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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Luglio 2009
AGRICOLTURA: STRETTA COLLABORAZIONE FRA FRIULI VENEZIA GIULIA E CARINZIA  
 
Udine - Il rapporto di collaborazione fra Regione Friuli Venezia Giulia e Land della Carinzia ha segnato il 3 luglio un ulteriore e concreto passo avanti in materia di agricoltura. Nella sede della Regione a Udine si sono incontrati gli assessori Claudio Violino e Josef Martinz. L´incontro - al quale erano presenti anche il direttore centrale delle Risorse agricole, forestali e naturali, Luca Bulfone, il nuovo direttore dell´Ersa, Mirko Bellini, e il presidente dell´Agenzia per l´Energia della Provincia di Udine, Loris Mestroni, oltre a collaboratori dell´assessore Martinz - si è concluso con l´impegno reciproco per la costituzione immediata di un tavolo tecnico comune, che si riunisca periodicamente per analizzare i vari temi sul tappeto, per trovare soluzioni condivise ai problemi e per collaborare assieme sulle diverse tematiche. Tra gli argomenti affrontati nel corso dell´incontro, l´interesse che la Carinzia annette alla collaborazione con l´Ersa, le opportunità che verranno al Land dall´utilizzo del progetto comunitario Interreg, i problemi dell´agricoltura di montagna e delle zone di confine nella futura programmazione europea, il tema degli Ogm, la formazione in agricoltura con scambi tra istituti professionali delle due Regioni, l´utilizzo della risorsa boschiva, la produzione, riconoscibilità e promozione dei prodotti tipici regionali legati anche al movimento turistico, le varie opzioni in materia di energie rinnovabili. Tutti temi che stanno a cuore sia alla Carinzia che al Friuli Venezia Giulia: per alcuni di essi i percorsi sono già condivisi, per altri qualcuno è più avanti e può mettere a disposizione dell´altro la propria esperienza. "La volontà di lavorare assieme - ha affermato l´assessore Violino - c´è ed è chiara. Per cui siamo in piena sintonia e con il tavolo tecnico che abbiamo deciso di istituire potremo essere costantemente in contatto". . .  
   
   
CONFERENZA SULLA TECNOLOGIA DELLA PESCA TRANSATLANTICA  
 
Copenaghen - Dal 15 al 18 settembre si svolgerà a Copenaghen (Danimarca) la terza conferenza Taft (Transatlantic Fisheries Technology). L´evento tratterà le tecnologie della pesca ed è una manifestazione congiunta che riunisce l´Aftc (Atlantic Fisheries Technology Conference) e l´incontro della Wefta (West European Fish Technologists Association). Tra i probabili temi affrontati: "Acquacoltura sostenibile per prodotti ittici su misura"; "Fornitura mondiale - nuove sfide per la sicurezza"; "Conservare i valori nutrizionali attraverso la catena di elaborazione fino al piatto del consumatore"; "Prodotti ittici e salute - benefici e rischi riscontrati"; "Robotica e applicazione di nuove tecnologie nell´industria della lavorazione ittica"; "Utilizzo più efficace della materia prima acquatica". Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Taft2009. Org/ . .  
   
   
AGRICOLTURA: IL PSR DELLA REGIONE LAZIO TRA I PIÙ AVANZATI D´ITALIA  
 
"Un ´Programma di sviluppo rurale´ che in termini procedurali è tra i più avanzati d´Italia, grazie all´attivazione di tutte le misure strutturali, ossia gli investimenti, che avrà a disposizione 50 milioni di euro in più per sostenere le nuove sfide della politica comunitaria, ovvero i cambiamenti climatici, energie rinnovabili, sostegno al settore lattiero-caseario, biodiversità, gestione delle risorse idriche, infrastrutture banda larga". Così Daniela Valentini, assessore all´Agricoltura della Regione Lazio, ha commentato quanto emerso dalla riunione del Comitato di sorveglianza svoltasi il 4 luglio a Roma, al Tempio di Adriano, con le istituzioni e le forze economico-sociali dei territori, per valutare lo stato di attuazione del Programma di sviluppo rurale (Psr) e rimodulare le nuove risorse assegnate al programma dall´Unione europea. "Siamo stati la prima regione che ha fatto uscire i bandi tutti insieme e per tutte le misure della programmazione - ha proseguito Valentini - e questo ha permesso agli agricoltori di presentare progetti integrati, creando così le condizioni necessarie per uno sviluppo agricolo capace di mettere a sistema tutte le risorse del territorio. Abbiamo inoltre siglato - ha aggiunto - un accordo con 31 istituti di credito che permetterà agli imprenditori agricoli di realizzare fin da subito e portare a termine gli investimenti previsti dai progetti presentati". Allo stato attuale, sono 3 mila e 200 le domande ritenute ricevibili per i bandi singoli, con un contributo pubblico richiesto di 188 milioni di euro e un investimento complessivo che supera i 350 milioni di euro. Sono state invece 24 le Pif (Progettazione integrata di filiera) con una richiesta di contributo di circa 43 milioni di euro per un investimento di 81 milioni. "Grande priorità è stata infine data ai giovani e alle donne - ha concluso l´assessore - e la prossima settimana daremo le prime 200 concessioni alle nuove aziende agricole che nasceranno su tutto il territorio regionale". . .  
   
   
PSR 2007/2013 - RIUNIONE DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA: LE NUOVE PRIORITA´ AMBIENTALI, SOSTEGNO PER IL LATTE, DIFFUSIONE DELLA BANDA LARGA - 84 MILIONI DI EURO IN PIU´ AL PIEMONTE  
 
Il confronto con le nuove “sfide” ambientali in ambito comunitario, il sostegno al settore lattiero-caseario in crisi, la diffusione di Internet a banda larga nelle zone rurali, la ripartizione delle risorse finanziarie aggiuntive destinate al Piemonte sono stati i temi più importanti affrontati il 2 luglio nel corso del Comitato di Sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, riunito a Torino. Presieduto dall’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco, l’organismo è composto da oltre 70 membri in rappresentanza delle istituzioni e delle parti sociali e ha la funzione di verificare e condividere lo stato di attuazione del Programma. In rappresentanza delle istituzioni che, oltre alla Regione, cofinanziano il Psr erano presenti la dott. Ssa Fanny Keresztes della Commissione europea, Alessandro Monteleone e Claudio Mazzoni del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali. “La riunione di oggi del Comitato di Sorveglianza ha toccato punti importanti della nostra strategia di intervento per i prossimi anni – afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – ci ha consentito infatti di fare il punto sulle priorità su cui il nostro Psr è impostato, constatando che esse sono coerenti con le nuove “sfide” individuate dall’Unione Europea, con una grande attenzione alla tutela ambientale. Credo questo confermi la lungimiranza di alcune scelte compiute oltre due anni fa, al momento dell’elaborazione del Programma, e che oggi ci impegniamo a portare avanti con maggior forza. Daremo un sostegno forte e concreto al settore latte, uno dei comparti più delicati in questo momento, che deve affrontare il passaggio non facile verso l’abolizione del sistema delle quote, e la forte competizione sui mercati internazionali. Potenzieremo ancora il nostro impegno per portare sull’intero territorio il servizio di comunicazione a banda larga e più in generale abbiamo scelto di investire le nuove risorse finanziarie sull’ ammodernamento strutturale delle aziende, convinti che sia questo il canale più importante per consolidare la nostra agricoltura nel medio e lungo periodo. ” I temi discussi al Comitato di Sorveglianza. Nel confronto con le nuove “sfide” individuate dall’Health check della Pac (la verifica dello “stato di salute” della politica agricola comune), il Psr della Regione Piemonte si è rivelato in sostanziale sintonia, sin dalla sua impostazione, con il forte orientamento ambientale dato dalle strategie europee. Si confermano dunque le priorità che guideranno gli interventi del Psr nei prossimi anni: cambiamenti climatici, gestione delle risorse idriche, investimento sulle energie rinnovabili, tutela della biodiversità. Adeguamenti sono stati introdotti alla luce dell’attivazione del Piano regionale di tutela delle acque, del recepimento della Direttiva nitrati, e del Testo unico sulle aree naturali e la biodiversità approvato dal Consiglio Regionale lo scorso 16 giugno. A ciò si aggiunge una specifica attenzione per il settore lattiero-caseario, per il quale si è reso necessario un radicale aggiornamento dell’analisi di contesto e dell’individuazione dei fabbisogni, in considerazione della profonda crisi vissuta dal settore negli ultimi due anni. A sostegno di un adeguamento strutturale e competitivo del comparto, la Regione destinerà risorse importanti (15 milioni di euro, pari a oltre un quarto delle risorse finanziarie in arrivo per il Piemonte a seguito dell’Health Check), intervenendo in particolare sull’ammodernamento delle aziende agricole e sull’agroindustria. Gli obiettivi sono sostenere il settore nel processo di adeguamento al nuovo contesto di mercato (anche in vista dell’abolizione del sistema delle quote nel 2015) attraverso riduzione dei costi di produzione e diversificazione, miglioramento dei sistemi di qualità e tracciabilità, rafforzamento della filiera corta e della gestione di pascoli e alpeggi nelle aree montane. Un’ulteriore, importante priorità riguarda lo sviluppo della banda larga nelle aree marginali: in continuità con l’impegno già intrapreso dalla Regione Piemonte, vi sarà un rinnovato investimento per ridurre il digital divide, la carenza di infrastrutture e servizi telematici che caratterizza ancora 65 Comuni in Piemonte (di cui 54 totalmente scoperti da infrastrutture in fibra ottica). Una quota delle risorse aggiuntive destinate alla nostra Regione, pari a 7,8 milioni di euro, sarà interamente destinata alla diffusione della banda larga nelle aree rurali. Le risorse aggiuntive complessivamente destinate al Psr della Regione Piemonte, in base ai criteri di riparto che si stanno definendo a livello nazionale, sarà di circa 50 milioni di euro di quota comunitaria (Feasr), che, sommati alle risorse nazionali e regionali, produrranno una spesa pubblica totale di 84 milioni di euro. Oltre ai 7,8 milioni finalizzati alla banda larga, le nuove risorse verranno destinate per oltre l’86% alle misure dell’Asse I, scegliendo così di orientare verso le priorità individuate (ambientali e di ristrutturazione del settore lattiero-caseario) gli investimenti strutturali delle aziende agricole e agroindustriali, attraverso la misura 121 (ammodernamento) e la misura 123 (trasformazione agroindustriale e commercializzazione); in minor misura verranno aumentate le dotazioni finanziarie delle misure 111 (formazione e informazione), 124 (cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti) e 323 (tutela e qualificazione del patrimonio rurale). Circa 5 milioni di euro di quota comunitaria, corrispondenti a oltre 7,7 milioni di spesa pubblica totale, saranno destinati alla misura 214 (pagamenti agroambientali) sull’Asse 2. Una novità importante, orientata a sostenere le imprese nella attuale congiuntura, riguarda gli anticipi sugli investimenti per chi accede ai contributi negli anni 2009 e 2010 sulle diverse misure del Psr: la quota di finanziamento erogata a titolo di anticipo sale dal 20% al 50%, mentre è del 20% l’anticipo di cui potranno beneficiare i Gal (finora esclusi da questa modalità). “Questa modifica, ottenuta in occasione del Comitato di Sorveglianza – sottolinea l’Assessore Taricco – è molto importante per le aziende, in particolare per la situazione di difficoltà finanziaria del momento. ” .  
   
   
BOLZANO: PRESENTATA LA RELAZIONE AGRARIA E FORESTALE, 2008 DA RECORD PER LE MELE  
 
Un raccolto record per le mele, con il superamento del milione di tonnellate, controbilanciato da una riduzione nella produzione di uva e latte. Sono questi alcuni dei dati contenuti nella Relazione agraria e forestale, vero e proprio bilancio del settore nel 2008, presentati dal presidente Luis Durnwalder e dall´assessore Hans Berger. Il 2008 è stato un anno record per la frutticoltura altoatesina: per la prima volta il raccolto ha superato il limite del milione di tonnellate, attestandosi a 1. 059. 000 tonnellate, nonostante le superfici coltivate siano rimaste sostanzialmente invariate. "Questi dati - ha spiegato l´assessore all´agricoltura Hans Berger - dimostrano la grande importanza che ha guadagnato l´Alto Adige in questo settore a livello nazionale e internazionale. Basti pensare che il nostro territorio produce quasi la metà delle mele raccolte in tutta Italia e il 10% di quelle raccolte nei 27 paesi membri dell´Unione Europea". Proprio Bruxelles diventa sempre più il partner con cui confrontarsi per quanto riguarda i problemi dell´agricoltura altoatesina: la Provincia di Bolzano, infatti, ha competenza primaria in materia rispetto a Roma, ma non rispetto all´Europa. Dalla crescita delle mele, alla diminuzione dell´uva: con i 315mila ettolitri di vino del 2008, l´Alto Adige ha fatto registrare una calo di produzione pari al 10%. Un risultato comunque apprezzabile in un settore fortemente colpito dalla congiuntura internazionale. Uno dei cuori pulsanti dell´agricoltura altoatesina è il settore lattiero-caseario. Anche nel 2008 si è confermato il trend calante, con una produzione di 365 milioni di litri. "I nostri contadini - ha commentato Berger - riescono a spuntare un prezzo unico a livello europeo, che si aggira attorno ai 48 cent/litro. L´ombra che grava sul mercato è però rappresentate dalla costante crescita dei costi, che può essere affrontata con un maggiore cooperazione tra i produttori e con un rafforzamento del marchio Alto Adige. Le prospettive, comunque, per tutto il settore agricolo, restano positive: c´è ottimismo". Il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder ha invece fatto il punto della situazione sul patrimonio forestale altoatesino. "L´80% dei nostri boschi è sano - ha spiegato - e la certificazione del legname prodotto in Alto Adige dovrà diventare un vantaggio concreto per i produttori. Quasi la metà del territorio della Provincia (323mila ettari) è boschivo, e ciò caratterizza il nostro paesaggio rendendolo unico grazie al suo insostituibile ruolo di salvaguardia". Durnwalder ha inoltre sottolineato l´importanza di preservare le oltre 1. 700 malghe presenti sul territorio, "strutture fondamentali per l´economia e la protezione del suolo". Infine, l´assessore Berger ha accennato alla battaglia altoatesina contro gli Ogm. "Faremo di tutto - ha spiegato - per mantenere la nostra provincia libera dagli organismi geneticamente modificati. I nostri partner in questa battaglia sono in costante aumento, e spero che la Commissione Europea preferisca privilegiare la volontà e le esigenze dei consumatori, anzichè quelle dei grandi produttori". .  
   
   
INSIEME CONTRO LO SPRECO: LAST MINUTE MARKET E REGIONE EMILIA-ROMAGNA, 145 TONNELLATE DI ALIMENTI FRESCHI RECUPERATI NEI PRIMI SEI MESI DEL 2009.  
 
 Bologna - Il loro destino era la discarica, e invece sono stati salvati e converti in ottimi pasti per persone in difficoltà. Parliamo delle 145 tonnellate di alimentari freschi (prossimi alla scadenza, ma ancora buoni e perfettamente commestibili) recuperati da Last Minute Market nel primo semestre del 2009. Nato dieci anni fa come progetto di ricerca del Dipartimento di Economia e Ingegneria agrarie dell’Università di Bologna, Last Minute Market si è diffuso sul territorio di tutte le nove province dell´Emilia-romagna grazie al supporto dell’assessorato al Turismo e Commercio della Regione, con il coordinamento del Servizio programmazione della Distribuzione Commerciale. Dati e cifre verranno illustrati nel corso della conferenza che si terrà giovedì 9 luglio alle 11, nella sala stampa della giunta regionale (viale Aldo Moro 52, 12° piano). Interverranno Guido Pasi, assessore regionale al Turismo e Commercio, Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna e ideatore di Last Minute Market, e don Giancarlo Suffritti, fondatore della comunità terapeutica “L’angolo” di Modena. .  
   
   
ABRUZZO: AL VIA PROGETTO PROMOZIONE PRODOTTI TIPICI  
 
Pescara - Il progetto di promozione e valorizzazione dei prodotti dell´enogastronomia abruzzese, nell´ambito dell´evento G8 all´Aquila, è stato presentato ieri mattina nella Sala riunioni dell’ Assessorato all´Agricoltura, a Pescara, dall´assessore Mauro Febbo, alla presenza del senatore Fabrizio Di Stefano, con Adua Villa, consulente tecnico dell´Arssa per il Vinitaly ed insignita del titolo di "ambasciatrice" del vino abruzzese al G8. "La presentazione di questo progetto guarda oltre l´evento del G8 “ ha spiegato l´assessore Febbo “ infatti con questa iniziativa si punta anche ad una collaborazione che proporrà il vino abruzzese oltre i confini regionali e nazionali". "E’ ormai tempo “ ha proseguito l´assessore - di parlare di un Abruzzo i cui prodotti tipici enogastronomici sono pronti per essere presentati ad un pubblico attento e soprattutto sensibile alla qualità, come quella espressa dal territorio abruzzese". Adua Villa, volto noto per le frequenti apparizioni su Rai Uno, è esperta di Vini e di enogastronomia ed è assaggiatrice di olio extravergine d? oliva. E´di origine abruzzese e da sempre sostiene con impegno, ovunque, la qualità e tipicità delle produzioni regionali. .  
   
   
LOMBARDIA: FONDI PIANO SVILUPPO RURALE VERSO QUOTA 1 MILIARDO AUMENTANO RISORSE PER L´AGRICOLTURA E IL SUO SVILUPPO  
 
Milano - Grazie a un nuovo riparto dei fondi a livello di Conferenza delle Regioni crescono le risorse a disposizione per il sostegno al settore lattiero-caseario, all´ammodernamento delle aziende e alle misure ambientali, compreso l´ampliamento della banda larga nelle aree rurali, all´interno del Psr (Piano di sviluppo rurale) 2007-2013. La Conferenza delle Regioni ha accolto la proposta del Ministero per le Politiche agricole e forestali e determinato così anche l´aumento delle risorse per il Psr della Lombardia. Ai 900 milioni di euro già disponibili per il Psr della Lombardia il nuovo riparto aggiunge altri 75,2 milioni provenienti da fondi comunitari e in attesa delle decisioni tecniche per i finanziamenti nazionali e regionali. La Regione Lombardia ha ottenuto circa 20 milioni in più di quanto si aspettasse per il pressante lavoro dell´assessore all´Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi in sede di Conferenza delle Regioni. "Grazie al nuovo riparto - afferma Ferrazzi - potremo disporre di ulteriori risorse per sostenere la nostra agricoltura che, grazie a questi fondi aumenta le sue possibilità di sviluppo. I 20 milioni che si sono aggiunti rispetto al riparto inizialmente previsto sono un successo regionale e un vantaggio per tutta la nostra agricoltura". "La disponibilità di quasi 1 miliardo di euro per lo sviluppo dell´agricoltura, per il settore lattiero-caseario, per le aziende e lo sviluppo rurale - conclude l´assessore Ferrazzi - consente di guardare con fiducia al futuro della nostra agricoltura che, grazie a questi fondi, potrà rafforzare la sua condizione di protagonista, mantenendo, anzi rafforzando, le posizioni di leadership che già detiene a livello nazionale per numero di addetti e di aziende produttive". .  
   
   
DAL 9 AL 12 LUGLIO “SULLE TRACCE DELLE PODOLICHE”  
 
Promuovere e valorizzare la razza podolica è solo uno degli obiettivi del congresso internazionale di studi “Sulle tracce delle podoliche” che si terrà dal 9 al 12 luglio a Taranto, Matera, Potenza e Cosenza. L´iniziativa, promossa dal Dipartimento regionale all´agricoltura, è stata presentata il 4 luglio in una conferenza stampa presieduta dall´assessore Vincenzo Viti, alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle Associazioni provinciali degli allevatori di Matera e Potenza, Nunzio Di Mauro e Palmino Ferramosca, e il direttore, Augusto Calbi. “Si tratta - ha spiegato Viti - di un evento di respiro internazionale al quale parteciperanno non solo i rappresentanti di altre regioni come Calabria e Puglia, ma anche studiosi provenienti da Croazia, Grecia, Turchia, Ucraina e Ungheria”. Nel corso del congresso, in particolare, si parlerà di origini, storia e diffusione delle razze di origine podolica e saranno illustrate le diverse teorie scientifiche esistenti. Inoltre, verranno presentati studi di caratterizzazione genetica anche al fine di ipotizzare la storia evolutiva e di individuare le caratteristiche genetiche peculiari. Fra gli obiettivi del congresso la presentazione del modello selettivo e di valorizzazione delle razze podoliche italiane, con particolare riferimento alle esperienze dei Centri genetici di Potenza, Grosseto e Perugia, ed ai percorsi di valorizzazione avviati. “La podolica – ha detto Viti – non rappresenta solo un grande patrimonio zootecnico da salvare e valorizzare, ma anche una grande opportunità di tutela del territorio e della biodiversità, oltre a uno strumento di promozione turistica relativamente alle nostre tradizioni gastronomiche. Ecco perchè – ha aggiunto l´assessore regionale all´Agricoltura – proprio nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato la delibera “Sostegno al miglioramento genetico del patrimonio zootecnico lucano”. Il provvedimento prevede 5 azioni operative con un contributo per la selezione e il miglioramento genetico per allevamenti di bovini di razza podolica oltrechè di bovini da latte, bufalini, suini, equini. In particolare, per la razza podolica sono previsti: per acquisto tori all´asta pubblica presso il Centro genetico di Laurenzana contributo al 50 percento del prezzo riportato nel prezzario regionale in vigore al momento dell´acquisto; per l´inseminazione artificiale, contributo massimo del 50 percento sull´acquisto del seme e per la realizzazione dell´intervento. Le risorse finanziarie ammontano a 200 mila euro all´anno per un triennio”. La Basilicata rappresenta la regione con il più alto numero di podoliche in Italia. “Il 10 luglio – ha concluso Viti – sarà la giusta occasione per presentare le nostre politiche di valorizzazione della razza podolica e per sollecitare il Governo nazionale a non restare indifferente nei confronti di questi temi, chiuso come sembra nell´area padana e nel problema delle quote latte. A Matera apriremo una vertenza nazionale su tema della zootecnia e la Basilicata sarà la regione pilota in questa battaglia. A tal proposito coinvolgeremo i parlamentari lucani e tutte le sensibilità che vorranno darci una mano a valorizzare la zootecnia meridionale e, in particolare, la podolica”. Nel corso del congresso, infine, verrà presentato il secondo numero della rivista “Fotogrammi. Cultura del territorio”, edito da Graficom edizioni e interamente dedicato alla Podolica con suggestive immagini fotografiche di Antonello Di Gennaro. .  
   
   
IL PARMIGIANO REGGIANO FA BENE, ANCHE ALLE RONDINI. I RISULTATI DI UNA RICERCA NELLA PIANURA EMILIANA.  
 
Bologna - Più rondini nei prati della zona di produzione del Parmiggiano Reggiano. A testimoniare della salubrità del territorio: uno degli “ingredienti segreti” della qualità del tipico formaggio emiliano-romagnolo. Da uno dei progetti di ricerca finanziati dalla Regione Emilia-romagna, dedicato a “Avifauna e Parmigiano-reggiano”, ha preso lo spunto il Convegno “Il Parmigiano Reggiano fa bene alle rondini” che si è svolto questa mattina nell’Aula Giorgio Prodi nel Complesso di S. Giovanni in Monte a Bologna. “Nel territorio di produzione del Parmigiano Reggiano, le ricerche dimostrano che i parametri ambientali sono a posto”, ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni. “Rondini e altri uccelli selvatici sono ottime sentinelle ambientali capaci di testimoniare con la loro presenza la bontà e salubrità di un territorio. Per il Parmigiano Reggiano, un prodotto strettamente e da sempre legato al suo ambiente, questi animali - ha concluso Rabboni - sono un ulteriore elemento di conferma della qualità di un prodotto che, oltre alle doti riconosciute da consumatori e gastronomi di tutto il mondo, può ora vantare anche una reale e dimostrata capacità di salvaguardia della biodiversità naturale”. Al Convegno - realizzato in collaborazione con le Province di Modena, Parma e Reggio Emilia, la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) e il Consorzio del Parmigiano Reggiano - hanno partecipato, tra gli altri, Igino Morini del Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano, Elena D’andrea e Danilo Mainardi, rispettivamente direttrice nazionale e presidente onorario della Lipu. Mainardi ha anche presentato il suo ultimo volume “L’intelligenza degli animali”. Il progetto “Avifauna e Parmigiano-reggiano” I risultati del progetto “Avifauna e Parmigiano-reggiano” dicono che un mosaico di colture costituito dall’alternanza di spazi aperti a prato, da boschetti e siepi favorisce la presenza di numerose altre specie, sia animali che vegetali, e che con gli interventi agroambientali, da tempo finanziati dalla Regione, si è dato un impulso positivo anche alla tutela della biodiversità. In particolare rondini e altre specie di uccelli selvatici trovano, nella pianura modenese, un habitat particolarmente ricco, tra distese a coltivazione di erba medica e prati stabili tipici della zona. .  
   
   
CONVEGNO SULL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA A GRASSANO  
 
"Questo convegno è un´occasione estremante importante, perchè prende atto di una nuova disposizione europea con la quale s´impone l´etichetta obbligatoria, che denuncia l´origine dell´olio. Il profilo della tracciabilità e della sicurezza alimentare del prodotto, verranno riconosciuti a livello europeo e saranno garanzia per i produttori e consumatori italiani. Un´ etichettatura che è solo il punto di partenza, per la razionalizzazione di un settore che deve essere riorganizzato, ammodernato e specializzato. Le aziende devono essere concentrate e ringiovanite. La Regione Basilicata ha stanziato risorse e ha emesso bandi ai quali possono partecipare le aziende lucane che favoriscono l´imprenditoria giovanile. Il ringiovanimento della strutture aziendali è una scommessa che parte dall´olivo, coltura antichissima che necessita di un grande rinnovamento gestionale, per conquistare il mercato e vincere le sfide del futuro”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Vincenzo Viti nel corso del convegno “L’olio extravergine di oliva della Collina di Grassano” che si è svolto nella serata di sabato 4 luglio nella Sala Consiliare di Palazzo Materi, organizzato da Regione Basilicata, Copagri, Camera di Commercio di Matera, Gal Bradanica, con il patrocinio del Comune di Grassano. “Le politiche governative, in questo settore - ha proseguito l’esponente del governo regionale - non hanno il mordente che dovrebbero avere. Purtroppo manca un piano olivicolo nazionale e le amministrazioni regionali devono esercitare poteri di riorganizzazione e innovazione che rientra nelle loro competenze. Ma oggi noi siamo a Grassano, inserita con Ferrandina nel distretto delle colline materane, cuore adulto dell´industria olivicola e da qui deve partire un progetto di ristrutturazione, potenziamento ed innovazione della produzione olivicola, che la segnali sul piano nazionale. Come si può tutelare un prodotto relativamente povero come l´olio? Lo si fa riorganizzando la produzione, collegandola alle grandi filiere nazionale e proteggendola con politiche di mercato che fin´ora sono mancate. Sono d´accordo con il presidente Copagri, Verrascina, che ha proposto di mettere insieme le piccole aziende, superare la frammentazione e ringiovanire le gestioni. La Regione – ha sottolineato Viti - ha già previsto bandi che intendono integrare e intensificare le produzioni. Scommesse, già assunte dall´Assessorato, che dovranno rendere sempre più concreti e organici i rapporti tra le organizzazioni produttive e i poteri regionali. Siamo qui a Palazzo Materi, monumento e museo della grande borghesia agraria e contadina, che ha segnato lo sviluppo dell´agricoltura locale. Non c´è posto più suggestivo di questo per far partire un messaggio di speranza per il futuro dell´agricoltura lucana. A questo proposito – ha concluso l’assessore Viti - vedrò nei prossimi giorni il sindaco di Grassano, Vito Magnante, per discutere della creazione di una Fondazione dedicata all´olivicoltura con sede proprio a Palazzo Materi, per il recupero della storia del passato e per maturare sguardo scientifico e ricerca in un settore fondamentale per la nostra Regione". Sono intervenuti nel dibattito, moderato dal giornalista Francesco La Regina, il neo presidente nazionale del Copagri (grassanese e lucano) Francesco Verrascina: si è soffermato sull’analisi della crisi nazionale del settore primario che, nonstante la sua importanza sul Pil non ha ricevuto, a differenza di altri settori produttivi (Fiat, Alitalia, Banche), concreti aiuti dal governo; il sindaco e l’assessore all’Agricoltura del Comune di Grassano, Vito Magnante e Domenico Zacchei: hanno apprezzato l’iniziativa utile a creare opportunità di sviluppo per una delle principali attività agricole del comune della Collina Materana; il presidente del Gal Bradanica Leonardo Braico ha illustrato le azioni dell’organismo comprensoriale volte ad integrarsi con la valorizzazione del prodotto tipico d’eccellenza olio di oliva extravergine; il presidente della Camera di Commercio di Matera Angelo Tortorelli ha ribadito il ruolo da protagonista che il settore agricolo deve avere nell’Ente camerale attraverso i propri rappresentanti delle organizzazioni professionali e anticipato importanti prossime iniziative di valorizzazioni del pane e degli altri prodotti tipici del Materano. Significative ed istruttive sono state le relazioni di Stefania D’alessandro, tecnico del settore agricolo della Regione Basilicata sulla olivicoltura lucana attuale: 40 mila aziende, 30 mila ettari coltivati, 180 frantoi, 150 mila quintali di produzione media annua, una Dop (Denominazione di origine protetta) nell’area Colline del Vulture, una Dop in fase di istruttoria per le Colline Ferrandinesi, lo sviluppo di nuove iniziative grazie ai finanziamenti della Regione Basilicata; Gianni Viggiani, presidente dell’Apo, ha tracciato un parallelo tra l’olio di oliva di ieri e di oggi; Paolo Colonna, Oil maker e Silvestro Lacertosa, Pannel Test, hanno approfondito l’analisi sulla tipicità degli oli e sul profilo sensoriale degli oli extravergini della Collina di Grassano. La serata ha avuto come lieto epilogo un mini corso di assaggio e la degustazione di prodotti tipici a base di olio extravergine di oliva a cura del Frantoio Oleario Grassanese e dell’Associazione Cuochi Lucani guidata dal grassanese Battista Guastamacchia. .  
   
   
GIUNTA VENETA: SPERIMENTAZIONE FITOSANITARIA  
 
Venezia - La lotta alle malattie delle piante è strumento essenziale per tutelare i redditi delle aziende agricole e per garantire qualità e sicurezza ai consumatori. “E’ insomma un settore strategico – ha sottolineato il vicepresidente della Giunta veneta Franco Manzato – rispetto al quale abbiamo voluto sostenere una serie di iniziative di sperimentazione”. Su proposta dello stesso Manzato, la Giunta ha pertanto impegnato circa 70 mila euro per finanziare specifici progetti realizzati da istituti universitari, finalizzati alla lotta ai parassiti pericolosi e che possono diffondersi per le colture agrarie. In Particolare, l’Università di Padova – Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali proseguirà il monitoraggio delle principali avversità forestali di natura biotica in grado di mettere a rischio la sopravvivenza dei soprassuoli forestali del Veneto. Dovrà essere verificata la presenza e la diffusione degli insetti soggetti a decreto di lotta obbligatoria e di altri parassiti e patogeni forestali già inseriti nella legislazione fitosanitaria di quarantena. Dovrà anche predisporre la lotta e appropriate misure per il controllo dei parassiti stessi e creare una cartografia informatizzata e aggiornata per la rappresentazione della diffusione degli agenti dannosi. Allo stesso Dipartimento è inoltre affidato l’incarico di eseguire lo studio biologico e il monitoraggio della Tignola della patata (Phthorimaea operculella) e di svolgere la valutazione di efficacia di prodotti insetticidi contro questo parassita che ha causato danni non solo in campo ma anche nella fase di conservazione in magazzino. Il Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali condurrà pure il monitoraggio sulla diffusione degli agenti eziologici e vettori della malattia denominata “Scopazzi del melo” (Apple Proliferation), di indagare sulla caratterizzazione genetica dei diversi ceppi del fitoplasma e di verificare la possibilità di risanamento attraverso la potatura di rimonda delle piante infette. Il Dipartimento ha anche l’incarico di eseguire l’indagine conoscitiva sulla presenza di minatori fogliari della vite (Phyllocnistis Vitegenella, Holocacista rivillei e Antispila spp) (la cui presenza è stata segnalata anche con danni significativi nei vigneti del Veneto orientale), eseguendo inoltre la ricerca dei parassiti naturali delle specie. Provvederà infine ad eseguire uno studio della presenza di Paysandisia archon su piante di palme specie esotica da quarantena, già riscontrata su piante giovani e adulte nell’areale del Lago di Garda. Il Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare dell’Università di Bologna concluderà dal canto suo l’indagine triennale sulla presenza nel territorio veneto della Maculatura lenticellare su pomacee causata da Alternaria alternata, indagini di campo e verifica di laboratorio. .  
   
   
TRENTO: APPROVATO DALLA GIUNTA IL RENDICONTO 2008 DELL´AGENZIA PROVINCIALE PER I PAGAMENTI IN AGRICOLTURA EFFETTUATI 2.935 PAGAMENTI PER UN IMPORTO DI 6.200.000 EURO  
 
Approvato dalla Giunta provinciale, su proposta dell´assessore all´agricoltura Tiziano Mellarini, il rendiconto dell´Appag (Agenzia provinciale per i pagamenti) relativo al 2008, primo anno di attività della nuova agenzia. L’agenzia provinciale per i pagamenti (Appag) è operativa dall´1 ottobre 2007, mentre opera in qualità di organismo pagatore per la gestione delle spese Feasr e Feaga, ed in particolare per i pagamenti riguardanti i regimi di aiuto previsti dal Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 e della Domanda Unica dal 16 ottobre 2008. Il 2008 è pertanto il primo anno in cui l’Agenzia è stata operativa per l’intero esercizio finanziario per quanto concerne l’attività di funzionamento. Nell’esercizio 2008 le entrate di competenza accertate, al netto delle partite di giro, ammontano a 982. 000 euro, corrispondenti ai trasferimenti assegnati dalla Provincia, mentre le uscite di competenza impegnate , al netto delle partite di giro, ammontano a 899. 917,89 euro, rispetto ad una previsione finale pari a 993. 094 euro, evidenziando conseguentemente economie per poco più di 93. 000 euro. Le risorse sono state impegnate prevalentemente per far fronte alle spese connesse alle convenzioni stipulate con i Caa riconosciuti per la gestione dei fascicoli aziendali in Siap, ed ammontanti a 800. 000 euro. Per quanto concerne l’attività di organismo pagatore, ad oggi l’Agenzia ha effettuato 2. 935 pagamenti per un importo complessivo di circa 6. 200. 000 euro. .  
   
   
FERRAZZI: DIABROTICA MAIS, TAVOLO IN REGIONE LOMBARDIA IL 7 ALLO STUDIO VARIE STRATEGIE A TUTELA DELLE COLTIVAZIONI  
 
Milano - Luca Daniel Ferrazzi, assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, sintetizza i contenuti dell´ultimo incontro tecnico, svoltosi giovedì 2 presso gli uffici regionali, con i quali si è "fotografata" la situazione attuale sulla presenza della diabrotica, l´insetto infestante le coltivazioni del mais. "Il monitoraggio sulla presenza della diabrotica nei campi di mais lombardi - spiega Ferrazzi - continua puntale, costante e condiviso tra i nostri tecnici e le principali organizzazioni professionali: in questo momento è necessaria la collaborazione di tutti affinché non vengano diffusi dati non supportati da fonti certe, in modo che i nostri agricoltori siano in grado di comportarsi nel modo più efficace". Ferrazzi ha già convocato per martedì 7 luglio un tavolo al quale parteciperanno le principali rappresentanze del mondo agricolo e delle industrie produttrici di sementi. "I dati in nostro possesso - continua Ferrazzi - segnalano la presenza della diabrotica nelle province di Brescia e Cremona e, in misura minore, in quelle di Bergamo, Lodi, Milano e Pavia. Dai rilievi attuali, la situazione generale non risulta corrispondere alle cifre allarmanti diffuse in questi giorni. Non è questo, infatti, il modo per affrontare seriamente il problema, creando tra l´altro confusione sulle corrette procedure da seguire in caso di presenza dell´insetto". Il Servizio Fitosanitario Regionale ha diffuso in questo giorni un bollettino con tutte le informazioni tecniche e le procedure più corrette da seguire. Tutte le informazioni sono scaricabili nella sezione Agricoltura del Portale di Regione Lombardia. "Considero l´incontro di martedì prossimo, 7 luglio - conclude Ferrazzi -, fondamentale per poter condividere con tutti dati ancora più precisi e, soprattutto, le migliori strategie da seguire nell´interesse della filiera del mais lombardo. Nei giorni scorsi, ho inoltre informato e sollecitato il Ministro Luca Zaia a intervenire sulla situazione. Lo dico con fermezza: Regione Lombardia sta affrontando il fenomeno con serietà e con gli strumenti più adeguati a sua disposizione. Creare allarmismo, in questo momento, non serve assolutamente a nessuno". .  
   
   
BASILICATA: IL TARTUFO COLTURA IMPORTANTE NELLE AREE INTERNE  
 
Agevolare iniziative imprenditoriali di lavorazione e commercializzazione del tartufo, valorizzando in loco questa e altre preziose risorse territoriali, come il Rafano e le specie officinali. E’ quanto affermato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, intervenuto a Corleto Perticara al convegno da titolo “Il Tartufo in Basilicata: ricerca, coltivazione e gastronomia”. Viti ha rilevato come la Basilicata sia un territorio vocato alla coltivazione del tartufo che rappresenta una risorsa di crescente importanza strategica per l’economia di ampi territori, in special modo di quelli montani, tra cui i pregiati tartufi ottenuti nell’alta valle del Sauro. L’esponente della Giunta regionale si è detto disponibile a finanziare alcune proposte di ricerca e sperimentazione, in corso da parte di Cnr, Alsia e Università di Basilicata, auspicando in tempi solleciti l’avvio di un programma basato sulla caratterizzazione e valorizzazione. La giornata di studio è stata introdotta dagli interventi del sindaco Pietro Montano, del presidente della Comunità montana “Camastra-alto Sauro” Domenico Urga e dall’assessore all’Agricoltura Ferdinando Sarli. Tra gli interventi, un taglio dai connotati scientifici sulla natura e sul reperimento in territorio lucano di questi funghi ipogei, è stato dato dai docenti dell’Università degli Studi della Basilicata, Gian Luigi Rana ed Elio Alba e dai ricercatori del Cnr-igv (Istituto di genetica vegetale) Andrea Rubini e Giulio Sarli. È stato sottolineato che nelle aree marginali, nei boschi collinari e di alta collina, si trovano in abbondanza il tartufo Scorzone, Uncinato, Mesenterico, Bianchetto e Invernale, mentre nelle vallate più fresche e umide si trova in buone quantità anche il tartufo Bianco Pregiato. Il lavoro di caratterizzazione non si è limitato alla parte agronomica ma il tartufo lucano è stato valutato anche attraverso l’uso di marcatori molecolari ed il gruppo del Cnr-istituto di genetica vegetale della Sezione di Perugia ha riscontrato significative differenze su base genomica rispetto ad altri tartufi italiani. Importanti testimonianze sul reperimento di questi pregiati funghi sono state rilasciate da alcuni ricercatori del prodotto, esperti nel reperimento degli stessi nelle aree della zona Camastra-alto Sauro. Un contributo, infine, è stato dato anche dallo chef gastronomo Federico Valicenti il quale ha illustrato le ricette e le tradizioni relative al tartufo in Basilicata. .  
   
   
BARI - "MANGIA SANO E GUADAGNA SALUTE": COINVOLTI 1500 BAMBINI  
 
Sono stati presentati nella mattinata del 3 luglio, nel corso di una conferenza stampa presso l’ente camerale barese, i risultati del progetto “Mangia sano e guadagna salute”, promosso dalla Confederazione italiana agricoltori e attuato con la collaborazione di Confcooperative e Unci-confartigianato, grazie al contributo della Camera di Commercio di Bari. Tra gli obiettivi dell’iniziativa, quello di avvicinare i bambini ad un’alimentazione più sana per contribuire a prevenire il sovrappeso e l’obesità, nonché quello di incentivare il consumo di frutta e verdura fresca prodotta in terra di Bari su 84mila ettari da 35mila produttori, anche loro colpiti dal calo di consumi che interessa l’intero Paese. Il progetto ha coinvolto 1500 bambini di 60 classi di terza elementare nell’intera provincia di Bari, ai quali nei mesi passati sono state distribuite gratuitamente 90mila merende a base di frutta fresca e di stagione. “Mangia Sano e Guadagna Salute” è un progetto che permette una "promozione economica più consapevole, che dà maggiore diffusione ai prodotti locali, valorizza il territorio, i suoi valori e tradizioni alimentari", ha dichiarato Michele Turturro direttore dell’Unci-confartiginato e "che grazie alla sua intersettoliarità - ha aggiunto Piero Rossi, presidente Confcooperative Bari - avrà un sorprendente effetto moltiplicatore". "Può aiutare il nostro tessuto imprenditoriale a svilupparsi, a crescere e a far crescere bene", ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Bari, Luigi Farace, che ha precisato: "Il sostegno all’agricoltura è azione strategica del nostro ente. In autunno inaugureremo il primo lotto di 125mila mq del Mercato Agricolo Alimentare di Bari, la più grande infrastruttura logistica del Mezzogiorno, che favorirà l’incontro fra domanda e offerta ortofrutticola. Un’opera che questa terra attende da tempo e che sarà di grande sostegno al comparto". Le reazioni degli alunni coinvolti nelle scuole sono state molto positive. Tommaso Cardano, dirigente scolastico del V Circolo S. Francesco D´assisi di Altamura, che ha seguito il progetto in più scuole, ha rilevato un interesse sempre crescente. "C’è stata ogni giorno molta attesa per il tipo di frutta che veniva servita. Con le ciliegie si è raggiunto l’apice. I bambini hanno imparato a distinguere le varie tipologie e hanno anche imparato a gustare la frutta con la buccia, grazie alla collaborazione fattiva delle mamme che la lavavano a dovere nella stessa scuola, prima di servirla. Un frutto racconta una storia, fa parlare un territorio, ne scandisce le stagioni. E oltre alla buona salute che porta è questo il messaggio più importante che resta nella testa di un bambino che sarò un adulto più consapevole e legato alla sua terra". .  
   
   
ETICHETTATURA ORIGINE OLIO: COLDIRETTI BASILICATA, UNA VERA GARANZIA  
 
Più trasparenza in etichetta e più sicurezza a tavola. Dal primo luglio, infatti, è entrato in vigore il regolamento Ce (n. 182 del 6 marzo 2009) che obbliga ad indicare in etichetta la provenienza delle olive impiegate per produrre l’olio vergine ed extravergine di oliva in commercio. “Una garanzia per i consumatori e per i produttori, uniti in una battaglia comune: smascherare il falso Made in Italy”. Così Piergiorgio Quarto, presidente Coldiretti Matera e dell’Asso. Prol, l’associazione dei produttori di olio, ha commentato positivamente la normativa. “Ora – ha aggiunto Quarto – è possibile distinguere l’olio prodotto con le olive dei nostri territori e quello ottenuto con miscugli di olive straniere proveniente dalla Spagna, Tunisia o Grecia. Con regole chiare, è più facile combattere la pirateria agroalimentare grazie alle informazioni contenute sull’etichetta. Inoltre, si tutela il consumatore che può scegliere di fare un acquisto consapevole. Per noi produttori, è una data storica in quanto il mercato della contraffazione è sempre più in crescendo e mette in ginocchio gli agricoltori che non riescono a sostenere una concorrenza sleale che non predilige la qualità”. Come riconoscere l’ olio made in Italy? Semplice: da scritte come “ottenuto da olive italiane”, “ottenuto da olive coltivate in Italia” o “100 % da olive italiane” mentre per i miscugli di provenienza diversa sarà specificato - precisa la Coldiretti - se si tratta di “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o di “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari”. La norma consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all´ambiente. “Dopo l’olio – ha concluso Quarto – aspettiamo che l’etichettatura obbligatoria sia estesa anche agli altri prodotti alimentari che sono ancora anonimi, dal latte a lunga conservazione a tutti i formaggi, dalla carne di maiale a quella di coniglio ed agnello, dai succhi di frutta alle conserve vegetali”. Secondo l´indagine Coldiretti-swg sulle abitudini degli italiani, la quasi totalità dei cittadini (98 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti. .  
   
   
TRENTO: FONDO RISCHI AZIENDE AGRICOLE, COOPERFIDI ANTICIPERA´ GLI AIUTI COMUNITARI NON EROGATI  
 
Con una delibera dell´assessore alla cooperazione Franco Panizza, la Giunta provinciale ha autorizzato il 3 luglio Cooperfidi ad anticipare, attraverso il proprio Fondo rischi, alle aziende agricole i contributi comunitari non ancora erogati riferiti ai premi agroambientali ed all´indennità compensativa. Le aziende interessate sono quelle sorteggiate per i controlli a campione nel 2007 e per le quali l´Appag (Agenzia provinciale per i pagamenti in agricoltura) non ha ancora potuto regolarizzare i pagamenti per carenze del sistema informativo nazionale. L´anticipazione riguarda, come detto, l´indennità compensativa e i premi agroambientali e comprenderà una quota (70 %) dell´aiuto riferito a 2007 e 2008 per un importo di 600. 000 euro per ognuno dei due anni. Le anticipazioni di credito previste sono 300. L´operazione verrà definita con le banche entro le prossime due settimane. La misura, in ultima analisi, va a sostegno di un settore che rappresenta un presidio importantissimo per il nostro territorio. .  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, BENE VIA LIBERA DECRETO ANTICRISI, ATTESA PER REALIZZAZIONE MISURE  
 
Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale italiana del decreto Mipaaf 9 aprile 2009, a firma dei ministri Zaia, Scajola, Tremonti, che contiene misure, per 30milioni di euro come previsto dal decreto-legge 23 ottobre 2008, n. 162, in favore della pesca marittima “Finalmente si potrà – sottolinea Massimo Coccia, presidente Federcoopesca-confcooperative- dare piena attuazione agli interventi anticrisi, delineati più di un anno fa nel summit di Verona”. C’è attesa, quindi, tra gli operatori per l’emanazione di misure che riguarderanno: sostegno al credito mediante rafforzamento del Fondo di garanzia dei consorzi fidi e strutture finanziarie di settore; contributo forfetario nella misura di 1. 000 euro ad imbarcazione per le spese connesse agli investimenti in materia di sicurezza a bordo di unità da pesca marittima superiori a 15 metri a condizione che venga fornita documentazione comprovante il corretto funzionamento del sistema Vms;rimborso delle spese sostenute a decorrere dal 1 giugno 2008 relative all´acquisizione di strumentazione ed equipaggiamento di bordo per un importo massimo determinato, in base alla classe espressa in Gt. .  
   
   
AGRICOLTURA, CIA: DA SCANZANO “PATTO FINE LEGISLATURA”  
 
Misure di emergenza per “tutelare il reddito degli agricoltori e garantire la stessa sopravvivenza di un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese” saranno illustrate dal Presidente nazionale della Cia-confederazione Italiana Agricoltori, Giuseppe Politici, alla manifestazione promossa per oggi a Scanzano Jonico (ore 9, sala consiliare del Comune). Nella riunione del Consiglio Regionale della Cia, con la presenza di circa 300 dirigenti, dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Vincenzo Viti, del Presidente della Provincia di Matera Franco Stella, saranno dunque affrontate le questioni più generali e quelle regionali strettamente intrecciate tra loro. In particolare la Cia lancerà il Patto di fine legislatura tra organizzazioni professionali agricole e Giunta Regionale . Per il Presidente Politi,“particolarmente grave è il mancato finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale che riguarda da vicino gli agricoltori del Metapontino duramente colpiti da frequenti calamità naturali. In questi ultimi giorni -rileva Politi- continuiamo a registrare gravi danni alle colture a causa del maltempo. Siamo nell’ordine di decine di milioni di euro. Le promesse mancate del governo hanno reso la situazione ancora più preoccupante. Molti agricoltori hanno provveduto a stipulare polizze senza la copertura pubblica e i costi si sono triplicati rispetto allo scorso anno. Molti altri, invece, non si sono assicurati aspettando il rifinanziamento del Fondo che, però non è arrivato. Per questa ragione -aggiunge il presidente della Cia- abbiamo rinnovato la nostra richiesta al governo di intervenire al più presto su una materia assai delicata, quale è quella assicurativa. Lo stesso premier Silvio Berlusconi si era impegnato in prima persona, ma nessuna risposta valida è ancora venuta. Nostro auspicio è che si trovino al più presto le risorse necessarie per finanziare adeguatamente il Fondo senza che vengano sottratti altri finanziamenti già previsti per il settore”. Il presidente della Cia da Scanzano Jonico, “cuore dell’agricoltura meridionale”, lancerà il “manifesto della Cia” in vista del G8. “Anche l’agricoltura deve trovare la giusta attenzione nel prossimo vertice dei ‘grandi’ che si terra a L’aquila. Il drammatico problema della fame, che coinvolge ormai più di un miliardo di persone, le ripetute tensioni che si sono avute nei mercati delle materie prime alimentari e l’esigenza di politiche equilibrate e di nuovi accordi commerciali nell’ambito della Wto – anticipa Politi - impongono impegni certi e soprattutto atti concreti. Attendiamo, quindi, risposte valide. Sono questioni drammatiche che non possono essere ulteriormente eluse”. “Nostro auspicio –dice Politi- è che nei lavori a L’aquila possa trovare piena accoglienza l’accordo scaturito, nell’aprile scorso, dal ‘G-8 agricolo’ di Cison di Valmarino (Treviso), il cui documento conclusivo racchiude anche alcune precise indicazioni venute dal ‘G-14’ degli agricoltori, che si è svolto, sempre in aprile, su iniziativa della Fipa (Federazione internazionale dei produttori agricoli) e della Cia. Prima fra tutte, quella di mettere l’agricoltura al centro delle strategie per battere la fame e contrastare qualsiasi emergenza alimentare”. .  
   
   
MAILLE: I SAPORI AUTENTICI DELLA SENAPE DI DIGIONE  
 
Ritorna anche quest’anno lo specialista della senape di Digione, Maille, che da circa 260 anni porta sulla tavola dei consumatori italiani tutta la qualità e la genuinità di questo ingrediente immancabile delle ricette e dei sapori tipici dell’estate. Si va dalla ricetta tradizionale Dijon Originale per passare poi a quella all’Antica per finire con la Dijonnaise, una senape per ogni occasione, dalle grigliate alle feste in giardino, quel tocco segreto che rende speciale qualsiasi preparazione, anche la più semplice. Le differenti varietà di senape firmate Maille si adattano, infatti, ai gusti più diversi ed esigenti, accontentando ogni palato, da quello più sfizioso al più ricercato. Ecco quindi che la squisitezza e l’aroma equilibrato della senape Dijon Originale è in grado di sedurre i palati che apprezzano il gusto classico per eccellenza della linea Maille. La carne, il pesce, le verdure cotte e crude, le salse e la vinaigrette sono solo alcuni degli abbinamenti perfetti. Questa varietà è ideale spalmata sul fondo della pasta sfoglia per realizzare gustose torte salate oppure per dare quel pizzico di sapore in più ad un panino farcito. Chi ama sperimentare rimanendo legato alla tradizione, non può invece fare a meno della senape all’Antica caratterizzata da un sapore pungente e da semi di senape che mescolati al vino bianco creano una pasta ricca e delicatamente profumata. Si tratta di una ricetta unica che Maille tramanda di generazione in generazione. Ottima degustata con l’insalata di riso. Per finire con un’ottima alternativa alle due senapi proposte precedentemente: da un’originale miscela di maionese e senape nasce la Dijonnaise, dal sapore più delicato e cremoso. Accompagna perfettamente pinzimoni di verdure, uova, carni fredde ma anche pesce ed è una delizia da assaporare abbinata all’insalata di gamberetti e avocado. “Di un’industria fece un’arte”, questo fu uno dei migliori complimenti indirizzati a Maille e ancora attuale ai giorni nostri. Non a caso questo marchio trova le sue origini nel patrimonio gastronomico del Paese rispettandone l’autenticità, l’eccellenza, l’eleganza e la raffinatezza, caratteristiche distintive di un prodotto unico e di qualità. Le senapi di Maille si possono trovare su tutte le catene della grande distribuzione italiana come ad esempio Auchan, Carrefour, Gigante, Unicomm, Esselunga, Ipercoop, Sma, Standa, Billa e tante altre. .  
   
   
DALLA LINEA AMARSI E PIACERSI A MARCHIO DI “IPER, LA GRANDE I” QUATTRO PRODOTTI A BASSO CONTENUTO DI GRASSI PER UNA STAGIONE ALL’INSEGNA DEL GUSTO E DEL BENESSERE.  
 
Amarsi e Piacersi, la linea di prodotti a marchio di “Iper, La grande i”, seleziona per la stagione estiva 4 prodotti particolarmente adatti, per le loro caratteristiche di freschezza e leggerezza, a nutrire con gusto e nel rispetto di un corretto equilibrio alimentare. Il sapore dell’estate e del mare entrano nella dieta quotidiana grazie al Pesce spada, all’Alalunga tonno bianco e al Salmone reale selvaggio, tutti affettati e affumicati. Pescati nelle cristalline acque dell’Oceano Indiano, dove si nutrono in modo naturale, si distinguono per la superiorità qualitativa e la consistenza delle carni dal gusto intenso. Sono pesci poveri di grassi saturi e ricchi di proteine, ferro e fosforo, ottimali per un corretto apporto giornaliero, soprattutto in una stagione che mette a dura prova il corpo. Con il loro contenuto di vitamina B3 favoriscono la produzione di energia, necessaria ad affrontare le intense giornate di vacanza. Inoltre, il Salmone reale selvaggio è ricco dei preziosi acidi grassi Omega – 3, efficaci nel contrastare i problemi cardiovascolari. Come abbinamento ottimale vengono suggerite le Gallette di mais di Amarsi e Piacersi. Ideali per chi desidera una dieta a basso contenuto di grassi: quelli presenti derivano solo dall’olio di mais. La linea Amarsi e Piacersi, studiata in collaborazione con l’Università di Pavia, è composta da oltre 40 proposte per tutte le fasi della giornata, dalla colazione alla cena, per nutrirsi in modo bilanciato e salutare con il giusto apporto di fibre, vitamine, zuccheri e sale, ma senza rinunciare al gusto. I prodotti sono scientificamente raggruppati in quattro “Famiglie Nutrizionali” identificate con gli elementi cui l’uomo ha sempre fatto riferimento per indicare l’ordine naturale delle cose e il suo equilibrio: Acqua, Aria, Terra e Fuoco. .  
   
   
VINO –MANZATO: IL VENETO “INVESTE” SUL SUO VIGNETO, GRAZIE ALLA SUA CAPACITÀ DI SPESA  
 
Soddisfatte il 100 per cento delle richieste di contributo per l’arricchimento e per la distillazione e oltre il 70 per cento di quelle per il miglioramento del vigneto veneto mediante la ristrutturazione e riconversione dei vigneti. E’ questo, in estrema sintesi il positivo risultato ottenuto dal Veneto grazie alla capacità di spesa dimostrata dalla Regione, che ha consentito di soddisfare la gran parte delle esigenze dei produttori, attingendo a risorse non utilizzate da altre regioni. “Sui tratta di interventi previsti dalla nuova Organizzazione Comune di Mercato del vino – ha ricordato il vicepresidente della Giunta Franco Manzato – rispetto ai quali ad inizio della campagna c’era parecchia preoccupazione da parte degli operatori, in un settore economico agricolo strategico che rappresenta per noi un bellissimo biglietto da visita della nostra qualità, della nostra identità, del nostro territorio, da esibire in tutto il mondo. Le risorse iniziali erano infatti piuttosto scarse rispetto a richieste significative del mondo dell’enologia veneta”. “Il costante lavoro dei nostri uffici a Roma – ha aggiunto Manzato – ha consentito mese dopo mese di recuperare finanziamenti per soddisfare tutte le richieste di aiuto agli arricchimenti e alla distillazione alcol uso bocca, mentre abbiamo raddoppiato da 5 a 10 milioni di euro quelle per liquidare gli aiuti alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti. Sono certo – conclude il vicepresidente – che l’impegno della Regione, la disponibilità delle sue strutture amministrative e di quelle di Avepa ci consentirà di utilizzare altre economie, incrementando ulteriormente le disponibilità per la ristrutturazione dei vigneti. E’ una dimostrazione che quando si fa squadra i risultati non mancano”. .  
   
   
FEDERDOC: PRESENTATO A ROMA IL VOLUME CHE RACCONTA LE PRIME TRE DECADI DELL’UNICO ORGANISMO INTERPROFESSIONALE PER LA TUTELA DEI VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE  
 
Era il 9 luglio del 1979. A Bologna nasceva la Federdoc, con un nucleo di 7 consorzi di tutela che partivano con l’entusiasmo e probabilmente le incertezze insite in ogni nuova avventura. 30 anni dopo Federdoc può contare su ben 96 consorzi di tutela che rappresentano circa il 70% della produzione nazionale di Vqprd. 316 Doc, 41 Docg, 120 Igt, per una produzione che nell’ultimo quinquennio si è attestata intorno ai 30 milioni di litri l’anno (ai quali vanno aggiunti, per completezza di informazione, i circa 18 milioni di litri di vino da tavola). Il tutto su una superficie vitata che è superiore a quella dell’intera Olanda e che quindi, anche dal punto di vista paesaggistico e ambientale, rappresenta un elemento di straordinaria rilevanza. Un consumo interno di vini Doc e Docg che spesso supera i 600 milioni di euro annui. Mentre per l’export (anno 2006), sempre riferito ai vini Doc e Docg (con l’aggiunta degli spumanti) si è raggiunta una cifra di circa 1. 700 milioni di euro. Ma il business del vino, nella sua interezza, sfiora i 15 miliardi di euro e garantisce occupazione a oltre 1 milione di persone nel nostro Paese. Numeri impressionanti che testimoniano ancora di più dell’importanza di Federdoc che è l’unico organismo esistente in Italia che raduna tutte le varie componenti del settore: da quelle agricole a quelle industriali, dalle quelle cooperative a quelle commerciali. “Tante componenti – sottolinea il presidente Federdoc Riccardo Ricci Curbastro – che in questi 30 anni hanno affrontato i molteplici problemi connessi alle denominazioni e che hanno lottato per garantirne la tutela e la salvaguardia sia a livello nazionale che internazionale”. Anni duri che hanno visto il mondo del vino italiano piegare le ginocchia di fronte a uno scandalo come quello del metanolo (1986) ma riuscire a riprendersi da quel durissimo colpo proprio grazie ai vini a denominazione di origine che, soprattutto sui mercati esteri, garantirono l’immagine e la serietà del nostro vino. E se oggi le nostre etichette la fanno da padrone nei più importanti ristoranti al mondo (valga per tutti un dato: negli anni Ottanta nei ristoranti statunitensi, fondamentale mercato di riferimento, le carte dei vini vedevano quelli francesi trionfare con il 75% di etichette e noi dividerci il restante 25% con i californiani; attualmente l’85% di queste carte è composta da etichette italiane ed esportiamo in Usa per oltre 1 miliardo di euro l’anno), molto si deve certamente alla qualità e alla varietà dei nostri vini. Ma il controllo di qualità applicato grazie ai disciplinari e reso realmente operativo da realtà come Federdoc ci ha garantito una credibilità che, nonostante qualche spallata interna che ciclicamente si abbatte sull’uscio del Vigneto Italia, ci consente di mantenere una posizione di assoluto prestigio presso praticamente tutti i mercati internazionali. “Molto è stato fatto – puntualizza ancora Ricci Curbastro – ma non bisogna abbassare la guardia. Di recente abbiamo affrontato la battaglia per la difesa del vino Rosato tradizionale contro fenomeni di speculazione/contraffazione che sarebbero stati possibili se si fosse mantenuta la proposta originale di liberalizzazione del taglio tra vini bianchi e rossi. Nè va dimenticato come l’impronta Federdoc sia ben presente nella nuova Ocm vino, con l’affermazione di alcuni principi di assoluto rilievo che riguardano la tutela delle Denominazioni (controlli di conformità ai disciplinari e non solo di tipo salutistico), la protezione del grande patrimonio italiano delle menzioni tradizionali, il ruolo essenziale degli Organismi interprofessionali (Consorzi di Tutela) quali attori della gestione, valorizzazione e promozione delle Denominazioni di Origine. Inoltre stiamo lavorando a una sorta di federazione europea che nascerà in ottobre e che ci vedrà fianco a fianco con la Francia, grazie a una positivissima collaborazione che è stata più volte sottolineata anche da Christian Paly, della Confèdèration Nationale des Producteurs des Vinse t Eaux-de-vie de Vin à Appellations d’Origine Controlèes. Ma della “cordata” faranno parte anche Spagna, Portogallo e altri Paesi produttori, tutti uniti in difesa di un discorso di tipicità e territorialità che era e rimane, insieme alla qualità dei prodotti proposti, uno degli elementi cardine del mondo vitivinicolo italiano”. Del resto l’entrata in vigore della nuova Ocm Vino (Reg Ce n. 479/08) ha rivoluzionato il quadro normativo dei Vqprd europei, adeguandolo al modello Dop e Igp. Dal 1° agosto 2009 i controlli per la verifica del rispetto del disciplinare di produzione potranno essere svolti dalle autorità competenti o da uno o più organismi di controllo. “E qui si apre una nuova fase – conclude Ricci Curbastro – quella di Valoritalia. Una società adibita alla certificazione della qualità e delle produzioni vitivinicole italiane che sarà costituita da due diverse realtà: Csqa e, appunto, Federdoc. Che hanno unito le rispettive esperienze per svolgere nel migliore dei modi questo delicatissimo compito. Federdoc e i Consorzi di tutela sono inoltre impegnati nel riformulare i propri compiti, ponendo l’accento sulle attività di tutela, di promozione e di valorizzazione “erga omnes” che, così come per le Dop, la nuova Ocm Vino conferisce loro. L’obiettivo finale è quello che ha contraddistinto i nostri primi 30 anni e che caratterizzerà il nostro futuro: far diventare sempre più competitivi i nostri vini a denominazione di origine”. .