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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 20 Ottobre 2008 |
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CELLULARI: INTERCETTAZIONI CON SMS |
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La polizia postale di Napoli sta indagando, a seguito di due denunce, sul fenomeno dei cellulari intercettati con un sms. Il meccanismo di intercettazione è semplice: sul cellulare arriva un sms sconosciuto, lo si apre e si avvia automaticamente la procedura di download di un virus che penetra nella memoria del telefonino e scarica un software che consente il collegamento con un altro cellulare. Se si ricevono o si fanno telefonate, il cellulare collegato può ascoltare la conversazione . |
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COMITATO TECNICO CONTRO LA PIRATERIA DIGITALE E MULTIMEDIALE |
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Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 15 settembre 2008, di cui è stata data comunicazione nella Gazzetta ufficiale n. 240 del 13 ottobre 2008, è stato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, d´intesa con il Ministro per i beni e le attività culturali, il Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale. Coordinatore del Comitato è il Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Vicecoordinatore è il Capo di gabinetto del Ministero per i Beni e le attività culturali. Fanno parte del Comitato i Capi di gabinetto dei Ministeri dell’interno, degli esteri, dello sviluppo economico, della giustizia, delle politiche europee, della gioventù, nonché il Presidente della Siae, due rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, due rappresentanti del Ministero per i beni e le attività culturali, due esperti del settore. Il Comitato, tra l’altro, coordina le azioni per il contrasto del fenomeno, predispone proposte normative, svolge audizioni, anche pubbliche, e consultazioni, tramite un proprio sito internet, analizza ed individua iniziative non normative, compresa anche l’eventuale stipula di appositi codici di condotta e di autoregolamentazione . |
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INFORMATIZZAZIONE DELLA SCUOLA ITALIANA |
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Lo scorso 2 ottobre Maria Stella Gelmini, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, e Renato Brunetta, Ministro per la pubblica amministrazione e l´innovazione, hanno presentato iniziative per informatizzare e modernizzare la scuola italiana. E’ stata presentata la nuova lavagna interattiva multimediale, che sarà consegnata in più di 11. 000 classi delle scuole medie. Le lavagne saranno complete di videoproiettore e casse acustiche, insieme a un Pc portatile e a una scelta di contenuti didattici digitali esemplificativi sull’utilizzo di questa tecnologia in varie discipline scolastiche. Sarà organizzato un percorso di formazione rivolto a 24. 000 docenti di tutte le discipline per la progettazione di attività didattiche che sperimentino l’uso della lavagna interattiva multimediale e delle risorse digitali in rete. Per quanto riguarda le scuole saranno avviati i seguenti progetti: 1) progetto "Innova Scuola", per realizzare strumenti per la creazione e fruizione in rete di contenuti didattici digitali; sviluppare contenuti didattici, acquistarli o fruirne in rete, usare strumenti di collaborazione (blog, wiki, videoconferenze, ecc. ); potenziare la dotazione informatica delle scuole. 2) progetto "Scuola/famiglia via web", per realizzare nuovi servizi in rete per semplificare le relazioni scuola/famiglia; istituire il registro elettronico, la rilevazione assenze/presenze con comunicazione via cellulare o e-mail, l´accesso in rete al fascicolo dello studente, la prenotazione dei colloqui, la pagella on line. 3) progetto "Anagrafe scolastica nazionale", per realizzare un aggiornamento costante dell´anagrafe scolastica nazionale, in modo che possa operare anche come osservatorio sui temi della frequenza e dell´abbandono. 4) progetto "La rete delle scuole", per connettere le scuole al sistema pubblico di connettività; per collegare le scuole tra loro in rete e collegarle alle pubbliche amministrazioni. Per quanto riguarda l’Università i progetti in cantiere sono: 1) progetto “Servizi on line per le Università”: per dotare le Università di servizi di connettività Wi-fi e Voip; per introdurre metodologie e strumenti di dematerializzazione al fine di realizzare le segreterie amministrative on line. Per questo progetto sono stati stanziati 18 milioni di euro. 2) progetto “Università digitale”: per sviluppare e diffondere soluzioni innovative miranti alla semplificazione amministrativa e alla razionalizzazione dei servizi. Per tale progetto sono stati stanziati 5 milioni di euro . |
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CAMERA DI COMMERCIO DI RIETI: IL REGISTRO IMPRESE A PORTATA DI MOUSE |
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Il Registro Imprese è on line. Questo il nuovo servizio offerto dalle Camere di Commercio che permette di ottenere, con vantaggi in termini di costi e semplificazione, le informazioni online sulle imprese italiane ed europee, sui loro soci ed amministratori, e di accedere ai servizi online offerti dal Sistema Camerale. Per illustrare ad associazioni di categoria, imprese, professionisti ed al mondo della comunicazione le opportunità offerte dal portale www. Registroimprese. It, la Camera di Commercio di Rieti ha organizzato un incontro-conferenza per il venerdì 24 ottobre alle ore 11 presso la Sala Convegni dell’ente camerale in via Paolo Borsellino 16, che verrà introdotto dal presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, ed a cui seguirà l’intervento, comprensivo di simulazione interattiva, di Stefania Lenci della Direzione Relazioni Esterne di Infocamere, Società Consortile per Azioni delle Camere di Commercio Italiane, che assicura la realizzazione e gestione delle applicazioni necessarie al funzionamento del sistema camerale e al suo dialogo con la Pubblica Amministrazione, le imprese e i cittadini. “Il nuovo portale delle Camere di Commercio – ha detto il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini – è un passo avanti della pubblica amministrazione verso il mercato, le imprese e i cittadini che chiedono servizi semplici, efficienti e poco costosi. Uno strumento pensato per offrire agli operatori più informazioni di qualità, più efficienza e meno costi nel rapporto quotidiano con la pubblica amministrazione e, dunque, maggiori possibilità di essere competitivi sul mercato. Si tratta di un ulteriore ed importante tassello nell’ambito di un unico percorso che vede la Camera di Commercio di Rieti impegnata anche nella diffusione di caselle di posta certificata e delle business key”. Durante l’incontro verrà distribuito materiale divulgativo ed un coupon per compiere le prime interrogazioni in modalità gratuita. . |
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CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO: FARE IMPRESA E RISCHIO USURA |
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Quanto è presente il fenomeno? Chi sono i protagonisti? Donne o uomini? Quali gli imprenditori a rischio usura e perché? Singoli o gruppi organizzati? Come intervenire? La Camera di commercio di Milano ha realizzato la ricerca “Fare impresa e rischio di usura” attraverso il Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale. Se ne parla in Camera di commercio lunedì 20 ottobre, ore 9. 00-13. 30, a palazzo Turati, via Meravigli, 9/b - Milano (Mm Cordusio). Parteciperanno tra gli altri: Gian Valerio Lombardi, prefetto di Milano; Alberto Grancini, assessore alla sicurezza e lotta all’usura, Provincia di Milano, Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano e segretario generale della Fondazione Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale-Onlus, Pier Andrea Chevallard, segretario generale Camera di commercio di Milano. Seguirà la presentazione dei risultati della ricerca e una tavola rotonda. |
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UNIONE EUROPEA: DIRETTIVA PER ACQUISTI ON LINE |
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La Commissione europea ha proposto lo scorso 8 ottobre una direttiva per il rafforzamento dei diritti dei consumatori che acquistano su internet di modo che i consumatori dei 27 Paesi membri possano ricevere informazioni chiare sul prezzo e su tutti i costi aggiuntivi prima di sottoscrivere il contratto e ricevano una maggiore tutela in caso di ritardi o di mancata consegna da parte del venditore. La proposta intende introdurre anche garanzie nell’intera Unione per quanto riguarda altri aspetti fondamentali come il periodo di ripensamento, gli storni, i rimborsi, le riparazioni e le clausole vessatorie. La Commissione si propone anche di semplificare il quadro legislativo unificando le quattro direttive Ue sui diritti dei consumatori attualmente in vigore. La proposta riprende la situazione attuale per quanto riguarda i diritti e i doveri nell’ambito del commercio elettronico, migliorando la protezione dei consumatori sia in caso di acquisti su Internet sia in caso di acquisti nei negozi. La proposta è uno strumento coerente e orizzontale che mira a rafforzare la fiducia dei clienti e ad abbattere gli ostacoli amministrativi che continuano a limitare le attività commerciali ai confini nazionali, privando, di fatto, i cittadini di una maggiore varietà e qualità di prodotti e, soprattutto, di prezzi più competitivi. La proposta della Commissione,che presta particolare attenzione proprio ai settori in cui negli ultimi anni si sono avuti numerosi reclami e segnalazioni, provvede anche al necessario adeguamento della legislazione comunitaria al cosiddetto “m-commerce” (cioè il commercio elettronico tramite telefoni cellulari) e le aste on line. Ricordiamo che attualmente sono in vigore quattro direttive, che contengono prescrizioni minime. : la direttiva 93/13/Cee concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, la direttiva 1999/44/Ce su taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni di consumo, la direttiva 97/7/Ce in materia di contratti a distanza e la direttiva 85/577/Cee sui contratti negoziati fuori dei locali commerciali. Gli Stati membri hanno poi aggiunto nel corso degli anni norme ulteriori in modo non coordinato. Secondo la direttiva il commerciante dovrà fornire al consumatore, per tutti i contratti di consumo, un insieme di informazioni chiare, saranno previste regole nuove in materia di consegna e di rischio del consumatore, disponendo il commerciante di un massimo di 30 giorni di calendario per consegnare il bene al consumatore a decorrere dalla firma del contratto e sostenendo il rischio e i costi legati al deterioramento o alla perdita del bene fino al momento in cui il consumatore lo riceve. In caso di consegna tardiva o di mancata consegna il consumatore avrà diritto ad un indennizzo nei tempi più brevi possibile e comunque entro 7 giorni dalla data di consegna prevista. Il periodo di ripensamento valido su scala Ue dovrebbe essere pari a 14 giorni di calendario. La direttiva prevede anche che, per dare ai consumatori maggiore certezza, vi sarà un unico gruppo standard di strumenti di ricorso disponibili per tutti i consumatori che hanno acquistato un prodotto difettoso (riparazione, sostituzione, riduzione del prezzo o rimborso dell’importo versato). Sarebbe poi prevista una nuova lista nera di clausole contrattuali vessatorie vietate in tutta l’Unione Europea nonché una lista grigia su scala Ue di clausole contrattuali ritenute inique fintanto che il commerciante non provi il contrario. Per quanto riguarda le aste on line la direttiva impone che le stesse, comprese quelle elettroniche, soddisfino le prescrizioni in materia di informazione in modo da rafforzare la protezione dei consumatori: Altre norme riguardano le vendite negoziate lontano dai locali dell’azienda e le vendite dirette. La proposta di direttiva sui diritti dei consumatori deve essere esaminata dal Parlamento europeo e dai Governi dell’Ue in sede di Consiglio dei Ministri per l’approvazione prima dell’entrata in vigore secondo la procedura di codecisione . |
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UNIONE EUROPEA: CONSULTAZIONE PUBBLICA SU “INTERNET DEGLI OGGETTI” |
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In una relazione presentata lo scorso 29 settembre la Commissione europea ha delineato i principali interventi che l´Europa dovrà porre in essere per far fronte alla prossima ondata della rivoluzione di internet, che, nei prossimi anni, si intensificherà con l´evolversi di varie tendenze come le reti sociali, il passaggio massiccio ai servizi aziendali on line, la nomadizzazione dei servizi basati sul Gps e la Tv mobile e la maggior diffusione delle etichette intelligenti. Il rapporto mette in luce che l´Europa si trova in ottima posizione per sfruttare tutte queste evoluzioni, grazie alle politiche a favore della liberalizzazione e della concorrenza nelle reti di telecomunicazione e a quelle in materia di riservatezza dei dati e di sicurezza. La Commissione relativamente alla politica nel settore e sui possibili interventi ha avviato una consultazione pubblica su questa materia, c. D. “Internet degli oggetti”, che scadrà il 28 novembre 2008. |
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SETTIMANA DELLA CONCILIAZIONE: SEMINARI E CONVEGNI PRESSO LE CAMERE DI COMMERCIO DEL PIEMONTE |
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Dal 20 al 25 ottobre si svolgerà in tutta Italia la Settimana nazionale dei servizi di conciliazione delle Camere di commercio, giunta quest’anno alla sua quinta edizione. Obiettivo dell’iniziativa, far conoscere più da vicino la conciliazione, uno strumento alternativo alla giustizia ordinaria particolarmente adatto a risolvere le liti commerciali in tempi brevi e a costi contenuti. La conciliazione è una procedura volontaria che si basa sulla collaborazione delle parti in lite: l’esito della procedura, se positivo, è un accordo avente valore di contratto fra le parti, mentre se negativo non preclude alle stesse alcuna altra via, giudiziaria o arbitrale, per risolvere il loro problema. In Piemonte, le conciliazioni tra imprese e consumatori a livello provinciale sono gestite autonomamente dalle singole Camere di commercio, mentre le procedure di arbitrato e conciliazione tra imprese sono affidate alla Camera Arbitrale. "Crescono le procedure amministrate dalla Camera Arbitrale del Piemonte e questo risultato premia i nostri sforzi per diffondere la cultura della conciliazione e dell´arbitrato lavorando in squadra con gli Ordini professionali di commercialisti, notai e avvocati a livello regionale. La settimana della conciliazione è l´occasione giusta per continuare nell´opera di diffusione e conoscenza degli strumenti di giustizia alternativa e per far comprendere alle imprese che questi strumenti sono un mezzo veloce e sicuro per risolvere i loro contenziosi commerciali" dichiara Massimo Deandreis, Direttore di Unioncamere Piemonte e membro della Giunta esecutiva della Camera Arbitrale. Digitando l’indirizzo internet www. Pie. Camcom. It è possibile scorrere il programma delle conferenze e degli eventi che si terranno presso le varie Camere di commercio piemontesi. |
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GIUSTIZIA EUROPEA: RICONOSCIMENTO DEL DOPPIO COGNOME IN GERMANIA |
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Il 14 ottobre 2008 la sentenza della Corte di giustizia relativa alla causa C-353/06 (Stefan Grunkin e Dorothee Regina Paul / Standesamt Niebüll) ha affermato che la Germania non può rifiutarsi di riconoscere ai suoi cittadini il loro cognome cosi come è stato registrato nello Stato membro di nascita e di residenza. Leonard Matthias Grunkin-paul, figlio dei coniugi Dorothee Paul e Stefan Grunkin, entrambi cittadini tedeschi, è nato in Danimarca il 27 giugno 1998. Anch’egli è cittadino tedesco e vive dalla nascita in Danimarca. Il suo cognome, composto da quello del padre e da quello della madre, è stato iscritto nel suo atto di nascita danese. In Danimarca è possibile portare un doppio cognome. Nel 2006 i genitori hanno chiesto di iscrivere il figlio con il cognome Grunkin-paul nel libretto di famiglia tenuto a Niebüll, in Germania. Le autorità tedesche hanno però negato l’iscrizione in quanto il cognome dei cittadini tedeschi era disciplinato dal diritto tedesco, che non consentiva ad un figlio di portare un doppio cognome. I genitori hanno presentato all´Amtsgericht Flensburg un ricorso contro questa decisione dell´amministrazione tedesca. Tale giudice chiede alla Corte di giustizia se il diritto comunitario osti a che una normativa nazionale costringa un cittadino dell’Unione europea a portare un cognome diverso in diversi Stati membri. La Corte rileva innanzi tutto che, sebbene le norme che disciplinano il cognome di una persona rientrino nella competenza degli Stati membri, questi ultimi, nell’esercizio di tale competenza, devono rispettare il diritto comunitario. Inoltre, la situazione di Leonard Matthias ricade nel diritto comunitario in quanto egli è cittadino di uno Stato membro pur soggiornando legalmente in un altro Stato membro. La Corte dichiara poi che il fatto di essere obbligati a portare, nello Stato membro di cui si è cittadini, un cognome differente da quello già attribuito e registrato nello Stato membro di nascita e di residenza è idoneo ad ostacolare l’esercizio del diritto a circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. Numerose azioni della vita quotidiana richiedono infatti la prova dell’identità, prova che di norma è fornita dal passaporto. Poiché Leonhard Matthias possiede unicamente la cittadinanza tedesca, il rilascio del detto documento rientra esclusivamente nella competenza delle autorità tedesche. Pertanto, se queste ultime si oppongono al riconoscimento del cognome di Leonhard Matthias così come esso è stato determinato e registrato in Danimarca, a tale bambino verrà rilasciato dalle dette autorità un passaporto nel quale figurerà un cognome diverso da quello che egli ha ricevuto in quest’ultimo Stato membro. Ebbene, siffatta diversità di cognome tra i documenti tedeschi e quelli danesi potrebbe causare a Leonhard Matthias una serie di seri inconvenienti di ordine tanto professionale quanto privato, in particolare perché è idonea a suscitare dubbi in merito alla sua identità e all’autenticità dei documenti prodotti o alla veridicità dei dati in essi contenuti. In tali circostanze, e considerato che le disposizioni restrittive tedesche non sono state adeguatamente giustificate, la Corte giunge alla conclusione che il diritto dei cittadini europei di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri osta a che le autorità tedesche si rifiutino di riconoscere il cognome di Leonhard Matthias così come esso è stato determinato e registrato in Danimarca. |
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GIUSTIZIA EUROPEA: REVOCA IMMUNITÀ MEMBRO PARLAMENTO EUROPEO |
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Il 15 ottobre 2008 il Tribunale di primo grado, nella causa T-345/05 (Ashley Neil Mote / Parlamento) ha respinto la domanda d´annullamento della decisione del Parlamento europeo di revoca dell´immunità di uno dei suoi membri, affermando che il Parlamento non ha commesso un errore di diritto decidendo di revocare l’immunità del sig. Mote. Il sig. Ashley Neil Mote, cittadino del Regno Unito, ha beneficiato tra il 1996 e il 2002 di vari sussidi pubblici. Nel novembre 2003 è stato avviato nei suoi confronti un procedimento penale in quanto tali sussidi sarebbero stati percepiti sulla base di dichiarazioni false. Dopo la sua elezione al Parlamento europeo nel giugno 2004, il sig. Mote ha richiesto la sospensione del procedimento penale in corso, invocando i privilegi e le immunità di cui gode in qualità di parlamentare europeo. Nel novembre 2004 il giudice nazionale competente ha disposto la sospensione del procedimento. Tale giudice ha ritenuto che il regime di libertà su cauzione cui era stato sottoposto il sig. Mote costituisse un ostacolo alla libertà di movimento dei membri del Pe e violasse di conseguenza il Protocollo sui privilegi e sulle immunità delle Comunità europee dell’8 aprile 1965, allegato al Trattato che istituisce un Consiglio ed una Commissione unica. Adita con richiesta dell´Attorney General (procuratore generale di Inghilterra e Galles), l’assemblea plenaria del Pe, con decisione del 5 luglio 2005, ha deciso di revocare l’immunità del sig. Mote. Dopo la revoca dell’immunità, il procedimento penale a carico del sig. Mote è ripreso, ed egli è stato dichiarato colpevole e condannato dai giudici britannici alla pena di nove mesi di detenzione. Egli ha allora impugnato detta sentenza. Il sig. Mote ha adito inoltre il Tribunale di primo grado chiedendo l´annullamento della decisione del Pe recante la revoca della sua immunità. Nella sua odierna sentenza, il Tribunale, innanzi tutto, ha dichiarato che la decisione con cui il Parlamento revoca l’immunità può formare oggetto di un ricorso di annullamento dinanzi al giudice comunitario. Il Tribunale conferma inoltre che il Pe è competente a pronunciarsi su una domanda di revoca dell’immunità di un suo membro, ai sensi dell´art. 10 del Protocollo. Successivamente il Tribunale constata che, viceversa, nessuna disposizione fa del Parlamento l’autorità competente a decidere in merito all’esistenza del privilegio previsto dall’art. 8 del Protocollo. Quest´ultima disposizione mira a tutelare i membri del Parlamento contro tutte le limitazioni, diverse da quelle di natura giudiziaria, alla loro libertà di movimento. Rilevando che i rischi di pregiudizio all’esercizio delle funzioni di parlamentare del sig. Mote, lamentati da quest´ultimo, si limitavano a restrizioni di natura giudiziaria, il Tribunale constata che il Parlamento non ha commesso un errore di diritto decidendo di revocare l’immunità del sig. Mote senza pronunciarsi sul privilegio concessogli in qualità di membro del Parlamento. Di conseguenza, il Tribunale respinge il ricorso. . |
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GIUSTIZIA EUROPEA: DEDUZIONE MUTUI IPOTECARI |
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Il 16 ottobre 2008 la sentenza della Corte di giustizia nella causa C- 527/06 (R. H. H. Renneberg / Staatssecretaris van Financiën) afferma che il calcolo del reddito imponibile nello stato membro di occupazione deve prendere in considerazione, in talune circostanze, i redditi negativi relativi ad un’abitazione situata nello stato membro di residenza. E’ quanto avviene nel caso in cui tali redditi negativi, costituiti dalla differenza tra il valore locativo dell’abitazione e gli interessi ipotecari versati, non possono essere presi in considerazione nello Stato di residenza e la parte essenziale dei redditi imponibili del contribuente proviene da un’attività lavorativa dipendente svolta nello Stato di occupazione. Il sig. Renneberg, cittadino olandese, ha trasferito la propria residenza dai Paesi Bassi in Belgio. In quest’ultimo Stato membro egli ha occupato, negli anni 1996 e 1997, un’abitazione di sua proprietà che aveva acquistato nel 1993 e finanziato con prestito ipotecario contratto presso una banca olandese. Nel 1996 e nel 1997, il sig. Renneberg era impiegato presso il comune olandese di Maastricht. In questi due anni, ha conseguito l’integralità dei suoi redditi da lavoro nei Paesi Bassi. Nell’ambito dell’imposizione dei suoi redditi nei Paesi Bassi relativi agli esercizi finanziari 1996 e 1997, il sig. Renneberg ha chiesto, senza successo, la deduzione dei redditi negativi concernenti la sua residenza belga. La domanda di deduzione verteva sulla differenza tra il valore locativo dell’abitazione e gli interessi ipotecari versati. Infatti, a differenza di coloro che lavorano e risiedono nei Paesi Bassi, il sig. Renneberg, che lavora nei Paesi Bassi ma risiede in Belgio, non ha il diritto, secondo la legislazione olandese, di domandare che siano tenuti in considerazione dei redditi negativi collegati al proprio bene immobiliare ubicato in Belgio ai fini della determinazione della base imponibile dei suoi redditi percepiti nei Paesi Bassi. In tale contesto, lo Hoge Raad der Nederlanden, adito in ultima istanza, chiede alla Corte di giustizia se la libera circolazione dei lavoratori osti a che un contribuente non residente nello Stato membro di occupazione in cui percepisca la parte essenziale dei redditi imponibili non possa, ai fini della determinazione della base imponibile, far valere redditi negativi relativi ad un’abitazione situata in un altro Stato membro, mentre ciò è possibile per un residente nello Stato membro di occupazione. Anzitutto, la Corte rigetta l’argomento secondo cui si tratterebbe di una situazione puramente interna. Infatti, ogni cittadino comunitario, indipendentemente dal suo luogo di residenza e dalla sua cittadinanza, che eserciti un’attività lavorativa subordinata in uno Stato membro diverso da quello di residenza, rientra nella sfera di applicazione del diritto comunitario. Peraltro, la Corte richiama la giurisprudenza secondo la quale l’insieme delle disposizioni del Trattato relative alla libera circolazione delle persone è volto a facilitare, ai cittadini comunitari, l’esercizio di attività professionali di qualsivoglia natura sul territorio della Comunità europea e non tollera provvedimenti che potrebbero sfavorirli qualora intendano svolgere un’attività economica sul territorio di un altro Stato membro. Tale giurisprudenza si applica alle misure che potrebbero sfavorire i cittadini comunitari che svolgono un’attività professionale in uno Stato membro diverso da quello di residenza, fra cui in particolare i cittadini comunitari che intendono continuare ad esercitare un’attività economica in un dato Stato membro dopo aver trasferito la residenza in un altro Stato membro. Nella fattispecie, il trattamento riservato ai contribuenti non residenti è meno vantaggioso di quello di cui si avvalgono i contribuenti residenti. Certamente, in forza di una giurisprudenza costante, gli Stati membri, in mancanza di misure di unificazione o di armonizzazione comunitaria, conservano la competenza a determinare i criteri d’imposizione sui redditi e sul patrimonio al fine di eliminare le doppie imposizioni. In tale contesto, gli Stati membri sono liberi, nell’ambito di convenzioni bilaterali dirette ad evitare le doppie imposizioni, di stabilire gli elementi di collegamento per la ripartizione della competenza tributaria. Tuttavia, tale ripartizione della competenza tributaria non consente agli Stati membri di applicare misure contrarie alle libertà di circolazione garantite dal Trattato. La Corte constata che, nella fattispecie, il diniego di deduzione opposto al sig. Renneberg dalle autorità tributarie olandesi non deriva dalla scelta, effettuata nella convenzione diretta ad evitare le doppie imposizioni tra il Belgio e i Paesi Bassi, di attribuire allo Stato membro nel cui territorio è situato l’immobile in questione la competenza a tassare i redditi immobiliari dei contribuenti rientranti nell’ambito di applicazione di detta convenzione, ma dipende, in realtà, dall’esistenza o dalla mancanza in capo ai contribuenti dello status di residenti nei Paesi Bassi. Una persona come il sig. Renneberg che, sebbene residente in uno Stato membro, tragga la parte essenziale dei propri redditi imponibili da un’attività lavorativa subordinata svolta in un altro Stato membro senza conseguire alcun reddito significativo nello Stato membro di residenza, si trova, ai fini della presa in considerazione della sua capacità contributiva, in una situazione obiettivamente paragonabile, rispetto allo Stato membro di occupazione, a quella di un residente di tale ultimo Stato membro che esercita ugualmente un’attività lavorativa subordinata in quest’ultimo. Il diritto comunitario esige dunque, in linea di principio, che, in una situazione come quella del sig. Renneberg, i redditi negativi relativi ad un’abitazione situata nello Stato membro di residenza siano presi in considerazione dalle autorità tributarie dello Stato membro di occupazione ai fini della determinazione del reddito imponibile in quest’ultimo . |
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GIUSTIZIA EUROPEA: ESENZIONE IVA PER I CLUB SPORTIVI |
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Il 16 ottobre 2008 la sentenza della Corte di giustizia nella causa C‑253/07 (Canterbury Hockey Club e Canterbury Ladies Hockey Club / Commissioners for H. M. Revenue and Customs) afferma che i servizi forniti ai club sportivi possono, a certe condizioni, essere esentati dall´Iva. Sono esentate le prestazioni di servizi fornite da un´organizzazione senza scopo lucrativo, strettamente connesse con la pratica dello sport e indispensabili al suo svolgimento. Inoltre, i beneficiari effettivi di tali prestazioni devono essere le persone che praticano lo sport. Secondo la sesta direttiva del Consiglio 17 maggio 1977, 77/388/Cee, in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra di affari - Sistema comune di imposta sul valore aggiunto: base imponibile uniforme - talune prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport, fornite da un´organizzazione senza scopo lucrativo alle persone che praticano lo sport, sono esenti da Iva. Il Canterbury Hockey Club ed il Canterbury Ladies Hockey Club fanno giocare diverse squadre di hockey. I loro membri pagano una quota annuale ai club, i quali sono associazioni prive di personalità giuridica. I club sono membri a loro volta della England Hockey, un’organizzazione senza scopo lucrativo volta alla promozione e allo sviluppo della pratica dell’hockey in Inghilterra. I club versano quote di partecipazione alla England Hockey. In cambio, quest´ultima fornisce ai suoi membri taluni servizi, quali un sistema di accreditamento dei club, corsi per allenatori, arbitri, istruttori e giovani, una rete di uffici di promozione dell’hockey, meccanismi per accedere a finanziamenti governativi e derivanti dalle lotterie, consulenza sul marketing e sull’ottenimento di sponsorizzazioni, servizi di gestione e assicurazione per i club e organizzazione di campionati per le squadre. I Commissioners for H. M. Revenue and Customs (autorità fiscali britanniche) hanno comunicato alla England Hockey che le quote che essa percepiva dovevano essere assoggettate all´Iva. Non essendo i club di hockey persone che praticano lo sport, tali prestazioni di servizi non rientravano nell’ambito di applicazione dell’esenzione. I club hanno proposto un ricorso contro questa decisione. La High Court of Justice, investita della causa, chiede alla Corte di giustizia se, nel contesto dell´esenzione, il termine " persone" riguardi anche le persone giuridiche e le associazioni prive di personalità giuridica o riguardi solo le persone fisiche. La Corte rileva che l’esenzione non si applica solo a taluni tipi di sport ma riguarda la pratica dello sport in generale, includendo anche gli sport necessariamente praticati in gruppo o nell’ambito di club sportivi. La pratica dello sport nell’ambito di una tale struttura implica generalmente, per ragioni pratiche, organizzative e amministrative, che il singolo non organizzi egli stesso i servizi indispensabili alla pratica dello sport, ma che sia il club che li organizzi (ad esempio, la messa a disposizione di un campo da gioco o di un arbitro). Così, qualora l´esenzione venisse interpretata nel senso che essa richiede che le prestazioni di servizi debbano essere direttamente erogate alle persone fisiche che praticano lo sport all’interno di un club sportivo, essa avrebbe la conseguenza che un gran numero di prestazioni di servizi sarebbe automaticamente e inevitabilmente escluso dal beneficio. Tale risultato contrasterebbe con lo scopo perseguito dall’esenzione che è quello di andare effettivamente in favore delle prestazioni fornite ai singoli che esercitano lo sport. Peraltro, una tale interpretazione non sarebbe conforme al principio di neutralità fiscale inerente al sistema dell´Iva. Di conseguenza, la Corte constata che, per garantire un’applicazione effettiva dell’esenzione, questa deve essere interpretata nel senso che prestazioni di servizi fornite nell’ambito, segnatamente, di sport praticati in gruppo o all´interno di club sportivi possono, in linea di massima, beneficiare dell’esenzione dall´Iva. Tuttavia, la Corte sottolinea che, per poter beneficiare dell´esenzione, le prestazioni di servizi devono soddisfare tre condizioni: devono essere fornite da un’organizzazione senza scopo lucrativo; devono essere strettamente connesse con la pratica dello sport e indispensabili al suo svolgimento; e i beneficiari effettivi di tali prestazioni devono essere le persone che praticano lo sport. Le prestazioni di servizi che non soddisfano tali criteri, in particolare quelle connesse ai club sportivi e al loro funzionamento, come ad esempio consulenze in materia di marketing o di ottenimento di sponsorizzazioni, non possono essere esentate. In ultimo luogo, la Corte rileva che le prestazioni di servizi che siano essenzialmente destinate a procurare all’organizzazione entrate supplementari mediante la realizzazione di operazioni effettuate in concorrenza diretta con quelle fornite dalle imprese commerciali soggette all’Iva sono escluse dal beneficio dell’esenzione. Spetta alla High Court of Justice determinare se le prestazioni fornite dalla England Hockey ai club di hockey soddisfino tali condizioni. |
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KASPERSKY LAB: LA TOP 20 DI SETTEMBRE DEI MALWARE PRESENTI IN RETE |
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Dopo aver osservato i risultati ottenuti grazie a Kaspersky Security Network (Ksn), abbiamo stilato le seguenti classifiche:
1 |
New |
Rootkit. Win32. Agent. Cvx |
2 |
Return |
Trojan-downloader. Wma. Wimad. N |
3 |
New |
Packed. Win32. Black. A |
4 |
+8 |
Trojan. Win32. Agent. Abt |
5 |
New |
Trojan-downloader. Html. Iframe. Sz |
6 |
New |
Trojan-downloader. Win32. Vb. Eql |
7 |
New |
Trojan-downloader. Js. Istbar. Cx |
8 |
+1 |
Trojan. Win32. Agent. Tfc |
9 |
+1 |
not-a-virus:Adware. Win32. Bho. Ca |
10 |
New |
Trojan-downloader. Win32. Small. Aacq |
11 |
- |
not-a-virus:Adware. Win32. Agent. Cp |
12 |
New |
Trojan. Win32. Obfuscated. Gen |
13 |
+1 |
not-a-virus:Adware. Win32. Bho. Sc |
14 |
+1 |
not-a-virus:Adware. Win32. Bho. Vp |
15 |
+3 |
Trojan. Win32. Chifrax. A |
16 |
-3 |
Trojan-dropper. Win32. Agent. Tbd |
17 |
+2 |
Trojan. Rar. Qfavorites. A |
18 |
New |
Email-worm. Win32. Brontok. Q |
19 |
New |
Trojan-downloader. Js. Agent. Cme |
20 |
-12 |
Trojan-downloader. Js. Agent. Chk | Nel mese di settembre 2008 Kaspersky Security Network ha registrato un cambiamento interessante in cima alla classifica: l’ex numero uno, il Trojan. Win32. Dnschanger. Ech, è sparito dal rating ed è stato sostituito da un programma del tutto inatteso: Rootkit. Win32. Agent. Cvx, identificato dai nostri esperti il 28 agosto e diffusosi assai attivamente in Internet nel corso del mese di settembre. Due fattori in particolare suscitano allarme: i rootkit in genere sono avversari difficili per i programmi anti-virus e questo malware, oggi, viene rilevato solo da pochi software di protezione. La seconda posizione vede il ritorno di Trojan-downloader. Wma. Wimad. N. , un altro programma poco standard: si tratta di file multimediali che utilizzano le vulnerabilità di Windows Media Player e scaricano sul sistema altri Trojan. Una quantità significativa di attacchi è avvenuta attraverso l’utilizzo di vari script downloader: nella classifica di settembre ci sono ben 4 i programmi di questo tipo. Questi script agiscono come innesco per la maggior parte degli attacchi di tipo “drive-by download”. A proposito, Wimad. N funziona utilizzando esattamente questi tipi di Trojan Downloader. È da notare come quasi tutti i programmi di adware rilevati nella scorsa classifica non solo siano presenti anche in quella di questo mese, ma che abbiano anche mantenuto, più o meno, le stesse posizioni. Il presente rating conta solo 9 new entry, contro le 16 di agosto. Tra queste troviamo il worm “veterano” Brontok. Q alla diciottesima posizione. I lettori più attenti, che hanno seguito le nostre classifiche mensili, conosceranno sicuramente questo worm, sempre presente anche quando le classifiche venivano compilate utilizzando dati di altre fonti e con altre metodologie. Tutti i malware possono essere suddivisi in categorie per tipo di minaccia. Come prima, leader assoluti si confermano i Trojan, anche se la loro quota è scesa dall’80 al 70%. In totale, nel mese di settembre, sui computer degli utenti sono stati riscontrati 35103 programmi tra malware, adware e programmi potenzialmente pericolosi. È il secondo mese di fila che osserviamo un aumento del numero delle minacce «in-the-wild» di circa 8000 unità al mese (ad agosto erano 28940). La seconda tabella è una fotografia di quali programmi maligni infettano i computer degli utenti. Si tratta, soprattutto, di virus di file.
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+1 |
Virus. Win32. Xorer. Du |
2 |
-1 |
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3 |
New |
Worm. Win32. Mabezat. B |
4 |
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Virus. Win32. Alman. B |
5 |
New |
Virus. Win32. Sality. Aa |
6 |
-3 |
Virus. Win32. Parite. B |
7 |
-3 |
Virus. Win32. Virut. N |
8 |
+7 |
Virus. Win32. Small. L |
9 |
+5 |
Virus. Win32. Virut. Q |
10 |
-5 |
Virus. Win32. Parite. A |
11 |
-3 |
Email-worm. Win32. Runouce. B |
12 |
Return |
Virus. Win32. Sality. S |
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+3 |
Virus. Win32. Hidrag. A |
14 |
Return |
Virus. Win32. Sality. Z |
15 |
New |
Trojan. Win32. Obfuscated. Gen |
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-7 |
Worm. Win32. Fujack. K |
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Virus. Win32. Tenga. A |
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-7 |
Trojan-downloader. Wma. Getcodec. D |
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-9 |
Worm. Vbs. Headtail. A |
20 |
New |
Virus. Win32. Sality. Q | I cambiamenti nella classifica non sono poi così significativi rispetto al mese precedente: solo 4 le novità. Ma anche qui è avvenuto un cambiamento nelle prime posizioni: Nimda, prima posizione ad agosto, è sceso al secondo posto lasciando passare il suo diretto concorrente, il virus di file Xorer. Du. I rappresentanti della categoria Sality aumentano sempre di più: nel mese di settembre nella classifica ne troviamo ben 4, inclusa la variante Sality. Aa al quinto posto. Mabezat. B è diventato un altro worm di cui tenere conto. Inizialmente (dopo essere stato identificato nel novembre 2007) la sua attività sembrava quasi irrilevante: esso, infatti, infettava i computer e i file in maniera graduale. Ora invece è saltato sul podio, occupando il terzo posto. Nell’insieme, la situazione relativa a virus e worm è piuttosto stabile e non accenna a peggiorare. Negli ultimi 3 mesi, stando ai dati rilevati da Kaspersky Security Network, si è riusciti a ridurre in maniera significativa il numero di programmi malware che infettano i file, come è dimostrato dalla sparizione delle famiglie Allaple e Otwycal dalla Top 20 . |
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KASPERSKY LAB: APERTURA DI UN LOCAL OFFICE IN MALESIA |
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Kaspersky Lab, azienda specializzata in soluzioni per la sicurezza informatica, annuncia l’apertura del proprio local office nella regione del Sud-est asiatico. Gun Suk Ling, prima direttore di canale di Kaspersky Lab nella regione asiatica, diventa ora Managing Director del nuovo ufficio, ubicato nella città di Pentaling Jaya, Malesia. Kaspersky Lab annuncia, al tempo stesso, l’apertura del primo Demo Lab: una struttura completa capace di simulare qualsiasi ambiente corporate o scenario richiesto dai clienti, offrendo una dimostrazione esauriente di quale sia la gamma di prodotti Kaspersky Lab per le Pmi (Smb), le grandi aziende e la piattaforma mobile. Il Demo Lab funzionerà anche da centro di formazione per il cliente. La decisione di aprire un local office e il Demo Lab nella regione del Sud-est asiatico proprio nella città di Petaling Jaya, è stata presa non solo per la centralità di posizione della Malesia, ma anche per la storia ormai consolidata di Kaspersky Lab in questo Paese. Inoltre, Kaspersky Lab coopera con il governo malese già da parecchi anni, ed è membro attivo dell’International Multilateral Partnership Against Cyber-terrorism (Impact), progetto il cui segretariato è di stanza proprio in Malesia. Nel Sud-est asiatico Kaspersky Lab vanta 10 anni di esperienza segnata da molti successi, nonché importanti collaborazioni con grossi enti quali il Ministero della Pubblica Istruzione. I prodotti Kaspersky Lab stanno acquisendo una sempre maggiore popolarità nella regione asiatica, e la loro quota di mercato è in forte crescita in tutta l’area. Ormai a ranghi completi, l’ufficio Kaspersky Lab per il Sud-est asiatico ha l’importante compito di offrire ai partner e agli utenti della regione un supporto totale, nonché di estendere la gamma dei servizi disponibili. Attualmente, Kaspersky Lab collabora con 12 distributori e migliaia di rivenditori in tutto il Sud-est asiatico. Una presenza diretta nell’area consentirà di stabilire una collaborazione più stretta con i propri partner, nonché di migliorare la qualità dell’assistenza tecnica e del supporto marketing. Inoltre, i clienti potranno sentirsi protetti più efficacemente dalle minacce It locali. “Sono felice di essere membro della divisione regionale Kaspersky Lab Asia-pacifico, che conta al suo interno un gruppo dinamico formato da professionisti entusiasti ed esperti”, riporta Gun Suk Ling, nuovo Managing Director dell’ufficio per il Sud-est asiatico. “Il nostro local office ci permetterà di accrescere la nostra presenza e conoscenza sia nel settore consumer che nel corporate, ed assicurerà ai nostri partner e clienti della regione il più elevato livello di servizi e assistenza. Credo che con l’apertura di questo ufficio per il Sud-est asiatico, la nostra società sarà sicuramente capace di rafforzare ancor di più la propria posizione nella regione”. Harry Cheung, Managing Director di Kaspersky Lab-asia-pacifico, presente all’inaugurazione della struttura malese, crede che ”La nomina di Gun Suk Ling alla direzione del local office di Pentaling Jaya incoraggerà e consoliderà la presenza di Kaspersky Lab nel Sud-est asiatico. La sua vasta esperienza e la profonda conoscenza del valore del canale, insieme al totale supporto di Kaspersky Lab Asia-pacifico, agirà nella direzione di una più forte “market awareness” in questa regione, che è uno dei più promettenti mercati di Kaspersky Lab nel mondo”. |
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KASPERSKY LAB: LOCAL OFFICE IN AUSTRALIA |
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Kaspersky Lab, azienda specializzata in soluzioni per la sicurezza informatica, annuncia l’apertura di un local office in Oceania. Alexey Gromyko, già Business Development Manager in Australia e Nuova Zelanda, è stato nominato Amministratore Delegato della nuova filiale. La sede sarà Melbourne, e coordinerà lo sviluppo commerciale dell’azienda in Australia, Nuova Zelanda e negli altri paesi della regione oceanica. Kaspersky Lab è presente in questo mercato da parecchi anni, e molte sono le società e le istituzioni con cui l’azienda russa collabora, sia partner che clienti. I prodotti Kaspersky Lab sono tra le soluzioni di sicurezza It più popolari nella regione australe, dove lo quota di mercato della società sta crescendo molto rapidamente. “L’australia e la Nuova Zelanda sono stati tra i primi mercati stranieri raggiunti dall’azienda, già dalla fine degli anni ‘90. In tutti questi anni, abbiamo conquistato non soltanto una sostanziale fetta del mercato e la popolarità, ma ci siamo anche guadagnati il rispetto e una buona reputazione tra i nostri clienti – il commento di Eugene Kaspersky, Ceo di Kaspersky Lab. – Il nostro nuovo ufficio in Australia ci consentirà di perfezionare la qualità dei servizi che offriamo a clienti e partner, e aumenterà il raggio del nostro business nell’intera regione oceanica. Vorrei anche sottolineare l’alta professionalità del direttore del local office di Melbourne, Alexey Gromyko, un manager con molti anni di esperienza alle spalle proprio nei mercati australiano e neozelandese, con una profonda conoscenza dell’industria It nella regione. Credo che molto presto, con il suo aiuto, la nostra azienda diventerà una delle società di sicurezza più importanti di tutta l’Oceania” . |
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VERBANO CUSIO OSSOLA: PRESENTAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE 2007 |
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Nel dicembre 2007 il neo costituito Consiglio, approvando la relazione previsionale e programmatica, ha dato indirizzo di compiere una verifica degli obiettivi prioritari adottati per il periodo 2003-2007, per comprendere come meglio orientare gli interventi camerali, attraverso uno studio del posizionamento competitivo del Verbano Cusio Ossola, che tenesse conto di quanto realizzato e della programmazione regionale e locale. Il documento che ne è risultato Vco: Verso La Valorizzazione Del Capitale Territoriale - Piano Strategico 2008 – 2012, presentato il 18 settembre scorso, ha elaborato nuove strategie e linee di azione nell’ottica della continuità e dell’innovazione. Ulteriore tappa di un percorso ideale, iniziato con la redazione del primo piano strategico camerale, relativo agli anni 2003-2007, passando attraverso i precedenti bilanci sociali, e sulla base dei futuri obiettivi, il Bilancio sociale 2007 riflette l´esigenza di rappresentare ancora più puntualmente il valore dell´organizzazione "Camera di Commercio", non solo attraverso l´illustrazione qualitativa di idee, progetti, azioni e risultati ma, e questa è la novità, anche attraverso l´analisi del suo "sistema vivente", fatto dalle persone, dalla conoscenza e dalle relazioni. Nato come strumento innovativo attraverso il quale rileggere in modo più consapevole i dati contabili, per poi comunicare ai propri interlocutori, imprese, partner, soggetti decisori, personale dipendente e cittadini gli interventi e il valore aggiunto dati al territorio e la loro tracciabilità, il Bilancio sociale 2007 si apre dunque ad una nuova frontiera, quella dell´esame del suo capitale intellettuale, bene tanto importante per un´organizzazione in quanto rappresenta ciò che ne assicura la sostenibilità competitiva. In un contesto economico, sociale e culturale incerto e in costante mutamento, è importante dotarsi di nuovi e più adeguati strumenti di navigazione, che consentano la misurazione di tutti i risultati ottenuti, delle risorse messe in campo, degli investimenti fatti sul tangibile e sull´intangibile, perché tutti i fattori concorrono alla realizzazione del "progetto aziendale". L´analisi del capitale intellettuale, patrimonio immateriale dell´ente, vuole essere un altro primo passo verso l´esplorazione, la conquista e lo sviluppo di un terreno ricco di risorse vitali. Così bilancio sociale, bilancio dell´intangibile e bilancio economico-finanziario, possono essere letti congiuntamente in quanto complementari l´uno all´altro, come un unico report a tutto tondo, in grado di dare informazioni sui fatti a consuntivo e sul potenziale in prospettiva e, ci auguriamo, di rappresentare una testimonianza di trasparenza e di gestione responsabile per tutto il territorio. Proprio per questo, la Camera di Commercio, che dal 2005 redige il proprio bilancio sociale, facendosi portavoce dei principi di responsabilità sociale e applicandoli in modo diretto alla propria organizzazione, in coerenza e continuità con questa scelta, nel 2007 ha avviato un’iniziativa diretta alle imprese del territorio e rivolta a promuovere la responsabilità sociale quale elemento qualificante della gestione d’impresa. La Camera di Commercio ha promosso un percorso di formazione e di tutoraggio diretto alle imprese del territorio che, a supporto dell’impegno diretto delle aziende coinvolte, ha condotto alla redazione dei bilanci sociali che oggi presentiamo. Con il bilancio sociale Altea, Emisfera, Latteria Antigoriana hanno scelto di misurare i risultati raggiunti e gli effetti prodotti dalla loro attività sul piano economico, ambientale e sociale, comunicandoli in modo trasparente a tutti i portatori d’interesse, collaboratori, partners, clienti, fornitori e società civile. Che cosa significa per un’impresa elaborare il bilancio sociale? Il bilancio sociale consente di rendicontare e comunicare il processo di gestione responsabile e sostenibile intrapreso dall’impresa; permette di monitorare, al di là dei dati contabili, il raggiungimento degli obiettivi; permette agli stakeholder di valutare più attentamente l’andamento dell’impresa; consente all’impresa di riflettere sugli scenari futuri e di comunicare meglio la missione, il modo di operare sul mercato, le sue strategie e politiche, comprese quelle nel sociale e nella tutela dell’ambiente. La decisione di elaborare un bilancio sociale è una precisa scelta strategica e un’apertura di dialogo con gli stakeholder: un processo di valutazione, qualificato dalla continuità nel tempo e dall’attendibilità delle informazioni e delle fonti, che tenga costantemente presente gli effetti dell’operato dell’azienda sulla collettività. |
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SOCIETÀ SAN VINCENZO DE´ PAOLI: CONVEGNO DEL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO |
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Sabato 18 ottobre, presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in largo Gemelli 1 a Milano, si è svolto il convegno “Le fragilità dell’uomo”, organizzato dal Consiglio Regionale Lombardo della Società San Vincenzo De Paoli, formata da laici, uomini e donne, adulti e giovani, preoccupati di testimoniare la loro responsabilità in campo spirituale e temporale, ecclesiale e sociale. Nel corso della mattinata gli oltre trecento rappresentanti provenienti dalle varie province lombarde hanno particolarmente apprezzato la relazione tenuta da Ivo Lizzola, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo e Presidente dell’Istituzione per i servizi alla Persona del Comune di Bergamo, autore di numerose pubblicazioni, l’ultima delle quali è “Aver cura della vita”. Lizzola ha parlato di “Cammini di fraternità fra sconosciuti”, riflettendo sulle varie forme di fragilità che l’uomo di oggi sta vivendo e sulla conseguente riscoperta della “società della cura e della sicurezza”. Lizzola ha sottolineato in particolare che ogni intervento in merito deve partire dalla reciproca consapevolezza delle proprie fragilità sia da parte di chiede e da parte di chi offre. Come Simone Veil, che, in più occasioni, ha affermato che “occorre riscoprire all’interno della società il tema del dolore” così Lizzola ha auspicato il riappropriarsi di una società della cura accanto a quella del diritto. I partecipanti al convegno hanno anche potuto leggere alcuni dei testi, in prosa e in rima, del volume “L’altra libertà” che raccoglie gli elaborati dei detenuti nelle carceri italiane inviati alla sesta edizione del Premio Letterario nazionale “Emanuele Casalini”, realizzato dalla Società di San Vincenzo e dall’Università delle tre età – Unitre – in collaborazione con la Provincia di Livorno. Per ulteriori informazioni: Società San Vincenzo de´ Paoli - Consiglio Regionale Lombardo - Viale Lucania, 20 - 20139 Milano - Tel. 02/56. 81. 00. 17 - Fax 02/56. 81. 77. 91 - E-mail: sanvincenzo@tiscali. It. |
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APRIL ITALIA: CRESCITA CONTINUA |
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April Italia, nonostante la situazione del mercato internazionale ed italiano, prosegue la sua costante crescita nel mercato assicurativo con un forecast di chiusura 2008 che supera le previsioni di inizio anno. Con il prossimo trimestre 2008 la raccolta annuale e gestione premi raggiungerà 47 milioni di euro registrando un +51% rispetto all’anno 2007 e un +17,5% rispetto al budget di inizio anno. Anche la Cifra d’Affari si confermerà a 3,3 milioni di euro, crescendo del +3,3% rispetto al 2007 e registrando un forte incremento del +65% rispetto al budget di inizio anno, che la vedeva, in origine ed in funzione di determinate scelte strategiche, al ribasso sull’esercizio corrente. Ancor più rilevante la crescita del Margine Commerciale che arriverà a 2,35 milioni di euro registrando il +135% rispetto al 2007 e il +56,6% rispetto al budget di inizio anno. Significativo è anche il forecast del Risultato Netto dopo le tasse di oltre 500. 000 euro con un ratio sulla Cifra d’Affari che supera il 15%. “ I dati dimostrano che April Italia non solo si è mantenuta in linea con gli obiettivi fissati ma, in un periodo di crisi economica diffusa, li ha addirittura superati – dichiara Andrea Cipriano, Amministratore Delegato e Direttore Generale di April Italia – a conferma che le basi del nostro business sono solide. Questi incrementi sono il frutto di una valorizzazione costante delle reti di partners distributivi (medi-piccoli broker assicurativi ed operatori finanziari di eccellenza), che porta ad una maggiore produttività commerciale degli stessi, nonché degli effetti combinati delle operations nel campo della Creditor Insurance. L’esercizio 2008 legittima April Italia a continuare la crescita presente e futura puntando su investimenti a redditività di medio e lungo termine che vedranno la società ancora impegnata su progetti chiave quali il Mercato del Credit Protection e il Mercato Retail. ” . |
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ENTOMOLOGIA FORENSE: UN VALORE AGGIUNTO PER LE INDAGINI CRIMINALISTICHE |
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Lunedì 20 ottobre ore 10,30 nell’Aula Foscolo del Palazzo Centrale dell´Università di Pavia si svolgerà, organizzato dal Dipartimento di Medicina Legale e Sanità Pubblica dell’Università un incontro nazionale dedicato all’entomologia forense, che sarà anche occasione per presentare il progetto del Primo Corso Nazionale di Formazione sulle Tecniche di Repertazione Entomologica nel Sopralluogo Giudiziario che si terrà proprio all’Università di Pavia. Il Dipartimento di Medicina Legale e Sanità Pubblica dell’Ateneo pavese è infatti oggi l’unico Dipartimento di Medicina Legale su territorio nazionale in grado di offrire anche un servizio di consulenza entomologica, grazie all’istituzione al suo interno un Laboratorio di Entomologia Forense, specificatamente dedicato all’attività di ricerca nel settore, all’attività didattica-formativa e, naturalmente, all’attività in ambito peritale. Il Capo Redattore centrale de “Il Sole 24 Ore”, Dott. Massimo Esposti introduce e coordina i seguenti oratori Prof. Angiolino Stella, Magnifico Rettore Università degli Studi di Pavia, Prof. Francesco Introna, Presidente Gruppo Italiano per l’Entomologia Forense G. I. E. F Ordinario Medicina Legale - Università degli Studi di Bari, Prof. Fabio Buzzi, Direttore Dipartimento Medicina Legale - Università degli Studi di Pavia, Dott. Ssa Simonetta Lambiase, Responsabile Laboratorio Entomologia Forense Dipartimento Medicina Legale Università degli Studi di Pavia, Prefetto Nicola Izzo, Vicecapo della Polizia Vicario. Sarà presente il Generale C. A. Carlo Gualdi, Comandante Interregionale Carabinieri “Pastrengo”. Nel corso dell’incontro sarà presentato il progetto del Primo Corso Nazionale di Formazione sulle Tecniche di Repertazione Entomologica nel Sopralluogo Giudiziario. Negli ultimi decenni, soprattutto negli ordinamenti giuridici nei quali le attività investigative sono state caratterizzate da solidi supporti tecnico-scientifici, l’entomologia forense ha assunto un ruolo peculiare, così come documentato da una copiosa letteratura internazionale, per la soluzione di alcune fra le più importanti problematiche di interesse forense, in particolare quella della stima dell’epoca della morte. Lo studio entomologico effettuato sui cadaveri colonizzati da insetti sarcosaprofagi, infatti, è risultato particolarmente utile per determinazione dell’intervallo post-mortale (Pmi) in tutti quei casi in cui i rilievi tanatologici non erano più utilizzabili a tal fine. Va infatti ricordato che, cessata l’evoluzione dei fenomeni post-mortali consecutivi (ipostasi, rigidità e raffreddamento cadaverico) vengono meno quegli indicatori organici in grado di permettere una precisa determinazione dell’epoca della morte, che resta pertanto affidata ad un giudizio molto soggettivo, basato sulla personale esperienza del singolo medico legale. A tal proposito, l’osservazione entomologica non solo permette di superare questo problema fornendo, in generale, una stima molto accurata del Pmi, ma ha anche dimostrato l’ampia possibilità di errore dei classici rilievi tanatologici nella valutazione dell’epoca della morte in cadaveri decomposti. In alcuni casi, infatti, lo studio degli insetti cadaverici ha consentito di individuare l’epoca del decesso in contrasto con quanto prospettabile in base allo stato di conservazione del cadavere, trovando poi concreta conferma nei successivi riscontri investigativi. È quindi fondamentale la conoscenza dettagliata delle aree di distribuzione delle singole specie di ditteri sarcosaprofagi, di interesse forense, così come la conoscenza della durata della loro ontogenesi. Tutte le metodiche relative all’entomologia forense sono state perfezionate e validate come imprescindibili supporti alle più tradizionali indagini da parte dell’Autorità Giudiziaria e degli Organi investigativi, trovando però un limite laddove questi ultimi non siano adeguatamente formati circa l’importanza del loro utilizzo e, soprattutto, delle azioni da intraprendere nell’immediato per una ottimale documentazione, repertazione conservazione della entomofauna infestante i resti cadaverici. Infatti, solo attraverso un’attenta registrazione delle condizioni ambientali, tanatologiche ed entomologiche esistenti al momento del ritrovamento del cadavere e nel precedente soggiorno dello stesso in loco, è possibile definire l’intervallo post-mortale in termini quanto più prossimi alla realtà, pertanto il sopralluogo riveste un ruolo cruciale, la cui trascuratezza non permette rimedi a posteriori. E’ auspicabile che l’entomologo forense intervenga sul luogo del ritrovamento del cadavere assieme con il medico legale, e con gli altri operatori delle scienze criminologiche mentre solo occasionalmente ciò può attualmente accade. Scopo di questo progetto è, quindi, l’adeguata raccolta e preservazione del dato entomologico e degli elementi accessori attraverso la formazione degli operatori dianzi menzionati. L’attività di formazione si articolerà attraverso l’istituzione di workshops sulle tecniche entomologiche nell’ambito del sopralluogo giudiziario svolte da personale docente (medici legali, entomologi, giuristi, etc. ) del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Pavia o in rapporto di collaborazione esterna con il Dipartimento stesso. Essi avranno natura teorico-pratica e saranno rivolti a chi agisce in ambito di sopralluogo e di autopsia (forze dell’ordine, guardie forestali, medici legali, tecnici settori. ). I partecipanti, dopo un preliminare approccio teorico alle problematiche entomologiche, saranno richiesti di interpretare, lo stato di ecomposizione ed il processo di colonizzazione dei casi proposti e dovranno procedere alla preparazione dei campioni in laboratorio e ad un iniziale riconoscimento degli stessi anche attraverso l’uso di apparecchiature ottiche ad hoc. L’esperienza pratica sarà seguita da una discussione collegiale sulla casistica che verrà presentata sia dai relatori che dai partecipanti. Per informazioni: Dott. Simonetta Lambiase - Dipartimento di Medicina Legale, Viale Forlanini 12, 27100 Pavia - tel. 0382. 987819 - fax. 0382. 528025 - cell. 327. 5798745 / 328. 9637989 - simonetta. Lambiase@unipv. It - ulisse@unipv. It. |
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EDITORIA: FIERA LIBRO DI FRANCOFORTE |
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“Non ci aspettano tempi facili. Dovremo far quadrato, impegnarci più che nel passato e lasciarci alle spalle le lunghe stagioni delle incomprensioni e dell’inefficienza. Il libro è troppo importante – nell’economia, nella cultura, nella società italiana – per poterci permettere di dare risposte inadeguate alle difficili sfide che ci aspettano”. E’ una mano tesa al Governo italiano quella del presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) Federico Motta il 15 ottobre all’inaugurazione del Punto Italia alla Buchmesse, il più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti in programma a Francoforte fino al 19 ottobre. E aperta con la presenza del Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività culturali Francesco Maria Giro: “La collaborazione tra pubblico e privato non è solo uno slogan teorico, ma dimostra di funzionare, come vediamo qui a Francoforte – ha proseguito Motta rivolgendosi al Sottosegretario - Per questo abbiamo in questi anni insistito molto sul Centro per il libro e la lettura e sulla forma che infine questo Centro assumerà. Anche per la politica del libro in Italia ci serve infatti un quadro normativo e organizzativo chiaro. E un organismo sufficientemente autorevole con la capacità di coordinare le iniziative, convogliare i finanziamenti, pubblici e privati, su ciò che è davvero strategico”. “La Buchmesse di Francoforte – ha spiegato il Sottosegretario Giro - è per l’Italia un momento gratificante per confermare gli impegni assunti in favore del libro, della diffusione della lettura, del lavoro che l’intera filiera editoriale sviluppa con grandi sforzi e spesso in solitudine e senza il dovuto e da troppo lungo tempo atteso sostegno dell’Amministrazione. Oggi possiamo e dobbiamo voltare pagina e lo faremo dando finalmente vita al Centro per il libro, il cui decreto istitutivo verrà consegnato a giorni alla Corte dei Conti per la registrazione. Sarà quello il punto di partenza per rilanciare la collaborazione fra editori, librai e mondo delle biblioteche con il Governo e le istituzioni centrali”. - La fotografia dello stato dell’editoria in Italia, presentata oggi a Francoforte, evidenzia diverse criticità, registrando complessivamente un incremento dell’1%. Il mercato italiano dell’editoria libraria si consolida nel 2007, con un valore che registra un +0,87% sull’anno precedente, raggiungendo un giro d’affari complessivo di 3,702 miliardi di euro. Sono oltre 61mila i titoli librari prodotti (per il 62% si tratta di novità), pari a 268 milioni di copie. Diminuiscono però i lettori: sono stati 24milioni i lettori di un libro in un anno (il 43,1% della popolazione), ma solo 3,2 milioni gli italiani che ne hanno letto uno in un mese. Le case editrici con una presenza organizzata sul mercato sono 2901 e impiegano 38mila addetti. Cresce l’export dei libri italiani all’estero: +2% rispetto al 2006, corrispondente a un valore totale di 40,7 milioni di euro (il dato non include l’export che transita attraverso i siti di commercio on line, che sicuramente registra un incremento). I libri maggiormente esportati sono quelli d’arte, d’immagine, di design che costituiscono l’eccellenza dell’editoria italiana. Diminuisce progressivamente il peso dei libri di autore straniero sul totale della produzione italiana, e in particolare di quella di varia adulti e ragazzi: da un valore medio che si attestava attorno al 24-25% per tutti gli anni Novanta si è scesi oggi a un 21,9% per la produzione di varia adulti, restando invece più alto (32,7%) in quella dei libri per ragazzi. È dai mercati di lingua inglese che proviene la maggior parte delle traduzioni. Le altre aree linguistiche – quella di lingua francese, tedesca e spagnola – seguono a grande distanza. Il mercato trade: crescono le vendite nella Gdo, nelle librerie online (+37%), nelle edicole (esclusi gli allegati) – Tre sono i fenomeni più rilevanti nelle vendite. Crescono gli acquisti di libri nei supermercati e Grande distribuzione (+5%), impennano gli acquisti nelle librerie online (+36,9%, al netto delle vendite generate dall’acquisto di libri da parte di clienti italiani su quelle straniere), e si riprendono quelle nelle edicole (+12,1%, escludendo gli allegati ai quotidiani che hanno invece subito una contrazione del 7,5%). E i primi mesi del 2008? Il 2008 è stato caratterizzato, sino ad ora, da una crescita che difficilmente raggiungerà nei canali trade i valori del 2007, a causa soprattutto di una più generale taglio dei consumi delle famiglie. Gli indici del valore delle vendite del commercio al dettaglio su piccola e grande superficie hanno fatto segnare già nell’aprile scorso un -3,4% nelle vendite rispetto al corrispondente mese del 2007 alla voce “cartoleria, libri, giornali e riviste” e un -1,0% rispetto al marzo 2008. Il settore risulta inoltre penalizzato da un’ulteriore riduzione delle vendite di collaterali, che per gli editori si traducono in minori introiti in termini di diritti. . |
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