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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Dicembre 2010
SCIENZIATI FINANZIATI DALL´UE PREANNUNCIANO TEST PIÙ PRECISO PER IL CANCRO ALLA PROSTATA  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2010 - Scienziati in parte finanziati nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue hanno individuato varianti del Dna (acido desossiribonucleico) umano che aumentano le capacità di previsione di un test usato per misurare l´antigene prostatico specifico (Psa), una proteina prodotta dalle cellule della prostata che è elevata in presenza di cancro. I risultati sono presentati nella rivista Science Translational Medicine. Lo studio, condotto dal gruppo islandese deCode Genetics, è stato sostenuto da due progetti finanziati dall´Ue: Promark ("Genetic prostate cancer variants as biomarkers of disease progression") e Cancergene ("Identification and functional characterisation of genetic cancer risk variants"). Promark ha ricevuto 2,71 milioni di euro attraverso il tema "Salute" del 7° Pq e a Cancer-gene è stata erogata una sovvenzione delle azioni Marie Curie di 1,5 milioni di euro. In generale, vengono testati i livelli di Psa per riuscire a determinare se un paziente soffre di cancro alla prostata. Gli esperti suggeriscono che una biopsia prostatica deve essere eseguita negli uomini con livelli di Psa oltre una certa soglia. Il problema, tuttavia, è che anche persone non malate di cancro possono avere livelli elevati di Psa. Va notato che ci sono notevoli differenze nei livelli di base sana. Questo significa che ci sono uomini con il cancro che non vengono testati, mentre sono effettuate biopsie su uomini sani. I ricercatori provenienti da Europa e Stati Uniti hanno analizzato quattro polimorfismi a singolo nucleotide (Snp) e hanno scoperto che possono essere utilizzati per ottenere una soglia Psa personalizzata, che fornisce informazioni precise su quali uomini hanno più probabilità di avere una biopsia positiva e per quali invece non è necessaria una biopsia. Secondo i loro risultati, i fattori ereditari influiscono su circa il 40% della variabilità dei livelli di Psa nella popolazione generale. Adeguando quindi i risultati dei test per gli effetti genetici potrebbe potenzialmente aumentare la sensibilità e specificità. Il team ha condotto lo studio di associazione sull´intero genoma e l´analisi di follow-up utilizzando i dati del Psa di 16.211 uomini (15.757 islandesi e 454 britannici) - non diagnosticati con cancro alla prostata - per determinare le varianti di sequenza collegate ai livelli di Psa. Hanno rilevato un collegamento sull´intero genoma tra i livelli di Psa e gli Snp in sei loci. Gli oltre 300.000 Snp sono stati poi valutati in grandi coorti di casi di controllo in Islanda, Paesi Bassi, Romania, Spagna e Stati Uniti per determinare se esiste un legame fra i livelli di Psa indipendentemente dal rischio di cancro della prostata. Essi hanno scoperto che tre alleli associati a elevati livelli di Psa erano collegati ad una maggiore probabilità di ottenere una biopsia negativa in 3.834 uomini sottoposti a biopsia. Tramite l´analisi del legame tra i 6 loci e il rischio di cancro alla prostata in 5.325 casi e in 41.417 controlli, i ricercatori hanno scoperto che gli Snp di 2 alleli erano esclusivamente associati con i livelli di Psa, mentre gli altri 4 loci erano collegati al rischio di cancro alla prostata. "Si tratta di genetica semplice con una immediata utilità clinica", spiega il capo deCode Genetics Kari Stefansson, uno degli autori dello studio. "Individuato precocemente, il cancro alla prostata può essere trattato con successo in pressoché la totalità dei casi. La sfida è quella di stratificare il rischio in modo più efficace nella popolazione, individuando e sottoponendo a biopsia gli uomini ad alto rischio e con malattia aggressiva, riducendo al contempo al minimo il numero di biopsie negative che facciamo", ha aggiunto. "E utilizzando la genetica stiamo migliorando la sensibilità e la specificità del test Psa. Come quasi tutte le proteine nel corpo, i livelli di Psa variano tra gli individui in base agli Snp che regolano l´espressione genica. Gli Snp in questione oggi ci consentono di personalizzare le soglie Psa, cambiando così la raccomandazione in merito alla biopsia per una parte considerevole di uomini". Hanno contribuito a questo studio ricercatori provenienti da Islanda, Paesi Bassi, Romania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: deCode Genetics: http://www.Decode.com/  Science Translational Medicine: http://stm.Sciencemag.org/  Progetto Promark: http://www.Promark-fp7.eu/  Progetto Cancergene: http://www.Cancer-gene.eu/  7° Pq - Salute: http://cordis.Europa.eu/fp7/health/  Azioni Marie Curie: http://cordis.Europa.eu/fp7/mariecurieactions/home_en.html    
   
   
UNO STUDIO METTE IN LUCE UN LEGAME TRA IL FUMO E L´ARTRITE REUMATOIDE  
 
 Bruxelles, 20 dicembre 2010 - Un nuovo studio finanziato dall´Ue suggerisce che il fumo potrebbe essere responsabile di oltre un terzo dei casi della forma più comune e più grave di artrite reumatoide (Ar). Inoltre, in persone con una maggiore predisposizione genetica all´Ar, il fumo potrebbe essere la causa di oltre la metà dei casi. I risultati, pubblicati sulla rivista Annals of the Rheumatc Diseases, costituiscono una ragione in più per gli operatori sanitari per avvisare le persone sui pericoli del fumo, in particolare coloro con un´anamnesi familiare di Ar. Il sostegno dell´Ue a questo studio proveniva dal progetto Autocure ("Curing autoimmune disease, a translational approach to autoimmune diseases in the post-genomic era using inflammatory arthritis and myositis as prototypes and learning examples") che ha ricevuto 11 milioni di euro nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia della salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). L´ar è una malattia autoimmune caratterizzata da gonfiore alle articolazioni, dolore, rigidezza e affaticamento. Di solito si manifesta tra i 40 e i 60 anni e man mano che progredisce può essere causa di gravi disabilità. Sebbene esistano cure per controllare il diffondersi della malattia, non c´è al momento una cura definitiva. La ricerca ha già in precedenza dimostrato che il fumo interagisce con i fattori di rischio genetico aumentando il rischio individuale di sviluppare l´Ar. La proporzione dei casi di Ar causati dal fumo rimaneva però un mistero e si sapeva poco sui dettagli di come i geni di una persona interagiscono con il fumo influenzando il rischio di sviluppare la malattia. In questo studio, alcuni scienziati in Svezia hanno cercato di dare una risposta a questi quesiti esaminando il passato di fumatori e il background genetico di poco più di 1200 malati di Ar provenienti dalla Svezia centrale e meridionale e di 871 soggetti sani. I soggetti sani, selezionati per corrispondere ai malati per quanto riguarda l´età, il sesso e la zona di residenza, sono stati scelti a caso dall´anagrafe. I partecipanti allo studio sono stati intervistati circa le loro abitudini riguardo il fumo passate e presenti. I campioni di sangue hanno rivelato la predisposizione genetica dei soggetti all´Ar (misurati a seconda della presenza del gene di rischio Hla-drb1 Se) e la gravità della loro malattia (misurata a seconda dei livelli di anticorpi anti proteine/peptidi citrullinati, o Acpa). I risultati hanno mostrato che più una persona fuma, maggiore è il rischio di sviluppare un´Ar Acpa-positiva, che è la forma più comune e più grave della malattia. Coloro che fumavano di più (cioè coloro che fumavano 20 sigarette al giorno da almeno 20 anni) avevano oltre 2,5 possibilità in più di risultare positivi al test Acpa. Per gli ex fumatori, il rischio di sviluppare Ar diminuisce con l´aumentare del tempo durante il quale stanno lontani dal tabacco e dopo 20 senza fumare, il rischio di sviluppare la malattia è uguale a quello delle persone che non hanno mai fumato. Le persone che fumavano molto in passato però mantengono un rischio più alto di Ar anche 20 anni dopo aver smesso di fumare. Questi numeri hanno portato i ricercatori a concludere che il 35% dei casi di Ar Acpa-positiva e il 20% di tutti i casi di Ar possono essere attribuiti al fumo. "[Questo] indica che il fumo ha un ruolo importante nella comparsa dell´Ar in generale perché l´Ar Acpa-positiva è la forma più comune di Ar," scrivono i ricercatori. Inoltre, il rischio sembra essere più alto per gli uomini rispetto alle donne. Lo studio ha inoltre dimostrato che fumare è particolarmente rischioso per le persone che sono già geneticamente predisposte all´Ar; in questo gruppo, il 55% dei casi può essere attribuito al fumo. "Il fatto che oltre il 50% dei casi di Ar possa essere attribuito al fumo negli individui che hanno due copie dei geni Hla-drb1 Se illustra drasticamente come il fumo possa influenzare il rischio di malattia in modo diverso in individui diversi," sottolineano i ricercatori. Il team chiarisce che non intende suggerire che i soggetti sani debbano sottoporsi a test genetici per tali geni. Ciononostante, affermano, i loro dati potrebbero "fornire un fondamento logico per consigliare in modo specifico di non fumare ai soggetti con casi di Ar in famiglia." Per i soggetti che hanno già l´Ar, le conseguenze dello smettere di fumare sui sintomi non sono ancora stati pienamente chiariti, anche se si sa che il fumo causa le malattie cardiovascolari, che sono la causa principale di morte prematura tra i pazienti di Ar. I ricercatori concludono: "La comunità medica ha diverse ragioni per comunicare i fatti noti su fumo e Ar, con lo scopo di ridurre l´incidenza del fumo e prevenire l´Ar e le sue conseguenze." Per maggiori informazioni, visitare: Annals of the Rheumatic Diseases: http://ard.Bmj.com/  Progetto Autocure: http://www.Autocure.org/    
   
   
PARTORIRE SENZA DOLORE: AL SAN CARLO DI POTENZA ORA SI PUÒ  
 
Potenza, 20 dicembre 2010 - È attivo presso l’ospedale San Carlo il servizio di parto analgesia ovvero la tecnica anestesiologica che consente alla donna di partorire tenendo sotto controllo il dolore, senza interferire con la dinamica del parto, migliorando le condizioni del feto e riducendo gli effetti negativi che il dolore provoca sull´unità materno-fetale. Il servizio di parto analgesia, quale modello organizzativo proprio di una moderna assistenza ostetrica ed elemento qualificante di tutto il percorso di rimodulazione assistenziale della Ostetricia, è oggi, al San Carlo, una realtà. Lo si apprende da un comunicato dell’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera del capoluogo di regione. L’attivazione del servizio, garantito degli anestesisti dell’U.o. Di Anestesiologia diretta dal Dr. Luigi Detrana, - prosegue la nota - rientra tra le strategie prioritarie avviate dall’Azienda nell’ambito del processo di riorganizzazione e potenziamento dell´U.o. Di Ostetricia e Ginecologia dell´A.o.r. “San Carlo” diretta dal Dr. Sergio Schettini Con l’attivazione della parto analgesia l’Azienda infatti intende principalmente potenziare le attività di ricovero per il parto In particolare l’obiettivo è quello di ottenere già nel prossimo anno un incremento del numero di parti complessivi dagli attuali 1400 a 1600, e allo stesso tempo ottenere una riduzione del numero dei parti cesarei. La futura mamma che intende avvalersi del servizio di parto analgesia potrà rivolgersi direttamente all’ospedale oppure potrà ottenere informazioni telefonando direttamente o attraverso il medico di famiglia al numero 0971613588 dal lunedì al venerdì dalle ore 09 alle ore 13 . Successivamente la struttura si farà carico di definire il percorso valutativo che la donna dovrà effettuare all’interno della struttura per eventuali ulteriori esami di approfondimento. Gli esami saranno effettuati presso le strutture ambulatoriali aziendali nel giorno e nell’orario comunicato dal servizio. Al completamento degli esami il team multidisciplinare composto dagli anestesisti e ostetrici provvederà alla loro valutazione e a definire la possibilità della partoriente di effettuare il parto senza dolore attraverso l’analgesia epidurale continua. Tale tecnica è oggi universalmente riconosciuta come tecnica elettiva, sicura ed efficace, per controllare il dolore per tutta la durata del travaglio e del parto. In questo modo il travaglio, l´esperienza più significativa della vita di una donna, sarà un momento da vivere con coscienza e senza dolore e nello stesso tempo il feto si gioverà del benessere della madre. L´aggiunta dell´anestetista all´equipe ostetrico-ginecologo e la sua costante presenza in sala parto, garantisce un´ulteriore fattore di sicurezza e tranquillità. Per attivare questo nuovo iter è prevista la presenza 24 ore su 24 di anestesisti specialisti nelle tecniche di analgesia per il travaglio, alcuni già presenti nel gruppo operatorio di Ostetricia e Ginecologia.  
   
   
NOMINE SANITÀ, SINDACI CONDIVIDONO CRITERI DI FORMIGONI IL PRESIDENTE: VOGLIAMO MANAGER ATTENTI A ESIGENZE TERRITORI  
 
Milano, 20 dicembre 2010 - Condivisione unanime sui criteri di scelta dei nuovi direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere e una diffusa richiesta di continuità nella gestione della sanità sul territorio. Sono questi i due punti fondamentali emersi nel pomeriggio del 17 dicembre al 26mo piano del Palazzo Pirelli nel corso dell´incontro, convocato dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, con i presidenti delle Conferenze dei sindaci delle Asl, in vista appunto della nomina dei vertici degli enti sanitari lombardi. Si tratta della prima delle tre occasioni di confronto e consultazione con il territorio, il mondo sanitario e socio-sanitario, i sindacati, gli operatori pubblici e del privato accreditato, in programma in questi giorni (lunedì 20 ci sarà la Consulta della Sanità e martedì 21 il Tavolo del Terzo settore). "La richiesta di continuità emersa dal confronto di oggi - ha commentato Formigoni al termine dell´incontro cui hanno partecipato anche gli assessori alla Sanità e alla Famiglia, Luciano Bresciani e Giulio Boscagli - è una testimonianza di apprezzamento per quanto abbiamo fatto in questi anni e significa che il lavoro svolto tre anni fa è stato positivo". "Il nostro obiettivo - ha aggiunto Formigoni - è quello di individuare come direttori generali degli ospedali e della Asl le persone migliori in assoluto, con il miglior curriculum professionali ma anche quelle che sappiano meglio rispondere alle esigenze diverse dei singoli territori. Per questo ho voluto avviare un´ampia consultazione per ascoltare pareri e suggerimenti, per analizzare i macro problemi della sanità ma anche i micro problemi che territorialmente devono essere tenuti presente". "Esercitiamo la nostra responsabilità politica - ha detto ancora il presidente - di scegliere le persone migliori sulla base di requisiti stabiliti per legge che noi esaminiamo molto rigorosamente". "Oggi - ha sottolineato l´assessore Bresciani - è il primo atto di federalismo sanitario. Si ascolta il territorio cioè si sentono gli eletti dal popolo che riferiscono i fabbisogni sostenibili e appropriati e in base a questo si esprimono le scelte improntate ad una grande meritocrazia, la più alta che si possa avere, rispondendo anche a quelle che sono esigenze del territorio. Si tratta di un grande passo avanti e di un risultato straordinario". "La richiesta di continuità emersa dal territorio - ha sottolineato l´assessore Boscagli - documenta che il lavoro fatto in questi anni anche per la parte socio sanitaria e sociale è stato positivo. L´auspicio è che il rapporto proficuo con i territori possa continuare anche nei prossimi anni con la nomina dei nuovi direttori generali".  
   
   
SANITA’: PRESENTATO LIBRO BIANCO VENETO 2000-2009: SISTEMA IN BUONA SALUTE DA RIPROGRAMMARE SULLA BASE DELLE NUOVE ESIGENZE E DEL MUTATO QUADRO ECONOMICO NAZIONALE  
 
Venezia, 20 dicembre 2010 - Il sistema sanitario veneto è sostanzialmente in buona salute, con i principali indici che si avvicinano a quelli previsti dal nuovo Piano Sanitario Nazionale, con un andamento finanziario sotto controllo e con un gradimento da parte degli assistiti pari all’85,9%. Necessita ora di un’attenta revisione, per ritararlo sulla base delle esigenze assistenziali che si sono evolute e della necessità di ottimizzazione della spesa, alla luce anche del non facile quadro economico nazionale. Sono questi alcuni degli elementi che emergono dal Libro Bianco del Servizio Socio Sanitario Veneto 2000-2009, presentato il 16 dicembre a Venezia dall’assessore regionale Luca Coletto, che era affiancato dal segretario regionale per la sanità ed il sociale Domenico Mantoan. Il documento è composto da più di 300 pagine ricche di dati e grafici che delineano di fatto la “storia” recente del sistema veneto. “Ne emerge un quadro più che soddisfacente – ha sottolineato Coletto – sul quale andremo a lavorare con la nostra programmazione, basata sul nuovo Piano Sociosanitario Regionale sulle cui linee inizieremo a giorni le consultazioni con i rappresentanti istituzionali e i diversi stake holders interessati”. Coletto ha inteso prima di tutto sottolineare due aspetti. “Il primo – ha detto – è la soddisfazione per il risultato dell’indagine sul gradimento dei nostri assistiti, che testimonia di un sistema capace in grandissima parte di rispondere alle necessità dei propri cittadini; il secondo, che ne consegue, è un grande ringraziamento a tutti coloro, medici, infermieri, amministrativi, che in questo sistema lavorano, in condizioni spesso non facili”. Coletto ha quindi evidenziato i principali dati emersi. I posti letto negli ospedali pubblici, scesi progressivamente da 19.000 a 16.000, sono pari al 3.2 per mille riguardo agli acuti e allo 0.7 per mille riguardo alla riabilitazione: già in linea con gli obiettivi dati alle Regioni dal Piano nazionale 2010-2012, con però una situazione a “macchia di leopardo” che in alcune aree richiederà uno sforzo di riequilibrio in favore della dotazione riabilitativa. Anche l’indice di ospedalizzazione, oggi al 157 per mille, è in discesa e, con gli obiettivi strategici già assegnati dalla Giunta regionale ai direttori generali, raggiungerà in un biennio quota 140, considerata ottimale. Sul piano economico, l’andamento dell’esercizio 2010 appare in linea con quello dell’anno precedente e, a fine esercizio, dovrebbe richiedere un intervento regionale di ripiano attorno ai 130 milioni di euro. Diversa la questione degli ammortamenti per investimenti fatti dalle diverse aziende, che nel corso degli anni hanno raggiunto un miliardo e 400 milioni. “Non si tratta di debiti – ha tenuto a sottolineare Coletto – ma di un metodo di autofinanziamento aziendale che, alla luce della nuova situazione economica anche nazionale, va completamente rivisto. Bisognerà quindi individuare nuove e diverse forme di finanziamento degli investimenti e di ricapitalizzazione delle aziende più esposte. Il Veneto – ha tenuto a sottolineare Coletto – è la prima Regione italiana che ha inteso, con la massima trasparenza, affrontare anche questo aspetto portandolo alla luce e iniziando un ragionamento sulle soluzioni da adottare. Mi fa piacere – ha aggiunto – che anche il tavolo di monitoraggio nazionale presso il Ministero dell’Economia e Finanze abbia deciso di chiedere lo stesso sforzo a tutte le Regioni”. Alcune altre indicazioni che emergono dal libro bianco riguardano la mobilità extraregionale, che vede per il Veneto un saldo attivo di circa 100 milioni di euro; la spesa farmaceutica che risulta in discesa grazie all’utilizzo dei farmaci generici e alla collaborazione in atto con i medici di famiglia; le giornate medie di degenza in ospedale, in diminuzione e attestate a 6,85 giorni; l’aumento dell’assistenza e delle prestazioni specialistiche, tra il 20 e il 30% nel periodo considerato; la crescita del personale medico ed infermieristico (anche se ancora troppo concentrato sull’ospedale e troppo poco sul territorio) e la diminuzione di quello amministrativo.  
   
   
"INNOVAZIONE NELLA SANITÀ: DALLA RICERCA AL MERCATO",  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2010 - Una conferenza intitolata "Innovazione nella sanità: dalla ricerca al mercato" si terrà dal 30 al 31 marzo 2011 a Bruxelles, in Belgio. Questa conferenza riunirà le principali parti interessate del settore della sanità per evidenziare e discutere gli sviluppi politici necessari alla ricerca e all´innovazione nella sanità a livello europeo e nazionale, nel contesto dell´Unione dell´innovazione e oltre. Il programma dell´evento sarà costituito da una serie di sessioni plenarie e parallele e offrirà molto spazio al dibattito tra i partecipanti, con il coinvolgimento anche del pubblico. Ci sarà anche una fiera per le associazioni e le strutture di supporto, con attività pianificate di discussione e creazione di network. La conferenza viene organizzata in modo congiunto dai servizi della Commissione europea (Dg Ricerca e innovazione, Dg Impresa e industria e Dg Salute e consumatori), in collaborazione con le principali parti interessate. Per ulteriori informazioni, visitare: http://ec.Europa.eu/research/health/events-04_en.html    
   
   
SANITA´ IN LOMBARDIA, CONSULTAZIONI DI FORMIGONI PER LE NOMINE  
 
Milano, 20 dicembre 2010 - Entra nel vivo a Palazzo Pirelli il lavoro finalizzato alla scelta dei direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, accelera i tempi e convoca tre incontri di consultazione con il territorio, il mondo sanitario e socio-sanitario, i sindacati, gli operatori pubblici e del privato accreditato. Venerdì 17 Formigoni ha incontrato i presidenti delle Conferenze dei sindaci delle Asl, lunedì 20 vedrà la Consulta della Sanità e martedì 21 il Tavolo del Terzo settore. L´obiettivo che Formigoni si pone è "acquisire da questi mondi un quadro complessivo dell´andamento del governo delle Asl e delle Aziende ospedaliere, delle nuove esigenze emerse, delle novità legate sia ai macro cambiamenti in atto (come l´aumento delle aspettatvive di vita, le nuove tecnologie, le risorse pubbliche da gestire al meglio) ma anche ai micro cambiamenti dei singoli territori". "In queste tre consultazioni - aggiunge Formigoni - alle quali ho invitato anche gli assessori alla Sanità e alla Famiglia, Luciano Bresciani e Giulio Boscagli, intendo ascoltare proposte e suggerimenti che saranno preziosi per la scelta dei direttori generali che dovranno essere i migliori per professionalità e per capacità di rapporto con ogni Azienda ospedaliera o sanitaria, ciascuna delle quali ha caratteristiche peculiari che vogliamo tenere in considerazione". Successivamente, ai sensi di legge, sarà del presidente, di concerto con i due assessori, la proposta dei nominativi, che saranno scelti dall´elenco degli idonei.  
   
   
SERVIZIO SANITARIO TOSCANA PRESENTATO L´11° RAPPORTO ANNUALE DELL´ISPO. GIANNI AMUNNI È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE SCREENING ONCOLOGICI, ADESIONE IN CRESCITA COSTANTE  
 
 Firenze, 20 dicembre 2010 «Questo è l´inizio di un nuovo cammino. Sono stati anni duri, momenti di transizione. Ora si riparte con rinnovato entusiasmo. Il ruolo dell´Ispo è fondamentale per questa Regione, e non solo. Vedo tanta energia per riconfermare la storia gloriosa del passato. E questo convegno è un´ulteriore spinta a tutta la rete oncologica toscana». L´assessore Daniela Scaramuccia è intervenuta il 16 dicembre al convegno di presentazione dell´11° Rapporto annuale di screening dell´Ispo, l´Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, che si è tenuto nell´Auditorium Al Duomo, via Cerretani. Al convegno ha preso parte anche Gianni Amunni, nella sua nuova veste di direttore generale dell´Ispo, incarico che è stato ufficializzato proprio ieri, e che va ad aggiungersi a quello di direttore operativo dell´Istituto Toscano Tumori. «Con i risultati di oggi presentiamo all´assessore un pezzo della sanità toscana che funziona e non teme confronti a livello nazionale», ha detto Amunni. Il Rapporto presentato stamani parla di una crescita costante dell´estensione e dell´adesione agli screening offerti dal Servizio sanitario regionale, e cioè quelli per il tumore della cervice uterina, della mammella, del colon-retto. «I risultati che si presentano oggi sono di grande rilevanza per la salute dei cittadini toscani - ha sottolineato Daniela Scaramuccia - Con gli screening, non solo si riesce a individuare un tumore allo stadio iniziale, ma si può ridurne addirittura l´incidenza. E´ il caso dei tumori del collo dell´utero e del colon-retto. Con gli screening abbiamo la possibilità di individuare lesioni benigne prima ancora che si trasformino in maligne» Questi i risultati e il trend degli ultimi anni: Screening per il t umore della cervice uterina: il pap test è offerto ogni tre anni alle donne tra 25 e 64 anni. Estensione (numero di donne invitate su quelle aventi diritto): negli anni 2007-2009: 96,2%; raggiunti il target regionale e nazionale; superata del 30% la media nazionale del 2008. Adesione (numero di donne che hanno effettuato il test): nel 2009 147.141 (55%); in progressivo aumento nell´ultimo decennio (27,5% nel 1999); superata del 10% la media nazionale del 2008. Per il futuro, si prevede di introdurre il test Hpv come test di screening primario in aree pilota di otto Asl toscane. Screening per il tumore della mammella: la mammografia bilaterale è offerta ogni due anni alle donne tra 50 e 69 anni. Estensione: anni 2008-2009: 92,7%; trend in aumento negli ultimi 4 anni, target regionale nazionale raggiunti; superato del 20% il dato medio nazionale 2008. Adesione: 148.155 donne nel 2009 (70,8%); in leggero aumento negli ultimi tre anni; supera del 13% il dato medio nazionale del 2008. Per il futuro, sono previste: l´estensione della mammografia alle fasce di età 45-49 e 70-74 anni; la riconversione dell´attività spontanea all´interno di programmi di screening organizzato; la valutazione dell´introduzione di nuove tecnologie (mammografia digitale, ecc.). Screening per il tumore del colon-retto: il test per la ricerca di sangue occulto nelle feci è offerto ogni due anni a uomini e donne tra 50 e 69 anni. Estensione: l´attivazione su tutto il territorio regionale si è realizzata nel 2005: da allora, l´estensione è passata da un iniziale 50,4% al 78,1% del 2009. Il valore medio nazionale è del 37%. Adesione: 191.716 persone nel 2009 (53,5%). Il 6% in più del dato medio nazionale 2008. Per il futuro, si prevede l´estensione alla fascia di età 70-74 anni.  
   
   
INTERNALIZZAZIONI. VENDOLA SCRIVE A FITTO  
 
Bari, 30 dicembre 2010 - Di seguito il testo integrale della lettera che il presidente della regione Puglia Nichi Vendola ha inviato al Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. Egregio Ministro Fitto, la scelta del governo di imporre il blocco delle internalizzazioni in sanità tra le condizioni necessarie per la firma del “Piano di Rientro” della Regione Puglia, rischia di produrre gravi conseguenze per la vita e il futuro di migliaia di lavoratori e lavoratrici. Si tratta di uomini e donne che all’indomani del voto unanime in Consiglio regionale avevano visto concretizzarsi la speranza di accedere ad una condizione lavorativa dignitosa e certa sul piano dei diritti. Noi abbiamo chiamato “internalizzazione” l’auto-produzione di servizi alla persona mediante società in house delle Asl, e l’abbiamo concepita non solo come una trasformazione della condizione soggettiva di lavoro, ma come un netto miglioramento del servizio sanitario a partire dai ruoli più di trincea come nel caso del 118. Nelle prime stesure del Piano di rientro avevamo considerato l’internalizzazione come una voce di risparmio, visto che le esternalizzazioni rappresentano una lievitazione incontrollata della spesa sanitaria. Poi la politica ha invaso il recinto della ricognizione tecnico-contabile mirata a determinare entità e tipologia dei tagli necessari. Le è noto, signor Ministro, quanto il mio governo abbia considerato inappropriata e vendicativa quella ingerenza nell’attività e nelle prerogative del Consiglio regionale: avevamo legiferato, voi avevate impugnato le norme dinanzi alla Corte Costituzionale, perché non attendere il giudizio della Corte? Perché non verificare la fondatezza delle nostre argomentazioni in merito alla convenienza sociale, sanitaria e persino economica delle internalizzazioni? Forse perché, come aveva dichiarato il Ministro Tremonti, bisognava evitare la propagazione di un contagio? Vuol dire forse che i diritti del mondo del lavoro sono un contagio? In un quadro nel quale la crisi economica produce un drammatico peggioramento delle condizioni di vita e una sensibile riduzione dei livelli occupazionali, la vostra imposizione rischia di configurarsi come un ulteriore elemento di aggravamento della già fragile condizione sociale nel nostro territorio. Per questi motivi, convinto che sia interesse comune quello di tutelare il lavoro e i diritti, ma anche di tutelare la qualità dei servizi sanitari, ritengo necessario riaprire una discussione tra Governo regionale e Governo nazionale che, al di fuori di ogni sterile contrapposizione, individui gli strumenti e i percorsi più opportuni per risolvere questa situazione nell’interesse della Puglia e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici. Se ci fosse la disponibilità a riaprire un confronto serio e costruttivo sarebbe davvero un segnale di buona politica.  
   
   
LA RIFORMA DEL PARTO DEVE GARANTIRE PIÙ SICUREZZA A MADRI E BAMBINI GRAZIE AI “10 PUNTI” GLI OPERATORI POTRANNO LAVORARE CON SERENITÀ  
 
Roma, 20 dicembre 2010 – “La riforma dei punti nascita è oggi una realtà, daremo il nostro pieno appoggio alle Istituzioni per renderla concreta in tempi brevi, a vantaggio della sicurezza di donne e bambini”. Il prof. Giorgio Vittori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), esprime a nome dei ginecologi italiani la massima soddisfazione per l’approvazione del piano nazionale di riordino del materno infantile licenziato il 16 dicembre dalla Conferenza Stato Regioni. “Si tratta di 10 punti chiave per ridisegnare la mappa della nascita del nostro Paese, riconvertire i centri in modo che siano attrezzati e sicuri, favorire il parto naturale, garantire a tutti l’accesso all’analgesia epidurale, migliorare la formazione degli operatori e monitorare e verificare costantemente le attività – spiega Vittori -. La manovra incontra il favore della ginecologia perché ha ascoltato le nostre istanze e se n’è resa interprete. Siamo reduci da mesi intensi, che hanno portato alla ribalta nazionale, in maniera drammatica, le criticità del percorso nascita che da tempo erano note agli addetti ai lavori. Siamo certi che da qui si possa ripartire per rendere sempre più efficiente e completa l’assistenza. Questo piano rappresenta un’ottima premessa per un sistema più moderno e più adatto alle esigenze delle madri di oggi e una garanzia di maggiore serenità per noi ginecologi. Sarà necessario però vigilare fin d’ora soprattutto sull’applicazione degli ultimi due punti del piano, dove si prevede il monitoraggio e la verifica delle attività e l’Istituzione di una funzione di coordinamento permanente per il percorso nascita”. In occasione del Congresso nazionale Sigo, svoltosi a Milano dal 14 al 17 novembre, il Ministro Fazio aveva espresso la ferma volontà di rendere il “decalogo” immediatamente operativo, un impegno congiunto governo–enti locali, attraverso un cammino condiviso che vede i ginecologi protagonisti. “Resta un ulteriore passo – conclude Vittori -. La rivoluzione si compirà solo se si darà il giusto riconoscimento a tutte le fasi, dalla pianificazione familiare alla nascita. Per questo è indispensabile intervenire sui rimborsi. Il Drg per un’artroscopia vale circa 2.500 euro, quello di un parto normale varia dai 1.200 ai 2.000 euro. Tradotto: un menisco o un legamento oggi vale più di un bimbo e la sua mamma. Per non parlare del fatto che tutto questo penalizza pesantemente le “casse” degli ospedali. Se le prestazioni che riguardano l’ostetricia e la ginecologia non vengono rivalutate, per far quadrare i conti ci si troverà costretti a limitarle controllandone la quantità e diminuendo la qualità”.  
   
   
“INFORMARE PER CURARE”IRCCS CROB PRESENTA LA CARTA DEI SERVIZI  
 
Potenza, 17 dicembre 2010 - “Avere un´idea, è un´ottima cosa. Ma è ancora meglio sapere come potarla avanti”. Facendo proprio lo spirito racchiuso in queste parole pronunciate da Henry Ford, l´Irccs Crob presenta la sua Carta dei Servizi. Un lavoro approfondito dedicato all´utente che, con questo nuovo strumento, avrà a portata di mano tutte le informazioni necessarie e utili alla scelta del luogo di cura, e al suo orientamento all´interno dell´Istituto di Ricerca. “Informare per curare”, la Carta dei Servizi fornisce una panoramica di facile consultazione sull´offerta sanitaria dell´Istituto. L´utente, non più soggetto passivo, ma attento fruitore e protagonista delle proprie scelte, anche nel campo medico, con l´ausilio della Carta potrà avere una conoscenza approfondita dell´Istituto, dei servizi erogati e delle relative modalità di accesso, in modo da poter effettuare una scelta quanto più consapevole e informata. “L´irccs Crob, con questo documento” sottolinea la direzione “intende perseguire l´obiettivo di una più adeguata e migliore informazione sull´Istituto oncologico regionale, con il fine di rafforzare l´alleanza terapeutica con i propri utenti”. Per garantire un´informazione immediata e al passo con le evoluzioni proprie di una struttura sanitaria, la Carta dei Servizi si presenta come uno strumento dinamico e in continuo aggiornamento. “In tal senso” prosegue la direzione “la Carta dei Servizi impegna l´Azienda in un patto di trasparenza teso al costante e continuo miglioramento qualitativo. Siamo quindi anticipatamente grati a tutti coloro che vorranno suggerirci contributi utili per consentire di offrire ai bisogni della persona una risposta sempre più umana e qualificata”. L´appuntamento con la presentazione della Carta dei Servizi è per Lunedì 20 alle ore 15.00 al quinto piano dell´Irccs lucano presso la sala convegni. Ad introdurre l´evento è il direttore generale dell´Istituto, Rocco Alessandro Maglietta, cui seguiranno i saluti del sindaco di Rionero in Vulture, Antonio Placido, e del presidente dell´Anci Basilicata, Vito Santarsiero. La presentazione lascerà ampio spazio alla ricerca con gli interventi del presidente del Comitato di Indirizzo e Verifica, Marco Salvatore, sui programmi di ricerca 2011, e del direttore dell´U.o.c. Ematologia e Trapianto Cellule Staminali Emopoietiche, Pellegrino Musto, che illustrerà i risultati dell´attività di ricerca svolta presso l´Irccs Crob. Il direttore sanitario, Giovanni Battista Bochicchio, palerà dell´attività clinico assistenziale, e l´assessore alla Salute Sicurezza e Solidarietà Sociale della Regione, Attilio Martorano, farà il punto sul collocamento dell´Irccs nel Piano Sanitario Regionale. Le conclusioni saranno affidate al presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo.  
   
   
MONZA, UNA SCUOLA TENNIS PER ALTLETI DISABILI  
 
Milano, 20 dicembre 2010 - Una scuola tennis dedicata ad atleti con disabilità intellettive, pronta a partire subito e un centro studi per le scienze motorie dedicato alla disabilità, che vedrà il suo avvio nei prossimi mesi. Sono questi i due filoni in cui si articola il progetto - ideato e realizzato dal Circolo Tennis di Monza in collaborazione con l´associazione Silvia Tremolada - "Il Tennis per un sorriso, un sorriso per il tennis". L´iniziativa è stata presentata il 16 dicembre, presso la sede del Circolo, in una conferenza stampa a cui hanno partecipato l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, il presidente della Provincia Monza e Brianza, Dario Allevi, l´assessore Sport della Provincia di Monza e Brianza, Andrea Monti, l´assessore allo Sport del Comune di Monza, Andrea Arbizzoni e l´assessore alle Pari Opportunità del Comune di Monza, Martina Sassoli. La scuola tennis sarà gestita direttamente dal Circolo Tennis di Monza e dai suoi maestri affiancati da alcuni volontari e dal dottor Martelli per la preparazione atletica. "Lo sport - ha sottolineato Boscagli - sta divenendo sempre più un mezzo unico per l´inclusione delle persone affette da disabilità intellettive. In questi anni di Assessorato ho avuto il piacere di assistere sia all´ultima edizione degli Special Olympics a Monza sia alle Paraolimpiadi di Pechino nel 2008. In entrambi gli eventi ho constatato come l´attività sportiva per i disabili vada ormai ben oltre l´aspetto unicamente riabilitativo ma aiuti questi atleti ad integrarsi e a vivere pienamente le proprie passioni". "L´organizzazione e la gestione di questo progetto - ha ricordato Boscagli - sono un esempio del ruolo centrale che la società civile e il mondo del volontariato hanno in questo ambito. Un ulteriore conferma della positività di quel modello della sussidiarietà che Regione Lombardia ha voluto realizzare. Positività che è stata ricordata da Phillip Blond, consigliere del premier inglese Cameron, al termine del suo incontro con il presidente Formigoni. La Lombardia infatti è un esempio di questo nuovo welfare il cui slogan non può che essere ´più società e meno stato´". Boscagli ha infine ricordato il lavoro realizzato da Regione Lombardia sulle disabilità che ha portato ad avere oggi un´offerta differenziata per le molteplici necessità. Proprio nella Giunta di ieri inoltre è stato approvato il Piano d´Azione Regionale sulla disabilità. "Il piano d´Azione - ha concluso Boscagli - è uno strumento operativo, integrato e sinergico, chiamato a definire obiettivi e strumenti per una politica regionale unitaria per le persone con disabilità e le loro famiglie, per contribuire ad ideare e migliorare le politiche per la disabilità favorendo le esperienze virtuose già presenti sul territorio, come ad esempio quella che oggi viene presentata. Nello specifico l´obiettivo del Piano è quello di rafforzare, innovare e coordinare le politiche a favore delle persone con disabilità, assicurare a ciascuno pari opportunità di realizzazione personale e garantire elevati standard di qualità della vita".  
   
   
ECCO SAN FRANCESCO NELL´ARTE TRENTINA E IL "NUOVO" DIPINTO DI RICCHI  
 
Trento, 20 dicembre 2010 - Dopo il successo di pubblico raccolto ad Assisi la mostra “Un capolavoro per San Francesco. Il Poverello di Assisi nell’arte trentina”, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici con la collaborazione dell’Incarico speciale per la realizzazione dei grandi eventi nell’ambito delle celebrazioni per il santo, viene ora proposta a Trento nella suggestiva cornice di Torre Vanga. Il 16 dicembre l´inaugurazione con l´assessore provinciale alla cultura, Franco Panizza, che ha voluto sottolineare non solo il valore della mostra e l´ottimo lavoro svolto dai curatori - che si accompagnano alla significativa proposta della recente acquisizione di uno splendido dipinto di Pietro Ricchi, detto il Lucchese, raffigurante un’ Adorazione dei Pastori - ma anche il ribadito ruolo di una sede, quale Torre Vanga, che nei prossimi mesi diventerà ancora più importante, visto che la chiusura di Palazzo delle Albere farà sì che proprio nello storico manufatto troveranno spazio importanti esposizioni. Nella piccola, ma significativa mostra d’arte antica di tema francescano, oggi inaugurata, vengono presentate una ventina di opere di grande qualità: dipinti, oggetti di oreficeria e volumi a stampa provenienti dalle più importanti istituzioni museali del Trentino e da alcune chiese che offrono un saggio dell’iconografia del santo nell’arte trentina tra la fine del Xvi secolo al primo quarto del Xix secolo. La mostra rimarrà aperta fino al 30 gennaio 2011 con ingresso gratuito, orario: 10.00-18.00; chiuso lunedì, Natale e Capodanno. L’immagine di San Francesco compare con una certa frequenza nelle testimonianze d’arte dei secoli Xvi-xix conservate in territorio trentino, mentre più rare sono le figurazioni di età medievale. È infatti dopo il Concilio di Trento che le arti figurative, nelle varie espressioni grafiche, pittoriche e plastiche, cominciano a dedicare particolare attenzione alla rappresentazione del Poverello d’Assisi, spesso effigiato in compagnia di altri santi. Le immagini spaziano dall’arte colta a quella popolare e costituiscono testimonianze di una crescente devozione favorita dall’espandersi delle comunità religiose francescana e cappuccina nel territorio diocesano tra la fine del Cinquecento e la metà del Settecento. In mostra sono presenti dipinti di Paolo Farinati, Denis Calvaert, Camillo Procaccini, Fra Semplice da Verona, Francesco Trevisani, Nicola Grassi, Cristoforo Unterperger, Carl Henrici e Giuseppe Craffonara; opere di oreficeria di Domenico Halbher, Joseph Ignaz Saler, e di manifattura napoletana; due edizioni, illustrate da xilografie, capolavori dell’arte tipografica veneziana del Cinquecento, provenienti dalla Biblioteca Laurence Feininger. Nella stessa sede viene affiancata anche l’esposizione al pubblico della recente acquisizione operata dalla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici per le raccolte provinciali: uno splendido dipinto di Pietro Ricchi (1606-1675), detto il Lucchese, raffigurante un’ Adorazione dei Pastori, databile intorno al 1645. È un’opera questa che conferma la solida adesione dell’artista al barocco, collocata temporalmente all’interno di uno dei suoi periodi più creativi, quello che lo ha visto protagonista nella realizzazione dei dipinti murali dell’Inviolata a Riva del Garda. Un capolavoro per san Francesco. Il Poverello di Assisi nell’arte trentina, Pietro Ricchi (1606-1675) Un’adorazione dei pastori per le raccolte provinciali Trento - Torre Vanga, 16 dicembre 2010 – 30 gennaio 2011, orario: 10.00 -18.00; chiuso lunedì, Natale e Capodanno Ingresso gratuito. Informazioni: Soprintendenza per i Beni Storico-artistici, Via San Marco, 27 - 38122 Trento, tel. 0461 492101-492127, e-mail: sopr.Storicoartistici@provincia.tn.it  
   
   
SUPER-ABILI DAY, L´INCONTRO CON SCUOLE E SPORTIVI DIVERSAMENTE ABILI SOLO L´1% DI LORO E´ ATTIVO, OBIETTIVO RADDOPPIO  
 
 Brescia, 20 dicembre 2010 - Una giornata "diversamente sportiva" dedicata alla sensibilizzazione nei confronti della disabilità, con l´obiettivo di promuovere integrazione e inclusione sociale attraverso lo sport, in particolar modo tra i più giovani: questo in sintesi il "Super-abili Day", l´evento realizzato con il supporto dell´assessorato allo Sport e Giovani di Regione Lombardia, il patrocinio del Comitato Italiano Paralimpico, andato in scena il 17 dicembre a Brescia, nell´aula magna dell´Itc ´Abba´. L´assessore Monica Rizzi ha incontrato circa 400 ragazzi, degli Itc ´Abba´ e ´Tartaglia´ e dell´Itis ´Castelli´, a cui ha presentato le linee guida dell´assessorato in tema di inclusione sociale, integrazione e diffusione della pratica sportiva tra i giovani. Insieme a loro, alcune eccellenze dello sport disabile: da Giusy Versace a Efrem Morelli, da Pamela Novaglio a Luigi Bertanza, solo per citarne alcuni. "L´idea di una giornata interamente dedicata ai ´Super - abili´, ovvero a tutti quegli atleti diversamente abili, quotidianamente impegnati nella pratica delle più svariate attività sportive - ha dichiarato l´assessore Rizzi - è nata con il duplice obiettivo di promuovere l´inclusione sociale e di incentivare, proponendo modelli, esperienze e modalità concrete, la pratica sportiva tra i più giovani ed in particolare tra i ragazzi diversamente abili, dei quali solo l´1 per cento si dedica con costanza allo svolgimento di un´attività sportiva. Un dato che Regione Lombardia punta almeno a raddoppiare nei prossimi anni. In quest´ottica, il ´Super-abili Day´ è rivolto proprio a quel restante 99 per cento dei ragazzi diversamente abili che non pratica attività sportiva". Dopo la prima fase divulgativa e di riflessione di questa mattina, l´evento ne prevede una seconda di "scontro" ed "incontro" sul campo. Nel pomeriggio, dalle 17.00 alle 19.00, presso il Palazzetto dello Sport della Facoltà di Scienze Motorie, sono in programma un´esibizione sportiva di atleti disabili, due partite amichevoli tra squadre giovanili del Cus e una gara che vedrà protagonisti, insieme, atleti normodotati del Cus e atleti disabili. Un esperimento che punta a mettere in evidenza il valore dello sport disabile e l´eccellenza dei gesti atletici specifici e di estremo valore tecnico. "Sono proprio questi atleti ´Super-abili´ - ha concluso l´assessore Rizzi - i testimonial più efficaci del grande valore dello sport quale fondamentale veicolo di integrazione. Questi ragazzi con il loro esempio dimostrano inoltre che la pratica sportiva può davvero diventare un´opportunità per esprimere pienamente se stessi superando, anzi valorizzando, la propria diversa abilità. Oggi chi possiede abilità diverse è in grado stupire il mondo anche nell´attività sportiva, come l´atleta sudafricano Oscar Pistorius, trionfatore dei Giochi Paralimpici, in grado di competere al massimo livello anche alle Olimpiadi. L´esempio di Pistorius - ´l´uomo più veloce senza gambe´ - è quello di un ´eroe moderno´, che ha fatto della disabilità un´abilità". Tutte le informazioni sull´evento, le immagini e i video sul sito Inail: www.Superabile.it.  
   
   
SPORT: GIRO D´ITALIA GRANDE MOMENTO DI PROMOZIONE PER IL FVG  
 
Udine, 20 dicembre 2010 - L´evento sportivo e di promozione sportiva del territorio più importante del 2011: tre tappe del 94.Mo Giro ciclistico d´Italia, il 20, 21 e 22 maggio. Tre intere giornate dedicate agli appassionati dello sport del pedale, per far conoscere la ricchezza dell´ambiente montano del Friuli Venezia Giulia, e far parlare della regione. Questi i motivi - spiegati il 18 dicembre a Udine dall´assessore regionale allo Sport e Cultura, Elio De Anna - alla base della scelta della Regione di sostenere il ritorno nel 2011 in Friuli Venezia Giulia del Giro d´Italia. Tre le tappe sul nostro territorio. La Spilimbergo-grossglockner il 20 maggio, la Lienz-monte Zoncolan il 21 maggio, la Conegliano-gardeccia-val di Fassa, il 22 maggio, con la salita del Piancavallo. "Il Giro d´Italia - ha detto De Anna - rappresenta un elemento di richiamo per gli sportivi di tutta Italia e non solo; mentre il passaggio dei ciclisti costituisce un momento di elevata attrazione per gli appassionati e per i curiosi dello sport". Si calcola infatti che per seguire la tappa dello scorso anno, con arrivo sullo Zoncolan, siano giunte in Carnia non meno di 150 mila persone. L´assessore De Anna ha poi anticipato la conferma dello stanziamento dell´Amministrazione regionale per l´evento ciclistico, che ha definito un "super event" tra le manifestazioni in programma per il 2011 in regione. "Non sarà facile - ha precisato - riottenere in futuro una presenza così massiccia del Giro sulla nostra terra; abbiamo infatti voluto fosse raggiunta dalle tappe anche la provincia di Pordenone, a differenza delle altre, prima mai toccata dalla manifestazione". "Quest´anno - ha proseguito - abbiamo pertanto voluto inserire la salita del Piancavallo, valorizzando in tal modo anche la montagna pordenonese". "Il Giro d´Italia - ha aggiunto De Anna - ha la straordinaria capacità di coinvolgere le comunità locali al suo passaggio e di stimolarne la creatività; non solo, ma è seguito dalla presenza di un turismo di appassionati che si può definire morbido, intelligente, da diporto, ecosostenibile". Nel corso della presentazione delle tre giornate del Giro nel Friuli Venezia Giulia, che Enzo Cainero patron del comitato organizzatore ha definito "il week-end friulano del Giro", è stato reso merito alle realtà che collaborano alla riuscita della manifestazione: dalla Protezione civile regionale, alle Amministrazioni delle località attraversate, alle realtà del volontariato, agli alpini della Julia. E proprio per rendere omaggio all´impegno delle truppe alpine impegnate in missione di pace, l´auditorium della Regione è stato collegato oggi grazie all´Insiel in videoconferenza con il comandante del presidio a Herat, in Afghanistan. Agli uomini della Julia impegnati in Afghanistan, De Anna ha portato il saluto del presidente della Regione, Renzo Tondo. De Anna ha colto lo spunto dalla dedica, da parte degli organizzatori, della tappa che interesserà il Piancavallo al Cro di Aviano e all´associazione Onlus "Via di Natale", realtà della sanità e del volontariato sociale, per collegarsi ai valori che l´impegno a favore della pace sa dimostrare. Per De Anna, i nostri militari all´estero sostengono la speranza, il sacrificio, lo sforzo verso la libertà. Emozioni, sentimenti, stati d´animo che sono comuni a quanti combattono la malattia. Delle altre due tappe, quella destinata a fare entrare il Friuli nella leggenda dello sport per la durezza della parte finale e l´impervietà della natura attraversata, la Lienz (Austria)- Zoncolan vedrà questa volta percorrere da parte della carovana del Giro la "Panoramica delle vette". Si tratta della strada del monte Crostis, che sovrasta lo Zoncolan: lunga 6,8 chilometri, a 2.000 metri di altitudine, è stata asfaltata appositamente, anche per poi renderla fruibile alla percorrenza turistica. La salita del Crostis sarà dedicata all´Associazione friulana Donatori di sangue. La salita dello Zoncolan sarà invece dedicata alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. Sono intervenuti alla presentazione delle tre tappe friulane del 94.Mo Giro d´Italia i sindaci di Spilimbergo, Renzo Francesconi, di Ovaro, Romeo Rovis, i commissari straordinari delle Comunità montane della Carnia, Giovanbattista Somma, e del Gemonese, Canal del Ferro e Valcanale, Gianni Verona, nonchè l´assessore alla Mobilità e Trasporti della Provincia di Pordenone, Antonio Consorti. Presenti tra gli altri il prefetto di Udine, Ivo Salemme, e l´on. Manuela Di Centa.  
   
   
PRESENTATI MONDIALI 2011 DI HOCKEY IN LINE LA RASSEGNA E´ IN PROGRAMMA A ROCCARASO DAL 2 AL 16 LUGLIO  
 
 Pescara, 20 dicembre 2010 - L´edizione 2011 dei campionati mondiali di hockey in line, in programma a Roccaraso, dal 2 al 16 luglio del prossimo anno, è stata presentata, il 17 dicembre , a Pescara, nella sede della Regione. E´ la seconda volta che Roccaraso, e quindi l´Abruzzo, ospita questa rasssegna iridata. La prima avvenne nel 1996 e era appena la seconda edizione. Simile all´hockey su ghiaccio per il regolamento e la filosofia di gioco, l´hockey in line prende il nome dal fatto che gli atleti indossano pattini in linea. A scendere in campo sono quattro giocatori oltre al portiere mentre le dimensioni degli impianti possono variare: da un minimo di 20 metri di larghezza per 40 di lunghezza ad un massimo di 30 per 60. La particolarità dell´edizione 2011 è rappresentata dal fatto di ospitare tre competizioni in una: il torneo senior maschile, quello femminile e quello junior. Complessivamente saranno presenti 40 squadre per un totale di circa 1000 persone tra giocatori, tecnici, e dirigenti. "In un momento storico come questo in cui si lamenta la cronica carenza di risorse in tutti i settori - ha dichiarato l´assessore allo Sport, Carlo Masci - il mondo dello sport riesce a sopperire con la passione ed il cuore. In più, noi abruzzesi aggiungiamo quel quid di pragmatismo e spirito di sacrificio che ci ha consentito nel recente passato di organizzare al meglio altri grandi eventi sportivi come i Giochi del Mediterraneo 2009 e che, anche stavolta, permetterà all´Abruzzo, ed in particolare al comprensorio di Roccaraso, di ben figurare. Non è un caso che l´assegnazione di questi mondiali, in un primo tempo garantita al Canada, sia stata poi destinata all´Abruzzo". All´incontro con la stampa, oltre a Masci, sono intervenuti anche il presidemte del Comitato internazionale di Pattinaggio e di Hockey in line, Gilbert Portier, il presidente della Federazione italiana di Hockey e Pattinaggio, Sabatino Aracu, il presidente della Provincia dell´Aquila, Antonio Del Corvo, ed il sindaco di Roccaraso, Armando Cipriani. "Si tratta dell´ennesimo evento sportivo di rilievo internazionale - ha proseguito Masci - che ci offre l´opportunità di far conoscere le bellezze naturalistiche del nostro territorio ma soprattutto è un´occasione importante sia per il bacino sciistico di Roccaraso che per l´altipiano delle Cinquemiglia ma direi per l´intera provincia dell´Aquila di rilanciare la sua economia turistica, provata duramemte dal sisma dello scorso anno". Ad ospitare gli incontri sarà il Palaghiaccio Bolino di Roccaraso, capace di ospitare circa 3000 spettatori. Alla nazionale italiana, in grado di conquistare due terzi posti in sedici edizioni nel torneo maschile, si chiede soprattutto una prova d´orgoglio contro compagini obiettivamente più attrezzate come quelle degli Stati Uniti, detentori del titolo e vincitori delle ultime tre edizioni, della Repubblica Ceca e del Canada.