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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Febbraio 2009
PRO E CONTRO DEI NANO-CIBI  
 
Le nanotecnologie riescono a migliorare il cibo che mangiamo, rendendolo più saporito, più sano e più nutriente. Eppure, sappiamo ben poco su come le nanoparticelle si comportano nell´organismo o quali effetti tossici potrebbero avere. Hermann Stamm, che si occupa dell´argomento per il Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione europea, ha tenuto una presentazione sul tema dei nano-cibi al convegno annuale dell´Aaas (American Association for the Advancement of Science) a Chicago, negli Usa. Prima di recarsi al convegno, il dott. Stamm ha parlato al Notiziario Cordis di come le nanotecnologie vengono usate nell´industria alimentare, quali sono i rischi e quale ricerca è necessaria. Citando gli esperti dell´alimentazione, ha spiegato che in Europa i cibi contenenti nanomateriale artificiale non sono in vendita, anche se sono reperibili via Internet. Le nanotecnologie possono essere usate per migliorare l´aroma e la consistenza del cibo, per ridurne il contenuto in grassi o per incapsolare nutrienti come le vitamine, per assicurare che non si degradino durante il tempo che essi rimangono sugli scaffali. Inoltre, i nanomateriali possono essere usati per produrre confezioni che conservano la freschezza del prodotto più a lungo. Le confezioni alimentari intelligenti che contengono nanosensori possono persino fornire ai consumatori informazioni sullo stato del cibo in esse contenuto. Aggiungere nanomateriali al cibo non è tuttavia del tutto privo di rischi. "Sappiamo che a causa delle loro dimensioni ridotte, i nanomateriali riescono a superare le barriere come l´epitelio dell´intestino, ed entrare nel flusso sanguigno," ha detto il dott. Stamm. "Possono poi raggiungere altri organi e depositarsi lì. " Sappiamo già come le particelle ultra sottili dei motori diesel possono penetrare nei polmoni, e una serie di studi ha scoperto il legame tra queste particelle e le malattie cardiovascolari. Studi condotti su animali hanno anche confermato che le nanoparticelle sono capaci di oltrepassare la parete intestinale. Il dott. Stamm ha fatto parte di un gruppo Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che recentemente ha rilasciato un´opinione sulle nanotecnologie presenti negli alimenti e nei mangimi. Il gruppo ha scoperto che gli approcci attuali alla valutazione del rischio possono essere applicati alle nanotecnologie, ma ha avvertito che i dati sulle versioni non-nano delle sostanze non possono essere applicate alle versioni nano. Questo perché le dimensioni ridotte delle nanoparticelle permette loro di muoversi nell´organismo in modo diverso dalle paricelle più grandi, mentre la loro superficie più grande aumenta la loro reattività. Per questo motivo, la valutazione del rischio dovrebbe essere eseguita valutando caso per caso. Secondo il dott. Stamm, occorrono molte più ricerche per capire come le nanoparticelle si spostano all´interno dell´organismo e quali test dovrebbero essere eseguiti per determinarne la tossicità. L´opinione dell´Efsa fa notare, ad esempio, che si sa ben poco su come esse sono assorbite, distribuite e eliminate dall´organismo. "Bisogna anche caratterizzare i materiali in modo preciso, in modo da capire perché il nanomateriale è potenzialmente più tossico degli altri materiali," ha aggiunto il dott. Stamm. Un´altra difficoltà è rappresentata dalla mancanza di una definizione chiara di nanotecnologie o nanomateriali. "Negli alimenti ci sono i nanomateriali naturali," ha commentato il dott. Stamm. "Il latte omogeneizzato contiene una nanostruttura di goccioline di 100nm. Qualsiasi definizione dovrebbe evitare la confusione con i materiali naturali su scala nano. Per ulteriori informazioni, visitare: Unità per le nanotecnologie e l´imaging molecolare del Ccr: http://nmi. Jrc. Ec. Europa. Eu/index. Htm Convegno annuale dell´Aaas: http://www. Aaas. Org/meetings/ Efsa: http://www. Efsa. Europa. Eu/ .  
   
   
AGRICOLTURA: L’ESPERIENZA VENETA KM ZERO  
 
Venezia - L’iniziativa “km zero” lanciata da Coldiretti Veneto non è un fatto protezionistico ma di tutela dei consumatori, di valorizzazione delle qualità del territorio, di riconoscimento per l’economia locale. E’ quanto emerso dal seminario su “Identità e reti: l’esperienza del chilometro zero” organizzato a Venezia dall’Istituto Universitario di Architettura Iuav. Ai lavori sono intervenuti il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Franco Manzato, Stefano Masini, docente di diritto alimentare Tor Vergata, Enzo Rullani presidente Venice International University, Tiziana De Filippis dottoranda del Cnr – Ibimet e il presidente di Coldiretti Veneto Giorgio Piazza. “L’italianità dei nostri prodotti, usata correttamente collegandola alle caratteristiche dei territori, è uno strumento che contribuisce a rafforzare l’identità – ha spiegato il prof. Masini – mentre non può essere solo un brand dove la cifra identitaria si perde”. Gli ha fatto eco il prof. Rullani, secondo il quale “occorre “cominciare a domandarsi qual è la propria identità, possibile, progettuale, che possa avere significato nelle grandi comunità con cui ci prepariamo a collegarci”, “perché anche nell’Italia dell’individualismo fatto sistema, le differenze che contano sono quelle riconoscibili in un circuito comunicativo che le renda visibili”. Secondo Manzato, con l’esperienza “km zero” Coldiretti si sia fatta interprete di istanze profonde della società. “La Regione Veneto le ha accolte – ha ricordato il vicepresidente – facendole diventare strategiche nella prima legge regionale in Italia che sostiene la produzione agroalimentare locale e sviluppa un nuovo rapporto tra produttori e consumatori”. In una realtà che vale oltre 80 mila aziende agricole, che coltivano 800 mila ettari, con un Pil 5 miliardi di euro, questo è anche un supporto allo sviluppo dell’economia veneta e della sua qualità. “L’agroalimentare è infatti ormai a tutti gli effetti parte integrante del nostro sistema turistico, che è il primo in Italia e vale un sesto delle presenze turistiche nazionali, delle quali il 60 per cento generate da turisti stranieri, con un indotto complessivo valutabile in oltre 12 miliardi di euro e un’offerta che è la più varia al mondo. “Ribadire la vocazione del territorio veneto – ha concluso Manzato – ricco e connotato da elementi di forte identità e da eccellenze alimentari è oggi l’obiettivo delle iniziative messe in campo dalla Regione nei comparti dell’agricoltura e turismo. Sotto questo profilo il “Km0” può essere una vera e propria bussola per la costruzione di una forte consapevolezza identitaria in funzione delle conoscenze agricole”. .  
   
   
AGRICOLTURA IN PIEMONTE: PROVVEDIMENTI A SOSTEGNO DEL BIOGAS: NUOVI CRITERI DI FINANZIABILITA´ PER GLI IMPIANTI E REGOLE PER L´UTILIZZO DEL DIGESTATO  
 
 La Giunta Regionale ha approvato due deliberazioni inerenti la produzione di biogas derivante dalla digestione anaerobica degli effluenti zootecnici: l’energia rinnovabile prodotta dal biogas è oggi una risorsa importante, oggetto di incentivi, e i relativi impianti consentono sia di ridurre gli odori sgradevoli, sia di migliorare l’apporto fertilizzante degli effluenti. I provvedimenti, varati su iniziativa degli Assessori all’Agricoltura Mino Taricco, all’Ambiente e risorse idriche Nicola De Ruggiero e all’Innovazione ed energia Andrea Bairati, sono stati presentati il 23 febbraio , in conferenza stampa, dalla Presidente Mercedes Bresso e dall’Assessore Taricco. La Giunta ha aggiornato i criteri di finanziabilità stabiliti nel maggio 2008 per sostenere gli impianti di trattamento per biogas: potranno essere ammesse a finanziamento regionale le strutture che trattino per almeno il 50% in peso gli effluenti zootecnici; è consentito l’utilizzo di scarti e prodotti dedicati di origine vegetale, in precedenza esclusi, per un quantitativo massimo pari al 30% in peso della miscela; il mais è ammesso fino al 20% in peso. Le produzioni agricole dedicate, utilizzate negli impianti a biogas dovranno essere reperite entro un raggio massimo di 70 km dall’impianto. Dovranno inoltre essere fornite garanzie per la corretta collocazione del quantitativo di azoto in uscita dall’impianto di trattamento, evitando trasferimenti o rilascio in atmosfera, e prevedendo di destinare i prodotti o sottoprodotti dell’impianto a terreni che richiedono azoto, ottenendo così un corretto bilanciamento dei fabbisogni delle colture. La Giunta ha inoltre regolamentato – come norma di carattere generale, che interessa tutti gli impianti di trattamento – le condizioni per l’assimilabilità del digestato all’effluente zootecnico e le modalità di utilizzo del materiale in uscita. La digestione anaerobica è un fenomeno che avviene in natura e che può essere ottimizzato, ai fini della produzione di biogas, con l’aggiunta di fonti di carbonio, migliorandone la capacità fertilizzante. L’utilizzo del digestato ricavato da sostanze naturali a scopo agronomico, previsto dal regolamento regionale 10/R, effettuato da aziende agricole singole o associate, è escluso dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti. Affinché il digestato possa essere assimilato all’effluente zootecnico, sono ammesse in ingresso, oltre agli effluenti, i residui delle coltivazioni (paglie, stocchi, colletti di barbabietola), residui vegetali, e prodotti agricoli. In ogni caso, la quota di effluente zootecnico deve essere pari almeno al 50% in peso della miscela. Per quanto riguarda le modalità di utilizzo del materiale in uscita, l’azienda, singola o associata, deve conservare per almeno tre anni la registrazione delle sostanze in ingresso, e deve rispettare criteri di bilanciamento della quantità di azoto per la distribuzione in campo. “Il pacchetto di provvedimenti varati dalla Giunta in materia di biogas – hanno affermato la Presidente Bresso e l’Assessore all’Agricoltura Taricco – permetterà da un lato di semplificare alcune procedure e dall’altro di incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili, in linea con la politica energetica adottata dall’amministrazione regionale, che intende perseguire obiettivi di risparmio, uso ottimale delle risorse e sfruttamento delle fonti alternative, in un complessivo equilibrio ambientale. Il sostegno alla produzione di biogas, realizzata secondo precisi criteri che permettano l’ottimale utilizzo agronomico e il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema, è uno degli interventi in questo campo, e ci auguriamo possa rappresentare un importante aiuto alle imprese in una congiuntura economica non facile, e favorire l’occupazione in uno dei settori più nuovi e promettenti dell’agricoltura. ” Nei prossimi giorni verrà adottato il provvedimento che permetterà alle aziende di accedere al programma di sostegno agli investimenti necessari all’adeguamento alla normativa sui nitrati, attivando prestiti bancari: l’importo garantito ai fini del calcolo del contributo regionale, erogato con Eurofidi, non può essere superiore al 50% della spesa ammessa a prestito e potrà essere elevato al 60% se uno o più fornitori degli impianti porteranno garanzie proprie, pari almeno al 20% della spesa. In ogni caso, per la normativa comunitaria, l’importo garantito non può superare l’80% della spesa ammessa; si può cumulare con altri contributi pubblici purchè essi complessivamente non superino il 40% del costo degli investimenti. Il tetto massimo di aiuti a una singola impresa non può superare i 400 mila euro o 500 mila euro per aziende in zone svantaggiate. L’alimentazione dell’impianto deve essere prevalentemente a reflui zootecnici. Complessivamente, la Regione ha stanziato 1 milione di euro per questo provvedimento. .  
   
   
GIOVANI IN AGRICOLTURA - CON UN NUOVO STANZIAMENTO DI 2 MILIONI DI EURO LA REGIONE EMILIA ROMAGNA ACCOGLIE ALTRE 50 DOMANDE.  
 
 Bologna- Nuove risorse dalla Regione per i giovani agricoltori. Si tratta di 2 milioni di euro a favore di 50 agricoltori "under 40" in un primo tempo esclusi dai bandi del Programma regionale di sviluppo rurale a sostegno dell’insediamento dei giovani in agricoltura per esaurimento dei fondi. Dei nuovi beneficiari 28 sono della provincia di Piacenza, 18 di quella di Reggio Emilia e 4 di quella di Bologna. In questo modo tutte le richieste presentate sono state accolte dalla Regione: ben 354 i giovani che hanno ottenuto un finanziamento complessivo per circa 13 milioni di euro e un contributo procapite medio di 36. 000 euro. "L´età media degli imprenditori agricoli anche nella nostra regione è alta - ha sottolineato l´assessore regionale all´agricoltura Tiberio Rabboni – sostenere il turn-over generazionale ed investire sui giovani significa contribuire al futuro dell’agricoltura in Emilia-romagna. Per questo consideriamo l’incentivo finanziario all’insediamento dei giovani agricoltori alla stregua degli investimenti per l’innovazione e la modernizzazione delle strutture produttive e commerciali. Tra l’altro quella dei giovani è una priorità trasversale di tutto il Programma Regionale di Sviluppo Rurale dell’Emilia-romagna. Naturalmente non ci illudiamo che questi contributi da soli sostengano il rinnovamento generazionale in agricoltura. C’è bisogno di altro, soprattutto di una redditività comparabile con quella di altri settori a parità di investimenti e di impegno professionale. Con queste risorse e con le altre che il Piano mobiliterà a favore dei giovani diamo tuttavia una indicazione chiara ed un contributo concreto al ricambio generazionale. ” Riepilogo Domande Misura 112 Psr
Provincia Domande
Piacenza 69
Parma 31
Reggio Emilia 62
Modena 40
Bologna 43
Forli’ Cesena 25
Rimini 8
Ravenna 51
Ferrara 25
Totale 354
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DA REGIONE UMBRIA AIUTI PER PROMOZIONE USO PRODOTTI TIPICI E DI QUALITÀ  
 
Perugia - Promuovere la conoscenza e il consumo dei prodotti di qualità e dei prodotti tipici legati alle tradizioni locali: è questa la finalità degli aiuti che la Giunta regionale dell’Umbria, su proposta del vicepresidente e assessore all’Agricoltura Carlo Liviantoni, ha stabilito di implementare per cofinanziare progetti “che siano in grado, attraverso azioni coordinate, di valorizzare le produzioni agroalimentari di qualità e tipiche con diretta ricaduta positiva sui produttori agricoli”. La Giunta regionale, anche sollecitata da richieste di finanziamento – spiegano dall’Assessorato all’Agricoltura - nel dare attuazione alla legge regionale 21 del 2001 che prevede il sostegno alla promozione dell’utilizzazione di prodotti tipici e biologici, ha approvato ulteriori disposizioni per la concessione dei contributi. Degli aiuti, fino a un massimo di 100mila euro per ciascuna domanda, potranno beneficiare gli “organismi di filiera” che presentino “progetti di promozione dei prodotti agroalimentari per diffondere la conoscenza di prodotti di qualità e tipici e per attività di consulenza, studio e progettazione, finalizzati alla conoscenza dei mercati e alla qualificazione dei servizi di accompagnamento del prodotto”. Il progetto deve “dimostrare in che modo riesce a garantire una diretta ricaduta dei vantaggi a favore dei produttori primari di produzioni di qualità e tipiche del territorio regionale umbro”. Norme procedurali e criteri per beneficiare degli aiuti sono contenuti in un avviso che è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria n. 6 (Serie generale) dell’11 febbraio scorso. .  
   
   
SVILUPPO RURALE SARDO: RISULTATI ATTUAZIONE MISURA 4.14.A  
 
Cagliari - L’assessorato dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale ha reso disponibile il documento relativo ai risultati degli interventi relativi alla Misura 4. 14 "Promozione dell’adeguamento e dello sviluppo delle zone rurali" dell’Azione 4. 14. A "Progetti locali" del Porsardegna 2000/2006 (Fondo Feoga). Sono stati finanziati 10 progetti locali di cui 9 presentati da Consorzi di Comuni e 1 da un singolo Comune per complessivi 293 interventi (125 pubblici e 168 privati). Ciascun progetto locale comprende operazioni per ciascuna delle seguenti tipologie di intervento: - il restauro conservativo di aree e siti di particolare interesse storico – culturale, ambientale e paesaggistico, finalizzato a migliorare la fruibilità e l’attrattività turistica del patrimonio storico – culturale, ambientale e paesaggistico del territorio rurale; - la realizzazione di centri di informazione, di percorsi e di itinerari turistici finalizzati alla promozione delle attività artigianali locali e tipiche e delle emergenze turistiche, storico-culturali, ambientali e paesaggistiche del territorio rurale; - il recupero di centri minori, di piccole infrastrutture pubbliche funzionalmente collegate con le precedenti tipologie di intervento (strade e piazze pedonali, infrastrutture ricreative di accesso agli spazi naturali, ecc. ). Al 31 dicembre 2008 tutti gli interventi sono stati conclusi per una spesa pubblica complessiva di 30. 927. 497,55 euro, pari al 95,33% della spesa totale. . .  
   
   
BASILICATA, NATA ASSOCIAZIONE PER TUTELA “FASUL ROSS” DI PIGNOLA  
 
Nel corso della riunione tenutasi domenica 22 febbraio, presso l’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa dell’Alsia “Pantano di Pignola”, si è costituita l’Associazione Agricoltori custodi per la tutela e la valorizzazione del “Fasul ross scritto” di Pantano di Pignola. Il presidente, eletto da un nutrito numero di pantanesi cultori di questa antica cultivar di legume, è l’architetto Luigi Ferretti, noto professionista e imprenditore agricolo della zona, a cui si affiancheranno il Vicepresidente e tesoriere Michele De Luca, i Consiglieri Giovanni Bianconi, Rocco Vincenzo Rosa, Angelo Mecca, Armando Ungano e Michele Lovaglio. Il consiglio direttivo, nel ringraziare la Proloco “Il Portale” di Pignola, l’amministrazione comunale di Pignola, l’Azienda Sperimentale “Pantano di Pignola” dell’Alsia e la Comunità Montana “Alto Basento” per l’ottimo lavoro di recupero di questa produzione pantanese, che ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto tipico tradizionale della Basilicata (ai sensi del Decreto Ministero delle Politiche Agricole n. 350 del 1999), ha espresso la ferma volontà di continuare nel processo di valorizzazione del prodotto, affinché diventi una valida componente economica per le aziende aderenti. A tal proposito verranno messe in campo una serie di iniziative di assistenza tecnica, da parte dell’Azienda Alsia “Pantano di Pignola”, e di marketing che coinvolgeranno la Comunità Montana “Alto Basento” e il Comune di Pignola per il riconoscimento di questo pregevole prodotto sulle tavole dei lucani. .  
   
   
PATTO PER L´ACQUA PER SCONGIURARE SPRECHI E CRISI E´ UNA MISURA CHE GARANTISCE LA PRODUZIONE AGRICOLA  
 
Milano - E´ stato siglato ieri, nel Palazzo della Regione, il "Patto per l´acqua". A firmarlo, per Regione Lombardia, l´assessore alle Reti, Servizi di pubblica utilità e Sviluppo sostenibile, Massimo Buscemi, e l´assessore all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi. Il "Patto per l´acqua" si articola in cinque aree tematiche: valutazione e aggiornamento delle logiche di gestione degli invasi; analisi e approfondimento dell´efficienza gestionale delle acque irrigue e dei sistemi irrigui; sostenibilità e modifiche degli ordinamenti colturali; dotazioni strutturali per gestire e valorizzare la risorsa acqua; strumenti e azioni per raccogliere e diffondere una corretta informazione. Il Patto fissa alcuni paletti per la gestione della risorsa acqua nel breve e medio periodo. La firma del "Patto per l´acqua" rappresenta un´esperienza positiva e forse unica in Italia avendo riunito davvero tutti gli attori utilizzatori (idroelettrici e irrigui) e interessati alla gestione e all´utilizzo del bene acqua. Hanno aderito alla proposta, siglando il "Patto", Province, Anci, Uncem (Comunità montane), Upl (Unione province lombarde), Ersaf (Ente regionale per la salvaguardia dell´agricoltura e delle foreste), Arpa, le società idroelettriche (Enel, A2a tra le altre), l´Autorità di bacino del fiume Po, gli Ato (Ambiti territoriali ottimali), gli Enti gestori dei Parchi regionali e del Parco Nazionale dello Stelvio, le organizzazioni professionali agricole, i Consorzi di bonifica e di irrigazione, l´Urbim (Unione regionale Bonifiche e irrigazione), i Consorzi di regolazione dei laghi, il Registro italiano dighe, i Consorzi dei laghi e le associazioni ambientaliste (Wwf, Legambiente e Italia Nostra solo per fare alcuni nomi). "Si tratta di un Patto - ha detto l´assessore Massimo Buscemi - che ha preso le mosse dall´esperienza vissuta con la crisi idrica del 2003 quando furono messe in difficoltà le centrali elettriche, l´agricoltura e il turismo con disagi anche alla navigazione dei laghi". "Il Patto - ha proseguito Buscemi - rappresenta lo strumento con cui affronteremo nel tempo, tutti insieme, un´eventuale riduzione della disponibilità idrica. Con questa firma abbiamo posto le basi per un approccio, comune e condiviso, per affrontare le problematiche connesse alla tutela e all´utilizzo della risorsa idrica in Lombardia. Da oggi, infatti, saremo nelle condizioni di fare in modo che della carenza idrica non soffrano più né le centrali idroelettriche, e quindi i cittadini, né l´agricoltura e il turismo con i disagi patiti in passato dai nostri laghi". Il documento sottoscritto ha una parte generale di analisi del contesto fisico e degli scenari meteo-climatici, sottolinea le criticità emerse nei mesi di lavoro dal 10 maggio 2007, quando Regione Lombardia propose la stipula di un "Patto per l´acqua", presenta l´opportunità di sviluppo e di utilizzo della risorsa acqua e quindi delinea obiettivi e linee di azione del "Patto". "Con questo Patto - ha concluso l´assessore Buscemi - si avvia una fase progettuale volta a identificare politiche, azioni e risorse, relativamente al governo del bene primario acqua. Si tratta, quindi, di un punto di partenza importantissimo". "In Regione Lombardia - ha precisato l´assessore Luca Daniel Ferrazzi - i consorzi di bonifica e irrigazione gestiscono una rete di circa 42. 000 km di canali, con più di mille addetti e oltre 6 milioni di utenti. Il miglioramento della gestione delle risorse idriche in agricoltura è uno degli obiettivi centrali del nostro operato. Le emergenze idriche degli ultimi anni - ha proseguito Ferrazzi - ci hanno dimostrato che è necessario raggiungere questo obiettivo considerando le relazioni con l´ambiente, il territorio rurale e il paesaggio agrario. Da parte mia posso garantire che vigileremo attentamente affinché quanto sottoscritto, e quanto si programmerà in futuro in materia, si muova verso la tutela e il pieno supporto degli interessi della nostra agricoltura, fiore all´occhiello del nostro sistema produttivo". "Con la firma del Patto per l´acqua - ha concluso l´assessore Ferrazzi - diamo tutti un bell´esempio di reale collaborazione, condivisione e concertazione tra pubblica amministrazione, utilizzatori, enti e tutti gli altri soggetti che mettono al primo posto l´interesse e le esigenze dei rispettivi sistemi nell´ottica di un benessere unitario. Un esempio, questo, che ha richiesto diversi mesi di lavoro e che non sembra così semplice e scontato in diverse realtà italiane". .  
   
   
AGRICOLTURA, CANALI DEMANIALI IN PIEMONTE: AL VIA IL PROGRAMMA DI INTERVENTI 11 MILIONI DI EURO PER OPERE IRRIGUE  
 
La Giunta Regionale ha approvato il programma di finanziamento per i canali demaniali, i più importanti canali di irrigazione piemontesi, di cui la Regione è proprietaria, gestiti da consorzi e associazioni di irrigazione. Il provvedimento, che interessa l’intero territorio regionale, prevede una spesa di poco inferiore a 11 milioni di euro (10. 887. 300 €) e comprende interventi urgenti di manutenzione straordinaria per mettere in efficienza le strutture e migliorare il trasporto delle acque, evitando perdite dannose. Il finanziamento regionale, che copre il 90% della spesa prevista, è stato deliberato in seguito a specifici sopralluoghi. In accordo con i consorzi gestori, che si faranno carico dei costi residui. Il programma si inserisce nel piano irriguo triennale, approvato dal Consiglio regionale nel dicembre 2007, con uno stanziamento complessivo di 27 milioni di euro, che, oltre al programma per i canali demaniali, prevede un bando per la manutenzione straordinaria dei consorzi irrigui (attuato nella primavera 2008), e finanziamenti di infrastrutture di importanza strategica, che portino a un uso ottimizzato e sostenibile della risorsa acqua. “Le misure che abbiamo adottato per le opere irrigue - sottolinea l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – rispondono a un approccio nella gestione delle infrastrutture, che mira a ottimizzare il patrimonio esistente dove possibile e ad avviare interventi di cui sia possibile valutare l’efficienza. Inoltre, è sempre prioritario l’obiettivo della sostenibilità nell’utilizzo delle acque. Vorremmo riuscire, in molti casi, a cementificare meno e a gestire meglio. A maggior ragione, questo è l’approccio che ci ha guidati nel varare progetti e criteri per i canali demaniali di proprietà della Regione, che, grazie alle risorse stanziate, potranno mettere in sicurezza le strutture e attuare gli interventi più urgenti, in alcuni casi attesi da anni. ” .  
   
   
AGRICOLTURA, SINDACI METAPONTINO: INTERVENGA LA REGIONE  
 
In una lettera inviata al presidente della Giunta regionale della Basilicata, Vito De Filippo e all’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, il Coordinamento dei sindaci e degli assessori all’agricoltura del Metapontino che include i comuni di Policoro, Montalbano Ionico, Scanzano Jonico,tursi, Rotondella, Nova Siri, Pisticci e Bernalda, chiede un intervento da parte della Regione Basilicata affinché il Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto possa consentire agli agricoltori una rateizzazione dei crediti pregressi a 12 rate semestrali, tramite Equitalia, come avviene per i crediti Inps o con l’ Ufficio delle entrate. Nella lettera il Coordinamento sottolinea che “le esigue quantità di acqua destinate all’agricoltura hanno costretto il Consorzio di bonifica ad effettuare turnazioni lunghe anche di 15 giorni, fino al mese di luglio e successivamente anche a turnazione mensile, con forti ripercussioni sulla qualità dei prodotti agricoli. Le perdite del raccolto e la scarsa qualità dei prodotti hanno inciso fortemente in negativo sulle economie delle aziende agricole”. Il Coordinamento chiede che la stessa Regione Basilicata si faccia carico degli interessi passivi che matureranno nell’arco delle annualità da rateizzare anche alla luce delle continue sollecitazioni delle Amministrazioni comunali, nel richiedere lo stato di calamità naturale per la siccità 2008 di cui, fino ad oggi, non si ha notizia. “La mancanza della declaratoria dello stato di calamità naturale – si legge ancora nella lettera - non può pesare sugli agricoltori ormai al collasso, che si vedono arrivare oltre ai fermi amministrativi sui propri mezzi agricoli, anche la flangiatura delle bocchette di irrigazione, con il rischio di non poter irrigare i campi per l’annata agraria 2009”. Il coordinamento dei Sindaci e degli assessori all’agricoltura del Metapontino chiede, inoltre, un incontro urgente con l’assessore regionale all’agricoltura della Regione Basilicata. La lettera è stata inviata anche al presidente del Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto e al Prefetto di Matera .  
   
   
BASILICATA: AGROINDUSTRIA, VITI HA INCONTRATO CONFCOOPERATIVE  
 
 “La Regione Basilicata intende dare grande attenzione e sostegno a quei progetti agroindustriali tesi a garantire qualità e prospettive di trasformazione e commercializzazione per i nostri prodotti ortofrutticoli di qualità. In tal senso appare interessante quanto prospettato dalla società cooperativa agricola Arpor aderente a Confcooperative”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, che nel pomeriggio del 23 febbraio ha incontrato a Matera i responsabili della cooperativa Arpor del Gruppo Orogel e i dirigenti di Confcooperative di Basilicata. Il Gruppo emiliano Orogel è il più importante in Italia nel comparto dei vegetali surgelati, ma è impegnato anche nel fresco e nelle confetture. La cooperativa Arpor è uno dei soggetti attraverso i quali opera soprattutto nelle regioni meridionali dove sta investendo nelle aree agricole d’eccellenza. In questa linea rientra l’investimento prospettato nel Metapontino. “Il progetto - ha commentato Viti - potrebbe offrire nuove importanti occasioni occupazionali e di espansione per il settore primario lucano in cerca di nuovi interlocutori. In questo quadro la Regione Basilicata attiverà incontri interdipartimentali tra l’assessorato all’Agricoltura e quello alle Attività Produttive al fine di verificare le condizioni per un organico sostegno all’iniziativa, così come per altre iniziative similari. In tale direzione - ha continuato l’esponente del Governo regionale - intendo coinvolgere l’assessore Straziuso con il quale approfondirò anche sotto l´aspetto tecnico la questione, e una volta verificate le possibilità sottoporremo le proposte all’attenzione del presidente De Filippo, il quale ha già manifestato il più vivo interesse per gli investimenti in un settore strategico quale quello dell’agroalimentare”. .  
   
   
“MACCHINE MANUALI E SEMIAUTOMATICHE EROGATRICI DI CAFFE´ ESPRESSO IN CIALDE E CAPSULE" - EDIZIONE 2008 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Nel 2007 la produzione complessiva (molto concentrata) fa registrare una crescita modesta (+1,5%), a causa del termine di importanti commesse per torrefattori esteri hanno trascinato al ribasso le esportazioni (-8,1% a valore). In effetti in assenza di singole commesse provenienti da aziende europee le esportazioni avrebbero un peso marginale poiché le macchine vengono vendute prevalentemente ai torrefattori nazionali committenti che successivamente provvedono a commercializzarle sul territorio nazionale ed extranazionale. La domanda interna continua a far registrare buone performance (+14% a valore da 67,8 Mn. Di euro nel 2006 a 77,3 Mn di euro nel 2007), spinta anche in parte da un boom delle importazioni (+50,0% a valore, riconducibile al fenomeno Nespresso e all’importazione di macchine a basso costo dai Paesi asiatici Il mercato si sta orientando verso i sistemi chiusi e a capsula (che sembra possano occupare trasversalmente quasi tutti i canali di vendita) e premia le aziende che riescono a creare forti sinergie con torrefazioni leader e a proporsi sul mercato con un modello di business ben definito. La crescita della competizione sul fronte dei costi sta spingendo i player maggiori a delocalizzare l’attività produttiva in aree geografiche a minor costo del lavoro o a sviluppare prodotti a maggior contenuto tecnologico. Nel 2008 la domanda totale finale dovrebbe far segnare una crescita del 17%, confermando l’anticiclicità del comparto del caffè rispetto all’andamento economico generale. L’attenzione degli operatori continuerà a essere focalizzata sulle macchine per capsule di plastica (sempre più standardizzate e universali) e capsule speciali. Dati di sintesi, 2007
Numero di imprese 30
Numero di addetti 850
Numero di addetti per impresa 28,3
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 134
Variazione media annua della produzione 2007/2003 (%)(a): 35,7
Fatturato per addetto (‘000 euro) 157,6
sValore aggiunto (Mn. Euro) 30,8
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 36,3
Quota della produzione primi 4 competitors (a) (%) 77,4
Export/produzione (a) (%) 46,8
Valore del mercato (Mn. Euro) 77,3
Variazione media annua del mercato 2007/2003 (%)(a): 21,9
Quota di mercato primi 4 competitors(a) (%): 60,4
Previsioni di sviluppo del mercato(b):
· preconsuntivo 2008/2007 (%) 17,0
· tendenza di medio periodo crescita moderata
a) - in valore b) - in quantità Fonte: Databank .
 
   
   
MARCHE: CAMBIANO I CRITERI DEI CONTRIBUTI PER LA RIPRODUZIONE OVINA E BOVINA.  
 
La Giunta regionale delle Marche ha modificato criteri e modalita` per la concessione di contributi diretti all´acquisto di riproduttori maschi e femmine delle specie bovina e ovina. ´Questi contributi ´ dice il vicepresidente e assessore all´Agricoltura Paolo Petrini ´ costituiscono un´importante fonte di sostegno per gli allevatori e un intervento significativo per il miglioramento genetico del bestiame, con un riferimento particolare alla razza bovina marchigiana. Ora, a seguito delle modifiche normative comunitarie, siamo intervenuti, in accordo con le associazioni allevatori della regione, per adeguare e semplificare ulteriormente le nostre procedure´. In particolare sara` applicabile il regime, cosiddetto de minimis, ossia quello piu` snello tra i diversi previsti dalla Commissione europea. Questo tipo di aiuti non potra` superare i 7mila 500 euro complessivi in tre anni per ciascuna impresa. I beneficiari degli aiuti sono gli imprenditori agricoli singoli o associati localizzati nelle Marche. Per quanto riguarda i riproduttori maschi, sono ammissibili a contributo i costi d´acquisto di esemplari di razza pura iscritti al libro geneologico o registro anagrafico, provenienti da centri genetici o da centri selettivi riconosciuti dalla Regione. I contributi potranno coprire dal 30 per cento dei costi, nel caso di ovini, al 50 per cento nel caso di bovini di razza marchigiana, in allevamenti localizzati in zone disagiate. Per quanto riguarda invece l´acquisto di riproduttori femmine, e` ammesso l´acquisto di capi di razza pura, anch´essi iscritti al libro geneologico o registro anagrafico. I contributi andranno da un minimo del 40 per cento per gli ovini a un massimo del 50 per cento nel caso di bovini di razza marchigiana, in allevamenti localizzati in zone disagiate. Nel caso degli esemplari femmina, tuttavia, e` previsto un tetto massimo di spesa su cui calcolare il contributo: 150 ´ 200 euro per gli ovini, a seconda dell´eta` del capo, duemila euro per le bovine. . .  
   
   
CIA: RAFANO IN VAL D’AGRI PRODOTTO DI NICCHIA  
 
Il rafano da ingrediente delle più antiche ricette della tradizione contadina, specie del martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale – come testimonia la tradizionale Sagra della Rafanata di oggi a Marsiconuovo - può diventare occasione per incrementare il reddito degli agricoltori. A rilanciare la produzione di nicchia è la Cia della Val d’Agri. Il rafano – spiega un comunicato della Cia - è una pianta erbacea perenne di cui si usa la radice, che viene grattugiata e preparata in vari modi: da sola, conservata sott´olio o aceto (preparato in questo modo viene detto anche "cren") o insieme a salse, senapi, mostarde. Il rafano italiano è marroncino, molto piccante e ha proprietà antibatteriche. Nella gastronomia tipica lucana è usato specie per i fusilli al sugo di maiale, per aromatizzare alcuni piatti e per una grande frittata, a base oltre che di uova e rafano grattugiato, pecorino, erbetta selvatica. Non avendo bisogno di particolari cure la radice cresce spontaneamente in varie zone della regione e in particolare in Val d’Agri è un prodotto di grande richiesta che riesce a spuntare prezzi di vendita al consumatore sino ai 10-12 euro al kg (sulla base della qualità, della grandezza, della tipicità della zona di raccolta) e sui mercati del nord dove è cresciuta la richiesta specie in negozi specializzati di alimentari e da parte dei ristoratori, può spuntare anche 15 euro al kg. Il dirigente della Cia della Val d’Agri, Nicola Pisano, sottolinea che “negli ultimi anni stanno nascendo in Val d’Agri i primi veri e propri piccoli imprenditori di rafano tenuto conto che la richiesta di questo prodotto è notevolmente cresciuta nel Paese e si fa ricorso all’importazione da Paesi Europei e persino dal Giappone. Per la Cia – evidenzia Pisano – la Rafanata che si celebra ogni anno con i coltivatori diretti di Galaino di Marsiconuovo (che consiste nella produzione di un gigantesco panettone salato cotto in forno a legna realizzato con 400 uova, 6 kg di rafano macinato, 6 kg di pecorino di Moliterno ed erbve aromatiche) è un’occasione per valorizzare le tradizioni gastronomiche rurali e perché no, per dimostrare che quella che una volta si definiva la “cucina povera” oggi può rappresentare reddito aggiuntivo specie per i titolari di aziende agricole a conduzione familiare”. .  
   
   
CINA, RUSSIA, GIAPPONE: DA ICEA PONTI BIO PER I MERCATI ORIENTALI  
 
Cina, Russia, Giappone: Icea costruisce ponti per l’import e l’export biologici collegati a tre dei maggiori mercati mondiali. La vocazione internazionale dell’Istituto Certificazione Etica e Ambientale, con oltre 12mila aziende controllate è tra i maggiori enti di controllo europei, si arricchisce infatti di tre nuovi tasselli, per altrettante partnership. A conferma, come sintetizza il presidente Icea Nino Paparella, “di come il nostro Istituto sia orientato a un impegno globale a sostegno delle economie locali”. La prima partnership è mirata al mercato russo, dove l’organismo locale di controllo Saint Petersburg Ecological Union (www. Ecounion. Ru) potrà ora fungere da ente ispettivo di controllo per conto di Icea. Ciò come sviluppo di una partnership avviata da tempo e che, ad esempio, ha comportato di recente anche la presenza dell’istituto italiano - attraverso l´intervento della sua referente per l’estero Michela Coli - al congresso nazionale del biologico sul tema del mercato dei prodotti bio, tenutosi a Mosca nell’ambito della Fiera Prodexpo (www. Prod-expo. Biorganic. Ru). Un evento in cui Icea è stato l´unico organismo di controllo europeo ad essere invitato come relatore. Dalla Russia alla Cina. Qui Icea sta iniziando in loco il processo di accreditamento attraverso l’ente accreditante Certification and Accreditation Administration of China (Cnca), per poter operare in Cina certificando import ed export sia Bio sia Global Gap o Gots. Il tutto in accordo con il partner Organic Food Development and Certification Center of China (Ofdc), uno dei più grandi organismi di controllo e certificazione cinesi, con cui Icea ha già stipulato un accordo nell’ambito del coordinamento internazionale Certification Alliance, costituito tra varie associazioni di settore del Sud Est asiatico. Rimanendo in Oriente, sta poi trovando attuazione l’accordo firmato da Icea a marzo con Jona, il più storico e rilevante degli organismi di controllo giapponesi. Intesa che a novembre ha comportato la formazione di tre ispettori nipponici per produzioni vegetali e trasformazione sia Eu che Nop. L’accordo ha appena portato alla prima azienda bio certificata da Icea in Giappone (settore cereali e legumi), mentre una seconda è in arrivo in questi giorni (filiera del tè pregiato: produttori giapponesi, importatori italiani). Sempre nel mercato nipponico, infine, Icea ha rilevato un forte interesse per la pesca sostenibile, e sta lavorando alle prime intese nella direzione no food, in particolare nel settore tessile. .  
   
   
AGRICOLTURA, POLO TECNOLOGICO: AGROBIOS FORMULERA’ PROGETTO  
 
L’assessore all’Agricoltura, Vincenzo Viti, in una riunione tenutasi ieri mattina negli uffici regionali, ha invitato formalmente il presidente dell’Agrobios, Salvatore Adduce, ad elaborare attraverso la sua struttura, anche recependo le istanze e le proposte del mondo della ricerca, un progetto per la costituzione del soggetto gestore del Polo tecnologico integrato in Agricoltura, che dovrebbe sorgere nel Metapontino. Nella proposta di Agrobios dovrà essere definita la forma giuridica del nuovo istituito, che nascerà dalla collaborazione degli Enti di ricerca operanti sul territorio (Cra, Agrobios, Cnr, Enea, Università della Basilicata, Alsia), prevedendo anche l’ipotesi più razionale di utilizzo dei siti dell’Azienda Pantanello, candidata ad essere sede del costituendo Polo scientifico. L’idea è quella di creare, per il futuro, un punto di attrazione per le aziende agricole che vogliono mettere a punto e collaudare processi produttivi innovativi. “Il Polo tecnologico – ha commentato Viti – è un’iniziativa di grande spessore destinata a dare impulso alla ricerca e all’innovazione in agricoltura. Coinvolgeremo, come accaduto finora, l’assessore alle Attività produttive e i collaboratori del suo Dipartimento, con i quali stiamo effettuando un’operazione sinergica mirata ad attuare uno dei punti più qualificati del piano di sviluppo della ricerca che l’assessore Straziuso ha presentato in Giunta e che ora è all’attenzione del Consiglio regionale”. .  
   
   
ESPERTI A CONFRONTO A GENOVA PER LA CACCIA AL PUNTERUOLO ROSSO, IL KILLER DELLE PALME LA MATTINA DI VENERDÌ 27 CONVEGNO NAZIONALE  
 
Si chiama Punteruolo Rosso, nome scientifico Rhynchophorus ferrugineus, l´insetto - killer delle palme che minaccia molte specie della Liguria e di tutto il bacino del Mediterraneo. E´ un insetto le cui larve si annidano all´interno delle piante di palma "divorandole" e portandole a morte sicura nel giro di pochi mesi. Due le zone sicuramente "infestate" in Liguria, a Bordighera e ad Alassio, ma il rischio di diffusione è reale. Gli adulti di questo coleottero di origina asiatica sono molto abili a volare, di giorno e di notte e sono in grado di raggiungere nuove palme nel raggio di un chilometro. Una femmina può deporre fino a 200 uova per volta. Per fare il punto sulla lotta all´insetto-killer, venerdì 27 febbraio 2009, a Genova, al Grand Hotel Savoia di Principe è in programma un convegno promosso dalla Regione Liguria, assessorato all´Agricoltura. Ai lavori, che avranno inizio alle 9, con gli interventi del presidente Claudio Burlando e dell´assessore Giancarlo Cassini e che si concluderanno al termine della mattinata, interverranno numerosi esperti e studiosi del problema e impegnati nella ricerca nella salvaguardia delle palme a rischio. Fra questi, rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole, delle Università di Catania, Palermo e Bari, delle regioni Campania e Abruzzo , della stazione di ricerca di Elche, in Spagna. .  
   
   
ACQUACOLTURA, LA REGIONE MARCHE SOSTIENE I PROGETTI DI RIPOPOLAMENTO.  
 
La Regione Marche nell´ambito dei programmi di sostegno e valorizzazione delle attivita` di acquicoltura, ha approvato un bando per contribuire al miglioramento degli ecosistemi locali di concerto con le amministrazioni provinciali. L´intenzione e` di finanziare e incentivare progetti destinati al ripopolamento ittico delle acque dolci con specie autoctone (con netta priorita` per la trota fario) marchigiane. Beneficiari sono gli enti pubblici (soprattutto le Province che svolgono da anni azione di ripopolamento come compito istituzionale a sostanziale beneficio della pesca sportiva) e le aziende private purche` in possesso, per i loro impianti, dei requisiti scientifici e gestionali atti a conservare e accrescere le specie ittiche e la conservazione delle biodiversita`. Diverse le tipologie d´intervento ammesse ai contributi: il miglioramento qualitativo delle specie da ripopolamento, il potenziamento degli incubatoi, gli impianti per la produzione di specie destinate al ripopolamento delle acque pubbliche e gli impianti di avanotteria da ripopolamento, limitatamente a specie autoctone. Le spese ammissibili stavolta sono oltre che edili e impiantistiche, attrezzature e macchinari anche per studi e ricerche per soggetti pubblici; spese tecniche per progettazione, direzione lavori, pubblicizzazione dell´investimento. Non sono ammessi interventi per specie non autoctone delle Marche e acquisti di immobili. Il contributo erogato sugli interventi strutturali viene concesso nella misura del 40% in conto capitale, mentre per studi e ricerche del 50%. ´Vogliamo che il ripopolamento sia realizzato ´ ha detto l´assessore alla Pesca Vittoriano Solazzi ´ riproducendo ceppi di specie locali per salvaguardarne l´esistenza e anzi reintrodurle massicciamente nei nostri fiumi. La Regione e` infatti molto sensibile al miglioramento qualitativo delle specie da ripopolamento per questo aiuta e valorizza chi, ente o privato, promuove azioni di sensibilizzazione verso la pesca-acquacoltura´. .  
   
   
LO CHEF DELL’HÔTEL DU PALAIS DI BIARRITZ ALLE OLIMPIADI DEL GUSTO JEAN-MARIE GAUTIER È “L’ALLENATORE” DI PHILIPPE MILLE, TRA I FINALISTI DEL PREMIO BOCUSE D’OR  
 
Jean-marie Gautier è lo chef dell’Hôtel du Palais di Biarritz e il migliore ouvrier di Francia: quest’anno è stato anche allenatore della squadra che ha concorso per la Francia al Bocuse d’Or, la famosa, difficile e ambitissima gara internazionale di cucina. Il candidato francese, Philippe Mille, ha passato parecchie settimane al prestigioso albergo sulla costa atlantica proprio per “mettere a punto le sue specialità, saggiare, assaggiare, perfezionare, curare la presentazione di ogni singolo piatto”. Il Bocuse d’Or è come una competizione olimpionica, una prova di velocità e insieme una maratona, necessita quindi d’un allenamento da campioni. E di tali campioni lo chef Gautier è l’entraîneur, colui che segue tutte le mosse, le precede e le corregge. Una gara “olimpica” Le Bocuse d´Or 2009 ha avuto luogo nell’ambito del 14° Salon International de la Restauration, de l’Hôtellerie et de l’Alimentation - Sirha, all’Eurexpo di Lione, alla fine di gennaio scorso. Creato nel 1987 il Bocuse d’Or è il più prestigioso concorso internazionale di cucina, ed è stato anche il primo a svolgersi in diretta, quindi davanti agli occhi del pubblico, agli obiettivi e alle telecamere. Oggi più di 1100 giornalisti, emittenti radio e televisive di tutto il mondo coprono l’evento. Per i migliori cuochi del mondo il Bocuse d’Or è diventato il più importante appuntamento globale. Per il vincitore è un’insostituibile consacrazione. Quest’anno 51 chef d’Europa, Asia e America Latina si sono affrontati per conquistarsi un posto in finale. Ce l’hanno fatta dodici europei, quattro asiatici e tre latino-americani. Per la Francia il trentaquattrenne Philippe Mille di Le Mans, “allenato” da Jean-marie Gautier dell’Hôtel du Palais di Biarritz. Tutti i concorrenti eseguono gli stessi piatti. Quest’anno la competizione prevedeva la preparazione di manzo Aberdeen Angus Beef e - come pesce - merluzzo fresco, coquilles Saint-jacques e gamberetti norvegesi. Ciascuna specialità va accompagnata da tre contorni e deve riflettere la tradizione gastronomica del paese rappresentato. .  
   
   
PORCOLONGA LUNGO LA STRADA DEL CULATELLO DI ZIBELLO  
 
Visita ai produttori e alle rocche - Due soste golose in ognuno dei percorsi . Porcolonga, ovvero come assaporare lentamente la Bassa parmense. La proposta della Strada del Culatello di Zibello consente di esplorare in bicicletta e in barca questo territorio che ispirò Verdi e Guareschi, degustare tipicità che hanno ancora il gusto della tradizione, passare una bella domenica e portarsi a casa prodotti tipici. La Porcolonga di Primavera nell’edizione 2009 si suddivide in due spezzoni (domeniche 5 e 26 aprile) a differenza della sola giornata delle edizioni degli anni passati. E’ una scelta compiuta per andare incontro alle esigenze dei viaggiatori che possono così scegliere fra due date senza rinunciare ad eventuali altri impegni. Con questo intento si sono previsti quattro percorsi per domenica 5 aprile e cinque itinerari domenica 26 aprile. La Porcolonga (se ne fa una anche d’Autunno) è un appuntamento che coinvolge gruppi di 25 persone che, in bicicletta e in barca, con l’assistenza di guide professionali della Uisp, attraversano la zona della Strada del Culatello di Zibello, partendo da ognuno dei nove Comuni compresi nel territorio della Strada. Si visiteranno le “cantine” di stagionatura del Culatello Dop e i caseifici di produzione del parmigiano reggiano. I partecipanti potranno acquistare prodotti e vini, e sarà l’organizzazione ad incaricarsi di consegnarli all’arrivo, per evitare pesi sulla bici durante il goloso tour. La Strada del Culatello di Zibello E’ una delle Strade dei Vini e dei Sapori dell’Emilia Romagna. Comprende il territorio che si affaccia sul Po, fra Zibello, Soragna e Roccabianca, includendo San Secondo e Colorno. Le nebbie autunno-invernali e il caldo estivo sono punti di forza per la produzione del Culatello di Zibello che solo qui ha la Dop. E’ una zona dove anche altri salumi sono prelibati, dallo Strolghino (salame fresco ottenuto dalle parti non usate per il Culatello), alla Spalla (Cotta di San Secondo e Cruda di Palasone), dalla Mariola al Prete. E che dire del vino Fortana del Taro (Igt dal 1995), dei vini Cigno Bianco e Cigno Nero (omaggio a Verdi) o del Parmigiano Reggiano? .  
   
   
DA GUYLIAN E BELFINE DELIZIE AL CIOCCOLATO  
 
Dalla terra del miglior cioccolato del mondo - il Belgio - ecco le golose specialità dolciarie per festeggiare i momenti più dolci: prelibate specialità create con sapiente maestria artigianale dai più rinomati pasticceri belgi. Da sempre infatti Guylian e Belfine utilizzano esclusivamente un cioccolato unico, dalle più fini fave di cacao dell´Africa occidentale, con il 100% di burro di cacao, privo di grassi vegetali. E da sempre Guylian e Belfine hanno conquistato un posto d´onore tra gli estimatori mondiali di questo dolcissimo ingrediente con il quale riescono a realizzare veri capolavori di arte dolciaria! Da Guylian un ottimo Uovo di cioccolato al latte, riccamente incartato e disponibile in tre differenti misure: una squisita ricetta dalle antiche tradizioni artigianali. La stessa bontà la ritroviamo nella confezione "Quatro" da 186 grammi: piccoli, dolcissimi ovetti che racchiudono tutto il gusto morbido e dolce del puro cioccolato al latte belga. Infine i simpaticissimi Coniglietti Lollipops di cioccolato Belfine, l´azienda belga specializzata nella produzione di leccalecca di cioccolato che realizza in tanti fantasiosi soggetti! Belfine utilizza esclusivamente materie prime selezionatissime I prodotti di Guylian e Belfine sono importati e distribuiti da Eurofood, il marchio leader che da oltre vent´anni porta sulla nostra tavola solo le più prestigiose specialità alimentari da tutto il mondo. .  
   
   
SOLO ITALIA INAUGURA UNA NUOVA STAGIONE CON ESCLUSIVE NOVITÀ ALLA FRUTTA  
 
Una stagione fatta di colori pastello e di freschi profumi che invita a scoprire ogni settimana le invitanti nuance e il piacere intenso delle esclusive novità alla frutta che l’artista del dolce al cucchiaio ha creato per tutti. Ad esempio Banana Split, Cremosa e golosa, è uno dei simboli degli Stati uniti. Al suo centesimo compleanno, Solo Italia reinterpreta questo squisito dessert che abbina la rotondità del gusto pieno della frutta più soda, alla vellutatezza di una crema a base di latte resa ancora più invitante da una coulisse al cioccolato, proponendolo in pratiche confezioni bipack 2x85 grammi. .