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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Febbraio 2010
L´EUROPA INDIVIDUA FINANZIAMENTI E POLITICHE INNOVATIVE PER LA RICERCA SUL CANCRO  
 
Bruxelles, 8 febbraio 2010 - In Europa il cancro continua ad uccidere. Questa tremenda malattia non solo distruggere vite umane, ma incide anche in modo pesante sull´economia. In un articolo sulla rivista ecancermedicalscience, gli esperti chiedono ai governi di aumentare gli sforzi per la ricerca - con incentivi diretti e indiretti - e di sviluppare modelli di partenariati pubblico-privati per la ricerca sul cancro. La relazione "The Role of Funding and Policies on Innovation in Cancer Drug Develompment" insiste sull´importanza della promozione di finanziamenti innovativi ai sistemi sanitari e la necessità di un adeguamento normativo. Funzionari e scienziati riconoscono che fattori quali l´ambiente e lo stile di vita, uniti all´invecchiamento della popolazione, influiscono sull´incidenza del cancro in Europa. Gli ultimi dati pubblicati prevedono che entro i prossimi 10 anni saranno 15 milioni le persone con diagnosi tumorale. Pur a fronte di immensi passi avanti nello sviluppo di trattamenti antitumorale, in particolare trattamenti biologici avanzati e tecniche chirurgiche, stiamo comunque ancora muovendo i primi passi nella comprensione della reale complessità dei tumori, sia a livello molecolare che genetico. Gli autori della relazione raccomandano che le politiche nazionali ed europee contro il cancro dovrebbero rimuovere gli ostacoli al raggiungimento di questo obiettivo. "È vero che dal 2004 l´Europa ha aumentato notevolmente i finanziamenti; questi sembrano tuttavia frammentati, con situazioni di veri e propri doppioni e gravi carenze", spiega il professor Panos Kanavos, del dipartimento di Sociologia della London School of Economics and Political Science (Lse), nel Regno Unito, co-autore di questa relazione. "Inoltre, seppur a fronte di azioni a livello nazionale per la promozione di partenariati pubblico-privati per la ricerca sul cancro, abbiamo scoperto che ci si è concentrati pochissimo sulla natura dei partenariati pubblico-privati internazionali per la ricerca sul cancro, un metodo che pensiamo potrebbe migliorare notevolmente la ricerca. Un altro elemento ancora mancante è un approccio legislativo olistico per lo sviluppo delle innovazioni in campo oncologico. Nella loro relazione, gli esperti sottolineano come la ricerca e lo sviluppo (R&s) in oncologia registri uno dei più alti tassi di fallimento per le nuove entità molecolari (Nme) e i più alti costi di sviluppo, anche se nel 2005 è stata registrata una forte accelerazione. Gli esperti si occupano della mappatura degli attuali finanziamenti in ricerca e sviluppo, sia in Europa che negli Stati Uniti, e studiano le strategie di ricerca e sviluppo esistenti, le politiche di innovazione nel settore oncologico e i partenariati pubblico-privati. Il professor Richard Sullivan, dell´Lse, membro della European Cancer Research Managers Foundation e della Kings Health Partners Integrated Cancer Centre dice: "Per creare un ambiente più favorevole allo sviluppo di medicinali avremo bisogno di una migliore sinergia tra incentivi e innovazione, un ruolo sempre più importante per i governi nel settore degli incentivi e anche un ripensamento globale della legislazione in vigore, delle politiche dei prezzi e dei rimborsi". L´unione Europa sostiene con forza la ricerca oncologica e ha concesso un finanziamento fondamentale a vari progetti del sesto e settimo programma quadro (rispettivamente, 6° Pq e 7° Pq) Il lavoro già svolto e quello che si sta ora svolgendo creeranno una maggiore coesione nella ricerca sul cancro in Europa. Per maggiori informazioni, visitare: ecancermedicalscience: http://www. Ecancermedicalscience. Com/ London School of Economics and Political Science: http://www2. Lse. Ac. Uk/home. Aspx .  
   
   
HAITI. ATTESI LUNEDÌ IN LOMBARDIA I PRIMI FERITI DEL TERREMOTO SARANNO CURATI A NIGUARDA, S.GERARDO MONZA E RIUNITI BERGAMO FORMIGONI: INIZIATIVA IN RACCORDO CON MINISTERO E AMBASCIATA  
 
Milano, 8 febbraio 2010 - Sono quattro maggiorenni e quattro minori, tra cui un bambino di sole tre settimane, i primi feriti che, provenienti da Haiti, riceveranno da lunedì cure e assistenza negli ospedali lombardi. Lo ha annunciato oggi il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni. L´aereo che li trasporterà, opportunamente attrezzato e con a bordo un´équipe di medici, infermieri, tecnici dell´Azienda Regionale Emergenza ed Urgenza e un dirigente regionale, arriverà a Malpensa lunedì 8 febbraio alle 14. 30. I feriti, che saranno ricoverati negli ospedali di Niguarda, San Gerardo di Monza e Riuniti di Bergamo, saranno accompagnati da familiari ospitati e seguiti, per l´intera permanenza in Lombardia, dalla Croce Rossa Italiana. A Niguarda sono attesi Annabelle A. , bambina di 10 mesi, abbandonata, con vari traumi; Marie Danielle J. , ragazza di 19 anni, affetta da compressione del midollo spinale in seguito alla frattura della terza vertebra dorsale; e Murat N. , 43enne con ustioni di terzo grado al viso ed agli arti superiori. Il San Gerardo di Monza è pronto ad ospitare Ecole C. , 58 anni, con frattura della colonna lombare; Roberto L. , bambino di tre settimane con meningoencefalite lombo-sacrale. I Riuniti di Bergamo cureranno Reanaud L. , 27 anni, paralizzato agli arti inferiori; Onester M. , bambino di 2 anni, con sospetta massa tumorale alle gambe; Yves C. , bambino di 3 anni, cardiopatico. Per organizzare al meglio il trasferimento dei pazienti, una prima équipe sanitaria, composta da quattro persone, è già partita questa mattina e sarà a Port-au-prince nella giornata di domani. "Immediatamente dopo il terremoto - ha detto il presidente Formigoni - Regione Lombardia si è attivata organizzando diverse missioni per l´invio di personale, farmaci e alimenti ad Haiti, iniziando già dal 17 gennaio con la partenza della prima missione. Durante queste missioni è stata raccolta la richiesta di alcuni ospedali haitiani (Saint Damien e Centre De Santé Foyer Saint Camille) di accogliere in Lombardia alcuni pazienti che necessitano di cure specifiche da parte di strutture sanitarie idonee". "Regione Lombardia - ha continuato il presidente Formigoni - ha lavorato in strettissimo coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri e l´Ambasciata italiana in Santo Domingo (competente per Haiti), con il console di Haiti a Milano, l´ambasciata haitiana a Roma. Il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini ha condiviso l´operazione, la tempistica e le modalità organizzative; l´ambasciatore italiano Enrico Guicciardi si è personalmente recato ieri a Port-au-prince e ha concordato con il Governo di Haiti una speciale autorizzazione per il trasferimento di pazienti e accompagnatori". "Le strutture regionali - ha sottolineato il presidente Formigoni - hanno lavorato ininterrottamente giorno e notte per rendere possibile questa complessa e delicata operazione". Molti dei pazienti erano infatti sprovvisti dei documenti andati persi durante il sisma; sono state pertanto superate le difficoltà ad ottenere i visti e le autorizzazioni necessarie all´espatrio da parte delle autorità haitiane e trovato il mezzo di trasporto aereo adeguato, messo a disposizione da Air Livingston, per atterrare ad Haiti con le necessarie autorizzazioni. Il presidente Formigoni ha aggiunto che la Giunta regionale ha stanziato altri 100. 000 euro per il programma di emergenza alimentare che verrà realizzato attraverso l´Ong degli Scalabriniani che a Port-au-prince gestiscono una struttura assistenziale e caritativa. Salgono così a 300. 000 mila i contributi assegnati da Regione Lombardia alle Ong operative ad Haiti: in precedenza 100. 000 euro erano stati infatti assegnati a Fondazione Rava ed altrettanti ad Avsi. Per l´emergenza Haiti Regione Lombardia ha già coordinato l´invio di 6 tonnellate di farmaci e di oltre 17 tonnellate di derrate alimentari, di tende di ricovero per le persone colpite dal sisma, e ha messo a disposizione 100 telefoni satellitari per le organizzazioni umanitarie che operano sul posto. .  
   
   
RICERCATORI SCOPRONO NESSO TRA DNA E OBESITÀ  
 
Bruxelles, 8 febbraio 2010 - In circa 7 persone su 100 affette da obesità è stata evidenziata la mancanza di una sezione di Dna (acido deossiribonucleico) contenente 30 geni: questi i risultati di un progetto finanziato dall´Unione europea pubblicati sulla rivista Nature. Gli autori dello studio, provenienti dall´Imperial College London (Icl) nel Regno Unito e da altri dieci centri di ricerca europei, suppongono che la mancanza di questa porzione di Dna possa avere degli effetti significativi sul peso dei soggetti interessati. Gli studi condotti in passato avevano già evidenziato diverse variazioni a livello genetico, nella maggior parte dei casi mutazioni singole nel Dna in grado di modificare la funzione di un gene, ma è la prima volta che una ricerca dimostra che l´obesità potrebbe essere determinata da una rara variazione genetica. Non si conosce ancora il ruolo svolto dalla porzione di Dna mancante, ma gli studi effettuati in precedenza suggeriscono che potrebbe essere associato al ritardo nello sviluppo, alla schizofrenia e all´autismo. L´unione europea ha finanziato la ricerca mediante il progetto Engage ("European network for genetic and genomic epidemiology"), supportato nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq), l´iniziativa Bbmri ("Biobanking and Biomolecular Resources Research Infrastructure"), finanziata in riferimento alla linea di bilancio per le infrastrutture di ricerca del 7° Pq, il progetto Ecogene ("Unlocking the European Union convergence region potential in genetics"), sostenuto nel quadro del tema "Regioni della conoscenza" del 7° Pq e il progetto Euro Blcs ("Biological, clinical and genetic markers of future risk of cardiovascular disease"), finanziato mediante il programma "Qualità della vita e gestione delle risorse viventi" del Quinto programma quadro (5° Pq). Solo nel Regno Unito si contano circa 700. 000 persone affette da obesità, una condizione indicata da un indice di massa corporea superiore a 30 (in caso di peso normale questo valore oscilla tra 18,5 e 25). I ricercatori ritengono che 1 soggetto su 20 di questo gruppo presenti problemi ponderali legati a variazioni genetiche che comprendono sia mutazioni di geni che l´assenza di porzioni di Dna. I ricercatori postulano che possano esserci altre "cancellazioni" o mutazioni genetiche che aumentano il fattore di rischio obesità in alcuni soggetti. L´obiettivo è utilizzare questa ricerca per mettere a punto test che consentano di individuare la modalità migliore per curare persone affette da obesità che presentano mutazioni del Dna o porzioni mancanti dello stesso. Commentando le scoperte, il professor Philippe Froguel, dell´Icl, ha detto: "Sebbene il recente aumento dei casi di obesità nei paesi industrializzati sia riconducibile a un ambiente malsano caratterizzato dal consumo di cibo poco salutare e da uno scarso esercizio fisico, la modalità con cui le persone rispondono a questo stimolo ambientale ha spesso un´impronta genetica. "È sempre più palese che nelle persone affette da obesità l´aumento ponderale sia dovuto a una causa genetica soggiacente. Identificare questi individui mediante l´effettuazione di test genetici, ci consentirà di offrire loro un sostegno adeguato e di intervenire in modo ottimale dal punto di vista clinico, ad esempio mediante la chirurgia bariatrica, in modo tale da migliorare il loro stato di salute sul lungo termine. Per prima cosa i ricercatori hanno identificato i geni mancanti o soggetti a mutazione in adolescenti e adulti che presentavano difficoltà di apprendimento o un ritardo nello sviluppo. Grazie a quest´analisi hanno identificato 31 individui in cui mancava un gene pressoché identico in una copia del loro Dna. Tutti questi individui avevano un indice di massa corporea superiore a 30. Gli scienziati hanno poi analizzato i genomi di più di 16. 000 persone, tra le quali vi erano soggetti obesi e di peso normale, e hanno scoperto che 19 individui affetti da obesità presentavano la stessa "cancellazione" genetica, caratteristica non riscontrata invece nel gruppo costituito dalle persone di peso normale. I ricercatori auspicano che i risultati dello studio possano essere utilizzati per identificare gli effetti genetici su altre patologie, quali, ad esempio, il diabete di tipo 2. Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www. Nature. Com/nature Imperial College London: http://www. Imperial. Ac. Uk . .  
   
   
SCIENZIATI AFFRONTANO E TRACCIANO LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI  
 
Bruxelles, 8 febbraio 2010 - Un team internazionale di scienziati ha sviluppato un sistema innovativo per tracciare la trasmissione dello Staphylococcus aureus meticillino-resistente (Mrsa) all´interno di un unico ospedale. Le scoperte, pubblicate nella rivista Science, dimostrano come questo metodo singolare è in grado di "focalizzare" - partendo da eventi di trasmissione intercontinentale di larga scala - su un livello molto dettagliato di infezione di Mrsa da soggetto a soggetto in un unico ospedale. Potranno trarre vantaggio dai risultati di questo studio tutti quei ricercatori che indagano sulla capacità dei patogeni di diffondersi rapidamente. Eventualmente potranno anche contribuire alla creazione e implementazione di nuove strategie per il controllo delle infezioni, sia da Mrsa che da altri patogeni. Tramite l´uso di tecnologie di sequenziamento del Dna (acido desossiribonucleico) ad alte prestazioni, i ricercatori sono riusciti a confrontare gli isolati di Mrsa di pazienti individuali, per mostrare il loro rapporto genetico. Il team ha rapidamente individuato cambiamenti di una singola lettera nel codice genetico, nonché differenze tra gli isolati Mrsa collegati. "Abbiamo osservato due diverse raccolte di campioni", ha detto il co-autore principale, il dottor Simon Harris del Wellcome Trust Sanger Institute nel Regno Unito. "Disponiamo di 42 campioni prelevati in tutto il mondo da persone che erano state infettate dal Mrsa tra il 1982 e il 2003. La seconda raccolta, proveniente da un ospedale della Tailandia nordorientale, è composta da 20 campioni da pazienti che hanno sviluppato l´infezione da Mrsa nell´arco di 7 mesi, tutti probabilmente legati dalla trasmissione da soggetto a soggetto. "Volevamo testare se il nostro metodo riusciva a focalizzare e defocalizzare, permettendoci di tracciare l´infezione su scala mondiale, da continente a continente, ma anche su scala ridotta, da individuo a individuo". Sono stati sequenziati genomi interi di ogni campione, con l´uso di una tecnologia di sequenziamento del Dna di nuova generazione, dicono i ricercatori. L´uso di tale tecnologia ha permesso al team di scoprire i minuscoli cambiamenti genetici di singole lettere nei campioni dell´ospedale tailandese. Basandosi sui dati raccolti, i ricercatori hanno scoperto che le infezioni non erano mai provocate da due batteri completamente identici. Il team ha diviso i campioni dell´ospedale tailandese in due gruppi secondo queste sottili differenze genetiche. I ricercatori hanno scoperto che 5 dei 13 batteri in uno dei due gruppi erano molto simili tra loro, diversificandosi in soltanto 14 cambiamenti di singole lettere. "Questo gruppo di cinque ceppi di Mrsa correlati causavano infezioni in pazienti resistenti ricoverati nelle unità di terapia intensiva dell´ospedale, ed erano tutti stati isolati a distanza di qualche settimana l´uno dall´altro", ha detto il co-autore principale, il dottor Ed Feil del dipartimento di biologia e biochimica presso l´Università di Bath, nel Regno Unito. "Al contrario, i batteri dei pazienti ricoverati in altri reparti dell´ospedale presentavano meno similarità", ha aggiunto. "Questo ha avvalorato la nostra teoria - basata sul confronto delle sequenze - che fossero stati introdotti due diversi gruppi di isolati nell´ospedale, sparatamente". Basandosi sul loro lavoro, i ricercatori sono riusciti a determinare con esattezza il tasso con cui mutavano di solito le sequenze di Dna. Questa scoperta offre ai ricercatori una maggiore comprensione del tasso di evoluzione in vitro. Secondo il team, il ceppo Mrsa da loro studiato presentava un cambiamento di singola lettera ogni sei settimane. I ricercatori hanno analizzato campioni provenienti da ospedali del Nord e Sud America, Asia, Ausatralia ed Europa. Il confronto di interi genomi è il fattore che rende questo metodo efficace, hanno detto. "Questo nuovo metodo ci ha permesso di chiarire alcuni aspetti dei processi fondamentali dell´evoluzione del S. Aurus, uno dei più importanti patogeni batterici dell´ambiente sanitario", ha detto la co-autrice, dottoressa Sharon Peacock del dipartimento di medicina dell´Università di Cambridge e della facoltà di medicina tropicale dell´Università Mahidol a Bangkok, in Tailandia. "Le implicazioni per la sanità pubblica sono evidenti: questa tecnologia possiede le potenzialità per tracciare i percorsi di trasmissione del Mrsa in maniera più precisa, affinché possano essere individuati gli interventi e i trattamenti più adeguati alle necessità". Hanno partecipato allo studio in questione ricercatori da Portogallo, Tailandia, Regno Unito e Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Science: http://www. Sciencemag. Org/ Wellcome Trust Sanger Institute: http://www. Sanger. Ac. Uk/ .  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO: TEMPESTIVA DECISIONE SU TETTO SPESA A PRIVATI E NUCLEI DI CONTROLLO SU RISPETTO DELLE REGOLE  
 
 Pescara, 8 febbraio 2010 - Il Commissario Chiodi, l´assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni e i subcommissari Baraldi e Rossini hanno predisposto per le strutture ospedaliere private il tetto di prestazioni necessarie per soddisfare i fabbisogni di salute 2010 dei residenti in regione, complementari ai budget delle Asl. Il tetto complessivamente fissato, attribuito alla varie branche assistenziali a seguito di un processo qualificazione delle prestazioni, è pari a circa 199 milioni di euro. Restano invece ancora da definire i tetti di spesa annuali per le prestazioni di specialistica ambulatoriale (per queste ultime è stato stabilito un tetto di spesa provvisorio per il primo semestre) e per la psico-riabilitazione che verranno quantificati nei prossimi giorni. "E´ la prima volta in assoluto ? ha sottolineato il Commissario Chiodi - che viene soddisfatta con tempestività la legittima richiesta degli imprenditori sanitari privati di vedersi definire il tetto di spesa entro il quale debbono e possono operare durante l´anno. Negli anni precedenti, invece, il tetto di spesa veniva indicato addirittura ad ottobre precludendo, di fatto, ogni possibilità di corretta gestione delle risorse". Il tetto di spesa è stato costruito, nel rispetto dei vincoli imposti dal Ministero dell´Economia, sulla base dei fabbisogni di ricovero e sull´appropriatezza e la qualità delle prestazioni. Obiettivi che tutte le Regioni devono perseguire per fare in modo che le risorse vengano spese per attività necessarie. Il Commissario Chiodi ha, inoltre, espresso "la volontà della Regione di aprire un capitolo nuovo nella programmazione sanitaria a cui devono concorrere sia le strutture pubbliche che quelle private. Un rapporto improntato certamente alla fiducia ma caratterizzato anche da regole garantite da rapporti corretti". Da qui l´esigenza di istituire Nuclei di Controllo regionali che avranno il compito di verificare il rispetto delle regole e premiare le strutture più virtuose. "Questo approccio - ha proseguito il Commissario Chiodi - è l´unico possibile per fondare un sistema sanitario non solo efficiente ma anche equo". Il Commissario Chiodi si dice, al tempo stesso, "convinto che gli imprenditori di questo delicato comparto abbiano compreso appieno lo sforzo e l´impegno della Regione nel voler chiudere una pagina nera per la sanità dell´Abruzzo". Inoltre, ieri sono stati consegnati i tetti di spesa a tutti gli altri erogatori privati: Residenze sanitarie e strutture di riabilitazione ex articolo 26 che contribuiscono attivamente a fornire risposte assistenziali ai cittadini abruzzesi. "Anche a loro ? ha sottolineato il Commissario - è stata ribadita la ferma volontà di stabilire un tetto certo di prestazioni e di spesa per il 2010 nel rispetto dei fabbisogni, dell´appropriatezza e delle regole che le leggi ci impongono. L´obiettivo da condividere tutti insieme - ha concluso ? è, infatti, quello di riprogettare il sistema sanitario secondo criteri di razionalità e qualità che permettano di far tornare gradualmente la situazione alla normalità. .  
   
   
NUOVO OSPEDALE LEGNANO,PORTE APERTE NEL WEEKEND VISITA DI FORMIGONI PER LA FINE DEI LAVORI DI COSTRUZIONE  
 
Milano, 8 febbraio 2010 - Un nuovo ospedale con 550 posti letto, realizzato in un´area fuori dal nucleo abitato che sarà caratterizzata dalla massiccia presenza di verde, dotato di tutte le più moderne tecnologie ma anche accogliente e confortevole, in grado di dialogare con la città, di cui rappresenta un nuovo elemento di forza. Sono queste alcune delle principali caratteristiche del nuovo ospedale di Legnano, visitato il 4 febbraio dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in occasione della conclusione dei lavori di costruzione. Sabato e domenica la struttura sarà aperta per le visite dei cittadini. "Questo è un gran giorno - ha detto Formigoni - che abbiamo voluto perché tutti si potessero rendere conto di come questa opera parli dell´eccellenza della sanità lombarda e del livello sempre più alto di qualità che vogliamo raggiungere". "Questo è un ospedale - ha proseguito Formigoni - realizzato in meno di quattro anni, cioè un terzo del tempo medio che occorre in Italia per opere di questo genere. Abbiamo fatto non solo in tempi veloci ma soprattutto bene". Quanto al vecchio ospedale il presidente ha confermato che "verranno mantenute nell´area importanti funzioni sanitarie e assistenziali a completamento dell´offerta di cura e servizi offerti da questa nuova struttura". Organizzazione - Le attività saranno organizzate secondo il nuovo modello dell´intensità di cura e non più sulle funzioni specialistiche. In questo senso sarà centrato sulla persona e sulle sue esigenze. "Questa - ha detto il presidente - è la vera rivoluzione. Non sarà più il paziente a dover girare da un reparto all´altro per essere curato ma sarà in qualche modo l´ospedale a ruotare attorno alla persona e alle sue esigenze". Tecnologie E Impianti - L´ospedale dispone di tutte le più moderne tecnologie mediche. Tra queste: sala "ibrida" dotata di un angiografo digitale, Pet-tac di ultimissima generazione, nuova U. O. Di radioterapia, introduzione nella sala operatoria di Neurochirurgia della Risonanza Magnetica e della Tomografia Computerizzata. Gli impianti sono caratterizzati da grande attenzione all´ambiente. Il nuovo ospedale sarà infatti alimentato da una moderna rete di teleriscaldamento e cogenerazione. Le Strutture - La costruzione (75. 000 mq di superficie complessiva) è formata da edifici bassi, da corti e piazze che ricalcano il modello della cascina lombarda. Diverse zone saranno riservate anche ai servizi pubblici. La struttura è modulare e, come tale, in grado di garantire grande flessibilità. Le diverse attività sono dislocate su cinque livelli. - Livello 0: magazzino, farmacia, laboratori, servizio dialisi, riabilitazione, radioterapia, morgue, studi medici, uffici amministrativi, cucina, mensa, lavanderia e le centrali tecnologiche, ecc. - Livello 1: ingresso, accettazione, centro prelievi e trasfusionale, bar, luogo di culto, area commerciale, ambulatori, pre-ricovero, day-hospital medico e oncologico, Deu, diagnostica per immagini, medicina nucleare e medicina d´urgenza; - Livello 2: blocchi operatori, servizio di emodinamica, servizio di endoscopia, blocco parto, degenze day-surgery, degenze, terapia intensiva e rianimazione, Utic e Ucc, sub-intensiva, degenze ostetriche, pediatria, chirurgia; - Livello 3: degenze e volumi tecnici; - Livello 4: degenze e volumi tecnici. Questi i principali numeri: - 550 posti letto - 19 sale operatorie + 1 in sala parto - 20 postazioni di terapia Intensiva - 7 postazioni di terapia intensiva coronarica - 50 ambulatori - 1. 920 posti auto Visite - Sabato 6 e domenica 7 febbraio, dalle 10. 00 alle 17. 00, il nuovo ospedale di Legnano è stato aperto per le viste dei cittadini, che hanno avuto anche l´occasione di incontrare tecnici e operatori sanitari i quali hanno dato informazioni sulla nuova struttura e sul modello organizzativo che ne regolerà l´attività. .  
   
   
EDILIZIA SANITARIA IN EMILIA ROMAGNA: SÌ DA ASSEMBLEA A NUOVO PROGRAMMA DI INVESTIMENTI METTERE IL SISTEMA IN CONDIZIONE DI CONTINUARE NELLA VASTA AZIONE DI INNOVAZIONE STRUTTURALE E TECNOLOGICA.  
 
Bologna, 8 febbraio 2010 - “L’efficienza complessiva del Servizio sanitario regionale, dalle Conferenze territoriali sociali e sanitarie alle direzioni aziendali ha consentito di definire in brevissimo tempo il nuovo programma di investimenti in attuazione della Iv fase dell’articolo 20”. Così è intervenuto l’assessore regionale alle politiche per la salute Giovanni Bissoni a margine dei lavori dell’Assemblea legislativa che ha dato il via libera al programma straordinario di investimenti in sanità, proposto dalla Giunta regionale, che prevede risorse per 218 milioni di euro. “Con l’approvazione dell’Assemblea legislativa – ha continuato Bissoni - mettiamo il sistema in condizione di continuare nella vasta azione di innovazione strutturale e tecnologica. Tre le linee principali di intervento: rete ospedaliera, alte tecnologie, strutture territoriali – come Nuclei di cure primarie, Case della salute - a sostegno della riorganizzazione delle cure primarie per migliorare e semplificare l’accesso ai servizi”. “L’approvazione del programma - ha aggiunto l’assessore - pone altresì l’Emilia-romagna in condizione di accedere con priorità al miliardo premiale di finanziamento nazionale a favore delle Regioni che hanno già concluso la programmazione precedente”. Le risorse a disposizione del programma, 218,139 milioni di euro (di cui 207,232 da fondi statali e 10,906 da fondi regionali), sono così suddivise tra le Province: Piacenza 12,786 milioni; Parma 24,074 milioni; Reggio Emilia 26,371 milioni; Modena 33,490 milioni; Bologna 54,026 milioni; Ferrara 19,225 milioni; Ravenna 17,229 milioni; Forlì-cesena 17,392 milioni; Rimini 13,544 milioni. Il programma è in attuazione di accordi tra lo Stato e la Regione Emilia-romagna, e rappresenta la Iv fase, Ii stralcio, del programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico (articolo 20 legge finanziaria 67/88), rifinanziato nel corso degli anni. .  
   
   
DISABILI IN BASILICATA, GRUMENTO NOVA: “VERSO LA LUCE” PRESENTA “JOULE”  
 
Potenza, 8 febbraio 2010 - L’associazione di volontariato per disabili “Verso la Luce”di Grumento Nova ha acquistato “Joule Fce” prodotto dalla Valpar International Corporation (Usa). “Joule” – spiega la coordinatrice di “Verso la Luce” Anna D’andretta - è l’unico strumento mondiale che consente di effettuare molti test per la valutazione delle capacità lavorative di ciascuna persona con disabilità, indipendentemente dalla tipologia, dalla gravità e dal momento di insorgenza. Joule è finalizzato, dunque, all’inserimento lavorativo delle persone disabili e/o al reinserimento di chi ha subito traumi. E’ il primo strumento che arriva in Italia, - sottolinea D’andretta - perciò l’Associazione ha organizzato un tavola rotonda per presentarlo ad istituzioni pubbliche, private e ai cittadini interessati in coincidenza della formazione per gli operatori che sarà effettuata dalla dottoressa Mary Ruprecht della Valpar”. L’appuntamento è per il 15 febbraio nel Salone Castello San Severino di Grumento Nova alle 17:00. Saranno presenti rappresentanti istituzionali, esperti rappresentativi ( Centro Studi Opera Don Calabria) dell’inserimento lavorativo delle persone disabili e la dottoressa Mary Ruprecht . L’associazione “Verso la Luce” intende inoltre evidenziare che l’acquisto di “Joule” è stato finanziato attraverso un progetto della Tavola Valdese Opm 2009. .  
   
   
SALUTE FVG: ORTOPEDICI IN RETE  
 
Udine, 8 febbraio 2010 - "Attendo al termine di questo convegno, momento di celebrazione della grande tradizione dell´ortopedia in Friuli Venezia Giulia ma anche sede di proposta per il futuro, un documento nel quale voi professionisti mi indicherete il migliore percorso per coordinare meglio questo settore della nostra sanità che è oggi ad un buon livello anche grazie alle scelte coraggiose e lungimiranti fatte al momento opportuno nel passato". L´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic, nel suo intervento introduttivo il 5 febbraio al convegno "Sessanta anni di ortopedia in Friuli Venezia Giulia: storia, attualità e prospettive", ribadisce le linee e i principi che animano il nuovo Piano socio sanitario, "approvato dal ministero ma ancora aperto ai contributi e alle integrazioni che siano - precisa Kosic - coerenti con il superamento delle disomogeneità presenti in Friuli Venezia Giulia". Molti dei 250 addetti ai lavori riuniti nell´auditorium della Regione ad Udine per il convegno organizzato da Franco Gherlinzoni, direttore della struttura complessa di Ortopedia e Traumatologia dell´Ospedale di Gorizia, assieme ad Araldo Causero, direttore della clinica di Ortopedia e Traumatologia dell´Azienda ospedaliero-universitaria di Udine, in collaborazione con l´Associazione "Paola onlus" per i Tumori muscolo-scheletrici, convengono su questa linea. "La specializzazione è il percorso a cui dobbiamo guardare e in questo campo ci sono esempi di estrema avanguardia", afferma Kosic, ricordando alcune eccellenze: "ciò a cui dobbiamo mirare è un Tavolo di coordinamento che permetta di offrire l´assistenza integrata ai pazienti soprattutto nei settori degli interventi elettivi e nella traumatologia, coinvolgendo anche l´emergenza, un tema a cui il Piano socio-sanitario dedica un capitolo specifico". Basta, dunque, con la visione di un grande ospedale autarchico e avanti con un sistema di rete. Un sistema nel quale possano essere gli stessi medici e professionisti a muoversi per raggiungere i pazienti nei vari centri. "Non possiamo pensare più in una regione di un milione e 200 mila abitanti di suddividere le risorse su base geografica: occorre pensare con una visione regionale", ha ribadito Kosic, precisando anche che "dove esistono eccezioni alla regola, che richiedono una maggiore attenzione, l´Amministrazione regionale sa di doverne tenere conto". Lo stesso direttore dell´Azienda ospedaliero-universitaria di Udine, Giorgio Favaretti, che ha aperto i lavori assieme alla presidente dell´Ordine dei medici di Gorizia, Roberta Chersevani e la vicepresidente di Udine, Antonella Bulfone, concorda sul fatto che occorra giungere ad una rete di servizi collegati e auspica "che la Regione ne enfatizzi il ruolo". Kosic nel suo intervento non dimentica il ruolo fondamentale delle associazioni come "Paola onlus", nata per diffondere un modello di qualità nell´assistenza ai malati di tumori muscolo-scheletrici. Si tratta di patologie rare, fortemente invalidanti, che colpiscono un centinaio di persone in regione, ma che proprio per questo richiedono cura integrata e una rete di professionisti ad hoc. In Italia e forse anche in Europa, gli obiettivi di questa onlus sono all´avanguardia e fanno scuola per come sono riusciti ad attivare un´integrazione fruttuosa tra operatori per la cura di patologie rare. "Un patrimonio di sinergie che chiediamo non venga disperso - commenta la presidente, Ornella Gonzato - ma che sia da modello per raggiungere l´efficienza e l´efficacia delle cure per il maggior numero di persone". .  
   
   
TOSCANI PIÙ LONGEVI, IN SALUTE E SODDISFATTI DEI SERVIZI I RISULTATI DELL´INDAGINE DEL MES SUL GRADIMENTO DEI CITTADINI. 60.000 INTERVISTE  
 
Firenze, 8 febbraio 2010 - I toscani stanno bene e vivono sempre più a lungo. Diminuisce la mortalità generale, quasi dimezzata rispetto agli anni ´70. E cala la mortalità infantile, oggi in Toscana ai livelli più bassi europei e mondiali: il tasso di natimortalità (cioè il numero dei nati morti rispetto ai nati vivi) è in Toscana del 2,7 per mille, rispetto al 3-4 per mille dell´Europa e al 7 per mille degli Stati Uniti. Si allunga la speranza di vita: un bambino che nasce oggi in Toscana ha una speranza di vita che supera i 78 anni se maschio e gli 84 anni se femmina, con un "guadagno" di ben 3 anni solo negli ultimi 10 anni. Merito, senza dubbio, del convergere di tanti fattori - ambiente, condizioni socio-economiche, coesione sociale, ecc. -, ma anche risultato di un sistema sanitario del quale i cittadini toscani si dicono nel complesso soddisfatti. Tutti i numeri e le informazioni sullo stato di salute dei toscani e sul profilo dei servizi sanitari sono contenuti nei due volumi della Relazione sanitaria regionale 2006-2008, realizzata a cura dell´Ars, l´Agenzia sanitaria regionale. La relazione è stata presentata stamani dall´assessore al diritto alla salute Enrico Rossi, assieme a Vinicio Biagi, direttore della direzione generale Diritto alla salute e politiche di solidarietà della Regione Toscana, a Valtere Giovannini, responsabile area di coordinamento sanità della Regione, e a Sabina Nuti, direttore del Mes, il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant´anna di Pisa. Il livello di gradimento dei servizi da parte dei cittadini emerge invece dalle indagini realizzate dal Mes: negli ultimi tre anni (2007-2009), quasi 60. 000 interviste attraverso le quali i cittadini toscani valutano la qualità dei servizi sanitari: pronto soccorso, assistenza ospedaliera, pediatra e medico di base, visite specialistiche, assistenza domiciliare. «Un dato colpisce subito - dice l´assessore Rossi - Per ogni fine settimana, i toscani guadagnano un fine settimana di vita in più. A questi risultati contribuiscono senz´altro tanti fattori. Ma un merito ce l´ha anche il sistema sanitario regionale. Per quanto riguarda i grandi killer (tumori, malattie cardiovascolari), per esempio, siamo in grado di evitare la morte più che in altre regioni. Certo, ci sono ancora situazioni di criticità, sulle quali vogliamo intervenire per ridurre il numero di cittadini insoddisfatti. Si può fare ancora meglio, e lavoreremo ancora per questo». In Toscana si vive più a lungo e in salute. La popolazione toscana invecchia sempre di più: oggi si contano 190 anziani ultra65enni per ogni 100 giovani con meno di 15 anni. Siamo ai vertici mondiali per indice di vecchiaia. E diminuisce costantemente la mortalità pre matura, quella che avviene cioè prima dei 65 anni. «Un buon sistema sanitario - dice Valtere Giovannini - può riuscire ad evitare le morti premature. Noi su quelle morti ci siamo interrogati e abbiamo cercato di dare un contributo a ridurre la mortalità evitabile». Come? »Intervenendo sui grandi killer, le grandi cause di morte, come le malattie oncologiche, l´infarto, le malattie cardiovascolari. I tassi di mortalità per malattie ischemiche cardiache, per esempio, sono, sia nei maschi che nelle femmine, inferiori del 10% rispetto ai valori medi nazionali». La medicina di iniziativa. Si chiama così quella medicina che non cura le malattie, ma bensì le previene: lavora per evitarle. Per esempio, con gli screening. «In Toscana si vive di più - chiarisce Giovannini - perché il nostro sistema sanitario si è confrontato con la medicina di iniziativa. Per quanto riguarda gli screening oncologi ci, abbiamo risultati molto lusinghieri. Per lo screening del tumore alla mammella siamo i primi in assoluto a livello nazionale. Ma anche per il tumore del colon-retto i dati di sopravvivenza dei pazienti toscani sono sopra la media italiana e fra i migliori in Europa». Meno cure, meno ospedali, meno farmaci. Dunque vita più lunga, e salute migliore. Quindi più cure, più ospedali, più farmaci? «No - risponde Giovannini - Diamo salute e anni di vita alla nostra popolazione, ma per avere questo risultato non abbiamo neppure sprecato risorse, perseguendo invece gli obiettivi dell´appropriatezza e dell´economicità. Abbiamo un minor tasso di ospedalizzazione, e anche l´indice di fuga verso altre regioni è tra i più bassi, pur essendo contornati da regioni con servizi sanitari molto efficienti». Discorso analogo per la farmaceutica: pur in assenza di ticket (elemento ritenuto strategico per contenere i consu mi) per ogni cittadino si sono spesi a carico del servizio sanitario toscano, nell´anno 2008, circa 24 euro in meno rispetto alla media nazionale. Nel 2008 in Toscana sono state erogate 828 ´dosi´ di farmaco al giorno ogni 1. 000 abitanti, contro una media nazionale di 924 ´dosi´. Dicono di noi. A parlare sono i numeri, sottolinea Giovannini: «I risultati che abbiamo portato non li abbiamo tirati fuori dal cappello. Le fonti sono l´Istat, il ministero della salute, le ricerche epidemiologiche, i grandi studi europei e internazionali. E´ con quei dati che noi ci confrontiamo, e sono quelli che parlano per noi». La valutazione dei cittadini. Il laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant´anna di Pisa svolge indagini sul livello di gradimento dei servizi sanitari toscani da parte dei cittadini. «I piani sanitari regionali, così come gli statuti aziendali - dice Sabina Nuti, direttore del Mes - definiscono la centralità del paziente nel processo di erogazione del servizio come una priorità fondamentale per garantire al cittadino un servizio capace di rispondere ai suoi bisogni«. Nel 2007 il Mes ha realizzato 14. 779 interviste, 15. 365 nel 2008 e 28. 303 nel 2009. Ecco i risultati 2009 (15. 474 interviste a pazienti ospedalieri, 6. 097 a pazienti del pronto soccorso e 6. 732 a cittadini utenti che accedono ai servizi di medicina territoriale: medici di famiglia, pediatri, specialistica, diagnostica). Dalle interviste ai pazienti del pronto soccorso emerge che è migliorata la qualità dell´accoglienza nei pronto soccorso toscani: la percentuale di utenti molto o totalmente soddisfatti del comfort della sala di attesa è passata dal 56% del 2007 al 64% del 2008, al 70% del 2009. Risultati positivi anche per cortesia (tra l´85 e l´87%) e professionalità (tra 87 e 88%) del personale medico e infermieristico. Da migliorare la gestione del dolore, con un 30% di p azienti che si dichiarano insoddisfatti. I ricoveri ospedalieri: l´89,3% degli intervistati valuta ottima o buona l´assistenza ricevuta durante il ricovero. Ottima o buona la percezione (89,6%) del modo in cui hanno lavorato insieme medici e infermieri. L´88,6% ritengono di aver ricevuto informazioni adeguate riguardo alle cure a cui venivano sottoposti, e risposte chiare da medici (91,3%) e infermieri (88,9%). Da migliorare la comunicazione sul dopo-dimissioni: nel 10,4% dei casi non è stato spiegato cosa tenere sotto controllo una volta a casa. Per quanto riguarda la medicina territoriale, 86 cittadini su 100 sono soddisfatti dell´assistenza ricevuta. L´83,25% dei cittadini nutrono piena fiducia nel proprio medico di famiglia, che nel 93% dei casi accetta di fare le visite a domicilio che gli vengono richieste. L´84% dei genitori sono soddisfatti del pediatra scelto per i propri figli; 96 volte su 100 hanno ricevuto una risposta entro le 24 ore. Da migliorare le visite domiciliari, che avvengono solo nel 55% dei casi in cui i genitori ne fanno richiesta. E´ del 72,69% la soddisfazione complessiva per l´assistenza specialistica sul territorio, e del 73,61% la soddisfazione per la diagnostica: 80 volte su 100 il personale spiega cosa verrà fatto durante l´esame e risponde in modo chiaro alle domande dei pazienti nell´88% dei casi. .  
   
   
LEUCEMIA ALLA CORRIDONI DI MILANO A BREVE IL RAPPORTO SULLE PRIME RILEVAZIONI  
 
Milano, 8 febbraio 2010 - Si è riunito il 5 febbraio il Gruppo di Lavoro che deve far luce sui casi di leucemia alla scuola Corridoni. Nel corso dell’incontro, a cui hanno partecipato rappresentanti di Comune, Regione, Asl, Arpa, esperti medici e genitori degli alunni dell’istituto, sono stati esposti i risultati delle prime rilevazioni effettuate da Arpa in alcuni ambienti scolastici nei plessi Cuoco-sassi e Morosini. “Sono soddisfatto – ha detto l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - per l’attività che sta svolgendo il Gruppo di Lavoro sui casi concomitanti di leucemia verificatisi di recente a Milano. E’ in corso la predisposizione di un primo rapporto sulle rilevazioni fin qui svolte. Sono convinto che sia necessario e doveroso rassicurare tutti, per quanto di nostra competenza, e in particolare i genitori dei bambini che frequentano le nostre scuole”. I tecnici hanno rilevato i valori di campo elettromagnetico a radiofrequenza (Rf), campo di induzione magnetica a bassissima frequenza (Elf), intensità di dose gamma nonché la concentrazione nell’aria di benzene e formaldeide all’interno dei locali. I valori ottenuti sono tra loro confrontabili, non si discostano da quelli rilevati in ambienti utilizzati come riferimento “di fondo” e rispecchiano quelli normalmente presenti in ambienti con destinazione analoga. Anche per gli alimenti distribuiti dalla refezione scolastica e per l’acqua potabile i risultati dei controlli di routine condotti dalla Asl rientrano nei parametri normalmente osservati. “E’ stata comunque programmata una estesa campagna di rilevamento – ha aggiunto Landi -, di prossimo inizio, sia nelle scuole che nelle abitazioni dei soggetti che hanno contratto le patologie, finalizzata ad aumentare la rappresentatività e la significatività delle rilevazioni, anche attraverso la valutazione di ulteriori fattori fisici e chimici. Ulteriori accertamenti ambientali saranno descritti nel protocollo di indagine che il Gruppo di Lavoro sta attualmente predisponendo”. .  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZA. CON BILANCIO REGIONALE VENETO, AUMENTO +2,5% AL VALORE DI IMPEGNATIVE DI RESIDENZIALITA’. ALLE CASE DI RIPOSO: NON AUMENTATE RETTE A FAMIGLIE”  
 
Venezia, 8 febbraio 2010 - Gli anziani non autosufficienti del Veneto potranno contare per il 2010 su 15 milioni di euro in più rispetto al 2009 assegnati all´interno del bilancio regionale per le loro esigenze di cura e assistenza nelle strutture residenziali. Ne dà notizia con grande soddisfazione Stefano Valdegamberi, assessore regionale alle politiche sociali il quale spiega che “stamani, con la votazione della legge di bilancio in Consiglio regionale è stato approvato un emendamento che prevede l’incremento di 15 milioni di euro del capitolo unico sulla non autosufficienza con la contestuale indicazione alla Giunta regionale di aumentare del 2,5% il valore delle impegnative di residenzialità per l’anno 2010”. L’assessore veneto ha perciò inviato tempestivamente una lettera a tutti gli enti gestori dei centri di servizio per anziani non autosufficienti del Veneto, informandoli dei questa norma ed invitandoli a “tenere debitamente conto di ciò nella determinazione delle rette alberghiere a carico delle persone accolte, affinché l’accesso ai servizi sia mantenuto in condizioni di sostenibilità per gli ospiti e le loro famiglie”. Valdegamberi ha perciò chiesto di non caricare sulle famiglie i maggiori costi alberghieri presso le strutture residenziali e semiresidenziali per anziani non autosufficienti dovuti all’innalzamento del costo della vita. Il valore complessivo del Fondo unico per la non autosufficienza per il 2010 sarà complessivamente pari a 683 milioni di euro, contro i 668 del 2009, a cui si potranno aggiungere ulteriori 30 milioni di euro derivanti dal riparto del Fondo nazionale per la non autosufficienza, recentemente ripristinato nella finanziaria nazionale 2010 su sollecitazione delle regioni italiane, delle quali Valdegamberi è coordinatore nazionale per gli assessori al Sociale. “La suddivisione del Fondo unico per la non autosufficienza – spiega ancora Valdegamberi – avverrà secondo le modalità che saranno definite dalla Giunta regionale ai sensi della legge 30/2009 che ha istituito il Fondo per la non autosufficienza. Nelle more di questo provvedimento, tuttavia, si farà riferimento ai criteri di programmazione finora già adottati, tenendo conto dell’indicazione di aumentare del 2,5% le impegnative di residenzialità e di destinare il rimanente incremento del Fondo agli interventi domiciliari per le persone anziane non autosufficienti e per le persone disabili”. I destinatari del Fondo, ricordiamo, sono persone anziane non autosufficienti (25. 900 – dati 2008) e persone disabili (3. 000) ricoverate in strutture residenziali e semiresidenziali; persone disabili ospiti di centri diurni (6. 000) o prese in carico dai servizi mediante progetti personalizzati di autonomia o di vita indipendente (3. 980); persone non autosufficienti assistite al domicilio dai propri familiari percettrici di assegno di cura (26. 300); utenti del servizio Telesoccorso (23. 800) e dell’Assistenza Domiciliare Integrata (15. 700). .  
   
   
SU BASILICATANET PROCEDURA PER ATTRIBUZIONE ASSEGNO DI CURA  
 
Potenza, 5 febbraio 2010 - A partire dal 5 febbraio dalla homepage del portale basilicatanet. It è possibile richiedere l’attribuzione dell’Assegno di cura. L’assegno di cura consiste nell’erogazione mensile di un contributo economico alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie per sostenere il costo dell’assistenza domiciliare, al fine di favorire la permanenza nel proprio ambiente di vita. L’assegno può essere erogato a tutti i residenti in Basilicata che abbiano i seguenti requisiti: condizione di non autosufficienza comprovata dalle competenti commissioni mediche per l’accertamento dello stato di invalidità e condizione economica del nucleo familiare della persona non autosufficiente rilevata dalla certificazione Isee 2009 (redditi 2008), non superiore ai € 10. 635,30. L’assegno di cura viene concesso per interventi: assegno mensile è di 240 euro destinato alla famiglia che presta direttamente assistenza al proprio familiare non autosufficiente (Assegno di tipo A); assegno mensile di 300 euro destinato alla famiglia che si avvale, a titolo oneroso, di familiari o di assistenti familiari, (Assegno di tipo B); assegno mensile è di 300 euro a sostegno del progetto di vita indipendente della persona non autosufficiente, consentendo all’interessato di provvedere direttamente all’individuazione di un assistente (Assegno di tipo C). Per la presentazione delle domande è possibile tramite la procedura web: verificare l’attivazione del bando da parte del Comune di residenza; compilare il modulo di domanda; ottenere il modulo e da presentare al Comune di residenza. .  
   
   
REGIONE SICILIA: ASSENZE PER MALATTIA, AUMENTERANNO ORE PER VISITA FISCALE  
 
 Palermo, 8 febbraio 2010 - "Non c´e´ stato nessun calo di attenzione da parte del governo in merito alle assenze per malattia dei dipendenti regionali. Il monitoraggio e´ proseguito regolarmente e, a novembre, quando ci si e´ accorti che il numero delle giornate di assenza era cresciuto, e´ stata emanata una circolare con la quale si ricordavano ai dipendenti gli obblighi e le connesse responsabilita´ disciplinari; contemporaneamente, i dirigenti erano stati richiamati alla vigilanza, proprio per evitare fenomeni di assenteismo". Lo afferma l´assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, Caterina Chinnici, in merito alla notizia dell´aumento dei giorni di assenza per malattia dei dipendenti regionali nel periodo da luglio a novembre del 2009. "Il trend delle assenze - continua l´assessore - e´ certamente in aumento, ma il dato di per se´ non e´ significativo di un fenomeno. L´aumento dei giorni di assenza si e´ verificato anche a livello nazionale, in coincidenza, a luglio, con la diminuzione, da 11 a 4, delle ore di reperibilita´ per la visita fiscale. Normativa che e´ stata applicata anche in Sicilia. Cosi´ come faremo adesso, aumentando da 4 a 7 le ore di reperibilita´, in conformita´ al decreto del ministro Brunetta del 18 dicembre scorso. A giorni, l´assessorato emanera´ una direttiva, che costituira´ certamente un deterrente". Nel contempo si procedera´ a una modifica del sistema di monitoraggio, che consenta di scorporare e valutare i dati numerici in maniera piu´ analitica (distinguendo, per esempio, tra eventi inferiori e superiori a dieci giorni) per adottare eventuali e idonee misure tese a scongiurare comportamenti scorretti. "La raccolta dei dati - conclude la Chinnici - sara´ effettuata dal dipartimento regionale della Funzione pubblica e del personale; le valutazioni resteranno, invece, in capo all´organo politico, per l´adozione di eventuali provvedimenti. Sono certa che anche i sindacati condivideranno queste scelte, indirizzate non soltanto a rendere piu´ efficiente l´amministrazione regionale, ma anche a tutelare gli stessi dipendenti, evitando che casi singoli possano danneggiarne l´immagine complessiva". .  
   
   
SALUTE MENTALE: A MILANO LE PRIME RESIDENZE ‘LEGGERE’  
 
Milano, 8 febbraio 2010 - Il Comune di Milano, assieme alla Asl, ai dipartimenti di Salute mentale delle aziende ospedaliere milanesi e alle associazioni del privato sociale, ha avviato fin dal novembre scorso alcuni esperimenti di “Residenzialità Leggera” previsti dalla normativa regionale (D. R. 4421/2007). La Residenzialità Leggera è stata individuata dall’ultimo Piano Regionale per la Salute Mentale come nuova formula per favorire l’inclusione sociale di persone con disagio psichico. Si tratta di piccole unità abitative (max 5 persone) ubicate nelle vicinanze dei centri psico-sociali, che mantengono la presa in carico dei pazienti. Questo tipo di unità abitativa promuove l’autonomia dei pazienti che tuttavia sono supervisionati da operatori sociosanitari, soprattutto educatori e psicologi, presenti nei momenti critici del giorno. “Il 13 gennaio scorso – ha detto l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - abbiamo firmato la prima convenzione con la cooperativa che gestisce 4 appartamenti in città. In questo modo il Comune intende favorire il percorso di inclusione sociale di soggetti con disagio psichico. Il progetto, che sarà realizzato nel corso del 2010, prevede per 115 utenti la possibilità di fruire di questa innovativa opportunità”. . .  
   
   
SERBIA E TOSCANA, UN PONTE COSTRUITO SULLA SANITÀ BELGRADO È INTERESSATA ALLE ECCELLENZE DELLA REGIONE: DAI TRAPIANTI ALLA PEDIATRIA E MICROCHIRURGIA  
 
Firenze, 8 febbraio 2010 - La sanità può diventare un ponte. Ed è anche con questo spirito che Regione Toscana e Repubblica di Serbia hanno deciso, almeno per i prossimi cinque anni, di cooperare in campo sanitario. Un´amicizia che potrà aprire in futuro altre porte e sviluppare nel tempo nuovi rapporti di collaborazione su fronti diversi. Intanto si parte con la chirurgia, i trapianti di organi e tessuti, i trapianti di midollo osseo, la pediatria e la chirurgia pediatrica, che sono poi alcune delle eccellenze sanitarie toscane. L´intesa con la Serbia è stata suggellata il 5 febbraio con la firma del ministro serbo alla salute, il medico Tomica Milosavljevic. Con lui, nella sede della presidenza della Regione a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, c´era l´assessore alla salute della Toscana Enrico Rossi. «La firma di questo protocollo è l´inizio di una collaborazione tra sanità serba e sanità toscana - ha detto l´assessore Rossi - Noi metteremo i nostri servizi sanitari di eccellenza al servizio delle urgenze che potrebbero verificarsi in Serbia. L´accordo che abbiamo siglato stamani rientra nel quadro dell´impegno della Regione Toscana di collaborazione con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per rinsaldare anche i legami culturali. Il protocollo - ha aggiunto Rossi - è stato visionato e approvato anche dal Ministero della salute. Ringrazio anche il ministro Fazio, che con la nostra Regione ha avuto sempre un rapporto di stima: questo protocollo lo conferma». Il ministro Milosavljevic ha espresso «gratitudine nei confronti della Regione Toscana, in particolare per il protocollo, che amplia la nostra collaborazione e segna un nuovo passo sulla via della futura collaborazione, sia nell´ambito della chirurgia nelle sue espressioni più moderne, sia dal punto di vi sta istituzionale. La salute è l´aspetto più importante per i cittadini, se vogliamo garantire uno sviluppo sostenibile». La Serbia guarda al modello sanitario toscano e dalla Toscana vuole apprendere le conoscenze e il saper fare: in particolare è interessata al sistema toscano dei trapianti, di cui vorrebbe replicare l´intero modello organizzativo. Nell´intesa sono previsti anche scambi di specialisti e docenti e la formazione nei settori della microchirurgia, della chirurgia micro-invasiva e della chirurgia laparoscopica. Ma anche la Toscana potrà trarre vantaggio dall´accordo, attraverso la condivisione di informazioni ed esperienze: una collaborazione che interesserà soprattutto le aziende ospedaliere universitarie della regione, con la possibilità per medici ed operatori di partecipare in futuro alla realizzazione di progetti congiunti in ambiti di interesse reciproco. L´idea dell´intesa nasce tre anni fa, da alcuni contatti avuti prima con l´avvocato Leandro Chiarelli, console onorario della Repubblica di Serbia a Firenze, e poi con l´ambasciatrice serba a Roma, anche lei medico. Nel giro di alcuni anni l´idea è diventata un accordo. Il numero dei medici e degli operatori coinvolti negli scambi sarà definito con i successivi piani di cooperazione. .  
   
   
SALUTE FVG: DE MANZINI PRESIDENTE ORGANO INDIRIZZO AOU TRIESTE  
 
Trieste, 8 febbraio 2010 - Il professor Niccolò De Manzini, preside della facoltà di medicina e chirurgia dell´Università degli studi di Trieste, è il nuovo presidente dell´organo d´indirizzo dell´azienda ospedaliero - universitaria "Ospedali Riuniti di Trieste". De Manzini, indicato dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla Salute Vladimir Kosic d´intesa con il rettore dell´Ateneo Francesco Peroni, succede al professor Secondo Guaschino. L´organo d´indirizzo delle aziende ospedaliero - universitarie ha il compito di proporre iniziative e misure per assicurare la coerenza della programmazione generale dell´attività assistenziale dell´azienda con la programmazione didattica e scientifica dell´università e di verificare la corretta attuazione della programmazione. .  
   
   
TRENTO: OSPEDALE SAN GIOVANNI, PARTE IL TAVOLO DI LAVORO CON I SINDACI INCONTRO A MEZZOCORONA SUL FUTURO DELL´OSPEDALE  
 
 Trento, 8 febbraio 2010 - "Non è assolutamente vero che lo sgombero dell´ospedale di Mezzolombardo sia stato programmato e che le condizioni statiche in cui si trovava fossero note da sette mesi". E´ quanto ha affermato il 4 febbraio a Mezzocorona, incontrando i sindaci della Rotaliana e dell´altopiano della Paganella, l´assessore alla salute Ugo Rossi. L´incontro, convocato dallo stesso assessore per ragionare assieme ai primi cittadini delle comunità interessate del futuro del "San Giovanni", si è svolto presso il municipio della borgata rotaliana. Tra quindici giorni altro incontro per entrare nel concreto delle ipotesi relative ai servizi che potrebbero essere mantenuti o dislocati presso il San Giovanni. Rossi ha ribadito che il presidente Dellai ha firmato l´ordinanza di sgombero sulla base di una relazione peritale, per altro non ancora ultimata, che è stata anticipata per le vie brevi ai tecnici dell´Apss tre giorni prima dello sgombero e poi formalizzata nella stessa data del 25 gennaio. "Le affermazioni riportate relative alla "programmazione" dello sgombero - ha ripetuto Rossi - sono del tutte false, così come del tutto falso è che si siano deliberati o autorizzati lavori nel corso dell´ultimo anno: i lavori sono stati deliberati il 21 dicembre 2006, appaltati nel marzo 2008 e avviati nel luglio dello stesso anno". L´assessore ha però voluto rassicurare i sindaci sulla forte volontà del governo provinciale e del presidente Dellai di "fare in fretta" e di accorciare quanto più possibile i tempi per la ricostruzione dell´ospedale. Da parte dei sindaci si è sostenuta l´esigenza di mantenere in zona un presidio ospedaliero di qualità, in una logica magari diversa che, a partire dall´opportunità creatasi in seguito al forzato sgombero, possa vedere non un depotenziamento ma una ridefinizione ed una qualificazione, comunque concordata, delle funzioni nel futuro "San Giovanni". Un percorso, questo, nel quale verranno coinvolti anche i medici di base al fine di un quadro più completo delle esigenze in tema di salute espresse dal territorio. .  
   
   
LOMBARDIA -118, FORMIGONI E BRESCIANI INCONTRANO ASSOCIAZIONI MILANO  
 
 Milano, 8 febbraio 2010 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, incontreranno, giovedì 4 febbraio, in serata, gli operatori e i volontari di tutte le Associazioni di Soccorso del 118 di Milano e provincia. L´appuntamento, promosso dall´Azienda Regionale Emergenza Urgenza ("Una scelta di cuore"), sarà un´occasione per illustrare programmi e progetti futuri e anche per ringraziare le persone che lavorano nelle Associazioni di Soccorso per l´opera che svolgono. Le Associazioni di Soccorso sono Onlus (Organizzazioni non lucrative di utilità sociale) che operano in convenzione con il 118. Sul territorio di Milano e Provincia sono presenti 82 postazioni di soccorso (sedi operative delle associazioni). Tutto il personale a bordo dei mezzi è formato con certificazione regionale sulla base di un corso di 120 ore, che comprende l´abilitazione all´uso del Defibrillatore semiautomatico (Dae). Alcune delle Associazioni sono consociate tra loro e partecipano alla Consulta del Volontariato in Areu (Croce Bianca, Croce Rossa, Anpas). "Si tratta di un incontro importante - spiega il presidente Formigoni - che ci permette di ringraziare tutti coloro che giorno per giorno sono impegnati a soccorrere chi ha bisogno di aiuto, compiendo non di rado interventi salvavita. Tutto il personale che opera nel 118 non solo ha una impeccabile professionalità ma anche una passione e una dedizione che vanno sottolineate". "Gli operatori e i volontari del 118 - aggiunge l´assessore Bresciani - sono continuamente impegnati, così come tutto il sistema sanitario, a migliorare la qualità degli interventi. Va in questa direzione il progetto ´Prometeo´, che prevede la trasmissione via Gsm degli elettrocardiogrammi alla centrale operativa in 3-4 minuti, il che permette di recuperare tempo prezioso nella cura dei pazienti infartuati". Questi i due principali progetti discuss. Progetto Prometeo - Il progetto, realizzato da Regione Lombardia insieme all´Areu, in partnership con Abbott Vascular, ha permesso di installare elettrocardiografi Gsm su tutte le ambulanze di Milano e Provincia. L´obiettivo è anticipare i tempi diagnostici, ridurre il rischio di complicanze causate dall´infarto e ottimizzare il numero di ricoveri ospedalieri. Si riducono in modo significativo i tempi tra la chiamata al 118 e il trasferimento in unità coronarica/Emodinamica dei pazienti. Il progetto Prometeo ha già fatto registrare risultati importanti: nel 2009 sono stati trasmessi alla Centrale Operativa del 118 di Milano oltre 6000 elettrocardiogrammi (Ecg): i tracciati patologici sono superiori al 50% e circa il 25% di Ecg mostrano patologia aritmica acuta. Sono stati gestiti oltre 70 infarti miocardici acuti con sintomatologia atipica. L´ecg Gsm è una strumentazione di facile utilizzo che permette un immediato controllo di qualità della registrazione del tracciato ed una teletrasmissione semplice da eseguire e facilmente leggibile presso tutti gli ospedali. Inoltre, il sistema di ricezione istallato presso la Centrale Operativa permette di classificare i tracciati in base al grado di allerta. Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. Ogni anno in Italia 160. 000 persone sono colpite da attacco cardiaco e 50. 000 sono vittime di morte improvvisa da arresto. Progetto Miledy - Il 118 di Milano ha completato la formazione all´utilizzo del defibrillatore automatico per oltre 8000 persone. Tutti i mezzi in convenzione continuativa con 118 Milano sono dotati di un defibrillatore a bordo e di personale addestrato per utilizzarlo correttamente. Sul nostro territorio ci sono in media 3200 interventi per arresto cardiaco all´anno; in oltre la metà viene acceso il defibrillatore e iniziata una procedura di rianimazione cardiopolmonare: il 16% raggiunge una ripresa di circolo spontaneo con le manovre di rianimazione. La percentuale è tanto maggiore quanto più precoce è l´intervento. .  
   
   
DISABILI, LA PUGLIA È TRA GLI 11 TERRITORI-PILOTA PER LA SPERIMENTAZIONE ICF  
 
 Bari, 8 febbraio 2010 - Di seguito, una dichiarazione dell’assessore al lavoro, Michele Losappio: “Foggia sarà la provincia- pilota che parteciperà al progetto, finanziato dal Ministero del Lavoro, finalizzato all’applicazione e messa a sistema degli strumenti qualificati Icf (classificazione internazionale del funzionamento, della salute e della disabilità) per l´inserimento lavorativo delle persone con disabilità. “L’intervento promosso da Italia Lavoro e Regione Puglia è inserito nell´ambito dell´accordo sottoscritto a Febbraio 2010 da Italia Lavoro e dall’Assessore al Lavoro, Michele Losappio e dall’Assessore alla Solidarietà Sociale, Elena Gentile. “La provincia di Foggia è la seconda provincia pugliese dopo Taranto, ed è compresa tra gli undici territori-pilota d’Italia e si proseguirà su tutte le province pugliesi. “Il progetto - si sposa perfettamente con le diverse iniziative che l´Assessorato al lavoro sta portando avanti nel campo dell’accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità, con quanto previsto all’interno del Masterplan Regionale dei Servizi per l’impiego ed in sintonia con la programmazione dell’Assessorato alle Politiche Sociali che, con il Piano Regionale delle Politiche Sociali 2009-2011 di recente approvazione, ha ricandidato la Puglia a territorio di applicazione della nuova Classificazione dell’Oms. “ .  
   
   
CERTIFICAZIONE BILANCI ASL IN UMBRIA FUNZIONANO I SISTEMI DI CONTROLLO  
 
Perugia, 8 febbraio 2010 - Certificazione dei bilanci delle Aziende sanitarie dell’Umbria, miglioramento della spesa e trasparenza nella contabilità: è la strada intrapresa da tempo dalla Direzione sanità della Regione Umbria con l’obiettivo strategico di migliorare i sistemi contabili delle aziende sanitarie regionali. Un percorso che ha consentito un effettivo controllo della spesa, grazie a sistemi di verifica interna basati su rigorosi criteri di monitoraggio e valutazione. Intervenendo ad un recente seminario che si è tenuto Villa Umbra sulla contabilità dei bilanci delle Aziende sanitarie il Direttore regionale alla Sanità, Paolo Di Loreto, ha illustrato la situazione e le prospettive del progetto intrapreso con le Aziende per ottenere la massima trasparenza ed attendibilità nella contabilità e conseguire la revisione e certificazione dei bilanci. A partire dal 2010 - ha annunciato Di Loreto - le Aziende sanitarie umbre saranno accompagnate nel percorso di certificazione dalla società di revisione Ernst & Young, vincitrice di una apposita gara. La Regione Umbria - ha concluso Di Loreto - si è mossa in accordo con quanto previsto dal Patto per la Salute 2010-2012 in cui si evidenzia l’importanza della qualità dei dati contabili, impegnando le Regioni a garantire l’accertamento della qualità delle procedure amministrative e contabili per una corretta contabilizzazione nelle aziende. I risultati ottenuti dall’Umbria nel governo della spesa e nella sostenibilità del sistema sanitario non sono stati raggiunti a detrimento della qualità come confermano recenti rilevazioni di autorevoli istituzioni. L’umbria risulta infatti la migliore Regione d’Italia per qualità dei servizi ed efficienza della spesa. Secondo il rapporto Cerm in Umbria c’è la minore spesa pro-capite pesata e la più alta qualità de servizi erogati, mentre nel rapporto Eurispes l’Umbria si conferma al primo posto per la maggiore riduzione del disavanzo 2004-2007. .  
   
   
PROGETTO CUORE DELLA LUNIGIANA: DALLA TOSCANA A BETLEMME, SOFT-THERAPY DELL’AMORE PER ORFANELLI DISABILI  
 
 Aulla, 8 febbraio 2010 - Ponte di solidarietà tra gli “orfani della medicina” italiani e quelli palestinesi, soli al mondo, grazie all’Associazione Onlus Gli Amici di Elsa, dolce bambina di Aulla (Ms), portatrice di handicap ma recuperata alla vita tramite programmi non convenzionali, ad integrazione delle cure tradizionali. Progetto cuore della Lunigiana: in nome di Elsa, che, insieme alla tenace mamma Manuela, da nove anni, ovvero dalla nascita, affronta e vince battaglie contro la sua disabilità, si svolgerà un viaggio della speranza in senso inverso, da Aulla (Massa-carrara) a Betlemme. Sulla scia luminosa dell’esperienza positiva della piccola lunigianese, l’8 febbraio p. V. Partirà, alla volta della Palestina, una task-force della fratellanza che si prenderà cura gratuitamente e con tecnologie innovative di 100 orfani, come lei affetti da malattie rare, ritenute inguaribili e causa di cerebro lesioni e tetra paresi spastica. A Betlemme, il drappello di “angeli custodi”, tra cui una dozzina di fisioterapisti, porterà attrezzature dedicate e pratiche “alternative” che, integrando i programmi sanitari pubblici, hanno permesso risultati “miracolosi” non solo su Elsa ma anche su altri bambini disabili in Italia. Trattamenti manipolativi osteopatici, hippoterapia, pet-therapy, musicoterapia, laboratorio creativo, psicomotricità e danza terapia sono alcune delle discipline che emigreranno in Palestina e che verranno insegnate a personale locale da specialisti italiani, dopo un sopralluogo per verificare le effettive condizioni e necessità. Alla spedizione tricolore parteciperà anche il russo Boris Guinzbourg che, con il suo famoso metodo Aquananda, di ginnastica in piscina, offre ai bimbi con handicap la possibilità di una maggior mobilità e coordinazione degli arti e di potenziare cuore e polmoni. Il Progetto cuore della Lunigiana nasce da una richiesta di aiuto arrivata ai parroci del territorio toscano dall’istituto di Betlemme ”La Crèche della Santa Famiglia” i cui ospiti, bambini con gravi problemi, si trovano in una precaria situazione di sopravvivenza, a causa della guerra e delle difficoltà di contatto dovute al muro di sicurezza israeliano. Il coordinamento del viaggio si deve all’A. Ami. El. -associazione Gli Amici di Elsa Onlus, nata in Lunigiana e con sede anche a La Spezia, allo scopo di aiutare i bambini portatori di handicap a superare disagi e ostacoli, affrontando un lungo, difficile ma sorprendente cammino verso il traguardo della rieducazione, della riabilitazione e dell’inserimento nella società. Nell’a. Ami. El. E al suo fianco, lavorano altre istituzioni che prendono parte al progetto, come l’Associazione Alice e Flavio, impegnata a diffondere l’iniziativa, e La Quercia d’Oro, di don Roberto Turini, della Lunigiana e il Centro Cardinal Ferrari S. Stefano di Fontanellato (Pr), specializzato nel recupero dei pazienti disabili. La missione di soccorso è accompagnate dalla “buona novella” di Elsa, bruna bellezza mediterranea protagonista di piccoli, grandi successi, conseguiti con fatica e costanza. Su di lei, ore e ore in piscina, sulla sella di un cavallo, ad ascoltare musica, a sopportare ionorisonanza ciclotronica endogena, stimolazioni visuo-propriocettive e manovre osteopatiche hanno avuto un effetto insperato: oggi, a dispetto di diagnosi lapidarie che non le davano scampo e la volevano segregata a vegetare su una sedia a rotelle, Elsa cammina, diritta e con un portamento regale; mostra un corpo tonico e flessuoso; ha una prensione manuale forte e salda e si fa capire con sorrisi, piccoli suoni e gesti. Al deficit del linguaggio, che ancora manifesta, potrà forse essere messo rimedio per mezzo della terapia in acqua con i delfini, contraddistinti da una comunicazione anche non verbale, che, per decisione dei genitori, verrà effettuata soltanto quando sarà a portata di borsa anche per gli altri 48 bambini presenti nell’A. Ami. El…proprio Manuela Bondielli e Mauro Tonelli, i genitori del piccolo fiore della vita di nome Elsa, hanno voluto fortemente il Progetto Cuore Della Lunigiana. Da anni in prima linea per sensibilizzare il prossimo sulla disabilità infantile e condividere le proprie esperienze con più gente possibile, i due coniugi sono sempre alla ricerca di nuove terapie per migliorare le condizioni psicofisiche della figlia e degli altri cosiddetti “orfani della medicina”, abbandonati dalla scienza medico-farmaceutica in quanto casi rari che non fanno testo e hanno scarse possibilità di riuscita. In merito alla vicenda di Betlemme, Manuela e Mauro dapprima avrebbero voluto adottare un orfano disabile ma poi, vista l’inattuabilità del desiderio, hanno deciso di sostenere il progetto, che ricalca quello da loro delineato in prima persona per Elsa, a forza di estenuanti indagini, molti tentativi e tanta attesa. Così adesso loro e noi tutti potremo sperare di avere presto notizie sui progressi dei bimbi di Betlemme, come Zena, ovvero “graziosa”, bimbetta abbandonata avvolta nei giornali che a 20 mesi pesa poco più di otto chili perché un virus materno le impedisce di crescere, Nour, “Luce”, maschietto con problemi psicomotori e neurologici, e i gemellini Samira e Samir, nati e tuttora sottopeso, con le conseguenze del caso… .  
   
   
SMARTAREA PRESENTA UNA PERSONALE DI STEFANO ABBIATI, DAL 16 AL 30 MARZO 2010: MINERALIZZAZIONI  
 
Milano, 8 febbraio 2010 - Una scansione espositiva che ricalca la struttura della tragedia greca. Un viaggio figurativo tra immaginari preumani e postumani. La pittura tra miti e media, letteratura e carne viva, etica e quotidiano. Dopo la collettiva d’esordio “Art Happens Now. La giovane arte italiana al tempo del web 2. 0”, tenutasi a Verona dall’8 maggio al 21 giugno 2009, la galleria d’arte contemporanea Smartarea presenta “Mineralizzazioni”, una personale con oltre cinquanta opere di Stefano Abbiati (Milano, 1979), a cura di Gianluca Marziani. Smartarea è una galleria d’arte contemporanea online nata nel 2008 e produce eventi ad alta densità artistica ma molto leggeri e flessibili nell’organizzazione. La dimensione comunicativa e commerciale della galleria è sul web (www. Smartarea. It), mentre le sedi espositive delle mostre sono scelte di volta in volta con lo scopo di coniugare innovazione e visibilità. La collettiva d’esordio di Smartarea si è svolta negli uffici di un’importante società per i servizi per il web, mentre “Mineralizzazioni” si potrà visitare alla Myowngallery, nel pieno di Zona Tortona, dal 16 al 30 marzo 2010, in coincidenza con il Miart 2010 (26-29 marzo 2010) ed il conTemporaryart (22-29 marzo 2010), il circuito dell´arte contemporanea che proprio in quel periodo animerà Zona Tortona a Milano. .  
   
   
DOPO PARIGI LA MOSTRA “DA JACOPO DELLA QUERCIA A DONATELLO. LE ARTI A SIENA NEL PRIMO RINASCIMENTO” VERRÀ PRESENTATA IL PROSSIMO 10 FEBBRAIO A LONDRA. IL PRIMO RINASCIMENTO SENESE CONQUISTA LE PLATEE INTERNAZIONALI  
 
Milano, 8 febbraio 2010 - Dal 26 marzo all´11 luglio 2010 Siena sarà al centro di un importante avvenimento culturale, la grande mostra Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento un’esposizione di circa trecento opere di scultura, pittura, oreficeria, manoscritti e manufatti tessili. L’evento avrà come sede principale il Complesso Museale di Santa Maria della Scala e il Museo dell’Opera Metropolitana. Il biglietto della mostra, che avrà 48 ore di validità, darà inoltre modo al visitatore di accedere alla Cattedrale, al Battistero e al Museo Diocesano permettendo così una permanenza più lunga e approfondita nella città. L´iniziativa, promossa dal Comune di Siena e dalla Fondazione Monte dei Paschi, coordinata da Vernice Progetti Culturali srl, è anche frutto di una riuscita collaborazione fra alcune istituzioni senesi quali l’Opera della Metropolitana, la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e la Fondazione Musei Senesi che, con Apt Siena e Apt Chianciano Terme Val di Chiana, hanno reso possibile un’ottima offerta turistica abbinata alla mostra e a itinerari tematici nel territorio. Intorno a Siena infatti, da San Gimignano, a Buonconvento, da Pienza a Montalcino, da Asciano a Castiglione d´Orcia fino a Montepulciano, il visitatore potrà ammirare sette sezioni ubicate nei musei del territorio dai quali provengono una parte consistente dei capolavori presentati in mostra, così da comprendere il profondo legame fra le opere d’arte e la cultura che le ha prodotte, e scoprire le sorprendenti testimonianze del Quattrocento in viaggio nelle terre di Siena. La promozione ha preso l’avvio il 19 gennaio a Parigi presso l’Istituto Italiano di Cultura dove, davanti ad un pubblico formato da circa 250 persone fra tour operator, giornalisti ed esperti di settore, sono stati presentati tutti gli aspetti scientifici e logistici della mostra. Ci sono già le premesse di un successo anche per quella di Londra che avrà luogo il 10 febbraio prossimo. Anche l’organizzazione di questa serata è frutto della collaborazione fra il Comune di Siena, la Fondazione Mps e la Provincia di Siena -attraverso il servizio Sviluppo Rurale, l’Apt di Siena e l’Apt di Chianciano Terme Val di Chiana - l’Enit Londra e Vernice Progetti Culturali. Presso l’Istituto di Cultura di Belgrave Square dopo una breve conferenza di presentazione della mostra si terrà una degustazione dei prodotti del territorio organizzata dalla Provincia con la collaborazione dalle associazioni senesi di Confcommercio e Confesercenti che hanno individuato un menù tipicamente senese e affidato agli chef senesi Ettore Silvestri e Nicoletta Marighella la gestione della cena. Nell’occasione i consorzi dei vini Docg, Olii extravergini di oliva Dop e Igp e di altri prodotti di qualità offriranno una selezione delle eccellenze del territorio. Il 17 febbraio inoltre a Roma, presso il Palazzo dell’Informazione sede di Adnkronos si terrà una conferenza stampa durante la quale, oltre ai contenuti della mostra e all’offerta turistica del territorio, il Direttore dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico di Siena e Grosseto, in anteprima assoluta illustreranno i restauri eseguiti per l’occasione. .  
   
   
SPACE CHANGE. MARK LEWIS, DAVID TREMLETT. UNA MOSTRA AL FORTE DI BARD IN VALLE D’AOSTA  
 
Milano, 8 febbraio 2010 - Due dei nomi più noti nel panorama dell’arte contemporanea internazionale si incontrano per un grande evento espositivo al Forte di Bard, dal 28 marzo al 4 luglio 2010: Space Change. Mark Lewis, David Tremlett. Site specific in Forte di Bard. David Tremlett, nato a Sticker in Cornovaglia nel 1945, noto in tutto il mondo per i suoi “wall drawings” realizzati nei principali musei e gallerie, e Mark Lewis, filmaker, nato a Hamilton in Canada nel 1958 e protagonista del Padiglione del Canada alla Biennale 2009 di Venezia, hanno realizzato entrambi un lavoro “site specific” nelle sale delle Cannoniere della fortezza, interpretando la storia, lo spazio e l’anima di questo luogo particolarmente suggestivo e singolare alle porte della Valle d’Aosta. La mostra propone due vere e proprie “personali” dei due artisti che invitano a una sorta di dialogo e di riflessione. David Tremlett è intervenuto con una serie di innovativi “wall drawings” stendendo a piene mani, come è sua consuetudine, pastelli e pigmenti colorati direttamente sulla superficie dei muri delle sale delle Cannoniere, utilizzando in questa occasione anche un altro materiale, il grasso, spalmandolo e “graffiandolo” con la punta delle dita proprio per richiamare alla memoria il passato ricco di vicende guerriere di questa fortezza. Il risultato è un’opera di grande forza e vigore che, con la sua tangibile fisicità, si inserisce alla perfezione in questo ambiente come se vi facesse parte da sempre. L’artista svolge i propri lavori, che spesso sono permanenti ma possono anche durare solo il tempo di una mostra, con la convinzione che l’esperienza della creazione abbia maggior valore della durevolezza dell’opera stessa. Di grande impatto è anche il nuovo film che Mark Lewis ha girato appositamente per il Forte di Bard, sorvolando dall’alto di un elicottero la rocca, la fortezza, il fiume, le montagne e le vallate circostanti disseminate di laghi alpini, in una visione aerea che svela a poco a poco la singolare grandiosità di questa architettura militare. Il tutto senza sonoro com’è ormai consuetudine nel lavoro dell’artista. Oltre a quest’ultimo film che viene presentato per la prima volta in questa occasione, nella mostra si possono vedere anche tre fra le sue pellicole più significative degli ultimi anni: Algonquin Park, September, 2001 (2’43’’); Algonquin Park, Early March, 2002 (4’,6’’) e Rush Hour, Morning and Evening, Cheapside, 2005 (4’,34’). Le produzioni di Lewis ricalcano lo spirito dei primi film Lumière e sono spesso caratterizzate da una ripresa continua e priva di montaggio. Le immagini sono proiettate sotto la forma di piani-sequenza, direttamente sulle pareti dello spazio espositivo. Ogni opera, realizzata con i mezzi tecnici del cinema professionale (troupe, attori, pellicola da 35 mm) non è mai però, nel risultato finale, un film nel senso tradizionale del termine: non racconta una storia e raramente supera i cinque minuti di durata. L’esposizione, curata da Nicoletta Pallini, è accompagnata da due cataloghi bilingue (italiano e inglese) pubblicati dall’Associazione Forte di Bard, con la riproduzione a colori dei lavori in mostra, i testi della curatrice, gli scritti di John Haldane per David Tremlett e di Simone Menegoi per Mark Lewis. In questa occasione verrà presentato anche il lavoro permanente che David Tremlett ha realizzato appositamente per il Book Shop del Forte di Bard e il catalogo a lui dedicato che raccoglie tutta la documentazione dei suoi ultimi dieci anni di lavoro. .  
   
   
GLI ARAZZI DEI GONZAGA NEL RINASCIMENTO DA MANTEGNA A RAFFAELLO E GIULIO ROMANO A MANTOVA, PALAZZO TE  
 
Milano, 8 febbraio 2010 - “Si ritirorno tutti insieme in alcune camere tappezzate di finissimi et bellissimi drappi d’oro, d’argento et di seta di più colori, maestrevolmente contesti, ne i quali tanti diversi animali, alberi, frutti et fiori al vero conformi dentro vi si scorgeano, che’l gran Parasio et l’ingegnoso Fidia, l’uno in tela et l’altro in marmo a gran pena gli havrebbe potuti più alla maestra natura verisimili dimostrare. ” Ecco come descrive la residenza episcopale del cardinale Ercole Gonzaga a Mantova un testimone delle nozze, avvenute nell’ottobre del 1549, tra Francesco Iii, figlio del duca Federico Ii, e Caterina d’Austria. Fin dall’antichità i tessuti preziosi sono stati la componente ornamentale mobile prediletta di re e nobili di tutta Europa e dalla metà del Trecento gli arazzi ne hanno rappresentato la parte primaria. Quei tessuti di dimensioni gigantesche, veri e propri affreschi mobili, facili da trasportare da una residenza all’altra, da appendere e staccare, non si limitavano alla funzione di difendere dal freddo e dalle intemperie ma dovevano anche costituire uno sfondo variopinto e conforme ai desideri dei committenti e ne manifestavano la ricchezza e il prestigio. La maggior parte degli arazzi delle antiche collezioni era realizzato da artisti fiamminghi e proponeva scene campestri che offrivano durante le stagioni più rigide la possibilità di usufruire di una specie di “giardino d’inverno”. Ma ne esistevano anche altri con intessute storie complesse e considerate sia dei modelli, che dei suggerimenti autocelebrativi dei loro proprietari: per un cardinale venivano ad esempio commissionate storie di eroi biblici, come Davide o Saul o Mosé, o di personaggi cristiani dagli Atti degli apostoli, oppure per un uomo d’armi storie profane, come quelle di Enea o di Alessandro o le Fatiche di Ercole. L’affascinante mostra primaverile Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento. Da Mantegna a Raffaello e Giulio Romano, fortemente voluta dal Comitato Scientifico del Centro di Palazzo Te presieduto da Salvatore Settis, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, patrocinata dalla Regione Lombardia Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, promossa e organizzata dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo Te, dal Museo Civico di Palazzo Te, dal Museo Diocesano Francesco Gonzaga e dal Museo di Palazzo Ducale – Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le Provincie di Mantova Brescia e Cremona, sostenuta da Provincia di Mantova, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Mantova e Fondazione Banca Agricola Mantovana, con l’intervento di Banca Monte dei Paschi di Siena, e curata da Guy Delmarcel, tra i massimi esperti europei di arte del tessuto, in collaborazione con Nello Forti Grazzini, Stefano L’occaso e Lucia Meoni, presenta una selezione - trentaquattro opere - degli arazzi più belli appartenuti ai Gonzaga e realizzati durante il Rinascimento. I signori di Mantova acquistarono infatti degli arazzi fin dal Quattrocento, seguendo in questo l’esempio delle altre grandi famiglie italiane, come gli Estensi a Ferrara o i Farnese a Parma. Ma fu soprattutto nel Cinquecento che gli acquisti di arazzi conobbero un forte incremento per via dell’interesse nutrito verso questa particolare arte dai tre figli di Francesco Ii Gonzaga (1466-1519), quarto marchese di Mantova, e di Isabella d’Este (1474-1539): Federico Ii (1500-1540), primo duca e committente di Palazzo Te; Ercole (1505-1563), cardinale e legato pontificio al Concilio di Trento, e Ferrante (1507-1557), comandante in capo delle truppe imperiali, poi governatore di Milano e fondatore del ramo di Guastalla. Le loro collezioni, e in parte minore anche quelle dei loro successori, ebbero dimensioni imponenti. L’inventario di Federico dopo la sua morte, avvenuta nel 1541, riporta 315 pezzi, purtroppo senza molti dettagli relativamente ai soggetti. Quello dei signori di Guastalla, eredi di Ferrante, redatto nel 1590, comprende 27 serie per un totale di 172 arazzi; infine quello dei duchi di Mantova, stilato nel 1614, ne segnala 57 per un totale di 386 pezzi. Molti di questi nei secoli seguenti andarono incontro a distruzione, o furono consunti dall’uso, molti vennero acquisti da altri nobili italiani. Tanto è vero che quando nel 1749 il ramo dei Gonzaga di Guastalla si estinse, gli arazzi sopravvissuti erano solo 58. Ma nell’insieme tutto ciò che è giunto fino a noi non è che una piccola parte dei tesori dei tre figli di Isabella: un arazzo che fu del duca Federico, ventuno di Ercole e trenta di Ferrante, per un totale di cinquantadue opere. Una buona parte è oggi esposta in mostra a Palazzo Te, insieme ad alcuni lavori dell’inizio e della fine del Cinquecento. Quasi tutti gli arazzi furono realizzati nelle Fiandre, oppure in Italia a opera di arazzieri di origine fiamminga. A quell’epoca i Paesi Bassi meridionali erano i maggiori produttori di arazzi, con Bruxelles come epicentro e con Anversa come principale centro di vendita grazie al porto più grande del Nord Europa, sede di un mercato apposito, il cosidetto “tapissierspand” dove, a partire dal 1554, molti maestri arazzieri e commercianti potevano prendere botteghe in affitto. I clienti stranieri potevano acquistarvi delle serie già pronte, oppure commissionarne di particolari, da tessere sulla base di cartoni da essi stessi procurati. La predominanza fiamminga dei manufatti era dovuta alla superiorità progettuale e tecnica e alla organizzazione dell’“industria artistica” di Bruxelles. La maggior parte dei tessitori rimangono senza nome, anche se i loro prodotti sono contraddistinti dai marchi di bottega, obbligatori a Bruxelles dopo il 1528. A quell’epoca infatti quasi un terzo dei cittadini di Bruxelles era impiegato nella produzione di arazzi. Esistono numerose lettere scambiate tra il cardinale Ercole e suo fratello Ferrante e i loro agenti inviati al Nord, che ci rendono l’immagine viva di intense trattative commerciali. Gli arazzi in nostro possesso risalgono tutti all’“epoca aurea” di quella produzione fiamminga. D’altra parte va aggiunto che arazzieri fiamminghi erano in attività anche in Italia. Federico Ii, per esempio, assunse nell’ottobre del 1539 il tessitore oriundo di Bruxelles Nicolas Karcher, attivo presso la corte ferrarese all’incirca fin dal 1517. Karcher lavorò al suo servizio, quindi a quello del cardinale Ercole fino all’ottobre del 1545, quando si trasferì a Firenze ivi chiamato dai Medici. Tornò a Mantova alla fine del 1553, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1562. Alcuni suoi arazzi realizzati a Mantova sono presentati in questa mostra. I Gonzaga si rivolsero talvolta anche ad altre manifatture, come per esempio all’arazzeria medicea di Firenze, per un arazzo con Giasone, e a una bottega parigina per una serie di arazzi dal soggetto religioso e destinata al duomo di Mantova. Lo studio sistematico della collezione di arazzi gonzagheschi è cominciato nel 1977. I Musei Reali di Arte e Storia di Bruxelles acquisiscono un grande arazzo, che rappresenta un corteo trionfale all’antica recante l´iscrizione Fructus Belli. Guy Delmarcel, storico dell´arte e curatore del museo, ne ricostruisce la pertinenza alle collezioni di Ferrante Gonzaga e scopre poi il resto del ciclo in Inghilterra e in Francia. Altrettanto significativa è la scoperta, ad opera di esperti del Museo del Louvre, di cartoni serviti ai tappezzieri di Bruxelles per la tessitura delle opere del succitato ciclo. Gli studiosi del Louvre contattano Clifford Brown, professore a Ottawa e specialista di temi gonzagheschi. Per molti anni Brown studia i documenti relativi agli arazzi, riuscendo così a individuare vari arazzi ancora esistenti, riscoperti da Delmarcel, alcuni con lo stemma Gonzaga come la già citata serie dei Fructus Belli e i Giochi di Putti conservati a Lisbona. Questa ricerca culmina in una monografia pubblicata dalla College Art Association of America nel 1996, punto di partenza per l’allestimento della mostra di Palazzo Te. Tradotto in italiano dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, il testo confluirà in un volume edito da Skira, completato da successive e interessanti scoperte effettuate da Nello Forti Grazzini, Stefano L’occaso e Lucia Meoni. Skira pubblicherà inoltre una Guida alla mostra con, oltre alle opere esposte a Palazzo Te e al Museo Diocesano, il ciclo Gli Atti degli Apostoli collocato a Mantova a Palazzo Ducale. A Mantova sono attualmente presenti diciotto arazzi commissionati dai Gonzaga: i nove arazzi degli Atti degli Apostoli, copie della serie della Cappella Sistina eseguiti su cartoni di Raffaello, acquistati dal cardinale Ercole Gonzaga e poi donati alla basilica palatina di Santa Barbara, oggi custoditi presso il Palazzo Ducale; i tre Millefiori di Isabella d´Este e sei episodi della Vita di Cristo, donati dal vescovo Francesco Gonzaga nel 1598, oggi nel Museo Diocesano. Ma la maggior parte della collezione, composta da cinquantadue pezzi, è sparsa in altre località italiane (Milano, Monselice, Trissino e Palermo) e estere (Francia, Belgio, Inghilterra, Germania, Portogallo e Stati Uniti d´America). La mostra, allestita da Roberto Soggia con Coprat nelle sale dell’Ala Napoleonica di Palazzo Te e nell’ambiente delle Fruttiere, presenta trentaquattro arazzi tra cui segnaliamo alcuni eccezionali capolavori: la famosa Annunciazione di Chicago (1470-71 circa), il più antico arazzo di gusto rinascimentale sopravvisuto, che rievoca la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna a Palazzo Ducale, tessuto per Ludivico Ii e utilizzato come ornamento del pulpito della Cattedrale di Mantova; un arazzo del ciclo Millefiori, dal Palazzo Vescovile di Mantova, restaurato in occasione di questa esposizione; alcuni esemplari di serie differenti Giochi di Putti: un ciclo completo della Fondazione Progetto Marzotto di Trissino, un arazzo conservato presso la Galleria Raffale Verolino di Modena accompagnato da un disegno preparatorio di Giulio Romano e bottega proveniente dagli Uffizi, e un esemplare oggi al Gulbenkian Museum di Lisbona; tre arazzi della celebre serie Fructus Belli, provenienti da Bruxelles e Ecouen; otto arazzi con la Vita di Mosé, di cui quattro provenienti dal Centre des Monuments Nationaux di Châteaudun in Francia, e quattro dal Museo del Duomo di Milano; il magnifico arazzo della Storia di Giasone, con le armi di Alfonso I Gonzaga di Novellara, datato 1554 e acquisito nel 2003 dal Comune di Novellara, tessuto a Firenze nella Arazzeria Medicea, fondata dai fiamminghi Rost e Karcher che testimonia come anche i rami cadetti delle famiglie nobiliari s’interessavano a questa arte di corte; una serie, quasi sconosciuta, di quattro arazzi del ciclo Cefalo e Procri restaurati per la mostra e provenienti dai Musei Vaticani e da Ecouen; Incontro di Enea e Didone dalle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco e Venere appare ad Enea dal Patrimonio Nacional (Madrid); quattro splendidi esemplari dalla Vita di Alessandro Magno (1600 circa) da Monselice (Padova). Il corpus principale di questi esemplari é stato collezionato dai tre fratelli Gonzaga, a parte L’annunziazione, commissionata da Ludovico Ii, e la serie di Alessandro da Vincenzo I. L’unico esemplare che non fa parte della collezione Gonzaga è La pesca miracolosa da Raffaello e bottega, il cui cartone originale è stato eseguito dal maestro tra il 1514 e il 1516, mentre l’arazzo, insieme agli altri nove della serie, è stato tessuto nella Bottega di Pieter van Aelst di Bruxelles tra il 1516 e il 1519/21. L’opera, proveniente dai Musei Pontifici, era destinata alla decorazione della Cappella Sistina. Una successiva versione dell’intero ciclo degli Atti degli Apostoli è permanente esposta a Palazzo Ducale di Mantova, tra cui appunto il soggetto della Pesca miracolosa. Al Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova saranno invece esposti altri sei splendidi arazzi del ciclo Storie di Cristo e dei Santi mantovani realizzati dalla Manifattura di Dubout a Parigi e tre disegni preparatori provenienti dalla Bibliothèque Nationale di Parigi e due dal Cabinet de dessins del Louvre. Un viaggio emozionante tra la seta e i colori dei magnifici arazzi fatti realizzare dai Gonzaga nel Rinascimento è dunque quello proposto da Palazzo Te e dal Museo Diocesano di Mantova che ci offrono uno spettro ampiamente rappresentativo di quest’arte in Europa, in cui la varietà dei soggetti è pari alla bellezza del disegno. .  
   
   
A MESSINA IL ‘RITRATTO D’UOMO’ DI ANTONELLO. ARMAO: “CON LE SUE OPERE L’ORGOGLIO DI APPARTENERE A UN’UNICA NAZIONE”  
 
Palermo, 8 febbraio 2010 - Il 4 febbraio nei saloni del Museo regionale di Messina, è stato presentato al pubblico il ‘Ritratto d’uomo’ di Antonello da Messina. L’opera resterà esposta fino al prossimo 4 maggio. Il ‘Ritratto d’uomo’ di Antonello arriva in Sicilia grazie alla collaborazione tra il Museo regionale di Messina e la Galleria ‘Borghese’ di Roma. Il Museo di Messina ha prestato alla galleria Borghese la ‘Resurrezione di Lazzaro’ del Caravaggio, che è stata esposta durante la mostra ‘Caravaggio Bacon’. In occasione del ‘ritorno’ della pala caravaggesca nei saloni del Museo di Messina ‘arriva’, naturalmente in prestito, il ‘Ritratto d’uomo’ di Antonello da Messina. “Esprimo vivo compiacimento per l’esposizione del capolavoro di Antonello al Museo di Messina - sottolinea l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Gaetano Armao - e ringrazio dirigenti e funzionari del ministero per i Beni e le Attività culturali, della Soprintendenza speciale per il polo museale di Roma, ringrazio anche i vertici del Museo regionale di Messina e tutti coloro che, a vario titolo, hanno voluto dare a questa rilevante manifestazione il loro appoggio e la loro preziosa collaborazione”. “La permanenza in Sicilia del capolavoro del nostro conterraneo Antonello da Messina - aggiunge l’assessore - è il frutto di una fattiva collaborazione tra le istituzioni: un modello, questo, da seguire per valorizzare la cultura attraverso sistemi che ne assicurino una sempre più vasta fruizione. E’ volontà della Regione siciliana consolidare i rapporti di collaborazione e di scambio con prestigiose istituzioni museali italiane e straniere, conferendo a tali iniziative carattere continuativo e programmatico, in stretta relazione con un disegno di più ampio respiro che mira al recupero della memoria storica e dell’identità culturale siciliana”. “Nell’anno in cui si aprono in Sicilia le celebrazioni dell’Unità d’Italia - conclude Armao - troviamo in Antonello un testimone che, con le sue opere, ha presentato l’Unità di un popolo che oggi ha ancora l’orgoglio di appartenere a un’unica Nazione”. La manifestazione, che è stata organizzata in collaborazione con l’assessorato alla Politiche culturali del Comune di Messina, si avvale del contributo di alcuni sponsor: fondazione Bonino-pulejo, Banca ‘Antonello da Messina’, Fortunaarte e Caffè Barbera. .  
   
   
FIS MASTER CUP: POCA ITALIA A PIANCAVALLO MA E´´ UN SUCCESSO  
 
Piancavallo, 8 febbraio 2010 - L´italia chiude con un solo successo assoluto la tre-giorni di Coppa del Mondo Fis Master di sci alpino a Piancavallo, organizzata dallo sci club Sacile in collaborazione con Promotur. Non Solo Austria - Il bagliore del sappadino Anton Gaier, vincitore del superG Master A, è rimasta una delle poche eccezioni allo strapotere austriaco, messo in discussione solo oggi in ben due gare su tre: se Peter Abfalterer (classe 54) ripete nel gigante Master B l´impresa di ieri in slalom (dietro a lui sempre i connazionali Muelbacher e Brandstaetter), la tedesca Marianne Hoffmann (63) interrompe nel gigante Master C il filotto dell´austriaca Doris Bergner (75), giunta solo quarta a 4/100 dal podio che contiene un po´ di azzurro grazie a Caterina Stefanek (70, a sua volta vincitrice nella sottocategoria C2), terza assoluta dietro all´altra austriaca Anita Gstrein (65). Master B, Bravi Azzurri - Per i colori di casa, tre ottimi primi posti nelle sottocategorie del gigante Master B: il piemontese Alberto Peretti (classe 24) nuovamente solitario nei B12, Camillo Franch nei B11 ed il sappadino Bruno Pachner (classe 39) nei B9. Master A, Sopresa Norvegia - Italia a medaglia anche nello slalom Master A, appannaggio del sorprendente norvegese Andreas Dimmen (classe 57) davanti all´altro grande sconfitto di giornata, l´austriaco Alfred Gruener (71), e ad un Lorenzo Ferrari (59) praticamente perfetto. Nelle sottocategorie, oro all´emiliano Giorgio Scuri (A3, 68) ed al valdostano Alessandro Riva (A1, 77). Edizione Dei Record - Si chiude così la quarta edizione consecutiva della Coppa del Mondo Fis Master a Piancavallo, quella dei record di partecipanti (377 provenienti da 22 Paesi) e della definitiva consacrazione dell´organizzazione locale come la migliore di tutto il circuito. Piancavallo Regina Dei Master - "Piancavallo è la Regina dei Master per eccellenza, una garanzia totale di sicurezza", hanno affermato alla fine gli uomini della Federsci internazionale, dallo sloveno Tomas Cizman al tedesco Reiner Ebner, aggiungendo che molto spesso nemmeno nella Coppa del Mondo assoluta si gareggia su tracciati così perfetti, superando con estrema professionalità anche i piccoli intoppi dettati dalle condizioni meteo. Miracoli Promotur - "Se le tre gare domenicali si sono disputate sotto un sole stupendo - afferma Enzo Sima, direttore Promotur di Piancavallo - per quelle di sabato abbiamo compiuto un piccolo miracolo (60 cm di neve caduti in 12 ore durante la notte, ndr) che ci è stato riconosciuto da tutti i capisquadra. Il momento più emozionante, infatti, è stato quando abbiamo ammesso le difficoltà e ci hanno applaudito lungamente, complimentandosi per come siano state risolte. Non tutto è sempre curato nei minimi particolari come a Piancavallo, hanno detto, e per noi è stato motivo di grande soddisfazione". Futuro In Crescita - Dopo il poker di Coppa ed il Mondiale Master dell´anno scorso, Sima rilancia per il futuro. "Il connubio Promotur-sci club Sacile è straordinario - spiega - ed insieme cercheremo di allestire un grande evento per tutto il Friuli Venezia Giulia". Pessot, Vittoria Assoluta - A questo proposito, il presidente del comitato organizzatore e dello sci club Sacile, Franco Pessot, dopo i festeggiamenti di rito concorda con Sima e, nel frattempo, si gode i volti felici della totalità dei concorrenti. "Se gli austriaci erano soddisfatti e ci hanno ringraziato senza riserve - aggiunge - vuol dire che abbiamo fatto tutto davvero bene. Abbiamo unito l´entusiasmo dei volontari alla professionalità di Sima e del suo staff Promotur al quale va tutta la mia riconoscenza. Ogni gara ha avuto almeno 250 atleti al via, questo si chiama avere vinto su tutti i fronti". .