cui 1.371 hanno potuto usufruire del bonus occupazionale". Costante Monitoraggio Dati Presente Su Sito - "Le cifre dimostrano che nel nostro territorio - ha specificato Aprea - il programma sta funzionando, grazie a un modello efficace orientato al risultato e fondato su una rete di operatori pubblici e privati accreditati cui il giovane può scegliere liberamente di rivolgersi. Le risorse europee sono state investite per realizzare le misure previste dal Programma, con l´obiettivo di offrire ai Neet una possibilità di formazione o di lavoro. I risultati dell´attuazione a livello regionale sono monitorati e resi noti sulla pagina istituzionale, nell´ottica della massima trasparenza e rendicontazione". In Crescita Contratti Di Apprendistato - "E´ in continuo aumento il trend di crescita dei contratti di apprendistato - ha spiegato Aprea - che rappresentano la prima forma contrattuale per l´inserimento dei giovani: in Regione Lombardia hanno raggiunto le 815 assunzioni". Grandi Potenzialita´ - "Questa è la conferma che questa tipologia contrattuale, pur non essendo mai decollata, ha delle grandi potenzialità, soprattutto sul target dei giovani" ha commentato Aprea. Progetto Di Legge Regionale - "Ho accolto quindi con favore la scelta del Governo di modificare la disciplina dell´apprendistato nell´ottica di semplificazione e riduzione degli oneri a carico delle imprese. In ambito regionale, nel mio progetto di legge - ha poi aggiunto Aprea - anche al fine di dare impulso all´apprendistato, abbiamo previsto che almeno il 5% degli studenti del Iii e Iv anno della formazione professionale, deve acquisire la qualifica in apprendistato. Siamo convinti che il contratto di apprendistato sia uno strumento per realizzare l´alternanza scuola/lavoro e per dare la possibilità ai ragazzi di apprendere on the job, mentre si frequenta la scuola". Attesa Per Decreti Legislativi - "Auspico che lo schema di decreto legislativo sia presto approvato e che con la stessa celerità si provveda alla deliberazione dello schema di decreto che dovrà prevedere gli incentivi per il contratto di apprendistato". Garanzia Giovani Osservatorio Privilegiato Mercato Lavoro -"Garanzia giovani rappresenta la prima politica universale di politica del lavoro realizzata con una regia nazionale. Grazie al programma - ha continuato Aprea - il Governo avrà la possibilità anche di conoscere più da vicino le best practices regionali, analizzandone i risultati. Non solo, gli inserimenti lavorativi, consentono di effettuare una fotografia dell´andamento del mercato del lavoro per il target 15/29 anni, attualmente il più colpito dalla disoccupazione. La mia speranza è che, nel momento in cui la riforma del mercato del lavoro e delle politiche attive sarà completata, si faccia tesoro dei sistemi regionali di maggior successo. In questo senso, sono soddisfatta dell´attuale formulazione del contratto di ricollocazione, che riprende i principi del modello lombardo". Continua L´impegno Per Il Successo Del Programma - Nonostante i risultati raggiunti - ha constatato l´assessore Aprea - non posso considerare raggiunto appieno l´obiettivo: siamo consapevoli che permangono difficoltà, molte delle quali dovute al fatto che scontiamo delle rigidità dovute ad un programma a regia nazionale che fissa delle regole valide per tutti, senza tener conto delle specificità territoriali. Un´altra questione che stiamo cercando di risolvere riguarda le prese in carico. Regione Lombardia si conferma una delle regioni più attrattive, con numerosi giovani che chiedono di effettuare le misure nel nostro territorio. Il problema è che molti di questi giovani, dopo aver aderito al programma, non completano la registrazione scegliendo l´operatore e, pertanto, non possono essere contattati dallo stesso per il colloquio e la successiva presa in carico. Tra i giovani che completano la registrazione scegliendo l´operatore, inoltre, una grande percentuale rinuncia a presentarsi al primo colloquio, dovendo sostenere delle spese per il viaggio per recarsi presso gli operatori per la sottoscrizione del Patto di attivazione. In tal senso, ci siamo attivati per promuovere procedure di profilazione da remoto e per concludere accordi con le altre regioni per consentire la presa in carico dei residenti".  
   
   
IMMIGRAZIONE: ZAIA, “DALL’ONU MESSAGGIO FORTE DA ASCOLTARE. NECESSARIO BLOCCO NAVALE SUBITO. E’ UNA GUERRA E IL NEMICO USA ESSERI UMANI COME ARMA. AIUTI IN PATRIA COI MILIONI BUTTATI CON FRONTEX E ACCOGLIENZA INUMANA. IL NO DEL VENETO A NUOVI ARRIVI PIU’ DECISO CHE MAI””  
 
Venezia, 10 marzo 2015 - “L’emergenza profughi dal Nordafrica, gestita in Libia dai terroristi dell’Isis, e in Italia dalle organizzazioni malavitose, diventerà invasione, una specie di guerra in cui il nemico usa come armi degli esseri numani di fatto ridotti in schiavitù. Occorre prendere immediatamente contromisure efficaci, la prima delle quali è il blocco navale come deterrente alle partenze. La seconda è convogliare in un fondo internazionale la valanga di milioni che si spendono per Frontex e per un’accoglienza che non è tale e utilizzarli per portare aiuto alle popolazioni che soffrono nei loro paesi: scuole, ospedali, aiuti alla nascita dell’imprenditorialità locale, questa sì sarebbe vera solidarietà”. Così il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia interviene in relazione alla notizia che Frontex ipotizza che possa arrivare fino al milione il numero di profughi diretti verso l’Italia nel 2015. “Oggi – dice Zaia – l’Onu dichiara apertamente che un blocco navale davanti alle coste avrebbe il suo appoggio. E’ un messaggio forte, opportuno e autorevole, che va colto subito senza tentennamenti e che indica quanto inutile, anzi dannoso sia continuare con questa forma ipocrita di falsa solidarietà, che impacchetta esseri umani e li spedisce senza arte né parte sui territori, creando tensioni sociali, mettendo in croce Prefetti, Sindaci, Organizzazioni del volontariato, a rischio la salute pubblica e la sicurezza, perché di certo non tutti quelli che arrivano sono dei santi, e ne abbiamo già avuto più di una riprova”. “Sono tutti ottimi motivi – conclude Zaia – per ribadire una volta di più il nostro no motivato all’invio di altri contingenti di migranti in Veneto, che su questo fronte ha già dato ospitando 514 mila immigrati sul proprio territorio, 40 mila dei quali disoccupati e travolti dalla crisi esattamente come i Veneti”.  
   
   
AOSTA, FONDO EUROPEO PER L’INTEGRAZIONE DEI PAESI TERZI: DUE SEMINARI SULLA FORMAZIONE LINGUISTICA PER STRANIERI  
 
Aosta, 10 marzo 2015 - L’assessorato sanità, salute e politiche sociali comunica che, nell’ambito del progetto Fei Valle d’Accoglienza 3, saranno organizzati due seminari, aperti al pubblico, utili a favorire il confronto tra diverse realtà regionali che si occupano di alfabetizzazione di persone straniere. Il primo seminario dal titolo Formazione linguistica per stranieri. Un confronto tra regioni: l’esperienza del Trentino è in programma venerdì 13 marzo prossimo alle ore 17.30 nella sala consigliare del Comune di Saint-pierre. All’incontro interverranno Lara Virdia e Samuele Liberato, entrambi provenienti da Trento, rispettivamente referente e docente del Progetto For.it. Il 17 aprile, sempre alle 17.30, a Verrès nella Sala Bonomi con il secondo seminario si proseguirà il confronto tra regioni dando spazio all’esperienza di formazione linguistica per persone provenienti da paesi terzi nella regione Toscana. Sono previsti gli interventi di Giovanna Tizzi, ricercatrice dei processi migratori presso Oxfam Italia e di Alessandro Salvi, responsabile settore politiche per le persone immigrate della regione Toscana. Il progetto Vda Valle d’Accoglienza 3 è finanziato dal Ministero dell’Interno tramite il Fei - Fondo Europeo per l’Integrazione dei paesi terzi – per offrire alle persone straniere gli strumenti indispensabili per acquisire una piena cittadinanza ovvero la conoscenza della lingua e di alcuni elementi di educazione civica. Il progetto è promosso dall’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali della Regione Valle d’Aosta, in qualità di soggetto capofila, e ha tra i partner la Sovraintendenza agli studi, il Centro Territoriale Permanente, l’Enaip Vallée d’Aoste, Projet Formation, la cooperativa sociale La Sorgente, l’Associazione Uniendo Raices e il Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione (Fieri) di Torino.  
   
   
PARI OPPORTUNITA`: VA AVANTI L’IMPEGNO DELLA REGIONE LAZIO  
 
Roma, 10 marzo 2015 - Per la prima volta in Italia nasce l’attestazione ‘Comuni Alla Pari’, è un’innovazione assoluta nel campo delle pari opportunità rilasciata dalla Regione ai Comuni e agli altri enti locali che promuovono e garantiscono la presenza delle donne e che rispettano la rappresentanza di genere realizzando azioni positive per favorire la parità tra i sessi. Aumenta la presenza delle donne nelle amministrazioni. La Regione ha già indicato gli obiettivi da rispettare e tra le altre cose è stato anche istituito l’Osservatorio regionale delle Pari Opportunità per la valutazione dei titoli. Ecco cosa prevede il riconoscimento: gli enti virtuosi potranno ricevere maggiorazioni fino al 10% del punteggio totale ai fini della graduatoria di un bando. Nelle valutazioni per rilasciare l’attestazione saranno presi in considerazione una serie di indicatori: dalla presenza femminile nei ruoli apicali dell’ente al rispetto delle quote di genere nelle società controllate. Dalla delega alle Pari Opportunità alla costituzione del Cug (Comitato Unico di Garanzia), fino alla valutazione delle attività per educare al rispetto delle differenze di genere e tanto altro ancora. Tra le altre cose il riconoscimento prevede anche il conferimento di una targa. La Regione ha già investito 2,5 milioni di euro per favorire e sostenere l’imprenditoria femminile con il programma “Donna Forza 8”. E poi abbiamo raddoppiato i fondi per i centri Antiviolenza, rilanciato l’azione di prevenzione medica per le donne e dei consultori pubblici. “Questa certificazione “Comuni alla Pari” è una vera e propria rivoluzione di cui siamo orgogliosi. Siamo in prima fila, ogni giorno, per fare del Lazio una regione “amica delle donne” – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: e abbiamo anche approvato la legge più innovativa in Italia contro la violenza sulle donne”. “Noi siamo la Giunta più rosa d’Italia, 6 donne e 4 uomini, con un’altra importante differenza, le così dette key position, gli assessorati più importanti nella nostra Regione sono affidati alle donne, ad esempio il bilancio- è il commento di Concettina Ciminiello, assessore alle pari opportunità, autonomie locali e sicurezza. Stimoleremo i sindaci a fare lo stesso. Perché crediamo che la differenza di genere sia un valore aggiunto, una spinta all’innovazione che non può essere sprecata”- ha detto ancora Ciminiello.  
   
   
LIGURIA: PARI OPPORTUNITÀ FRA DONNE E UOMINI ANCORA LONTANE NEI COMUNI E NELLE AZIENDE  
 
Genova, 10 Marzo 2015 - Pari Opportunità tra donne e uomini, tante iniziative realizzate nella legislatura che sta per concludersi, dalla collaborazione con le scuole, al contrasto alla violenza di genere, al welfare aziendale , ma il percorso e le misure in atti per favorirle nel campo delle politiche di genere, del lavoro femminile, delle imprese, microcredito è ancora lungo e richiede l´impegno di tutti. Soprattutto della politica che, quanto a parità, non brilla. Lo hanno sottolineato, in una conferenza stampa, l´assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità della Regione Liguria Lorena Rambaudi, la consigliera e la presidente della Commissione Pari Opportunità Valeria Maione e Patrizia Muratore all´indomani dell´8 marzo. Basta scorrere la tabelle delle Politiche Sociali e Pari Opportunità della Regione Liguria rese note dall´assessore Lorena Rambaudi che riguardano la presenza delle donne alla guida e nelle giunte dei comuni liguri, nonostante qualche miglioramento si sia registrato nellE amministrazioni rinnovate nel 2013, dopo le nuove norme legislative statali per promuovere il riequilibrio fra donne e uomini nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Su 232 comuni liguri (tre in meno dei 235 complessivi, in quanto attualmente commissariati) i sindaci uomini sono 203, l´87,50 %, le donne-sindaco appena 29, il 12,50%. La musica non cambia nelle giunte dove fra sindaci e assessori gli uomini sono 670 su 905, oltre il 74%. Stesso discorso per i consigli comunali : gli scranni dei maschietti sono 1791 (71,47 %) quelli delle donne 715 (28,53%). In particolare, la situazione nei quattro comuni liguri capoluogo è la seguente: Nella giunta del Comune di Genova su 12 assessori le donne sono addirittura in maggioranza 6-5 (50%), a Imperia la presenza di donne fra gli assessori è del 20%, 3 contro 5 uomini, due donne contro 6 uomini anche nella giunta comunale di Savona, donne sconfitte anche alla Spezia per 2-7. Anche una ricerca condotta dalla Consigliera di Parità della Regione Liguria sul campione di maschi e femmine fra le posizioni "apicali" in un´ampia "galassia" di enti, istituzioni, parti sociali dà risultati deludenti per le donne : 944 su 2941. Livelli di presenza dal 5 al 30 % ma che raggiungono la parità, il 50%, per quanto riguarda le vice direzioni generali. "Peccato che le decisioni alla fine vengano prese dal direttore generale", ironizza Valeria Maione che insieme a Rambaudi e Muratore ha auspicato che anche la formazione delle liste elettorali tenga conto della presenza femminile. Frattanto, lunedì 16 marzo anche in Liguria saranno convocati gli Stati Generali per fare il punto della situazione sulla condizione lavorativa delle donne.  
   
   
LIGURIA: 300MILA EURO PER PROMUOVERE WELFARE AZIENDALE  
 
Genova, 10 marzo 2015 - Trecentomila euro per favorire la diffusione del welfare aziendale e aiutare le donne e le famiglie a rispondere ai bisogni di servizi sociali, conciliando tempi di vita e di lavoro. Sono stati stanziati dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle politiche sociali Lorena Rambaudi. I contributi potranno essere concessi alle imprese che operano in Liguria per offrire a lavoratori e lavoratrici dipendenti servizi erogati da strutture presenti sul territorio locale e aiutarli in particolare nella cura dei figli e degli anziani. Aiuti concreti per sostenere la vita personale e rendere più equilibrato il rapporto con il lavoro. Dai rimborsi che il lavoratore potrà chiedere per i propri figli per l’accesso ai nidi o ai campus estivi per soggiorni extrascolastici, all’accesso ai centri estivi diurni con attività ludiche e di studio nel periodo di sospensione dell’attività scolastica, fino a servizi di assistenza domiciliare e familiare o di assistenza integrata in strutture residenziali del sistema accreditato della Regione Liguria. Le aziende potranno accedere ai finanziamenti messi a disposizione, attraverso un bando che si apre il 10 aprile, fino al 15 maggio. “Con il progetto e il bando di welfare aziendale si aggiunge un altro importante tassello nella costruzione del sistema delle politiche sociali del futuro – spiega Rambaudi – tenendo conto della pesante crisi finanziaria che ha notevolmente contratto le risorse abbiamo risposto promuovendo una collaborazione dei differenti livelli istituzionali e del terzo settore per diffondere un nuovo modello di welfare, in grado di rispondere ai bisogni sociali, attraverso risposte flessibili e personalizzate. Con l’obiettivo comune di promuovere un maggior benessere delle lavoratrici, dei lavoratori e delle famiglie”. Il bando di oggi deriva da un accordo tra Regione Liguria, Confindustria Liguria, associazioni datoriali e terzo settore.  
   
   
"INTERNATIONAL WOMEN ENTERPRENEURS FORUM"  
 
 Bari, 10 marzo 2015 - “Da oggi raccogliamo e offriamo a chi verrà dopo di noi alla guida del governo regionale il Manifesto delle imprenditrici di Puglia. Da oggi guadagniamo una lezione importante e lo facciamo in un momento triste per la politica pugliese perché le tante sperimentazioni che abbiam provato a immettere per scuotere l’albero della pigrizia si sono scontrate, purtroppo, contro un macigno durissimo: il potere maschile di una rappresentanza politica”. Così il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola il 6 marzo alle oltre 200 imprenditrici e manager di successo presenti alla prima giornata di lavori dell“*International Women Entrepreneurs Forum*”, il più grande confronto dell’imprenditoria femminile promosso e organizzato dalla Regione Puglia, in collaborazione con la Fondazione Marisa Bellisario, a Lecce il 6 e 7 marzo. Due giorni di lavoro e sette tavoli tematici: Governance; Sicurezza e Legalità; Risorse, Credito e Fiscalità; Start Up, Innovazione e Ricerca; Le Istituzioni semplici; Impresa sociale, culturale ed Economia circolare; La Puglia e il Mondo (sotto il profilo dell’internazionalizzazione delle imprese). Un vero e proprio laboratorio dal quale nascerà il “Manifesto delle imprenditrici pugliesi” che condizionerà le linee programmatiche della Regione Puglia in tema di economia. “*Il cittadino è due non uno* – ha aggiunto Vendola - *il cittadino è uomini e donne e anche chi esercita pubblici poteri impara, giorno dopo giorno, che lo sguardo sul mondo è differente se è sguardo di uomo o sguardo di donna. La competenza, i saperi, la libertà delle donne vengono da una storia lunga, millenaria, di negazione. Noi abbiamo provato, in questi anni, a scardinare quello sguardo monosessuato sulla realtà e a non delegare alle donne il compito di occuparsi semplicemente delle donne. Nel mio governo le donne hanno gestito responsabilità generali, la politica economica, l’urbanistica, la sanità. Hanno guadagnato potere consentendo alla parola ‘potere’ di essere sempre meno un sostantivo sepolcrale e sempre più un verbo che evoca la possibilità del cambiamento. Le donne che hanno lavorato con me in Giunta sono le donne che in questi dieci anni hanno inseguito l’orizzonte di una Puglia migliore e ci hanno aiutato a vivere la differenza di genere come un lievito che è capace di cambiare la qualità di tutte le politiche pubbliche. Senza le donne la democrazia sarebbe una democrazia mutilata*”. In Puglia sono 85.206 le imprese femminili pugliesi registrate nel primo semestre 2014, con un tasso di femminilizzazione del 22,6% rispetto alla media nazionale del 21,4%. Dal commercio (30,1%) all’agricoltura (26%), alla sanità, assistenza sociale e servizi alla persona (7,7%), agli alberghi e alla ristorazione (7,4%) le imprenditrici pugliesi si sono specializzate, talvolta reinventate, facendo del proprio coraggio il migliore antidoto alla crisi. La Regione Puglia le ha accompagnate e supportate in ogni passo: con un “Programma regionale a sostegno dell’imprenditoria femminile”; con bandi regionali che prevedono premialità per le imprese che presentano e promuovono una maggiore presenza femminile, con strumenti per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. “*Non è semplice per una donna fare impresa *– ha detto Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia.* Non è semplice per una donna fare politica. Tutte noi ci portiamo dentro una voglia di cura, di maternità, che ci accompagna in ogni passo e nella quotidianità ci tiene ancorate. È importante, però, lavorare sulla nostra autonomia, sulla nostra libertà. E’ importante per noi, è importante per tutti perché per ogni donna che fa impresa ne trae beneficio l’intera comunità. **In questi anni la Regione Puglia ha osservato da vicino le donne: dall’esigenza di avere maggiore supporto dalle istituzioni per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro agli effetti che i modelli di welfare hanno nell’incentivare o scoraggiare il lavoro femminile.* *Al 2014 le donne che hanno deciso di mettersi in proprio sono 99.121: 8.130 in più rispetto al 2013. Questi numeri indicano che gli strumenti sinora messi in campo sono quelli giusti ma la strada da percorrere è ancora lunga e per garantire che maggiore parità di genere produca non solo società più eque, ma anche maggiore benessere economico, occorrerà uno sforzo su più fronti: culturale, dell’organizzazione del lavoro e del welfare aziendale, della società e, quindi, delle Amministrazioni Pubbliche, degli incentivi privati. Solo così il futuro avrà doppio ingresso. **C’è, però, ancora una cosa in cui gli uomini, oggi, sono più avanti delle donne: la capacità di fare rete, probabilmente perché hanno avuto maggiori occasioni. E’ questo l’obiettivo che intende perseguire il forum”.* *Il Programma Di Domani Sabato 7 Marzo* ore 09.30 *"Tu, Come Hai Fatto?”* Le imprenditrici pugliesi nel mondo si raccontano Ore 10.30 Interventi dei Coordinatori dei Tavoli e Dibattito Ore 12.00 *Il Manifesto Delle Imprenditrici Pugliesi* Presentazione a cura di *Lella Golfo,* Presidente della Fondazione Marisa Bellisario Ore 12.30 Intervento conclusivo *Loredana Capone,* Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia *Le imprenditrici e manager che hanno animato il dibattito al forum regionale* *Carla Rabitti Bedogni*, Presidente dell’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari, *Paola Palmerini*, Co-fondatore Business Management Consultants e Presidente Comitato Atema, *Claudia Cattani*, Partner Deloitte e Membro collegio Sindacale Ferrovie dello Stato e As Roma, *Paola Balducci*, Membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura, *Simonetta Matone*, Sostituto Procuratore generale presso la Corte di Appello di Roma, *Marina Rubini*, Membro del Cda Finmeccanica e Monte dei Paschi di Siena, *Patrizia Micucci*, Chief country officer Société Générale Corporate & Investment Banking, *Alessandra Ghisleri*, Direttore Euromediaresearch, *Rosanna D´antona*, Presidente e Ceo di Havas Pr Milan, *Livia Pomodoro*, Presidente del Tribunale di Milano, *Imelde Bronzieri*, Imprenditrice e Designer Mimisol, *Carolina Botti*, Direttore Generale Arcus, *Rita Santarelli*, Presidente Vises (Volontari per Iniziative di Sviluppo Economico e Sociale), *Anna Ruocco*, Coordinamento per le politiche e iniziative di attrazione degli investimenti esteri – Ministero degli Esteri, *Chiara Tufarelli*, Banca Mondiale, *Lucia Hui King*, Intermediazione commerciale Italia-cina e Presidente della Comunità di Shanghai in Italia, *Irene Bonassisa*, Bgs International. *Le imprenditrici pugliesi nel mondo* *Barbara Sorce*, Manager Stamford Consultant, co-Founder and Director of Aperoand, *Roberta Di Siena*, Amministratore delegato della R. Di Siena Consulting Dmcc, *Maria Rosa De Palma*, Partner e Director nella European Advisory Partners Ltd (Fisco e Contabilità Internazionale) , *Tiziana Giannico*, Fondatrice e Direttore di Pupe e Cavalieri Ltd (Moda), *Isabella Federico*, Manager di start up, Information Comunication Tecnology, *Alessandra Carrillo*, Business Transformation & Strategy Director/europe, Middle East, Africa & Asia Pacific, Crawford & Company, *Lucia Andrea Cerutti*, Direttrice Società Inglobe (Software e consulenza informatica per Argentina, Perù, Brasile, Stati Uniti), *Anna Fumarola*, Fondazione Mujeres por Africa, *Anna Julia Berardi*, Presidente della Berardi Stone Setting, Inc. (settore lapideo), *Claudia Fabiana Pellegrino*, Proprietaria e Manager Azienda settore agroalimentare, *Manuela Rana*, Manager Industria Creativa, *Claudia Ada Alemanni*, Manager Nuova Trulli S.a., *Elena Battista*, Foreign Rights Manager, *Maria Antonietta Frisoli*, Commercializzazione macchine caffè. Parteciperanno anche *Silvana Mangione*, Vice Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Cgie), Componente del Consiglio Generale dei Pugliesi nel Mondo (Cgpm), Coordinatrice attività Icon in Usa; *Filomena Di Gregorio Meneguzzi* Membro del Cgpm (Consiglio Generale Pugliesi nel Mondo) e presidente dell’Associazione Pugliesi in Sudafrica di Johannesburg; *Sabina Sicolo*, componente Associazione Centro Pugliese Marplatense (Mar del Plata – Argentina) *I Tavoli Di Lavoro* *Governance:* • Nuovi modelli di governance e board efficiency per la competitività d´impresa • Leadership femminile per ridisegnare la cultura organizzativa • Donne in Cda per un nuovo modello di governance • Bilancio di genere per una migliore governance *Sicurezza E Legalita’:* • Costi diretti e indiretti, economici e sociali ed effetti distorsivi sul mercato dell´economia illegale • Usura e credito patologico, racket, corruzione, contraffazione, riciclaggio, ecomafie, pratiche sugli appalti, elusione fiscale: strumenti, strategie e sinergie contro la criminalità economica • Reti femminili per promuovere la cultura della legalità • Sicurezza, legalità e trasparenza per attrarre gli investimenti esteri *Risorse, Credito E Fiscalita’* • Dinamiche territoriali, settoriali e di genere dell´accesso al credito Microcredito per l´imprenditoria femminile • Crisi e razionamento del credito • Fiscalità di vantaggio per il Sud e per le imprese femminili • Nuovi strumenti e soggetti per assicurare alle imprese flusso di capitali *Start Up, Innovazione E Ricerca* • Start-up innovativa: requisiti, quadro istituzionale e potenzialità Start-up, innovazione e imprese: le Regioni protagoniste • Ricerca e Pmi: ostacoli e agevolazioni • Donne: la voglia d´impresa fida la crisi *Le Istituzioni Semplici* • Burocrazia: tassa occulta per le Pmi di 31 miliardi di euro l´anno • Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: volano per l´impresa • Identità digitale, e-skills e smart city: vantaggi per l´imprenditrice *Impresa Sociale, Culturale Ed Economia Circolare* • Impresa sociale declinata al femminile • Impresa sociale: valore condiviso, ruolo di welfare e dimensione Ue Il futuro dell´economia circolare per le imprese e il Paese • Responsabilità sociale d´impresa: progetto strategico e industriale e vantaggio competitivo • Impresa culturale e creativa: l’innovazione al femminile nella cultura, nelle arti visive e performative e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico-architettonico. *La Puglia E Il Mondo* • Internazionalizzazione: mercati, settori, agevolazioni • Imprenditorialità femminile e internazionalizzazione: binomio vincente • Imprenditrici globali: imprenditrici pugliesi nel mondo • Cambiare atteggiamento per favorire esportazione e attrattività dell´Italia e del Sud, per investitori, client e turisti di tutto il mondo  
   
   
NASCE A LECCE IL MANIFESTO DELLE IMPRENDITRICI PUGLIESI  
 
Bari, 10 marzo 2015 - Nasce il primo Manifesto delle imprenditrici pugliesi e raccoglie il lavoro e le idee di oltre 250 imprenditrici e manager dei diversi settori produttivi. Mantenere le politiche sullo sviluppo e il sostegno delle imprese e utilizzare questo format per tutte le altre iniziative, l’ossatura principale da cui diramano le proposte emerse nella due giorni dell’“International Women Entrepreneurs Forum”, il più grande confronto dell’imprenditoria femminile in Puglia promosso e organizzato dalla Regione in collaborazione con la Fondazione Marisa Bellisario. Input eccezionali alcuni dei quali vedono la Regione già a lavoro. Non sarà sufficiente un solo giorno per metabolizzare l’enorme patrimonio di proposte scaturito da ciascun tavolo ma alcune possono già essere tracciate: - un portale per l’attrazione degli investimenti in cui le imprese possono inserire i propri dati; - l’Abc (Apulia Business Center), acceleratore d’impresa per agevolare le start up e promuovere investimenti; - la proposta lanciata da Livia Pomodoro, pugliese d’origine e presidente del Tribunale di Milano e del Milan Center for Food Law and Policy, di costituire, in occasione di Expo 2015, una Convenzione multilaterale per il diritto al cibo e al cibo garantito, perché “prima di andare a Dubai - ha detto la Pomodoro - i potenti del mondo devono passare da Milano e firmare la convenzione”. L’international Women Entrepreneurs Forum si è rivelato un format eccellente perché ha messo a confronto imprenditrici di fama internazionale con quelle micro, piccole e medie imprese che in Puglia stanno scrivendo il futuro della ricerca, dell’innovazione. “Il più grande successo di questa iniziativa – ha detto Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia - sono le reti che si sono create: reti di business e di amicizia. Ciascuna delle donne intervenute ha portato la sua idea di cambiamento per rendere le donne non solo più partecipi ma protagoniste. Ciascuna ha affidato nelle mani dell’altra una storia di entusiasmo ma anche di dolore. Storie di riscatto, di coraggio. Perché la battaglia delle donne è una battaglia sociale, di civiltà. Da questo incontro ne esce più ricca la Puglia e ne esce più ricca la politica. Di questo sono fiera e sono fiera anche che le tante imprenditrici e manager intervenute abbiano parlato della Puglia come di un altro Sud, di un’altra Italia. Ciò significa che in questi anni siamo riusciti a dare una risposta alle loro aspettative, ad accompagnare i loro sogni. Adesso è importante non fare passi indietro, al contrario, lavorare per potenziare quanto fatto”. Due giorni di full immersion e sette tavoli tematici: Governance; Sicurezza e Legalità; Risorse, Credito e Fiscalità; Start Up, Innovazione e Ricerca; Le Istituzioni semplici; Impresa sociale, culturale ed Economia circolare; La Puglia e il Mondo (sotto il profilo dell’internazionalizzazione delle imprese). A rendere ancora più unico l’incontro, il racconto di 14 imprenditrici e manager pugliesi che hanno avuto successo all’estero. Tra loro c’è chi ha deciso di rientrare in Puglia lasciandosi alle spalle ruoli di grande prestigio. Ma è un rimpianto vissuto con entusiasmo, con la voglia di restituire alla propria terra l’esperienza presa in prestito dal mondo. “Se vincono le donne vince il Paese. Se vince il Sud vince l’Italia - ha aggiunto Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario. Oggi, in Puglia, abbiamo assistito a un miracolo: il miracolo delle donne. La concretezza delle donne intervenute, lo spessore dei loro interventi, le tematiche affrontate. Storie di donne simili ognuna delle quali conserva, però, ingredienti unici: di vita, di successo, di determinazione. Come solo le donne sanno essere. Ma i miracoli durano il tempo di un giorno, come le mimose, per questo già da domani ci impegneremo affinché il format lanciato a Lecce possa essere esportato in tutte le regioni d’Italia”. L´evento si sviluppa nel solco della nuova visione regionale "Smart Puglia 2020" che focalizza l´attenzione sui settori "intelligenti", strategici per lo sviluppo della competitività dell´economia regionale pugliese nel nuovo ciclo di programmazione 2014-2020, mettendo in relazione le politiche di sviluppo industriale regionale con le attività legate agli investimenti in ricerca e innovazione e alle prospettive di sviluppo sui mercati internazionali. E’ stato realizzato dall’assessorato allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Servizio Internazionalizzazione, in collaborazione con la Fondazione Marisa Bellisario e l’Ufficio Pugliesi nel Mondo. Le imprenditrici e manager che hanno animato il dibattito al forum regionale Carla Rabitti Bedogni, Presidente dell’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari, Paola Palmerini, Co-fondatore Business Management Consultants e Presidente Comitato Atema, Claudia Cattani, Partner Deloitte e Membro collegio Sindacale Ferrovie dello Stato e As Roma, Paola Balducci, Membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura, Simonetta Matone, Sostituto Procuratore generale presso la Corte di Appello di Roma, Marina Rubini, Membro del Cda Finmeccanica e Monte dei Paschi di Siena, Patrizia Micucci, Chief country officer Société Générale Corporate & Investment Banking, Alessandra Ghisleri, Direttore Euromediaresearch, Rosanna D´antona, Presidente e Ceo di Havas Pr Milan, Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale di Milano, Imelde Bronzieri, Imprenditrice e Designer Mimisol, Carolina Botti, Direttore Generale Arcus, Rita Santarelli, Presidente Vises (Volontari per Iniziative di Sviluppo Economico e Sociale), Anna Ruocco, Coordinamento per le politiche e iniziative di attrazione degli investimenti esteri – Ministero degli Esteri, Chiara Tufarelli, Banca Mondiale, Lucia Hui King, Intermediazione commerciale Italia-cina e Presidente della Comunità di Shanghai in Italia, Irene Bonassisa, Bgs International. Le imprenditrici pugliesi nel mondo Barbara Sorce, Manager Stamford Consultant, co-Founder and Director of Aperoand, Roberta Di Siena, Amministratore delegato della R. Di Siena Consulting Dmcc, Maria Rosa De Palma, Partner e Director nella European Advisory Partners Ltd (Fisco e Contabilità Internazionale) , Tiziana Giannico, Fondatrice e Direttore di Pupe e Cavalieri Ltd (Moda), Isabella Federico, Manager di start up, Information Comunication Tecnology, Alessandra Carrillo, Business Transformation & Strategy Director/europe, Middle East, Africa & Asia Pacific, Crawford & Company, Lucia Andrea Cerutti, Direttrice Società Inglobe (Software e consulenza informatica per Argentina, Perù, Brasile, Stati Uniti), Anna Fumarola, Fondazione Mujeres por Africa, Anna Julia Berardi, Presidente della Berardi Stone Setting, Inc. (settore lapideo), Claudia Fabiana Pellegrino, Proprietaria e Manager Azienda settore agroalimentare, Manuela Rana, Manager Industria Creativa, Claudia Ada Alemanni, Manager Nuova Trulli S.a., Elena Battista, Foreign Rights Manager, Maria Antonietta Frisoli, Commercializzazione macchine caffè. Parteciperanno anche Silvana Mangione, Vice Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Cgie), Componente del Consiglio Generale dei Pugliesi nel Mondo (Cgpm), Coordinatrice attività Icon in Usa; Filomena Di Gregorio Meneguzzi Membro del Cgpm (Consiglio Generale Pugliesi nel Mondo) e presidente dell’Associazione Pugliesi in Sudafrica di Johannesburg; Sabina Sicolo, componente Associazione Centro Pugliese Marplatense (Mar del Plata – Argentina).  
   
   
ASSESSORA REGIONALE ALLE PARI OPPORTUNITA´ SCRIVE UNA LETTERA ALLE CITTADINE PIEMONTESI PER L´8 MARZO  
 
Torino, 10 marzo 2015 - Monica Cerutti, assessora regionale alle Pari Opportunità scrive una lettera alle cittadine piemontesi per l´8 marzo : “ Finalmente sto provando a cambiare le cose; finalmente sto cercando di mettere in atto tutti quei progetti di cui abbiamo spesso parlato ”. Una comunicazione con la quale l´assessora ha voluto tracciare un bilancio di quelli che sono i primi otto mesi di amministrazione regionale : dallo stanziamento di un milione di euro a sostegno dei centri antiviolenza e delle case rifugio ; alla legge quadro contro la violenza di genere che presto verrà presentata all´attenzione della Giunta e del Consiglio regionale del Piemonte. Sotto il profilo istituzionale Monica Cerutti si è voluta impegnare a monitorare il rispetto della rappresentanza di genere all´interno delle amministrazioni lavorando per l´introduzione della doppia preferenza nella prossima legge elettorale regionale , ma anche promuovendo il rispetto delle leggi che prevedono la presenza di entrambi i sessi all´interno delle amministrazioni comunali . Di seguito il testo della lettera: Cara amica , quello che si celebra quest´anno sarà per me un 8 marzo particolarmente speciale perché da poco più di otto mesi ricopro il ruolo di assessora regionale alle Pari Opportunità. È una responsabilità enorme della quale sono stata incaricata anche grazie al lavoro che abbiamo svolto insieme nell´arco di tutti questi anni di impegno politico e civile. Finalmente sto provando a cambiare le cose ; finalmente sto cercando di mettere in atto tutti quei progetti di cui abbiamo spesso parlato. Un esempio sono le risorse stanziate, un milione di euro, a sostegno dei centri antiviolenza e delle case rifugio tramite la pubblicazione di un bando regionale per l’accesso ai finanziamenti. I progetti sostenuti dalla Regione sono 17 , di cui 9 sulla Provincia di Torino e 8 sul resto del territorio regionale. In questi giorni i nostri uffici stanno provvedendo all’inoltro ai destinatari dei finanziamenti della comunicazione con cui si formalizza l’entità del contributo assegnato. Sono soddisfatta che abbiano risposto positivamente le realtà operanti sul territorio. In questo modo la Regione fornisce un sostegno concreto alla rete dei Centri antiviolenza e delle case protette che copre tutte le Province. La cornice di questo progetto sarà la legge quadro contro la violenza di genere che stiamo mettendo a punto in queste settimane e auspichiamo che dal livello nazionale vengano mantenute le risorse come previsto in modo da offrire continuità a questi servizi. Abbiamo fatto un grosso passo in avanti per la stesura di questo testo contro la violenza di genere in cui saranno inserite anche azioni in ambito sanitario (il c.D. Codice rosa), interventi di prevenzione , cura e trattamento nei confronti degli autori di violenza, le attività formative delle operatrici e degli operatori , la realizzazione di un sistema per la raccolta dati sull´andamento del fenomeno e gli interventi di educazione sentimentale in ambito scolastico. A questi impegni concreti abbiamo fatto seguire un´iniziativa di sensibilizzazione realizzata in collaborazione con l´Associazione panificatori torinesi: nella settimana del 25 Novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, nei panifici del territorio torinese sono state distribuite 80.000 buste per il pane con il messaggio "Contro i maltrattamenti e la violenza non sei sola" e il numero del telefono nazionale di riferimento per segnalare i casi di violenza e maltrattamenti, 1522, aperto 24 ore su 24, a cui rispondono anche operatrici che parlano lingue straniere. Per un approccio a 360 gradi sulle politiche di Pari Opportunità verrà realizzata la Iv edizione del Bilancio di Genere della Regione Piemonte perché vogliamo valutare l´impatto delle politiche di bilancio sul genere, finalizzato all´individuazione di azioni utili a promuovere l´uguaglianza di opportunità tra uomini e donne. Continuo ad occuparmi anche di rappresentanza sostenendo il progetto più donne nei Consigli di Amministrazione promosso dalla Consigliera di Parità e dalla Commissione Pari Opportunità regionali . Dopo l´approvazione della legge 120 del 2011 Golfo-mosca che regolamentava la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati alcuni passi in avanti sono stati fatti rispetto a cinque anni fa, ma l´Italia rimane comunque al di sotto della soglia di parità e della media europea. Dobbiamo ancora migliorare tanto invece per quanto riguarda le nomine all’interno dei C.d.a. Delle oltre 10.000 aziende Partecipate in Italia dove le percentuali sono più basse. È da questa considerazione che è nato il tavolo di Lavoro, composto da Istituzioni, Organizzazioni e Associazioni impegnate da anni sui temi della leadership al femminile, che ha promosso un Protocollo di Intesa e il Progetto di Azione Positiva “Più donne per i C.d.a. E le posizioni apicali” Per il 2015 un impegno in più che ci vogliamo assumere sarà quello di lavorare per introdurre nella legge elettorale regionale la doppia preferenza perché crediamo che questo sia il modo migliore per garantire la parità di genere. Un recente articolo de Il Corriere della Sera svela come in ben 968 comuni italiani, nei quali si è votato nel 2014, la presenza femminile nelle Giunte sia pari a zero. Ci sono due leggi che prevedono la presenza di entrambi i sessi all´interno delle amministrazioni comunali ed entrambe non vengono rispettate. Tutto ciò è intollerabile ed è un altro nostro ambito di impegno. Siamo a vent´anni dalla Conferenza delle donne di Pechino. In questi due decenni abbiamo fatto tanti passi avanti e insieme possiamo ridare una nuova spinta e un nuovo significato ai concetti chiave che uscirono da quell´incontro: "mainstreaming" e "empowerment" . Le Pari Opportunità e la non discriminazione delle donne nei diversi ambiti della vita, che sia pubblica, che sia privata sono un valore universale e questo principio non può essere messo in discussione da nessuno e per nessun motivo. Monica Cerutti  
   
   
AFFIDO FAMILIARE: GIUNTA FVG APPROVA LINEE GUIDA  
 
Trieste, 10 marzo 2015 - Fornire uno strumento di informazione e comunicazione chiaro ed esauriente, fruibile da tutti, una guida per orientarsi meglio e utilizzare più efficacemente risorse e servizi, nel rispetto reciproco dei propri ruoli. E´ l´obiettivo delle "Linee guida per l´Affido familiare in Friuli Venezia Giulia", la cui bozza è stata approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute e Politiche sociali Maria Sandra Telesca. L´affido familiare consiste in un provvedimento temporaneo che si rivolge a bambini e ragazzi, italiani o stranieri, che si trovano in situazioni di instabilità familiare. Grazie all´affido, il minore viene accolto presso un´altra famiglia che ne fa richiesta, anziché essere istituzionalizzato in una comunità. "E´ un dono speciale di solidarietà sociale, che alcune persone decidono di fare a bambini e famiglie in difficoltà. Nasce come risposta di accoglienza e di aiuto, che racchiude disponibilità e attenzione ai bisogni e ai diritti dei bambini ad essere educati e amati attraverso una famiglia; è un´esperienza sociale, affettiva ed educativa che regala relazioni significativamente importanti per la crescita armonica di un bambino o di un adolescente e per tutti gli attori coinvolti", ha spiegato l´assessore. Si tratta insomma di un servizio di aiuto e sostegno creato nell´ottica della tutela dei diritti dell´infanzia, garantendo al minore il diritto a crescere in un ambiente che possa soddisfare i suoi bisogni affettivi ed educativi. "Una possibilità preziosa in cui la Regione Friuli Venezia Giulia ha sempre creduto e che con queste ´Linee guida´ punta a favorire", ha aggiunto Telesca. "Desideriamo accrescere la cultura dell´affidamento e dell´accoglienza, creare curiosità e interesse, offrire stimoli per intraprendere una scelta certamente non facile, ma comunque possibile". Come previsto dalla normativa nazionale, l´affido familiare può essere consensuale, quando è proposto dai Servizi sociali dei Comuni in accordo con la famiglia di origine. E´ invece giudiziale se disposto dal Tribunale per i minorenni, anche su proposta dei Servizi e senza il consenso da parte dei genitori naturali, in tutti i casi in cui sia stata riscontrata una situazione di pregiudizio per il minore. Dal punto di vista temporale, gli interventi di affido sono definiti "leggeri" quando non implicano l´allontanamento del minore dalla sua famiglia naturale ma solo un´accoglienza diurna. L´istituto dell´affido in Friuli Venezia Giulia riguarda un numero crescente di minori, soprattutto adolescenti di nazionalità italiana: erano 393 nel 2011, 411 nel 2012, 436 nel 2013, cui si aggiunge un numero significativo di minori affidati con la modalità dell´affido leggero, che con queste "Linee guida" si vuole ancora incrementare. Il documento approvato oggi, che ora sarà portato all´attenzione del Consiglio delle Autonomie locali e della competente commissione consiliare, "è il prodotto di un lavoro a più mani, cui hanno contribuito Regione, Aziende sanitarie, Servizi sociali dei Comuni, Consultori familiari, associazioni di famiglie affidatarie", ha evidenziato l´assessore Telesca, rivolgendo un "pensiero particolare al ricordo di Nicla Asquini, assistente sociale dell´Alto Friuli, mancata di recente".