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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 15 Febbraio 2007 |
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DAI BOSCHI UNA POSSIBILITÀ DI ENERGIA PULITA |
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L’utilizzo della biomassa forestale può offrire importanti benefici ambientali, sociali ed occupazionali. Se ne parlerà nel corso di un convegno a San Michele all’Adige dal 16 al 17 febbraio 2007. Il patrimonio forestale italiano è stimato in circa 10 milioni di ettari, pari al 30% del territorio nazionale e nell’ultimo decennio la superficie totale risulta in aumento dello 0,3% l´anno, a fronte di una media europea dello 0,1%. Una risorsa preziosa che, oggi più che mai, offre la possibilità di produrre energia senza creare danni all’ambiente. Per comprendere quali sono le prospettive di sviluppo delle biomasse legnose in Italia, ricercatori di varie istituzioni scientifiche europee parteciperanno al convegno “Valorizzazione energetica delle biomasse forestali”, organizzato dall’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Consiglio nazionale delle ricerche con la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto agrario di San Michele all’Adige. “In un momento di accentuata dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e di crescita dei consumi energetici, oltre che di grande attenzione alle problematiche legate ai cambiamenti climatici”, dice Francesco Dellagiacoma del servizio Foreste e fauna della Provincia di Trento, “c’è un forte interesse per le biomasse forestali, che rappresentano una delle grandi risorse per l’energia pulita del futuro e certamente una delle più rilevanti in sede locale”. “L’utilizzo della biomassa forestale può offrire importanti benefici ambientali, sociali ed occupazionali”, sostiene Raffaele Spinelli, ricercatore dell’Ivalsa-cnr “ma è bloccato dalla mancanza di tecnologie operative capaci di attingerla a costi ridotti”. A partire dal 2003 l’Ivalsa ha lanciato un vasto programma di ricerca destinato a sperimentare le migliori tecnologie disponibili per razionalizzare la raccolta del “cippato” forestale di tutto l’arco alpino orientale. “Si tratta di ridurre in piccole scaglie tutto quel materiale residuo che altrimenti verrebbe lasciato marcire nei boschi”, spiega Spinelli, “ rami, foglie, cimali, cortecce e parti di piante possono così essere facilmente trasportate e utilizzate per alimentare caldaie e stufe ma anche per essere trasformati in pannelli. Il problema è che molto spesso i costi di produzione superano i guadagni, scoraggiando le aziende boschive”. Lo studio condotto dai ricercatori dell’Ivalsa si è svolto in 19 cantieri sperimentali, ossia 19 prove in campo di raccolta in cui materiale residuo boschivo, diradamenti e tagli di maturità sono stati trasformati in cippato. “Nel corso delle prove”, prosegue Spinelli, “abbiamo registrato determinati parametri quali le caratteristiche della materia prima, tipo e taglia della macchina cippatrice, il sistema di alimentazione ed i relativi costi, le modalità di lavoro, la distanza da coprire per il trasporto, i costi della manodopera”. Con queste informazioni a disposizione sono stati sviluppati sei distinti modelli informatici per il calcolo dei costi di produzione e consegna del cippato per ottenere la conseguente ottimizzazione dei cantieri e delle varie scelte operative. “I diversi software”, conclude Spinelli, “permettono infatti di definire quale sia la cantieristica più adatta, cioè quella capace di intercettare la biomassa residua al minor costo complessivo. La soluzione migliore ovviamente dipenderà dalle specifiche condizioni di lavoro, e soprattutto dalla distanza di trasporto. Certamente, la bontà dei risultati non va giudicata solo in termini di costo, ma considerando anche la qualità merceologica della biomassa ottenuta. La sperimentazione eseguita nella scorsa estate ha cercato di rispondere a queste domande, in modo articolato e puntuale: oltre a definire la cantieristica, il lavoro ha fornito informazioni aggiuntive relative ai quantitativi ottenibili, agli spazi necessari e al modo di mitigare gli eventuali impatti ambientali conseguenti alla meccanizzazione dei lavori boschivi”. . |
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NASCE IL LABORATORIO PER LA TRACCIABILITÀ AGROALIMENTARE PIEMONTESE |
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Una nuova struttura contribuirà dal 14 febbraio all’innovazione del comparto agroalimentare piemontese operando nel settore della tracciabilità e rintracciabilità agroalimentare e concorrendo a creare un collegamento diretto fra i risultati della ricerca e il mondo della produzione. Si tratta del “C. Lab Agri – Laboratorio per la Tracciabilità nel settore Agroalimentare”, la cui nascita viene sancita ufficialmente questa mattina a Cuneo, presso l’Aula Magna della Facoltà di Agraria, con la firma del documento ufficiale da parte dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Mino Taricco, del Presidente della Provincia di Cuneo Raffaele Costa, del Sindaco della Città di Cuneo Alberto Valmaggia, del Preside della Facoltà di Agraria Bruno Giau e del Presidente del Csi-piemonte Francesco Brizio. Tra le priorità del nuovo laboratorio vi è quella di fornire alle realtà produttive gli strumenti con cui stimolare l’innovazione del settore attraverso azioni specifiche e mirate: dal monitoraggio dei bisogni delle piccole e medie imprese agricole alla sperimentazione di tecnologie avanzate, dalla selezione di progetti per l’innovazione di prodotto e di processo alla diffusione delle soluzioni individuate su tutto il territorio regionale. Il C. Lab Agri si occuperà prioritariamente delle forme di garanzia del prodotto, promuovendo e sostenendo lo studio e l’introduzione di tecnologie innovative per la tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti. Consentendo, ad esempio, di seguirne l’intero ciclo di vita dal produttore alla tavola del consumatore. «L’assessorato all’Agricoltura della Regione sostiene la nascita del Laboratorio», afferma l’Assessore Mino Taricco. «Un’iniziativa importante che valorizza la ricerca e l’innovazione nel comparto agroalimentare e che può essere un’esperienza pilota. La scelta della sede cuneese nasce sotto buoni auspici in un territorio a forte vocazione agricola, ma anche attento alle sperimentazioni e alle produzioni di qualità. Di grande prospettiva, inoltre, il tema su cui si comincerà a lavorare, ovvero la tracciabilità: uno degli elementi forti di una strategia più complessiva che la Regione sta mettendo in campo e che punta a valorizzare la riconoscibilità del prodotto e la filiera della qualità». «L’attivazione di C. Lab Agri – commenta il Sindaco Alberto Valmaggia – si inserisce in un preciso filone normativo comunitario che, rendendo obbligatoria la tracciabilità di filiera, mira a garantire la sicurezza alimentare, “dal campo alla tavola”, a un consumatore sempre più sensibile a una sana e corretta alimentazione e sempre più consapevole del proprio valore di soggetto economico. Ma non solo: C. Lab Agri mette anche in evidenza come la rintracciabilità, nelle sue diverse forme, può essere un utile strumento per valorizzare le produzioni agroalimentari». Il professor Bruno Giau sostiene che «il legame certificato degli alimenti con il territorio di provenienza delle materie prime vegetali o animali rappresenta un fondamentale orientamento dell’attuale politica agraria. Attraverso questa strada passano la difesa e il consolidamento dell’agricoltura regionale e italiana, la tutela dei valori tradizionali legati all’alimentazione e la rassicurazione dei consumatori circa i cibi che comprano. La cosiddetta tracciabilità consiste proprio nel rendere esplicito quel legame. Ma realizzare la tracciabilità degli alimenti richiede una accumulazione di ricerche teoriche ed empiriche multidisciplinari e ad alto contenuto innovativo, che è esattamente il compito del nuovo Laboratorio». «Il C. Lab Agri – afferma Francesco Brizio – è soltanto la prima realizzazione concreta di una iniziativa più ampia a sostegno del tessuto imprenditoriale piemontese, che impegna il Csi-piemonte dal 2005, quando è stato avviato il progetto di una serie di laboratori tematici dedicati alla sperimentazione di prodotti e processi innovativi. E sono molto lieto che questa importante attività abbia il suo inizio ufficiale proprio a Cuneo, una città in cui il Consorzio è presente da ormai cinque anni, con una sede che opera proprio per l’innovazione del settore agricolo». . |
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FILIERA DEL FREDDO FIRMATO IL PROTOCOLLO D´INTESA A CASALE MONFERRATO |
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È stato firmato il 14 febbraio pomeriggio, nella sala consiliare del Comune di Casale Monferrato, il Protocollo d´Intesa sulla filiera del freddo del casalese. La crisi industriale, che negli ultimi due anni ha colpito il distretto casalese, ha sollecitato gli enti locali e le associazioni imprenditoriali e sindacali a formulare una risposta concreta alle esigenze del territorio. L´adesione al Protocollo sulla filiera del freddo è stata sottoscritta dall´assessore alla Ricerca e all´Innovazione della Regione Piemonte, Andrea Bairati, dal presidente della Provincia di Alessandria, Paolo Filippi, dai sindaci dei Comuni e delle Unioni collinari interessate e dai rappresentati delle parti sociali. Il documento è una proposta concreta per rilanciare il settore, su tutti gli aspetti della produzione: dall´ideazione alla promozione del prodotto, dall´allestimento di nuove reti per l´assistenza e la distribuzione, alla ricerca e allo sviluppo di materiali ecocompatibili. "Un´importante pagina produttiva per il nostro territorio – ha commentato l´assessore all´Innovazione, Andrea Bairati - . Il protocollo è rilevante per il rilancio del settore che ha un ruolo decisivo nell´economia dell´area alessandrina. Le risorse ci sono, grazie alla legge regionale sulla ricerca e ai fondi comunitari. L´invito è accelerare drasticamente sulla realizzazione di idee importanti affinché queste si traducano in progetti concreti per il territorio. " Nel protocollo i firmatari sottolineano la volontà di mantenere nel distretto l´attuale realtà produttiva, puntando a un suo sviluppo e incremento. Ha concluso l´assessore Bairati: "Sono due gli assi su cui ci muoveremo: il sostegno alla ricerca e ai processi di innovazione, con particolare attenzione agli aspetti di ecocompatibilità, e la salvaguardia e lo sviluppo dei livelli occupazionali". . |
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SALONE DELL’AGROALIMENTARE LIGURE LE NOVITÀ DELLA TERZA EDIZIONE DALL’ARENA EVENTI AL GIARDINO DEI SAPORI E DEI PROFUMI |
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Dal 16 al 18 marzo 2007 torna l’atteso appuntamento con il Salone Regionale dedicato alle eccellenze agroalimentari provenienti da tutta la Liguria: il Salone dell’Agroalimentare Ligure. La manifestazione si svolgerà, anche in questa edizione, a Finale Ligure Borgo (Sv), nel borgo medievale, una delle perle del Club dei Borghi più belli d’Italia, presso il prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina. La Liguria vanta un grande patrimonio agricolo e gastronomico, costituito da piccole realtà produttive, le cui caratteristiche organolettiche sono fortemente connesse con le peculiarità del territorio di origine, produzioni di nicchia di alta qualità, ma la cui quantità è piuttosto limitata. Il consumo di prodotti enogastronomici è divenuto negli anni sempre più attento e consapevole. Grazie alla ricerca da parte di consumatori consapevoli le produzioni agricole di tipicità e di qualità hanno cominciato a competere e a trovare un proprio spazio commerciale. Il valore aggiunto dai prodotti tipici della tradizione è alla base di una richiesta di mercato sempre più significativa. La Regione Liguria sta portando avanti un programma di promozione del territorio attraverso la valorizzazione delle produzioni agroalimentari liguri di qualità, le stesse produzioni che rendono la cucina ligure una tra le più apprezzate, non solo tra il turista-consumatore, ma anche tra gli addetti ai lavori. Si pensi all’olio extra vergine d’oliva, al pesto, alla focaccia: tre prodotti che hanno reso celebre la Liguria non solo a livello europeo, ma anche oltreoceano. La manifestazione è nata per valorizzare le peculiarità enogastronomiche regionali attraverso l’esposizione, la vendita e la degustazione di prodotti tipici. Il Salone si svolgerà in una cornice molto suggestiva e la struttura medievale, che ospita il Salone dell’Agroalimentare Ligure, verrà suddivisa in aree tematiche: Carruggio del Pesto, Largo dell’Olio, la Cantinetta, Largo del Dolce, Largo degli Orti, Via dei Sapori ed altro ancora. In ogni settore il pubblico potrà trovare le migliori produzioni del territorio ligure. Le novità 2007 √ Il 2007 vedrà potenziate sia le aree espositive, ricordiamo che gli espositori della passata edizione sono stati più di 130, sia le aree dedicate agli eventi collaterali. Nella Sala delle Capriate e nella Sala Liguria saranno organizzati incontri didattici, corsi di degustazione, laboratori, seminari e convegni, tutti dedicati alle peculiarità dei prodotti liguri. √ Sarà allestita un’Arena Eventi dedicata ai laboratori a cielo aperto. Nell’arena Eventi si susseguiranno corsi di composizione floreale - durante i quali un maestro dimostratore si cimenterà nelle creazioni floreali più creative - , corsi di cucina, dimostrazioni sulla produzione dei più svariati prodotti della tradizione ligure. √ Inoltre nell’edizione 2007, all’interno del giardino botanico del Complesso Monumentale di Santa Caterina, sarà allestito “il Giardino dei Sapori e dei Profumi”, un’area dedicata alle degustazioni gastronomiche con la preparazione di farinata, panissa, le biscette di Solva ed altre specialità della cucina della tradizione ligure. In questo settore il pubblico avrà l’occasione di degustare piatti tipici preparati secondo le antiche ricette della tradizione. √ Un altro settore introdotto nell’edizione 2007 sarà quello dedicato alle aziende agrituristiche della Liguria sviluppato in collaborazione con le Associazioni di Categoria. Questo settore rappresenterà una vetrina dedicata agli agriturismo ed ai servizi offerti ai turisti dalle numerose aziende agrituristiche liguri. √ il 2007 sarà l’anno dedicato al “business to business”. Una sezione workshop ricavata nella secolare “Cappella Oliveri” sarà l’area dedicata agli espositori del Salone dell’Agroalimentare Ligure che intenderanno incontrare i loro clienti acquisiti e/o potenziali in una sala dedicata alle trattative. Inoltre verrà allestita la mostra del Parco del Basilico di Prà, all’interno della quale il pubblico potrà scoprire tutti i segreti del quartiere genovese dove si produce il famoso basilico. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure vuole rendere omaggio a tutte le produzioni presenti sul territorio che si sono distinte per il recupero delle tradizioni enogastronomiche liguri. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure è una manifestazione ricca di attrattiva con una rassegna espositiva -costituita da un’ampia area di spazi espositivi suddivisi tra l’Auditorium, l’Oratorio de’ Disciplinanti e negli splendidi chiostri quattrocenteschi di Santa Caterina -, in cui i produttori presenteranno prodotti della tradizione ligure caratterizzati da elevati livelli qualitativi. Tra le produzioni presenti possiamo citare: il pesto, la focaccia di Recco, la focaccia classica genovese, la panissa, la farinata, le biscette di Solva, l’olio extravergine d’oliva, i formaggi, i dolci, pane allo zafferano, il chinotto di Savona, l’aglio di Vessalico, i fagioli di Badalucco, le salse liguri (pesto, patè di olive, machetto, pasta d’acciughe, crema di carciofi, ecc. ), i formaggi, gli insaccati, le castagne, il miele, il Pigato, il Vermentino, il Rossese, lo Sciacchetrà, la birra artigianale ed altro ancora. Un fitto programma di laboratori, seminari e corsi sarà a disposizione dei visitatori e degli espositori. Tra i laboratori citiamo quelli dedicati alla valorizzazione di olio extravergine d’oliva, sciroppo di rose, miele –attraverso la degustazione di cocktail a base di miele-, vini liguri, albicocche di Valleggia, pesto e basilico, fagioli di Badalucco ed altri prodotti della tradizione enogastronomica ligure. Tra le novità dei laboratori 2007 possiamo segnalare: Degustare Acque: Non Solo Gusto, un laboratorio di degustazione innovativo e molto atteso dal pubblico del Salone. Le associazioni di categoria: Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori proporranno eventi divulgativi dedicati ai progetti di valorizzazione dei prodotti tipici regionali. La Coldiretti proporrà un evento legato all’origine dei prodotti, la Confagricoltura un incontro dedicato alla nuova legge regionale sull´Agriturismo in Liguria dal tema: vantaggi e rischi per l´ambiente e l´economia del territorio, mentre la Confederazione Italiana Agricoltori organizzerà un convegno sui vini del territorio. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure seguirà i seguenti orari: venerdì 16 marzo dalle ore 15. 00 alle ore 20. 00, sabato e domenica 17 e 18 marzo dalle ore 10. 00 alle ore 20. 00. Il Salone sabato e domenica farà orario continuato. La filosofia dell’evento si può sintetizzare nei seguenti punti: Privilegiare la dimensione culturale delle produzioni agroalimentari liguri, intese come momento di scoperta, confronto e conoscenza; Riconoscere l’esigenza di un consumo responsabile dei prodotti agroalimentari; Porsi come una risposta credibile alle esigenze di un pubblico che non si percepisce come “consumatore tradizionale”, ma che sa “degustare” i prodotti che acquista; Valorizzare il territorio attraverso l’esposizione dei suoi prodotti. La terza edizione del Salone dell’Agroalimentare Ligure è organizzata dalla Regione Liguria e da Unioncamere Liguria con la collaborazione della Provincia di Savona, la Camera di Commercio di Savona, il Comune di Finale Ligure e la Comunità Montana Pollupice. La manifestazione è organizzata con la collaborazione ed il sostegno delle associazioni di categoria: Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione Italiana Agricoltori. La manifestazione è ad ingresso libero www. Saloneagroalimentareligure. Org . |
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ENOLITECH 2007: PIÙ SPAZIO AGLI ESPOSITORI E ALLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE IN PROGRAMMA DAL 29 MARZO AL 2 APRILE, IN CONCOMITANZA CON VINITALY E SOL |
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Enolitech cresce e festeggia il raggiungimento della decima edizione con un padiglione dedicato, rinnovato e ampliato. Il Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole rimane collocato come tradizione nell’area F del quartiere fieristico, proprio di fronte all’ingresso Giulietta e Romeo, ma da quest’anno ha a disposizione un intero padiglione di 7. 100 metri quadrati, oltre 1. 000 in più dello scorso anno. Ciò significa poter accogliere le richieste di adesione di un numero maggiore di espositori, già più di 30, che con le riconferme pressoché totali del 2006 portano il numero complessivo della aziende presenti oltre quota 300. Tra queste, 5 nuovi stranieri in arrivo da Francia, Repubblica Ceca, Turchia (2) e Cina, che si aggiungono ai 34 della scorsa edizione provenienti da una decina di Paesi. Enolitech conferma così il suo ruolo di strumento di promozione internazionale dedicato alla filiera del vino e dell’olio e di importante occasione di mercato e di opportunità per tutte le aziende del settore. La concomitanza con Vinitaly e Sol, inoltre, mette il Salone delle tecnologie in diretto contatto con i vitivinicoltori e i produttori oleicoli, realizzando una sinergia tra manifestazioni che permette agli espositori delle tre fiere di essere visitatori nello stesso tempo. Le merceologie presenti ad Enolitech coprono tutte le attività della filiera, dalle lavorazioni in campagna fino alla degustazione dei prodotti. All’avanguardia le tecnologie offerte, che puntano al raggiungimento di livelli di qualità sempre più alti a costi sempre più contenuti. Oltre che tra i macchinari, non mancano le novità per il confezionamento, con la ricerca di bottiglie dalle nuove forme che esaltino il vino e rendano l’offerta più accattivante, o di tappi di vetro e sintetici alternativi al sughero. Sempre più interesse, poi, suscitano i bicchieri da degustazione, ogni anno più raffinati e più tecnologici, dalla perfetta trasparenza anche dopo molti lavaggi e con forme diversificate adatte a ogni tipo di vino. Anche i cavatappi si adeguano, adattandosi alle nuove tipologie di tappo e alle mode, seguendo la richiesta di enoappassionati sempre più numerosi ed esigenti. Ampia l’offerta di attrezzature per cantine e di wine cellar tecnologici e dal design raffinato o avveniristico. Cresce l’attenzione anche attorno all’olio. Giorno dopo giorno aumenta il numero degli estimatori che vogliono ritrovare in questo prodotto gli stessi piaceri gustativi, olfattivi ed edonistici già sperimentati con il vino. Sempre presenti ad Enolitech i nomi più importanti, da Velo a Della Toffola, Alfa Laval, Albrigi, Rapanelli, Tebaldi, Oma, Inoxtecnica per quanto riguarda le tecnologie di supporto alla produzione enologica ed olearia, oltre a Caraiba, Spiegelau, Italesse, Bormioli Rocco e Riedel per i bicchieri e Scatolificio Montelliano, Smurfit, Padoan, Scotton e Isac per il packaging. . |
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L´EDIZIONE 2007 DI BIOFACH DAL 15 FEBBRAIO A NORIMBERGA TOSCANA IN PRIMA FILA ALLA FIERA MONDIALE DEL BIOLOGICO |
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Dalla battaglia contro l´introduzione di una soglia Ogm nel biologico all´impegno per la libera circolazione dei semi: la Toscana è in prima fila nelle grandi questioni che riguardano il settore biologico e che saranno rappresentate a Biofach, la più importante fiera mondiale del settore in programma da domani a Norimberga. La manifestazione, cui prenderanno parte circa 40mila visitatori professionali e oltre 2mila espositori provenienti da 100 Paesi, punterà i riflettori della sua edizione 2007 sull´Italia e, di conseguenza, sulla nostra regione, che da trent´anni ha un ruolo d´avanguardia nel nostro Paese. Sarà l´assessore regionale all´agricoltura Susanna Cenni a guidare la delegazione toscana e ad accompagnare le aziende-bio nello stand gestito da Toscana promozione. "Porteremo in Germania - sottolinea l´assessore - non solo le esperienze di una delle aree che maggiormente investe nel biologico perché lo ritiene un settore-cardine delle sue politiche di qualità e tipicità, ma anche la nostra ferma determinazione a impedire che questo straordinario patrimonio di biodiversità possa essere messo a rischio da un incauto via libera agli Ogm". In questa direzione si muoveranno le due iniziative che domani, giovedì, giornata inaugurale, avranno per protagonista l´assessore: la prima sarà una conferenza stampa sul tema ´I semi e il futuro del cibo´ in cui, insieme a Vandana Shiva e al presidente di Slow Food, Carlo Petrini, Susanna Cenni rilancerà ´Il manifesto sul futuro dei semi´, in cui si sostiene la piena libertà nell´accesso ai semi, contro i rischi di omologazione e di distruzione della biodiversità. La seconda iniziativa, in questo caso organizzata dall´Associazione italiana per l´agricoltura biologica (Aiab), riguarderà invece la battaglia contro la proposta della Copmmissione europea di introdurre, nel nuovo Regolamento europeo sull´agricoltura biologica, una soglia di tolleranza agli Ogm. In entrambi i casi sarà valorizzata la dimensione internazionale dell´impegno toscano: è qui che è stata fondata la Commissione internazionale sul futuro del cibo, composta da 27 autorevoli accademici, politici, agricoltori, attivisti, rappresentanti di movimenti da tutto il mondo, presieduta da Vandana Shiva, ed è ancora la Toscana la coordinatrice delle 40 regioni Ogm-free. Ma Biofach 2007 sarà anche una preziosa occasione per valorizzare complessivamente il settore bio della nostra regione e il lavoro dei circa 3mila produttori. Attualmente la superficie agricola utilizzata per il biologico supera in Toscana i 100mila ettari (pari al 12,8% del totale). Nella torta delle produzioni la fetta maggiore spetta ancora ai cereali (45%) e ai foraggi (21,3), seguiti dal settore olivicolo (10,2) e da quello viticolo (5,7). Tra gli allevamenti zootecnici condotti con metodi biologici emergono in primo piano bovini, gli ovini e i suini oltre all´apicoltura. . |
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DOP E IGP : VERTICE ITALIANO A ZAGABRIA TAVOLO INTERNAZIONALE CON I PAESI DI NUOVA E PROSSIMA ADESIONE UE PER UNA STRATEGIA COMUNE A DIFESA DELL’AGROALIMENTARE DI QUALITÀ |
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Si apre il 21 febbraio 2007 a Zagabria Gastroteh/tecnobar, Salone internazionale della ricettività organizzato congiuntamente da Fiera Zagabria e Padovafiere. Oltre alla parte espositiva e didattica, che vede l’Italia in prima linea con la partecipazione di aziende, associazioni di categoria e operatori, è previsto un importante momento di confronto tra i paesi di nuova e prossima adesione Ue sul tema “Perché le Indicazioni Geografiche e come tutelarle”. L’incontro internazionale, promosso da Padovafiere con la partecipazione del Ministero delle Politiche Agricole italiano, mette le basi per un rapporto diretto con i nuovi paesi dell’Unione ai quali l’Italia offre il suo know how per le azioni di tutela dei prodotti Dop e Igp in ambito comunitario. All’incontro, che si terrà il 22 febbraio, sono invitati i rappresentanti governativi di Cipro, Repubblica, Ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovakia, Slovenia, Bulgaria, Romania. Saranno presenti anche i principali consorzi di tutela Dop e Igp italiani tra cui il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano e il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Dop campana, oltre ai vertici ministeriali della Croazia e dell’Italia. Gastroteh/tecnobar è infatti organizzata nell’ambito di una joint venture che vede Padovafiere presente in Croazia già dal 2003 con una rassegna sulle tecnologie per l’ambiente. La Fiera di Padova, controllata dal gruppo multinazionale Gl Events, è la realtà più presente nelle iniziative fieristiche dell’ Est Europa con joint venture e manifestazioni in numerosi centri fieristici dell’Europa Orientale, tra cui Budapest, Bucarest e Mosca. . |
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LA REGIONE LOMBARDIA SI PRESENTA ALLA FIERA DI NORIMBERGA DEL PROSSIMO FINE SETTIMANA CON UN BRINDISI D’APERTURA TARGATO FRANCIACORTA DOCG DA VITICOLTURA BIO LA FIERA MONDIALE DEL BIOLOGICO SCEGLIE BARONE PIZZINI
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Il prossimo 15 febbraio la Fiera di Norimberga aprirà i battenti per quattro giorni all’atteso Biofach, il Salone internazionale per i prodotti biologici, che quest’anno conta ben 2. 100 espositori da 116 nazioni. La degustazione dei vini biologici più grande del mondo ha nominato l’Italia quale nazione ospite d’onore di questa edizione 2007, e in particolare la regione Lombardia sarà presente con un calendario ricchissimo di eventi. E proprio il biologico lombardo sarà il protagonista dello start della Fiera: il Satèn Millesimato 2002 Barone Pizzini è stato scelto per il brindisi d’apertura che, alla presenza del Ministro tedesco dell’Agricoltura, inaugurerà il Salone. Queste bollicine, presentate alla scorsa edizione di Vinitaly, vantano il primato bio in Franciacorta e sono il fiore all’occhiello dell’azienda. Commenta infatti il presidente della Barone Pizzini, Giovanni Pagnoni: “La scelta del Franciacorta Barone Pizzini è certamente motivo di orgoglio per l’azienda ma è soprattutto un segno apprezzabile di riconoscimento per la produzione italiana di bollicine di qualità”. In Franciacorta, terre di bollicine d’eccellenza, Barone Pizzini è l’unica azienda che produce Docg da viticoltura biologica. Una scelta intrapresa dall’azienda a metà degli anni Novanta, poiché ritenuta la condizione per produrre vini di alta qualità e che fossero la più integra espressione del terroir. Le ricerche mostrano inoltre che le tecniche di coltivazione biologica rendono le uve più ricche di sostanze come proteine e polifenoli utili per la salute e la prevenzione, ovviamente quando il vino è bevuto nella giusta e sobria quantità. |
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DA ORTOMAC INDICAZIONI E PROSPETTIVE
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Conclusa la convention dedicata all’orticoltura (Cesena 7-8 febbraio 2007) – Tampieri convoca un tavolo triangolare – Si chiederà l’Igp per la Fragola romagnola – Ribadito il valore salutare degli ortaggi e della fragola Gli ortaggi sono importanti a livello internazionale e nazionale. Per capire meglio, nel periodo gennaio-agosto 2006 le famiglie italiane hanno acquistato verdure fresche per 2,9 milioni di tonnellate (+3,3% sull’analogo periodo del 2005) spendendo 4,6 miliardi di Euro (+10% sul 2005). Agli ortaggi è dedicata Ortomac, la convention organizzata da Cesena Fiera, la cui sesta edizione si è tenuta a Cesena il 7 e 8 febbraio. Concludendo il convegno “Verifica delle Leggi che disciplinano le produzioni sementiere con particolare riferimento a quelle regionali”, il Sottosegretario all’Agricoltura Guido Tampieri ha “incaricato” Daniele Govi della Regione Emilia Romagna di raccogliere osservazioni e proposte per ritrovarsi presto al Ministero a Roma per «una riunione triangolare Governo-regioni-portatori di interesse». E’ un primo risultato ottenuto da Ortomac, in quanto c’è in gioco la modifica del regolamento Ue per la coltivazione e riproduzione delle sementi orticole, un comparto che oggi vale almeno 150 milioni di Euro (tutte le sementi in Italia arrivano a circa 500 milioni). In Italia dal 2004 al 2006 (dati diffusi a Ortomac da l’Ais – Associazione Italiana Sementi) le colture portaseme per gli ortaggi sono passate da 10. 190 ettari a 9. 890 (-3%), favorendo in Europa il primato francese con circa 11. 000 ettari. Si consideri che nel 2006 il totale delle colture portaseme in Italia è stato di 183. 540 (-33% sul 2004) con i cereali che “occupano” 123. 350 ettari. L’emilia Romana con 6. 276 ettari risulta la regione più … sementiera, seguita da Marche (2. 262 ettari) Puglia (860) e Umbria (150 ettari). «Il sementiero –ha sottolineato Tampieri- è un settore con alcune fragilità però “tiene”, nonostante lo stato della ricerca sia insoddisfacente, esista una disomogeneità di regolazioni regionali e una debole strategia di marketing, come del resto è debole in tutta l’agricoltura italiana. In più, siamo carenti nell’applicare le leggi esistenti». «Ortomac è una convention che, affrontando le problematiche innovative del settore orticolo e delle sementi, aiuta e stimola ad ottenere produzioni competitive e di qualità –sottolinea Domenico Scarpellini, Presidente di Cesena Fiera- anche perchè il consumatore italiano ed europeo acquista più verdura che frutta. E’ indispensabile, però, in un mercato globalizzato come è quello attuale, fare sistema tutti assieme». Per quanto riguarda la modifica della Direttiva 91/414 Cee per l’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari esponenti del Ministero della Salute (Antonio De Salvo) dell’Agricoltura (Maurizio De Santis), Roxane Feller, della Segretaria del Copa Cogeca (organismo dell’Ue), produttori (Ais e Agrofarma) si sono confrontati ad Ortomac, ad esempio se dividere l’Europa in una sola zona o in tre. E ancora, di fronte al calo delle sostanze attive (fitofarmaci ecc) come salvaguardare le sementi. All’interno di questa discussione (il Regolamento va approvato entro il 2008) si vorrebbero dividere le sementi per alimenti (ravanello e cavolo, tanto per citare) da quelle non food (canapa e biomasse), il tutto deve poi “fare i conti” con l’industria, per la quale si spenderebbero 150 milioni di Euro per preparare (ricerca, prove ecc) una sola sostanza attiva in Italia. Ovvio che questo va a discapito di quelle colture considerate “minori” perché sono meno diffuse sia sui campi che sulla tavola. Giovedì 8 febbraio si è fatto il punto della Difesa Biologica. Per Giorgio Celli la Lotta Biologica ha una enorme rilevanza perchè l’alternativa sono i “pesticidi” (parola che il professore dice di voler usare ancora, anche se fuori moda), con tutte le conseguenze ambientali e sulle persone. Un metodo di lotta che si basa su uso di insetti (soprattutto per le colture in serra), bacilli (come nel caso delle zanzare). Per produrre questi insetti esistono le Biofabbriche (25 in Europa), fra cui la Bioplanet di Cesena, tuttora l’unica struttura produttiva privata italiana che opera su più mercati producendo varie specie di insetti ed acari utili. E riguardo l’uso degli insetti c’è una novità. Si stanno sperimentando alcune forme di lancio di insetti utili tramite diffusione meccanica, ovvero “soffiandoli” nelle serre. Sono stati predisposti prototipi ed attrezzature ad hoc, e sono in corso parecchie prove con confronto con la diffusione manuale. I risultati sono soddisfacenti, in base alle relazioni presentare a Ortomac. All’incontro “Ortaggi e benessere: l’innovazione del comparto”,si è sottolineato che «la tavola diventa il punto principale della salute». Perchè regimi alimentari ricchi di vegetali hanno una funzione protettiva e di prevenzione su alcune malattie cardiovascolari, fra cui diabete, ictus e neoplasie. Nel 2005 al mondo per queste malattie sono morte 35 milioni di persone, e secondo l’Oms si prevede un incremento di mortalità del 17% nei prossimi 10 anni. Fra gli alimenti di origine vegetale, gli ortaggi giocano un ruolo importante perché sono ricchi di sostanze preziose per la difesa dell’organismo. E la novità del terzo millennio sono i nutraceutici, ovvero alimenti che uniscono nutrizione e farmaceutica, ovvero contengono una maggior percentuale di quelle sostanze protettive. Al Convegno “La fragola: aggiornamenti tecnici e varietali”, Walter Faedi ha fatto il punto sulla fragola. La fragola, pur rappresentando solo il 3% in quantità sul complesso dell’ortofrutta italiana, raggiunge il 6% del valore del settore. In Italia nel 2006 si sono coltivati 3. 400 ettari a fragola (-5% sul 2005), dei quali 350 in Emilia Romagna (preceduta dai 745 ettari della Campania, dai 600 del Veneto e dai 400 ha della Basilicata). La maggior parte in provincia di Forlì-cesena. Fra i fattori limitanti della fragolicoltura romagnola vi sono le troppe varietà coltivate e la piccola dimensione delle coltivazioni. «Forse -è stata la proposta di Faedi- occorre iniziare a pensare ad una Igp per la fragola di Cesena o di Romagna, che permetta il riconoscimento di tale vocazionalità in modo più forte». Siamo sulla strada giusta –è il commento finale del ricercatore. Inoltre dal Convegno è emerso che la ricerca ed il miglioramento genetico in genere, devono concentrarsi verso varietà con frutti rosso brillante, con buone qualità organolettiche e maggior sapore che possano concorrere sul mercato con le varietà delle altre zone produttive. A questo proposito sono stati confermati i positivi risultati di alcune varietà, fra cui Queen Elisa e Dora introdotte nell’ultimo triennio nel cesenate e molto apprezzate, (Apofruit Italia le utilizza per la propria linea commerciale di alta qualità “Dulcis in fragola”), oltre a Asia e Antea di più recente introduzione. Inoltre si stanno sperimentando altre varietà quali Gemma, a maturazione intermedia, o Nf 137, a maturazione medio tardiva. Anche la fragola va considerato un alimento nutraceutico per le sue capacità antiossidanti, il contenuto di polifenoli e di acido ascorbico-Vitamina C. . |
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ACETO BALSAMICO DI MODENA:
NO ALL’IGP SENZA LEGAME CON IL TERRITORIO
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È questa la posizione delle Organizzazioni Professionali Agricole e Cooperative dell’Emilia Romagna “Siamo favorevoli al raggiungimento dell’Igp (Identificazione Geografica Protetta) per l’Aceto Balsamico di Modena a patto che si mantenga un forte legame con il territorio, sia per quanto riguarda la localizzazione degli impianti produttivi, sia per l’approvvigionamento delle materie prime agricole utilizzate, vale a dire i mosti ottenuti da vitigni coltivati in Emilia Romagna”. È quanto sostengono le Organizzazioni Professionali Agricole (Coldiretti, Confagricoltura e C. I. A. ) e Cooperative emiliano-romagnole (Confcooperative-fedagri e Legacoop Agroalimentare) in un documento congiunto inviato al presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro, al presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, all’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, al presidente della Provincia di Modena Emilio Sabatini, all’assessore provinciale all’Agricoltura di Modena Graziano Poggioli e al sindaco di Modena Giorgio Pighi. Secondo queste Organizzazioni è inoltre necessario cogliere l’opportunità di rafforzare un settore che deve vedere coinvolti, con la stessa dignità, le realtà produttive agricole e quelle industriali. Le Organizzazioni Agricole e Cooperative ribadiscono quindi la loro ferma contrarietà a proposte di disciplinare che non prevedano un coinvolgimento attivo del sistema produttivo agroalimentare e ripetono il no deciso all’ipotesi di approvvigionamento dei mosti in ogni parte del mondo. Potrebbe infatti essere questa la conseguenza delle condizioni poste dall’Unione Europea per riconoscere l’Indicazione Geografica Protetta a tutela di questo pregiato condimento. Una scelta che provocherebbe una banalizzazione dell’Igp, determinando la progressiva perdita di distintività delle migliori produzioni agroalimentari italiane, conosciute ed apprezzate in tutto il mondo, e creando ancora maggior disorientamento tra i consumatori. Secondo le Organizzazioni, l’Identificazione Geografica Protetta conferirà all’Aceto Balsamico di Modena la dignità che merita soltanto se poggerà su un sistema agroalimentare di filiera che ne garantisca, dall’origine dei mosti sino alla preparazione secondo le antiche ricette, la riconoscibilità da parte del consumatore. Solo così l’Igp potrà essere realmente sinonimo di qualità, territorialità, salvaguardia della tradizione e della tipicità di un prodotto. . |
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TRADIZIONE MEDITERRANEA E NOVITA’ EQUOSOLIDALI PER ALCE NERO AL BIOFACH
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Alla kermesse del “bio” che si tiene a Norimberga dal 15 al 18 febbraio e che quest’anno vede protagonista proprio l’Italia, i produttori del gruppo Alce Nero & Mielizia propongono il meglio della produzione biologica del nostro paese. Alce Nero, storico marchio biologico italiano, si presenta alla vetrina internazionale del Biofach con una nuovo olio extra vergine di oliva a Denominazione di Origine Protetta: il “Terra di Bari – Bitonto”: prodotto e lavorato in provincia di Bari dai propri soci, è ottenuto da spremitura a freddo e tutta la lavorazione segue un rigido disciplinare che consente di mantenerne inalterate le qualità organolettiche. Oltre al nuovo olio extra vergine di oliva “Terra di Bari - Bitonto”, protagonista sarà infatti anche la ricca gamma dei sughi e delle polpe di pomodoro: dalla tradizionale passata di pomodoro fresco ai sughi con melanzane, con verdure o all’arrabbiata; dall’ortolana alla salsa di pomodori secchi, tutti ottenuti da verdure coltivate secondo le regole dell’agricoltura biologica dai propri soci nelle zone più vocate dell’Emilia Romagna. Ingrediente fondamentale della dieta mediterranea e protagonista indiscusso della cucina italiana, il pomodoro non manca mai infatti sulle tavole degli italiani: la sua semplicità e la sua genuinità ne fanno uno dei pilastri della rinomata dieta mediterranea. Da un pilastro all’altro, ed ecco che a visitatori e operatori presenti al Biofach il gruppo bolognese farà conoscere anche la nuova pasta biologica Alce Nero, realizzata solo con grano o farro italiani provenienti da produttori e regioni selezionati, al fine di offrire ai consumatori il massimo delle garanzie e della trasparenza sull’origine della materia prima. Assieme alla pasta, anche il riso sarà al centro delle proposte di Alce Nero: verrà proposto in diverse varietà, come il Vialone Nano, l’Arborio, il Baldo, e il Nebbione invecchiato, tutti rigorosamente proveniente da coltivazioni “bio” dei propri soci nel vercellese e nel novarese e tutti tracciati e muniti di una vera e propria “Carta d’identità”, così come avviene per i diversi mieli biologici Mielizia che pure saranno protagonisti della rassegna tedesca. A Norimberga verrà infine presentato anche l’ultimo nato della gamma equosolidale, il riso Basmati indiano certificato Fairtrade, che porta a quindici i prodotti bio ed equi di Alce Nero: dal caffè al miele, dai frollini alle molteplici tavolette di cioccolato, dai succhi allo zucchero di canna. . |
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PIZZICHI DI SPAGNA INSAPORISCONO LA CUCINA ISOLANA CREATIVA DEL BROCCIA DI PANAREA
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Dal terrazzo del ristorante Broccia dell’hotel Quartara, con lo sguardo si domina il mare dalle incredibili striature verdi, turchesi e blu di Panarea, la più piccola delle Isole Eolie (Sicilia). Un panorama mozzafiato che porta la mente a sognare di posti lontani, complice la cucina di questo piccolo gioiello (ha solo 40 coperti) che rimanda a sapori esotici. Lo chef toscano Francesco Mansani ama infatti girare il mondo alla scoperta di nuovi gusti che esaltino il palato per inserirli poi nei suoi prelibati menù della cucina mediterranea tipica. Durante la stagione invernale, quando il Broccia è chiuso, il cuoco-esploratore si trasferisce a lavorare all’estero, imparando gli ingredienti e i segreti dei piatti forti di Spagna, Inghilterra o Australia. Una cucina d’autore che interpreta idee già esistenti e le elabora con creativi e intelligenti abbinamenti fra cibo e i suoi profumi,forme e colori. Dall’estate 2006 sui tavoli del ristorante si assisterà alla mis en place di apparecchiature di gran gusto a seconda che ci si delizi con una paella iberica, un cous cous arabo, un sushi o un maki orientale (Mansani ha lavorato a Firenze con uno chef giapponese che gli ha trasmesso “un’infarinatura” e una conoscenza piuttosto vasta dei loro ingredienti), o con pesce freschissimo cucinato nella migliore maniera isolana. Il ristorante Broccia, accogliente e ricercato, reinventa il modo di vivere pranzi e cene, accogliendo i suoi ospiti in un’atmosfera unica, traducendo il lavoro quotidiano in una sferzata di energia positiva da vivere intensamente assaggiando le pietanze condite con elementi cromatici, suoni, luce e poesia. Un piccolo assaggio di quali prelibatezze potrebbe travolgere i vostri sensi durante il corso di paella spagnola e il corso di cucina siciliana, che si terranno a giugno al Quartara Hotel: dalla tipica salsa eoliana a base di capperi e olive, prodotti principi di questa terra mediterranea, alla celeberrima pasta con le sarde agli Spicchiteddi con malvasia e spezie, dolci lasciti che arrivano dalla dominazione araba. E-mail. Info@quartarahotel. Com Sito web. Www. Quartarahotel. Com . |
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VALLE ISARCO (ALTO ADIGE): LA VALLE DOLOMITICA DEI GOURMET E DEI VINI TITOLATI OSPITA DAL 9 AL 25 MARZO 2007 LA “SETTIMANA DELLA BUONA CUCINA”. QUEST’ANNO ALL’INSEGNA DEL RECUPERO RIGOROSO DEI PIATTI ANTICHI |
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Fino a 12. 000 partecipanti in una ventina di ristoranti. Da ben 35 anni. Dati record che fanno della tradizionale Settimana della Buona Cucina della Valle Isarco ("Eisacktaler Kost"), quest’anno dal 9 al 25 marzo 2007, probabilmente uno degli eventi gastronomici di maggiore successo d’Italia, oltre che fra i più longevi. Non solo: questa manifestazione, nata quando il grande tema di moda di oggi, l’enogastronomia, era di là da venire, ha una caratteristica particolare: non è un evento ‘turistico’ ma una tradizione radicata nella cultura locale. Perché durante l’Eisacktaler Kost le famiglie, i gruppi di amici e gli appassionati di cucina della Valle Isarco (e da tutto l’Alto Adige) hanno proprio l’abitudine di ritrovarsi e andare a mangiare fuori. Un ‘fenomeno’ locale, dunque, che proprio per questo – perché sentito e vissuto – risulta di particolare appeal anche per gli ospiti della Valle Isarco, magari arrivati per una vacanza bianca nelle sue zone sciistiche Plose, Maranza, Valles intorno a Bressanone, Monte Cavallo, Racines, Ladurns intorno a Vipiteno (per un totale di 140 km di piste), perfettamente innevate anche a marzo. Ogni anno questo connubio unico fra sci e gastronomia, promosso dal Consorzio Turistico Valle Isarco in collaborazione con la protagonista operativa dell’iniziativa, l’Unione Albergatori e Pubblici Esercenti dell´Alto Adige, ha un tema diverso, sempre all’insegna della tradizione tramandata nella ‘culla’ della buona gastronomia altoatesina, la Valle Isarco, ma anche dell’innovazione e dell’interpretazione da parte di giovani chef. Negli anni scorsi protagonisti via via sono stati i prodotti caseari, i prodotti del maso contadino, l’allestimento della tavola. Quest´anno la 35° edizione è interamente dedicata proprio agli aspetti storici della cucina della Valle Isarco. Si potranno gustare così, attraverso un recupero filologico delle antiche ricette, la classica zuppa di vino ai canederli, il Gröstl, i Krapfen dolci con diversi ripieni. I ristoranti coinvolti vanno da quelli ben piazzati nelle guide gastronomiche alle trattorie tipiche a conduzione familiare. Le cene della ‘Buona Cucina’ sono a pagamento, preferibilmente su prenotazione. Possibilità di pacchetti soggiorno settimanali da 350 euro circa mezza pensione. Un po’ di storia… Nel 1973 nasce in Valle Isarco l’idea di festeggiare e far conoscere la cucina tradizionale della Valle, che fino ad allora era curata e servita soprattutto in famiglia. Il pioniere Franz Tauber dell’hotel “Unterwirt” di Velturno (recentemente ampliato e ristrutturato per diventare un hotel tematico ‘delle castagne’) decise di proporre l’ “Eisacktaler Kost” e di coinvolgere altri ristoratori nell’iniziativa. Delle 13 aziende alberghiere con ristorazione che aderirono alla prima edizione cinque esercizi sono ancora presenti: l’hotel Schwarzer Adler di Vipiteno il Romantikhotel Stafler di Mules, l’hotel Löwenhof di Varna, il ristorante Fink di Bressanone, e lo stesso hotel Taubers Unterwirt di Velturno. Le novità… Quest’anno in ogni ristorante, durante le cene, sarà estratta una batteria di pentole per cimentarsi da soli con le antiche ricette della Val d’Isarco. E per chi è nato in Alto Adige dal 9 al 25 marzo 1973 è prevista l’ospitalità per due a una cena a scelta. Valle Isarco, l´unica delle Dolomiti produttrice di vino. E che vino. Le settimane della "Eisacktaler Kost" si ricollegano al progetto "Valle del gusto", che riunisce e propone una serie di momenti per intenditori e buongustai: non solo gastronomia, ma anche il gusto dell´offerta culturale e paesaggistica della Valle Isarco. Vengono così messi in evidenza due elementi caratterizzanti della vallata: "l´emozione del mangiare" e "il vino come ambasciatore del territorio". Accompagneranno infatti le cene della Eisacktaler Kost i vini della Valle Isarco. Con 300 ettari vitati, questa è la zona vinicola più settentrionale d´Italia, nonché l´unica al cospetto delle montagne più famose del mondo, le Dolomiti. Intorno a Chiusa e Bressanone, dove si scorgono già le cattedrali di roccia del Putia e delle Odle, si producono infatti straordinari vini bianchi, come il Silvaner, il Müller Thurgau, il Pinot Bianco, il Veltliner, il raro Kerner. Vini di grande reputazione, come dimostrano i riconoscimenti della critica: sono ben 8 i vini della Valle Isarco che hanno ottenuto i prestigiosi ‘3 bicchieri’ della guida 2007 Vini d’Italia del Gambero Rosso. Qui accanto a famose cantine, come la Cantina Produttori Valle Isarco di Chiusa e l´Abbazia di Novacella, ve ne sono altre piccole, ma ormai più che emergenti. Www. Valleisarco. Info; info@valleisarco. Info . |
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DALLA PUGLIA DOLCI ORIGINALI PER UNA PASQUA TUTTA DA GUSTARE
LE UOVA PREZIOSE DELLA PASTICCERIA SCHIRALDI DI MINERVINO (BARI)
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Un regalo speciale per la Pasqua? Un uovo di cioccolato personalizzato, come quelli che confeziona l’antica Pasticceria Schiraldi di Minervino (Bari), che fa parte del consorzio Apulia is Good. Idee originali e raffinate, come l’uovo di Pasqua con diamanti incastonati, che un cliente arabo-inglese ha ordinato per fare una sorpresa alla sua fidanzata. Un chilo di puro cioccolato fondente per un gesto d’amore da 30mila euro… Più giocosa e “abbordabile” la proposta dell’uovo di Pasqua al latte allegro e multicolore, vero oggetto di design, arricchito da divertenti lacci in plastica. Ma la Pasticceria Schiraldi è una fucina di idee creative, tra cui non sarà difficile trovare quella giusta per un pensiero indimenticabile! Tra le specialità da non perdere spicca il famoso “panetto” a base di mandorle e fichi secchi impastati con miele e vincotto, dolce tipico del cavalier Bayard (Xvi). Insieme al panetto si possono degustare i biscotti all’olio extravergine d’oliva aromatizzati al limone, al caffè, all’arancia e apprezzare i mostaccioli e i marzapani. Www. Schiraldiexperience. Com www. Apuliaisgood. Com . |
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LA LINEA DEI VEGETALI COTTI A VAPORE VALFRUTTA ELETTI PRODOTTO DELL’ANNO 2007
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Il risultato è emerso da un’indagine di mercato su 10. 500 famiglie italiane L’alta innovazione di Valfrutta, brand storico del gruppo Conserve Italia (leader europeo nell’ortofrutta trasformata), è stata premiata. La linea dei vegetali Cotti a Vapore Valfrutta è stata infatti eletta “Prodotto dell’anno 2007” nella categoria “Piatti pronti conservati”, in base alla ricerca di mercato condotta da Tns Infratest su un panel costituito da 10. 500 famiglie italiane. Lanciata nel 2005, la linea – con sei referenze: Piselli Finissimi, Fagioli Borlotti, Fagioli Cannellini, Mais, Farro e Gran Mix (composto da piselli, mais, olive verdi, olive nere e peperoni) – ha occupato un segmento nuovissimo di mercato nel quale non esisteva altro prodotto simile a scaffale e ha conquistato rapidamente i consumatori più evoluti ed esigenti quale valida alternativa per coloro che, pur avendo poco tempo per la cucina, sono attenti alla salute, amano mangiare sano e nutriente, ma senza rinunciare al gusto ed alla praticità. Grazie alla delicata cottura a vapore, i prodotti Valfrutta conservano intatte tutte le loro proprietà nutritive (sali minerali e fibre alimentari), assicurano un livello qualitativo superiore in termini di sapore, aspetto, consistenza ed aroma, e sono confezionati in lattine monodose da 150 gr in assenza di liquido di governo per permettere un consumo immediato del prodotto. Tutti elementi, questi, che i consumatori italiani hanno apprezzato determinando il grande successo di vendite della linea, al quale ora si è aggiunto l’importante riconoscimento scaturito dall’indagine di mercato condotta da Tns Infratest (uno dei più importanti e conosciuti istituti di ricerche di mercato) e che ha eletto i Cotti a Vapore Valfrutta “Prodotto dell’anno 2007”. Il Gran Premio Marketing e Innovazione è stato pensato per selezionare e premiare l’innovazione di prodotto e coinvolge tutti i prodotti di largo consumo. “Prodotto dell’anno” permette ai consumatori di riconoscere velocemente i nuovi prodotti e li aiuta nella scelta della vasta offerta proposta dai supermercati. Anche l’industria ne beneficia con importanti aumenti delle vendite dei prodotti vincitori che utilizzano il logo “Eletto Prodotto dell’anno” sulle confezioni, nelle campagne di comunicazione o promozionali sui punti vendita. Più del 70% dei prodotti eletti sono ancora presenti nei punti vendita dopo 10 anni e alcuni sono ancora leader di categoria (fonte Iri). Quest’anno hanno partecipato al premio 88 prodotti innovativi suddivisi in 33 categorie merceologiche ed i vincitori sono stati votati, tramite ricerca postale, da 10. 500 famiglie italiane, quale campione rappresentativo della popolazione italiana. Le strategie di Conserve Italia, costantemente improntate all’innovazione, puntano a proporre prodotti che da una parte garantiscono qualità, sicurezza ed affidabilità delle materie prime e, dall’altra, offrono un alto contenuto di servizio che risponde alle esigenze del consumatore moderno. Una strategia che si conferma vincente e che viene giustamente premiata dal consumatore. . |
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SOFFICINI CHE MOZZARELLA! DA FINDUS UNA FILANTE NOVITA’ TUTTA DA PROVARE
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Per portare sulla tavola degli italiani allegria e divertimento in modo genuino, Findus lancia una filantissima novità, i Sofficini Che Mozzarella!, un goloso secondo che conquista tutta la famiglia, grazie al suo gusto unico e inconfondibile con tutto il buono delle proteine del latte. Sofficini Che Mozzarella! Findus è … un piacere filante La panatura straordinariamente croccante racchiude una tenera mozzarella filante, arricchita con un gustoso cuore di formaggio Cheddar, un piacere semplice e genuino ma con tanto gusto in più. Sofficini Che Mozzarella! Findus è … una croccante panatura Un morso ne attira un altro, e poi ancora un terzo, fin quando non si potrà più fare a meno dei Sofficini Che Mozzarella! Findus. Una panatura croccante e compatta che racchiude tanta mozzarella che si scioglie in bocca. Semplicemente irresistibile! Sofficini Che Mozzarella! Findus è … uno sfizio attento alla qualità I formaggi sono selezionati con cura come da migliore tradizione Findus, e ciascun Sofficino contiene ben 166 mg di calcio che rappresentano circa il 21% del fabbisogno di calcio giornaliero raccomandato per un adulto: un’attenzione in più alla corretta alimentazione, che permette di portare in tavola gusto e qualità. Portare in tavola i Sofficini Che Mozzarella! è semplicissimo: basta infatti farli cuocere per 6/7 minuti in una padella con dell’olio caldo, rigirandoli di tanto in tanto, oppure metterli in una teglia con della carta da forno ed infornarli a 220°C per 10 minuti, girandoli a metà cottura. A questo punto, basta servire 2 Sofficini Che Mozzarella! Findus abbinati a due bruschette al pomodoro e a un frutto di stagione, per portare in tavola un pasto completo ed equilibrato, ma nello stesso tempo allegro e divertente. . |
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NOVITÀ SAN BENEDETTO SI AMPLIA LA LINEA BATIK SUCCOSO CON IL LANCIO DEL NUOVO GUSTO ESOTICO “ANANAS FUSION”
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Un litro e mezzo di ricco gusto tropicale: ecco Batik Ananas Fusion, la novità firmata San Benedetto. Appena arrivato sugli scaffali del modern trade, Batik ananas fusion va ad arricchire l’offerta da 1 litro e mezzo, dove spiccano già i gusti “ace” e “arancia – arancia rossa”. Nella nuova proposta è certamente dominante l’ananas, ma il mix è arricchito anche da passion fruit, banana, mango e mela: un vero cocktail dissetante alla frutta. Oltre alla novità di gusto, da qualche mese la linea Batik Succoso da 1. 5 litri si avvale anche di un nuovo contenitore, ancora più pratico e funzionale e in grado di garantire la massima chiarezza ai suoi consumatori essendo perfettamente trasparente. Oltre al formato da 1. 5 litri – declinato espressamente sul consumo domestico – non manca la proposta da 0,25 litri, una vera “carica di frutta” in 6 gusti ideale per il “fuori casa” : in ufficio, al bar, all’aperto nel tempo libero. Questo formato si è ritagliato infatti un suo spazio anche nel canale vending. Da quattro anni Batik è una linea di successo, con un suo carattere distintivo che asseconda il trend positivo offerto dal segmento dei succhi. Senza dubbio si tratta di un prodotto sul quale l’Azienda punta molto, con obiettivi molto ambiziosi di crescita delle vendite e allargamento della presenza a scaffale. Come sempre attenta alle nuove tendenze del consumo, con Batik Succoso San Benedetto invita a “bere la frutta al naturale” in ogni momento della giornata, con tutta la qualità garantita da un marchio leader di mercato. Www. Sanbenedetto. It . |
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BENEFIBRA POLVERE CAMBIA LOOK BENEFIBRA, A BASE DI PHGG AIUTA AD ALLEVIARE I SINTOMI DELL’INTESTINO IRRITABILE |
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Benefibra polvere cambia look e si veste di nuovo. Da oggi, infatti, puoi trovare in farmacia la nuova confezione Benefibra polvere ancora più innovativa nel pratico e maneggevole barattolo ergonomico. Una formulazione in polvere, insapore, che si scioglie completamente in bevande calde o fredde e non gelifica come le altre fibre. Benefibra polvere è una soluzione versatile per soddisfare le esigenze dei consumatori, particolarmente indicata per chi: § Preferisce la forma in polvere; § Preferisce un prodotto insapore; § Preferisce assumere il prodotto mescolato a bevande o ad alimenti, a cibi liquidi o semidensi (caldi o freddi), senza alterarne il gusto e la consistenza. § Necessita di personalizzazione della dose (anziani, bambini – dai 3 anni in su). § Richiede comodità e convenienza a fronte di utilizzi prolungati. Due cucchiai da tavola di Benefibra, pari a 6 gr di fibra, costituiscono la dose giornaliera adatta e consigliata per integrare nella dieta, se necessario, la quantità di fibre necessaria all’organismo. Benefibra Polvere è in vendita in barattolo da 96 gr a € 10,90, per 12 giorni di utilizzo. Benefibra è un integratore alimentare a base di fibra (Phgg, Gomma Guar Parzialmente Idrolizzata) ottenuta dall’idrolisi parziale della gomma di Guar. E’ unica e innovativa perché idrosolubile non gelificante: rimane sempre liquida nell’intestino, quindi non presenta i tipici inconvenienti degli integratori di fibre tradizionali. Grazie alla capacità di legare acqua del Phgg, Benefibra ridona volume all´interno dell’intestino là dove serve e aiuta a normalizzare il transito intestinale, contribuendo così ad alleviare gli spiacevoli sintomi dell’intestino irritabile. Infatti in caso di stipsi, il Phgg cede l’acqua che ha legato nel piccolo intestino alle feci poco idratate mentre, in caso di diarrea, continua a legarla sottraendola alle feci liquide o semiliquide. L’uso regolare, aiuta quindi la normalizzazione dell’attività intestinale e favorisce il corretto sviluppo della flora batterica. Benefibra aiuta così progressivamente l’intestino a muoversi nel modo giusto, riducendone l’eccessiva “reattività” e restituendo la tranquillità: ci si sente di nuovo a proprio agio con se stessi e con gli altri. Benefibra non dà assuefazione, è ben tollerata e può essere assunta da donne in gravidanza e diabetici. La sua assunzione non interferisce con l’assorbimento di micronutrienti (negli adulti) e non sono note interazioni con farmaci. Benefibra è disponibile anche liquida nei formati: p Bustine monodose, confezione da 12 bustine, 12 giorni di utilizzo, euro 11,50. P Concentrata , flacone da 300 ml. 15 giorni di utilizzo, euro 11,50. L’assunzione periodica di Benefibra su base stagionale – primavera, autunno - o in previsione di periodi di stress, per almeno 2 settimane consecutive, aiuta a evitare il ripresentarsi dei sintomi dell’Intestino Irritabile. Benefibra di Novartis Consumer Health: un gesto d’amore per il tuo intestino. . |
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UN BRINDISI ALLA SALUTE E ALLA BELLEZZA CON LE BOLLICINE DEL PROSECCO DOC CARPENÉ MALVOLTI |
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In alto i calici per brindare alla salute e alla bellezza, insieme alle inebrianti bollicine del Prosecco Doc di Conegliano e Valdobbiadene Brut Carpené Malvolti in occasione della sfilata Creatività artigiana in passerella. L’evento, realizzato dal Comune di Milano in collaborazione con la Camera Nazionale della Moda, Assem e Unione Artigiani della Provincia di Milano, si presenta come opportunità di divertimento - e allo stesso tempo di riflessione – con l’intento di promuovere un modello di bellezza sano ed equilibrato dal punto di vista alimentare. Un trait d’union tra moda e cucina, per riscoprire il lato sano della buona tavola italiana e allo stesso tempo lanciare il messaggio che in passerella la bellezza si sposa con canoni estetici che richiamano la buona salute. Via dunque le immagini negative di modelle anoressiche, a favore di una bellezza più naturale e sana. E il modo migliore di associare moda e cucina è di mettere insieme passerella e stuzzicanti ricette, appetitose ma leggere, preparate dai cuochi della Nazionale Italiana di Cucina, guidata fal team manager Fabio Tacchella, nominata dalla Federazione Italiana Cuochi per diffondere in Italia e nel mondo la nostra gastronomia. Carpené Malvolti sarà presente alla serata come partner ufficiale della Nazionale Italiana Cuochi, ma anche al momento del brindisi in onore del giovane sarto dell’Istituto Moda Burgo – al quale sarà dedicata una parte dell’evento - che realizzerà l’abito più consono alla tradizione sartoriale e della modella che meglio incarnerà i canoni di bellezza e salute. La sfilata, che si svolgerà a Milano in Corso Sempione – Arco della Pace, sarà ulteriormente allietata dalle note di Cecilia Chailly e avrà testimonial vip come la fiorettista azzurra Margherita Grambassi, le top model Valeria Mazza, Bianca Balti, Gretel Coello Brosio e Kristen Pazik, che sfileranno con le collezioni di Per Chi, Michllew, Margon, Zinco e Coccinelle. . . |
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TEQUILA PATRÓN: SEMPLICEMENTE PERFETTA
LE TECNICHE DI PRODUZIONE DEL DISTILLATO E LA GAMMA DEI PRODOTTI |
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Non è un caso che Patrón sia diventata la tequila di qualità pregiata più venduta al mondo. Infatti, tutte le fasi della produzione di questa bevanda superalcolica, dalla raccolta dell’agave azzurra sulle alture dello stato messicano di Jalisco, al secolare processo di distillazione, all’etichettatura, numerazione e controllo delle singole bottiglie, vengono eseguite con una meticolosità e una cura che sono possibili soltanto attraverso un procedimento manuale. Si comincia con l’agave. Il sapore vellutato e le varietà di retrogusti che caratterizzano la tequila Patrón derivano dall’impiego delle migliori piante di agave azzurra, particolarmente diffusa nei terreni fertili di origine vulcanica presenti nei pendii di questa regione del Messico. Le piante di agave, che richiedono in media otto anni per raggiungere il giusto grado di maturazione e il livello di zucchero necessario per la produzione della tequila Patrón, vengono coltivate manualmente nei campi da operai specializzati detti jimadors e, quindi, sono trasportate fino alla distilleria della Hacienda del Patrón situata nella cittadina di Atotonilco. Presso la distilleria, i cuori delle piante di agave, detti pinas, vengono messi all’interno di piccoli forni in muratura. Attraverso questo metodo tradizionale di cottura (un processo abbandonato dalle distillerie industriali di tequila) per 72 ore viene eseguita la lenta tostatura di piccole quantità di agave. Quando l’agave è estratta dai forni, viene fatta macerare mediante l’antica tecnica Tahona: una grossa ruota di pietra schiaccia e spreme i frammenti di agave. A questo punto, il succo estratto viene lasciato fermentare all’interno di barili in legno di pino, mentre gli esperti distillatori di Patrón monitorizzano personalmente l’aspetto, l’odore e la temperatura della futura tequila. Al termine della fermentazione, il liquido ottenuto viene trasferito all’interno di alambicchi di rame e sottoposto alla fase successiva della distillazione. Con questo procedimento, la tequila viene distillata due volte, filtrata finemente ed equilibrata in modo da ottenere il prodotto finale. L’intero procedimento viene supervisionato dall’occhio vigile di Francisco Alcaraz, mastro distillatore di Patrón, che assaggia personalmente ciascuna partita e scarta quelle che non rispondono ai severi standard di Patrón. “Ogni nostra operazione si basa su una forte passione per l’eccellenza e la perfezione - racconta Alcaraz - il nostro procedimento è esclusivo e richiede tempo. Per questo la tequila Patrón è una delle bevande superalcoliche di qualità migliori al mondo”. La particolare meticolosità nei dettagli e l’alto livello artigianale tipici della tequila Patrón si notano anche nelle fasi di imbottigliamento e confezionamento. Ogni bottiglia viene controllata da più di 60 mani, mentre passa da una persona all’altra, ciascuna adibita all´etichettatura, alla numerazione alla lucidatura e all’impacchettamento. Essendo delle piccole opere d’arte, le bottiglie non possono presentare la minima imperfezione altrimenti vengono scartate dalla linea di produzione. Ancora maggiori attenzioni sono riservate alla produzione di Gran Patrón Platinum che ha inizio con la selezione manuale delle migliori piante di agave raccolte, rimuovendo con attenzione tutti i germogli residui in modo da eliminare ogni sapore aspro prima della tostatura. Questa tequila di qualità pregiata viene distillata tre volte, invecchiata per un periodo di tempo limitato e quindi miscelata. La bottiglia di cristallo incisa a mano che contiene la tequila Gran Patrón Platinum viene confezionata all’interno di una scatola in legno d’acero lavorata artigianalmente. Patrón Silver Tequila bianca ultra-premium, ottenuta esclusivamente (100%) dalla distillazione di Blue Agave. Ha conquistato il mercato americano grazie alla sua incredibile morbidezza ed alla sua cristallina trasparenza. Ogni bottiglia è soffiata a mano da maestri artigiani, aumentando così l’unicità e il valore del prodotto. E´ l´ingrediente ideale per un’eccellente Margarita, ma può essere apprezzata anche liscia o con ghiaccio. Patrón Reposado Tequila 100% Blue Agave. Aggiunge alla morbidezza della Tequila Silver una piacevole ed equilibrata nota tostata derivante dall’invecchiamento in barili di quercia per almeno 6 mesi (il minimo di legge per denominazione Reposado è 2 mesi). Da bere liscia o come ingredienti dei migliori cocktail. Patrón Añejo Ottenuta unicamente dalla distillazione della varietà di Blue Agave con il maggior contenuto zuccherino: la Weber Tequilana coltivata nella regione di Jalisco. Dopo la distillazione subisce un invecchiamento di 12 mesi in piccole botti di quercia. Eccezionale morbidezza e distintività. Gran Patrón Platinum Ottenuta da una selezione delle migliori piante di Blue Agave, che subiscono un processo di tripla distillazione, di invecchiamento e di blending fino ad ottenere quella che molti giudicano la migliore Tequila al mondo. Ogni bottiglia in cristallo è numerata e lucidata a mano, protetta da un sacchetto di velluto e confezionata in cassetta di legno d´acero. . |
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LA GRAPPA DEL TRIDENTE PROTAGONISTA AL VINITALY
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I distillatori trentini saranno protagonisti al 41mo Vinitaly: l’Istituto Tutela Grappa del Trentino sarà l’unico Istituto presente alla rassegna. Da giovedì 29 marzo a lunedì 2 aprile aprirà i battenti la 41^ edizione del Vinitaly che vedrà tra i protagonisti l’Istituto Tutela Grappa del Trentino, unico dei sette operanti in Italia, presente alla rassegna veronese. Gli operatori del settore e gli appassionati potranno non solo incontrare i distillatori e lasciarsi affascinare dall’antica arte del “lambicar” tramandata da generazioni in Trentino, ma anche degustare una selezione delle loro migliori produzioni tra le quali non mancheranno le autoctone Teroldego, Marzemino e Nosiola. L’istituto Tutela Grappa del Trentino è da sempre in prima linea in tutte le iniziative finalizzate alla promozione della grappa e alla formazione di una cultura che ne valorizzi storia, qualità e tipicità. “Siamo stati il primo ente in Italia – sottolinea Beppe Bertagnolli, presidente dell’Istituto – a dotarci di rigorosi controlli volti a tutelare l´origine, la salubrità e la genuinità delle nostre grappe. Pensi Trentino e dici grappa, ribadisce il presidente Bertagnolli, perché il distillato di vinacce ha assunto un vero e proprio ruolo da protagonista tra i tanti prodotti tipici della provincia e registra, nonostante i mercati presentino situazioni assai riflessive, un continuo sviluppo nelle vendite proprio grazie alla qualità costante e al senso del territorio che la grappa trentina con il Marchio di qualità, esprime. " Ventinove distillerie trasformano ogni anno in Trentino 253mila quintali di vinacce in più di 500mila litri di grappe pregiate: circa il 10% della produzione nazionale. La produzione viene totalmente assorbita dal mercato: tutto ciò che i distillatori producono viene venduto. La grappa trentina si riversa per il 92% in Italia, il 5% si ripartisce tra Germania, Belgio, Francia e Austria, mentre il restante 3% è destinato a Stati Uniti e Gran Bretagna. . |
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IN ARRIVO IL 22 FEBBRAIO 2007 IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO PROMOSSO DAL CONSORZIO VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO A POCHI GIORNI DALL’ANTEPRIMA GIÀ SI PARLA DI UNA MEMORABILE ANNATA 2006 |
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Per l’annata in Anteprima tutti pronti a scommettere in un risultato sopra le medie degli ultimi anni. Quest’anno ricorre il decennale dalla storica annata ‘97 Oltre 1. 000 operatori e più di 100 giornalisti da tutto il mondo sono attesi a Montepulciano per l’edizione 2007 dell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano che si svolgerà il prossimo 19 febbraio per gli operatori e il 22 febbraio per la stampa nella prestigiosa cornice dell’Antica Fortezza di Montepulciano. Il numero di inviati accreditati supera di gran lunga quello registrato nelle precedenti edizioni ed è un segno della grande attenzione che il mondo dell’informazione dedica ai vini e a Montepulciano nel suo complesso. Come di consueto l’Anteprima sarà una grande occasione per presentare non solo i prototipi dell’ultima vendemmia (quella 2006), ma anche l’intera produzione vinicola del territorio e, più in generale, una ricchissima realtà sociale, ambientale, culturale. In degustazione saranno le nuove annate in commercio dal 2007: il Nobile 2004, le Riserve 2003 oltre alle selezioni delle varie aziende. A dare forza alle aspettative le indiscrezioni degli enologi delle aziende che promettono una grande annata da ricordare negli annali. Inoltre il 2007 rappresenterà per il Nobile di Montepulciano il decennale dalla storica annata 1997, vendemmia ricordata da tutti tra le migliori del secolo passato. Quest’anno saranno 35 le aziende presenti con un loro spazio espositivo all’interno della Fortezza. Si tratta di Avignonesi, Bindella, Boscarelli, Canneto, Carpineto, Casa Vinicola Triacca, Contucci, Dei, Fassati, Fattoria del Cerro, Godiolo, Icario, Il Conventino, La Braccesca, La Ciarliana, Le Bèrne, Le Casalte, Lodola Nuova, Lunadoro, Nottola, Palazzo Vecchio, Poggio Alla Sala, Poliziano, Romeo, Salcheto, San Gallo, Talosa, Tenimenti Angelini, Tenuta di Gracciano della Seta, Tenuta di Poggio Uliveto, Tenuta Il Faggeto, Tenuta Valdipiatta, Torcalvano Gracciano, Vecchia Cantina e Villa S. Anna. . |
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L´ANELLO DEL PROSECCO DOC
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L’anello del Prosecco Doc, identificato come il sentiero 1019a, è un itinerario naturalistico di circa 10 km che si colloca tra San Pietro di Barbozza e alcune zone di Santo Stefano e Saccol, rinomate località collinari nel Comune di Valdobbiadene, dove la cultura enologica e gastronomica vantano una lunga tradizione. Il Consorzio delle Pro Loco del Valdobbiadenese organizza da marzo ad ottobre delle escursioni guidate, offrendo ai turisti la possibilità di abbinare la pratica di attività sportive come il trekking, la Mountain Bike e il Nordic Walking alla visita delle cantine dove si produce lo Spumante Valdobbiadene Doc, raggiungendo le stesse percorrendo semplici sentieri in parte asfaltati e in parte sterrati, attorniati da spettacolari distese di vigneti. Tra scenari suggestivi e cambiamenti naturali scanditi dal ritmo delle stagioni il visitatore ha l’opportunità di soffermarsi presso le aziende per effettuare degustazioni delle varie tipologie dello Spumante Valdobbiadene Doc e dei prodotti tipici che fanno parte dei giacimenti e del patrimonio del Parco Alimentare dell´Altamarca Trevigiana, quali formaggi e salumi. L´enoturista è accompagnato da personale esperto alla visita guidata in cantina, dove viene illustrato il metodo charmat (anche più giustamente detto metodo italiano) per la produzione dello Spumante Valdobbiadene Doc. Infatti il metodo charmat è il migliore per preservare ed esaltare gli aromi e i gusti del vitigno Prosecco, conservando quelle caratteristiche varietali, fruttate e fresche che lo rendono unico al mondo tra tutti i vitigni a bacca bianca. Durante il tragitto si avrà modo di scoprire la storia, la natura e le tradizioni dell’area valdobbiadenese, sostando nei punti panoramici che consentono di ammirare anche le montagne a nord e la pianura a sud. L’anello del Prosecco Doc soddisfa le esigenze del moderno enoturista, alla ricerca non solo dei grandi vini e delle specialità gastronomiche locali, ma anche di tutte quelle componenti del paesaggio, dell’ambiente e della cultura che caratterizzano la tradizione e lo spirito di un territorio. Info@valdobbiadene. Com . |
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