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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Ottobre 2006
MEDICINALI CONTRAFFATTI: IL CONSIGLIO D’EUROPA AUSPICA IL CONSOLIDAMENTO DELLA COOPERAZIONE GIURIDICA PER UNA MIGLIORE TUTELA DELLA SANITÀ PUBBLICA IN EUROPA  
 
Strasburgo, 18 ottobre 2006 – La tutela della salute degli europei contro le minacce costituite dalla produzione, dalla vendita e dal consumo di medicinali contraffatti sarà il tema di una conferenza prevista per il 23 e 24 ottobre prossimi a Mosca, organizzata dalla Federazione russa (in particolare, dal Servizio federale della sanità e dello sviluppo sociale, Roszdravnadzor) e dal Consiglio d’Europa. Alla conferenza saranno presenti le autorità competenti in materia della Russia e della Comunità degli Stati indipendenti (Csi), i principali rappresentanti dell’industria e del commercio farmaceutico, i professionisti della salute, le associazioni dei consumatori e dei pazienti della Russia e degli altri paesi europei, così come gli esperti del Consiglio d’Europa in materia farmaceutica. Le discussioni verteranno sulle azioni legislative necessarie e, più precisamente, sull’elaborazione di uno strumento giuridico contro la “criminalità farmaceutica”, ivi compresi i medicinali contraffatti, e sulle misure pratiche da prendere per garantire la tutela della società e dell’economia dalle conseguenze di questo fenomeno. Il vice ministro agli Affari esteri della Federazione russa, Alexander Groushko, il ministro della sanità e dello sviluppo sociale della Federazione russa, Mikhail Zurabov, il direttore della Coesione sociale del Consiglio d’Europa, Alexander Vladychenko e altri personaggi di rilievo si rivolgeranno ai partecipanti in occasione dell’inaugurazione della conferenza prevista per lunedì 23 ottobre, alle ore 10. 00, (presso l’Izmailovo Hotel Complex, Izmailovskoe 71, Mosca). L’aumento in Europa della produzione di materiale dalle etichette contraffatte, che costituisce dal 6 al 20% del mercato in alcune zone d’Europa, rappresenta un rischio notevole per la salute e, a volte, per la vita dei cittadini europei. La conferenza si concentrerà, in particolare sulla situazione in Europa, senza perdere di vista la portata globale del problema. .  
   
   
PROGETTO NAZIONALE E.R.ME.S. (EDUCATIONAL REGIONAL MEETINGS ON SOMATOSTATIN ANALOGUES IN ONCOLOGY)  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Il Progetto E. R. Me. S. Nasce come strumento di informazione, formazione e confronto e si propone come mezzo divulgativo capillare sul territorio nazionale relativamente ad una patologia oncologica ancora poco conosciuta e sottodiagnosticata, i tumori neuroendocrini detti anche Net. E. R. Me. S. È stato presentato a Milano in occasione del convegno “I Carcinoidi e la Pratica Clinica” presso la Fondazione Irccs-istituto Nazionale dei Tumori, a cui hanno partecipano oltre un centinaio di medici e specialisti oncologi. Il Progetto E. R. Me. S. Prevede una serie di convegni scientifici itineranti in tutta Italia, che si propongono di approfondire lo studio ed il trattamento di questa patologia. Al convegno di Milano , reso possibile grazie alla Ipsen, hanno partecipato esperti di oncologia, chirurgia, endocrinologia, medicina nucleare ed anatomo patologi provenienti da Centri di riferimento a livello nazionale ed internazionale. “Siamo parte integrante del progetto E. R. Me. S. Che proseguirà per tutto il 2007,” dice il Prof. Emilio Bajetta, Direttore della S. C. Oncologia 2 della Fondazione Irccs-istituto Nazionale dei Tumori “e che si avvale del supporto e della collaborazione di Ipsen”. Il progetto E. R. Me. S. Vuole valorizzare le realtà locali che si occupano di tumori neuroendocrini, fare cultura e dare supporto alla diffusione delle informazioni. Si rivolge a medici di base, specialisti anatomo-patologi, chirurghi, medici di medicina nucleare, endocrinologi, gastroenterologi, oncologi ma anche ai semplici cittadini e si propone di condividere le più recenti acquisizioni relative alla diagnosi, al trattamento ed alla gestione multisciplinare dei pazienti affetti da Net. Sono previsti incontri presso le aree di eccellenza oncologica italiane anche nel Centro e nel Sud Italia. I Net sono i tumori neuroendocrini (neuroendocrine tumours, Nets nella dizione inglese) e rappresentano un eterogeneo gruppo di neoplasie derivanti da cellule neuroendocrine che possono originare a livello di tutti i distretti corporei. La storia naturale dei Net a basso grado di malignità è frequentemente caratterizzata da lunghi periodi di quiescenza o di lenta crescita correlati ad un comportamento biologico poco aggressivo. Di contro, alcuni istotipi (poco differenziati dal punto di vista istologico, oppure totalmente differenziati) si contraddistinguono per gli elevati indici di proliferazione cellulare e per l´aggressività biologica. Se mal diagnosticati e curati possono mettere a rischio la sopravvivenza del paziente. “I Net”, sottolinea il Prof. Emilio Bajetta, “sono una patologia rara, poco conosciuta e di difficile approccio diagnostico e terapeutico. Per combatterla si deve poter coniugare conoscenza, esperienza e tecnologie, applicando strategie terapeutiche innovative e multidisciplinari. Occorre creare anche nei cittadini una vera e propria ‘Cultura dei Net’ affinchè queste neoplasie non possano più essere falsamente od erroneamente diagnosticate”. “Da oltre 10 anni abbiamo approfondito lo studio di questa patologia”, spiega il Prof. Emilio Bajetta. “I Net sono tumori talvolta caratterizzati dalla produzione autonoma di sostanze biologicamente attive che possono rendersi responsabili di manifestazioni sintomatiche di severa entità e che possono mettere a rischio la sopravvivenza del paziente. La differenza del tipo istologico, la sede di origine della malattia, la biologia e l´indice di proliferazione cellulare sono responsabili dell´eterogeneità di comportamento dei Net e condizionano in modo importante la prognosi e l´approccio terapeutico da seguire. Proprio per questo è doveroso fare cultura e formazione, divulgando capillarmente le informazioni e le più recenti acquisizioni su tutto il territorio nazionale”. In via Venezian a Milano, presso la Fondazione Irccs-istituto Nazionale dei Tumori, funziona il nuovo Centro di Riferimento Nazionale per lo Studio e la Cura del Carcinoide e dei tumori neuroendocrini, diretto dal Prof. Emilio Bajetta. Il Centro è il risultato di oltre 36 anni di lavoro e relativamente ai Net, si avvale di un’esperienza più che decennale, fatta di approfondimenti, studi, attività cliniche ed innovative nel trattamento di questa patologia. Il Centro convoglia gli sforzi orientati alla multidisciplinarietà e ad un approccio integrato polispecialistico e polifunzionale. Le risorse a disposizione dell´oncologo, in questa sede di Milano, relativamente alla diagnosi, alla caratterizzazione clinico-biologica dei Net, alla sorveglianza del paziente ed al trattamento delle neoplasie neuroendocrine sono le più avanzate a livello internazionale. Il Centro è al servizio del cittadino e consente al paziente di evitare disagi, ritardi e di essere assistito a 360 gradi perché attorno alla persona assistita ruotano esperti, medici e ricercatori per offrire un’assistenza ed una cura personalizzata. .  
   
   
MORTI IN CULLA, 600 ALL´ANNO. IL FUMO PRIMA CAUSA PRONTA UNA RETE DI SERVIZI OSPEDALIERI SPECIALIZZATI  
 
 Milano, 18 ottobre 2006 - E´ il fumo di sigaretta la principale causa sia delle "morti in culla" sia delle morti inaspettate del feto, quelle che si verificano, pressoché al termine della gravidanza, senza causa apparente. Si stima che si verifichi un caso ogni 130/150 gravidanze. Di conseguenza ogni anno in Lombardia ci sono quasi 600 casi (media su 80. 000 nati e 10. 000/12. 000 aborti spontanei) e circa 80 a Milano. Su questa patologia, che rappresenta un problema socio-sanitario e scientifico dagli aspetti ancora irrisolti, si terrà lunedì prossimo, a Milano, un convegno i cui obiettivi sono stati illustrati oggi in Regione dall´assessore alla Sanità Alessandro Cè e dal prof. Luigi Matturri, direttore dell´Istituto di Anatomia Patologica dell´Università di Milano, presso cui ha sede uno dei centri di ricerca più qualificati in questo settore. "La Regione Lombardia - ha detto l´assessore Cè - è una Regione all´avanguardia in questo campo; siamo orgogliosi di aver anticipato con nostre direttive, approvate nel 2000, la legge nazionale n. 31 del febbraio 2006. Essa ha recepito ciò che noi stiamo per realizzare. Stiamo infatti predisponendo, dal novembre dello scorso anno, in base ad un ´progetto Sids (morte inaspettata dell´infante)´, una rete di servizi ospedalieri in grado di affrontare in modo adeguato la situazione ogni qualvolta si dovesse verificare un evento di questo genere" "La morte del feto, dopo la 25° settimana di gestazione, è, secondo i dati Oms, nelle nazioni industrializzate di 1 caso ogni 100-200 gravidanze - ha poi spiegato il prof. Matturi -. Il 75% di queste morti risultano inspiegabili e si manifestano al termine una gravidanza normale. Inspiegabile risultano anche i casi di morte inaspettata dell´infante (Sids), la più frequente causa di morte naturale nel primo anno di vita. Essa rappresenta un sesto o un settimo delle morti fetali. La causa della morte, comune ad entrambe (Sids e morte fetale), può essere ricondotta ad alterazioni congenite del sistema nervoso vegetativo e/o del sistema di conduzione cardiaco, ossia della centralina elettrica del cuore. E´ dimostrato che queste alterazioni sono riconducibile al fumo di sigaretta che durante la combustione libera componenti gassosi che influiscono sul feto. Oltre al fumo altre concause sono: l´abuso di alcol e di sedativi. Lo smog ha un effetto sinergico, moltiplicatore degli effetti tossici del fumo". "Si capisce quindi - ha proseguito Cè - quanto importanti siano la prevenzione e l´educazione, soprattutto delle giovani donne. La Regione, nel proprio piano socio-sanitario, quello che sta per essere discusso in Consiglio regionale, ha infatti dato grande spazio proprio alla prevenzione, all´educazione e alla formazione del personale medico e delle professioni sanitarie" La riduzione della mortalità infantile è l´obiettivo anche di un altro progetto della Regione Lombardia. Lo sta realizzando in America Latina e in base ad esso molti giovani medici verranno prossimamente a formarsi presso le nostre strutture sanitarie. Al progetto ha dato il proprio appoggio anche la Curia milanese. Al convengo di lunedì, che si svolgerà presso l´Hotel Michelangelo di Milano, farà seguito, presso l´Istituto di Anatomia patologica, un corso di alta formazione continua il cui programma è approvato dall´International Stillbirth Alliance dell´Università di Harward ed è diffuso in tutto il mondo. .  
   
   
“UN TEST PUO’ FERMARE LA MALATTIA DI ALZHEIMER” PROFILO GENETICO PRO INFIAMMATORIO PER LA DETERMINAZIONE DEL RISCHIO INDIVIDUALE DI SVILUPPARE IL DECADIMENTO COGNITIVO E LA DEMENZA SENILE DOPO I 60 ANNI.  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Prof. Federico Licastro, Responsabile del Laboratorio di Immunologia e Immunogenetica del Dipartimento di Patologia Sperimentale della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bologna. La malattia di Alzheimer (Ma) è la principale causa di demenza e di decadimento cognitivo nella popolazione anziana. La malattia si manifesta con la perdita neuronale e di sinapsi e con la deposizione extracellulare di sostanza amiloide e intracellulare di matasse neurofibrillari. Queste alterazioni sono ritenute essenziali per la diagnosi della malattia e hanno effetti tossici sulle cellule neuronali che progressivamente muoiono anche in conseguenza della deposizione cerebrale di queste sostanze. La progressiva perdita di sinapsi e neuroni ha col tempo come conseguenza la comparsa di alterazioni della memoria delle capacità cognitive e del comportamento. Vi sono anche altri meccanismi che inducono la morte neuronale, quali ad esempio un’iperattivazione delle cellule microgliali cerebrali che produco sostanze con attività pro-infiammatoria. Infiammazione e meccanismi patogenetici che portano alla neurodegenerazione. Studi epidemiologici hanno dimostrato che l’utilizzo abituale di farmaci anti-infiammatori non steroidei è associato ad una diminuzione dell’incidenza di malattia di Alzheimer, suggerendo quindi un possibile ruolo dell’infiammazione nella degenerazione cerebrale. Anche osservazioni istopatologiche sui cervelli dei pazienti con Ma sostengono l’ipotesi di un ruolo importane per l’infiammazione nella malattia. Le citochine sono molecole secrete dalle cellule del sistema immunitario ed hanno svariati ruoli, molte di queste molecole regolano le risposte infiammatorie. Alcune citochine attivano anche la sintesi e la secrezione di proteine della fase acuta durante l’infiammazione acuta o cronica . Recenti scoperte hanno evidenziato che le citochine possono inoltre essere rilasciate dagli astrociti attivati e dalle cellule microgliari. Quindi le sostanze ad attività pro-infiammatoria sono importanti nell’induzione di parte della neurodegenerazione associata al decadimento cognitivo, ai deficit della memoria e all’insorgenza della demenza. Una strada per poter influire efficacemente su questi meccanismi che promuovono la neurodegenerazione consiste in un intervento terapeutico anti infiammatorio precoce, prima che la malattia si manifesti e che la neurodegenerazione abbia distrutto consistenti porzioni delle aree cerebrali. Un approccio originale consiste nell’individuare i portatori di un rischio aumentato di sviluppare risposte pro-infiammatorie cerebrali e iniziare in questi soggetti sani una terapia precoce. Cosa permette di identificare i soggetti con un elevato rischio di sviluppare il decadimento cognitivo e/o la demenza? I polimorfismi a singolo nucleotide (Snps) di certi geni infiammatori sono già stati associati al rischio di sviluppare la Ma poiché risultano più frequenti nei soggetti portatori della malattia rispetto ai controlli sui non dementi. Numerosi studi hanno valutato l’interazione di differenti Snps sul rischio di sviluppare Ma. I risultati ottenuti dai nostri studi hanno suggerito che la combinazione di differenti polimorfismi sui geni di varie molecole infiammatorie (Il-1, Act, Il-10) e molecole coinvolte nel metabolismo cerebrale (Hmgcr, Vegf) mostra un effetto additivo sul rischio di Ma. È perciò possibile, combinando differenti Snp (già dimostrato in diversi studi caso/controllo associati al rischio di Ma), creare un profilo genetico complesso ma indicativo di rischio individuale che ci può dare un’idea abbastanza precisa della probabilità di sviluppare decadimento cognitivo e più avanti nel tempo la Ma. La valutazione del profilo di rischio individuale può essere una soluzione al problema in quanto permette di intervenire molto prima della comparsa della sintomatologia clinica. Infatti, la manifestazione della demenza è probabilmente il punto di arrivo di una lunga serie di eventi i quali, dopo svariati anni di processi neurodegenerativi silenti, si rendono visibili con i sintomi clinici della malattia, quali perdita della memoria, disorientamento e alterazione della personalità. È importante notare che il cervello anziano è in grado di compensare, per un lungo periodo (probabilmente anche per diversi anni), le alterazioni che si accumulano dentro e fra le cellule nervose, come per esempio, la formazione delle matasse e la deposizione delle placche. Ciò e possibile fino ad un punto in cui la soglia di compensazione del cervello è saturata dai processi neurodegenerativi e si ha la comparsa della sintomatologia cognitiva. In cosa consiste il test per il profilo genetico pro-infiammatorio per il decadimento cognitivo? Grazie ad un piccolo prelievo indolore delle cellule di sfaldamento del cavo orale tramite una semplice spatola si può isolare il Dna cellulare e genotipizzare il soggetto in esame per i geni che compongono il profilo di rischio pro-infiammatorio. Ad ogni soggetto è quindi possibile assegnare un punteggio che quantifica il rischio individuale intrinseco di sviluppare con l’avanzare dell’età il decadimento cognitivo. Ai soggetti con un profilo di rischio medio o alto si dovrà poi proporre un percorso di approfondimento diagnostico di visite specialistiche, esami radiologici e di test neurocognitivi. L’insieme di questa valutazione darà indicazione se e quando iniziare terapie precoci personalizzate volte a minimizzare la presenza di un rischio genetico elevato. Il profilo per il decadimento cognitivo e la demenza si basa sulla genotipizzazione di Snp su i seguenti geni: Il-1, Act, Il-10, Vegf, Apoe e Hmgcr e l’elaborazione statistica del profilo individuale secondo un algoritmo appositamente sviluppato per la popolazione italiana Cosa significa, dal punto di vista psicologico, sottoporsi ad un test genetico predittivo? Studi sulla valutazione dell’impatto psicologico hanno dimostrato come la scoperta di una predisposizione allo sviluppo di una determinata patologia (in particolare tumore del seno, dell’ovaio e del peritoneo) provochi da una parte un disagio emotivo in chi si è sottoposto al test con ricadute anche sul sistema familiare; dall’altra favorisce una maggior consapevolezza a stimolare l’adozione di comportamenti “sani” per la promozione del proprio benessere. Se adottati concretamente, i comportamenti “sani” possono incidere favorevolmente sulla salute dell’individuo, della famiglia e anche sulla spesa sanitaria. La ricerca che ha portato all’individuazione dei profili di rischio è stata condotta dall’equipe del Prof. Federico Licastro, Responsabile del Laboratorio di Immunologia e Immunogenetica del Dipartimento di Patologia Sperimentale, della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bologna. Grazie alla collaborazione tra il Prof. Federico Licastro dell’Università di Bologna, la Ngb Genetics srl spin off dell’Università di Ferrara, l’Istituto di Medicina Gentica Preventiva e Personalizzata (Imgep) e l’Istituto di Medicina Biologica (Imbio) di Milano è possibile offrire un servizio specialistico per la determinazione dei profili di rischio individuali per la malattia di Alzheimer e l’infarto del miocardio. Un approccio integrato di valutazione genetica e clinica per il trattamento personalizzato e la prevenzione di queste malattie. .  
   
   
ALZHEIMER: DAL PRELIEVO ALL’ANALISI DEL DNA INDIVIDUALE: DOTT. FLAVIO GAROIA  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Nessun individuo è uguale ad un altro. L’affermazione sembra essere tanto ovvia …. Eppure, la diversità tra gli esseri umani, non è soltanto una questione di carattere o fisionomia. Le diversità diventano ancor più evidenti in presenza di stati patologici. “Il progetto genoma umano ha consegnato alla comunità scientifica internazionale una sequenza genetica di tre miliardi di paia di basi condivisa al 99,9 per cento da tutti gli individui” spiega il dott. Flavio Garoia, Responsabile Ricerca e Sviluppo Ngb Genetics srl, spin off dell’Università di Ferrara. “In ogni individuo si manifesta un particolare fenomeno, il polimorfismo genetico, che indica la capacità di ogni gene di esprimersi in maniera diversa da individuo ad individuo. Ciò che determina lo sviluppo di alcune patologie in certi soggetti e in certi altri no, risiede in un cambiamento che avviene in una singola base del Dna. In altre parole, la spiegazione risiede nella presenza o meno di singoli polimorfismi nucleotidici (Snps) che esprimono un cambiamento della sequenza del Dna. Questo può riflettersi in maniera negativa sulla modificazione funzionale dell’attività in cui la proteina, che compone il polimorfismo in questione, è coinvolta con conseguente probabilità di sviluppare una patologia. ” L’impegno della comunità scientifica si è rivolto a comprendere, per imparare a gestire, i meccanismi genetici che concorrono a determinare la suscettibilità di un individuo a sviluppare malattie complesse come l’Alzheimer, ad esempio. Lo scopo è riuscire a prevenire, bloccando, il processo di decadimento neurologico e neurocognitivo associato alla malattia di Alzheimer. La ricerca genetica condotta presso i laboratori di Ngb Genetics srl ha messo in evidenza il ruolo di alcuni polimorfismi genici relativamente comuni che, associati tra loro e combinati con specifiche componenti ambientali, possono elevare notevolmente il rischio di sviluppare stati patologici, in particolare riferiti alla malattia di Alzheimer. “Il test sviluppato dall’equipe del prof. Licastro e messo a punto dai nostri laboratori” continua il dott. Garoia, “permette la determinazione del profilo di rischio pro infiammatorio associato al decadimento cognitivo e alla demenza. Il test si basa sulla genotipizzazione di 7 polimorfismi allelici eseguita sul Dna del soggetto in esame e sull’elaborazione e il calcolo del rischio individuale risultante che viene classificato in alto, medio e basso. ” I polimorfismi genetici analizzati:
Gene Snps
a-1-Antichimotripsina (Act) C→t (-51)
Apolipoproteina E (Apoe) C→t (aa112) C→t (aa158)
Idrossi-metil-glutaril-coenzima A Reduttasi (Hmgcr) C→a (-911)
Interleuchina 1b (Il-1b) C→t (-511)
Interleuchina 10 (Il-10) G→a (-1082)
Vascular Endothelial Growth Factor (Vegf) C→a (-2578)
Qual è il metodo di analisi utilizzato per la determinazione del profilo di rischio genetico della patologia di Alzheimer? Il laboratorio di Ngb Genetics utilizza una versione più innovativa rispetto ai metodi tradizionali, sequenziamento diretto oppure analisi mediante restrizione enzimatica, che si rifanno al principio della Polymerase Chain Reaction (Pcr). La versione più innovativa chiamata Real-time Pcr, è in grado di offrire alcuni importanti vantaggi che si aggiungono alla affidabilità e rapidità della Pcr tradizionale: 1. Estrema Sensibilità: sono necessarie quantità minime di Dna per poter effettuare l’analisi; 2. Costi ridotti rispetto alle altre metodiche; 3. Altissima Riproducibilità del risultato; 4. Riduzione dei tempi di analisi. Il profilo genetico così individuato viene sottoposto ad analisi statistica mediante un algoritmo specifico che fornisce la probabilità di rischio pro infiammatorio associata a quel particolare genotipo. Come e dove si può effettuare il test genetico? L’analisi si divide in due fasi distinte: il prelievo del Dna del soggetto e l’analisi specifica del Dna. Il metodo utilizzato per il prelievo, ormai diventato di routine per molte analisi di tipo genetico come per esempio il test di paternità, si basa sul prelievo di cellule di sfaldamento della mucosa orale effettuato mediante sfregamento sulle pareti interne della bocca di un’apposita micro spatola (buccal swab) contenuta in uno speciale kit. Il prelievo di mucosa orale presenta numerosi vantaggi: 1. Non è Invasivo e Non è Doloroso; 2. È Semplice e può essere effettuato direttamente al domicilio; 3. L’utilizzo della buccal swab Non Necessita Di Personale Specializzato; 4. Non Vengono Prelevati Né Tessuti Né Sangue (come nei tradizionali metodi di prelievo del Dna) ma mucosa orale; 5. Non necessita di particolari accorgimenti per la conservazione; 6. Può essere inviato direttamente ai nostri laboratori senza recarsi presso una struttura sanitaria per la consegna. Il kit per il prelievo permette di realizzare in tutta sicurezza il proprio prelievo di Dna e la sua spedizione presso i nostri laboratori per l’analisi. Il kit, correlato di consenso informato da compilare ed inviare insieme al prelievo, può essere consegnato dal medico alla persona che necessita del test oppure può essere richiesto direttamente all’Istituto di medicina Biologica (Imbio) che provvederà ad inviarlo al domicilio del richiedente o ad effettuare il prelievo presso la propria struttura. In ogni caso, per poter procedere all’analisi del campione di Dna ed ottenere il profilo genetico individuale, il kit dovrà pervenire ai laboratori di Ngb Genetics correlato di: 1. Modulo compilato con i dati anagrafici; 2. Consenso informato compilato e firmato; 3. Campione di Dna (prelievo di mucosa). Verificata la completezza dei dati, si procede all’analisi del Dna. Il referto viene poi inviato al medico per la lettura dei dati e l’eventuale inserimento della persona in percorsi di prevenzione, diagnosi o trattamento in base al livello di rischio genetico evidenziato dal test. In questo momento la lettura del test si può effettuare a Milano presso l’Istituto di Medicina Biologica in via Molino delle Armi 3 Milano 20123, Tel 02 58300445. Prossimamente sarà disponibile a Bologna presso i laboratori di Ngb Genetics srl, via Grieco 7/B. .
 
   
   
HEALTHY AGING, NUTRIGENOMICA E LONGEVITÀ: DOTT. DAMIANO GALIMBERTI  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - La longevità sembra essere strettamente correlata alle abitudini alimentari. E’ il capitolo in costante evoluzione della cosiddetta nutrigenomica, il cui sviluppo permetterà l’approfondimento delle interazioni tra i principi nutritivi e il patrimonio genetico di ogni singola persona, così da promuovere l’espressione dei geni più funzionale al conseguimento di un effettivo benessere psico-fisico. L’invecchiamento rappresenta un processo di perdita progressiva delle capacità mentali e motorie, psico-fisiche ed estetiche (riduzione della memoria, rughe, stanchezza fisica, calo della libido, ecc), nonché di un progressivo deterioramento delle funzioni di tutti gli apparati in particolare del sistema ormonale, cerebrale e di quello immunitario. La medicina anti-aging nasce con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita in termini di salute e benessere psico-fisico, permettendo all’essere umano di mantenersi attivo e in salute fino al limite massimo programmato dal suo codice genetico. Il suo obiettivo è quindi identificare l’età biologica per rallentare il fisiologico processo di decadimento fisico e cerebrale. Sicuramente invecchiare è un processo fisiologico e naturale; è anche vero che è impossibile Non invecchiare. D’altronde è però altrettanto vero che è possibile intervenire attivamente sui meccanismi regolatori di questo invecchiamento: oggi con le armi attualmente a disposizione, un domani sulla base delle acquisizioni che la ricerca medico-scientifica andrà via via conquistando. L’invecchiamento è pertanto Condizionabile Molteplici studi clinici hanno sottolineato come l’invecchiamento possa esser rallentato, facendo recuperare una miglior qualità di vita all’essere umano: Healthy Aging In questo contesto si colloca l’A. M. I. A. – Associazione Italiana Medici Anti – Aging, costituita all’inizio del 2005, che rappresenta la prima e maggiore realtà italiana di carattere associativo, il cui obiettivo, denominato “progetto vita”, risulta particolarmente ambizioso: si tratta dell’approfondimento dello studio, della ricerca e della divulgazione di tutte le metodologie mediche associate all’attività di prevenzione e cura dell’invecchiamento. Al progetto vita dell’A. M. I. A. Ha aderito con entusiasmo anche il prof. Luc Montagnier, che ha testualmente evidenziato <<come questi importanti lavori riflettono l´impegno costante della comunità scientifica per allungare la vita, ma anche sopratutto per invecchiare bene. L´amia svolge in questo settore un importante lavoro di avanguardia riconosciuto a livello internazionale. >> .  
   
   
ALZHEIMER: L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE: DOTT. GIUSEPPE DI FEDE, DIRETTORE SANITARIO IMBIO, MILANO  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Scegliere di sottoporsi a questo test genetico rappresenta una presa di coscienza verso se stessi, un’opportunità per migliorare il proprio stato di salute e la qualità di vita. “Chi decide di eseguire un test genetico per la valutazione del proprio rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer” dichiara il dott. Giuseppe Di Fede, “sta compiendo un passo in direzione della prevenzione. Vivere a lungo è infatti un’opportunità vuota di senso se alla quantità di anni non si associa la possibilità di vivere una vita di qualità, in autonomia fisica e psichica. ” Chi deve sottoporsi al test? Il test genetico si rivolge ad un segmento di popolazione di età compresa tra i 40 anni e i 75 anni. La vera prevenzione si realizza tra i 40 ed i 65 anni, periodo in cui se è presente il rischio genetico di sviluppare la patologia, è alta la possibilità di bloccarne lo sviluppo, attuando protocolli e percorsi diagnostici, terapeutici e preventivi. “Tra i 50 e i 65 anni è ancora possibile instaurare una terapia medica adeguata per rallentare la manifestazione della patologia, ma, in questo caso, non si può parlare di prevenzione ma di diagnosi precoce di Demenza o pre-Demenza. ” Il test genetico ha una indicazione mirata verso quelle persone che hanno una familiarità per M. A. Con parenti stretti, padre, nonno, cugini, zii, ma si rivolge anche a tutti coloro che vogliono prendere coscienza del proprio stato di salute per poterlo mantenere o migliorarlo. Il referto “Eseguire un test genetico è una scelta libera e personale” afferma il dott. Di Fede “che in genere, però, vede coinvolte sia la persona che si sottopone al test, sia la famiglia. Infatti, soprattutto in caso di referto che indichi rischio elevato a sviluppare la malattia, la famiglia acquista un ruolo importante di sostegno nelle fasi di follow up e di coinvolgimento dell’adottare stili di vita preventivi. La partecipazione è spesso così importante che tutti i famigliari di un soggetto ad elevato rischio iniziano percorsi di prevenzione, favorendo quindi lo svilupparsi di una cultura di promozione della salute”. Il referto personalizzato contiene una determinazione del profilo di rischio pro infiammatorio associato al Decadimento Cognitivo e alla Demenza Senile, espresso in rischio Basso, Medio, Alto. Questa classificazione indica la probabilità di contrarre Decadimento Cognitivo e M. A. Il referto è semplice da comprendere, non necessita di un genetista per la sua lettura, ma di un medico che conosca i passi e i protocolli da mettere in atto, quali esami richiedere e quali percorsi preventivi attuare. In questo momento, il test si esegue presso l’Istituto di Medicina Biologica di Milano, dove il dott. Di Fede e la sua equipe, sono in grado di leggere il referto, mettere in atto le misure di diagnostica e terapia, valutare gli esami ematici e strumentali specifici, consigliare il percorso preventivo e gli stili di vita da modificare. Cosa fare in caso di rischio medio o alto? “Non si deve pensare che il test genetico crei malati o situazioni di vita da malati. Anche nei casi di rischio medio o alto gli esami diagnostici si effettuano una volta l’anno, proprio come sottoporsi ad un normale check up”. Gli esami che rientrano nel protocollo annuale sono: - la Tomografia Computerizzata dell’encefalo, - valutazione neurocognitiva, - determinazione dei fattori favorenti l’infiammazione, Ogni valutazione viene accompagnata da un’accurata anamnesi per determinare la presenza o meno di demenza o decadimento cognitivo nei familiari, controllo dello stile di vita, dell’attività fisica e dell’alimentazione, e se necessario vengono consigliati anche controlli per la determinazione di eventuali incompatibilità alimentari. Importante è la determinazione dello stress ossidativo e del conseguente danno cellulare e per questo motivo, sempre se necessario, si introdurranno dei nutrienti e antiossidanti cellulari specifici e personalizzati, oltre ad una terapia medica appropriata. Qualche consiglio pratico per ridurre il rischio di decadimento cognitivo? “Studi pubblicati sulla rivista Neurology del 2006, hanno messo in correlazione obesità e decadimento cognitivo” spiega il dott. Di Fede “indicando, indirettamente, quali stili di vita adottare. I protocolli che applichiamo dopo aver effettuato il test genetico vengono personalizzati in base a molteplici fattori; in generale è possibile dire che ridurre il peso e quindi la massa grassa corporea favorisce sicuramente la riduzione del rischio di decadimento cognitivo, anticamera della Ma. L’attenzione all’alimentazione è quindi importantissima: integrare la propria dieta con cibi ad alta concentrazione di sostanze antiossidanti (ad esempio il resveratrolo contenuto nel vino – non più di 2 bicchieri al giorno- e gli anticianosidi contenuti nel mirtillo), prediligere cibi a basso indice glicemico ed in caso di difficoltà a perdere peso sottoporsi al test delle intolleranze alimentari in grado di determinare quali cibi siano più datti a favorire il dimagrimento. La sedentarietà è assolutamente controindicata per tutti ma in particolar caso per chi ha un rischio anche basso di sviluppare la malattia di Alzheimer. L’esercizio fisico consigliato prevede almeno 40 minuti di passeggiata al giorno a cui vanno associati comportamenti “sani” quali l’astensione al fumo. Anche la vita sessuale condotta con regolarità, si annovera tra gli stili di vita preventivi del decadimento cognitivo. Inoltre, controllare il colesterolo e la glicemia nel sangue, valutare lo stress ossidativo cellulare e i valori dell’acido arachidonico fattori pro infiammatori che sono alla base di molteplici malattie infiammatorie e degenerative, in particolare a carico delle cellule del sistema nervoso. ” Se tali comportamenti preventivi vengono adottati nella fascia d’età in cui è ancora possibile parlare di prevenzione precoce (40-50 anni) è possibile far rientrare e quindi contenere il rischio di decadimento. .  
   
   
SAN RAFFAELE: “E’ ASSURDA L’ACCUSA DI INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO”  
 
Milano, 17 ottobre 2006 - Il noto istituto ha Appreso con stupore misto ad incredulità la notizia che la Magistratura di Milano avrebbe aperto un’inchiesta per “interruzione di pubblico servizio” relativa alla medicina del dolore. La notizia, se vera, avrebbe dell’incredibile. Da mesi era stato comunicato chiaramente alle Autorità competenti ai pazienti e alla popolazione - con un’intera pagina su un quotidiano nazionale - come stanno realmente le cose: la terapia del dolore al San Raffaele non è per nulla sospesa, anzi. Lo scorso anno circa 2000 pazienti ricoverati con varie patologie sono stati assistiti da un team specializzato. Quest’ anno il numero e la sofisticazione di questi interventi cresce ancora. Il San Raffaele ha in cura anche pazienti affetti da dolore cronico presso la struttura San Raffaele Turro. Dall’inizio di quest’ anno non vengono effettuati più nuovi sofisticati impianti di pompe ad infusione lenta; in altre parole non vengono ricoverati più nuovi pazienti solo ed esclusivamente per questi trattamenti, fatti salvi specifici casi da valutare singolarmente. I pazienti fino ad oggi trattati non sono abbandonati, continuano ad essere seguiti dai loro medici per tutte le loro necessità con il Servizio Sanitario Nazionale. Questo sarà facilmente constatabile da chiunque, magistrati compresi. E’ bene ricordare inoltre che, fra i primi in Italia e da almeno 15 anni, il San Raffaele offre il parto in analgesia, terapie anti-dolore per i più complicati interventi chirurgici e terapie mirate per pazienti oncologici e per malati gravissimi. E’ stato sempre fatto perché l’istituto crede che il dolore debba essere sempre combattuto. E’ stato sempre fatto anche a spese del S. Raffaele, quando queste terapie non rientravano nei normali rimborsi del Servizio Sanitario Nazionale. Ad oggi viene fatto ogni giorno, reparto per reparto, con una équipe di medici specificamente dedicata. .  
   
   
ESTESA A TUTTA LA TOSCANA UNA INIZIATIVA NATA IN VERSILIA DOPO LA CHEMIO UNA PARRUCCA CON IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE ´SOSTEGNO PSICOLOGICO ALLE DONNE PER UNA PIENA RIABILITAZIONE´  
 
Firenze, 18 ottobre 2006 - La Regione rimborserà dal prossimo anno il costo di una parrucca a tutte le donne che, affette da un tumore, hanno perduto i capelli a causa della chemioterapia. Lo ha deciso la giunta regionale, su proposta dell´assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi. "La malattia e le cure necessarie – dice l´assessore Rossi – aggiungono al dolore e al rischio della vita anche questa conseguenza, così pesante per la persona, per la sua psiche, per l´immagine e le relazioni interpersonali. Con questa decisione vogliamo dare un significato completo al percorso riabilitativo, sotto il profilo umano ma anche della qualità di vita della donna". E´ previsto un investimento complessivo di 350 mila euro, da utilizzare per rimborsi fino a 250 euro ciascuno alle donne che ne faranno richiesta. Le donne interessate potranno acquistare la parrucca da loro stesse gradita in uno dei negozi specializzati e poi chiedere il rimborso documentando la spesa. La delibera estende sul territorio regionale una esperienza da tempo in atto in Versilia. E´ stata infatti l´associazione onlus versiliese "Per te donna" a ideare nel 2003, per la prima volta in Italia, il progetto "Un fiore tra i capelli" per il rimborso del costo delle parrucche acquistate dalle donne sottoposte a chemioterapia, ottenendo il sostegno finanziario dei sette comuni della Versilia (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Viareggio). "Abbiamo raggiunto un grande obiettivo – spiega oggi Giovanna Rossi, fondatrice e presidente di "Per te donna" – Credo molto nell´aiuto psicologico, guardando negli occhi le donne malate di tumore ci si legge spesso molta solitudine. Grazie e medici e amministratori disponibili e oggi anche grazie alla Regione possiamo fare qualcosa di utile e, anche con questa iniziativa, avvicinare e sostenere tante donne in difficoltà". Dal 2003 circa 90 donne della Versilia hanno potuto accedere al rimborso, tramite una semplice autocertificazione. .  
   
   
OGGI CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO TURCO A MONTESILVANO QUARTA GIORNATA DEL CONGRESSO DI PSICHIATRIA  
 
 Pescara, 18 ottobre 2006 - "Il modello di psichiatria nel Governo Prodi" è il tema della conferenza stampa che il Ministro della Salute, Livia Turco, terrà alle 12 di oggi al Palacongressi di Montesilvano nell´ambito della quarta giornata del Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria. All´incontro con la stampa, che seguirà l´intervento del Ministro Livia Turco programmato per le 11, parteciperanno l´assessore alla Sanità, Berardo Mazzocca, il Magnifico Rettore dell´Univesità "G. D´annunzio" di Chieti, Franco Cuccurullo, il presidente della Società Italiana di Psichiatria (Sip), Eugenio Aguglia, il professor Carmelo Munizza, già presidente della Sip, che presenterà gli studi condotti sui Centri di Salute Mentale in Italia, ed il docente di psichiatria della "G. D´annunzio", Massimo Di Giannantonio, presidente di questo Xliv Congresso Nazionale. .  
   
   
VIII CAMPAGNA AIDS PER L´ANNO 2006  
 
 Milano, 18 ottobre 2007 - Il Ministero della salute, in attuazione della legge n. 135 del 5 giugno 1990 sul “Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l’Aids”, ha realizzato l’Viii Campagna Aids per l’anno 2006, con l´obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione sessuale. Infatti, secondo gli ultimi dati epidemiologici dell’Istituto Superiore della Sanità, si è registrato, da una parte, un aumento della trasmissione dell’Hiv/aids per via sessuale, dall’altra, una diminuzione di casi di contagio tra tossicodipendenti. Un elemento innovativo dell’attuale campagna informativa sull’Aids è rappresentato dalla stretta collaborazione fra le strutture pubbliche ed il privato sociale. Lo scopo è quello di individuare in maniera congiunta modalità comunicative indirizzate a specifici gruppi etnici presenti sul territorio nazionale. Precedenti esperienze hanno di fatto evidenziato come la semplice traduzione di messaggi informativi pensati per la popolazione italiana, risulti ben poco incisiva sulla comunità degli stranieri. La campagna si rivolge, quindi, alla popolazione sessualmente attiva nel suo insieme - omo ed eterosessuale -, e, in particolare, alla popolazione immigrata, dove il contagio è purtroppo in crescita, a causa di un suo incremento demografico, ma anche per una maggiore difficoltà di accedere senza alcun timore alle strutture sanitarie. Http://www. Governo. It/governoinforma/campagne/aids_2006/index. Html .  
   
   
ANDRES SERRANO IL DITO NELLA PIAGA 14 OTTOBRE – 26 NOVEMBRE 2006 PAC PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - In occasione della seconda edizione della Giornata del Contemporaneo (14 ottobre 2006), promossa dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (Amaci) con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici - Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee (Darc), il Pac di Milano celebra l’estro creativo di un grande interprete dei nostri tempi - Andres Serrano – con un duplice appuntamento: la mostra Il dito nella piaga, a cura di Oliva María Rubio, in collaborazione con La Fábrica di Madrid, una selezione di alcune delle sue più significative fotografie degli ultimi vent’anni, e la mostra The Morgue, a cura di Alessandro Riva e realizzata in collaborazione con Tomaso Renoldi Bracco, dieci lavori inediti dell’artista tratti dalla controversa omonima serie fotografica del 1992. Immagini macabre e scioccanti a lungo tenute nascoste per volere dello stesso artista e che ora vengono presentate per la prima volta, in esclusiva assoluta, a Milano. Artista maledetto e grande provocatore: questa l’immagine che Serrano ha sempre dato di sé. In realtà, ad un’analisi più approfondita, la sua opera appare complessa e ricca di sfumature. Genio ribelle per eccellenza, Serrano esprime la sua critica nella sottile dicotomia che sottende le sue immagini fotografiche, patinate e perfette, terrificanti e trasgressive, rifiutando le finzioni del mondo contemporaneo e illustrandone i turbamenti interiori e le manie. Dai suoi esordi – agli inizi degli anni ottanta – fino ai giorni nostri, le fotografie di Andres Serrano (New York, 1950) non hanno mai smesso di rappresentare i temi più controversi e polemici del convulso mondo in cui viviamo. La religione, il fanatismo, la corporeità, la xenofobia, la malattia e la morte, sono stati oggetto della sua meticolosa attenzione in serie come Bodily Fluids, The Morgue, Nomads, Ku Klux Klan, The Church, A History of Sex…ciò che sembra una forma di provocazione si manifesta come una vocazione: quella di trattare temi e problematiche che ci riguardano come esseri umani attraverso immagini che si distinguono, inoltre, per la loro bellezza. La bellezza è una componente essenziale del lavoro di Serrano. Attraverso di essa, l’artista intensifica la tensione che seduce lo spettatore con il fascino proibito dei temi tabù. Di fatto, Serrano ha confessato che il suo obiettivo come artista è sempre stato quello della bellezza: “Credo che sia necessario cercare la bellezza anche nei luoghi meno convenzionali o nei candidati meno insospettabili. Se non incontro la bellezza non sono capace di scattare alcuna fotografia”. L’efficacia delle sue immagini trova riscontro nei meccanismi della pubblicità: il ricorso ad una illuminazione dichiaratamente caravaggesca, i colori accesi, la precisione dei titoli, e, soprattutto, l’uso di un linguaggio breve, ma sempre eloquente. Serrano non ha un interesse specifico per il processo fotografico; è, piuttosto, un formalista che si identifica fortemente con la tradizione e con i grandi maestri della pittura barocca, definendosi un artista religioso del passato con idee contemporanee. Le sue composizioni sono rigorose e i simboli allegorici appaiono in ognuna delle sue serie fotografiche. Costruisce elaborati tableaux che adottano la qualità e il virtuosismo manierista dei grandi dipinti seicenteschi. Serrano non censura mai le sue foto e non scende mai a compromessi. Muovendosi sulla sottile linea che separa il sacro e il profano, il morale e l’immorale, il lecito e l’illecito, l’opera di Serrano ha evitato i limiti del puro decorativismo. L’artista travalica i confini del permissibile – tanto nell’ambito personale quanto in quello sociale – per adescare e sorprendere gli spettatori, mettendoli a confronto con immagini che, come primo impulso, farebbero chiudere gli occhi se non fossero presentate in modo bello e pittorico. Come di consueto, anche questo duplice appuntamento con l’arte di Serrano è accompagnato da un programma di attività didattiche e di visite guidate per singoli visitatori, gruppi e scolaresche. Iniziative realizzate con il sostegno del Gruppo Coop Lombardia. .  
   
   
PROPOSICIONES ARQUITECTONICAS JOAQUíN BÉRCHEZ FOTOGRAFIES VICENZA, PALAZZO BARBARAN DA PORTO, 27 OTTOBRE 2006 - 7 GENNAIO 2007  
 
 Vicenza, 18 ottobre 2006 - La mostra presenta quarantacinque fotografie a colori e in bianco/nero, stampate in lambda ad altissima qualità, del fotografo e storico dell’architettura spagnolo Joaquín Bérchez. Le sue affascinanti Proposte architettoniche sono state concepite come un percorso attraverso alcune fra le architetture più famose di tutti i tempi, sulle quali l’autore proietta una particolare esperienza visiva nata da e per la fotografia. Il progetto espositivo, in collaborazione con la Conselleria de Cultura, Educació i Esport della Generalitat Valenciana, è frutto dei rapporti che il Centro di studi palladiani da sempre intrattiene con la comunità scientifica internazionale. Dopo il primo, felice incontro con Joaquín Bérchez in veste di studioso – in occasione del seminario internazionale sull’architettura di Guarino Guarini (2002) – ne abbiamo scoperto il talento di fotografo, affidandogli le recenti copertine della rivista “Annali di architettura”. Dopo il successo della prima tappa espositiva al Centre del Carme di València (aprile-giugno 2006), a Vicenza la mostra Proposiciones arquitectonicas si arricchisce di scatti inediti e di grande suggestione dei capolavori veneti di Andrea Palladio. Bérchez è un fotografo per il quale un rivestimento, l’incidenza della luce su una modanatura, un dettaglio, non si esauriscono in un fatto formale ma offrono dell’architettura rappresentata una lettura in quattro dimensioni, spaziali e temporale, come forse solo uno storico della disciplina può dare. Affascinato dalle potenzialità dello strumento fotografico – trasferimento di significati, compressione bidimensionale degli spazi, protagonismo delle ombre o enfasi del particolare –, egli propone un dialogo complesso con la storia dell’architettura, rivelando uno sguardo inedito su ciò che è noto. Come ha scritto Jaime Siles a proposito della sua fotografia “quel nuovo modo di guardare ci faceva vedere anche altre cose, obbligandoci a scoprire non ciò che, per inerzia del nostro occhio, ci sembrava, bensì ciò che, grazie alla capacità visiva del suo, ora eravamo in grado di cogliere e che si traduceva all’improvviso in qualcos’altro: in quella cosa che, per effetto dell’arte si trasforma la realtà, ovvero, in sé stessa”. Nelle fotografie di Bérchez appaiono opere d’architettura celeberrime, come la Rotonda alla Vilette di Parigi di Ledoux, il Panthéon parigino di Soufflot, piazza San Pietro a Roma di Bernini, le facciate barocche delle cattedrali di Granada o Valencia o Murcia, la Lonja di Valencia, la Plaza Mayor di Salamanca, la chiesa del Carmen di Valencia, la Salute di Venezia, la Basilica palladiana di Vicenza, il Teatro Marcello di Roma, il tempio di Segesta in Sicilia, Santa Maria sopra Minerva a Roma, la scala della Biblioteca Laurenziana di Michelangelo, il collegio di Propaganda Fidae o la chiesa di San Filippo Neri di Borromini, l’ospizio di San Fernando di Pedro de Ribera, la cappella di San Isidro a Madrid, la casa Mercader di Barcellona, la Collegiata di Xàtiva di Joan Aparisi, il convento delle Capuchinas a La Antigua in Gautemala o il palazzo Vázquez de Molina a Úbeda di Vandelvira, tra gli altri. Il catalogo della mostra, edito dalla Generalitat Valenciana, accoglie testi di Antonio Bonet Correa e Italo Zannier. Di fronte a tali monumenti – scrive Zannier – Bérchez “è capace di emozionarsi e di far capire, non soltanto la sua emozione, ma il suo giudizio critico”. Le fotografie di Joaquín Bérchez – come ha scritto Bonet Correa – “sono veri e propri documenti della materialità e dell’anima degli edifici. Ed è qui e in questo senso quando ci accorgiamo che solo uno storico dell’arte o qualcuno che conosce a fondo la vita e morte di un monumento può fare delle fotografie così”. Joaquín Bérchez Nato nel 1950, vive a Valencia. La sua attività fotografica – come possibile strumento di riflessione e allo stesso tempo di creazione visiva attorno all’architettura e al paesaggio – è legata ai suoi interessi storico-artistici, incentrati soprattutto sulla cultura architettonica di area spagnola a sudamericana nell’età moderna. Fotografie di Bérchez appaiono in pubblicazioni sul patrimonio architettonico di Valencia o sul barocco messicano, e sulle copertine di libri e riviste specializzate d’architettura, fra cui la rivista del Cisa Andrea Palladio, “Annali di architettura”. Nel 2002 ottiene il primo premio internazionale di fotografia Paradores Nacionales. Recentemente ha realizzato le fotografie per il volume La Plaza Mayor de Salamanca di Alfonso Rodríguez G. De Ceballos (Caja Duero, Salamanca 2005). Dal 2003 ha allestito diverse mostre personali: “Espacios comprimidos” (Universidad Politécnica de Valencia, 2003), “Casualidades geográficas” (Universitat de València, Facultad de Geografía e Historia, 2004), “Joaquín Bérchez fotografías” (Galería Argenta, Valencia, 2004; Sala Coll Alas, Ayuntamiento de Gandía, 2005; Sala Luis Garay, Universidad de Murcia, 2005), “Otro barroco” (Università degli Studi di Palermo, 2005; Carmen de la Victoria, Granada, 2005), “Desde la Plaza” (Salamanca, Casa del Japón, 2005) e “Historiejas americanas” (Guatemala, Castellón, Galeria d’Art, Universitat Jaume I, 2005). Ha recentemente partecipato all’esposizione collettiva “20 años de Railowsky”, Valencia 2005. .  
   
   
A PAVIA DAL 21 OTTOBRE AL 12 NOVEMBRE 2006 LA PERSONALE DI MASSIMILIANO ALIOTO COLORS CHIESA DI SANTA MARIA GUALTIERI  
 
Pavia, 18 ottobre 2006 - Massimiliano Alioto, uno dei pittori emergenti del panorama dell’arte italiana contemporanea sarà il protagonista della mostra Colors in programma dal 21 ottobre al 12 novembre 2006 nella ex Chiesa di Santa Maria Gualtieri a Pavia. Venticinque dipinti inediti costruiranno un affascinate percorso attraverso volti di persone di tutte le età e di tutti paesi. Europei, americani, asiatici, africani, un suggestivo melting pot di razze e religioni in uno spazio che proprio per la sua storia, rappresenta un ideale rifugio e spazio comune di pace. L’iniziativa è promossa dal Comune di Pavia – Assessorato alle politiche culturali, comunicazione e promozione della città e dalla Galleria Bonelli Arte Contemporanea di Mantova. Organizzazione: Alef - Cultural Project Management. Come racconta lo stesso artista: “Quando mi è stato offerto come luogo espositivo una chiesa sconsacrata ho pensato che sarebbe stata un’occasione difficilmente ripetibile per proporre una mostra sulle varie etnie; volti di religioni e razze diverse sotto l’unico tetto di una chiesa; un tema dal fascino intramontabile e, cioè, la libertà e la bellezza della diversità. Il ritratto è sempre stato un aspetto fondamentale della mia pittura anche se non gli ho mai dedicato una mostra. Non so se mi interessa di più l’estetica del viso o quello che vi si nasconde; luci e ombre confondono ed esaltano la mimica e gli stati d’animo; il fascino di scoprire che il carattere non corrisponde alle informazioni dell’aspetto”. Sottolinea Paola Artoni nel testo introduttivo al catalogo edito da Publipaolini: “Massimiliano Alioto, per questa occasione, ha abbandonato gli scenari urbani e le fughe prospettiche tra terra e cielo per raccontare in pittura il fascino dei ritratti multietnici, in una declinazione universale della bellezza. “Colors” è il titolo di questo ciclo, come a volere semplicemente sintetizzare attraverso una serie di volti le diverse sfumature dei popoli. Eccolo il villaggio globale, la koiné delle nazioni, in un’ideale sintesi che abbraccia i cinque continenti, in un manifesto di speranza nel segno di una convivenza possibile”. Massimiliano Alioto è nato a Brindisi nel 1972, vive a Domodossola. Nel 1990 ha conseguito la maturità presso il Liceo Artistico di Brindisi e nel 1994 il diploma di pittura presso l’Accademia di belle Arti di Firenze. .  
   
   
HAIDEA GALLERY INNAUGURA LA MOSTRA DI MIMMO ROTELLA “IL SOGNO DEL GRANDE CINEMA” MULTIPLI DECOLLAGES 26 OTTOBRE  
 
 Milano, 18 ottobre 2006 - In mostra una quindicina di opere decollages (opere originali e multiple), dedicate al grande Cinema, eseguite personalmente dal maestro Mimmo Rotella poco prima della sua scomparsa. Tutti i decolages sono stati eseguiti ad uno ad uno dal Maestro con la tecnica dello strappo manuale. Ricca di opere grafiche scelte, la mostra ripercorre dunque la grande passione del Maestro nei confronti del cinema, fonte di ispirazione artistica e di vita. Mimmo Rotella artista di fama mondiale nella scena dell’arte contemporanea, scomparso recentemente, ha lasciato una straordinaria produzione di opere dedicate al sogno e al mito cinematografico, attingendo dall’iconicità dei manifesti, i suoi soggetti preferiti. I pezzi di realtà rubati dalla strada, vengono nuovamente strappati, creando un nuovo senso al frammento isolato. Queste meravigliose opere, fanno parte dell’ultima cartella di decollages realizzati dal Maestro Mimmo Rotella. Grandi manifesti rappresentanti i film più incisivi del nostro secolo, vengono stampati su un supporto, sul quale successivamente viene sovrapposto, a tratti, un secondo manifesto sul quale il Maestro lavorava liberamente lacerando l’immagine. Alcuni tra i soggetti di questi capolavori artistici sono: “La Magnifica Preda” con Robert Mitchum e James Dean; “Caccia al Ladro” con Carry Grant e Grace Kelly; “Il Gigante” con James Dean “Vacanze romane” con Gregory Peck e Audrey Hepburn e l’intramontabile Marilyn Monroe in diversi altri film. Tutte le opere in mostra sono pubblicate sul catalogo “Mimmo rotella, multipli decollages, Silvana Editoriale, 2004”. .  
   
   
MARCINELLE. CINQUANT’ANNI DOPO LAINATE RICORDA CON UNA MOSTRA DI DIPINTI, DI FOTOGRAFIE E UN LIBRO DALL’11 NOVEMBRE AL 17 DICEMBRE  
 
Lainate, 18 ottobre 2006 - Si aprirà l’11 novembre nelle sale dei Palazzi del ‘500 e del ‘700 di Villa Borromeo Visconti Litta la Mostra “Marcinelle. Cinquant’anni dopo” che sarà visitabile per cinque settimane fino al 17 dicembre. Era l’8 agosto del 1956 e nella miniera di Bois du Cazier, in Belgio, persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani, in quella che è passata alla storia come la tragedia di Marcinelle. In occasione del 50° anniversario, il Comune di Lainate, in collaborazione con l’Associazione Culturale Flangini, ospiterà la Mostra di fotografie d’epoca e di opere dell’artista Giuseppe Flangini. Il Viceministro degli Affari Esteri, Sen. Franco Danieli, parteciperà all’inaugurazione sabato 11 novembre, per presentare anche il libro “Marcinelle: cinquant’anni dopo”: una raccolta di testimonianze orali, fotografiche e pittoriche che ripercorre questa drammatica vicenda. L’iniziativa si prefigge di diffondere la conoscenza della vita e del lavoro all’estero degli italiani all’estero che nel secolo scorso hanno lasciato la propria terra per raggiungere il Belgio, la Francia, la Germania, le Americhe. Le condizioni di lavoro in miniera, prima e inevitabile occupazione per un emigrato italiano, erano particolarmente dure. Questa mostra contribuirà ad aiutare a comprendere alcuni aspetti della realtà attuale e arricchire il ricordo di questi uomini e del loro lavoro. L’esposizione sarà aperta al pubblico per cinque settimane. In mostra fotografie dell’epoca, in bianco e nero, sul tema della migrazione e opere di Giuseppe Flangini, eccezionalmente avute in prestito da collezioni italiane ed estere. Giuseppe Flangini, nato a Verona nel 1898 ma milanese d’adozione, ha infatti vissuto a lungo in Belgio e ha conosciuto da vicino sia le sofferenze degli italiani emigrati in cerca di fortuna sia il dramma del lavoro in miniera. Un artista di fama internazionale che con i suoi viaggi e la sua esperienza ci ha lasciato un’eredità molto preziosa. .  
   
   
GLORIABABBI TEATRO PRESENTA TAKE ME AWAY (PORTAMI VIA) DI GERALD MURPHY DAL 24 OTTOBRE AL 5 NOVEMBRE  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Take me away, testo scritto dall¹irlandese Gerald Murphy, arriva al Teatro Litta di Milano nella versione della compagnia Gloriababbi Teatro, forte del successo riscontrato alla rassegna Trend, curata da Rodolfo di Giammarco, che si svolge ogni anno a Roma al Teatro Belli ed è dedicata ai testi di autori di teatro britannici della nuova generazione, messi in scena da compagnie italiane dirette da giovani registi. Gloriababbi Teatro già protagonista tra gli altri di spettacoli scritti da Fausto Paravidino, quali Gabriele, Trinciapollo, 2 Fratelli e Genova01, giungono a confrontarsi per la prima volta con un testo di un autore contemporaneo irlandese, in cui il fallimento e la disgregazione di una famiglia composta da un padre e tre fratelli s¹inserisce in un paese segnato da una grave crisi economica e d¹identità. E¹ l¹Irlanda di oggi, frutto di capovolgimenti rapidi da rendere irriconoscibili gli uomini, a fare da specchio ai protagonisti che non sanno più riconoscersi perché non hanno ne la forza ne il coraggio di dire e di mostrarsi per quello che in realtà sono. Tre fratelli. Un padre. Una riunione di famiglia. L¹intreccio è questo. Tutto ciò che accade davvero nella commedia non è stato scritto. (. ) ma ciò che accade si nutre di non detto. Filippo Dini L¹azione si svolge di mattina a casa di Bren, il fratello maggiore. Ha appena terminato il suo turno di lavoro in un parcheggio notturno, è seduto davanti al computer. C¹è un rotolo di carta igienica sul tavolo. Cosa starà guardando sul suo schermo? Entrano improvvisamente in scena i fratelli Andy e Kev. Andy è ferito sulla fronte perché ha subito una rapina, Kev è appena arrivato da Galway e nella vita fa il programmatore di computer. Infine arriva il padre Eddie. Si sono dati appuntamento all¹insaputa di Bren per andare a trovare la madre in ospedale, ma in la riunione di famiglia diventa il momento della verità: la madre non è in ospedale, ma gode di buona salute, Bren si eccita guardando immagini pornografiche, Andy non è stato rapinato ed è stato lasciato da moglie e figli, Kev invece non ha un lavoro e ha sperperato tutto per un amore sciocco e passeggero. Infine Eddie, il padre, ha convocato i suoi figli per ricattarli. Lo spettacolo si chiude così com¹era incominciato: la comunicazione s¹interrompe, tutti se ne vanno lasciando Bren di al tavolo seduto davanti al computer con il rotolo di carta igienica. Gestito con una durezza solcata da lampi di feroce autoironia, lo spettacolo si giova d¹interpreti consapevoli dell¹incapacità o del rifiuto di comunicare con cui si autopuniscono. Franco Quadri (La repubblica, 25 aprile 2005) E¹ quanto ci raccontano i bravissimi attori di Gloriababbi. Š da quelle sgradevoli discussioni tra fratelli che in realtà si illudono solo su eredità fittizzie come le loro vite, emerge una radicale sfiducia nella retorica, compresa quella dell¹insediamento nell¹isola della sede europea del business dei computer. Gianfranco Capitta, (Il Manifesto, 1 maggio 2005) Gloriababbi Teatro nasce a Genova nel 1995, da ragazzi diplomati presso la scuola dello stabile genovese. Nel 1998 già il primo spettacolo Gabriele, scritto da Fausto Paravidino e Giampiero Rappa, riceve numerosi riconoscimenti: premio della giuria presieduta da Aldo Nicolaj durante la rassegna Nazionale delle Drammaturgia Emerente, premio fondi La Pastora ­ Giovani Protagonisti al festival di Terracina e Grappolo di Bronzo al Festival delle Cinque Terre. Dal 2002 al 2005 Gabriele viene prodotto e distribuito dal Teatro Stabile di Bolzano, realizzando 250 repliche in tutta italia. Gli spettacoli successivi firmati da Fausto Paravidino sono Trinciapollo, scritto nel 1996, debutta al Teatro Tirso de Molina nel 1999 e va in scena al Teatro Piccolo Eliseo a Roma nel 2000; 2 Fratelli prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano dal 2000 al 2002; La malattia della famiglia M. Andato in scena a Udine nel 2000 sotto forma di lettura scenica e Genova 01 prodotto dall¹Associazione Teatrale Pistoiese. Zenit, scritto da Barbara Petrini e Giampiero Rappa, ha debuttato al Teatro della Tosse di Genova nel 2003 e continua ad essere replicato in tutta Italia. Traduzione di Barbara Valli con Andrea Di Casa (Eddie), Filippo Dini (Andy), Carlo Orlando (Kev), Giampiero Rappa (Bren) scene di Julienne Tognocchi costumi di Annalisa Recchioni aiuto regia di Andrea Di Casa regia di Filippo Dini .  
   
   
GOLF - INIZIANO IL CAMPIONATO MONDIALE FEMMINILE A SQUADRE (ITALIA CON ANNA ROSSI, CLAIRE GRIGNOLO, MARIANNA CAUSIN) E L’APULIA SAN DOMENICO GRAND FINAL (CHALLENGE TOUR)  
 
Milano, 18 ottobre 2006 - Anna Rossi, Marianna Causin e Claire Grignolo difendono i colori azzurri nel Campionato Mondiale a squadre femminile/Espirito Santo Trophy (18-21 ottobre), che inizia sul due percorsi del De Zalze Golf Club e dello Stellenbosch Golf Club, a Stellenbosch in Sudafrica. Tra due settimane (26-29 ottobre), sugli stessi tracciati, avrà luogo anche il torneo maschile (Eisenhower Trophy) in cui l’Italia sarà rappresentata da Lorenzo Gagli, Matteo Delpodio e Federico Colombo, con Lorenzo Silva capitano e Alberto Binaghi allenatore. Record di partecipazione nelle due gare con ben 126 formazioni alla partenza, dodici in più rispetto al 2004 quando si stabilì il precedente primato a Portorico. Saranno 51 le compagini in campo nel Campionato femminile dove si schiereranno per la prima volta Latvia, Mauritius, Marocco, Nigeria e Zambia. Tra le nazioni favorite Spagna (Belen Mozo, Azahara Munoz, Carlota Ciganda), Stati Uniti (Amanda Blumenherst, Kimberly Kim, Jennie Lee), Olanda (Dewi Claire Schreefel, Marjet Van der Graaff, Christel Boeljon), Svezia (Anna Nordqvist, Caroline Westrup, Sofie Anderson), Australia (Emma Bennett, Kate Combes, Frances Bondad), Inghilterra (Kerry Smith, Sophie Walker, Mel Reid), Germania (Katharina Schallenberg, Caroline Masson, Sandra Gal) e Francia (Anne-lise Caudal, Isabelle Boineau, Melodie Bourdy). Tra le formazioni orientali sono attese Giappone (Mika Niyazato, Rikako Morita, Erina Hara) e Taipei (Kwan-chih Lu, Pei-lin Yu, Ya-ni Tseng). La squadra azzurra ha ottime chances di competere per le prime posizioni, con Anna Rossi, annunciata in gran forma, in grado di concorrere per il successo nell’individuale. Seguono la formazione italiana la capitana Laura Benazzo, l’allenatrice Federica Dassù e il fisioterapista Mauro Citzia. Il torneo si svolge sulla distanza di 72 buche, 36 su ciascun percorso, e per la classifica saranno validi i due migliori score giornalieri. Al San Domenico Golf, In Puglia, Si Conclude Il Challenge Tour - Nel suggestivo scenario del San Domenico Golf di Savelletri di Fasano (Br) prende il via l’Apulia San Domenico Gran Final (18-21 ottobre, 72 buche, 18 al giorno senza taglio), ossia il prestigioso torneo che conclude la stagione del Challenge Tour europeo, dopo 30 gare svoltesi in tutto il mondo, dall’Argentina al Kenya, dal Kazakhstan a buona parte delle nazioni europee. Vi prendono parte i primi 45 classificati dell’ordine di merito, ossia i migliori giocatori in assoluto del 2006, che si contenderanno venti “carte” per il prossimo European Tour e il primato nella money list. Per le “carte”, grazie al sostanzioso montepremi di 250. 000 euro e alla prima moneta di 42. 800 euro, sono praticamente in corsa tutti i partecipanti, mentre alla qualifica di “re del Challenge Tour 2006” possono concorrere solo i primi otto della graduatoria, ossia lo svedese Johan Axgren, che ha conseguito due vittorie nell’anno e ha messo insieme 103. 848 euro, il gallese Mark Pilkington, distanzato di poco più di 4. 000 euro, il tedesco Martin Kaymer, una delle rivelazioni stagionali, il navigato gallese Kyron Sullivan, lo svedese Alexander Noren, il giovane emergente spagnolo Juan Parron, l’ argentino Rafael Echenique e l’inglese Marcus Higley. Gli ultimi tre, comunque, oltre a dover assolutamente vincere necessiteranno anche del concorso di una serie di coincidenze favorevoli essendo il loro distacco da Axgren superiore ai 35. 000 euro. Non vi saranno giocatori italiani, perché nessuno è riuscito ad entrare tra i 45 eletti. Va comunque a merito del toscano Alessio Bruschi averci provato fino all’ultima gara utile (66° nell’ordine di merito). Nel 2005 a vincere fu lo spagnolo delle Canarie Carl Suneson, mentre lo scozzese Marc Warren fu primo nell’ordine di merito. Il torneo si svolge per il secondo anno consecutivo al San Domenico Golf unico campo italiano ad aver avuto il privilegio di ospitarlo. Il percorso, 18 buche par 72, si snoda lungo il mare, tra macchia mediterranea lussureggiante e ulivi. E’ un tracciato molto impegnativo, con un’erba soffice, amato soprattutto dai giocatori britannici per certe caratteristiche che lo avvicinano ai famosi links. Al San Domenico Golf, struttura collegata alla Masseria San Domenico un resort e centro benessere di prestigio ricavato in un’antica masseria, il patron Sergio Melpignano e il direttore del club Monica Cosenza hanno messo a punto la perfetta macchina organizzativa per un evento che sarà seguito in tutto il mondo attraverso i media, i network televisivi e i siti internet specializzati. Sponsor della manifestazione Masseria San Domenico, Masseria Cimino, San Domenico House, Visconti Palace Roma, Banco di Napoli San Paolo, Fantini Scianatico, Nardelli, Romano Exhibit, T&t, Renauto. Seguono l’intero circuito del Challenge Tour Rolex, Canterbury e Red Bull. L’apulia San Domenico Grand Final 2006 gode del patrocinio dell’European Tour e della Federazione Italiana Golf. La grande settimana golfistica del San Domenico Golf avrà un’appendice domenica 22 ottobre con la Pro-am sponsorizzata da Emc2, alla quale prenderanno parte 60 team formati da un professionista e un amatore. .  
   
   
21A VENICEMARATHON TROFEO CASINÒ DI VENEZIA: PROVA GENERALE PER OSAKA 2007  
 
Venezia, 18 ottobre 2006 – Venicemarathon sarà anche un importante test in vista delle qualificazioni ai mondiali di Osaka del 2007: Caimmi, Di Cecco, Bourifa e Battocletti, daranno vita ad una sfida tutta italiana per staccare un biglietto per il Giappone. Il veloce percorso di Venezia potrà essere il trampolino ideale che permetterà ai quattro di “fare il tempo” per poter arrivare ad Osaka, reduci da una stagione un po’ avara di risultati per la maglia azzurra. “Venicemarathon è più di una maratona per me – dichiara Alberico Di Cecco, atleta azzurro in forza al Gruppo Sportivo Carabinieri – Mancando dalle competizioni internazionali dallo scorso novembre questa è un’occasione per vedere il mio stato di forma ed il risultato degli allenamenti effettuati. Venezia ha una valenza agonistica di alto livello sia di percorso sia di atleti partecipanti e posso sicuramente considerarla una vera e propria prova generale per le qualificazione ai mondiali del Giappone”. Anche Daniele Caimmi, azzurro appartenente al Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, nonostante sia più cauto riguardo a Osaka, considera Venezia un po’ il banco di prova: “Venezia è sicuramente l’occasione per fare il punto sulla mia forma fisica. Voglio fare bene, e voglio farlo sia per me stesso che per tutti coloro che mi hanno seguito e aiutato anche nei periodi negativi appena trascorsi. I mondiali l’anno prossimo? Spero di fare bene qui, e poter poi eventualmente fare bene anche in Giappone”. Tutti gli atleti azzurri compresi Migidio Bourifa e Giuliano Battocletti possono ambire ad entrare nella “rosa azzurra” che parteciperà ai Mondiali di Osaka. La Federazione di Atletica Leggera seguirà con molta attenzione cosa succederà in laguna domenica prossima. .  
   
   
ANCHE LA CLASSE EUROPA AL TAN  
 
Livorno, 18 ottobre 2006 - Dell’ultim’ora la partecipazione della Classe Europa alla Xxiv Edizione del Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno, non indicata sul Pre Bando di Regata sarà sicuramente presente nel Bando che verrà presentato, come di consueto, il prossimo mese di marzo a Milano. La Classe olimpica femminile dall’edizione 1992, ha mantenuto una notevole diffusione anche fra i ragazzi come classe propedeutica a qualunque altra barca olimpica trovando sempre crescente sviluppo in tutti i continenti. Il Circolo che ospiterà le barche e ne curerà le iscrizioni sarà il Circolo Nautico di Quercianella (Cnq). .