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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Giugno 2007
OCM ORTOFRUTTA: INDICAZIONE OBBLIGATORIA DELL´ORIGINE  
 
Indicazione dell´origine di frutta e ortaggi freschi utilizzati nei prodotti trasformati, aiuto alla superficie per il pomodoro, i funghi, l´aglio e le ciliegie da industria, nuovi obiettivi e più fondi Ue ai programmi operativi. E´ quanto chiede il Parlamento sulla riforma dell´Ocm ortofrutta, proponendo l´istituzione di un nuovo Fondo di sicurezza per far fronte alle gravi crisi e di un osservatorio dei prezzi. Oltre alle piante aromatiche, anche lo zafferano nel campo d´applicazione. La proposta della Commissione mira a potenziare la competitività e l’orientamento al mercato dell’ortofrutta europea, a ridurre le fluttuazioni di reddito dovute alle crisi di mercato, ad aumentare il consumo di ortofrutticoli, a promuovere la tutela ambientale e, ove possibile, a semplificare la normativa e alleggerire l’onere amministrativo. La riforma intende incoraggiare un maggior numero di coltivatori a aderire alle organizzazioni di produttori (Op), fornire alle Op nuovi strumenti per la gestione delle crisi, incorporare il settore ortofrutticolo nel regime di pagamento unico, rendere obbligatoria una soglia di spesa per interventi ambientali, potenziare i finanziamenti Ue a favore della produzione biologica e per azioni promozionali e abolire le sovvenzioni all´esportazione per l´ortofrutta. Approvando con 526 voti favorevoli, 95 contrari e 32 astensioni la relazione di María Salinas García (Pse, Es), il Parlamento accoglie con favore la proposta della Commissione, ma propone molti emendamenti tesi a rendere più trasparente il sistema di etichettatura, a rafforzare il ruolo, le competenze e il finanziamento delle organizzazioni dei produttori, a fornire maggiori garanzie in caso di crisi di mercato ed a rendere più flessibili i regimi di aiuto in funzione delle produzioni. Pur non essendo vincolanti, questi emendamenti riflettono in parte alcune idee sollevate nell´ambito dei dibattiti in seno al Consiglio. La Presidenza tedesca, peraltro, auspica che, alla prossima riunione dell´11 e 12 giugno, i ministri riescano a giungere a un accordo politico sul regolamento. Indicazione obbligatoria dell´origine Riguardo alle norme di commercializzazione che potranno essere stabilite per gli ortofrutticoli per garantire la qualità dei prodotti, tutelare i consumatori e agevolare la trasparenza degli scambi, i deputati chiedono che - oltre a dover riguardare la qualità, la classificazione, il peso, la calibrazione, il condizionamento, l´imballaggio, il trasporto, la presentazione e l´etichettatura - sia resa obbligatoria l´indicazione dell´origine di frutta e ortaggi freschi utilizzati nei prodotti trasformati. Le norme di commercializzazione, inoltre, dovrebbero comprendere anche le modalità di produzione. Esse, è anche precisato, dovranno tenere conto delle norme Cee/onu. Per garantire una buona informazione del consumatore, un altro emendamento chiede che i prodotti dovranno portare le indicazioni previste dalle norme e, come minimo, quelle relative alla varietà o al tipo varietale, all´origine e alla categoria. Aiuti alla superficie per pomodoro da industria, aglio, funghi e ciliegie La proposta della Commissione introduce nel campo d´applicazione dell´Ocm nuovi prodotti freschi come il timo, il basilico, la menta, l´origano, il rosmarino e la salvia. Ma il Parlamento aggiunge anche altri prodotti, come lo zafferano, le patate, le fragole, i lamponi, l´uva spina, le amarene, le ciliegie dolci, le prugne secche e il peperone da paprika. Diversi emendamenti, peraltro, chiedono maggiore flessibilità per l´attuazione del disaccoppiamento degli aiuti alla produzione, prevedendo dei periodi transitori per permettere di adeguarsi progressivamente, soprattutto nel settore dei prodotti trasformati. Più in particolare, i deputati suggeriscono la possibilità per gli Stati membri che lo auspicano di assegnare fino al 50% dei massimali nazionali a un aiuto alla superficie da concedere alle Op i cui aderenti coltivano pomodoro da industria destinato alla trasformazione. Lo Stato membro che intende applicare questo regime transitorio (fino al 2013) dovrà comunicare la sua decisione alla Commissione entro il 1° settembre 2007, fissare il livello della trattenuta e dell´importo unitario dell´aiuto all´ettaro. Altri emendamenti, oltre a istituire un aiuto alla superficie per ciliegie e bacche nei nuovi Stati membri, chiedono la concessione di un aiuto all´ettaro per i funghi al fine di fare fronte alla concorrenza sleale esercitata dalle importazioni cinesi. Un aiuto alla superficie è anche chiesto per i produttori tradizionali di aglio, nel limite di una superficie massima garantita da suddividere tra i diversi Stati membri interessati. Inoltre, i deputati propongono di ritirare le patate dal regime degli aiuti di Stato e di integrarle nel regime di pagamento unico. Approvando un emendamento proposto dal Ppe/de, il Parlamento apre ai produttori di tutti gli Stati membri - e non più solo a quelli dei nuovi - la possibilità di ottenere un aiuto alla superficie per ciliegie aspre, fragole, lamponi e ribes nero destinati alla trasformazione. Il sostegno comunitario, pari a 230 euro/ha, potrà essere concesso entro un limite della superficie nazionale garantita che sarà ripartita dalla Commissione sulla base di 130. 000 ettari totali. Tale sostegno potrà essere integrato da un aiuto nazionale che non potrà superare 200 euro/ha. Organizzazioni di produttori, anche per i prodotti trasformati Innanzitutto il Parlamento chiede di non limitare ai soli prodotti freschi i capitoli del regolamento relativi alle organizzazioni di produttori (Op) e agli accordi interprofessionali. Sulla base della normativa esistente, infatti, si sono costituite numerose Op che si occupano della trasformazione e partecipano a una strutturazione dell´offerta. Un emendamento prevede quindi che le organizzazioni di produttori esistenti nel campo della trasformazione possano continuare ad esistere e che se ne possano anche creare di nuove. Un altro emendamento, introduce la definizione di "Associazione di organizzazioni di produttori". D´altra parte, il Parlamento rende più rigorosi alcuni criteri per il riconoscimento delle Op per evitare l´emergere di organizzazioni fittizie aventi come unico scopo quello di accedere agli aiuti previsti dai programmi operativi. Prevede poi un periodo transitorio di due anni per consentire alle Op riconosciute (prima della fine del 2007) in forza all´attuale normativa di adeguarsi alle nuove disposizioni. Facendo proprio un emendamento del Ppe/de, il Parlamento chiede inoltre che alle Op dei nuovi Stati membri, nonché a quelle delle regioni periferiche e insulari sia concesso un periodo transitorio di 5 anni. Programmi operativi: obiettivi e finanziamento Le Op possono costituire un fondo di esercizio - alimentato con contributi finanziari degli aderenti o dell’organizzazione stessa e con un aiuto finanziario comunitario - destinato a finanziare i programmi operativi approvati dagli Stati membri. Questi programmi devono perseguire uno o più dei seguenti obiettivi: assicurare la programmazione della produzione e l’adeguamento della stessa alla domanda, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, promuovere la concentrazione dell’offerta e l’immissione sul mercato della produzione degli aderenti, ottimizzare i costi di produzione e stabilizzare i prezzi alla produzione e promuovere pratiche colturali e tecniche di produzione e di gestione dei rifiuti che rispettino l’ambiente, in particolare per tutelare la qualità delle acque, del suolo e del paesaggio e per preservare e/o favorire la biodiversità. Tra gli obiettivi dei programmi possono anche figurare il miglioramento della qualità dei prodotti, l´incremento del loro valore commerciale, la promozione dei prodotti presso i consumatori, la creazione di linee di prodotti biologici e la promozione della produzione integrata o di altri metodi di produzione rispettosi dell’ambiente. I deputati, inoltre, introducono tra i compiti delle Op e tra gli obiettivi dei programmi operativi la promozione delle produzioni di qualità certificata, come le denominazioni d´origine e le indicazioni geografiche protette. Diversi emendamenti, aggiungono tra gli obiettivi dei programmi la promozione di misure di tutela dei consumatori, il migliore adattamento dell´offerta alla domanda con l´avvio di programmi di ristrutturazione, l´adozione di misure destinate alla trasformazione delle produzioni per la loro utilizzazione come biocarburanti, la formazione e l´assicurazione del raccolto. I programmi operativi possono comprendere, a titolo volontario, azioni intese a promuovere il consumo di ortofrutticoli soprattutto tra i giovani consumatori a livello locale, regionale o nazionale, «segnatamente mediante azioni specifiche volte a favorire il consumo quotidiano di tali prodotti all´interno degli istituti scolastici». Il contributo comunitario è generalmente pari all´importo dei contributi finanziari effettivamente versati dai produttori aderenti, nel limite del 50% della spesa effettivamente sostenuta. I deputati precisano che tale spesa deve essere sostenuta per i programmi operativi e aumentano dal 4,1 al 6% del valore della produzione commercializzata il plafond dell´aiuto finanziario comunitario. La proposta prevede inoltre che il cofinanziamento comunitario possa essere portato dal 50 al 60% se il programma operativo o parte di esso soddisfa determinate condizioni. Ad esempio, se è presentato da più organizzazioni di produttori della Comunità che partecipano ad azioni comuni o, in Stati membri diversi, ad azioni transnazionali o se è presentato da una o più organizzazioni di produttori che partecipano ad azioni svolte a livello interprofessionale. Oppure se comprende azioni per il sostegno specifico alla produzione biologica o a favore della produzione integrata, o se è il primo programma operativo presentato da un’Op riconosciuta che si è fusa con un’altra. Come anche se è presentato da un’Op di uno Stato membro in cui le organizzazioni di produttori commercializzano meno del 20% della produzione ortofrutticola. I deputati ampliano inoltre questa lista ai programmi operativi presentati da un´Op che opera in una regione in cui meno del 20% della produzione è commercializzata da Op e a quelli presentati da organizzazioni riconosciute per un prodotto che registra un basso indice di associazionismo o che riveste una grande importanza economica o ecologica, locale o regionale, e che è soggetto a difficoltà prolungate sul mercato comunitario. Un emendamento, d´altra parte, stabilisce che, nei casi in cui il contributo è pari al 60%, non si applica il plafond dell´aiuto finanziario. Fondo di sicurezza Tutte le misure di gestione delle crisi che la proposta della Commissione demanda ai programmi operativi sono trasferite dai deputati in un nuovo Fondo di sicurezza, la cui creazione era già stata proposta dal Parlamento nel 2005, volto a aiutare i produttori a far fronte alle «gravi crisi» causate in particolare dalla riduzione dei prezzi. Spetterebbe agli Stati membri inserire nelle rispettive strategie nazionali la creazione di un tale strumento che sarebbe alimentato per due terzi dal contributo comunitario e per il restante dalle organizzazioni di produttori delle zone colpite dalle crisi. I produttori non aderenti alle Op delle zone colpite dalla crisi contribuiscono al fondo. E anche possibile attingere fino allo 0,5% delle riserve nazionali previste dallo stesso regolamento. Una volta che sia stata appurata, dagli Stati o dalle regioni, la situazione di crisi grave per un determinato prodotto, le Op possono quindi scegliere di procedere a una delle seguenti azioni: ritiri di mercato, raccolta prima della maturazione o non raccolta, promozione e comunicazione, iniziative di formazione, assicurazione del mercato o dei redditi, sostegno a fronte delle spese amministrative per la costituzione di fondi comuni d´investimento, aiuti alla trasformazione per prodotti a doppia finalità. Le azioni intraprese interessano tutti i produttori delle zone colpite, che aderiscano o meno a una Op. Il Parlamento sollecita poi la definizione delle modalità di funzionamento di un osservatorio dei prezzi a livello comunitario che abbia il compito di fornire un´informazione puntuale e oggettiva sull´evoluzione dei mercati consentendo così ai produttori di affrontare in tempo utile eventuali crisi dei prezzi. Suggerisce, inoltre, l´istituzione eventuale di un´autorità europea incaricata di vigilare sulla trasparenza delle transazioni commerciali e sul rigoroso rispetto delle regole di concorrenza da parte degli operatori in posizione dominante. Migliore protezione dalle importazioni Per evitare o neutralizzare eventuali effetti pregiudizievoli sul mercato comunitario imputabili al prezzo o alla quantità di prodotti importati, la proposta prevede l´applicazione di dazi addizionali. E´ previsto anche il ricorso a contingenti tariffari negoziati con i paesi terzi che saranno gestiti dalla Commissione. Alcuni emendamenti tendono a rafforzare questo regime per garantire una più efficace protezione alle frontiere. Il Parlamento ha però respinto gli emendamenti che chiedevano la possibilità di ripristinare, a talune condizioni, le restituzioni alle esportazioni e le modalità con cui avrebbero dovuto essere concesse. Background - il settore ortofrutticolo in Europa La produzione di ortofrutticoli rappresenta il 16,6% della produzione agricola complessiva dell´Ue-25. Nel periodo compreso tra il 2003 e il 2005, l´Ue ha prodotto una media di 38,3 milioni di tonnellate di frutta, i cui principali produttori sono stati Italia e Spagna che hanno raggiunto una quota totale superiore al 50%. In questo stesso periodo di tempo, sono stati prodotti in media 66 milioni di tonnellate di ortaggi, dove l´Italia è risultata il primo produttore (24% della produzione complessiva), seguita da Spagna (19%) e Francia (12%). L´adesione della Bulgaria e soprattutto della Romania hanno consolidato l´importanza produttiva del settore con 1,1 milioni di tonnellate l´anno in più. L´ue-27 è attualmente il terzo produttore ortofrutticolo del mondo con l´8,3% del totale, preceduta da Cina (35%) e India (10%). L´ue, nonostante abbia una produzione importante e occupi il secondo posto come esportatore mondiale (11% del totale degli scambi, preceduta solo dagli Stati Uniti con il 17%), nel settore ortofrutticolo ha una bilancia commerciale in deficit. Grazie ai suoi livelli di consumo e reddito, rappresenta un mercato molto interessante e oggi è la principale importatrice mondiale di prodotti ortofrutticoli (più del 25% del totale), seguita da Stati Uniti (20%), Giappone (12%) e Canada (6%). .  
   
   
MINISTRO LIVIA TURCO INTERVIENE ALLA CONFERENZA “EFSA E SICUREZZA ALIMENTARE NELL’U.E: RISULTATI E SFIDE”  
 
In occasione della Conferenza scientifica “Efsa e sicurezza alimentare nell’U. E. : risultati e sfide” tenuta  il 7 giugno presso l’Istituto Superiore di Sanità il Ministro Livia Turco ha tenuto il seguente discorso: “Nel gennaio 2000 furono seminati dalla Commissione Europea, sotto la guida dell’on. Le Romano Prodi che ne era Presidente, i germi di un’importante evoluzione dell’Unione Europea per modernizzare l’approccio globale alla sicurezza alimentare europea. Il cosiddetto “libro bianco sulla sicurezza alimentare”, adottato nel gennaio 2000, definì una complessa serie di iniziative con l’obiettivo di costituire un sistema di sicurezza alimentare idoneo alle sfide del ventunesimo secolo. L’intenzione fu quella di migliorare, semplificare, e snellire le normative e i regolamenti per garantire la sicurezza alimentare “dai campi alla tavola” adottando, a beneficio dei cittadini europei, un piano operativo ottimale e integrato. Il primo provvedimento normativo, attuativo della strategia delineata dalla commissione europea, fu l’approvazione del regolamento 178 nel 2002, attraverso il quale furono definiti i principi fondamentali del sistema di sicurezza alimentare nell’U. E. E fu istituita l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare. A distanza di sei anni dall’approvazione del “libro bianco”, grazie all’intenso lavoro svolto dalle istituzioni comunitarie, Commissione, Consiglio e Parlamento, e all’impegno degli stati membri dell’U. E. , i principali elementi del piano sono divenuti realtà grazie all’adozione e all’entrata in vigore di numerosi altri importanti e innovativi regolamenti comunitari. Grazie a questi sviluppi, disponiamo oggi in Europa di un sistema normativo in materia di sicurezza alimentare fra i più sofisticati al mondo che è, senza dubbio, molto più idoneo a sostenere non solo la sicurezza ma anche la qualità dei prodotti alimentari dell’U. E. E, in questo quadro, dell’Italia che, come è noto, va particolarmente fiera dei propri prodotti alimentari tradizionali. Il cardine di questo nuovo sistema di sicurezza alimentare è rappresentato dell’Efsa, un’agenzia connotata in senso fortemente scientifico alla quale il legislatore ha voluto affidare, non solo il compito fondamentale di valutare i rischi per la salute, ma anche quello di comunicarli ai cittadini europei. L’istituzione dell’Efsa, decisa con il regolamento comunitario 178 del 2002, è il risultato, quindi, di una lunga ricerca svolta dalla Commissione Europea e dagli stati membri dell’U. E. Per migliorare la qualità della valutazione dei rischi in materia alimentare ed assicurarne l’indipendenza e la trasparenza. Nei cinque anni trascorsi dalla sua fondazione l’Efsa ha ottenuto importanti risultati e affermato con energia il proprio prestigio, come dimostrano non solo i risultati della formale valutazione effettuata dopo i primi tre anni di attività, ma anche l’analisi dei risultati ottenuti e l’elevato grado di soddisfazione di numerosi utilizzatori delle attività dell’Efsa. Per questo sono lieta di poter testimoniare in questa occasione, al Consiglio di amministrazione dell’Efsa, alla direttrice esecutiva, Dr. Ssa Catherine Geslain-laneelle e ai suoi collaboratori, il forte apprezzamento del governo italiano per il lavoro svolto dall’Efsa fronteggiando in modo efficace e soddisfacente le numerose sfide eredidate dal passato. Vorrei però sottolineare la necessità di una più intensa collaborazione scientifica e organizzativa degli Stati Membri dell’Unione Europea, fra loro e con l’Efsa, al fine di conseguire a pieno gli obiettivi del “libro bianco”. L’ulteriore rafforzamento della collaborazione con l’Efsa, attraverso l’attivazione di procedure, quali quella dell’art. 36 del regolamento 178 del 2002 ed altri strumenti, riveste un valore assolutamente strategico per il futuro della sicurezza alimentare in Europa. L’altra sfida che ha finora caratterizzato la vita dell’Autorità europea di sicurezza alimentare è rappresentata dall’attribuzione di numerose nuove competenze attraverso normative del settore alimentare approvate successivamente al regolamento 178 del 2002, fra le quali anche la normativa comunitaria in materia di indicazioni nutrizionali e sanitarie La conferenza odierna rappresenta un’opportunità unica per un esame completo e dettagliato degli importanti risultati conseguiti dall’Efsa nei cinque anni trascorsi dalla fondazione e delle sfide che l’attendono in futuro in settori sempre più complessi e vitali per la tutela della salute pubblica. Infatti, la missione dell’Efsa si viene connotando sempre più non solo nell’ambito della sicurezza alimentare, ma anche degli strumenti indispensabili per aiutare i consumatori a modulare i propri consumi alimentari in senso positivo attraverso la migliore conoscenza delle caratteristiche nutrizionali e salutari degli alimenti. Sono, fra l’altro, portata a ritenere che molti vedano con grande favore anche un maggiore coinvolgimento dell’Efsa nei temi nutrizionali e nel sostegno di innovative politiche nutrizionali, considerando che l’impatto sulla salute pubblica degli eccessi e degli squilibri alimentari supera ampiamente quello associato alle questioni di sicurezza alimentare. La prevenzione dell’obesità rappresenta una vera e propria sfida per l’Italia, come per gli altri paesi industrializzati. Si tratta, infatti, di un problema di sanità pubblica la cui soluzione non può essere demandata esclusivamente al sistema sanitario, ma che necessita di interventi che siano il più possibile trasversali e multisettoriali, con il coinvolgimento di molti soggetti istituzionali e della società civile e che, soprattutto, godano di una solida base scientifica. E’ per me motivo di particolare soddisfazione ricordare in questa sede che in Italia sono state varate solo poche settimane fa nuove iniziative partecipative per contrastare l’obesità, aggiuntive a quelle già previste dal piano nazionale della prevenzione 2005-2007. Si tratta del programma “Guadagnare Salute” e della piattaforma italiana sull’alimentazione, l’attività fisica ed il tabagismo, istituito con d. M. 26 aprile 2007. Pertanto, i motivi che ci vedono riuniti oggi sono destinati a divenire centrali in futuro per conseguire fondamentali miglioramenti dei livelli di salute attraverso la prevenzione di numerose malattie, cosiddette del benessere, associate all’errata alimentazione. Per il Ministero italiano della Salute questi temi rivestono la massima priorità ed è mia intenzione dedicarmi alla loro soluzione con la massima energia, perseguendo con forza le opportunità di collaborazione con l’Efsa e con altri partners europei. Desidero esprimere anche il mio vivo apprezzamento per l’iniziativa dell’Efsa di condurre la propria attività attraverso un confronto continuo e molto ampio delle esperienze esistenti in diverse parti dell’Europa e del mondo in un quadro di massima trasparenza. Così come trovo giusto l’orientamento di dare voce ai diversi soggetti sociali interessati alla sicurezza alimentare quali le associazioni dei consumatori e delle aziende del settore alimentare. In conclusione, desidero formulare a tutti voi un augurio di buon lavoro e all’Efsa l’auspicio di trarre da questa conferenza ulteriori elementi di conoscenza e forti motivazioni per continuare nell’importante missione affidatale dall’Unione Europea. Ai miei auspici, desidero anche aggiungere l’offerta alla Direttrice esecutiva di una targa e di una medaglia del Ministero della Salute, che esprimono in modo visibile l’apprezzamento per il lavoro svolto dall’Efsa finora. .  
   
   
L´UE ALZA LA SOGLIA DI OGM PER I PRODOTTI BIOLOGICI TARICCO: "UNA DECISIONE SCONCERTANTE"  
 
Torino - Il 12 giugno 2007 l´Unione Europea ha deciso di introdurre una soglia di tolleranza allo 0. 9% per la presenza di organismi geneticamente modificati nei prodotti biologici, malgrado l´Italia, rappresentata dal Ministro Paolo De Castro, avesse fortemente sostenuto, insieme ad altri Paesi, una soglia non superiore allo 0,1%. "È una decisione che lascia sconcertati – afferma l´Assessore all´Agricoltura della Regione Piemonte Mino Taricco - per la superficialità e la cedevolezza a interessi di parte. Siamo comunque grati al Governo Italiano e al Ministro per l´Agricoltura Paolo De Castro per l´impegno e la battaglia sostenuta per evitare una decisione di questa natura, che danneggia in modo grave la potestà decisionale dei consumatori. Sicuramente adesso inizierà un percorso in Italia e, per quel che mi riguarda, nella Regione Piemonte, per predisporre un quadro normativo molto più restrittivo che restituisca certezza e trasparenza ai consumatori. Ciò che deve essere messo al centro – conclude l´Assessore Taricco - sono le precauzioni per l´ambiente e per la salute dei consumatori e non gli interessi di lobby che non vogliono rischiare di dover spendere per controllare e garantire certezza e sicurezza alimentare". .  
   
   
PESCA: IN ALASKA COMMISSIONE BALENIERA INTERNAZIONALE. ITALIA IN PRIMA LINEA PER LA PROTEZIONE DEI GRANDI CETACEI. DE CASTRO: MASSIMA ATTENZIONE ALLA SPECIE  
 
Si è conclusa ad Anchorage (Usa) la 59° sessione della Commissione Baleniera Internazionale che ha visto la partecipazione di 77 paesi, tra i quali l´Italia. I paesi impegnati nella protezione delle balene - che hanno riacquisito la maggioranza semplice grazie all´adesione alla Convenzione di diversi paesi dell´area europea - hanno riportato buoni risultati, riuscendo a far approvare alcune risoluzioni favorevoli. L´italia si è tradizionalmente schierata in prima linea per rafforzare le misure di protezione per tutte le popolazioni di balene. "La nostra attenzione per la salvaguardia delle specie marine e delle balene in particolare – ha detto il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali on. Paolo De Castro – è sempre alta. Di tutela delle balene e della loro protezione abbiamo parlato anche recentemente a Mainz, in Germania, durante un colloquio avuto con il Presidente Horst Seehofer a margine del Consiglio informale europeo dei ministri dell´agricoltura. Assieme – ha sottolineato De Castro - abbiamo convenuto sulla necessità della massima vigilanza". Tra le risoluzioni approvate ad Anchorage, anche una specificamente contraria alla "baleneria scientifica" e contenente un´esplicita richiesta al Giappone di sospensione del programma di caccia in Antartide vista la pochezza dei risultati scientifici ottenuti, e un´altra sull´ "utilizzo" delle balene attraverso metodi non letali come per esempio, il Whale-watching. Sono state anche approvate le quote quinquennali per la caccia aborigena di sussistenza, conformemente a quanto indicato dal Comitato Scientifico della Commissione, sempre molto attento alla salvaguardia delle varie popolazioni di balene. Al termine della riunione, la delegazione giapponese ha minacciato l´abbandono dalla Commissione baleniera e la costituzione di una nuova Convezione internazionale che gestisca la pesca entro i limiti delle zone economiche esclusive. Tale presa di posizione nasce dalla forte opposizione incontrata dalla loro richiesta di deroga alla caccia alla balena in alcune aree costiere storicamente baleniere e la loro equiparazione alle quote aborigene. E´ infine da registrare la decisione di riprendere la discussione sulla proposta di revisione dello schema della gestione della caccia alle balene (Rms), al fine di superare l´attuale stato di "impasse" in cui versa la Commissione. .  
   
   
MILANO,BECCALOSSI E DE CASTRO A ASSEMBLEA ASSOLATTE "RISPETTO DELLE REGOLE E IMPULSO A INTERNAZIONALIZZAZIONE" NEL 2006 UN LEGGERO AUMENTO DELLE ESPORTAZIONI DI FORMAGGIO  
 
 "Rispetto delle regole e un nuovo impulso, con un impegno forte e concreto di tutte le Istituzioni, per rafforzare e incrementare la competitività e l´internazionalizzazione dei prodotti del settore lattiero-caseario". Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore all´Agricoltura, ha illustrato in questo modo la linea di Regione Lombardia all´Assemblea annuale di Assolatte, svoltasi oil 13 giugno a Milano alla presenza del ministro delle Politiche Agricole e Alimentari, Paolo De Castro e del presidente di Federalimentare, Gian Domenico Auricchio. Una strategia, quella delineata da Viviana Beccalossi, condivisa in pieno dal ministro De Castro che ha ribadito come su questi e altri argomenti ci sia "piena sintonia e ottima collaborazione con l´azione svolta da Regione Lombardia". E proprio a riguardo dell´internazionalizzazione De Castro ha sottolineato la necessità di "operare congiuntamente per essere protagonisti anche e soprattutto in quei Paesi che offrono opportunità davvero interessanti, tra i quali, solo per fare alcuni esempi importanti, il Giappone, la Russia e la Svezia". "La Lombardia - ha quindi aggiunto Viviana Beccalossi - regione in cui operano 7. 300 produttori e che mette sul mercato il 40% del totale del latte nazionale, continuerà a fare la propria parte. Il recente viaggio del presidente Formigoni in Russia è l´ennesima conferma di come si guardi con particolare attenzione allo sviluppo dei mercati emergenti per offrire ai nostri imprenditori nuovi ed interessanti sbocchi di mercato". "Ci auguriamo - ha proseguito Viviana Beccalossi - che il Governo centrale valuti con maggior attenzione la forza e la serietà del modo d´agire della Lombardia. Troppo spesso, come ad esempio per quanto riguarda l´agricoltura e l´agroalimentare, nella ripartizioni del Piano di Sviluppo Rurale la nostra regione viene equiparata a realtà che producono, fatturano e garantiscono livelli occupazionali infinitamente inferiori a quelli lombardi". L´assemblea di Assolatte, che ha avuto come punto di partenza la relazione dal presidente dell´associazione Giuseppe Ambrosi, ha evidenziato che nel 2006 le esportazioni di formaggi in Italia sono state di 234. 221 tonnellate (+ 0,24% rispetto al 2005) pari a 1. 211. 209. 000 euro (+2,73% a confronto dell´anno precedente). Maggior importatore di formaggi italiani è la Francia con il 18%, seguita da Germania (17%), Stati Uniti (14%) e Regno Unito (10%). Viviana Beccalossi, ha infine ribadito come il rispetto delle regole sia un punto cardine dell´azione regionale: "Regole in materia di quote latte, sicurezza alimentare, controlli e tutela dell´ambiente. Norme che devono essere rispettate e che nella stragrande maggioranza dei casi in Lombardia sono rispettate". .  
   
   
SICUREZZA ALIMENTARE. ASSESSORE REGIONALE DONAZZAN: “SU OGM GRAVISSIMO PASSO INDIETRO DELL’UNIONE EUROPEA”  
 
 Venezia - Elena Donazzan, assessore regionale alla Sicurezza alimentare, interviene sulla decisione del Consiglio europeo di introdurre la soglia di tolleranza dello 0,9 % per la contaminazione ogm (organismi geneticamente modificati) nel biologico: “E’ un gravissimo passo indietro dell’Unione europea – afferma – in tema di ogm. Negli ultimi anni, grazie ad una politica chiara di contrapposizione all’introduzione di ogm in agricoltura, tenuta dal Governo Berlusconi grazie al ministro Alemanno, l’Italia è stata la portabandiera di una battaglia epocale per la difesa delle produzioni tradizionali, contro le modificazioni genetiche”. “Il Governo Prodi, invece – prosegue l’assessore – alla prima occasione sbraca miseramente e addirittura non riesce ad impedire l’introduzione di ogm nel biologico. Un vero paradosso!”. L’assessore Donazzan prosegue quindi sottolineando come “oltrechè paradossale, il provvedimento del Consiglio Europeo è antistorico, dal momento in cui Assobiotech, l’associazione di Confindustria per lo sviluppo delle biotecnologie, compie una svolta importante in tema di ogm, impegnandosi a non modificare le piante inserendo geni codificati”. “La stessa Federchimica, quindi – ha concluso l’Assessore – da sempre a sostegno dell’utilizzo e della sperimentazione di ogm, ha deciso su questo delicatissimo tema con un atteggiamento di precauzione. Questo Governo, così drammaticamente contraddittorio, ha seriamente ipotecato con la sua incapacità il valore dell’agricoltura italiana, il rapporto con i consumatori e ha violato lo spirito etico con il quale, in questi anni, si è alimentato il dibattito nazionale”. .  
   
   
PESCA: ASSEGNATO OLTRE UN MILIONE DI EURO A SETTORE TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE  
 
 Venezia - I comparti della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti ittici rivestono nel Veneto, specie nelle aree dipendenti dalla pesca, una particolare importanza socio-economica. Per questo motivo la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla pesca Isi Coppola, ha deciso di utilizzare il nuovo stanziamento reso disponibile in bilancio per finanziare altre 21 domande (per un importo di oltre un milione 350 mila euro) che, pur meritevoli, non avevano potuto ottenere alcun contributo a causa dell’esaurimento dei fondi assegnati a valere sul Programma europeo Sfop (Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca) 2000-2006. “Quei fondi di provenienza europea, statale e regionale – spiega l’assessore Coppola – erano stati recuperati a seguito di revoche o di rinunce e rimessi a bando, dopo che un accertamento tecnico-finanziario effettuato dai competenti uffici regionali aveva evidenziato, nell’approssimarsi della chiusura della programmazione 2000-2006, la sussistenza delle condizioni per proporre una riapertura dei termini per le Misure di intervento a favore dell’acquacoltura (molluschicoltura/piscicoltura), delle attrezzature dei porti di pesca, della trasformazione e commercializzazione, della pesca nelle acque interne e della piccola pesca costiera. ” “L’obiettivo generale – sottolinea l’assessore - è quello di sostenere lo sviluppo e l’ammodernamento del “sistema pesca veneto”. Nel corso del 2006 con quei finanziamenti era stato possibile coprire quasi la totalità dei progetti dichiarati ammissibili, ma per i progetti in materia di trasformazione e commercializzazione le risorse disponibili avevano consentito il finanziamento di sole tre domande. A fine anno la giunta veneta, per dare risposta alle richieste provenienti dal settore, aveva fatto ricorso al bilancio regionale finanziando altre 14 domande ammesse in graduatoria. Ora, con le poste del bilancio 2007, la Regione ha disposto il finanziamento dei restanti 21 progetti”. Le domande finanziate sono 11 in provincia di Venezia, 6 in provincia di Rovigo, 2 di Treviso e una ciascuna in provincia di Padova e Verona. . .  
   
   
ISPETTORATO CENTRALE PER IL CONTROLLO DELLA QUALITA’ DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI: NEL 2006, 36.000 ISPEZIONI E 4.094 CONTESTAZIONI AMMINISTRATIVE  
 
L’icq illustra i risultati deIl’azione di controllo svolta nel 2006 lungo le filiere dei prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici per l’agricoltura: circa 36. 000 ispezioni a carico di oltre 27. 000 operatori, più di 90. 000 prodotti controllati ed oltre 11. 000 campioni sottoposti a verifiche analitiche. Le irregolarità accertate nel corso dei controlli ispettivi (nei confronti di oltre 3. 400 operatori, pari al 13% del totale dei controllati) ed analitici (953 campioni circa il 9% dei campioni analizzati) hanno comportato 4. 094 contestazioni amministrative, 458 notizie di reato e 520 sequestri. “L’azione svolta nel 2006 dall’Ispettorato – ha commentato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Paolo De Castro - riveste notevole importanza, non solo per l’utile servizio reso ai cittadini attraverso la lotta alle frodi ed ai fenomeni di sleale concorrenza, ma anche più in generale per il contributo fornito alla tutela e valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali” Particolare attenzione è stata riservata dall’Ispettorato alle produzioni di qualità registrata: vini a denominazione d’origine e a Igt, prodotti a Dop e a Igp (soprattutto formaggi, oli extravergini di oliva, carni trasformate, ortofrutticoli) e produzioni da agricoltura biologica hanno assorbito una quota significativa dei controlli (circa il 20% dei prodotti complessivamente controllati e dei campioni prelevati per le successive analisi). Tra le azioni di particolare rilievo si segnalano: nel settore vitivinicolo, le contraffazioni di vini Doc o Igt con comuni vini da tavola; il sequestro di ingenti quantitativi di prodotti vitivinicoli detenuti in cantina e privi dei necessari riscontri documentali per garantirne la tracciabilità; nel comparto oleario, l’accertamento di diverse frodi relative ad oli dichiarati extravergini di oliva e risultati all’analisi oli di semi o miscele di oli di oliva con oli di semi; relativamente ai prodotti a Dop, l’accertamento di vari casi di commercializzazione di prodotti generici che evocavano illecitamente denominazioni registrate (formaggi, prosciutti, ortofrutticoli, oli extravergini di oliva); riguardo ai mezzi tecnici, il sequestro di ingenti quantitativi di concimi risultati all’analisi sottotitolati e, nei casi più gravi, privi degli elementi della fertilità dichiarati. In particolare sono stati condotti programmi mirati riguardanti il controllo dei sistemi d’etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari; il rispetto delle modalità di commercializzazione degli oli di oliva destinati al consumo; l’eventuale presenza di Ogm nelle sementi di mais e soia destinate alla semina nella campagna 2005/2006; i controlli nel settore dei mangimi per la verifica sia della qualità merceologica che della sicurezza; le verifiche sulla conformità dei fertilizzanti e dei biostimolanti sotto il profilo della composizione, della commercializzazione e dell’etichettatura. Con riferimento ai singoli settori merceologici, i controlli hanno riguardato principalmente il vitivinicolo (19% delle ispezioni) gli oli e grassi (13%) il lattiero-caseario (11%), l’ortofrutta (8%), l’etichettatura delle carni bovine ed avicole (5%). .  
   
   
DEBITI AGRICOLI: AL VIA LA CAMPAGNA ADESIONI  
 
Ha preso  ufficialmente il via l´ 11 giugno il processo di ristrutturazione dei crediti agricoli: Scci, società di cartolarizzazione dei crediti Inps – S. C. C. I. S. P. A. , ha infatti ceduto a Deutsche Bank Ag e a Unicredit i crediti contributivi maturati fino al 2004. L’iniziativa permetterà alle aziende e ai lavoratori del settore agricolo con posizioni contributive non regolarizzate di aderire a un processo di ristrutturazione della propria posizione debitoria. Gli agricoltori interessati potranno rivolgersi direttamente alla propria associazione di categoria (Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, oltre che a: Alpa, Fagri, Fedagri, Fenapi, Unsic) per reperire le informazioni sulle modalità di adesione. E’ stata inoltre attivata una situation room gestita da Ugc Banca (a disposizione anche un numero telefonico, lo 06/590. 55. 555) dove gli interessati potranno ricevere indicazioni e assistenza. La raccolta delle adesioni durerà fino all’8 ottobre: il processo di ristrutturazione sarà concluso positivamente qualora, entro tale data, sarà raggiunto un livello minimo di adesione pari ad almeno 2 miliardi di euro di crediti. Il livello di adesione verrà costantemente monitorato da Ugc Banca per fornire un aggiornamento con cadenza periodica. .  
   
   
INFORMARE I CONSUMATORI E EDUCARE AD UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE  
 
“Il consumatore va informato della qualità della carne bovina veneta, che è assolutamente eccezionale, ma soprattutto serve una corretta educazione alimentare che spieghi il rapporto tra qualità, alimentazione e salute, a fronte di tendenze sollecitate dai media che spesso sono fuorvianti”. Lo ha ribadito l’8 giugno il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia, intervenendo a Legnaro, in provincia di Padova, al “Faccia a faccia” promosso da Veneto Agricoltura, rappresentato dall’Amministratore Unico Corrado Callegari, con le organizzazioni professionali agricole e le associazioni dei produttori veneti di carne bovina, per fare il punto sull’andamento del comparto, a consuntivo dei risultati della recente campagna di comunicazione voluta dalla Regione, e realizzata dalla Pomilio Blumm srl di Pescara vincitrice dell’appalto, per spiegare ai consumatori come leggere nell’etichetta della carne bovina le informazioni che permettano di scegliere il meglio per la propria tavola. La campagna, che ha coinvolto la grande distribuzione, le macellerie, le scuole elementari e gli istituti alberghieri, le stazioni dei capoluoghi veneti, la stampa, le tv e le radio, con spot, gadget, manifesti, totem, vetrofanie, ha dimostrato che il consumatore informato è più consapevole di quello che acquista e ha maggiore fiducia nei prodotti veneti di qualità. “Ma una iniziativa informativa capillare – ha ricordato Zaia – richiederebbe risorse che questo federalismo fiscale non ci dà, mentre tra i criteri di scelta c’è anche il fatto che la qualità ha un prezzo, ma molti cittadini oggi arrivano a fine mese avendo esaurito lo stipendio”. Ci sono però anche altri problemi, che derivano dalla concorrenza di carne straniera che non garantisce la salubrità delle produzioni venete e da vincoli normativi, come la direttiva nitrati, che impongono investimenti che metterebbero fuori gioco le produzioni di carne bovina del Veneto, primo produttore nazionale del settore, con circa 650 mila vitelloni (il 35 per cento della produzione italiana) e 130 mila vitelli da carne allevati ogni anno, un valore di quasi 500 mila euro. “Questo faccia a faccia non è una contrapposizione – ha sottolineato in proposito Zaia – perché siamo tutti dalla stessa parte, che significa salvaguardare un settore intrinsecamente legato all’agricoltura veneta in generale, dove allevamento e produzioni agricole sono strettamente intrecciate e intersecano e assicurano salubrità e qualità”. “E’ certo possibile contenere ancora i costi, ad esempio allargando la filiera del mais in modo da ottenerne non solo alimento per il bestiame ma anche biodiesel e bioetanolo, ma serve – è stato detto da tutti – una maggiore organizzazione sul versante dei produttori, che oggi soffrono i condizionamenti degli altri segmenti della filiera, a partire dalla grande distribuzione organizzata, che impone prezzi e si prende anche i meriti della qualità assicurata dai produttori”. “La conseguenza è che oggi la nostra carne non è marchiata e resa facilmente riconoscibile – ha sottolineato Zaia – perché da un lato viene garantita dal macellaio di fiducia, dall’altro dai supermercati che preferiscono usare il proprio nome come garanzia. Nello stesso tempo il consumatore subisce continui messaggi che gli dicono di mangiare poca carne o di rinunciarvi del tutto, magari tacendo sul fatto che la carne bovina è meno grassa di tanti altri prodotti ed è utile, se non indispensabile, in pressochè tutte le diete”. “Sotto questi profili, ben venga il Metadistretto della carne veneta, formalmente approvato dalla Giunta regionale una decina di giorni fa, ma servono anche azioni strutturali (“per questo è ormai pronto il Piano di Sviluppo Rurale, con i sui 914 milioni di euro in sette anni”) e iniziative di informazione che – hanno sottolineato i presenti – non possono gravare solo sull’ente pubblico e sulle sue risorse, ma devono vedere il coinvolgimento diretto anche dei produttori, mentre va sviluppata una genetica e una linea della vacca nutrice del bovino da carne, che in Italia è molto indietro”. Al termine del confronto sono stati consegnati i premi del concorso scolastico promosso nelle scuole elementari e negli istituti alberghieri del Veneto in tema di carne bovina. La campagna di comunicazione è stata coronata domenica 10 giugno dalla “Festa della carne”, in programma a Montagnana, con banchi d’assaggio, stand informativi, sfilata di moto del campionato nazionale di minicross, spettacoli musicali, sbandieratori e giochi per bambini. .  
   
   
FERRARA: CONVEGNO SULL’AGROALIMENTARE  
 
 Il rapporto sul sistema agro-alimentare dell’Emilia-romagna rappresenta un appuntamento ormai tradizionale (raggiunge infatti nel 2007 il quattordicesimo anno di pubblicazione), nato dalla stretta collaborazione tra Unioncamere regionale e Regione Emilia-romagna. Grazie all’intensa azione di Camera di Commercio e Provincia di Ferrara esso approda quest’anno a Ferrara, dopo la sua presentazione regionale effettuata a Bologna il 31 maggio, con l’obiettivo di approfondire gli aspetti più rilevanti per lo sviluppo del settore nella nostra provincia. Tra questi, in particolare, una “sfida” davvero importante per la competitività dell’intero sistema produttivo ferrarese sarà rappresentata dalla costituzione del Parco Scientifico per le tecnologie agro-industriali. Il Convegno, che si svolgerà venerdì 15 giugno alle ore 9,30 presso l’azienda agrituristica Oasi Naturale “Le Pradine” di Mirabello, e che viene organizzato congiuntamente dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Ferrara, prevede, dopo l’introduzione ai lavori del presidente della Camera di Commercio Carlo Alberto Roncarati, la presentazione dei dati del rapporto, da parte di Renato Pieri e Stefano Boccaletti, dell’Istituto di Economia Agro-alimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, oltre che da Cristina Brasili e Roberto Fanfani, del Dipartimento di Statistica dell’Università di Bologna. Le attività di promozione del sistema camerale a favore della filiera agro-alimentare regionale verranno poi presentate da Ugo Girardi, Segretario Generale Unioncamere regionale. Alessandro Bruni, dell’Università degli Studi di Ferrara, tratterà appunto della costituzione del Parco Scientifico, vero “leit motiv” del convegno. Infine, le conclusioni verranno tratte da Davide Nardini, Assessore Provinciale all’Agricoltura. .  
   
   
SCUOLA DEI SAPORI 2007 ALLA RICERCA DEL GUSTO DAL 29 AL 31 OTTOBRE IN FIERA A GENOVA TRE GIORNATE DI MOSTRA E DI EVENTI DEDICATI ALLA RISTORAZIONE SCOLASTICA DI QUALITÀ E L’EDUCAZIONE ALIMENTARE  
 
Insegnare ai bambini a mangiare correttamente, a scegliere i cibi giusti e ad apprezzarne i sapori. Un diritto dei bambini e una responsabilità delle famiglie e della scuola, dove i bambini trascorrono la parte più rilevante della giornata. Da questa necessità di attenzione verso un tema così importante per la salute e il benessere è nata nel 2004 la Scuola dei Sapori, primo progetto fieristico in Italia dedicato alla ristorazione scolastica di qualità e all’educazione alimentare. La quarta edizione della rassegna, nata dalla collaborazione tra Fiera di Genova Spa e Comune di Genova, è in programma dal 29 al 31 ottobre 2007 nell’ambito di Abcd, il Salone dell’education, in anticipo di un mese rispetto alle tradizionali date di novembre per svolgersi in concomitanza con il Festival della Scienza e ospitarne alcuni eventi e realizzare così una sinergia tra scienza e sapore. Protagonisti delle tre giornate i Comuni, le aziende della ristorazione scolastica e gli esperti delle tematiche alimentari. La rassegna si articola in una sezione espositiva che vede come protagoniste le aziende del settore e una sezione info-dimostrativa con i laboratori e i workshop dove bambini, genitori e insegnati saranno direttamente coinvolti in percorsi didattici alla ricerca del gusto dove imparare a confrontare qualità e sapori. La lotta allo spreco e l’utilizzo dei prodotti biologici nella ristorazione scolastica saranno i temi principali sul tappeto nella sezione congressuale che coinvolgerà le più importanti realtà della ristorazione organizzata, della produzione e della distribuzione alimentare, esperti nutrizionisti e pediatri, rappresentanti istituzionali e delle associazioni di categoria. Per il terzo anno consecutivo i cuochi delle cucine comunali si sfideranno all’ultimo piatto nel Campionato nazionale di ristorazione scolastica, mentre i cuochi delle aziende gareggeranno nella preparazione di menù per i visitatori. Scuola dei Sapori 2007 vedrà la nascita dell’Osservatorio permanente della ristorazione scolastica, ideato per monitorare l’andamento e l’evoluzione del settore e affrontarne le criticità e presenterà la linea guida per l’attivazione di un sistema unico di valutazione per la ristorazione scolastica, un insieme condiviso di standard e parametri che permetteranno di stabilire valore e qualità in modo oggettivo. La scorsa edizione della Scuola dei Sapori si è chiusa con un ottimo successo di pubblico: 37. 000 visitatori, di cui 29. 000 studenti e 8. 000 operatori professionali. E, tra questi ultimi: 5. 500 docenti e dirigenti scolastici, 500 operatori della filiera, 1. 100 responsabili della ristorazione scolastica di oltre 200 comuni italiani, 900 tra giornalisti, associazioni, esperti (medici specialisti, tecnologi alimentari) ed opinion leader. Per informazioni: www. Scuoladeisapori-online. It . .  
   
   
ETICHETTATURA E SUCCHI DI FRUTTA: BENE L’INIZIATIVA DEL PARLAMENTO. ORA IL CONFRONTO CON BRUXELLES  
 
Positiva, secondo Confagricoltura, la soppressione gli articoli 7 e 9 della “Comunitaria” sull’etichettatura degli alimenti. “Specie per quanto riguarda la possibilità di utilizzare coloranti nelle cosiddette ‘bevande di fantasia’”, commentano in Confagricoltura, “crediamo che la normativa debba tenere in debito conto gli interessi dei consumatori, che sicuramente preferiscono succhi prodotti utilizzando per quanto possibile frutta vera; magari quella italiana di qualità”. Si tratta, comunque, di materie su cui occorre fare definitivamente chiarezza con un confronto serio a livello comunitario; altrimenti si rischia davvero di ingenerare confusione. Non va dimenticato, informa sempre Confagricoltura, che la Comunitaria prevedeva l’abrogazione delle disposizioni nazionali su etichettatura e bevande di fantasia perché in contrasto con la normativa europea e che già la Commissione ne aveva richiesto espressamente la modifica. .  
   
   
“ MOLO G”, ENOTECA-CHAMPAGNERIA DI NUOVA CONCEZIONE. A PUNTA ALA”.  
 
……due punte verso il mare, in ciascuna delle quali è posta una torre per assicurarsi delle incursioni dei corsari”: questa è Punta Ala, elitaria perla della riviera toscana, nel cui cuore sorgono le due Boutique Gianni Cuccuini, a cui Sabato 2 Giugno se ne è aggiunta una terza, insieme a quella che i proprietari definiscono “una nuova avventura”: il “ Molo G”, enoteca-champagneria di nuova concezione. Approdare al Molo G è un´emozione, per le prime serate estive e per le future brune autunnali. Un piccolo Eden ricco di poesia e di fascino, direttamente sul porto di Punta Ala, in un ambiente decisamente glamour, dove la sera si respira un´atmosfera unica, resa incantata dai meravigliosi tramonti che solo questo luogo sa donare, da assaporare gustando un bicchiere di champagne. Un posto speciale dedicato a qualcosa di veramente speciale, il vino, il cui culto si perde nella notte dei tempi. Fortemente caricato di simboli legati ai suoi effetti inebrianti, il vino non ha mai cessato di essere fonte di ispirazione. " Dio ha fatto l´acqua, l´Uomo ha fatto il vino", scrisse Victor Hugo. Molog vuole essere un contenitore di eventi, un connubio con il mondo della moda, capace di colpire con gusti e profumi i sensi del proprio ospite, le cui caratteristiche sono “…un palato sopraffino e un’indole votata alla bellezza gustativa “, doti indispensabili per assaporare alcuni vini. Un piccolo tesoro che si riversa sul meraviglioso porto, sviluppandosi all’esterno, perché è lì che si possono godere le meraviglie del luogo; l’arredamento è studiato strizzando l’occhio al Design, dalle soluzioni strutturali create per esaltare lo spazio, alla ricerca dei materiali; perfetta cornice per momenti di condivisione con gli altri, attraverso il culto del vino e di sfiziose prelibatezze: piatti e appetizers ispirati alla tradizione toscana, ma rivisitati in chiave moderna, traendo ispirazione da ogni parte del mondo; “grand plateau” di crostacei e crudi, affettati e ricercate tipologie di formaggi tutte da scoprire. “……. Satiri, Baccanti, Fauni, Sileni, continueranno, insaziabili, a turbarci con i loro sguardi enigmatici e maliziosi, ispirando e proponendoci peccaminose tentazioni…. Che sia il calice di un vino pregiato o un perfetto momento di shopping. Ad ognuno la propria”. .  
   
   
SEMINARIO SULLA SICUREZZA NELLA CERTIFICAZIONE PRODOTTI  
 
Vercelli - Mercoledì 4 Luglio 2007 – dalle ore 14:00 – a Vercelli presso la sede camerale – Piazza Risorgimento, 12, si terrà un seminario informativo su “I Requisiti Di Sicurezza Dei Prodotti - I Sistemi Di Certificazione Di Ue, Usa, Cina E India”. La direttiva 2001/95/Ce è la disciplina di riferimento in tema di sicurezza generale dei prodotti che, in un contesto normativo comune dell’Unione Europea, mira all’abbattimento delle norme tecniche nazionali in materia di sicurezza, barriere alla libera circolazione delle merci. La direttiva impone l’obbligo generale di immettere sul mercato solo prodotti sicuri ed estende il campo di applicazione a tutti i prodotti destinati al consumatore (inclusi quelli forniti al consumatore per essere da questi utilizzati nell’ambito di prestazione di servizi). All’incontro saranno analizzate le norme tecniche ed evidenziati gli organismi di certificazione in genere, la certificazione della sicurezza e le conseguenze per gli operatori economici sull’assenza dei requisiti di sicurezza richiesti e sulla mancata certificazione, ponendo la dovuta attenzione sulle modalità di prevenzione dei rischi anche attraverso il contratto di assicurazione. Per alcune tipologie di prodotti saranno altresì trattate la marcatura Ce e le direttive “Nuovo Approccio”. L’analisi dei temi sarà trattata sia a livello Europeo sia estesa alla Cina, all’India e agli Usa. Al convegno sarà distribuita la nuova guida “I Requisiti Di Sicurezza Dei Prodotti - I Sistemi Di Certificazione Di Ue, Usa, Cina E India” e saranno presenti i seguenti relatori: • Avv. D. Comba, esperto del Centro Estero per l’internazionalizzazione del Piemonte • Dott. M. Cresto, senior manager del gruppo Marsh • Dott. G. Salerio, coordinatore comparto beni di consumo e materiali dell’Uni. Durata mezza giornata ore 14-18 Scadenza Adesioni: lunedì 29 giugno 2007 La partecipazione è gratuita. E’ gradita comunicazione di partecipazione, contenente i dati dell’impresa (ragione sociale, indirizzo, cap, Comune, Provincia, telefono, fax, e-mail) e il Nome e Cognome del/i partecipante/i, da inviare a Sportello Europa fax 011/511. 91. 44, e-mail sportello. Europa@vc. Camcom. It . Le aziende interessate per maggiori informazioni possono contattare lo Sportello Europa tel. 848. 800. 229 o lo Sportello per l’Internazionalizzazione della Camera di Commercio di Vercelli: tel. : 0161/598. 303, fax: 0161/598. 265, e-mail: proexport@vc. Camcom. It. .  
   
   
L’INNOVAZIONE GASTRONOMICA PIU’ STRAORDINARIA: GLI SPAGHETTI FRESCHI DI “PASTAIO MAFFEI”,LO SPECIALISTA DELLA PASTA FRESCA.  
 
Lunga, corta, fresca, secca, all’uovo, ripiena… La pasta è, senza ombra di dubbio, la quintessenza e il simbolo della cucina italiana in tutto il mondo. D’altro lato, per noi italiani, la pasta è, da sempre, la portata per eccellenza, quella che maggiormente amiamo trovare in tavola. La pasta ha una sua storia e tradizione regionale tanto che sono oltre 300 i tipi di pasta più diffusi. E, anche per quanto riguarda il formato, ce n’è per tutti i gusti. Ma, nonostante la vastissima scelta, la pasta più amata dagli italiani continuano ad essere loro, gli spaghetti, il “più gustoso filo di pasta” che unisce e lega insieme i sapori più tradizionali e sfiziosi. Spaghetti Freschi Di “Pastaio Maffei”: Molto, Molto Piu’ Dei Soliti Spaghetti! Gli spaghetti sono buoni, anzi, buonissimi in… tutte le salse. Eppure gli spaghetti possono essere ancora più buoni, ancora più straordinariamente gustosi se sono spaghetti freschi: è questa la grande innovazione gastronomica di “Pastaio Maffei”, lo specialista della pasta fresca. Sino ad oggi, gli spaghetti prodotti industrialmente e destinati al consumo erano fatti di pasta secca di semola di grano duro. Ma la vera regina della pasta non è forse la pasta fresca, all’uovo o di semola, utilizzata in tutta la penisola per i piatti tipici più gustosi e “speciali”? Basti pensare alle orecchiette alla barese con cime di rapa e acciughe o alle trofie genovesi al pesto o alle tagliatelle emiliane con il ragù… Perché, quindi, non rendere speciali anche gli spaghetti, il tipo di pasta che ha saputo varcare i confini regionali diventando il più amato e consumato dagli italiani? E’ da questa idea semplice, ma, al tempo stesso, geniale che sono nati gli spaghetti freschi di “Pastaio Maffei”: i Troccoli. Occoli Di “Pastaio Maffei”: Sono Nati, Finalmente, Gli Spaghetti Freschi, Come Appena Fatti. Si chiamano Troccoli i nuovi, straordinari spaghetti freschi di “Pastaio Maffei”, in grado di trasformare un primo piatto, anche il più semplice, in un’esperienza gastronomica straordinaria: niente a che vedere con i soliti spaghetti! La prova più facile ed evidente? Provate a condire i Troccoli e gli abituali spaghetti con un semplice sugo di pomodoro e basilico: rimarrete stupiti dalla differenza tra i due assaggi. * Troccoli: i primi e gli unici spaghetti freschi. I Troccoli di “Pastaio Maffei”, oltre ad essere i primi e gli unici spaghetti freschi, come appena fatti, sono caratterizzati da una qualità top: solo il miglior grano del Tavoliere delle Puglie e acqua purissima. Perché gli ingredienti sono solo due: farina di semola di grano duro e acqua. Ma questi due ingredienti, unitamente al loro processo di lavorazione tradizionale, fanno la differenza. I Troccoli sono spaghetti freschi a sezione quadrata e di grana ruvida, simili in certo qual modo agli spaghetti alla chitarra, che devono il loro nome allo speciale utensile, di facile reperibilità nel Sud, con il quale si tagliano: un mattarello scannellato, munito di lame circolari, chiamato “troccolaturo”, diretto discendente del “ferro da maccheroncini” cinquecentesco. Questi spaghetti sono tipici della Daunia, l’antica denominazione dell’attuale provincia di Foggia. I Troccoli cuociono in soli 5 minuti e si conservano in frigorifero a + 4° C. * Troccoli: gli spaghetti freschi, sempre al dente. Sono numerose le caratteristiche che rendono gli spaghetti freschi Troccoli di “Pastaio Maffei” così superiori, così unici rispetto ai soliti spaghetti: · la tenuta di cottura: i Troccoli, a differenza dei normali spaghetti che, anche solo pochi minuti dopo la scolatura, risultano spesso scotti, rimangono sempre al dente; · l’omogeneità della cottura: i Troccoli cuociono uniformemente sia all’esterno che all’interno. Non risultano mai scotti all’esterno e crudi all’interno; · il “legame” con i sughi: i Troccoli trattengono il sugo in modo impeccabile e si sposano alla perfezione con qualsiasi tipo di sugo, dal classico pomodoro e basilico al ragù di carne, ai sughi di mare, ai sughi di verdure, alle salse bianche, alle salse rapide; · il flavour inimitabile: i Troccoli possiedono tutto l’insieme delle caratteristiche gustative tipiche della pasta fresca, fatta in casa. .  
   
   
CANTINE APERTE A CONTE COLLALTO LA STORICA AZIENDA VITIVINICOLA IN UNA GIORNATA ALLA SCOPERTA DEI SUOI VINI E DELLA NATURA.  
 

Domenica 27 maggio si è svolta con successo una delle manifestazioni più attese dal pubblico, “Cantine Aperte”. La storica cantina Collalto ha aperto per l’occasione le porte della sua prestigiosa tenuta alla scoperta di sapori, luoghi, profumi, profondamente legati alla storia vitivinicola dei Conti Collalto.

L’Azienda Agricola Conte Collalto è unica per la vastità del suo territorio, per la varietà della produzione agricola e per l’integrità ambientale che esalta l’inestimabile valore delle testimonianze storico artistiche, offrendo così ai suoi ospiti un’esperienza sensoriale davvero indimenticabile.

La manifestazione di domenica è stata un’occasione di presentazione dell’Azienda stessa e di tutto il suo vastissimo patrimonio ai trevigiani, agli enoturisti, ai clienti affezionati e a cloro che ancora non la conoscevano. Gli spunti offerti sono stati davvero numerosi, dalle nuove annate dei vini bianchi e rossi ed in particolare del Prosecco  D. O. C. , di Conegliano e Valdobiadene, alle nuove etichette di Merlot, Cabernet, Pinot, Wildbacher, Manzoni bianco e rosso. Decisamente interessante e apprezzata è stata la degustazione dei prodotti delle coltivazioni agricole come la farina biologica e l’olio di oliva e, dai pascoli collinari, la carne bovina, affettati, polenta e pane di produzione artigianale. Alcuni degli appuntamenti più attesi sono stati di sicuro la lezione di abbinamento e degustazioni tra vini dell’Azienda Conte e i formaggi della Latteria Soligo, oltre al momento conviviale a base di spiedo di maiale; ben 2 gli esemplari cotti in puro stile medievale” per un peso  di circa 250 kg).

Cantine Aperte è stata anche l’occasione per annunciare l’avviato progetto “Attività didattiche tra natura e arte”, legato alla valorizzazione della tradizione rurale e del contesto naturalistico. Per l’occasione è stata aperta anche Casa Forcolera, sede della fattoria didattica, all’interno della quale si svolgono i percorsi ed i laboratori predisposti per le Scuole primarie e secondarie. Tra i numerosi ospiti intervenuti, per un numero che superava i 1000 visitatori, presenti alla manifestazione  il Dottor Ludovico Giustiniani, Amministratore Delegato dell’Azienda Agricola e le Principesse Isabella e Trinidad Collalto. Www. Collalto. It

 

 

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ILLY IN VISITA A VIVAI VITIS DI RAUSCEDO  
 
Una realtà che in poco più di 20 anni di attività si è affermata come il secondo produttore di barbatelle a livello mondiale. E ovviamente "targate Rauscedo", culla di vivaismo viticolo di qualità. È la cooperativa "Vitis" di Rauscedo, che il 13 giugno è stata visitata dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, accolto dal presidente della cooperativa, Atanasio Lovisa, dal sindaco di San Giorgio della Richinvelda, Annamaria Papais, presente anche il sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello. Accompagnato nella visita dal presidente Lovisa e da altri dirigenti e tecnici della cooperativa, Illy ha potuto vedere di persona i magazzini, i frigoriferi, il reparto di microvinificazione, il tutto ospitato nella moderna e bella sede di "Vitis". Come è emerso dall´incontro, quelle di Rauscedo sono le barbatelle più pregiate e di qualità sia per l´attecchimento sia - fattore sempre più importante - per la garanzia sanitaria che esse offrono all´agricoltore. Qualità, quindi, ma anche ricerca tramite la microvinificazione, operazione lunga ma necessaria per la certificazione di qualità del prodotto. A tal fine, il presidente Illy ha accennato all´opportunità di un contatto con Friuli Innovazione dove è in corso la mappatura del genoma della vite. Nel corso dell´incontro è stato anche affrontato il tema della frammentazione dell´attività vivaistica in Friuli Venezia Giulia: sarà pertanto verificata la volontà dei vari soggetti - e la Regione si farà parte attiva - per la costituzione di un unico consorzio regionale allo scopo di dare più forza al settore nel suo complesso per affrontare i mercati esteri. Il presidente della Regione ha quindi espresso ai dirigenti e ai tecnici il vivo compiacimento per "Vitis" e per la sua attività "che va nel senso indicato dalla Regione: ovvero ricerca della qualità e innovazione". .  
   
   
BOLZANO; SETTORE VINICOLO, INSEDIATO UN NUOVO GRUPPO DI LAVORO  
 
Migliorare ulteriormente l´immagine dell´Alto Adige come terra del vino tramite una produzione di qualità sempre più elevata, e una forte connotazione territoriale. Questi gli obiettivi del nuovo gruppo di lavoro insediato nei giorni scorsi dall´assessore provinciale Hans Berger. In futuro più attenzione a formazione e ricerca. Del gruppo di lavoro fanno parte rappresentanti della Provincia, della Camera di Commercio, e delle aziende vitivinicole. "L´alto Adige ha una grande tradizione nella produzione di vini di ottima qualità - ha spiegato durante l´incontro l´assessore Berger - ma occupiamo una fetta di mercato ancora troppo piccola. Per migliorare la nostra posizione è necessario che tutti remino nella stessa direzione. Ritengo fondamentale la creazione di nuove sinergie, e la realizzazione di un´unica piattaforma di riferimento per tutto il settore vinicolo". Gli esperti del gruppo di lavoro hanno concordato una strategia di marketing che punta da un lato al rafforzamento dell´immagine dei vini altoatesini come sinonimo di alta qualità, e dall´altro lato ad un rapporto sempre più forte e intenso con la terra di origine del prodotto. "La strada da seguire - ha proseguito Berger - è quella tracciata dal marchio di qualità, in grado di rafforzare vicendevolmente sia il prodotto "vino", sia, più in generale, il prodotto "Alto Adige". Tracciate anche le linee guida che dovrebbero portare ad uno sviluppo positivo, in maniera particolare nel lungo periodo, del settore vitivinicolo altoatesino. "Bisogna puntare con forza sulla formazione - conclude Berger - ponendo le basi per una proficua collaborazione tra scuole professionali, centri di formazione, scuole superiori e Università. Il secondo pilastro fondamentale sarà rappresentato dalla ricerca, con una diffusione sempre maggiore, anche a livello delle singole aziende, dei progetti innovativi portati avanti dal centro di Laimburg, grazie ad una sempre più forte interconnessione tra ricerca e applicazione pratica". .