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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Giugno 2010
Politica
PARLAMENTO EUROPEO: NECESSARIO UN FORTE IMPEGNO PER RILANCIARE GLI OSM  
 
 Strasburgo, 16 giugno 2010 - Meccanismi innovativi di finanziamento allo sviluppo devono essere sostenuti dall´Unione europea, come maggiore donatore di aiuti a livello mondiale, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio (Osm) entro la scadenza del 2015, dicono i deputati in una risoluzione votata martedì. A solo cinque anni dalla scadenza del 2015 per realizzare gli Osm, i deputati europei si aspettano che il Consiglio europeo di giugno 2010 concordi su "una posizione Ue ambiziosa e unitaria" in vista della riunione delle Nazioni Unite di settembre sugli Osm e che "porti a nuovi impegni aggiuntivi, trasparenti, misurabili e orientati ai risultati". Dieci anni fa, i leader mondiali hanno deciso di muoversi per sradicare la povertà nel mondo entro il 2015, definendo gli obiettivi prioritari in 8 settori Osm, come la riduzione della povertà e della fame del 50%, il completamento dell´istruzione primaria, l´eliminazione di disparità di genere e questioni legate alla salute. Rispettare le promesse fatte - L´ue è sotto l´obiettivo intermedio dello 0,56% fissato per il 2010 ed è reale il rischio che non siano rispettati gli obiettivi di sviluppo del Millennio. "Ciò che desidero è la leadership dell´Ue, non l´insieme minimo sul quale è possibile trovare un accordo, un impegno pari allo 0,7% del reddito nazionale lordo, un impegno per finanziamenti supplementari" ha dichiarato il relatore Michael Cashman (S&d, Uk) durante la discussione in plenaria, svoltasi lunedì14 giugno. Giro di vite su paradisi fiscali per il raggiungimento degli obiettivi - Anche senza fondi supplementari per lottare contro il cambiamento climatico e gli effetti della crisi economica, i meccanismi di finanziamento innovativi sono necessari al finanziamento degli Osm. I deputati auspicano quindi: la riduzione dell´onere del debito per i paesi in via di sviluppo; un giro di vite su paradisi fiscali, evasione fiscale e flussi finanziari illeciti e la divulgazione automatica dei profitti realizzati e delle imposte pagate; la riduzione dei costi di trasferimento delle rimesse inviate dai lavoratori migranti nei loro paesi d´origine. Più finanziamenti per sanità e istruzione - Gli Stati membri e la Commissione dovrebbero destinare almeno il 20% di tutte le spese per lo sviluppo alla salute e all´istruzione di base e dovrebbero dare priorità alla salute materna e alla lotta contro la mortalità infantile, poiché i progressi su questi Osm sono ancora insufficienti. "Le politiche in materia di pianificazione familiare volontaria, aborto sicuro, trattamento delle malattie sessualmente trasmissibili e fornitura di materiale sanitario per la riproduzione costituito da medicinali salvavita e contraccettivi, inclusi i preservativi" dovrebbero essere sostenute dagli Stati membri e dalla Commissione. Infatti, il 13% dei casi di mortalità materna nei paesi in via di sviluppo è dovuto ad aborti non sicuri e questa percentuale risulta essere molto più alta in Africa. La risoluzione è stata adottata con 353 voti favorevoli, 206 contrari e 75 astensioni. Le prossime tappe - Il Consiglio europeo fisserà giovedì la posizione dell´Unione europea e il suo messaggio politico in vista della riunione plenaria di alto livello delle Nazioni Unite per la revisione degli Osm che si terrà a New York il 20-22 settembre, sulla base delle conclusioni adottate dal Consiglio "Affari esteri di lunedì 14 giugno.  
   
   
UE, MERCATO DEI DERIVATI: RIDURRE IL BUSINESS SPECULATIVO PIÙ TRASPARENZA E NUOVE REGOLE  
 
 Strasburgo, 16 giugno 2010 - Il mercato degli strumenti derivati deve essere sottoposto a regole più rigorose al fine di ridurre il business speculativo e assicurare che il maggior numero possibile di derivati sia reso più trasparente, riducendone cosi il rischio. Questo è il messaggio principale della risoluzione approvata martedì dal Pe, che propone anche soluzioni specifiche per i cosiddetti credit default swaps e per le aziende. Nel pieno della crisi del debito greco, tali strumenti finanziari sono generalmente criticati a causa delle modalità non trasparenti attraverso le quali vengono negoziati. Attualmente, tale mercato è in discussione a livello nazionale e europeo e anche in seno al G20. La risoluzione non legislativa del Pe arriva poche settimane prima della pubblicazione da parte della Commissione delle sue proposte legislative per regolamentare il settore e racchiude quindi le proposte dei deputati, che dovranno in seguito approvarle sui punti più importanti della questione. Maggior trasparenza e regole più severe per contrastare le bolle speculative - I deputati chiedono di abbandonare "l´opinione finora prevalente secondo cui tali prodotti non richiedono alcuna disciplina supplementare, in quanto per lo più riservati a esperti e specialisti" e chiedono che "la futura normativa garantisca non solo la trasparenza sui mercati dei prodotti derivati, ma anche una corretta regolamentazione". Il testo approvato invita la Commissione a esaminare nuove modalità per ridurre in modo significativo il volume globale di prodotti derivati e sostiene la proposta dell´Esecutivo di proporre requisiti patrimoniali più elevati per gli istituti finanziari in caso di contratti bilaterali di derivati non ammissibili alla compensazione centrale e dunque al sistema di riduzione del rischio (sistema di controparti centrali di compensazione o Ccp). Al fine di contrastare le fluttuazioni sproporzionate dei prezzi e le bolle speculative, il Pe invita la Commissione a elaborare misure che consentano alle autorità di regolamentazione di fissare dei limiti per le posizioni di mercato. La nuova legislazione che sarà proposta dalla Commissione dovrà anche includere norme sul divieto di eseguire operazioni su materie prime e prodotti agricoli con finalità puramente speculative. In tal senso, bisogna imporre, secondo i deputati, limiti rigorosi per le transazioni in tali settori, con particolare riferimento ai generi alimentari di prima necessità nei paesi in via di sviluppo e alle quote di emissione dei gas a effetto serra. Diminuire il fattore rischio - Uno dei punti principali del testo approvato è la necessità che un maggior numero di prodotti finanziari derivati sia trattato a partire da un sistema centralizzato di diminuzione del rischio. Per raggiungere tale risultato, i deputati propongono di garantire la resilienza delle Ccp nei confronti di una più ampia gamma di rischi, "incluso il fallimento di più partecipanti, le vendite improvvise di risorse finanziarie e la rapida riduzione della liquidità del mercato". Tali Ccp, inoltre, dovrebbero essere istituite secondo "chiare regole di condotta e necessarie norme vincolanti", onde evitare che siano interamente controllate dagli utenti e che i loro sistemi di gestione dei rischi siano in competizione. Caso specifico delle aziende - I deputati chiedono che il commercio fuori borsa di derivati, quando compiuto da imprese che agiscono come utenti finali, sia sottoposto a una regolamentazione meno stringente, che tenga conto dei rischi specifici ai quali le aziende sono esposte rispetto ai grandi operatori del mercato e agli istituti finanziari Credit default swaps - La risoluzione approvata chiede il divieto di transazioni speculative sui credit default swap (Cds) e insiste che tali prodotti debbano essere trattati da una Ccp europea per diminuire i rischi, rafforzare la trasparenza e ridurre i rischi sistemici. Infine, la risoluzione deplora la mancanza d´informazione sul ruolo dei Cds nella crisi di alcuni paesi dell´eurozona e chiede una piena divulgazione alle autorità di regolamentazione e di vigilanza. Procedura - Nel mese di settembre, la Commissione presenterà la sua proposta legislativa sui derivati. Il testo inizierà, dunque, il suo iter sia al Consiglio dei Ministri che al Parlamento, le due istituzioni che condividono il potere legislativo.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE MAGGIORE TRASPARENZA SU FONDI REGIONALI  
 
Strasburgo, 16 giugno 2010 - I progetti di sviluppo regionale che beneficiano di finanziamenti comunitari dovrebbero essere presentati in dettaglio sul sito web della Commissione, per permettere a tutti "una panoramica a livello europeo dei dati", secondo quanto afferma una risoluzione adottata martedì dal Pe. I revisori Ue dovrebbero avere un approccio più rigoroso nei casi di mancato rispetto degli obblighi d´informazione e di procedura, compresa la soluzione di indicare esplicitamente i nomi dei frodatori. I deputati costatano che "l’iter dell’uso delle risorse pubbliche continua ad essere estremamente difficile da seguire per gli interessati" e che il modo in cui tali informazioni sono rese pubbliche differisce in modo sostanziale da un paese all´altro, "rendendo difficile un raffronto a livello dell´intera Unione europea". La risoluzione invita pertanto la Commissione a fornire maggiori informazioni al momento della pubblicazione degli elenchi dei beneficiari: tutte le parti interessate dovrebbero essere elencate, evidenziano i deputati, e il sito web dovrebbe presentare una sintesi e una descrizione dei progetti, tradotti in inglese, francese o tedesco. Nome e cognome dei truffatori - Il Parlamento europeo "sollecita i revisori contabili ad adottare un approccio più rigoroso in merito ai requisiti di comunicazione e informazione, compresa la soluzione di indicare esplicitamente i colpevoli di violazioni, in particolare se sono attori governativi, e di utilizzare le correzioni finanziarie in casi di frode accertata". Infine, i deputati chiedono alla Commissione di monitorare l’utilizzo di pagamenti anticipati ricevuti dagli Stati membri conformemente alle semplificazioni apportate alle nome che disciplinano i fondi strutturali. La risoluzione d´iniziativa sulla trasparenza della politica regionale e il suo finanziamento, relatore Michail Tremopoulos, (Verdi/ale, Gr) è stata approvata con 629 voti favorevoli, 6 contrari e 26 astensioni.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CONCLUDE CHE DODICI STATI MEMBRI HANNO ADOTTATO MISURE EFFICACI NELL’AMBITO DELLA PROCEDURA PER I DISAVANZI ECCESSIVI  
 
Bruxelles, 16 giugno 2010 - Ieri la Commissione europea ha valutato il seguito dato da Belgio, Repubblica ceca, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Slovenia e Slovacchia alle raccomandazioni del Consiglio del 2 dicembre 2009 per la correzione dei rispettivi disavanzi pubblici in eccesso, e ne ha concluso che le autorità hanno agito in linea con dette raccomandazioni. “L’attuale situazione economica richiede che la strategia d’uscita dalla crisi sia coordinata per far fronte alla necessità di risanare con decisione i bilanci pubblici e sostenere la neonata ripresa. Gli attuali obiettivi di bilancio, compresi gli obiettivi rivisti di Spagna e Portogallo, sembrano garantire, nel complesso, una politica di bilancio adeguata per l’Unione europea, sebbene sia assolutamente necessario portare avanti con maggior decisione l’agenda delle riforme strutturali. La necessità di un migliore e più efficace coordinamento rafforza il nostro invito a potenziare la governance economica in Europa”, ha detto il Commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn.  
   
   
GRECIA, BORGHEZIO:FINANZIAMENTI ALLE BANCHE GRECHE DI SPIRO LATSIS-CONFLITTO DI INTERESSI PER BARROSO?  
 
 Bruxelles, 16 giugno 2010 - L´on. Mario Borghezio ha presentato ieri alla Commissione Europea un´interrogazione scritta di cui segue il testo integrale: "Premesso che una parte rilevante dei 145 miliardi di Euro che l´Ue ha assicurato alla Grecia per affrontare la crisi affluirà nelle casse di banche facenti parte della holding del miliardario greco Spiro Latsis; - che tale holding, la European Fianancial Group Efg Sa, le cui banche detengono 12 miliardi di euro di Bot greci, alla fine del 2009 ha spostato la propria sede dalla Svizzera al Lussemburgo, consentendo alla filiale greca Efg Eurobank, che possiede i 12 miliardi di euro di titoli greci, di riclassificarsi come banca "greca" e quindi idonea ha beneficiare dei fondi Ue e della Bce; - che la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea ha confermato che le banche del gruppo citato Efg detengono 60 miliardi di Euro di debito (pubblico e privato ) greco dal settembre 2009 e quindi con ogni probabilità oggi ancor maggiore; - che il presidente della Commissione Europea Barroso, che é uso trascorrere le vacanze con la famiglia sullo Yacht di Latsis- L´alexandros- avrebbe esercitato fortissime pressione sulla Germania affinché concedesse i mega-finanziamenti alla Grecia; La Commissione non ritiene che questa anomala situazione dimostri l´esistenza di un evidente conflitto d´interessi nella persona del Presidente della Commissione Europea?"  
   
   
DALLE REGIONI FORTI D´EUROPA LA SFIDA ANTICRISI DA BARCELLONA I "QUATTRO MOTORI" RILANCIANO LA LORO AZIONE CAMBIO DELLA PRESIDENZA: FORMIGONI LA CONSEGNA ALLA CATALOGNA  
 
 Barcellona, 16 giugno 2010 - Con la Dichiarazione di Barcellona, Lombardia, Rhone Alpes, Baden Wuerttenberg e Catalogna - i Quattro Motori d´Europa - lanciano una nuova fase della loro azione congiunta per promuovere il protagonismo delle Regioni nel governo dell´Europa e nella crescita della sua economia. La Dichiarazione è stata sottoscritta ieri nella capitale catalana, presente per la Lombardia il sottosegretario Paolo Alli, in rappresentanza del presidente Roberto Formigoni impegnato a Roma per la discussione sulla manovra economica. La dichiarazione segna la conclusione della presidenza di turno della Lombardia (iniziata nel febbraio 2009) e l´inizio della presidenza della Catalogna, guidata dal presidente Josè Montilla y Aquilera. Rafforzamento del ruolo dei governi regionali, protagonismo nella crescita economica, azione di lobbing all´interno dell´Unione europea e sviluppo della cooperazione mondiale: sono questi i capisaldi del programma dei Quattro Motori. L´obiettivo dichiarato è promuovere la competitività dei rispettivi tessuti produttivi e favorire la cooperazione tra le agenzie di sostegno all´economia. La dimensione internazionale verrà garantita dal network di cooperazione che prevede la prosecuzione della collaborazione in particolare con l´analoga comunità di lavoro dell´America Latina (nell´ambito del Mercosur) e l´avvio di nuove collaborazioni nel Mediterraneo e nell´Asia. Bilancio Della Presidenza Lombarda - "Quattro - ha ricordato a Barcellona, il sottosegretario per l´Attuazione del programma e per l´Expo, Paolo Alli - sono state le priorità che hanno caratterizzato la presidenza lombarda: sostegno a ricerca e innovazione, difesa delle piccole e medie imprese, tutela dell´ambiente e promozione della green economy e impegno per la formazione e la valorizzazione del capitale umano". Le politiche comuni di sviluppo, quelle di rafforzamento del ruolo dei governi regionali e gli interventi contro la crisi troveranno ora prosecuzione nella presidenza della Catalogna e, passando per l´Expo di Shanghai, arriveranno fino alla grande esposizione del 2015 che metterà la Lombardia sotto i riflettori del mondo.  
   
   
EUROPA, PRESIDENTE UMBRIA MARINI INTERVIENE A SEMINARIO VILLA UMBRA  
 
Perugia , 16 giugno 2010 – “Condurre l’Europa nel Xxi secolo: l’Europa e i sistemi locali dopo il trattato di Lisbona“, è il titolo del seminario in programma a Villa Umbra (Pila, Perugia), sabato 19 giugno, a partire dalle ore 9. All’iniziativa organizzata dal Servizio Europa, interverrà la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. “La giornata organizzata con il patrocinio di Villa Umbra vuole proporre una riflessione e fare il punto sul futuro dell’Europa unita e sulle sfide che questa è chiamata ad affrontare con i nuovi strumenti messi a punto nel Trattato di Lisbona - spiegano gli organizzatori - Con la ratifica e l’entrata in vigore del Trattato infatti, prosegue il cammino di integrazione dell’Unione Europea mediante alcune importanti modifiche apportate al quadro istituzionale accompagnate da una semplificazione dei processi legislativi e dalla definizione di nuove e più ampie competenze nel rispetto del principio di sussidiarietà e di una migliore partecipazione delle istanze nazionali e locali ai processi decisionali. Un’europa più democratica e trasparente, dove il ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali risulta rafforzato e nella quale sempre di più il cittadino ha la possibilità di far sentire la sua voce”. Il programma dei lavori prevede l’apertura di Alberto Naticchioni, amministratore Unico del Seu Servizio Europa, e il coordinamento del rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Stefania Giannini. Di seguito le relazioni di padre Folsom Cassian, Priore della Comunità Benedettina di Maria Sedes Sapientiae in Norcia, di Lucio Battistotti, Direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, di Fabio Raspadori, docente di Diritto dell’Unione europea, Facoltà di Scienze Politiche, Università di Perugia. Inoltre, sono previsti interventi programmati di rappresentanti del settore economico e sociale sul tema il “Trattato di Lisbona: quali cambiamenti per le Regioni e gli Enti locali?”. “L’umbria per l’Europa, l’Europa per l’Umbria” è il tema di cui discuterà a chiusura dei lavori la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. La giornata si svolgerà nella Sala Europa della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Villa Umbra.  
   
   
CROAZIA, LIEVE CRESCITA DEGLI STIPENDI MEDI  
 
Zagabria, 16 giugno 2010 - Secondo i dati diffusi dall´Istat croato, lo stipendio medio lordo in Croazia lo scorso marzo è stato pari a 7.831 kune (circa 1.059 euro), il che rappresenta un aumento del 5 per cento in termini nominali, e del 4,6 per cento in termini reali rispetto al febbraio scorso. Lo stipendio medio netto lo scorso marzo è ammontato a 5.359 kune (circa 724 euro). Si tratta di un aumento del 3,9 per cento in termini nominali, e del 3,5 in termini reali rispetto a febbraio scorso.  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI APRILE 2010  
 
 Roma, 16 giugno 2010 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di aprile 2010. Fabbisogno del settore statale del mese di aprile 2010
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 28.875
Spese 43.753
di cui: spesa per interessi 3.303
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) -14.878
Copertura
Totale 14.878
Titoli a breve termine -1.500
Titoli a medio-lungo termine 12.971
Titoli esteri 370
Altre operazioni (1) 3.037
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (Sdds) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito ( http://dsbb.Imf.org/ ).
 
   
   
PROROGA DI 7 MESI DELLA MORATORIA PER LE PMI  
 
Roma, 16 giugno 2010 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze, l´Associazione Bancaria Italiana e le altre rappresentanze d´impresa firmatarie dell´Avviso comune per la sospensione dei debiti delle Pmi hanno concordato di prorogare di 7 mesi i termini per la presentazione delle domande da parte delle imprese. Le domande potranno essere presentate fino al 31 gennaio 2011. Saranno ammesse alla sospensione soltanto le operazioni che non siano già state oggetto di moratoria. Rimangono immutati tutti gli altri contenuti presenti nell´Avviso comune sottoscritto tra le parti il 3 agosto 2009 e nell´addendum del 23 dicembre 2009. La proroga viene incontro all´esigenza di rendere pienamente operativa la sospensione dei finanziamenti e delle operazioni creditizie e finanziarie con agevolazione pubblica deliberata da numerosi enti pubblici, pur se la dinamica delle domande di moratoria mostra un chiaro rallentamento, a conferma della tempestività dell´iniziativa. Per ciò che concerne i dati aggiornati al 30 aprile 2010, le domande di sospensione pervenute sono state circa 185 mila (+ 15 mila rispetto al 30 marzo) per un debito residuo pari a più di 55 miliardi di euro. Tenendo conto dei tempi di istruttoria (circa 30 giorni), sono già state accolte fino ad aprile quasi 142 mila domande per circa 10 miliardi di euro di mutui e leasing sospesi (500 milioni in più rispetto a marzo).  
   
   
PRESTITI PERSONALI: LE CLAUSOLE VESSATORIE PENALIZZANO I CONSUMATORI  
 
Roma, 16 giugno 2010 - Fare ricorso al prestito può rilevarsi un mezzo assai rischioso per le famiglie italiane indebitate, anche per chi è costretto in periodo di crisi. E´ quanto emerge dall´esame delle clausole vessatorie identificate nei contratti più diffusi dalle Camere di Commercio di Milano e di Monza e Brianza. Nel parere in materia di clausole vessatorie nei contratti di prestiti personali e mediazione creditizia, realizzato dalle Camere di Commercio che hanno esaminato i contratti di diversi fornitori, sono state rilevate decine di clausole vessatorie che penalizzano i consumatori, come le penali eccessive previste in caso di mancato pagamento (300 euro su mille di prestito, pari al 33%) o comunque penali che sono applicate alla singola rata non pagata e non all´intero debito. Il parere è stato presentato lo scorso 11 giugno al convegno "Soldi in prestito, contratti fuorilegge" organizzato dalla Camera di Commercio di Milano e di Monza e Brianza, il giorno successivo all´approvazione, in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, dello schema di decreto legislativo di attuazione della Direttiva sul credito al consumo (Direttiva 2008/48/Ce). In caso di reclami per i contratti bisogna affrettarsi, perchè dopo due anni non si può più esercitare questo diritto. Qualcuno prevede sedi diverse da quella eletta dal consumatore, che invece è sempre quella da utilizzare. Se il cliente ritarda di pagare per ben due volte, la società può interrompere il contratto e chiedere che gli venga restituito il capitale residuo ed eventuali interessi maturati nonché le spese sostenute, il che può portare a un costo molto più alto. La Polizza assicurativa deve essere indicata nel contratto se è obbligatoria o facoltativa e se cambia la compagnia o il contratto viene ceduto a un´altra società non devono cambiare i diritti e gli oneri per il cliente. Risulta poi difficile abbandonare il contratto: la tacita proroga per il rinnovo non va bene, su alcuni contratti sono indicati due mesi prima della scadenza per la disdetta oppure c´è l´obbligo di tornare a pagare la commissione annuale. Ci sono clausole che prevedono la possibilità per il fornitore di annullare servizi, cambiarli, togliere la carta di credito, tutto senza necessità di giustificazione o preavviso, contratti che vincolano oltre a chi firma anche il convivente o terzi garanti, che non conoscono il contratto e quindi per questo non viene ritenuto vessatorio se indicato in modo chiaro. L´indebitamento delle famiglie italiane ha visto aumentare infatti nel 2008 gli oneri per il pagamento degli interessi e la restituzione del capitale. Il servizio del debito ha raggiunto il 105 del reddito disponibile (era al 9% nel 2007), rendendo più problematiche le condizioni finanziarie delle famiglie, che hanno incontrato maggiori difficoltà nel rimborso dei debiti. Una tutela per i consumatori, invece, è data dall´azione inibitoria promossa dalle associazioni di tutela e dalle Camere di Commercio, per permettere al giudice di dichiarare la nullità delle clausole anche per il futuro, impedendo quindi che siano riproposte anche nei successivi contratti. Per i consumatori, con lo schema di decreto legislativo di attuazione della Direttiva sul credito al consumo, ci saranno comunque numerose novità, soprattutto in relazione alla trasparenza delle condizioni contrattuali e la correttezza degli intermediari, nonché degli agenti e dei mediatori finanziari. Il testo sarà sottoposto ora al parere delle Commissioni parlamentari.  
   
   
MONITORAGGIO DEL LAVORO FLESSIBILE  
 
Roma, 16 giugno 2010 - Pubblicata nella Gu n. 128 del 4 giugno 2010 la Direttiva sul Monitoraggio del lavoro flessibile ai sensi dell´articolo 36, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Presupposto essenziale e strumento primario per garantire e controllare il buon andamento e l´imparzialità della pubblica amministrazione è realizzare la piena trasparenza delle pubbliche amministrazioni su ogni aspetto che attiene all´organizzazione degli uffici e all´utilizzo delle risorse umane e finanziarie destinate al perseguimento delle funzioni istituzionali. Con questa direttiva si forniscono alle amministrazioni alcune anticipazioni sulle modalità che saranno seguite per il monitoraggio dei contratti di lavoro flessibile. Entro il 31 dicembre di ogni anno, sulla base di apposite istruzioni fornite con direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione e l´innovazione, le amministrazioni redigono un analitico rapporto informativo sulle tipologie di lavoro flessibile utilizzate da trasmettere, entro il 31 gennaio di ciascun anno, ai nuclei di valutazione o ai servizi di controllo interno , nonchè alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica che redige una relazione annuale al Parlamento. La rilevazione riguarda: le amministrazioni dello Stato; le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo; le regioni, le province, i comuni e le unioni di comuni, le comunità montane ed i loro consorzi; le istituzioni universitarie; gli istituti autonomi case popolari; le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni; tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali; le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale; l´Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran); le agenzie, comprese quelle di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300. In particolare l´indagine non riguarda il personale del comparto scuola, ed il personale in regime di diritto pubblico, ai sensi dell´art. 3, del decreto legislativo n. 165/2001. Le tipologie di lavoro flessibile oggetto della rilevazione sono: 1.I contratti di lavoro a tempo determinato (decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368); 2.Gli incarichi dirigenziali con contratto di lavoro a tempo determinato (art. 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165/2001; 3.Art. 110, decreto legislativo n. 267/2000, art. 15-septies, decreto legislativo n. 502/1992); 4.I contratti di formazione e lavoro (art. 3 del decreto-legge n. 726/1984, convertito, con modificazioni, nella legge n. 863/1984, art. 16, decreto-legge n. 299/1994, convertito, con modificazioni, nella legge n. 451/1994, n. 451); 5.I rapporti formativi: tirocini formativi e di orientamento (art. 18 della legge n. 196/1997); 6.I contratti di somministrazione di lavoro, le prestazioni di lavoro accessorio e i contratti di inserimento (decreto legislativo n. 276/2003); 7.I contratti di lavoro autonomo nella forma della collaborazione coordinata e continuativa (art. 7, comma 6, decreto legislativo n. 165/2001); 8.Gli accordi di utilizzazione di lavoratori socialmente utili (art. 36, comma 4, decreto legislativo n. 165/2001).  
   
   
ABI: FAISSOLA, APPROVATA PROROGA AL 31/1/2011 PER PRESENTARE LE DOMANDE, DA APRILE SCORSO 10 MLD DI LIQUIDITÀ IN PIÙ PER LE PMI SPOSTATA DI 7 MESI LA SCADENZA PER CHIEDERE LA SOSPENSIONE.  
 
 Roma, 16 giugno 2010 - Ancora 7 mesi per chiedere la sospensione prevista dall’”Avviso comune”. È stata infatti approvata la proroga dal 30 giugno 2010 al 31 gennaio 2011 per presentare le domande da parte delle piccole e medie imprese che non abbiano già fatto ricorso alla procedura. “Il varo della proroga – ha chiarito il Presidente dell’Abi, Corrado Faissola – evidenzia l’efficacia dello strumento, che ha permesso di far fronte da un momento particolarmente difficile”. Il quadro che emerge dagli ultimi dati evidenzia che da aprile 2010 le piccole e medie imprese hanno potuto contare su 10 miliardi in più di liquidità. Si tratta di oltre 500 milioni in più rispetto a marzo 2010, quando il dato si era attestato a circa 9,5 miliardi. È quanto emerge dell’ultimo aggiornamento del monitoraggio, che fotografa l’utilizzo dell’”Avviso comune”, l’accordo siglato il 3 agosto alla presenza del Ministro dell’economia Giulio Tremonti, dall’Abi e dalle altre rappresentanze dell’Osservatorio permanente sui rapporti banche imprese. I dati ufficiali del monitoraggio segnalano che al 30 aprile 2010 sono state 184.000 le domande delle imprese, per un controvalore complessivo di finanziamenti in essere di 55 miliardi di euro. Nella sesta rilevazione, a marzo 2010 le domande erano state circa 171.000, per un controvalore complessivo di finanziamenti di 52 miliardi di euro. Il sistema bancario ha analizzato 176.000 domande (53 miliardi di euro) con i seguenti risultati: è stato già accolto il 77% delle domande (142.000 pari a 43 miliardi), ancora in corso di esame 23.000 unità (7 miliardi), mentre solo il 2,5% non è stato accolto (4.600 per 1 miliardo di valore). Il Presidente dell’Abi, Corrado Faissola, ha sottolineato che “le banche hanno reso disponibili per le imprese 10 miliardi di euro relativi alle quote di capitale sospese”. Rispetto alle domande riferite alle singole branche di attività spiccano in particolare industria, commercio/alberghiero e altri servizi. L’analisi relativa alla distribuzione territoriale delle domande accolte, per sede legale dell’impresa richiedente, evidenzia che il 54,1% delle domande è riferito ad imprese residenti nel Nord Italia. La quota restante riguarda tutto il Centro Sud. Come evidenziato nei mesi scorsi, l’adesione delle banche all’Avviso comune, e quindi la volontà di sostenere ulteriormente il sistema delle imprese in questa difficile congiuntura, è stata massiccia: al 25 maggio, le banche e intermediari finanziari che hanno aderito sono 584, pari a 33.555 sportelli (il 98,3% del totale sportelli presenti in Italia).  
   
   
COMMERCIO ESTERO, ASSOCAMERESTERO: PASSO DI CARICA AD APRILE 2010 DEL SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE CHE RECUPERA OLTRE 500 MILIONI DI EURO. NELL’ULTIMO MESE IL MADE IN ITALY AUMENTA DI PIÙ DI TRE MILIARDI DI EURO  
 
 Roma, 16 giugno 2010 – Ad aprile il deficit della bilancia commerciale italiana, riducendosi di 515 milioni di euro rispetto al mese precedente, registra il migliore risultato in ambito europeo rispetto a Francia (+165 milioni di euro) e Germania (+100 milioni di euro). “Il contributo positivo delle esportazioni nette – commenta Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, dopo la pubblicazione dei dati Istat – produce il buon risultato in termini di miglioramento del saldo complessivo: al netto dell’energia, il solo mese di aprile vede crescere l’attivo del Made in Italy di 3,3 miliardi di euro”. Il miglioramento del saldo è in gran parte attribuibile alla performance verso i Paesi extra-europei: l’Italia si piazza al primo posto (+308 milioni di euro), a distanza dal Regno Unito (+52 milioni di euro) e a fronte di un brusco rallentamento su questi mercati da parte dei primi due esportatori europei, Francia (-2,2 miliardi di euro) e Germania (-1,6 miliardi di euro). “Le esportazioni verso le economie più dinamiche registrano anche questo mese incrementi significativi, confermando il trend di spostamento delle nostre imprese da mercati tradizionali, a minor tasso di crescita, verso quelle realtà che stanno trainando la ripresa mondiale. – continua Esposito - Al contrario, Paesi quali Francia e Germania sembrano incontrare difficoltà a mantenere posizioni su questi mercati e segnano ad aprile una riduzione consistente delle vendite, pari rispettivamente a -20,4% e -11,8%”. Tra i settori traino dell’export si conferma la meccanica che nel solo mese di aprile, in linea con l’andamento generale, vede crescere il proprio attivo di 3,2 miliardi di euro e registra un surplus di 11,5 miliardi di euro nei primi quattro mesi dell’anno, “per dare un’idea di massima, pari a quasi la metà del valore della manovra finanziaria di 24 miliardi di euro prevista dal Governo”, conclude Esposito.  
   
   
MANOVRA, FORMIGONI: RISCHIO INCOSTITUZIONALITA´ PER LA CORTE FUNZIONI E RISORSE DEVONO ESSERE CORRELATE  
 
Roma, 16 giugno 2010 - Togliere le risorse alle Regioni senza togliere le relative funzioni "contraddice quanto disposto dalla Corte Costituzionale. C´è dunque un rischio di incostituzionalità della manovra, dal momento che la Corte Costituzionale afferma che deve esservi un collegamento diretto tra le funzioni conferite e le risorse necessarie per il loro esercizio". E´ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nella conferenza stampa indetta dalle Regioni sul tema della manovra finanziaria del Governo. L´affermazione di Formigoni fa riferimento a due sentenze della Corte Costituzionale, la n. 37 del 2004 e la 417 del 2005.  
   
   
VISITA A TRENTO DEL CONSOLE GENERALE DELLA REPUBBLICA DI POLONIA  
 
 Trento, 16 giugno 2010 - Il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai ha ricevuto ieri pomeriggio la visita del Console Generale della Repubblica di Polonia a Milano, Krzysztof Strzalka. Il diplomatico polacco è un buon conoscitore del Trentino, che frequenta soprattutto durante il periodo invernale per praticare lo sci sulle nostre montagne. Le collaborazioni nel campo culturale ed economico sono state al centro dell´incontro. Quella polacca è una presenza molto importante per l´economia trentina. In termini di presenze la Polonia rappresenta il primo mercato per il turismo invernale trentino. L´economia della Polonia, è emerso durante il colloquio, gode di ottima salute, con una crescita attorno al 2% nel 2009 e prospettive ancora migliori nel 2010, al di sopra del 3%, soprattutto se paragonata a quella di molti altri stati dell´Unione. Per il Trentino è quindi particolarmente interessante sviluppare una significativa collaborazione economica e commerciale con questo paese. Per questo motivo nel mese di luglio, a seguito dell´incontro odierno, verrà organizzata una riunione operativa per individuare ambiti e materie oggetto di collaborazione territoriale e settoriale tra il Trentino e il mercato polacco. Gli uffici provinciali sono già al lavoro per realizzare, assieme a realtà istituzionali polacche, progetti di collaborazione in ambito culturale. Nella Polonia meridionale hanno infatti trovato sepoltura molti trentini deceduti durante la Prima Guerra Mondiale. Quest´anno, è stato ricordato nel corso dell´incontro, ricorrono i 200 anni dalla nascita del musicista e compositore polacco Fryderyk Franciszek Chopin e anche questa ricorrenza potrebbe essere celebrata assieme. Al termine del colloquio il presidente Lorenzo Dellai ha fatto dono al Console di una copia dei volumi "Scritti e discorsi politici" di Alcide De Gasperi. (lr) Il curriculum vitae di Krzysztof Strzałka - Politologo e diplomatico di carriera. Ha studiato storia e diritto all’Università Jagellonica di Cracovia e relazioni internazionali all’Università degli Studi „La Sapienza” di Roma (Facoltà di Scienze Politiche). Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca nel 1999 ha intrapreso la carriera accademica all’Università di Cracovia, prima all’Istituto di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e poi, dal 2005, presso l’Istituto di Studi Europei. Nello stesso tempo svolge l’attività scientifica presso l’Istituto di Studi Politici dell’Accademia Polacca delle Scienze a Varsavia. È entrato attraverso il concorso diplomatico al Ministero degli Affari Esteri. Dal settembre 2000 fino al 2005 ha servito come il Primo Segretario all’Ambasciata di Polonia a Roma (Ufficio Politico), successivamente consigliere d’ambasciata al Dipartimento per la Strategia e la Pianificazione della Politica Estera e poi al Dipartimento per i Paesi Europei del Ministero degli Affari Esteri. Nominato, dopo aver vinto concorso interno, Console Generale della Repubblica di Polonia a Milano. Ha assunto le funzioni il 1° ottobre 2008. Ha scritto un libro sulle relazioni italo-polacche durante la seconda guerra mondiale e diversi articoli scientifici nel settore di relazioni internazionali, storia della diplomazia e politica europea.  
   
   
MANOVRA, POLVERINI: "REGIONI NON SI SFILANO MA CHIEDONO EQUITÀ"  
 
Roma, 16 giugno 2010 - “Le Regioni non intendono tirarsi fuori da una manovra che riteniamo utile nel contesto europeo. Ma vogliamo una partecipazione equa di tutte le varie componenti. Così com’è la manovra rischia di ricadere per oltre il 50% sulle Regioni”. Così il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è intervenuta dopo la Conferenza straordinaria delle Regioni che si è riunita ieri approvando all’unanimità un documento sulla manovra finanziaria del governo. Nel testo si legge che le Regioni "comprendono la necessità di una manovra tempestiva rispetto alla situazione economica attuale" ma ritengono "che il taglio indiscriminato sulle spese regionali non sia congruo nell´equilibrio del concorso dei livelli istituzionali”. Il presidente Polverini ha poi ribadito che i tagli potrebbero penalizzare “l´operazione contro gli sprechi che i nuovi governatori stanno mettendo in campo", sottolineando come sia “chiara la difficoltà di garantire servizi efficienti ai cittadini. Siamo in attesa della convocazione da parte del governo al quale abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo". Nel pomeriggio è previsto l’incontro dei presidenti delle regioni con le forze sociali ed economiche, mentre domani il confronto prosegue con i gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione.  
   
   
MANOVRA: CHIODI, DURISSIMA E NON SOSTENIBILE DA REGIONI  
 
Roma, 16 giugno 2010 - "Si tratta di una manovra durissima che le regioni non sono assolutamente in grado di sostenere". Lo ha ieri detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, a margine della conferenza stampa di tutti i presidenti delle regioni sulla manovra di bilancio presentata dal governo. "Non è vero che ora i sacrifici devono farli le regioni - ha spiegato meglio il presidente -. Finora abbiamo fatto la nostra parte su fronte dei conti pubblici e del debito. È chiaro che siamo pronti a sostenere sacrifici in nome di quel risanamento che si è imposto il governo nazionale e sul quale c´è piena condivisione anche da parte delle regioni, ma queste sono condizioni inaccettabili". Il presidente Chiodi ha partecipato alla Conferenza straordinaria delle regioni votando e sottoscrivendo al termine della riunione un documento che chiede al governo di rivedere l´entità dei tagli a fronte di una disponibilità delle regioni alla politica del rigore. Su questo aspetto, il presidente in sede di Conferenza delle regioni ha voluto inserire nel documento il concetto di virtuosismo riferendolo ai comportamenti anziché alle regioni, portando proprio l´esempio dell´Abruzzo. "Ci sono delle regioni ? ha spiegato - che stanno attuando una politica virtuosa di risanamento del debito e di riduzione delle spesa: questi sono comportamenti virtuosi e come tali è necessario sottolinearli nel confronto con il Governo".  
   
   
IL GOVERNATORE SPACCA ALLA CONFERENZA DEI PRESIDENTI SULLA MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO: ´SULLE REGIONI, CHE PURE HANNO RIDOTTO LA SPESA PUBBLICA, TUTTO IL PESO DELLA MANOVRA. MINISTERI E AMMINISTRAZIONE CENTRALE FACCIANO LA LORO PARTE´.  
 
Ancona, 16 Giugno 2010 - ´La manovra e` quanto mai necessaria, questo nessuno lo mette in dubbio. Le Regioni sono quindi pronte a fare la propria parte e le misure, anche drastiche, che la Giunta regionale delle Marche ha gia` elaborato per ridurre ancor di piu` le spese di amministrazione lo dimostrano. Ma occorre che i sacrifici siano equamente ripartiti tra i vari livelli istituzionali. Questo non sta accadendo´. Cosi` il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, nel suo intervento alla Conferenza dei presidenti riunita ieri in via straordinaria per discutere della manovra economica del Governo e delle sue pesanti ricadute sulle finanze delle Regioni. Dalla riunione e` scaturito un documento approvato all´unanimita`, in cui si ribadisce l´assoluta contrarieta` alla manovra che preclude l´esercizio di molte delle funzioni di competenza regionale di assoluta sensibilita` sociale ed economica, nonche` qualsiasi azione anticiclica e di sviluppo del territorio, inibendo tutte le politiche d´investimento. ´I ministeri e l´amministrazione centrale dello Stato ´ ha detto Spacca - hanno incrementato la spesa pubblica di +10,87% tra il 2007 e il 2009. Le Regioni, nello stesso periodo, l´hanno ridotta di -6,21%. Non e` sostenibile che la manovra, ora, debba essere massimamente a carico delle Regioni: quasi il 50% del valore complessivo; mentre all´amministrazione centrale viene richiesto un sacrificio marginale. La manovra, cosi` com´e` stata concepita, e` irricevibile e insostenibile e deve essere, quindi, corretta in termini di responsabilita` ed equita`, seguendo il principio di leale collaborazione e rispetto tra le diverse amministrazioni del Paese´. Nel suo intervento il presidente Spacca ha inoltre sottolineato la necessita` (condivisa da altri governatori) che dalle Regioni arrivino proposte alternative da sottoporre al Governo per far fronte alla difficile crisi economica. ´Il nostro primo obiettivo ´ ha aggiunto Spacca anche in qualita` di coordinatore della Commissione Attivita` produttive della Conferenza delle Regioni ´ e` di far modificare nella sostanza la manovra. E per fare questo occorre anche ricercare `alleanze´ al di fuori della Conferenza delle Regioni, per creare condivisione sul nostro `no´. Soprattutto dobbiamo parlare alle categorie produttive (incontrate nel pomeriggio dai governatori, ndr), anch´esse duramente colpite dalle misure del Governo. Basti pensare che i fondi per la piccola impresa saranno ridotti di due terzi rispetto al 2009 o che il contributo per il trasporto pubblico locale sara` tagliato di un terzo. Qui non stiamo parlando di tagli a spese improduttive, come il Governo vuole far credere, bensi` a misure che paralizzano le prospettive di crescita e di sviluppo del nostro Paese e introducono elementi di recessione in una fase di timida ripresa economica´.  
   
   
ZAIA: TAVOLO SERIO DI CONFRONTO CON IL GOVERNO SULLA MANOVRA  
 
Venezia, 16 giugno 2010 - “Credo che sia opportuno costruire un tavolo serio di confronto con il Governo per affrontare quei nodi della manovra che destano maggiori preoccupazioni, in particolare tra le Regioni. L’obiettivo dovrebbe essere quello di applicare al più presto il principio dei costi standard.” Lo ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia tornando sulla questione della manovra finanziaria e delle perplessità espresse da alcuni governatori. “Si sa che il medico pietoso non fa che aggravare la malattia, e l’esecutivo si trova a dover adottare misure dolorose per correggere una situazione critica. Detto questo, credo ci siano i margini per un confronto che porti a una applicazione equilibrata della manovra, evitando di penalizzare proprio quelle Regioni virtuose che in tutti questi anni hanno presentato i conti in ordine e mostrato senso di responsabilità verso i propri cittadini e verso lo Stato centrale”.  
   
   
TOSCANA: DI RITORNO DALLA RIUNIONE DEI PRESIDENTI DELLE REGIONI ROSSI: «SULLA MANOVRA IL PDL ASCOLTI FORMIGONI» COLPO INACCETTABILE AI SERVIZI E RISCHIO CONCRETO DI INCOSTITUZIONALITÀ  
 
Firenze, 16 giugno 2010 - «Bravo Formigoni! Il modo con cui il presidente della Regione Lombardia si sta battendo contro la manovra del governo e contro i tagli insostenibili ai servizi sociali, al trasporto pubblico, all’assistenza, all’agricoltura, fino alla sanità è davvero esemplare». Così interviene il presidente della Toscana Enrico Rossi di ritorno dalle riunioni di Roma. «La pesante e inaccettabile riduzione dei finanziamenti – prosegue - non colpisce astratte istituzioni, ma servizi al cittadino: si riducono treni, autobus, insegnanti, infermieri, e i finanziamenti per i non autosufficienti e le famiglie. Ad essere colpite sono le persone in carne ed ossa e i loro diritti. Formigoni suggerisce anche la possibilità di un rischio di anticostituzionalità, perché deve esserci un collegamento tra le funzioni attribuite e le risorse trasferite. Coerentemente, oltre ai finanziamenti tolti, avrebbero dovuto esserci tolte anche le competenze». «Questa manovra non tiene - aggiunge Rossi - e appare in contrasto con la Costituzione. Per questo ho dato mandato agli uffici regionali di prendere in esame la manovra sotto il profilo della costituzionalità e della legittimità. È davvero importante che il presidente della Lombardia mostri un profilo istituzionale così alto, ed è ancora più significativo che chi guida la regione più popolosa, ricca e produttiva d’Italia, esponente di primo piano del Pdl, esprima una posizione tanto forte e critica verso la manovra voluta dal suo stesso partito. Sono convinto che se manterremo l’unità di tutte le Regioni e di tutte le istituzioni in difesa dei servizi per i cittadini aumenteranno le possibilità di cambiare la manovra in Parlamento, modificandola nei suoi aspetti più negativi. Invito quindi il Pd l - conclude Enrico Rossi - sia a livello regionale che nazionale a condividere l’impegno di Formigoni e a rappresentare quindi l’interesse anche della nostra regione e di tutti i cittadini di ogni colore politico, compresi quelli di centrodestra».  
   
   
MAOVRA FINANZIARIA, MARINI,(UMBRIA) ”URGENZA DI UN CONFRONTO ISTITUZIONALE TRA GOVERNO E REGIONI”  
 
 Perugia, 16 giugno 2010 – “Qualora non vi fosse la disponibilità a modificare la manovra finanziaria varata dal Governo dal 2011 circa il 100 per cento del bilancio regionale sarà esclusivamente composto dal settore sanità e dalle spese fisse di funzionamento”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a margine dei lavori della Conferenza dei presidenti delle Regioni italiane che ha approvato all’unanimità un documento con il quale si definisce la manovra finanziaria “irricevibile perché iniqua e anticostituzionale”. “In pratica – ha proseguito Marini – non vi saranno più risorse finanziarie né per le politiche di investimento, né per i servizi, con pesantissime ripercussioni per cittadini e imprese”. La presidente ha sottolineato la volontà unanime delle Regioni italiane di aprire con urgenza un “confronto istituzionale e non politico tra Governo e Regioni per una attenta e rigorosa valutazione della manovra e delle sue reali ripercussioni sulle Regioni e sulla loro capacità di svolgere il ruolo attribuito ad esse dalla Costituzione”. “L’impegno delle Regioni per contribuire al riequilibrio finanziario dei conti pubblici - ha detto - deve essere equo rispetto a tutti gli altri livelli istituzionali, a cominciare dall’amministrazione centrale dello Stato”.  
   
   
IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA SCOPELLITI SULLA CONFERENZA DELLE REGIONI : APPORRE DEI CORRETTIVI ALLA MANOVRA  
 
 Roma, 16 giugno 2010 - “Sarebbe opportuno apporre dei correttivi alla manovra ed evitare che il peso ricada sui cittadini. La Calabria paga già un gap strutturale atavico ed ulteriori tagli potrebbero minare il percorso di crescita e sviluppo che stiamo avviando”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti al termine della Conferenza delle Regioni. “Sono convinto che il Governo nazionale sarà sensibile al grido d´allarme lanciato questa mattina. Nella riunione di oggi abbiamo manifestato tutta la nostra preoccupazione rispetto ai temi sociali riguardanti i diversi territori. In Calabria, così come in altre realtà territoriali, abbiamo avviato la stagione del risparmio e della razionalizzazione dei costi. Serve a questo punto che il governo nazionale ascolti l’appello lanciato dalle Regioni”.  
   
   
PUGLIA, LA DENTAMARO ALLA CONFERENZA DELLE REGIONI: "MANOVRA IRRICEVIBILE"  
 
Bari, 16 giugno 2010 - L’assessore al Sud e al federalismo della regione Puglia, Marida Dentamaro, ha ribadito, nel corso della Conferenza delle Regioni straordinaria convocata dal presidente Errani, l’adesione della Puglia al coro sostanzialmente unanime sulla “irricevibilità della manovra decisa unilateralmente dal Governo in violazione non solo di un metodo di leale collaborazione sancito dalla Costituzione e dalla legge, ma anche e soprattutto di una serie di patti istituzionali con i quali, appena nel 2009, si erano raggiunti faticosi equilibri sui temi più sensibili, primo fra tutti il patto sulla salute”. “Cruciale sarà l’incontro del pomeriggio con le parti sociali perché - sottolinea la Dentamaro - le rivendicazioni delle Regioni non hanno carattere corporativo ma si preoccupano delle gravissime conseguenze che i tagli alle istituzioni regionali avranno sui territori (persone, famiglie, imprese). E’ un dato infatti che i servizi sociali e il sostegno allo sviluppo siano ormai affidati pressoché interamente alle istituzioni regionali, sicché i tagli si tradurranno immediatamente in riduzioni drastiche di tutti i servizi resi ai cittadini, in ogni comparto del sociale (dal fondo per la non autosufficienza alla cultura al diritto allo studio), nel trasporto pubblico locale, negli aiuti alle piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura della nostra economia. Quanto alla sanità, il de finanziamento dei fondi Fas e il taglio sulla spesa farmaceutica rendono praticamente impossibile ogni ipotesi di piano di rientro, che pure la Regione sta predisponendo in ossequio al Patto siglato nel dicembre dello scorso anno. Da sottolineare anche la clamorosa incoerenza del Governo sul piano istituzionale, rispetto al percorso del federalismo amministrativo e fiscale. I tagli ai Ministeri corrispondenti alle funzioni a trasferirsi - spiega l’assessore - privano i trasferimenti della necessaria copertura finanziaria, facendo di fatto abortire il federalismo. Inutile la debole difesa del governatore piemontese, il leghista Cota, che - unica voce distonica, evidentemente preoccupato del proprio elettorato - tenta di negare lo stampo ipercentralista della manovra. La bugia è troppo spudorata - conclude la Dentamaro - così come lo sgradevole tentativo di incassare dal Governo qualcosa in cambio per la sua regione. Nemmeno Formigoni o Zaia lo hanno seguito. Quanto all’ipotesi di introdurre forme di premialità, o meglio di minor penalizzazione, per i comportamenti più virtuosi nel contenimento della spesa, la Puglia non ha nulla da temere; basti pensare che dal 2006 al 2009 ha ridotto di ben 40 milioni la spesa per il personale, che rappresenta notoriamente una delle voci più consistenti, oltre che impopolari, tra le uscite del bilancio regionale”.  
   
   
VENDOLA SU ALLARME 100 ECONOMISTI  
 
Roma, 16 giugno 2010 – Di seguito una dichiarazione del presidente della regione Puglia, Nichi Vendola a seguito dell’allarme lanciato da Emiliano Brancaccio e Riccardo Realfonzo, dell´Universita´ del Sannio, e da Antonella Stirati, dell´Universita´ Roma Tre che a nome di cento economisti italiani hanno scritto una lettera aperta ai governanti italiani ed europei e ai rappresentanti delle parti sociali. “Condivido fortemente l’allarme lanciato oggi da cento economisti italiani che hanno scritto una lettera aperta ai governanti italiani ed europei e ai rappresentanti italiani presso le istituzioni dell’Unione Europea. Mi sembra molto interessante e stimolante l’analisi secondo la quale le politiche economiche di austerità messe in campo dai governi, compreso quello italiano che sta facendo tagli da bassa macelleria sociale, potrebbero “forzatamente sospingere alcuni paesi fuori dall’Unione monetaria” per poter difendere i propri mercati, i propri redditi e la propria occupazione. Siamo insomma al paradosso, fuori dall’Europa per poter continuare a vivere, o meglio a sopravvivere. Ma il rischio c’è e l’attacco al cuore dell’Europa mi sembra feroce e irresponsabile. Mi fa piacere che questo stato di cose sia stato evidenziato non da forze dell’opposizione “eversive”, bensì da una folta e autorevole rappresentanza di quel mondo economico ed accademico che non possiede, per storia e per cultura, rigidità ideologiche. Soffermiamoci insieme sulle motivazioni e sulle responsabilità degli errori che sono stati commessi in politica economica e fermiamoci prima che sia troppo tardi. Ma impariamo a dirci la verità. Io seguirò questa mobilitazione con grande attenzione e partecipazione”.  
   
   
RETRIBUZIONI DEI DIRIGENTI: ECCO COME STANNO LE COSE NOTA DELLA PROVINCIA DI TRENTO IN RELAZIONE AD UN ARTICOLO COMPARSO OGGI SU UN QUOTIDIANO  
 
Trento, 16 giugno 2010 - Un quotidiano locale ieri affermava che "i dirigenti trentini sono più ricchi di quelli veneti”. Il lettore sarebbe indotto a leggere così: tutti i dirigenti generali trentini guadagnano più dei loro colleghi veneti, tutti i dirigenti di servizio anche e così via. Se invece si guardano i dati con un minimo di obiettività si può notare facilmente che la struttura dirigenziale del Veneto è strutturata su tre livelli, anziché due come per la Provincia autonoma di Trento, e quindi il confronto va fatto tenendo conto di ciò. Ossia: - vi sono i segretari generali, che corrispondono ai dirigenti di dipartimento della Provincia autonoma; - vi sono i dirigenti regionali di direzione (non c’è corrispondenza, o visto il numero, si può pensare a strutture simili ai servizi); - vi sono i dirigenti di servizio (forse queste strutture sono assimilabili ai servizi, ma visto il numero, assomigliano forse di più agli uffici della Provincia). Da un confronto più obiettivo, dunque, le cifre risultano ribaltate. Ad esempio, sia a livello generale sia a livello individuale le retribuzioni dei dirigenti generali della Provincia sono sempre più basse di quelle dei colleghi veneti. Non solo: il carico lavorativo della dirigenza della Provincia autonoma - ad esempio in termini di personale da gestire - è molto maggiore. Infine, le retribuzioni dei colleghi della Regione Veneto non sono ancora aggiornate al rinnovo del contratto 2006-2009: al confronto sono quindi sottratti 4 anni di aumenti che non dovrebbero essere inferiori al 7-8 per cento. La Regione Veneto presenta i seguenti numeri complessivi (escluso Consiglio Regionale):
segretario generale 1
commissario straordinario 5
segretario regionale 13
dirigente regionale unità di progetto 13
dirigente di unità periferica - unità complessa 31
dirigente regionale di direzione 50
dirigente di servizio 103
totale 216
Detto questo, si può affermare che: - i segretari generali del Veneto hanno una retribuzione di 171.820,00 € lordi annui (il segretario 194.000 € e l’avvocato 201.000 €); - i dirigenti generali e le qualifiche economicamente correlate della Provincia sono 26 e hanno una retribuzione media di 139.000 € lordi annui; comunque anche a livello individuale le retribuzioni dei dirigenti generali della Provincia sono sempre più basse di quelle dei colleghi veneti.Quindi i numeri dei dirigenti generali sono più alti, ma le retribuzioni individuali sono sia mediamente che nei valori massimi, più basse per i trentini rispetto ai veneti. - i dirigenti regionali di direzione hanno una retribuzione media di 107.881.00 € lordi annui; - i dirigenti di servizio della Provincia sono 63 e hanno una retribuzione media di 92.193 € lordi annui. Se mettiamo insieme dirigenti regionali e di servizio del Veneto, otteniamo una media di circa 93.000 € lordi annui, ma su numeri ben più alti di quelli trentini. Solo se confrontiamo i numerosi dirigenti di servizio del Veneto o i dirigenti di servizio della Provincia verifichiamo retribuzioni più elevate, ma evidentemente a fronte di strutture che per competenze e complessità organizzativa non sono assolutamente comparabili. Se poi consideriamo che le retribuzioni dei colleghi della Regione Veneto non sono ancora aggiornate al rinnovo del contratto 2006-2009: constatiamo che al confronto sono sottratti 4 anni di aumenti che non dovrebbero essere inferiori al 7-8 per cento. L’articolo inoltre utilizza due dati, con l’intenzione di evidenziare l’evidente sproporzione fra le due realtà, quello della popolazione e quello del bilancio. A parte il fatto che non vi è alcuna correlazione diretta in generale fra struttura organizzativa regionale e popolazione o bilancio (anzi, di norma, la correlazione dovrebbe essere inversa), si può constatare come la Regione Veneto presidi in generale le proprie funzioni con un numero molto più elevato di dirigenti. Si prenda ad esempio la direzione risorse umane, dove per amministrare poco più di 2.600 dipendenti ci sono 4 dirigenti; in Provincia per la stessa funzione c’è un solo dirigente per 9.000 dipendenti in gestione. Oppure si prenda la “ragioneria” del Veneto con 9 dirigenti potenziali e 6 in servizio effettivo, contro i 4 della “ragioneria” della Provincia autonoma di Trento. Oppure ancora, si consideri il settore “infrastrutture” che ha in Veneto 11 dirigenti e in Trentino 6. E si potrebbe andare avanti così su molti settori. Valutazioni naturalmente solo approssimate poiché ogni organizzazione ha le sue logiche e bisogna attentamente valutarle prima di tirare qualsiasi conclusione. Sotto il profilo delle risorse finanziarie poi, dalla sottostante tabella si può notare come in molti casi il volume complessivo delle risorse in gestione, è nelle due realtà, assai più vicino di quello che il volume complessivo del bilancio potrebbe far sembrare.
funzioni obiettivo regione veneto bilancio previsione 2010 regione veneto previsioni competenza voci spesa corrente pat bilancio previsione 2010 pat previsioni competenza
organi istituzionali - relazioni istituzionali € 112.085.008,86 funzionamento organi istituzionali € 15.520.296,00
risorse umane e strumentali € 252.333.919,29 servizi generali € 337.723.273,60
finanza locale € 602.108.833,82
istruzione e formazione € 415.290.114,06 scuola e formazione-istruzione universitaria e ricerca € 920.237.060,00
cultura - sport e tempo libero € 50.417.000,00 cultura e sport € 82.166.577,00
interventi sociali-solidarietà internazionale-lavoro € 1.020.583.607,36 politiche sociali € 314.190.710,00
tutela della salute € 7.520.794.122,64 sanità € 1.169.447.440,00
agricoltura e sviluppo reale € 113.851.161,51 agricoltura € 92.741.578,46
sviluppo del sistema produttivo e delle piccole medie imprese-energia-commercio-commercio estero, promozione economica e fieristica-turismo € 226.912.078,66 politiche produttive e per lo sviluppo locale € 360.485.914,26
mobilità regionale € 868.867.228,50 infrastrutture per mobilità e reti € 294.882.015,14
tutela del territorio-politiche per l´ecologia-salvaguardia di venezia e della sua laguna-ciclo integrato delle acque-protezione civile € 884.871.886,52 governo del territorio € 120.085.859,47
fondi indistinti-rimborsi e partite compensative dell´entrata - oneri finanziari-partite di giro € 1.603.431.737,29 oneri non ripartibili-fondi di riserva e per nuove leggi € 248.503.351,36
interventi per le abitazioni-edilizia speciale pubblica € 222.843.589,80 edilizia abitativa € 91.907.090,89
Totale Spesa Complessiva (spesa corrente + spesa in conto capitale) € 13.292.281.454,49 Totale Spesa Complessiva (spesa corrente + spesa in conto capitale) € 4.650.000.000,00
Una conclusione obiettiva dovrebbe, si ritiene, riconoscere che quanto a numero di dirigenti e a retribuzioni degli stessi, la situazione della Provincia autonoma di Trento è a tutti gli effetti assolutamente accettabile se confrontata con il Veneto, ma non solo. La Provincia ribadisce ancora una volta che amministrare l’Autonomia del Trentino è cosa assai diversa che amministrare una Regione ordinaria, anche se molto più grande. Quindi dovrebbe essere tanto più apprezzata la ´sobrietà´ utilizzata dall´amministrazione nel gestire le risorse della Provincia, anche con riferimento alla propria dirigenza.
 
   
   
FVG: 17 BANDI A SOSTEGNO TESSUTO SOCIOECONOMICO  
 
Trieste, 16 giugno 2010 - Si è riunito tra il 14 e 15 giugno presso la Sala Conferenze del Laguna Palace Hotel di Grado (Go), il Iii Comitato di Sorveglianza del Fondo europeo di Sviluppo Regionale della Regione Friuli Venezia Giulia per l´anno 2010. Presieduti dall´Autorità di gestione Francesco Forte, ai lavori del Comitato hanno preso parte i rappresentanti del mondo economico e istituzionale della Regione, coadiuvati e supervisionati dai delegati del Ministero dello Sviluppo Economico (Dipartimento di Sviluppo e Coesione Economica), dell´Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l´Unione Europea (Igrue) e della Commissione Europea. Ai lavori ha partecipato anche l´assessore regionale alla pianificazione territoriale, autonomie locali e sicurezza, relazioni internazionali e comunitarie Federica Seganti che ha espresso il proprio compiacimento per l´importante lavoro svolto dai funzionari regionali. "Oltre 150 funzionari regionali appartenenti a diverse Direzioni e servizi, hanno lavorato alacremente e in modo armonico riuscendo, da settembre 2009 ad oggi, a lanciare ben 17 bandi per oltre 150 milioni di euro di controvalore. Un elemento di grande importanza", afferma l´assessore "che servirà a sostenere il Pil regionale". In apertura di lavori ha preso la parola il Commissario straordinario del Comune di Grado, Giovanni Blarasin che ha ringraziato l´Autorità di Gestione per la scelta della sede del Comitato e sottolineato come Grado abbia già sviluppato una sua specifica capacità nella progettazione ed in particolare nell´ambito della tutela ambientale con un progetto di Geotermia già finanziato nella precedente programmazione del Docup 2000/2006. Il Comitato ha approvato il Rapporto finale di Esecuzione del Docup Obiettivo 2 2000-2006, il Rapporto annuale di esecuzione del Por Fesr 2007-2013, lo stato di attuazione e la valutazione del programma stesso. Gli intervenuti hanno evidenziato come il Programma Operativo della Competitività sia lo strumento di programmazione che la Regione Friuli Venezia Giulia ha predisposto (e che la Commissione Europea ha approvato con propria decisione), con il quale si definiscono, all´interno del quadro di riferimento economico -sociale del territorio europeo (di cui agli artt.158 e 159 del Trattato) gli ambiti di sviluppo territoriale regionale. La rappresentante della Commissione europea, Daria Gismondi, e la rappresentante del Ministero dello Sviluppo economico, Giuseppina Calderola, hanno espresso il loro apprezzamento per lo sforzo fatto dall´Autorità di Gestione nella redazione della documentazione predisposta per la valutazione del Programma. Il Friuli Venezia Giulia, con le opportunità del Por, sta promuovendo la realizzazione di innumerevoli progetti all´interno di una linea di sviluppo strategica finalizzata a sostenere l´economia regionale per permettere a tutto il territorio di competere in ambito nazionale e internazionale.  
   
   
LA REGIONE TOSCANA DIMAGRISCE: LE DIREZIONI GENERALI PASSANO DA 8 A 5 SUPERVERTICE STRATEGICO E 17 AREE DI COORDINAMENTO PIÙ L´AVVOCATURA LA NUOVA ORGANIZZAZIONE PRESENTATA DAL PRESIDENTE ROSSI APPROVATA IN GIUNTA  
 
 Firenze, 16 giugno 2010 - La riorganizzazione della macchina regionale ha compiuto un nuovo passo avanti. Infatti su proposta del presidente Enrico Rossi la giunta ha licenziato ieri un provvedimento che presenta importanti novità. Partendo dai vertici dell´organizzazione, le direzioni generali passano da 8 a 5. L´intento, sottolineato dal presidente Rossi, è quello di concentrare a questo livello la direzione strategica della Regione, affidando ai direttori generali il ruolo di consulenti per l´elaborazione e la realizzazione delle politiche dell´ente, accentuando gli aspetti di coordinamento e di integrazione. Le cinque direzioni generali sono quelle della Presidenza, Organizzazione e risorse (personale, bilancio e altri settori), Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze (industria, lavoro, turismo e commercio, agricoltura...) Diritti di cittadinanza e coesione sociale (sanità e welfare), Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità (pianificazione, energia, infrastrutture...). Le relative nomine avverranno entro il prossimo lunedì con decreti del presidente. In un secondo momento, tramite un necessario passaggio per la modifica della legge n.1 del 2009, l´intenzione è quella di affidare al direttore generale della Presidenza un ruolo di maggior rilievo e di coordinamento del vertice regionale. Un aspetto apprezzabile dell´operazione, oltre a quello relativo al disegno organizzativo, riguarda il risparmio. Attualmente infatti un direttore generale percepisce uno stipendio lordo annuo di 135.000 euro, a cui vanno aggiunti 27.000 euro di produttività. Le cosiddette aree di coordinamento, cioè il livello di direzione a cui sono affidati compiti di gestione sul piano operativo, saranno 17. Un discorso a parte merita l´Avvocatura, che viene riconosciuta anch´essa Area di coordinamento con il compito, tra l´altro, di fornire un parere di legittimità su tutti gli atti della giunta.  
   
   
CONSIGLIO REGIONALE DEL MOLISE, DAL 29 GIUGNO DUE SEDUTE A SETTIMANA NESSUNA PAUSA ESTIVA  
 
Campobasso, 16 giugno 2010 - Il Presidente del Consiglio regionale, Michele Picciano, comunica che l´Assise regionale è convocata per il giorno 29 giugno come concordato all´unanimità nella seduta del 14 giugno della Conferenza dei Capigruppo. "Il Consiglio Regionale non è in ferie - ha dichiarato Picciano - non c´è nessuna pausa estiva ma viene portata avanti una costante ed incessante attività politico-amministrativa con un´attenta riflessione sui lavori del Consiglio che sono stati programmati a partire dal 29 giugno fino alla prima settimana di agosto. In questo periodo si terranno due sedute consiliari a settimana, il martedì e il venerdì, per evadere tutte le interrogazioni, le mozioni e gli ordini del giorno, con la ripresa del dibattito sullo Statuto regionale".  
   
   
TERREMOTO: CHIODI, RESTITUZIONE TASSE DAL PRIMO GENNAIO 2011  
 
Roma, 16 giugno 2010 - "Il governo ha deciso di fissare al primo gennaio 2011 il termine per la restituzione delle imposte e tasse sospese per il terremoto nei comuni del cosiddetto cratere". Lo ha annunciato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, al termine dell´incontro avuto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta. Chiodi ha spiegato che "gli aquilani dovranno restituire le tasse finora non versate dal primo gennaio 2011 anzichè dal primo luglio 2010 in almeno 60 rate. E ? ha aggiunto il presidente della Regione ? sottolineo almeno perché già da ora c´è una chiara disponibilità del governo ad aumentare le rate per la restituzione e dunque il periodo di versamento degli arretrati". Il presidente della Regione e il Sottosegretario Letta hanno poi confermato che "il versamento delle tasse rimane sospeso fino al 31 dicembre 2010 per gli autonomi che hanno un fatturato inferiore ai 200 mila euro. In questo modo ? hanno spiegato ? il governo ha voluto tutelare e avere un occhio particolare per i piccoli imprenditori". Il presidente della Regione si è dichiarato "molto soddisfatto" dalla decisione del governo e il sottosegretario Gianni Letta ha ribadito che "il governo non abbasserà mai l´attenzione nei confronti dell´Abruzzo e degli aquilani". La decisione di fissare la restituzione delle tasse dal prossimo primo gennaio 2011 entrerà nel disegno di legge della manovra con un emendamento specifico. "La preoccupazione principale degli aquilani ? ha detto Chiodi ? era legata alla ripresa della restituzione delle tasse sospese che sarebbe dovuto avvenire tra 15 giorni. Questa sera abbiamo dato una prima, importante, risposta differendo tale restituzione di sei mesi, ma soprattutto abbiamo aperto la possibilità che tale restituzione avvenga in un periodo più lungo dei cinque anni inizialmente fissato". Il sottosegretario Letta ha poi spiegato che la decisione di sospendere la tassazione alle imprese piccole con un fatturato di 200 mila euro "ha un costo finanziario di 600 milioni di euro". Letta ha poi rassicurato i cittadini del cratere sismico: "Sull´abruzzo stiamo attuando la politica dei piccoli passi, e sono convinto che questa politica darà i suoi frutti. Ai cittadini aquilani che si apprestano a protestare democraticamente e a manifestare legittimamente il proprio dissenso, dico che l´impegno del governo non verrà mai meno".  
   
   
FVG: DATI CASSA INTEGRAZIONE IN MAGGIO  
 
 Trieste, 16 giugno 2010 - L´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi ha fornito e commentato ieri, in un incontro con la stampa, i più recenti dati sulla cassa integrazione in Friuli Venezia Giulia che in maggio, rispetto al mese precedente, confermano una dinamica altalenante, da "montagne russe". L´aumento della richiesta di cassa integrazione si pone solo in "apparente contraddizione", ha rilevato l´assessore, rispetto al miglioramento dei principali indicatori economici (Pil, esportazioni, produzione). Nel maggio 2010 sono state erogate 2.717.636 ore di cassa integrazione, di cui 702.578 di tipo ordinario (26 per cento del totale), 1.581.116 di tipo straordinario (58 per cento) e 433.942 in deroga (16 per cento). Dopo un calo del 30,8 per cento registrato in aprile, in maggio vi è stata una crescita delle autorizzazioni del 76 per cento, particolarmente accentuata per quanto riguarda la straordinaria (più 113,9 per cento). La spiegazione di questo andamento, è stato detto, va ricercata nel fatto che molte imprese del Friuli Venezia Giulia, esaurita in questa fase la possibilità di ricorrere alla cassa di tipo ordinario, sono passate alla straordinaria, richiedendo e ottenendo di norma un anno intero (52 settimane). In maggio vi è stato in sostanza di un accumulo di domanda di cassa, che sarà diluita nel tempo e non necessariamente consumata per intero (spesso la cassa effettivamente utilizzata, rispetto a quella richiesta, può anche fermarsi al 50 per cento). Facendo la media degli ultimi tre-quattro mesi, la tendenza non si è d´altra parte modificata, quindi il dato di maggio non va eccessivamente enfatizzato, come ha osservato il direttore dell´Agenzia regionale del Lavoro Domenico Tranquilli. Secondo l´assessore Angela Brandi l´aumento della richiesta di cassa integrazione, tenuto conto dei dati che mostrano un´inversione di rotta dell´economia reale, può essere visto anche come la volontà di molte imprese di non chiudere, di continuare a resistere senza licenziare in vista di un consolidamento della ripresa. Sempre per quanto riguarda il lavoro, sono confortanti i dati del primo quadrimestre dell´anno, rispetto allo stesso periodo dell´anno scorso, sulla mobilità e sulle assunzioni. Gli inserimenti in lista di mobilità sono stati 2.292, in flessione del 34,9 per cento, mentre si sono registrate 54.152 assunzioni a fronte di 40.851 cessazioni, mostrando quindi un saldo positivo di 13.301 unità, con un´inversione di tendenza rispetto al 2009, che si era chiuso con un saldo negativo di 12.401 unità. Si riduce però la domanda di lavoro (meno 8,3 per cento), segno che le imprese sono impegnate in questa fase a far prima di tutto rientrare i lavoratori sospesi. Ci sono poi i segnali positivi dell´economia reale, che secondo l´assessore lasciano ben sperare, a cominciare dal dato Istat sulle esportazioni nel primo trimestre del 2010 che, con un più 17,2 per cento, vede il Friuli Venezia Giulia al terzo posto tra le regioni italiane. Si aggiunge poi il Prodotto interno lordo in risalita, dopo i dati negativi del 2009, e l´incremento del 4,3 per cento della produzione.  
   
   
INCONTRO TRA GIOVERNO REGIONALE E CONFINDUSTRIA MARCHE: UN``INTESA SUL METODO DI LAVORO COMUNE  
 
Ancona, 16 Giugno 2010 - E´ stata siglata il 14 giugno dal Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca e dal Presidente di Confindustria Marche Paolo Andreani un´intesa sul metodo di lavoro comune per affrontare insieme le criticita` della congiuntura, del rilancio della crescita e della manovra economica nazionale. E´ questo il risultato principale dell´incontro svoltosi ieri tra il Governo regionale e il Consiglio Direttivo di Confindustria Marche, in cui e` stata anche espressa soddisfazione per la riconferma della Regione alla guida della Commissione nazionale Attivita` Produttive. ´E´ un´intesa significativa - ha affermato il Presidente Gian Mario Spacca - perche` la collaborazione progettuale e` indispensabile, soprattutto in questa fase in cui dovremo far fronte ai tagli pesantissimi di una manovra economica nazionale che incidera` drammaticamente anche sul sistema imprenditoriale, oltre che su cittadini e famiglie. E´ alla luce di questo nuovo scenario finanziario che dovremo rivedere insieme le nostre priorita`. In particolare, proseguiremo l´azione di semplificazione dell´amministrazione che ha portato le Marche ad essere una delle Regioni piu` virtuose d´Italia in termini di equilibrio dei conti e risparmi delle spese burocratiche, a vantaggio degli impieghi a favore dello sviluppo, della sicurezza sociale e del territorio´. ´La crisi si e` manifestata, con tutta la sua intensita`, anche nelle Marche e le conseguenze sono ancora ben presenti- ha affermato il Presidente Paolo Andreani - Confindustria Marche e` consapevole che le difficolta` possono essere affrontate e superate solo con una strategia comune, organica e condivisa fra i vari attori, perche` tornare a crescere non e` solo un obiettivo realistico, ma - oltre ad una necessita` - un dovere verso la collettivita`. Fattori strategici per la crescita delle imprese sono, ora piu` che mai: un migliore accesso al credito, innovazione, ricerca e formazione, internazionalizzazione, semplificazione nonche` infrastrutture adeguate. Su questi ed altri temi, lungamente discussi e condivisi, significativo sara` il confronto costruttivo e costante con la Regione, anche alla luce degli effetti della manovra economica in corso di definizione a livello nazionale, che comunque richiedera` alla Regione una politica di ulteriore rigore, che consolidi i risultati gia` raggiunti e confermi il percorso annunciato, indispensabile per favorire un rilancio dell´economia regionale. ´ Nell´intesa firmata da Andreani e Spacca si sottolinea che ´e` necessaria condivisione di obiettivi e strategie tra sistema economico, parti sociali, istituzioni, con un confronto aperto e costante, preliminare e di verifica delle azioni intraprese, con appuntamenti sistematici per contribuire insieme e concretamente al successo del sistema produttivo e quindi alla crescita e alla occupazione. La Giunta Regionale e Confindustria Marche concordano di istituire un tavolo di confronto intersettoriale, per rafforzare il coinvolgimento nelle politiche regionali, in particolare la conoscenza preliminare e la programmazione delle questioni strategiche regionali, a partire dai principali atti: atti di programmazione generale e settoriale, in particolare il Piano per le Attivita` produttive, il documento di programmazione economico-finanziaria, il bilancio di previsione e di assestamento.´ All´incontro ha partecipato la Giunta regionale con la presenza, oltre al Presidente Spacca, di tutti gli assessori. Per Confindustria hanno partecipato, oltre al Presidente Andreani, tutti i Presidenti Provinciali: Andrea Ugolini di Pesaro-urbino; Giuseppe Casali di Ancona; Nando Ottavi di Macerata; Bruno Bucciarelli di Ascoli Piceno; Luca Monaldi di Fermo. Presenti anche i Presidenti della Piccola Industria Mario Mancini, dei Giovani industriali Simone Mariani, dell´Ance Massimo Ubaldi, insieme ad altri imprenditori tra cui Umberto Antonelli, Lorenzo Fiorelli, Stelvio Lorenzetti, Felice Santarelli, Federico Vitali. Presenti anche la direttrice regionale Paola Bichisecchi e i direttori provinciali di Confindustria.  
   
   
IN CALABRIA DELIBERATA LA COSTITUZIONE DEL TAVOLO DI PARTENARIATO ECONOMICO E SOCIALE  
 
Reggio Calabria, 16 giugno 2010 - La Giunta regionale, presieduta dal Governatore Giuseppe Scopelliti, ha approvato, nella seduta del 14 giugno , l’istituzione del Tavolo del partenariato economico e sociale in materia di attività produttive. Il provvedimento, deliberato dall’esecutivo, su proposta dell’assessore alle Attività Produttive Antonio Stefano Caridi, individua tra i soggetti che costituiranno il Tavolo, oltre ai dipartimenti regionali interessati e alla consigliera regionale di Parità, anche l’Uncem, l’Upi e l’Anci regionali, le associazioni in campo agricolo, bancario, ambientalistico, industriale e del terzo settore, Confcommercio e Camere di commercio, l’Abi, la Lega delle cooperative, i rappresentanti delle associazioni Consumatori regionali e delle organizzazioni sindacali. “La Regione - ha dichiarato l’assessore Caridi – intende promuovere la cultura dello sviluppo partecipato, tramite la definizione di atti di programmazione condivisi ed aumentare la qualità e l’efficacia delle scelte strategiche effettuate, rendendo le parti sociali ed economiche parte integrante del processo valutativo sotteso alle stesse decisioni. In questa ottica – ha detto ancora Caridi – è stato istituito il Tavolo del Partenariato al fine di supportare e concertare ogni decisione inerente le attività del nostro Dipartimento”.  
   
   
ISTITUITA LA CABINA DI REGIA PER IL RILANCIO DEL VCO. ACCOLTE LE OSSERVAZIONI ALLA BOZZA DEL PROTOCOLLO D’INTESA PROVINCIA-REGIONE-MINISTERO CHE VERRÀ SOTTOSCRITTA IL PROSSIMO GIOVEDÌ.  
 
Verbania, 16 giugno 2010 Nel pomeriggio dell’ 11 giugno con una riunione presso la sede provinciale si è proceduto all’istituzione della ‘Cabina di Regia’ per il rilancio produttivo e la reindustrializzazione del Verbano Cusio Ossola. Vi hanno preso parte il Presidente Nobili, il vice Marchioni e l’Assessore al Lavoro e Formazione Franzi, parlamentari locali, consiglieri regionali, Sindaco di Omegna, vicesindaci di Domodossola e Verbania, organizzazioni sindacali e le principali associazioni imprenditoriali del settore industria e artigianato. Si sono raccolte le osservazioni alla bozza del Protocollo d’Intesa proposta dal Ministero delle Attività Produttive e che la Provincia andrà a sottoscrivere con Dicastero e Regione Piemonte il prossimo giovedì 17 a Roma. “Con quanto emerso dalla riunione di oggi pomeriggio – spiega il Presidente Nobili – andiamo ad ottimizzare le indicazioni di massima contenute nel documento in via di sottoscrizione. Queste verranno focalizzate e concretizzate con il Piano Strategico che entro 90 giorni ,condividendolo con la Regione, verrà inoltrato al Ministero. Il Piano, d’intesa con Regione e Ministero, mira ad agevolare e rendere possibile l’applicazione sul nostro territorio di leggi ordinarie e speciali a favore delle attività imprenditoriali così come ad introdurre prassi di semplificazione burocratica sempre a favore dello sviluppo locale”. “Il Piano Strategico si suddividerà in due parti. La prima si concentrerà su 2,3 temi da concordare come linee prioritarie e alle quali lavorare con iniziative nell’immediato ‘cantierabili e bancabili’. Una seconda fase invece verrà costruita sulle basi del Piano Generale di Sviluppo al quale si darà corso passo per passo proporzionalmente agli stanziamenti che si riusciranno a reperire” ha fatto sapere il vicepresidente Paolo Marchioni. “Paghiamo le conseguenza di un sistema industriale e artigianale ad alta concentrazione di produzioni ‘mature’. Qui si tratta di ridisegnare l’economia del territorio attraverso l’insediamento di filiere con prospettive di lungo periodo. In questo senso la formazione gioca un ruolo centrale perché si tratta di riqualificare i lavoratori costruendo nuovi profili professionali” ha dichiarato l’Assesore al Lavoro e alla Formazione Franzi. La Cabina di Regia è stato istituita per dare una risposta in prima battuta alla recessione del manifatturiero, con l’intenzione di ampliarla in un secondo momento al comparto turistico, lapideo, agricolo e del frontalierato.  
   
   
PUGLIA: RILANCIARE E POTENZIARE L’AZIONE DEI SERVIZI PER L’IMPIEGO  
 
 Bari, 16 giugno 2010 - “Rilanciare e potenziare ulteriormente l’azione dei Servizi per l’Impiego, promuovendo appositi percorsi di formazione e riqualificazione professionale rivolti a tutto il personale operante a vario titolo presso gli stessi, al fine di adeguarlo agli standard quali-quantitativi di prestazioni da garantire ai cittadini/utenti dei Centri provinciali per l’Impiego, nel rispetto delle priorità fissate dal Masterplan regionale”. E’ questo l’obiettivo principe individuato, nell’incontro. Con le Amministrazioni Provinciali in sede di Comitato Istituzionale di Coordinamento, dall’Assessore al Welfare, Elena Gentile, per assicurare il costante collegamento tra i Servizi da erogare ad utenti e imprese e le Politiche attive del lavoro da attuare nei territori di competenza provinciale. “In tale prospettiva,- ha detto l’assessore- è ferma intenzione della Regione Puglia recepire e condividere i rilievi, i suggerimenti e gli spunti di specialità legati ai fabbisogni occupazionali e formativi emersi nelle singole realtà di riferimento. Il confronto con i referenti territoriali, infatti, costituisce la base di partenza del Gruppo di lavoro che si andrà a costituire, a livello provinciale, per la redazione congiunta dei Piani di Implementazione Provinciale dei Servizi (Pip), in vista della programmazione partecipata degli interventi di miglioramento da realizzare in relazione agli obiettivi di sistema e di servizio individuati in sede regionale. “Nella direzione di un’azione sinergica di politiche attive del lavoro con i servizi da rendere disponibili agli utenti dei Centri per l’Impiego, - ha detto ancora Elena Gentile- si muovono, del resto, i diversi Progetti regionali attualmente in corso di svolgimento, che prevedono un forte coinvolgimento delle Amministrazioni Provinciali per il tramite dei competenti Cpi, primo fra tutti quello rientrante nell’azione di sistema “Welfare to work”, in funzione di promozione e rilancio dell’attività degli stessi Centri sul piano dell’offerta di lavoro. La logica seguita è quella del rafforzamento delle misure di reimpiego rivolte ad un particolare target di lavoratori, costituito dai soggetti fuoriusciti o a rischio di espulsione dal sistema produttivo, come i percettori di ammortizzatori sociali in deroga. “Trattandosi della categoria allo stato tra le più esposte agli effetti della crisi economica in atto – prosegue l’Assessore – la Regione si impegna a promuovere, anche attraverso una linea di intervento coordinata tra gli Assessorati al Lavoro, alla formazione Professionale ed allo Sviluppo Economico, ulteriori azioni strategiche sul fronte occupazionale da portare avanti nel medio e lungo periodo, al fine di fronteggiare la situazione successiva alla scadenza delle misure di sostegno al reddito dei lavoratori in questione.”  
   
   
IN ARRIVO QUASI 10 MILIONI DI EURO PER IL RILANCIO DELL´OLTREPO  
 
Mantova, 16 giugno 2010 - La Regione Lombardia ha approvato il 29 aprile scorso la graduatoria dei progetti a valere sulle risorse del Fondo di Rotazione Obiettivo2. Il territorio mantovano ha ottenuto un finanziamento complessivo di 9.955.000 euro, che corrisponde al 20% delle risorse disponibili, per la realizzazione di 2 progettualità complesse: la prima per il "Rilancio competitivo del territorio dell´Oltrepò" con capofila la Provincia di Mantova; la seconda per l´"Oltrepò Mantovano: un viaggio tra storia, terra e acqua" con capofila il Comune di Moglia. Con i fondi ottenuti verranno realizzate infrastrutture attese da tempo. "La Provincia di Mantova ha svolto un ruolo di coordinamento nella costruzione ed elaborazione delle proposte candidate - ha spiegato stamattina in conferenza stampa il presidente Maurizio Fontanili e risulta coinvolta sia come capofila, sia come soggetto attuatore di singoli interventi ma anche come professionalità a supporto del coordinamento dei Comuni e dell´implementazione delle singole progettualità". A seguito dell´approvazione della graduatoria, le risorse complessivamente giunte sul territorio mantovano, nell´ambito della nuova programmazione 2007-2013 ammontano a circa 38 milioni di euro di contributi, movimentando investimenti pari a 65 milioni di euro. Pienamente soddisfatti il sindaco di Moglia Claudio Bavutti e quello di Quistello Alessandro Pastacci.  
   
   
REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE/SüDTIROL, MINORANZE: CONCESSI DALLA GIUNTA FINANZIAMENTI A COMUNI, ENTI E ASSOCIAZIONI  
 
Trento, 16 giugno 2010 - Promuovere e valorizzare le lingue minoritarie attraverso il coinvolgimento delle popolazioni interessate e consolidare le specifiche identità culturali, rafforzando nelle minoranze la consapevolezza del proprio senso di appartenenza. Sono gli obbiettivi a cui la Regione si ispira intervenendo a sostegno delle iniziative di tutela e promozione delle minoranze linguistiche. Nella seduta di ieri, la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore competente Florian Mussner, ha approvato la concessione di finanziamenti ad enti, istituti e associazioni che realizzano progetti per la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche regionali, come secondo stralcio per il 2010. Per i soggetti che operano in provincia di Trento sono stati stanziati 114.603 euro, mentre per i soggetti che operano in provincia di Bolzano, l’importo stanziato è di 123.690 euro. Complessivamente sono 21 le iniziative finanziate.  
   
   
SARDEGNA, CONSULTA EMIGRAZIONE: RISPETTATA LA LEGGE  
 
Cagliari, 16 Giugno 2010 - La Giunta ha rispettato quello che prevede la legge. Lo sottolinea l´assessore regionale del Lavoro Franco Manca in riferimento alle dichiarazioni dei Consiglieri regionali dell’opposizione in materia di emigrazione. L´esponente dell´Esecutivo precisa che “la Giunta si è limitata ad applicare quanto prevede l’articolo 25 della legge regionale 7/1991 il quale prevede che il Consiglio regionale nomini i dei tre esperti della Consulta per l’emigrazione su proposta della Giunta. A questo ci siamo attenuti, valutando attentamente i curricula dei candidati, al punto che uno di essi è stato sostituito, in quanto non aveva prodotto la necessaria documentazione richiesta. Si tratta dunque - conclude Manca - di accuse pretestuose, visto che la Giunta ha rispettato tutte le normative".  
   
   
TOSCANA: GETTATE LE BASI PER FAVORIRE PARI DIRITTI ED OPPORTUNITÀ IMPOSSIBILE NON CONSIDERARE L´APPORTO ECONOMICO E DEMOGRAFICO DEGLI IMMIGRATI  
 
Firenze, 16 giugno 2010 - Promuovere il protagonismo delle donne migranti per consentire un´effettiva integrazione ed inclusione sociale. É questo l´elemento su cui poggia le proprie basi il progetto “Crisalide”, promosso dall´associazione interculturale di donne Nosotras e discusso ieri in un convegno organizzato dall´associazione presso l´Istituto degli Innocenti, a Firenze. «Le donne – ha detto l´assessore regionale al welfare Salvatore Allocca durante il breve saluto d´apertura - sono migratori culturali per eccellenza, sotto questo profilo sono un vero e proprio patrimonio. Il progetto è interessante perchè mira a creare un sistema che mette al centro le condizioni di vita delle donne ed un punto di incontro di pari diritti ed opportunità». Il seminario di studi è promosso da Nosostras insieme ad Artas, fondo Fei e Ministero dell´Interno. Erano presenti an che rappresentanti del Comune e della prefettura di Firenze. «Il progetto - ha sottolineato ancora l´assessore Allocca – offre una serie di spunti di riflessione importanti per gli amministratori. Anzitutto per il sistema di pari diritti ed opportunità che l´associazione ha costituito, un contributo significativo per favorire l´incontro tra culture che convivono nelle nostre città. Ma anche per l´attenzione alla centralità degli immigrati in termini economici. Oggi il fenomeno migratorio non è più un qualcosa di temporaneo ma ha assunto un assetto stabile. Le seconde generazioni parlano la nostra lingua, i nostri dialetti, e sono sempre più integrate nel tessuto sociale. É impossibile non considerare il loro apporto alla crescita economica e demografica. Prescindere da questo tipo di ´calcolo´, quando pensiamo gli strumenti di governo del fenomeno, non può portare a risultati soddisfacenti». Il progetto propone un modello di presa in carico di un particolare gruppo di donne immigrate, quelle che si inseriscono nei nuclei familiari, alle quali Nosotras intende fornire non solo una semplice assistenza ma tutta una serie di strumenti culturali e formativi che promuovano la reale integrazione delle straniere nel nostro paese, attraverso percorsi personalizzati nei contesti familiari. Durante la giornata sono stati allestiti tre workshop su alcuni temi specifici – i costi per le politiche di accoglienza rispetto alla produzione resa in termini di lavoro e Pil dagli immigrati, riflessioni sul benessere sociale e sanitario sui nuovi nati immigrati e delle loro famiglie, il ruolo delle madri straniere nei nuovi nuclei familiari e la ridefinizione delle loro identità - che rivestono particolare interesse per il mondo dell´associazionismo ma soprattutto per le amministrazioni che progettano politiche attive per l´immigrazione.  
   
   
DONNE PUBBLICO IMPIEGO: EQUIPARAZIONE ETÀ PENSIONABILE  
 
Roma, 16 giugno 2010 - A seguito della sentenza della Corte europea che condanna l´Italia per discriminazione tra uomo donna in materia di età pensionabile, il Consiglio dei Ministri del 10 giugno 2010 ha approvato una norma che innalza l´età pensionabile delle donne del pubblico impiego a 65 anni a partire dal 1° gennaio 2012. La norma prende la forma di un emendamento da presentare in sede di conversione del decreto- legge sulla manovra finanziaria “anti-crisi” (n.78 del 2010) attualmente all´esame del Senato ( Atto Senato 2228). I risparmi derivanti da questa misura confluiranno nel Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e finanzieranno interventi dedicati a politiche sociali e familiari. In attuazione di questa sentenza ( Corte di giustizia delle Comunità europee del 13 novembre 2008) il Governo aveva già emanato - con il decreto legge n.78/2009 (art.22bis) - un provvedimento che disponeva l´innalzamento dell´età pensionabile in maniera graduale. Ciò non è stato sufficiente, in quanto la Corte di giustizia ha intimato il nostro Paese all´allineamento immediato, di conseguenza l´equiparazione partirà dal primo gennaio del 2012 per tutte le donne del pubblico impiego. Il sacrificio che l´Europa chiede alle dipendenti statali italiane sarà compensato da un investimento nei servizi alla famiglia, nelle strutture per l´infanzia e nella non-autosufficienza. Ho chiesto e ottenuto - ha dichiarato il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri - che i risparmi liberati dall´innalzamento dell´età pensionabile siano destinati a interventi reali che permettano alle lavoratrici di conciliare con meno difficoltà la vita professionale con quella familiare. L´equiparazione - ha tenuto a precisare il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi - riguarda unicamente le dipendenti del settore pubblico. Da qui al 2019 saranno, secondo i calcoli del Ministro del Lavoro, circa 25 mila le donne interessate. Infine, nel corso della conferenza stampa, il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha sottolineato che l´intervento "non serve a fare cassa perchè l´impatto economico sarà zero nel 2010 e nel 2011, 50 milioni nel 2012 e 150 nel 2013".  
   
   
1° CONFERENZA REGIONALE ITINERANTE: FOGGIA 16 GIUGNO ED ANDRIA 17 GIUGNO : “DONNE E LAVORO: UNA SFIDA PER LA PUGLIA” 2010  
 
 Bari, 16 giugno 2010 - Continua il percorso della Conferenza Regionale itinerante “Donne e Lavoro: una sfida per la Puglia” promossa dall’Assessore al welfare,Elena Gentile e dalla Consigliera di Parità Regionale. Serenella Molendini che ha preso il via da Lecce e Brindisi, e farà tappa a Foggia il 16 giugno e nella Provincia di Barletta-andria-trani il 17 giugno 2010, per concludersi nel mese di luglio con gli appuntamenti di Taranto e Bari. L’assessore Gentile ha ritenuto fondamentale avviare le attività del suo mandato rivolgendo una particolare attenzione al lavoro delle donne. La Conferenza Regionale itinerante è organizzata in due sessioni di lavoro: la prima, che si svolge in mattinata, aperta a tutti gli interessati, la seconda si svolge nel pomeriggio ed è rivolta esclusivamente agli stakeholders di riferimento del territorio. Nella prima parte della conferenza sono discussi i temi dell’occupazione delle donne come leva per la crescita del territorio. In ogni Provincia la conferenza affronta un focus tematico differente; in particolare a Foggia si discute dello sviluppo dell’Agroalimentare come motore dell’economia in Capitanata; nella Provincia di Barletta-andria-trani il focus è dedicato ai servizi alla persona come opportunità di lavoro e sviluppo per la componente femminile del mercato del lavoro. Nella seconda parte della conferenza il confronto e il dibattito vertono su: “Donne – Giovani – Sud: tre parole d’ordine per costruire una Puglia Migliore”. Scopo degli incontri regionali è ascoltare le istanze provenienti dal territorio al fine di predisporre un “Piano di interventi per il lavoro delle donne e degli uomini di Puglia”, avvalendosi delle informazioni, delle proposte e degli stimoli provenienti dall’intera Regione. Il Piano di interventi per il lavoro delle donne e degli uomini di Puglia sarà presentato nella conferenza conclusiva che si terrà a Bari nel mese di settembre. “Siamo convinte- ha detto la Molendini- che investire sul lavoro delle donne non corrisponda ad una politica assistenziale o meramente compensativa di svantaggi di genere, ma costituisca una vera e propria leva economica da azionare per la ripresa e la crescita generale. “Promuovere la presenza delle donne nell’economia è un buon investimento come risulta da tutte le indagini internazionali. “Più donne che lavorano- ha detto ancora la Consigliera di Parità- significa redditi familiari più alti, più benessere, maggiore esternalizzazione dei servizi di cura. Molte sono anche le ragioni, diverse da quelle strettamente economiche, per cui puntare sulle donne conviene: ad un aumento di sicurezza materiale corrispondono maggiori livelli di autonomia, sicurezza sociale, stabilità familiare, connettività relazionale, in sintesi, maggiore coesione sociale.” “Pur nella consapevolezza che sono le Politiche pubbliche nazionali che possono spostare il baricentro dell’occupazione verso una maggiore equità di genere e intergenerazionale- ha aggiunto l’assessore Gentile- noi vogliamo fare del Lavoro la nostra priorità. “Abbiamo investito molto, nei 5 anni della precedente amministrazione, nelle politiche sociali perché la Puglia recuperasse il gap con il centro nord del Paese, vogliamo continuare a farlo, ma vogliamo anche integrare quest’investimento con Politiche attive del lavoro, sbloccando una società poco mobile, investendo sul merito e attuando scelte di valore: non possiamo più permetterci che donne e giovani continuino ad essere esclusi. Forse proprio a partire da questa crisi possiamo disegnare un nuovo modello di sviluppo, possiamo dare nuovamente l’idea che una costruzione collettiva del futuro per il Sud e per la Puglia è possibile.”  
   
   
ASILI NIDO, DATI ISTAT: IN UMBRIA AUMENTO OFFERTA E QUALIFICAZIONE SERVIZI  
 
Perugia, 16 giugno 2010 – Secondo l’ultima indagine Istat, l’Umbria si colloca tra le regioni che offrono la più alta accoglienza dei bambini (18,6 per cento) e la maggior presenza nei Comuni di asili nido pubblici e convenzionati. “Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti – commenta l’assessore regionale al Welfare e Istruzione, Carla Casciari – e i numeri ne danno atto anche a livello nazionale. L’indagine Istat si riferisce, peraltro, all’anno scolastico 2008-2009, ma con l’anno scolastico che si sta per chiudere (2009-2010) i ‘numeri umbri’ sono ancora più alti. Nel corso del 2009 – spiega - sono state aperte, infatti, nuove strutture sia pubbliche che private convenzionate: il registro regionale dei servizi all’infanzia segnalava a giugno dello scorso anno 2707 posti nei nidi comunali, ora sono saliti a 2900”. “Dal 2006 ad oggi – prosegue l’assessore Casciari - l’impegno della Regione, insieme ai Comuni, è stato notevole e si è intrapreso un percorso virtuoso di ampliamento e nello stesso tempo di qualificazione dell’offerta. Il risultato è quello di una stretta collaborazione tra tutte le istituzioni interessate e il settore privato, anche mediante nuove convenzioni che garantiscono servizi di qualità alle famiglie”. “Nel 50 per cento dei Comuni umbri – rileva – è aperto un nido comunale o convenzionato; una percentuale sicuramente inferiore rispetto all’80 per cento raggiunto dall’Emilia Romagna, ma dobbiamo considerare che gran parte dei Comuni umbri è al di sotto dei 5mila abitanti. Alta risulta essere, sempre secondo l’indagine Istat, anche la percentuale di presa in carico dei bimbi, il 23,4 per cento rispetto a un dato medio nazionale del 12,7 per cento”. “Questo risultato – sottolinea l’assessore regionale - è frutto delle scelte del governo regionale che ha promosso la realizzazione di un sistema integrato di servizi per la prima infanzia affiancando agli asili nido altri servizi, come le sezioni primavera e gli spazi gioco, e le strutture del privato e del privato sociale. Allo stesso tempo, la Regione è intervenuta a sostegno delle famiglie, con contributi per abbattere le rette di frequenza”. “Il sistema integrato dei servizi che stiamo costruendo con la collaborazione di tutti – dice ancora l’assessore regionale al Welfare e Istruzione Carla Casciari - si fonda su un supporto reciproco di conoscenze e di interscambio di esperienze, oltre che di accompagnamento anche economico per una qualità che va ulteriormente migliorata e costantemente monitorata”. “L’obiettivo raggiunto - conclude l’Assessore - ovvero di garantire ai cittadini umbri uno standard di servizi per la primissima infanzia elevato rispetto alla media nazionale, è e dovrà essere una componente essenziale nelle politiche di conciliazione casa-lavoro in questo difficile momento di crisi economica, sociale e occupazionale. Migliorare i servizi consolidati e pensare a nuove esperienze in questo importante settore sarà una delle sfide che siamo impegnati ad affrontare”.