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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Febbraio 2008
525 SÌ AL TRATTATO DI LISBONA, PER UN´UE PIÙ DEMOCRATICA E EFFICIENTE  
 
 Strasburgo, 21 febbraio 2008 - Il Parlamento approva il trattato di Lisbona esortando gli Stati membri a ratificarlo entro fine anno ed a informare i cittadini in vista delle elezioni europee del 2009. L´ue sarà così più democratica, efficiente e capace di decidere, rafforzando i poteri del Parlamento e i diritti dei cittadini, senza diventare un Superstato. Resta il rammarico per la rinuncia all´approccio costituzionale e ai simboli, le deroghe alla Carta dei diritti fondamentali e il seggio aggiuntivo concesso all´Italia. Adottando con 525 voti favorevoli, 115 contrari e 29 astensioni la relazione di Richard Corbett (Pse, Uk) e Íñigo Méndez De Vigo (Ppe/de, Es), il Parlamento approva il trattato di Lisbona. Una standing ovation ha salutato l´esito della votazione e il Presidente Hans-gert Pöttering si è compiaciuto della vasta maggioranza raggiunta e si è quindi congratulato con i deputati che «esprimono la libera volontà dei popoli che rappresentano». Il trattato, ha aggiunto, fornisce all´Ue maggiore democrazia e capacità di agire». Per il Parlamento, nel complesso, il trattato rappresenta «un miglioramento sostanziale rispetto ai trattati vigenti». Esso, infatti, aumenterà la responsabilità democratica e la capacità decisionale dell´Unione (mediante un rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo e di quello dei parlamenti nazionali), rafforzerà i diritti dei cittadini europei nei confronti dell´Unione e migliorerà l’efficacia del funzionamento delle sue istituzioni. Il trattato di Lisbona, d´altra parte, «fornirà una struttura stabile che permetterà ulteriori sviluppi dell´Unione in futuro». I deputati sottolineano inoltre la necessità che tutti gli Stati membri dell´Unione procedano alla ratifica del trattato in tempo utile affinché possa entrare in vigore il 1° gennaio 2009. In questo modo, infatti, i cittadini potranno effettuare le proprie scelte politiche con piena conoscenza del nuovo quadro istituzionale dell´Unione in occasione delle elezioni europee del 2009. Al riguardo, il Parlamento ribadisce la sua richiesta di realizzare «tutti gli sforzi possibili» - da parte delle istituzioni dell´Ue e delle autorità nazionali - «per informare i cittadini europei in modo chiaro e obiettivo sul contenuto del trattato». Chiede inoltre l´immediata pubblicazione dei trattati consolidati riveduti dal trattato di Lisbona, per fornire ai cittadini «un testo comunitario di base più chiaro». La relazione approvata illustra nel dettaglio tutti gli aspetti positivi del nuovo trattato, soprattutto riguardo alle accresciute competenze del Parlamento europeo, ma il Parlamento non rinuncia a formulare qualche preoccupazione. A quest´ultimo riguardo, si dice consapevole «del diffuso rammarico» imputabile al fatto che, per garantire un nuovo accordo fra i 27 Stati membri, è stato necessario abbandonare l´approccio costituzionale e l´inclusione nel trattato della bandiera e dell´inno europeo, nonché posporre l´entrata in vigore di un nuovo sistema di votazione in seno al Consiglio e aggiungere "freni d´emergenza" alla procedura legislativa ordinaria in taluni settori. Ma anche introdurre nel trattato un protocollo che limita gli effetti della Carta sul diritto interno di due Stati membri (Regno Unito e Polonia, ndr) e «il seggio parlamentare supplementare attribuito a uno Stato membro (Italia, ndr), in deroga al principio della proporzionalità degressiva». Maggiore responsabilità democratica - Il Parlamento si compiace del fatto che il controllo democratico e la capacità decisionale saranno rafforzati, «per cui i cittadini saranno in grado di controllare meglio l´operato dell´Unione europea». Ciò sarà possibile grazie al fatto che tutta la legislazione europea sarà soggetta, con poche eccezioni, alla duplice approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo. Questa procedura legislativa "ordinaria" (che ricalca l´attuale codecisione) si applicherà a 50 nuove basi giuridiche, per giungere a un totale di 86. Tra i settori che vi rientreranno figurano lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, l´agricoltura e la pesca. Saranno inoltre rafforzati la verifica preliminare dei parlamenti nazionali su tutta la legislazione dell’Unione e, mediante un nuovo sistema di supervisione, il controllo democratico sulle competenze legislative delegate alla Commissione. Verrà poi istituita una nuova procedura di bilancio «più semplice e più democratica» che, con l´abolizione della distinzione tra "spese obbligatorie" e "spese non obbligatorie", assicurerà «la completa parità tra Parlamento e Consiglio» nell´approvazione dell’intero bilancio annuale. Al Parlamento sarà inoltre garantito il diritto di approvazione del quadro finanziario pluriennale giuridicamente vincolante. Il Presidente della Commissione verrà eletto dal Parlamento europeo, su proposta dei Capi di Stato e di governo e tenendo conto dei risultati delle elezioni, mentre l´Alto Rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, in qualità di membro della Commissione, dovrà essere sottoposto alla procedura di investitura parlamentare prevista per tutti i commissari. Sarà poi necessario il parere conforme del Parlamento europeo per l’approvazione di un’ampia serie di accordi internazionali firmati dall’Unione. Anche la procedura di revisione dei trattati sarà, in futuro, più aperta e democratica, e vedrà un ampio coinvolgimento del Parlamento europeo. Rafforzamento dei diritti dei cittadini - Il Parlamento si compiace che i diritti dei cittadini saranno rafforzati, grazie al fatto che la Carta dei diritti fondamentali dell´Ue diventerà giuridicamente vincolante. Nuove disposizioni agevoleranno la partecipazione di cittadini e associazioni alle deliberazioni dell´Unione e sarà incoraggiato il dialogo con le parti sociali, le comunità religiose e le organizzazioni non confessionali. L´introduzione nel trattato di un´iniziativa dei cittadini europei consentirà a questi ultimi di formulare proposte su questioni per le quali ritengono che un atto giuridico a livello dell’Unione sia necessario. Sarà poi rafforzata la tutela giudiziaria dei cittadini, grazie all´estensione della giurisdizione della Corte di giustizia dell’Ue ai settori libertà, sicurezza e giustizia, e alle maggiori possibilità per le persone fisiche e giuridiche di avere accesso ai procedimenti della Corte. Maggiore chiarezza, l´Ue non è un "superstato" I deputati accolgono con favore il fatto che il trattato stabilisca in modo più chiaro e più visibile i valori sui quali si fonda l´Unione, nonché i suoi obiettivi e i principi che ne governano l´azione e le relazioni con gli Stati membri. Più in particolare, il trattato fornisce una chiara definizione delle competenze dell´Unione nei confronti degli Stati membri e finirà la confusione tra "Comunità europea" e "Unione europea" poiché l´Unione europea diventerà un´unica struttura ed entità giuridica. Allo stesso tempo, il trattato fornisce «garanzie sufficienti che l´Unione non diventerà un "superstato" onnipotente e centralizzato». Prevede infatti l´obbligo di rispettare l’identità nazionale degli Stati membri e include i principi delle competenze conferite (in base ai quali l´Unione dispone solo delle competenze che le sono conferite dagli Stati membri), della sussidiarietà e della proporzionalità. Contempla poi la partecipazione degli Stati membri al sistema decisionale dell´Unione e alle decisioni in merito a eventuali sue modifiche, nonché il riconoscimento a ciascuno Stato membro del diritto di uscire dall´Unione. Una maggiore efficacia - Il Parlamento plaude al fatto che il nuovo trattato «rafforzerà la capacità delle istituzioni dell´Unione di svolgere i propri compiti in modo più efficace». Infatti, aumenteranno notevolmente gli ambiti in cui il Consiglio decide a maggioranza qualificata, anziché all´unanimità, «consentendo all´Unione di 27 Stati membri di funzionare senza essere bloccata da veti». Un nuovo sistema di doppia maggioranza, inoltre, «faciliterà il processo decisionale in seno al Consiglio». Mentre la distinzione fra strumenti legislativi ed esecutivi sarà chiarita e una nuova definizione di atti delegati consentirà di semplificare e di razionalizzare la legislazione dell´Unione. La struttura a pilastri sarà abbandonata, «consentendo unità d´azione nei vari campi di attività dell´Unione, con meccanismi e strumenti semplificati». Verranno inoltre definiti con maggiore chiarezza gli obiettivi e le competenze dell´Unione in diversi settori: cambiamento climatico, diritti dei minori, politica europea di vicinato, aiuti umanitari, energia, spazio, ricerca, turismo, sport, salute pubblica e protezione civile. Se la politica commerciale comune è riconosciuta di competenza esclusiva dell’Unione, per una serie di altre questioni sarà possibile applicare metodi decisionali più efficaci. Il Consiglio europeo, poi, diverrà un´istituzione dell´Ue a tutti gli effetti e la sua Presidenza di turno semestrale sarà sostituita da un Presidente eletto per un periodo di due anni e mezzo, «consentendo una maggiore coerenza nella preparazione e nella continuità dei suoi lavori». Dal 2014, inoltre, il numero dei membri della Commissione sarà ridotto a 2/3 del numero di Stati membri, «il che migliorerà la capacità d´azione» e «indicherà ancora più chiaramente che i Commissari rappresentano gli interessi europei e non quelli dei loro paesi d´origine». Per i deputati, infine, il trattato accrescerà anche la visibilità e la capacità dell´Unione in qualità di attore globale. Grazie, in particolare, alla fusione delle cariche di Alto Rappresentante per la politica estera dell´Unione europea e di Commissario per le relazioni esterne, e alla istituzione di un unico servizio di azione esterna composto di funzionari della Commissione, del Consiglio e dei servizi diplomatici nazionali. Con 67 voti favorevoli, 441 contrari e 30 astensioni, l´Aula ha bocciato un emendamento della Gue/ngl volto a respingere il trattato di Lisbona «soprattutto perché non propone progressi verso l´Europa sociale e la democrazia, accelera la liberalizzazione dei servizi pubblici e dell´occupazione e rafforza la militarizzazione dell´Unione europea». E´ stata anche respinta a larghissima maggioranza una lunga serie di emendamenti presentati dall´Ind/dem che contenevano centinaia di domande di chiarimenti sul testo del trattato rivolte ai governi, alla Commissione e al Consiglio per permettere ai deputati «di sapere su cosa si vota». La "motivazione" allegata al testo della relazione (e le sue appendici) forniscono un´ampia descrizione delle novità introdotte dal trattato di Lisbona. Dibattito in Aula Dichiarazione dei relatori - Richard Corbett (Pse, Uk) ha spiegato che la relazione in discussione valuta se il Trattato migliora la situazione attuale dell´Ue, se la rende più efficiente e democratica e conclude che la risposta è senza dubbio affermativa. In proposito ha sottolineato il ruolo che il trattato attribuisce ai parlamenti nazionali e, soprattutto, al Parlamento europeo. Quest´ultimo sarà un legislatore con poteri pari a quelli del Consiglio, anche in materia in bilancio, eleggerà il Predidente della Commissione, potrà ritirare le deleghe alla Commissione e avrà più voce nell´ambito degli accordi internazionali. Sottolineando l´importanza della Carta dei diritti fondamentali, il relatore ha poi evidenziato che il trattato chiarisce le competenze dell´Ue, impedendo che questa diventi un superstato. Pur riconoscendo che taluni possano essere rammaricati dall´abbandono dell´approccio costituzionale, ha concluso sostenendo che il trattato di Lisbona rende l´Ue più trasparente e più vicina ai cittadini. Anche Íñigo Méndez De Vigo (Ppe/de, Es) ha osservato che il Parlamento aveva maggiori ambizioni nella riforma istituzionale, ma ha sottolineato che la soluzione trovata - l´unica possibile - ha mantenuto le caratteristiche essenziali della Costituzione. Non è certamente la stessa cosa, ha spiegato, ma rende l´Ue più democratica ed efficace e fornisce un plusvalore ai cittadini. Grazie al trattato, infatti, l´Ue si dota degli strumenti per rispondere alle attese dei cittadini e affrontare le sfide di oggi, come i cambiamenti cliamatici. Dichiarazione della Presidenza - Janez LenarČiČ ha auspicato che il trattato possa entrare in vigore il 1° gennaio 2009 e ha quindi sottolineato che la priorità va posta nella ratifica da parte di tutti i ventisette Stati membri. Nell´augurarsi che ciò avvenga senza complicazioni, ha affermato che il trattato permetterà all´Ue di affrontare le sfide che l´attendono. Dichiarazione della Commissione - Per Margot Wallström, l´elemento chiave del trattato è il fatto che conferisce una maggiore legittimità democratica all´Ue, assegnando più poteri al Parlamento europeo, prevedendo un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali e introducendo anche elementi di democrazia diretta. La rinuncia al carattere costituzionale, ha osservato, è stata necessaria per trovare il consenso. In merito alle ratifiche, la vicepresidente della Commissione ha evidenziato che non si tratta di un processo ovvio ed ha auspicato che il trattato possa entrare in vigore nel 2009. Ha poi ricordato che la Presidenza slovena ha già iniziato a esaminare taluni atti che saranno necessari per dare attuazione al trattato, come ad esempio le norme relative all´iniziativa dei cittadini. Ha quindi concluso sottolineando la necessità di informare i cittadini, in modo chiaro e obiettivo, sui contenuti del trattato. Interventi in nome dei gruppi politici - Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha ribadito che, per il suo gruppo, il trattato è importantissimo per rilanciare la dinamica europea. Il trattato, infatti, rende l´Ue più democratica, efficace, trasparente e visibile e, pertanto, ne aumenta l´influenza nel mondo. Insomma, il trattato «marca il ritorno della politica in Europa». Ha quindi sottolineato i maggiori poteri conferiti al Parlamento europeo e l´importante rafforzamento della sussidiarietà grazie al maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali. Il leader dei popolari ha giudicato con favore il fatto che il trattato conferisce il diritto d´iniziativa ai cittadini e la protezione dei loro diritti grazie alla Carta europea, permette inoltre all´Ue di svolgere un maggiore ruolo internazionale e fornisce una base giuridica per una politica energetica a livello europeo. Ha quindi invitato i governi a seguire l´esempio dei cinque Stati membri che hanno già ratificato il trattato, auspicando che questo entri in vigore nel 2009. Il Parlamento europeo, secondo Martin Schulz (Pse, De), si accinge a pronunciarsi su un aspetto fondamentale dell´integrazione europea. Ha quindi voluto porre in luce i motivi per i quali l´Unione europea ha bisogno del trattato di Lisbona. In proposito ha ricordato la situazione dell´Europa prima dell´integrazione europea: Hitler, Auschwitz, Stalin, la guerra fredda, il muro di Berlino. A suo parere, l´unica opportunità per gli Stati di esercitare influenza nel mondo per promuovere la democrazia e la stabilità sociale è quella di agire assieme, anche per affrontare grandi attori come Usa e Cina. L´unità, ha enfatizzato, «rende più forti», mentre chi resta sa solo «è destinato a perdere». Ha poi affermato che cento anni di storia europea dimostrano che il nazionalismo non è la soluzione perché, citando quanto detto dal Presidente Mitterand in Aula, «il nazionalismo significa guerra». Il leader socialdemocratico ha quindi concluso annunciando il sostegno del suo gruppo al trattato che ha come obiettivo la comunità dei popoli. Per Andrew Duff (Alde/adle, Uk), il mondo si aspetta un´Europa con maggiore forza di agire sulla scena internazionale. Ha poi auspicato che si ponga fine alle polemiche sul sistema europeo di governo per potersi concentrare sul miglioramento delle politiche Ue. In proposito, ha sottolineato che il trattato, una volta entrato in vigore, collegherà i cambiamenti politici alle riforme necessarie degli strumenti e delle procedure. Ha quindi deplorato che taluni auspicano bocciare il trattato «per tornare a Nizza» o, peggio ancora, alla situazione di 100 anni fa. Ha poi espresso rammarico per le clausole di opt-out richieste e ottenute dal Regno Unito. Secondo Brian Crowley (Uen, Ie) il trattato garantirà che l´Ue continui a progredire nei prossimi anni, le permetterà di rendere più stabile l´economia europea e quindi darà maggiore slancio all´Europa. Ha quindi sottolineato che il mercato unico è uno degli sviluppi più importanti degli ultimi 30 anni ma che, allo stesso tempo, è necessario modificare le regole per adeguarsi a un´Unione che è cresciuta. Ponendo poi in luce tutti i vantaggi che l´Irlanda ha tratto dalla sua appartenenza all´Ue, si è detto sicuro che i suoi concittadini approveranno il trattato. Johannes Voggenhuber (Verdi/ale, At) ha sottolineato le conquiste importanti ottenute con il trattato, che pongono le basi per la prima democrazia sovranazionale, che contempla una Carta dei diritti fondamentali, tutela l´Europa sociale e con un ruolo nel mondo. La vera sfida, ha aggiunto citando Kissinger, è di superare il problema di trasferimento di parte della sovranità. Ha però paventato la perdita dello spirito europeo e della forza di conquistare i cittadini e di offrire nuove soluzioni, a causa dell´atteggiamento reazionario dei governi. Al di là delle conquiste reali del trattato, ha concluso, occorre trasformare l´Ue in un´unione dei cittadini per dimostrare che è capace di dotarsi di una nuova identità. Mary Lou Mcdonald (Gue/ngl, Ie) si è chiesta anzitutto perché si temono i referendum. Ha sottolineato che, mentre si parla di pace, il trattato invita a un aumento delle spese militari, mentre ci si vanta di essere i primi donatori di aiuti allo sviluppo, si firmano accordi che penalizzano i paesi più deboli. Il trattato, inoltre, erode la democrazia e i diritti dei lavoratori, promuovere le liberalizzazioni e la militarizzazione. Per Nigel Farage (Ind/dem, Uk) il Parlamento, con il dibattito, non fa altro che un esercizio pieno di bugie perchè intende evitare i referendum e imporre la politica sui cittadini. A suo parere, infatti, il trattato è identico alla costituzione, consentendo all´Ue di legiferare su tutti gli aspetti della nostra vita. Si è quindi augurato che gli irlandesi, con il referendum, boccino il trattato. Interventi dei deputati italiani - Per Mauro Zani (Pse, It), il trattato di Lisbona «pone fine ad uno stallo prolungato e pericoloso». A suo parere si esce dalla crisi «con una struttura istituzionale stabile, più efficace e aperta ad ulteriori sviluppi» ed ha auspicato che in questa nuova fase «potrà riaprirsi anche il cammino di una Costituzione per l´Europa». A tal fine, ha spiegato, «è necessario un impegno straordinario per promuovere la cittadinanza europea a partire dalla Carta dei diritti». Ha infatti osservato che, «ben al di là del computo demografico, che risponde ad una logica nazionale e intergovernativa, è proprio la cittadinanza europea la pietra angolare attorno a cui costruire in futuro l´edificio politico dell´Europa». Questa, ha aggiunto, «è anche la sola via per recuperare un´anima a questo Trattato». Il futuro, ha concluso, «è anzitutto affidato a una grande alleanza tra il Parlamento e i cittadini europei nella loro pienezza di diritti e di doveri» e la prima . .  
   
   
PRODOTTI SICURI SE C´È IL MARCHIO CE  
 
Strasburgo, 21 febbraio 2008 - Il Parlamento dovrà approva oggi un pacchetto legislativo volto ad agevolare la libera circolazione dei prodotti nell´Ue attraverso un rafforzamento del mutuo riconoscimento delle norme tecniche nazionali e della vigilanza del mercato e con la definizione delle responsabilità degli operatori economici, soprattutto degli importatori. Sono poi definite le norme per attestare la conformità dei prodotti alle norme Ue, comprese le sanzioni, anche penali, per un suo uso scorretto del marchio Ce. Ma è prevista una certa flessibilità per le Pmi. Il 21 febbraio l´Aula è chiamata a sottoscrivere l´accordo raggiunto tra i relatori - Christell Schaldemose (Pse, Dk), Alexander Stubb (Ppe/de, Fi) e André Brie (Gue/ngl, De) - con il Consiglio, dando così il via libera definitivo a un pacchetto di misure che ambiscono ad essere applicate - in modo coerente, trasparente e armonizzato, e con strumenti standardizzati - ai prodotti venduti nell´Ue. Il pacchetto intende agevolare la libera circolazione delle merci nell´Ue attraverso un rafforzamento del principio del mutuo riconoscimento delle norme tecniche nazionali e stabilire norme per la sorveglianza del mercato e l´accreditamento dei prodotti. Stabilisce inoltre le norme relative al marchio Ce. Comprende anche l´istituzione di un quadro generale di natura orizzontale da applicare alla futura normativa sull´armonizzazione delle condizioni di commercializzazione dei prodotti (come quella sulla sicurezza dei giocattoli). Definisce inoltre gli obblighi generali per gli operatori economici e una serie di procedure di valutazione della conformità. Un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti La Commissione proponeva di escludere dal campo d´applicazione della decisione sul quadro generale taluni settori già trattati dettagliatamente dalla normativa Ue, come quella su alimenti, mangimi, tabacco, medicinali umani e veterinari. Come richiesto dai deputati, il compromesso respinge un´esclusione "a priori", prevedendo unicamente la possibilità di discostarsi dai principi comuni di riferimento in virtù delle specificità di taluni settori, «fermo restando che tale opzione dovrà essere giustificata». Conformità dei prodotti e marchio Ce Accogliendo una richiesta dei deputati, il compromesso precisa che i prodotti immessi sul mercato comunitario «devono essere conformi a tutta la normativa applicabile». Parimenti, introduce una definizione di "marchio Ce" molto simile a quella suggerita dai deputati, ossia «un marchio che attesta la dichiarazione del fabbricante secondo cui il prodotto è conforme a tutte le prescrizioni applicabili stabilite nella normativa comunitaria di armonizzazione che ne prevede l´apposizione». La decisione dispone quanto necessario per la "valutazione di conformità" e per la "dichiarazione Ce di conformità". Quest´ultima «attesta che è stata dimostrata la conformità» alle pertinenti prescrizioni e, con essa, «il fabbricante si assume la responsabilità» per la conformità del prodotto. Il regolamento sulla vigilanza del mercato, come richiesto dai deputati, dispone che il marchio Ce «è l´unico marchio che attesta la conformità del prodotto alle prescrizioni applicabili della normativa comunitaria di armonizzazione che ne disciplina l´uso» ed è «la conseguenza visibile di un intero processo che comprende la valutazione di conformità in senso ampio». Il marchio può essere apposto solo dal fabbricante che, così facendo, «accetta di assumersi la responsabilità della conformità del prodotto». Sanzioni per l´uso scorretto del marchio Ce Il regolamento, che è applicabile a partire dal 1° gennaio 2010, vieta l´apposizione su un prodotto di marchi, segni o iscrizioni suscettibili di indurre in errore i terzi circa il significato e il simbolo grafico del marchio Ce o entrambe le cose. Può, tuttavia, essere apposto ogni altro marchio che non comprometta la visibilità, la leggibilità ed il significato del marchio Ce. Possono inoltre essere utilizzati altri marchi ma solo «nella misura in cui contribuiscono a migliorare la protezione dei consumatori e non rientrano nella normativa comunitaria di armonizzazione». Come proposto dai deputati, gli Stati membri dovranno garantire la corretta applicazione delle norme che disciplinano il marchio Ce e procedere legalmente contro il suo uso improprio, prevedendo anche sanzioni, incluse quelle di natura penale, per le infrazioni gravi. Le sanzioni, è precisato, devono essere proporzionate alla gravità dell´infrazione e costituire «un deterrente efficace». Il compromesso accoglie la richiesta dei deputati che chiede alla Commissione di lanciare una campagna di informazione - rivolta soprattutto agli operatori economici, alle organizzazioni dei consumatori e settoriali nonché agli addetti alle vendite - per garantire una maggiore sensibilizzazione dei consumatori in materia di marchio Ce. Maggiori responsabilità sugli importatori La decisione, come suggerito dai deputati, stabilisce che gli operatori economici (fabbricanti, importatori e distributori), in funzione dei loro rispettivi ruoli nella catena di fornitura, «sono responsabili della conformità dei prodotti a tutta la normativa applicabile, in modo da garantire un elevato livello di tutela degli interessi pubblici, quali la salute e la sicurezza, la protezione dei consumatori e dell´ambiente e un´equa concorrenza sul mercato comunitario. Essi hanno anche «la responsabilità giuridica di vigilare a che tutte le informazioni che essi forniscono in relazione ai loro prodotti siano accurate, complete e conformi alle norme comunitarie applicabili». Per assicurare che i prodotti provenienti dai paesi terzi siano conformi a tutti i requisiti comunitari, una particolare attenzione è attribuita agli importatori. Il compromesso, seguendo le indicazioni dei deputati, ne precisa pertanto responsabilità e obblighi. Gli importatori, ad esempio, sono obbligati a immettere sul mercato «solo prodotti conformi». Devono anche assicurare - e non solo verificare, come proposto dalla Commissione - che il fabbricante abbia eseguito l´appropriata procedura di valutazione di conformità dei prodotti e preparato la documentazione tecnica. Spetta loro inoltre assicurare che sul prodotto siano apposti i marchi di conformità prescritti. Se un importatore ha motivo di credere che un prodotto non è conforme, è precisato che egli non può immetterlo sul mercato fino a quando non sia stato reso conforme. Se un prodotto presenta un rischio, inoltre, l´importatore deve informarne il fabbricante e l´autorità di vigilanza del mercato. Qualora un importatore ritenesse che un prodotto da lui immesso sul mercato non è conforme, deve immediatamente prendere misure correttive e, se ciò fosse impossibile, deve ritirarlo dal mercato. Gli importatori, come i fabbricanti, che immettono sul mercato prodotti non conformi ai requisiti comunitari armonizzati sono responsabili dei danni causati (in forza alla direttiva 85/374 sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi). Come richiesto dai deputati, in tutti i casi in cui risulti opportuno per la tutela della salute e per la sicurezza dei consumatori, «gli importatori eseguono prove a campione dei prodotti commercializzati, esaminano i reclami e, se del caso, mantengono un registro dei reclami, dei prodotti non conformi e dei richiami di prodotti e informano i distributori di un tale monitoraggio». Devono inoltre assicurare che il prodotto sia accompagnato da istruzioni e informazioni sulla sicurezza «fornite in una lingua ufficiale facilmente comprensibile per i consumatori e gli altri utenti finali, come deciso dallo Stato membro interessato». Un importatore o distributore che rende disponile sul mercato un prodotto con il proprio nome o marchio commerciale, «è soggetto agli obblighi del fabbricante». Per garantire la tracciabilità di un prodotto lungo la filiera, tutti gli operatori economici devono essere in grado di notificare, su richiesta, alle autorità di vigilanza da chi lo hanno ottenuto e a chi lo hanno fornito. Tale capacità deve essere assicurata per un periodo di tempo «proporzionato al ciclo di vita del prodotto». No a deroghe generali, ma flessibilità per le Pmi La decisione, come richiesto dai deputati, riconosce che la normativa comunitaria «deve tener conto della situazione specifica delle piccole e medie imprese produttrici in relazione agli oneri amministrativi». Tuttavia, esclude eccezioni e deroghe generali per tali imprese, poiché ciò complicherebbe la situazione giuridica che le autorità di vigilanza del mercato nazionali dovrebbero sorvegliare. D´altra parte, precisa che la legislazione Ue dovrebbe far sì che la situazione delle Pmi «venga considerata nell´ambito delle norme per la scelta e l´attuazione delle procedure più idonee in materia di valutazione della conformità e degli obblighi imposti agli organismi di valutazione della conformità, affinché operino in modo proporzionato rispetto alle dimensioni delle imprese e alla limitata natura seriale o non seriale della produzione in questione». Puntualizza inoltre che la decisione lascia libero il legislatore di usare la «necessaria flessibilità» per trattare tali situazioni «senza dover creare inutili soluzioni speciali e improprie soluzioni di ripiego per le Pmi e senza compromettere l´interesse pubblico». Agevolare la libera circolazione dei prodotti all´interno dell´Ue L´obiettivo dell´ultimo regolamento, applicabile dal prossimo autunno, è rafforzare il funzionamento del mercato interno, «migliorando la libera circolazione dei prodotti». Stabilisce quindi le norme e le procedure cui devono attenersi le autorità competenti di uno Stato membro quando assumono o si propongono di assumere una decisione che ostacoli la libera circolazione di un prodotto legalmente commercializzato in un altro Stato membro. Prevede inoltre l´istituzione di punti di contatto per i prodotti negli Stati membri per contribuire alla libera circolazione. Il reciproco riconoscimento si applica ai prodotti che non sono soggetti a misure di armonizzazione a livello comunitario e che possono quindi scontrarsi a ostacoli di natura tecnica definiti a livello nazionale, come ad esempio norme diverse riguardo ai sistemi di illuminazione delle biciclette o relative a test obbligatori da effettuare sui vestiti per bambini. Conformemente al principio del mutuo riconoscimento, invece, uno Stato membro non può vietare la vendita sul suo territorio di prodotti che siano legalmente commercializzati in un altro Stato membro, anche se sono stati fabbricati secondo norme tecniche diverse da quelle cui devono ottemperare i prodotti nazionali. Le uniche deroghe a tale principio sono costituite dalle restrizioni giustificate dai motivi enunciati dal trattato (art. 30) o basate su esigenze imperative di interesse generale e proporzionate all’obiettivo perseguito. Il regolamento inverte l´onere della prova imponendo agli Stati membri il compito di motivare gli ostacoli alla libera circolazione e prevede una serie di garanzie per le imprese che intendono vendere i propri prodotti in un altro Stato membro. .  
   
   
RENDERE PUBBLICI I BENEFICIARI DI TUTTI I FONDI UE  
 
Strasburgo, 21 febbraio 2008 Una maggiore trasparenza delle istituzioni europee consentirebbe ai cittadini di capire meglio come vengono utilizzati i fondi Ue. E´ quanto sostiene il Parlamento europeo chiedendo la pubblicazione dei beneficiari di fondi comunitari, degli importi da recuperare, di una lista nera dei frodatori, dei lobbisti che incontrano i commissari e di tutti gli esperti che assistono la Commissione. Sollecita anche norme etiche per i titolari di cariche pubbliche e un codice deontologico per l´Ufficio antifrode. Nell´approvare la relazione di José Pomés Ruiz (Ppe/de, Es), il Parlamento sottolinea anzitutto che la trasparenza «permette ai cittadini di partecipare più da vicino al processo decisionale, assicura maggiore legittimità alle istituzioni dell´Ue e fa sì che esse siano più efficienti e maggiormente tenute a rispondere ai cittadini all´interno di un sistema democratico». Per i deputati, d´altra parte, una maggior trasparenza in seno alle istituzioni europee «permetterebbe all´opinione pubblica di comprendere meglio come vengono utilizzati i fondi Ue», migliorando nel contempo le possibilità di valutare l´efficacia della spesa dell´Unione. Per ogni beneficiario, trovare tutti i fondi percepiti - Come principio generale, i deputati ritengono che le pagine web della Commissione sui beneficiari di fondi comunitari - che si tratti di contratti, sovvenzioni, spese agricole o strutturali (o altri tipi di finanziamenti) - debbono essere organizzate, classificate e presentate in modo razionale «per poter essere di utilità pratica». Nel rilevare peraltro che i beneficiari possono ricevere fondi Ue a titolo di vari programmi o in vari settori di attività dell´Unione, il Parlamento sostiene che potrebbe essere istruttivo «poter individuare tutti gli importi erogati a un singolo beneficiario in tutti i settori». Chiede quindi alla Commissione di esaminare la fattibilità di un motore di ricerca globale in grado di fornire questo genere di informazioni. Ma anche di introdurre prima delle prossime elezioni europee del 2009 un sistema di informazione «pienamente operativo» destinato al grande pubblico e concernente tutti i beneficiari di sovvenzioni Ue nonché le somme da recuperare. Trasparenza degli interessi finanziari dei titolari di cariche pubbliche europee - Per il Parlamento, ogni istituzione dovrebbe adottare norme in materia di etica professionale per i propri membri, in funzione della natura specifica di ogni istituzione, «basate sulle sue prassi correnti relative a tutti i pertinenti interessi finanziari». Accogliendo un emendamento avanzato dal Ppe/de, l´Aula ha tuttavia soppresso l´elenco degli elementi da trattare nel quadro delle norme etiche, tra i quali figuravano: interessi finanziari e patrimonio, attività del coniuge, obbligo di dichiarare un interesse prima di una discussione o di una votazione, norme concernenti i ricevimenti e i doveri di rappresentanza, accettazione di doni, decorazioni o onorificenze, norme generali in materia di imparzialità e conflitto di interessi, norme specifiche sull´incompatibilità tra i doveri dei titolari di cariche e attività professionali precedenti o concomitanti e restrizioni circa gli impegni professionali o altri incarichi al termine del mandato. Raccomanda poi che le norme in materia di etica professionale di ciascuna istituzione affrontino anche «la responsabilità politica, finanziaria e giuridica globale dei suoi membri». D´altro canto, concorda con il Mediatore europeo sul fatto che «è essenziale divulgare i nomi dei lobbisti che incontrano i Commissari». Lista nera degli autori delle frodi e codice deontologico per l´Olaf - Il Parlamento chiede alla Commissione di esaminare la possibilità di stilare una "lista nera" pubblica dei casi di frode comprovati e degli organismi che ne sono responsabili «per renderne noti gli autori e informare il pubblico» in merito ai risultati degli sforzi compiuti dalla Comunità nella lotta contro le frodi. Osserva peraltro che il sistema di allarme rapido a tutela degli interessi finanziari dell´Ue non copre i fondi agricoli e strutturali. Ribadisce poi «l´urgente necessità» di disporre di un codice deontologico dell´Olaf, al fine di «garantire la presunzione di innocenza nel caso di quei beneficiari che, dopo essere stati oggetto di una procedura di inchiesta lunga e pregiudizievole, vengono poi dichiarati innocenti dai tribunali senza ricevere un indennizzo per i danni morali e le perdite subiti». Recupero di crediti - Il Parlamento invita la Commissione a comunicare all´autorità di bilancio, e in ultima istanza all´opinione pubblica, i nomi dei beneficiari e gli importi da recuperare o accreditati al bilancio dell´Unione europea, nonché la destinazione finale di tali importi. Il recupero può riguardare importi indebitamente versati da uno Stato membro a organizzazioni agricole o ad enti che partecipano ad azioni strutturali, la riscossione di ammende o delle risorse proprie dagli Stati membri nonché importi erogati ai beneficiari di finanziamenti comunitari. Per i deputati, la Commissione dovrebbe presentare al Parlamento a intervalli regolari - e se possibile pubblicare sul suo sito web - un riepilogo degli importi in attesa di essere recuperati, ripartiti per Direzione generale e in ordine cronologico. Rendere pubblica la composizione di tutti i gruppi di esperti - Nel rilevare l´istituzione di un registro pubblico dei gruppi di esperti formali e informali, il Parlamento osserva tuttavia che in tale elenco non figurano, tra gli altri, gli esperti indipendenti incaricati di assistere la Commissione nell´attuazione dei programmi quadro di ricerca e sviluppo e i membri dei comitati che assistono la Commissione negli ambiti in cui essa ha competenze di esecuzione della legislazione (che nel 2004 erano 250). Disapprovando tale approccio, chiede di adottare le misure necessarie affinché il registro comprenda tutti i gruppi di esperti al fine di garantire l´applicazione dello stesso approccio trasparente e di divulgare questo tipo di informazione, a meno di motivi legittimi e stringenti addotti in singoli casi specifici. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: LOTTA ALLE FRODI: PIÙ CONTROLLI E RECUPERARE L´INDEBITO  
 
Strasburgo, 21 febbraio 2008 - Nel 2006 sono aumentate irregolarità e frodi al bilancio Ue: contrabbando e contraffazioni e, soprattutto, fondi strutturali, sono le principali voci. Scendono, invece, le frodi agricole. L´italia non è la sola protagonista. Notando il ruolo svolto dalla criminalità organizzata, il Parlamento chiede di rafforzare la vigilanza, aumentare gli sforzi per recuperare le somme pagate indebitamente. Occorre anche rivedere il funzionamento dell´Olaf e tutelare i diritti degli indagati. Approvando la relazione di Francesco Musotto (Ppe/de, It), il Parlamento si compiace del fatto che le relazioni sulla tutela degli interessi finanziari delle Comunità «siano divenute più analitiche», ma osserva che le statistiche si basano su strutture nazionali molto eterogenee con sistemi amministrativi, giuridici, di controllo e d´ispezione diversi. Chiede quindi alla Commissione di inserire nella relazione annuale 2008 un´analisi delle strutture degli Stati membri che si occupano della lotta alle irregolarità, «affinché il Parlamento possa avere un´idea più chiara dell´applicazione del quadro normativo della lotta antifrode». Nei settori delle risorse proprie, delle spese agricole e delle azioni strutturali degli Stati membri, le irregolarità notificate hanno riguardato, nel 2006, un importo complessivo di circa 1. 143 milioni di euro (contro 1. 024 milioni nel 2005, 982,3 milioni nel 2004, 922 milioni nel 2003 e 1. 150 milioni di euro nel 2002). Per il 2006, l´importo è così ripartito: 353 milioni di euro per le risorse proprie, 87 milioni di euro a titolo del Fondo europeo di orientamento e di garanzia agricola (Feaog) e 703 milioni di euro nell´ambito delle azioni strutturali. D´altra parte, i deputati sottolineano che il numero elevato di irregolarità comunicate alla Commissione «non significa necessariamente un elevato livello di frode, ma può essere anche il risultato dell´efficacia dei dispositivi di controllo in atto e di una stretta cooperazione fra lo Stato membro in questione e la Commissione». Stop al contrabbando di sigarette, televisioni e prodotti contraffatti - Per quanto concerne le risorse proprie, il Parlamento rileva che l´importo viziato da irregolarità è aumentato (+7%) da 328 milioni di euro nel 2005 a 353 milioni di euro nel 2006 e, in tale ambito, i prodotti più colpiti dalle irregolarità sono stati i televisori (69 milioni nel 2005 e 62,3 nel 2006) e le sigarette (30,9 milioni nel 2005 e 27,6 milioni nel 2006). Nota inoltre che il numero di casi verificatisi in Italia (+122%) e nei Paesi Bassi (+81%) «è sensibilmente aumentato» e che, nel 2006, sono stati recuperati 113,4 milioni di euro (32%). Il Parlamento chiede pertanto alla Commissione di indicare, per quanto concerne il settore delle risorse proprie, quali ulteriori azioni intende intraprendere per porre fine all´importazione fraudolenta di televisori, sigarette e, più in generale, di prodotti contraffatti. A tale proposito, nel rilevare con soddisfazione che l´Olaf ha potuto stabilire un´antenna in Cina, incoraggia la Commissione ad intensificare la lotta alla contraffazione. Fondi agricoli: migliorare il recupero delle somme indebite e la vigilanza In merito alle spese agricole, l´importo viziato da irregolarità è diminuito da 105 milioni di euro nel 2005 a 87 milioni di euro nel 2006. Spagna, Francia e Italia «sono responsabili del 57,2% delle irregolarità» e i settori più colpiti sono quelli dello sviluppo rurale, il settore bovino e quello ortofrutticolo. Il Parlamento, nell´accogliere con favore l´adozione del regolamento volto a permettere un più efficace recupero dei pagamenti irregolari, si compiace anche del buon funzionamento del sistema integrato di gestione e controllo (Sigc), che ha consentito di individuare una parte considerevole delle irregolarità accertate. D´altra parte, notando con preoccupazione che il livello di recupero delle somme pagate ingiustamente resta basso e varia da uno Stato membro all´altro, i deputati chiedono alla Commissione di incrementare i propri sforzi per migliorare il livello di recupero delle somme indebitamente corrisposte. A loro parere, peraltro, gli Stati membri dovrebbero esercitare una maggiore vigilanza per evitare le irregolarità e recuperare i fondi, mentre occorre prevedere «un aumento considerevole delle penali» per gli Stati membri che permangono inadempienti in materia di recupero degli importi indebitamente versati. Ritengono poi che la procedura sulla sospensione dei pagamenti vada applicata anche ai finanziamenti della Politica agricola comune (Pac) e chiedono alla Commissione di valutare l´efficienza e la trasparenza dei sistemi di controllo relativi ai pagamenti agli agricoltori. Anche perché, secondo loro, «il comportamento degli Stati membri denota una scarsa vigilanza». Per il Parlamento, d´altro canto, è «assolutamente inaccettabile» che la Germania e la Spagna non trasmettano da anni alla Commissione le informazioni relative alle irregolarità nel settore delle spese agricole, anche perchè questi due paesi sono responsabili del 38% (33,2 milioni di euro) delle irregolarità. Sollecita quindi la Commissione ad avviare procedure d´infrazione nei loro confronti e a trattenere il 10% dei pagamenti agricoli in attesa della conclusione della procedura. Chiede poi alla Commissione di dimostrarsi «intransigente» «se la Grecia non rispetterà il piano d´azione per l´introduzione del sistema integrato di gestione e di controllo». Azioni strutturali: semplificazione e lotta alla criminalità Il Parlamento osserva che l´importo viziato da irregolarità a livello delle azioni strutturali è aumentato del 17% (da 601 milioni di euro nel 2005 a 703 milioni) e che le irregolarità riguardano principalmente (75%) il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse). Germania, Spagna, Italia, Portogallo e Regno Unito sono responsabili di circa l´85% dell´importo viziato (438,1 milioni di euro). I deputati esprimono poi rammarico per il fatto che dei 95 progetti finanziati con i fondi strutturali, sottoposti a revisione, 60 presentavano errori materiali nella spesa dichiarata del progetto. Notano inoltre che, per il 2006, rimangono da recuperare 266,5 milioni di euro, mentre per gli anni precedenti devono essere recuperati ancora 762 milioni di euro. D´altra parte, ritengono che regole troppo complicate e sistemi di controllo e di sorveglianza inefficaci «contribuiscono alle irregolarità constatate» e osservano che i pagamenti sono arrivati spesso in ritardo ai beneficiari. Nell´auspicare un maggiore coinvolgimento delle autorità regionali e locali nella programmazione ed esecuzione dei fondi, i deputati ritengono che la Commissione dovrebbe prestare particolare attenzione alle reti criminali specializzate nella sottrazione di fondi dell´Ue. In proposito, chiedono alla Commissione di fornire un´analisi dettagliata dei sistemi utilizzati dalla criminalità «organizzata in maniera mafiosa o meno» per violare gli interessi finanziari delle Comunità. Allo stesso tempo invitano gli Stati membri a garantire la qualità dei loro sistemi di controllo e di vigilanza adottando una dichiarazione nazionale di gestione concernente tutti gli stanziamenti comunitari a gestione condivisa. Il Parlamento auspica l´avvio di procedure di infrazione verso quegli Stati membri che non assistono i servizi della Commissione nell´esecuzione dei controlli sul posto e chiede di valutare la possibilità di rendere gli Stati membri garanti nei confronti delle Comunità per l´utilizzazione dei fondi europei da parte dei destinatari. In proposito, ricorda che nell´ambito delle azioni strutturali rimangono da recuperare più di 1. 000 milioni di euro per il 2006 e gli anni precedenti e sottolinea la responsabilità diretta degli Stati membri nel recupero di finanziamenti il cui pagamento è viziato da irregolarità. Ribadisce inoltre l´invito alla Commissione a sospendere i pagamenti in acconto agli Stati membri in casi di serie irregolarità. Chiedendo con insistenza l´introduzione dell´obbligo vincolante per gli Stati membri di pubblicare informazioni sui progetti e sui beneficiari dei finanziamenti erogati a titolo di tutti i fondi comunitari a gestione condivisa, la relazione sollecita gli Stati membri a comunicare annualmente alla Commissione la perdita finanziaria corrispondente agli importi definitivamente perduti. Dovrebbero inoltre informare la Commissione e l´Olaf in merito alle sentenze pronunciate dai tribunali sull´utilizzazione fraudolenta dei fondi strutturali. Rivedere il funzionamento dell´Olaf e tutelare i diritti degli indagati I deputati, nel ricordare di aver già caldeggiato l´ipotesi di raggruppare in un unico regolamento le competenze dell´Ufficio antifrode europeo, chiedono all´Olaf di presentare senza indugio un´analisi sull´interoperabilità delle diverse basi giuridiche che gli conferiscono poteri di indagini. Ritengono poi che la modifica del regolamento sul suo funzionamento debba essere oggetto di una valutazione da parte del Parlamento. Ricordando il caso "Tillack vs Belgio", il Parlamento sottolinea che la perquisizione nei locali dei giornalisti è stata giudicata come violazione dei diritti dell´uomo dalla Corte europea e, in tale contesto, chiede l´adozione di tutte le misure opportune «per tutelare i diritti delle persone indagate». .  
   
   
SLOVENIA, SALE IL LIVELLO DI DISOCCUPAZIONE  
 
Lubiana, 21 febbraio 2008 - L´ufficio nazionale di statistica sloveno ha pubblicato i dati sulla popolazione attiva di dicembre 2007. La forza lavoro in Slovenia in dicembre è stata di 932. 772 unità, lo 0,3 per cento in meno rispetto a novembre 2007. Il tasso più alto di occupazione si è verificato nel settore dei servizi, seguito da quello industriale e, fanalino di coda, quello agricolo. Corrispondentemente, è salito il livello di disoccupazione. In dicembre, 68. 411 persone erano registrate come disoccupate (31. 707 uomini e 36. 704 donne), l´1,5 in più rispetto al mese precedente per quanto riguarda gli uomini, mentre per le donne il tasso di disoccupazione è sceso di 1,1 punto percentuale rispetto a novembre 2007. .  
   
   
ABI: IL COMITATO ESECUTIVO NOMINA I SAGGI  
 
Roma, 21 febbraio 2008 - Il Comitato esecutivo dell’Abi, che si è riunito ieri a Roma, ha nominato il Comitato dei Saggi incaricato di svolgere le consultazioni per individuare il candidato a ricoprire la carica di Presidente dell’Associazione per il prossimo biennio 2008-2010. I saggi sono: Giovanni De Censi, Pietro Modiano, Antonio Patuelli, Maurizio Sella e Camillo Venesio. I saggi avvieranno le consultazioni con i banchieri del Comitato esecutivo e riporteranno l’esito possibilmente nella riunione di aprile. Il Presidente sarà eletto dal Consiglio, quale risulterà dall’Assemblea annuale del prossimo 9 luglio. L’assemblea di luglio rinnoverà tutte le cariche e gli organi associativi. Federazione Abi-ania Il Comitato esecutivo ha approvato lo Statuto della Federazione Abi-ania, che prevede i seguenti i seguenti organi: Assemblea, Consiglio direttivo, Presidente e Vice Presidente, Segretario Generale e un Vice Segretario Generale, Collegio dei Revisori. “La Federazione – si legge nel documento – ha per scopo di promuovere il ruolo dell’industria bancaria e assicurativa coniugandolo con gli interessi generali del Paese, nella consapevolezza che un sistema finanziario moderno ed efficiente è condizione indispensabile per lo sviluppo sostenibile dell’economia e della società italiana. La Federazione si propone di rappresentare nei confronti delle Istituzioni, delle Autorità politiche e monetarie, delle Associazioni di categoria e dell’opinione pubblica le posizioni dell’Abi e dell’Ania in tema di politiche economiche e sociali”. Nuovi criteri elettorali per gli organi associativi dell’Abi Oggi si è anche riunita in via straordinaria l’Assemblea dell’Abi, che ha approvato le modifiche allo Statuto dell’Associazione già deliberate dal Comitato esecutivo e dal Consiglio in precedenti sedute, modificando il meccanismo elettorale degli organi statutari in seguito alle importanti operazioni di aggregazione che si sono recentemente verificate nel settore bancario italiano. Per effetto di questa modifica sono stati innalzati rispettivamente da 2 a 4 e da 6 a 10 il numero massimo di posti riconosciuti in Comitato esecutivo e in Consiglio ad uno stesso Gruppo bancario e rispettivamente da 2 a 3 e da 6 a 8 i posti riservati in Comitato esecutivo e in Consiglio al sistema delle banche di credito cooperativo. I nuovi criteri saranno applicati con il rinnovo degli organi associativi, in occasione dell’Assemblea annuale del prossimo luglio. .  
   
   
ROMA 25 FEBBRAIO: CONVEGNO CNCU SULL´AZIONE COLLETTIVA RISARCITORIA A TUTELA DEI CONSUMATORI  
 
Roma , 21 febbraio 2008 – Il prossimo 25 febbraio a Roma presso lo Spazio Etoile si svolgerà un convegtno sul tema: “ L´azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatoriOpportunità e prospettive”. Il pogramma prevede il seguente svoltimento: Ore 9,30 Registrazione partecipanti; Ore 10,00 Sessione Di Apertura - La nuova tutela dei consumatori e utenti : l’Italia capofila in Europa Il cammino dell’azione risarcitoria collettiva in Italia Sergio D’antoni - Vice Ministro dello Sviluppo Economico; La nuove sfide della tutela dei consumatori in Europa Pier Virgilio Dastoli – Direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia Messaggio del Commissario europeo Maglena Kuneva. Ore 11,30 Sessione Di Lavoro: Una nuova pagina per i consumatori italiani: opportunità, regole e ruoli: On. Alessandro Maran - Ii Commissione Giustizia della Camera dei Deputati; Sen. Roberto Manzione – Vice Presidente della 2ª Commissione Giustizia del Senato; On. Bruno Tabacci – V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Ore 15. 00 Dibattito coordinato da Anna Bartolini - L’azione risarcitoria collettiva sperata e ottenuta: aspettative e responsabilità. Confronto tra gli operatori: cosa cambia per i consumatori/utenti - Massimiliano Dona – Unione Nazionale Consumatori; Ivano Giacomelli – Codici; Paolo Landi – Adiconsum; Elio Lannutti – Adusbef; Marco Ramadori – Codacons; Rosario Trefiletti – Federconsumatori; Giustino Trincia – Cittadinanzattiva; Massimiliano Valcada – Confconsumatori. Cosa cambia per le aziende: Maurizio Beretta – Direttore Generale di Confindustria; Raffaele Morese - Presidente di Confservizi; Conclusioni : Pier Luigi Bersani – Ministro dello Sviluppo Economico . .  
   
   
COOPERAZIONE ECONOMICA E CULTURALE: LA TOSCANA PUNTA SULL’AUSTRALIA PERTH, ADELAIDE, MELBOURNE, BRISBANE E SIDNEY LE TAPPE D! EL VIAGGIO  
 
Firenze, 21 febbraio 2008 - Uno stato grande come un continente, con un’economia che cresce ininterrottamente da almeno quindici anni e che guarda con interesse all’Europa e ai suoi territori. La Toscana ha da tempo deciso di puntare su rapporti importanti con l’Australia – con lo Stato del Western Australia, in particolare, è stato firmato nel 2005 un protocollo di intesa – e dare nuovo slancio e nuove opportunità a questa rete di relazioni è l’obiettivo della missione istituzionale ed economica guidata dal presidente della Regione che è partita ieri alla volta di Perth, prima tappa del viaggio. Il rientro, dopo un intenso calendario di incontri con i vertici politici degli Stati della Federazione visitati – Western Australia, South Australia, Victoria, New South Wales e Queensland -, con operatori economici e rappresentanti del mondo della ricerca e delle università e! con gli esponenti della comunità toscana locale, &egra! ve; prev isto per il 3 marzo prossimo. La prima parte della missione – a Perth e Adelaide – vedrà soprattutto incontri di carattere istituzionale con i premier di Western e South Australia, i rappresentanti consolari italiani e le associazioni dei toscani. Il 25 febbraio, a Melbourne, via anche agli incontri di carattere economico - curati insieme a Toscana Promozione - con l’arrivo della delegazione di sei imprese toscane dei settori della moda, delle calzature, dell’agroalimentare e dell’arredo. Le esportazioni e le importazioni toscane con l’Australia corrispondono rispettivamente al 9,2 e al 9,8 per cento del totale italiano. Nel 2006 la Toscana ha esportato merci per un valore complessivo di oltre 234 milioni di euro, il 60 per cento in più del 2005 (in prevalenza prodotti trasformati e manufatti: macchinari, gioielli, prodotti tessili e alimentari ecc. ). La missione si propone di far crescere ulteriormente questi rapp! orti di interscambio. Sempre nella capitale del Victoria, è previsto un incontro con il rettore della Monash University, che ha dal 2001 una sua sede a Prato. Rapporti istituzionali, cooperazione economica e culturale al centro anche delle tappe a Sidney e a Brisbane. Tra gli appuntamenti in programma, la partecipazione del presidente della Regione alla riunione del Coordinamento continentale delle associazioni toscane in Australia (sabato 1 marzo, a Sidney), l’organismo che raccoglie le otto associazioni presenti nel paese (5 di adulti e 3 di giovani ). .  
   
   
LA REGIONE MOLISE HA UN NUMERO DI CONSULENTI IN SERVIZIO SICURAMENTE TRA I PIÙ BASSI D’ITALIA E, PROPORZIONATAMENTE ALLA GRANDEZZA E ALLE TANTE E VARIEGATE COMPETENZE, SICURAMENTE INFERIORI A ENTI COME IL COMUNE E LA PROVINCIA DI CAMPOBASSO.  
 
 Campobasso , 21 febbraio 2008 - "La Regione Molise ha un numero di consulenti in servizio sicuramente tra i più bassi d´Italia e, proporzionatamente alla grandezza e alle tante e variegate competenze, sicuramente inferiori a enti come il Comune e la Provincia di Campobasso. Riportare poi il dato di 2 milioni di euro all´anno di consulenze, come fa il centrosinistra vuol dire "mentire sapendo di mentire". I due milioni sono relativi per la gran parte ai contratti Co. Co. Co. Stipulati con giovani laureati e diplomati. Contratti che voglio sottolineare, sono rivolti appunto a giovani laureati o diplomati, che, con un contratto a termine, offrono la propria professionalità alla Pubblica Amministrazione ricevendo da questa esperienza e competenza da utilizzare, o per un proseguo occupazionale alla Regione, o in altri enti o aziende private in cui vorranno andare a lavorare. In quest´ottica andava letto anche il progetto Skill Generation che ha prodotto ottimi effetti occupazionali e formativi. Progetto che intendiamo riproporre. Le consulenze sono cosa diversissima dai Co. Co. Co. , assimilarli o sommarli, è assolutamente sbagliato e dannoso per la giusta informazione che si deve dare ai cittadini". Lo ha detto il 19 febbraio il Presidente della Regione Michele Iorio intervenendo nel dibattito sulle consulenze in Consiglio Regionale. "D´altro canto –ha chiosato Iorio- è sotto gli occhi di tutti che in questa regione, storicamente, è stata proprio la sinistra a fare un uso sproporzionato e oltre misura delle consulenze. Un comportamento che i molisani hanno giudicato e giudicheranno con libertà intellettuale e con piena cognizione dei fatti". .  
   
   
CON “.DOC”, GLI ARCHIVI STORICI DELL’UMBRIA PIÙ VICINI AI CITTADINI  
 
Perugia, 21 febbraio 2008 – Con un clic su www. Regioneumbria. Eu, il portale istituzionale della Regione Umbria per il turismo, l’ambiente e la cultura, da oggi sarà più semplice conoscere ed apprezzare gli archivi storici dell’Umbria. Tutto questo grazie al progetto ”. Doc. Polo Informativo degli Archivi Umbri”, che, avvalendosi delle più moderne tecnologie informatiche, mira a valorizzare e rendere fruibile ai cittadini il ricco patrimonio di risorse documentarie dell’Umbria. L’iniziativa, realizzata dalla Regione, dalla Soprintendenza archivistica per l’Umbria e dagli Archivi di Stato di Perugia e Terni, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, è stata illustrata a Perugia nel corso di un convegno a Palazzo Donini, al quale hanno partecipato amministratori, dirigenti delle istituzioni coinvolte e rappresentanti dei partner tecnici. Alla base del progetto, che ha avuto un costo di 60mila euro (di cui 40mila investiti dalla Regione e 20mila dalla Fondazione Cassa di Risparmio) c’è la convinzione - è stato detto durante l’introduzione ai lavori – che avere accesso con facilità alle fonti archivistiche può dare un contributo reale alle opportunità di conoscenza del patrimonio culturale dell’Umbria. “. Doc” – è stato spiegato - si propone di potenziare l’azione avviata nell’ambito del portale www. Regioneumbria. Eu, nel quale è stato completato lo sviluppo del software destinato a gestire l’Anagrafe Archivi storici. Ma mentre l’Anagrafe – è stato detto - permette soltanto l’individuazione e la localizzazione degli archivi, con il nuovo progetto, attraverso inventari ed altri strumenti di corredo, sarà possibile visualizzare anche i contenuti dei vari archivi. “Con il ‘Polo Informativo’, che è già stato presentato in anteprima lo scorso novembre al “Com. Pa”, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica dei Servizi al Cittadino e alle Imprese – ha detto il direttore ai Beni e alle Attività culturali della Regione Umbria Ernesta Maria Ranieri - vogliamo dimostrare che la cultura è una dimensione aperta e che gli archivi storici non sono un mondo oscuro, polveroso e lontano, ma un patrimonio da conoscere e tramandare”. L’umbria – ha continuato Ranieri - ha già svolto in questi anni un attento lavoro di riordino, ma ora occorre perseguire altri due obiettivi: un ulteriore sviluppo dal punto di vista informatico e tecnico-scientifico delle modalità di accesso ai dati da parte degli utenti e l’implementazione delle banche-dati disponibili. Per fare questo – ha concluso - ci auspichiamo la prosecuzione della collaborazione delle istituzioni e delle strutture tecniche e scientifiche già coinvolte nella realizzazione del progetto. “Il ‘Polo’ – ha commentato Maria Grazia Pastura della direzione generale per gli Archivi per il ministero per i Beni e le Attività culturali - si pone come anello di congiunzione tra le realtà locali e i sistemi informativi archivistici nazionali, in particolare ‘Siusa’ e ‘Sias’, ed ha l’obiettivo di integrare informazioni già disponibili sui sistemi centrali con notizie di maggiore dettaglio”. A margine del convegno, Rossella Santolamazza della Soprintendenza archivistica dell’Umbria ha ricordato che sono oltre duemila i fondi conservati presso gli Archivi di Stato di Perugia e Terni (con le relative sezioni di Assisi, Foligno, Gubbio, Spoleto e Orvieto) e quelli posseduti da enti pubblici e privati, famiglie e singoli cittadini, ma notevoli sono anche i complessi documentari di natura ecclesiastica, nei quali è possibile consultare i documenti più antichi presenti in Umbria. .  
   
   
CASATI: “GRANDE SODDISFAZIONE PER LA NASCITA DELLA FONDAZIONE “DISTRETTO HT MILANO BRIANZA”  
 
 Vimercate, 21 Febbraio 2008 - “Esprimo grande soddisfazione per la nascita della Fondazione. Oggi, Provincia di Milano, Confindustria di Monza e Brianza, Camera di Commercio di Monza e Brianza e l’associazione dei Comuni per il Distretto Ht Milano-brianza affermano un passaggio importante. Grazie alla Fondazione il Distretto tecnologico di Milano-brianza decolla nel migliore dei modi. Per salvaguardare e rilanciare le eccellenze di un polo imprenditoriale da sempre votato all’innovazione tecnologica e scientifica”. Così Ezio Casati, Assessore alle Attività economiche della Provincia di Milano, commenta ieri a Vimercate la nascita della Fondazione Distretto Ht Milano-brianza. “La Fondazione, con sede a Vimercate – spiega l’Assessore provinciale Ezio Casati – avrà come compito fondamentale il rafforzamento e l’evoluzione stabile di tutte le piccole, medie e grandi imprese presenti nel territorio Vimercatese e in tutto il nord-est di Milano. In sintesi la Fondazione guiderà e governerà lo sviluppo del Distretto Ht. Un tessuto ricco di esperienze imprenditoriali, a vocazione scientifico e tecnologica, che necessita di una strategia e sinergie nuove per essere fortemente competitivo a livello internazionale”. “La Provincia di Monza e Brianza riceve oggi una dote importante – commenta Gigi Ponti, Assessore all’attuazione della Provincia di Monza e Brianza – frutto di un lavoro complesso per il quale la Provincia di Milano ha tirato la volata al nostro territorio: ora da qui bisogna ripartire per costruire nel concreto un modello innovativo e all’avanguardia, che è quanto la Brianza e la zona di Vimercate aspettano per rilanciare il sistema produttivo”. “I membri fondatori, attraverso gli organi della Fondazione, - conclude l’Assessore Ezio Casati - assicureranno gli strumenti finanziari, promuoveranno la ricerca, difenderanno i brevetti e cercheranno i finanziamenti per sostenere le imprese del Distretto Ht Milano-brianza. Non solo, compito della Fondazione sarà quello di raccordare le strategie e gli investimenti del Distretto alle politiche urbanistiche e lavorative del territorio. Non mancheranno politiche per garantire la massima occupazione dei lavoratori e servizi amministrativi alle imprese”. .  
   
   
ABRUZZO: FIRMATA INTESA PER SVILUPPO VALLE PELIGNA GRUPPO DI COORDINAMENTO LAVORERA´ PER ACCORDO DI PROGRAMMA  
 
 Pescara, 21 febbraio 2008 - E´ stato firmato ieri pomeriggio, nella sede del Ministero dello Sviluppo economico, il protocollo d´intesa per il rilancio produttivo e occupazionale della Valle Peligna e dell´Alto Sangro tra lo stesso Ministero, la Regione, la Provincia dell´Aquila, gli enti locali e le parti sociali, presente il vice ministro dell´Economia, Sergio D´antoni. Ad annunciarlo è stato l´assessore al Lavoro, Fernando Fabbiani. "Il protocollo sottoscritto definisce una linea unitaria d´interventi e regola l´attività congiunta di soggetti pubblici e privati volta a tutelare le attività produttive esistenti, ad assicurare il rilancio delle attività industriali e a salvaguardare l´occupazione sia nei siti industriali in crisi sia attraverso la promozione di nuove iniziative produttive nell´area della Valle Peligna e dell´Alto Sangro, a partire dalle specifiche vocazioni industriali" ha spiegato l´assessore Fabbiani. A tale scopo il protocollo d´intesa prevede la costituzione di un gruppo di coordinamento che lavorerà a definire un accordo di programma. "Con la firma di oggi si è concluso un lavoro importante avviato nel febbraio 2007" ha ricordato Fabbiani. Infatti fu proprio l´assessore al Lavoro a proporre l´iniziativa di un protocollo d´intesa per l´approvazione di un accordo di programma, nel corso di un´assemblea svolta nella sede del Comune di Sulmona. "Ora disponiamo di tutti gli strumenti più adeguati per arrivare a programmi concreti per la ripresa e lo sviluppo della Valle Peligna e dell´Alto Sangro - ha continuato l´assessore - inoltre possiamo disporre anche del supporto economico del Ministero". Fabbiani quindi ha espresso "un sentito ringraziamento al Ministero dello Sviluppo economico che anche in questa fase ha favorito la conclusione di questo importante lavoro e a tutto il territorio, enti locali e parti sociali del Centro Abruzzo, che hanno presentato al Ministero una proposta condivisa con la Regione". Infine Fabbiani ha annunciato che nei prossimi giorni sarà convocata una seduta del Cicas chiamato ad individuare i componenti del gruppo di coordinamento previsto dal protocollo. Il gruppo di coordinamento si riunirà nella sede del Ministero dello Sviluppo economico. .  
   
   
DUE NUOVI BANDI PER LA CREAZIONE DI IMPRESE INNOVATIVE IN SARDEGNA  
 
 Cagliari, 21 Febbraio 2008 - I nuovi bandi "Creazione di nuove iniziative imprenditoriali innovative da parte di giovani laureati" e "Creazione di imprese spin off dalla ricerca", pubblicati da Sardegna Ricerche, prevedono l´erogazione di un contributo finanziario finalizzato alla copertura delle spese inserite nel Piano di sviluppo aziendale per l´avvio dell´impresa. Le proposte devono pervenire a Sardegna Ricerche entro le 13. 00 del 20 marzo 2008. Il testo integrale dei bandi e la documentazione necessaria per la presentazione delle proposte è reperibile nella sezione Bandi nel portale Sardegnaricerche. Per dare la più ampia diffusione all´iniziativa, Sardegna Ricerche sta organizzando in collaborazione con gli atenei isolani due seminari informativi: giovedì 21 febbraio alle 15. 00 nell´Aula magna della Facoltà di Economia dell´Università di Cagliari in viale Sant´ignazio, 17; venerdì 22 febbraio a Sassari alle 11. 00 nell´Aula magna della Facoltà di Scienze naturali in via Vienna, 2. La partecipazione ai seminari è libera. Per informazioni e assistenza contattare Sardegna Ricerche, ufficio valorizzazione dei risultati della ricerca allo 070 9243. 2204, via fax allo 070 9243. 2203, per e-mail all´indirizzo vrt@sardegnaricerche. It;. .  
   
   
LODI: PERFORMANCE 2007 DELLE SOCIETÀ DI CAPITALE  
 
 Lodi, 21 febbraio 2008 – In provincia di Lodi continua ad allargarsi la base imprenditoriale. Il 2007 si è concluso con un numero di imprese attive pari a 16. 125, 473 in più rispetto alla stessa data del 2006, con una variazione tendenziale del dato di stock del 3% e dell’1,1% (+ 175 unità) rispetto alla rilevazione del 30 settembre scorso. Anche nell’ultimo trimestre (settembre-dicembre) dell’anno, il raffronto territoriale con le altre province lombarde (sono state escluse dal confronto le province di Milano e di Monza-brianza. La creazione della nuova provincia ha causato lo “spostamento” di dati statistici verso la nuova area, a scapito della provincia di Milano che ha “perso” 62. 699 posizioni, pari a -18,29% rispetto alla consistenza rilevata a fine 2006) ha affermato il primato di Lodi in termini sia di variazione tendenziale che congiunturale. I dati del territorio mostrano un lodigiano con un passo più spedito rispetto a quello che mostrano la Lombardia e l’Italia, le cui dinamiche imprenditoriali nel 2007 sono rimaste sostanzialmente immobili. La provincia di Lodi conferma di essere un territorio aperto all’intrapresa, anche la crescita demografica. In termini unitari non comporta ipso facto una crescita delle imprese in termini di dimensione e di reddito prodotto. Scendendo nel dettaglio di alcune specializzazioni particolarmente dinamiche, non sfugge, per esempio, la forte presenza di ditte di proprietà di immigrati aperte. Una indicazione di “potenzialità” positiva può supporsi dalla rilevazione che delle 473 imprese che hanno migliorato lo stock delle imprese operative, il 38% è costituito da società di capitale, società di persone e di natura giuridica diversa. Nei dodici mesi l’incremento tendenziale delle varie forme societarie (capitale, persone e altre forme) è andato oltre il 6%. La maggiore concentrazione di imprese è comunque costituita dalle Ditte individuali (61%) che, tra l’altro, sono risultate in aumento, avendo presentato a fine anno un saldo tra entrate e uscite di 295 unità. E’ in ogni caso da considerare favorevolmente l’incremento tendenziale di 136 unità (corrispondenti a + 5,9%) fatto registrare delle Società di capitale. L’ufficio Studi camerale ha rilevato nell’ultima frazione dell’anno ancora una impennata delle Costruzioni, incremente dell’8,6% (+291 posizioni). Il settore è tornato a ritmi di crescita sostenuti, dopo un periodo di assestamento/rallentamento in cui gli indicatori di stock non superavano il 5-6%. La disaggregazione per settori merceologici segnala inoltre l’aumento delle Attività immobiliari, noleggio informatica e ricerca (+72 unità, pari al 3,3%), del Commercio all’ingrosso e dettaglio (+39 unità, pari a 1,1%) nonchè dei Pubblici esercizi (+24 unità, pari a 3,3%). I dati di flusso, riferiti a Iscrizioni e Cessazioni, evidenziano nel periodo settembre-dicembre 2007 un tasso di crescita trimestrale dello 0,86%, superiore ai valori rilevati periodicamente nel corso dei precedenti trimestri dell’anno. Il tasso di crescita trimestrale deriva dallo scarto tra un tasso di natalità del 2,10% e di mortalità dell’1,23%, anch’essi più elevati rispetto allo precedente trimestre dell’anno. Il tasso annuo di sviluppo si assesta pertanto su un valore simile a quello rilevato negli anni scorsi (+2,1%), mentre il tasso di natalità (+9,1%) e di mortalità (+7%) risultano più elevati di quanto rilevato negli anni scorsi, a dimostrare la maggior vivacità (o debolezza) del sistema imprenditoriale locale. Anche per gli indicatori di flusso il sistema imprenditoriale locale vanta un primato rispetto a ciò che si riscontra nelle altre province, dove in ben 8 territori su 11 (esclusa Monza-brianza) lo stesso risulta addirittura negativo. Va tuttavia precisato che la minor crescita è sicuramente legata all’aumento del numero di cancellazioni d’ufficio (ai sensi del D. P. R. N. 247 del 23/07/04 che è in corso di applicazione), già iniziato anche presso l’ente camerale lodigiano e tuttora in corso. .  
   
   
LODI: ANAGRAFE DELLE IMPRESE ARTIGIANE, NUOVO BOOM DELL’EDILIZIA  
 
Lodi, 21 febbraio 2008 – Il 38,5% delle imprese attive lodigiane, corrispondenti a 6. 262 unità, opera come impresa artigiana ed è quindi iscritta all’apposito Albo tenuto dalla Camera. Nell’ultimo trimestre (settembre-dicembre) del 2007 la tipologia delle imprese artigiane è cresciuta dell’1,9% (117 posizioni in più), mentre il confronto su base tendenziale segnala una crescita nei dodici mesi del +4,8% delle unità operative. In entrambi i confronti si rileva un maggiore incremento degli indicatori rispetto ai dati elaborati nel precedente trimestre. Come osservato oramai da parecchio tempo, l’incremento dello stock di imprese attive è trainato da coloro che confluiscono nel settore delle Costruzioni (259 posizioni in più rispetto allo scorso anno, pari al 9%) e che incidono per l’89% sull’incremento di questo settore. Nella maggior parte dei casi, queste posizioni sono riconducibili a singoli individui, magari extracomunitari, che si mettono in proprio per poter lavorare. La compagine artigiana aumenta anche nel settore Manifatturiero (+17 unità, corrispondenti a +1,3%) e negli Altri servizi pubblici, sociali e personali (+11, pari a +1,9%), ma cala, come già nel terzo trimestre, nelle attività collegate al Commercio (-9 unità, pari a -2,5%) e nei Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (-3 unità). Il tessuto artigiano del territorio è chiaramente dominato dalle Ditte Individuali (l’80%), che hanno chiuso il 2007 con un aumento di ben 237 posizioni, ma anche la forma giuridica delle Società di capitale ha messo a segno un incremento significativo: 26 imprese di capitale in più rispetto allo scorso anno, corrispondenti a +23,4% in termini relativi. L’analisi dei flussi trimestrali ha evidenziato nel periodo settembre-dicembre una crescita delle imprese artigiane dell’1,9%, in netto recupero rispetto ai precedenti trimestri dell’anno, quando si assestava su valori poco superiori allo zero. Il tasso di crescita annua nel 2007 è stato del 4,9%, anch’esso superiore al 2-3% rilevato negli anni precedenti. .  
   
   
SARDEGNA: ULTIMA FASE DELLA LIQUIDAZIONE DELL´ISOLA  
 
 Cagliari, 21 Febbraio 2008 - L´isola, Istituto sardo organizzazione lavoro artigiano, sta per completare l´iter della gestione liquidatoria, avviata l´11 maggio 2006 con la delibera della Giunta regionale che ne aveva disposto la soppressione e il passaggio delle funzioni e dei compiti in materia di promozione e commercializzazione dell´artigianato tipico, tradizionale e artistico all´agenzia Sardegna Promozione. Il commissario liquidatore, in attuazione delle direttive dell´Assessorato regionale del Turismo, artigianato e commercio, ha apportato una serie di aggiornamenti al programma di liquidazione. Così sono state aggiornate le schede di ciascun Centro pilota, relativamente alle ipotesi di utilizzo futuro, in vista del trasferimento alle amministrazioni locali interessate. I contratti di gestione dei punti vendita di Cagliari (via Bacaredda e via Santa Croce) e Sassari sono stati prorogati sino al 31 gennaio 2008. Anche il contratto di commissione di vendita del negozio di Bosa è stato prorogato sino a quella data. È stato disposto il trasferimento delle collezioni di manufatti dal magazzino di via Scano di Cagliari (dismesso) a quello di Sassari e agli uffici Isola di Nuoro. Una parte del personale è stato provvisoriamente assegnato all´Amministrazione regionale. L´assessore Luisanna Depau ha chiesto alla Giunta di consentire la gestione del periodo di conclusione della liquidazione, che non dovrà comunque estendersi oltre il primo trimestre, utilizzando all´occorrenza l´avanzo di amministrazione (pari a 6 milioni 29mila 380 euro). Il rendiconto finale di gestione dovrà essere presentato entro il 24 marzo prossimo. Inoltre, per evitare ripercussioni negative nelle vendite dell´artigianato artistico, è necessario garantire continuità alle attività di commercializzazione: per questo motivo sono stati prorogati i contratti relativi all´attività di commercializzazione sino al 30 aprile 2008. In attuazione del programma d´intervento dell´artigianato tipico, tradizionale ed artistico della Sardegna per l´anno 2007, approvato dalla Giunta regionale l´anno scorso, è stato reso esecutivo il bando per la selezione di progetti diretto ai Comuni, teso al recupero e allo sviluppo delle attività tipiche e tradizionali. Il termine di presentazione dei progetti è stato fissato per il 29 febbraio 2008. Il bando prevede, tra i criteri di valutazione dei progetti, la presenza di Centri pilota all´interno del territorio comunale. L´intero patrimonio immobiliare dell´Isola sarà trasferito all´Assessorato regionale degli Enti locali, che attiverà le procedure per la gestione o la dismissione dello stesso. Il patrimonio mobiliare (arredi, collezioni e beni librari) sarà invece acquisito al patrimonio mobiliare della Regione. .  
   
   
L’ARTIGIANATO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA NEL 2007  
 
 Reggio Emilia, 21 febbraio 2007 - Brusca frenata del numero di imprese artigiane che si sono iscritte, nel corso del 2007, in provincia di Reggio Emilia con un contemporaneo aumento di quelle cessate. Il saldo registrato fra gennaio e dicembre dell’anno appena trascorso è risultato positivo per sole 60 unità, decisamente inferiore a quanto osservato negli ultimi anni quando la differenze fra imprese iscritte e cessate variava fra le 600 e le 800 unità. Ancora un incremento, prosegue l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di commercio, ma il +0,3% rilevato è molto prossimo alla stazionarietà. Addirittura se si calcolasse la variazione percentuale al netto delle costruzioni il valore osservato sarebbe negativo, pari a -0,6%. Il saldo positivo, infatti, è da attribuire prevalentemente all’attività edilizia che rappresenta oltre il 50% del totale imprese artigiane registrate nel territorio reggiano. Oltre ai lavori di costruzione e completamento di edifici, che passano da 7. 102 del 2006 a 7. 139 del 2007 con un incremento dello 0,5%, sono in aumento le attività di installazione di impianti, sia elettrici (+1,2%) che idraulici (+2%), di tinteggiatura (+4,5%) e di posa in opera di rivestimenti di pavimenti e muri (+0,5%). Registrano variazioni positive anche le attività dei servizi connessi all’agricoltura, in particolare quelle dei contoterzisti e il noleggio di mezzi e macchine agricole (+3,8%), le attività dei servizi alle imprese, con particolare riferimento alla manutenzione e riparazione di apparecchiature informatiche (+5,9%). Le imprese artigiane della provincia di Reggio Emilia che svolgono attività manifatturiere passano da 5. 965 del 2006 a 5. 950 del 2007 registrando, nel complesso, una lieve diminuzione (-0,3%); stesso andamento che si osserva per i servizi alla persona che, scendendo da 1. 326 a 1. 314, si riducono dello 0,9%. Relativamente alle dinamiche rilevate per le forme giuridiche, non si arresta la lenta ascesa delle società di capitale che, nell’anno appena trascorso, hanno raggiunto le 640 unità, quasi il 3% delle ditte artigiane nel loro complesso, nonostante si confermi la netta prevalenza di imprese individuali (17. 336) che continuano a rappresentare i tre quarti del totale. .  
   
   
MARCHIO “MATERA DOC” A QUOTA 9  
 
Matera, 21 febbraio 2008 - E’ stato salutato dall’attribuzione del nono marchio “Matera Doc’’ per l’artigianato artistico l’insediamento del rinnovato Comitato Consultivo insediato presso il Centro servizi per le imprese (Cesp)- Azienda speciale della Camera di commercio di Matera. L’esecutivo è composto da Rosa Gentile per l’Ente camerale, Giuseppe Albano per la Provincia di Matera, Marco Colucci dell’Associazione per le piccole e medie industrie, Emanuele Mancini per la Confederazione nazionale degli artigiani (Cna), Michelangelo Pentasuglia per il Comune di Matera, Gerarda Bonelli per la Confartigianato e Giuseppe Montemurro per l’Ente Parco della Murgia materana. Finora il marchio era stato attribuito alle imprese materane “Materia” settore oreficeria, “Gi. Mi ceramiche”, “Giorgio Simeone” oreficeria, “Il Bottegaccio’’ cartapesta, ceramiche e vetrate Festa Bruna Maria –Ceramiche di arte, ceramiche artistiche, “L’arte della pietra”, lavorazione della pietra di Bernalda, Ceramiche artistiche “Il Vasaio’’ e “Lavorazione del ferro battuto” di Stigliano, e l’ultima arrivata “Progetto Arte’’, manufatti in tufo, di Matera. Un elenco destinato ad allungarsi grazie all’attività di promozione che il Comitato per la “Matera Doc’’ ha messo in campo per il rispetto di specifici disciplinari per ogni settore artistico passando per un attento riferimento alle tecniche di lavorazione, alla tradizione e alla storia del passato, fino alla produzione, al restauro. Ed è proprio il rispetto dei disciplinari, che consente alla commissione di attribuire il “Matera Doc artigianato artistico” registrato dal Cesp come marchio collettivo per le imprese di artigianato artistico del Materano. Nel Regolamento i settori dell’artigianato artistico individuati come radicati nel territorio della provincia e da tutelare sono 8 : cartapesta, ceramica, cuoio, ferro battuto, legno, oreficeria, terracotta e tufo. Ma possono essere tutelate anche tutte le altre lavorazioni dell’artigianato artistico, non comprese nell’elenco, ma svolte prevalentemente con tecniche manuali, ad alto livello tecnico professionale anche con l’ausilio di apparecchiature. Sono esclusi i prodotti frutto di lavorazione interamente in serie. Il marchio “Matera Doc artigianato artistico” è realizzato in forma di vetrofania da apporre sulle vetrine delle botteghe artigiane e dei punti vendita e in altro formato ai fini della marchiatura delle produzioni certificate. Inoltre, sono distribuite su tutto il territorio provinciale presso le strutture ricettive, 18 teche che espongono le produzioni di artigianato artistico delle aziende aderenti al marchio. L’iniziativa è gestita dal Cesp che concede l´uso del marchio alle imprese che ne facciano richiesta scritta, che svolgano attività artigiana da almeno tre anni e che siano iscritte negli albi delle imprese artigiane della Provincia di Matera. Il diritto all’uso del marchio decade se, a seguito di accertamento del Cesp, è stabilito che sono venuti meno i requisiti per l´iscrizione dell´impresa all’Albo delle imprese artigiane. "Il marchio Matera doc -ha detto il presidente del Cesp, Domenico G. Bronzino- è il mezzo per contribuire a valorizzare l’artigianato artistico locale, che ha nelle tecniche di lavorazione e nell’uso dei materiali un patrimonio da tutelare. Saranno a breve avviate dal Cesp delle iniziative di promozione e comunicazione finalizzate a darne una più diffusa visibilità sia a livello locale che nazionale. L’artigianato artistico è una componente importante del sistema produttivo locale e, in generale, dell’offerta turistica che deve avere nella qualità un fattore prioritario per affermarsi. In una fase di crisi della nostra economia non dobbiamo tralasciare alcuna delle risorse del territorio, soprattutto se fa parte della tradizione produttiva locale che può portare reddito, nuova occupazione e di quella giovanile in particolare’’. .  
   
   
SICUREZZA ANTICRIMINE: 500MILA EURO ALLE IMPRESE BARESI  
 
 Bari, 21 febbraio 2008 - Sicurezza anticrimine: è disponibile on line, sul sito della Camera di Commercio di Bari, www. Ba. Camcom. It, o presso la portineria dell’ente, il bando di concorso rivolto alle piccole e medie imprese baresi che intendano dotarsi di sistemi antifurto, antirapina, anti-intrusione ad alta tecnologia (compresi sensori infrarossi e volumetrici); impianti di video-sorveglianza o video-protezione. Sistemi che devono obbligatoriamente essere dotati di collegamento con centrali di vigilanza e forze dell’ordine. “Crediamo che sia compito irrinunciabile delle istituzioni – spiega il presidente dell’ente Luigi Farace – sostenere e supportare le imprese con servizi e attività che possano consentire loro di recuperare un senso di fiducia e maggiore tranquillità operativa. La nostra iniziativa si muove in questa direzione e risponde anche alla necessità di ricostituire un clima sociale di grande collaborazione, più favorevole agli investimenti ed alla crescita economica”. Il contributo viene concesso applicando le disposizioni previste dal regime “de minimis” così come definito dalla Comunità Europea (Regolamento della Commissione Europea n. 1998/2006 pubblicato sulla Gece – serie L n. 379 del 28 dicembre 2006)* Sono ammesse ai benefici del bando di concorso le piccole e medie imprese commerciali, artigiane, industriali, pubblici esercizi, imprese agricole e agrituristiche, cooperative agricole e di trasformazione, con sede e/o unità operativa nella provincia di Bari, che abbiano realizzato o avviato dal 15 febbraio 2008 e ultimato o in corso di realizzazione al 30 giugno 2008 interventi relativi all’installazione di impianti di sicurezza anticrimine. La domanda e la relativa documentazione devono pervenire esclusivamente alla Camera di Commercio di Bari – Ufficio Protocollo – Corso Cavour, 2 a partire dal 1° luglio 2008 ed entro il 31 luglio 2008. Le domande devono essere presentate tramite lettera raccomandata; farà fede la data del timbro postale di spedizione. Il contributo riconoscibile è pari al 10% dell’importo complessivo delle spese sostenute – al netto di Iva . L’ammissione al contributo avverrà sino a esaurimento dei fondi disponibili sulla base dell’ordine di presentazione delle domande di contributo .  
   
   
PIEMONTE: SEMINARIO SUI FINANZIAMENTI IN RICERCA PER LE PMI  
 
Verbania, 21 febbraio 2008 – Un seminario sulle opportunità di finanziamento comunitarie e regionali per attività di ricerca e innovazione tecnologica si terrà il 3 marzo 2008 presso la Camera di commercio di Verbania, strada del Sempione 4, Baveno. Il seminario dal titolo "Ricerca per le Pmi: opportunità di finanziamento comunitarie e regionali", organizzato nell’ambito dell´Enterprise Europe Network, intende informare le aziende sul bando comunitario “Ricerca per le Pmi”. Verranno illustrate le iniziative regionali volte a sostenere l’attività di ricerca negli Atenei, nelle imprese e nei centri di ricerca piemontesi, previste dal Programma triennale della Ricerca (2007-2009). Per ulteriori informazioni http://www. Pie. Camcom. It/c/itt/page/t08/view_html?idp=98 .  
   
   
BARATTA (CISL): “LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO PER RILANCIARE IL PAESE” LA RIFORMA DEL MODELLO CONTRATTUALE AL CENTRO DELL’ESECUTIVO DEI QUADRI CISL  
 
Roma, 21 febbraio 2008 - “Una struttura della contrattazione che migliori le condizioni di reddito, di sicurezza e qualità del lavoro, che accresca la competitività e la produttività del sistema delle imprese del nostro Paese” – con queste parole Gianni Baratta, segretario confederale Cisl, ha aperto il suo intervento nel corso dell’esecutivo dell’Associazione Progetto Quadri Cisl, svoltasi a Roma. “Il modello contrattuale del ‘93 è ormai superato – ha continuato Baratta - bisogna prevedere un sistema basato su due livelli: quello nazionale, legato al tasso di inflazione, e quello territoriale/aziendale, legato alla produttività, alla qualità, alla redditività e all’efficienza. Nella contrattazione di secondo livello, che deve essere più inclusiva, vanno privilegiate e ricostruite sul territorio alcune tipologie contrattuali come quella di distretto o quella basata sulle dimensioni aziendali”. Il Segretario confederale Cisl ha poi affrontato gli altri punti della bozza di riforma, presentata negli scorsi giorni da Cgil, Cisl e Uil, sostenendo come “sia assolutamente necessario nel nuovo modello contrattuale valorizzare l’esperienza della formazione continua e dei Fondi Interprofessionali come strumenti di innovazione per il Paese e prevedere politiche volte ad incoraggiare ed agevolare il lavoro femminile. ”. “Credo, inoltre, che nei contenuti contrattuali - ha continuato Baratta - vadano sperimentati ulteriori strumenti di bilateralità e proprio in questo senso ritengo l’esperienza di Apq, il suo ruolo di coordinamento e la sua costante azione di contaminazione positiva, molto importanti e di grande esempio per il sindacato. Il ruolo del quadro nella contrattazione di secondo livello è fondamentale ed è necessario che nelle tematiche riguardanti i quadri siano gli stessi quadri a rappresentarli”. L’intervento del segretario Cisl Baratta è stato accolto con grande positività dall’esecutivo dei Quadri Cisl. “Da sempre - ha dichiarato al termine dell’incontro Roberto De Santis, Presidente dell’Associazione Progetto Quadri Cisl – la nostra associazione sostiene l’esigenza di potenziare la contrattazione di secondo livello ed il ruolo dei quadri all’interno di essa. Condividiamo pienamente l’importanza della formazione continua, rivendicandone la fruibilità da parte della categoria dei quadri, spesso esclusi dai processi formativi ed riteniamo fondamentale agevolare il lavoro delle donne e la conciliazione vita-lavoro in una logica di genitorialità“. . .  
   
   
MOLISE: NUOVE IDEE INNOVATIVE DALL’INCUBATORE DELL’UNIONCAMERE  
 
Campobasso, 21 febbraio 2008 – L’incubatore dell’Unioncamere Molise, realizzato nell’ambito del progetto P. In - Interregg. Iiia, accoglie tre innovative idee imprenditoriali, che spaziano dalla commercializzazione al food design, dalla fidelizzazione della clientela alla creazione di strumenti innovativi destinati a migliorare la qualità della vita delle persone diversamente abili. “Officina Quack!”, “Heron Technologies s. A. S. ” e “Au Management s. R. L. ”: questi i nomi dei progetti ammessi all’interno dell’Incubatore. Nata per promuovere e stimolare l’industria del design in regione - attualmente non è presente alcuna iniziativa di questo tipo - l’ “Officina Quack!” si distingue per originalità, riconoscibilità e coerenza del linguaggio progettuale. Promosso dal giovanissimo Piergiorgio Carozza, il progetto si basa su un’idea imprenditoriale capace di rispondere concretamente alle esigenze delle imprese locali, che, grazie a tale iniziativa, possono investire nel design del prodotto e nel food design, per contrastare la concorrenza e promuoversi sul territorio regionale e nazionale. Heron Technologies s. A. S. È un’impresa che utilizza l’innovazione per migliorare la qualità della vita delle persone disabili, incentrando la propria attività sulla ricerca finalizzata allo sviluppo di nuovi processi meccanici, elettrici ed elettronici. Già promotrice della Manuscale, una sedia a rotelle che consente alle persone disabili di superare le barriere architettoniche senza alcuna motorizzazione ed in modo autonomo, l’azienda sta ottimizzando l’orAkon, un dispositivo di aiuto individuale finalizzato a superare le sordità totali o parziali. L’au Management Srl, vincitrice della Business Plan Competition Molise Start Cup 2007, promossa dall’Università degli Studi del Molise in collaborazione con Unioncamere Molise, è invece promotrice di un’idea di business in grado di generare un sistema di fidelizzazione della clientela, tramite l’utilizzo di apposite card, che consente al consumatore di aumentare il proprio potere di acquisto e all’imprenditore un ritorno in termini di visibilità e fatturato. “Oltre a conferire alle neo imprese supporto logistico per l’avvio e per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale, l’incubazione garantirà loro contatti facilitati non solo con gli altri operatori economici, ma anche con il mondo accademico ed istituzionale – ha commentato il Presidente di Unioncamere Molise, Paolo di Laura Frattura — generando una nuova imprenditoria ad alta intensità di conoscenza e trasferendo innovazioni tecnologiche al circuito produttivo. Riteniamo strategico – ha concluso il Presidente - sostenere la nascita di “luoghi”, quale l’Incubatore, in grado di garantire un proficuo processo di osmosi tra il mondo della ricerca ed il mondo delle imprese, fattore questo indispensabile per lo sviluppo competitivo del nostro sistema economico”. .  
   
   
LODI: LE TENSIONI SUL FRONTE DEI PREZZI PREMONO SUI CONSUMI  
 
Lodi, 21 febbraio 2008 - Le recenti tensioni sul fronte dei “contest”, l’aumento delle tariffe energetiche e dei servizi di pubblica utilità, le tensioni e i rincari nelle filiere del latte e delle carni, dei prodotti non alimentari esposti ai rincari delle materie prime e non, gli effetti indiretti che risalgono alla filiera produttiva e distributiva, hanno riportato negli ultimi mesi l’attenzione ai tradizionali canali di trasmissione a valle, dove gli indici dei prezzi al consumo hanno con rapidità di decisione ripreso a salire. Fermi, o quasi, gli indicatori di retribuzioni e pensioni, l’accelerazione nella dinamica dei prezzi ha agito sui consumi, con riflessi comunque eterogenei tra le province della Lombardia. A livello regionale il volume d’affari delle imprese di commercio al dettaglio non ha segnalato variazioni nel 2007, mentre in provincia di Lodi ha avvertito una contrazione di oltre due punti tendenziali sul 2006. Oltre che a Lodi, il volume di affari è peggiorato a Cremona (-2,1%), Mantova (-1,1%), Como (1. 8%), Milano e Pavia (-0,7%). L’indagine congiunturale regionale (nel lodigiano è condotta su un campione di quaranta aziende), ha messo in luce la vivacità che ha investito il settore distributivo di quasi tutte le province lombarde ( solamente Sondrio ha sofferto una perdita di affari pari a -1,6% in termine di volume). In provincia di Lodi il commercio ha parcheggiato sicuro realizzando una performance nell’ultimo trimestre (+7,1%) che è la più alta a livello lombardo e che ha permesso alle attività del comparto distributivo di riequilibrare il tasso tendenziale (negativo) di fine anno. Naturalmente, nel considerare il dato trimestrale, non va dimenticato che sul periodo di riferimento hanno influito i consumi per le festività natalizie. Nel trimestre di riferimento, a livello territoriale locale gli affari sono andati meglio per gli esercizi di dimensione medio-grande (50-199 addetti) che hanno realizzato una variazione positiva pari al +9% sul trimestre precedente e concretizzato, sullo stesso trimestre del 2006, un incremento del volume d’affari del 3,5%. Alla prestazione delle medio-grandi imprese hanno contribuito soprattutto le attività “Non-specializzate” con un aumento del 9% degli affari. Nel dettaglio, i dati forniti dalle imprese lodigiane confermano che la crescita ha coinvolto nel trimestre in esame sia il settore non alimentare (+5%) che il settore alimentare (+6,4%). A loro volta i prezzi hanno presentato variazioni differenti a seconda delle attività economiche: sono risultati in marcia nel settore alimentare (+2,4%), pressoché stabili nei non-alimentari (-0,3%) e con tendenza al rialzo nel comparto dei non-specializzati (+1,2%). In particolare hanno partecipato alle variazioni dei prezzi in rialzo le imprese medio-grandi, contraddistintesi per tassi di crescita più che moderati (+1,8%). Per quanto concerne il livello delle scorte, nonostante la maggioranza degli intervistati ( il 73%) le consideri “adeguate” vi è comunque una prevalenza di operatori che le giudica in esubero. A conferma, gli operatori hanno dichiarato un calo nel volume degli ordinativi, sia rispetto a tre mesi fa che all’anno precedente. L’occupazione nel commercio è stata segnalata in calo, con variazioni negative su tutti i livelli, sia di classe che di attività economica. Nel complesso è sintetizzata con -1,49%, mentre in Lombardia il dato è pari a -0,4%. A differenza del trimestre scorso le prospettive sono prevalentemente all’insegna della stabilità, con una maggioranza di giudizi in positivo .  
   
   
NOVARA: MISTER PREZZI OPERATIVO ALLA CAMERA DI COMMERCIO  
 
Novara, 21 febbraio 2008 - Sarà operativo, a partire da lunedì 25 febbraio, il numero verde del Garante per la sorveglianza dei prezzi, la figura istituita dalla Finanziaria 2008 al fine di contrastare il fenomeno degli eccessivi ed ingiustificati rincari di prezzi e tariffe. L’attività del Garante, nominato nella persona di Antonio Lirosi, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico, sarà indirizzata verso tre filoni d’azione principali: la sorveglianza dei fenomeni di mercato, sia attraverso le segnalazioni dei cittadini sia attraverso una più stretta collaborazione con la Guardia di Finanza; il coordinamento e il confronto con le altre istituzioni locali e nazionali nel contrasto all’aumento dei prezzi e per favorire il dialogo tra le associazioni dei consumatori e le categorie imprenditoriali; la valorizzazione di best practices. Gli uffici del Garante risponderanno al numero verde 800 95 59 59, gratuito da rete fissa e mobile, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 15 e raccoglieranno le segnalazioni dei consumatori. Tali segnalazioni, rese opportunamente anonime, saranno quindi trasmesse agli uffici prezzi delle singole camere di commercio e saranno oggetto di analisi e confronto nell’ambito dei tavoli consumatori/imprese in via di costituzione presso gli enti camerali. “La Camera di Commercio di Novara” – commenta il presidente Gianfredo Comazzi – “sta lavorando alla costituzione di un tavolo locale, al quale saranno chiamati a partecipare i rappresentanti delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela dei consumatori e degli utenti, nonché gli enti pubblici territoriali. Il nostro Ente” –aggiunge Comazzi – “rientra comunque tra quelli in cui è già attivo un ufficio prezzi, che assicurerà il necessario raccordo tra il Garante e il tavolo di lavoro locale. Quest’ultimo, in particolare, cercherà di fare luce sulle dinamiche locali dei prezzi al consumo e delle tariffe, con una maggiore attenzione ai prodotti e ai servizi oggetto delle segnalazioni che perverranno dai consumatori attraverso il numero verde. Conoscere il fenomeno dei rincari” –conclude il presidente - ”e indagarne le cause è essenziale per evitare inutili allarmismi e, nello stesso tempo, per rendere possibili azioni di lotta alle speculazioni”. I riferimenti dell’ufficio prezzi della Camera di Commercio di Novara sono disponibili sul sito Internet camerale www. No. Camcom. It, alla pagina dei contatti. Si ricorda che, in ogni caso, le segnalazioni in merito ai prezzi e alle tariffe devono essere necessariamente trasmesse tramite il numero verde. Si segnala che è già operativo il portale www. Osservaprezzi. It, sul quale, tra l’altro, è già possibile consultare, per una quarantina di Comuni capoluogo, tra i quali compare Novara, i prezzi minimi, medi e massimi di un paniere di prodotti di largo consumo, suddivisi nelle categorie “alimentari”, “cura della persona e della casa”, “ortofrutta” e “servizi”; tali prodotti rappresentano una parte del paniere più ampio per il quale vengono calcolati gli indici dei prezzi al consumo diffusi mensilmente dall’Istat. .  
   
   
RIETI: AVVIO DELL´UFFICIO PREZZI DELLA CAMERA DI COMMERCIO  
 
Rieti, 21 febbraio 2008 - Tutto pronto a Rieti per l’avvio dell’Ufficio Prezzi della Camera di Commercio di Rieti a cui i cittadini potranno rivolgersi per segnalare rincari anomali che verrà inaugurato venerdì 22 febbraio presso la sede di via Paolo Borsellino 16 da Mister Prezzi, il garante per la sorveglianza dei prezzi istituito dalla Finanziaria 2008. L’arrivo di Antonio Lirosi, che si confronterà nel corso di una conferenza stampa con il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, il presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, l’assessore del Comune capoluogo Antonio Perelli, il segretario generale nazionale di Adiconsum, Paolo Landi, ed il presidente provinciale Ascom-confcommercio, Antonello Castellani, è previsto alle ore 10,30. Strutturato in queste ore nel frattempo l’Ufficio Prezzi camerale che, attraverso il numero verde (gratuito da rete fissa e mobile) istituito da Unioncamere che verrà presentato venerdì durante l’incontro, riceverà segnalazioni sulle dinamiche dei prezzi, di beni e servizi praticati ai consumatori finali, procedendo alla loro verifica ed attivando anche tavoli tra consumatori, imprese, istituzioni e associazioni per esaminare le dinamiche dei prezzi. Molta attesa per le ultime novità sull’attività di Mister Prezzi, considerato che l’Ufficio prezzi di Rieti sarà il primo ad essere inaugurato nel Lazio da Antonio Lirosi, oltre che sulle indicazioni che il Garante offrirà sia in merito alla diffusione di una “White list” contenente le “buone pratiche” da applicare sul territorio sia sulla composizione dei tavoli che in provincia di Rieti verranno convocati per affrontare anomalie nei prezzi e tariffe di particolare rilevanza prima di coinvolgere le autorità con potere sanzionatorio. Maggiori informazioni ai componenti dell’Ufficio Prezzi della Camera di Commercio di Rieti: il dottor Antonio L’occaso, la dottoressa Raffaella De Angelis ed il signor Fulvio Calmanti, ai numeri 0746 201364-5. .  
   
   
PIÙ DONNE PER UN’ECONOMIA CHE CRESCE. APPROVATO IL NUOVO CONCORSO 2008 - 2010  
 
Bolzano, 21 febbraio 2008 - La Giunta provinciale ha approvato recentemente il nuovo concorso 2008 - 2010 per la promozione dell’imprenditoria femminile. Con 600 mila euro a disposizione saranno agevolati investimenti e spese di formazione e consulenze. Imprese con titolare donna e società di persone, con la maggioranza (60 %) dei soci donna, potranno presentare domanda presso la Ripartizione Innovazione Ricerca Sviluppo e Cooperative. Nel caso di società di capitali e cooperative è necessario che due terzi del capitale siano detenuti da donne e che gli organi amministrativi siano composti per due terzi da donne. Rispetto al precedente concorso è stata aumentata la percentuale massima di contributo previsto per consulenze e formazione che passa dal 70 all’80 per cento della spesa. Ridotti i tempi di attesa per chi chiede il mutuo per la costituzione di liquidità - 40. 000 € per sostenere la fase di start up. Per l’erogazione dei mutui non sarà, infatti, più necessario attendere l’approvazione della graduatoria finale. I progetti che prevedono spese d’investimento, di formazione e consulenza saranno, come sempre, valutati in base ai criteri di priorità previsti dal bando di concorso. Maggiore sarà il punteggio ottenuto e maggiori saranno le possibilità di ottenere un’alta percentuale di contributo. Punti si otterranno per progetti innovativi, ecologici e di impegno sociale. Vantaggi anche per le imprese neo costituite. “Nella nostra provincia noi donne siamo più numerose rispetto agli uomini, mentre l’economia è ancora sentita come dominio maschile, poche sono infatti le imprese femminili e le donne presenti negli organi apicali delle società” rileva l’assessora Gnecchi, promotrice del concorso “Con questo bando di concorso rinnoviamo il nostro impegno per sostenere le donne di tutte le età che raccogliendo la sfida si impegnano nei vari settori economici, industria, artigianato, commercio, servizi e turismo, con le loro energie e le loro idee. ” Per partecipare al concorso si dovrà presentare domanda su appositi moduli da inviare o consegnare alla Ripartizione provinciale Innovazione, Ricerca, Sviluppo e Cooperative in via Raiffeisen 5 a Bolzano. Tutte le informazioni riguardanti il bando di concorso saranno disponibili all´indirizzo internet: www. Provincia. Bz. It/innovation, e-mail innova-coop@provincia. Bz. It. .  
   
   
L´ASSESSORATO ALLE PARI OPPORTUNITA´ PUBBLICA LA TERZA EDIZIONE DE ´LA RETE DELLE DONNE ELETTE E NOMINATE DELLA REGIONE MARCHE´  
 
 Ancona, 21 febbraio 2008 - Impegnate, attive, propositive, costruttive: sono le donne elette e nominate della Regione Marche che fanno ´rete´ per la promozione di una effettiva democrazia paritaria. Una rete raccolta e aggiornata con i nuovi incarichi istituzionali delle elezioni e nomine avvenute nel 2007, nella terza edizione de ´La rete delle donne elette e nominate della Regione Marche´, realizzata dall´assessorato alle Pari Opportunita`. Nato per favorire il dialogo, spiega l´assessora, Loredana Pistelli, ´il lavoro effettuato ha rispettato l``originaria intenzione di consentire di fare sintesi tra reti gia` realizzate all´interno delle diverse realta` della nostra Regione, in modo da favorire concretamente il dialogo, le esperienze e le buone prassi sulla partecipazione delle donne alla crescita complessiva del territorio marchigiano´. Un testo che fotografa la ´rete´ creata tra le amministratrici e i cittadini e che promuove, come afferma Pistelli ´una effettiva democrazia paritaria in cui donne e uomini godono di ugual misura del diritto di cittadinanza anche attraverso una equilibrata presenza nei luoghi decisionali´. Cosi`, ´la Regione Marche dedica al tema delle Pari Opportunita` la terza edizione della rete delle donne elette e nominate che consente alle amministratrici locali e ai cittadini tutti di fare rete´. Sfogliare il testo e` ritrovare un mosaico ´al femminile´, dettagliato e pratico, uno strumento per riconoscere le donne elette e nominate al Parlamento Europeo, alla Camera e al Senato in Italia, nella Giunta e nel Consiglio della Regione Marche, nelle Province e nei Comuni marchigiani, nelle Comunita` montane e nelle Unioni dei Comuni della Regione. Sono 15 italiane le figure femminili al Parlamento europeo (di cui una marchigiana), 109 alla Camera dei Deputati (2 delle Marche) e 45 al Senato (3 marchigiane). Nella Giunta regionale e` stata nominata una assessora mentre in Consiglio sono sette le elette. Nelle Province sono donne un presidente, 9 assessori e 14 consiglieri. ´Dall``aggiornamento dei dati si e` potuto constatare che la distribuzione delle cariche istituzionali si e` modificata leggermente in positivo a favore delle donne elette e nominate nelle Amministrazioni del territorio regionale, cosi` come emerge dalla presente edizione´ e` il commento dell´assessora Pistelli che conclude la presentazione del libro. Il testo completo, che e` attualmente in stampa, e` consultabile on line al sito: www. Pariopportunita. Regione. Marche. It Inoltre, il 27 febbraio prossimo, l´assessora Pistelli convochera` nella sede della Giunta regionale una conferenza stampa in cui verranno presentate ´ a ridosso dell´8 marzo ´ tutte le iniziative organizzate in occasione di tale ricorrenza. .  
   
   
A MATERA SEMINARIO DI TELEFONO DONNA SU CENTRI ANTIVIOLENZA  
 
Matera, 21 febbraio 2008 - Il 22 febbraio si terrà a Matera alle 9. 30 nel complesso le Monacelle il seminario "Esperienze e buone prassi a favore delle donne: I Centri Antiviolenza". Si tratta – spiegano gli organizzatori - del terzo seminario tematico nell´ambito della ricerca-azione "Studi territoriale nella Regione Basilicata sugli interventi sulla violenza contro le donne" finanziato dal Fondo Sociale Europeo per conto del Dipartimento Pari Opportunità presso il Consiglio dei Ministri, affidato all´Associazione Telefono Donna Onlus - Casa delle donne Ester Scardaccione di Potenza, alle Onde Onlus di Palermo e alla società Le Nove. Dopo i saluti della Consigliera Regionale Emilia Simonetti, seguiranno gli interventi di Daniela Ceci del Centro Roberta Lanzino di Cosenza, di Maria Grazia Patronaggio de Le Onde di Palermo, di Enrica Storelli dell´Associazione La Giraffa di Bari e di Cinzia Marroccoli, presidente del Telefono Donna - Casa delle donne Ester Scardaccione di Potenza e coordinatrice locale del progetto che illustreranno l´esperienza dei Centri Antiviolenza delle rispettive regioni per quanto riguarda gli interventi a favore di donne che subiscono violenza e maltrattamento. I primi due seminari – spiega la nota di Telefono Donna - hanno riguardato L´integrazione socio-sanitaria nel contrasto alla violenza contro le donne e La problematica legale e l´integrazione dei sistemi di difesa nell´intervento di emergenza e nei percorsi di uscita dalla violenza Il progetto è iniziato a ottobre 2007 e si concluderà alla fine di marzo con un convegno di chiusura. Il suo scopo è quello di approfondire lo studio della fenomenologia della violenza contro le donne attraverso: la conoscenza dei servizi socio-sanitari e di protezione operanti sul territorio regionale, l´elaborazione di opuscoli rivolti sia alle donne che agli operatori, lo scambio di informazioni ed esperienze. Un altro importante scopo del progetto è stata la sensibilizzazione degli attori locali mediante la realizzazione di un percorso formativo che ha previsto incontri sia a Potenza che a Matera. A conclusione di questo percorso – conclude Telefono Donna - si cercherà di costituire una rete di operatori sia pubblici che privati che anche attraverso linee comuni di intervento possano essere in grado di favorire un percorso efficace di uscita dalla violenza. .  
   
   
MONZA E BRIANZA: LA PROVINCIA SOSTIENE IL PROGETTO CASA DOLCE CASA A VIMERCATE UNO SPAZIO D’ACCOGLIENZA PER DONNE VITTIMA DI VIOLENZA  
 
 Monza, 21 febbraio 2008. E’ stato presentato ieri mattina a Vimercate il progetto Casa Dolce Casa, per individuare uno spazio abitativo gestito dal C. A. Do. M, destinato ad accogliere le donne vittime di violenza intrafamiliare con i loro figli. Il progetto, realizzato con un finanziamento della Fondazione di Monza e Brianza e con un cofinanziamento del Piano di Zona di Vimercate e Trezzo, si avvale anche di un contributo della Provincia di Milano- Progetto Monza e Brianza. “Questo progetto pilota è un seme – spiega Gigi Ponti, Assessore all’attuazione della Provincia di Monza e Brianza - da cui potrà sbocciare un’opportunità importante e un aiuto concreto per le donne vittime di violenza in Brianza. Grazie alla collaborazione di più soggetti, ciascuno con un ruolo ben definito, potremo dare accoglienza a chi si trova in difficoltà e una spinta a ricostruire la propria esistenza, liberi da ambiti familiari violenti”. Dai dati forniti dal C. A. Do. M emerge che anche in Brianza sono in aumento episodi di violenza, troppo spesso tra le pareti domestiche e nella maggior parte dei casi vissuti in silenzio e in solitudine. La violenza sulle donne sta diventando un vero “fenomeno” sociale che è necessario monitorare per dare alle istituzioni gli strumenti necessari a formulare soluzioni vere per rispondere ai bisogni e alle emergenze. “La nuova Provincia Mb è una Provincia vicina – conclude Ponti - e anche rispetto a temi così delicati, rappresenta un’occasione importante per costruire e rafforzare reti capaci di offrire servizi davvero utili”. .  
   
   
ENEA WORKSHOP : “IL RANKING DELL’EFFICIENZA ENERGETICA NELL’EUROPA DEI 15. QUALE POSIZIONE PER L’ITALIA?”  
 
Roma, 21 febbraio 2008 - L’efficienza energetica è un impegno che tutti i Paesi devono perseguire, per il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. In quest’ottica, è necessario assicurare un monitoraggio continuo del livello di efficienza energetica in modo da valutare i progressi e l’effettiva corrispondenza delle misure adottate al raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Il World Energy Council e Ademe, insieme, hanno di recente presentato uno studio riguardante le politiche e le misure di efficienza energetica adottate a livello Mondiale in più di 70 paesi. Sulla stessa tematica la Comunità Europea ha in corso dal 1993 un progetto, coordinato da Ademe, che coinvolge i Paesi membri (Unione Europea a 15 più la Norvegia prima, ora Unione Europea a 27), per la creazione e gestione del database di indicatori di efficienza energetico-ambientali Odyssee elaborati per tutti i settori di impiego. L’enea, per l’Italia, partecipa al progetto fin dal suo avvio. Gli indicatori sono costruiti secondo una metodologia comune per tutti i Paesi sia nella fase di raccolta dati che di elaborazione, in modo tale che siano possibili i confronti. Il Workshop intende fornire un contributo di conoscenza all’evoluzione dell’efficienza energetica del nostro Paese all’interno del contesto europeo. Roma, 25 febbraio 2008 Enea – Via Giulio Romano, 41 Programma 09:15 Registrazione partecipanti; 09:30 Introduzioni Luigi Paganetto Presidente Enea; 9:45 Gilberto Callera Presidente Wec Italia; 10:00 Rapporteurs Didier Bosseboeuf Ademe, Emidio D’angelo Enea. 10:30 Tavola Rotonda: Massimo Beccarello Direttore Public Utilities Confindustria, Gianfranco Bologna Direttore Sostenibilità Wwf Italia, Flavio Cattaneo* Amministratore Delegato Terna Spa, Tullio Fanelli Commissario Autorità per l’Energia elettrica e il Gas, Mario Gamberale Amministratore Delegato Azzeroco2, Paolo Landi Segretario Generale Adiconsum, Alessandro Lanza Amministratore Delegato Eni Corporate University, Ermete Realacci* Presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati, Sara Romano Direttore Generale Energia e Risorse Minerarie - Ministero dello Sviluppo Economico, Gianni Silvestrini Direttore Scientifico Kyoto Club, Giuseppe Tripoli Segretario Generale Unioncamere, Gianfranco Viesti Presidente Agenzia Regionale Tecnologia Innovazione . 12:30 Dibattito, 12:45 Conclusioni Filippo Bubbico Sottosegretario di Stato Ministero dello Sviluppo Economico. .  
   
   
EDISON: FIRMATO L’ACCORDO TRA ADRIATIC LNG E IL POLESINE  
 
Rovigo, 21 febbraio 2008 – Si è giunti il 20 gennaoi alla firma dell’accordo “Adriatic Lng - Polesine”, punto di svolta nelle relazioni tra Adriatic Lng, la joint venture fra Edison, Exxonmobil e Qatar Terminal che installerà il terminal per la rigassificazione del gas naturale liquefatto al largo di Porto Viro (Rovigo), e il Polesine. Si tratta del più grande terminale Italiano e del primo al mondo costruito offshore. I soggetti firmatari – il Consorzio per lo Sviluppo del Polesine in rappresentanza del territorio, con il supporto diretto della Provincia di Rovigo, e Adriatic Lng, titolare del progetto e affiancata da Edison – hanno stipulato un nuovo accordo che stabilisce l’entità della compensazione in 12,1 milioni di euro, che Adriatic Lng verserà al Consorzio per lo Sviluppo del Polesine a titolo di compensazione ambientale, riequilibrio ambientale e contributo allo sviluppo del territorio. Obiettivo fondamentale dell’accordo è quello di avviare su nuove basi la collaborazione tra Adriatic Lng e le istituzioni locali, attraverso un tavolo di confronto permanente che preluda a un’azione congiunta, trasparente e costruttiva. L’accordo inoltre prevede varie forme di collaborazione tra territorio e azienda: condividere con il territorio i dati relativi al monitoraggio ambientale, favorire rapporti di business tra gli operatori locali e il Qatar, promuovere opportunità di formazione a sostegno dell’occupazione nel territorio, cooperare con il mondo della pesca professionale, per il ripopolamento e il monitoraggio ittico, oltre che per la sicurezza della navigazione. Inoltre, Edison mantiene la propria disponibilità a fornire gas metano ai clienti finali del Polesine a condizioni di mercato competitive. Come ha osservato Scott Miller, managing director di Adriatic Lng, “la firma dell’Accordo pone fine a una lunga fase di difficile dialogo con le istituzioni locali sullo sviluppo del nostro progetto e segna, al contempo, l’avvio di una fase nuova, basata sulla cooperazione permanente e per il reciproco vantaggio. Ora, finalmente – prosegue Miller –, il territorio potrà cogliere le opportunità offerte dal terminal che, oltre a rappresentare un’opzione strategica per l’economia nazionale e un’opera di notevole valore tecnologico, potrà favorire lo sviluppo e la qualificazione del sistema produttivo polesano, in linea con gli obiettivi di crescita ecocompatibile e di incremento dell’occupazione. Dopo tante discussioni, la chiusura dell’accordo dimostra come anche in Italia sia possibile investire in sicurezza e sancisce una volta per tutte il clima di mutua e positiva collaborazione che si è stabilita tra noi e il territorio”. “Siamo particolarmente soddisfatti per la firma di questo accordo, che testimonia il forte impegno di Edison, mai venuto meno, nel progetto e a favore del Polesine – ha commentato Pietro Cavanna, Direttore della Business Unit Asset Idrocarburi di Edison –. Da sempre Edison punta a creare saldi rapporti di fiducia e collaborazione con i territori in cui opera: riteniamo che l’accordo di oggi costituisca un solido fondamento anche per il futuro. Il terminale – conclude Cavanna – è un’opera fondamentale e strategica sia per il territorio, che beneficerà di importanti ricadute economiche ed occupazionali, sia per l’Italia, che diversificherà le fonti di approvvigionamento e incrementerà la sicurezza del sistema”. Alla firma dell’accordo era presente anche il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Marco Stradiotto, che ha espresso la propria soddisfazione per l’intesa, ricordando che “l’obiettivo è la realizzazione di un´opera strategica per l´approvvigionamento del gas in Italia che, a regime, coprirà il 10% circa della domanda nazionale di gas annuale. Il confronto e la collaborazione fattiva con il territorio polesano porterà allo sviluppo del territorio e a benefici in termini economici quantificabili in prima battuta in 12,1 milioni di euro". Il terminal che entrerà in funzione entro l’anno a 15 km dalla costa prospiciente Porto Levante è la prima struttura offshore al mondo per la ricezione, lo stoccaggio e la rigassificazione del gas naturale liquefatto. L’idea di realizzare il rigassificatore mediante una struttura offshore, posizionata al largo della costa, è nata dalla volontà di minimizzarne l’impatto nei confronti della comunità locale. L’impianto, che è incluso nella lista delle “opere strategiche per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese” ed è nell’elenco dei progetti di comune interesse europeo, avrà una capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi all’anno, pari a circa il 10% del fabbisogno energetico nazionale. Il terminale è stato progettato ricercando la massima efficienza energetica nel rispetto dell’ambiente e ha ottenuto, nel complesso, parere favorevole per quattro Valutazioni di Impatto Ambientale. Lo stato di avanzamento del progetto è attualmente all’85%. La posa della tubazione a mare che farà giungere il gas metano dal terminal alla cabina di misura di Cavarzere (Ve) è ormai prossima al completamento, mentre la tubazione a terra, che porterà il gas da Cavarzere al nodo della rete nazionale di distribuzione, vicino a Minerbio (Bo), è stata installata. .  
   
   
TERMINAL GASIERO: ACCORDO SIGLATO IN POLESINE GARANTISCE FUTURO. MARANGON: “PROTAGONISTI DELLO SVILUPPO ENERGETICO NAZIONALE. FELICE DI VEDERE OGGI PRESENTI MOLTI DEI CONTRARI DI IERI”.  
 
Rovigo 21 febbraio 2008 - Un importante intesa con la quale si regolano i rapporti tra il territorio polesano e i realizzatori del Terminal gasiero al largo di Porto Viro è stata siglata oggi presso la Provincia di Rovigo tra il Consorzio di Sviluppo del Polesine con il supporto diretto della Provincia, l’Adriatic Lng, l’azienda che installerà il rigassificatore, ed Edison Gas. La firma è avvenuta alla presenza di numerose autorità regionali e nazionali, tra le quali l’assessore per le politiche del territorio Renzo Marangon e il sottosegretario all’economia Marco Stradiotto. Il nuovo accordo stabilisce in 12,1 milioni di euro (contro i 5 di quello precedente risalente al 1999) la somma che Adriatic Lng verserà al Consorzio di Sviluppo a titolo di compensazione e riequilibrio ambientale e di contributo allo sviluppo del territorio. “Oggi nella nostra provincia – ha detto Marangon- si pone il tassello finale dell’unico rigassificatore realizzato in Italia negli ultimi trent’anni e dobbiamo essere orgogliosi di svolgere un ruolo da protagonisti nel panorama energetico nazionale, sempre più strategico per il vero benessere dei cittadini”. Marangon si è anche detto “felice di vedere qui oggi protagonisti molti di coloro che a lungo sono stati contrari, segno che , forse, si apre una nuova stagione nel rapporto tra la politica e la tecnologia”. In tema di ringraziamenti, Marangon ha esortato a “Non dimenticare il presidente della Regione Galan, che ha sempre sostenuto l’opera con forza, convinzione e costanza senza limiti”, e ha ricordato anche il ruolo avuto dall’ex presidente della Provicia Alberto Brigo. I principali contenuti dell’importante Accordo prevedono la corresponsione da parte di Alng al Consvipo di una somma totale di 12 milioni 100 mila euro. Di questi 1 milione e 900 mila sono destinati al Comune di Porto Viro per investimenti; 600 mila al Comune di Loreo con la stessa destinazione; i restanti 9 milioni e 100 mila saranno utilizzati per investimenti destinati al territorio del Delta del Po, con alcune specificità: all’Ente Parco andrà 1 milione di euro, alla pesca professionale 2 milioni 450 mila euro, a iniziative sociali andranno 1 milione di euro, al Consorzio di Sviluppo 1 milione 500 mila euro per interventi che riguarderanno l’intero territorio provinciale. Il cofinanziamento dei progetti sarà riservato prioritariamente ad iniziative che abbiano già ottenuto il sostegno dell’Unione Europea, o dello Stato o della Regione del Veneto, e che rivestano carattere strategico e di sistema. Alng si è anche impegnata a mettere a disposizione dell’Area Ambiente della Provincia i dati sul monitoraggio ambientale che prevedono il controllo dell’Arpav e dell’Icram e un rapporto annuale sugli stessi. Sempre Alng favorirà incontri e relazioni per esplorare opportunità di business tra operatori polesani ed il Qatar e per favorire lo sviluppo dell’occupazione di manodopera locale, aderirà a forme di collaborazione con il movimento cooperativo della pesca nell’ambito del ripopolamento e monitoraggio ittico e della sicurezza della navigazione. L’accordo prevede infine anche la disponibilità a fornire il gas metano agli utenti finali presenti nel territorio a condizioni di mercato competitive e con contratti a lungo termine. Istituito anche un Tavolo Permanente tra Provincia, Consvipo, Edison e Alng per affrontare tutte le problematiche, anche autorizzatorie, inerenti l’ultimazione dei lavori di realizzazione del terminale. . .  
   
   
LE NUOVE FRONTIERE DELL´´ENERGIA NEI PAESI ALPINI  
 
Trieste, 20 febbraio 2008 - Nell´ambito del progetto Lexalp (Legal Language Harmonisation System for Environment and Spatial Planning within the Multilingual Alps) la Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con l´Università di Trieste, organizza un convegno dedicato alle nuove frontiere del mercato energetico e in particolare alla legislazione dei Paesi aderenti alla Convenzione delle Alpi. Con questo appuntamento - in programma lunedì 25 febbraio, con inizio alle ore 15. 00, all´Università di Trieste (Aula Magna Edificio H3, Piazzale Europa 1) - si concludono le attività del progetto, finanziato dal programma comunitario Interreg Iiib Spazio Alpino, cui hanno collaborato in qualità di partner istituzionali, oltre alla Regione Friuli Venezia Giulia, il ministero dell´Ambiente e della Tutela del territorio e del mare e il dipartimento Affari regionali e Autonomie locali della Presidenza del Consiglio dei ministri. Scopo del convegno è di trattare l´aspetto dell´energia nell´ambito dell´obiettivo prefissato dalla Convenzione delle Alpi, ovvero "ottenere forme di produzione, distribuzione e utilizzazione dell´energia che rispettino la natura e il paesaggio, e di promuovere misure di risparmio energetico". In quest´ambito si inserisce il decennale processo di liberalizzazione dei mercati dell´elettricità e del gas, grazie al quale molti cittadini europei hanno potuto beneficiare di una maggiore concorrenza, con una migliore qualità del servizio e della sicurezza. Il processo di sviluppo dei mercati veramente concorrenziali, tuttavia, è ben lungi dall´essere concluso: troppi cittadini e imprese non hanno ancora una vera possibilità di scegliere il fornitore. Ciò a causa della frammentazione del mercato in base ai confini nazionali, in una notevole integrazione verticale e in una forte concentrazione del mercato. La presenza di un mercato concorrenziale ed efficiente nei settori dell´elettricità e del gas è uno dei presupposti per affrontare i cambiamenti climatici. Solo grazie al buon funzionamento del mercato è, infatti, possibile sviluppare un meccanismo efficiente di scambio delle emissioni e un´industria delle energie rinnovabili in grado di realizzare l´obiettivo, approvato dal Consiglio europeo, di garantire che il mix energetico dell´Unione europea sia costituito per almeno il 20 per cento da energie rinnovabili entro il 2020. Il convegno prevede una serie di interventi di esperti e docenti universitari volti ad analizzare il tema dell´energia nel contesto della Convenzione delle Alpi, gli aspetti giuridici legati alla liberalizzazione dei mercati, il lavoro di armonizzazione linguistica dei termini giuridici svolto nell´ambito del progetto Lexalp. Per ulteriori informazioni sul progetto Lexalp, maggiori dettagli sul corpus terminologico e sulla banca dati, basta collegarsi al sito del lead partner (Eurac, Accademia Europea di Bolzano) all´indirizzo: www. Eurac. Edu/lexalp. Per informazioni sul convegno di Trieste e per iscrizioni (entro il 22 febbraio): Segreteria organizzativa, Università di Trieste, dipartimento di Scienze Politiche, e-mail: acrisma@tin. It, tel. 348 2296106, fax. 040 226748. .  
   
   
UN CONVEGNO SULLA GEOTERMIA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE CON LE RELAZIONI DI ARPAT, ARS E UNIVERSITÀ DI SIENA!  
 
Firenze, 21 febbraio 2008 - “La geotermia sull’Amiata tra sostenibilità e garanzie”, è questo il titolo del convegno dibattito che la Regione Toscana organizza insieme alle Comunità montane Amiata Valdorcia e Amiata grossetano e al Comune di Arcidosso, al Teatro degli Unanimi di Arcidosso (Grosseto) a partire dalle 15. 30 di venerdì 22 febbraio. Sarà il sindaco del Comune ospite a portare i saluti iniziali, prima dell’intervento introduttivo affidato all’assessore regionale alla tutela ambientale ed energia. Seguiranno gli interventi del dottor Roberto Gori dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che illustrerà gli esiti del monitoraggio e del controllo sulle aree geotermiche effettuato nel 2006 e spiegherà quali sono le linee di attività dell’Arpat per l’anno in corso. Sarà poi il dottor Fabio! Voller dell’Agenzia regionale di sanità a presen! tare le linee di lavoro che l’Ars sta seguendo per eseguire lo studio epidemiologico sulle popolazioni residenti nelle aree geotermiche che la Regione gli ha commissionato. Il coordinatore del gruppo di ricercatori dell’Università di Siena, il professor Carlo Gaggi, presenterà invece le linee di lavoro che l’équipe sta seguendo per l’esecuzione dello studio sui rischi di inquinamento dell’aria e dell’acqua derivanti dall’attività geotermoelettrica sull’Amiata, anch’esso commissionato dalla Regione. Alla dottoressa Maria Sargentini, dirigente del settore tutela del territorio della Regione Toscana, il compito di sintetizzare gli studi condotti sull’acquifero dell’Amiata. Gli interventi ed il dibattito saranno coordinati dal dottor Edo Bernini, dirigente del settore energia della Regione Toscana. La chiusura dei lavori è affidata all’assessore regionale alla tutela ambientale ed energia. .  
   
   
ENERGIA ECOCOMPATIBILE: FIRMATO ACCORDO TRA REGIONE UMBRIA, ENEA, UNIVERSITA’  
 
 Perugia, 21 febbraio 2008 – Sviluppare una collaborazione permanente per la promozione della ricerca scientifica e l’innovazione in Umbria. E’ quanto si propone l’accordo di collaborazione sottoscritto ieri a Palazzo Donini, a Perugia, tra la Regione Umbria, l’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) e l’Università degli Studi di Perugia. A sottoscrivere l’importante accordo sono stati la Presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, il presidente dell’Enea, Luigi Paganetto, ed il rettore dell’ateneo umbro, Francesco Bistoni, alla presenza del vice presidente di Confindustria di Perugia, Gianluigi Angelantoni. Obiettivo dell’accordo è quello di promuovere e valorizzare la diffusione dell’innovazione al fine di contribuire ad elevare il livello di competitività dell’intero sistema economico regionale. Per realizzare tale obiettivo Regione, Università ed Enea, anche con la collaborazione delle organizzazioni di rappresentanza delle imprese umbre, realizzeranno specifici progetti tesi al rafforzamento dell’intera filiera della ricerca e delle reti di cooperazione tra il sistema della ricerca e le imprese. L’accordo prevede anche l’istituzione di un Comitato tecnico scientifico cui spetterà il compito di attuare i contenuti dell’intesa, a partire dalla elaborazione dei “progetti comuni”, che dovranno essere attuati nei prossimi tre anni, finalizzati soprattutto all’efficienza energetica ed allo sviluppo di fonti rinnovabili. “E’ di grande importanza la realizzazione di una cooperazione permanente tra la nostra Regione, l’Enea e l’Università – ha dichiarato la presidente Lorenzetti - su un terreno fondamentale per lo sviluppo della nostra economia, quale appunto è l’innovazione e la ricerca”. Da tempo l’Umbria ha deciso di investire notevoli risorse su questo settore perché siamo convinti che innovazione e ricerca sono gli elementi irrinunciabili per rendere il sistema delle imprese regionali competitivo su scala europea e mondiale. Tant’è che abbiamo indirizzato in maniera molto robusta una mole enorme di risorse finanziarie pubbliche a sostegno delle imprese che decidono di investire in questi settori”. Il presidente di Enea, Paganetto, ha per parte sua sottolineato un aspetto originare ed innovativo di questo accordo: “Apprezzo molto che, a differenza di altre analoghe intese, in questo caso vi siano indicazioni precise sul che fare ed in che modo. Spesso, infatti, ci si ferma a semplici, anche se importanti, affermazioni di principio. Mi auguro che da questo accordo possa effettivamente discendere non solo una cooperazione stabile nel tempo, ma anche iniziative concrete che possano contribuire all’innovazione del sistema locale delle imprese, soprattutto in un settore come quello delle energie rinnovabili”. Il Rettore dell’Università Bistoni ha invece posto l’accento sulla necessità di “puntare su pochi ma significativi progetti. Questa regione – ha aggiunto il rettore – vanta notevoli esperienze innovative nel settore della ricerca ed anche del risparmio energetico, ed è all’avanguardia anche in altri settori come quello della mobilità alternativa, vedi le ‘scale mobili’ ed il Minimetrò di Perugia. Tutte esperienze che hanno dimostrato come sia possibili tenere insieme innovazione, ricerca e ambiente”. .  
   
   
PRESENTATO IL PROGETTO "LIBERALIZZAZIONE ENERGIA ELETTRICA E RISPARMIO ENERGETICO PER LE FAMIGLIE: COME ORIENTARSI?"  
 
 Brescia, 21 febbraio 2008 - In vista della prossima liberalizzazione energetica, riguardante la possibilità da parte degli utenti domestici di poter scegliere su libero mercato da quale gestore acquistare energia elettrica, la Provincia di Brescia, settore economia, ha deciso di dare vita al progetto “Liberalizzazione energia elettrica e risparmio energetico per le famiglie: come orientarsi?”, per aiutare i bresciani a compiere la scelta migliore in vista della liberalizzazione del mercato energetico. I dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati durante una conferenza stampa alla quale sono intervenuti: Alberto Cavalli, Presidente della Provincia di Brescia; Aristide Peli, Vice Presidente ed Assessore al Lavoro della Provincia di Brescia; i rappresentanti delle Associazioni consumatori. .  
   
   
MERCATO IMMOBILIARE - INDUSTRIALE E COMMERCIALE  
 
Milano, 21 febbraio 2008 - L’ufficio Studi Tecnocasa ha analizzato il mercato non residenziale, ovvero l’andamento di capannoni, negozi, uffici e laboratori, nelle realtà italiane più significative. Emerge che queste tipologie di immobili, in particolare i negozi, vengono acquistati in buona parte anche per investimento. Capannoni Nel primo semestre del 2007 le quotazioni immobiliari dei capannoni sono cresciute dell’1. 2% per le tipologie usate e del 2. 7% per le tipologie nuove. Le locazioni sono in aumento per entrambe le tipologie dello 0. 6%. Tra le regioni più dinamiche il Piemonte che ha segnalato un aumento delle quotazioni dell’1. 9% per le tipologie usate e del 5. 3% per le tipologie nuove. Sulle locazioni si segnala un incremento rispettivamente dello 0. 7% ed una diminuzione dello 0. 2%. In Piemonte si segnala un mercato positivo nell’hinterland di Torino e, in particolare, nell’area di Moncalieri, Trofarello e Rivoli. A Moncalieri e Trofarello l’aumento delle quotazioni dei capannoni è dovuto alla creazione di uno svincolo che collega questa area industriale con la tangenziale e con l’autostrada. Inoltre, nell’ultimo Piano Regolatore è stata prevista la possibilità di cambiare la destinazione d’uso da industriale a commerciale. Sono nati quindi centri commerciali e cinema multisala, in particolare nella zona di Sanda Vadò dove a breve si insedierà un nuova struttura dell’“Auchan”. A Rivoli la richiesta si orienta su tagli compresi tra 500 e 1000 mq per utilizzo produttivo da parte di artigiani e piccole aziende. Bassa la richiesta ad uso logistico. Si registra inoltre un mercato positivo, con aumenti di prezzo sulle nuove costruzioni, nella seconda cintura di Torino a Carignano, Piobesi Torinese e Vinovo dove si è registrato un aumento delle compravendite di capannoni a scapito delle locazioni. La destinazione è quasi sempre produttiva. A Mappano di Caselle su un’area di 40 mila mq è sorta un’area di capannoni nuovi. Positiva anche la Lombardia con una variazione dei prezzi dell’1. 3% per le tipologie usate e del 3. 1% per le tipologie di nuova costruzione. Rialzi entro l’1% per le locazioni. In Lombardia è la provincia di Milano che registra un andamento positivo dei prezzi e delle locazioni, soprattutto nell’area di Vimercate dove l’offerta non riesce a far fronte alla domanda presente sul mercato, a Bellusco dove sono in corso nuove costruzioni e questo ha trascinato al rialzo anche le quotazioni dell’usato, mentre ad Agrate la richiesta è sempre molto sostenuta per gli ottimi collegamenti della zona industriale con autostrade e tangenziali. La domanda è rivolta ad immobili in locazione e negli ultimi mesi si è riscontrato un incremento della richiesta da parte di aziende di produzione ed artigianali, in particolare della meccanica e della carpenteria. Motivazioni simili spiegano l’andamento del mercato nella zona di Legnano e Nova Milanese. A Legnano l’aumento della domanda sia in acquisto che in affitto si è registrata sui tagli compresi tra 300-600 mq, utilizzati soprattutto dall’industria meccanica, mentre i tagli oltre 1000 mq sono richiesti per uso logistico. L’area compresa tra Nova Milanese, Desio e Segrate ha risentito positivamente della presenza del Polo Tecnologico di Desio che sorge su un’area un tempo occupata dall’ex Autobianchi e ora trasformata in un moderno quartiere con aree industriali, superfici commerciali, uffici e servizi. A questo si devono aggiungere i Piani di Insediamento Produttivi nell’area di Bovisio, Varedo e Nova Milanese, che hanno contribuito a soddisfare la domanda proveniente dalle aziende operanti nel settore meccanico e nella produzione di mobili. Da segnalare che a Parabiago al confine con Nerviano si prevede la costruzione di capannoni su un’area di circa 70 mila mq. L’emilia Romagna ha messo a segno un’ottima performance sulle locazioni con una crescita delle quotazioni del 4. 9% per le tipologie usate e dell’1. 8% per le tipologie nuove. Mercato positivo soprattutto nella provincia di Modena e di Reggio Emilia, grazie all’industria della ceramica e della meccanica da cui proviene la domanda di capannoni sia in acquisto che in locazione. Nonostante alcuni interventi di nuova costruzione l’offerta sul mercato è ancora molto bassa. Chi vuole comprare ricerca tagli compresi tra 1000 e 1500 mq, mentre chi opta per la locazione chiede tagli più piccoli tra 200-400 mq. Tra gli acquirenti ci sono aziende che commercializzano piastrelle e che chiedono grandi tagli per effettuare lo stoccaggio e successivamente la commercializzazione. Tra le altre attività svolte nei capannoni anche il taglio ed il decoro delle piastrelle. Si registrano richieste da parte di aziende che operano nella logistica perché c’è la dogana e inizia la A22 per il Brennero. In Veneto si registra una stabilità dei prezzi degli immobili usati e una lieve crescita delle tipologie nuove (+1. 6%). A Verona, nell’area dello Z. A. I, a sud della città, nei primi sei mesi dell’anno si è riscontrata una domanda di capannoni più selettiva e alla ricerca di standard qualitativi più elevati. Il loro utilizzo è generalmente come deposito o magazzino e il taglio richiesto non supera i 1000 mq. Sono ricercati anche per uso produttivo ed in questo caso si prediligono tagli compresi tra 300 e 600 mq. Nell’hinterland veronese (Villafranca, Peschiera, Castelnuovo, Pescantina e Bussolengo) la domanda arriva da imprese di piccole dimensioni (es. Idrauliche, artigiane) e si concentra su metrature limitate, da 300 a 500 mq. Capannoni di nuova costruzione sono disponibili a San Martino Buonalbergo su un’area di 300 mila mq e intorno a Zevio, Soave, San Bonifacio, Colognola ai Colli, Calmiero. Il Lazio registra segnali positivi sui prezzi dei capannoni usati (+0. 3%) e sulle locazioni dei nuovi (+0. 3%). Diminuiscono le quotazioni delle compravendite delle tipologie nuove (-0. 4%) e dei canoni di locazione sulle tipologie usate (-2. 1%). In Lazio e a Roma, in particolare, i capannoni sono concentrati prevalentemente a ridosso del Grande Raccordo Anulare (Gra), anche se in questo semestre il comportamento del mercato è stato diverso a secondo delle aree. Dinamiche positive hanno interessato l’area compresa tra il Gra e l’Autostrada A1. Numerose richieste si sono indirizzate verso gli immobili di nuova costruzione del Tecnopolo Tiburtino senza però che questo causasse tensione sui prezzi, dal momento che, l’offerta presente sul mercato è stata sufficiente ad assorbire la domanda. Sono stati particolarmente apprezzati i capannoni con metrature oltre i 1000 mq richiesti per uso logistico. In calo i prezzi nella zona del Gra nel tratto dell’Ardeatina che registra una riduzione della domanda, interessata ora all’area di Ciampino dove i prezzi sono più bassi e sono disponibili soluzioni più moderne. La domanda è alimentata sia da artigiani che da aziende della logistica. In località Santa Palomba sono in costruzione capannoni su un’area su 250 mila mq. In quest’area si sono insediate delle multinazionali ed è diventata un polo attrattivo per le aziende del Nord Italia che devono smistare le merci verso il Sud ed il Centro del Paese. Bene anche la Puglia che, con il solo mercato di Bari, mette a segno una variazione dei prezzi del 5. 6%. A Bari si sono realizzate compravendite da parte di aziende che operano nella grande distribuzione tra cui Mediaworld, Ipercoop, Carrefour, Trony e Decathlon e che li utilizzano per l’apertura di negozi e centri commerciali. Questo sta contribuendo a trasformare l’area industriale di Bari in un’area commerciale. Le richieste sono orientate sui tagli di 3-4 mila mq. Ricordiamo poi che nelle grandi città, come Milano e Torino in particolare, da capannoni spesso si ricavano loft. Su Milano però è allo studio una normativa più rigida relativamente al cambiamento di destinazione d’uso di questi immobili. Negozi Il mercato dei negozi ha messo a segno nei primi sei mesi dell’anno delle variazioni di prezzo pari a +2. 0% per le tipologie in “via di passaggio” e +0. 6% per quelle situate in “via non di passaggio”. I segnali più interessanti arrivano dalla Lombardia (+3. 9% e +0. 8% l’aumento delle quotazioni sui negozi in via di passaggio e in via non di passaggio), Veneto (+3. 6% e +4. 3%) e Piemonte (+1. 1% e +0. 8%). Mercato abbastanza stabile in Lazio (0% e 0. 1%). Sul versante delle locazioni è la Lombardia ad aver messo a segno le performance migliori con (+5. 3% per le tipologie in “via di passaggio” e +0. 5% per quelle in “via non di passaggio”). In Lombardia e in particolare a Milano sul mercato dei negozi si acuisce sempre più il divario tra le tipologie situate in “vie di passaggio” e quelle situate in vie “non di passaggio”. Queste ultime sono utilizzate come ufficio oppure, se sussistono i requisiti per il cambiamento di destinazione d’uso, sono trasformate in abitazioni. I negozi situati nelle vie di passaggio sono sempre molto richiesti ma l’offerta è decisamente bassa. Sulle “strade top” (Quadrilatero, corso Vittorio Emanuele, corso Vercelli) funziona ancora il pagamento di una buonuscita e non si registra un elevato turn-over. Nelle zone centrali tengono i negozi di abbigliamento, quelli legati alla ristorazione ed ultimamente quelli per soluzioni d’arredo. Nelle “vie non di passaggio” si assiste all’insediamento di studi di architettura, di design e di show room. In ripresa le locazioni di negozi nella zona di San Siro, dove in seguito allo spostamento delle attività svolte da stranieri in altri quartieri della città, ne sono state avviate di nuove, alcune in franchising. Si è registrata una riduzione soprattutto di attività di call center multietnici. Positivo il mercato dei negozi nella zona di Corvetto e corso Lodi per le aspettative legate alla nascita del complesso di S. Giulia che porterà ad un incremento del bacino di utenza del quartiere e al progetto relativo al trasferimento in zona della sede della Rai da corso Sempione. Sorgeranno molte attività legate al mondo della ristorazione. Sul segmento dei negozi si registra una buona componente di domanda per investimento. Nelle zone più centrali la redditività diminuisce dal momento che l’investimento iniziale è più alto ma garantisce un maggior capital gain al termine del periodo e la certezza della locazione del negozio per un periodo più lungo. In genere il privato che investe in un negozio a Milano ha una disponibilità media di 300 mila € e si orienta su tagli intorno a 60 mq. Nell’hinterland di Milano si segnalano le performance positive dei prezzi a Cerro Maggiore, dove la nascita di un cinema multisala ha contribuito a valorizzare i negozi della zona creando un maggior passaggio di persone, e a Parabiago dove la nascita di nuovi negozi in seguito al recupero di una vecchia corte ha dinamicizzato il mercato. A Torino nella zona di Crocetta-san Paolo si registrano acquisti per investimento che possono arrivare anche a rendere il 10% lordo annuo. Sono molto ricercati, per lo svolgimento delle attività commerciali, i negozi con più vetrine e angolari. Tra le vie più richieste corso De Gasperi nel quartiere della Crocetta e via Monginevro e corso Racconigi a San Paolo. Nella zona di Borgo Vittoria-madonna di Campagna si registra una discreta richiesta di immobili in locazione da parte di cittadini stranieri. Nella città di Verona il rialzo dei prezzi riguarda in particolare le vie di passaggio nei quartieri di Borgo Roma e Santa Lucia, dove si richiedono metrature comprese tra 100 e 200 mq con 2 o 4 vetrine. Positivo il mercato lungo la strada Statale 11 in provincia di Verona e che collega paesi come Zevio, Soave, S. Martino Buonalbergo dove si concentra una buona domanda di immobili per insediare attività come sale giochi, centri di scommesse sportive, agenzie immobiliari, sportelli bancari ed assicurativi. Lo spostamento delle attività commerciali in questa zona ha determinato la chiusura di quelle esistenti all’interno dei paesi. In aumento anche le quotazioni a Bussolengo, Pescantina e Castelnuovo a causa della bassa offerta. Si chiedono tagli medi di 100 mq. A Roma, nella zona centrale del Primo Municipio la domanda di negozi è sempre molto sostenuta sia in locazione che in compravendita. Esiste anche una buona componente di domanda per investimento da parte del piccolo investitore e delle società immobiliari. Il piccolo investitore impiega in genere una cifra compresa tra 200 e 400 mila € e mediamente riesce spuntare un rendimento medio intorno al 6% lordo. Tra le attività più richieste ci sono quelle relative alla somministrazione (bar), in diminuzione le attività legate all’artigianato. Segnaliamo poi che da un paio di anni si avverte un maggiore interesse per i locali commerciali del quartiere Ostiense le cui potenzialità sono in aumento per la realizzazione degli interventi di riqualificazione dell’ex Mattatoio e degli ex mercati Generali con la creazione della “Città dei giovani”, della “Città dell’arte” e di alcuni padiglioni da destinare all’Università. Le attività commerciali più interessate sono quelle legate alla somministrazione. La domanda non proviene solo da imprenditori che svolgeranno direttamente l’attività, ma anche da investitori. Le società di servizi cercano le tipologie posizionate in “strade non di passaggio”. Nelle zone periferiche come Casalbruciato e Casalbertone la maggioranza delle richieste di negozi sono avanzate da stranieri, cinesi ed egiziani in particolare, che aprono attività di call center, internet point. Il taglio medio è di 50 mq. Ricordiamo che a Roma, alla Bufalotta, è stato aperto da alcuni mesi il più grande shopping center d’ Italia, detto “Porta di Roma” su un’area di 150 mila mq. A breve sarà dotato anche di un cinema multisala, 7 mila posti auto e altri servizi come palestre, banche, ecc. A questo si unisce un altro intervento, “Lunghezza Roma Est” di 130 mila mq. Uffici Il mercato degli immobili direzionali ha segnalato nei primi sei mesi dell’anno una crescita delle quotazioni dell’1. 8% e del 2. 2 % mentre sulle locazioni si registrano aumenti di 1% e dello 0. 4%. La Lombardia ed il Veneto sono le realtà più dinamiche con una crescita rispettiva dei prezzi del 2. 1% (tipologie usate) e del 2. 4% (tipologie nuove) e del 5. 6% (tipologie usate) e del 7. 7% (tipologie nuove). Sulle locazioni è il Veneto ad aver segnalato le performance migliori con un rialzo dei canoni del 5. 3% per le soluzioni usate e del 6. 5% per le tipologie nuove. In Lombardia ed in particolare a Milano si è registrata una buona performance nelle aree della Stazione Centrale e di corso Buenos Aires dove, nei primi sei mesi dell’anno, si sono concentrate numerose richieste perchè si cercano posizionamenti strategicamente vicini alla Stazione. Nelle zone più periferiche si registra una maggiore offerta rispetto alla domanda. Uffici di nuova costruzione sono sorti nell’area dell’ex Carlo Erba a Maciachini. Mercato dinamico delle compravendite nella zona di Lodi e Corvetto dal momento che i canoni di locazione richiesti sono troppo elevati e le persone optano per l’acquisto. Infatti sul mercato si registrano ribassi dei canoni. Iniziano a farsi sentire gli effetti del progetto di Santa Giulia e di quello legato alla nascita della Cittadella della Giustizia che riunirà il Tribunale ed il Carcere. Gli operatori prevedono che ci possa essere un influsso anche sul mercato degli uffici a S. Donato Milanese e S. Giuliano Milanese, non lontani e con una discreta presenza di uffici. Situazione positiva anche per gli uffici nella zona di Gambara dove si sta assistendo ad uno spostamento della domanda dalla vicina De Angeli i cui prezzi e canoni di locazione sono decisamente più elevati. Per quanto riguarda invece il mercato del centro città c’è difficoltà a fare incontrare domanda ed offerta. Infatti la prima è orientata su tagli di 2000-5000 mq, metrature difficili da reperire in zona. Nell’hinterland di Milano si segnalano performance positive sui mercati di Muggiò ed Assago. A Muggiò si registrano richieste da parte di società multinazionali che cercano tipologie di rappresentanza inserite in contesti direzionali. Ad Assago, nella zona di Milanofiori, il mercato dà segnali positivi ma su tagli fino a 200 mq. Più difficili da collocare i tagli oltre i 1000 mq che fino a qualche anno fa erano preferiti soprattutto da società di consulenza e da aziende di grandi dimensioni. Negli ultimi tempi molte di esse hanno ridotto l’organico con la conseguenza che la richiesta di spazi direzionali è decisamente diminuita. A Vimercate tengono bene sul mercato le tipologie all’interno di “Torri Bianche” un centro direzionale dove sono state aggiunte altre tre torri e che sta sottraendo domanda al “Centro direzionale Colleoni” di Agrate. Mercato positivo anche in alcuni comuni dell’hinterland di Verona in seguito alla nascita di nuovi centri direzionali a San Martino Buonalbergo, Soave e San Bonifacio verso cui si è dirottata la domanda di coloro che avevano l’ufficio nel centro dei paesi. Nella zona dello Z. A. I. Si registra poca offerta di uffici dal momento che il Piano Regolatore non permette la costruzione di tipologie di tipo direzionale e commerciale. La domanda in zona è comunque sostenuta perchè l’introduzione di zone a traffico limitato nel centro storico di Verona ha determinato uno spostamento della richiesta nelle aree più periferiche e della prima cintura. A spostarsi sono prevalentemente studi associati, studi di progettazione ed architettura e studi di elaborazione dati. In centro restano gli studi di avvocati e notai. Nelle aree centrali di Roma si riscontra una notevole offerta di uffici in locazione perché le richieste dei proprietari sono elevate. La domanda è alimentata prevalentemente da studi professionali associati (avvocati, notai, commercialisti). Anche in questo segmento si riscontra una discreta richiesta per investimento anche se il rendimento medio lordo in città non supera il 5%. Da segnalare che al Tecnopolo Tiburtino è sorto un centro direzionale con 7500 mq destinato a raddoppiarsi nel prossimo anno. Laboratori Sul mercato dei laboratori si è registrata una stabilità dei prezzi (+0. 2%) e una riduzione dei canoni di locazione dello 0. 4%. La richiesta di laboratori è indirizzata ormai solo allo svolgimento di attività artigianali (falegnameria, lavorazione metalli, sartoria) oppure per lo svolgimento di attività di assemblaggio, attività informatiche. E’ importante la presenza di un’aera di carico e scarico perché spesso sono utilizzati per deposito. Fondamentale che il laboratorio si a piano terra. .  
   
   
TRENTO: PIANO STRAORDINARIO CASA: ITEA OPERATIVA 817 MILIONI DI EURO L’INVESTIMENTO IN DIECI ANNI, LA SOCIETÀ S’INDEBITERÀ PER 400 MILIONI  
 
Trento, 21 febbraio 2008 – I vertici di Itea Spa hanno illustrato ieri nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti anche il presidente Lorenzo Dellai e l’assessore alle politiche sociali Marta Dalmaso, come intendono dare attuazione al Piano straordinario per l’edilizia abitativa sociale. Il piano prevede, con un investimento di circa 817 milioni di euro, di mettere a disposizione entro i prossimi otto anni 9 mila alloggi: 3 mila a canone sociale di nuova realizzazione, 3 mila attraverso la ristrutturazione degli appartamenti di “risulta” e 3 mila a canone moderato. Significativo, 400 milioni di euro, l’indebitamento previsto nel periodo da Itea Spa, che realizzerà quest’anno 106 nuovi alloggi ed altri 194 li acquisterà sul mercato, operazione quest’ultima per la quale Itea Spa sta per emettere i bandi di evidenza pubblica. Entro l’estate la società definirà anche uno specifico piano per il reperimento della terza quota di alloggi, i 3 mila da locare a canone moderato, per i quali la società potrà stipulare accordi con i soggetti privati. Soddisfazione per l’avvio operativo del Piano è stata espressa all’incontro di stamane dai segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino: “L’ente pubblico dà un segnale importante che può essere colto dalle imprese e che produrrà un positivo impatto sull’economia locale, ma occorre accelerare sul reperimento di alloggi a canone moderato”. Nel Piano anche una serie di azioni volte a migliorare la vivibilità negli insediamenti abitativi urbani ad alta concentrazione di edilizia abitativa pubblica. La presidente di Itea Spa Elena Robecchi Defant ed i membri del Consiglio di amministrazione della società hanno infine presentato anche il Bilancio sociale 2006. Ricordando come il Piano straordinario per la casa abbia già ottenuto, il 18 gennaio scorso, l’avvallo politico e finanziario della Giunta provinciale e che, per l’approvazione definitiva da parte della stessa Giunta manchi ormai solo il parere del Consiglio delle autonomie, il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai ha affermato che “il Piano di Itea Spa entra nella sua immediata operatività, potendo contare su tutti gli strumenti organizzativi e finanziari necessari”. “Nostro compito – ha detto ancora Dellai – è quello di sostenere e rafforzare le intese con gli Enti locali, il cui coinvolgimento è uno dei capisaldi per l’attuazione del piano stesso”. “Il Piano casa – ha poi aggiunto l’assessore Dalmaso – è stato costruito sulla base delle linee d’indirizzo dettate dalla Giunta provinciale e dopo un lungo confronto, che a tratti è stato anche acceso , con i sindacati, che sono stati coinvolti fin dall’inizio. In esso non ci sono solo “numeri”, quanti alloggi, dove e quando, ma anche una forte vigilanza e attenzione ai temi della sicurezza e della vivibilità urbana. La Giunta approverà presto, a questo proposito, precise linee di indirizzo alle quali gli enti gestori dovranno uniformarsi al fine di garantire vivibilità e sicurezza negli insediamenti abitativi dei propri territori di riferimento. Si tratta di un aspetto strategico, questo, sul quale vogliamo investire”. Un Piano casa, dunque, che entra nella sua operatività. La presidente di Itea Spa ha annunciato a questo proposito che la prima “mossa” sarà l’acquisto di alloggi sul mercato. La procedura di acquisizione immobiliare prevede la pubblicazione, ogni mese, di un avviso di ricerca immobiliare rivolta a tutti. Gli elementi tecnici richiesti da Itea Spa alle imprese immobiliari e/o agenzie di intermediazione saranno scaricabili dal sito della società già a partire dal prossimo mese di marzo. “Cercheremo di acquistare alloggi soprattutto nelle zone ad alta densità abitativa e dove maggiore è la richiesta – ha spiegato il direttore sviluppo e credito della società, Paolo Toniolli – ma non tralasceremo nessuna delle 63 zone omogenee del Trentino”. Qualificante, nel programma casa di Itea Spa, sarà anche l’adozione di avanzati parametri strutturali nella costruzione dei nuovi alloggi e nelle ristrutturazioni, orientati al risparmio energetico, alla gestione del calore ed alla sostenibilità ambientale. I sistemi adottati saranno quelli di casa Clima B e Leed-nc versione 2. 2 con livello di certificazione minimo “Silver”, in stretta collaborazione con il Distretto Energia Ambiente. Sostenibilità sociale, qualità degli alloggi, qualità urbana, qualità ambientale e qualità organizzativa disegnano il profilo etico e le relazioni valoriali di Itea Spa che emergono anche dal Bilancio sociale 2006, illustrato stamane dal direttore gestione e struttura della società Floriano Gubert. Il documento evidenzia tra l’altro la dimensione locativa di Itea Spa, che con i suoi oltre 9 mila alloggi locati copre una fetta del 24,62 per cento del mercato trentino delle locazioni, oltre un punto percentuale in più rispetto al 2001. Altro dato da sottolineare riguarda la morosità, che segna un leggero aumento del numero degli utenti morosi (2. 917 nel 2006) per complessivi 3. 887. 000 euro circa. Ma ecco, di seguito, un’ampia sintesi del Piano straordinario casa 2007-2016. Nuovi Alloggi Per reperire da subito un certo numero di alloggi – dando così una veloce risposta alla pressante domanda di case espressa, in particolare, dalle città di Trento e Rovereto, dall’Alta Valsugana e dalla Valle dell’Adige – Itea Spa si propone di acquistare direttamente sul mercato, nel prossimo triennio (entro il 2010), 630 alloggi equamente distribuiti sul territorio provinciale. Altri 1471 nuovi alloggi si conta di realizzarli, a partire dal 2010, sulle aree messe a disposizione dai Comuni. La prevista dotazione di 3000 alloggi a canone sociale sarà completata, entro il 2014, con gli 899 alloggi (191 già cantierati, 96 cantierabili e 612 in progettazione) la cui realizzazione è stata “ereditata” da Itea ente funzionale. Di questi 899 alloggi, Itea Spa prevede di ultimarne 106 (52 dei quali nel comune di Trento), entro l’anno in corso. Per quanto riguarda la localizzazione dei previsti 3000 alloggi a canone sociale, il Piano ne prevede 850 nel comune di Trento, 400 nel comprensorio Alto Garda e Ledro, 310 in Val d’Adige, 280 nel comune di Rovereto e altrettanti in Vallagarina, 270 in Alta Valsugana, 150 in Valle di Non, 140 nelle Giudicarie, 130 in Bassa Valsugana, 80 in Valle di Fiemme, 40 in Primiero ed altrettanti in Valle di Sole, 30 in Valle di Fassa. Finanziamento Del Piano Per finanziare il Piano, accanto al ricorso al credito ed al finanziamento integrativo che assicurerà la Provincia con il Fondo casa, Itea Spa potrà contare sulle risorse residue del precedente ente funzionale, pari a 9 milioni di euro, sugli oltre 28 milioni di euro già assegnati dalla Provincia lo scorso anno e su 33 milioni di euro che la società conta di incamerare, attraverso un piano strategico di razionalizzazione del proprio patrimonio abitativo e non abitativo, tramite acquisti e/o dismissioni. Acquisti E Dismissioni Di Alloggi Gli acquisti saranno prioritariamente orientati verso gli alloggi di edifici dove Itea già risulta proprietaria di almeno il 75 per cento del numero complessivo di alloggi esistenti (attualmente sono 237), mentre saranno alienati gli appartamenti in edifici nei quali Itea è proprietaria al massimo del 25 per cento del totale degli alloggi in essi esistenti (157). Itea Spa procederà dapprima alle dismissioni, vendendo tutti gli alloggi che si renderanno disponibili a seguito del rilascio degli assegnatari oppure vendendoli agli stessi assegnatari, a prezzo di mercato, qualora fossero disponibili ad acquistare. In caso di mancato acquisto, la società provvederà ad assegnare un altro alloggio agli inquilini (una quota di alloggi sarà destinata a tale scopo nell’ambito delle nuove assegnazioni), sulla base di piano di mobilità che sarà presumibilmente attuato negli anni dal 2009 al 2012, piano che riguarderà anche gli alloggi maggiormente sottoutilizzati (esubero di superficie). Nel piano di dismissioni entrerà anche il patrimonio non abitativo di Itea Spa, che si compone di 88 unità alienabili. Se si tratta di unità immobiliari commerciali locate, queste saranno offerte in vendita ai locatari, oppure poste sul mercato alla scadenza del contratto in caso di mancata accettazione del prezzo. Per quanto riguarda invece le unità non commerciali, non saranno posti in vendita (salvo situazioni particolari) gli spazi ad uso sociale destinati all’uso diretto dei nuclei locatari degli alloggi. Per gli spazi ad uso prevalentemente sociale destinati ad usi diversi da quelli istituzionali della società (ad esempio teatri, biblioteche, ambulatori, eccetera, utilizzati dal Comune) si proporranno permute con aree, fabbricati o alloggi che possano essere utilizzati, anche a seguito di interventi edilizi, ad uso abitativo. Anche garage e posti auto saranno posti in vendita, offrendoli prioritariamente agli occupanti degli alloggi cui sono funzionali. Filiera Del Legno Rientra infine nel Piano anche la previsione di realizzare, con la consulenza del Distretto Energia Ambiente, almeno il dieci per cento delle abitazioni programmate in legno, a basso impatto ambientale ed energetico, con certificazione Leed-nc, ed alcuni edifici multipiano con struttura portante di pannelli X-lam (quelli della casa antiterremoto del progetto Sofie progettati dall’Ivalsa-cnr e testati con successo in Giappone). Un primo nucleo di case in legno sarà realizzato in alcuni comprensori una volta che i Comuni avranno messo a disposizione delle microaree di circa 2000 metri quadrati ciascuna, mentre altre strutture in legno sorgeranno su aree di proprietà di Itea Spa già individuate. Vivibilitá E Sicurezza Ma il piano straordinario casa non è fatto solo di numeri – quanti alloggi con quali risorse – ma anche di qualità sociale dell’abitare, di sicurezza all’interno e all’esterno degli insediamenti abitativi, specie quelli degli agglomerati urbani caratterizzati da elevata presenza di alloggi di edilizia abitativa pubblica. Per questo il Piano prevede sia azioni volte a risolvere o comunque a contenere le situazioni già esistenti di conflittualità tra inquilini, sia azioni finalizzate alla prevenzione di comportamenti trasgressivi e antisociali. Per affrontare le prime Itea Spa si affiderà sia ai suoi ispettori (dal Bilancio sociale 2006 emerge che gli interventi ispettivi effettuati in quell’anno sono stati 3. 700, 73 dei quali per conflitti sociali) sia a operatori specializzati nel favorire la ricomposizione di conflitti. Un’azione – hanno affermato i vertici Itea Spa – che sarà improntata al massimo rigore e che potrà essere concertata, ove possibile, anche con i Servizi sociali territoriali. Per particolari situazioni di utenza debole, la società si muoverà in accordo e sinergia anche con il Servizio di Salute mentale di Trento dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ciò in virtù del protocollo d’intesa con lo stesso Servizio che prevede strategie comuni d’intervento al fine di garantire la migliore vivibilità possibile all’interno degli alloggi pubblici e tutelare al tempo stesso le parti coinvolte. Altri strumenti, da impiegare specificamente a scopo preventivo, sono individuati da Itea Spa nella qualificazione e formazione di Referenti Condominiali e Fiduciari di zona, in forme di collaborazione con l’inquilinato, nella partecipazione di proprio personale alle assemblee condominiali e, più in generale, in un’azione di rigoroso controllo del buon utilizzo degli alloggi, pertinenze e spazi comuni. Non solo Itea Spa dovrà per altro impegnarsi su questo tema: anche gli enti locali dovranno infatti provvedere ad attivare sul territorio interventi di mediazione culturale e sociale, che i Comuni potranno affidare, con apposito incarico, anche a soggetti esterni all’amministrazione sulla base di specifici “livelli essenziali di mediazione”, che saranno definiti dalla Giunta provinciale, e facendo riferimento a “Piani di sicurezza” da definirsi d’intesa con la stessa Itea Spa. Elemento indispensabile per assicurare la vivibilità negli insediamenti abitativi è però anche la presenza, al loro interno, di servizi aggregativi di carattere socio-assistenziale a bassa soglia (ad esempio centri aperti) che gli enti locali dovranno prevedere, nell’esercizio delle proprie competenze, nelle aree ad elevata concentrazione di alloggi pubblici, così come di servizi primari quali negozi alimentari, ristorazione, servizi sanitari alla persona, eccetera. .  
   
   
COSTRUIRSI LA CASA CON LE PROPRIE MANI, OGGI SI PUÒ IN COOP A FIRENZE UN SEMINARIO PROMOSSO DALLA REGIONE PER FAR CONOSCERE QUESTA OPPORTUNITÀ A MONTERIGGIONI ESEMPIO PILOTA IN TOSCANA. PRESTO NUOVA LEGGE REGIONALE  
 
Firenze, 21 febbraio 2008 - Una tecnica nuova, anzi antica: l’autocostruzione. Farsi la casa in Toscana, senza avere un soldo da parte, e pagare un mutuo che costa meno di un affitto, oggi è possibile. Lo dimostra l’esperienza di Monteriggioni, comune di 9 mila abitanti, posizione incantevole, alle porte di Siena. Le case, a due piani, saranno di 84 metri quadrati ciascuna e avranno 3 camere al piano superiore. Si conta che saranno pronte in due anni, con un costo inferiore a 100 mila euro coperto interamente da un mutuo. Saranno realizzate dai futuri proprietari, con circa 1500 ore di lavoro ciascuno. Monteriggioni è un’esperienza pilota in Toscana ed è stata presentata stamani durante il seminario “Autocostruzione e autorecupero: un’opportunità in più per abitare in Toscana” organizzato dall’assessorato alla casa della Regione Toscana. Se l&rsq! uo;esperienza di Monteriggioni, che verrà realizzata su! un terr eno di proprietà comunale e darà casa a 25 famiglie, delle quali il 30% è formata da forestieri, è per ora l’unica del genere in Toscana, altre esperienze sono già consolidate in Umbria, in Lombardia, in Veneto e in Emilia Romagna. E proprio quella della Lombardia è stata un’altra delle esperienze presentate stamani all’iniziativa che si è svolta presso la sala Est-ovest della provincia di Firenze. In Lombardia, dove l’autocostruzione in cooperativa è partita 4 anni fa, l’esperienza è stata condotta grazie ad una joint-venture fra la cooperativa Alisei e Aler, l’azienda lombarda per l’edilizia residenziale di Milano. L’intervento che ha portato alla costruzione di 68 alloggi, ha potuto contare su un terreno dell’Aler e su un budget di 5,6 milioni di euro, dei quali 1,2 milioni di finanziamento regionale. In Toscana l’assessore alla casa! ha annunciato che interventi a sostegno dell’autocostruzione e autorecupero saranno compresi nella prossima legge sull’edilizia con la quale intende riformare profondamente la politica della casa nella regione. La legge, della quale è cominciato l’iter, e che sarà portata alla consultazione e concertazione di tutti i soggetti interessati, dovrebbe essere emanata entro l’estate prossima. Intanto il Ctc, consorzio toscano cooperative, ha dato il via ad un Centro internazionale di ricerca, formazione e documentazione sull’autocostruzione e autorecupero. Il Centro, che ha anche un sito web (www. Descanso. It) si offre come interlocutore e punto di riferimento per chi, ente pubblico o privato, sia interessato alla formula dell’autocostruzione o dell’autorecupero. Una formula, è stato sottolineato, che ha anche una forte valenza sociale e rappresenta un possibile ! volano di integrazione multiculturale e multirazziale. Ancora ! una volt a l’esperienza di Monteriggioni può fare da esempio. Il Comune ha fatto un bando, al quale hanno risposto una settantina di famiglie. Di queste ne saranno selezionate circa 25 e fra le caratteristiche ci sarà anche quella di riuscire a “fare comunità” indispensabile per lavorare insieme. Così, come ha avuto modo di sottolineare il sindaco, chi fa parte di questa esperienza, comincia a conoscere il suo vicino da quando mette la prima pietra di casa e non dopo che la casa è finita. Il convegno si è concluso con l’intervento di un rappresentante del Monte dei Paschi di Siena, che ha spiegato il meccanismo del mutuo concesso all’esperienza di Monteriggioni, e di un rappresentante del Ministero del Welfare, che ha fatto il punto sulle politiche abitative del governo e sui possibili interventi a sostegno dell’autocostruzione e dell’autorecupero. .  
   
   
EDILIZIA: UN PREZZARIO SU CUI BASARE LE TRATTATIVE  
 
Cuneo, 21 febbraio 2008 - La presentazione congiunta, da parte della Camera di Commercio e della Provincia, del “Prezzario delle opere edili ed impiantistiche 2008” è indicativa di scelte che guardano ben al di là dei limiti circoscritti di utilizzo di un’opera che ha comportato, per l’apposita commissione attivata in ambito camerale, mesi e mesi di lavoro. Sottolinea, in particolare, l’obiettivo di farsi punto di riferimento incontestabile, base di contrattazione per i confronti riguardanti la concessione di appalti e si propone come punto di partenza per accordi che investono sia la sfera pubblica che quella privata. Il fine della omogeneità dei prezzi su tutta l’area provinciale, in un settore in cui l’opinabilità ha, spesso, margini troppo ampi, si fonda sulla divulgazione di dati acquisiti in base a regole precise che hanno tenuto conto dell’impiego di materiali di qualità e del loro utilizzo a norma di legge. Con la pubblicazione che, lunedì 18 febbraio, è stata presentata in sala Falco della Provincia, il Prezzario approda alla sesta edizione. E lo fa alla grande, con le sue 11 mila voci, espressione di un mondo dai mille risvolti a dalle tante articolazioni. Sempre nell’ottica di favorirne la diffusione, quest’anno sarà distribuito a titolo gratuito, sia per quanto concerne la forma cartacea con Cd allegato, che per la possibilità di accesso al sito Internet della Camera di commercio. “Il Prezzario - ha sostenuto il presidente camerale Ferruccio Dardanello, nella presentazione - tiene conto dell’importante ruolo del comparto legato all’edilizia in provincia di Cuneo, riconducibile ad oltre 10 mila realtà tra grandi e piccole, con un incremento che, secondo i dati più recenti, si quantifica in 350 unità all’anno. Complessivamente questo porta alla realizzazione di oltre 1. 800. 000 metri cubi di fabbricati residenziali e di 3. 400. 000 non residenziali. Comparto vivace, dunque, forte di una grande tradizione, apprezzato anche nelle aree viciniori e, soprattutto in Francia, dove parecchie aziende operano su richiesta di una clientela esigente e selettiva”. Apprezzamento espresso anche dall’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Giovanni Negro che ha dichiarato: “Esprimo grande soddisfazione per questo risultato, che rappresenta un importante strumento di lavoro in grado di agevolare le imprese riducendo i contenziosi tra le ditte e migliorando il livello qualitativo dell’offerta. Il prezzario rappresenta inoltre una garanzia per tutti i cittadini e un mezzo per assicurare chiarezza e trasparenza ai costi delle opere pubbliche”. Un settore che mobilita capitali notevoli, a seguito di contrattazioni cui l’opera, grazie ai dati definiti dagli esperti, presieduti da Attilio Ferrero, (coordinatore di un Comitato tecnico di cui fanno parte, oltre che i rappresentanti di Cciaa, Regione e Provincia, anche quelli delle associazioni artigiane, industriali e commerciali e degli ordini degli ingegneri, geometri, periti industriali ed architetti) prospetta una base contrattuale attendibile, ben calibrata. L’iniziativa della pubblicazione si muove, dunque, nell’obiettivo della ricerca di chiarezza, di rispetto delle condizioni di base e di una omogeneità che non può che incidere positivamente sul settore edile ed impiantistico, attribuendo un ulteriore valore aggiunto alle consolidate professionalità e serietà dei cuneesi. .  
   
   
EFFICACI I CONTROLLI NEI CANTIERI EDILI  
 
Bolzano, 21 febbraio 2008 - L’ufficio provinciale del lavoro informa che grazie al tempestivo intervento di un ispettore del lavoro in un cantiere di Bolzano è stato possibile evitare il verificarsi di un incidente sul lavoro. Un ispettore dell’Ufficio provinciale del lavoro nel corso di un controllo di routine presso un cantiere edile del capoluogo ha notato mercoledì 20 febbraio la presenza di un lavoratore su di un’impalcatura che, a 15 metri di altezza, portava una lastra di vetro privo di qualsiasi attrezzatura di sicurezza. “In quelle condizioni” sottolinea il direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro, Helmut Sinn “una qualsiasi disattenzione avrebbe potuto causare un incidente estremamente grave per il lavoratore”. L’ispettore ha quindi bloccato immediatamente i lavori, provveduto a far scendere il lavoratore dall’impalcatura con l’ausilio di una gru ed ha rilevato gli estremi dei responsabili del cantiere per adottare le sanzioni previste dalla legge. “Questo concreto esempio dimostra “ secondo l’assessora Luisa Gnecchi “che l’attività di controllo di controllo svolta quotidianamente dai nostri ispettori è necessaria ed efficace”. .  
   
   
IMPERIA: MISSIONE IN RUSSIA PER LE AZIENDE DI MATERIALI EDILI  
 
Imperia, 21 febbraio 2008 – Dal 20 al 25 aprile 2008 si svolgerà una missione imprenditoriale in Russia promossa da Unioncamere e da tutto il sistema camerale rivolta ai settori dei materiali per l’edilizia, sanitari e rubinetteria; infissi e sistemi di sicurezza; pavimenti e rivestimenti in marmo, ceramica e legno; sistemi per riscaldamento e condizionamento; sistemi di impermeabilizzazione e di isolamento, vernici e collanti e dell’arredo casa. Le tappe previste sono le città di Mosca, mercato principale e zona di sdoganamento per tutti i prodotti importati, e Krasnodar, città interessante dal punto di vista del mercato potenziale in cui si giocano molte possibilità di investimento, anche sulla base della vicinanza con Sochi, designata ad ospitare le prossime olimpiadi invernali del 2014. Obiettivi della missione sono: promuovere opportunità di cooperazione, sia commerciali che industriali, tra imprese italiane e russe allo scopo di avviare nuove partnership. La Russia ha realizzato nell’ultimo quinquennio una crescita economica inferiore solo a Cina e Turchia. Il paese si trova nella necessità reale di potenziare infrastrutture e tutti i servizi correlati: le imprese italiane hanno, quindi, l’opportunità di ritagliarsi spazi interessanti e la loro capacità competitiva su questo mercato sarà fondamentale nel prossimo futuro. L’azienda Speciale per l’internazionalizzazione della Camera di Modena – Promec ha il ruolo di coordinamento per gli aspetti organizzativi e logistici della missione. Per informazioni, costi ed eventuali iscrizioni rivolgersi all’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Imperia (tel. 0183 793253), tenendo conto che il termine di presentazione del profilo aziendale va presentato entro il 25 febbraio 2008 e le candidature delle aziende dovranno pervenire ad Unioncamere entro e non oltre il 7 marzo 2008. .